- — —— . . _ - ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE Di STORIA PATRIA VOLUME XLIII GENOVA NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ - FALAZZO ROSSO MCMVIII - IX ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XLIII GENOVA NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ - PALAZZO ROSSO MCMVIII- IX U OPERA DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA DAL 1858 AL 1908 a cura del socio EMILIO PAN DI ANI MEDAGLIA COMMEMORATIVA DEL CINQUANTENARIO DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Sii™ Signor clllarchese, (SI £ 'ei che mi delie il gradilo incarico di scrivere la sio ria della nosira òocieìà e mi indusse così a investigarne le origini e a seguirne il mirabile progresso, dedico l'opera mia, felice se iuiia l ammirazione che provai per i nosiri gloriosi predecessori, poiesse per la mia parola irasjondersi nei leiiori, ed eccilare 1 volonterosi a seguire i grandi esempi. &milìo cPandiani. All’ lLL.mo Signor Marchese CESARE IMPERIALE di S. ANGELO OME il viandante si ferma talora per la difficile erta e volge lo sguardo al cammino già percorso per trarne maggior lena per la via che ancora lo attende, così la nostra Società Ligure di Storia Patria, dopo cinquanta anni dalla fondazione, ha voluto intrattenersi ad osservare Γ opera propria, affinché, lieta di un passato glorioso, possa con maggiore fiducia affrontare l’avvenire. Ecco infatti schierati dinanzi ai nostri occhi quaranta-due volumi, frutto di lunghe veglie, di pazienti ricerche, somma d’intellettuali fatiche; quarantadue volumi che gittano sprazzi di vivida luce su molti fatti oscuri e pur degni di memoria, che vivificano il ricordo, rinverdiscono l’alloro degli avi, e rappresentano il principio del nuovo metodo critico della storia genovese, giacché, possiamo dirlo senza tema di troppo vantarci, fu per la nostra Società che Genova incominciò ad avere una storia documentata dei grandi avvenimenti che in essa si svolsero. V XII PREFAZIONE Grande è la schiera dei soci che hanno cooperato al buon nome del nostro Istituto; molti di essi ci hanno ormai preceduti nel mondo ignoto che tutti attende, altri sono tuttora fra noi e la Società serba di quelli la più cara e riconoscente memoria, rivolge a questi il suo affetto e la sua venerazione più profonda, e vuole in questo cinquantenario, ricordare il lavoro degli uni e degli altri, e le loro benemerenze verso la patria storia. — L incarico di scrivere le memorie della nostra Società fu commesso a me ed io lo assunsi con entusiasmo, spinto da vivo desiderio di conoscere ben addentro coloro che ci precedettero nell’ ardua via del sapere. Assai meglio di me avrebbe certamente compiuto il non facile lavoro alcuno dei vecchi soci; ma essi vollero affidarlo al più giovane e non è forse ingiusto; parli il giovane con rispetto e con venerazione della gloria dei \*ecchi ed essi stiano ad ascoltarlo intenti e gioiscano ai ricordi del passato. La voce della nuova età che elogia l’antica, che riconoscente le tributa onori e plausi, non può essere ingrata a coloro che possono dire : Io vi fui; ed é con tale fiducia che Γ ultimo milite della nostra bella falange ha intrapreso con animo lieto l’opera affidatagli. I * * * La Società nostra, celebrando il suo cinquantenario, si propose di offrire agli studiosi un libro utile, un libro che contenesse la somma dei lavori pubblicati negli Atti. Io ebbi dinanzi a me le belle opere del Manno e dello PER IL CINQUANTENARIO DELLA SOCIETÀ XIII Sforza, edite Γ una per celebrare il cinquantenario della R. Deputazione di Storia Patria di Torino, 1’ altra il quarantennio dalla fondazione della R. Deputazione per le provincie Modenesi ed in parte ne seguii le traccie, ma talora dovetti allontanarmene per ragioni assai ovvie. La nostra Società non é come quelle di Torino e di Modena un’accolta di dotti; essa si regge coi contributi dei soci, e accoglie nel suo grembo, e ne é orgogliosa, persone di ogni ceto, di ogni professione, di ogni partito. Il desiderio di conoscere meglio la nostra patria ci unisce tutti in un vincolo saldissimo ; nelle nostre sale, alle nostre adunanze l’uomo di chiesa siede accanto al cittadino dalle idee più avanzate, lo studioso presso il negoziante; e che per ciò? 11 solo amore al nostro paese tiene uniti i cuori nella nostra Società, come dovrebbe unire ogni cuore e ogni mente in una società ben più vasta della nostra. Il P. Angelo Sanguineti, molti anni or sono, nella prefazione ad una sua opera edita negli Atti, a ragione così si esprimeva: “Nella nostra società noi lavoriamo come in famiglia e da buoni fratelli mettiamo in com une i nostri sforzi, come è comune in noi l’amore alla scienza e il desiderio di contribuire come che sia al suo lustro ed incremento” (Atti. Volume XI, pag. 296). Rispetto alla compilazione del presente volume dirò che nella prima parte ho parlato per sommi capi della vita della nostra Società durante questi cinquantanni e che nella seconda ho esposto l’elenco dei nostri soci ufficiali, dei soci onorari e corrispondenti dal 1858 al 1908. Un elenco completo dei soci effettivi durante questo lungo periodo di tempo, mi riuscì impossibile, XIV PREFAZIONE per la mancanza di dati e perciò credetti bene di tare soltanto l’elenco dei soci del 1858 e di quelli del 1908 ; non mi fu neppur possibile, dato il carattere popolare della nostra istituzione, di seguire il Manno e lo Sforza nel tracciare una bibliografia di tutti i soci. Alcuno, é vero, potrebbe osservarmi che avrei potuto farla unicamente per gli studiosi, e sta bene; ma é alquanto problematica la distinzione fra studioso e ... non studioso. Per altro anche di questo si può essere, almeno in parte, soddisfatti, poiché, avendo la R. Deputazione di Storia Patria di Torino accolto sempre fraternamente i soci nostri che più eccellevano, il lettore potrà trovare nel lavoro del Manno un’accuratissima bibliografia di molti storici genovesi, come ad esempio del Belgrano, del De Simoni, del Canale, del Marchese, etc. In una terza parte, quasi in compenso della mancanza della bibliografia dei nostri soci, ho curato assai la descrizione degli Atti, e siccome cogli indici troppo sintetici dei nostri volumi non era possibile di avere un concetto esatto dei lavori in essi raccolti, cosi ho steso un sunto coscienzioso di ogni opera, abbondando nelle date e nei nomi proprii e ricordando anche il contenuto di molte tavole, assai importanti, disseminate nei testi; e qui é doveroso ricordare che trassi non poco vantaggio per questa parte del mio lavoro dall’opera di Gaetano Cogo a La Società Ligure di Storia Patria (MDCCCLVI11-MDCCCC) 0 che racchiude chiare notizie sui nostri Alti. Alla esposizione analitica degli Atti segue un indice cronologico delle opere, un indice degli autori e dei titoli, (1) Roma, tip. Artigianelli di S. Giuseppe, 1902, in 16.0, pp. 1-54. / PER IL CINQUANTENARIO DELLA SOCIETÀ xv ed infine un’ appendice nella quale sono raccolti alcuni documenti che mi parvero non inutili a pubblicarsi. Questa opera venne compiuta nei primi mesi del 1908 e se essa non apparve lo scorso anno, non fu colpa né mia nè della Società, ma di una serie di impreveduti accidenti nel lavoro tipografico. Nella compilazione del lavoro ho avuto due efficaci aiutanti: un colto e caro giovane, Emanuele Solari, morto immaturamente e il signor Pietro Muttiqi nostro solerte impiegato. Di questi aiuti debbo rendere grazie al nostro ottimo Presidente, il quale nulla pretermise acciocché l’opera riuscisse completa e bella. Ma un altro nome voglio ricordare, un nome venerato e caro, quello di Achille Neri, uomo di vasta dottrina e di grande modestia, il quale colla sua inesauribile bontà mi soccorse sempre con ottimi consigli. * * * La Società oltre la pubblicazione di questo lavoro volle eternare nel bronzo il ricordo del suo glorioso cinquantenario facendo coniare una bella medàglia commemorativa che vedesi riprodotta nelle prime pagine di questo volume. La medaglia è dello stabilimento Johnson di Milano e reca nel recto Γeffige di CafFaro colla scritta: Nonien ci Cafarus, prascns qtue signat imago || vivai in aternuni cius generosa propago. Sul verso v’è Γ iscrizione seguente dettata dal marchese Imperiale : Nel nome — di — Caffaro — da cui trasse gli auspici — nel giorno della sua fondazione — la — Società XVI PREFAZIONE Ligure di Storia Patria — celebra — il cinquantesimo anniversario — della data memoranda — 21 febbraio MDCCCL Vili — MCMVIII. L’egregio prof. G. Bigoni, nostro socio, cosi descrive la figura incisa nella medaglia: (1) «Calvo e barbuto il vecchio cittadino, deposte le armi, siede in larga veste curiale che gli si avvolge agli omeri e scende in pieghe largamente drappeggiate coprendogli le braccia ed il resto della persona. Reca egli nella destra la penna e tiene ritto sul ginocchio il volume degli Annales Januenses poggiandovi su la sinistra pacatamente come su cosa sua, senza immodestia fatta pubblica e naturalmente donata al comune perchè serva al pubblico bene. Questo ne dice il volto meditativo e quasi profetico del cronista. Le altre due opere storiche alle quali è raccomandata la sua fama gli giacciono ai piedi, cioè il Liber de expeditione Almaria et Tortosce e quello De Liberatione civitatum Orientis. Se nel luogo superno, ove sta lo spirito di Caffaro, di qualche terrena cosa compiacesi, certo é di questo omaggio che nella rinnovata Italia del XIX e del XX secolo gli viene tributato da Genova sua, dalla Società che nel suo nome é sorta per coltivare la storia. » EMILIO PANDIANI (1) Nel giornale Secolo XIX — Genova — Venerdì n Dicembre 1908. STORIA DELLA SOCIETÀ CAPITOLO I. I NOSTRI PRECURSORI i. L’Accademia Ligustica di Belle Lettere o degli Industriosi. - 2. o o Nazionale Ligure. - 3. La Società di Storia, Geografia ed Archeologia. -gresso degli Scienziati a Genova. - L’Accademia di Filosofia italica. L’Istituto !. Il Con- ome é debito di riconoscenza di ogni uomo rivolgere lo sguardo a ciò che fecero i suoi maggiori, cosi é dovere della nostra Società osservare l’opera delle prime associazioni genovesi che diedero qualche impulso alle discipline storiche. Vedremo che più che una vera opera si trattò soltanto di voti di porre mano a studi collettivi e sistematici sulla storia, voti che, se non altro, giovarono a maturare l’idea per la quale sorse la nostra Società. i. L’Accademia Ligustica di Belle Lettere o degli Industriosi. - Sullo scorcio del secolo XVIII fiorivano in Genova varie accademie e società con fini diversi. Vi era la Colonia Ligustica degli Arcadi, che si radunava per recitare versi sciolti, canzoni, ottave e sonetti; l’Accademia Ligustica di Belle Arti che aveva per iscopo di incoraggiare i pittori, gli scultori, gli architetti; l’Accademia Ligustica di Belle Lettere, protettrice dei cultori delle umane lettere, e la Società Patria per l’incoraggiamento delle Arti, che distribuiva onori e premi agli artefici e agli industriali che più si segnalassero. Tutte sarebbero 4 1 NOSrRI PRECURSORI degne di studio, ma noi, per l’assunto propostoci, non tratteremo che deli’Accademia Ligustica di Belle Lettere, avuto riguardo allo speciale suo interessamento per la storia ligure. Da brevi cenni che troviamo sparsi qua e là negli Avvisi, giornale genovese di quel tempo, sappiamo che essa era stata istituita nel 1783 ed inaugurata il 1 3 luglio dell’anno stesso, sotto gli auspici del Serenissimo Governo, essendo doge della Repubblica Γ Ecc.m0 Gian Battista Ayroli (1). L’Accademia doveva essere composta di 24 accademici di numero e 8 di soprannumero, ma pare che soltanto nel 1788 si fosse raggiunto tale cifra, perchè nel foglio degli Avvisi (30 agosto 1788), dopo la notizia dell’ammissione ad essa del p. Maestro Angelo Dania dell’ordine dei predicatori e vicario generale del S. Ufficio, si legge che con lui restava cosi compiuto il numero degli accademici dei quali ci é pure offerto il catalogo per ordine di anzianità. Gli accademici di numero erano : Francesco Giacometti, istitutore e segretario perpetuo dell’Accademia, p. Niccolò Delle Piane delle Scuole Pie, Marco Massone, il patrizio Francesco Curio, Pietro Calvi, p. Celestino Massucco delle Scuole Pie, Paolo Viganego, i patrizi Gian Battista ed Ermenegildo Carbonara, l’Eccellentissimo Gian Battista Ayroli, l’abate Lorenzo Moro, il patrizio Girolamo Serra, l’abate Bartolomeo Boasi, l’abate Saverio Pessi, il p. D. Bernardo LaviosaC. R. S., il patrizio Costantino Balbi, il dott. Niccolò Olivari, i patrizi Gio. Benedetto Pareto e Gaspare Salili, il p. Clemente Fasce delle Scuole Pie, l’abate Vincenzo Giubega, (1) Avvisi - 1788, 30 agosto, N.° 3 5, pag. 273 ; id. 1789,21 marzo, N.° 12, pag. 89· l'accademia ligustica di belle lettere o degli industriosi Γ Ecc.mo Agostino Lomellino, il patrizio Luigi Sauli, il p. Angelo Dania. Quelli di soprannumero erano: Carlo Zanatta, Girolamo Regesta, Giorgio Viani, l’ab. Niccolò Ardizzoni, il p. D. Giuseppe Salvi C. R. S., il p. D. Francesco Soave C. R. S., il barone Luigi de Isengard e D. Luigi Buon-compagni Ludovisi de’ Principi di Piombino (i). L’Accademia, oltre il suo nome, direi ufficiale, aveva anche quello più usato e forse più antico di Accademia de^li Industriosi. Le sedute si tenevano nella casa del Prin-cipe della Accademia, il patrizio G. B. Carbonara, e gli accademici vi perdevano il tempo recitando sonetti, versi sciolti, canzoni e dissertazioni su futili e vani argomenti. Citerò airammirazione del lettore un sonetto del signor Giorgio Viani sopra Tito nell’atto di licenziare Berenice; un altro dell’ab. Niccolò Ardizzone, uno dei XII colleghi dell’Arcadia di Roma, sopra la morte di Abele (2 ; alcune ottave del sig. Francesco Giacometti sulla notturna passeggiata del ponte di Carignano (3); una canzone del sig. Bartolomeo Boasi in aria marinaresca sopra la bussola da navigare; una dissertazione del patrizio Francesco Curio sull’ argomento « quale sia stata probabil-« mente l’arma con cui fu ucciso Abele » (4) e un discorso sulla « morte perfetta ed imperfetta » del sig. Giorgio Viani (5). Il patrizio G. B. Carbonara, Principe dell’Accademia, s’era accinto a fare la descrizione (1) Avvisi - 1788 30 agosto, N.° 35, pagg. 273-274. (2) Avvisi - 1788 5 gennaio, N.° 1. (3) Avvisi - 178S 30 agosto, N° 35, pag. 273. (4) Avvisi - 1788 5 luglio, N.° 27, pag. 209. (5) Avvisi - 1788 26 luglio, N.° 30, pag. 253. % 6 I NOSTRI PRECURSORI (non ci consta se geografica o artistica, in prosa o in rima) della Riviera di Levante, prendendo le mosse dal golfo della Spezia, passando indi a Levanto, a Moneglia, a \rarese, a Sestri Levante, a Chiavari e via via..... Ma giunti al memorabile anno 1789, i nostri accademici, spinti forse inconsciamente a più forti propositi dall’ esempio dei grandi scrittori contemporanei, presero una deliberazione che per noi ha un’ importanza capitale. Riferisce infatti il giornale: « Non perdendo per ultimo di vista l’incarico da « essa [Accademia] presosi di compilare un corpo di « Storia Patria, si venne in determinazione di restrin-« gersi, con ritenere in parte l’oggetto, a formare un « Dizionario Storico Patrio, di cui si è appresa per aver ventura una maggiore utilità, sull’esempio di tante « collezioni enciclopediche che presso di tutti i colti « popoli uscir si veggono in ogni genere; credendosi « con ciò di poter illustrare maggiormente le scienze e « le arti ed i loro inventori e coltivatori (1). In una sessione privata, tenutasi il 23 luglio, venne scelta all’uopo una commissione di studiosi coll’incarico di preparare i lavori del Dizionario degli uomini illustri della Liguria, commissione che fu divisa in gruppi per lo studio degli uomini illustri in tutti i rami dello scibile. Per gli uomini illustri in belle lettere fu dato l’incarico ai p. p. Clemente Fasce, Niccolò Delle Piane, Celestino xVIassucco e Maurizio Benza delle Scuole Pie; per gli illustri in belle arti, ai patrizi Gio. Benedetto Pareto, Gaspare Sauli, Costantino Balbi e Francesco (1) Avvisi - 1789 21 marzo, N.° 12, pagg. 89-90. l’accademia ligustica di belle lettere o degli industriosi 7 Giacoinetti ; per gli storici e geografi ai patrizi Gerolamo Serra e Ferdinando De Marini; pei teologi, canonisti ecc. al p. Angelo Dania domenicano; pei filosofi, all’abate Bartolomeo Boasi; pei guerrieri, al p. d. Bernardo Laviosa C. R. S. ed al patrizio Francesco Curio ; pei politici, al sig. Stefano De Gregori, all’ab. Saverio Pessi, ed all’Ecc.1110 G. B. Ayroli; pei matematici, ai signori Giorgio Viani e barone Isengard; pei giureconsulti, al patrizio G. B. Carbonara ed all’abate Niccolò Ardizzone; per gli artisti, al sig. Marco Massone e al patrizio Ermenegildo Carbonara; per i navigatori ai signori Ambrogio Viale e Gerolamo Regesta ; pei medici, chirurghi ecc. al dott. Niccolò Olivari. La lista finisce con questa esortazione: « Si pregano perciò tutti quei cittadini i quali « avessero presso di loro qualche memoria, o notizie in-« torno a quanto si é esposto di sopra, a volerle comuni-« care ai suddetti accademici, oppure rimetterle al signor « Francesco Giacometti segretario dell’Accademia » (i). Sembra che gli accademici si mettessero con forti propositi alla grande opera, poiché negli Avvisi dell’agosto del 1789 appare un comunicato mercé del quale «quelli « tra gli accademici industriosi che sono stati deputati « all’articolo della letteratura pregano instantemente gli « eruditi e soprattutto i loro colleghi a voler favorire « tutte quelle notizie, che aver potessero intorno al casato, « impieghi, ed altro dei seguenti autori : » La lista è lunga ma non credo affatto inutile il trascriverla, perchè si conoscano le persone che, secondo gli accademici, erano giudicate degne dell’immortalità. (1) Avvisi - 1789 25 luglio, N. 30, pag. 233. 8 I NOSTRI PRECURSORI Gian Battista Pinelli che visse nel 1605 — Mortola che fu coetaneo e rivale del Marini -— p. Gian Battista Pastorini della Compagnia di Gesù — p. Angelo Grillo che fu coetaneo del Cliiabrera — Ganimede Savonese che fiori circa il 1512 — Urbano Vegerio savonese nel 1464 — Livio Celiano genovese nel 1592 — Matteo Montenero nel 1555 — Girolamo Giustiniano nel 1583 — Giulio Guastavino nel 1590 — Lavinia Falletta poetessa savonese nel 1520 — Livia Spinola genovese nel 1591 — Claudia della Rovere nel 1559 — Bastiano Gandolfo nel 1535—Stefano Ambrogio Schiap-palaria del 1568 — Lionora Falletta savonese nel 1559 — Lionora Cibo de’Vitelli genovese nel 1573 — Ortensia Lomellina de’ Fieschi nel 1572 — Cesare Morando nel 1598 — Maddalena Pallavicina nel 1590 — Pasquale Sauli nel 1586 — Agostino Centurione nel 1569 — Peretta Scarpa Negroni nel 1560 — Simone de’ Fornnri nel 1570 — Agostino Rocchetta savonese nel 1571 — Ambrogio di Negro, doge nel 1585 — Emmanuele Grimaldi nel 1549 — Alessandro Spinola nel 1570 — Agostino Ortica della Costa nel 1540 — Carlo Paggi nel 1650 — Camillo de’ Mari nel 1650 — Scipione della Cella nel 1609 — p. Francesco Fulvio Frugoni dei Minimi nel 1660 — Agostino Franzoni nel 1658 — Fortunio Li-ceti da Rapallo nel 1577 — Angelo Grosso nel 1620 — Angelo Pallavicino nel 1623 — Gio. Vincenzo Imperiale nel 1543 —Bartolomeo Giustiniano, vescovo deH’Avellino nel 1653 — Bartolomeo Lomellini nel 1609 — Angelo Gavotti nel 1640 — Giov. Agostino de’ Conti della Lengueglia albinganese nel 1636 — Gabriello de’ Marini nel 1630 — Giov. Andrea Spinola nel 1706 ■— Bernardo Morando nel 1598 — Cesare De’ Franchi —Angelico Aprosio da Ventimiglia nel 1607 — Fulgenzio Baldani savonese — Luca As-sarino nel 1617 — Francesco Antonio Casoni sarzanese nel 1690 — Agostino Viale nel 1625 — Giov. Luca Fossa nel 1616 — Giuliano de’ Mari nel 1627 — Adriano Scorzia nel 1639 — Jacopo Salvi — p. Agostino de’ Rossi da Rapallo nel 1668 — Lodovico della Casa agostiniano nel 1618 — Orazio della Torre nel 1620 --Francesco Bogliano nel 1657 — Giov. Battista Barbetta nel 1670 — Filippo de’ Signori di Passano nel 1649 — Tommaso Oderico nel 1670 (1). (1) Avvisi - 1789, 8 agosto N. 32, p. 249. L ACCADEMIA LIGUSTICA DI BELLE LETTERE O DEGLI INDUSTRIOSI 9 A questo lungo elenco di uomini grandi seguiva negli Avvisi del novembre 1789 (1), una nuova pubblica richiesta di « lumi e schiarimenti » sur un illustre genovese, Bartolomeo Gentile Lalamonica, vissuto sul finire del secolo XV e tanto celebre che il Giustiniani osa dire che le opere di lui superano, quanto allo stile, quelle di Dante e, quanto all’eleganza, s’accostano al Petrarca, e il Foglietta (Elogi) chiama l’opera del Falamonica « un volume divino. » Dopo questa richiesta, non trovasi alcun altro indizio che accenni alla continuazione del Dizionario, tranne la notizia che il dott. Niccolò Olivari (pubblico professore di chimica), in una seduta del 18 luglio 1790, trattò « della medicina ligure, ossia introduzione a quella parte del Dizionario Patrio che riguarda i medici liguri » (2). Il rumoreggiare della Rivoluzione deve alla fine aver distratto i buoni patrizi e i rispettabili abati genovesi; certo si é che quando le parrucche cedettero ai sancu -lotti, anche le vecchie Accademie scomparvero; ma la rivoluzione abbatteva per ricostruire. 2. L’Istituto Nazionale Ligure. - La Repubblica Ligure infatti, instituita nel 1797, fondava nell’anno seguente l’istituto Nazionale Ligure con lo scopo di promuovere gli studi e la buona educazione. Il nuovo istituto fu composto dapprima di 36 membri divisi in due classi: una per le scienze matematiche e fisiche, l’altra per la filosofia, la letteratura e le belle arti; in appresso, vale a dire nel gennaio 1800, il numero dei soci fu elevato (1) Avvisi - 1789 21 novembre, N.° 47, pag. 369. (2) Avvisi - 1790 luglio, N.° 30, pag. 25;. IO I NOSTRI PRECURSORI a 6o, dividendoli in tre classi: la prima di scienze matematiche e fisiche, la seconda di scienze morali e politiche; la terza di letteratura e belle arti. Ciascuna classe era suddivisa in sezioni e la terza (quella che più ci interessa) ne aveva una per la grammatica, l’eloquenza e la poesia, un’altra per la storia e l’antichità, una terza per la pittura, scultura, architettura civile e militare, una quarta per la musica (i). Le classi tenevano alternativamente una adunanza privata settimanale e tutte, al primo di ogni mese, si riunivano in seduta generale. Ciascuna classe stabiliva il soggetto delle Memorie che dovevano presentarsi ad un concorso indetto nel mese di settembre. L’opera giudicata migliore era premiata e pubblicata nelle «Memorie dell’istituto Ligure» insieme coi lavori fatti dai suoi membri. Ed é appunto da queste pubblicazioni che possiamo argomentare in qual conto fosse tenuta la storia. 11 prof. ab. Carrega nella terza classe esaminava « coi lumi della filosofia, le costituzioni e le leggi di Atene « e Sparta, dimostrando quanto irragionevole sia e mal « fondata la sua idea che della loro libertà concepirono i « moderni ». A questa memoria egli ne faceva seguire un’altra sulla Repubblica Romana. In essa, l’autore «chiamata al tribunale della filosofia » la Repubblica Romana, dimostrava che Roma aveva avuto soltanto un simulacro di libertà e che l’ordine e la tranquillità non vi regnarono (i) Erano membri della prima sezione: Crocco Giuseppe, Ferri Francesco, Marrè Gaetano, Rell Pietro, Viale Ambrogio, Morro Carlo, Peirano Niccolò; della seconda sezione : Bianchi Agostino, Carrega Francesco, Ferreri Pietro, Oderigo Gaspare, Palmieri Vincenzo, Belloro Tommaso. L’iSTITUTO NAZIONALE LIGURE se non sotto l’impero assoluto dei dittatori. Ma tanto in queste memorie quanto in un suo ampolloso « discorso sulla necessità di studiare la storia », fece sempre eccessivo sfoggio di filosofia. Il cittadino Bianchi trattò lo stesso argomento in maniera meno astratta. Egli dimostrò « colla ragione e coll’autorità dei più grandi uomini » quanto sia utile la storia. Se però vogliamo avere qualche idea più concreta sulla medesima, dobbiamo ricorrere alla seconda classe, a quella cioè delle scienze morali e politiche, dove l’abate Massola in una memoria intitolata « Riflessioni stilla Storia Patria », ci dà un chiaro concetto del modo onde debba trattarsi la Storia Ligure: « Una storia, scrive il Massola, « che non sulla opinione del volgo, né sopra incerte « tradizioni, nè sulla fede semplicemente di autori nazio-« nali, sempre alcun poco sospetti, ma su prove incontrasta-« bili e fedeli autentici documenti appoggiata, esaminasse « coi lumi della critica e della cronologia i fatti o destra-« mente dissimulati, o maliziosamente alterati dagli « scrittori delle nazioni rivali........ una storia che « risalendo ai primi abitatori dell’ Italia, tra i quali è « fondata opinione che l’ultimo posto non occupassero i « liguri, fosse veramente come la chiave, per usar l’espres-« sione del celebre Muratori, di tutte le storie d’Italia . . ., « una storia finalmente che riducesse in un corpo e in « ordine cronologico gli autori che scrissero delle cose « nostre fino a questi ultimi tempi e ripurgasse le varie « lezioni e verificasse i testi corrotti, riscontrandoli, « autenticandoli, e fosse nel tempo stesso corredata, (c illustrata con prefazioni, con note, con erudite e critiche « dissertazioni, che facessero conoscere essere essa un’opera 12 I NOSTRI PRECURSORI «critica e il frutto d’un lungo pazientissimo studio della « cronologia e degli storici, un lavoro così fatto ancor « desiderasi da noi in mezzo a tanta copia di storie, « che pur vantiamo. Il tentare un’ impresa sì grande « sembrar potrebbe imperdonabile temerità, quando non « vi concorressero le forze riunite di molti valenti uomini « stretti tra di loro in un amichevole commercio di « cognizioni e tutti cospiranti a questo line. Ma quanto « difficilmente si legano gli animi e gli studi ! Ecco « l'ostacolo principale all’esecuzione. Si supponga questa « alleanza letteraria, a disposizione della quale sia il « prezioso deposito dei pubblici documenti e i mezzi « necessari, ogni altro ostacolo sarà superato dall’attività, « destrezza ed infaticabilità dei saggi compilatori». Tali erano 1 voti dell’ab. Massola, il quale tracciava inoltre la via più facile e spedita per giungere a questa meta; mostrava la necessità di riordinare e illustrare la nostra storia e, per far ciò, egli era d’opinione che le prime mosse si sarebbero dovute prendere non dal Caffaro, la cui storia incomincia dal iioo, ma dalla più remota antichità, avvicinandosi, per quanto fosse possibile, all’origine dei Liguri; sicché, secondo il Massola, prima dell’epoca del Caffaro si doveva studiare: i.° La storia dei Liguri dalla loro origine alla fondazione di Roma. — 2° Dalla fondazione di Roma fino ai tempi di Carlo xMagno. — 3.0 Dai tempi di Carlo Magno al iioo. L’abate dava quindi un saggio del modo col quale uno storico dovesse scorrere le tre epoche accennate, trattando dei primi Liguri, dei Pelasgi, dei Greci, ecc. (1). (1) Memorie delT Istituto Ligure, Voi. i.° p. 54-55 Genova, Stamperia dell’istituto, 1806. l’istituto nazionale ligure 13 La terza classe, quella cioè che studiava la letteratura e le belle arti, propose a soggetto del premio annuo lo studio dell antichissima favola di bronzo, trovata l’anno 1506 nella valle di Polcevera, che porta incisa in caratteri latini la sentenza pronunziata dal Senato romano sulle discordie insorte, per causa di confini, tra i Genoati e i Veturi (1). Di tale proposta abbiamo pure notizia nel discorso recitato da Francesco Carrega : Dei lavori del! Istituto Ligure - il 15 dicembre 1802. In esso, dopo avere lodata 1 opera dell’istituto ed enumerate le benemerenze delle varie classi, l’autore parla dei lavori della sua, ed espone ampiamente le ragioni per le quali la terza classe trovò degna degli eruditi la spiegazione dell’antichissima 1 avola, di cui dà un largo cenno (2). Ma il premio stabilito non fu per allora assegnato ad alcuno. Le bonae litterae durante i primi anni fortunosi del secolo XIX rimasero mute; la Repubblica e Bonaparte erano troppo occupati a debellare le coalizioni europee per aver tempo di pensare agli eruditi e alla Tavola di Polcevera. Quando però il Bonaparte divenne imperatore, l’Istituto Ligure rifiorì e lascio il suo titolo modestamente repubblicano per quello altisonante di Accademia Imperiale (6 giugno 1805). Allora nel Voi. 2.0 delle Memorie dell’ Istituto intitolato : Memorie dell’Accademia Imperiale delle Sciente, Lettere ed Arti, troviamo ampiamente discussa la questione sulla Tavola di Polcevera, e sappiamo che l’ab. Oderigo (1) Memorie cit. Voi. i.° p 76. (2) De' lavori dell’Istituto Ligure - Discorso recitato dal cittadino Francesco Carrega - i) dicembre 1802 - anno VI.0 Genova, 1803, Stamperia Nazionale, pp. 23. 14 1 NOSTRI PRECURSORI si era attivamente occupato dell’interessante argomento, ma la morte aveva interrotto i suoi studi (1), che erano stati ripresi da Girolamo Serra, come appare dal suo « Discorso sopra un aulico Monumento trovato nelht Valle di Polcevera Vanno i jo6 » (2). Questo è certo il lavoro storico più importante di quelli raccolti nel volume, poiché il Serra studiò la tavola con grande amore. Nel capitolo primo presentò un lungo elenco bibliografico sull argomento, nel secondo fece la narrazione della scoperta, nel terzo riportò una copia dell’iscrizione, 'nel quarto espose il soggetto della stessa, e poi via via trattò dei personaggi, dei popoli e luoghi ivi mentovati, delle cose romane anteriori alla data dell’iscrizione ecc. ecc. Nello stesso volume comparvero due lavori di Gaetano Marrè e di Francesco Carrega su Tacito come scrittore e storico, una memoria di Bartolomeo Boccardi sulla storia del Commercio ed un panegirico di Pagano Doria scritto dall’accademico Bianchi. Anche nel Voi. 3.0 che fu l’ultimo e fu pubblicato nel 1814, troviamo due lavori assai interessanti: il primo é un ragionamento di G. Serra intorno alla patria di Cristoforo Colombo nel quale si dimostra, con salde argomentazioni, che Genova é la sua vera patria; il secondo è un discorso dello stesso autore sulle monete di Genova ed è una chiara e rapida esposizione della numismatica genovese dalle prime « genovine» e dalle antiche «lire» di Genova fino alle monete dei tempi moderni. (1) V. Elogio Storico di Gasparo Luigi Odcrigo scritto da Francesco Carrega, Memorie dell'istituto Ligure, Voi. i.°, p. 103 - Genova, 1806. (2) Memorie cit. Voi. 2.0 pag. 89. l’istituto nazionale ligure 15 In seguito per lunghi anni non si udì parlare in Genova di Società storiche. É vero che nel 1833 re Carlo Alberto istituiva in Torino quella famosa Regia Deputazione sovra gli studi di Storia Patria, la quale doveva occuparsi pure di Genova, ma i cultori di storia nella Superba rimanevano sempre disgregati. ]■ La Società di Stona, Geografia ed Archeologia - Nel 1845 un nobile genovese, il marchese Camillo Pallavicino, volle raccogliere tutte le vigorie intellettuali della città per dare vita agli studi e venne autorizzato da re Carlo Alberto (R. Patente, 18 settembre 1845) a fondare tre società scientifiche che si occupassero l’una di scienze mediche, fisiche e naturali, l’altra di storia, geografia ed archeologia, la terza dell’incremento delle manifatture e del commercio. A presidente della prima fu eletto il dott. Angelo Bo, della seconda l’avv. Giuseppe Morro, della terza il cav. Zenone Quaglia (1). Da uno scritto di quest’ultimo pubblicato nella Gazzetta di Genova, veniamo a conoscenza che le tre Società scientifiche ebbero in pochi mesi da circa quattrocento soci contribuenti e « aprirono ampie sale di « lettura provviste dei migliori giornali di scienze ed arte, « di storia, di geografia, di medicina ed economia », e che esse non vennero già soccorse dal Governo, ma vissero coi proventi dei soci. « Le Società genovesi (egli « scrive) non cercarono a membri esclusivamente i dotti « provetti, illustri; i loro membri non solo non hanno « rimunerazione alcuna, 0 mezzo di studio, ma forni-« scono essi stessi un contingente pecuniario : è quella, (1) Il discorso del marchese Pallavicino per la fondazione delle tre società e quelli dei tre presidenti per l’inaugurazione di ciascuna di esse sono pubblicati nella Rivista Ligure - Genova - Tipografia Sordo Muti - anno 1846 N. 2. 3. 4. ι6 I NOSTRI PRECURSORI « direi quasi, una associazione speculativa, in cui lo « scopo, o dicasi guadagno, cui si mira é l’accresciuto « pubblico e privato capitale di capacità, é un’associate zione di benemeriti cittadini che mettono in comune « la loro esperienza, vi uniscono un piccolo fondo per « formarne, mercé il gran numero, uno sufficiente a far « qualche cosa a pubblico beneficio; e ciò direi a imitate zione delle Società per beneficare i ragazzi, ecc. » (i). Ho voluto citare queste parole, perché ci fanno palese quanta rassomiglianza esista tra quelle Società e la nostra. Mi duole che di questa Associazione, che precorse la nostra, ci sia dato di sapere soltanto come abbia incominciato e ci manchino invece precise notizie sulle cause della sua fine. Trovo perciò non inutile dare un sunto un po’ ampio della seduta inaugurale tenutasi Γ11 febbraio 1846, di cui abbiamo una estesa relazione nella Gazzetta di Genova (2). « Letto ed approvato il verbale di fondazione della « società, il presidente, prof. avv. Morro, inaugurava le « radunanze con un generoso ed eloquente discorso. Accen-« nava come lo scopo di questi convegni scientifici auto-« rizzati dalla sovrana benignità debba rivolgersi a popo-« lare vantaggio, a soccorso delle utili cognizioni, ad « aumento di solenni verità, a lustro della patria, anzi « della nazione. . . Proponeva una lettera a S. E. il Mite nistro dell’ Interno in rendimento di grazie a S. M. pel « favore con cui si era degnato di proteggere questa isti-« tuzione, e la nomina di socio onorario al march. Camillo (1) Gaietta di Genova - 1846 - 17 settembre, N. 112, Delle Società Scientifiche di Genova e singolarmente di quella di Manifatture e Commercio. (2) Gaietta di Genova - 1846 - 14 febbraio, N.° 20, pag. 3. LA SOCIETÀ DI STORIA, GEOGRAFIA ED ARCHEOLOGIA 17 « Pallavicino come fondatore e promotore della medesima. « Le due proposte vennero approvate per acclamazione, e « fu pure acclamata una Commissione per redigere un « regolamento interno disciplinario, composta dei signori « avv. assessore Pietro Torre, marchese Antonio Carrega, « ed avv. segretario Federico Alizeri. » « Dopo di che, apertosi il campo alle letture, l’avv. « Michel Giuseppe Canale espose un metodo storico « geografico ed archeologico da seguirsi nella trattate zione delle cose genovesi, toccando i vari punti sui « quali la nostra storia reclamerebbe tutt’ora l’attenzione « e le ricerche degli eruditi ». « Rese note alcune preziose scoperte da lui fatte in « antiche pergamene e manoscritti, specialmente per ciò « che riguarda la navigazione dei nostri ravvolta ancora « di tenebre e l’arte dei Genovesi nella formazione « di mappe e di portolani, non completamente illustrata « dagli scrittori cittadini ». « Mostrò come per riguardo alla parte geografica si « presenti all’esame dei dotti l’istoria delle colonie geno-« vesi in Levante, la loro attinenza colle nazioni domite nanti, le loro mutazioni, i loro commerci, le ragioni et della loro prosperità e decadenza. Data facoltà alle « disputazioni, dopo alcuni riflessi del march. Camillo Pal-« lavicino, relativi alla lettura intorno alle leggi del Con-tt solato del Mare, il sig. assessore Giovanni Papa fece « lettura d’un suo articolo sulla utilità di una completa « collezione di storici genovesi inediti. » « A buon diritto lamentò la negligenza in cui finora « rimasero questi testimoni delle nostre passate grandezze, « e fece querela come, essendo Genova tra le italiche Atti della Società Ligure di Storia Patria, λ ol. XLIII — iS 1 NOSTRI PRECURSORI « città una delle più doviziose d’annali, di cronache, e « di storie, sia forse Γ ultima a giovarsi di sì prezioso « retaggio e finì esortando Γ età presente a rifarsi del « lungo oblio, ponendo in luce e rendendo di ragione « popolare siffatti volumi » (i). Terminata la lettura, l’avv. Didaco Pellegrini propose che i discorsi si facessero senza apparato oratorio. Indi venne eletta una commissione composta del signor relatore avv. G. B. Belloro, dell’ab. G. B. Piccaluga, e del suddetto avv. Didaco Pellegrini, incaricata di ricavare dalle memorie lette i punti più importanti per farne soggetto di discussione verbale nelle venture adunanze. Dopo un esordio così confortante ci sarebbe stato da sperare in un lavoro assiduo ed efficace, invece non troviamo nei giornali che l’avviso di una seconda adunanza generale indetta per il 25 marzo nel palazzo Pallavicini da S. Sebastiano (2) e poi nessun’altra notizia. Ma questo silenzio ci è spiegato dal Giornale degli Studiosi uscito molti anni dopo (1869), il quale ci fa noto che il generoso marchese ed i tre presidenti erano stati, dopo la terza adunanza, chiamati dal governatore della città, marchese Pau-lucci, per sentirsi intimare il carcere nel caso continuassero le loro sovversive riunioni! (3). Crediamo esatta la notizia data da Luigi Grillo, direttore del Giornale degli Studiosi, ma ci è permesso di supporre (1) 11 discorso del Canale col titolo: Di un metodo storico, geografico archeologico da seguirsi nella trattazione delle cose genovesi trovasi per intero in Rivista Ligure del 1846 N. 4 e 5, pagg. 500-316 e 368-387. (2) Gaietta di Genova - 1846 - 21 marzo, N. 35. (3 ) Giornale degli studiosi di lettere, scienze, arti e mestieri dedicato alla Società Ligure di Storia Patria; anno I (1869), voi. I, pag. 10 n. LA SOCIETÀ DI STORIA, GEOGRAFIA ED ARCHEOLOGIA che la misura draconiana fosse più lardi addolcita, poiché vediamo poco dopo le tre società prender parte al congresso degli Scienziati a Genova. 4. Il Congresso degli Scienziati a Genova - ΓAccademia di Filosofia italica. - La Società di storia, geografia ed archeologia fu rappresentata alla ottava riunione degli scienziati italiani, tenutasi in quell’anno in Genova, dai tre avvocati : Niccolò Maggioncalda, Didaco Pellegrini ed Emanuele Ageno e venne anche ricordata durante il congresso dal conte Gràberg da Plemsò che fece voti perché essa fosse saldamente costituita (1). 11 congresso fu inaugurato il 15 settembre 1846 con un discorso del presidente generale S. E. Antonio Brignole-Sale; discorso eminentemente storico, una vera e rapida rassegna delle imprese gloriose degli avi; eppure fra le tante sezioni formatesi pei lavori del Congresso, non una ebbe per oggetto la storia; se ne parlò tuttavia nella sezione di Geografia e Archeologia, presieduta dal cav. Giulio Cordero di S. Quintino. Nelle sue sedute infatti il Presidente parlò di preziosi monumenti scritti di storia patria esistenti nelle varie biblioteche di Genova, Γ ab. Angius trattò dei nuraghi sardi, il sig. G. B. Raggio lesse un’erudita memoria sui limiti ed il territorio del dominio di Genova nel 1143, l’avv. Michel Giuseppe Canale lesse alcuni cenni sull’antica moneta di Genova, etc. etc. Il Congresso si chiuse il 29 settembre e da allora non si hanno più notizie della Società di Storia, Geografia (1) V. Alti iiella ottava riunione degli scienziati italiani, Genova, Tipografia Ferrando, 1847, pag. 12 e pag. 695. 20 l NOSTRI PRECURSORI ed Archeologia, per cui oserei concludere che la sua breve vita si spense col chiudersi del Congresso. Da quel tempo sino alla fondazione della nostra Società gli studi storici vennero coltivati individualmente dai molti amatori di patrie memorie. Qualche accenno di filosofia della storia riscontrasi nei saggi deH’Accademià di Filosofia italica, fondata da Terenzio Mamiani in Genova nel gennaio 1850, ma è poca cosa e poi non trattasi di storia vera, ma di disquisizioni sul concetto della storia. Qui finiscono i cenni sui precursori della nostra Società; vediamo ora come essa trovasse ambiente adatto per sorgere e prosperare con insperata fortuna. CAPITOLO II. FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA i. I fondatori della Società. - 2. Discorso del marchese V. Ricci. - 3. Elezione dell'ufficio di presidenza. - 4. Primi suoi atti. - ;. La sede della Società. - 6. Disti ibu^ione dei lavori. - 7. Nino Bixio. - S. Elezione degli ufficiali delle sezioni. - <). Inaugurazione della Società e discorso del p. Marchese. ’ Italia si era desta, risorgeva nel cuore del popolo il sentimento della nazionalità e gli animi generosi volgevano con ardore gli sguardi alle passate vicende per convincersi del sacro diritto di avere aneli’essi una patria. Tutta la letteratura della prima metà del secolo XIX dalla lirica al dramma, dal romanzo alla storia civile é una esaltazione delle antiche glorie per il nobile fine di eccitarne delle nuove. Fu quindi naturale che gli studi storici venissero in grande onore, e fu meraviglioso che un sovrano, ancora tentennante fra l’antico regime e le nuove idee, nominasse all’alba dei tempi nuovi una deputazione di dotti per attendere agli studi storici del proprio regno. Era questi il magnanimo re Carlo Alberto che nell’aprile dell’anno 1833 fondava in Torino la Deputazione sovra gli studi di Storia Patria e chiamava a farne parte gli uomini più illustri delle provincie dello Stato. I dotti uomini, oltre che al Piemonte ed alla Sardegna, rivolsero i loro studi anche alla Liguria e pubblicarono molte carte dei secoli più remoti del medio evo ; 24 FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA ma l’esuberanza della materia impediva che essi potessero occuparsi convenientemente della storia di una regione cosi ricca di fatti notevoli non ancora illustrati. Si sentiva il bisogno che un’accolta di studiosi ponesse sua sede in Genova per pubblicarne le cronache ancora inedite e raccoglierne gli statuti dispersi ed i molti documenti ancora inesplorati. Esisteva in Genova un forte gruppo di studiosi delle patrie memorie. Vi erano uomini maturi che avevano già dato prova della loro attività e vi erano giovani volonterosi che attendevano indefessamente a farsi colti ; ma non era ancora sorta l’idea di unire le forze per raggiungere col lavoro collettivo quel fine che era vano potesse raggiungersi da uno solo. i. I fondatori della Società. - Nel 1857 finalmente un piccolo gruppo di volonterosi decise di fondare una Società storica ligure. Erano il marchese Vincenzo Ricci, l’avv. Michel Giuseppe Canale, Giuseppe Banchero, l’avv. Federico Alizeri, l’aw. Emanuele Celesia, l’abate Giuseppe Olivieri ed Agostino Olivieri, tutti cultori delle discipline storiche. λ incenzo Ricci, che era stato il primo ministro costituzionale dell’ Interno, e allora era deputato al Parlamento italiano, aveva sempre dimostrato di essere amante e protettore delle ricerche storiche; M. G. Canale che era stato dapprima un poeta della storia, poiché aveva trattato in versi, in novelle e in drammi le antiche glorie genovesi, si era dato poi alle ricerche severe d archivio e nel 1858 aveva già pubblicato alcuni studi sul commercio dei genovesi, sugli antichi navigatori e scopritori genovesi, sulla cartografia ligure, alcune dotte relazioni su archivi italiani ed esteri, ed una storia I fondatori della società 2) politica della Repubblica di Genova che doveva giungere sino al 1797, ma fu interrotta al 1528. Giuseppe Banchero aveva amorosamente studiato le bellezze di Genova e delle gemine riviere, ed aveva dettato lavori di molto pregio sui principali monumenti della Superba. Fedeiico Alizeri si era accinto ad una storia documentata degli artisti genovesi, e di coloro che in Genova avevano lasciato insigni opere d arte. Emanuele Celesia, poeta e patriota aveva già pubblicato alcuni studi d’indole storica, Giuseppe ed Agostino Olivieri erano ambidue bibliotecari, il primo della Biblioteca civica, il secondo di quella della Università; quest’ultimo aveva recentemente dato alle stampe una interessante relazione sulle caite e cronache manoscritte esistenti nella Biblioteca universitaria. 1 promotori mandarono un invito a tutti i cittadini più autorevoli per cultura e per ingegno pregandoli di voler concorrere alla formazione della nuova società. 11 22 novembre 1857 si tenne, in una sala della Biblioteca civica, la piima adunanza, alla quale, oltre ai promotori, intei vennero: lab. Giuseppe Scaniglia, Ι^λ^ν. Francesco Ansaldo, il march. Jacopo d’Oria, il rev. Niccolò Giuliani, l’avv. Angelo Sanguineti, il padre Vincenzo Marchese, il prof. Giuseppe Gazzino, il march. Camillo Pallavicino, G. B. Passano, l’avv. Marcello Cipollina, il dott. G. B. Pescetto, l’avv. Cornelio Desimoni, il prof. Michele Erede, il march. Raffaele Pareto, l’avv. Giovanni Papa. Anche tra questi troviamo nomi già noti per il loro valore nelle discipline storiche, insieme a quelli di altri che dovevano più tardi rendere grandi servigi alla storia ligure. 20 FONDAZIONI'. DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA 2. Discorso del marchese V. Ricci. - Vincenzo Ricci, eletto presidente provvisorio, tenne agli adunati un discorso che ha due grandi pregi, di evitare ogni ampollosità, e di dare un’idea precisa e completa dei bisogni più sentiti della storia ligure. È commovente per noi, ormai liberi e indipendenti, sentire in questo discorso, pronunciato all’alba della unità italiana, lo sconforto accorato di un patriota che non osa sperare nell’ avvenire della patria e stima che la storia sia « quel solo vincolo che ancora ci lega al mondo delle intelligenze, V unica gloria che forse ci rimanga». Il Ricci però nell’inizio del suo discorso affermava che « a rieccitare le sopite generi razioni abbisognano i forti incentivi dei confronti del « passato col presente, gli stimoli racchiusi nella reli-« gione delle memorie, nella potenza delle tradizioni » e appunto per ciò stimava utile di ricercare le ricchezze sconosciute di manoscritti, documenti, monete, lapidi e ornati che si trovavano presso molte famiglie liguri, e spronava gli studiosi ad unirsi per conseguire pratici risultati nelle investigazioni storiche, per vegliare alla custodia dei monumenti della vecchia sapienza. Egli pertanto consigliava di ripartire il lavoro in tre grandi categorie : i.a ricerca, pubblicazione, illustrazione, dei fatti, dei testi storici, dei documenti pubblici e privati; 2.a leggi politiche, magistrati, istituzioni religiose e di beneficenza; 3.