ATTI D ELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUM E LVI ISCRIZIONI GENOVESI IN C R IM E A E D IN C O ST A N T IN O PO L I L U IG I V O L P IC E L LA - P r o e m i o . E L E N A SK R Z IN SK A - I n s c r i p t i o n s l a t i n e s d e s c o l o n i e s g é n o i s e s e n C r i m é e (Théodosie, Soudak, Balaklava). ETT O RE R O SSI - L e l a p i d i g e n o v e s i d e l l e m u r a d i O a l a t a . * À GENOVA NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA PALAZZO ROSSO MCMXXVIII . * ¦ ISCRIZIONI G E N O V E SI IN CRIMEA ED IN C O S T A N T IN O P O L I — ¦ • ' ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME LVI ISCRIZIONI GENOVESI IN CRIMEA ED IN COSTANTINOPOLI LUIGI VOLPICELLA - P r o e m i o . ELENA SKRZINSKA - I n s c r i p t i o n s l a t i n e s d e s c o l o n i e s g é n o i s e s e n C r im é e (Théodosie, Soudak, Balaklava). ETTORE ROSSI - L e l a p i d i g e n o v e s i d e l l e m u r a d i O a l a t a . GENOVA NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA PALAZZO ROSSO MCMXXVIII C iascun a u to r e degli scritti pubblicati negli ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA è unico garante delle p ro d u zio n i e opinioni e s p o ste in e ssi scritti. PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA S t a b i l i m e n t o T i p o g r a f i c o D itta C. CAVANNA - Bo r g o t a r o 1928 PROEMIO Come è stato concepito e come nacque questo volume L V I dei nostri Atti ? A tale quesito, che potrebbe pure importare ad alcuno dei componenti la Società Ligure di Storia patria, oppure a un eventuale futuro inquisitore dell'attività del sodalizio, do breve risposta, poiché anche la storia di un libro, per piccola cosa che sia, è storia, almeno storia culturale e bibliografica del nostro paese e del tempo nostro. Nella città russa di Leningrado, una volta Pietroburgo, la signorina ELENA SKRZiNSKA, collaboratrice scientifica ^ / / A c c a d e m i a russa della cultura materiale, il giorno 30 settembre 1925 scriveva una lettera al rettore della Università di Genova, proponendogli la pubblicazione delle iscrizioni genovesi della Crimea, da lei tutte lette e raccolte. In Genova il professore Alessandro Lattes, ordinario di storia del diritto italiano e preside della facoltà di giurisprudenza, incaricatone dal rettore, portò la proposta della signorina Skrzinska alla presidenza della Società Ligure di Storia patria. Per la Società il tema della storia delle colonie genovesi nel Levante e specialmente in Crimea è stato sempre argomento d i passione- Per Gaffa e attiguo territorio parecchio si era pubblicato negli Atti e nel Giornale Ligustico, molto si era detto nelle conferenze sociali, e molto più la Società aveva fatto per promuovere e favorire qualunque azione altrui che tendesse ad illustrare, come che fosse, le colonie. Di tale attività il segretario sociale professor F r a n c e s c o p o g g i, pur limitando il compito al periodo corso tra il 1908 e il v i i . Ï • . - L ' - 1917, fece un lucido cenno nella sua Relazione del 1918 Nei volum i VI e VII degli Atti il padre A m e d e o v i g n a aveva pubblicato sopra 2894 pagine di stampa 114S documenti delle colonie del Mar Nero per il breve spazio di ventidue anni di dominio del Banco di S. Giorgio, dal 1453 (caduta di Costantinopoli e chiusura del Bosforo) al 1475 (caduta di Coffa e fine delle colonie genovesi in Crimea); pubblicazione, questa, rimasta la più poderosa dei nostri Atti, a n t o n i o c e r u t i stampò nel volume XV II / ’Ogdoas, scritto in C affa intorno al 1421 dal grammatico Al b e r t o a l f i e r i , che vi descrisse quella nostra prosperosa città levantina. Infine il sopra mentovato F r a n c e s c o p o g g i dette conto nel volume XLVI della mostra storica delle colonie, ordinata in Genova il 1914 dalla nostra Società, già preparata dall’opera indefessa del nostro presidente Marchese c e s a r e i m p e r i a l e , il quale si recò appositamente nell’Egeo e nel Mar Nero, raccogliendovi, col concorso di Luigi Kolly direttore del museo civico di Teodosio (già Caffa), copioso materiale di fotografie, disegni, pitture, calchi: il Poggi vi stampò molto opportunamente il minuzioso Catalogo, che va acquistando col tempo sempre maggiore importanza. Inoltre, nel Giornale Ligustico, organo della Società, C O R N E L IO D E S IM O N I, MARCELLO REMONDINI, ACHILLE NERI s c r iss e ro notevoli articoli concernenti Caffa. Si intende così agevolmente con quanta propensione la presidenza abbia subito accettato la proposta del professor Lattes ; il quale si incaricò di ottenere il consenso della autrice russa. La signorina Skrzinska nella sua risposta del 27 novembre, acconsentendo con compiacimento, fece tuttavia queste considerazioni : — « L’Académie de l’Histoire de la Culture Matérielle a accepté le recueil nommé pour le faire paraître dans la Revue, qui sera lancée prochainement (comme on espère ici !), vu que l’Académie est bien jalouse que tout matériel archéologique trouvé sur le territoire de U.S.S.R. soit publié dans les journaux russes. Mais la quantité de travaux- prêts à la pubbiication est considérable, les m oye ns p o u r les faire paraître sont assez restreints, le procédé de l’imprimerie est très lent. De l’autre côté l’Académie tient beaucoup 1 Atti, v o l. x l v i , cap . v , pp. x c v - c c iv . V I I I . à ce que les travaux des jeunes auteurs soient publiés le plus tôt possible et elle serait bien flattée de pouvoir faire imprimer quelques un de ces travaux (particulièrement ceux qui intéressent les pays étrangers) dans les revues européennes ». Epperò mostrava il desiderio che la Società Ligure chiedesse direttamente il consentimento dell'Accademia russa ; desiderio che venne volentieri e prestamente esaudito- Quale sia stato il lavoro e quale il contributo documentario della dotta studiosa di Leningrado il lettore o consultatore d i questo libro apprenderà dalla prefazione, che ella ha premesso al suo testo. Noi diciamo che pensammo di costituire per tal modo, con le epigrafi nuove e con le correzioni di lettura o di interpretazione delle epigrafi già note, apportateci dalla signorina Skrzinska, il testo unico, definitivo, delle iscrizioni genovesi di Crimea, finora pubblicate sporadicamente, in tempi diversi, talora con errori. Il compito della cura della stampa restò affidato al professor Lattes, cui risale gran parte del merito di questa pubblicazione. Qui conviene fa r conto e dar conto di un altro elemento incitativo, già importante per se stesso, cui una recentissima sciagura aggiunge con una pennellata sanguinosa il caldo colore della pietà. Il 27 dicembre 1927 in una viuzza d ’Odessa, sul M ar N ero, il viceconsole italiano signor Silvio Cozzio venne assassinato da un ladro. La stampa italiana si occupò del fatto, anche per il sospetto che vi fosse incorso un movente politico, ma, se già poco seppe dire dei precedenti del disgraziato connazionale, niente o pochissimo disse, perchè poco sapeva, delle benemerenze patriottiche e colturali d i lui. Il quale, benché nato suddito austriaco \ non solo aveva servito per quarant'anni il governo italiano in Odessa, ma aveva voluto visitare tutti i luoghi di Crimea già appartenuti ai Genovesi, racco- ' Silvio Cozzio di Giovan Battista, nato italiano in Morlavo nel Trentino (10 Iug. 1857), passato' a dimorare in Odessa (Russia), vi fu prima interprete presso quel regio consolato italiano (die. 1887 a nov. 1902), poi viceconsole (17 nov. 1902). Dimessosi nel giugno 1914, fu riammesso nell’agosto, ed esercitò la carica fino al 27 die. 1927, quando una mano assassina lo spense. Fu cavaliere della Corona d’Italia (29 nov. 1900) e dei Santi Maurizio e Lazzaro (29 die. 1912). Visse celibe. glicine le vecchie iscrizioni, studiare le vicende di quelle colonie medievali, consultare gli scrittori russi, e di tutto aveva fissato gli clementi in una monografia, non mai potuta stampare. Nè solamente dell'antico egli si era occupato: le condizioni passate e presenti della città di Odessa e degl’italiani in essa dimoranti gli dettarono un capitolo su quella colonia italiana. Il 10 luglio 1914 il Cozzio scriveva da Milano al presidente della Società Ligure di Storia patria, che allora era il Marchese Cesare Imperiale : — « Ho l’onore di trasmetterle un mio lavoro « Cenni storici sul dominio dei Genovesi in Crimea e Brevi cenni sulle origini della città di Odessa e della sua colonia italiana », lavoro al quale era stato aggiudicato dalla giuria dell’Esposizione di Milano del 1906 il diploma di medaglia d ’oro. Avendolo ora considerevolmente ampliato ed accresciuto, ritenni forse non inopportuno di inviarlo a code sto onorevole com itato1 con le accluse fotografie che feci fare dei vari luoghi descritti e meno conosciuti, trattandosi di cose che riguardano il dominio e l’influenza della grande Repubblica nei Mar Nero e di Azov, che ebbero per conseguenza, oltre alla creazione delle antiche fattorie genovesi sulle coste dei medesimi mari, anche la fondazione della città di Odessa e di altri importanti posti con numerose colonie italiane ». Il Cozzio sperava di dare alla stampa il suo lavoro ; ma la conflagrazione bellica scoppiata di lì a pochi giorni, durata più di quattr'anni, seguita da una prostrazione universale, che non è ancora fin ita , non g li concesse l ’esaudimento del suo desiderio. Frattanto il suo copione restò presso la nostra Società, non più richiesto d a ll’autore. L ’originale, parte dattilografato nel verso e nel tergo delle carte sottili, parte manoscritto, è così sbiadito e confuso che, per poterlo utilmente leggere e fa r leggere, mi sono dovuto sobbarcare al carico di copiarlo in bello, coordinandone pure le parti confuse. Sono così stato il primo, e finora l’unico, lettore per disteso d i questo lavoro, e però credo di potere avventurare un giudizio. Certamente esso è uno studio importante, compilato sulle opere de1 C ertam ente il Cozzio alludeva al comitato per la mentovata mostra storica delle colonie genovesi in Oriente che si ordinò il 1914 in Genova. 1 gli scrittori russi, confortato con la personale visione di quella costa di Crimea, donde i Genovesi dominarono il M ar Nero nei secoli X IV e XV. L ’autore vi raccolse notizie e correzioni da quelle fonti bibliografiche lontane e quasi sconosciute; vi dette sunti di alcune di tali fonti; ricompose ed accrebbe gli elenchi de’ consoli genovesi in Caffa, in Soldaia, in Balaclava, in Sebastopoli, in Cerchio, in Copa, nella Tana in quei due secoli dell'ultimo medio evo ; enumerò e descrisse tutte le lapidi ed epigrafi fin o allora rinvenute fra quei ruderi di mura, di torri, di chiese, di case, d i tombe. M a, così come esso è, lo scritto del Cozzio non si presta alla stampa, poiché la materia non vi è disposta convenientemente, le ripetizioni abbondano, l'onomastica geografica e antropica è sovente incerta e poliforme,, le citazioni bibliografiche sono scarse, nonché vaghe ; infine il linguaggio è povero e lo stile è alquanto sciatto. Le quali mende, che forse l ’autore avrebbe corrette se avesse potuto portare l'originale al tipografo, non tolgono che al Cozzio si debba essere grati, particolarmente in Genova, della intenzione, della fa tica, della offerta. Poiché non si può dare alle stampe questo studio del Cozzio, specialmente ora che, per la parte epigrafica, desso è sorpassato dal lavoro della signorina Skrzinska, che qui pubblichiamo, è bene che gli studiosi abbiano qualche notizia del suo contenuto, così che possano, occorrendo, consultarlo nella biblioteca della Società. Egli adunque premette queste poche parole di prefazione : « Avendo ne’ miei frequenti viaggi in Crimea visitato quasi tutte le sue città ed i suoi più importanti posti, e specialmente quelli ch’eran posseduti dai Genovesi, divisai di scrivere questi brevi cenni storici sul loro dominio in quella penisola, che per le sue bellezze naturali e pel suo clima presenta tanta analogia coll’Italia. Se a questo poi si aggiunge che la sua più bella parte fu abitata da Italiani, e che il suo suolo fu anche bagnato dal sangue italiano, nel medio evo nelle guerre dei Genovesi coi Tartari, e nel secolo passato dai prodi Sardi per lo scopo finale dell’indipendenza nazionale, in quella memorabile campagna che fece travedere agli Italiani i primi albori delle patrie libertà, ne viene che la Crimea, considerata nella sua vita a traverso i secoli, deve riescire di sommo interesse per gl’italiani, essendo la sua storia in molti punti X I . strettamente connessa con quella della nostra Patria, lo lio desunto questi cenni, cercando di rimanere per quanto più potei fedele ai vari testi, dalle opere dei più autorevoli storici, paleografi ed archeologhi che scrissero sulla Crimea, Nicola Murzaksvicli, Filippo Brun, prof. Vladislao lurghevich, Pietro Koeppen, O. Retovski, Andrea Fabre, Eugenio Markov, C. Condoraclii, L. P. Kolly ed altri. Compulsai inoltre le Memorie della Società di Odessa di Storia e d'Antichità e molte altre pregevoli sorgenti. Scopo mio fu pure di far conoscere agli Italiani con quanta cura ed amore gli scrittori russi si sono occupati delle cose che concernono le gesta dell’antica Repubblica di Genova nella penisola Taurica, che i Russi sogliono chiamare la loro Italia ». A queste belle e nobili parole del modesto studioso, che doveva anch'egli bagnare di sangue italiano la sponda del Mar Nero, segue il testo della sua trattazione, distribuito nei seguenti'cinque capitoli : I. Cenni storici del dominio dei Genovesi in Crimea. II. Lapidi genovesi trovate in Teodósia (Caffa), Sudac (Soldaia) e Balaclava (Cèmbalo) : dal Iu r g h e v i c h . III. L a p id i g e n o v e s i trovate in T e o d ó s ia (Caffa) n e ll’anno 1893: d a l R e t o v s k i . IV . Bibliografia sulle monete genovesi in Crimea : dal R e t o v s k i . V. Nota in appendice. N ella mia copia manoscritta io ho aggiunto, per comodo dei consultatori, un indice delle date e un indice dei nomi di persone e d i luoghi. E superfluo fa r notare che l ’autore, nella parte epigrafica, fidandosi degli scrittori russi, incorse in quelli errori che la Skrzinska rileva presso i suoi connazionali. Tuttavia lo scritto Cozziano giova da confronto anche per quello. Nella parte narrativa esso 'e ricco di notizie e d i versioni storiche, cosicché può essere utilmente consultato. N o i siamo molto grati alla signorina Skrzinska del suo studio su tale tema genovese, del quale, come si vede, abbiamo fatto tesoro : ma, d ’altra parte, appunto per questo, ci siamo creduti in dovere di segnalare il precedente tentativo di un italiano, allora nazionalmente irredento, che, p u r senza una poderosa base di coltura storica, ha piegato l ’anima alla patria e la mente allo studio, ha celebrato i fa sti coloniali di Genova, e, rivestito della rappresentanza nazionale, ha perso la vita in maniera così miseranda. A ogni modo questo precedente dell’opera del Cozzio ha influito positivamente nella fervorosa accettazione dello scritto offertoci dalla signorina russa ; la quale apporta nella trattazione dell’argomento quel severo metodo scientifico, che faceva difetto nella volenterosa opera del Cozzio. * * * Contemporaneamente il professore E t t o r e R o s s i esibiva alla presidenza della Società un suo scritto su Le Lapidi Genovesi delle Mura di Galata. Anche di Pera, come di Gàlata e Costantinopoli, la Società si era occupata negli Atti, nel Giornale Ligustico, nella mostra del 1914, e se ne trova quindi menzione nel già citato Catalogo compilato dal Poggi. Negli Atti il D e s i m o n i ristampò nel volume X la relazione di A d a m o M o n t a l d o sulla conquista di Costantinopoli per Maometto li nel 1453, e il B e l g r a n o pubblicò nel volume X I I I due serie di documenti riguardanti la colonia di Pera, illustrate da tavole epigrafiche. Nel Giornale Ligustico il D e s i m o n i si occupò dei quartieri dei Genovesi a Costantinopoli nel secolo XII e nel secolo XIII. Alle iscrizioni appunto pubblicate dal Belgrano nel codice diplomatico su mentovato, che il prof. R o s s i riproduce qui rivedute e corrette, oltre che corredate di un’adeguata bibliografia, lo stesso professore aggiunge altre iscrizioni e lapidi, in modo da offrire completo il Corpo delle epigrafi genovesi in Costantinopoli; il quale noi con molta soddisfazione presentiamo in questo volume, a lato del tesoro epigrafico di Crimea approntato dalla Skrzinska. * * * L’uno e l’altro lavoro sono illustrati da una copiosa messe di riproduzioni quasi tutte fotografiche, prese dal vero, non solo delle lapidi, ma ben anche dei numerosi e talora imponenti ruderi geno- X I I I . vesi d i Crimea e di Costantinopoli, quali sono ancora oggi o, per lo meno, erano fino a pochi anni addietro. Le quattro ultime tavole porgono vedute di rovine di fortezze nei siti già noti coi nomi di Calamita (presso l ’attuale Inkerman) e di Moncastro o Mocastro (ora Akkerman), le quali non si potrebbero assegnare con sicurezza ad antiche costruzioni genovesi; ma noi, ciò nonostante, le abbiamo date, perchè, se anche non fossero d ’origine genovese, esse ad ogni modo segnano luoghi ove i Genovesi ebbero dominio e castelli. La inesorabile opera del tempo, la mancanza di manutenzione dei monumenti di un dominio e di una civiltà straniera (quantunque la verità richieda chc si dica che il governo dello czar provvide negli ultim i tempi a restaurarli), la possibilità dell’adattamento ad usi moderni d i alcune di quelle muraglie antiche, la mutabilità frequente d i regime politico e sociale di quei paesi, la ignoranza ed i facili fa n a tism i del volgo, ed altre cause meno appariscenti, ma non meno distruttive e persistenti, porteranno successivamente alla sparizione d i quelle monumentali testimonianze della presenza e della attività dei nostri padri nei mari levantini. La Società Ligure d i Storia patria con questa ricca figurazione vuole almeno fermarne le im m agini, a glorioso ricordo del passato, a savio ammonimento per il presente, a fervido incitamento per l ’avvenire, così che Liguri e Italiani tu tti riconoscano e riprendano i cammini, già percorsi due volte. * * * M a invero questi alati intenti della Società erano tenuti bassi dalla fo rza d i gravità della penuria finanziaria. Per volare abbiamo chiesto aria d i appoggio ed essenza motrice agl'istituti che potevano disporne e donarle. E le abbiamo ottenute in misura che possiamo dire soddisfacente. Ce ne hanno dato : il M u n i c i p i o d i G e n o v a . . . per L. 4000 il C o n s o r z i o A u t o n o m o d e l p o r t o di G e n o v a ..................................................» » 3000 la C a s s a d i R is p a r m io di Genova . » » 1000 X I V . con la B a n c a d ’It a l i a ...................................................... per L. 1000 la S o c i e t à N a f t a ......................................................... » 1000 la B a n c a C o m m e r c i a l e It a l i a n a . 