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Listino

Centocinquant'anni di storia
P. Guglielmotti
Alberghi e istituti religiosi a Genova fra Due e Trecento: un approccio topografico per lo studio dei de Mari e di Santa Maria delle Vigne
A partire da una locuzione notarile eccettuativa, il lavoro affronta con approccio topografico nel contesto genovese dei secoli XIII e XIV le tese interazioni tra la canonica di Santa Maria delle Vigne e il largo e potente raggruppamento familiare dei de Mari, che si articola in tre distinti alberghi, con una soluzione che risulta unica nel contesto cittadino. Si dà ragione delle diverse ubicazioni di ciascun albergo guardando alle dinamiche cittadine che hanno sullo sfondo un’alleanza politica dei de Mari con la componente di Popolo, mentre il principale scenario è il quartiere/compagna di Soziglia. Sono mostrate le relazioni conflittuali e interne a un albergo quando si affronta la materia patrimoniale e si conduce infine una prima rassegna del ricorso da parte di altri istituti religiosi a quella locuzione notarile, atta a misurare zone di tensione insediativa.
Starting from an exceptive clause used by Genoese notaries, this paper considers the tense interactions between the rectory of Santa Maria delle Vigne and the large and powerful family de Mari kinship (which was divided into three distinct alberghi), and their solution, unique in the urban context, from a topographical perspective. By looking at the urban dynamics, at the backdrop of which stands the political alliance of the de Mari with the Popolo, reasons are given for the different locations of each albergo. The main scenario is the neighborhood/compagna of Soziglia. Conflicting and internal relations within an albergo when dealing with patrimonial matters are shown. Finally, the articles offers a preliminary overview of the use of the notarial clause, which can be used to identify areas of tension, by other religious institutions.
Keywords: alberghi de Mari, Churches, compagna of Soziglia, Genoa, Late Middle Ages

E. De Laurentiis
Giovanni Battista Castello il Genovese, miniatore: l’apprendistato nell’arte degli orefici e l’attività di gioielliere
Questo articolo si propone di ricostruire, attraverso documenti inediti, l’apprendistato nell’arte degli orefici del miniatore Giovanni Battista Castello il Genovese (1549-1639), una formazione altrimenti nota solo da fonti della letteratura artistica. Inoltre questo studio getta nuova luce sulla professione di orefice specializzato nella manifattura di gioielli dell’artista, analizzata nel contesto delle botteghe di orefici e argentieri attive a Genova nella seconda metà del Cinquecento.
This paper aims to reconstruct, through unpublished documents, the apprenticeship in the art of goldsmiths of the miniaturist Giovanni Battista Castello il Genovese (1549-1639), a training otherwise known only from sources of art literature. Furthermore, this study sheds new light on the artist’s work as a goldsmith specialized in the manufacture of jewels, analyzed in the context of the goldsmith and silversmith workshops active in Genoa in the second half of the 16th century.
Keywords: Apprenticeship of Goldsmith, Genoa, Giovanni Battista Castello il Genovese, Jeweler, Miniaturist-illuminator, Second Half of the 16th Century