“ dai fatti e dalle istituzioni, deduzione delle leggi morali, degli stadi di civiltà percorsa, delle relazioni con altre provincie italiane. Il Ricci poi accennava a tutti i lavori che si sarebbero potuti intraprendere sulla storia di Genova. Occorreva rintracciare e pubblicare documenti genovesi DISCORSO DEL MARCHESE RICCI 27 importantissimi che si trovavano in paesi stranieri ; Caffaro, il primo annalista dell’ Italia risorta, aveva una edizione imperfettissima e lo stesso difetto riscontravasi per lo Stella, il Senarega, il Varagine ed altri; era d’uopo rifarne la pubblicazione; importava conoscere tutte le relazioni degli ambasciatori genovesi, accertare e chiarire i secoli dell’alto medio evo, ristudiare le conquiste dei genovesi in Oriente, le floride colonie, le vie aperte al commercio, le navigazioni sul Caspio e nella Cina; adunare infine tutte le vestigia materiali del dominio genovese in Oriente. « Se si getta lo sguardo alle istituzioni - proseguiva « il Ricci - s’apre quasi uno sterminato orizzonte, « che affatica l’occhio ed impaurisce la mente. Il solo « ufficio di S. Giorgio, monumento continuato dall’ una « all’altra generazione, di senno, di forti e pratiche anti-« veggenze, di inimitata solerzia e probità, ha precorso « di più secoli i moderni trovati degli economisti e « forse non é raggiunto ancora praticamente dalla scienza « presente. Malgrado ciò, esso non é che un confuso « ricordo ed i congegni del suo meccanismo ammini-« strativo, le sue vicende, le sue lotte, perfino la sua « lingua officiale, sono divenute a noi medesimi ignote, « e i molti e polverosi volumi che ancora ne restano e « racchiudono tanto tesoro di insegnamenti, aspettano « 0 forse attenderanno eternamente mani risolute, perse-« veranti, veramente italiane, che li aprano al mondo ». Continuando nella rapida rassegna, dei lavori da iniziarsi, il Ricci parlava anche dei brevi dei consoli, delle antichissime leggi politiche e commerciali, degli statuti antichissimi e delle corporazioni d’arti e di 28 FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA mestieri che attendevano l’opera di un rianimatore delle vecchie età, e finiva : « Non é una vera accademia di « dotti che noi abbiamo immaginato, ma quasi una « palestra di studiosi cittadini, amorevoli custodi e pro-« motori dello sterile, ma caro al cuor nostro, avito retaggio « sfuggito alle ingiurie dei tempi e dell’avversa fortuna, « in una parola, ella è piuttosto che letteraria, un’opera, « un dovere civile che vi proponiamo » (i). Terminato il discorso, l’avv. Celesia leggeva lo schema del regolamento o statuto sociale. Una commissione composta del prof. Sanguineti, p. Marchese, avv. Desi-moni, dott. Pescetto, sig. Olivieri Agostino ed avv. Celesia procedeva all’ esame dello statuto, il quale venne discusso prima in seduta privata,, poi nell’adunanza generale del 29 no\rembre 1857, nella quale venne approvato. 3. Elezione dell’ufficio di presidenza. - In una terza seduta (6 die. 1857), tenutasi come le precedenti in una sala della civica Biblioteca, si procedette alla elezione dell’ufficio di presidenza e l’avv. Celesia fece conoscere all’assemblea la deliberazione presa dai soci promotori di astenersi dal dare il loro voto per la nomina degli ufficiali, onde non influire direttamente o indirettamente sulla scelta delle persone che la Società fosse per chiamare agli uffici. Procedutosi alla votazione ed eseguito lo spoglio delle schede, l’ufficio di presidenza rimase cosi composto: Presidente - p. Vincenzo Marchese dei Predicatori. Vice-presidente - avv. Antonio Crocco, consigliere della Corte d’Appello. (1) Il discorso è pubblicato per intero nel voi. I degli Atti della Società ligure di storia patria, pagg. XV-XXXI. ELEZIONE DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA 29 Segretario - prof. Gerolamo Boccardo. I ìcc-segretario - prof. Giuseppe Gazzino. Cassiere - cav. Niccolò Allegretti. Consiglieri: Giuseppe Bandiera, catastato della città; avv. Marcello Cipollina, ispettore degli archivi governativi ; avv. Giovanni Montesoro, sostituto dell’avv. dei poveri; march. Vincenzo Ricci, deputato al Parlamento; rev. prof. Angelo Sanguineti, dottore di collegio; avv. piof. Antonio Caveri, v. rettore della R. Università. Desterà forse meraviglia il fatto che non si fosse conici maio quale presidente il marchese Ricci che aveva già come piesidente provvisorio dato prova di poter esseie una guida intelligente ed energica dell’opera sociale, ma la meiaviglia si muterà in ammirazione quando si sappia che la causa fu assai delicata e degna di encomio. Essa ci viene rifeiita dal Belgrano nella sua necrologia del march. Ricci (1868), ove racconta quanto segue: (( Quel discoiso (il discorso tenuto dal marchese Ricci « nella piima adunanza della Società) allora applauditis-« simo, e pei comun voto destinato ad aprire la serie « degli Alti che divisavasi di mandare a stampa, aveva ce pui fatta nasceie in parecchi tra soci la idea di conce ftniL al Ricci medesimo, nelle prossime elezioni, la « presidenza effettiva, della quale a più d’un titolo « invero giudicavasi meritevole. Altri però avvisavano « come il conferimento di tale ufficio in quegli inizi ad « un uomo politico non sarebbe stato per avventura « senza pericoli, potendosi da ciò argomentare un caratee tere che la Società non avrebbe dovuto vestire; suo 50 FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA « unico line essendo quello di affratellare insieme, senza « distinzione di parte, quanti poteano recare il loro tri-« buto al nobile e bello edificio della patria storia. Prete valsero appunto questi concetti; e l’onorevole incarico « fu perciò confidato al p. Vincenzo Marchese, nome caro « alla patria non meno che alle lettere ed alle arti ». ce Ho accennato a questa circostanza, perche mi piace « soggiungere come il Ricci, non tocco punto da quel « risentimento che forse sarebbesi aperto la via in un « animo meno generoso del suo, anzi compreso appieno « del valore delle ragioni che avevano guidati i collegbi, « continuò alla Società le cure e l’affetto che in essa « avea posti, e fu per tal guisa contento di entrare a a parte del suo consiglio di presidenza » (i). Il nuovo presidente era del resto persona indicatissima a tale carica. Uomo di somma modestia ma di grande dottrina, egli aveva dedicata tutta la sua vita a ricerche storiche ed artistiche. Appartenendo all’ordine dei domenicani, si era assunto il compito di scrivere la storia politica, artistica e letteraria del suo Ordine, ma la vastità dell’argomento, la difficoltà di trattare alcune scabrose questioni, i tempi avversi e la malferma salute impedirono che egli conducesse a fine l’opera. Malgrado ciò uscirono dalla sua penna alcune pregevolissime Memorie dei più insigni artisti domenicani e dotte illustrazioni della chiesa di S. Marco in Firenze ed altri scritti sulle arti, degni di molta considerazione, sia perché il Marchese era conoscitore profondo della storia dell’arte, sia perché sapeva scrivere con uno stile cosi forbito ed elegante (i) L. T. Belgraxo : Necrologia del march. Vincenzo Ricci in Archivio Storico italiano, serie 3.“ Tomo XI, pagg. 213-220. PRIMI SUOI ATTI che il nostio Barrili lo chiamò « il Beato Angelico della prosa italiana » (i). 4. Pumi suoi, atti. - Subito dopo l’ufficio di presidenza inviava alle persone più notabili di Genova il seguente invito di associazione: t « Parecchi cittadini, amanti dei buoni studi, vanno proci muovendo 1 attuazione di una Società di Storia Patria « collo scopo di tornare in onore fra noi le storiche « discipline, d indagare Je antiche memorie, d’illustrare « le vecchie cronache, di zelare la conservazione dei « liguri monumenti, di trarre dagli archivi sì pubblici « che privati quei tesori di patria erudizione che ivi « giacciono ancora negletti, di dare opera insomma a « risvegliare nel paese nostro un forte ed efficace amore « allo studio delle notizie civili, letterarie, economiche, « commerciali, religiose, biografiche, archeologiche ed « artistiche che la concernono. « Bramerebbero assai vivamente i promotori della « Società che la S. V. convalidasse i loro sforzi colla « sua utile cooperazione, e che permettesse di inscrivere cc il liverito suo nome nell albo dei soci. Nella speranza « che la S. V. acceda all invito, l’Uffizio di Presidenza, « che i piomotori hanno eletto, La prega a voler riman-« dare, per mezzo della posta, firmata l’unita scheda di « adesione ». E le schede di adesione giunsero alla sede della Società in numero maggiore che si potesse sperare; ma non é a credere che essa non incontrasse qualche leggero (1) Alti - Voi. XXVIII, pag. 75. Il lettore potrà trovare maggiori notizie bibliografiche del p. Marchese in una nota al fine di questo capitolo. FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA ostacolo nel periodo della sua formazione. Vi erano i soliti scettici che predicevano una vita effimera a questa società di dotti, formata in un centro eminentemente commerciale, e vi erano i gelosi che temevano che la Società volesse entrare nel campo già occupato dalla R. Deputazione di Storia Patria di Torino. Di ciò serbiamo nei nostri archivi un curioso documento, una lettera di Pasquale Antonio Sbertoli, membro appunto di questo reai sodalizio (la cui elezione era stata però, secondo il Manno (i), se non imposta, almeno vivamente raccomandata dal governo) nella quale pretestando certe strane incompatibilità, intendeva gettare i semi della diffidenza e della discordia ira il vecchio e il nuovo istituto. I malintesi però scomparvero e prestissimo sorse la più cordiale, la più fraterna concordia fra i soci dell’ uno e dell’altro. Ad ogni modo conforta il trovare, subito dopo la lettera dello Sbertoli, quella di un Deputato al Parlamento, l’on. Vincenzo Ricci, che già ben conosciamo, nella quale egli esprimeva in brevi detti il suo affetto alla nascente Società. « Mi reputo onorato - diceva - del-« l’invito direttomi di far parte della Società di Storia « Patria, e non solo vi aderisco, ma, giusta le tenui mie « forze, mi farò sempre un debito di secondare il nobile « scopo propostomi dai promotori ». 5. La sede della Società. - Intanto l’ufficio di presidenza della Società si raccoglieva più volte (il 10 e il 29 dicembre 1857 e il 9 gennaio 1858) in una sala del convento di S. Maria di Castello (dimora del p. Marchese) (1) Manno Antonio, L’opera cinquantenaria della R.Deputa\ione di storia patria di Torino, Torino, Bocca, 1884, p. 376. LA SEDE DELLA SOCIETÀ 33 a fine di provvedere ai primi bisogni della nuova associazione, e innanzi tutto dirigeva una lettera al Sindaco per ottenere l’uso di una sala della civica Biblioteca per le sue adunanze, e questa era concessa dal sindaco Giuseppe Morro con una lettera gentilissima (i6 dicembre 1857). Indi compilava uno schema di norme regolamentari interne della Società, e già si occupava a ottenere manoscritti dai privati, mentre i promotori si adoperavano ad aumentare il numero dei soci. Conserviamo in proposito una lettera del p. Angelo Sanguineti, il quale, scrivendo a Giuseppe Banchero, consigliere della Società, propone a soci tre giovani che non rimasero ignoti a Genova, e cioè l’avv. Enrico Bixio, il march. Marcello Staglieno « giovane pieno di ottime qualità e dedito con passione agli studi di storia patria » e il march. Lazzaro Negrotto. 6. Distribuzione dei lavori. - L’ufficio di presidenza indisse per il giorno 17 gennaio un’assemblea generale per sottoporre alla discussione ed approvazione dei soci le norme regolamentari proposte dal Consiglio. Secondo queste, la Società era divisa in tre sezioni le quali studiavano rispettivamente : la Storia, ΓArcheologia e le Belle Arti. Erano di spettanza della prima le seguenti materie : storia civile, storia letteraria ed ecclesiastica, leggi e statuti, biografie, geografia, colonie, beneficenza ecc; della seconda: numismatica, pesi e misure, iscrizioni, illustrazioni di antichi monumenti, codici e pergamene, delimitazione del territorio antico di Genova e della Liguria; della terza: storia dell’arte, illustrazione di monumenti artistici, conservazione d’oggetti d’arte. Ogni sezione era diretta da un preside e da un vice-preside, con un segretario e un vice-segretario, i quali Atti della Società Ligure di Storia Patria Voi. XLIII — 4. 34 FONDAZIONE DELI-A SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA duravano in carica un anno. Seguivano altri articoli sulla lettura dei lavori dei soci e sulle modalità per la pubblicazione di essi. Tutti questi articoli vennero discussi e modificati nella seduta del 17 gennaio. 7. Nino Bixio. - Alla discussione prese parte un uomo che certo non avremmo immaginato di trovare in una adunanza di cultori della storia: Nino Bixio! il quale, alle materie spettanti alla sezione di storia, suggeri che si aggiungesse la statistica. Tale proposta venne approvata a pieni voti, sicché noi dobbiamo a Nino Bixio l’aggiunta di questa moderna coadiutrice della scienza. E si noti che, subito dopo, il socio Agostino Falconi, storico del golfo della Spezia, vedeva respinta la sua proposta di aggiungere la geologia alle materie attinenti all’ archeologia. Ma poiché abbiamo ricordato Nino Bixio come socio, nasce naturale la domanda perché il Bixio non appare in alcun elenco dei soci. A prima vista, chiunque spiegherebbe questa assenza pensando che il capitano Bixio poteva essere presente a Genova e partecipare a sedute storiche nel 1858, ma nel 1859 e nel 1860 egli era altrove; invece di udire le vecchie storie degli avi, cooperava efficacemente a fare la storia del Risorgimento Italiano. In realtà vi fu una ragione egualmente forte, egualmente nobile che lo staccò dalla società e ce la espone il Belgrano nel suo Elogio di Antonio Crocco (1). « Allorché la Corte « d’Appello e con essa il Crocco pronunciando sui fatti « del 29 giugno 1857, ne condannava gli autori (20 mar-« zo 1858), il Bixio respinse sdegnoso alla presidenza del (1) Atti - voi. XVII, pag. 90. - nino ηιχιο 35 « nostro Istituto la tessera di ascrizione, protestando che « non legheiebbesi d alcuna consuetudine coi giudici dei <( suoi fratelli nella fede politica. Scorsero da quel giorno « quattordici anni, el antico marinaio ... dopo essere stato « gueriiero e legislatore, appresta vasi a correre ancora i « mari sul Maddaloni tentando nuovi sbocchi al commercio « italiano. Eia proprio alla vigilia della partenza, quando « nelle sale di Raffaele Rubattino gli avvenne di incontrarsi (( nel Crocco : - Ebbene, gli disse, come va la nostra Società « di storia patria? s é fitta un bel nome, lo so, ed io ne «. ho sempre seguiti con affetto i progressi. Anzi, possiedo (( alcuni volumi degli Alti e bramerei completarne la collere zione; ma di ciò, al mio ritorno. Frattanto le sarò « obbligatissimo, se ella disporrà che mi vengano d’ora in (( poi trasmesse le pubblicazioni sociali. Quindi sorridendo: « Si ricorda bene di me? - Che tempi e che teste ! - e « scattando in un gesto vibrato e nervoso, aggiunse più « chele parole non dissero ». Alcuni mesi dopo, il Belgrano spediva al console italiano in Batavia, coll’ indirizzo « a Nino Bixio » i Ricordi arabici su la storia di Genova e, col libro, gli auguri di Michele Amari e del Crocco. Ahimè! il libro gli veniva rimandato dal console; « l’Aiace « risparmiato in cento pugne, laddove gli avrebbe sorriso « il dulcis pio patria mori era sceso sotterra alle spiagge « inospitali degli accinesi! » 8. Elezione degli ufficiali delle sezioni. — In tre adunanze speciali dei soci si procedette alla elezione degli ufficiali delle varie sezioni e riuscirono eletti: Per la sezione di storia: Preside - avv. M. G. Canale; Vice-preside - cav. Emerico Amari; FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Segretario - avv. Ippolito Gaetano Isola; Vice-segretario - Oreste Marcoaldi. Per la sezione di archeologia : Preside - nob. d. Pasquale 'Fola; Vice-preside - p. Amedeo Raimondo Vigna; Segretario - march. Iacopo d’Oria; Vice-segretario - L. Tommaso Belgrano. Per la sezione di belle arti : Preside - Giuseppe Isola; Vice-preside - Santo Varili ; Segretario - ab. Giuseppe Scaniglia; Vice-segretario - Tammar Luxoro. o Diremo due parole sui presidi e sui vice-presidi delle tre sezioni. Di M. G. Canale già parlammo altrove; Emerico Amari era siciliano ed era stato professore di diritto penale all’Università di Palermo, poi di filosofia della storia nel R. Istituto di studi superiori in Firenze. Il barone Pasquale Tola era nato a Sassari e vi aveva percorsi gli studi di teologia e di legge. Da lungo tempo era a Genova sua seconda patria, occupando la carica di consigliere della corte d’Appello. Aveva già pubblicato un Dizionario biografico degli nomini illustri di Sardegna e un Codice degli statuti della Repubblica di Sassari ed attendeva in quel tempo ad una copiosa raccolta di documenti storici importantissimi per la storia della Sardegna che fu più tardi pubblicata nei Monumenta Historia Patrice. Aveva compagno nella direzione della sezione di archeologia il p. Raimondo Amedeo Vigna, frate domenicano studiosissimo, che stava allora per licenziare alle stampe uno ELEZIONE DEGLI UFFICIALI DELLE SEZIONI 37 studio sulla antica collegiata di Santa Maria di Castello in Genova, corredato di copiosi documenti inediti. Giuseppe Isola e Santo Varni erano due lodati cultori della pittura e della scultura, ambidue conoscitori eruditissimi delle bellezze artistiche di Genova. 9. Inaugurazione della Società e discorso del p. Marchese. -Così verso la metà di febbraio la Società era bene organizzata ed il 21 febbraio 1858, in una affollata adunanza, tenutasi nella gran sala del palazzo municipale di Genova, il presidente Vincenzo Marchese, teneva il solenne discorso inaugurale. Le sue prime parole furono di lode e di ringraziamento al sindaco Giuseppe Morro (fu poi nostro'illustre presidente), il quale aveva voluto incoraggiare la società fin dal suo nascere, indi passò a trattare dell’importanza della storia presso i popoli, del grande onore in cui la avevano i genovesi fin dall’alto medio evo, quando affidavano a insigni scrittori la narrazione dei pubblici avvenimenti. « Questo sacro deposito, di sempre nuove e « bellissime glorie accresciuto, giunse infino a noi mercé « Γ opera di sopra quaranta storici, gravi e assennati, incor-« rotti e ben sovente eloquenti». Dopo avere esposto con mirabile sintesi come sia concepita ]a storia nelle varie età di un popolo, disse quale sia il concetto moderno della storia, e, a proposito di questo, consigliò i colleghi a studiare, a rifrugare gli archivi, ad abbandonare la forma seguita dal Botta e ad imitare invece il Sismondi e l’Amari che lessero e meditarono antiche leggende e vecchie cronache per i loro studi sulle Repubbliche del medio evo e sulla dominazione dei Mori in Sicilia. Indi tessè l’elogio di Caffaro, 38 FONDAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA « primo tra gli annalisti italiani, scrittore meraviglioso « per l’età in cui visse, nè in quella superato da alcuno»; ma prima delle cronache di Caffaro si hanno « tenebre secolari, le quali risalgono alla caduta dell'impero romano». Qui appunto occorreva che gli studiosi indirizzassero le loro ricerche, e di quelle epoche lontane era d’uopo che studiassero le leggi, la moneta, i traffichi, la navigazione. Desideratissima era pure la storia del nostro commercio, la quale avrebbe gettato la luce su molte cause di guerre, di alleanze, di trattati. Le nostre colonie, i nostri navigatori, attendevano ancora una storia completa delle loro vicende ; degnissimi di studio erano anche i molti e ricchi Istituti di pubblica beneficenza fondati dagli avi. Nell’ ultima parte del suo discorso, il Marchese ebbe ragione di lodare la prontezza colla quale i genovesi erano accorsi all’invito dei promotori della nuova Società, « quasi per provare ancora una volta, che non ostante le « condizioni al tutto speciali della nostra città, l’amóre « degli studi e delle gentili discipline non è spento fra noi ». Accennò infine alle varie opere a cui si erano accinti i nuovi soci e tracciò il programma dei lavori futuri. Degne di essere integralmente riportate sono le ultime parole dell’eloquente discorso : « . . . . Signori ! Noi po-« niamo la prima pietra di un grande e bello edificio, « il quale, se non gli verrà meno il Livore dei nostri « concittadini, né l’opera degli studiosi delle storiche « discipline, se uniti di mente e di cuore non ci lasce-« remo per qualsiasi contrarietà svolgere o fuorviare « dal nostro cammino, crescerà a decoro di questa noie stra diletta città e sarà un monumento non perituro, « che attesterà agli avvenire, come i semi gentili posti INAUGURAZIONE DELLA SOCIETÀ E DISCORSO DEL P. MARCHESE 39 « dagli avi nostri in ubertoso terreno, fossero da noi « svolti e coltivati con fede, con perseveranza, con amore, a L opera sapiente non tarderà a dare frutti copiosi e « desiderabili ; la patria per voi fatta lieta e onorata, ve « ne avrà eterna gratitudine ed io ricorderò sempre « questo giorno come uno dei più cari della mia vita ». CAPITOLO III. I PRIMI ANNI E LE PRIME OPERE (1858 - 1862) 1. Lavori delle sezioni nell’anno accademico 18 57-58. - 2. 11 secondo anno accademico 1858-jc). - 3. Il nuovo presidente. - 4. I primi soci onorari e corrispondenti. - 5. L’opera delle seiioni nell’anno i8fò-$y. - 6. Il terzo anno accademico 1859-60. - 7. Elezioni del 1860.-8. L’opera delle sezioni nell’anno 1859-60. - <). Gli anni accademici 1860-61, 1861-62. e sezioni inaugurarono le loro sedute m giorni diversi. La sezione di storia il tre marzo 1858, quella di archeologia il diciotto mese, quella di belle arti il dieci aprile. 1 tre presidi tennero alle loro sezioni acconci discorsi, accennando agli argomenti che si potevano trattare, all’indirizzo da darsi ai lavori e alle norme da seguirsi. 1. Lavori delle sezioni nell*unno accademico 18jy-j8. -Ogni sezione assunse 1 incarico di un lavoro speciale a cui tutti i soci potessero portare il loro contributo. Il preside della sezione di storia propose di chiedere al governo il registro della Curia arcivescovile di Genova, che illustra i tempi più oscuri della Liguria ed altri documenti storici che si conservavano negli archivi di Torino, affinché la Società li rendesse di pubblica ragione, ed il socio Luigi Tommaso Belgrano si assunse l’incarico di studiare 1 importanza del registro stesso. Il preside della sezione di archeologia propose di raccogliere in un corpo tutte le iscrizioni spettanti alla storia della Liguria; quello di belle arti lanciò l’idea di compilare un progetto di rego- dei lo stesso 44 1 PHIMI ANNI E LE PIUME OPERE lamento per la conservazione dei monumenti patrii. Ma oltre ai lavori progettati dalle sezioni, i singoli soci presentarono a loro volta il frutto delle ricerche fotte, e· primo di essi il socio avv. Francesco Ansaldo informava la Società dell’ esistenza di un brano di Caffaro sino allora non conosciuto e scoperto dal fratello Giovanni a Parigi, che si riferiva ai fatti genovesi nella prima crociata. La Società lieta di cominciare la pubblicazione dei suoi Atti col glorioso nome di Caftaro, deliberava che la narrazione illustrata dall’avv. Ansaldo fosse stampata nel primo volume. Nella sezione di storia il socio L. Tommaso Belgrano leggeva una memoria intorno alla vita e alle opere del marchese Gerolamo Serra (i); Michel Giuseppe Canale illustrava alcuni trattati concernenti il commercio ed i privilegi dei genovesi nella Sicilia, pubblicati dal prof. Diego Orlando nel suo: Codice di leggi e diplomi siciliani; Agostino Olivieri passava in rassegna le opere storiche pubblicate in Italia e specialmente le Osservazioni critiche sopra alcuni particolari della storia del Piemonte e della Liguria nei secoli XI e XII, di Giulio Cordero di San Quintino e la Storia degli Italiani di Cesare Cantù. La sezione di archeologia preparava con attività i materiali per il corpo di iscrizioni liguri. Tutti i soci prestarono l’opera loro e fu eletta una commissione coll’incarico di studiare tutte le raccolte epigrafiche liguri e di riferirne il merito e l’importanza. Questa commissione pose fine ai suoi lavori entro l’anno stesso, sicché nel giugno il socio Belgrano potè leggerne la relazione. (r) L. T. Belgrano: Della vita e delle opere del marchese Gerolamo Serra. Memorie storico critiche. Genova, Tip. Sordo-Muti, 1859, 8°, 157 pagg. lavori delle sezioni nell’anno accademico 1857-58 45 Ma oltre a questa opera principale il preside Tola suggeriva al socio Desimoni la pubblicazione e la illustrazione di alcuni frammenti di un Breve consolare genovese del secolo XIII comunicato alla Società dal cav. Pietro Datta, membro della Regia Deputazione di storia patria. 11 Desimoni si dava con lena a tale studio e comunicava le sue conclusioni nell’assemblea generale del 16 gennaio 1859. Presentava poi parecchi documenti di convenzioni avvenute fra la Repubblica di Genova e l’impero greco del secolo XII e poiché una giunta appositamente elettane riconobbe l’importanza, si deliberò che lo stesso Desimoni li chiarisse con apposite note. 11 socio Agostino Olivieri leggeva alcune avvertenze sull’anno e l’indizione genovese, provando con documenti come il primo cominciasse fra noi, non dalla Purificazione (2 febbraio) come alcuni scrittori asserivano, ma dal giorno immediatamente successivo al Natale (26 dicembre) e l’altra fosse di un anno posteriore alla cesarea ed avesse principio il 24 settembre. Il p. Amedeo Vigna presentava poi il suo studio sull’ antica collegiata di S. Maria di Castello che fu reso di pubblica ragione nello stesso anno, fuori degli Atti (1). La sezione di belle arti aveva il piacere di udire una lettura del p. Marchese sulle molteplici relazioni che hanno le arti figurative colla poesia e colla musica. E da quella sezione partiva l’idea di una discussione sul luogo dove avrebbe potuto collocarsi il monumento di C. Colombo, qualora si fosse dovuto rimuovere dalla piazza dell’Acquaverde per i lavori della nuova stazione (1) Vigna R. Amedeo, L’antica collegiata di S. Maria di Castello in Genova etc., Sampierdarena, Tip. Francesco Vernengo, 8°, 302 pagg- 46 I PRIMI ANNI E LE PIUME OPERE ferroviaria. La commissione eletta a questo scopo propose la passeggiata dell’Acquasola come il luogo più adatto. La proposta presentata ad un'assemblea generale (9 giugno 1858) fu approvata e fu deciso di comunicarla al Sindaco di Genova, il quale rispose (28 luglio) che avrebbe tenuto in gran conto la raccomandazione della Società; ma il monumento, come tutti sanno, non venne rimosso e campeggia tutt’ora sulla piazza Acquaverde. Con tale voto, che era il primo segno della partecipa-, zione della Società agli interessi artistici della città, si chiudeva il primo anno della sua vita, anno di preparazione e di coordinamento. 2. Il secondo anno accademico 18)8-59. - Il secondo anno accademico, iniziato il 21 novembre 1858, si chiudeva il 17 luglio dell’anno 1859, l’anno della nostra gloriosa seconda guerra d’indipendenza; è quindi naturale che lo strepito delle armi che agitava tutta l’Italia non lasciasse indifferenti i nostri studiosi. Le assemblee generali infatti sono interrotte al 20 febbraio e si riprendono per una sola seduta il 17 luglio 1859. C’era di mezzo il famoso sbarco a Genova delle truppe francesi in aiuto degli italiani; le nostre più fulgide vittorie da Magenta a S. Martino, e non bisogna far torto agli aridi cultori di archeologia e di storia medioevale di crederli non egualmente entusiasti della storia contemporanea. Nella prima seduta di queiranno, veniva distribuito il primo fascicolo degli Atti con i due discorsi d’inaugurazione dell’on. Ricci e del p. Marchese e nell’ultima tornata il secondo fascicolo, contenente la cronaca della prima crociata, scritta da Caffaro, ed un’altra dei Re di Gerusalemme scritta da un anonimo, illustrate come già dicemmo II. SECONDO ANNO ACCADEMICO 1858-59 47 dall avv. Francesco Ansaldo, e un frammento di Breve genovese, pubblicato dall’avv. C. Desimoni. 3. Il nuovo Presidente. - In una delle poche adunanze tenute in quell’anno, si procedette, a norma dello statuto, alla elezione annuale dell’ufficio di presidenza e, poiché il p. Marchese, per le continue e dolorose infermità onde fu sempre travagliato, aveva dichiarato di non potere più oltre reggere la carica affidatagli, venne eletto in sua vece 1 avv. Antonio Crocco genovese, magistrato integerrimo, poeta e letterato pregevole per l’eleganza e purezza della lingua, autore di elogi di liguri illustri e amico dello storico Carlo Botta che molto attinse dalla sua erudizione nella storia genovese. L’ufficio di presidenza rimase così costituito: Presidente, avv. Antonio Crocco; vice-presidente, prof. Angelo Sanguineti; consiglieri: p. Vincenzo Marchese; march. Vincenzo Ricci; avv. Giovanni Montesoro; avv. Marcello Cipollina; senatore Domenico Elena; padre Lorenzo Isnardi. 4. I primi soci onorari e corrispondenti. - Lo statuto voleva pure che si eleggessero soci onorari della Società i più benemeriti di essa e gli uomini più illustri per lavori storici e che si scegliessero come soci corrispondenti quegli studiosi della nostra disciplina i quali, risiedendo iuori di Genova, potessero colle loro cognizioni prestare una attiva cooperazione ai lavori dell’istituto. Perciò nell’ultima seduta dell’anno accademico si proclamarono soci onorari gli uomini allora più noti per i loro studi storici quali: il conte Camillo Benso di Cavour, Cesare Cantù, Michele Amari, Gino Capponi, Luigi Cibrario, Alessandro Manzoni, Enrico Pertz, Carlo Promis, Federico Sclopis, e i benemeriti della Società: Giuseppe Mcrro e Raffaele 4S 1 PRIMI ANNI E LE PRIME OPERE Lambruschini. Inoltre vennero eletti a soci corrispondenti: il conte Giovanni Arrivabene, il cav. Carlo Bandi di Vesine, Giunio Carbone, Celestino Combetti, Ariodante Fabretti, Cesare Guasti, Alberto Guglielmotti, Carlo Milanesi, Luigi Passerini, Giulio Rezasco, Gabriele Rosa, Gerolamo Rossi, Giovanni Spano ed altri. 11 lettore troverà più innanzi l’elenco completo dei soci onorari e corrispondenti e potrà anche leggere in appendice alcune loro lettere di ringraziamento, nelle quali non so se ammirare più la modestia di quei grandi, o la considerazione in cui tenevano la nostra Società. A tutti questi personaggi sarebbe stato doveroso inviare senza indugi il diploma attestante il titolo loro conferito, ma le vicende fortunose dell’ anno non lo permisero, e i diplomi non furono inviati che assai più tardi. j. L’opera delle sezioni nell’anno 1858-1859. - Le medesime cause che impedirono l’opera collettiva della Società ostacolarono pure i lavori parziali delle sezioni; sicché la sezione di storia, apertasi il 6 dicembre del 1858, cessò le sue sedute col 15 febbraio 1859; quella di archeologia che le aveva iniziate il 25 novembre 1858, le chiuse il 10 marzo 1859; la sezione di belle arti risenti più delle altre gli effetti della guerra, perché non si radunò che una sola volta (17 gennaio 1859). Con tutto ciò i pochi lavori presentati alle sezioni dimostrarono tutta la buona volontà dei soci. Nella sezione di storia il preside M. G. Canale (rieletto a tale carica) presentò nella prima seduta uno studio sul commercio dei genovesi e dei veneziani nell’Egitto, ricordando come quei due popoli tentassero di tenere aperto il commercio coll’india, per l’istmo di I.’OPERA DELLE SEZIONI NELL’ANNO 18 5 8-1 8 > 9 49 Suez, dopo la caduta di Costantinopoli e la scoperta del Capo di Buona Speranza e come i veneziani proponessero per i primi di tagliare l’istmo stesso. Nella terza seduta lo stesso Canale lesse una memoria sull’antica città di Libarna, trattando in ispecial modo degli avanzi del teatro e dell acquedotto. Luigi Tommaso Belgrano comunicò un suo studio sulla Certosa di San Bartolomeo a Rivarolo inferiore, dando notizie storiche ed artistiche del monastero e cenni dei priori e degli uomini illustri di quella Casa. Inoltre, poiché il socio Ippolito Isola, reduce da un viaggio nel Belgio, riferiva di avere trovato negli archivi di Bruxelles un volume di documenti inediti sulle consuetudini, i privilegi ecc. dei genovesi nel Belgio, la sezione deliberò di chiedere all’assemblea sre-nerale i fondi per farli ricopiare. La sezione di archeologia, ancora sotto la direzione del barone Tola, attendeva alla raccolta delle iscrizioni liguri dell’epoca romana; una seconda commissione, giovandosi dei lavori della precedente e segnatamente di alcuni spogli presentati dai soci d’Oria e Belgrano, doveva, sotto la guida del professor Angelo Sanguineti, raccogliere il tanto desiderato corpo epigrafico; ma durante le sedute i soci potevano ascoltare dal socio Jacopo d’Oria la illustrazione della chiesa di S. Matteo; opera di grande valore storico ed artistico, dedicata dall’autore alla Società e pubblicata fuori degli Atti (i). In quelle sedute il d’Oria raccoglieva e spiegava tutte le epigrafi scolpite sulla facciata e neH’interno del tempio e nel chiostro. Alla descrizione della chiesa seguivano le illustrazioni sul (1) Jacopo J’Oria, La chiesa di S. Matteo descritta ed illustrata, Genova, Tipografia Sordo-Muti, 1860. Atti della SocictA Ligure di Storia Patria Voi XLIII — 5. I PRIMI ANNI E LE PRIME OPERE monastero di S. Fruttuoso a Capodimonte e tavole genealogiche dei d’Oria e documenti importantissimi. Il Belgrano parlava dei notari genovesi del medio evo, spiegandone le varie denominazioni, i vari attributi, gli statuti e le disposizioni che li reggevano (i). Infine il socio Emetico Amari esponeva la prima parte di una sua dotta relazione sul Glossarum Italiana di Ariodante Fabretti, ragionando dell’ antichissima origine e della lingua dei popoli italici, dei loro costumi e delle guerre preromane. La sezione di belle arti radunatasi, come già dicemmo, una sola volta il 27 gennaio 1859, dopo avere riconfermato, come le altre sezioni, l’ufficio di presidenza, stabiliva di continuare le biografie degli artisti genovesi rimaste interrotte dopo gli scritti del Sopranis e del Ratti (2). 6. Il terzo anno accademico iS59-60. - 11 4 dicembre 1859 la Società riprendeva le sue sedute ed iniziava il terzo anno accademico. II presidente avv. Crocco esortava i Presidi delle tre sezioni a voler preparare il materiale per la pubblicazione del terzo fascicolo del primo volume degli Atti ed il cav. Tola prometteva che in breve la sua sezione avrebbe presentato due lavori del Sanguineti e del Desimoni. E in verità, come vedremo più innanzi, la sezione di archeologia fu quella che maggiormente si distinse per operosità é zelo in questi primi anni. In quell’anno si procedette alla revisione dello statuto, che fu poi definitivamente approvato ( i ) L. T. Belgrano, I notari nel medio evo, in Giornale dei notari etc., Firenze, 1864, num. 16-19. (2; Sopranis Raffaele e Ratti C. Giuseppe, Vite dei pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova, Tip. Casamara, 1768-69, 2 volumi in 4.0 < 11' TEHZO ANNO ACCADEMICO 1859-60 ,1 il 18 dicembre 1859; indi si discusse una proposta del socio bmerico Amari sulla utilità di compilare un regesto nel quale fossero indicati tutti i documenti liguri che si trovano nelle opere già pubblicate, e venne eletta una commissione per studiare i mezzi più acconci a mettere in esecuzione il progetto. La commissione infatti propose alcune savie norme per la formazione del regesto. Ma purtroppo la bella idea, se ebbe nei primi inizi attivi sostenitori come il Desimoni, non fu sinora tradotta in atto. 7. Elezioni del 1860. - Nel gennaio del 1860 si procedette, come di obbligo, alle nuove elezioni che riconfermarono 1 intero ufficio di presidenza; i soli consiglieri Marchese ed Elena vennero sostituiti dal Desimoni e dallo Staglieno. Nelle sedute successive si scelsero gli scritti che dovevano essere sottoposti, come richiedeva lo statuto, all approvazione, per la pubblicazione negli Atti, e di essi veiremo parlando nella relazione dei lavori delle singole sezioni. 8. L’opera delle sezioni udranno 1859-1860. - La sezione di archeologia merita la precedenza per la copia delle memorie presentate. L’ab. Sanguineti leggeva la sua illustrazione delle iscrizioni liguri dell’epoca romana fermandosi a lungo sulla I avola di Polcevera, intorno alla quale anche il Desimoni aveva raccolti i suoi studi in tie lettere dirette allo stesso abate (1). Santo Varni presentava XII epigrafi dell agro libarnese, e il Desimoni, addentrandosi nella oscurità dell antica Compagna genovese colla scorta di un Breve del 115 7, dimostrava quale fosse nella seconda meta del secolo XII il perimetro di (1) Atti, voi. Ili, fase. IL 52 1 l'RIMl ANNI E LI· PRIME OPERE Genova, ed in fine le disposizioni commerciali e suntuarie del Breve stesso, che veniva poi pubblicato da Agostino Olivieri a corredo della « Serie dei Consoli del comune di Genova » (i). Il socio Ansaldo presentava la copia ed illustrava il contenuto di un nuovo prezioso frammento di un Breve consolare dei Placiti del secolo XIU, del quale erano già stati pubblicati alcuni capitoli nella Storia dei Genovesi di M. G. Canale ed altre parti avevano visto la luce nel primo volume degli /liti. Studiando poi due documenti dei secoli X e XI, già editi nel primo volume (pag. 222-223), traeva la conclusione che il Vescovo di Genova non aveva mai avuto dominio temporale sulla nostra, città. Tale argomento doveva ricevere gran luce dall’antichissimo registro della Curia arcivescovile di Genova che il socio Belgrano aveva accuratamente studiato e di cui presentava appunto alla stessa sezione un ampio transunto, dimostrando quanta fosse la sua importanza per la storia della Liguria negli oscuri secoli dell’alto medio-evo, e come da esso si potesse conoscere la vera inferenza del vescovo nella marca e nel comune e le più genuine memorie delle nostre famiglie. Nella sezione di storia il socio Fedele Luxardo leggeva alcune memorie intorno all’antica Luni dall’epoca in cui fu colonia etrusca fino al giorno in cui venne abbandonata. Nella sezione di belle arti, Santo Varni leggeva alcuni suoi studi sulle opere di Matteo Civitali scultore ed architetto lucchese e su quelle di Gian Giacomo e Guglielmo Della Porta e di Niccolò Da Corte, che lasciarono in (1) Atti, voi. I, fase. III. L OPERA DELIE SEZIONI NELL’aNNO 1859-1860 53 Genova splendide opere del loro scalpello. Questi due studi furono stimati degni di essere pubblicati negli Alti e vennero accolti nel quarto volume destinato alle belle arti, insieme con una lettera del Belgrano nella quale asseriva che il quadro rappresentante Γ Annunciata, esistente nella chiesa di S. Maria di Castello, non era opera di Niccolò da Voltri, come voleva Γ Alizeri nella sua Guida artistica di Genova, ma era piuttosto di Antonio Vivarini di Mu-rano. Più tardi però, nel 1875, Santo Varili riusciva a scoprire, in un documento favoritogli dal cav. Michele Caffi, che 1 autore del dipinto era l’alessandrino Giovanni Mazone che esercitava la sua arte in Genova verso la fine del Secolo XV (1). L anno accademico era stato assai fecondo ed a ragione il Belgrano nella sua relazione sui lavori della Società ligure di storia patria, pubblicata nelV Archivio storico italiano (2) poteva affermare: « l’amore agli studi storici « si è ornai levato così forte in Liguria che mal sapreb-« besi trovar tempo nel quale più che al presente vi « abbiano essi fiorito 0 siansi coltivati da molti con « tanta profondità e con si prospero risultato ». Ed il barone Tola con pari orgoglio poteva dire nella sezione di archeologia (11 agosto 1860): «Gli atti della Società « ligure correranno fra breve nelle mani dei dotti né vi « sarà in Italia ed anche di là dei monti chi non applauda « alla generosa fatica di uomini eletti i quali consecrarono « e consecrai|© tuttora gli-agi e gli ozi onesti della vita « per insegnare al presente quali fossero in passato gli (1) Giornale Ligustico, anno 1875, pag. 82. (2) 1860, N. S. Tomo XII, parte II, pàg. 62. 54 I PRIMI ANNI E LE PIUME OPERE « avi nostri e per rendere più istrutta la generazione « nuova che sorge balda ed ardimentosa, nelle memorie « redivive della patria istoria » (i). (?. Gli anni accademici 1S60-61, 1S61-1S62. - Del resto i due anni accademici successivi non furono inferiori ai precedenti, per la somma di lavoro compiuto. Ma per accennare innanzi tutto all’ andamento generale della Società, diremo che, procedutosi nell’anno 1861 alle elezioni, riuscirono eletti a presidente il marchese Vincenzo Ricci, a vice-presidente il cav. Pasquale loia; a segretario fu rieletto ΓOlivieri e a tesoriere l’Allegretti; il vice-segretario Cazzino fu sostituito dal Belgrano. Tra i consiglieri scaddero il Ricci ed il Montesoro, sostituiti dall’avv. Crocco e dal sacerdote Paolo Rebuffo. 11 nuovo presidente nel suo discorso del 17 febbraio 1861 esortò gli studiosi alla compilazione di accurati regesti, come aveva già proposto il prof. Emerico Amari, e poiché era deputato al Parlamento, si prese l’impegno di fare ritornare alla loro primitiva sede le carte genovesi esistenti negli archivi governativi di Torino e infatti la restituzione venne poco dopo eseguita. 11 Varni presentò all’assemblea (25 novembre 1S60) il sigillo della Società. Mancava però il diploma da distribuirsi ai soci, la cui esecuzione era stata affidata al Varni e a Giuseppe Isola: così non lo si poteva ancora inviare ai soci onorari e ai corrispondenti. E rispetto a questi dirò che sorse nella società una grave discussione perché molti soci credevano eccessivo il numero dei soci onorari e specialmente dei corrispondenti e perciò chiesero che si (ij Verbali della sezione di archeologia. gli anni accademici 1860-61, 1861-1862 5> formulasse un regolamento per stabilirne il numero da eleggersi ogni anno. S’incaricò a quest’uopo una commissione composta dei soci Carlo Nota, Francesco Ansaldo, Cornelio Desimoni, Giuseppe Isola ed Agostino Olivieri per redigere le norme, le quali vennero poi discusse nelle sedute del 22 dicembre 1861 e del 12 gennaio 1862. Per esse la Società non può nominare più di 4 soci corrispondenti ogni anno, il numero di soci onorari non deve mai oltrepassare quello di 30. L impulso dato dal barone Tola e continuato dal can. Angelo Sanguineti per compilare la raccolta delle iscrizioni liguri aveva destato un vero entusiasmo per tali ricerche e si può dire che tutti portarono la loro pietra all edificio che si voleva innalzare. Lo Staglieno, il Bei-grano, Giuseppe Gambaro, Gaetano Isola, Fedele Luxardo, Marcello Gropallo e Marcello Durazzo erano quelli che più vi attendevano. Alcuni si occuparono di numismatica: 1 Olivieri, per esempio, che stava studiando le monete raccolte nella R. Università, dava ragguaglio alle sedute di archeologia di due medaglie del secolo XVII, una delle quali era stata scoperta di recente nelle fondamenta di una torre presso Savona e portava l’effigie di G. B. Vivaldi Assereto; l’altra era una medaglia commemorativa dell’inizio dei lavori dell’ultima cerchia delle mura di Genova (anno 1626), ed era stata trovata appunto nella prima pietra di dette mura (1). Anche Marcello Staglieno si occupava di medaglie e trattava di quelle (1) Olivieri Agostino, Un medaglione storico genovese del 1626; Lettera all’egregio Luigi Franchini, Genova, Tip. Sordo-Muti, 1862, 8, pp. 30, Tav. 1. 56 I PRIMI ANNI E LE PHIME OPERE dell’Accademia ligustica di belle arti (i). Questi primi saggi preludevano ad un lavoro assai più complesso ed organico, iniziato più tardi da Luigi Franchini, da Gaetano Avignone e dal Desimoni. Intanto il p. Amedeo Vigna continuava i suoi studi su S. Maria di Castello, esponendo l’opinione che esso fosse il primo tempio nel quale i genovesi furono battezzati e la prima cattedrale di Genova (2): Jacopo d’Oria leggeva due biografie, una di Ansaldo d’Oria, celebre capitano e chiaro magistrato del secolo XII, l’altra di Aitone d’Oria, grande ammiraglio del secolo XIV; Agostino Olivieri comunicava alcune notizie sulla storia della tipografia in Liguria; Pasquale Tola e Massimiliano Spinola davano lettura di due opere di carattere assai diverso, ma entrambe di grande valore. Il Tola presentava (1861) un’ampia dissertazione sui monumenti storici e diplomatici della Sardegna dal secolo XII al XIV, la quale venne poi pubblicata nella sua opera: Codex diploniaticus Sardiniae edito nei Monumenta Historiae palriae. Massimiliano Spinola (1862) intratteneva per varie sedute i soci con un interessantissimo scritto sulla restaurazione della repubblica ligure nel 1814, riferendo molte notizie curiose (3). La solerzia di questi chiari uomini era però superata dalla operosità di due fra essi che da allora e per lunga serie di anni furono le basi granitiche del nostro sodalizio: (1) Staglieno Marcello, Le Medaglie dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova, Tip. Sordo-Aiuti, 1867 (opuscolo). (2) Vigna Amedeo, Illustrazione storica artistica ed epigrafica dell’ antichissima chiesa di S. Maria di Castello in Genova, Genova, 1864, Tip. Francesco Vernengo, 8°, pagg. 504. (3) Spinola Massimiliano, La restaurazione della repubblica ligure nel MDCCCX1V, Genova, Tip. Sordo-Muti, 1863, 1 Volume in 160. GLI ANNI ACCADEMICI 186061, 1861-I 862 57 Cornelio Desimoni e Luigi Tommaso Belgrano. Il primo si era dato ad accurate e pazienti ricerche sulla oscura epoca delle marche dell’alta Italia e frutto di tali ricerche erano alcune dissertazioni che andava leggendo nelle adunanze. In una di esse (1861) trattò di Aleramo e della sua marca, dell’epoca in cui egli era vissuto e dei suoi domini, che dovevano comprendere i comitati di Monferrato, Acqui e Savona. In un’altra, parlando dell’importanza dei cosi detti codici a catena dell’ archivio di Savona, espresse l’opinione che Bonifacio, conte di Savona, fosse della stirpe Aleramica e da identificarsi col marchese del Vasto. In una terza lettura (1862) disse di Oberto conte palatino e marchese della Liguria e riuscì a precisare l’estensione della marca da lui posseduta, i suoi possessi nel Tortonese e nella Lunigiana e a stabilire per quali vicende i marchesi cambiassero la loro signoria in proprietà ereditaria e come fossero abbattuti dagli imperatori (i). Ma quando il Belgrano presentò alla sezione di storia (26 maggio 1861) un antico portolano in pergamena, affidatogli dal socio Luxoro, il Desimoni fu attratto dal nuovo genere di ricerche e dedicò parte della sua sorprendente attività allo studio di quelle vecchie (1) Già nella sua Relazione sul frammento di Breve genovese scoperto a Nizza (Atti, Volume i, pagg. 91-154) il Desimoni aveva dato cenno dei suoi studi sulle marche, e di essi parlò anche M. G. Canale, Di un sistema storico delle antiche marche d’Italia e della particolare sua applicazione alla Storia di Genova, (Arch. Stor. italiano, Firenze, 1859, Serie II, T. XII, pagg. 142-170). Poi il Desi-moni approfondì gli studi in un nuovo lavoro, Sulla discendenza Aleramica e sulla diramazione dei Marchesati dalla Marca, (lettera al prof. Michele Amari, Nuova Antologia, 1886) e li completò in cinque lettere a Domenico Promis intitolate : Sulle Marche dell’Alta Italia e sulle loro diramazioni in Marchesati. (Rivista Universale, Genova, 1868 e 1869). Nel 1896 colla cooperazione del marchese Cesare Imperiale, pubblicava nei nostri Atti (voi. XXVIII) una seconda edizione di questa ultima opera. 