7> 500 la S o c i e t à L i g u r e L o m b a r d a per la raffinazione degli zuccheri . * 500 la N a v i g a z i o n e G e n e r a l e It a l i a n a » 500 E noi, riconoscenti degli opportuni aiuti, unendo queste forze le nostre, diamo il volo a questo LVI volume dei nostri Alti. Genova, gennaio 1928. IL PRESIDENTE L u ig i V o l p i c e l l a # INSCRIPTIONS LATINES DES COLONIES GÉNOISES EN C R IMÉ E (THÉODOSIE - SOUDAK - BALAKLAVA) PAR E l e n a S k r z i n s k a C af fa verso la fine del sec. x v m (da stampa russa, appartenuta a L. Kolly in Teodosiai. IN T RO D U C T IO N ABRÉVIATIONS BIBLIOGRAPHIQUES a t t i — A tti della Società Ligure di Storia Patria. s\. H. r . — Monumenta Historiae Patriae (edita iussu Regis Caroli Alberti). s. o. o. — Sapiski Odesskogo Obsestva - Mémoires de la Société Archéologique d ’Odessa. M. O. H. — Monumenta Germaniae Historica. s t e l l a — G eorgii Stellae Annales Genuenses ab anno MCCXCVIII usque ad finem anni MCCCCIX deducti, et per Iohannem Stellam eius fratrem continuati usque ad annum MCCCCXXXV; in Muratori, R. I. S. t. xvli. GIUSTINIANI — Castigatissimi Annali della Eccelsa et Illustrissima Republica d i Genova da fideli et approvati scrittori per il Reverendo Monsignore Agostino Giustiniano Genoese Vescovo dì Nebio accuratamente raccolti ; Genoa, MDXXXVIl. f o l i e t a — U bertu s Folieta, Historiae Genuensium libri XII (usque ad a. 1527); in Graevii Thesaurus, t. X. I C a f f a v e r s o la f in e d e l se c . x v m (da sta m p a ru ssa, a p p a rte n u ta a L. K olly in T eo d o sia). Au xvi s. le chroniqueur génois Giustiniani se p l a i g n a i t d e la pénurie de documents que lui avaient transm is s e s p r é d é c e s seurs, concernant la fondation et le d é v e l o p p e m e n t d e C af fa, fameuse colonie génoise sur la mer N o ir e: « ... s e r i a s ta t a c o s a non manco utile che dilettevole se i scrittori g e n o e s i p e r li t e m p i passati fussino stati più diligenti a rifferire le c o s e c h e r i c h i e d e vano et diligentia et solicitudine. Ecco che la R e p u b l i c a h a p o s s e duto, ampliato et forsi di novo edificato la città di C a f f a n o b i l i s sima, et non dimeno non h abbiam o certezza a l c u n a se il sito della città sia pervenuto in la Republica, o per via di d o n a t i o n e , o per via di compra, o per via di guerra, ma ad o g n i m o d o è sta ta cosa degna di memoria che per opera di G e n o e s i in u n o p a e s e tanto distante si sia, o edificato di novo, o rinovat o u n a città c o s ì grande e così nobile quanto che la città di Caffa ... » 1 (a. 1357). Nous autres, historiens du xx s., n ous n ous t r o u v o n s d a n s une position beaucoup plus épineuse que le c h r o n i q u e u r du x v i s.; nous recherchons avec attention méticuleuse les m o i n d r e s vestiges du passé pour tâcher de reconstruire, en r a p p r o chant les documents dont souvent nous n ’ a v o n s g a r d é qu e des débris, l’ image oubliée des colonies g é n o i s e s s u r le littoral de la Crimée. Ce n’ est pas que nou s n o u s t r o u v o n s d a n s F i m 1 GIUSTINIANI, Lib. IV, 136. 5 . po ssi b il ité d e p u is e r aux sources mêmes, mais ces dernières sont p e u n o m b r e u s e s et concordent, en somme, mal ensemble. C ’ est p o u r q u o i , à c ô t é des témoignages fournis par les chroniques, les it in éraires o u les do cuments juridiques, les monuments êpigraphiques r e ç o i v e n t u n e valeur toute spéciale. Ces monuments forment un g r o u p e à p art et se com po sent d ’ inscriptions, qui jadis avaient o r n é m u r s et to urs, églises et tombeaux, portails et fontaines et parf o is se s o n t conservées in situ jusqu’ à présent. Ces in s c r i p tio n s fo n t renaître P image à jamais perdue de la ville, qui m a i n t e n a n t se p r és ente à nos yeux sous P aspect de ruines épars es d ’ un g r a n d e ns em ble architectural. Dans leur langage concis, elles n o u s p a r l e n t de ces bâtiments, sur les murs desquels elles se t r o u v a i e n t a u t r e f o i s ou bien sur lesquels elles sont restées jusqu’à n o s j o u r s ; c e r t a i n e s parmi elles ont été transportées dans les salles d e s M u s é e s , mais là en co re elles continuent à servir de tém o i g n a g e d e l’ existence de telle ou telle autre construction. L ’ an n a l is te g é n o i s ne savait pas au juste ni la date de la naiss a n c e d e C af fa, ni ju squ’ à quel point la ville avait été l’ oeuvre de a r c h i te c t e s italiens. Les savants modernes doivent chercher la s o lu ti o n d u p r o b l è m e dans P étude des débris architecturaux en p r e m i e r lieu et en second dans celle des dalles, qui ont été s ce ll ée s d a n s les mur s de la plupart des constructions génoises. C e s in s c r i p t i o n s sont gravées sur marbre ou sur pierre calc air e d a n s u n e écriture com m une au bas moyen âge, se rapprochant de la m a j u s c u l e g o t h i q u e ; parfois on emploie l’ écriture capitale ou bien o n c i a le . Le c o n t e n u des inscriptions est uniforme et succinct. A P e x c e p t i o n d ’ u n petit gr oupe d ’ épitaphes, elles parlent toutes de l’ é r e c t i o n d e q uelque bâtiment, p o u r la plupart d’ une telle ou telle a u t r e p arti e d ’ un fort, avec indication de la date et du nom d u c o n s u l , s o u s lequel cette construction a été achevée. Les d i g r e s s i o n s s o n t ra re s ; le nom même de la construction fait p a r f o i s d é f a u t , ét an t d ’ ordinaire remplacé par I’ expression généra le « h o c o p u s ». De plus, les dalles sont ornées d ’ écussons p o r t a n t d e différe ntes armoiries, de Gênes, de Caffa, du doge, d u c o n s u l et d e s p er son na ge s mentionnés dans les inscriptions. 6 . Q u e l q u e s pierres son t o rn e m e n t é e s , on y r e n c o n t r e p arfo is d e s reliefs re présentan t des figures h u m a i n e s o u bi en l’ a g n e a u avec u n e b a n n i è r e crucifère. La fondation des co l o n ie s g é n o i s e s s u r les b o r d s d e la mer N oir e se ra p p o r te à la fin du x m s., é p o q u e à laquelle G ê n e s , g r â c e à son alliance avec Michel P a lé o lo g u e, p a r v in t à t r i o m p h e r su r Venise et à f o n d e r d a n s 1’ O r i e n t sa d o m i n a t i o n c o m m e rc i a le , qui d u r a d e u x siècles ou p e u s ’ en faut. Au lieu d e s V énitiens, fiers de leur c o n q u ê t e de 1204, les G é n o i s s ’ étab li ren t à Péra, au c o e u r m ê m e de l’ em pir e restauré, et s ’ e m p a r è r e n t de la clef du P o n t entier. Michel leur c é d a un terra in c o n s i d é r a b l e s u r la côte est de la C o r n e d ’ O r, o ù les G é n o i s bâtiren t d a n s p eu de t e m p s d e s forts, afin q u e leur p o d e s t à pû t veiller au x intérêts c o m m e r ciaux et politiques de la c o m m u n e . Mais, si P é r a était la clef d e la m e r N o ir e et en c o n s é q u e n c e d e to utes les v oie s qui en d i v e r geaien t d a n s les s teppe s de la Russie méridio nale, a u x b o r d s du Volga, au centre de l’ Asie, Caffa était le vér it ab le f oyer du c o m m e r c e des G é n o i s su r la m e r N oire, b a s e p r in c i p a le d e leur flotte et chef-lieu de toutes les autre s s tations c o m m e r c i a l e s de moin dre im p orta nce . Selon un p r o f e s s e u r d e g r a m m a i r e , qui habitait Caffa d a n s la pr e m i è re moitié du xv s., cette ville « iuxta e g r e g i u m po rtu m , in arido s olo posita, o p u l e n tis s im a est, h i b e r n o te m p o r e lutulenta, solis aestivi fe rvore p u lv e ru len ta , C hr istian i populi m a x im u m tut am en , utilis civibus nostris, r e b o a n t e b o r e a frigidissima, arcton aspiciens, d iv e r s a r u m g e n t i u m li n guis culta. H a n c Graeci incolunt, Armeni, Juda ei, N abath e i, o m n i u m g e n t i u m g e n u s reperitur in urbe. ... » 2 C o m m e il a été déjà dit, les s o u r c e s c o n c e r n a n t la fo n d a ti o n de Caffa par les Italiens n o u s font défaut. Les ann a l is te s g é n o i s ont r e c o n n u q u e cet évé n e m e n t , n o n n oté p a r les c o n t e m p o r a i n s , s ’ était effacé de la m é m o ir e d e s g é n é r a t i o n s s u i v a n t e s ; au fo nd, ce ne fut pas « un é v é n e m e n t », p a r c e q u e Caf fa n e s u rg it p as s o u d a i n e m e n t et les co lo nies au x b o r d s de la bai e d e T h é o d o s i e * ALB. ALFIERI, O g d o a s; ATT!, XVII (1885), p . 314. 7. e x i s t a ie n t d e p u i s d e s siècles ( p a r exemple ò Kacpàç de Constantin P o r p h y r o g é n è t e ), en attirant, sans doute, à une époque très reculée, P at te n ti o n d e s ma rc h an d s g énois qui faisaient le cabotage le l o n g d e s c ô t e s d e la mer Noire. G eorges Stella nomme en qualité d e p r e m i e r colon gén ois un certain Baldo Doria, et Giustiniani m e n t i o n n e le n o m d ’ un Antonio dell’ O r t o . Le chroniqueur byz a n tin N i c é p l i o r e G r é g o r a s fait un récit plus détaillé sur les orig i n e s d e C af fa. Il nous dit que les Génois, voulant fonder une c o l o n i e , a v a i e n t l’ habitude de procé de r de la manière suivante: ils e n t ra i e n t en relation avec les maîtres du pays pour obtenir P a u t o r i s a t i o n d e construire des magasins pour leurs marchandises o ù b o n le u r semblerait, de ch ar ge r leurs navires dans les baies a b r i t é e s c o n t r e les vents du N o rd et de fonder de petites colonies, p o u r le u r s e r v ir d ’ escales pend an t les traversées: Caffa a dû être f o n d é e d e la m ê m e manière. Selon Grégoras, les Génois furent o b l i g é s d ’ e n t re r en négociations avec le « grand chef des Scyt h e s », c ’ est à dire des Tatars ( ó /.ys^cóv, ò dby-rçyôç rcôv £ x u 5 ü v ) . P r i m i t i v e m e n t la nouvelle colonie ne se composait que de quelq u e s h a b i t a t i o n s et magasins sans aucune enceinte, mais au temps d e G r é g o r a s elle était devenue une ville forte, riche et belle, p o s s é d a n t d e v a s te s t e r r e s 1. V e r s la fin d u xm s. Caffa était déjà en état d ’ envoyer des v a i s s e a u x s o u s le co m m andem ent du consul Paolino Doria pour p o r t e r s e c o u r s à Tripoli de Syrie, assiégée par les T urcs '’. La colo nie s ’ a c c r u t ra p id e m e n t et devint le centre de I’ « Empire de Gaza rie » ( n o m d o n n é à la Crimée par les Italiens); son consul reç u t le titre d e « ca p ut et primordium dicte civitatis et totius maris m a jo r is in i m p e r i o Gazarie ». L ’ his to ire politique de Caffa est assez orageuse; les deux c e n t a n n é e s d e son existence se passèrent dans des luttes contin uelle s , ta n tô t a v e c Venise sa rivale, tantôt avec les Tatars ses v o i s i n s ; p e n d a n t les dernières an née s de son existence elle fut * s t e l l a , 1095, a. 1357. - Gi u s t i n i a n i , Lib. iv, 136, a. 1357. ‘ NICEPH. GREGORAS, ‘ Pwji. 1 la~. Aoy. (ed. Bonn) Il 685, III 19. 4 M G H . SS. XVIII. Ann. Jan. ad a. 1289 - GIUSTINIANI, Lib. Ili, 109. 8. obligée de trem bler devant les Turcs, qui s ’ av anç aie nt en o b s t r u ant à plusieurs reprises toute co m m u n ic a tio n entre la co l o n ie et la mère-patrie. Mais en s o m m e cette histoire n ’ est p a s c o m p l i q u é e . n La lutte avec Venise, qui naturellement ne cé da p as tout d ’un c o u p la mer Noire au po uvoir des G én ois, d u ra p e n d a n t u n e b o n n e moitié du xiv s. La position des Vénitiens d a n s leur p o r t d e Soldaia était devenu e précaire, étant d o n n é e la tr o p g r a n d e p r o x i mité de la puissante colonie génoise . Q u a n t à T an a , leur établi s sement principal, ils l’ avaient p e r d u e plusie urs fois d a n s le urs luttes avec les T a t a r s ; même, toutes les fois q u ’ ils p a r v e n a i e n t à la repren dre, ils ne se trouvaient pa s en état de rivaliser a v e c les Gén ois, qui contrôlaient l’ entrée d e s vaisseaux d a n s la m e r N o i r e et dan s celle d ’ Azov, étant maîtres du détroit d e H i e r o n ( lépov, it. G i r o ) d ’ un côté et du f o r t d e V o s p r o ( K e r c l i ) d e l’au tre . C ’ est en vain que Venise, après avoir c o n clu en 1354 u n e alliance d e courte du rée avec Jean C a n t a c u z è n e , p ro c la m a i t h a u t e m e n t s o n intention de détruire la colo nie g é n o i s e de G a l a t a : c ’ en était fait de son h é g é m o n i e ; G ê n e s lui enlevait Soldaï a ( 1365 ) et n o m m a i t à Tana un consul, do nt la p r é s e n c e ôtait a u x V é n it ie n s to ute liberté d ’ action au sein m ê m e d e leur colo nie. La lutte avec les Tatars était bien plus d a n g e r e u s e et difficile. D ’ ab ord Caffa avait été en butte a u x in va si ons d e s K h a n s d e la H o r d e d ’O r et de celle de K ip c h a k ( T o k t a ï en 1308, D j a n i b e k en 1344 - 46 ); mais vers la fin du xiv s. il y eut r e l â c h e : c ’ est à cette é p o q u e ( 1380 - 1381 ) q u e se r a p p o r t e le traité d e s G é n o i s a v e c le Khan de la H o r d e d ’ O r To k tam is, d ’ a p r è s lequel les p r e m i e r s reçurent 18 h a m e a u x ( casali ) su r le littoral e n t r e C e m b a l o et * Il suffit de ne d o n n e r ici q u ’ un a p e r ç u so m m a ire d e 1’ h is to ire d e s c o lo n ie s génoises en C rim ée, d ’ a u ta n t p lu s q u ’ elle est très s im p le . M ais si le lecteu r désire en faire une c o n n aissan ce p lu s détaillée, n o u s le r e n v o y o n s à l ’ o eu v re de H e y d , H istoire du commerce du Levant au moyen â g e (L e ip z ig 18S6) i-ll, n o ta m m e n t aux deux ch a p itre s du tom e n « Les c o lo n ie s de la c ô te s e p te n trio n a le du P o n t » (p. 156-215) et « Fin d es co lo n ie s de la riv e s e p t e n trio n ale du P o n t » (p. 365 407), si c o m p le ts d a n s 1’ e x p o sitio n d e s faits h i s t o r i ques, fo n d é s su r to u te une série de sou rces. N o u s citons d ’ a p r è s l’ a n c i e n n e édition, n ’ ayant pas la p o ssibilité de nous p r o c u r e r la n o u v elle, p a r u e p e n d a n t les d e rn iè re s a n n é e s s a n s m odificatio n s co n sid é ra b le s. 9 . S o l d a ï a ( B a la k la v a et S o u d ak ). Cette bonne intelligence dura j u s q u ’ au p r e m i e r quart du xv s., lorsque le chef de la dynastie d e s G u é r a i , H a d ji - Dévlet, se sép ara de la Horde d ’ Or et de celle d e K i p c h a k et fonda de son prop re chef le khanat de Crimée. f S o l g a t ( V i e u x Krim, à qu el q ues 20 kilomètres de Théodosie ) d e v i n t la ca pi ta le du nouvel état. C e furent des démêlés contin u e l s e n t re v o is in s aussi proch es . Cherchant à élargir les limites d e s es d o m a i n e s , Hadji - Guérai persuada Alexis, seigneur de T h é o d o r o , à s ’ e m p a r e r de C e m b a l o et se mit à rallier ses troup e s p o u r u n e c a m p a g n e contre Caffa. La mère-patrie arma alors u n e flotte d e 20 galères avec un co r p s de débarquement et 1’ exp é d i a s o u s les o r d r e s de Carl o Lomellino pour reprendre Cemb a l o et p r o t é g e r Caffa de toute attaque du côté de Solgat. Les t r o u p e s d e L o m e ll in o réussirent à reprendre Cembalo, mais pend a n t le ur m a r c h e sur la résidence du Khan elles furent complèt e m e n t d é c i m é e s par les Tatars ( 1434 ) .7 Cette défaite des Génois p e u t être c o n s i d é r é e co m m e un prélude aux guerres interminables a v e c le K h a n a t , qui aboutirent à la catastrophe de 1475. A partir d e ce t e m p s , m a l g r é le c o m m er ce actif avec Solgat et le grand n o m b r e d e T a t a r s habitant Caffa et les autres colonies génoises, l’ e n t e n t e a v e c le Khan de Crimée ne s’ était point rétablie. La c h u t e d e Cons tant inople en 1453 fut un coup funeste pour les c o l o n i e s en C r i m é e ; d és or mai s la mer Noire était fermée et les T a t a r s p r o m e t ta i e n t de devenir les alliés fidèles des Turcs. L ’ « O f f ic iu m R o m a n ia e », b u reau central pour I’ administration des c o l o n i e s d e G ê n e s , se voyant à b out de ressources morales aussi b i e n q u e p é c u n i a i r e s p o u r subv en ir à l’ existence des colonies p r e s q u e c o m p l è t e m e n t sépa rées d ’ elle, céda tous ses droits à la B a n q u e d e St. G e o r g e s , puissante organisation financière, maîtresse d e c a p i t a u x é n o r m e s . Le journal de la séance, tenue par les auto rité s g é n o i s e s av ec les protecteurs de la Banque, note que 248 voix c o n t r e 27 ( les « participes, locatarii », c’ est à dire les actionnaires d e la B a n q u e , ayant pris ég alemen t part à I’ assemblée ) avaient 1 STELLA, p. 1311. - GIUSTINIANI, p. 161. - SANUTO, Vita dei Dogi, p. 1036. 