A. De Marini
La nuova attribuzione di cinque statue di benefattori dell’Albergo dei Poveri di Genova a Francesco Maria Schiaffino e a Giovanni Baratta
Nell’Albergo dei Poveri si conserva una collezione di statue che vanno dal XVII al XX secolo e rappresentano i benefattori di quella che fu la più importante istituzione caritativa genovese, membri del patriziato cittadino che contribuirono con il loro sostegno economico alla creazione e al mantenimento di questo grande complesso (60.000 metri quadri), avviata dal fondatore Emanuele Brignole. Una recente ricerca condotta presso il fondo ‘Albergo dei Poveri’, conservato all’Archivio Storico del Comune di Genova, ha consentito l’attribuzione di cinque di queste statue. Due sono opera di Francesco Maria Schiaffino (1688-1763), artista che al momento risultava aver realizzato presso l’Albergo solo l’altar maggiore (1651). Nel 1631 avrebbe ricevuto l’incarico per tre statue, ma ne esegue e viene pagato solo per due, quelle di Ambrogio Carmagnola e Giovanni Francesco Invrea. Un’ulteriore ricerca volta a ricostruire chi fu l’autore della terza statua che gli era stata commissionata, quella di Filippo Maria Cattaneo, che si trova nel Corridoio Femminile dell’Albergo, ha portato al rinvenimento della lettera di incarico e dei pagamenti, non solo di questa ma anche di altre due statue ubicate nel salone centrale (Filippo e Gio Luca Spinola), allo scultore carrarese Giovanni Giacomo Baratta.
In the Albergo dei Poveri an important collection of statues dating from the 17th to the 20th Century is preserved. They represent the benefactors of this institution, the most important charity in the city’s history, members of the local patriciate who contributed their financial support to the creation and the maintenance of this immense complex (60.000 square meters), beginning by the founder Emanuele Brignole. A recent research conducted at the ‘Albergo dei Poveri’ fund, wich is preserved in the Archivio Storico del Comune di Genova, makes possible to attribute five statues. Two of them have been realized by the scupltor Francesco Maria Schiaffino (1688-1763), the same author of the high altar of the Albergo (1751). In 1631 received commissiones for three statues, but he executed and received payments only for two of them, representing Ambrogio Carmagnola and Giovanni Francesco Invrea. An additional reserch aimed at reconstructing who was the author of the third statue committed, depicting Filippo Maria Cattaneo, now kept in the Women’s Corridor of the Albergo, led to a letter of commission and payments to the Carrarese sculptor Giovanni Giacomo Baratta, not only of this one but also of two other statues (Filippo and Gio Luca Spinola) located in the central hall.
Keywords: 17th Century, Albergo dei Poveri, Francesco Maria Schiaffino, Giovanni Giacomo Baratta, Sculpture

A. De Francesco
Un Lahoz in sedicesimo? Una memoria inedita di Giulio Domenico Assereto, comandante degli insorgenti all’assedio di Genova del 1800
L’articolo ricostruisce il profilo politico di Giulio Domenico Assereto, una curiosa figura di avventuriero che nel 1799 arrivò a fare una brillante carriera militare a Genova con I francesi. Di lì a breve, però, deluso dal cambiamento di governo a Genova, che ostacolava le sue ambizioni di potere, Assereto passò dalla parte degli austriaci e guidò gli insorgenti all’effimera presa di Genova nel giugno del 1800. La ricostruzione poggia su una memoria inedita di Assereto indirizzata, all’indomani del ritorno dei francesi a Genova, all’ambasciatore inglese lord Minto, che cercava di continuare la guerra a Bonaparte in Italia contando sul contributo dei capi militari controrivoluzionari del 1799.
The article draws a political portrait of Giulio Domenico Assereto, a curious figure of an adventurer, who made a brilliant military career in the French army in Genoa in 1799. Shortly afterwards, however, disappointed by the change of government in the Ligurian Republic, which thwarted his ambitions for power, Assereto switched to the Austrian side and led the insurgents to the short-lived seizure of Genoa in June 1800. The reconstruction is based on an unpublished memoir written by Assereto to the English ambassador Lord Minto, who, after Marengo, aimed at continuing the war against Bonaparte in Italy.
Keywords: Assereto, Giulio Domenico, Ligurian Insurgents, Ligurian Republic, Siege of Genoa, 1800