1 PRIMI ANNI E LE PRIME OPERE carte di navigazione, cosicché, dopo accurati raffronti con altre carte, dopo essersi formato quello che oggi diremmo un completo apparato critico sulla nuova materia, potè concludere che le otto pergamene del portolano di Tammar Luxoro, erano degnissime di essere studiate a fondo e la Società, dietro sua proposta, decise che esse venissero pubblicate (i). Così avvenne che si iniziarono anche gli studi di cartografia ligure ai quali cooperò una schiera di dotti. Il Desimoni tenne sempre il primo posto fra essi e l’amore a questo soggetto lo spinse a visitare le carte marittime conservate nelle biblioteche di Firenze, di Bologna e di Parma; in tali peregrinazioni ebbe agio di raccogliere una ricca messe di notizie sulla Liguria negli archivi e nelle biblioteche toscane ed emiliane e nei conversari cogli uomini illustri di quelle regioni, e di tutte queste notizie fece liberalmente parte alla nostra Società. Il Belgrano che si era già assunto la non lieve fatica di trascrivere e commentare il registro della Curia arci-vescovile di Genova, rivolgeva le sue cure alla illustrazione di molti documenti del regio archivio di Stato di Genova, che gettavano nuova luce sugli aiuti prestati dai genovesi a Luigi IX di Francia per le sue due crociate (2). Naturalmente volle farsi un concetto esatto dell’ opera dei genovesi anche nelle precedenti crociate e di tali studi dette saggio nelle adunanze delle sezioni. Parlò infatti della parte presa da Guglielmo Embriaco (1) Atti, voi. V, fase. 1. (2) Belgrano, Documenti genovesi editi ed inediti riguardanti le due crociate di San Lodovico IX re di Francia, raccolti ed illustrati, Genova, L. Beuf, 1859, 384 pagg- GLI ANNI ACCADEMICI l86o-6l, 1861-1862 59 nelle vicende della prima crociata, e dei grandi guadagni tratti dai genovesi nella terza, noleggiando le loro navi ai pi 1 nei pi europei e inviando per conto proprio molti legni e uomini. Da queste ricerche il Belgrano trasse aigomento per altre memorie sull’importanza dell’archivio notarile di Genova e sugli antichi agenti di cambio (cambiatori) genovesi (i). E, come per distrarsi, dalle cupe epoche dell alto medio evo egli scendeva a studiare un manoscritto inedito del Sanudo intitolato: Istoria della Romania swe Regno di Morca ed un altro di Leonardo da Scio, contenente una relazione del papa Pio II sullo Assedio e presa di Metelino per parte dei Turchi nel 1462 e presentava una memoria Sulla dedizione di Genova a Luigi XII di Francia (2). Nella sezione di belle arti il Belgrano stesso, per incarico del padre Marchese, lesse un erudito lavoro di lui intitolato: Dei più vari ritratti di Raffaello, diretto in forma di lettera al cav. Crocco accompagnando un ritratto del Sanzio inciso dal valente Filippo Livy; Maurizio Dufour diede notizia dei restauri recentemente da lui eseguiti nella chiesa di S. Maria di Castello e, per studi e confronti fatti con altri monumenti, venne a concludere che la sua prima costruzione fosse anteriore al secolo X per risalire forse al secolo VII. 11 nucleo più forte della sezione era formato dà Santo Varni, Marcello Staglieno e Federico Alizeri. Il Varni nelle prime sedute del 1861 presentò una elaborata memoria sopra le arti della tarsia (1) Belgrano, L’interesse del denaro e le cambiali appo i genovesi dal sec. XII al XV, in Arcb. Stor. Italiano, Firenze, 1866, Serie III, Tomo III. (2) Belgrano, Sulla dedizione dei genovesi a Luigi XII, in Miscellanea di st. it., Tomo 1. 6o I PRIMI ANXI E LE PRIME OPERE c dell’intaglio in generale, e particolarmente sopra il coro di S. Lorenzo in Genova: accennò da prima agli artisti più valenti che lavorarono in varie citta d Italia nel secolo XVI, Raffaele da Verona, Giovanni da Brescia, fra Damiano da Bergamo; indi venne agli artisti genovesi ed italiani che lasciarono loro memorie in Genova, infine passò a studiare con grande amore il coro di San Lorenzo, fermandosi sui lavori d’intarsio e d intaglio e sulla parte architettonica di esso, ne lece rilevare la bellezza e accompagnò il suo dire con dotte comparazioni di lavori che si ammirano in altre città d’Italia (i). In adunanze successive il Varni trattò anche della cassa d’argento che fa parte del tesoro della chiesa di S. Lorenzo e tessè una breve storia di quel pregevole lavoro a cesello della seconda metà del secolo XVI, ricordando i nomi dei molti artisti che cooperarono all’esecuzione di esso (28 maggio 1861) (2). Trattò pure di Lorenzo e Stagio Stagi, scultori ed architetti di Pietrasanta, esprimendo l’opinione che gli ornamenti della cappella di S. Giovanni Battista in S. Lorenzo fossero opera di Stagio Stagi, contrariamente alla credenza dei più che li attribuiscono a Niccolò da Corte (14 giugno 1861) (3). Marcello Staglieno imprese a narrare la storia del-l’Accademia ligustica di belle arti, e, dopo un rapido cenno sulle Accademie private nei primordi del secolo XVI, venne alla fondazione dell’ accademia suddetta (1) Varni, Delle arti della tarsia e dell’intaglio in Italia e specialmente del Coro di S. Lorenzo in Genova, Genova, tip. Vittorio Alfieri, 1869 (opusc.). (2) Varni, Della cassa per la processione del Corpus Domini etc., Genova, tip. Pagano, 1867, 1 voi. in 8.° (3) Varni, Di maestro Lorenzo e Stagio Stagi di Pietrasanta, Genova, tip. Vittorio Alfieri, 1868 (opusc ). GLI ANNI ACCADEMICI 186061, 1861-1862 6l nel 1751. Dette ragguaglio delle sue leggi, delle prime scuole, dei mutamenti di sede, dei legati ottenuti, e chiuse la sua narrazione coll’anno 1797, in cui, per la rivoluzione democratica, l’amministrazione dell’accademia passò dalle mani dei patrizi a quelle del comitato dei pubblici stabilimenti (1). Federico Alizeri occupò alcune sedute narrando la vita di Salvatore Revelli, esimio scultore ligure (n. Taggia 1816, m. Roma 1859). Questa biografia doveva far parte di una raccolta di vite degli artisti liguri che Fautore destinava ad una storia delle nostre arti figurative; di tale opera diede ampio saggio nelle tornate dell’anno accademico 1861-1862. Nella prima lettura (5 dicembre 1861) esaminò le condizioni dell’arte dalla fine del secolo XVII alla metà del secolo XVIII; nella seconda (20 dicembre 1861) trattò degli architetti agli stipendi del comune e degli artisti loro contemporanei. Primo degli architetti del comune é un tal Bernardo De Cabio, più tardi nominato Cantone, il quale stette al servizio del comune sino al 3 febbraio 1575, anno in cui fu sostituito da Giovanni Ponsello che durò in carica venti anni. Gli succedette Aicardo Giovanni, al quale nel 1620 seguì Bartolomeo Bianco, ecc....... Nella terza lettura (17 gennaio 1862) l’Alizeri parlò della fondazione dell’Accademia e dei primi accademici e infine (6 febbraio 1862) trattò delle medaglie coniate dall’Accademia, delle sue scuole, delle sue leggi, delle (1) Staglieno, Memorie e documenti sulla Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova, tip. Sordo-Muti, non fu compiuta che nel 1867 ed è distribuita in 3 parti (1862-64-67). 02 1 PRIMI ANNI lì LE PRIMI· OPERE riforme del 1783 e collegò Γ Accademia colla società patria delle manifatture e delle industrie alla quale accennammo anche noi nel primo capitolo (1). Qui terminano le notizie, torse fin troppo minuziose, dei primi cinque anni di vita della nostra società, ma volemmo soffermarci più di quanto ce lo permettessero la ragione dell’opera ed il frai dell’arte, affinchè i nostri lettori avessero un’idea approssimativa dell’ingente lavoro della Società ligure di storia patria (2.) Tutto questo benefico movimento non poteva non attrarre verso di essa le simpatie dell’intera cittadinanza, e se n’ebbe la prova nel crescente numero di soci, tra i quali si contavano i nomi delle più eminenti personalità di Genova. Alla fine dell’anno accademico 1861-1862 la Società contava centosedici soci effettivi, ventitré onorari, quarantotto corrispondenti. Gli illustri presidenti che la avevano retta coll’aiuto di ufficiali alacri, come il segretario generale L. T. Belgrano ed il tesoriere Niccolò Allegretti, potevano ben vantarsi dell’opera loro. Oltre al tenere desto nella propria città (1) Alizeri F., Notizie dei Professori del Disegno in Liguria dalle origini alsec. XVI, Genova, tip. Sambolino, 1873-82, 6 voli, in foglio. Notizie dei Professori del Disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, Genova, Sambolino, 1864, 3 voli, in foglio. (2) La massima parte delle notizie raccolte in questo volume fu tratta dai verbali che si conservano nei nostri archivi; se il lettore vorrà avere notizie più diffuse su qualche particolare dell’opera nostra, potrà consultare per gli anni 1858-61, 1862-64, 1865-66, 1884-85 i rendiconti dell’opera della società comparsi negli Atti, voi. I, III, IV e XVII. Ma per avere un concetto esatto dell’operosità del nostro istituto, sarà bene vedere i resoconti annuali che il nostro Belgrano diede alVArchivio storico italiano per diciassette anni (1858-1875). La Cazzai di Genova pubblicò sempre i sunti delle adunanze e questi vennero poi riprodotti anche nel Giornale degli Studiosi di lettere, scienze ed arti dedicato alla Società ligure di Storia patria, che visse dal 1869 al 1873. Il Giornale Ligustico sorto nel 1874 dette per i primi cinque anni esatto ragguaglio della azione della Società, poi tacque per molti aiini; in questi ultimi tempi però pubblicò di nuovo la cronaca della Società. Gu ANN1 accademici i860-6i, 1861-1862 6 3 I amore alle patrie memorie ed il rispetto agli antichi monumenti, la Società aveva inaugurato la pubblicazione delle dotte opere dei suoi soci, ponendo già termine ad un primo volume di Atti, poderoso volume che dava saggio della potente vitalità del nuovo istituto ed era nello stesso tempo una seria promessa per l’avvenire. Notizie bibliografiche del p. Marchese (v. pagg. 30-31). Il padre Vincenzo Marchese nacque il 24 aprile 1808 a Genova da Teresa Mala-J UIgÌ.Marchese· Studiò nel Seminario di Siena e poi nel Ginnasio e all Accademia di Belle Arti di Genova: il 21 giugno del 1826 vestì l’abito dome-u'can0 a Roma nel convento di S. Maria sopra Minerva e ivi professò il 24 giugno c eli anno seguente. Passò insegnando in vari conventi dell’ Ordine, finché nel 1841 si sta 11 a irenze in quello di S. Marco. Esiliato dalla Toscana nel 1854 per su 1 o e ca unnie del Vicario generale della Congregazione, p. Bini, si ritirò a enova e a . aria di Castello visse sino alla morte, avvenuta serenamente il 24 gennaio 1891. La vita semplice confortò con gli studi: cominciò in S. Marco ad occuparsi del Savonarola, poi raccolse le « Memorie dei più insigni pittori, scultori e architetti domenicani (Firenze, 1845-1846, la quarta edizione è del 1879); attese a compilare un Sunto Storico del convento di S. Marco che restò interrotto al terzo libro (edito a Firenze nel 1853 e nel primo volume degli Scritti vari). ..U~°n ° Pml’ Gaetano e Carl° Milanesi collaboratore alla edizione delle Vile di Giorgio Vasari che Felice Le Monnier pubblicò tra il 1846 e il 1847. Intorno alla sua vita e alle sue opere si potrà leggere la necrologia in Arch. Stor. Ital, 1891, PP· 3 9"3 0 > I- Del Lungo. Il padre V. Marchese e Cesare Guasti dal loro carteggio medito (1845-1887) in Rassegna Nazionale, 1897-1899; E. Pistelli, Il bando del p. Marchese da Firenze. Da documenti d’Archivio inediti, iS;i, nel Marzocco, 20 settembre 1908. Le notizie bibliografiche riferite più sopra furono tratte da questo ultimo lavoro. CAPITOLO IV. DAL 1862 AL 1867 1. Il Pi esidente barone Tola ed i suoi successori. - 2. L’opera delle sezioni. -Tubiti dei patri monumenti - 4. Iscrizioni commemorative in luoghi storici. -j. Lavori ammessi negli Atti. - 6. Incremento della Società. - 7. Soci onorari (il principe Oddone di Savoia). - S. Incoraggiamenti ed attestati di stima. - <). Il nostro stendai do. - 10. Relazioni col governo e colle società scientifiche. Atti della Società Ligure di Storia Patria Voi XLIII — 6. / Presidente barone Tola ed i suoi successori. -La Società ebbe sempre, per sua ventura, ottimi uomini a dirigerla ed a spronare coll’esempio i volonterosi ed i tiepidi. Uno tra i più benemeriti presidenti fu il barone Pasquale Tola, che già ben conosciamo. Eletto nel 1863 e riconfermato nei due anni successivi, egli seppe nei frequenti discorsi da lui tenuti nelle assemblee generali mantenere sempre altissimo l’ideale della storia. Cosi inaugurando l’anno accademico 1863-64, dopo avere commemorato il marchese Antonio Brignole-Sale ed elogiati i soci della loro operosità, dopo avere esposte le fiorenti condizioni del Sodalizio, disse di ciò che occorreva ancora compiere, rammentò che, raccolti senza posa i materiali appartenenti alla storia ligure, bisognava ordinarli e armonizzarli insieme « onde da essi si componga « e surga sovra essi il grande e solido edificio storico « che intendiamo elevare a onore e utilità della patria. « E questo il lavoro più arduo cui si debba por mano . . . « lavoro di critica e di discernimento ... lavoro di lunga 68 DAL 1862 AL 1867 « lena senza il quale mal si serve con la parola ai presenti « e peggio ancora con lo scritto ai venturi. Perché, se « la storia è maestra, anzi gran maestra di verità, ciò è « vero soltanto della provata e sincera, non della pasci sionata e bugiarda; essendo che questa ne usurpa il « nome, ma non è storia veramente, e dura soltanto « quanto durano le passioni e gli interessi che la dettaci rono; mentre quella procede grave e solenne nel suo (c cammino, né per volger di tempi si muta o vien meno ». Con altre nobili parole il Tola accennava pure alla grande importanza delle biografie di coloro che ebbero parte, o furono autori di grandi avvenimenti storici, ed egli stesso tesseva l’elogio dell’abate G. B. Raggio. Ma se la parola dell’ illustre presidente era grave e solenne nella enunciazione di nobili idee, era pure fiera ed acre nella critica di coloro che cercavano di snaturare il concetto della storia. 11 9 aprile 1865, tenendo il consueto discorso di ringraziamento ai soci per la sua rielezione, colse il destro di rivolgersi contro quelli che chiamò, con fortunata espressione, gli Erostrati della storia, i quali, « svisando, falsando e calunniando « spesso le cose e gli uomini che più non sono, senten-« ziano, né alle antiche nè alle moderne istorie doversi « fede se ai fini, agli interessi, alle passioni loro non « corrispondono. » E continuava su questo tono a sferzare « codesti abborracciatori di cosi dette nuovissime « istorie che dispensano con arbitrio insolente e all’im-cc pazzata la lode e il biasimo. » Il Tola aggiungeva che « di codeste, non so se meglio chiamarle nefan-« dezze 0 deliramenti, di codeste narrazioni bugiarde, » non avrebbe parlato « se i deliramenti e la licenza IL PRESIDENTE BARONE TOLA ED I SUOI SUCCESSORI 69 « medesima .... non minacciasse di voler invadere « con genio maligno la storia ligure, insegna ed impresa « sotto la quale noi tutti ci stringemmo in società ed « in concordia di patrio affetto » (1). L oratore non si espresse più chiaramente, ma da notizie raccolte altrove, comprendiamo che egli si rivolgeva in special modo contro alcuni scrittori di quei tempi, come il Guerrazzi, il Celesia e il Bernabò-Brea, che, studiando la congiura di Gian Luigi Fieschi e la grande figura di Andrea d’Oria, tentarono di sminuire quest ultimo per innalzare il primo (2). Già nello stesso discorso il Tola accennava che v’era qualcuno tra i soci che si apprestava a « far palese cotanta insipienza. » Non vogliamo tardare a nominare i due soci che sorsero a difendere il d’Oria, e che furono Massimiliano Spinola colle sue Considerazioni su vari giudizi di alcuni recenti scrittori riguardanti la storia di Genova (3) ed il Belgrano colla trattazione Della vita di Andrea « d Oria di F. D. Guerrazzi c di altri recenti scritti intorno a quel grande Ammiraglio (4). Di un terzo discorso del Tola è pure giusto far cenno dopo i precedenti, perché esso segna un’altra dote del buon presidente : la delicatezza e l’affettuosità del suo animo. Nell’occasione della morte del principe Oddone (1) Verbali delle Assemblee generali. (2) Guerrazzi, Vita di Andrea d’Oria, Milano, Tip. Guigoni, 1864, 2 voli.; Bernabò-Brea, Sulla Congiura del conte G. Luigi Fieschi, Documenti inediti raccolti e pubblicati, Genova, Tip. Sambolino, 1863; Celesia, La congiura del conte G. Luigi Fieschi, Memorie storiche del sec. XVI etc., Genova, Tipografia Sordo -Muti, 1865. (3) Atti, volume IV, fase. IV. (4) Archivio Storico Italiano - serie III., voi. III., parte II. 70 DAL 1862 AL 1867 di Savoia, che fu, come diremo a suo luogo, nostro socio onorario e benemerito, il Tola sorse a parlare di lui, della sua grande pietà, del suo amore alle arti belle e alle antichità storiche, del suo affetto verso la nostra Società, in modo cosi commovente, con parole di cosi sincero dolore che tutti gli astanti ne rimasero tocchi. Al Tola succedette nella presidenza per l’anno 1866 il senatore Caveri, rettore dell’Università di Genova e professore di filosofia del diritto, il quale troppo presto veniva rapito dalla morte alla nostra società. Delle sue grandi doti rimane un ricordo nella commemorazione che di lui fece Γ avv. Giuseppe Morro (1). Ultimo presidente del quinquennio tu l’onorevole marchese Vincenzo Ricci, di cui altra volta ricordammo le benemerenze verso la società, e che doveva anch’egli ben presto seguire il Caveri nella, tomba. Frattanto la Società proseguiva nella via così bene tracciata; ogni settimana si aveva l’adunanza di una almeno delle tre sezioni e ogni mese un’assemblea generale, nella quale venivano discussi i quesiti che interessavano l’intera Società. 2. L’opera delle sezioni. - Pur non essendomi concesso, per la scarsezza del tempo, di esaminare partitamente tutte le memorie presentate alle singole sezioni, desidero tuttavia di darne un breve cenno. Nella sezione archeologica Angelo Sanguineti, Cornelio Desimoni e Luigi Grassi si occupavano di epigrafia; il primo leggeva la prefazione al Corpo delle epigrafi romano-liguri, il secondo una sua lettera sulla tavola di (1) Atti, voi. II, fase. I. % l’opera delle sezioni 71 Polcevera, ed il terzo aggiungeva alcune sue note sullo stesso argomento (1). Si concertava pure di affidare ai soci Grassi e Sangui-neti la raccolta delle iscrizioni liguri dei bassi tempi, mentre il socio Marcello Remondini si sarebbe occupato di quelle degli ultimi quattro secoli del medio evo. Oltre alla epigrafia la sezione diede opera alla numismatica ; il Desimoni lesse una memoria sur una alberella fittile con entro cinquantadue monete romane, scoperta in uno scavo presso Libarna, e da questo, come sempre gli succedeva, risalì ad argomenti consimili, ragionando di altre monete più recenti. In tali studi ebbe a compagno il socio Gaetano Avignone, il quale presentò un Catalogo delle medaglie dei liguri e indi a poco una descrizione generale delle monete in qualunque metallo coniate in Genova dal 11 39 al 1814. Da tutto questo lavorio si venne poi a decidere che il Desimoni e il Belgrano si sarebbero occupati l’uno delle monete genovesi, l’altro dei sigilli. La sezione ebbe persino una lettura di paletnologia, tenuta dal socio Giovanni Ramorino Sulle ricerche paleo-archeologi che da eseguirsi in Liguria. Il Ramorino trattò specialmente dei criteri che dovrebbero porsi in opera per riuscire alla scoperta dei depositi fossiliferi e paleoarcheologici formati nelle caverne e fece conoscere i risultati già ottenuti dalle ricerche nelle caverne ligustiche. Il can. Luigi Grassi invece parlava di un frammento di Polibio conservatoci nel lessico di Suida in cui si accenna ai liguri e cercava dimostrare che il vocabolo (1) Ultimamente il nostro Gaetano Poggi nel voi. XXX degli Atti ha ristudiata con nuovi intenti e sotto nuovi aspetti la famosa questione tra « Genoati e Viturii » di cui parla la tavola. 72 DAL l8Ó2 AL 1867 ΜεγαλεΓον si doveva interpretare Μαγαλίαν e tradurre non coll’ aggettivo: magnifico ma col nome proprio Magalia 0 Magella indicante in antico il territorio genovese (1). Lo stesso socio presentava pure una Dissertazione intorno 1 pruni e santi vescovi in Genova, la quale venne poi pubblicata in appendice alla edizione da lui stesso curata dei Clarorum Ligurum Elogia del Foglietta. In essa il Grassi concludeva che il nostro vescovo più antico per sicura notizia fu Diogene (anno 381) e che a lui successe san Valentino, poi altri vescovi di cui non si hanno dati precisi sino a Felice e a Siro (2). Il Grassi stesso leggeva un Ragionamento sovra il martirologio della Chiesa di Ventimiglia, codice antichissimo che non era, secondo lui, da attribuirsi ad Adone ma piuttosto ad Usuardo e doveva appartenere agli ultimi anni del secolo X (3). ATari altri soci si occuparono di cose ecclesiastiche. L. T. Belgrano presentò una Memoria su alcuni monasteri esistenti nelle vicinanze di Sestn Ponente e precisamente su quelli di S. Maria e S. Lorenzo di Priano, di S. Maria della Consolazione, dei carmelitani di Montoliveto in Moltedo; il p. Amedeo Vigna trattò dei due templi di S. Luca e S. Vito d’Albaro; il sac. Giacomo Da Fieno, del monastero di S. Maria di Rivalta ; il dott. Raffaele Ra-vano di quella di S. Giorgio dei genovesi in Palermo (4). (1) Atti, Vilume IV, Fascicolo IV. (2) Su questa epoca remota ed oscura ha portato molta luce e corretto molti errori il nostro Arturo Ferretto nel suo recentissimo lavoro : I primordi t lo sviluppo del cristianesimo in Liguria ed in particolare a Genova, (Atti Voi. XXXIX). (3) Atti, Volume IV, Fascicolo IV. (4) Rendiconto dei lavori della Società in Atti, Volume IV, pag. CI-CXII. l’opera delle sezioni 73 Nella sezione di Storia il Desimoni parlò del banco di S. Giorgio, studiandone la causa della fondazione, i mezzi con cui si sostenne, le ragioni della sua buona amministrazione, la sua importanza per la storia di Genova. Inoltre egli continuò a recare un importante contributo alla bibliografìa della Storia Ligure, col dare notizie particolareggiate di tutti i documenti che si riferissero a Genova, o ad altre località della Liguria, e in ciò lo seguivano il p. Amedeo Vigna, Domenico Guasco e Alessandro Wolf. Vi era pure una larga schiera di studiosi che si occupava delle relazioni fra Genova e Γ impero di Oriente, argomento che era stato raccomandato dai primi presidenti.. Il p. Amedeo Vigna, che attendeva ad un Codice diplomatico delle colonie liguri nella Tauride·, dava intanto alcuni saggi dell’opera, discorrendo delle vicende di Gaffa verso 1 anno 1453 e prendeva occasione da un opuscolo del sig. De Launay, contenente gravi inesattezze sulle epigrafi genovesi murate sulle fortezze di Galata, per pronunciare un discorso sulle dette iscrizioni e darne la precisa lezione (1). Il socio Da Fieno si occupava invece delle relazioni di Genova colla Persia, e il Belgrano prometteva di presentare gli atti di un progetto di lega (ideato dalla repubblica genov ese) pel iiacquisto delle colonie cristiane in Levante (1481-82). Il Desimoni intanto continuava a dare notizie delle antiche carte marittime e dei carto-giafì genovesi: Giovanni, rettore della nostra chiesa di (1) Vigna, Di alcune iscrizioni genovesi in Galata di Costantinopoli, Genova, 1865, Sampierdarena, Tip. Vernengo. 74 DAL 1862 AI. 1867 S. Marco, Visconte e Giacomo Maggiolo, Gerolamo Costo e Jacopo Scotto. La sezione di belle arti, come era suo compito, attese alla storia dell’arte in Genova. 11 Varni lesse alcuni suoi appunti sui fonditori in bronco e coniatori che lavorarono in Genova dal sec. XIII al XVI e studiò pure le opere del Gian Bologna a Genova (1); il Banchero, oltre a studi minori, lesse una memoria sul molo vecchio del nostro porto, e conchiuse che quest’opera dovesse risalire agli esordi del sec. XII. L’Alizeri difese il Carbone, pittore genovese, dall’accusa velata di avere assassinato il suo emulo Peliegro Piola; il Desimoni lesse un suo lavoro intitolato: Saggio storico sulla musica in Genova ; trattò anzitutto o o di quella sacra, dei maestri più noti e degli organi più famosi e passò poi alla musica di teatro, venendo sino ai tempi moderni (2). 3. Tutela dei patrii monumenti. - Ma l’opera per la uale la nostra Società è veramente benemerita di Genova è quella di avere sempre cooperato alla tutela dei patrii monumenti. Il Sanguineti e il Grassi scopersero nella villetta Di Negro due frammenti di iscrizioni, i quali furono, dietro istanza della Società, latti sollecitamente trasportare nell’atrio del palazzo Civico (3). L’intero sodalizio protestò poi contro i progetti di nuove vie, che avrebbero cagionata la rovina di chiese e di palazzi storici. E di ciò fu causa specialmente un progetto secondo il quale si sarebbe dovuto abbattere l’antico palazzo di (1) Varni, Ricordi di alcuni fonditori in bronco, Genova, Tip. Sordo-Muti, 1879. (2) Per tutti questi lavori ved. Rendiconti dei lavori della Società in Alti, voli. Ili e IV. (3) Sono oggi nel Museo Civico del Palazzo Bianco. TUTELA DEI PATRII MONUMENTI 75 Andrea d Oria per innalzare una stazione ferroviaria; la società ricorse al iMinistero della pubblica istruzione ed a quello dei lavori pubblici per ottenere che non si « speli gnesse 1 unico lume alla scuola romana in Genova, il « massimo tra i monumenti della privata magnificenza « ed uno dei più splendidi saggi dell’arte italiana. » Per lo stesso caso, la società decideva insieme col- 1 accademia Ligustica che una commissione, composta di Federico Alizeri, Giuseppe Isola, Santo Varni, Pietro Kezasco, preparasse una illustrazione storico-artistica del palazzo d’Oria. Le pratiche presso il governo sortirono l’effetto voluto, e d altro lato il Principe Andrea d’ Oria Pamphili dichiarava di voler concorrere alla spesa per la stampa dell’ opera. 4. iscrizioni commemorative nei luoghi storici. - Di un altra proposta che a noi pare bellissima fu promotrice la sezione di belle arti, cioè della collocazione di iscrizioni commemorative sui monumenti, o nei luoghi storici della nostra città. Queste iscrizioni, diceva il socio ing. Biale nella sua relazione su tale progetto, « poste in siti evidenti ed « aperti, daranno espressione e valore a molti dei nostri « monumenti, che senza di esse rimarrebbero muti ; in-« vagleranno anche i meno colti allo studio della storia « patria, per i colti poi saranno ricordi che rinfrescheranno, « terran vive nella mente le gloriose gesta, e le esimie « opere degli illustri nostri antenati. » « 11 ritrovo di una rara moneta antica fa del possessore « un raccoglitore di antiche monete e medaglie, uno « studioso di numismatica ; Γ acquisto casuale di un 76 DAL 1862 AL 1867 « buon quadro, il bisogno di conoscere la genealogia « di sua famiglia, sono spesso le radici da cui han prin- « cipio gli scrittori ed illustratori di belle arti, e di ma- « gnifiche scoperte di storia patria. » « Così un giovine che di storia patria saprà solo que « poco che si apprende nelle scuole elementari, leggendo cc nella parete di un muro un’ iscrizione che rammenti cc un memorando tatto seguito in quella strada, in quella « piazza, ο Γ esistenza di un antico fabbricato monumen- « tale, sarà preso dal desiderio di conoscere la narrazione cc storica di quel fatto, Γ origine di quel monumento, ed cc eccolo divenuto uno studioso di storia patria. » cc Nè tali occasioni saranno profittevoli soltanto ai cc nostri concittadini, ma torneranno grate ed utili altresì cc a’ forestieri, che vaghi di memorie storiche, o per amore « del clima o per ragione di negozio, traggono a visitare « la nostra città, ed a fermarvi il soggiorno. » cc L’opportunità di queste iscrizioni si fa maggiormente cc sentire, ora che nella nostra città si vanno facendo cc notevoli variazioni, per Γ apertura di nuove strade e cc piazze richieste dai crescenti bisogni del commercio, cc cosicché si vanno e si andranno anche di più a demolire cc fabbricati antichi, ed anche monumentali. » cc É vero che molte sono le iscrizioni qua e là murate « per la città in antiche pareti, le quali ricordano fatti ed cc uomini gloriosi di nostra patria, di cui si tiene conto « da pochi, ma quelle lapidi, quelle inscrizioni, sono spesso « in caratteri gotici, e sempre in idioma latino, e perciò cc inintelligibile al popolo. Mettiamone altre in caratteri cc chiari scritti in lingua nazionale vivente, ed allora « susciteremo efficacemente le isteriche rimembranze dei ISCRIZIONI COMMEMORATIVE NEI LUOGHI STORICI 77 « luoghi, avremo un libro di storia che sarà letto da « molti perché inteso da tutti » (i). Affinché la proposta della sezione artistica potesse ottenete maggior probabilità di successo presso il municipio, si elesse una commissione coll’ incarico di stendere una nota di quei fatti, di quegli uomini e di quegli antichi avanzi che meritassero l’onore della lapide. 11 municipio accettò volentieri la proposta e fu appunto il nostro socio prof. Scaniglia che dettò l’epigrafe che oggi vedesi murata nella parte esteriore dell’ex monastero di s. Silvestro, che iu dapprima 1 arce di Genova, indi palazzo arcivescovile, incendiato nel 1394 dai Ghibellini e ristorato poi da Pileo De Marini. Molte altre epigrafi che si leggono tuttora per la città lurono dettate in quel tempo dal professor Emanuele Celesia. ). Lavori ammessi negli Alti - Nei cinque anni di cui stiamo trattando non diminui il numero dei lavori dichia-tati degni di essere pubblicati negli Atti. Già nel dicembre 1862 veniva approvata una lettera del Belgrano sull’autore del quadro della Annunziata di cui già parlammo. 11 Bei-grano stesso presentava (29 aprile 1866) una sua memoria sulla vita privala dei genovesi, che la commissione esaminatrice, composta di C. Desimoni, Luigi Grassi e Jacopo d Olia, dichiarava lavoro opportunissimo e degno degli Atti medesimi (24 giugno 1866). 11 10 febbraio 1867 il preside della sezione di storia proponeva, a nome della sua sezione, l’inserzione negli Atti dello studio del marchese Massimiliano Spinola Sii vari giudici di alcuni recenti scrittori riguardanti la stona di Genova di cui già discorremmo ed (1) La relazione trovasi nei Verbali delle assemblee generali della Società. 78 DAL 1862 AL 1867 il preside della sezione di archeologia i due scritti del canonico Grassi, sul passo di Polibio e sul Martirologio. Le tre opere venivano accettate e pubblicate. 6. Incremento delia Società. - Con tanta attività, con tale serenità di intenti era naturale che la Società dovesse ben presto godere della stima di tutta la cittadinanza. Molti nuovi soci venivano inscrivendosi al nostro Istituto, e tra essi vi erano uomini apprezzati in discipline diverse. Ricordiamo tra i molti Gerolamo Gavotti ed Anton Giulio Barrili, entrati a far parte della Società nel novembre 1861, Michele Lessona e Lorenzo Seguso nell’agosto 1863, Francesco Podestà nel luglio 1864, Prospero Peragallo, Enrico Lodovico Bensa, Marcello Remondini e lo scultore Giulio Monteverde nel 1865, e nello stesso anno era acclamato socio effettivo il principe Filippo Andrea d’Oria-Pamphvli. 7. Soci onorari (Il principe Oddone di Savoia). - Cresceva pure il numero dei soci onorari e corrispondenti, e tra i primi dobbiamo ricordare il principe Oddone di Savoia duca di Monferrato, il quale, acclamato membro onorario dai soci adunati in assemblea generale il 13 marzo 1864, dichiarava di accettare tale titolo, e riceveva il 5 maggio dello stesso anno il presidente ed il segretario della Società, che gli presentavano il diploma e i volumi degli Atti. Nei due anni che ancora gli rimasero di vita, il principe Oddone volle dar prova del suo affetto alla Società con frequenti e munifici aiuti finanziari, ed accolse con grande interesse le nostre pubblicazioni. Purtroppo egli veniva assai presto rapito all’amore di tutta la cittadinanza genovese, e la nostra Società prendeva parte al corteo, che, nel mattino del 24 gennaio 1866, SOCI ONORARI (iL PRINCIPE ODDONE DI SAVOIA) 79 accompagnava le spoglie del giovane principe alla cattedrale di S. Lorenzo, ne onorava la memoria con un elogio letto dal barone Pasquale Tola in un’adunanza generale (6 febbraio 1866), e decretava di concorrere coll’Accademia Ligustica di Belle Arti e colla Società Promotrice ad erigergli una memoria. Infatti il nostro Quinzio esegui una bella statua in bronzo che si ammira oggi nel palazzo Bianco. Di un altro socio onorario, si gloria la nostra associazione, del principe Luigi Luciano Bonaparte, aneli’esso grande amatore degli studi storici e letterari. 8. Incoraggiamenti ed attestali di stima. - La Società trovò da ogni parte incoraggiamenti ed aiuti, attestati di stima e di amicizia. 11 Municipio di Genova, che già molto aveva fatto per essa, le assegnava dal 1866 un annuo sussidio, encomiando lo zelo ognora dimostrato dall’istituto nella illustrazione delle patrie memorie. 11 prefetto nel novembre del 1863 chiese alla Società un elenco di tutte le opere dalle quali si potessero ritrarre notizie riguardanti l’industria, l’agricoltura e il commercio della Liguria, per soddisfare alla domanda del comitato reale e del direttore del Museo industriale stabilito in Torino, e la nostra Società seppe disimpegnare lodevolmente l’incarico affidatole. y.° Il nostro stendardo. - Nell’aprile del 1865 lo stesso prefetto invitava la Società a mandare una rappresentanza colla propria bandiera alle feste pel VI0 centenario della nascita di Dante, che erano celebrate in Firenze nel maggio dell’anno medesimo, in tale occasione la Società decise di provvedersi dello stendardo, che ancora non possedeva : il prof. Giuseppe Isola vi dipinse le insegne deH’istituto ; 8o DAL 1862 AL 1867 i soci sopperirono in parte con spontanee oblazioni alla spesa, e fu deciso che a tergo dello stendardo medesimo fosse con acconcia epigrafe fatto cenno della lieta circostanza, in cui era stato ordinato. 10. Relazioni col governo e colle società scientifiche. -Anche coi supremi moderatori della cosa pubblica le relazioni della Società furono sempre ottime. Ricordiamo che il ricorso inviato per la conservazione del palazzo d'Oria tu accolto benevolmente dai due Ministeri della P. Istruzione e dei Lavori Pubblici, che la richiesta fatta di permettere ai soci di visitare i conventi che venissero soppressi, per vedere se vi fossero libri, o monumenti meritevoli di essere conservati, fu accettata dal Ministero di Grazia, Giustizia e Culti e da quello della P. Istruzione. 11 quale ultimo volle poi dar segno della sua soddisfazione per l’operosità della nostra Istituzione, destinando dal 1864 in poi una somma annuale per incoraggiarne le pubblicazioni. I nostri Atti ci avevano fatto in breve conoscere ed apprezzare dovunque si coltivassero le scienze storiche. Tutte le società, gli archivi, le accademie del regno, la società di storia e archeologia della Savoia, quella di geografia di Vienna, quella di scienze naturali di Boston, Γ istituto Smithsoniano ed altri di Francia e di Germania chiedevano i nostri Atti, e inviavano in dono le loro importanti pubblicazioni. La R. Deputazione di storia patria di Torino elogiava lo zelo e J il successo con cui la Società « si adoperava « ad illustrare le condizioni di questa nostra patria nei 7 Nella Sezione di Belle Arti il Merli leggeva due passi della sua illustrazione (già da lungo tempo attesa) del pillano d’Oria, Santo Varni continuava le sue interessanti comunicazioni su opere d’arte da lui scoperte nelle romite chiese della Liguria e del tortonese (1). L’Alizeri riprendeva i suoi studi sul pittore Lodovico Brea di Nizza, su Lorenzo Fasolo pavese e Luca Bando da Novara, indi trattava dei pittori nel secolo XVI a Genova e degli scultori innanzi il Rinascimento. Lo Staglieno comunicava alcuni aneddoti relativi a vari maestri del secolo X\ II e specialmente a Domenico Fiasella detto comunemente, dalla patria, il Sarzana; a Pietro JLolyn soprannominato il Tempesta e ad Alessandro Stra-della. Il Fiasella fu accusato con un suo garzone di feri-mento con provocazione a danno di un mereiaio, suo vicino di casa in Soziglia ; il Tempesta fece uccidere sua moglie da 1111 sicario nel gennaio 1676; lo Stradella, eccellente compositore di musica, venne ucciso in Genova nel febbraio 1682 da un sicario mandato dai tigli di Nicolò Lomellino, offesi da Alessandro nell’ onore di una sorella ; veniva cosi stabilito il luogo e la causa della sua morte che erano stati sino allora molto discussi. Lo Staglieno traeva dalle carte d’Archivio notizie assai interessanti dei tre processi (2) e più tardi assodava che Pellegro Piola, era stato ucciso la sera del 25 novembre 1640 sulla Piazza di Sarzano da un Giovan Battista Bianco, tìglio di Vincenza (3). Il Neri studiava con amore le memorie della nativa Sarzana, recando notizie li) Giornale ligustico, anno 1874. ( 2 ) Giornale ligustico, anno 1874. (5) Giornale ligustico, anno 1877. « DAL 1872 AL 1882 storico-artistiche sul palalo del Comune di Stirpa na e sur una slittini equestre rappresentante Sau Giorgio, eretta da Matteo Civitali nel 1500, sulla piazza innanzi al palazzo per cura ed a spese del Banco di San Giorgio (1); Gerolamo Rossi inviava aneli’ egli notizie artistiche sulla Cattedrale e sul Battistero di Ventiniiglia (2). 3. Difesa dei monumenti putrii e partecipatone alla vita pubblica. - La Società si occupò, come sempre, dei monumenti patrii. La Chiesa di S. Sebastiano, ricca di pregiate opere d* arte doveva essere abbattuta per dar posto a strade più ampie, a case meno artistiche, ma più profìcue alla moderna generazione. La Società non volle che cotesta rovina passasse sotto silenzio, ed incaricò Federico Alizeri di scrivere una «Necrologia di S. Sebastiano» (3) perchè si conservasse almeno memoria dell’opera distrutta. Fu quello un tempo di generosa difesa dei monumenti artistici esistenti in patria e fuori : dai nostri soci infatti parti un vivissimo incitamento per la conservazione delle iscrizioni liguri poste sulle mura di Galata, che minacciavano di essere disperse coll’ abbattimento delle mura stesse ; e non era la prima volta che la Società si occupava della sorte di quei monumenti ! Dieci anni prima (1864) il Municipio di Genova aveva incaricato la Società (4) di dare il suo giudizio sur un progetto di Storia generale delle colonie genovesi in Oriente, presentato al nostro comune dal signor De Launav, archivista dell’ Ufficio tecnico della Municipalità di Pera, Galata e il) Giornale ligustico, anno 1875. (2) Giornali ligustico, anno 1877. (3) Atti, λ'οΐ. V, pp. 133-174. (4) Atti, Voi. IV p CXV. DIFESA DEI MONUMENTI PATRII E PARTECIPAZIONE ALEA VITA PUBBLICA IO9 Pancaldi, il De Launay aveva l’anno avanti pubblicato in Costantinopoli un opuscolo col titolo di « Notices sur les fortifications de Gallila » che doveva dare la prova della sua capacità ma invece lu trovato pieno di inesattezze e di errori rispetto a diverse epigrafi genovesi dei secoli XIV e XV già incastrate nelle mura del Borgo, ed il p. Vigna, che aveva dimorato a lungo in Levante, comunicò alla Società la loro genuina lezione, e ne aggiunse alcune altre che erano state omesse, illustrandole brevemente. Questa comunicazione fu pubblicata 1’ anno dopo (1865) col titolo; Di alcune iscrizioni genovesi in Cullata di Costantinopoli. Questa volta (1874) però non si trattava di un’opera storica, ma della conservazione delle lapidi, e la Società ottenne formale dichiarazione da parte del governo Ottomano che tutte sarebbero state gelosamente custodite. La dichiarazione fu fatta in via ufficiale al nostro Dicastero degli Esteri dal Ministro italiano, residente a Costantinopoli, il quale nel tempo stesso comunicò una memoria del De Launay intorno alle lapidi, ma la memoria, oltre ad essere un tentativo male riuscito di spiegare dette epigrafi conteneva pure gravi addebiti ad alcuno dei nostri soci. Perciò si stimò di non lasciarla senza risposta, ed il Belgrano seppe darne una altrettanto nobile quanto severa. La Società poi ottenne dal Municipio che deliberasse le spese necessarie per procurarle una collezione fotografica di tutte le lapidi delle mura di Pera (1). Ma non bisogna credere che questa accolta di eruditi si chiudesse nell’ ambito dei suoi studi in modo da non (1) Sono raccolte in appendice al Voi. XIII degli Atti. I IO UAL 1872 AL 1882 partecipare ai più notevoli avvenimenti che commovevano la città. Cosi, nell’aprile del 187^, ammirando l’atto generoso della marchesa Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera, che aveva donato alla città il palazzo Rosso e lasciate varie fondazioni a beneficio delle urti e delle lettere, le inviava un indirizzo per esprimerle la riconoscenza dell’ Istituto, e lo stesso atto compieva (12 dicembre 1875) quando il duca, che era nostro socio, erogava a vantaggio del porto di Genova una rilevantissima somma. Pur troppo, riaprendo l’anno dopo le sue sedute, il presidente Crocco doveva commemorare la morte di Raffaele De Ferrari. 4. 1 discorsi di Antonio Crocco. - La parola ornata, la forma corretta e severa del dire, l’entusiamo per le grandi anime e gli incitamenti a seguirne i nobili esempi, rendevano sempre cari e desiderati ai nostri soci i discorsi di Antonio Crocco. Ricordiamo Γ elogio in occasione della morte di Alessandro Manzoni, nostro socio onorario. L’oratore ne studiò specialmente le benemerenze verso la storia, considerando come in lui fosse veramente « sin-« golar privilegio che al divampare del fuoco poetico ed « alle creazioni della fervida immaginativa si accoppias-» sero la pazienza e Γ acutezza di indefesse ricerche. » « Di che si é documento precipuo « diceva » il discorso « che accompagna l’Adelchi, mirabile in ispecie laddove « giunge a fermare il concetto che al tempo della calata « di Carlo Magno i Lombardi e gli Italiani erano ben « lungi dal formare un solo popolo. » Osservò pure come il Manzoni desse del Vico un giudizio ed un ritratto « il « più vero e completo di quanti fin qui ne offersero i « pensatori intorno alla Scienza nuova. » Accennò per I DISCORSI DI ANTONIO CROCCO I I I ultimo al lavoro che il Manzoni preparava intorno all’epoca del 1 errore, e concluse riflettendo avere quel grande considerata ognora l’arte come un sacerdozio, consacrato mediante l’acceso culto del vero, al morale e intelletuale perfezionamento dei propri fratelli (i). Compiendo la Società il suo diciassettesimo anno di vita, il Crocco paragonava in un suo discorso (2 agosto 1874) la nostra istituzione ad una « prestante e nelle sue severe sembianze pur leggiadra donzella, » che stesse per raggiungere ormai i diciotto anni, e continuava con brillante metafora a parlare di questa severa fanciulla che invece di dilettarsi in piacevoli veglie « appagavasi dello scrutare le leggi e 1’ arcana armonia che governa lo svolgersi delle umane vicissitudini nella immensa fuga dei secoli ». Gran ventura toccava allo stesso Presidente di chiudere anche il ventesimo anno della nostra Società, ed in tale occasione egli si rallegrava ancora una volta della gioventù rigogliosa del nostro Istituto e confidava che sarebbe proceduto verso una robusta virilità; ma, parlando dell’avvenire, egli rammentava il decadimento morale della generazione presente e citando la sentenza del Tommaseo che in tutto è storia e nella storia è ogni cosa, proclamava che negli studi storici e massime in quelli che concernono l’Italia doveva trovarsi riposta la virtù sanatrice dei danni lamentati, ligli non si immaginava neppure che la sua Società così florida avrebbe dovuto ben presto declinare. Ne era forse causa quel decadimento morale tanto (1 ) A rappresentare la Società nei solenni funerali che si celebrarono in Milano il 29 maggio 1873, si delegò il socio onorario Cesare Cantù che scrisse a tal proposito una lettera assai interessante alla Società. Credo utile pubblicarla in Appendice. I I 2 DAL 1872 AL 1882 da lui lamentato in quei tempi ? Può darsi che in piccola parte vi contribuisse esso pure, ma più che altro turono le morti lagrimate di molti dei migliori nostri soci; coloro che avevano tenuta in fasce la fiorente fanciulla, che col loro infinito amore l’avevano cresciuta bella e forte, dovevano ora, per legge naturale, cederla a braccia più forti; ma queste non si trovavano. j. Perdite di soci illustri. - Il 23 gennaio 1874 spirava Antonio Merli, che aveva portato alla Società un importante contributo coi suoi studi sui d’Oria e specialmente sul loro palazzo di Fassolo ; un mese dopo (23 febb.) la Società perdeva Gaetano Avignone, diligente raccoglitore di medaglie e monete liguri; il 24 agosto 1874 moriva uno degli uomini, che più avevano giovato alla sua isti-* tuzione, quel Pasquale Tola, il quale aveva saputo dirigere con tanta assennatezza i primi lavori della sezione di Archeologia. La Società deliberava (30 maggio 1875) di concorrere alle spese per un monumento da innalzarsi a Sassari in suo onore. Altra gravissima perdita fu quella di Giuseppe Morro (17 luglio 1875), indole mite, amante dei classici, elegante verseggiatore in italiano e in latino; per opera sua, essendo sindaco di Genova, la Società potè tenere la seduta inaugurale nell’aula maggiore del palazzo municipale, e ottenne per le sue adunanze l’uso di una sala della biblioteca civica. 11 20 febbraio 1876 il fato comune ci toglieva un altro dei valenti numismatici, Luigi Franchini, attivo raccoglitore di monete delle zecche italiane e collaboratore alle tavole delle monete genovesi, di cui da tanto tempo si occupava la Società. Il Franchini lasciò al nostro Istituto, come ultimo ricordo, i gessi delle monete più rare da esso raccolte. Nello PERDITE DI SOCI ILLUSTRI stesso giorno (2 luglio 1876) nel quale il Desimoni leggeva la commemorazione del Franchini, il Crocco leggeva quella di Gino Capponi, nostro socio onorario, e ricordava la lettera con la quale il Capponi ringraziava la Società di tal nomina (4 marzo 1862) (1). Bene aveva detto il Desimoni che « la Società nostra nel breve giro di questi ultimi anni aveva sofferto lutti veramente gravi, » ma la nota triste non era ancor finita. Il 3 dicembre 1879 spirava Massimiliano Spinola, altro dei nostri più attivi cultori di storia, che si era specialmente dedicato agli ultimi tre secoli della Repubblica. Egli volle lasciare alla Società un ricordo del suo affetto, legandole una somma per la stampa di documenti genovesi inediti. 6. Le ceneri eli C. Colombo. - Malgrado la perdita di sì notevoli forze possiamo registrare in questi tempi una delle iniziative che diedero maggior grido alla Società. Il 10 maggio 1878, Luigi Cambiaso, console d’Italia a San Domingo, comunicava alla sezione di Storia la recente scoperta, delle tombe dei Colombo nella cattedrale di quella città. Il 21 luglio dello stesso anno in una seduta plenaria, a cui assistevano il Cambiaso stesso e G. B. Cambiaso, console della Repubblica Dominicana in Genova, fu letta un’ampia relazione sulla importante scoperta (2). Nella stessa seduta il primo Cambiaso annunziava che, se la Società lo reputasse opportuno, avrebbe offerto al Municipio di Genova una piccola parte delle ceneri di Colombo, che egli stesso aveva potuto raccogliere. Infatti nella seduta successiva (4 agosto 1878) (1) Giornale ligustico, 1876. (2) Atti, Voi. IX, p. 583-617. Atti .dello Società Ligure di Storia Patria. Voi. XLIII — 9. DAL 1S72 AL iSS’ il presidente Crocco riferiva che i due Cambiaso, incoraggiati dalla solennità del voto emesso nella precedente adunanza dall’ Assemblea, avevano offerto al Sindaco di Genova un pugnello delle ceneri di Colombo (1) ed egli come Presidente della Società Ligure di Storia Patria aveva preso parte alla consegna. Kra naturale che il Crocco, di cui già conosciamo le idee, concludesse con l’augurio che la salma di Colombo ritornasse nella sua Genova. 