10. volé 1’ acceptation des col onies par la B a n q u e . C ’ est ainsi q u e la Ré publique de G ê n e s se priva d e ses droits sur la G a z a r i e , s o u r c e principale de son bien - être, en faveur du « m a g n i f i c u m officium sancti Geo rgii », p o u r la s o m m e de 5500 livres g é n o i s e s , v e r s é e le lendemain m êm e du jour d e la s é a n c e en tre les m a i n s du d o g e 7a . Bientôt après la prise de C o n s t a n t i n o p l e le s ult a n e n v o y a u n e flotte n o m b r e u s e dans le p o r t de Caffa, a y an t e n g a g é le K h a n de C rim ée son allié p o u r u n e a tta q u e du côté d u c o n t i n e n t ; le u rs tr ou pe s réunies forcèrent les G é n o i s à p a y e r un tribu t a n n u e l a u x Tu rcs et aux Tatars. Le d a n g e r d ’ un e n v a h i s s e m e n t i m m é d i a t fut d étourn é p o u r le moment, mais le tribut pes ait l o u r d e m e n t s u r la ville e x t é n u é e ; c ’ est à peine si cette s o m m e était p a y a b l e p o u r la Banque de St. G eo r g es , p u i s q u ’elle avait affaire n o n a u x c i t o y e n s libres de la République, mais aux tr ib utai res d ’ un e n n e m i p u i s sant et redoutable. N é a n m o i n s la B a n q u e d é p l o y a to u t e s o n é n e r gie p o u r venir en aide à ses c o m p a t r i o t e s : elle r é f o r m a l’ a d m i nistration coloniale, tâcha de régler le tr a n s p o r t d e s v iv r e s et d e s munitions. D épêches, rapports et in str uc ti o ns c h iff ré es é t a ie n t e n voyées par la voie de terre av ec d e s c o u r r ie r s s û r s ; d e s n a v i re s , charg és d ’ armes et de grains, p a r v e n a i e n t à f o r c e r le p a s s a g e d u Bosphore ; des fonctionnaires, pleins d e p r o b i t é et d ’ é n e r g i e , étaient n o m m é s aux postes adm inistratifs à C af fa, C e m b a l o , Soldaïa, Tana . Mais les r e s s o u r c e s d e la B a n q u e f u r e n t b i e n t ô t épuisée s; elle n ’ eut pas de fo rce s p o u r rete nir les c o l o n i e s . A s siégée de tous les côtés, Caffa ne fit a u c u n e s é r ie u s e te nta ti v e d e r é sistance et se rendit au c o m m e n c e m e n t de juin 1475 au g r a n d - vizir Kédo uk-Achm ed -P as ch a. Les au tre s c o l o n i e s g é n o i s e s s u birent le mêm e s o rt ; Soldaïa se défen di t v a i l l a m m e n t ; d ’ a p r è s la légende, ceux de ses habitants qui avaient re f u s é d e se r e n d r e furent murés vifs dans une d es églises et y p é r i r e n t d ’ u n e m o r t affreuse. Le système de 1’ administration de Caffa a été é l a b o r é d ’ u n e façon très détaillée. O n peut l’ét ud ie r d ’ a p rè s les statuts d e s ’a VIGNA, Cod. diplom. delle colonie Tauro-Liguri, ATTI v i , 24, 32. 11. c o l o n i e s g é n o i s e s de 1290 8, de 131 6 9 et de 1449 d ’ après les d é c r e t s d e 1 3 9 8 11 et de 1434 et d ’ après une volumineuse c o r r e s p o n d a n c e entre Caffa et la Banque de St. Georges de 1453 à 1475 ,3. A la tète d e Caffa, ainsi qu e des autres colonies génoises en C r i m é e , se tro uv ai t to ujours un consul, nommé par le gouvern e m e n t d e la Rép ub liqu e. Selon les statuts de 1316, le consul g o u v e r n a i t la ville, assisté de d eux conseils, dont la majorité se c o m p o s a i t d e ci to y en s de G ên es . Les chroniques et les inscriptions n o u s d is e n t q u e la mère-patrie envoyait à Caffa trois fonctionna ires, d o n t le p r em ier revêtait, pendant la première année, la c h a r g e d e c o n s u l et les deux autres lui étaient adjoints à titre de « p r o v i s o r e s , mass arii et consiliarii ». L’ année suivante on chang e a it d e rôle, et ainsi de suite penda nt trois a n s 11. A eux trois, ils étaient in ve stis du po u voir administratif, suprême et général, à C a f fa et d a n s les r égio ns qui dépe nd aient d ’ elle. La branche de l’ a d m i n i s t r a t i o n la plus im portante étaient les finances, concentrées d a n s la « M a s s a r i a » ( trésorerie ). Les inscriptions mentionnent t o u t e s c e s c h a r g e s publiques b o n nombre de fois. Les grands sta tuts d e 1449 n o u s présentent un système administratif beaucoup p l u s c o m p l i q u é ; les attributions de chaque fonctionnaire sont d é j à b ie n d é t e r m i n é e s ; le consul, en conservant son rôle prépond é r a n t , est n o m m é le « caput et primordium dictae civitatis et to tiu s m a ri s m a jo r is in imperio Gazariae »; les deux « massarii » dem e u r e n t s es p rin c i p a u x auxiliaires. Toutes les colonies de la Grande M e r s o n t s o u m i s e s au consul de Caffa. Ce sont Soldaïa, Cembalo, T a n a , C o p a , Séb as to po l, Tréb iz ond e, Samastri, ainsi que les consu la ts d e m o i n d r e importance, tels que Gourzouf, Ialta, Parthénite, 8 CANALE, D ella Crimea... I, 227. 9 M H P , L eges m unicipales, Iniposicio o ffic ii Gazarie, Ordo de Caffa, p. 377. 10 ATTI, Vil (1879) 575-680. - S.O.O. t. V (1863). 11 ATTI, XIV 101-110. - CANALE, Op. c it. I, 241. 11 I n é d i t : l e s e x t r a i t s c h e z CANALE, o p . cit. i, 243. 15 v i g n a , C odice diplomatico delle colonie Tauro-Liguri, o p . cit. 14 E n c e q u i t o u c h e l’ o r d r e d e la s u c c e s s i o n d e la c h a r g e c o n s u l a ir e voir l e s i n s c r i p t i o n s N N . 8, 9 e t 10, a in s i q u e STELLA, p. 1095 e t OIUSTINIANI p. 136. 12. Aious ta, V o s p r o . Il n o m m a it d e s c o n s u ls partout, ex c e p té à S o ldaïa, C e m b a l o et Tana , et ce n ’ est q u ’ à la fin de l’ a n n é e q u ’ il r en d ait c o m p te de ses actes à des sy ndic s spéc ia ux . O u t r e différentes c h a r g e s se r a p p o r ta n t a u x fin an c es et au c o m m e r c e d e s colonies, on avait établi à Caffa un certain b u r e a u d ’ a p p r o v i s i o n n e m e n t « Officium Pro vis io nis », qui veillait à la c o n s truc tion et à la réparation d e s édifices publics, et qui avait l’ in spectio n de l’ état des remp arts, des tours, de l’ ars enal, d e s m a i s o n s privées, des a c q u e d u c s et des ég ou ts. Les forts de Caffa étaient c o m m a n d é s p a r d e s ca p ita in es ou bien d es g o u v e r n e u r s , « castellani »; ils avaient la surveillan ce d e s p o r te s principale s et de s tours les plus e x p o s é e s au x a t ta q u es d e I’ e n n e m i. Lors de la d é p e n d a n c e de Caffa de la B a n q u e d e St. G e o r g e s , toute l’ attention des prote cte urs était c o n c e n t r é e su r la d é f e n s e de la ville; de là la simplification du s yst èm e d ’ a d m in is tr atio n , q u o i q u e les statuts de 1449 res tassen t e n c o r e en v ig u e u r . Le s pr o te c te u rs con tinua ie nt à élire les trois mag is tr at s qui r e m p l is saient alternativement la c h a r g e de c ons ul de Caffa, ils n o m m a i e n t d es co n s u ls à Soldaïa, C e m b a l o , T r é b i z o n d e et T a n a , les c o m m a n d a n ts des portes, les ca pita ine s d es forts, les i n s p e c t e u r s d ’ ap p ro v is i o n n e m e n t , le chef des g a r d e s du c o n s u l, le ca pita ine de la to ur st. Consta ntin . P o u r tous les petits co n s u la ts du littoral on ne n o m m a i t q u ’ un seul « capitaine de la G o th ie » ( en s o u v e n i r d e ce q u ’ a u x te m p s recu lés la côte entre C e m b a l o et Soldaïa avait été c o n n u e s o u s le n o m collectif de G o th ie « riperia m a ri na G o tia e »), ta n d is q u e le c o m m a n d e m e n t direct de s g a r n i s o n s des forts de S o ld a ï a et de C e m b a l o était confié à des « castellani » s p é c i a u x 15. Il n o u s s e m b l e q u e ces q u e l q u e s n o ti o n s su r le s y s t è m e adm inistrat if de Caffa suffiront p o u r c o m p r e n d r e la signification des c h a r g e s p ub li q u es , m e n t i o n n é e s d a n s les insc riptions. ,s II p a ra ît q u ’ a u p a ra v a n t j u s q u ’ à 1453 cette c h a rg e a v a it été in s é p a ra b le de celle de consul. V oir les in sc rip tio n s de S o ld aïa N N . 40, 41, 42, 43, 48, 49, 50 et de C e m b a lo N. 53. 13. P r i m i t i v e m e n t Caffa avait un aspect tout autre que celui que n o u s of fren t les s o u r c e s historiques et les ruines présentes de la ville. D ’ a b o r d elle avait été bâtie en bois et entourée d’ une pal is sa de, d o n t les pieux étaient recouverts de ciment. Toutes c e s c o n s t r u c t i o n s en bois périrent entièrement pendant le siège d e Caffa p a r le K han Toktaï en 1308, lorsque les habitants, à b o u t d e force s, mire nt eux - m ê m es feu à la ville et se réfugièrent s u r le urs v a i s s e a u x . G ê n e s fit tout son possible pour relever sa j e u n e c o l o n i e . Q u e l q u e temps après elle envoya une ambassade a u K h a n O u z b e k , successeur de Toktaï mort en 1313, pour d e m a n d e r 1’ au to ris ati o n de reconstruire et de fortifier la ville1'5. Le K h a n a c q u i e s ç a à la dem ande, et Caffa put bientôt renaître d e se s c e n d r e s , e n touré e maintenant de murs et de t o u r s 17. Les stat uts d e 1316, d ’ après lesquels nou s voyons que la ville avait g r a n d e hâte d e se relever ( p a r ex. chaque propriétaire à Caffa était t e n u d e b â t ir une maison dans les 18 mois après l’ acquisition d u t e r r a i n ) , nous parlent déjà de quelques murs en pierre. En 1344 - 46 les machines de guerre de Djanibek ne parvinrent p o i n t à d é m o l i r les remparts. Cepend a nt le khan s’ avança à deux r e p r i s e s s u r Ca ffa, dans l’ intention d ’ expulser les Génois de la ville, c o m m e il avait déjà expulsé les marchands italiens de Tana. 16 C o n t i n u a t i o de Jacobo de V aragine (at ti x). « ltaque die XX maij MCCCViil d e r e lic ta fuit Caffa et tota igne com busta manibus dictorum Januensium p . 501. - A n n o d o m in i MCCCXVI redifficata fuit civitas Caffa per dominum Anto n iu m G a llu m e t d o m in u m Nicolaum de Pagana, sindicos communis lamie, p e r g r a tia m sibi concessam per Usbech imperatorem tartarorum (p. 502). C fr. a u s s i la n o te 120 dans l’ ancien Synaxaire grec (xn s.) Tri xÙT?j èxoupcEUTVj 6 Ka O5 0 — "ô3 1 cue u — 13 T3 C3 Cl CL -2i-o * > o cc u.< U g o u v e r n e u r spécial, « c a s t e l l a n u s » ; au midi, du côté du continent, d ’ où P on s ’ attendait to u j o u r s à 1’ appari tion des h o r d e s tatares, les to u r s st. G e o r g e s , st. T h é o d o r e et st. T h o m a s m on ta ient la g a r d e , ainsi q u ’ u n e massiv e to u r ro n d e , une de s plus a n c i e n n e s de la ville, bâtie p a r le co nsul Scaffa en 1 3 4 2 2C. Les to u r s de F e n ce in te int érieure ne serv aie nt p a s s eu le m en t à la déf en se de la ville: du ha ut de la to u r du p a p e C lé m e n t ou « C h ris to » on e n te n d a it nuit et jo u r F h o r lo g e a n n o n ç a n t F h e u r e au x ha b ita nts de Caffa ; les s o u s s o l s sp acie u x de la to u r « Stantalis » ( S. Vital i s ? ) s er vaient d ’ entre pôts au x a r m e s ; le con sul en p e r s o n n e avait la g a r d e d es clefs de la to u r st. A ntoine : n ’ était - ce p o in t là q u e se tr o u v a ie n t les arc hiv es et ces livres de c o m p t e s de la « m a ss ar ia », d o n t les co pies étaient e n v o y é e s a n n u e l l e m e n t au x r e p r é s e n t a n ts de F Officium R o m a n ia e et plus tard au x p r o te c te u r s de la B a n q u e de st. G e o r g e s ? Les porte s « C a i h a d o r i s », d es ss. A p ô tr e s et d es A ntiburgi servaient d ’ issues p r i n c i p a l e s ; c ’ est p a r la po rt e « V onitica », d o n n a n t su r la mer, q u e c h a q u e c o n s u l / / n o u v e l le m e n t n o m m é faisait son entrée solennelle. II y avait aussi d a n s la ville une « s a b a r b a r i a », en t re p ô t d ’ a r m e s et p e u t - être arm u r e r ie , et un e « d a r s e n a », arsenal, s p écia le m en t destinée à la m a ri n e. Le ce ntre de la ville était o c c u p é p a r le palais c o ns ula ire, d a n s le v o is in a ge du q u el se tro uv aien t différents c o r p s affectés à F adm inistra tion des co lo nie s et les ch an celle rie s avec leurs clercs, c o u rr ie r s etc. C o m m e toute ville du m o y e n - â g e , Caffa était riche en églises. La ca th éd rale avait été c o n s a c r é e à ste A g n è s , mais tout à côté les habitan ts élevèrent des églises à leurs p a t r o n s gé no is, st. G e o r g e s et st. Laure nt. Marinie rs d e p r o fe s s io n c o m m e ils étaient, ils ne p u re n t o u b li e r st. Nicolas, ainsi q u e st. J a c q u e s et st. Michel, si p o pula ir es g r â c e au x pélér in a g e s vers leurs san ctuaire s. Les m o in es p rê c h e u rs , qui av ai en t p énétré à Caffa bientôt a p r è s sa fondation, y bâtirent d es églises en h o n n e u r de st. D o m in i q u e , de st. F ra nço is et de ste Claire, et de s c o u v e n t s avec hô pit au x et hosp ices . O n éleva de m ê m e 26 Cf. itiscr. NN. 1, 2. 2 17. d e s é g l is e s a u x apôtre s ss. Pierre et Paul, à st. Jean - Baptiste, ainsi q u ’à la V i e r g e , à laquelle on dédia la grande église de I’ Assompti on, f r é q u e m m e n t me n ti on née par les statuts et les documents 27. Tel est le tableau de Caffa militaire, administrative et religieuse, a u t a n t q u ’ o n peut le rec ons tru ire d ’ après les débris du passé. A j o u t o n s e n c o r e quel ques traits de la vie quotidienne d’ une ville p e u p l é e et c o m m e r c i a le : la gran de place du « b a z a r» avec s es b o u t i q u e s et ses étalages, avec son guet, chargé de faire la p o li c e c o n t r e les voleurs n octurn e s et diurnes, les abattoirs et les halles aux viandes, les tanneries placées en dehors d e s m u r s s u r la route de Solgat, enfin les nombreux entrepôts p o u r les m a r c h a n d i s e s de toutes sortes, débarquées des bateaux o u a m e n é e s p a r terre du fond de l’ Asie. Les bains, «balnea», en m ê m e t e m p s servaient de lieux de divertissement, et les p r o t e c t e u r s r e c o m m a n d a i e n t au x consuls de ne pas les fréquenter, c a r un c o n t a c t trop intime avec les citoyens aurait pu faire n aî tre u n ce r t a in m a n q u e de re spec t envers les autorités; il y avait d e s a u b e r g e s et de s tave rnes : dans les rues et les places o n a t ta ch a it to u t e sorte d ’ affiches sur les murs des maisons et l e s c r i e u r s p r o c la m a i e n t par toute la ville les nouveaux décrets du c o n s u l , o u b i e n a n n o n ça ie n t les jeux publics, les courses de chev a u x et d e barqu es .... E n m ê m e te m p s que Caffa, deux autres citadelles génoises s u r le littoral d e la C rim ée — Soldaïa et Cembalo — croissaient à v u e d ’ oeil. Soldaïa, prise en 1365 aux Vénitiens affaiblis, parvint à é l e v e r s u r un rocher, dévalant à plomb dans la mer, des f o r ti fi catio ns , d o n t les ruines majestueuses se sont conservées j u s q u ’ à n o s jo u rs . Le château fut bâti en un court laps de temps; à en j u g e r p a r les inscriptions, de nouvelles tours étaient élev é e s p r e s q u e ch aq u e ann ée d a n s l’enceinte intérieure. A prés e n t les r u i n e s de Soldaïa offrent à nos yeux un ensemble d e s p l u s i m p o s a n t s ; cette oeuvr e des mains de l’ homme « E c c le s ia de. m edia A ugusti, Sancta Maria de Coronato »: cfr. les statuts d e 1449 ( a t t i V il 2) et le Codice diplomatico delle colonie lauro Liguri {ATTI, Vi e t v i i ). 18. C ai i-A - Resti delle prime f or ti fi ca zi oni g e n o v e s i della città, visti da due lati. est en pleine h a r m o n i e avec la n at u re am bia nte . C ’ est ici q u e ressort le rôle des inscriptions, tel q u e l’ e n t e n d a ie n t les G é n o i s e u x - m ê m e s : de la porte principale, o r n é e de p lus ie urs dalles, s’ é ten d en t à l’ est et à 1’ ou es t d e s mur s, fla n q u é s de tours, et sur le m ur latéral de c h a q u e tour, à p o r té e de vue d e t o u s c e u x qui l o n g e n t 1’ en ceinte à l’ intérieur, est scellée u n e dalle en pie rre calcaire avec éc us et inscription, o r n e m e n t é e parfois, a n n o n ç a n t la date de la construct ion et le n o m du c on s u l qui 1’ avait a c h e vée. La vue de ces inscriptions, faisant c o r p s av ec les b â t im e n t s p o u r lesquels elles avaient été g r a v é e s, dévoi le à n o s y e u x l’ a c cr o is s e m e n t gr ad uel de Soldaïa fortifiée, qui d ’ a n n é e en a n n é e projetait syst ém ati qu em en t ses to u rs au x b o r d s d e s r o c h e r s a b r u p t s et les réunissait avec des m urs en un e n s e m b l e g r a n d i o s e . — O n aurait pu dire p r o b a b l e m e n t la m ê m e c h o s e à p r o p o s d e C e m balo, si les murs de cette citadelle, abrit ant u n e baie étroite et sinueuse, eussen t conservé, c o m m e ceu x de S oldaï a, d e s dalles avec inscriptions. Mais les m u r s de C e m b a l o , au s s i forts et imp r ënab les que ceux de Soldaïa, ont p e r d u toutes les inscrip ti on s, à l’ exception de celle qui se voit à p r é s e n t s u r le m u r d ’ u n e église de Balaklava, é v i d e m m e n t a p r è s un d é p l a c e m e n t p o s té r i e u r des murs d ’ une tour q u e l c o n q u e , et de d e u x au tre s pie rr e s e m p o r tées à G ê n e s au siècle dernier. Sans au cu n d ou te la prise de C o n s t a n t i n o p l e mit fin au c o m m e r c e actif des colonies italiennes en C rim ée, q u o i q u ’ il ait traîné encore , tant bien que mal, j u s q u ’ à 1475; c ’ est al ors q u ’ il périt définitivement, écra sé par l’ e m p ire g r a n d i s s a n t d e s T u r c s . Mais par rap p o r t à la question qui n o u s intéresse, relative à 1’ a r c h i t e c ture de la ville, la courte pé rio de du g o u v e r n e m e n t de la B a n q u e se distingue par certains traits ca ra c té r i s t iq u e s : d u r a n t ces vin gt deux ans Caffa ag o nisa nte co ntinuait à élever de n o u v e l le s fortifications, mais elle n ’ y allait po in t du m ê m e train q u ’ a u p a r a v a n t ; la Ban qu e s’ était vue obligée de restrei ndr e les s o m m e s a c c o r d é e s aux colonies, les fonctio nna ire s faisaient s o u v e n t p r e u v e d ’ incurie et de m a n q u e de probité, la ville était c o m p l è t e m e n t s é p a r é e de la mère-patrie et m e n a c é e p ar la fam in e et l’ in va sion tu r q u e . 