C. Lisi
Gli archivi del Consolato generale del Granducato di Toscana (1814-1860) e del Consolato di Lucca (1814-1847) a Genova
Il fondo Intendenza generale di Genova, Archivio amministrativo, conservato nell’Archivio di Stato di Genova comprende due archivi aggregati, ancora parzialmente inesplorati. Si tratta delle carte prodotte dai Consolati del Granducato di Toscana e di Lucca della città di Genova, versate nel 1860 a quella magistratura in occasione della cessazione dei consolati degli antichi Stati. L’archivio del Consolato del Granducato di Toscana, che copre il periodo 1814-1860, risulta ben conservato, caratterizzato da un’inusuale completezza documentaria. Sono custoditi i carteggi con la Segreteria degli esteri a Firenze e il governatore di Livorno, la corrispondenza con i viceconsolati delle due Riviere, con i funzionari in Patria, le autorità locali, i sudditi granducali residenti in Genova; la normativa; la documentazione che attesta l’esercizio del controllo del console sulla Marina mercantile e sui passaggi di nazionali e forestieri verso la Toscana. Il piccolo archivio lucchese, già confluito nel 1847 nell’archivio granducale, presenta una minore organicità. Oggetto di questo contributo sono la ricostruzione delle vicende storiche delle carte e della loro struttura originaria finalizzata al riordinamento virtuale dei due archivi ed a una prima loro inventariazione. Le brevi note istituzionali, reperite nel corso del lavoro, hanno lo scopo di fornire qualche elemento utile ad orientarsi con maggior rapidità fra le carte.
The Intendenza generale di Genova, Archivio amministrativo papers, preserved in the Archivio di Stato di Genova, includes two archives, partially unexplored: the documents produced by the Genoa Consulates of the Grand Duchy of Tuscany and of the Duchy of Lucca. They were handed to Intendenza in 1860 on the occasion of the end of the consulates of the Italian ancient States. The archive of the Consulate of the Grand Duchy of Tuscany covers the period 1814-1860. It is well preserved and characterized by an unusual documentary thoroughness. It contains the correspondence with the Secretariat of Foreign Affairs in Florence and the governor of Leghorn, the correspondence with the vice-consulates of the two Rivieras, with the officials in the homeland, the local authorities, the grand-ducal nationals residing in Genoa. It also includes the legislation; the documentation certifying the consul's control over the merchant navy and the passage of nationals and foreigners to Tuscany. The small archive of the Consulate of Duchy of Lucca, which merged into the Grand Ducal archive in 1847, is less organic. The scope of this article is the reconstruction of the archives’ history and structure aimed at the virtual reorganization of the papers and at the editing of a documents’ list. The brief institutional notes, found in the course of the work, are intended to provide some useful elements to better understand the papers.
Keywords: 19th Century, Archives, Consulates, Duchy of Lucca, Genoa, Grand Duchy of Tuscany

La stagione inaugurale del Teatro Carlo Felice: una ricostruzione critica dalle cronache della « Gazzetta di Genova »
Di recente due iniziative della Fondazione Teatro Carlo Felice e dell’Università di Genova hanno portato all’attenzione del pubblico un crescente interesse verso la stagione inaugurale del teatro d’opera genovese e Felice Romani, librettista, poeta e critico musicale molto influente e attivo in quel contesto. A partire dalle cronache pubblicate sulla «Gazzetta di Genova», l’articolo intende ricostruire la stagione inaugurale dell’istituzione lirica genovese, individuando le opere in cartellone e tentando di definire il grado di accoglienza da parte del pubblico. In conclusione, attraverso un’analisi comparativa tra le cronache riportate dal giornale genovese e altre ricostruzioni pubblicate sia nel corso del XIX secolo che in occasione del centenario del Carlo Felice, l’intervento vuole proporre un possibile bilancio storico-critico di quella prima stagione.
Recently, two initiatives by the Fondazione Teatro Carlo Felice and the University of Genoa have brought to the attention of the public a growing interest in the inaugural season of the Genoese opera house and Felice Romani, a librettist, poet and music critic who was very influential and active in that context. Starting from the chronicles published on «Gazzetta di Genova», the article aims to reconstruct the inaugural season of the Genoese opera institution, identifying the works on the bill and attempting to define the degree to which the public received them. In conclusion, through a comparative analysis between the chronicles reported by the Genoese newspaper and other reconstructions published both during the 19th century and on the occasion of Teatro Carlo Felice’s centenary, the paper aims to propose a possible historical-critical balance of that first season.
Keywords: Felice Romani, Gazzetta di Genova, Inaugural Season, Opera, Teatro Carlo Felice

 
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