7. I libri lurrnm. - L di altre cose ugualmente preziose si desiderava il ritorno nella patria nostra. Il Belgrano avrebbe voluto che Genova si agitasse per la restituzione dei manoscritti di Caffaro esistenti a Parigi (25 giugno 1876), e quando si venne a conoscere la scoperta di altri importantissimi documenti sulla storia di Genova al Ministero degli Affari Esteri in Parigi, tra i quali si notavano otto libri lurium Reipubliciie che venivano a completare la serie di tale opera, fu il Desimoni (Assemblea 30 gennaio 18S1) che prese l’iniziativa di una novella agitazione, e la Società si decise ad interessare il nostro Ministro della P. I. perché facesse pratiche in proposito. Il Ministro promise (lettera 23 febbraio 1881) di prendere a cuore la cosa. 11 socio barone Andrea Podestà interpose i propri offici presso il Ministero degli Interni, ma nulla si ottenne, e soltanto oggi si spera di avere finalmente una riproduzione fotografica di quegli importantissimi volumi. 8. Per la morie di Fittorio Emanuele li - Come per il passato, i nostri soci seppero dimostrare la loro partecipazione alle congiunture ora tristi ora liete della patria. Quando l’Italia perdette il suo primo re, la nostra Società inviò nella ricorrenza del trigesimo giorno dalla η o (i ) Le ceneri di Colombo si conservano nel Musco d’Arte e Storia di Palazzo Bianco. PER LA MORTE DI VITTORIO EMANUELE II, 1 1 5 sua morte, un indirizzo di profondo rammarico per la pei dita del lealissimo principe. J1 segretario particolare di Umberto I. rispose ringraziando a nome del re e aggiunse : « 11 nostro Augusto Sovrano sa apprezzare « 1 alta importanza di codesta Società cosi insigne per « virtù di dottrina e di patriottismo, e ben conosce come « esercitando Essa la sua operosità, in una terra tanto « splendida di gloriosi ricordi, accresca sempre più quei « tesori di esempi e di insegnamenti che, dando lustro ((al passato, preparano la grandezza dell’avvenire. Sua (( Maestà il Re desidera che io assicuri codesta Società « della continuazione di quella particolare stima e bene-(( volenza, di cui la distinguevano il suo Augusto Genitore, « ed il suo ben amato Fratello, Oddone di Savoia di « sacra e lacrimata memoria ». <■). I pruni Congressi storici. - Dove specialmente apparve 1 attività dei nostri soci, fu in quei primi importantissimi Congressi storici, che mostrarono all’Italia il grande lavoro fatto negli ultimi anni da una schiera sempre più numerosa di cultori delle patrie memorie. Al primo Congresso storico, tenutosi a Napoli nel 1879, cosi la R. Deputazione di Storia Patria di Torino, come la nostra Società non intervennero, e la loro mancanza fu notata con rincrescimento, essendo queste due istituzioni le più antiche d Italia. 11 Congresso medesimo, nell’atto in cui si scioglieva, inviava (28 settembre 1879) alla nostra Presidenza un telegramma invitandola a partecipare ai futuri Congressi. Infatti, quando 1’ anno seguente la Società storica lombarda invitò la nostra a partecipare nel prossimo settembre al secondo Congresso storico, l’assemblea generale, tenutasi Γ8 agosto 1880, delegava quali DAL 1872 AL 1882 rappresentanti della Società L. T. Belgrano, Cornelio Desimoni, Pier Costantino Remondini e Carlo Astengo. Tutti, tranne l’ultimo, presero parte al Congresso nel quale il Belgrano ebbe l’onore di essere eletto segretario. Anche al terzo Congresso Geografico Internazionale, tenutosi nel settembre del 1881 a Venezia, la Società fu rappresentata dai soci corrispondenti Niccolò Barozzi e Luigi Hugues, ma vi presero parte anche i soci effettivi Cornelio Desimoni, L. T. Belgrano e Luigi Beretta. E poiché il quindicesimo volume degli Atti, che era stato pubblicato in quei mesi, trattava di materie geografiche, la Società volle che esso venisse intitolato a quel Congresso. 10. Decadenza della Società. - La Società dunque era apparentemente nel pieno vigore delle sue forze, ma in realtà si veniva logorando perché alle gravi perdite subite non si poteva contrapporre un corrispondente rinsangua-mento. La vita sociale venne cosi diminuendo anno per anno. Già ne erano apparsi i segni nel 1877; aumentarono nel 1878 e si può dire che dal 1879 al 1882 la vita esteriore della Società fu quasi per cessare. Non si tennero che due adunanze all’anno, Puna in dicembre o in gennaio, l’altra in agosto; non più elezioni degli Ufficiali, nomine di soci onorari, 0 corrispondenti, relazioni su lavori presentati per essere pubblicati negli Atti. Solo il Desimoni leggeva in quelle poche sedute la relazione dei suoi ultimi studi. Anche il Giornale ligustico senti 1’ effetto di questa momentanea spossatezza. Nel 1879 esso appare meno ricco di materia e cessano da quell’anno le notizie sull’opera della nostra Società; nel 1880 e nel 1881 non esce più regolarmente, tanto DECADENZA DELLA SOCIETÀ II? che colle due annate di esso si forma un solo volume. Nel 1882 però il giornale riprendeva le forze per correre d’ allora in poi una via meno scabrosa. Eppure la Società teneva ancora acceso nel seno una piccola favilla, che le era data da quei pochi che le recavano ancora il contributo dei loro studi e del loro affetto. 11 Crocco, che già chiudendo Γ anno 1879 (10 agosto) accennava che « parve alquanto allentarsi il regolare andamento delle adunanze » doveva poi dire, al termine dell’anno successivo (8 agosto 1880) : « Se per « un impensato svolgersi di vicende parve nel comples-« sivo andamento delle tornate allentarsi alquanto il pro-« cedere dei lavori, mi é dolce il potere rendere testici monianza di speciale riconoscenza a quelli eletti che « seppero con lodata alacrità e coi fruttuosi prodotti del « loro ingegno sostenere il peso che le altrui astensioni « rendevano più gravoso, » e spronava i volenterosi a spiegare maggiore attività negli studi ed a colmare i vuoti che andavano pur troppo verificandosi fra i veterani della penna. La stessa raccomandazione ripeteva il Belgrano Γ anno seguente (20 genn. 1882) mostrando come « i vuoti che si vanno deplorando nelle file degli studiosi non sono tutti numericamente riempiuti, » e nell’ultima seduta di quell’anno accademico (13 agosto 1882), il Crocco esortava ancora una volta i soci ad imitare l’esempio parziale offerto dai più operosi, affinché la rinomanza della Società non avesse a venir meno, ed esprimeva il voto che, riprendendo nei riposi autunnali nuova lena, volessero « più numerosi addestrarsi nell’ arringo delle storiche discipline. » Cosi si chiudeva 1’ anno venticinquesimo della Società. , Γ . ___ CAPITOLO VII. DAL 1882 AL 1892 1. Morte ilei presidente Antonio Crocco. - Elezione di Gerolamo Gavotti.- 2. L'opera della Società nel decennio. - j. Relazioni coll’istituto storico italiano. - Il nostro primo delegato. - 4. Onorande al Desimoni. - j. L. T. Belgrano nuovo delegalo presso Γ Istituto storico. - 6. Partecipazione al terzo e quarto congresso storico italiano. -7. Per la conservazione del palazzo S. Giorgio. - S. Il quinto congresso storico italiano di Genova. - La raccolta colombiana. te del presidente Antonio Crocco - Elezione di Gerolamo Gavotti. - Il 24 maggio 1884 morì Antonio Crocco che da sedici anni teneva la presidenza della nostra Società e la sua perdita fu amaramente sentita dai soci. 11 suo buon amico, Luigi Tommaso Belgrano, tesseva di lui l’elogio più affettuoso, più reverente che mai fratello abbia pensato (1). La Società scelse a nuovo presidente Gerolamo Gavotti, patrizio genovese, già sindaco di Genova, uomo di caldo amore per la patria e le sue glorie. Sotto il suo valido impulso la vita del sodalizio corse per un tratto alacre e lieta, e il Belgrano lesse ancora una volta, e forse fu l’ultima, la relazione dei lavori dell’ anno accademico 1884-1885, una di quelle relazioni che tanto erano care ai nostri soci, perché presentavano lucidamente dinanzi a loro il lavoro compiuto in un anno. Però il ritorno (1·) Atti, Voi. XVII, pp 65-109. 122 DAL 1882 AL 1892 all’antica frequenza delle sedute non fu che momentaneo; i soci non si adunarono quasi più negli anni successivi e il loro numero andò sensibilmente diminuendo. Rimase pur tuttavia un gruppo di studiosi che seppero colle loro opere mantenere viva la pubblicazione degli Atti, cosi che, eccetto il 1883, non passò anno in cui non uscissero le pubblicazioni sociali. - Anzi é da ricordare che col volume diciassettesimo uscito nel 1885 si volle iniziare una seconda serie degli Atti. 2. L’opera della Società nel decennio. - Dal 1882 al 1892 videro la luce ben nove volumi e vari fascicoli di continuazione e d’appendice alle opere precedenti. Nel volume diciasettesimo che iniziava la nuova serie, il socio Marcello Staglieno, portava preziosi contributi alla vita di C. Colombo con uno studio sulla casa abitata da Domenico Colombo in Genova, e riusciva a far risalire la presenza dello stesso al 1439, con documenti che l’Harrisse affermò essere i più importanti scoperti in quel secolo per la storia della famiglia di C. Colombo. Nel volume diciottesimo il Belgrano pubblicava il secondo registro della Curia arcivescovile di Genova, che gli era stato gentilmente offerto in prestito dallo stesso Arcivescovo di Genova, e che il socio Luigi Beretta gli aveva trascritto. Nel volume diciannovesimo eccellevano alcuni studi del Desimoni, e cioè: i Regesti di lettere pontificie riguardanti la Liguria dai più antichi tempi sino al pontificato d’In-nocenzo 111, ricerche sulle carte nautiche del medio evo, una relazione sul libro dello Harrisse: « Cristoforo Colombo e il Banco di S. Giorgio » ed infine un saggio sulle prime monete di argento della Zecca di Genova, che preludeva al suo maggior lavoro su tutte le monete di Genova l’opera della società sul' decennio dal il39 al 1814 (Voi. XXII). Il Belgrano inseriva nello stesso volume XIX notizie di letteratura storica, e Γ A mari aggiunte 0 correzioni ai nuovi ricordi arabici, il Rossi e l’Accame trattavano di storia religiosa, ed il Gabotto, con un breve studio su una poesia di Giovali Mario Filelfo, dava saggio di un lavoro di maggior mole, pubblicato più tardi negli Atti stessi. I volumi XX e XXI furono dedicati alla storia del convento di S. Maria di Castello, per opera del p. Vigna; il XXIII poi é una vera esposizione delle forze nuove della Società: Carlo Braggio vi parla dell’ Umanesimo in Liguria, Luigi Staffetti delle relazioni tra la congiura del Fiesco e la corte di Toscana, Giuseppe Roberti pubblica due diari dell’assedio di Genova nel 1800, Giuseppe Calligaris studia la politica di Carlo di Savoia durante i torbidi genovesi del 1506-1 507, Giovanni Sforza pubblica una lettera di Carlo Spinola ad Alberigo Cybo - Mal aspina, Prospero Peragallo due documenti sulle relazioni di Genova col Portogallo. Anche i due volumi XXIV e XXV, iniziati nel 1891 e 1892 e finiti nel 1894, sono una messe preziosa di studi sulla storia di Genova: da quello del Gabotto sugli Umanisti, a quello del Neri sulle poesie storiche genovesi, dai documenti del Pelissier su Genova durante la dominazione francese, allo studio del Rosi su\Y eresia in Liguria, dalla storia del Santuario della Pace in Albissola Superiore di Vittorio Poggi, al Codice Greco Sauliano eli S. Atanasio scoperto ed illustrato da Gerolamo Bertolotto. j. Eduzioni coll’istituto storico italiano. - Il nostro primo delegato. - Nello stesso tempo la Società continuava le sue relazioni colle principali consorelle e stringeva i vincoli con l’istituto storico italiano (fondato in Roma il 12-1 DAL 1882 AL 1892 25 novembre 1883) avente per iscopo di riuscire ad una vera federazione di tutti i sodalizi italiani che intendono di raccogliere e pubblicare gli sparsi documenti della storia nazionale. Il 10 gennaio 1884 la Società era invitata per lettera ministeriale a delegare il suo rappresentante presso l’istituto storico: ed il 30 maggio procedeva, neIYunica seduta di quell’anno, alla elezione del delegato. I votanti furono ventidue e, non il caso, ma l’alta stima onde il Desimoni e il Belgrano godevano fra i consoci volle che a parità di voti fossero entrambi designati all’onorifico incarico. Mentre l’assemblea stava per procedere ad una nuova votazione, il Belgrano sorse a sostenere che l’anzianità doveva aver la prevalenza e propose perciò che il Desimoni si dovesse ritenere eletto ; e la proposta fu accettata. 4. Onorande al Desimoni. - Ma il Desimoni con lettera dell’8 dicembre 1884 dichiarava di rinunziare cosi all'ufficio di delegato all’istituto come alla carica di vice-presidente della Società; le ragioni per le quali egli si induceva a questa rinuncia erano affatto estranee alla nostra istituzione, alla quale anzi egli era sollecito di attestare la sua vivissima gratitudine, concludendo che avrebbe sempre serbato la più cara memoria delle numerose testimonianze di fiducia dategli dai colleghi nel corso di 26 anni. 11 Belgrano osservò che le dichiarazioni del Desimoni erano state pur fotte privatamente a lui e ad alcuni colleghi, e non lasciavano luogo a sperare che egli fosse per recedere dal proposito manifestato; propose pertanto che, nel tempo stesso in cui si dava atto all’onorando uomo della sua lettera, si aggiungesse una solenne manifestazione della stima e della riconoscenza che tutti nutrivano per lui, e presentò il seguente ordine del giorno: I ONORANZE AL DESIMONI 125 « L assemblea, udita la lettera dell’avv. cav. Desimoni, « mentre rispetta le ragioni in essa allegate, rammenta « con gratissimo animo che l’opera dotta e indefessa da <( lui prestata alla Società per lo spazio non interrotto di « ventisei anni, fu uno dei precipui fattori onde questa « crebbe a prospera vita. Fa perciò caldi voti, affinché « l’avv. Desimoni voglia sempre concorrere con nuove « ed importanti scritture a mantenere ed aumentare il (( decoro degli Alti; e lo proclama altamente benemerito « dei nostri studi e del nostro Istituto. » L’ordine del giorno fu approvato all’unanimità e si accettò pure la proposta del socio avv. Enrico Lodovico Bensa che l’ordine stesso fosse stampato in uno dei fascicoli degli Atti di prossima pubblicazione (1). 5. L. T. Belgrano nuovo delegato presso ΓIstituto storico. Si doveva procedere alla nomina del nuovo rappresentante della Società presso l’istituto storico italiano, e l’assemblea, com’era prevedibile, elesse per acclamazione il prof. Belgrano. Pochi giorni dopo, nel gennaio del 1885, il nostro valoroso delegato assisteva in Roma alla inaugurazione deiristituto, e subito prendeva parte attivissima ai lavori, assumendo il carico di ripubblicare in edizione critica le cronache di Caffaro e dei suoi continuatori. Lavoratore meraviglioso, il Belgrano già nel 1890 dava alle stampe il primo volume di cronache, e nello stesso tempo pubblicava per la Società il secondo registro della Curia arcivescovile. E prezzo dell’opera il riferire in qual modo la nostra Istituzione rispondesse alla circolare inviata dall’Istituto (1) Atti, Voi. XIII, pag. 1077. DAL 1882 AL 1892 storico italiano ai presidenti delle RR. Deputazioni e delle Società di storia patria per invitare le medesime a prendere atto del programma dell’istituto, a dichiarare in qual modo ogni associazione intendesse concorrere al lavoro comune e in quali argomenti le potesse giovare la mediazione dell'istituto, a mandare la nota delle materie sino allora trattate e di quelle che si stavano studiando. Il nostro consiglio dichiarò che la Società era disposta a collaborare nei limiti che le permetteva lo scarso numero dei suoi membri aitivi alla compilazione del catalogo e del repertorio accennati nel programma; aggiunse che, mentre si proponeva di completare i lavori in corso nei suoi Atti, stava per provvedere alla stampa del secondo volume del registro arcivescovile e a quella di una monografia del socio Belgrano sulla colonia di Pera; contava inoltre di pubblicare la descrizione generale delle monete genovesi già impresa da Gaetano Avignone e continuata, dopo la morte di lui, dal Desimoni; impegnava perciò l’ausilio dell’istituto per ottenere, in ordine alle gravi spese che esigevano i due ultimi lavori, due assegni straordinari dallo Stato. Finalmente avvisava che avrebbe presto rasmesso alla presidenza dell’istituto l’indice delle materie trattate nei volumi I-XVI degli Atti, non appena ne fosse terminata la pubblicazione. 6. Partecipazione al terzo e quarto congresso storico italiano. Nello stesso anno (12-19 settembre 1885) si teneva in Torino il terzo congresso storico e ad esso prendeva parte la nostra Società coi soci Belgrano, Desimoni, Podestà e Staglieno. Essi presentarono in omaggio al congresso cento esemplari della monografia dello Staglieno sulla casa di Colombo. Le accoglienze furono talmente PARTECIPAZIONE AL TERZO CONGRESSO STORICO ITALIANO 127 cordiali che la Società deliberò nella sua prima assemblea generale (27 dicembre 1885) di inviare alla R. Deputazione di Torino un telegramma di ringraziamento. Uguali accoglienze riceveva la nostra Società al quarto congresso storico tenutosi dal 19 al 28 settembre 1889 in Firenze, nella quale circostanza venne acclamata la città di Genova a sede del quinto congresso, nell’anno in cui si sarebbe festeggiato il grande avvenimento della scoperta del Nuovo Mondo. 7. Per la conservazione ilei palalo di S. Giorgio. - Fu appunto nell’occasione delle feste colombiane che la nostra Società prese l’iniziativa del grande movimento per la conservazione del palazzo di S. Giorgio. Già nel discorso di chiusura dell’anno accademico 1884-85 il nostro presidente, Gerolamo Gavotti, aveva detto che se la Società aveva per divisa la calma ed il raccoglimento, ciò non escludeva che essa facesse udire la *sua voce autorevole per la difesa dei nostri monumenti, e si era augurato che essa prendesse l’iniziativa di far restaurare la Porta Soprana ed il palazzo di S. Giorgio. Per la prima non fu cosa difficile l’ottenere il restauro, ma per il secondo si dovette combattere una vera battaglia, poiché in Genova vi era una corrente assai forte che non solo aborriva dalla restaurazione, ma propugnava anzi con tutte le sue iorze l’abbattimento di tutto il palazzo, o almeno dell’avancorpo di esso per aprire una larga via al commercio. Gli amanti di patrie memorie insorsero contro tale obbrobrio e la nostra Società fu a capo di essi. 11 venerando Marcello Staglieno mi narrava che in quel tempo si tennero frequenti adunanze serali nella nuova sede della I 28 DAL 1882 Al. 18^2 Società in via della Maddalena, per discutere i mezzi migliori per spuntarla sui nemici. «Sembravamo tanti congiurati! » aggiungeva sorridendo lo Staglieno. 1 più assidui ira i convenuti erano Gerolamo Gavotti, L. T. Belgrano, Tammar Luxoro, Iacopo Virgilio, F. Ludovico Bensa, e il Palazzi. Nella lotta si usarono tutti i mezzi; conferenze, articoli sui giornali, sussidi ai fogli cittadini che sostenessero la conservazione del palazzo, e la Società vi sacrificò gran parte delle sue finanze! 11 prof. Iacopo Virgilio, che resse per molti anni le sorti della Scuola superiore di studi commerciali, fu l’anima della agitazione e se il palazzo di S. Giorgio erge ancora le sue vetuste mura è merito in gran parte della attività e della perseveranza di queU’uomo. Fu a lui che venne l’idea di far stampare, tradotto dall’inglese, a spese del Municipio, il bel lavoro deH'Harrisse dal titolo: Cristoforo Colombo e il Banco di S. Giorgio; fu egli che diresse una memoranda spedizione della Società. Avendo saputo che il ministro della P. Istruzione, on. Boselli doveva venire dalla riviera di ponente a Genova, ove certamente gli avversari di S. Giorgio lo avrebbero circuito, egli con gran numero dei nostri si recò a Sampierdarena, e, appena giunto il treno di Savona, invase con gli altri il vagone ove si trovava il ministro e lo prevenne in favore della conservazione dello storico palazzo. L’illustre ligure, che si era già attivamente occupato delle onoranze alla memoria di Colombo ed aveva nominato una commissione per raccogliere i documenti colombiani, s’interessò naturalmente della questione di S. Giorgio e dichiarò che avrebbe appoggiata la conservazione del palazzo. Il nostro presidente propose perciò nell’ultima _ι>1:|ί Ι-Α CONSERVAZIONE DEL PALAZZO DI SAN GIORGIO I 29 seduta dell’anno accademico 1887-88 (12 agosto) di inviare al ministro un telegramma di felicitazione per la savia determinazione. Ma la vittoria non era ancora decisa: un cumulo di interessi voleva assolutamente l’abbattimento dello storico palazzo. Fu allora che la nostra Società diede anima ad un solenne ricorso indirizzato al ministro della P. Istruzione per ottenere la conservazione del palazzo stesso. La petizione venne firmata da tutti i soci, e si coprì in brevissimo tempo di numerosissime firme di aderenti. Questa solenne levata di scudi fece sì che il ministro della P. Istruzione nominasse (28 maggio 1889) una commissione coll’incarico di studiare il grave problema. Questa commissione, nella quale si contavano uomini illustri, come Francesco Gemila, presidente e relatore, Camillo Boito, Giosuè Carducci e Domenico Carutti, dava nell’ottobre 1889 ^ giudizio richiesto, proponendo la integrale conservazione dell’antico monumento e accennando nello stesso tempo i mezzi per soddisfare ai crescenti bisogni del movimento commerciale. S. Il quinto congresso storico italiano a Genova. - La raccolta colombiana. E fu così che nel 1892 il quinto congresso storico italiano potè adunarsi nella sala maggiore del palazzo delle Compere di S. Giorgio, completamente restaurata. La nostra Società aveva provveduto a quanto era necessario per degnamente accogliere i più chiari storici italiani. Infatti il comitato ordinatore del quinto congresso, nominato dal Municipio d’accordo colla Società ligure di storia patria, aveva come presidente Luigi Tommaso Belgrano, come segretari Achille Neri e Luigi Beretta. Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XLIII — io. I3° DAL 1882 AL 1892 Il congresso fu tenuto dal 19 al 27 settembre; vi furono rappresentate 5 3 società e presero parte alle sedute 5 5 delegati, oltre molti invitati. La nostra Società era rap- O 3 presentata da L. T. Belgrano, Luigi Beretta, Gerolamo Gavotti, Achille Neri, Pier Costantino Remondini, Giuseppe Ruggero, Marcello Staglieno. 11 Belgrano presiedendo l’adunanza preparatoria del 19 settembre fece la proposta, accettata per acclamazione dall’assemblea, di nominare a presidente onorario del congresso il sindaco della città di Genova. L’inaugurazione del congresso fu tenuta il 20 settembre alla presenza del Principe Tommaso di Savoia; al banco della presidenza sedevano il Principe Tommaso, il sindaco barone Andrea Podestà, il conte comm. Gaspare Gloria, consigliere delegato rappresentante il Prefetto, il comm. prof. Luigi Tommaso Belgrano, presidente del comitato ordinatore, il prof. cav. Luigi Beretta e il prof, cav. Achille Neri, segretari. Dopo il discorso del Belgrano, che seppe accennare alla gloria della casa di S. Giorgio, che accoglieva i congressisti, segui quello del barone Podestà, che volle anch’esso inneggiare alla storia di quel palazzo; il conte Gloria salutò con brevi parole i congressisti, ed allora il segretario Neri, per invito del presidente, lesse una chiara ed interessante relazione dell’opera della nostra Società dall’ ultimo congresso (Firenze 1889) e del programma scientifico che si sarebbe svolto nelle sedute successive. I lavori del congresso procedettero assai bene e in essi fu ricordata per le sue benemerenze la commissione colombiana, sorta per idea del ministro Boselli e sanzionata da un R. decreto del 17 maggio 1888, la quale aveva per oggetto la pubblicazione di documenti e studi sulle QUINTO CONGRESSO STORICO ITALIANO - RACCOLTA COLOMBIANA I 3 I questioni colombiane. A questa raccolta concorsero nella parte più ampia i nomi più chiari della nostra Società. L. T. Belgrano e Marcello Staglieno si presero l’assunto di pubblicare tutti i documenti d’indole privata, che si riferissero a Cristoforo Colombo e alla sua iamiglia e di ripubblicare il codice diplomatico colombiano, secondo le sue diverse edizioni. Cornelio Desimoni trattò da par suo le questioni colombiane allo stato presente, Achille Neri ricercò tra le numerose pretese effigie di Colombo quella che riproducesse nell’assieme tutti o in massima parte i particolari che sulla persona dell’Ammiraglio ci forniscono don Fernando, suo figlio, ed altri storici contemporanei. Enrico Alberto d’Albertis imprese a trattare àzWarte nautica ai tempi di Colombo, rifacendo la storia delle costruzioni navali sulle coste del Mediterraneo, dall’epoca delle Crociate alla fine del secolo XV, e venendo poi a descrivere le famose caravelle e gli strumenti nautici dei quali Colombo potè disporre. Prospero Peragallo infine trattò di Leone Pancaldo, il pilota savonese, che prese parte alla celebre spedizione di Fernando Magellano. CAPITOLO Vili. DAL 1892 AL 1908 1. Condicioni della Società alla morte del Belgrano. - 2. Nuove elezioni. -> ^Peia del nuovo ufficio. - 4. Discorso del marchese Imperiale.- /. Commemorazione dì L. Ί. Belgrano. - 6. Riforme allo Statuto - la Società eretta in ente morale. -7. Le 1 dazioni della Società con vani municipi liguri. - 8. Il palazzo diS. Giorgio. -). La terza serie degli Atti. - 10. Opere fuori degli Atti. - 11. Progetti per I’ avvenire. -12. Conclusione. ondÌ7joni della Società alla morte del Bei-grano. - Sugli Atti appunto della Commissione colombiana cadeva fulminato Luigi Tommaso Belgrano, il 26 dicembre 1895. Nell’animo di molti sorse allora il dubbio che con lui dovesse aver line la Società perché dopo la morte o la dispersione dei fondatori e dei primi collaboratori tutte le cure del sodalizio erano state da lui assunte; e, invero, a tutte, per lungo tempo, aveva saputo provvedere quella meravigliosa tempra di lavoratore. Ma negli ultimi anni, le molte occupazioni, insieme ai lunghi intervalli di riposo, resi necessari dalla gravissima malattia che doveva innanzi tempo condurlo al sepolcro, lo avevano costretto a lasciar molte pratiche in sospeso, non consentendogli neppure di attendere colla consueta alacrità alla pubblicazione degli Atti, che, dal 1892 al 1895, si arricchirono di due soli volumi. ϊ56 DAI. 1892 AI. 1908 Aggiungasi che, essendo diminuiti i soci, le difficoltà finanziarie erano cresciute, mentre la mancanza di una sede propria e decorosa, impediva il riordinamento della biblioteca e le convocazioni regolari dei soci, sicché dal 1892 al 1895 non erasi più tenuta alcuna adunanza. Que-ste le condizioni della Società nel dicembre del 1895, quando a pochi giorni di distanza dalla morte del Segretario Belgrano venne pure a mancarle il presidente marchese Gerolamo Gavotti. 2. Nuove elezioni - Condizioni, come ognun vede, punto liete che indussero un nucleo di volenterosi a tenere un’ adunanza per discutere i mezzi più opportuni perché il ricco patrimonio di studi che con tante fatiche avevano preparato il Desimoni, il Belgrano ed i loro collaboratori, non andasse irreparabilmente perduto. L’adunanza ebbe luogo il 2 febbraio 1896. Ai pochi soci convenuti, il vice presidente, Cornelio Desimoni, disse del Belgrano poche, ma belle e commoventi parole, degne dell’ estinto e di chi le pronunziava. Avendo poi il Desimoni esplicitamente dichiarato di non potere, per la tarda età, assumersi il carico e le fatiche della presidenza, 1’ assemblea, con solenne dimostrazione di stima verso Γ illustre uomo, lo acclamò presidente onorario ed elesse presidente effettivo, a unanimità di voti, il marchese Cesare Imperiale di Sant’Angelo, già noto nel campo degli studi storici per il suo libro : « Caffaro e i suoi tempi, » Nella stessa adunanza, procedutosi all’elezione degli altri membri della Presidenza, 1’ ufficio venne cosi costituito : avv. Cornelio Desimoni, presidente onorario a vita ; marchese Cesare Imperiale dei principi di Sant’Angelo - presidente effettivo ; 1 NUOVE ELEZIONI 137 avv. Enrico Bensa, vice presidente ; prof. sac. Luigi Beretta, segretario generale ; prof. dott. Gerolamo Bertolotto, vice segretario e bibliotecario ; marchese Marcello Staglieno, tesoriere ; piof. Anton Giulio Barrili, consigliere; sac. p. Amedeo Vigna id. cav. Luigi Augusto Cervetto id. avv. Luigi Centurini id. cav. Francesco Podestà id. Opera del nuovo ufficio. - Il Consiglio direttivo, nelle adunanze tenute quasi ogni settimana, in quell’ anno e nel seguente, si occupò precipuamente del riordinamento amministrativo della Società; lavoro non facile, ma che alla fine del 1896 potè dirsi compiuto, coll’aumento notevole dei proventi, mediante l’ammissione di 200 nuovi soci ; coll assetto delle varie contabilità, e col trasloco della sede in un nuovo locale, vasto e decoroso, ottenuto dalla benevolenza del Municipio, nel palazzo Bianco. Fu possibile allora, per la prima volta, di ordinare convenientemente e mettere a disposizione dei soci la biblioteca, la quale, grazie alle cure intelligenti dei soci Bertolotto, Costa, Staffetti, che tennero successivamente a tutt oggi, 1 ufficio di Bibliotecari, é ricca ormai di circa 10000 volumi, di 200 fra pergamene e manoscritti, e di oltre trecento riviste scientifiche (1). Contribuirono in modo efficacissimo a questo notevole aumento di materiale scientifico, i cambi ottenuti dei nostri Atti colle (1) Il catalogo di tutta questa suppellettile scientifica fu pubblicato negli Annuari del 1901 e del 1906. DAL 1892 AL 1908 pubblicazioni dei maggiori istituti storici italiani e stranieri e i cospicui doni ricevuti da vari soci, fra i quali ricorderemo soltanto, a titolo d’onore, il Desimoni, che volle la Società erede di una parte della sua biblioteca, il p. Vigna che nel suo testamento legava a noi molte opere importanti, il marchese Marcello Staglieno che ha voluto generosamente farci dono di molti volumi delle sue ricche raccolte storiche genovesi. 4. Discorso del marchese Imperiale. - La nuova sede fu solennemente inaugurata il 2 maggio del 1896 con numerosissimo concorso di soci - concorso che tu il più sicuro indizio del nuovo risveglio del nostro Istituto. In questa occasione il Presidente pronunziò *un discorso (1) del quale è forse non inopportuno dar qui un breve cenno perchè nelle parole del marchese Imperiale è tracciato per sommi capi il programma della Amministrazione che dal 1896 a tutt’oggi ha diretto la nostra Società. Il Presidente, dopo aver commemorato con affettuose parole i soci estinti, dopo averne ricordate le insigni benemerenze, accennando alle voci che erano corse sulla disastrosa influenza che queste perdite dolorose avrebbero potuto esercitare sulle sorti della Società, affermò risolutamente che se molti degli uomini illustri che avevano dato vita alla Società ligure non erano più tra noi, rimaneva tuttora la loro opera, gloriosa eredità che doveva essere conservata ed accresciuta. Ed accennando quale e quanta fosse l’opera compiuta da costoro, aggiunse che « se dal febbraio 1858, data della fondazione del Sodalizio, una rivoluzione aveva profondamente mutato gli ordinamenti (1) Per deliberazione dell’ Assemblea fu poi stampato nel voi. XXVIII degli Alti. DISCORSO DHL MARCHESE IMPERIALE '39 politici della nostra Patria, un’ altra rivoluzione più modesta e più pacifica, ma nel suo campo non meno radicalmente innovatrice, si era compiuta negli studi storici riguardanti la nostra Genova. Qui il Presidente, dopo aver tracciato a larghi tratti il soggetto dei principali lavori già pubblicati negli Atti, ricordando la gran copia di argomenti che ancora attendevano la cura degli studiosi, disse che la storia di Genova dovrebbe esser meglio conosciuta dai genovesi stessi e dagli italiani, perchè « poche storie sono cosi varie, cosi « drammatiche, cosi degne di studio per 1’ uomo politico, «per l’economista, per il filosofo...... Genova ha provato (( tutti i Governi : Governo di pochi, di molti, di un solo... « tutti i temperamenti che l’ingegno umano in fatto « di politica ha potuto escogitare, furono studiati e messi « in pratica dai nostri avi. Eppure a Genova, che di anna-« listi e di sagaci e indefessi raccoglitori di documenti (( ebbe sempre dovizia, è mancato finora lo storico pro-« priamente detto. » L’ oratore pertanto incitò i soci a dare opera assidua per raccogliere nuovi materiali per questa storia, dichiarando che non era ispirato da un gretto sentimento di municipalismo il desiderio che un popolo, il quale ha saputo conservare attraverso i secoli, attraverso mille vicende, i caratteri distintivi della propria razza, imparasse a conoscere e a non disprezzare i monumenti, le memorie di un passato non inglorioso. « Non siamo pur troppo cosi grandi, nè così felici (( oggi, perchè da queste memorie non ci sia dato di « ricavare qualche conforto, qualche esempio nelle tri-« stezze dell’ ora presente. » Così esclamò, alludendo alla 14° DAL 1892 AL U)08 catastrofe di Adua, ma con impeto lirico aggiungeva tosto : « il sangue sparso dagli eroi che per Γ onore « d’ Italia e pel dovere hanno incontrato serenamente la « morte, laggiù, sulle balze africane, non sarà infecondo. « Dal sacrifizio di tante nobili vite, inutile forse, certa-« mente sproporzionato allo scopo, é già uscita luminosa, « consolante la certezza, che le nuove generazioni valgono « per eroismo, per virtù di sacrifizio, quelle che le hanno « precedute ; e da questa certezza risorgeranno più vivaci, « ne son certo, il desiderio, la speranza di quella rigene-« razione morale della patria che é; in questo momento, « il primo e, direi quasi, il tormentoso pensiero di tutti « gli animi veramente italiani. E tale deve essere lo scopo, « la meta ultima dei nostri studi, dei nostri lavori. Non « si dica che troppo vasto è Γ intento, che troppo sonore « parole sono queste per la storia di un piccolo paese .« come il nostro, per studi particolari come sono quelli « ai quali intendiamo. Tutti gli sforzi quando sono rivolti « ad una meta nobile e grande, sono anch’ essi grandi e « nobili ; e povera cosa invero, degna soltanto delle insulse « accademie del seicento sarebbe la nostra opera, se a « noi tutti non sorridesse il pensiero che quella evocaci zione del passato alla quale sono intesi i nostri studi, « potrà un giorno, insieme al desiderio di rendere noi e « gli altri migliori, ridestare in noi tutti una fede più « intensa, più sicura nei nostri destini. » y Commemorazione di L. Tommaso Belgrano. - Pochi giorni dopo Γ inaugurazione, vale a dire il 26 maggio, Anton Giulio Barrili - per incarico della Società - commemorava solennemente nel palazzo Rosso il nostro segretario generale L. T. Belgrano. COMMI·MOIiAZIONE DI L. T. BELGRANO 141 Mirabile fu il concorso di pubblico elettissimo convenuto quel giorno nelle storiche sale che la munificenza dei Brignole donava all’arte e agli studi ; doveroso omaggio che Genova tributava all’ illustre estinto e al chiaro oratore. Il Barrili, tratteggiata con rapidi tocchi la figura del Belgrano, parlò della sua vita di studioso modesto, ma intrepido, del suo primo lavoro scritto nel fiore dei ven-t anni, sulla vita e le opere di Gerolamo Serra, opera di gratitudine e a un tempo elogio all’ uomo, a cui il Belgrano si sentiva animo di succedere. Indi l’oratore passò a discorrere dei lavori più importanti pubblicati dal Belgrano e di ciascuno di essi dette un’idea chiara, in quella maniera cosi bella che egli solo sapeva usare, parlando di cose astruse ed aride. Ma dove il Barrili ebbe maggior campo ad intrattenersi fu nella illustrazione del registro della Curia arcivescovile di Genova, registro che getta nuova luce sulle origini del Comune, e ben giustamente avverti che, se il Desi-moni aveva dato una nuova idea delle Marche dell’ alta Italia e delle loro propaggini comitali in Liguria, il Bei-grano ne aveva proseguita Γ opera, trattando del primo Comune ligure. Dall’ esame di questo poderoso lavoro, che, come osservati Cogo (1) sarebbe bastato esso solo ad eternare il nome del Belgrano fra i cultori della storia d’Italia, l’oratore passò ad esporre il contenuto degli altri mirabili studi sulle colonie di Genova, sugli annali di Caffaro, sui documenti colombiani, non dimenticando neppure le opere minori, pur tanto pregevoli, disseminate in giornali e riviste. Disse infine della sua (1) G. Cogo - La Società Ligure di Storia Patria (1858 - 1900) pag. 9. DAL 1892 AL 1908 morte. Ricondottosi il Belgrano tutto solo nel suo studio O della civica Biblioteca, come 1111 soldato nella trincea, cadde fulminato, per non più rialzarsi. L’ epilogo della commemorazione è tutto un inno all’ importanza delle ricerche storiche, ai primi cultori della storia della nostra Genova, a tutti quelli che P amarono e la onorarono. 6. Riforme dello Statuto. - La Società eretta in ente morale. -Dopo aver commemorato degnamente i nostri morti e ricordate le nostre glorie, risolto ormai come già fu detto il problema finanziario del sodalizio, la nuova direzione volle rimodernarne l’antico Statuto. Una Commissione composta dei soci avv. Giulio Balbi, march. Paolo Alerame Spinola, avv. Pier Giulio Breschi, fu incaricata di studiare opportune riforme che vennero, in base ad una relazione presentata il 5 febbraio 1897, cosi concretate con voto del-ΓAssemblea: il Consiglio direttivo veniva ampliato portando a due il numero dei vice presidenti e a dodici quello dei consiglieri; tra questi poi si doveva scegliere un segretario, un delegato alla Contabilità, un tesoriere e un bibliotecario. L’Assemblea doveva inoltre eleggere ogni anno tre revisori dei conti e furono fissati anche i criteri per le riunioni del Consiglio direttivo e le adunanze da tenersi. Alle tre antiche sezioni se ne aggiunsero altre due : quella di Legislazione e Giurisprudenza storica, e quella di Paletnologia ; la prima doveva occuparsi di leggi, statuti, consuetudini e forme notarili ; la seconda delle genti preistoriche e dei primi svolgimenti della civiltà. Un’ultima riforma del vecchio Statuto fu la facoltà concessa al Consiglio direttivo di decidere sulle pubblicazioni degli Atti. Altra cura speciale del nuovo Consiglio fu di chiedere al governo del Re 1’ erezione della Società in ente morale, I.E RELAZIONI DELLA SOCIETÀ CON VARI MUNICIPI LIGURI 143 che si ottenne con decreto reale del 10 luglio 1898. 7. Le relazioni della Società con vari municipi liguri. -Più di una volta le Autorità locali della Liguria ebbero a ricorrere alla Società per consigli. Ora è Albissola che chiede se quella località risponda all’antica Alba Docilia; ora Struppa, che vorrebbe cambiare in Doria il nome del Comune ; ora Portovenere che invoca 1’ autorevole nostra parola per difendere i diritti di quel piccolo borgo, di appartenere all’antica Curia di Genova e non alla nuova di Chiavari. La nostra Società a tutti risponde, siccome dettano la sua esperienza e le risultanze di studi ponderati e nel rispondere alle domande di Portovenere traccia una storia succinta ma eloquente di quel comune. 8. Il Palalo di S. Giorgio. - La Società, sempre vigile custode dei patrii monumenti, propugnò la conservazione dell’antico chiostro di S. Andrea, e sostenne la più energica lotta per mantenere al dominio pubblico il palazzo di San Giorgio, riuscendo, nel 1902, a risolvere definitivamente la quistione del restauro e della destinazione dello storico monumento. In quell’ anno appunto corse la voce, confermata in seguito, di trattative col Governo per la cessione della gloriosa sede del Banco di S. Giorgio ad un Istituto di Credito. Contro questa proposta insorse la Società; radunatasi d’urgenza il 21 luglio, chiese con un vibrato ordine del giorno, che per evitare altre trattative di affitti o di cessioni, anche temporanee, di un monumento che non poteva sottrarsi al dominio pubblico, il Municipio di Genova si facesse iniziatore di accordi per il restauro e per la destinazione ad uso pubblico del palazzo di San Giorgio. DAL 1892 AL 1908 A questa idea che conciliava il desiderio di un pronto e decoroso restauro col rispetto dovuto all’ insigne monumento e alla cittadinanza genovese, aderirono numerose associazioni, quasi tutti i Senatori e Deputati Liguri e moltissime persone appartenenti ad ogni ordine di cittadini. 11 nostro Presidente dovette però sostenere una lunga polemica con vari giornali che affermavano doversi accogliere la proposta dell’ Istituto di Credito, perché soltanto in tal modo si sarebbe potuto compiere sollecitamente il restauro del monumento che da troppi anni giaceva negletto, minacciando rovina. E al D’Andrade, che gli scriveva pregandolo in nome dell’Arte di non porre ostacoli al progettato restauro, rispondeva: « Amo anch’io « con sincero affetto le memorie storiche e artistiche della « nostra Città, ma non credo che il culto dei patrii « ricordi possa limitarsi al desiderio di veder restituiti « alla forma primitiva i monumenti che sono per noi il « simbolo delle passate grandezze. Non hanno per me « valore le tradizioni e son muti i documenti delle glorie « avite quando non riescono esempio e stimolo di « fierezza e di dignità civile. Questo io penso e credo; « e so che il mio pensiero é quello di tutti coloro che (( nella storia e nella archeologia non ricercano soltanto « il vano diletto della curiosità soddisfatta, ma si studiano cc di ritemprare 1’ animo e la mente per le battaglie della « vita moderna. » Un fortunato avvenimento riuscì a troncare ogni disputa e a dare alla Società piena vittoria. Appunto nel dicembre del 1902 fu approvato un progetto di legge che lo stesso on. Imperiale aveva presentato alla Camera dei Deputati Π- PALAZZO ni SAN GIORGIO 145 per la costituzione di un Consorzio autonomo per Γ am-ministi azione del porto di Genova, e il nostro Presidente si affi etto a far pratiche ufficiose presso il Governo, perchè il Consorzio stesso avesse degna sede ne) palazzo di San Giorgio, ricordando che in altri tempi risiedeva appunto in questo palazzo I antica Magistratura del Mare. 11 13 maggio 1903, nell ultima seduta della Commissione incaricata di studiare il regolamento per la legge del Porto, fu poi votata all’unanimità la proposta dell’on. Imperiale di chiedere ufficialmente il palazzo di S. Giorgio come sede del Consorzio. La domanda fu accolta favorevolmente dal Ministero della Pubblica Istruzione e il 16 gennaio 1904, dall’ on. conte Emilio Pinchia, allora sottosegretario di Stato del Ministero della Pubblica Istruzione, lo storico Palazzo fu, con atto'solenne, a nome del Governo, ceduto in uso al Consorzio per tutta la durata di questo, col solo onere della manutenzione e dei restauri. Alla fausta cerimonia della cessione assisteva il nostro Presidente, che, appunto in tale qualità, firmò come testimonio, insieme con Anton Giulio Barrili, allora Rettore dell’Università e nostro vice presidente, la pergamena che conteneva il contratto col Governo. 11 nostro Presidente ottenne quindi che il Consorzio stanziasse una somma ingente per i restauri del palazzo di S. Giorgio ; e i lavori cominciati sotto la sorveglianza di una Commissione da lui presieduta, furono proseguiti e condotti a termine in breve tempo, su proposte e sotto la direzione tecnica dell’architetto D’Andrade. 9. La terza serie degli Atti. - Quest’opera intensa dedicata alla vita - diciamo cosi - esteriore della Società, non impedì che essa attendesse con pari attività al lavoro nel Alti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. X LUI — H. 146 1)ΛΙ. 1892 AL 1908 campo scientilico. La presidenza, rivolgendo le sue cure speciali alla pubblicazione degli Atti, deliberò di inaugurare una terza serie col Voi. XXVili, e di condurre a line nel più breve tempo le opere rimaste incomplete nei volumi precedenti. E perche i volumi della nuova serie riuscissero in tutto degni di quelli che l’avevano preceduta, pensò di riunire nel primo volume, (il XXVIII) due pubblicazioni da tempo invano desiderate dagli eruditi : la nuova edizione completa degli studi del Desimoni sulle Marche d’Italia e la raccolta dei documenti riguardanti le relazioni fra la nostra Repubblica e Γ Impero d’ Oriente dal 1155 al 1453. Lo stesso presidente Cesare Imperiale curò la pubblicazione del lavoro del Desimoni, lo illustrò con note e vi aggiunse altri studi e tavole genealogiche. La pubblicazione dei documenti bizantini fu affidata al prof. Berto-lotto ma, l’immatura morte di questo compianto e benemerito socio, gli impedi di condurre a fine il lavoro ; lo terminò il prof. Manfroni, il quale lo arricchì di nuovi documenti da lui scoperti e di una monografia sulle relazioni fra Genova e Bisanzio. Nello stesso tempo il p. Amedeo Vigna finiva il dotto suo lavoro sui documenti della antichissima chiesa di S. Maria di Castello; per tal modo i soci, nell’anno 1896, ricevettero insieme col volume XXVIII, il fascicolo di complemento al Voi. XX. Questi furono i primi dei sedici volumi pubblicati tra il 1896 ed il 1908. Nei successivi ebbe parte tutta la storia della Liguria dai tempi più antichi ai più vicini a noi. Della più remota antichità trattò Arturo Issel nel suo studio (voi. XL) della Liguria preistorica. Il prof. Girolamo Rossi diede nuovo saggio dei suoi studi su I Liguri Inlemeli LA TERZA SERIE DEGLI ATTI 147 (voi. XXXIX) e l’avv. Gaetano Poggi si dedicò nel voi. XXX alla interpretazione della Tavola di Polcevera. All epoca del medio evo appartengono tutti i lavori dell’ infaticabile Arturo Ferretto da I primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria (voi. XXXIX) alle relazioni tra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante (voi. XXXI), agli Annali storici di Sestri Ponente e delle sue famiglie dal secolo VII al XV (voi. XXXIV), al Liber Magistri Salmonis Sacri Palatii notarii (1222-1226) (voi. XXXVI). Dell’ evo medio e del moderno tratta il socio Emilio Marengo nel suo studio sulle relazioni di Genova con Tunisi (1388-1515) (voi. XXXII), e unicamente al moderno si riferisce un lavoro del prof. Emilio Pandiani intitolato - U11 anno di storia genovese - (giugno 1506-1507) (voi. XXXVJI). Passando dai campi della storia pura a quelli che con essa hanno attinenze troviamo l’opera di Francesco Podestà che studia la topografia e le vicende del colle di S. Andrea in Genova dai primi tempi ai tempi moderni (voi. XXXIII) ; il lavoro del Sieveking tradotto dal socio Onorio Soardi sulle finanze genovesi e sulla Casa di S. Giorgio e quello del socio Michele Bruzzone sulle vicende del monte di Pietà di Genova (1483-1810). 