19. C ’ est p o u r q u o i la construct ion d e nou veaux bâtiments et la réparati on d e s a n c i e n s se produ is ai t à la hâte et sans système; on ne s o n g e a i t plu s q u ’ à se d é f e n d r e n ’ importe comment et on avait o u b l i é le p r i n c i p e d ’ antan : « ad au g m en tu m et diletacionem huius civitatis ». En s o m m e , on n ’ avait en vue que les besoins pressants, a u x q u e l s o n n e s u b v e n a it q u ’ avec peine. La mère-patrie était o b s é d é e d e d e m a n d e s d ’ arg en t, de vivres, de munitions, ou de p r i è r e s d ’ e n v o y e r d e s m a ç o n s , « magistri antelami, masachani, f a b r i » , d e s i n g é n i e u r s , d e s armuriers. Le manque de finances était tel, q u ’ o n en vint à solliciter des subventions à Rome et des p a rti culi ers . P a r s urcro ît d e m a lh eu r les murs avaient été endomm a g é s p a r u n e forte in o n d a tio n . À toutes ces difficultés les prot e c t e u r s d e la B a n q u e ré p o n d a i e n t par 1’ envoi d ’instructions détaillées, a v e c l’o r d r e m a i n t e s fois répété de réparer les murs au plus vite, d’ évac u e r q u e l q u e s - u n e s d e s tours p o u r y faire des magasins d’ approv i s i o n n e m e n t , d ’ i m p o s e r aux habitants de prendre part aux travaux d e c o r v é e , o r g a n i s é s p o u r 1’ approfondissement des fossés. Pour r e m é d i e r a u m a n q u e d ’ eau, on ordonnait de creuser une grande c i t e r n e , m a i s cette opér at io n dura plus de dix ans et c’ est à peine si elle était a c h e v é e au m o m e n t de l’ invasion turque. P o u r cette p é r io d e les lettres écrites en 1455 par deux ingén i e u r s d e C a f f a prés ente nt un gra nd intérêt. L’un d ’ eux, du nom d ’ A n t o n i o A x a r e to , qui occupait le poste officiel de chef de la « s a b a r b a r i a » et celui de inspecteur des ac q u e d u c s 28, et qui avait p u p r e n d r e p a r t à la restauration des constructions militaires de la ville, e n u m è r e les travaux accomplis par lui: il avait reconstruit u n m u r d é m o l i près de la porte « Gorgi » ( G e o r g i i ? ) et une des t o u r s d e ce tte m ê m e p o r t e 29; il avait réparé la tour de la porte d e s ss. A p ô t r e s et remis à tous les murs les créneaux, « merla », q u i m a n q u a i e n t ; il avait renouvelé la barbacane de l’ une des p o r t e s p r i n c i p a l e s de la ville — porta Caihadoris —, réparé les ’ 8 ATTI , v i p. 321. » Antonius A xareto (Assereto) sabarbarius et superstans a q u a r u m C a ffè ». ,0 II s ’ e n s u i t que, p robablem ent, la porte avait été flanquée de deux tours à l’ i n s t a r d e la p o rte de S oudak, qui subsiste encore. 2 0 . escaliers qui condui saient aux tour s et recouve rt les plates - f o r m e s au s o m m e t de ces derniè res par une toiture en bois . O u t r e ces trav aux de réparation des murs et des tours, A n to in e avait bâti u n e église consac ré e à st. G eo r g es , une loge au pala is c o n s u la i re et u ne fontaine. En rec on nais sa nce de ses mérites, A n to in e sollicitait u n e char ge dans la municipalité de Caffa, en p r o m e t tant de rép ar er dorén avan t à ses p r o p r e s frais les es calie rs et les toitures des t o u r s 30. L’ autre architecte, Giovanni Piccinino, d e m a n d a i t à être p a y é p o u r la réparation des fossés, qui à son avis, av aien t été si bi en fortifiés que, s’ ils se fussent tro uv és en Italie, ils a u r a i e n t pu resister à n ’ importe quelle a r m é e 91. A ces derniè res anné es de I’ existence de Caffa se r a p p o r t e n t les inscriptions de 1467 parlant de la co n s tr u ctio n d e s m u rs , d ’ u ne fontaine et d ’ un pont aux frais du cons ul Guisu lfi et d ’ un riche b o u r g e o is G a s p a r G i u d i c i 32; les autres dat ée s de 1468, 1471, 1474 nou s offrent un exemple d ’ inscriptions à fo rm ules a b r é g é e s , avec le nouveau titre du consul « ma gnificus d o m i n u s », ta ndis q u ’ aupar avan t il se nommait « d o m i n u s cons ul », « n obilis et 30 Loc. cit. « Aptari feci murum ru p tu m et d e s tru c tu m p r o p e p o r ta m G o rg i ac et turrim dicte porte Gorgi — item aptari feci turrim porte sa n cto ru m a p o s to lo ru m — item aptari feci om nia merla m urorum civitatis c ircu m circa, q ue deficiebant in certis locis — item aptari feci majorera partem barbacanam p o rte c a ih a d o r is — item aptari feci scallas et coperiri feci solaria turrorum (sic) civitatis c a p h e q u ib u s om nia deficiebant ita ut taliter q u o d non p o te b a m u s o ffe n d e re nec deffen d ere civitatem nostram — item aptari sive co n stru i feci in tra dictum tem p u s officii m ei (4 ans) ecclexiarn incliti S. Georgii de Caffè — . . . loihetam palatii Caffè . . . . — . . . fo n tem un u m aque aut puteum u n u m m a g n u m in b azalle — . . . solatas sive tectos et schallas om nium tu r r o r u m civitatis caffè ». Les toitures des tours étaient en bois (lignam ina et tab u las). 31 a t t i , vi p. 370. « Vi avizo c hom o /;' fo s s i de li b o rg i li s o n o facti e facio fare si forti e belli che in Italia sare a n o bastanti a o gni oste d e chi si sia ». oa N . 16 et 17. Le style élogieux et prolixe de l’ in sc rip tio n N. 16 p r o u v e que le consul avait bâti non p ar obéissan ce à un o r d r e d e s a u to r ité s g é n o ises, ni aux frais de la « massaria », m ais de son p ro p re fonds. 21, e g r e g i u s vir », o u bien « h o n o ra b il is consul januensium in imperio O a z a r i e ». E n 1474 F avant - de r n ie r cons ul de C a f f a , Battista Giustiniani, . élevait, en v u e de la terrible invasion, les dernières fortifications d e la ville et les ornait d ’ inscri ptions toutes pareilles: une d’ elles, s u r u n e p l a q u e de m a rb r e , c o u ronnait la tour située tout près de la m e r, ca r les p ro te c te u rs d a n s leurs dernières lettres démontraient la n é c e s s it é d e ré p a r e r les forts le long de la rive; une autre, s u r u n e é n o r m e dalle de pie rre calcaire d ’ un travail extrêmement g ro s s i e r, se tro uv ait p r o b a b l e m e n t sur le mur d ’ un bâtiment c o n s i d é r a b l e 33. 11 es t p r o b a b l e q u e p e n d a n t cette dernière période les inscripti o n s n ’a i e n t p u être g rav ée s en grand nombre comme auparavant: la h â t e f i é v r e u s e avec laquelle on se préparait à la lutte décisive et le m a n q u e p e r m a n e n t de moyens, ce qui occasionnait toutes s o r t e s de d é l a i s d a n s les trava ux de construction, en étaient la c a u s e . E n 1457 le p a p e Callixte ni, en envoyant une certaine somme d ’ a r g e n t , d e s t i n é e à la cons truction d’ une citerne à Caffa, avait e x p r i m é le d é s i r q u ’ u n e inscription portant ses armoiries et son n o m fût g r a v é e sur m arb re et scellée dans le mur du bâtiment. M a is o n n e se pressait pas d ’accomplir la volonté du pape, à tel p o i n t q u ’ en 1466 les protecteurs reprochaient à la municipalité de C a f f a d ’ a v o i r d ép en s é autrement la somme. Il est vrai qu’ en 1471 le f o n d de la citerne, «f und us cisterne», avait été terminé, m a is n o u s i g n o r o n s complètement si la construction entière avait été a c h e v é e et si ses murs avaient été marqués par les armoiries d u p a p e 34. D a n s les do cu m en ts du temps de la Banque (ceux de F é p o q u e p r é c é d e n t e n ’ étant pas publiés ) nous ne trouvons e n c o r e q u ’ u n e seule mention touchant la question des travaux é p i g r a p h i q u e s à Caffa. Elle se trouve dans les matériaux du proc è s d u c o n s u l Battista Giustiniani, qui avait été accusé de s’ être a p p r o p r i é u n e pla que de marbre portant une inscription du com- 33 In scr. N. 20, 21, 22. 3‘ ATTI, VI p. 717; p. 210, 336,371,402,426,547,562,627,730,863,884. 2 2 . m e n c e m e n t du xv s., q u e P é v ê q u e de Caffa S im o n e Fieschi avait placée su r le m u r de la ca théd ral e de ste A g n ès . Le co nsul avait fait venir le m a rb r e qui lui avait plu, et o r d o n n a d ’ y g r a v e r se s armoiries, ayan t l’ intention d e le pla cer à l’ e n tré e du po rt de Caffa, « eam affigere hostio p o r tu s caffè s u b t u s t u r r e s 35». E v i d e m m e nt le m a rb r e offrait un e matière fort es ti m ée : « lapis est multi valoris ». De 1’ é p o q u e où les G é n o i s av ai en t quitté Caffa, q u e l q u e s - u n s des leurs édifices ont subsi sté j u s q ’ à nos j o u r s et les in s c ri p tions con?:ervées co ntin u ent à parle r silencie u sem ent, à un m o n d e qui leur est c o m p lè te m en t ét ranger, d es c o n s t r u c t i o n s g r a n d i o s e s d e s te m p s passés. L’ env oy é du roi d e P o lo g n e , Martin B ro n e v s k y , décrit (1568) P a b a n d o n co m p le t de Caffa et P état de r u in e d es églises, des mur s et des tours, où, selon lui, on a p e r c e v a it e n c o r e un g r a n d n o m b r e d ’ inscriptions latines et d ’ é c u s s o n s , p o r t a n t les ar m o irie s des familles g é n o i s e s 30. Ainsi les m o n u m e n t s a r c h é o l o g i q u e s de s c o l o n ie s g é n o i s e s ne r em o n ten t point avant la moitié du xiv s. et s ’ i n t e r r o m p e n t t b r u s q u e m e n t en 1475, lorsqu e les T u r c s dé tru isir en t la vie c o m merciale d es Italiens en Crim ée. La série d es m o n u m e n t s ép ig ra - p h iq u e s s’ ouvre pareillement p a r de s ins crip tio ns d e la moitié du xiv s. et se p ro lo n g e ju s q u ’ à la fin de C a f f a ; g r a v é e s à m e s u re q u e Caffa, Soldaïa, C e m b a l o croissaient, en a u g m e n t a n t le n o m bre de leurs constructions, elles s ’ in t e r r o m p e n t de m ê m e au m o m ent où l’ existence in d é p e n d a n te des co lo nie s fut c o u p é e : la plus an c i e n n e des pierres porta nt un e inscription datée est de 1342, la plus récente est de 1474, c’ est à dire de l’ a n n é e p r é c é d a n t la ca t a s tr o p h e 37. Il est certain que sur tout le littoral de la C r im é e , de K erch à Balaklava, les G é n o is ont élevé leurs co n s tr u c t io n s d a n s les lieux habités et s u r ies points stratégiques, mais elles s o n t p r e s q u e 35 a t t i , vii, 2 p. 379. Cfr. Inscr. N. 20. N ’est-ce point le m a r b r e qui fut la cause du p ro c è s du c o n s u l? 16 MART. BRONIOVII, Tartariae descriptio (Colon. A grip. 1595) p. 10-11. 81 Le N. 39 (de 1523) n ’ est pas pris en co n sid é ra tio n , n ’ é ta n t q u ’ u ne p ie rre to m b ale de q u elq u e g énois resté à C affa so u s le rég im e tu rc. 23. to u t e s d i s p a r u e s , à l’exception d es tours à Alousta, de Coban-Koulé et, p e u t - ê t r e , d e s vestiges de m u r s sur le rocher de Gourzouf; quant à celles qui o n t péri, 011 peut en j u g e r par les brèves mentions des doc u m e n t s o u b ie n s u p p o s e r leur existence dans le district des petits c o n s u l a t s , d é p e n d a n t s de Caffa. D an s tous les cas, le tableau génér al d e s villes g é n o i s e s fortifiées — Caffa, Soldaïa, Cembalo se p r é s e n t e e n c o r e à n o s y e u x et même en assez bon état, comm e p a r ex. les m u r s de S o u d a k , qui offrent un ensemble plus o u m o i n s int ac t. La citadelle au dessus de la baie de Balaklava a été e n d o m m a g é e d a v a n t a g e , mais c’ est Caffa qui a souffert le p lu s . D e n o s j o u r s on voit à Théodosie les restes des fossés et q u e l q u e s t r a c e s de 1’ en ceinte extérieure. De la citadelle centrale il n e s ’ est c o n s e r v é q u e le m u r de 1’ est avec la tour d ’ angle et celle q u ’ o n a p p e l l e la « s e c o n d e to u r », et une partie du mur du sud a v e c u n e p o r t e détruite plus q u ’ à moitié. Près d u vmur méridional d e F e n c e i n t e ex térieure se dressent les ruines de l’ énorme « T o u r R o n d e »; l’angle no rd -es t de cette même enceinte est occupé p a r la h a u t e t o u r st. Constantin, actuellement occupée par un ciném a t o g r a p h e . Au b o r d de la mer se dessinent deux massives tours r e c t a n g u l a i r e s , celle q u ’ on appelle « Tour de 1’ Arsenal » et la tour G i u s t i n i a n i ; cette dernière est à présent blanchie à la chaux et sert d e m a g a s i n . Avec les pierres enlevées à la citadelle de Caffa o n a r é c e m m e n t co m blé une partie de la baie de Théodosie au t e m p s d e la cons tru ct ion du port. Il est probable que les Turcs et les T a t a r s n ’ ont pas trop détruit la ville en 1475 et n’ ont pas n o t a b l e m e n t modifié son aspect extérieur. Sa ruine définitive date d e 1’ é p o q u e d e la con qu êt e de la Crimée par les Russes. Caffa, a y a n t p e r d u s o n importance co m m e centre commercial, s’ était peu à p e u d é t r u i te avec le te m p s ; mais jusqu’ à la fin du xvm s. elle avait, p o u r t a n t , cons erv é l’ aspect d’ une ville médiévale entour é e d e m u r s et de tours. En 1784, c’ est à dire une année après la r e p r i s e d e Caffa par les tro upes russes, un plan fut tracé, d’apr è s le qu el o n voit q u ’ à cette é p o q u e 38 encore le mur ceignait la 38 S. O. O . Vili pl. IV. L’ original se trouve au musée de Théodosie, ainsi q u e le p la n d e 1804, levé par le major Fedorov. C’est à peu prés à cette ville du côté du co ntin ent et un autre, tout pareil f la n q u é de t o u r s n o m b r e u s e s , la b o rdait du côté de la mer. P o u r t a n t en 1804 le g én ér al F e n s c h , p r e m i e r g o u v e r n e u r de T h é o d o s i e , o r d o n n a de d ém oli r les m u rs g é n o i s p o u r bâtir les c a s e r n e s et les m a i s o n s de la « Q u a r a n t a i n e » ; q u e l q u e t e m p s a p r è s la ville no uve lle, en s ’ élargissa nt ra pid e m ent, finit p a r s u p p l a n t e r I a n c i e n n e , la plus g r a n d e partie des co n s tr u c t io n s g e n o i s e s fut détruite et les m a tériaux servirent à élever de n o u v e a u x édifices. La plupart des m o n u m e n t s é p i g r a p h i q u e s d e la C r i m é e se trouvent actuellement d a n s les m usées, mais u n certain n o m b r e d ’ inscriptions d e m e u r e n t e n c o r e à le ur p la c e p rim itive . Le m usée le plus riche en in s c r ip ti o n s g é n o i s e s est celui d e T h é o d o s i e et les trouvailles ré c e n te s y s o n t t r a n s f é r é e s d e m ê m e ( p a r exemple N. 1 3 ) ; la petite col lection du pa la is de P a v l o v s k ne cède en rien au dit musee, ca r elle a été f o r m é e d e s m e il leu rs sp é c im e n s de 1’ ép ig ra p h ie g é n o i s e , qui o nt été r a p p o r t é s c o m m e tr o p h ée s lors de la co n q u ête d e Caffa p a r les R u s s e s (1771), et qui ont traversé toute la Russie p o u r d é c o r e r le p a r c d e P a v lovsk, j u s q u ’ à ce q u ’ à la fin d u xix s. elles o n t été t r a n s férées d a n s le m us ée du palais, o ù elles se t r o u v e n t actu e ll e m e n t . Six inscriptions sont e x p o s é e s au m u s é e d ’ O d e s s a ; le m u s é e d e Simféropol et le Musé e H is to riq u e de M o s c o u n ’ en p o s s è d e n t a u c u n e ; une pierre avec l’ im a g e du C h r is t en relief d é c o r e le m u r d ’ un v e r g e r d a n s un e p ro p rié t é particulière a u x e n v i r o n s d e Mo sc o u. Apr ès la g u e r r e de 1855 les Italiens t r a n s f é r è r e n t à G ê n e s quat re pierres de Balaklava, d o n t d e u x av ec in s cripti ons . — E n ép o q u e q ue se ra p p o r te n t les dessin s et les g ra v u re s , c o n f ir m a n t les d o n n é e s du p la n ; p ar ex em p le, la vue d e s m u rs de C affa s u r le d essin jo in t à l’ o u vrage de SOUMAROKOV, Les loisirs d'un ju g e crim éen (en ru sse ) t. n fig. 13 et 14(1803-1805). Le m usée de T h é o d o s ie p o s s è d e q u e lq u e s a n c ie n n e s g rav u res. Le M usée cen tral de T a u r id e à S im féro p o l p o s s è d e un g r a n d n o m b r e de plans du x v m S' qui aident b e a u c o u p à re c o n s tr u ir e u n e v u e p lu s c o m plète de Caffa, Soldaïa et C e m b a lo (C ollection de A. L. B e rth ie r-D e la g a rd e ). 59 A ctu ellem en t à T h é o d o sie on s 'e s t m is de n o u v e a u à la r e c h e r c h e d es pierres p o rta n t les inscriptions, et le m u sée local s’ est vu e n ric h i de q u e l q u e s nouvelles acquisitions. 