11 prof. Luigi Staffetti ci offre un saggio del costume in Genova nel secolo XVI con la pubblicazione del Libro di ricordi della famiglia Cibo (volume XXXVIII), come già antecedentemente A. G. Barrili ci aveva dato una vivida idea della vita del secolo XVII, curando la stampa dei viaggi e dei giornali di Gian Vincenzo Imperiale (voi. XXIX) ; di un chiaro letterato dello stesso secolo, vale a dire di Agostino Mascardi e delle sue opere, DAL l8t)2 AL 1908 parla il prof. Francesco Luigi Mannucci nell’ultimo volume testé pubblicato degli Atti. 10. Opere fuori degli Atti. -Oltre ai volumi degli Alti, altri scritti videro la luce per cura della Società in questo periodo ; e cioè una relazione dell’ opera della nostra Società scritta dal prof. Gaetano Cogo e presentata al congresso internazionale di scienze storiche, tenutosi a Roma nel 1903; Y Annuario della Società pel 1901, in cui il nostro solerte Pietro Muttini, addetto agli uffici della Società, pubblicava insieme all’elenco dei soci e allo statuto, l’indice analitico del Giornale ligustico, il catalogo degli Atti e quello della biblioteca sociale ; cataloghi che furono completati per cura di lui in un nuovo Annuario nel 1906. Ma fra tutte importantissima fu la pubblicazione in bella veste tipografica degli scritti editi ed inediti di Goffredo Mameli ordinati da Anton Giulio Barrili e da lui resi più interessanti con un proemio, con note e appendici (1). Si deve pure alla Società se gli studiosi possono consultare, senza recarsi a Parigi, il celebre Codice di Caffaro, — la nostra Bibbia — come bene l’ebbe a definire Anton Giulio Barrili. Questo codice era stato richiesto in prestito dal nostro Presidente che, essendo ( 1 ) Op. cit, Genova tip. Sordo-Muti 1902. Questa edizione fu eseguita sugli autografi di Goffredo Mameli che il fratello, marchese Nicola, bella figura di gentiluomo e di patriota e valente cultore di studi economici e filosofici, aveva lasciati per testamento al marchese Cesare Imperiale e all’ avvocato Claudio Carcassi con preghiera di curarne la pubblicazione e di affidarne poi il deposito al Municipio di Genova. Gli eredi credettero di interpretare la volontà dell’ estinto amico ottenendo che A. G. Barrili, il quale già da tempo aveva in animo di curarne la pubblicazione, si accingesse all’ opera di cui lu editrice la Società Ligure di Storia Patria ed offerendo poi in dono al Municipio gli autografi. Cfr. op cit. p. 521, nota 1. OPERE FUORI DEGLI ATTI 149 delegato della nostra Società presso l’istituto Storico Italiano, aveva ricevuto da esso l’incarico di continuarne la pubblicazione cominciata dal Belgrano (1). In questa occasione il Presidente chiese a nome della Società e grazie ai buoni uffici del conte Balzani, di monsignor Duchesne e di Leopoldo Delisle, direttore della biblioteca nazionale di Parigi, ottenne dal governo francese il permesso di eseguire la riproduzione in fototipia del famoso codice. 11 Municipio di Genova al quale la Società si rivolse per aiuto, sovvenne con munificente larghezza all’ingente spesa; e di questa bene intesa generosità, ancora oggi il nostro Istituto si dichiara memore e grato, specialmente al sindaco di quel tempo — il compianto comm. Francesco Pozzo — nostro socio e agli assessori avv. Pietro Ansaldo e prof. Giovanni Campora pure nostri soci, che presentarono la proposta della Società alla Giunta e la fecero approvare. È pure nostro vanto l’importante collaborazione che la Società prestò nel 1905 e 1906 alle monografie storiche sin porti deir Italia peninsulare ed insulare, edite per cura e a spese del Ministero della Marina. All’ invito che il ministro Mirabello rivolse nel 1905 agli istituti storici di cooperare alla compilazione della prima monografia sui porti dell’Italia peninsulare, quasi tutti risposero affermativamente, ma non é presunzione l'affermare che la nostra Società fu quella che diede il maggiore contributo, perchè ben otto soci seppero compiere, nel (1) Cioè: Gli Annali di Caffaro e dei suoi continuatori pubblicati nelle Fonti per la Storia d’Italia. Il Belgrano aveva curato il primo volume. L’Imperiale pubblicò nel 1901 il secondo che' contiene gli scritti di Ottobono Scriba, di Ogerio Pane e di Marchisio Scriba, dal 1174 al 1224. A cura dello stesso è in corso di stampa il terzo volume che conterrà gli Annali di Bartolomeo Scriba. ISO DAL 1892 AL 1908 brevissimo spazio di tempo assegnato, il non facile incarico di scrivere le memorie sui porti antichi della nostra Liguria, dal Varo alla Magra. Girolamo Rossi infatti O 7 imprese a descrivere la costa ligure da Nizza a San Remo; Bernardo Mattiauda, da San Remo ad Albenga ; Vittorio Poggi, da Albenga a Veltri ; L. Augusto Cervetto, da Voltri a Camogli; Arturo Ferretto, da Portofino a Chiavari; Giuseppe Pessagno, da Chiavari a Lavagna ; Ubaldo Mazzini, da Riva Trigoso a Viareggio; e Anton Giulio Barrili coronò l’opera con una sintetica introduzione. L’anno appresso il Ministero della Marina decideva di completare la monografia con uno studio sui porti delle nostre isole e, con lettera del 18 febbraio 1906, manifestava il suo vivo desiderio che la Società ligure vi cooperasse e si assumesse il compito di scrivere sui porti della Corsica. Quantunque il termine assegnato a tale studio fosse limitatissimo, tuttavia il nostro volenteroso socio Arturo Ferretto riuscì, in soli tre mesi e con diligenti ricerche fatte in persona negli archivi dcl-Γ isola di Corsica, a compiere il lavoro che il Ministero desiderava. Questi, in succinto, i lavori compiuti dalla nostra Associazione, dal 1896 al 1908. Progetti per l’avvenire. - Molti altri sono in progetto, ed a vari di questi già attendono alcuni dei soci. Ai più volenterosi il Consiglio direttivo ha fatto invito di occuparsi delle relazioni dei nostri ambasciatori che giacciono tuttora neglette negli archivi pubblici e privati. 11 socio L. Augusto Cervetto ha promesso di redigere una monografia storica artistica sul palazzo di S. Giorgio. Sono in corso trattative per la pubblicazione delle importanti opere di V. Samanek La venuta ili Arrigo ILI a Genova PROGETTI PER [.'AVVENIRE 1)1 nel ΐβΐι, e di G. Caro Genova c la sua poten7ya nel Mediterraneo nel secolo XIII, opere che il socio Onorio Soardi ha già in parte tradotto. Il socio Girolamo Rossi darà presto alla Società il suo tanto atteso lavoro I Conti di Ventimiglia. Un’altro socio, Paolo Accame, assuntasi l’impresa di continuare l’opera del Remondini, sta rivedendo e commentando il manoscritto ed i calchi delle inscrizioni che il compianto illustratore delle inscrizioni liguri aveva lasciato, prezioso deposito, presso la Società. Il cav. Angelo Boscassi presto condurrà a termine per i nostri Atti uno studio sul Magistrato dei Padri del Comune dal 1295 a tutto il secolo XVIII. Le cordiali relazioni colla Francia avevano fatto sperare al nostro Presidente di poter ottenere la restituzione dei celebri Libri Jurium Reipublicae Genuensis, che si conservano, dai tempi del primo impero, negli archivi del ministero degli affari esteri in Parigi; ma per varie ragioni non fu ancora possibile vedere effettuato l’ardito pensiero. Si iniziarono pratiche per la trascrizione di questi documenti, ma un ostacolo ci ha finora impedito di compiere il lavoro : la spesa troppo grave per le modeste finanze di una Società che vive quasi per intero sui modesti contributi dei soci. Si desidera e si spera quindi nel concorso di altri Enti, e a questo proposito il nostro Presidente e il prof. Manfroni, ambidue membri della Regia Deputazione di storia patria per le antiche provincie, presentarono in una solenne seduta, tenutasi in Torino nel 1906, la proposta che quella Deputazione, che altra volta pubblicò i due dei Libri Jurium rimasti in Italia, si unisse ai nostri sforzi per la pubblicazione dell’opera completa; e la proposta fu accolta favorevolmente. 152 DAL 1892 Al. 1908 Intanto il socio corrispondente, prof. Enrico Sieveking, che ha fatto accurati studi sui detti libri, ha scritto sul loro contenuto un’ampia e dettagliata relazione che per cura della Società fu pubblicata nel Giornale storico e letterario della Liguria, organo ufficiale dell’ Istituto (1). A rendere poi più generalmente conosciuta la storia della nostra Genova ed a promuovere nel tempo stesso un lavoro che raccogliesse in una sintesi tuttociò che di essa si è accertato per opera nostra e di eruditi stranieri in questi ultimi anni, la Società, in occasione del suo cinquantenario, ha indetto un concorso per un libro di storia di Genova, promettendo il premio di lire mille. Il sindaco di Genova, avuta notizia del concorso, dirigendo al Presidente della nostra Società una lettera di vivissimo elogio per la nobile iniziativa, gli annunziava che la Giunta aveva deliberato che ne fossero acquistate 500 copie; «con ciò la « Giunta (scriveva il sindaco Da Passano) rende omaggio « agli intenti altamente scientifici e patriottici della bene-« merita Società ligure di storia patria, alla quale invia i « più fervidi auguri di prosperità, associandosi al fausto « ricordo del cinquantesimo anniversario della sua fon-« dazione. » 72. Conclusione. - La nostra Società con un’accurata amministrazione del piccolo patrimonio, con la più grande parsimonia nelle spese, è riuscita finora ad offrire il suo aiuto a tutti coloro che intendono lavorare per la nostra storia. Essa é divenuta una grande famiglia in cui tutti concorrono coll’opera, col nome, col contributo pecuniario. La serietà degli studi e degli intenti, il rispetto doveroso verso gli importanti istituti che ci onorano della (1) Ctr. Giornale citato, anno Vili (1907), pp. 414-438. CONCLUSIONI· 153 loro amicizia e della loro stima, hanno sempre impedito alla nostra Società di aderire al desiderio, certamente lodevole, ma inopportuno, di chi avrebbe voluto che essa accogliesse pubblicazioni troppo leggermente compilate, 0 adottasse metodi di propaganda convenienti senza dubbio ad altre società ma non alla nostra. La Direzione, con questo contegno un po’ sdegnoso, ha commesso forse un peccato di orgoglio, ma non sarebbe giusto muoverle rimprovero, perché cosi fu conservato in tutti, un altissimo concetto dell'istituto e dell’ opera nostra. È giusto, per contro, il riconoscere che la Società non si è mai appartata dal consorzio civile e che invece, come 10 provano del resto le cose dette fin qui, ha preso sempre il suo posto, anche di combattimento, ogni qualvolta si é trattato di propugnare 0 di difendere cosa di grave, di alto interesse per l’arte, per la storia, per il decoro della nostra città, della nostra regione. Chi ha seguito attentamente l’opera della nostra Società ha certamente notato che la nostra azione fu intesa specialmente a quell’opera di diffusione della scienza che i nostri tempi richiedono e che da noi si è compiuta curando la stampa di quei documenti che nessuno all’infuori di noi vorrebbe e potrebbe pubblicare, e che sono 1 materiali necessari al grande edificio storico al quale tutti dobbiamo portare la nostra pietra. Non sono molti i nostri collaboratori, purtroppo. L’epoca nostra positiva si affretta verso la conquista dell’avvenire e non é capace di apprezzare, secondo 11 loro merito, coloro che un’irresistibile vocazione sospinge verso il passato a ricercare le vie percorse nei secoli svaniti da coloro che prepararono Γ età presente. DAL 1892 AL 1908 Grande ventura è quindi se qualche giovane viene ancora tra noi per colmare quei vuoti lasciati da coloro che fondarono la Società e ne guidarono i primi passi. E grande ventura se fra questi sorgerà - come speriamo -chi valga a compensarci delle perdite che ora ci sembrano irreparabili. Soprattutto di quelle che notano una data tristissima nella nostra storia : di Cornelio Desimoni che ebbe meravigliosa potenza di sintesi, mente e cultura di vero e grande storico ; di L. Γ. Belgrano, analizzatore profondo e geniale; di Anton Giulio Barrili, testé perduto, che della storia ebbe quella visione larga e sicura che sorgeva in lui, non soltanto dalla mente acutissima, dall’ingegno potente, ma anche dalla condizione specialissima e fortunata di poter sempre istituire un giudizio, un confronto, ira le grandi gesta alle quali aveva assistito 0 preso parte, ed i fatti di cui noi abbiamo soltanto una pallida e sbiadita rappresentazione nei documenti del passato. Possa questa speranza riuscire a noi tutti di conforto per i lutti antichi e recenti; possa allietarci il pensiero che il lavoro da noi compiuto per lasciare a chi ci seguirà minor via da percorrere, non fu opera vana. STATUTO DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA APPROVATO DALL’ASSEMBLEA GENERALE ADDÌ V FEBBRAIO MDCCCXCVIl · E DA REGIO DECRETO DEL X LUGLIO MDCCCXCVIII Decreto di Erezione in Ente morale della SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA UMBERTO I. PER GRAZIA DI DIO E VOLONTÀ DELLA NAZIONE RE D’ITALIA Y isto la domanda del Presidente della Società Ligure di Storia Patria in Genova diretta ad ottenere l’erezione in Ente morale della Società stessa; Visto lo Statuto della Società; Udito il parere del Consiglio di Stato; Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione; Abbiamo decretato e decretiamo; ARTICOLO PRIMO. La Società Ligure di Storia Patria è eretta in corpo morale. ARTICOLO SECONDO. È approvato lo Statuto organico della Società stessa, composto di cinquantotto articoli, visto e sottoscritto d’ordine Nostro, dal Ministro proponente. Ordiniamo che il presente Decreto munito del Sigillo dello Stato sia inserto nella raccolta ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare. Dato a Roma, addì io luglio 1898. UMBERTO. G. Baccelli. Per copia conforme Il Direttore Capo di Divisione. firmato : F. Luppoli. Ministero della Istruzione Pubblica (Istruzione Superiore) ~ ____ I TITOLO PRIMO Scopo della Società. Art. i. La Società Ligure di Storia Patria ha per suo fine costante 1 indagine delle memorie di Genova, del suo territorio e de’ suoi antichi dominii: si propone perciò di considerare attentamente le testimonianze del passato che a quell’oggetto si riferiscono ; zelando la conservazione e la illustrazione dei monumenti d’ogni tempo più lontano; mettendo in luce le vecchie cronache, onde riceve maggior lume e sicurezza di prove la storica verità; traendo dagli archivii pubblici e privati quei tesori di patria erudizione che vi giacciono ancora inesplorati e negletti ; dando insomma, quanto più le venga fatto, incitamento allo studio d’ogni notizia civile ed economica, religiosa, letteraria ed artistica, cosi del popolo nostro come d’altri d’Italia, o di terre lontane, che con esso abbiano avuto attinenza o relazione. ι6ο STATUTO DELLA SOCIETÀ TITOLO SECONDO Dei Soci. Art. 2. La Società è composta di cultori ed amatori degli studi storici. I soci si ripartono in effettivi, onorarli e corrispondenti. Sono effettivi quelli che concorrono alle spese necessarie per il mantenimento della Società giusta le norme appresso indicate. Si eleggono gli onorarli tra coloro che sono illustri per lavori storici pubblicati, o che si rendono benemeriti della Società per importanti doni o per altri titoli. Scelgonsi i corrispondenti tra gli studiosi delle storiche discipline, i quali non risiedendo in Genova possono con le loro cognizioni prestare un’ attiva cooperazione ai lavori di questo Istituto. Art. 3. Per essere ammesso in qualità di Socio effettivo occorre esser proposto da due Soci effettivi ed accettato dal Consiglio della Società. Art. 4. Le contribuzioni di ciascun Socio effettivo sono le seguenti: i.° per diritto di ammissione L 5. 2.0 quota annua.....L. 12. Art. 5. L’anno sociale corrisponde all’anno civile; quindi il pagamento della quota annua s’intende fatto per l’anno corrente, qualunque sia l’epoca d’ammissione del Socio. Art. 6. Il Socio che senza giustificati motivi non paga la sua quota entro l’anno, cessa per fatto proprio di appartenere alla Società. ULl SOCI Art. 7. I soli Soci effettivi hanno diritto di partecipare a tutti i lavori dell Istituto, di essere eletti Ufficiali della Società, di intervenire con voto deliberativo nelle Assemblee ordinarie e straordinarie, di prender parte a tutte le pubbliche letture o conferenze che possono venir deliberate dalla Società. Essi hanno inoltre diritto ad un esemplare di tutte le pubblicazioni dell’Istituto, e ad essi compete il libero ingresso nella Biblioteca nelle ore e nei modi che saranno stabiliti dal Consiglio Direttivo. Gli Istituti iscritti come Soci effettivi saranno a tali effetti rappresentati dal loro Presidente 0 da altro speciale incaricato. Art. (S. II numero dei Soci onorarli non oltrepasserà mai quello di trenta. Art. 9. Non più di quattro Soci corrispondenti potranno essere nominati ogni anno dalla Società. Art. io. I Soci onorarli e i corrispondenti godono degli stessi diritti dei Soci effettivi, ma non hanno voto deliberativo nelle Adunanze. Art. ii. II proporre Soci onorarli e corrispondenti è di assoluta spettanza del Consiglio della Società. Il Socio effettivo che volesse proporre qualche Socio onorario o corrispondente dovrà presentare la sua proposta al Consiglio Direttivo, il quale delibererà sulla convenienza o meno di portare la proposta in Assemblea. Ani della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XLI 11 — 12, IÓ2 STATUTO DELIA SOCIETÀ TITOLO TERZO Uffizi della Società ed Amministrazione. A. — Consiglio Direttivo. Art. 12. La Direzione della Società è affidata ad un Consiglio Direttivo composto: 1.° di un Presidente, 2." di due Vice-Presidenti, 3.0 di dodici Consiglieri. Art. 13. Il Consiglio Direttivo nella sua prima adunanza elegge: 1.° un Segretario, 2." un Delegato alla Contabilità, 3.0 un Tesoriere, 4.0 un Bibliotecario; i quali tutti dovranno esser scelti in seno del Consiglio Direttivo, tranne, quando opportunità si presenti, il Tesoriere, il quale potrà esser scelto fuori del Consiglio, tra i Soci effettivi; nel qual caso egli sarà convocato alle riunioni del Consiglio stesso, ma non avrà voto deliberativo. B. — Presidenza. Art. 14. Il Presidente, e in sua assenza chi legalmente fa le sue veci, rappresenta moralmente e giuridicamente la Società, sta in suo nome in giudizio, conchiude le convenzioni che la riguardano, firma il carteggio e i mandati, convoca e dirige le Adunanze secondo le UFFIZI DELLA SOCIETÀ ED AMMINISTRAZIONE 163 norme consuete delle Assemblee deliberanti, cura il buon andamento della Società e provvede alla compilazione dell’annuo rendiconto morale. 11 Presidente amministra i fondi della Società a tenore del Bilancio preventivo approvato dall’Assemblea generale e dispone delle somme stanziate per le spese casuali. Occorrendo qualche spesa straordinaria superiore alle lire cento, deve preventivamente ottenere l’approvazione del Consiglio Direttivo. Questo poi coadiuva il Presidente nel disbrigo delle sue funzioni. Commissioni speciali potranno per altro essere nominate dal Presidente allo scopo di studiare e di riferire su pratiche relative alla Società: la presidenza di tali commissioni spetterà sempre a lui. Il Presidente potrà stabilire norme regolamentari circa il servizio interno della Società, specie per ciò che si riferisce al locale e alla Biblioteca. C. — Segreteria. Art. 15. Il Segretario provvede al disbrigo del carteggio, sotto la firma e la responsabilità del Presidente e redige i verbali delle Adunanze dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo. Egli potrà, previo accordo col Presidente, scegliersi uno o più Vice-Segretarii e farsi da essi supplire. Art. 16. La Segreteria dovrà ordinare le sue carte sotto i titoli seguenti: i.° Movimento dei Soci, 2.0 Stampe e moduli di Cancelleria, 3·° Resoconti dell’ Assemblea Generale e delle riunioni del Consiglio. Art. 17. Saranno tenuti dalla Segreteria i seguenti registri: i.° Protocollo, 2.0 Verbali dell’Assemblea generale, O / 3.0 Verbali delle riunioni consigliari, 4·° Registro speciale delle sezioni. 164 STATUTO DELLA SOCIETÀ D. — Gestione finanziaria. Art. 18. Il Delegato alla Contabilità cura il regolare andamento della gestione finanziaria e specialmente la tenuta dei seguenti libi i : 1.° Libro mastro, intestato agli articoli del bilancio, 2.° Registro dei mandati di pagamento, 3.0 Libro inventario. Art. 19. Il Delegato alla Contabilità, d'intesa col Presidente, curerà la compilazione dei bilanci annuali e li sottoporrà all approvazione del Consiglio Direttivo prima di presentarli all’ Assemblea. Il bilancio preventivo sarà da lui presentato nella prima adunanza ordinaria di dicembre; entro i primi due mesi dell’anno dovrà preparare il bilancio consuntivo, che.sarà presentato nell’adunanza ordinaria dell’aprile all’Assemblea insieme con la relazione dei Revisori dei Conti. Art. 20. Il Delegato alla Contabilità rilascia i mandati di pagamento, che porteranno la sua firma insieme a quella del Presidente e saranno consegnati al titolare per la relativa quiranza. Quando il Delegato alla Contabilità dovesse assentarsi, 0 non potesse per altro motivo compiere il suo uffizio, il Consiglio Direttivo nominerà nel suo seno un temporaneo supplente, delegandogli anche la firma dei mandati. O Art. 21. Il Tesoriere riscuote i diversi proventi della Società. Egli poi sottoscriverà le ricevute delle quote pagate dai Soci; queste saranno staccate dal libro a matrice e avranno data e numero progressivo che si ripeterà ogni anno. Art. 22. Il Tesoriere eseguirà i pagamenti di cui con regolare mandato riceverà l’invito dal Delegato alla Contabilità. Egli poi curerà la tenuta dei seguenti libri : UFFIZI DELLA SOCIETÀ ED AMMINISTRAZIONE l6) i.° Registro a matrice delle bollette di ricevuta delle quote sociali e registro per le quote della tassa d’ammissione. 2.0 Giornale di cassa. Questi libri saranno conservati in archivio. Art. 23. L’esazione delle quote sociali e di qualsiasi altro provento si fa per cura e sotto la responsabilità del Tesoriere. Art. 24. I Revisori dei Conti, eletti ogni anno dall’Assemblea nella prima adunanza ordinaria di dicembre, esamineranno il bilancio consuntivo, specie nei rapporti col suo preventivo, estendendo anche, ove lo reputino opportuno, le loro indagini ai libri del Delegato alla Contabilità, a quelli del Tesoriere e a tutte quelle carte e documenti giustificativi che al bilancio si riferiscono. Essi faranno la loro relazione all’Assemblea contemporaneamente alla presentazione del bilancio consuntivo. Art. 25. 1 utte le pratiche riguardanti le liti attive o passive da sostenersi a nome della Società, nonché le convenzioni da stipularsi in nome della medesima eccedenti i limiti del bilancio e vincolanti la Società per una somma superiore alle lire cinquecento, dovranno esser sempre sottoposte all’Assemblea generale dei Soci; ed il Presidente, nel rappresentare in tali occorrenze la Società, dovrà attenersi alle deliberazioni dell’ Assemblea. E. — Biblioteca. Art. 26. La cura della biblioteca è affidata al consigliere delegato a quest’oggetto dal Consiglio Direttivo, a norma dell’ art. 12 dello Statuto. 166 STATUTO DELLA SOCIETÀ Egli ne cura la conservazione e il luion andamento e provvede affinchè siano esattamente tenuti a disposizione dei Soci un catalogo delle opere che la compongono ed un elenco dei giornali e delle riviste. Potrà il Bibliotecario farsi coadiuvare da uno o più Soci effettivi nominati sulla sua proposta dal Consiglio della Società e ad essi anche delegare i suoi poteri, ma sempre sotto la sua responsabilità. Art. 27. Il Bibliotecario dovrà mettere man mano a catalogo i nuovi acquisti della Biblioteca sociale e i doni da essa ricevuti, con indicazione, per questi ultimi, del nome dei donatori. Art. 28. Il Bibliotecario potrà rilasciare ai Soci, libri e riviste in imprestito a domicilio. Non potranno però asportarsi: i.° Le opere per le quali non sia ancor trascorso un mese dal giorno in cui entrarono in Biblioteca; 2.0 Dizionari ed enciclopedie; atlanti, carte geografiche e simili; 3.0 I manoscritti; 4.0 Le opere a qualsivoglia titolo preziose e le edizioni esaurite o rare; 5.0 Le opere che occorrano ai bisogni d’ufficio e di redazione o siano di uso più frequente; 6.° Le opere lasciate in deposito; Tuttavia su questi punti il Consiglio Direttivo potrà, quando lo ritenga opportuno, permettere maggior larghezza, ma sempre sotto la sua responsabilità. Art. 29. I non soci avranno libero ingresso in Biblioteca purché muniti di uno speciale permesso del Presidente della Società; ma non potranno togliere opere in imprestito. UFllZI DELLA SOCIETÀ ED AMMINISTRAZIONE 167 Art. 30. Il Socio che prende un’ opera in prestito ne rilascia ricevLita in un apposito registro, nel quale sarà poi fatto cenno della restituzione dall impiegato nelle cui mani viene effettuata. Il Socio che non può recarsi personalmente alla biblioteca deve far consegnare la ricevuta nell’ atto del ritiro del prestito. Chi ha preso a prestito un’opera ne è responsabile, sia per lo smarrimento, come per i guasti arrecati. Art. 31. La durata del prestito non può oltrepassare i 15 giorni; questo termine però può essere rinnovato quando non vi siano precedenti richieste. 11 Bibliotecario, previo concerto col Consiglio Direttivo, avrà pei altro facoltà di ordinare, in qualunque tempo, la restituzione delle opere date in imprestito. Art. 32. Non si potranno avere in prestito più di due opere contemporaneamente. Art. 33. I Soci che asportano libri senza essersi uniformati alle sopra indicate disposizioni, o che li tengono oltre i termini prefìssi, e, sollecitati ad effettuarne la restituzione, non la eseguiscono, cessano di godere del diritto concesso dall’art. 28. II Bibliotecario poi informerà il Consiglio Direttivo delle infrazioni alle disposizioni precedenti e proporrà acconci provvedimenti. STATUTO DELI.A SOCIETÀ TITOLO QUARTO D^lle Elezioni. Art. 34. Gli Ufficiali della Società si eleggono in Assemblea tra i Soci effettivi per ischede segrete. Art. 35. Il Presidente e i due Vice-Presidenti restano in carica per un biennio. Alla fine del primo anno e nella prima adunanza ordinaria di dicembre, di cui all’ art. 40, verrà estratta e rinnovata una metà dei Consiglieri. Questi Uffiziali sono sempre rieleggibili. Terminato il biennio avranno luogo le elezioni generali. Art. 36. Le elezioni di cui all’ art. precedente si effettuano con votazioni distinte, nell’ordine seguente: i.° Presidente; 20 Vice-Presidenti ; 3.0 Consiglieri. A parità di voti rimane eletto il Socio anziano d età. Art. 37. In caso di vacanza, l’Assemblea nella sua prima riunione dovrà provvedere a sostituire P Uffìziale venuto a mancare ; e ad esso il nuovo eletto subentrerà interamente, agli effetti dell’estrazione e della scadenza. DELLE ADUNANZE DELLA SOCIETÀ TITOLO QUINTO Delle Adunanze della Società. Aut. 38. Nell’Assemblea generale della Società hanno voto i soli Soci effettivi. Art. 39. Le Adunanze dell’Assemblea sono ordinarie e straordinarie. Art. 40. Le adunanze ordinarie sono : i°. Due nel mese di dicembre d’ ogni anno : nella prima, che sarà convocata non più tardi del 15, il Presidente presenta il rendiconto morale della gestione dell’ anno in corso, si discute il bilancio preventivo, si nominano tre Revisori dei Conti e si procede all’ estrazione di sei Consiglieri nel caso indicato dall’ art. 3 j ; nella seconda si procede all’ elezione, generale 0 parziale, del Consiglio Direttivo e alla nomina dedi Uffiziali delle varie Sezioni di cui al titolo sesto ; 2 0 Una nel mese di Aprile per sentire la relazione dei Revisori dei Conti ed approvare 0 meno il bilancio consuntivo. Art. 41. Le straordinarie sono : i.° Quando il Presidente ritenga opportuno di convocare i Soci per comunicar loro qualche pratica di particolare importanza o per invitarli a qualsivoglia deliberazione di massima 0 di provvedimento che possa occorrere ; 2 ° Quando il Presidente ne sia stato richiesto da qualche sezione, che voglia comunicare all’Assemblea proposte di carattere scientifico ; STATUTO DELLA SOCIETÀ 3·° Quando almeno venti Soci effettivi ne facciano formale richiesta indicandone lo scopo. Art. 42. Potranno poi essere indette dal Presidente adunanze speciali per conferenze, da tenersi nei locali della Società o in altri locali cittadini, od anche per gite a scopo scientifico od artistico. A queste adunanze speciali potranno partecipare, per invito del Presidente, anche persone estranee alla Società. Art. 43. I Soci saranno convocati a domicilio con un avviso contenente Γ ordine delle materie da trattarsi almeno tre giorni prima. L’Assemblea in tal modo convocata potrà validamente deliberare qualunque sia il numero dei Soci intervenuti. Art. 44. Le deliberazioni saranno valide se prese ad assoluta maggioranza di voti. Quando però si trattasse di modificare il presente Statuto, l’As-semblea per deliberare validamente dovrà essere composta della maggioranza assoluta dei Soci iscritti : mancando questo numero dovrà farsi una seconda convocazione ; ed allora soltanto la deliberazione sarà valida, qualunque sia il numero dei Soci intervenuti. Art. 45. Non potrà portarsi a deliberazione una pratica non iscritta al-l’ordine del giorno comunicato al Socio nell’avviso di convocazione. Art. 46. In principio di ogni adunanza verrà data lettura del processo verbale della precedente, che sarà sottoposto all’approvazione del-Γ Assemblea. DELLE ADUNANZE DELLA SOCIETÀ 171 Art. 47. Le votazioni si fanno generalmente per alzata e seduta o per appello nominale; si fanno tuttavia per iscrutinio segreto quando si tratti di affari personali. Art. 48. Le norme stabilite nei cinque articoli precedenti si applicano pure alle riunioni del Consiglio Direttivo, salvo per queste, ove sorga necessità, la convocazione d’ urgenza. TITOLO SESTO Distribuzione dei Lavori. Art 49. La Società per agevolare il conseguimento del suo scopo si suddivide in cinque sezioni, e cioè: i.° Storia, 2.0 Legislazione e Giurisprudenza storica, 3.0 Paletnologia, ^.° Archeologia, 5.0 Belle Arti. Art. jo È aperto in Segreteria un registro nel quale i Soci potranno iscriversi a quella 0 a quelle sezioni, a cui intendono di aggregarsi specialmente. Art. 51. Nella seconda adunanza ordinaria di dicembre di ciascun anno Γ Assemblea eleggerà un Preside, un A^ice-Preside, un Segretario e un Vice-Segretario per ogni Sezione. Questi uffiziali potranno essere rieletti. STATUTO DELLA SOCIETÀ ΑΚΤ. ) 2. Il Preside, previo concerto col Presidente della Società, potrà radunare la sua Sezione quando lo crederà opportuno, per mezzo del suo Segretario, e con avviso di convocazione contenente 1 ordine del giorno concertato col Presidente della Società. TITOLO SETTIMO Degli Atti della Società. Art. 53. Il Consiglio Direttivo provvede alla regolare pubblicazione degli Atti della Società : essi sì comporranno dell’ annuo rendiconto di cui all’ art. 40, e di memorie, conferenze ed altri scritti di cui sia deliberata la stampa. Art. 54. Quando un Socio effettivo od una Sezione vorrà pubblicare qualche sua memoria od estratto, il lavoro dovrà essere esaminato dal Consiglio Direttivo, il quale deciderà sulla sua inserzione negli Atti della Società. Tuttavia, quando si trattasse di scritti molto estesi, per la lettura dei quali occorressero più tornate, potrà il Consiglio Direttivo incaricare dell’ esame di essi la Commissione per la stampa, di cui all’ art. seguente, od altra Commissione speciale, che riferirà sul merito di tali lavori, e in base a questa relazione il Consiglio Direttivo emetterà il suo voto. Art. 55. La Commissione per la stampa, che dovrà ogni anno esser creata dal Presidente tra i Soci effettivi, oltre all’ uffizio di cui all’ art. precedente, avrà pur quello di vegliare, insieme con gli autori dei diversi scritti, alla correzione della stampa degli Atti della Società. MÌGLI ATTI IJliLLA SOCIETÀ '73 Aut. 56. La Società dichiara di conservare intatto il diritto di proprietà che compete agli autori delle singole memorie pubblicate nei suoi Atti. Art. 57. 1 utte le opere di carattere collettivo e quanto non sia lavoro speciale di alcun Socio, restano in proprietà dell’ Istituto, che solo ha il diritto di pubblicarle. Art. 58. Gli autori delle memorie inserite negli Atti della Società riceveranno un certo numero di esemplari dei loro scritti, a giudizio del Consiglio Direttivo. ALBO ACCADEMICO DAL MDCCCLVIII AL MCMVIII (Ufficiali, soci onorari, soci corrispondenti e soci effettivi) UFFICIALI DELLA SOCIETÀ"' DAL 1858 AL 1908. PRESIDENTI ONORARII « 1. - Desimoni avv. prof. Cornelio, direttore del R. Archivio di Stato in Genova (dal 1896 al 1899). 2. - Barrili prof. Anton Giulio, professore di Lettere italiane nella R. Università di Genova (dal 1907 al 1908). PRESIDENTI EFFETTIVI 3. - Marchese padre lettore Vincenzo, domenicano (anno 1858). 4. - Crocco avv. Antonio, consigliere della Corte d’Appello di Genova (anni 1859 e 1860). 5. - Ricci marchese λΓΐΝ0ΕΝ7.ο, deputato al Parlamento (anni 1861 e 1862). (1) I nomi scritti in grassetto sono degli ufficiali attualmente in carica. In questo elenco abbiamo seguito l’ordine cronologico delle elezioni. Segue subito dopo un secondo indice degli stessi ufficiali in ordine alfabetico. Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XUI1 — 15. i78 ALBO ACCADEMICO 6. - Tola barone Pasquale, consigliere della Corte d’Appello di Genova (anni 1863, 1864 e 1865). 7. - Caveri avv. Antonio, Senatore del Regno, professore di storia e filosofia del diritto nella R. Università di Genova (anno 1866). 8. - Ricci marchese Vincenzo, predetto (anni 1867 e 1868). 9 - Crocco avvocato Antonio, predetto (dal 1869 al 1884). 10. - Gavotti marchese Gerolamo (dal 1884 al 1895). 11 - Imperiale marchese Cesare di Sant’Angelo (dal 1896 al 1908). VICE-PRESIDENTI 12. - Crocco avv. Antonio, predetto (anno 1858). 13. - Sanguineti can. Angelo , dottore collegiato in filosofia e belle lettere nella R. Università di Genova (anni 1859 e 1860). 14. - Tola barone Pasquale, predetto (anni 1861 e 1862). 15. - Desimoni avv. Cornelio, predetto (anni 1863 e 1864). 16. - Merli Antonio, accademico promotore e segretario dell’Acca-demia ligustica di belle arti (anno 1865). 17. - Negrotto-Cambiaso marchese Lazzaro (anno 1866). 18. - Tola barone Pasquale, predetto (anno 1867) 19. - Crocco avv. Antonio, predetto (anno 1868) 20. - Morro comm. Giuseppe (dal 1869 al 1875) 21. - Desimoni avv. Cornelio, predetto (dal 1876 al 1883). 22. - Sanguineti can. Angelo, predetto (dal 1884 al 1896). 23. - Bensa avv. prof. Enrico Lodovico (anni 1896, 1897 e 1898). 24. - Barrili prof. Anton Giulio predetto (dal 1897 al 1906). UFFICIALI 25. - Staglieno marchese Marcello accademico promotore del-ΓAccademia ligustica di belle arti (dal 1899 al 1908). 26. - Peragallo abate Prospero (dal 1906 al 1908). SEGRETARI 27. - Olivieri Agostino, bibliotecario della R. Università di Genova (dal 1858 al 1863). 28. - Belgrano Luigi Tommaso, professore di storia nella II. Università di Genova (dal 1864 al 1895). 29. - Beretta sac. prof. Luigi (dal 1896 al 1898). 30. - Frisoni Gaetano (dal 1899 al 1905). 31. - Moresco avv. prof. Mattia (dal 1905 al 1908). VICE - SEGRETARI 32. - Gazzino Giuseppe, professore di storia nella Scuola magistrale maschile in Genova (dal 1858 al 1860). 33. - Belgrano Luigi Tommaso, predetto (dal 1861 al 1863). 34. - Luxoro Tammar, pittore paesista (dal 1864 al 1866). y 35. - Peirano avv. Enrico Lorenzo (dal 1867 al 1869). 36. - Sanguineti can. Angelo (dal 1870 al 1883). 37. - Beretta sac. prof. Luigi (dal 1884 al 1895). 38. - Bertolotto Girolamo, dottore in lettere e storia, ecc. (dal 1896 al 1898). 39. - Canevari avv. Gian Battista (dal 1898 al 1899). ι8ο ALBO ACCADEMICO T E S O RIE R I 40. - Allegretti Niccolò, Coasole generale della Sublime Porta (dal 1858 al 1865). 41. - Staglielo marchese Marcello, predetto (dal 1864 al 1905). 42. - Costa Francesco Domenico (dal 1897 al 1908), CONSIGLIERI 43. - Banchero Giuseppe, Catastaro della città di Genova (anno 1858). 44. - Caveri avv. Antonio, predetto (anno 1858). 45. - Cepollina avv. Marcello, direttore degli Archivi governativi di Genova (dal 1858 al 1861). 46. - Montesoro avv. Giovanni, sostituto procuratore generale del Re presso la Corte d’Appello di Bologna (dal 1858 al 1860). 47. - Ricci march. Vincenzo, predetto (dal 1858 al 1860). 48. - Sanguineti Angelo, predetto (anno 1858, indi dal 1864 al 1866). 49. - Elena Domenico, senatore del Regno, prefetto d’Alessandria (anno 1859). 50. - Marchese padre Vincenzo Fortunato, predetto (anno 1859). 51. - Isnardi padre Lorenzo delle Scuole pie, rettore della Regia Università di Genova (dal 1859 al 1861). 51. - Desimoni avv. Cornelio, predetto (dal 1860 al 1862, dal 1872 al 1875; dal 1884 al 1885). 55. - Staglieno marchese Marcello, (dal 1S60 al 1863; 1897/ 54. - Crocco avv. Antonio predetto (dal 1861 al 1862; 1867). UFFICIALI 181 55· - Reuuito sacerdote Paolo, professore emerito di Eloquenza italiana nella R. Università di Genova (dal 1861 al 1863). 56. - Ansaldo avvocato Francesco, sotto prefetto di Lagonegro (anno 1862). 57. - Merli Antonio, predetto (dal 1862 al 1864). 58. - D’Oria march. Jacopo, vice bibliotecario alla Civico-Beriana di Genova (dal 1863 al 1865). 59 - Luxoro Tammar, predetto (anno 1863). 60. - Spinola marchese Massimiliano q. Massimiliano (dal 1863 al 1866, dal 1868 al 1870; 1876). 61. - Carrega march. Antonio Benedetto (dal 1864 al 1866). 62. - Gilardini avv. Francesco, consigliere presso la Prefettura di Genova (anno 1864). 63. - Alizeri avv. Federico, professore di lettere italiane nel Regio Liceo Colombo (dal 1865 al 1867). 64. - Ciiiossone prof. Edoardo, incisore (dal 1865 al 1867). 65. - Tola barone Pasquale (1866 e dal 1868 al 1870). 66. - Grassi canonico Luigi Jacopo (dal 1867 al 1869; 1S76; dal 1884 al 1885). 67. - Nota barone Carlo (dal 1867 al 1869). 68. - Spinola Gian Battista (dal 1867 al 1868). 69. - Podestà Francesco (dal 1868 al 1871; dal 1873 al 1875; dal 1884 al 1885; dal 1896 al 1897). 70 - Villa Giovanni Battista, pittore (dal 1869 al 1871). 71. - Gabella comm. Cesare (dal 1870 al 1872). 72. - Daneo cav. Giovanni (dal 1870 al 1872). 73. - Negrotto-Cambiaso march. Lazzaro (dal 1871 al 1873). 74. - Pkirano avv. Enrico (dal 1871 al 1873). i82 ALBO ACCADEMICO 75. - De-Mari march. Marcello (dal 1872 al 1874). 76. - Gandolfi prof. Francesco (dal 1873 al 1875) 77. - D'Oria Antonio (dal 1874 al 1876). 78. - Franchini Luigi (dal 1874 al 1876). 79. - Pisano Gio. Battista (dal 1874 al 1876). 80. - Franchi avv. Tito (dal 1875 al 1876). 81. - Beretta sac. Luigi (dal 1876 al 1908). 82. - Astengo avv. Carlo Giuseppe (dal 1884 al 1885). 83. - Bensa Enrico Lodovico, avvocato (dal 1884 al 1885). 84. - Cerruti avv. prof. Ambrogio (dal 1884 al 1885). 85. - Barrili prof. Anton Giulio (anno 1896). 86. - Campora prof. Giovanni, architetto (dal 1896 al 1897; dal 1907 al 1908). 87. - Centurini avv. Luigi (dal 1896 al 1898). 88. - Cervetto cav. Luigi Augusto, bibliotecario della Civico-Beriana (dal 1896 al 1908). 89. - Vigna sac. prof. Amedeo Raimondo (anno 1896). 90. - Balbi avv. Giulio (dal 1897 al 1908). 91. - Bertolotto Girolamo (dal 1897 al 1898). 92. - Breschi avv. Pier Giulio (dal 1897 al 1905). 93. - Canevari Giambattista (dal 1897 al 1899). 94. - Casaretto Pier Francesco (dal 1897 al 1908). 95. - Costa comm. Francesco Domenico, delegato dal Consiglio direttivo alla Tesoreria (dal 1897 al 1908. 96. - Ferretto Arturo (dal 1897 al 1908). 97. - Peragallo monsignor Prospero, abate di S. Maria Assunta in Carignano (dal 1897 al 1906). UFFICIA LI 183 98. - Spinola march. Paolo, delegato dal Consiglio Direttivo alla Contabilità (dal 1897 al 1908). 99. - Frisoni prof. Gaetano (dal 1899 al 1905). 100. - Cogo prof. Gaetano (dal 1900 al 1903). 101. - Poggi avv. Gaetano (dal 1900 al 1908). 102. - Staffetti conte prof. Luigi, delegato dal Consiglio Direttivo alla Biblioteca (dal 1904 al 1908). 103. - Carrega march. Antonio di Angelo (dal 1905 al 1908). 104. - Moresco prof. avv. Mattia (dal 1905 al 1908). SEZIONE DI STORIA PRESIDI 105. - Canale avv. Michele Giuseppe, professore di storia e geografia nel R. Istituto Tecnico (dal 1858 al 1859). 106. - Ricci march. A^incenzo, deputato al Parlamento italiano (anno 1860). 107. - Desimoni avv. Cornelio, segretario degli Archivi governativi di Genova (dal 1861 al 1862; dal 1876 al 1878). 108. - Nota barone Carlo, consigliere della Corte d’Appello di Genova (dal 1863 al 1864). 109. - Vigna padre Amedeo Raimondo, dell’ordine dei predicatori (dal 1865 al 1866; 1896). no. - Sanguineti can. Angelo (dal 1867 al 1868). in. - Carrega march. Antonio Benedetto (dal 1869 al 1870). 112. - Merli comm. Antonio (dal 1871 al 1872). 184 ALBO ACCADEMICO 113. - Pitto Antonio (dal 1873 al 1875). 114. - Peragallo sac. cav. Prospero (anno 1897; dal 1898 al 1908. VICE-PRESIDI 115. - Amari cav. Emerico, deputato al Parlamento (dal 1858 al 1859). 116. - Da-Passano Gerolamo, direttore della Scuola magistrale maschile e professore di pedagogia e geografia nella scuola stessa (anno 1860). 117. - Olivieri cav. Agostino, bibliotecario della R. Università di Genova (dal 1861 al 1862). 118. - Vigna padre Amedeo Raimondo, dell’ordine dei predicatori (dal 1863 al 1864). 119. - Da Fieno sacerdote Giacomo (dal 1865 al 1866). 120. - Carrega march. Antonio Benedetto (dal >867 al 1868). 121. - Varni comm. Santo, scultore onorario di S. M. il Re d'Italia (anno 1869). 122. - Sanguineti canonico Angelo (anno 1870). 123. - Pitto Antonio (dal 1871 al 1872). 124. - Calvino prof. Alessandro (dal 1873 al 1874). 125. - Spinola march, Massimiliano (dal 1875 al 1877). 126. - Le Mesurier Edoardo Algernon (dal 1896 al 1904). 127. - Bigoni prof. Guido (dal 1904 al 1908). UFFICIALI l8) SEG RETARI < _ 128. - Isola avv. Ippolito Gaetano, dottore collegiato per la facoltà di filosofia e belle lettere nella R. Università di Genova (dal 1858 al 1862). 129. - Da Fieno sacerdote Giacomo (dal 1863 al 1864). 130. - Cosso notaro Francesco (dal 1865 al 1868). 131. - Sanguineti canonico Angelo (anno 1869). 132. - Vigna p. Amedeo Raimondo (anno 1870). 133. - Magenta avv. Riccardo (dal 1871 al 1872). 134. - Neri Achille (anno 1873). 135. - Ferretto Arturo (anno 1896; dal 1905 al 1908) 136. - Manfroni prof. Camillo (dal 1897 al 1904). VI C E - S E G R E T A R I 137. - Marcoaldi Oreste, laureato in filosofia (dal 1858 al 1859). 138. - Luxardo sacerdote Fedele (anno 1860). 139. - Franchini Luigi (anno 1861). 140. - Guarco Domenico Maria, segretario dell’ amministrazione della Cassa di risparmio e beneficenza per la Marina mercantile in Genova (dal 1862 al 1863). 141. - Cosso notaro Francesco (anno 1864). 142. - Peirano avv. Enrico Lorenzo (dal 1865 al 1866). 143. - Remondini sac. Marcello (dal 1867 al 1873). 186 ALBO ACCADEMICO 144. - Corsi avv. Dionigi (dal 1896 al 1898). 145. - Cogo prof. Gaetano (dal 1899 al 1906). 146. - Pandiani prof. Emilio (dal 1907 al 1908). SEZIONE DI ARCHEOLOGIA PRESIDI • I47· ' Tola barone Pasquale, consigliere della Corte d’Appello di Genova (dal 1858 al 1860). V 148. - Sanguineti canonico Angelo (dal 1861 al 1862; 1878). Γ49· ~ Grassi Jacopo Luigi, canonico della collegiata di N. S. del Rimedio (dal 1863 al 1864; dal 1871 al 1872). 150. - Negrotto-Cambiaso march, avv. Lazzaro, accademico promotore dell’Accademia ligustica (anno 1865). Γ51. - Belgrano cav. Luigi Tommaso (anno 1866). 152. - Desimoni cav. Cornelio (anno 1867). 153. - Da Fieno sac. Giacomo (dal 1868 al 1870). 154. - Remondini avv. Pier Costantino (dal 1873 al 1876). 155. - Staglieno march, cav. Marcello (dal 1896 al 1908). VICE-PRESIDI 156. - λ igna padre Amedeo Raimondo dell’ordine dei predicatori (dal 1858 al 1860). I57· - D Oria march. Jacopo, vice bibliotecario della Civico-Beriana di Genova (dal 1861 al 1862). UFFICIALI 187 158. - Negrotto-Cambiaso march avv. Lazzaro (dal 1863 al 1864). 159. - Belgrano cav. Luigi Tommaso (anno 1865). 160. - Invrea march. David Luigi (anno ϊ 866). 161. - Da Fieno sac. Giacomo (anno 1867). 162. - Pitto Antonio (anno 1868). 163. - Varni comm. Santo (dal 1870 al 1871). 164. - Remondini avv. Marcello (anno 1872). 165. - Cerruti avv. Ambrogio (dal 1873 al 1874). 166. - Campora prof. arch. Giovanni dal 1896 al 1908). SEGRETARI 167. - D’Oria march. Jacopo, (dal 1858 al 1860). 168. - Belgrano prof. Luigi Tommaso, (dal 1861 al 1864). 169. - Invrea march, avv. David Luigi (anno 1865). 170. - Peirano avv. Enrico Lorenzo (anno 1866). 171. - Vigna p. Amedeo Raimondo (anno 1867). 172. - Cerruti avv. Ambrogio (dal 1869 al 1872). 173. - Bensa avv. Enrico (anno 1873). 174. - Crotta prof. Marc’Aurelio (dal 1896 al 1908) VICE-SEGRETARI 175. - Belgrano prof. Luigi Tommaso, (dall'anno 1858 al 1860). 176. - Durazzo march. Marcello q. Gian Luca (anno 1861). 177. - Gambaro Giuseppe, archivista del Municipio di Genova (dal 1862 al 1864). iSS ALDO ACCADEMICO 178. - Cattaneo sac. Filippo, bibliotecario della congregazione dei Missionari urbani (anno 1865). 179. - Podestà Francesco, membro della società promotrice di belle arti (anno r 866). 180. - Brassetti Francesco (dal 1867 al 1868; 1870). 181. - Filippi avv. Antonio (dal 1871 al 1873). 182. - Massa prot. Angelo (dal 1896 al 1908). SEZIONE DI BELLE ARTI PRESIDI 183. - Isola cav. Giuseppe, direttore della scuola di pittura nel-ΓAccademia ligustica di belle arti (dal 1858 al 1862; dal 1877 al 1878). 184. - Alizeri avv. Federico, professore di lettere italiane nel Regio Liceo (dal 1863 al 1876). 185. - Barrili prof. Anton Giulio (dal 1896 al 1908). VI C E - P R E SID I 186. - Varni Santo, direttore della scuola di scultura nell'Accademia ligustica di Belle Arti (dal 1858 al 1862). 187. - Biale Carlo, architetto ingegnere (dal 1863 al 1866). 188. - Isola cav. prof. Giuseppe (dal 1869 al 1875). 189. - Cervetto cav. Luigi Augusto (dal 1896 al 1908). UFFICIALI 189 SEGRETARI 190. - Scaniglia abate Giuseppe, v. bibliotecario della Civico-Beriana di Genova (dal 1858 al 1860). 191. - Staglieno march. Marcello (dal 1861 al 1866). 192. - Pratolongo Raffaele (dal 1869 al 1870). 193. - Bensa avv. Enrico Lodovico (dal 1871 al 1872). 194. - Pelati avv. Domenico (anno 1873). 195. - Filippi avv. Antonio (dal 1896 al 1904). 196. - Mazzini Ubaldo (dal 1904 al 1908). VICE-SEGRETARI 197. - Luxoro Tammar, (dal 1858 al 1860). / 198. - Dufour avv. Maurizio, pittore accademico promotore del-l’Accademia ligustica di Belle Arti (dal 1861 al 1866). 199. - Bensa avv. Enrico Lodovico (dal 1869 al 1870). 200. - Peirano avv. Enrico Lorenzo (dal 1871 al 1872). 201. - Marchini Isidoro (anno 1873). 202. - Breschi avv. Pier Giulio (anno 1896). 203. - Figari Pietro (dal 1897 al 1898). 204. - Parodi ing. Francesco Maria (dal 1899 al 1904). 205. - Bellotti prof. Silvio (dal 1904 al 1908). 190 ALBO ACCADEMICO SEZIONE DI LEGISLAZIONE ISTITUITA NEL 1897 0 PRESIDE 206. - Bensa cav. avv. Enrico (dal 1897 al 1908). VICE-PRESIDE 207. - Rossello avv. prof. Adolfo (dal 1897 al 1908). SEGRETARIO 208. - Poggi avv. Gaetano (dal 1897 al 1908). VICE-SEGRETARIO 209. - Calvini avv. Alarico (dal 1897 1908). SEZIONE DI PALETNOLOGIA istituita nel 1897 PRESIDE 210. - Issel prof. comm. Arturo (dal 1897 al 1908). VICE-PRESIDE 211. - D’Albertis cap. Enrico (dal 1897 ^ r9o8). UFFICIALI SEGRETARI 212. - Faggioli Fausto dott. (dal 1897 al 1904). 213. - Rovereto march, prof. Gaetano (dal 1906 al 1908). VICE-SEGRETARIO 214. - Balduino comm. Cesare (dal 1897 ^ 1908). INDICE ALFABETICO DEGLI UFFICIALI Alizeri Federico, 63-184. Allegretti Nicolò, 40. Amari Emerico, 115. Ansaldo Francesco, 56. Astengo Carlo Giuseppe, 82. Balbi Giulio, 90. Balduino Cesare, 214. Banchero Giuseppe, 43. Barrili Anton Giulio, 2-24-85-185. Belgrano Luigi Tommaso, 28-33-151-159-168-175. Bellotti Silvio, 205. Bensa Enrico, 23-83-173-193-199-206. Beretta Luigi, 29-37-81. Bertolotto Girolamo, 38-91. Biale Carlo, 187. Bigoni Guido, 127. Brassetti Francesco, 180. Breschi Pier Giulio, 92-202. Gabella, 71. Calvini Alarico, 209. Calvino Alessandro, 124. Campora Giovanni, 86-166. Canale Michele Giuseppe, 105. Canévari Giambattista, 39-93. Carrega Antonio Benedetto, 61 -111-120. Carrega Antonio, 103. Casareto Pier Francesco, 94. Cattaneo Filippo, 178. Caveri Antonio, 7-44. Centurini Luigi, 87. Cepollina Marcello, 45. Cerrud Ambrogio, 84-165-172. Cervetto Luigi Augusto, 88-189. Chiossone Edoardo, 64. ALBO ACCADEMICO Cogo Gaetano, 100-145. Corsi Dionigi, 144. Cosso Francesco, 130-141. Costa Francesco, 42-95. Crocco Antonio, 4-9-12-19-54. Crotta Marc’Aurelio, 174. D'Albertis Enrico, 211. Da Fieno Giacomo, 119-129- 153-161· Daneo Giovanni, 72. Da-Passano Gerolamo, 116. Desimoni Cornelio, i-t5-21-52-107-152. De-Mari Marcello, 75. D' Oria Antonio, 77. D’Oria Jacopo, 58-157-167. Dufour Maurizio, 198. Durazzo Marcello, 176. Elena Domenico, 49. Faggioli Fausto, 212. Ferretto Arturo, 96-135. Figari Pietro, 203. Filippi Antonio, 181-195. Franchi Tito, 80. Franchini Luigi, 78-139. Frisoni Gaetano, 30-99. Gambaro Giuseppe, 177. Gandolfì Francesco, 76. Gavotti Gerolamo, 10. Gazzino Giuseppe, 32. Gilardini Francesco, 62. Grassi Luigi Jacopo, 66-149. Guarco Domenico Maria, 140. Imperiale Cesare, ir. Invrea David Luigi, 160-169. Isnardi Lorenzo, 51. Isola Giuseppe, 183-188. Isola Ippolito Gaetano, 128. Issel Arturo, 210. Le Mesurier Edoardo, 126. Luxardo Fedele, 138. Luxoro Tammar, 34-59-r97- Magenta Riccardo, 133. Manfroni Camillo, 136. Marchese Vincenzo, 3-50. Marchini Isidoro, 201. Marcoaldi Oreste, 137. Massa Angelo, 182. Mazzini Ubaldo, 196. Merli Antonio, 16-57-112. Montesoro Giovanni, 46. Moresco Mattia, 31-104. Morro Giuseppe, 20. Negrotto-Cambiaso Lazzaro, 17-73-150-158. Neri Achille, 134. Nota Carlo, 67-108. Olivieri Agostino, 27-117. Pandiani Emilio, 146. Parodi Francesco Maria, 204. Peirano Enrico Lorenzo, 35-74 -142-170-200. Pelati Domenico, 194. Peragallo Prospero, 26-97-114. UFFICIALI τ93 Pisano Gio. Battista, 79. Pitto Antonio, 113-123-162. Podestà Francesco, 69-179. Poggi Gaetano, 101-208. Pratolongo Raffaele, 192. Rebuffo Paolo, 55. Remondini Marcello, 143-164. Remondini Pier Costantino, 154. Ricci Vincenzo, 5-8-47-106. Rossello Francesco Adolfo, 207. Rovereto Gaetano, 213. Sanguineti Angelo, 13-22-36-48-110-122-131-148. Scaniglia Giuseppe, 190. Spinola G. B., 68. Spinola Massimiliano, 60-125 Spinola Paolo, 98. Staffetti Luigi, 102. Staglieno Marcello, 25-43-5 155-191- Tola Pasquale, 6-14-18-65-147. Varni Santo, 121-163-186. Vigna Amedeo Raimondo, 89-109-118-132-156-171. Villa G. B., 70. Atti dell» Società Ligure di Stori» Patria, Voi. XLIII — 14. SOCI ΟΝΟΚΛΚΙ r9S SOCI ONORARI 1 - Amari Michele, Senatore del Regno - Firenze (20 febbr. 1859). 2 Benso di Cavour conte Camillo, presidente del Consiglio dei Ministri - Torino (20 febbraio 1859). 3. - Bonaini Prancesco, sovrintendente generale dei regi Archivi O O nelle provincie toscane - Firenze (20 febbraio 1859). 4. - Cantu Cesare, membro della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria di Torino e dell’istituto Lombardo di Scienze e Lettere - Milano (20 febbraio 1859). 5. - Capponi marchese Gino, Senatore del Regno - Firenze (20 febbraio 1859). 6. - Castelli avv. Michelangelo, Senatore del Regno - Torino (20 febbraio 1859). 7. - Charvaz monsignore Andrea, Arcivescovo di Genova - Genova (20 febbraio 1859). 8. - Cibrario conte Luigi. Ministro di Stato - Torino (20 febbr. 1859). 9. - Ferrerò Della Marmora conte Alberto, Senatore del Regno -Torino (20 febbraio 1859). (1) I soci onorari furono ordinati in questo elenco secondo l’ordine cronologico della loro elezione. Segue subito dopo un secondo indice degli stessi °per ordine alfabetico. ALBO ACCADEMICO io - Gazzera commendatore Costanzo - Torino (20 febbraio 1859). 11. - Lambrusche 1 abate RaffAello, Senatore del Regno - Firenze (20 febbraio 1859). 12. - Manzoni comm. Alessandro, Senatore del Regno - Milano (20 febbraio 1859). 13. Morro avv. Giuseppe (Sindaco di Genova nel febbraio 1858), professore di procedura civile e penale nella R. Università di Genova, ecc. - Genova (20 febbraio 1859), nominato socio effettivo Γ11 agosto 1867. 14. - Pertz Enrico, membro della R. Accademia delle scienze di Berlino, ecc. - Berlino (20 febbraio 1859). 15. - Peyron teologo Amedeo, professore emerito di lingue orientali - Torino (20 febbraio 1859). 16. - Pixelli conte Alessandro, Senatore del Regno - Genova (20 febbraio 1859). 17. - Promis Carlo, professore d’architettura civile nella R. Università di Torino - Torino (20 febbraio 1859). 18. - Promis Domenico Casimiro, bibliotecario e conservatore del Medagliere di S. M. il Re d’Italia - Torino (20 febbraio 1859). 19. Sauli d’Agliano conte Ludovico, Senatore del Regno - Torino (20 febbraio 1859). 20. - Sclopis di Salerano conte Federigo, Ministro di Stato -Torino (20 febbraio 1859). 21. - Theiner sacerdote Agostino, direttore degli Archivi segreti del Vaticano - Roma (20 febbraio 1859). 22 - Tosti d. Luigi, monaco cassinense - Montecassino (20 febbraio 1859). 23. - Long-Perrier (De) Adriano, conservatore del Museo del Louvre-Parigi (17 novembre 1861 ). 24. - Torelli cav. Luigi, Senatore del Regno - Torino (17 novembre 1861 ). 25. - Vieusseux Gio. Pietro, direttore - editore dell’Archivio Storico Italiano - Firenze (17 novembre 1861). SOCI ONORARI 26. - S. A. R. Principe Oddone Eugenio Maria di Savoia, Duca di Monferrato - Genova (13 marzo 1864). 27. - De λ isiani Roberto, presidente dell’ I. R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti - Padova (13 marzo 1864). 28. - S. A. I. Principe Luigi Luciano Bonaparte - Parigi (9 aprile 1865). 29. - D Avezac cav. Pasquale Armando - Parigi (5 luglio 1868). 30. - Rezasco comm. Giulio, già socio corrispondente dal 20 febbraio 1859 - Firenze (5 luglio 1868). 31. - Colucci avv. Giuseppe, Prefetto - Genova (13 luglio 1873). 32. - Heath barone comm. Beniamino, Console generale d'Italia a Londra - Londra (12 luglio 1874). 33. - Boncompagni d. Baldassarre, Principe Romano - Roma (6 agosto 1876). 34. - Cora dott. Guido, prof, di geografia nell’Università di Roma -Torino (30 marzo 1884). 35. - Desimoni avv. prof. Cornelio (2 febbraio 1896·). 36. - S. E. Boselli prof. Paolo, Primo Segretario del Gran Magistero dell’Ordine Mauriziano, Vice presidente della R. Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie e la Lombardia - Torino (2 maggio 1896). 37. - Carutti di Cantogno barone Domenico, Senatore del Regno, Bibliotecario di S. M. - Torino (2 maggio 1896). 38. - S. E Villari prof. Pasquale, Vice presidente del Senato - Firenze (2 maggio 1896). 39. - D’Oria marchese prof. Giacomo, Senatore del Regno - Genova (5 febbraio 1897). 40. - Issel Arturo, prof, di Geologia nella R. Università di Genova -Genova (6 dicembre 1906). 41. Barrili prof. Anton Giulio (io febbraio 1907). 198 ALBO ACCADEMICO 42. - Rossi comm. Girolamo, R. Ispettore degli scavi e monumenti per la provincia di Porto Maurizio - Venlìmìglia (26 aprile 1908). 43. - Staglieno marchese Marcello, Vice presidente della Deputazione di Torino, - Genova (26 aprile 1908). INDICE ALFABETICO DEI SOCI ONORARI. Amari Michele, 1. Barrili Anton Giulio, 41. Benso di Cavour Camillo, 2. Bonaini Francesco, 3. Boncompagni Baldassarre, 33. Bonaparte Luigi Luciano, 28. Boselli Paolo, 36. Cantò Cesare, 4. Capponi Gino, 5. Carutti di Cantogno Domen., 37. Castelli Michelangiolo, 6. Charvaz Andrea, 7. Cibrario Luigi, 8. Colucci Giuseppe, 31. Cora Guido, 34. D’Avezac Pasquale Armando, 29. De Simoni Cornelio, 35. De Visiani Roberto, 27. D’Oria Giacomo, 39. Ferrerò Della Marmora Alberto, 9 Gazzera Costanzo, 10. Heath Beniamino, 32. Issel Arturo, 40. Lambruschini Raflaello, 11. Long-Perrier (De) Adriano, 23. Manzoni Alessandro, 12. Morro Giuseppe, 13. Pertz Enrico, 14. Peyron Amedeo, 15. Pinelli Alessandro, 16. Promis Carlo, 17. Promis Domenico Casimiro, 18. Rezasco Giulio, 30. Rossi Girolamo, 42. Sauli D’Igliano Ludovico, 19. Savoia Oddone, 26. Sclopis di Salerano Federico, 20. Staglieno Marcello, 43. Theiner Agostino, 21. Torelli Luigi, 24. Tosti Luigi, 22. Vieusseux Gio. Pietro, 25. Villari Pasquale, 38. SOCI CORRISPONDENTI 199 SOCI CORRISPONDENTI (ο 1. - Adriani padre Gio. Batta, dei chierici regolari somaschi -Casale, di Monferrato (20 febbraio 1859). 2. - Aquarone Bartolomeo, prof, di storia nella R. Università di Siena - Siena (20 febbraio 1859). 3. - Arrivabene conte Giovanni, Senatore del Regno - Torino (20 febbraio 1859). 4. - Baudi Di Vesme Carlo, Senatore del Regno - Torino (20 febbraio 1859). 5. - Bernardi monsignor Iacopo, Vicario generale della Diocesi di Pinerolo - Pinerolo (20 febbraio 1859). 6. - Carbone Giunio - Firenze (20 febbraio 1859). 7. - Cicogna Emanuele Antonio, membro effettivo dell’Accademia delle scienze di Vienna e dell’istituto Veneto - Venezia (20 febbraio 1859). (1)1 soci corrispondenti turano ordinati in questo elenco secondo l’ordine cronologico della loro elezione; segue subito dopo un secondo elenco desili stessi per ordine alfabetico. 200 ALBO ACCADEMICO 8 - Combetti avv. Celestino, direttore dei RR. Archivi di 1 orino -Torino (20 febbraio 1859). 9. - Corsetto padre Tommaso dell’ordine dei predicatori - Firenze (20 febbraio 1859). 10. - Cusa Salvatore, professore di paleografia nella R. Università di Palermo - Palermo (20 febbraio 1859). 11. - Fabretti Ariodante, prof, di archeologia greco-latina nella R. Università di Torino - Torino (20 febbraio 1859). 12. - Foucard Cesare, libero insegniate di paleografia e diplomatica nella R. Università di Torino - Torino (20 febbraio 1859). 13. - Gualterio marchese Filippo, Senatore del Regno - Torino (20 febbraio 1859). 14. - Guasti Cesare, accademico residente della Crusca - Firenze (20 febbraio 1859). 15. - Guglielmotti padre Alberto, teologo casanatense, e provinciale dei predicatori - Roma (20 febbraio 1859). 16 - Lazzari Vincenzo, direttore del museo Correr di Venezia -Venezia (20 febbraio 1859). 17. - Milanesi Carlo, professore di paleografia e diplomatica nell'istituto di studi superiori pratici di perfezionamento in Firenze -Firenze (20 febbraio 1859). 18. - Milanesi Gaetano, accademico residente della Crusca - Firenze (20 febbraio 1859). 19. - Odorici Federigo, membro della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria - Brescia (20 febbraio 1859). 20. - Passerini Luigi, cav. dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro -Firenze (20 febbraio 1859). 21. - Rezasco Giulio, direttore - capo della prima divisione presso il Ministero di pubblica istruzione - Torino (20 febbraio 1859). 22. - Ricotti Ercole, prof, di storia moderna e d’nrte critica nella R. Università di Torino - Turino (20 febbraio 1859). SOCI CORRISPONDENTI 201 23· - Rosa Gabriele, membro della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria di I orino - Bergamo (20 febbraio 1859). 24. - Rossi Girolamo professore di retorica - Ventimiglia (20 febbraio 1859). 25. - Saguedo conte Agostino, membro di varie Accademie, ecc. -Padova (20 febbraio 1859). 26. - Sala can. Aristide, licenziato in ambe le leggi - Pinerolo (20 febbraio 1859). 27. - Spano can. Giovanni, dott. in teologia - Cagliari (20 febbraio 1859). 28. - Ugdulena monsignor Gregorio , deputato al Parlamento -Palermo (20 febbraio 1859). 29. - Martini Pietro, dott. d’ambe le leggi - Cagliari (20 febbraio 1860). 30. - Barberis comm. Giovanni Domenico, prefetto dell’Archivio Capitolare del Duomo di Vercelli - Vercelli (26 febbraio 1860). 31. - Berti Domenico, Segretario generale del Ministero di agricoltura e commercio - Torino (22 aprile 1860). 32. - Clanetta barone Gaudenzio, socio corrispondente della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria in Torino -Torino - (24 maggio 1860). 33. - Santini Vincenzo, maestro di scultura nella scuola di Pietrasanta - Pielrasanta (24 maggio 1860). 34. Hubè (De) barone Romualdo, presidente della commissione di legislazione dell'impero di Russia - S. Pietroburgo (12 luglio 1860). 35. - Pillìto notaro Ignazio, applicato agli Archivi di Cagliari -Cagliari (12 agosto 1860). 36. - De Angeli Felice, prof, di storia nel liceo del R. Collegio Longone - Milano (25 novembre 1860). 37. - Barbieri Luigi, vice-segretario della R. Biblioteca di Parma -Panna (16 dicembre 1860). 202 ALBO ACCADEMICO 38. - Capurro Giovanni Francesco, sacerdote - Novi (16 dicembre 1860). 39. - Frati Luigi , bibliotecario della Comunale di Bologna -Bologna (16 dicembre 1860). 40. - Gozzadini conte Giovanni, Senatore del Regno - Bologna (16 dicembre 1860). 41. - Lopez comm. Michele, direttore del Museo di Parma - Panna (16 dicembre 1860). 42. - Malatesta Adeodato, direttore della R. Accademia di belle arti di Modena - Modena (16 dicembre 1860). 43. - Mani-redini Francesco, professore di storia nella R. Accademia di belle arti di Modena - Modena (16 dicembre 1860). 44. - Masini Cesare, prof, e segretario della R. Accademia di belle arti in Bologna - Bologna (16 dicembre 1860). 45. - Pallastrelli conte Bernardo, membro della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria per le provincie dell’ Emilia -Piacenza (16 dicembre 1860). 46. - Angelini Annibale, prof: nell’Accademia romana di S. Luca -Roma (17 febbraio 1861). 47. - Podestà Bartolomeo - Sarrana (17 febbraio 1861). 48. - Remedi marchese Angelo, cav. dell’ Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - Sartina (17 febbraio 1861). 49. - Longhena Francesco, prof, di filosofìa e belle lettere - Milano (13 luglio 1862). 50. - Manfredi canonico Giuseppe, dottore in teologia - Voghera (13. - luglio 1862). 51. - Bonora Antonio, archivista del Municipio di Piacenza - Piacenza (15 marzo 1863) 52. - Dandolo conte Tullio - Milano (15 marzo 1863). 53. - Da-Silva Tullio Antonio, conservatore dei manoscritti della Biblioteca Nazionale di Lisbona - Lisbona (15 marzo 1863). SOCI COR RISPONDENTI 203 54. - Ferrari can. Costantino - Serravalle Scrivici (15 marzo 1863). 55. - Bollati Emanuele, dottore d’ambe le leggi - Torino (13 marzo 1864). 56. - Calvi nobile Girolamo Luigi, direttore della Società italiana di archeologia e belle arti di Milano. Milano (13 marzo 1864). 57. Lancia cav. Federico dei duchi di Brolo, vice-presidente dell’assemblea di storia patria di Palermo, Palermo (13 marzo 1864). 58. - Fabroni dott. Lorenzo, socio corrispondente della R. Accademia dei Georgofìli di Firenze - Modigliana (9 aprile 1865). 59. - Hopf dott. prof. Carlo, bibliotecario della R. Università di Koenigsberg - Iioenigsberg (9 aprile 1865). 60. - Migliavacca dott. Achille, direttore della Società italiana d'archeologia e belle arti - Milano (9 aprile 1865). 61 - Musettini can. Francesco, vice-presidente della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria, per la sotto-sezione di Massa e Carrara - Massa di Carrara (9 aprile 1865). 62. J Berchet dott. Guglielmo, socio degli Atenei di λ enezia e di Milano - Venezia (25 marzo 1866). 63. - Campori marchese Giuseppe, membro della R. Deputazione sovra gli studi di storia patria di Modena - Modena (25 marzo 1866). 64. - Franchi-Verney della Vailetta conte Alessandro, segretario della R. Deputazione di storia patria di Torino - Torino (25 marzo 1866). 65. - Muoni Damiano, membro effettivo deH’Accademia fìsico-medico-statistica di Milano - Milano (25 marzo 1866). 66. - Amat di S. Filippo Pietro - Cagliari (19 maggio 1867). 67. - Barozzi nobile cav. Nicolò, direttore del Museo Correr -Venezia (19 maggio 1867). 68. - D’Adda marchese Girolamo - Milano (19 maggio 1867). 69. - Maggiora - Vergano cav. Ernesto - Asti (19 maggio 1867). 204 ALBO ACCADEMICO 70. - Gelli prof. Agenore, direttore dell·Archivio storico italiano ■■ Firenze (5 luglio 1868). 71. - Tabarrini comm. Marco, consigliere di stato - Firenze (5 luglio 1868). 72. - Bigazzi Pietro, impiegato presso ΓAccademia della Crusca -Firenze (11 luglio 1869). / 73. - Cantò prof. Ignazio, - Milano (11 luglio 1869). 74. - Mueller Giuseppe, prof, di lingua e letterat. greca nell’Università di Torino - Torino (11 luglio 1869). 75. - Yalentinelli dott. Giuseppe, bibliotecario della Marciana -Venezia (11 luglio 1869). 76. - Bianchi prof. Nicomede, direttore -generale degli Archivi -Tornio (21 maggio 1871). 77. - Biraghi sac. Luigi, dottore della Biblioteca Ambrosiana -Milano (21 maggio 1871). 78. - Bongi cav. Salvatore, direttore del R. Archivio di Stato -Lucca (21 maggio 1871). 79 - Brunn prof. Filippo - Odessa (21 maggio 1871). 80. - HtYDprof. Guglielmo,bibliotecario-Stoccarda(21 maggio 1871) 81. - Pinchart Alessandro, segretario degli Archivi del Belgio -Bruxelles (21 maggio 1871). 82. - Promis avv. Vincenzo - Torino (21 maggio 1871). 83. - Ceruti mons. Antonio, dott. della Biblioteca Ambrosiana -Milano (5 maggio 1872). 84. - De Spuches Giuseppe, Principe di Gahti-Palermo (5 maggio 1872). 85. - Franciosi avv. prof. Giovanni - Modena (5 maggio 1872). 86. - Galeazzi dott. Luigi Domenico, presidente della Società Filocritica Giuseppe Baretti - Firenze (5 maggio 1872). 87. - Jurgievicz Ladislao, prof, nell’Università di Odessa - Odessa (13 luglio 1873). SOCI CORRISPONDENTI 20, 88. - Paspati dott. Alessandro - Costantinopoli (13 luglio 1873). 1 89. - Viale don Antonio Giuseppe - Lisbona (13 luglio 1873). 90. - Volpicella' cav. avv. Luigi, primo presidente onorario di Corte d’Appello - Napoli (13 luglio 1873). 91. - Belin Francesco Alfonso, console generale di Francia -Costantinopoli (12 luglio 1874). 92. - Carini cav. sac. Isidoro - Palermo (12 luglio 1874). 93. - FIeath barone Beniamino, console generale d’Italia - Londra (12 luglio 1874). 94. - Riant conte Paolo - Parigi (12 luglio 1874). 95. - Sforza cav. Giovanni - Lucca (12 luglio 1874). 96. - Starrabba barone Raffaele, sovrintendente degli Archivi Siciliani - Palermo (12 luglio 1874). 97. - Cecchetti comm. Bartolomeo, sovrintendente degli Archivi Veneti - Venezia (6 agosto 1876). . 98. - Gaspari cav. Gaetano - Bologna (6 agosto 1876). 99. - Veludo cav. prof. Giovanni, prefetto della Marciana - Venezia (6 agosto 1876). 100. - Wuestenfeld cav. prof. Teodoro - Gottinga (6 agosto 1876). 101. - Fulin abate Rinaldo - Venezia (5 agosto 1877). * 102. - Gravier Gabriele - Rouen (5 agosto 1877. 103. - Manno barone Antonio - Torino (5 agosto 1877). 104. - Poggi comm. Vittorio, bibliot. civico-Savona (30 marzo 1884). 105. - Pflugk - Harttung dott. Giulio, prof, nell’Università di Tubinga - Berlino (30 marzo 1884). 106. : Gasparolo sac. can. Francesco, presidente della Società di storia per la provincia di Alessandria - Alessandria (2 maggio 1896). 107. - Livi prof. Giovanni, direttore del R. Archivio di Stato di Bologna - Bologna (2 maggio 1896). 2θ6 ALBO ACCADEMICO ioS. - Quarenghi prof. Cesare - Brescia (2 maggio 1896). 109. - Tarducci prof. Francesco, preside del R. Liceo Virgilio -Mantova (2 maggio 1896). 110. - Cipolla conte Carlo, professore di storia moderna nel R. Istituto di studi superiori in Firenze - Firenze (5 febbraio 1897). ni. - Balzani conte Ugo, presidente della R. Società romana di storia patria - Roma (17 aprile 1898). 112. - Lanza Pietro, principe di Scalea, deputato al Parlamento -Palermo (17 aprile 1898). 115. - Caro dott. Georg, prof, di storia moderna nell’Università di Zurigo - Zurigo (22 aprile 1900). 114. - Duchesne abate Luigi, direttore della Scuola francese a Roma - Roma (22 aprile 1900). 115. - Giorgi cav. Ignazio, bibliotecario capo della R. Biblioteca Casanatense di Roma - Roma (22 aprile 1900). 116. - Monticolo Giovanni, prof, ordinario di storia moderna nella R. Università di Roma - Roma (30 dicembre 1900). 117. - Predelli cav. Riccardo, membro della R. Deputazione veneta di storia patria - Venezia (30 dicembre 1900). 118. - Da Cuxha dott. Saverio, conservatore della Biblioteca Nazionale di Lisbona - Lisbona (5 gennaio 1902). 119. - Cogo prof. Gaetano, libero docente di storia moderna nella R. Università di Napoli - Napoli (3 gennaio 1904). 120. - Neri cav. prof. Achille, membro effettivo della R. Deputazione di storia patria per le antiche provincie e la Lombardia -Genova (3 gennaio 1904). 121. - Cushing Richardson Ernest, bibliotecario dell’Università di Princeton - Princeton, N. J., U. S. A. (3 giugno 1906). 122. - Letteron abate Luciano Augusto, bibliotecario della citta di Bastia - Bastia (3 giugno 1906). 123. - Sieveking dott. Enrico, prof, di economia politica nell’Università di Zurigo - Zurigo (3 giugno 1906). SOCI CORRISPONDENTI 207 INDICE ALFABETICO DEI Adriani Gio. Batta, 1. Amai di S. Filippo Pietro, 66. Angelini Annibaie, 46. Acquarone Bartolomeo, 2. Arrivabene Giovanni, 3. Balzani Ugo, ni. Barberis Giovanni Domenico, 30. Barbieri Luigi, 37. Barozzi Nicolò, 67. Baudi Di Vesme Carlo, 4. Belin Francesco Alfonso, 91. Berchet Guglielmo, 62. Bernardi Jacopo, 5. Berti Domenico, 31. Bianchi Nicomede, 76. Bigazzi Pietro, 72. Biraghi Luigi, 77. Bollati Emanuele, 55. Bongi Salvatore, 78. Bonora Antonio, 51. Brunn Filippo, 79. Campori Giuseppe, 63. Cantù Ignazio, 73. Capurro Giovanni Francesco, 38. Carbone Giunio, 6. Carducci Francesco, 109. Carini Isidoro, 92. Caro Georg, 113. Cushing Richardson Ernest, 121. Cecchetti Bartolomeo, 97. Ceruti Antonio, 83. Cicogna Emanuele Antonio, 7. O SOCI CORRISPONDENTI. Cipollina Carlo, no. Garetta Gaudenzio, 32. Cogo Gaetano, 119. Combetti Celestino, 8. Corsetto Tommaso, 9. Cusa Salvatore, 10. Da Cunha Saverio, 118. D’Adda Girolamo, 68. Dandolo Tullio, 52. Da-Silva Tullio Antonio, 53. De Angeli Felice, 36. De Spucbes Giuseppe, 84. Duchesne Luigi, 114. Fabretti Ariodante, n. Fabroni Lorenzo, 58. Ferrari Costantino, 54. Franchi - Verney della Vailetta Alessandro, 64. Franciosi Giovanni, 85. Frati Luigi, 39. Foucard Cesare, 12. Fulin Rinaldo, 101. Galeazzi Luigi Domenico, 86. Gaspari Gaetano, 98. Gasparolo Francesco, 106. Gelli Agenore, 70. Giorgi Ignazio, 115. Gozzadini Giovanni, 40. Gravier Gabriele, 102. Gualterio Filippo, 13. Guasti Cesare, 14. Guglielmotti Alberto, 15. 20,S ALBO ACCADEMICO Heath Beniamino, 93. Heyd Guglielmo, 80. Hopf Carlo, 59. Hubè De Romualdo, 34. Jurgievicz Ladislao, 87. Lància Federico, 57. Lanza Pietro, 112. Lazzari Vincenzo, 16. Letteron Luciano Augusto 122. Livi Giovanni, 107. Longhena Francesco, 49. Lopez Michele. 41. Maggiora-Vergano Ernesto, 69. Malatesta Adeodato, 42. Manfredi Giuseppe, 50. Manfredini Francesco, 43. Manno Antonio, 103. Martini Pietro, 29. Masini Cesare, 44. Migliavacca Achille, 60. Milanesi Carlo, 17. Milanesi Gaetano, 18. Monticolo Giovanni, 116. Muller Giuseppe, 74. Muoni Damiano, 65. Musettini Francesco, 61. Neri Achille, 120. Odorici Federigo, 19. Pallastrelli Bernardo, 45. Paspati Alessandro, 88. Passerini j Luigi, 20. Pflugk-Harttung Giulio, 105. Pillito Ignazio, 35. Pinchart Alessandro, 81. Podestà Bartolomeo, 47. Poggi Vittorio, 104. Predelli Riccardo, 117. Promis Vincenzo, 82. Quarenghi Cesare, 10S. Remedi Angelo, 48. Rezasco Giulio, 21. Riant Paolo, 94. Ricotti Ercole, 22. Rosa Gabriele, 23. Rossi Girolamo, 24. Sagredo Agostino, 25. Sala Aristide, 26. Saotini Vincenzo, 33. Sforza Giovanni, 95. Sieveking Enrico, 123. Spano Giovanni, 27. Starrabba Raffaele, 96. Tabarrini Marco, 71. Ugdulena Gregorio, 28. Valentinelli Giuseppe, 75. Veludo Giovanni, 99. Viale Antonio Giuseppe, 89. Volpicella Luigi, 90. Wustenfeld Teodoro, 100. SOCI DliL 1858 209 , SOCI EFFETTIVI del 1858 e del 1908 SOCI EFFETTIVI DEL 1858 Ala-Ponzoni marchese Filippo. Alizeri avv. Federigo, professore di retorica nel collegio nazionale. Allegretti cav. Niccolo. Ansaldo avv. Francesco. Andoino Casimirro, impiegato al Municipio. Avignone avv. Gaetano. Rancherò Giuseppe. Belgrano Luigi Tommaso. Bigliati avv. Paolo. Bignone Angelo. Boccardo avv! prof. Gerolamo. Bottaro rev. Luigi, professore di filosofia razionale nel Ginnasio civico. Atti della Società Ligure di Storia Pttri.i, Voi. XLIII — i >. 210 AJ.HO ACCADEMICO Brignole-Sale march. Antonio,^ ministro di Stato. Camozzi conte Gabriele. \ Campofregoso marchese Giacinto Canale avv. Michele Giuseppe. Canale rev. Gio. Batta, canonico della cattedrale di Genova. Casaccia Giovanni. Cataldi Giuseppe, senatore del Regno. Caveri avv. Antonio. Cecchi Carlo, ingegnere architetto. Cecconi avv. Luigi, vice-console toscano. Celesia avv. Emanuele. Cepollina avv. Marcello. Cevasco Giacomo, Regio commissario alla Banca nazionale. Cevasco Gio. Batta scultore, consigliere municipale. Costa Ettore, dottore collegiato in medicina. Crocco avv. cav. Antonio, consigliere municipale. Da-Passano Gerolamo, professore di storia e geografia nel Ginnasio civico. D’aste Stefano, capo ufficio al Municipio. Debarbif.ri Antonio, scultore. Della-Torre rev. Antonio Maria. De-Rossi Gio. Batta, dottore in medicina. Desimoni avv. Cornelio. Dcndero avv. Giuseppe Antonio. D’Ondes Reggio Giovanni. D’Oria march. Iacopo. SOCI DEL 1858 211 Drago rev. prof. Antonio. Dufour avv. Maurizio. Elena Domenico, senatore del Regno. Elena Michele, maestro nelle Scuole elementari. Erede Michele, professore nel Collegio ligure. Falconi Agostino, socio di varie Accademie. Fazio avv. Giovanni Bartolomeo. Frascheiu Giuseppe, pittore. Cazzino Giuseppe. Giuliani rev. G10. Batta dei pp. Somaschi, professore di eloquenza sacra nella R. Università di Genova. Giuliani rev. Niccolò, assistente alla biblioteca della R. Università. Grillo rev. Luigi, ex-cappellano della Regia Marina. Guarco Domenico Maria, segretario della Cassa di risparmio e di beneficenza della marina mercantile. Guerrazzi dott. Francesco Domenico, socio di varie Accademie. Isnardi rev. Lorenzo de’ pp. Scolopi, rettore della Regia Università di Genova. Isola prof. Giuseppe. Isola avv. Gaetano Ippolito. La-Loggia Gaetano, ex-professore di filosofia nell’Università di Palermo. Luxardo rev. Fedele, professore di belle lettere. Luxoro prof. Tammar. Marchese p. Vincenzo Fortunato. Marcoaldi Oreste. Mercantini Luigi, professore di letteratura italiana. 21 2 ALBO ACCADEMICO Merello Giuseppe, agente di servizi marittimi delle Messaggerie imperiali di Francia. Mini prof. Costantino. Molinari rev. Domenico. Montesoro avv. Giovanni. Monticelli march. Pietro, ex-segretario del ministro degli Interni, deputato al Parlamento nazionale. Morgana rev. Domenico, professore nel collegio D Aste. Navone Giacomo. Negrotto-Cambiaso march. Gio. Batta, deputato al Parlamento nazionale. Negrotto-Cambiaso march, avv. Lazzaro. Novaro Gian Battista, pittore, professore nell’Accademia ligustica di belle arti. Novella Giovanni, ingegnere architetto. Oliva Pietro, dottore in medicina. Olivieri canonico prot. Giuseppe, bibliotecario civico. Olivieri Agostino. Palla vicino Grimaldi march. Camillo. Pallavicino march. Stefano Luigi. Papa avv. Giovanni. Pareto march. Damaso. Pareto march. Lorenzo. Pareto march. Raffaele, ingegnere architetto. Passano Gian Battista. # Pennacchi Giovanni, professore di retorica nel Ginnasio civico. 4 i I L SOCI DEL I 8>8 Pescetto dott. Gian Battista, medico principale nello Spedale di Pammatone. Pitto Antonio. Piuma march. Carlo Tommaso. Poggi rev. prof. Filippo, canonico di S. Maria del Rimedio. Po/zoni avv. Cesare. Ramognino Michele, scultore. Rebuffo rev. Paolo, professore emerito di eloquenza italiana nella R. Università. Resasco Gian Battista, architetto civico. Ricci march. \^incenzo. Rocca Pietro, verficatore di pesi e misure. Rubatto Carlo, scultore. Salvago march, avv. Paris Maria, volontario negli Archivi di S. Giorgio. Sanguineti rev. Angelo. Sauli march. Niccolò. Scaniglia abate Giuseppe. Serra march. Gian Carlo. Serra march. Giovanni. Staglieno march. Marcello, vice-presidente della Società promotrice di belle arti. Tola avv. Pasquale. 'Pomati avv. Giuseppe. Tortello Agostino, capitano marittimo. Tortello Gio. Batta, impiegato al Municipio. 214 ALBO ACCADEMICO Tubino rev. Emanuele, dottore in teologia nella R. Università. Varni prof. Santo. Viale avv. Bartolomeo, console generale di Buenos-Ayres. Vigna p. Amedeo. Vivaldi avv. Domenico. SOCI EFFETTIVI DEL 1908 ('). Accademia Ligustica di Belle Arti (i gennaio 1873). Accame comm. Paolo, professore di belle lettere (24 giugno 1885). Ansaldo avv. Pietro, consigliere comunale (29 febbraio 1896). Armanino comm. Adolfo (io giugno 1898). Arpe cav. Francesco, consigliere comunale (22 giugno 1897). -Assereto march. Giovanni, medico, Savona (2 febbraio 1896). Assereto Giuseppe, impiegato al Municipio di Genova (9 aprile 1908). Assereto comm. Ugo, maggiore generale nella riserva (2 febbraio 1896). Astengo Carlo Giuseppe, avvocato (io agosto 1879). Audoly Emilio, avvocato (20 marzo 1899). Bacchi-Palazzi Giuseppe, libraio-editore (20 giugno 1905). Bacigalupi A. Emanuele, tipografo-editore (13 gennaio 1899). Balbi Giulio, dell’ufficio di presidenza. (*) Questo elenco rappresenta lo stato nominativo dei Membri della Società al 31 dicembre 1908. Le date chiuse fra le parentesi sono quelle dell’elezione di ciascun socio. SOCI DEL 1908 215 Balbi-Piovera march. Guido (21 dicembre 1884). Balduino comm. Cesare, capitano marittimo (25 giugno 1896). Balduino Domenico di Giuseppe (27 luglio 1906). Balduino Sebastiano (26 dicembre 1901). Barbagelata Antonio fu Gio. Batta (5 febbraio 1908). Basso dott. Domenico, libero docente di oftalmoiatria nella R. Università di Genova (25 giugno 1896). Belimbau cav. Enrico, ingegnere (10 giugno 1897). Bellotti Silvio, professore nel R. Istituto tecnico e nautico Vittorio Emanuele II (20 giugno 1905). Bensa cav. Enrico Ludovico, professore ordinario di diritto nella R. Scuola superiore d’applicazione per gli studi commerciali (28 maggio 1865). Bensa comm. Paolo Emilio, professore ordinario di diritto civile nella R. Università di Genova (3 agosto 1873). Beretta sac. Luigi, dell’ufficio di Presidenza. Berlingieri comm. Francesco,professore di diritto marittimo nella R. Università di Genova (16 dicembre 1896). Berry Edward E., vice-console britannico in Bordighera (16 Febbraio 1907). Biblioteca Civico-Bf.riana di Genova (22 novembre 1857) Biblioteca Comunale di Verona (17 marzo 1881). Bigliati avv. prof. Francesco Giuseppe (12 marzo 1908). Biconi dott. Guido, professore di storia nel R. Liceo Cristoforo Colombo (18 febbraio 1897). Bo cav. uff. Camillo, avvocato (5 agosto 1873). Bo Giovanni Battista, dottore in medicina e chirurgia. Sestri O ' Levante (i° agosto 1875). 2l6 ALBO ACCADEMICO Bo Giuseppe, avvocato (14 dicembre 1907) Boccoleri mons. Giuseppe, prevosto della Chiesa di nostra Signora delle Vigne (12 agosto 1875). Boggiano cav. Antonio, avvocato, assessore comunale (9 aprile 1908). Bonguadagno Gerolamo, avvocato (21 maggio 1896). Boxino Enrico, canonico della Metropolitana di San Lorenzo (10 marzo 1872). Bozano avv. Lorenzo, presidente della Sezione ligure del Club alpino italiano (28 aprile 1901). Bozano Paolo Francesco, avvocato (13 gennaio 1898). Breschi avv. cav. Pier Giulio, segretario del Consorzio autonomo del Porto di Genova (23 Febbraio 1896 . Brown Montagu cav. Yeats (24 giugno 1866). Bruzzone comm. Emilio di Giuseppe (24 novembe 1908). Bruzzone Michele, archivista del Monte di pietà in Genova · (28 gennaio 1898). Gabella Edoardo, avvocato (25 giugno 1896). Cabella Gian Luigi, chimico-farmacista (2 agosto 1888). Calegari Paolo, avvocato (6 aprile 1896). Calligari cav. Ernesto, avvocato (25 giugno 1896). Calpestri Italo, S. Francisco California (Stati Uniti d’America) (25 giugno 1896) Calvini Alarico, avvocato (2 febbraio 1896). Cambiaso Domenico, sacerdote (26 dicembre 1899). Cambiaso march. Pietro, avvocato (11 marzo 1898). Campora cav. Bartolomeo, segretario della Procura generale presso la Corte di Cassazione di Torino (3 marzo 1905V SOCI DEL 1908 217 Campora Giovanni, dell’ufficio di Presidenza. CaneViELLO dott. cav. Edoardo, direttore generale delle Scuole civiche (21 dicembre 1884). Carani Benedetto Tito, avvocato (28 aprile 1901). Carbone cav. Dario, ingegnere (3 marzo 1905). Carcassi Claudio, avvocato (20 aprile 1896). Carcassi comm. Ugo, avvocato (22 aprile 1897). Carrara Gian Carlo (9 novembre 1898). Carrega march. Antonio fu Angelo, dell’ufficio di Presidenza. Casale cav. Nicolò di Antonio (6 aprile 1896). Casaretto Francesco fu Giacomo, avvocato (24 maggio 1902). Casaretto Pier Francesco fu Michele, dell’ufficio di Presidenza. Castagnola march, cav. Giulio, Spezia (21 dicembre 1884). Castellini canonico Pietro, segretario della Curia vescovile di Chiavari (4 febbraio 1897). Cataldi march. Giuliano fu Giuseppe, dottore in legge (5 agosto 1877). Cataldi barone Raffaele (9 febbraio 1899). Cattaneo-Adorno march, dott. Luigi (io marzo 1872). Cattaneo di Belforte march, comm. Giacomo, avvocato (18 febbraio 1897). Cavagnari Giuseppe Stefano, chimico-farmacista (25 giugno 1896). Centurione march, cav. Carlo fu Enrico, ingegnere( 10 giugno 1897). Cervetto Luigi Augusto, dell'ufficio di Presidenza. Chiarella sac. Giuseppe, professore nel Seifiinario vescovile di Chiavari (9 aprile 1908). Chiavari march. Gerolamo (5 gennaio 1901). Chighizola Eugenio fu Giuseppe, dottore in legge. - Sturla (10 dicembre 1868). 2I.S ALBO ACCADEMICO Chiossone cav. Ernesto (18 febbraio 1897). Cipollina avv. Marcello, sotto archivista del R. Archivio di Stato di Genova (4 giugno 1896). Circolo Artistico Tunnel (13 agosto 1882). Club Alpino Italiano, Sezione ligure (14 febbraio 1897). Conz Negrotto marchesa Alessandra, Spezia (29 gennaio 1902). Corradi sac. dott. Sebastiano, professore nel Seminario Arcivescovile di Spezia (2 febbraio 1896). Corsanego-Merli comm. Luigi, Accademico promotore dell’Accademia ligustica di belle arti (30 maggio 1875). Cortese Pippo (5 aprile 1905). Costa cav. Felice, dottore in medicina e chirurgia (25 giugno 1896). Costa Francesco Domenico, dell'ufficio di Presidenza. Costa Francesco, negoziante (4 agosto 1878). Cotella sac. Emilio, arciprete di Canepa (28 aprile 1901). Cresta sac. Carlo, direttore dell'istituto Negrone Durazzo Brignole Sale (18 dicembre 1905). Croce comm. Andrea Giuseppe, assessore connm. (17 luglio 1896). Grotta cav. prof. Marco Aurelio, architetto (21 giugno 1883). Cudia Salvatore, direttore del deposito dell’ Union des Gaz (27 luglio 1906. Curlo march. Faustino, Biblioteca della R. Università di Forino (5 dicembre 1904). D’ Albertis comm. Enrico Alberto, comandante nella riserva navale (21 dicembre 1884). Da Passano march. Eugenio Adolfo, Quarto al Mare (5 febbr 1908). Da Passano march, avv. coirmi. Gerolamo, sindaco di Genova (4 giugno 1896). SOCI DEL 1908 219 Da Passano march. Manfredo, socio dell’ I. R. Accademia degli Agiati di Rovereto, Firenze (14 agosto 1864). Dassoki Carlo (i giugno 1906). De-Amicis mons. Giacomo Maria, canonico della Metropolitana (12 agosto 1888). De Benedetti Aronne, avvocato (27 luglio 1906). Di·: Ferrari march. Francf;sco (21 maggio 1896). De Ferrari march, avv. Girolamo di Tommaso, Console dello Scià di Persia e del Principe di Montenegro in Genova (2 febbraio 1890). De Gaetani sac. dott. Giovanni, rettore del Seminario maggiore di Casale-Monferrato (26 dicembre 1899). Donath cav. Antonio, libraio-editore (6 giugno 1892). D’Oria march. Andrea (25 aprile 1869). D’Oria march avv. ing. Giorgio, consigliere comun. (26 febbr. 1897). D’Oria Lamba march. Francesco (6 aprile 1896). D’Oria Pamphilj principe Alfonso, Roma (26 febbraio 1S97). Drovanti cav. Attilio, avvocato (4 febbraio 1898). Durazzo march. Flavio (15 maggio 1898). Durazzo march. Marcello fu Giuseppe, Nervi (5 maggio 1872). Fusebio cav. Federico, professore di letteratura latina nella R. Università di Genova (21 maggio 1896). Ferrari prof. cav. Michele, Castelnuovo di Magra. (1. febbraio 1907). Ferretto Arturo, dell’ufficio di Presidenza. Fiamberti comm. avvocato Massimo, deputato al Parlamento (10 aprile 1898). Pigoli Alberto (i agosto 1875). Pigoli Augusto (21 giugno 1885). 220 ALBO ACCADEMICO Figoli Dhs Geneys conte Eugenio, senatore del Regno, Arenzano (27 marzo 1897). Firpo avv. Luigi, vice segretario del Municipio di Sampierdarena (28 aprile 1901). Foa cav. Raffaele (27 luglio 1906). Fontana Francesco, avvocato (3 giugno 1897). Fontana Vincenzo, ingegnere, Torino (7 maggio 1905). Fontanabona cav. Ettore, direttore provinciale delle Poste e dei Telegrafi (6 aprile 1896). Fontani Cesare, professore di lingue moderne (5 febbraio 1908). Fontanini prof. Pietro, canonico della Chiesa Abbaziale e collegiata di N. S. Immacolata (20 aprile 1896). Gabotto dott. cav. Ferdinando, professore di storia moderna nella R. Università di Genova (29 gennaio 1902). Gaggini cav. Sebastiano (18 aprile 1900). Gamba comm. Cesare, ingegnere (25 giugno 1896). Gambaro Alfredo, armatore (14 agosto 1881). Gambaro Francesco, chimico-farmacista (4 luglio 1876). Gambaro Pietro, avvocato (31 maggio 1904). Gandolfi G. B. fu G. B., commissario in Borsa (28 agosto 1900). Garroni march, gr. uff. Camillo, senatore del Regno, pretetto di Genova (20 ottobre 1897). Gavotti march. Ludovico, vescovo di Casale (20 aprile 1896). Gavotti march, cav Ludovico tu Raffaele, assessore comunale (22 luglio 1897). Gentile march. Filippo (8 luglio 1897). Ghiglione Tomaso, Quinto al Mare (22 aprile 1897). Ghilino Eugenio, avvocato (7 gennaio 1907). Ghio Giacomo, arciprete di Sori (27 marzo 1897). SOCI DEL 1908 221 Gondrand comm. Clemente (io aprile 1898). Gorgoglione avv. G. B., notaio (6 aprile 1896). Grafeagni avv. comm. Angelo, deputato al Parlamento (2 febbraio 1896). Granello nobile avv. Giuseppe Antonio, cameriere segreto di spada e cappa di Sua Santità (29 gennaio 1902). Grasso canonico Giacomo, bibliotecario della Missione urbana in Genova (12 ottobre 1898). Gropallo marchese Luigi, dottore in legge (1 gennaio 1899). Groppo cav. uff. Claudio Enrico, avvocato (j agosto 1877). Imoda Giuseppe, medico-chirurgo (2 aprile 1908). Imperiale marchese Cesare dei principi di sant’Angelo, presidente, predetto. Invrea march. David, consigliere di Corte d’appello (15 marzo 1863). Ivani Isidoro, agente di cambio della Borsa di Genova (28 gennaio 1898). Lanza Francesco, avvocato, Roma (3 marzo 1905). Lari Raimondo, avvocato, Sarzana (r. febbraio 1907). Leale Giovanni Battista, avvocato (19 ottobre 1896). Loleo Bartolomeo, avvocato (15 luglio 1898). Macciò Vittorio, canonico della Metropolit. di Acqui (9 aprile 1908). Malatesta Luigi fu Emanuele, decorato della medaglia dei Mille di Marsala e della medaglia d’argento al valor militare (2 agosto 1874). Malerba Giovanni, ragioniere (28 gennaio 1898). Mancini cav. uff. Antonio, capitano marittimo (10 giugno 1897). Mann ucci dott. Francesco Luigi, direttore del Ginnasio comunale di Sarzana (11 febbraio 1905). ALBO ACCADEMICO Marengo avv. Emilio, sotto archivista nel R. Archivio di Stato in Genova (3 dicembre 1897). Marini mons. Antonio, cameriere d’ onore in abito paonazzo di S. S. (20 gennaio 1899). Marsano Alfredo, arciprete di Rivarolo (18 dicembre 1905). Massa professore Angelo (9 marzo 1890). Massone Riccardo, ingegnere (24 novembre 1908). % Massuccone avv. Francesco Giovanni (27 luglio 1906). Mazzachiodi Cesare, dottore in medicina e chirurgia (5 agosto 1877). Mazzini Ubaldo, dottore in leggi, direttore della Biblioteca comunale di Spezia (19 ottobre 1896). Michelini comm. Gerolamo, dottore in medicina e chirurgia (13 luglio 1873). Migone Giovanni, ingegnere (5 gennaio 1901). Mistrangelo Alfonso, arcivescovo di Firenze (2 aprile 1908). Monaci dott. Silvio, direttore del R. Istituto dei Sordo-Muti in Genova (6 giugno 1892). Montanaro Agostino, avvocato (1 agosto 1876). Moresco Mattia, dell’ Ufficio di Presidenza. Morselli comm. Enrico, professore nella R. Università di Genova (29 aprile 1898). Murialdi Gino, avvocato (27 novembre 1907). Musso Puntelli Cristoforo, avvocato (25 aprile 1869). Negrotto-Cambiaso marchese Giuseppe (28 dicembre 1898). Negrotto-Cambiaso marchese dott. Pier Francesco, consigliere comunale (4 giugno 1896). Norero mons. Bartolomeo (21 gennaio 1898). Noziglia dott. Augusto, sotto archivista notarile (5 febbraio 1908). SOCI DEL 1908 223 Obekti rag. Emilio di Giuseppe (24 novembre 1908) Oberti comm. Giuseppe fu Raffaele, professore di ragioneria (24 giugno 1866). Odino Nicolò, arciprete di Bogliasco (5 febbraio 1908). Olcese mons. Francesco, protonotario apostolico, Sampierdarena (4 gennaio 1899). Oliva comm. Alfonso David, consigliere provinciale (5 gennaio 1901). Olivieri Alberto, avvocato (2 aprile 1908). Oxilia dott. Giuseppe Ugo, professore di storia nel Liceo pareggiato di Chiavari (13 gennaio 1906). Pace Paolo, rettore della Chiesa di S. Torpete (21 gennaio 1906). Pace avv. Vincenzo, professore (20 febbraio 1896). Paganelli cav. Carlo, assessore comunale (2 luglio 1876). Palazzi avv. Goffredo, consigliere comunale (14 agosto 1881). Pai.lavicino marchese Alessandro (14 febbraio 1897). Pallavicino marchese cav. Domenico, consigliere comunale (8 agosto 1880). Pallavicino marchese Gerolamo (4 febbraio 1898). Pàllavicino marchese Paolo (17 luglio 1896). Pandiani dott. Emilio, professore nel R. Ginnasio C. Colombo in Genova (7 gennaio 1904). Pareto marchese Damaso, ingegnere (1. luglio 1898). Parodi cav. Bartolomeo, banchiere (1 agosto 1875). Parodi Giuseppe, prevosto-canonico di San Giovanni Battista di Sestri Ponente (11 novembre 1899). Parodi Lodovico, professore (24 maggio 1902). Pavesi Camillo, medico chirurgo (31 gennaio 1906). Peirano cav. Andrea, avvocato (13 agosto 1869). 2 26 ALMO ACCADEMICO Scuola (R.) navale superiore di Genova (i aprile. 1898). Scuola (R.) superiore di applicazione per gli studi commerciali di Genova (20 marzo 1887). Seminario arcivescovile di Genova (18 marzo 1898). Serra marchese Gerolamo, Nervi (29 aprile 1898). Serra Luigi Serafino, avvocato (31 dicembre 1902). Sertorio marchese Pompeo (17 luglio 1896). Soardi Onorio (2 maggio 1906). Società del Gasino di ricreazione (3 giugno 1897). Solari cav. Giuseppe, ingegnere (26 aprile 1896). Solaroli conte Carlo Alberto (29 aprile 1897). Sopranis marchese Bernardo (6 marzo 1897). Spinola march Agostino, conte di Tassarolo (13 maggio 1898). Spinola march, comm. Paolo Alerame, dell’Ufficio di Presidenza. Spinola march. Τίτο, generale (11 marzo 1898). SpiNOLa march, cav. Ugo (23 febbraio 1896). Staffetti conte dott. Luigi, dell’Ufficio di Presidenza. Staglieno marchese Marcello, dell’Ufficio di Presidenza. Staricco Juan, avvocato (22 marzo 1899). Sturlese Pietro , professore nel R. Istituto Nautico, Camogli (6 giugno 1892). Tomasinelli Mario, agente di cambio (2 maggio 1906). Vacca dott. Giovanni, consigliere comunale (22 aprile 1903). Valerio Alberto, avvocato (4 giugno 1896). SOCI DEL 1908 227 Viale cav. Luigi, r. ispettore per gli scavi e monumenti del circondario di Spezia (5 giugno 1896). Villa cav. Alfredo, medico-chirurgo (9 aprile 1908). Virgilio Agostino, avvocato (23 gennaio 1906). Zaccaria marchese Roberto Guiscardo, Cremona (27 novembre 1907). Zigliara Ugo Paolo, ottico (2 aprile 1908). Zignago sac. Stefano, professore nel Seminario arcivescovile del Chiappeto (29 gennaio 1902). Zunini cav. uff. Enrico, avvocato (23 febbraio 1896). 1 ,· , • ■ ' . ATTI DELLA SOCIETÀ er lungo volgere di anni gli Atti vennero pubblicati in fascicoli che uscivano in tempi diversi ma venivano poi raggruppati in un volume. I fascicoli contennero una o più memorie di soci e di raro furono la puntata di un’ opera di vaste proporzioni. Oggi però la Società preterisce di pubblicare Γ intero volume in una sola volta. Il primo volume, il quale volle essere un segno della torza della nascente Società, usci coi discorsi di inaugurazione, cogli elenchi dei soci e col materiale scientifico già pronto; per quelli che seguirono si decise che ogni volume avesse un’impronta propria e contenesse possibilmente una serie di lavori sulla stessa materia. E siccome la Società era divisa in tre sezioni così si dette a quella di storia il volume secondo, nel quale fu pubblicato il registro della Curia arcivescovile; alla sezione di archeologia il volume terzo, che fu occupato dalle iscrizioni romane in Liguria; a quella di belle arti il volume quarto, nel ATTI DELLA SOCIETÀ quale furono raccolte le notizie su vari artisti clic operarono in Genova; venuti poi in favore gli studi geografici, fu dato il quinto volume alla geografia, mentre nel sesto e nel settimo si pubblicava il codice diplomatico delle colonie tauro liguri; l’ottavo fu dedicato ai documenti ispano - genovesi dell’archivio di Simancas; il nono agli studi sull’arte della stampa in Genova e nella Liguria e il decimo raccolse una miscellanea di v o cronachette inedite e di opuscoletti ripubblicati. Dal decimo al ventottesimo, i volumi trattanti un unico tema si avvicendano di frequente con altri che raccolgono memorie di diversi autori su vari argomenti. Infatti i volumi XIII, XVI, XVII, XIX, XXIII, XXIV, XXV, contengono miscellanee; mentre 1’XI e il Xll si occupano di iscrizioni romane e cristiane; il XIV studia gli statuti della Liguria; il XV raccoglie notizie sui navigatori e scopritori genovesi; il XVIII pubblica il secondo registro della curia arcivescovile di Genova. I volumi XX e XXI hanno una serie di studi sul convento di S. Maria di Castello; il XXII sulle tavole delle monete di Genova; il XXV contiene gli atti del quinto Congresso storico italiano, infine il voi. ΧΧλ II la monografia sulle monache nella vita genovese. Dal voi. XXVIII in poi si è ritornati all’idea di formare di ogni argomento trattato un volume speciale, eccezione fitta dei volumi XXVIII e XLII che contengono ognuno due opere di vario carattere. Ma di tutti i volumi il lettore potrà trovare notizie più ampie e più precise nei cenni bibliografici che seguono questa breve introduzione (i). (i) Gli Atti furono divisi in serie: la prima va dal voi. I al Χλ I; la seconda dal XVII al XXVII; la terza, che è quella in corso, va dal XXVIII al presente. INTRODUZIONE 233 Non mi lusingo di aver fatto opera perfetta, spero soltanto di avere con essa pòrto aiuto a chi voglia trovare nei nostri A Ili la notizia che possa essergli utile. È certo che un indice generale delle persone e dei documenti contenuti negli Atti sarebbe stato ottimo sussidio a questi cenni bibliografici ; ma non mi bastavano le torze. Farò tuttavia seguire all’indice analitico degli Atti, un indice degli autori e dei titoli di ogni opera ed un indice nel quale le opere saranno disposte in ordine cronologico secondo 1’ epoca in esse trattata. VOLUME PRIMO VOLUME PRIMO Genova, tip. Tommaso Ferrando, 1858, pp. I-LXXXV; 1-700 Fascicolo I. Genova, tip. Tommaso Ferrando, 1858, pp. I-LXXXV. PREFAZIONE.........PP. V-XII. (È del segretario della Società Agostino Olivieri). NELLA PRIMA ADUNANZA DEI PROMOTORI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA, parole del presidente provvisorio Vincenzo Ricci........pp. XIII-XXXYI. (Il discorso fu pronunziato il 22 novembre 1857; se ne può leggere un sunto in questo volume, pp. 26-28). PER L’INAUGURAZIONE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA, discorso letto nell’ aula del palazzo municipale di Genova il 21 febbraio del 1S 58 dal presidente della stessa società, p. Vincenzo Marchese dei predicatori ............pp. XXXVn-LXII. (Il lettore potrà trovarne un sunto in questo volume pp. 37-39). Catalogo dei Soci..........pp. LXIII-LXXII. (Oltre all’elenco dei Soci, abbiamo il prospetto degli ufficiali della Presidenza e di quelli delle Sezioni per l’anno 1858). Statuto della Società Ligure di Storia Patria . pp. LXXIII-LXXY. (Questo è il primo statuto; la Società ora si regge con un nuovo statuto che fu pubblicato in quest’opera). 