25. d e h o r s d e s m u s é e s les inscriptions, comme nous avons déjà dit p l u s h a u t , c o n t i n u e n t à d e m e u r e r in situ39, ou bien abandonnées et m ê m e c a c h é e s s ous terre, elles attendent le jour, où elles vont être rele vées , fouillées ou extraites des murs des maisons contemp o r a i n e s et installées aux m u s é e s . L es in s c r i p tio n s g é n o i s e s de la Crimée ont été éditées maintes fois, mais la plupa rt d es éditions sont loin de nous satisfaire40. C e q u e n o u s v e n o n s d ’ a v a n c e r ne se rapporte certainement pas a u x t r a v a u x é p i g r a p h i q u e s de P académicien v. l a t i s e v qui portait t o u t s o n intérêt d a n s l’ étude des inscriptions de l’ antiquité, et qui n ’ a p a s p u a c c o r d e r b e a u c o u p d ’ attention à l’ examen des i n s c r i p tio n s g é n o i s e s ; il les a éditées en passant, dans un n o m b r e res tr eint. De m ê m e il est impossible de ne point r e c o n n a î t r e u n g r a n d mérite au x éditions de quelques textes épig r a p h i q u e s p r o v e n a n t de la C rim ée par o. r e t o v s k y et les sav a n t s g é n o i s R E M O N D i N i et B E L Q R A N O . Mais ce ne sont que des é t u d e s partielles, qui n ’ ont pas formé un recueil complet des i n s c r i p t i o n s g é n o i s e s de la Crimée. L’ édition plus complète est celle d e j u r g u e v i c h , par ue en 1863 dans le t. v des Mémoires de la Société archéologique d'O dessa (« Sapiski », en russe), avec d e s a p p e n d i c e s d a n s les tt. vu, ix, xi et xiv des dits Mémoires. C e t te éditio n, qui c o m p re n d à peu d’ exceptions près tous les m o n u m e n t s é p i g r a p h i q u e s de la Crimée, ne répond en aucune f a ç o n a u x m é t h o d e s de la science moderne, ni sous le rapport de la le ctu re et d u commenta ire, ni sous le rapport des reproductions. L ’ éd iti o n ac tu el le tend à la re m placer; elle se propose de publier t o u t e s les in s cripti o ns géno ises qui nous sont connues, d’ en donn e r u n e n o u v e l l e lecture et de les accompagner d ’ un nouveau c o m m e n t a i r e , ainsi que de reproductions d’ après les photographies. Le s textes é p i g r a p h i q u e s offerts par notre édition sont rangés par g r o u p e s t o p o g r a p h i q u e s selon q u ’ ils appartiennent à Caffa, Sol- 40 Les é d itio n s les plus anciennes sont les suivantes: ODERICO, Lettere lig u stich e, B a s s a n o 1792 (dessins de q u elq u es inscriptions, sans lecture); WAXEL, R e c u e il de qu elques antiquités trouvées sur les bords de la mer Noire, Beri. 1803. 26. daï a et C e m b a l o . Les inscri ptions de c h a q u e g r o u p e s on t d i s p o s é e s d a n s leur o rd re c h r o n o l o g i q u e , la série de s textes dat és p r é c é d a n t celle des non datés. Les q u e l q u e s ép ita p hes de Caffa f o r m e n t u n e série à part. Les textes ont été transcrits avec l’ o r t h o g r a p h e de l’ orig in al; on in d iqu era les restitutions p a r d e s p a r e n t h è s e s ( ), et on e n f e r m e ra les add iti o ns d a n s les c ro c h e ts ca rr és [ ]. L’ étude de s inscriptions g é n o i s e s de la C r i m é e a été projét ée , il y a déjà lo n g tem p s , p a r 1’ A c a d é m ie Russe de 1’ H istoire de la Cult u re Matérielle, mais ce n ’ est q u e l’ a n n é e d e r n iè r e q u e cette étud e a pu être réalisée a p r è s me s d e u x v o y a g e s à T h é o d o s i e et à S o u d a k . La plus g r a n d e partie d es in s cr ip tio ns a été ét udié e d ’ après les or igi naux, qui se tro u v e n t d a n s les m u s é e s o u res tent e n c o r e en c a str é s d a n s les m u r s m ê m e s d es édifices g én o i s . J ’ ai r a p p o r té un certain n o m b r e d ’ e s t a m p a g e s et de p h o t o g r a p h i e s qui servire nt à com pléter, d a n s la m e s u r e du possi ble, la tr an scripti on des textes et à fournir les r e p r o d u c t i o n s p o u r illustrer le recueil p ro p o s é . Cer tai n es inscriptions ne s ont q u e reé dité es av ec des c orrectio ns partielles: ce s o nt celles qui ont été détruites, o u bie n celles qui ont été a b s o l u m e n t in a cc es sible s à 1’ étu de . En concluant, je suis obli gée de t é m o i g n e r m a r e c o n n a i s s a n c e à 1’ Aca dé m ie Russe de I’ Histoire de la Cult ure Matérielle, qui a to u jou rs e n c o u r a g é mes é t u d e s ; j’ ad re s s e me s r e m e r c i m e n t s à la Società Ligure di Storia Patria, qui m ’ a si a i m a b l e m e n t offert les feuilles de ses A ctes p o u r p ub li er , m o n travail ; enfin, je d és ir e ex prim er ma gratitude sincère au p r o f e s s e u r S e r g u e i Alex androvic Geb elev, qui ne m ’ a jamais refusé son cons eil et sa b o n n e attention, et à tous ceu x qui m ’ ont facilité 1’ ex é c u tio n de m a t â c h e . Len in g rad , Jan vier 1926. ELENA SKRZINSKA 27. C A F F A (Théodosie) IN S C R IP T IO N S D A T É E S . 1 1342. — Troi s fra g m e n ts de m a r b r e (0,88 x-j2^ x 0,10; 0,59 x x 0,10; 0,31 x 0,38 x 0 ,1 0 ; lettres 0,05), a p p o r t é s à P a v lo v s k a p r è s la prise de Caffa p ar les tro u p e s ru s se s en 1771. — Au palais de Pavlovsk. — J u r g u e v i c , S . 0 . 0 . t. vu (1868) p. 275 n i. — D ’ après la p h o to g r a p h i e , 1’ e s t a m p a g e et la c o p ie de 1924: + M C C C XXXX II H O C O P P U S F A C T U [ m J F U I T T [em ]P [o ] R E D[omi]NI I O H [ a n n ] i S D E S C A F F A C O N S U L I S J A N U E N S I U M 1N C A F F A — J u r o . n ’ i n d i q u e p a s la d a te d e l’ i n s c r i p t i o n . T o u s les fr ag m e n ts se r a c c o rd e n t et F inscription est com plète. A u - d e s so u s de la ligne du texte cinq éc u s s o n s , d o n t d e u x p orte nt les armoiries de G ê n e s et de Caffa, trois sont effacés. Un o r n e ment en form e de b r a n c h e s avec feuilles e n t o u r e les éc u s s o n s . Les lettres so nt belles, lo n g u e s et g r a v é e s très fin em en t. N o te r 1’ o r t h o g r a p h e de « oppus ». L e c o n t e n u et la form ul e s o nt ordinaires. Cette inscription, ainsi q u e celle du m u s é e de T h é o d o s i e (N. 2), est la plus an c i e n n e de toutes les in s cr ip tio ns g é n o i s e s de la C rim ée . 31. 2 — P i e r r e calcaire brisée en trois grands morceaux, chacun p o r t a n t u n é c u s s o n : (a) 0,71 x 0,94 x 0,24; b) 0,69 x 0,96 x 0,24; c) 0,69 x 0,80 x 0,24; lettres 0,05); trouvée près de la «Tou r R o n d e » à T h é o d o s i e . — Au m u s é e arch éolo giq u e de Théodosie. — J u r g u e v i c , S.O.O. t. v (1863) p. 159 n. i. — D ’ a p r è s la photo graphi e, 1’ estampage et la copie de 1925 a) é c u s s o n portant les armoiries de Gênes. ( a n n o ) D[omi]NI M C C C X X X X 1 1 (factum fuit) b) é c u s s o n portant les armoiries de Caffa. ( h o c o p ) U S T[em]P[o]R[e] D[omi]NI 10 H A [ n ] IS DE SCAFFA 1342. 32. I Ju r o , croit que la pierre b) cont ient le c o m m e n c e m e n t du texte don t il complète le pr em ier mot « [regi min]/s, » au lieu de « | o p ] « s » ; il lit le nom du cons ul « Sofia ». Tou te s les pierres sont très mutilées. L’ é c u s s o n g r a v é s u r le f r ag m e n t a) porte les armoiries de G ê n e s , celui du f r a g m e n t b) les armoiries de Caffa (en forme de « ta m g a » tatar) ; la pie rr e c) po rte un écus son d on t le c h a m p est effacé et a u - d e s s u s d u q u e l l’ inscription a disparu. Les trois f r a g m e n ts joints e n s e m b l e p r é senten t u n e analogie pr esqu e co m plè te (avec différenc es d a n s la disposition des mots et l’or n em e nt) avec la pierre de P a v lo v s k ( N . 1 ); d o n c la fin de l’ inscription a u - d e s s u s de 1’ é c u s s o n effacé s er ait : « cons ulis j a n u e n s i u m in caffa ». La g r a v u r e est g r o s si è re , p lus ie u rs lettres sont m a r t e l é e s 1. La pierre avait été en ca st rée d a n s le m u r de la g r a n d e tour, n o m m é e « T o u r Ro nd e » , d e l’ e n ce in te ex térieure d u cô té sud de 33. la ville. La p ie rr e a une forme légèrement renflée, ce qui corres p o n d a i t à la c o u rb u re de la muraille. Cette inscription de 1342 avec celle du musée de Pavlovsk (N. 1) s o n t les plus anciennes parmi les inscriptions génoises qui n o u s so ie nt parv enues. ’ Il p araît q u e le petit fragment (au musée de Théndosie), avec le mot [conjsulis et l’ornem ent gravé, se rapporte à cette inscription de 1342 (v. N. 30). 34. C a f f a - Interno dell’ala orientale della torre rotonda del console Scaffa, prim a del restauro del 1902. À 3 Marbre brisé en deux morceaux (0,92 x 1,71 x 1, 12; lettres 0,05-0,06), trouvé à T héodosie. — Au musée archéologique de T héodosie. O d er ic o, Lettere ligustiche (Bassano 1792), ( s e u l e m e n t les écussons). W a x e l , Recueil de quelques antiquités trouvées sur les bords de la mer Noire..... dessinées d'après les originaux en 1797 et 1798 (Beri. 1803.) N. 20. (En 1798 la pierre se trouvait encore dans le mur de la tour, ce qui e m pêcha de faire un dessin détaillé). D u b o i s d e M o n t p é r e u x , Voyage autour du Caucase, t. v (Paris 1843) p. 299 (simple mention que la pierre portant le nom du pape Clément se trouve au m usée de T h é o dosie) et Atlas il pl. XLiii (gravure représentant la pierre adossée à une muraille). J u r g u e v i c , S.O.O. t. v (1863) p. 160 n. v. R e m o n d i n i , Epigrafe della torre di papa Clemente VI a Caffa ; Giornale ligustico n, p. 39-40. 1348. 35. S . O . O . t. IX (1875) p. 400-401 : collation des lectures d e J u r g u e v i c et de Remondini. A t t i , t. x l v i p. cx x N. 32 ^ ont réimprimé la lecture de V i n o q r a d o v , T h é o d o s i e (1884) ' Remondini. D ’ a p r è s la p h o to grap hie, I’ estam page et la copie de 1925. 1. f A N N I S MILLE DEI - TRE CEN TIS O T T O QUADRENI || MENSSE m)AII F U I T - O C T A V A L U C E PATENTE || MAGNI P O N TIFICIS CLEMENTIS G R A C I A (d)ATA || CR(u)CIS - IN AUGMENTUN - HEC TURRIS HEDIFICATA || I N N I C I U N S U M P S ( i ) T - FUN DAT A PRESTITE - YHESU || EMULIS IN 5. S T R ( a ) G E N - C U N C T ( i) S LAUDENQ[ue| SUP[er]NI || PRESULEM ERMIR1UM T U [ n ] C C O N S U L E M E|ss]E [pjATEBAT || NOMINE jM O N D I N U N - Q U E N X P S VE E R E R EG EBA T P RO TE G AT HANC D E U S - C U I U S VOCABULO TUTA || S E N P E R - ERIT LAUDENQ[i-e]-SUAM CONT1NUO-PUTA. L a lecture de Jurguevic diffère beaucoup de la nôtre, et n o u s la r e p r o d u i s o n s en entier. 7 a n n i s miliario et trecentesimmo quadragesimo sexto iunii octava luce p a t e n t e magni pontificis clementis gracia data crucis in augm e n t u m h e c turris hedificata innicium sumpsit fundata presulle l h e s u .......s t r a g e m ......l2 udemque.... in presule per......consulem......ebat n o m i n e m o n d i ...... Christi ara regebat protegat hanc Deus cujus...... tut a s e n p e r erit laude mque suam continuo...... L e s av an t italien D e s i m o n i (S.O.O. t. vm p. 299) propose pour la fin d e la ligne 4 et le com men ce men t de la ligne 5: < lanuensium s tr a g e n u n c res tande m consurgit presule »; et pour les lignes 7 et 8: < h a n c d e u s c u iu s voci subdita semper erit ». 36. C a f f a - Ala orientale della torre rotonda del console Scaffa, dopo il restauro del 1902. Mr. R e m o n d i n i : octo quad reni s mense (ligne 1); a u g m e n t u m (3); innicium, ihesu est malis (4); strag em (5); I a u d e m q u e (5); m o n d i - n u m (6); vere (6-7); semper (8); I au de m qu e (8). L inscription est assez bien conservée, la fra ct ure n ’ a p as d é r a n g é la suite des lettres ni e n d o m m a g é le s e c o n d é c u s s o n . La g r a v u r e est nette, peu pr o f o n d e ; les lettres sont d i s p o s é e s a s s e z maladroitement, les intervalles ne sont pas égaux, les m o t s ne s o n t pas espacés et ne sont séparés par un point q u ’o cca si o n n e ll e m e n t . P o u r t a n t l’inscription, qui est gravée sur marbre, est r e m a r q u a b l e par la matière employée, qui est assez rare p o u r les inscr ip tions de Caffa, et par son ornement, unique en s o n g e n r e d a n s les inscriptions génoises de la Crimée : le creux d e ses lignes pr ofond ém en t gravées et des parties enfoncées des arm oi ries, ainsi q u e les étoiles décoratives, parsémées entre les é c u s s o n s , le tou t était incrusté de petits morceaux de substance vitreuse, r o u g e s et verts, et ce dessin bigarré se découpait à la surface b l a n c h e du marbre. Actuellement cette mosaïque a p r e s q u ’e n t iè re m e n t d is p a ru et il n ’en reste que les traces du ciment et les f r ag m e n ts é p a r s de l’orn em ent polychrome. Au-dessus de l’inscription, dans le sens de la l o n g u e u r , cinq éc usson s sont gravés, séparés par des étoiles décora tives. Les é c u s latéraux portent les armoiries de Gênes, ceux du milieu s o n t o r n é s des armes du pape (clefs croisées), des armes p e r s o n n e l l e s de Clément VI (Pierre Roger du Maumont, en Corrèze) et d u s ig ne de « tamga », armoiries de Caffa. Le contenu et le style de cette inscription ne s o n t p o in t ty piques et ne s ’expriment pas en formules habituelles. C ’est u n e inscription métrique, qui se compose de dix vers h e x a m è tre s ; le s e n s est, paraît-il, embarrassé par le rythme, qui rendait l’inscription, où le nom du pontife était mentionné, particulièrement p o m p e u s e ' Parmi les inscription:; génoises de la Crimée on ne re n c o n t r e les textes métriques que trois fois (N. 4, Caffa 1352, et N. 47, Soldaia 1394). À no te r: mensse (1); //edificata (3); un, e/; au lieu d e uni et em : a u g m e n tu n (3), inniciun (4), mo nd in un (6), stragen (5), la u den 37. (5,8.), q u e n (6), s en per (8) - mais ermiriu/// (5) et consule/// (6). Le c o n t e n u de l’inscription se rapporte a une période historique bien d é ter m in é e. L ’expression « gracia data crucis in augmentun » in d iq u e la croisade , qui a été prê ch ée et en partie réalisée par le p a p e C l é m e n t VI. Les invasions continuelles des Turcs de l’Asie Min e u r e to u rm e n ta i e n t les Chrétiens d ’Orient et se firent même sentir en Crimée, o ù les colonies génoises souffraient des attaques des Tatars. D ’a b o r d le p a p e chercha à faire la paix avec le khan du Kipcak, D ja nibec k1, mais ce dernier ne daigna pas répondre à l’épître bienveillante du pontife, il prit la ville de Tana et assiégea Caffa success iv em en t d e u x fois en 1344-1346. Cet événement incita le pape à élever sa voix à la défense de Caffa, seul refuge des Chrétiens d ’Orient, refugium singulare'. Il est vrai q u e les habitants de Caffa surent repousser les h o r d e s tatares avec leurs propres forces, mais ils étaient animés par l’e s p é r a n c e en cette croisade, ils étaient informés que le pape expé di ait d e s bulles, où il invitait le commandant de la flotte des Crois és , H u m b e r t , et les G én ois eux-mêmes à secourir les colonies de la Crim ée. En reconnaissance ils ont orné une des tours nouve llement co ns tr ui te s d ’une inscription fastueuse sur marbre, qui portait les armoiries du pape et mentionnait son nom. Il est aussi po s sible q u e Clément, vu la position difficile et dangereuse de Caffa, y ait en v o y é une certaine somme d ’argent destinée a la constr uctio n d ’u n e tour, en ordo nn an t de graver son nom et ses armes s u r la pierre qui la décorerait3. La t o u r fut dediée à Jésus Christ, pareillement aux autres t o u r s qui s ’érigeaient sous le patronage d ’un saint quelconque (cf. N N . 8, 9, 10). Il suit de là que la tour nommée «Tour Clém e n t » est celle que les statuts de 1449 désignent comme la tour « C h r is to ». A u j o u r d ’hui la tour d ’angle de la citadelle intérieure est g é n é r a l e m e n t appelée « Tour Clément » (parfois même « Tour St. (?) C l é m e n t » ) . C ’est absolument fau x; la tour d ’angle possède dans le m u r s u d u n e sorte d ’arcade enfoncée ou niche, sous laquelle se voit un petit cadre, qui en aucun cas n’aurait pu contenir la grande p ie rre p o r t a n t l’inscription de 1348. L’autre tour, nommée habituel- 38. C a f f a - Esterno dell’ala occidentale della torre rotonda del console Scaffa (1342), prima del restauro del 1902. lenient « Seconde tour », qui est une tour flanquante d e l’e n c e i n t e d e la citadelle, possède dans le mur ouest un cadre en m o u l u r e calcaire qui par sa forme et par ses dimensions aurait mieux c o n v e n u à n o t r e inscription de 1348. Ces deux tours sont les seules qui s u b s i s t e n t d e la citadelle intérieure de Caffa. A juger d ’après la d a t e d e cette inscription, elle ne pourrait pas se ra p p o r te r à une des t o u r s d e l’e n c e in te extérieure, élevées à la fin du xiv s. (cf. NN. 8, 9, 10 d e 1383 et 1384). Ce petit problème de la topographie de Caffa reste d o n c irrésolu. Malheureusement les archives du m us ée d e T h é o d o s i e n ont conservé aucun document qui indique la p r o v e n a n c e p lu s précise du marbre à l’inscription de 1348 et on a t o u t e ra is o n d e supp os er que la tour Christo des statuts de 1449 n ’éxist e déjà plus. 1 R A Y N A L D I Annales ad a. 1343 N. 21-22 2 R A Y . Ann. ad a. 1345 n. 7. 3 Cfr. la bulle du pape Calixte (Rome 1. n 1457), par la q uelle le p a p e fixe une somme d ’argent pour la construction d’une citerne à Caffa : « et in illa (cisterna) nostrum nomen et arma in memoriam huius pie subven tio n is ad lau d em Dei... insculpi, ( a t t i v i p. 717). 39. M . n w * v i a a > ï c j t , , . - O R V J D ' S O W . * ¦h m m B m w m ^ w - w r - t |3 5 > m M RRffDI'MlOJì tifi 0 iiORSvi/ìS’iMv a n s is -i no 4 1352. — M a r b r e (0,97 x 0,63 x 0,11 ; lettres de l’inscr. supérieure 0,025; d e Pinscr. inférieure 0,03) trouvé à Théodosie. — T r a n s p o r t é au Musée Historique (Moscou) en 1907 de Snam e n s k o ï e - G o u b a ï I o v o , ancien domaine des princes Dolgoroukii '. 40. ï C a f f a - Interno dell’ala occidentale della torre rotonda del console G iovanni de Scaffa (1342), pr im a del r e s ta u r o d el 1902. — O d e r i c o , Lettere ligustiche (1 7 9 2 ) ta v . i. S. I. S. Ctenia v obsestve lubiteley douchovnogo prosvesenia. Janvier 1889 (en russe). I. P o l a k o v , Trudi komissii po isuceniu p a m ia tn ik o v cerkovnoi sta n n i M oskvi i eparchii t. in fase. 2 p. 3 4 ( 1 9 0 6 ) ( e n r u s s e ) V . L a t i s e v , Deux bas-reliefs avec inscriptions de S n am ens wïe-Goubaïlovo; Compte-rendu du M u sé e H is to riq u e , M o s c o u 1908, p. 81-90 avec une analyse de l’inscription p a r I. I. C h o l o - d n i a k (en russe). G. S c h m id , Bulletin de la C om m is s io n a r c h é o l o g i q u e , 3 3 nie livraison (1909), p. 146 (en russe). J. C h o l o d n i a k d a n s « H e r m e s » N . 