236 ATTI DELLA SOCIETÀ Fascicolo II. Genova, tip. Tommaso Ferrando, iS59, pp. 1156. CRONACA DELLA PRIMA CROCIATA SCRITTA DA CAFFARO, ED ALTRA DEI RE DI GERUSALEMME DA UN ANONIMO, estratte dal Codice degli Annali Genovesi esistente nella Biblioteca Imperiale di Parigi e per la prima volta pubblicate . . pp. 3"7^· (Da p. 3 a p. 20 leggesi la prefazione dell’ avv. Francesco Ansaldo che curò la pubblicazione di dette cronache). FRAMMENTO DI BREVE GENOVESE DEL CONSOLATO DEI PLACITI scoperto a Nizza e comunicato alla Società dal cavaliere Pietro Datta, membro della Regia Deputazione di Storia Patria . . . pp. 77-90. (Si tratta di due pergamene che non hanno stretta relazione tra loro; contengono dodici capitoli con disposizioni legislative per i genovesi, riguardano specialmente a traffichi). SUL FRAMMENTO DI BREVE GENOVESE SCOPER ΓΟ A NIZZA - Relazione letta alla sezione archeologica dal socio Cornelio Desimoni . . pp. 91-154. (L’a. raffronta le varianti fra i capitoli del breve scoperto e quelli delle leggi genovesi del 1414 e viene a dedurre che l’epoca della compilazione del Breve va posta tra il 1207 e il 1217, indi accenna alla possibilità di raccogliere un corpo di leggi Genovesi. In una seconda parte (p. in), allo scopo di studiare le origini della Compagna genovese, prende le mosse dall’epoca in cui Genova, passata sotto la dominazione dei Franchi, ebbe i suoi conti e i suoi marchesi. Il primo visconte di Genova a noi noto é Ido (952); la famiglia viscontile crebbe in potenza e si emancipò dell’ ingerenza del marchese; poi, indebolita dal moltiplicarsi e suddividersi, cercò rafforzarsi sostituendo al vincolo naturale del sangue, l’artificiale di una lega che fu 1’ embrione della Compagna. Questa, fattasi sempre più forte e più estesa, fini col trasformarsi nel Comune). VOLUME PRIMO Fascìcolo III. Genova, tip. Tommaso Ferrando, 1860, pp. 155-626. SERIE DEI CONSOLI DEL COMUNE DI GENOVA, illustrata da Agostino Olivieri.......pp· I5 5'43^· Da p. 157 a 224 l’a. studia l’istituzione del Consolato; sostiene che i consoli non derivano la loro origine dalla istituzione romana e neppure dagli scabini dei conti, e poiché il Canale nella sua Storia della Repubblica di Genova aveva affermato che i consoli genovesi furono gli scabini e i visconti dei vescovi, l’a. prova che i vescovi non ebbero mai giurisdizione comitale in Genova (pp. 157-168). L’a. dimostra che il consolato fu creazione affatto nuova e italiana e sorse nelle diverse città fra la fine del secolo XI e gli inizi del secolo XII. - Intercala nel testo la convenzione tra i conti di Biandrate e i loro militi (a. 1093) già edita in Monum. hist. pat., Chartarum, \ ol. 1, p. 708, e pubblica per la prima volta a p. 176 il breve della Compagna di Genova del 1157 la cui pergamena originale era in potere della nostra Società, ponendo a fianco le varianti dell’altro breve del 1161 edito dal Cibkario nella Storia della Monarchia di Savoia. Dà infine notizie (pp. 207-221) delle vicende del Consolato genovese, che si divise nel 1130 in consolato del Comune e consolato dei Placiti (che giudicava le cause civili); accenna ai consoli del mare e ai cintrachi; fa la cronologia dei consoli del Comune di Genova (anno 1099-1216) e cerca di raccogliere la maggior copia di notizie biografiche su ciascuno di essi (p. 225-436). Gerolamo Bertolotto in Giornale Storico e Letterario della Liguria, Anno XXI (1896), p. 65 riferisce che l’Olivieri incorse in gravi errori di lettura, pubblicando il breve della Compagna del 1157, e aggiunge che la pergamena non è più come disse l’a., presso la Società, ma alla Biblioteca civica. Infine pubblica di nuovo il prezioso documento, colmando parecchie lacune e scorrezioni del testo dato dall’a.). Indice dei Consoli del Comune, giusta Γ ordine alfabetico dei loro nomi......... . . pp. 437-446. Elenco alfabetico dei Consoli dei Placiti .... pp. 447-460. Indice per ordine di cognomi dei Consoli del Comune e dei Placiti............pp. 461-480. Indice cronologico dei documenti riportati in questo volume..............PP· 481-488. (Il 1. documento ò del 952, l’ultimo del 1248). ATTI DELLA SOCIETÀ Indice delle città, provinole, terre, fiumi, mari e monti ricordati nel volume.........pp. 489 502. Indice per ordine di nomi di tutte le persone ricordate in questo lavoro, e che vivevano avanti il secolo XV. pp. 503-5 56. Indice generale delle persone ricordate nella serie consolare giusta l’ordine alfabetico dei cognomi . pp. 557-598. Indice degli argomenti più importanti trattati nella serie consolare.............pp. 599-624. Addenda et corrigenda..........pp. 625-626. Fascicolo IV. Genova, tip. Tommaso Ferrando 1862, pp. 627-700. NOTIZIE DELLA SOCIETÀ. Rendiconto dei lavori fatti dalla Società Ligure di Storia Patria negli anni accademici 185S-1861, letto ed approvato nell’Assemblea generale del 9 marzo 1862, pp. 627-652. (È opera di Agostino Olivieri, segretario generale della Società). Elenco degh Ufficiali che ressero la Società e le Sezioni di essa negli anni 1858-1861,.......pp. 653-667. Soci Effettivi, Onorari e Corrispondenti . . . . pp. 668-682. Necrologia.............pp. 683-686. (È opera di Agostino Olivieri, segretario generale della Società). Norme regolamentari per la nomina dei soci onorarli e corrispondenti, approvate nelle adunanze del 22 dicembre 1861 e 22 gennaio 1862.....pp. 687-688. Doni fatti alla Società..........» 689-698. Indice del volume primo degli Atti......» 699-700. VOLUME SECONDO 239 VOLUME SECONDO PARTE PRIMA Genova, tip. Sordo-Muti, 1870, pp. I-XXVIII e 1-600 più un’appendice di XLIX tavole genealogiche. Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1870, pp. I-XXVIII, 1-244. COMMEMORAZIONE DEL SENATORE ANTONIO CAVERI, GIÀ PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ, parole del Vice-Presi-dente Giuseppe Morro, nell’Adunanza generale del 3 aprile 1870.........pp. Documenti............» CARTARIQ GENOVESE ed illustrazione del Registro Arcivescovile pel socio Luigi Tommaso Belgrano. (In questo fascicolo però vi è solo il Cartario genovese). Prefazione............pp. r-8. Carlario genovese..........pp. 9-212. (Il cartario contiene una serie di centosettantadue documenti anteriori al sec. XII: molta parte di questi documenti è dovuta a Bernardo Poch sarzanese che li raccolse sul finire del sec. XVIII ma non li pubblicò; parecchi furono tratti dai codici dell’abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte. Il primo documento è del 700, l’ultimo del 1100). A ^^11 mia ..........PP· 213-216. (Un documento del 1017). Indice delle persone....... pp. 219-234. Indice dei luoghi e delle cose.....pp. 235-244. VII-XXVI. xxvii-xxvm. ( 240 ATTI DELLA SOCIETÀ Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1871, pp. 245-400. ILLUSTRAZIONE DHL REGISTRO ARCIVESCOVILE DI GENOVA del socio cav. Luigi Tommaso Belgrano. Introduzioni..............PP· 247-260 Compilazione del Registro e sue derivazioni. Vicende del Registro. Descrizione. (L’a. ci avvisa che la compilazione del registro è dovuta all’ arcivescovo Siro II che ne affidò l’impresa ad Alessandro, economo ed avvocato della Curia. Questi vi pose mano correndo il novembre 1143; altri continuò 1 opera sino al ri80. Il reg. però non è la primitiva compilazione, ma una copia eseguita dopo il li80. A questo primo registro ne seguì un secondo che contiene documenti sino alla data 6 maggio 1308. Anche questo venne pubblicato ma assai più tardi dal Belgrano, Atti, Voi. XVIII. L’a. espone le vicende del registro e ne fa la descrizione). PARTE I. - Dei Vescovi e della Curia. Capitolo Primo. - Dei Vescovi Milanesi da Onorato a Giovanni Bono. - Possessi e diritti della Chiesa Ambrosiana in Genova e nella Liguria orientale. - Quando e per quali modi ne rimanesse priva................PP· 261-286. . (I vescovi milanesi dopo il saccheggio dato da Alboino a Milano si rifugiarono a Genova, ove rimasero dal 569 al 645 circa. Durante questo tempo essi ebbero possessi sulla chiesa di S. Ambrogio in Genova. Contiguo a questa chiesa ebbero il brolio ed in questo edificarono un palazzo a loro dimora. Nella riviera .orientale ebbero quattro pievi, Recco, Uscio, Camogli e Rapallo, e altri possessi minori. Ma quando la chiesa milanese ritornò alla sua sede, tali possessi le vennero man mano distolti dal Comune e dal clero di Genova). Capitolo Secondo. - Dei vescovi di Genova sino allo arrivo di Santo Onorato. - Si esamina la questione se Genova abbia avuti proprii vescovi, durante la residenza fattavi da quei di Milano. -Digressioni circa il luogo della deposizione di santo Onorato e circa il primitivo titolare della chiesa di san Siro. - Proseguimento delle VOLUME SECONDO 24' notizie attinenti ai vescovi genovesi da Giovanni I a Siro II proclamato arcivescovo nel 1133. - Serie cronologica di tutti i vescovi. - PP· 287-325. (La serie dei vescovi è a p. 324-325 ma il Belgrano stesso ne dà una più corretta e con aggiunta la serie degli arcivescovi sino alla fine del sec. XIII nel Voi. XVIII pp. 11-14 ; ultimamente A. Ferretto nel suo lavoro sui primordi del cristianesimo in Liguria, Atti, voi. XXXIX, ha corretto alcune mende del Belgrano). Capitolo Terzo. - Della Curia. - La difesa e i difensori della Chiesa. - Gli Avvocati e i Vice-domini. - Due forinole dei libelli enfiteuci. - La gente dei Bulgaro. - L’economo Alessandro ed i suoi successori. - Uffizi domestici. - La corte . . . pp. 326-33 6. I PARTE II. - Delle Chiese e delle decime. Capitolo Primo. - Della circoscrizione della Diocesi. - Come la Chiesa Genovese dovette in origine esercitare giurisdizione su tutta la Riviera occidentale ; e come l’ebbe serbata a lungo su alcune terre della medesima. - L’Abbazia della Gallinaria è costituita dipendente da Genova - Confini del Vescovato a levante e loro modificazioni. - Portovenere e la Capraia. - Le colonie di Bonifacio e di Pera. - Limite settentrionale. - La pieve di Caranza; gli acquisti territoriali del Comune di Genova oltre i Gioghi precedono e cagionano l’ingerenza spirituale della sua Chiesa. - Disegno di permutazioni fra questa e quella di Tortona. - La prima però estende la propria giurisdizione ai danni della seconda - Riflessioni conclusionali ...............pp. 337-376. Appendice al capitolo primo ...... pp. 377-39S. (L’ a. pubblica un atto nel quale viene indicata la ripartizione fra le chiese e gli altri luoghi pii dell’arcivescovato di Genova, di una tassa straordinaria imposta nel 1387 da Urbano VI. È importante la lunga lista di chiese che si trova alla fine dell’atto). Fascicolo III. Genova, tip. Sordo-Muti, 1873, - pp. 401-600. Capitolo Secondo. - Della elezione dei Vescovi. - Parrocchialità di Genova ed estensione della medésima. - Chiese dipendenti. -Erronea supposizione deH’antichissima parrocchialità di Santa Maria Aiti .iella Sodcti Ligure di Sioria Patria, Voi. Xl.lll — i7. 242 ATTI DELI.A SOCIETÀ di Castello. - La Cattedrale e 1’ Episcopio. - Digressione circa il trasferimento delle reliquie di san Siro .... pp. 401-437. Capitolo Terzo. - Il capitolo. - Di alcune chiese proprie dei vescovi; e del conferimento di varie tra esse a’ monaci di san Benedetto. - Considerazioni sulla derivazione del culto di vari santi e sulla intitolazione di parecchi templi ai medesimi, pp. 438-457. Capitolo Quarto. - Delle decime in genere e di quelle del mare in specie. - L’Arcivescovo Gualtieri fa di quest’ultime piena rinuncia al Comune..........pp. 458-468. PAR I E III. - Delle Signorie, ilei dii ini e (ielle proprietà. Capitolo Primo. - Primi e certi acquisti di proprietà in Taggia, - Probabili origini di quelle di S. Romolo e di Ceriana - Queste ville si ripopolano dai coloni della Chiesa. - Signoria dei Vescovi. - Loro vassalli. - Compagna. - Consolato ed altre forme di governo. -L fHci. - Onoranze. - Angherie. - Beni allodiali. - Gastaldi. - Fazioni civili. - Primi pericoli della signoria. - Ricorsi dell’Arcivescovo al Papa ; pratiche e sentenze dei delegati papali. - L’Arcivescovo rientra nell’esercizio dei proprii diritti; ed in più guise ne fa sperimento. -Però la parte che gli è contraria si risveglia; ed Iacopo da Va lazze vende la signoria ............pp. 469-506. Capitolo Secondo. - Delle proprietà della Chiesa e del loro carattere. - I famuli tenitori delle medesime. - Partizione amministrativa dei beni - Officiali preposti a governarli. - Mansi. - Corti. - Massaricie. - Corticelle. - Domocolte. - Vigne. - Arimannie. - Sorti. - Isole. - Brolio e Pastino. - Prati. - Campi. - Orti, ecc. - Casolari e casali. - Famiglie servili. - I monti ed in ispecie il Creto. - Il piano di Castelletto. - Notizie di alcune disposizioni legislative che si riguardano in peculiar modo alle proprietà . . . pp. 507-556. Capitolo Terzo. - Modi di locazione. - Enfiteusi. - Locazioni a tempo indeterminato e determinato. - Obbligo di edificare sui fondi rustici. - Condizioni ed exeniae. - Colonia parziaria. - Mezzeria. -Precorie o prestarle - I nobili vassalli. - Misure agrarie. - Monete. - pp. 557-600. (L'Illustrazione termina a questo punto, ma secondo i disegni dell’autore essa doveva essere continuata da una « quarta parte » nella quale egli avrebbe trattato delle persone nominate nel Registro. «Il quale argomento, diceva l’a. stesso nella introduzione p. 2/9, come importantissimo, per quello che ci avvisiamo, alla retta intelligenza dei primordi del Comune, verrà da noi chiarito anche col VOLUME SECONDO 24} corredo di molte tavole genealogiche ». Le tavole furono pubblicate, (v. infra) e I a. dichiarò in un avviso posto sul dorso della copertina che le aveva volute i.ir piecedere al fascicolo di chiusura della Illustrazione « a motivo dei richiami che in tale fascicolo manderanno assai di frequente alle stessi? », ma pur troppo il fascicolo promesso non apparve più). Appendice. Genova, tip. Sordo-Muti, 1873, Tavole I-XLIX. Tavole genealogiche a corredo della illustrazione del registro Arcivescovile di Genova pel socio L. T. Belgrano. Le tavole contengono le seguenti genealogie: Conti di Lavagna ed altri signori esterni. lavv. I-II e IV Conti di Lavagna; tav. III ramo dei Ravascbieri, Della Torre, Penelli; tav. V ramo dei Bianchi; tav. VI ramo dei Signori di Cogorno; tav. VII ramo dei Signori di Levaggi, Leivi e Zeili; tav. Vili ramo dei Cavaronchi; tav. IX ramo degli Scorza; tavv. X-XI ramo dei Fieschi. 1 av. XII Signori di Verzi; tavv. XIII-XIV Signori di Passano; tav. X\ Signori di Lagneto; tav. XVI Signori di Nasci; tav. XVII Signori di Salino; tav. X\ III Signori di Vezzano. ITiscoiiti e loro consorti, 0 signori interni. ' o I av. XIX \ isconti; tavv. XX-XXVI ramo di Carmandino che comprende le famiglie Avvocati, Lusii, Pevere (tavv. XXII e XXIII), le famiglie De Mari e Serra (tav XXV') e gli Usodimare (tav. XXVI); tavv. XXVII-XXVIII ramo delle Isole; tavv. XXIX-XXXV ramo dì Manesseno che comprende le famiglie Spinola e Medici (tav. XXIX) i Castello (tav. XXX) i Brusco (tav. XXXI) gli Embriaci (tav.XXXII) gli Alinerii (tav. XXXUI) i Marabotti e i Della Porta (tav.XXXIV), e i De Marini tav. (XXXV). Tavv. XXXVI-XXXVII Signori di Caschifellone che comprendono le famiglie Caffaro e Pezullo; tav. XXXVIII Signori Della Volta che comprendono le famiglie Fresia e Burono (tav. XXXIX); tav. XL Guarachi; tav. XLI Guerci; tav. XLII Bulgari, avvocati 246 ATTI DELLA SOCIETÀ Soci Corrispondenti.........» XXIX-XXXIV. Necrologia............» XXXV-XLII. Doni fatti alla Società dal primo giugno 1862 al 15 novembre 1864........pp. XLIII-LIV. Rendiconto dei lavori fatti dalla Società nel triennio 1862-64 compilato dal segretario generale L. T. Belgrano........pp. LV-CXjtjV. Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1865, - pp. CXLV-CLXXI; 1-808. ISCRIZIONI ROMANE DELLA LIGURIA raccolte ed illustrate dal socio can. prof. Angelo Sanguineti.........pp. CXLV-CLXXI; 1-357. (L’a. ha stimato conveniente di seguire l’ordine geografico nella enumerazione delle 250 iscrizioni romano-liguri raccolte, avendo nello stesso tempo riguardo alla intrinseca qualità di ciascuna iscrizione). Prefazione............pp. CXLVU-CLXXI. Genova e appendice a Genova......pp. 1-3 5· Riviera Orientale..........pp. 34-13°. (S. Croce di Teriasca p. 34, S. Bartolomeo di Bozzonengo p. 36, S. Margherita p. 38, Rovereto p. 41, Golfo della Spezia p. 44, Luni p. 48). Riviera Occidentale.........pp. 131-226. (Cornigliano p. 151, Sestri p. 133, Savona p. 134, Bergeggi p. 137, Albenga p. 139, Arma p. 172, Ventimiglia p. 175, Mentone p. 180, Roccabruna p. 182,. Monaco p. 184, Turbia p. 185, Cemenelo p. 189, Nizza p. 203). Settentrione...... .....pp. 227-265. (cioè luoghi a settentrione di Genova e delle Riviere - Bobbio p. 227, Libarna p. 233, Tortona p. 252). Dei cippi migliari e delle strade romane in Liguria pp. 266-327. La Liguria della Tavola peutingeriana . . pp. 328-330. (Fra le pp. 328 e 329 è intercalata la riproduzione di due segmenti della tavola suddetta che rappresentano la Liguria). La Liguria degli Itinerari.......pp. 331_334· VOLUMI· TERZO 247 Strade e Cippi - Appendice......pp. 335-341. Qwmto...........pp. ' 342-356. (contiene una raccolta di lapidi spurie). Della tavola di Polcevera.......pp. 3)7_39°· (Fra le pp._3 56 e 357 vi è la riproduzione del bronzo di Polcevera al quarto della sua grandezza). DELLA SENTENZA INSCRITTA NELLA TA\ OLA DI POLCEVERA, trattazione del canonico Luigi Grassi.......pp. 391-528. Al chiarissimo canonico Angelo Sanguineti (preambolo epistolare)..........pp. 393-402. Introduzione...........pp_ 403-410. (Fra le pp. 410-411 v’è una imitazione della tavola). Osservazioni sul Bronco, rispetto all’ incisione dell epigrafe ed all’accertamento della lezione qui ripubblicata e note a dedurne la retta intelligenza ...........pp. 411-498. Sentenza de Minucii sulla controversia tra’ Ge-nuati e i Langesi Veturii, ridotta alle condizioni ortografiche comuni........pp. 499-506. (L a. ha sciolte le abbreviazioni e aggiunta qualche parola supplementare per chiarire meglio la sentenza). Sentenza de Minucii ridotta in italicino . . pp. 507-516. Appendice............» 517-528. I. Alcune storiche, politiche, critiche rilevanze, pag. 517 - II. Rilievi giuridici, pag. 519 - III. Dati ed argomenti di topica applicazione dell'ambito dei confini, pag. 519 - IV. Rimote liguri antichità, pag. 525. (Fra le pp. 520-521 v’ è una carta topografica della regione ricordata nella tavola). SULLA TAVOLA DI BRONZO DELLA POLCEVERA E SUL MODO DI STUDIARE LE ORIGINI LIGUSTICHE. Lettere tre al can. prof. Angiolo Sanguineti del selcio avv. Cornelio Desimoni........pp. 529-744 ATTI DULI A SOCIETÀ Lettera I. Sulla questione topografica, pag. 529. Lettera II. Sulla questione sociale, pag. 583. Lettera III. Sulla questione filologica, pag. 635. (Fra le pp. 530-531 v’ò una carta comparativa della valle di Polcevera antica e moderna per la dichiarazione della tavola di bronzo). ADDITAMENTI.........pp. 745-766. I. Iscrizione latina del tortonese, pag. 747 - II. iscrizione greca posseduta dal barone Baratta in Rapallo, pag. 750 - Ili. iscrizione greca esistente presso il cornili. Vari ni in Genova , pag. 755 - (sono aggiunte del can. Sanguineti) IV. Su vari oggetti d’antichità scavati in Tortona, cenni del socio cav. L. T. Belgrano , pag· 757· Indici onomastici....... . . . pp. 767-782. Indice di dignità, gradi e titoli » 782-784. Indice geografico....... . » 785-789. Indice di latinità....... )) 790-796. Espressioni di affetto...... . » 79r Abbreviazioni e sigle...... . » 798-802. Delle iscrizioni sui temimi per ì’Agro V’eturio. Addizione del canonico,Grassi alla sua trattazione sull’iscrizione di Polcevera.....pp. 803-804. Indice dei volitine terqo degli Alti ...» 805-808 Appendice. — pp. 1-48. CORREZIONI ED AGGIUNTE ALLA RACCOLTA DELLE ISCRIZIONI del prof. Angelo Sanguineti.........pp. 3~3 4- LETTERA SOPRA LE ISCRIZIONI ROMANE della Liguria e specialmente su di alcune lapidi Tortonesi e Cheraschesi......pp. 37"-!^· (La lettera è del cav. Giov. Francesco Muratori al prof. ing. Carlo Promis). # VOLUME QUARTO 249 VOLUME QUARTO Genova, tip. Sordo-Muti, 1866, pp. I-CCLYIII, 1-498 La numerazione romana si trova nel fascicolo I e nel fascicolo III che contengono notizie della Società. Perciò, nel volume completo, .si nota il fatto che il fascicolo II colla numerazione araba interrompe la romana e si hanno cosi i fascicoli le III numerati progressivamente in una maniera ed i fase. II e IV nell’altra. Per maggiore chiarezza farò precedere il fase. Ili al fase. II. Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1866, pp. I-XXVIII. ALLA MEMORIA DEL PRINCIPE ODONE DI SAVOIA DUCA DI MONFERRATO: Omaggio della Società Ligure di Storia Patria. Relazione del segretario generale, cav. L. T. Belgrano letta nell’ adunanza straordinaria del 4 febbraio 1886.........pp. ELOGIO DI S. A. R. IL PRINCIPE ODONE DI SAVOIA, DUCA DI MONFERRATO letto dal barone Pasquale Tola presidente della Società nell’adunanza del 4 febbraio 1866, pp. Fascicolo III. Genova, tip. Sordo-Muti 1867, pp. XXXIII-CCLYIII. NOTIZIE DELLA SOCIETÀ. Elenco degli ufficiali che ressero la Società e le Sezioni di essa negli' anni 1865 e 1866 . pp XXXIII-XL. Soci eletti negli anni 1865 e 1866. . . pp. XLI-XLY. ΥΠ-ΧΙΙ. - . XIII-XXYIII. 2)0 ATTI DELLA SOCIETÀ Necrologia............pp. X LA'I-LI I. Doni fatti alla Società negli anni 1865 e 1866, pp. LIII-LXX. Rendiconto dei lavori fatti dalla Società Ligure di Storia Patria negli anni accademici 1865-1866 (compilato dal segretario generale L. T. Bei-grano') ...... .....pp. LXXI-CXC. Allegati. — pp CXCI-CCLVIII (Questi allegati al Rendiconto contengono documenti di tale importanza che credo opportuno darne un indice completo ; la pagina che è accanto alla lettera d’ordine, indica la pagina del rendiconto a cui l’allegato si riferisce). All. A. pag. LXXX-Elenco degli oggetti d’antichità disseppelliti nei vecchi spalti della città di Tortona, ed inviati dal prof. Alessandro Wolf alla Società Ligure di Storia Patria, pp. CXCIII-CXCVI. All. B. pag LXXXIII - Iscrizioni storiche del 1155, scolpite in caratteri frammisti di romano e di gotico, e murate sotto l’arco di porta Santo Andrea.........pp. CXCVII-CXCVili. All. C. pag. CY - Bolla di papa Eugenio IV, con cui si commettono ai irati Antonio Della Chiesa e Xicolò da Osimo le opportune facoltà, per assolvere dalle censure ecclesiastiche i seguaci di Felice Y. (1446, 17 novembre), pp. (,XC\ III-CC. All. D. pag. CXXYII-IX - Documenti riguardanti due missioni in Europa, di Buscarello de’ Guizollì, genovese, ambasciatore di Argoun e Casan Re di Persia.......pp. CC-CCVI. (Sono cinque documenti degli anni 1289 - 1290 - 1303). All. E. pag. CXXX - Documenti riguardanti il Cerimoniale secondo cui furono ricevuti in Genova due ambasciatori del Re di Persia, Abbas il Grande . . . «.....pp. CCVI-CCX. (Sono due documenti del 1601 e del 1611). VOLUME QUARTO 251 All. 1\ pag, CXXXVI - Aggiunte del socio L. 1. Belgrano alla sua dissertazione « Della vita privata dei genovesi ».......pp CCX-CCXV. All. G. pag. CXLIX - Carmen in victoriam l isanorum, Genuensium aliorumque Italiensium de Timino Saracenorum rege, ducibus Benedicto, Petro, Sismundo, Lamberto, Glandulpho, de expugnatione urbium Sibilla et Madia die s· Xisti ·..........pp.CCXVI-CCXXXVn. (Fu composto nell’anno 1088, è di 584 versi divisi in 73 ottave). All. H. pag. CLVI - i°. Iscrizione scolpita su pietra di Promontorio, in caratteri tedeschi dorati, affissa presso Γ antico ingresso del monastero di S. Silvestro (è dell’ anno 1404) - 20. Altra dettata dal socio prof. Giuseppe Scaniglia, murata sotto la precedente . . . pp. CCXXXVIII-CCXXXIX. All. I. pag. CLXVIII - Catalogo di carte ed atlanti nautici di autori genovesi, ovvero fatti od esistenti in Genova.......pp. CCXL-CCXLIX. (Questo catalogo fu ampliato in una seconda edizione nel Giornale Ligustico di archeologia, storia e belle arti, anno 1875, pp. 41-71). All. J. pag. CLXXXVII - Relazione del sesto centenario di Dante, celebrato in Firenze nel 1865, fatta alla Società Ligure di Storia Patria, nella adunanza generale del 28 maggio, stesso anno, dal Presidente barone Pasquale Tola. pp. CCL-CCLV. Appendice............pp. CCLVII-CCLVUI (Contiene una lettera di Zaccaria de’ Guizollì, di cui è cenno nella nota a pag. CXXVII). Errata-corrige........................c. n. n. Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 18£6, pp. 1-284. DELLE OPERE DI MATTEO CIVITALI SCULTORE ED ARCHITETTO LUCCHESE, commentario del socio prof. Santo Varni.....pp. 1-32 ATTI DELLA SOCIETÀ (L a. accenna dapprima alle opere compiute dal Civitali fuori di Genova, indi alle opere eseguite in Genova e specialmente a quelle clic ornano la cappella del Precursore nella chiesa di S. Lorenzo). DELLE OPERE DI GIAN GIACOMO E GUGLIELMO DELLA PORTA E NICOLÒ DA CORTE IN GENOA A, Memoria del socio prof. Santo Varni . pp. 33"52· (Gian Giacomo della Porta e suo tìglio Guglielmo erano di Porlezza, nel comasco, e vennero a Genova nei primi anni del cinquecento ; vi giunse pure in quel torno Nicolò di Francesco da Corte del lago di Lugano. I tre artefici ornarono delle loro opere la cattedrale di S. Lorenzo ed unitisi in società nel 15 3-|, compirono altri lavori nei palazzi dei nobili genovesi. Di artisti luganesi e precisamente dei Gaggiiii da Bissoiu· che operarono in Genova trattò recentemente L. A. Cervetto in un’opera pubblicata dall’ Hoepli, 1903). Documenti..............pp. 53-78. (Sono contratti, conti e pagamenti a favore dei tre artefici). DELLA VITA PRIVATA DEI GENOVESI, Dissertazione del socio Luigi Tommaso Belgrano . . pp. 79-274. (L’ a. studia la vita privata di sua gente durante il medio - evo e i primi secoli dell’evo moderno. Nella prima parte ne descrive le abitazioni, pp. 81-157; nella seconda i cibi preferiti, pp. 158-185; nella terza le foggie dei vestiti, pp. 186-232; in una quarta gli usi e le costumanze, pp. 232-274. Questo lavoro fu però corretto e ampliato di molte nuove notizie in una seconda edizione curata dallo stesso Belgrano e pubblicata fuori degli Atti, coi tipi dei Sordo-Muti nel 1875). DI UNA TAVOLA DEL SECOLO XV, RAPPRESENTANTE LA B. V. ANNUNZIATA. Lettera al p. Amedeo Vigna del socio Luigi Tommaso Belgrano pp. 27 5-284. (L’ a. asserisce che quel quadro, esistente nella chiesa di S M. di Castello, non è opera di Niccolò da Voltri, come afferma l’Alizeri nella sua Guida Artistica di Genova, ma di Antonio Vivarini da Murano; Santo Varni invece riuscì a . scoprire nel 1875 che l’autore del dipinto era Giovanni Mazone di Alessandria, che esercitava la sua arte in Genova, verso la fine del secolo XV’ ; v. Giornale Ligustico, anno 1875, pag. 82. Fascicolo IV. Genova, tip. Sordo-Muti, 1867, pp. 285-498. CONSIDERAZIONI SU VARII GIUDIZI DI ALCUNI RECENTI SCRITTORI RIGUARDANTI LA STO- volumi; q.uari‘0 253 RIA DI GENOVA, pel socio march. Massimiliano Spinola del fu Massimiliano........pp. 285-416. (M. G. Canale nella Nuova Storia della Repubblica ili Genova, Bernabò Brea nella «prefazione» ai Documenti inediti sulla congiura del conte G. Luigi l'teschi, L. Celesia ne La congiura del conte G. L. Fteschi, e F. D. Guerrazzi nella Vita di A. 3^9*3 5 9 Navigatione che Benedetto Scotto gèntilhuomo genovese propone di passare diverso il polo artico, e dì andare al Cattai e China etc............nn -, ,n 2)6 ATTI DELLA SOCIETÀ Fascicolo III. Genova, tip. Sordo-Muti, 1871, pp. 357'l>4‘v DOCUMENTI ED ESTRATTI INEDITI 0 POCO NOTI, riguardanti la Storia del commercio e della marina ligure: Brabante, Fiandra e Borgogna. Documenti raccolti ed ordinati dai soci C. Desimoni e L. I. Belgrano..............pp. 3 57‘)1^· (Il nucleo di questa raccolta è una serie di documenti che vennero copiati per la Società negli archivi di Bruxelles; gli editori vi aggiunsero altri documenti del liber Iurium genovese riguardanti il primo stabilirsi dei genovesi in Anversa ed i privilegi loro conceduti nel Ducato di Brabante, ed altre carte sullo stesso argomento trovate nel R. Archivio di Genova. Precede la serie cronologica dei duchi di Brabante e dei conti di Fiandra. Seguono 217 documenti alcuni riprodotti per intero, altri riassunti. Il primo è del 28 ottobre 1315, 1 ultimo del 22 dicembre 1667. Appunti sili documenti che precedono.....pp. 5I9'54^· (Si parla della masseria genovese a Bruggia, delle merci importate ed esportate dalle Fiandre, delle monete ricordate nei documenti, delle famiglie genovesi che si stabilirono nelle Fiandre e degli artisti fiamminghi Vandick, Cornelio e Luca Wael, Pietro Booel e di molti altri che in Genova professarono le loro arti. Fascicolo IV. Genova, tip. Sordo-Muti, 1873, pp. 549-636 più pp. 39. di testi arabici e pp. 4 n. n. NUOVI RICORDI ARABICI SULLA STORIA DI GENOVA del socio prof. Michele Amari, senatore del regno.............pp. 549^3 5· Intercalate nel testo IV Tavole di fac-simili. (L’a. presenti tre documenti arabici inediti. Il primo si riferisce a una contesa Jei genovesi cogli abitanti di Ceuta (1234); il secondo del 1462 e il terzo del 1517 sono lettere di principi lussiti di Tunis in risposta a lagnanze dei Genovesi per maltrattamenti. Dopo avere esposto ampiamente il contenuto dei tre documenti l’a. ne cura la versione e la riproduzione, e vi unisce anche altri testi arabici relativi a Genova, già pubblicati fuori degli Atti, come pure la iscrizione cubica incastrata in una parete della chiesa di S. Maria di Castello in Genova. VOLUME QUINTO 2)7 Testi arabici. (Sono 39 pagine stampate coi tipi medicei che il governo permise di usare a questo effetto. In due pagine non numerate dopo i testi arabici, il Desimoni ed il Belgrano avvisano i lettori di un curioso pesce d’aprile..... arabo. In un articolo uscito nel Corriere Mercantile di Genova del primo aprile 1870 veniva riprodotta una lapide in caratteri arabici scoperta (come si asseriva) nella località delle Grazie: la epigrafe era accompagnata da commenti che, per alcune frasi, erano prova manifesta della poca serietà della scoperta. Pure l’epigrafe e i commenti furono riprodotti dalla Gaietta d’Italia del 3 e dalla Nazione dell’8 aprile. Chi chiari la burla fu il Fanfulia del 9-10. La pretesa iscrizione tradotta in italiano suonerebbe cosi: Nel nome di Dio clemente e misericorde. Questo è il pescione del mese di Nisan (aprile). L’anno )04 del?egira. Convien credere che 1 articolo del Fanfulia non pervenisse a notizia dello scrittore savonese signor G. A. Rocca il quale nei suoi Ricordi Storici delle chiese e degli spedali di Savona (Lucca 1872, p. 5) riportò, come vera, la iscrizione. Indice dei volume quinto degli Atti......pp. 2 n.n. VOLUME SESTO Genova, tip. Sordo-Muti, 1868, pp. I-XV; 1-980: Intercalate nel testo 3 tavole Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1868, pp. I-XV; 1-402 CODICE DIPLOMATICO DELLE COLONIE TAU-RO-LIGURI durante la Signoria dell’Ufficio di San Giorgio 1453-1475) ordinato ed illustrato dal socio p. Aniedeo Vigna. (È opera di lunga lena; occupa due volumi degli Aiti. 11 voi. VI di pp. 980 e il VII diviso in due parti: la prima di pp. 900 la seconda di pp. 1014. L’opera fu pubblicata in molti fascicoli. Il primo uscì nel 1868, l’ultimo nel 18S1. Aiti della Societì Ligure di Storia Patria. Voi. XLI 11 — iS. ATTI DlìLLA SOCII· l'À Come accenna il titolo, fratta ili documenti riguardanti la storia della colonia di Catta e delle altre colonie liguri nella Tauride negli ultimi anni di loro esistenza. L’a. si è ristretto al periodo che va dall’anno nel quale Genova cedette quelle colonie al banco di S. Giorgio (1453) all’anno in cui furono conquistate dai Turchi (1475). L'a. ha disposto i suoi 1148 documenti cronologicamente per annate e ad ognuna di esse ha tatto precedere una esposizione storica degli avvenimenti. Segue una appendice con molti documenti su questioni private delle colonie; con gli statuti di Gaffa, la serie dei vescovi di Calla, e molte altre notizie sui consoli ed ufficiali delle maggiori e minori colonie. Ragione dell’opera............pp. VII-XV. Anno 1453. Esposizione storica degli avvenimenti......» 3-18. Sommario. -1. - Timori in Genova per la caduta di Costantinopoli e di Pera, pag. 3. - Confermati dalla relazione mandata da Scio da Francesco Giustiniani, p. 4. - Consulta del doge e anziani della Repubblica per un’ambasceria a placare il gran Turco, p. 4. - Maometto smantella e abbatte le mura di Pera, e ne disperde i coloni, p. 5. - Prima proposta in senato di trasferimento delle colonie tau-riche dal Comune al banco di S. Giorgio, p. 6. - Trattato e definitiva accettazione di esso, p. 7. - Instrumento di cessione, e sue condizioni, p. 8. II. - Pronte deliberazioni adottate dai Protettori sul governo delle colonie e invio di due commissarii, Simone Grillo e Marco Cassina, a CafFa, p. 14. - Spedizione colà delle navi Lomellina e D’Oria, con soldati, armi e provvisioni da guerra, p. 15. - Nomina dei Protettori pel prossimo anno 1454, p. 17. • Documenti, n. I-XIX...........pp. 19-58. ANNO 1454. · Esposizione slorica degli avvenimenti......pp. 61-84. Sommario. - I. - Universale tripudio dei caffesi per l’avvenuta traslazione di dominio nell’ufficio di S. Giorgio, pag. 62. - Secreta alleanza stipulata dal Sultano con Agi-Kerai, imperatore dei tartari, contro Cafìa, ed improvviso assalto di Maometto su Mocastro c Savastopoli che rimane distrutta, p. 63. - Inutile tentativo su Gaffa, VOLUME SESTO 259 costretta però a subire 1 annuo tributo di seicento sommi, p. 64. Accuse del vescovo di Gaffa al Banco verso il console e i massari della colonia, p. 65. II. 1 aitenza da Genova delle navi D’ Oria e Lomellina; fraudolenta cattura dei due capitani delle stesse fatta dal re dei turchi in Costantinopoli e fuga a Scio dei Commissarii con ambo i legni p. 66. - 1 tessantissimi ordini dei Protettori ai Commissarii suddetti di ripaitiie alla volta di Caffa colle navi, o una almeno di esse, e il maggioie numero possibile dei soldati su quelle imbarcati, p. 68. -Lettela di conforto ai caffesi, e speranze di presto arrivo delle due navi nel loio porto, p. 70. - Pessima condizione di Gaffa pel minacciato assalto nemico e il fondato pericolo di prossima carestia, p. 71. -I uniulto in città, e progettate ambascerie da Caffa e da Genova al gran Sultano, p. 72. Ili - Metodo seguito nella elezione dei consoli e minori ufficiali delle colonie tauriche, p. 75. - I primi eletti si rifiutano, p. 77. -Nomina di tre consoli, da succedersi a vicenda nel consolato e nella masseiia di Caffa, cioè Tommaso Domoculta, Antonio Lercari e Damiano Leone, p. 78. - Convenzione coi capitani Jacopo Leone e Mai tino Y oltaggio per condurre a Caffa i consoli, gli altri ufficiali, le munizioni da guerra e da bocca, p. 75. - Salvocondotto concesso pei cinque anni ai profughi di ritornare ad abitare e ne-. goziare in Caffa, p. 80. - Buoni effetti di queste provvidenze, e nuovi ordini emanati a vantaggio delle colonie, p 81. - Elezione dei Protettori pel venturo anno 1455, p. 83. Documenti, 11. XX-LXII . ·.........pp. 85-154. ANNO 1455. Esposizione storica degli avvenimenti......pp. 155-250. Sommario. - I. - Maometto II invasa la Servia, ne conquista ed occupa fortezze e città, ma è battuto a Krussovaz dai Serbi ed Un-gheri capitanati da Uniade, pag. 157. - I Protettori chiedono schiarimenti su questo fatto d’armi e notizie più sicure a Battista Goano, ambasciatore genovese in Venezia, p. 160. - Contratti di nole49i· CONTINUAZIONE DELLA CRONACA DI JACOPO DA VARAGINE DAL 1297 AL pubblicata per cura del socio Vincenzo Promis.....pp. 495"512· (Trovasi in un codice cartaceo dell’Archivio di Stato di Torino, che probabilmente appartenne al Federici. La continuazione fu scritta da un contemporaneo ai fatti ed ha notizie curiose sui possessi genovesi in Oriente e sulle calate di Enrico λΓΙΙ, di Lodovico di Baviera, del re di Boemia, lermina colla guerra che nel 1332 ebbe luogo fra i genovesi e la flotta riunita di Aragona e Maiorca). Introduzione..............PP· 49)"498· Cronaca...............PP 499-)'12. CRONACA DI GIOVANNI ANTONIO DI FAIE -tratta dall’autografo e per la prima volta pubblicata dall’ aw. Jacopo Bicchierai........pp. S^18· (Veramente avventurosa è la vita del Faie narrata dal B. nella introduzione alla cronaca. Nato il i Gennaio 1409 a Malgrate presso Bagnone in Lunigiana. il Faie a dieci anni governava i buoi, poi fu calzolaio, sarto e infine speziale e con quest’arte potè formarsi una discreta fortuna. Nel 1448 gli venne in mente di narrare la sua vita e nell’ anno stesso, come sembra, scrisse sullo stesso libro la cronaca dal 1409 al e proseguì poi finché visse, tranne una breve interruzione dall’agosto 1457 al gennaio 1462. Mori il 6 settembre 1470. Il B. non pubblica l’autobiografia, ma solo la cronaca. Seguono documenti dei conti Nocetti di Bagnone nei quali il Faie è parte 0 testimone). Prefazione..............PP- 515"52^· Cronaca...............PP· 529-6o5· Documenti..............PP· 607-618. VOLUME DECIMO 3°7 TRE CANTARI DEI SECOLI XV e XVI concernenti fatti di storia genovese, ripubblicati dal socio Cornelio Desimoni..............pp. 619-682. (Il primo è un ms. che porta la data del 1447 ma il D. dubita che debba essere del 1467. È di un anonimo partigiano del governo milanese, che invita i genovesi a rimaner tranquilli sotto la signoria della vedova e dei figli dell’estinto duca e a non preferire i francesi. Gli altri due cantari sono due plaquettes entrambe senza data d’anno, di luogo e di stampatore, ma certo sono fra il 1522 e il 1530 fatte in Genova 0 in Savona: l’una è un lamento di Genova che presaga della propria decadenza, ricorda le antiche grandezze e piange i saccheggi degli stranieri; l’altra glorifica la vittoria di Filippino d’Oria sulle flotte riunite di Napoli e Spagna nel golfo di Salerno. La data di tale vittoria non è il 12 ottobre 1528 come scrisse il Desimoni a pag. 636 ma è il 28 aprile 1528 come il Desimoni stesso corresse in Atti voi. XIII, p. 374, n. 3). Prefazione..............pp. 611-640. Tavola coi fac-simili delle silografie che stanno a capo delle due stampe. I. Cantare..............pp. 641-643. II. Cantare..............pp. 644-658. (È intitolato: il lamento di Genoa et il Doloroso Pianto d’Italia per le grandi aflittioni c ha avuta et lia agionto il lamento et suspiri del signor G. Paulo Baglione .. .). III. Cantare.............pp. 659-679. Ha per titolo : operetta nouamente composta, qual tratta come il tonte Filippino con otto galere del nobile Andrea Dorio ha rotta tannata di Xapoli le quale erano tra galere, fuste, ber gannì et barche numero vintiquattro 0 vintisei armati con molti soldati e grossa artigliarla et altre cose che Janno mestieri, come leggendo intenderete...). Note................pp. 680-682. RELAZIONE DELL’ATTACCO E PRESA DI BONIFAZIO, di Leonardo Balbo, ristampata sull’ edizione del secolo XVI dal socio Vincenzo Promis . . pp. 683-704. (Si tratta dell’assedio e della presa di Bonifacio, piazza forte dei genovesi in Corsica, da parte della flotta franco-turca nel 1555. Il Balbo la descrive in trentatre ottave a cui segue un capitolo indirizzato al Salvatore ed un sonetto. Tutto ciò è raccolto in un rarissimo stampato dell’ epoca, che conservasi nella biblioteca di S. M. in Torino). 308 ATTI DELLA SOCIETÀ Prefazione Narrazione pp. 685-689. pp. 690-704. ARREDI ED ARMI DI SINIBALDO FIESCHI da un inventario del 1532 con avvertenza e glossario di Antonio Manno............PP· 7°5'772· (Il Manno copiò questo inventario dell’ autografo che si conserva nella Palatina torinese e ne lece una privata, anonima edizione di soli 60 esemplari per nozze (Torino - G. B. Paravia, 1875)! sicché questa e una edizione nuova che compare per la prima volta in pubblico. - Nell’ avvertenza l’a. raccoglie molte notizie sulla famiglia Fieschi e su Sinibaldo. L’inventario comprende le cose del palazzo di Vialata e del castello di Montoggio). Avvertenza . . '...........PP- 7°7'7I4-Inventario..............PP· 715-7 5 7 * Glossario...............PP· 759'772· GLOSSARIO DELLE VOCI MILITARI, che si incontrano nell’inventario fieschino del 1532 di Angelo Angelucci.............PP· 773'8°4-DESCRIZIONE SINCRONA DEL TERREMOTO DI GENOVA seguito il 10 aprile 1536, ripubblicata dal socio Vincenzo Promis.........pp· 805-812. (Questo opuscolo si conserva nella biblioteca di S. M. in Torino. È in forma di lettera ed ha la data XII Agosto MDXXXVI). Indice del Volume decimo degli Atti...... pp. 813-814. VOLUME UNDICESIMO VOLUME UNDICESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1875, pp I-XXVI; r-380 intercalate nel testo 25 tavole. Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1875, pp. I-XXVI ; 1-288. (Il Irontespizio porta lo stemma della Provincia di Genova, poiché, per la pubblicazione del fascicolo, venne usato Γ assegno stanziato dalla Consiglio provinciale a partire dal 1874 per aiutare la Società). SECONDA APPENDICE ALLE ISCRIZIONI ROMANE ED ISCRIZIONI CRISTIANE DELLA LIGURIA DAI PRIMI TEMPI FINO AL MILLE, raccolte e illustrate dal socio can. prof. Angelo Sanguineti, aggiuntavi una dissertazione sulla lapide di Ferrania pel medesimo.......pp. V-XXV e 1-274. (S’intende che questa pubblicazione è divisa in due parti : la prima è la continuazione della raccolta di iscrizioni liguri romane, la seconda tratta per la prima volta delle cristiane. Anche in questa opera si è seguito il metodo di distribuire il materiale per ordine di regioni, ma l’a. presenta pure nella introduzione, pp. XXIII-XXV, uno specchio delle iscrizioni cristiane in ordine cronologico. Nella raccolta si dà luogo anche a minimi frammenti, nella speranza che altre scoperte li pongano in nuova luce). Introduzione..............pp.. IX-XXVI. Nuove agghmte alle iscrizioni romane : (Intercalate nel testo varie illustrazioni). Genova...............pp. 3-20. (Valle di Bisagno, p. 19 - Quezzi, ivi). Riviera Orientale..............pp. 21-29. (Polanesi, p. 21 - Spezia, p. 22 - Luni, p. 23 Trebiano, p. 25 - Sarzana, p. 26 - Ceparana, p. 27). Riviera Occidentale...........pp. 30-67. (Varazze, p. 30 - Savona, p. 51. - Vado, p. 32 - Berzezzi, p. 38 - Albenga, p. 59 - Ventimiglia, p. 49 - Saorgio, p. 61 - Cimella, p. 63 - Nizza, p. 65 - Isola di Nizza, p. 66). 310 ATTI DELLA SOCIETÀ Settentrione..............PP· 68-122. (Millesimo, p. 68 - Rocchetta Spigno, p. 69 - Spìgno, p. 71 - Acqui, p. 77 - Strevi, p. 88 - Tortona, p. 93 - Volpedo, p. 119 - Velleìa, p. 120). Addenda...............PP- 123-125. (Iscrizioni laterizie diTaggia. Epigrafe di un’urna proveniente dalla Sardegna). Quisquiglie...............PP· 126-128. (Genova, Borghetto-Borbera, Tenda, Nervia). Iscrizioni cristiane dai primi tempi fino al Mille : (Intercalate nel testo XXV tavole riproducenti lapidi 0 frammenti di esse e varie illustrazioni). Genova...............PP· 131-172. Riviera Orientale............PP· i73_I88. (Albaro, p. 173 - Pieve di Sori, p. 174 - Ruta, p. 175 - Ceparana, p. 178 - Sar-zana, p. 183 - Luni, p. 187 - Avenza, p. 188). Riviera Occidentale...........pp- 189-201. (Savona, p. 189 - Albenga, p. 190 - Contado di Nizza, p. 200). Settentrione..............PP· 202-240. (Cremeno, pag. 202 - Libarna, p. 205 - Tortona e suoi dintorni, p. 206). Della lapide di Ferrania, dissertazione letta alla sezione archeologica nelle tornate del 9 e 30 gennaio e del 6 marzo 1875.............PP· 241-274. (Ferrania è una valle nel comune di Cairo nelle Langhe, fra Cairo, Carcare e Altare. L’epigrafe in questione è murata nell’Abbazia di Ferrania. Se ne può vedere il fac-simile nella tav. IV. fig. 1 delle iscrizioni medioevali della Liguria raccolte da M. Remondini e pubblicate nel voi. XII degli Atti il quale usci prima di questo. Essa ricorda una Agnese figlia di Guglielmo, conte di Poitou e moglie di Pietro marchese d’Italia. L’a. tesse la storia della Abbazia dalle sue origini ai tempi nostri e parla poi della lapide e della defunta in essa nominata). Indici delle parole distribuite per materia . . . · pp. 275-288 Iscrizioni Romane - Divinità p. 277. - Nomi di uomini p. 277. -Nomi di femmine p. 279. - Dignità, gradi e titoli p. 280.-Indice geografico p. 281. - Tribù p. 282. - Legioni e Coorti p. 282. - Indice di Latinità. Espressioni di affetto p. 282. - Abbreviazioni e Sigle p. 284. Iscrizioni cristiane - Nomi di uomini'p. 285. - Nomi di femmine p. 286. - Consoli p. 286. - Dignità, gradi e titoli p. 286. - Indice di Latinità p. 287. - Abbreviazioni e Sigle p. 288. t VOLUME UNDICESIMO ?” Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1876, pp. 289-380 / ISCRIZIONI GRECHE DELLA LIGURIA raccolte e illustrate dal socio can. prof. Angelo Sanguineti . pp. 289-352. Iscrizione di Lucio Audio pag. 297. - Epigrafe del figulo Manete p. 299. - Epitafio desunto dal Codice Marcanova p. 301. - Frammento tortonese p. 303. - Quadrello anonimo trovato nella Basilica di S. Siro p. 306. - Altri quattro frammenti tortonesi p. 307. - Croce degli Zaccaria p. 322. - Braccio di S. Giacomo minore p. 339. - Lapide di Palamede Gattilusio nel castello di Samotracia p. 341. - Iscrizione sepolcrale di Giulio Cicala in S. Lorenzo di Genova p. 346. (Nel testo si trovano varie illustrazioni tra le quali è da ricordare la riproduzione della croce degli Zaccaria a p. 322 e il fac-simile a p. 340-341 di una iscrizione murata nel castello di Samotracia edificato da Palamede Gattilusio nel 1433. A p. 33S v’é una tavola genealogica dei Zaccaria). LE ISCRIZIONI BIZANTINE DEL SANTO SUDARIO pubblicate e dichiarate dal socio Pier Costantino Remondini....... .....PP· 3 5 3~5 7^- (Nella chiesa di S. Bartolomeo degli Armeni in Genova si conserva preziosamente una tavola dorata sulla quale è una finissima tela che porta impresso il volto di Gesù. La testa é tutto intorno, secondo il costume greco, coperta da lamina d’oro. A 1110’ di cornice vi è una sottile tavoletta larga nani. 45 anch’ essa coperta d’ oro sulla quale spiccano dieci quadretti con figurine di mezzo rilievo di stile bizantino; al sommo di essi stanno brevi leggende relative ai fatti rappresentati. L’a. presenta tali iscrizioni e ne dà la traduzione. Pubblica in fine una poesia inedita che descrive in maniera tutta nuova l’acquisto del S. Sudario e si legge in un codice cartaceo del secolo X\ posseduto dal dott. Luigi Ansaldo, ma lo stesso Remondini dice che non merita cieca fede). Indice del volume undicesimo degli Atti.....pp. 377"3^0· Prefazione Iscrizioni. pp. 291-29 6. pp. 297-352. 