19 d é c . 1 9 0 9 ( e n r u s s e ) . T h . S c h m i t , Trois reliefs génois provenant d e C a ffa ; Bulletin de la Commission archéologique 6 3 me livr. (1 9 1 7 ) p . 2 2 . D ’après la photographie, l’esta m pag e et la co p ie d e 1 9 2 5 . Inscription supérieure: 1. t MUNERE Q U E S O XRI V E N IAM TI Bl PRO MERUISTI || N O S M A G D A LENA VICI O R U M S O L VE CAT H E N A || Inscription inférieure : 5. f H O C O PU S FUIT FACTU[m] T [ e m ] P [ o ] R |e ] N O B[i]L[is] D[omi]NI G O T I F R E D I DE Z O A L I O CONSULIS IANUENSIS IN CA FA ANO D[omi]NI M C C C LII DIE P R IMO MESE IANUARII Le marbre portant ces inscriptions est r e m a r q u a b l e p a r s o n relief qui occupe la partie supérieure de la pierre et r e p r é s e n t e Sainte Madeleine aux longs cheveux qui t o m b e n t s u r s es é p au les . Deux anges, agenouillés à ses côtés, s u p p o r te n t la sainte. La s c u l p ture est parfaitement conservée et offre un e x e m p l e d e travail grossier et provincial; l’inscription qui est a u - d e s s o u s d u r e lief est également très bien conservée. L’inscription m é t r i q u e 41. se c o m p o sa n t de deux vers est disposée des deux côtés de la tête; c ’est une courte prière adressée à Sainte Madeleine, ce qui a fait s u p p o s e r que le marbre ornait jadis une église dédiée à la Sainte. En effet, l’inscription d’en bas parle d’une construction élevée en 1352 par le consu l Ootifredo de Zoalio. Deux inscriptions identiq u es et de la m êm e date sont gravées sur deux autres pierres de la m êm e provenance (cf. N. 5, 6, Caffa 1352). Si l’on rapproche le texte de ces trois inscriptions du témoignage des annales, on sera convaincu, que les textes mentionnés se rapportaient aux premières constructions en pierre qui devaient fortifier la partie centrale de Caffa, défen d u e jusqu’alors par une simple palissade en bois. Voici ce q u ’écrit le croniqueur G eorges Stella: « An n o 1357 (les inscriptions corrigent cette date en 1352). Veruni ab educatis Caffè et sen ib u s fidis habui, circiter hoc tempus, Gotifredum de Zoalio, Caffae tunc consulem , ipsius loci majorem partem muro cingi fecisse, ubi erat tenacis terrae lignorumque ordine circumdatus La gravure de l’inscription est peu profonde et très nette, les lignes, q u oiq u e non gravées, sont régulières, les mots sont séparés par un point. A noter : a/;o (4) ; die primo (5) ; tw se (5). La forme a sse z rare du t se rencontre sur une inscription de Soldaïa (N. 41 de 1385). 1 C ’est le p rince Vasily Dolgorouki qui a pris Caffa le 29 juin 1771 ; la p ie rre avec inscription génoise fut probablement emportée dans la domaine du p iin c e c o m m e trophée. ' STELLA p. 1095. Cf. OiUSriNIANI lib. IV 136, et FOLIETA lib. VII p. 455. 42. 5 1352. Marbre (0,75 x 0,60), apporté à Jaropoletz (gouv. d e M o s c o u ) ap rès la prise de Caffa par les troupes russes en 1771. A u j o u r d ’hui à la propriété de Jaropoletz, encastré dans le m ur d u jardin, en face de la serre. ¦ T h . S c h m i t , Op. cit., Bulletin de la Comm ission A rch éo lo g iq u e, 6 3 n,e livr. (1917) p. 22. 1. t H O C O P U S FUIT FAC TUM T[em] P[o)R|e] NOB[i]L[is] D[omi]NI G OTIFRED1 D E Z O - ALIO CONSULI[s] IANUENSI IN CAFA ANO D[omi]NI MCCCLII DIE 5. PRIMO MENSIS IANUARII 43. S e lo n la des cr ip tio n d o n n é e par Mr. Schmit « la partie supérieure d e la pie rr e contient u n e sorte de caisse ou enfoncement q u a d r a n g u l a i r e , large de 0,50 et ha ut de 0,52; ses bords sont rectilignes, s o n h a u t est a r ro n d i; sa prof ondeur est à peu près de 0,017. Le b u s t e d u Sauve ur est sculpté au fond de la caisse, dont le b o r d inférieur, plus large q u e les autres (0,17), est orné d ’une inscription g r a v é e ». L ’inscription est identique à celles de 1352, NN. 4 et 6. Les lignes n e s o n t p as gravées et s ’inclinent légèrement vers la droite; les lettres, d ’u n e gravure peu prof on de, sont espacées; les mots s o n t s é p a r é s p a r un point. A n o t e r : ianuens/ (3), â\e primo (5). C a f f a - S e c o n d a torre d e lla c itta d ella g e n o v e s e p r im a d el r e s ta u r o ( 1 9 0 2 , v e d u t a d a s u d - e s t . I - Marbre brisé en deux parties (1,00 x 0,56 x 0,14; lettres 0,025), trouvé à Théodosie. — Au musée archéologique de T h éo d o s ie. 45. — JURGUEVIC, S . 0 . O . t. v (1863) p. 162 N. vi. — T h . S c h m i t . Op. cit. Bulletin de. la Commission Archéolog i q u e 63'1,e Iivr. (1917) p. 22. — D ’a p r é s la pho to grap hie, l’estampage et la copie de 1925. î. t h o c : (o)p u s f u i t f a c t u m T)[em]P[o]R[e] NOB[i]L[is] D[omi]NI GO(t)IFREDI D E ZO A L IO CO NS(u )LlS IAN UENS1 IN (caf)A A N O (D)[omi]NO MCCLI[I] 5. DIES PRI(ma) MEN(sis) (ian)UARlS. Jurg. n ’o b s e r v e pas la disposition des lignes. Il lit: januensis (4), anno (4), dominé (4), Axe (5), ia nuara (5). La partie su p é r ie u r e de la pierre est occupée par un relief qui r e p r é s e n t e u n saint militaire. Le relief est très mutilé, le nimbe, la tête, les é p a u l e s ont p r e s q u e d is p a r u ; on distingue encore la main g a u c h e , t e n a n t un glaive, la main droite, qui paraît tenir une lance, et les plis g r o s s i è r e m e n t gravés de l’habit du saint. Au-dessous de l’im a g e est g r a v é e une inscription, martelée elle-même en plusieurs e n d ro it s . Elle p e u t être restitutée facilement d ’après la comparaison av ec l’inscription identique au -dessou s du relief représentant Sainte M a d e le in e (N. 4). La g r a v u r e des lettres est peu profonde, mais nette. Les mots s o n t s é p a r é s p a r un point, les lignes ne sont pas gravées. A noter : i a n u e n s / (4), a n o domino (4), dies (5), ianuaris (5). - 7 1363. — Marbre (0,89x 1, 09x0 ,0 9; lettres de l’inscr. s u p é r . 0 , 0 3 ; de l’inscr. infér. 0,06), apporté à Paviovsk après la prise d e Caffa par les troupes russes en 1771. — Au palais de Paviovsk. — J u r g u e v i c , S.O.O. t. vu (1868) p. 276 N n. — D ’après la photographie, l’estampage et la co p ie d e 1924. 1. ANUS DEI C HI TOLIS PE CATA M O N D I D ON A N O B 5. IS PACEM. M CCC LXIII AD H O N O R E M SAN T1SIME ET INDIVIDUE TRINITATI S ET AD A U GMEN TUM ET DILETACI O N EM HUIUS CIVITATIS H O C O P U S F 10. ACTUM FUIT T E M P O R E NOBILIS E T S APIENT1 VIRI D OMIN O FRANC1SCI S A L V E T Ju rg. a lu d a n s la partie supérieure de l’inscription « bis mond d o m i n e pe ca tori ». Dans la partie inférieure il prop os a au lieu de la d ate l’e x p r e s s io n « i n n o m in e d o m i n i» (i); au lieu de « san » (1) il a lu « s. f. » en l’expliquant co m me « sl'ancti] f[rancisci] : à la ligne 2 « rancisci « au lieu de » tisime » ; à la ligne 3 « exaltaci » * au lieu d e » diletaci »; à la ligne 6 « francisco scaffa » au lieu d e « francisci salvet ». L’inscription est très bien conservée. Le texte qui contient la c o u r t e prière a d res s ée à l’A g n u s Dei est flanqué de deux écussons, p o r t a n t les armoiries de G ê n e s . Au-dessous de la prière un a g n e a u à la b a n nière crucifère est sculpté en bas-relief. La tête de l’a g n e a u est e n t o u r é e d ’un n im b e crucifère; autour des écussons u n o r n e m e n t es t gravé. La g r a v u r e est très s o ig n é e ; les lettres sont gravées en relief a v e c les s u r f a c e s larges et pl a te s ; les extrémités des jambages sont o r n é e s p a r d e s points. Les lettres ne sont pas espacées ; les lignes q ui s u iv e n t s o n t très serrées ; les mots sont séparés par trois points C ette belle inscription était probablement destinée à orner une église n o u v e l l e m e n t bâtie en l’h o n n e u r de la sainte Trinité par le riche g é n o i s F r a n ç o is Salvet, q u o iq u e cette église ne soit pas mentionnée d a n s les s ta tu ts de 1316 et de 1449. Ce nom est étrange et ne se renc o n t r e plu s nulle part. 11 se peut que le graveur manquant de place à la fin d e la d er nière ligne l’ait abregé. Le donateur porte le titre de « s a p i e n s vir », ce qui fait s u p p o s e r q u ’il était membre du Conseil d e s H u it ( O c to Sapientes) qui réglaient les affaires des colonies g é n o i s e s d u Lévant. N o t e r les italianismes: anus, chi, mondi, santisime, domino; les particularités p o u r l’o rthog ra phe sont : to/is, negata. Le mot « dite ta ci on em » contient une faute du lapicide et devrait être lu « dilatati o n e m », ce qui serait une répétition du sens donné déjà par le mot « a u g m e n t u m » ; ou bien c’est le mot qui vient du lat. « diligere », it. « dilettare, diletto » avec la terminaison latine de « dilectio ». Le génitif « sa p ie n t / » étonne d ’autant plus que le mot précédent « nobil/ s » avait déjà la terminaison is, ce qui aurait pu faire méchaniq u e m e n t g r a v e r « sapient/s ». 48. . . . ¦ i . I ' 8 1384. — Pierre calcaire ( 0 ,8 2 x 2 , 3 0 x 0 ,1 9 ; lettres 0,04) a p p o r t é e a Pavlovsk après la prise de Caffa par les tr o u p e s r u s s e s en 1771. — Au palais de Pavlovsk. J u r û u e v i c , S . O . O . t. v u (1 8 6 8 ) p . 2 7 8 N. ni. D ’après la photographie, l’e s ta m p a g e et la co p ie d e 1924. 1. M C C C LXXXIIII DIE VII O C TU [ b ]R IS T U R R I S ISTA FO N D ATA ET C O N S T R U C T A FUIT IN D U C A T U IL LUSTRIS ET EXCELSI D OM IN I D OMIN I A N T O (n)I(o)TI ADURNI DEI GRACIA IA N U E N S I U M D U 5. CIS ET POPULI D E F F E N S O R I S T E M P O R E re)GIMINIS E G R E G I O R U M V IR O R U M D O M I N O R U ( m ) pe)TRI GA(z)ANI H O N O R A B IL IS CO N S U L[is ] C A F F A E T IANUENSIUM IN IM PERIO G A Z A R IE IACOBI SPI NULLE DE L U C H U L O ET B E N E D IC T I D E GRI 10. MALDIS PROVISSORUM C O N S I L I A R IO R UM E T MASSARIORUM IN PAR TIBUS A N T E D IC TIS AD H O N O R EM DEI ET BEA TE VIRGI NIS MARIE SUB V O C A B U L O S A N C T U S G E O R G IU S GLORIA PATRI E FILIO E SPIRIT i 49. i Jurg. n ’a p a s déchiffré le quant ièm e du mois; il lit « hec » au lieu de « ista » (1); d e/en soris (5); «egregii et potentis domini » au lieu d e « e g r e g i o r u m virorum d o m i n o r u m » (6); cafte (7); lu cullo (9); il ne d o n n e pas la lecture des lignes 11-14. La pierre, la plus gran de de toutes celles qui ont été conservées en entier, n ’est q u e légèrement mutilée probablement par les balles. La moitié g a u c h e est occ upé e par six écussons, la moitié droite porte u n e l o n g u e inscription sur quatorze lignes. Le texte démontre u n e série de formules bien élaborées, dont l’ensemble représente un m o d è le établi p o u r les lo n g u e s inscriptions, destinées à orner les g r a n d e s c ons tr uctio n s de la ville forte qui prenait de l’extension. D ’a b o r d vient la date, puis le bâtiment « turris ista » est défini, ensuite l’é p o q u e de la cons tru ct ion est déterminée par les noms d es au torité s d e G ê n e s et de Caffa qui remplissaient les fonctions p u b l i q u e s en ce m o m e n t ; les titres du doge, du consul et des d e u x fo n c ti o n n a ir e s n o m m é s par la république comme futurs consuls s o n t é n o n c é s ; es t m e ntio nné a la fin le saint sous le vocable duquel la t o u r e s t érigée. La partie g a u c h e de la pierre n ’est pas moins éloquente. Les armoiries y s o n t disp os ée s dans un ordre établi : les armes de G ê n e s s o n t à la place principale au milieu de la rangée supérieure, e ntre les a r m e s de Caffa (à gauche) et les armes du doge (à droite); la r a n g é e inférieure se com pose des armes du consul, placées au milieu, d e s a rm e s des Spinola (à gauche) et des Grimaldi (à droite). L o r s q u e les p e r s o n n a g e s changeaient leur charges, aussitôt on avait soin d e gr a v e r leurs armes à une autre place qui correspondait à leurs fo n c ti o n s nouvelles (cf. N. 10 de 1383). La g r a v u r e est peu pr ofonde et n ’est pas très nette à cause de la surface granulaire. Les lettres sont larges et ornées de points aux ext rém ités d e s jambages, ainsi que toute l’inscription parait être p a r s e m é e d e ces petits enfoncements ronds. Les lignes ne sont pas g r a v é e s mais remarquables par leur régularité. L’écriture est très caractéristique : les lettres / et u très semblables par leur f o r m e (par ex. « pop^/i » (5) ), ainsi que les lettres m et t (par ex. « e t //zassariorum ». À noter : fondata (2), d e fe n s o r is (5), caffa (7) indéclinable, provissorum (10), e filio (14). 50. C a f f a - Torre d ’angolo della cittadella genovese (torre detta di papa C lem ente vi) d a s u d , prima del restauro del 1902. Cette inscription (ainsi que les de ux autre s i d e n t i q u e s N N . 9 et 10) confirme le témoignage de Stella qui m e n t i o n n e les m ê m e s tiois personnages qui fortifièrent Caffa de l’en ceinte e x t é r ie u r e p o u r piotéger la ville du côté da ngereux des ste ppes 1. La tour, qui reçut son nom du patron de la r é p u b l i q u e , saint Geoiges, était précisément une des tour s de l’e n c e in te e x t é r ie u r e , ce qui est prouvé par l’inscription identique de la t o u r St. T h o m a s , trouvée non loin du fossé, à l’endroit m ê m e où pa s s a it le g r a n d mur extérieur de Caffa (cf. N. 9). Les trois c o n s u ls s uc c e s s if s , c o n structeurs des fortifications de leur colonie, élevèrent, paraît-il, p l u sieurs tours de l’enceinte extérieure, en les o r n a n t t o u t e s d ’in s c r i p tions semblables (cf. encore l’inscription de la to u r St. T h é o d o r e , N 10). STELLA, col. 1095. « .... ipsius loci suburbia muris claudi fecere tres v e n e rati dilectique Januenses Jacobus Spinula de Luculo, Petrus G a z a n u s et B e n e dictus de Grimaldis, quos illuc misit Leonardus de M o n tald o , cu m jan u en sis esset dux, ut in consulatu succederet unus alii ». 51. IPiii^ÉSi : ' I I s g f i f t ì û | j # x m m t Ioe;limmM é «Éx’u JsptWsqsaO mVtJ¥oT>w;:)fìiMiiiïÉw I '<>%^|'i f i» î|i Aï^ —rt * .•Oee. *ro- 57s3 *s« u « .c£- =«s < ÛJ coo > S " N •a % c « bo * < c/> — '•cSe fc- Û o ai c« a; i S o o "O T3 3 C 03 ctf Cd GQJ ' J •g S s — O 3 b JS ^a; aì >oz o g E o sS -S Ga in < Û mJ o ( / ) 1 H ___________________________________ - L’inscription est disposée sur d e u x lignes. A la 1- ligne la lettre qui suit x est p ro bable m ent h ; à la s e c o n d e ligne la terminaison « d o m i n a » est ét ra n g e ; la lettre g reste in e x p liq u é e ; la syllabe ca (?) est peu lisible, et su r to u t la lettre a (?) s e m b l e être tracée très imparfaitement, le m ot « alanus » se te rm ine par un signe d ’abréviation. La fin de la s e c o n d e ligne parait être mutilée. Le cadre du michrab so us l’inscription est d é c o r é à la façon orientale; à ses côtés on voit d e u x reliefs g é n o i s : à g a u c h e un château avec une tour et des créneaux, à droite u n e figure pe u déchiffrable (tête de lion). 123. 52 XIV - XV s. D e u x fr ag m e n ts de pierre calcaire trouvés non loin des tours Giudici (1392) et Fiesco (1409) dans les ruines des casernes russes bâties d es pierres des murailles génoises au commencement du xix s. Le f r a g m e n t droit de l’inscription se trouve au musée de Soudak (an cienne m o s q u é e du xiv ou xni s.). Dimensions 0,33 x 0,25 x 0,10. L ’aut re f ra g m e n t paraît avoir disparu. L a t i s e v w . - Isvestija de la Commission Archéologique, fase. 47, P e t e r s b o u r g 1913, p. 108. L’édition est faite d ’après la photograp h i e 1) q u e M. Berthier-Delagarde a envoyé à M. Latisev. L’inscription a été d e s s in é e par M. W. Pharmakovsky et expliquée par I. I. C h o l o d n i a k . N o u s re p r o d u is o n s le dessin de M. Ph. et n ous donno ns notre lecture d ’a p r è s la copie du fragment droit et la photographie de M. Berthier-Delagarde. 1.................................DIE XV OCT[obris] P[ost] O P T ............................ . . . FUI)T OBLATA ECLlesflE B[ea]TE MARIE . . . . . . . OB LEARD[Um] FILI[Um D[omf|NI FRA[n |CIS[ci | 124. Da d isegno dal vero della c o n tessa O t o l ia K r a s z e v s k a . SoLDAlA - Interno della chiesa genovese, nella cinta di S. Elia, in tieram ente restaurata nel 1SS2 dal prevosto arm eno cattolico di T eodosia, R. P. C h e ru b in o Kuschnerof (monaco di S. Lazzaro in Venezia), e restituita al culto. Da d isegno dal v ero d e l l a c o n t e s s a O t o u a K r a s z e v s k a • • . . VENERABILEM . . . AM B O N I F . . . 5. s)OLD[aie] A T R I B U T A ........................ O C I S MI DIE l[n] P [er]P ET[u um |. Le début de l’inscription, qui contenait le millesime, m a n que; le texte commence par le quantième, « d i e xv » d o n c il est évident que la mention du mois doit suivre, « octfo b ris] » et il est difficile d ’admettre la lecture de C h o lo d n iak « o c tja v a] ». Je ci ois que les deux np sont une simple abréviation d e « p o s t » ; Cholodniak 1 a transcrit comme « post pasch am ». D e m ê m e , je ne puis pas admettre la leçon de Chol. « in venerabilem [ m e m o r i |am » (4). La ligne 5 contient le nom du lieu « s)old[aia] », ta n d is q u e . Chol. laisse « olo » sans explication, ayant pris un d r o n d (5) pour un o. La date est placée à la Iri ligne, d o n c il est im p o ss ib l e de la supposer encore une fois à la dernière ligne ; c ’est p o u r q u o i il n ’est pas correct de lire « (mensis) m[ai]i die i. p e r p e t ». (6) Le « mi die » reste inexpliqué, mais « i[n] p [er ]pe t[uum |» est la fo r m u l e finale habituelle aux inscriptions funéraires ou bien a u x f o n d a t i o n s obituaires. Je ne crois pas q u ’ il soit possible de r es ti tu er le texte davantage sans l’aide d ’exemples à peu près an a l o g u e s . L’écriture de l’inscription conviendrait à la fin d u xiv o u au commencement du xv s. 1 La photographie se trouve actuellement parmi les m atériaux d e M. B erthier Delagarde conservés au musée de Simféropol. 125. CEMBALO (Balaklava) V. C e m b a l o ( B a l a c l a v a ) - R o v i n e della f o r t e z z a g e n o v e s e di S. N i c o l a 53 1357. — Marbre, enga gé dans le m ur de l’église des SS. A p ô tr e s à Balaklava. — J u r û u e v i c , S.O.O. t. v (1863) p . 17 5 . L a t is e v \v ., Isvestija de la C o m m is s io n A rc h éolo gique, fase. 47 (Petersbourg 1913) p. 116, iii, avec un dessin d e M. W. Pharmakovsky que nous re prod uis ons. - a t t i , t. xlv i (1917) p. cxxix (réédité d ’après Jurguevic). — D ’après la copie faite en 1926. t MCCCLVII DIE . . . SEPTENBRIS H O C (op) US IN C EP TUM FU(it) T EM P O R E REGIM(inis) DISCRETI VIRI SI MONIS DE O R T O C(on) SULIS (et) ÇASTELA(ni) 9 129. L’inscription est bien conservée. Pourtant la surface de la pierre est c o uverte de ch au x et le b o r d droit est légèrement cassé, ce qui n ’e m p ê c h e pas la lecture, L’écriture est belle et soignée, la g ra vur e d es lettres est profonde, leur forme est typique p o u r le xiv s. À no te r la fo rm e des lettres t, v, r. Les mots so nt s ép ar és par d e u x po ints ; le côté gauc he de la pierre est occ up é par un seul é c u s s o n à la croix de Gênes. Actuellement la pierre se trouve sur la façade ouest de 1 église, à droite de la po rte ; il est évident q u ’elle n ’a été encastrée d a n s ce m u r q u e po stérie ur em en t. L ’église est rebâtie, mais sa fo rm e primitive était celle des petites b a s i l i q u e s à abside unique ; elle était se lon to u t e vraisemblance, pareille à des petites églises d a n s la qu a r a n t a in e d e T h éo d o s ie. La date de l’inscription unie à la formule « hoc o p u s inceptum fuit » i n d i q u e le co m m e n c e m e n t, peut être la pose de la prem ière pierre d e s b âtim en ts à Cem balo, la naissance de la forteresse. Cela paraît b ie n p r ob able , vu q u ’à la même ép o q u e (cf. NN. 4, 5, 6) les G é n o i s fortifièrent leur port principal, Caffa. Prêts à s ’em p a r e r de Soldaia et de la côte méridionale de la Crimée, ils fortifièrent de m ê m e la place importante, située à la limite ou es t de leurs po s s e s s io n s . L’ep ith èt e du consul « discretus vir » se rencontre p o u r la p r e mi ère fois. Se lon le texte de l’inscription le consul remplissait les fo n c ti o n s d u a castellanus », tout com me a Soldaia '. 1 C e systèm e dura jusqu’ à 1453, quand la Banque St. G eorges partagea les fonctions du consul et du « castellanus » entre deux personnages. 130. C e m b a l o (Balaclava) - Resti della fortezza genovese. 54 1463. — Pierre calcaire rapportée par le général L a m a r m o r a ap rè s la guerre de Crimée en 1855. — A Gênes (Municipio di Genova). — B r u n n (d’après la lecture de Remondini), S.0 . 0 . vin (1872) p. 298. — J u r g u e v i c , S . 0 . 0 . v (1863) p. 158, note 3. — J u r g u e v i c , S . 0 . 0 . xi (1879) p. 319 N. i, pl. ix. — a t t i , t. xlvi (1917) p. cxxix N. 103 (d’a p r è s la lecture de Boscassi). — D ’après la photographie. M CCC(c) L(x)lII f H O C O P U S FIERI FECIT SP(ecta) BILI NOBILI D[omi|NI BARNABA GRILUS ( c o n s u l ) 1 La pierre a été touchée par l’effritement et l’inscription se trouv e quelque peu mutilée; les derniers mots des deux lignes s o n t effacés com plètemen t2. Au dessus de l’inscription est gravé un écusson au x a r m e s d e Grillo (un grillon? stylisé), supporté par deux ange s en relief d o n t les têtes sont entourées de nymbes et les ailes étendues. Les b o r d s de la pierre en s ’élevant forment une sorte de cadre qui en to u re l’inscription. 131. La g r a v u re est peu soignée, les mots ne sont pas séparés, les lignes ne s o nt pas gravées. Noter les italianismes: spectabil/, nobil/, dom in/. L’a n n é e est gravée entre l’écu s s o n et les angles réservés a u x an ge s. Il s e m b l e que le grav eu r n ’ait gravé que trois c, ce qui est très ét on na nt , vu que le nom du consul désigne le xv siècle. Il reste à s u p p o s e r que le graveur, borné par un espace rétréci, a gravé les q uat re c tout de même, mais tellement serrés q u ’on les distingue à peine. Il est impossible de s o u p ç o n n e r la fau te ; elle aurait sauté au x yeux des co n t e m p o ra i n s ; d ’ailleurs les dates de s autres inscriptions sont to uj our s jus*es et no us n ’avons au cu n e raison de p e n s e r q u e la date de la nôtre ait pu être erronée. Déjà Canale avait in d iqu é q u e la date 1353 était fausse, parce que le consul Ba rnaba Grillo, m e n t i o n n é dan s l’inscription, a reçu sa charge en 1 4 6 3 :i. La pierre avait été enlevée de la tour d ’angle de l’enceinte extérieure. O n voit en co re a u j o u r d ’hui, encastré dans le m u r de cette to ur, a u - d e s s u s de l’endroit où se trouvait jadis la pierre, un é c u s s o n en relief avec la croix de Gênes. Les voyageurs, qui o n t f r é q u e n t é Balaklava avant 1855, n o u s racontent que la croix s u r m ontai t p r é c i s é m e n t la pierre aux anges. Voilà ce q u ’écrit D u b o is d e M o n t p é r e u x : « La gra nde tour, la plus rapprochée (du village), est o r n é e d ’u n bas-relief avec des écussons renfermant au milieu d e u x p o i s s o n s en sautoir (notre grillon!), ayant au lieu de tête u n e fleur d e lys, d e c h a q u e côté un ange, au-dessus une croix, a u - d e s s o u s u n e inscription en deux lignes illisible à cause de sa h a u t e u r 4. Le v o y a g e u r russe A. Dem id ov a laissé presque la m ê m e d e scription 5. 1 BOSCASSi MCCCLliii hoc opus fieri fecit spblis egregius et nobilis dominus Barnabas Grillus consul.... JU R G U E V IC (d’après fac-similé envoyé par Mr. Remondini). MCCCCLXIII hoc opus fieri fecit specta bilis nobilis domini Barnaba Ori lus consul 1463. ’ Le m o t « c o n s u l - est ajouté d ’apres «Jurguevic». * Cf. A t t i v u , 116. * Voyage autour du Caucase, t. VI (1843) p. 116. 5 Voyage en R ussie méridionale et en Crimée, fait en 1837, p. 368. (Moscou, 1853). 132. C e m b a l o (Balaclava) - Resti della fortezza genovese. Pierre calcaire rapportée par le général L a m a r m o r a a p r è s la guerre de Crimée en 1855. — A Gênes (Municipio di Genova). B r u n n , S .0 . 0 . vin (1872) p. 299 (d’après la le ct ur e d e Remondini). - J u r g u e v i c , S.O.O. xi (1879) p. 320 N. n ( c i Ju rguev ic , S . O . O . v, p. 158, note 3). — D ’après la photographie. M C C C C LXV11 H O C OPUS FACTUM FUIT TE[m]PORE S[pectabilis] D l o m i ] N O BA P T [is t] A E DE OLIVA HON[o]R[abil]i [con]SULI Cl[m]B[a]Ll H A [ n ] C T U R I [cum] M U R O La pierre est assez bien conservée. Au-dessus de l’inscr ip ti on s o n t gravés trois écussons portant celui du milieu la croix d e G ê n e s , c e u x d e côté St. Georges et trois fasces (peut-être les armes des Lercari). Le n o m de Cembalo, en forme abrégée, est employé pour la p r e m i è r e et u n i que fois; il manque dans le texte des autres inscri ptions c o n n u e s . 133. Les lettres s o n t d ’u n e gravure peu p rofon de et soigné e ; les m o t s s o n t s é p a ré s p a r un seul point, les lignes ne son t pas gravées. La d e rn iè r e lettre de la l re ligne n ’est pas distincte : elle p e u t être un a auss i bien q u ’un e. A n o t e r les abréviations: s[pectabilis], hon[o]r[abil]/; ainsi q u e les italianismes d[omi]na, [conjsul/. La fo rm ule est c o m p o s é e maladroitement, car les d e u x parties d e la p h r a s e n ’ont pas de liaison grammaticale entre elles. Le g ra v e u r o u bie n l’a u t e u r du texte n ’était pas un b on latiniste et, se tr o u v a n t e m b a r a s sé , il mit à la fin un accusatif «hanc turi(m)» l’ayant pris, s a n s d o u te , d ’u n e autre formule. Battista Oliva a reçu sa ch ar ge de consul le 28 mai 1466 p o u r la d u r é e de 26 mois (a t t i , v i i , i , p. 422). 134- C e m b a l o (Balaclava) - Chiesa probabilmente d ’origine genovese. PIERRES SANS INSCRIPTIONS VI. Outre les pierres avec inscriptions qui ont fourni les matériaux pour l’édition actuelle, plusieurs autres pierres sans inscriptions, datant de la domination génoise, se sont conservées j u s q u ’à n o s jours; elles ne sont ornées que d ’écussons, ou bien elles o n t de plus des surfaces effacées ou libres de toutes traces d ’inscriptions. Dans le musée de Théodosie il y a quatorze pareilles pierres : 1) Pierre calcaire avec trois écussons aux armoiries d e G ê n e s et de Caffa. Le 3me blason est effacé (0,65 x 0,89 x 0.27). 2) Pierre calcaire avec six écussons, extraite de d e s s o u s l’e s c a lier d ’une maison privée a Théodosie en 1924. Les é c u s s o n s disposés en deux rangées parallèles, par trois dans c h a q u e r ang ée , portent les armoiries de Gênes, de Caffa et des familles A d o r n o , Spinola, Gazano et Grimaldi ; d ’après la disposition d e s é c u s s o n s la pierre est identique à la moitié gauche de la pierre de 1383 (N. 10). Elle est, selon toute évidence, un fragment de la dalle qui ornait une des constructions élevées par les trois bâtis se u rs actifs, qui étaient le consul et les « massarii », dont les n o m s s on t m e n tionnés par les inscriptions de 1383 et 1384 (n . 8, 9, 10) (0,67 x 0,94 x 0,20). 3) Pierre calcaire avec cinq écussons aux armoiries diverses : de Gênes et de quelques familles génoises (aigle, lézard ?); d a n s l’angl e 137. d ro it d ’en hau t, là où l’o n aurait pu placer à côté des armoi ries d e G ê n e s celles de Caffa, un éc u s s o n effacé (0,77 x 0 , 9 4 x 0 , 1 4 ) . 4) Pierre calcaire avec une rangée de trois é c u s s o n s ; celui g ra v é au ce ntre po rte les armoiries de Caffa, les deu x autres les arm oi rie s d e G ê n e s (0,72 x 0,78 x 0,20). 5) Pierre calcaire avec d e u x éc u s s o n s aux armoiries d e G ê n e s et de Caffa, fort e n d o m m a g é s . A u- des su s et au-de ssous d e s é c u s s o n s d e u x surfaces éft'acées. Les b o r d s de la pierre ont la forme d ’un e n c a d r e m e n t , travaillé en relief ( 0 , 8 0 x 0 , 7 4 x 0 , 2 8 ) . 6) Pierre calcaire avec trois é c u s s o n s aux armoiries de G ê n e s et d e Caffa. Le bl ason de l’éc u s s o n à droite est effacé (0,53 x 0,84 x 0,23). 7) Pie rre calcaire très e n d o m m a g é e , avec trois écussons, d e u x aux a r m o irie s d e G ê n e s et de Caffa ; l’écusson à droite est effacé. O n p e u t s u p p o s e r u n e inscription au -dess us des écussons, le long d u b o r d de la pierre. Les lettres ont disparu co m plè te m en t (0,64 x 1,12 x 0,12). 8) P ie rre calcaire, taillée en forme d ’écu. 9) F r a g m e n t de pierre calcaire avec écusson (lézard ou lion?) (0,25 x 0,62 x J J ) 10) F r a g m e n t de pierre calcaire avec écusson co u ro n n é d ’une mitre ép isc o p a le , pareil aux écus de l’inscription N. 24. L’é c u s s o n es t placé s o u s u n arc trilobé, reposant sur des colonnettes torses ( 0 , 4 5 x 0 , 6 8 x 0 , 0 7 ) . Ed. par R e t o v s k y , S.O.O. xix, p. 26 N. 15. 11) F r a g m e n t de pierre calcaire avec inscription effacée (3 lig n e s ) et la partie supé rie ure d ’un écusson (lion ou amphiptère ?) (0,51 x 0 , 5 9 x 0 , 1 1 ) . 12 ) A n g le g a u c h e d ’u ne plaque de marbre à écusson et o r n e m e n t végétal. S u r la b a n d e de l’écu traces de couleur rouge. Ed. p a r R e t o v s k y , S.O .O. x ix , p. 2 5 N. 10. 13) A ngle dro it d ’u n e pierre calcaire avec écusson. 14) F r a g m e n t de pierre calcaire avec écusson (lion). Ed. par R e t o v s k y , S .O .O . xix, p. 25 N. 11. Au m u s é e d e T h é o d o s i e on voit aussi un petit fragment de pierre trè s ép aiss e, av ec l’image de l’agneau entouré d ’un cercle (cfr. N. 7) ; 138. dans le même musée on conserve un grand relief en pierre, r e p r é sentant l’image équestre de St. Georges. Selon Colly 1 cette pierre avec l’image du patron de la république et de la B a n q u e St. G e o r ges aurait dû orner l’entrée principale de Caffa, la porte Caihadoris (del cacciatore?). De plus les Tatars ont n o m m é u n e d es to u r s de la porte 4 Atly-Koulé », « Atly-Kapou », ce qui veut dire to ur, porte du cavalier. Une image de St. Georges en relief se trouvait également à Soudak. Oderico (Op. cit., tav. xm) et Wax el (N. 17) en font mention en disant que la pierre, fort e n d o m m a g e e , gisait près de l’éntree de la citadelle. Plus tard, cette pierre avait été scellée dans le mur d ’une fontaine de la colonie allemande à S o u d a k , en face de la porte de la citadelle, mais il paraît q u ’elle a été enl ev ée en 1837 et remplacée par une autre, sans inscription au cu n e , d e moindres dimensions et d ’un travail plus gro s sier 2. Un fragment de marbre avec écusson (croix d e G ê n e s ) est encastré dans le mur de l’église arménienne de st. S e rg e à Théodosie*. Les pierres se trouvant in situ sont les suivantes : à Théodosie : pierre avec trois écussons en ca strée d a n s le mur nord de la tour dite * de l’arsenal» au bord d e la me r ; à Soudak : pierre avec deux écussons encastrée d a n s le m u r de la tour ouest de la porte principale '. Notre attention est souvent frappée par les surfac es s o i g n e u s e ment lissées de quelques écussons. A peine peut - on a d m e ttre q u e ces dalles soient sorties inachevées de l’atelier du lapicide, d ’auta nt plus que leur aspect les fait rapporter à la fin d u xiv et n o n pas à la fin du xv s. Donc nous devons présumer q u ’o n avait c o u t u m e de remanier les pierres anciennes afin de réparer les inscriptions et les armoiries effritées. Probablement, avant la prise d e Caffa o n avait été en train de façonner ces pierres à n o u v eau , mais elles sont restées inachevées. O n peut proposer aussi une autre explication. P e n d a n t les périodes, où le pouvoir politique dans la c o m m u n e d e G ê n e s n ’était pas fixé et les colonies lointaines n ’avaient point d e n o u velles concernant l’état politique de la mère-patrie, les aut orités c o loniales laissaient pure? et lisses les surfaces des é c u s s o n s qui de- 139. vai en t se r a p p o r t e r au po uvo ir su prême de Gênes. 11 paraît q u e p lu s tard on n ’avait pas l’habitude de les faire graver et ainsi elles s o n t restées s a n s armoiries, co m m e nou s les voyons a u j o u r d ’h u i . Ainsi, p ar exemple, dans l’inscr. n. 49 du 1 août 1409, encastrée d a n s le m u r d e la to ur Fiesco à Soudak, la surface de d e u x écus de la ra n g é e s up ér ieur e est restée sans blason. Peut-on ex pliquer ce fait par la situation politique de G ên es où le pouvoir de Jean Le M e in g re (Boucicaut) touchait à sa fin (3 sept. 1409)? A pr ès la g u e r r e de Crim ée en 1855 les Italiens ont e m p o rt é d e Balaklava d e u x autres pierres portant les armes génoises : 1) U n e pierre avec trois é c u s s o n s : St. Georges, la croix de la r é p u b l i q u e d e G ê n e s et un écu échiqueté. L’inscription est illisible, et la pierre est très en dom m ag ée . Appartient à la m a r q u is e T e r e s a Corsi, v e d o v a Pallavicino (Ju r g u e v i c , S.O.O. vili pi. ix fig. 3). 2) U n e pierr e avec trois éc u s s o n s : st. Georges, la croix de la r é p u b l i q u e d e G ê n e s , un écu échiqueté Appartient au marq u is D o m e n i c o Serra (Iu r g u e v i c , S.O.O. t. v, p. 158 note 3 ; t. xi, pl. ix fig. 2). Cet auteur affirme que le troisième éc u s s o n p r é s e n t e les armes des Lercari, mais l’écu est échiqueté, ta nd is q u e l’écu d e s Lercari porte trois fasces. Ce sont peut être les a r m e s d e s Calvi ou des De Cattaneis. 1 S. O. O . 26 (1906). 3 R e m a rq u e ! 29 à la traduction de l’ouvrage de Pallas. S. O. O. xii, 197. 3 T o u t près de cette église une plaque de marbre avec une inscription arm é n ie n n e d é c o re une fontaine. Au-dessus de l’inscription : quatre écussons g é n o is, la croix de Gênes, l’agneau au labarum et deux fois les armoiries de la fam ille M arini. - Au musée de Théodosie: une grande pierre creusée pour rec ev o ir l’eau d ’u ne fontaine et ayant des écussons à l’aigle des Doria sous u ne m itre, g ra v é s sur les quatre côtés. D ’un côté une inscription arm énienne est g ra v é e a u -d essu s de l’ecusson. 1 Les arm o irie s sont les mêmes que sur la pierre à l’inscription de 1385 (N . 41) d u con su l Torseli, qui se trouve sur la même tour. 140. I 1 * . . - ¦ - I B | L A P I D I G E N O V E S I D ELLE MURA DI GALATA A CURA DI E t t o r e R o s s i 1. Oli studi del d e m a s l a t r i e 1, del d e l a u n a y 2 , del v i g n a \ del B E L i N 4 sulle epigrafi genovesi delle m ura di G alata s o n o riassunti quasi perfettamente dal b e l g r a n o nei D ocum enti rig u a rdanti la colonia genovese di Pera, pubblicati negli A t ti della S o cietà Ligure di Storia Patria, x i i i , 1877 - 1888, pp. 99-336 e 933-1003, con xxii tavole. D opo il Belgrano, il quale si f o n d ò sulle notizie degli scrittori precedenti e su fotografie degli originali, altri h a n n o ancora trattato delle lapidi genovesi delle m ura di G alata. Rammentiamo in ordine cro n o lo g ico : j o u B iN , Catalogue des sculptures greques, romaines, byzantines et 1 Notes d ’un voyage archéologique en Orient, in Bibliothèque de VÉcole des Chartes, 2.a serie, vol. il (1845-46), pp. 489-499. 2 Notice sur les fortifications de Galata, Costantinople, 1864, in-8°, 9 pp. Dello stesso: Notice sur le vieux Galata, pubblicata nell’ Univers di C o sta n tin o poli, nei numeri di novembre 1874, dicembre 1S74, febbraio 1S75, m arzo 1875. 8 D i alcune iscrizioni genovesi in Galata di Costantinopoli, G e n o v a , 1865, in-8° piccolo, 23 pp. Discorso tenuto il 1° giugno 1865 davanti alla Sezione di Storia della Società Ligure. In appendice sono trascritte nove epigrafi s e c o n d o il testo datone dal De Launay nel 1864. 4 Histoire de l’Église latine de Costantinople pubblicata in fo rm a d ’articoli nel Contemporain e poi in volume a parte a Parigi nel 1S72; ripubblicata con aggiunte di P. a r s e n e d e c h a t e l col titolo Histoire de la latinité de Costantinople a Parigi nel 1894. E’ questa l’edizione da noi citata. 143. franques, C o n stan tin o p le , 1893. Dà un elenco m olto so m m ario delle lapidi genovesi. f . w . h a s l u c k , Dr. Covel's notes on G alata; in Animai o f thè British School a t Athens, x i (1904-05), pp. 50-62. 11 c o v e l fu cap p e lla n o d ell’A m basciata inglese a C ostantinopoli dal 1669 al 1677. j. g o t t w a l d , Die Stadtmaueni von Galata; nelle Mitteilungen des Deutschen Ausflusgs-Vereins, 1907, iv Heft, pp. 1-72 i d e m , Une inscription latine à G alata; nel giornale Stamboul di C ostantinopoli, anno 44 (1910), n. 293 (26 novembre). f . w. h a s l u c k , N ote on thè genoese monuments of Pera; in Annual o f thè British School a t Athens, xvn (1910-11), pp. 142-144. 11 M e n d e l nel 2" v o lu m e del s u o catalogo del M u seo di C o sta n tin o p o li (1914) dà q u alch e notizia anche sulle lapidi genovesi, c o m e si v e d r à avanti. Nel 1864, q u a n d o il D e L aunay pubblicò la sua Notice sur les fortifications de G alata, si iniziarono le demolizioni di una parte d elle m u ra e delle torri di G alata, specialm ente nei lati che g u a rd a v a n o P e ra ed il mare. D ’allora si p en sò a sottrarre alla rovina ed alla d is p e r s io n e le lapidi, insigne m o n u m en to della colonia g e n o v ese. Infatti f u r o n o raccolte e depositate nel Cimitero dei Cam petti (P era) e poi nella T o rre di Galata, dove si trovavano nel 1874-75, q u a n d o il D e L au n ay pubblicava la sua Notice sur le vieux G alata2. Infine f u r o n o trasp o rta te al Cinli Kiòsk, nel recinto dell’attuale M u s e o , ed u ltim a m en te in u n a sala del M useo stesso vicino al V ecc h io S errag lio (Eski Seray) a S ta m b u l3. 1 Le lapidi e ra n o allora collocate nel Cinli Kiòsk. 2 N el 1875 la Società d i Storia Patria di Genova, per mezzo del Ministero degli Affari Esteri, otten n e le fotografie di 18 lapidi, di cui si servì il Belgrano n ella p u b b lic a z io n e . 3 N ella p rim a v e ra di quest’an n o (1925) il Dr. T om m aso Bertelè, Prim o Segretario d e ll’A m b a sc ia ta italiana a Costantinopoli, distinto cultore di studi bizantini e delle m e m o r ie italiane e latine in Oriente, ha fatto dono aU’Ambasciata di una serie di q u a d ri fotografici c o m p ren d en te le tavole illustrative del Belgrano e le fotografie delle lapidi genovesi di Galata esistenti al Museo, a Cenghelkòi ed a Y a n iq Q a p u n o n co m p re se nelle tavole del Belgrano. 144. II. Ci sem bra della massima im p o rtan za e s p o rre in u n a notizia anche riassuntiva lo stato attuale (1925) di c o n s e rv a z io n e o di dispersione di questi preziosi d o cu m en ti della co lo n ia di G e n o v a , tanto più che alcuni sono andati smarriti, altri s o n o distrib u iti in varie località e qualcuno è v en uto n u o v am en te alla luce. Premettiamo che lo studio n o stro si limita alle lapidi delle m u ra di Galata e non si estende ad altre lapidi, com e quelle p ro v e n ie n ti dalle chiese di S. Paolo (ora Arab Giami) e di S. F ra n c e sc o (ora Y eni Giami). Diamo la fotografia soltanto delle lapidi n o n illustrate nelle tavole del Belgrano e non ci indugiam o sui caratteri epigrafici e sulla lettura delle lapidi già esaurientem ente studiate. P e r o gn i lapide riportiamo in nota la bibliografia relativa. Lo stato attuale delle lapidi delle m ura di G alata p u ò essere esposto schematicamente così : A. Lapidi esistenti: 24, di cui 18 con epigrafe e 6 anepigrafi. B. Lapidi p erd u te : 12. In totale so n o 36 lapidi. III. A. Lapidi esistenti : 24, I) 18 con epigrafe di cui a) 10 nella sala xxi del M u seo di Antichità di Stam bul. Sono in ordine cro n o lo g ico : 145. M u se o , n° 954, 0 ' " 8 0 x l m 10. Datata 1387. Stava sulla l.a T o rre della Via H endek. Iscrizione in alto su tre rig h e : + M. C C C . LXXX. Vil. DIE XXV. MARCII. H O C . OP(//s). FACT(«/«). FUIT. T(m)P(o)R(é>). N O B (ilis). D (om i)N (u)S.1 R A FA EL D(e). A U R (ia). P O T {estafis). P EIR E. Nel m ezzo è l’arca n g elo Michele, ai lati lo stem m a di G en o v a, a sinistra q u ello dei Doria. Cfr. De M as Latrie, Op. cit.., p. 491; De Launay (1864), p. 4, (1874) p. 114, n° 4; V igna, p. 21 ; Belin, p. 143; Belgrano, p. 324, n° 7, tav. VII; G ottw ald, p. 62, n° 4. 2. M u s e o , n" 951, 0 " 58 x 1m 13; lettere gotiche alte 0 " 0 6 . D atata 1397. Stava sull’ultima T o rre della Via H e n d e k v e rso Q a s im P ascià. Iscrizione in alto su u na riga : + M i C C C LXXXXi vìi: S o tto tre stem m i ; nel m ezzo G en o v a, ai lati L uchino de B onavey. Cf. D e L aunay (1874), p. 115, n° 5; Belin, p. 143; Belgrano, p. 325, n" 9, tav. v ili; G o ttw a ld , p. 63, n° 5. 3. M u s e o , n°. 965, 0 m 7 5 x 0 " 75; lettere gotiche, le superiori alte 0™ 033, le inferiori 0 11 035. D atata 1404. Su u n a T o rre in via Hisar Dibi. Iscrizione su 5 righe ; 4 superiori : + T U R R IS : ISTA: FU IT : FACTA: TEM p o r e : r e g i m i n i s : e g r e g i i : v i r i : 1. 1 Nel testo ; si asp etterebbe Domini. 146. d ( » » » » » » » » » T o m a s o d i i g l i o n e ; è P odestà d i P e r a . 1 B A R T O L O M E O P I N D E B E N ; L U C I A N O D E N 1 Q R O ; L O R E N Z O G E N T I L E ; E L I A N O D E C AMI L L A ; R A FFAELE D O R I A ; G I O V A N N I D A M EZ Z A N O A N T O N I O L E A R D O ; D O M E N I C O D O R I A ; N I C O L Ò D E Z O A G L I ; D O R I N O U S O D I M A R E ; L U C H I N O D E B O N A V E Y ; G E N T I L E G R I M A L D I ; L O D O V I C O B A V O S O ; B A R T O L O M E O R U B E O ; G I A N N O T T O LOME L L I N O ; o l i t l l G i o v a n n i s a u l i ; è P o d està G I O V A N N I B O T T O ; » N A P O L E O N E SA L V AGO ; » G I A N N O T T O LO ME L L I N O ; > G I O V A N N I SAULI ; » T O M A S O D E C A M P O F R E G O S O ; » Q U I L I C O D E T A D D E I ; C O R R A D O CIGALA T H E D I S I O D O R I A ; Z A C C A R I A S P I N O L A ; I MP E R I A L E L O M E L L I N O ; T A D D E O D E ZOAGLI ; G I A N N O T T O S P I N O L A ; F I L I P P O D E F RA N CH I ; I LARIO IMP ERI A LI ; A G O S T I N O M O N T A L D O ; A N S A L D O D O R I A ; F. E. d i s t . p i e r r e , Illustrazioni della spedizione in Oriente a V I (Il Conte Verde), 1900, p. 132. i Amedeo 166. 1435 St e f a n o d e m a r i n i s ; è P o d està di P era 1438 G I O V A N N I d i l e v a n t o ; » » 1439 S I MO NE MACI E; » » 1440-42 NI COLÒ A N T O N I O s p i n o l a ; » » 1443-44 BORUEL DE G R I M A L D I : » » 1445-46 BALDASSARRE M A R U F F O ; » » 1446-47 L U C HI N O DE FACIO ; » » 1447 P i e t r o d i m a r c o ; è fatto il su o n o m e c o m e fu tu r o Podestà. » b e n e d e t t o d e v i v a l d i ; è fatto il su o n o m e c o m e fu tu r o Podestà. 1448-49 b e n e d e t t o d e v i v a l d i ; è P o d està di P era. 1449 FRANCESCO CA V A L LO ; » » 1451 a n g e l o Giov. l o m e l l i n o ; fu tu ro P o d e s tà di P era. ^452 » » » ; P o d està di P era. » FRANCESCO G I U S T I N I A N I ; » » % 167. AVANZI DI F O R T I F I C A Z I O N I DI D U B B I A O R I G I N E ESISTENTI A D A K K E R M A N (Moncastro) E A D I N K E R M A N (Calamita) D O V E I G E N O V E S I A V E V A N O C O L O N I E ¦ • . , . Moncaì>iko (Akkerniaii) • Avanii del cabtello (iti dubbia origine genovese), M üncasiuü (Akkerman) • Avanzi del castello (di dubbia origine genovese). C alamita (Inkerman) - Rovine di un castello che alcuni autori credono d’origine genovese, mentre altri attribuiscono ai signori di Theodoro o di Mangup. I N D I C E D E L L E D A T E E P I G R A F I C H E ESP RES S E O P R E S U N T E Anno 1316 — a pag. 160 Anno 1414 — a pag. 119. 1335 — p. 160. 1418 — p. 147. 1342 — pp. 31, 32. 1421 - p. 64. 1344 — p. 87. 1423 — pp. 122, 148. 1348 — p. 35. 1430 — p p . 150, 154. 1349 — p. 161. 1431 — p. 162. 1352 — pp. 40, 43, 45. 1433 — pp. 161, 162. 1357 — p. 129. 1435 — pp. 148, 164. 1363 — p. 47. 1438 — p. 162. 1370 — p. 88. 1441 — p. 151. 1371 - p. 107. 1442 — pp. 148, 149. 1383 — p. 54. 1443 — pp. 149, 162. 1384 — pp. 49, 52. 1445 — p. 151. 1385 — p. 108. 1446 — p. 152. 1386 — p. 110. 1447 — pp. 153, 156. 1387 — pp. I l i , 146. 1448 — p. 163. 1389 — pp. 56, 112. 1450 — p. 98. 1390 — p. 113. 1452 — p. 150. 1392 — p. 114. 1463 — p. 131. 1393 — p. 90. 1467 — pp. 65, 67, 133. 1394 — p. 115. 1468 — p. 69. 1396 — p. 58. 1469 — p. 70. 1397 — p. 146. 1470 — p. 70. 1402 — p. 60. 1474 — pp. 71, 72, 73. 1404 — p. 146. 1513 — p. 163. 1409 — p. 118. 1523 — p. 102. 1413 — p. 62. 171. INDICE DEI NOMI A d o r n o , p p . 108, 109, 110, 112, 113, 114, 119, 137, 149, 151, 152, 152. A D O R N O A n t o n i o t t o ( Antoniotus A - durnus), 49, 52, 54, 57, 109, 110. D ’A n c o n a C i r ia c o , 153. ASSERETO A n t o n i o , 2 0 - 1 . A ntonio (Antonius), 77. A STA G U ERRA Federico (Fedcricus Astaguera), 110, 110. D’A ST E G io v an n i (Iohannes filiu s G asparini d ’A st), 100. de A u ria : vedi D O RIA . B a n c o d i S. G i o r g i o (a rm a ), 133, 140, 140. B a v o s o Ludovico. 166. D E B o n a v e y Luchino, 146, 166. B o t t o G iovanni, 166. BRA N CALEO N E Lanfranco, 161. C a b e l l a , 66 , 7 1 . C A BELLA G io van Lorenzo, 66. C a f f a ( a r m a d e lla c ittà ), 31, 32, 3 3 , 37 , 50, 55, 57, 137, 138, 138, 138, 138, 138. C a l l i s t o ih p a p a , 22, 39. C a l v i , 140. d e C a m i l l a E l ia n o , 166, d e C a m i l l a G e n t i l e (Gentilis de C am illa), 69, 69, D E C a m i l l a P ie t r o (Petras de Cam ita), 58. DI C A M P O F R E G O S O , 147, 148, 149, 150, 151, 153, 156, 162, 163. Di C A M PO FREG O SO G iano (lanus de Campofregoso), 163. D i C a m p o f r e g o s o Pietro (Petrus de Campofregoso), 150. d i C a m p o f r e g o s o Tommaso, 166. d e C a s t r o Lanzaroto, 165. C a t t a n e o , 140. C a v a l l o F ran c es co , 167. C e b à , 89. C e n t u r i o n e Eliano (Elianus Centorio nus), 58. C h i a v r o i a F i l i p p o (Filipuslhauroia o Yharoia), 70, 70. C lG A L A , 80, 117: cfr. ClGARA. C lG A L A C o r r a d o (Conradus Cigala), 117, 166. C lG A R A Goffredo (Grifedus Cigara), 79, 80. C l e m e n t e v i p a p a (Clemens pontifex), 35, 36. D o r i a (de Auria), 56, 57, 82, 83, 140, 146, 147, 160, 161. D O R IA A la o n e , 69. D o r i a Ansaldo, 166. D o r i a Costantino, 161. D o r i a D o m e n ic o , 166, D o r i a N ic o la , 165. D o r i a R affaele (Rafael de Auria), 146, 166. D o r i a R o s s o , 165. D o r i a T e d ìs io ( Thedisius de Auria), 147, 166. DE F a z i o , 153, 156, 157. DE F a z i o Luchino (Lucliinus de Facio), 154, 154, 156, 157, 167. F i e s c h i Giuliano, 68. F i e s c h i Luchino (Luchinus de Eliseo marchio Lavanie), 118. 172. Fie s c h i S im o n e , vesc. d iC a f f a , 23. d e F r a n c h i , 119, 155, 162. DE F r a n c h i B a r n a b a (Barnaba de Franchis), 119. d e F r a n c h i B a t t i s t a (Batista de Franchis), 62, 63, 63, 119. d e F r a n c h i F i l i p p o (de Francis Filipus), 151, 155, 156,161, 166. G a l a t a (arm a della co lo n ia), 158, 161. G a s p a r r i n i A n d r e a (Andreas de Qasparrinis), 79. G a z a n o , 55, 137. G a z a n o P i e t r o (Petrus Gazanus), 16, 49, 51, 53, 54, 55, 55. G e n o v a ( a r m a d e l l a c i t t à e r e p u b b l i c a ) , p a s s i m . G e n t il e L o renzo , 166. G iu d i c e , 68. G i u d i c e G a s p a r e (Gaspar Iudex), 24, 67, 68. G iu d ic e Pasquale (PasqualisIudex), 114, 114. G iu s t in i a n i , 72. G i u s t i n i a n i Battista (Batista Iustinianus), 22, 22, 71, 71, 72, 73. G i u s t i n i a n i Erasto o Erasmo (Herastus o Herasmus Yustinianus), 70. G iu s t in ia n i Francesco, 167. G r i l l o , 131. G r i l l o B a rnaba (Barnaba Grilus), 131, 131, 132. G r il l o Ia co b o , 165. G r i m a l d i , 50, 55, 137, 149. G r i m a l d i B e n e d e t t o (Benedictus de Grirnaldis), 16, 49, 5 1 ,53, 54,55. G r i m a l d i B o r u e l e (Boruel de Grimaldis), 149, 167. G r im a l d i G e n tile , 166. G u a r c o B a l d o (Guarcorum Baldus) 115. G u i s u l f i Calozio (A'alocius Guisulfus, Calocius de Guisulfis), 21, 65, 67. IacariA Lanfranco (Lanfrancus Iacaria Dangeli), 102. Ihauroia o Yhrauroia : v e d i c h i a - VROIA. Il l i o n e B a r t o l o m e o (Bartholomeus de Illionibus), 118. I l l i o n e T o m m a s o , 166. I m p e r i a l e M ario (Iliarius Imperialis), 161, 166. L a n f r a n c h i (de Lanfranchis), 96. L e a r d o Antonio, 166. L e a r d o (Leardus filiu s domini Francisci), 124. L e r c a r i , 133, 140. L e r c a r i Gioffredo (Yofredus Lercarus), 70. L e r c a r i P a o l o , 63. L o m e l l i n i , 82, 150. L o m e l l i n i Angelo Giovanni (Angelus Iohannes Lomelinus), 150, 167, 167. L o m e l l i n i C a r l o , 10. L o m e l l i n i G e r a r d o , 82. L o m e l l i n i G ian n o tto , 166, 166. L o m e l l i n i I m p e r i a l e , 166. d i L e v a n t o . 162. Di L e v a n t o G iovanni (Iohannes de Levanto), 162, 162, 167. M a c i e Simone, 167. DI M a r c o P i e t r o , 167. M a r i h o n G i o v a n n i (Iohannes M arion), 111. d e M a r i n i , 140, 148, 166. d e M a r i n i Antonio, 78. d e M a r i n i M o n t a l d o , 160, 160, 165. DE M a r i n i S t e f a n o (Stephanus de Marinis), 164, 167. M a r u f f o . 152. MARUFFO B a l d a s s a r e (Baldasar Marrufus, Baltasar M a ru fus), 152, 152, 152. M a u r o A n t o n i o (Antonius Maurus), 58. DE M e r u d i , 156, 160. 173. d a M e z z a n o G iovanni, 166. M o n t a l d o Agostino, 166. M o n t a l d o L e o n a r d o , 51. M o n t e r o s s o Raffaele, 82. M o r o (M aurus): v e d i M A U R O . D i N e g r o G u i d e t t o (Guidctus de Nìgro), 165. D i N e g r o Luciano (Lutianus de Nigro), 166. N i c o l ò v p a p a (Nicolaus papa quintus), 150. O l i v a Battista (Baptista de Oliva), 133, 134. O l i v e r i A m b rog io (Ambrosius de Oliverio), 5 6 , 57 . D a l l ’O r t o Sim one (Simon de O rto), 129. P a n z a n o , 63 . P a n z a n o A nd rea (Andrea Panzanus), 6 2 , 63. P e r a ( a r m a d e lla c o lo n ia ) , 158, 161. P i c c i n i n o G i o v a n n i , 21 . d i P i e t r a r o s s a Lodisio (Lodisius de Petrarubea), 68. P ietro (Petrus), 88. P i n d e b e n B artolom eo, 166. R i v a r o l o , 61. R o b e l l a G i o v a n n i (Iohannes Robella), 97. Rosso : v e d i r u b e o . R o v e r e t o , 61. R u b e o B artolom eo, 165, 166. S a l v a g o , 98. S a l v a g o G i o v a n n i (Iohannes Salvagius), 98. S a l v a g o Ludovico, 98. S a l v a g o N apoleone, 166. S a l v e t F r a n c e s c o (Franciscus Salvet), 47 . d i S a n D o n a t o G i o v a n n i (Iohannes de Sancto Donato condam domini Francisci. D ì S a n G i o r g i o G i o r g i o (Georgius de Sancto Georgio), 94. d i S a n t ’A m b r o g i o Bartolomeo, 68. SARDENA O berto, 165. S a u l i , 147. S a u l i Giovanni (Iohannes Sauli) 147, 166, 166. SCAFFA Giovanni (Iohannes de Scaffa), 17, 31, 32. S p i n o l a , 50, 55, 62, 63, 92, 137, 148, 149, 151. S p i n o l a Antonio (Antonius Spinula), 62. S p i n o l a Bernabò, 165. S p i n o l a G iannotto, 166. S p i n o l a Jacobo (Jacobus Spianila de Luchulo), 16, 49, 51, 53, 54, 55, 55. S p i n o l a lngueto. 165. S p i n o l a Nicol’Antonio (Nicolaus Antonius Spinulla quondam Thorne, Nicolaus Antonius Spinula), 148, 149, 167. S p i n o l a Zaccaria, 166. S q u a r c i a f i c o , 71. S q u a r CIAFICO Antonio, 78. DE T a d d e i Quilico, 166. T a r t a r o Gavino, 165. T a r t a r o Leonardo (Leonardus Tartarus), 107. T o r s e l l o Jacobo (Iacobus Torselus), 108, 108, 109. d e l l a T o r r e Ranuccio (Ranucius de Tur ri), 87. USODIMARE Dorino, 166. V i v a l d i , 57, 163. V i v a l d i Benedetto (Benedictus de Vivaldis), 163, 167, 167. V i v a l d i Goffredo (Gotifredus de Vivaldis), 56, 57. ZOAGLI Battista (Batista de Zuailio quondam Andalo), 112. ZOAGLI Goffredo (Gotifredus de Zoalio), 14, 15, 41, 42, 43, 46. ZOAGLI Nicolò, 166. ZOAGLI Taddeo, 166. 174. IN D IC E D EI L U O G H I C a f f a (Teodosio,) chiesa cattedrale di S. Agnese, pp. 17, 23. chiesa dell’Assunta, p. 18. chiesa di S. Chiara, p. 17. chiesa di S. Domenico, p. 17. chiesa di S. Francesco, p. 17. chiesa di S. Giacomo, p. 17. chiesa di S. Giorgio, p. 17. chiesa di S. Lorenzo, p. 17. chiesa di S. Maddalena, p. 42. chiesa di S. Michele, p. 17. chiesa di S. Nicola, p. 17. chiesa dei SS. Pietro e Paolo, pp. 18, 60-1. chiesa della Trinità, p. 48. cisterna di Callisto III, pp. 22, 39. cittadella, 38-9. mura, passim da p. 5 a 27. porta Chaihadoris, pp. 17, 20, 57, 139. porta dei SS. Apostoli, p. 17. porta degli Antiburgi, p. 17. porta Vonitica, p. 17. torre a mare, pp. 56-7, 67, 71. torre dell’Arsenale, pp. 24, 139. torre di Clemente VI, pp. 17, 38. torre di Cristo, pp. 17, 38. seconda torre, p. 39. torre Chaihadoris, pp. 56-7. torre Giustiniani, pp. 24, 71. torre rotonda, pp. 24, 32. torre di S. Antonio, p. 17. torre di S. Costantino, p. 24. torre di S. Giorgio, pp. 16, 17, 49, 51. torre di S. Teodoro, pp. 16,17, 54. torre di S. T o m m aso , pp. 16, 17, 51, 53. torre Stantalis (S. Vitalis?), 17. S o l d a i a (S u d a k ) castello di S. Croce, p. 120. castello di S. Elia, p. 120. mura, p. 24. porta maggiore, p. 112. torre Fieschi, p. 124. torre Giudice, p. 124. torre isolata, pp. 110, 121. torre orientale della p orta m ag giore, p. 119. torre occidentale della p o rta m ag giore, p. 139. torre di S. Elia, pp. 110, 121. terza torre, p. 118. quinta torre, p. 114. undicesima torre, pp. I l i , 113. dodicesima torre, p. 115. C e m b a l o (B a la c la v a ) cittadella, p. 24. torre angolare della cinta esterna, p. 132. G a l a t a casa di via Kômürsgi, p. 153. mura, passim da p. 143 a 164. mura di via Mumhane, p. 150. ospizio di S. Giovanni, p. 161. palazzo del Podestà, pp. 160, 163. porta Azab Q apu, pp. 158, 162, 163, 164. porta I