312 ATTI DELLA SOCIETÀ VOLUME DODICESIMO PARTE PRIMA (Testo) Genova, tip. Sordo-Muti, 1874-1887, pp.V-XI e 1-116 Fascicolo I. (11 presente fascicolo porta lo stemma della provincia di Genova in onore del Consiglio provinciale che stanziò nel proprio bilancio a favore della Società un assegno bastevole alla pubblicazione annuale di un fascicolo degli Alti ; ved. Avvertenza pp. Y-VI ). ISCRIZIONI MEDIO-EVALI DELLA LIGURIA raccolte e postillate dal socio prof. Marcello Remondini. (Questa raccolta avrebbe dovuto adunare tutte le iscrizioni medioevali dal mille all’ epoca moderna, ma pur troppo è rimasta interrotta ; l’autore giunto alla p. 32 del testo ed alla tav. XII dei fac-simili interruppe il suo lavoro per aver agio di raccogliere maggior copia di iscrizioni ; lo riprese assai più tardi e lo condusse fino a p. 63, ma la morte lo sorprese il 1. ottobre 1887. Il Belgrano trasse partito dal fatto che una parte del manoscritto era in perfetto ordine e pronto per le stampe e ne continuò la pubblicazione sino a p. 116 e a tav. LTV. Il Remondini lasciò in eredità alla Società molti calchi e disegni eseguiti con grande cura e a sue spese; a’ di nostri, l’avv. Paolo Accame di Pietra Ligure si è assunta la continuazione dell’opera. Il R. divise la raccolta per secoli e di ogni secolo contava dare prima le iscrizioni ritenute per genuine, poi quelle spurie od errate, indi un alfabeto ed un catalogo colla forma e il valore delle lettere, i segni di abbreviazione ed i nessi usati in quel secolo, in una seconda parte del volume venivano stampati i fac-simili; il presente volume contiene solo le prime 162 iscrizioni che vanno dall’anno 1003 al 1282, ed i primi 54 fac-simili). Prefazione..............pp. IX-XI. Iscrizioni...............pp 1-32. VOLUME DODICESIMO Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1887, pp. 33-116 Continuazione delle iscrizioni medio-evali della Liguria, raccolte e postillate dal socio M. Remondini (secolo XII)................pp. 33-116. (Appendice — Iscrizioni del secolo XIII fino al 1282). VOLUME DODICESIMO PARTE SECONDA (Tavole) Genova, tip. Sordo-Muti, 1874-1891, n. LIV tavole Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1874, tavv. XII Iscrizioni medio-evali della Liguria raccolte e postillate dal socio prof. Marcello Remondini. Fac-simili, 12 Tavole. Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1891, tavv. XLII. Fac-simili di iscrizioni medio-evali della Liguria raccolti dal prof. M. Remondini, 42 Tavole. 514 ATTI DELLA SOCIETÀ VOLUME TREDICESIMO. Genova, tip. Sordo-Muti, iS77-1S84, pp. 1-1080 Appendice di pp. 1-11 e di XXII tavole. (Questo volume si compone di cinque fascicoli, i quali furono pubblicati a intervalli fra il 1877 e il 1884; si troverà nell’indice la data nella quale uscì ogni lavoro) Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1884, pp. 1-96 LA GEMMA DI EUTIGHE, per cura del socio Vittorio Poggi...............PP· 5-53· (La gemma, al tempo della pubblicazione, era nella collezione archeologica del signor Amilcare Ancona in Milano. Essa é un cristallo di rocca di forma ovale biconvessa; sulla parte antica è lavorato a profondo intaglio il busto di Pallade vista di faccia, coperta il capo di ricca aulopis, le spalle protette dall egida anguifrangiata, il braccio destro proteso come per brandire 1 asta, la mano sinistra in atto di raccogliere il pallio sul petto. Nell’area a^ destra della testa è incisa a caratteri finissimi ed elegamti l’iscrizione: εοτυχϊ]. Di tale gemma si ha notizia in una scheda di Ciriaco d’Ancona che porta la data del 144) e in un frammento di anonimo contemporaneo dello stesso Ciriaco. Il P. studia la iscrizione che costituisce l’esemplare più complesso e più erudito delle firme di antichi litoglifi. Da essa può ricavare che incisore della gemma fu F.utiche, figlio di Dioscoride e fratello degli insigni litoglifi Ilio ed Erofilo viventi in epoca di poco posteriore a quella di Augusto. Il P. dà infine larghe notizie sui primordi e sullo sviluppo della glittica. Precede il testo una tavola colla riproduzione della gemma)· POESIE STORICHE GENOVESI edite per cura del socio Achille Neri...........pp 55'9^· (L’opera del N. interrotta al fine di questo fascicolo venne ripresa nel fascicolo V pp. 1045-1075. Contiene: I. - Un Lamento di Genova (dall’Arch. di Stato di Milano, Potenze estere, Missive, 1464-65 n. 67 c. 34 r. - 36) che fu scritto nel febbraio 1464 ed invoca 1’intervento di Francesco Sforza per salvare Genova dalle dissenzioni. VOLUME TREDICESIMO 3*5 II. - Un Lamento di Genova (dallo stesso Archivio, Potenze estere, Genova 1473), nel quale l’anonimo si lagna con Galeazzo Maria Sforza del suo malgoverno e lo ammonisce di mutare metro; fra le stesse lettere del 1473 v’è un cartello che è però posteriore di due anni, nel quale si invitano i genovesi alla ribellione contro il governo del Duca di Milano. III. - Una Barzelletta (da un cod. dell’Ambrosiana F. 11 sup. c. 76 a.) intitolata: « MDXI Navigatione facta per ini pre Frane.0 Graneto de Leonico Vicentino con una galia bastarda..... per dalmatia, gretia, Soria..... per mare Tbirenum ligusticum. » Descrive il viaggio delle galee venete che vennero in aiuto dei genovesi nel 1512 quando Giano Fregoso cacciò i Francesi da Genova. IV. - Sopra i lochi ricuperati nel genovesato di Francesco Begni, orbipolitano, in Pavia. Per G. Batt. Rossi 1625. È una Barzelletta che elogia la vittoria di Genova sulle armi collegate del Duca di Savoia e della Francia nel 1625. Segue un sonetto contro il Duca. V. - Canzonetta alla corda conposta l’anno 1747 del asidio di Genova. Ne è argomento la famosa insurrezione popolare che produsse la cacciata degli austriaci da Genova. Cannone alla corda vale: alla corsa; cioè forma di componimento alla maniera di Corsica). Fascicolo li. Genova, tip. Sordo-Muti, 1877, pp. 97-336. PRIMA SERIE DI DOCUMENTI RIGUARDANTI LA COLONIA DI PERA adunati dal socio Luigi Tommaso Belgrano......... . pp. 97"317- (Sono CLXVI documenti. Il primo è del 1164; l’ultimo del 1610, ma έ l’unico di questo secolo; gli altri sono per la massima parte del trecento e del quattrocento; sono interessanti le spese della Masseria del 300 e le notizie sulla resa di Pera nel 1453. I documenti sono tratti dall’Arch. di Stato di Genova e da opere straniere. A pag. 285 segue una appendice con due regolamenti del 22 gennaio 1343, per appalti annuali da esigere in Pera colle dichiarazioni e riforme seguite in anni posteriori). Lapidi...............pp. 3 x9-336- (II B. parla qui delle lapidi genovesi esistenti in Pera e rimanda il lettore alle tavole che vennero pubblicate in appendice al volume). 3 ϊ6 ATTI DELLA SOCIETÀ Fascicolo III. Genova, tip. Sordo-Muti, 1879, pp. 337-698 Lancillotto di Lusignano cugino della duchessa. Questi nel febbraio 1449 conchiudeva, a nome del duca, un trattato segreto con Raffaele Adorno, pel quale Ludovico di Savoia prometteva navi ed armati per aiutare l’Adorno e i suoi a conquistare il dogato in Genova; il nobile genovese si obbligava di pagare le spese fatte dal duca e gli prometteva molti vantaggi per la sua influenza su Genova. L'impresa fu tentata ma non raggiunse lo scopo ; finì con un atto di pacificazione fra le due potenze. λ è in appendice il documento riguardante i patti conclusi il 13 febbraio 1449 fra Lancillotto, cardinale di Cipro, e gli Adorno). Introduzione..............pp. 337-353. Documenti.......■.......» 35 5-361. sandro Saivago e pubblicata dal socio Cornelio Desimoni. (Crotticques de Gennes, facUs et composee▼ en francois par Alexandre Saulvaige, de nacion gennevoise, à la requeste du sire de Cbampdenier pour lors gouvernowr dii dit Genius, sub tres-lmult, tres-puissant et tres-excellent prince, Loys dou^esme, Roy de Frutice. È questo il titolo dell’opera pubblicata dal D. e da esso apprendiamo che il S. era genovese e che venne indotto a scrivere la cronacadel sire di Champ-denier, detto altrimenti Francesco de Rochechouard, il quale fu governatore di Genova dall’ottobre 1508 al 29 gennaio 1512. La cronaca è in un cod. cartaceo del sec. XVI conservato nella Biblioteca pubblica di Berna, n. 281 ; essa comincia colla descrizione della postura geografica della Liguria e va dal tempo in cui Genova cominciò ad essere sede arcivescovile sino ai tumulti popolari degli anni 1506 e 1507. Il Desimoni confrontò la descrizione di questa ultima parte col racconto fattone in un Diario manoscritto di un anonimo di quei tempi. Il Diario venne ultimamente pubblicato in Atti, voi. XXXVII. CRONACA DI GENOVA scritta in francese da Ales- Pre fazione Cronaca . Addenda . pp. 365-376. .» 377-481. » 483-486. VOLUME TREDICESIMO 317 JNTORNO AL DOGE PAOLO DA NOVI E ALLA SUA FAiMIGLIA. - Nota del socio Marcello Staglieno, pp. 487-494. (h una raccolta di notizie sullo sfortunato doge popolare che lasciò il capo sul ceppo il 15 giugno 1507. Altre minori notizie sullo stesso si potranno trovare in Atti, Voi. XXXVII). INTORNO ALLA IMPRESA DI MEGOLLO LER-CARI IN TREBISONDA. - Lettera di Bartolomeo Senarega a Giovanni Pontano, pubblicata dal socio C. Desimoni. (Megollo Lercari, offeso da un favorito deU’imperatore di Costantinopoli, non potendo ottenere giustizia, giurò vendetta e con due sole galee si mise in corsa per il mar Nero, e a Trebisonda fece tagliare il naso e le orecchie a quanti potè prendere. Assalito da quattro galee imperiali le vinse e catturò e lece mozzare a tutti i prigionieri naso ed orecchie, fece riporre questi miseri membri in urne piene di sale e li mandò all’imperatore, che finalmente cedette e gli consegnò l’offensore, ma il Lercari nobilmente lo rimandò salvo. Questa è in breve la impresa raccontata dal Senarega. Il Giustiniani nei suoi Annali pone il fatto all’anno 1380; il Federici vorrebbe trasportarlo al 1314. Il Desimoni stima sia avvenuto tra il 1314 e il 1316. Lo scritto del Senarega è nella Biblioteca N'azionale di Parigi, codici latini n. 5900). Introduzione..............pp. 495-501. Testo................» 503-511. Documenti................ 5x3-536. (Sono tre in tutto; i primi due sono trattati fra Genova e Trebisonda degli anni 1314 e 1316, il terzo è una lettera del doge di Genova a quello di Venezia pro novitatibus factis cum Janueiisibus in Cipro, del 19 febbraio 1544). I CONTI DELL’AMBASCIATA AL CHAN DI PERSIA NEL 1292, pubblicati dal socio Cornelio Desimoni. (Si tratta di una ambasceria inviata dal re d’Inghilterra Edoardo I al Chan Mongolo di Persia che risiedeva a Tebriz. L'inviato inglese fu Galfredo di Langele; suo scudiere era Nicolo di Chartres e qui vengono pubblicati i conti di quest’ultimo per le spese sue e per la sua comitiva. Questi conti furono scritti su membrane, delle quali alcune sono conservate negli Archivi di Londra, parte dello Scacchiere. Da essi apprendiamo con molte lacune le fiotizie del viaggio della ambasceria da Genova a Tebriz, e con maggiore copia di notizie ilj.iaggio di ritorno da Tebriz a Genova. IID. pubblicando questi frammenti li fa precedere da un’ampia relazione delle notizie tratte da questi documenti e raccolte per essi, e li fa seguire da altre sulle monete nominate nei conti e da un glossario delle voci più importanti ricordate nei documenti). 3iS ATTI DELLA SOCIETÀ Prefazione..............ΡΡ· 537"590· Parte prima, spese del viaggio a Tebriz .... » 591-609. Parte seconda, spese del ritorno sino a Genova . . » 610-643. Appendici : I. - Sulle monete nominate nei conti dell’ ambasciata e loro ragguaglio in metallo e in moneta odierna . . pp· 647-680. II. - Glossario............681-694. Aggiunte e correzioni...........» 695-698. Fascicolo IV. Genova, tip. Sordo-Muti, 1880, pp. 701-905 (Sulla copertina lo stemma della Provincia perchè il fascicolo fu pubblicato coll'assegno del Consiglio provinciale). GABRIELE SALVAGO PATRIZIO GENOVESE-sue lettere - Notizie e documenti raccolti dal socio dott. Antonio Ceruti, dell’Ambrosiana. (Figura bizzarra ed interessante questo Saivago che cerca tutti i mezzi per farsi largo nella sfarzosa corte pontifìcia del cinquecento e, per le sue soverchie millanterie, finisce coll’essere mal accetto a tutti e deriso da molti. Eppure non fu uomo dappoco; le lettere qui raccolte dal C. dimostrano che egli era buon grammatico, a volte lepido, a volte pieno di assennatezza e gravità. Il Ceruti nella prefazione ci dà qualche notizia della vita del nostro. Nato nel principio del sec. XVI egli era nel 1546 in Roma, non più giovane, per cercare di ottenere qualche ricca prebenda, ma non vi riuscì per le sue stranezze; nel 1565 si trasferì a Venezia in cerca di miglior fortuna e forse ebbe qualche pubblico impiego, certo vi dimorò per molti anni; nel 1573 tornò a Roma; il suo carteggio cessa nel 1575 sicché è probabile sia morto in quel tempo. La maggior parte delle sue lettere sono dirette al Pinelli, il quale conservò la corrispondenza dell’amico non solo, ma si procurò copia di molte altre lettere già stimate a quei tempi per la forma e per 1 importanza, parlandosi in esse degli eventi d’Oriente, delle guerre di Cipro, dell a-\ranzarsi dell’islamismo. Le lettere e i sonetti del S. qui pubblicati sono in due voli. mss. deH’Ambrosiana. Prefazione..............PP· 7°3"724· Relazione di B. Navagero. - Detti e fatti di G. Saivago sotto Pio IV quando fu introdotto a palazzo ■ ■ PP· 725'740· VOLUME TREDICESIMO Lettere di G. Saivago..........pp. 740-896. (Vanno dal 21 aprile 1546 al 16 luglio 1575). Imbasciata di Luciano Spinola per la Signoria di Genova al Re Francesco I di Francia nal J544 . . . pp. 897-900. Sonetto di G. Saivago..........pp. 901-905. Fascicolo V. Genova, tip. Sordo-Muti, 1884, pp. 907-1080 LA VENUTA DI LUIGI XII A GENOVA NEL 1502 descritta da Benedetto da Porto, nuovamente edita per cura di Achille Neri. (La descrizione del da Porto non è molto pregevole per forma, ma è utile per il contenuto storico. Il Neri ci dà, in un’avvertenza preliminare, alcune notizie sull’autore che ebbe la carica di cancelliere in Genova, e sulle particolarità. della narrazione). Avvertenza..............pp. 9°7~9r4· Descriptio adventus Ludovici XII, francorum regis in urbem genuam, anno MDII........pp. 915-927. (Segue il decreto di festeggiare ogni anno il giorno 26 agosto a perenne ricordo della venuta in Genova di Luigi XII, pp. 927-929). SECONDA SERIE DI DOCUMENTI RIGUARDANTI LA COLONIA DI PERA, adunati dal socio L. T. Belgrano..............PP- 931-1003. (Sono 29 documenti che vanno dall’anno 1297 al 1481). L’ISOLA DI TABARCA E LE PESCHERIE DI CORALLO NEL MARE CIRCOSTANTE pel socio Francesco Podestà..........pp. 1005-1044. (L'a. accenna alle versioni che corrono sulla origine della cessione dell’ isola suddetta che è a breve distanza dalla costa africana. Già nel 15 51 numerose barche genovesi effettuavano presso di essa la pesca del corallo. L’affitto di queste pescherie fu dapprima tenuto dai Grimaldi, poi dai Lomellini, ma non sempre soli. L’a. passa a trattare delle condizioni di affitto dell’isola, dei diritti spettanti al Re di Spagna, del modo in cui erano ordinate le pescherie, dei frequenti tentativi dei francesi di togliere tale commercio ai genovesi, della fine della fattoria genovese di Tabarca nel 1741''· 320 ATTI DELLA SOCIETÀ POESIE STORICHE GENOVESI edite per cura del socio Achille Neri. (Continuazione alla pag. 96 al fase. I)..............PP· I045‘I075· NOTIZIE DELLA SOCIETÀ. Estratto dal verbale dell’ adunanza generale della Società, il giorno 21 dicembre 1SS4.......PP· 1077-1078. (È l’atto per il quale il socio Cornelio Desimoni veniva proclamato altamente benemerito dei nostri studi e del nostro Istituto). Indice del volume decimoterzp degli Atti . . . . pp· 1079-1080. Appendice. Genova, tip. Sordo-Muti, 1887, tavv. ΧλΙΙ TAVOLE A CORREDO DELLA PRIMA SERIE DI DOCUMENTI RIGUARDANTI LA COLONIA DI PERA pel socio L. T. Belgrano. Indice delle tavole..................pp. 7'11· I. — Pianta delle fortificazioni di Pera, delineata nel 1864, avanti la loro demolizione, dall’ ing. Maria De Launay, segretario del Consiglio Superiore dei lavori pubblici dell Impero ottomano. Una copia di questa Pianta venne trasmessa dal suo autoie al Ministero degli affari esteri del Regno d’Italia, che la comunicò alla Commissione conservatrice dei monumenti per la Provincia di Genova ; una seconda fu dallo stesso De Launay mandata al Municipio di questa città, ed una terza alla Società Ligure di Storia Patria. Su l’ultima Γ autore fece poscia alcune importanti modificazioni, delle quali nella presente riproduzione si è tenuto conto. Il De Launay, a cui si devono alcuni scritti su i monumenti di Pera più volte citati nella Prima Serie dei Documenti di questa Colonia, è morto da vari anni e le sue carte andarono disperse. IL — Veduta prospettica di Pera, desunta dal Liber insularum maris Aegei di Cristoforo Buondelmonti, in codice cartaceo del secolo XV, esistente in Genova nella privata libreria degli eredi dell’ avv. Francesco Ansaldo. VOLUME TREDICESIMO 321 ΙΉ· — Altra veduta, desunta dal Liber del Buondelmonti, in cod. cart. sec. XV della Marciana di Venezia (cfr. Valentinelli, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, voi VI, pag. 297, num. 337). Riprodotta sull’esemplare fotografico, inserito dal Sathas nel terzo volume de’ suoi Documents inédits relatifs à V histoirt de la Grece au moyen àge (Paris, 1880-82). IV. — Palazzo del Comune in Pera, nella via ora detta Percctnbe-Ba^ar, all’ angolo delle Quattro Strade come fu ricostrutto dopo l’incendio del 1315 (cfr. Prima Serie, doc. XIII, pag. né). Da un disegno del barone Romualdo Tecco, già incaricato d’ affari e ministro plenipotenziario della Corte di Sardegna presso la Sublime Porta (1847-1856), donato alla Società dall’ illustre e compianto socio cav. Domenico Promis nel 1860. V. — La Madonna di Pera, pittura bizantina su tavola ricoperta con lastra metallica a fregi e figure, trasferita a Genova e depositata nella chiesa di S Maria di Castello, con atto del 16 dicembre 1461. Cfr. Seconda Serie ecc. doc. XXIII, pag. 993. Nella notte del 24 maggio 1878, ignoti ladri, penetrati nella chiesa di Castello, rubarono il prezioso monumento, distruggendo (come si suppone) la pittura e facendo in molti pezzi la lastra. Più tardi il rev. parroco, P. M. Tommaso Campo-Antico, avendo potuto ricuperare quasi tutti i pezzi della lastra, la fece ricomporre, completando, mercè una buona imitazione, le parti mancanti ; e su la scorta della fotografia, che la Società Ligure ne avea già da tempo fatta eseguire, procacciò che all’ antico dipinto ne fosse sostituito uno non troppo dissomigliante. VI. — Lapide sepolcrale di Andreolo di Pagana, a. 1335, già nel cimitero di san Francesco di Pera, ed ora in quello di Feri-Keu'i. Da una fotografia mandata alla Società dal suo corrispondente Enrico Belin, console generale di Francia in Costantinopoli ed autore della Histoire de l’Eglise Latine de Constantinople (morto nell’aprile 1877) Cfr. Prima Serie ecc. pag. 323, num. 5. VII. — Iscrizione del 1387, già nella località di Hendek, sulla prima torre a ponente di quella del Cristo. Prima Serie, pag. 324, num. 7. VIII. — Iscrizione del 1397, già sull’ultima torre presso il fosso dal lato dell’ odierno borgo di Kassim-Pascià, pag. 325, n. 9. Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XL111 — 22. ATTI DELLA SOCIETÀ IX. — Iscrizione del 1404, già sulla torre in via Hissai -D/bi, pag. 326, num. 10. X. — Iscrizione delle mura di cinta costrutte nel 1430, già in via Moum-Hané, pag. 327, num. 14. XI. — Iscrizione del 1435, già in una torre della'via Stupomi, pag. 328, num. 18. XII. — Iscrizione del 1441, già nella piccola torre della via Tabak-Hané, pag. 329, num. 19; dove nella linea 4.a dell epigrafe la data del 1440 è da correggere : M . CCCC . XXXXI. XIII. — Iscrizione del 1442, nella torre quadrata a Hendek, pag. 329, num. 20. XIV. — Iscrizione dello stesso arino, a Hendek, nella seconda torre dopo la Cristéa, pag. 330, num. 22. XV. — Bassorilievo in pietra, appartenente al 1441-42, coll effìgie di san Bartolomeo apostolo, pag. 330, num. 23. XVI. — Iscrizione del 1443, a Hendek, nella torre di cui al num. 22, pag. 331, num. 24. XVII. — Iscrizione del 1445, sopra la torre in via Kalé, pag. 331, num. 25. XVIII. — Iscrizione del 1446, sovra la porta di Moum-Hané, pag. 331, num. 26. XIX. — Iscrizione dello stesso anno, a Moum-Hané, sovra la porta d’ingresso alla cosi detta Cité francaise, pag. 332, n. 27. XX. — Iscrizione del 1447, già murata in una casa della via Keumurgi, pag. 332, num. 28. XXI. — Iscrizione del 1448, già murata nella cinta a mare non lungi da Haviar-Han e Halil-Han, pag. 333, num. 29. ΧΧΠ. — Iscrizione del 1452, sulla postierla a levante della Cristéa, pag. 333, num. 30 VOLUME QUATTORDICESIMO 323 VOLUME QUATTORDICESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1878, pp. 1-232 GLI STATUTI DELLA LIGURIA pel socio Girolamo Rossi - Parte prima : Cenni bibliografici. (L’a. ha raccolto in ordine geografico e cronologico tutte le notizie di carte di franchigie e di statuti appartenenti alla Liguria ed accomuni sottoposti alla repubblica genovese, e di ciascuna carta o statuto dà notizie per sommi capi. Egli ha pure inserito i titoli dei sinodi provinciali e diocesani celebrati dai metropolitani di Genova e dagli altri prelati delle chiese vescovili liguri. La parte che tratta di Genova fu compilata dal Belgrano). Prefazione..............pp. 7-22. Slattiti...............» 23-191. Appendice............. » 193-232. (Contiene undici documenti; carte di franchigie del secolo XII e XIII; le rubriche dei capitoli degli statuti di Apricale e di Albenga; una notizia dell’ epoca della sottomissione delle città e terre liguri alla repubblica di Genova). Indice del volume decimoquarto degli Atti. . . . pp. n. num. Appendice Genova, tip. Sordo-Muti, 1888, pp! 1-91 Gli Statuti della Liguria pel socio Girolamo Rossi -Parte prima: Cenni bibliografici (Appendice). (È una giunta alle notizie date nel voi. XIV, seguita dalla pubblicazione di tre antichi statuti). Prefazione..............pp. 7-11. Statuti...............» 13-28. 3=4 ATTI DELLA SOCIETÀ Documenti : Statuti di Castellare) del 1283. ... . . » 31-37. Statuti di Mentone del 1290, con aggiunte e riforme del l330 ..............pp. 38-45· Capitoli della castellatila di Corio, Mendatica e Montegrosso del 1297 con aggiunte e riforme del 1322 e del 1368..............pp. ' 46-91. Indice dell’Appendice al volume decimoquarto degli Alti p. n. num. VOLUME QUINDICESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1881, pp. 1-380; intercalate nel testo IV tavole genealogiche ed un fac-simile. D D v (Questo volume fu dedicato al congresso geografico internazionale tenutosi a Venezia nel settembre 1881). GIORNALE DI VIAGGIO DI UN PILOTA GENOVESE addetto alla spedizione di Ferdinando Magellano - pubblicato da Luigi Hugues. (Di questo giornale di viaggio o roteiro si hanno due mss., uno alla Biblioteca Nazionale di Parigi, l’altro alla Bibl. di S. Francisco da cidade in Lisbona. Quest’ultimo fu pubbl. in Lisbona nel 1831 nel tomo 4 della Collezione di notizie oltremarine. È questo che l’Hugues ripubblica in portoghese e traduce in italiano. Egli studia nella introduzione chi possa essere l’autore di questo giornale di viaggio e crede di poter asserire eh’ esso fu opera comune di Giovanni Battista di Sestri e Leone Pancaldo, 1’ uno pilota, l’altro nostromo e più tardi direttore della nave Trinidad. L’H. stima il giornale una tra le più importanti relazioni della spedizione di Ferdinando Magellano e ce ne dà una traduzione letterale seguita da molte note esplicative : indi ripubblica l’edizione portoghese). VOLUME QUINDICESIMO 32S Introduzione..............pp. 5-23. Navigazione e viaggio di Fernando de Magalhàes da Siviglia alle Molucche nell’anno 1519 . . . . pp. 25-49. Note...................j 1-74. Roteiro do viagem de Femani de Magalhàes ...» 75-104. INTORNO AL FIORENTINO GIOVANNI VER- RAZZANO scopritore in nome della Francia di regioni nell’ America settentrionale - studiò secondo per il socio Cornelio Desimoni........pp. 105-155. (L’ opera del D. più che una descrizione della vita e delle opere del Verrazzano è una vivace difesa della sua fama contro le asserzioni di H. Murphv di Brooklvn che in The Voyage of V'erravano, New York, 1875, tenta di dimostrare falsa la lettera in cui il Verrazzano riferiva al re Francesco I nel luglio 15 24 il risultato del suo viaggio e la scoperta della costa orientale dell’ America del Nord. 11 D. chiama questo lavoro «studio secondo» perchè già nel 1877 aveva stampato nell’Archivio Storico Italiano, ser. Ili, voi. ΧΧλ'Ι un articolo sullo stesso argomento). Note presentale al 3 0 Congresso nel 1879, ma compilate dopo il testo e aggiunte dopo la lettura degli articoli del Major e del De Costa in difesa del Verrazzano, pp. 157.163. Appendici I - Della nomenclatura della carta di Gerolamo Verrazzano riveduta e corretta.........pp. 165-176. II - Due documenti sul V. dell’11 e 12 maggio 1526 pp. 176-178. (Ved. a p. 353 una terza appendice sul Verrazzano). INTORNO A GIOVANNI CABOTO GENOVESE scopritore del Labrador e di altre regioni dell’ alta America settentrionale - Documenti pubblicati ed illustrati dal socio Cornelio Desimoni.....pp. 179-239. (L’a. raccoglie tutte le notizie che si hanno intorno a Giovanni Caboto e da esse può affermare che il Caboto era genovese, che nel 1460 si recò ad abitare a '\ enezia dove rimase lunghi anni, si sposò e ebbe tre figli Lodovico, Sebastiano e Santo. Fra il 1477 e il 1479 passò colla famiglia in Inghilterra e pose sua dimora a Bristol. L’a. parla dei primi viaggi di scoperte fatti dal Caboto sino a quello del 1497. nel quale scoprì l’America del Nord; accenna al viaggio successivo del 1498 in cui è dubbio se partecipasse ancora Giovanni, 0 solo il figlio Sebastiano, e termina precisando che i Caboto furono veramente genovesi. Seguono documenti che provano gli asserti dell’ a.) 526 ATTI DELLA SOCIETÀ Esposizione » 181-182. )) 185-218. . » 219-259. DOCUMENTI E GENEALOGIA DEI PESSAGNO GENOVESI, AMMIRAGLI DEL PORTOGALLO pel socio L. T. Belgrano. (Questi doc. sono quasi tutti del trecento e vennero tratti per la massima parte dagli Archivi portoghesi della Torre do Tombo e dalla Bibl. Naz. di Lisbona. Alcuni di questi documenti sono citati in opere portoghesi, e un elenco di essi venne pubblicato da M. G. Canale in appendice alla Storia del Commercio degl: Italiani. I documenti sono preceduti da due passi della Historia Compo-stellana, uno dei quali riguarda l’aiuto recato dai pisani e dai genovesi ai ^alliziani contro i saraceni nel 1113 ; l’altro il soccorso degli uomini di Arles. Genova e Pisa agli abitanti di Iria Flavia contro i saraceni nel 1120. Chiudono la raccolta dei documenti due riproduzioni di iscrizioni narranti le gesta di Carlo e Manuele Pessagno, latte scolpire dai signori di Passano sulla facciata della Chiesa di S. Stefano in Genova dopo che nel 1610 ne acquistarono dai monaci cassinensi il giuspatronato). Prefazione..............PP- 243'244· Documenti..............» 245-295. Tavole genealogiche. 297-502. 3°4'310· 311-516. Introduzione Tavole............... Spiegazioni.............. (Glossario delle vod portoghesi più usate . NOTA SULLA SPEDIZIONE DEI FRATELLI VIVALDI NEL 1291 del socio L. T. Belgrano. . pp. 517-527. (Nel 1291 i genovesi Ugolino e \aiino Vivaldi tentarono con due galee di giungere alle Indie t>er l’Oceano Atlantico, ma non ritornarono mai più in patria, nè sì seppe la loro fine. L’a. sostiene qui 1 opinione che il figlio di Ugolino, detto Sorleone. andasse a cercare suo padre, ma non lo trovasse). PERO TAFUR, I SUOI MAGGI E IL SUO INCONTRO COL VENEZIANO NICOLÒ DE5 CONTI, pel socio Cornelio Desimoni . . . . pp- 529-552. ( Pero Tafiir, casti^liano della corte del re Giovanni II, militò nel 1451-52 sotto le bandiere del Maestro di Calatrava, Don Luigi di Guzman. Cominciò a viaggiare verso 0 novembre 1455 e rimpatriò fra il marzo e l’aprile del 1459. ^ VOLUME QUINDICESIMO 327 narrazione dei suoi viaggi fu pubblicata nel 1874 a Madrid da Jimenez de la Espada. Il D. trae da tale opera le notizie su Genova, Pera e Caffa, e sul commercio Coll’Oriente: parla poi diffusamente delle relazioni del Tafiir con Nicolò dé Conti. ALLO STUDIO SECONDO INTORNO A GIOVANNI VERRAZZANO, appendice ΙΠ di Cornelio Desimoni.............pp. 3 53' 373* (Il D. esamina e paragona le carte del Maggiolo, del Verrazzano, dell' Ulp:o e del Gastaldo in relazione ai viaggi del Verrazzano stesso. Fra pag. 356 e 357 v’è un fac-simile della carta del Maggiolo (Genova 1524». Tavola parallela dei nomi delle quattro cane esaminate nell’Appendice......'.....pp- 375'37,ς*- Indice del volume dicimoquinto digli Atti ... . pp. 379-380. VOLUME SEDICESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1882, pp. 1-602 Intercalato nel testo un fac-simile OLIVIERO CROMWELL dalia battaglia di Worcester alla sua mone. Corrispondenza dei rappresentanti genovesi a Londra pubblicata dai socio Carlo Prayer. ( Nell’Archivio di Stato di Genova si conserva Ia corrls tendenza inviati ci Londra dal 1651 al 1665 dall" agente diplomatico dtZz Repubblica, Francesco BerrarOi. In essa sono narrati con grande vivacità gii avvenimenti inglesi di quei tempi. Π P. pubblica le lettere dal i6ji al settembre 1658 e aìgiange la corrLsron-denza 1:8 novembre 16*4 - io maggiD 16j ' t cei.’re Lj: r.cs-c.-.. inviato al Protettore rer chiedergli appoggi 0 contro .a prep::enii ce.la Srazna i. Introduzioni..............pp. 7*23- Alcinu notizie sulla rivoluzioni inglesi ed antecedenti del Cromwell..............pp. 25-48- 328 ATTI DELLA SOCIETÀ Lettere del Bernardi e del Fieschi.......pp. 49-506. Cifra mandata da Genova al Bernardi ed esempio di scrittura in cifra.............pp. 507-508. Sommario delle materie..........pp. 509-544. (È un utile sommario cronologico delle principali notizie contenute nelle lettere). DI UN TEGOLO SEPOLCRALE DELL’EPOCA LONGOBARDA per Vittorio Poggi.....pp. 545*579· (Il tegolo fu trovato abbattendo una antica cappella sulla collina di Portadore presso Lodi. Sulla sua superficie campeggia una croce lavorata con la stecca a bassorilievo. Nell’ area a destra e a sinistra dell’ asta superiore della croce è graffita a caratteri romani una iscrizione che ricorda un Adelbertus presbiter. L’a. presenta infine una serie di 21 iscrizioni cristiane trovate in Lodi e nel suo territorio). Fra pp. 558 e 559 una tavola col fac-simile del tegolo. Indice del volume decimosesto degli Atti.....pp. 581-582. Appendice Genova, tip. Sordo-Muti, 1885, pp. 585-602 INDICE ANALITICO DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI A TTI dal 1858 al 1884, voi I-XVI in 4: È diviso per materie nelle seguenti sezioni : Storia della Società......... . pp. 587-588. I. - Archeologia, a) Iscrizioni, b) Numismatica . . pp. 589'59°- Π. - Storia, a) Civile ed ecclesiastica, b) Leggi e statuti, c) Cartografia, Colonie, Commercio, Geografia, Navigazione, Viaggi, d) Tipografia.....pp. 5 9°'59^- III. - Belle Arti............p. 599· Indice Alfabetico............pp· 600-602. (Nomi degli autori e titoli delle loro opere). VOLUME DICIASSETTESIMO 329 VOLUME DICIASSETTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1885, pp. 1-730 (Con questo volume si inizia la seconda serie degli Atti·, la quale però non ha recato alcuna modificazione al formato e alla stampa e alla numerazione dei volumi e perciò^ la divisione è puramente formale). Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1885, pp. 1-547. NOTIZIE DELLA SOCIETÀ. Albo Accademico per l’anno 1884-85 - Ufficiali, Soci effettivi, Soci onorari, Soci corrispondenti. Necrologio pp. 5-47. Statuto approvato dall’Assemblea generale addi 18 dicembre 1859..............pp. 49-60. Norme, regolamentari per la nomina dei soci onorarli e corrispondenti............pp. 61-62. (Furono approvate dall’Assemblea generale nelle adunanze del 22 dicembre 1861 e 12 gennaio 1862). ELOGIO DI ANTONIO CROCCO già Presidente della Società, letto nell’ Assemblea dell’8 Marzo 1885 dal Segretario generale L. T. Belgrano . . . . pp. 63-109. SULLA CASA ABITATA DA DOMENICO COLOMBO IN GENOVA. Memorie raccolte dal socio Marcello Staglieno..............pp. 111-192. (Per dare una idea dell’opera, stimo miglior partito presentare al lettore quanto dice lo S. nella « Avvertenza » premessa al suo lavoro). Questa memoria sulla casa abitata da Domenico Colombo in Genova è divisa in tre parti. Nella prima si tratta della posizione delle due case possedute da lui nel Borgo di S. Stefano, e, dopo aver dimostrata erronea la credenza, corsa finora, che quella della sua abitazione si trovasse 350 ATTI DELLA SOCIETÀ nel vicolo di Molcento, si stabilisce che essa era invece nel primo tronco del Carrogio dritto di Ponticello, a sinistra di chi discende dalla porta di S. Andrea, ed a poca distanza dalla medesima. Nella seconda, per mezzo di indagini e confronti latti con documenti ed atti notarili, si prova che questa casa è precisamente quella segnata col numero 37 in detto Carrogio dritto, e si fa la storia di essa, indicando i diversi possessori che si succedettero sino ai di nostri. Nella terza, dopo aver detto alcunché in genere sulle case abitate dagli operai nel secolo di Colombo, si esamina il presente stato materiale della casa di cui si tratta, onde col confronto fatto con altre case di quel tempo, e coll’esame degli atti donde appariscono i fattivi mutamenti, potersi formare un’ idea del come era ai tempi di Colombo, prendendo occasione da ciò per accennare a quanto già fu detto da qualche scrittore sulla casa medesima. II3-114. 115-172. 173-182. (La prima si riferisce ai manuali dei livellarii di S. Stefano ed offre 1 indice dei medesimi; la seconda è l’enumerazione dei documenti relativi alla famiglia Colombo scoperti dall’a. nell’ Archivio di Stato di Genova). Tavola dei possessori che si succedettero nella casa di Domenico Colombo e nelle case circonvicine. . pp. 183-191. Tavole della casa di Colombo: I. Veduta delle case del carrogio diritto, a sinistra scendendo da porta S. Andrea. II. Piano topografico del primo tratto del carrogio diritto fuori la porta S. Andrea. III. Pianta del piano terreno della casa già di Domenico Colombo ora col numero 37. IV. Pianta del secondo piano della casa medesima. V. Pianta rappresentante come dovea essere la casa ai tempi di Colombo. VI. Facciata attuale della casa suddetta in confronto di altra rappresentante come dovea essere ai tempi di Colombo. VOLUME DICIASSETTESIMO 331 LA LAPIDE DI GIOVANNI STRALLERIA e la famiglia di questo cognome. Memoria del socio L. T. Belgrano, letta alla Sezione di Archeologia nella tornata del 17 luglio 1885.........pp. 193-220. (L’archeologo Clermont-Ganneau pubblicò nel voi. II. degli Archives de la Societé de 1’ Orient Latin una iscrizione in marmo trovata nello stabilimento di S. Anna in Gerusalemme, ma non riuscì a cavarne il significato. Il B. capi che essa si riferiva alla famiglia degli Stralleri di Genova e dimostrò che la pietra che copriva l’avello di Giovanni, risale al 1203. Narrò infine la storia di quella famiglia dal 1157 al 1274). Alberetto genealogico degli Strallerii di Genova . . p. 196. Facsimile della lapide suddetta.......p. 198. Memoria...............pp. 199-218. Appendice...............pp. 219-220. (Testamento fatto nel 1184 da Giovanni del qm. Buonvassallo Stralleria). CINQUE DOCUMENTI GENOVESI - ORIENTALI, pubblicati dal socio L. T. Belgrano.....pp. 221-251. Introduzione..............pp. 223-225. Documenti..............pp. 227-251. (I primi quattro documenti sono estratti dal Liber iurium vetustior Reipublicae Ianuensis Voi. 1, che si trova nell’Archivio del Ministero degli affari esteri di Parigi, il quinto dalle Materie politiche, mazzo Vili, dell’Archivio di Stato di Genova. Il primo documento è del 1262. Michele Paleologo accredita i suoi ambasciatori presso il podestà ed il Comune di Genova. Vuole inoltre che questi abbiano per raccomandato il conte Guglielmo di Ventimiglia e la sua sposa, e che ad uno degli oratori imperiali, destinato al Papa, altro ne associi il Comune. Porge notizia dei Veneziani e confida che bastino le galee presentemente armate per tenerli in freno. Il secondo documento, è del 1263, riguarda un mutuo di lire trentamila, deliberato dal Comune di Genova, per provvedere agli affari di Romania. Il terzo (1280?) è una lettera con cui il Paleologo, in forma vivace, presenta le proprie doglianze a Genova: pare per i disordini avvenuti nella città per il divieto da lui posto, sulle istanze di Manuele Zaccaria, signore di Focea, al ricco traffico dell’ allume. Il quarto documento è una lettera del 1283, con la quale Andronico II Paleologo, dà partecipazione ai genovesi della morte di suo padre (11 dicembre 1282) e si dichiara inclinato a loro favore. Il quinto, in data del 26 maggio 13 51, contiene le commissioni date, dal Doge e dal Comune di Genova ad Oberto Gattilusio e Raffo Erminio, spediti in Romania per provvedere all’ assetto amministrativo delle colonie. 3)2 ATTI DELLA SOCIETÀ L’OGDOAS DI ALBERTO ALFIERI. Episodii di storia genovese nei primordi del secolo XV, pubblicati dal socio dott. Antonio Ceruti........pp. 253-320. (L’Ogdòas si trova in un cod. cartaceo del sec. XV. dell’Ambrosiana. L’a. chiamò così la sua opera perchè divisa in otto capitoli, o scene e perchè la sua azione si svolge nello spazio di altrettanti giorni. È un lavoro svolto in forma di visione e tratta degli avvenimenti politici di cui Genova fu teatro nei primi anni del sec. XV. Vi si parla diffusamente di Antoniotto Adorno doge di Genova, si accenna alla miseranda fine di Gabriele Visconti, fatto decapitare dal Bucicaldo governatore di Genova (15 dicembre 1408), alle discordie e alle guerre civili di Genova ; v’ è pure una interessante descrizione di Caffa. L’a. nativo di Albano, in quel di Vercelli, compose il lavoro verso il 1421 a Caffa ove era maestro di grammatica. Egli si mostra partigiano dei Visconti e degli Adorno). Introduzione.............pp. 255-263. Ogdoas...............pp. 265-320. NOTIZIE DELLA SOCIETÀ. Rendiconto morale dell’anno accademico 1S84-85, letto all Assemblea dal segr. gen. L T. Belgrano . . pp. 321-344. Estratto dal verbale dell’ adunanza generale della Società, il 27 dicembre 1SS5..........pp. 345-347. R.corda il voto solenne di ringraziamento inviato dalla Società alla R. Deputazione di Storia Patria di Torino per le accoglienze fatte ai delegati genovesi in occasione del terzo congresso storico, tenuto in Torino nel settembre del 1SS5 ; ricorda pure un altro solenne ringraziamento inviato dalla Società stessa a tutti coloro che si adoperarono per far approvare la legge che pareggiava Γ Università di Genova a quelle di primo grado). Fascicolo II Genova, tip. Sordo-Muti, pp. 349-730 LETTERE DI CARLO VI RE DI FRANCIA E DELLA REPUBBLICA DI GENOVA RELATIVE AL MARESCIALLO BUCICALDO, pubblicate dal socio Antonio Ceruti...........pp. 349-364. (Sono quattro lettere che segnano l’inizio e la fine del dominio del Bucicaldo in Genova. Le prime due tolte dal Formularium Joaitnis Viacomitis della Casanatense, sono le lettere per le quali Carlo VI eleggeva Giovanni Le VOLUME DICIASSETTESIMO Meingre detto Bouciquaut governatore in Genova; le altre due, che sono in un codice del sec. XV dell’Ambrosiana, contengono l'una(5 novembre 1409) le aspre invettive di Carlo VI che dichiarava ribelli i genovesi per la rivolta al Bucicaldo, 1 altra è la risposta dei genovesi al re, nella quale fanno una viva esposizione dei mali sofferti sotto il Bucicaldo. Introduzione..............pp. 351-353. Um,c·................pp. 354-364. DESCRIZIONE DI UN AQUILINO D’ARGENTO E CENNI DI ALTRE MONETE GENOVESI, pel socio Cornelio Desimoni........pp. 365-380. (L a. prova che questa moneta fu battuta dall’ antigovemo ghibellino proclamato nella parte occidentale di Genova verso il 1320 mentre il resto della città era occupato dai Guelfi. Ricorda pure che nel 1320, i Guelfi conia%’ano in Genova nella zecca pubblica due specie di monete, una d’oro e una di biglione. La moneta d’oro era detta terzarolo perchè era il terzo d’un genovino, il biglione invece valeva un quarto di danaro e perciò si chiamava quartaro. N'ell’ appendice il D. presenta una serie di date dei mutamenti di capi di governo, avvenuti fra il 25 dicembre 1435 e Γ8 settembre 1450). Descrizione, ecc.............pp. 365-378. Appendice...............pp 379-380. LA BATTAGLIA DI GAMENARIO (1545): Testo antico francese, da un codice ms. della Cronica del Monferrato di Benvenuto S. Giorgio nell’ Archivio Generale di Stato in Torino, con illustrazioni e schiarimenti del dottor Giuseppe Cerrato.....pp. 581-542. (La battaglia di Gamenario (Chieri) fu combattuta il 23 aprile 1545 fra Giovanni I. Paleologo marchese di Monferrato e Rinforzato d' Agou: siniscalco di Giovanna I. Regina di Napoli. In essa il siniscalco perdette la vita. 11 C ruì>-blica un poemetto antico francese che parla di questa battaglia. Esso era già uscito in tre edizioni (Casale, Piazzano 1659, RR. II. SS., XXIII; Torino Derossi 17^0) ma il C. lo ha riveduto e corretto sopra il ms. citato nel titolo. Al testo seguono una versione compendiosa che trovasi nello stesso ms. torinese e una versione letterale del C., indi alcuni ratlronti con altri scrittori francesi, note critiche e glottologiche sul testo, e infine un glossario. Nella seconda parte de'd’opera. il C. parla prima del testo, indi illustra storicamente i tempi, le persone e le cose di cui nel testo é fatto cenno). Introduzione..............pp. 583-584. 334 ATTI DELLA SOCIETÀ b) Versione a Parte I: a) Testo..........pag. 385. a) compendiosa d. Cron. di B. S. G. . . . pag. 407. b) letterale.....» 410. c) Raffronti.........» 421. d) Noterelle critiche......» 458. c) Forme..........» 4^2· f) Glossario.........» 469. Parte II: a) Testo..........» 481. b) Dominazione Angioina in Piemonte fino alla battaglia di Gamenario (1345) pag· 487. c) La battaglia di Gamenario nella Cronaca » 494. d) I combattenti: r. Giovanni I Paleologo marchese di Monferrato (Ghibellini) . . pag. 499. 2. Rinforzato d’Agout .... » 502. 3. Ottone di Brunswich ...» 505. 4. Gli alleati del march. Giovanni I : Malaspina pag. 507. - Incisa pag. 508. - Rocchetta pag. 611. - Valperga pag. 511 - Azeglio e Ponzone pag. 513. - Settimo pag. 51.3. - Cocconato pag. 514. - Gabiano pag 515. - Cereseto pag. 516. -Camagna pag. 516 - Pavia pag. 517. - Asti pag. 518. - Casale pag. 521. 5. Gli alleati di Rinforzato (Guelfi) : Provenzali - Haynaut pag. 523.-Alba pag. 524. - Chieri pag 526. - Montafia pag. 527. 6. Le insegne de’ combattenti menario..... 7. Il grido di guerra . . I Paleologi di Monferrato (Tav geneal.) Note ............‘ Correzioni ed Aggiunte ....... Ga- pag· 527. » 530. » 53r· )) 532. )) 540. L’ÉGLISE DE BETHLÉEM ET VARAZZE EN LIGURIE par le comte Riant........pp. 543-7°5· Une dépendance ifalienne de l’égìise de BethUem; Varane en Ligurie (1139-1424).........pp. 543-641. (Secondo due storici liguri, Bartolomeo Fazio e Girolamo Rossi, la piccola città di Varazze nella Riviera di Ponente era stata durante il medio-evo dal 1139 VOLUME DICIASSETTESIMO 335 al 1414 residenza dei vescovi di Betlemme. Il Riant ha voluto dimostrare in questo lavoro che tali vescovi non hanno mai risieduto a Varazze nei secoli XII ì XIII e nei primi tre quatti del XIV. In seguito al grande scisma d’occidente ed alla creazione per ordine di Urbano VI d’una serie italiana di vescovi di Betlemme la quarta serie solo, che era certamente genovese, venne a Varazze il 1 Aprile 1396, avendo però residenza ufficiale a Genova a S. Maria delle Vigne. Nel 1424 essi persero questo beneficio e persino il modesto censo di quattro fiorini). La memoria è divisa in dieci capitoli ; I. Suivant les historiens de Varazze, cette ville fut, au XII0 et au XIIP siècles, la residence des évéques et du chapitre de Bethléem......pag. 546. II. Source à laquelle les historiens de Varazze ont puisé leurs assertions........pag. 54^· III. Histoire générale de Péglise de Bethléem depuis Γ année 1099 jusqu’à nos jours.....pag. 550. IV. Chronologie speciale des évéques de Bethléem aux XII0, ΧΠΙ0 et XIV9 siècles . . . . pag. 557. V. Impossibilité de concilier cette chronologie avec la théorie de Varazze........pag. 591. VI. Sèrie italienne des évéques titulaires de Bethléem pag. 593. VII. Histoire vraie des relations de l’église de Bethléem avec Varazze.........pag. 597. Vili. Fin de ces relations. Querelle des évéques de Savone et de Bethléem........pag. 606. IX. Le chapitre de Bethléem et les religieux be- thléémitains...........pag. 623. X. Conclusion............» 637. Appendici (η. IV)............pp. 642-705. (La prima appendice è in forma di tavola cronologica. É intitolata: « Tableau des Séries Episcopales Latines de Bethléem - Ascalon », la seconda è la Lista dei vicari generali dei vescovi di Betlemme per Γ Italia nel sec. XIV, la terza è la lista dei prevosti Betlemitani della chiesa di S. Ambrogio di Varazze nei secoli XIII e XIV, la quarta è l’inventario dei passi che stabiliscono i veri rapporti della chiesa di Betlemme colla sua possessione di Varazze e colla chiesa di Savona. Sono in tutto 64 documenti; tra p. 622 e 663 v’è una tavola col fac-simile del doc. XI (11 Maggio 1266). SIRO II ULTIMO VESCOVO E PRIMO ARCIVESCOVO DI GENOVA - Compilazione del socio can. Luigi Grassi...........pp. 707-728. ATTI DELLA SOCIETÀ Avvertenza del socio L. T. Belgrano.....» 7°7'7I0· Compilazione del socio Grassi. ........ 711-728. (L’a. stabilisce che Siro li venne consacrato arcivescovo di Genova da papa Innocenzo II nel 113 3 nella chiesa di S. Egidio, non in Genova ma a S. Gilles presso il Rodano in Linguadoca e tratta pure della famiglia dei Porco, detta più tardi Porcello, a cui apparteneva Siro. Indice del volume decimosettimo degli Atti . . . pp. 729-730. VOLUME DICIOTTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1887, pp. I-XVI; 1-540 e 2 pp. non num. Intercalate nel testo 2 tavole. IL SECONDO REGISTRO DELLA CURIA ARCIVESCOVILE DI GENOVA, trascritto dal socio Luigi Beretta e pubblicato dal socio L. T. Belgrano. pp. VII-XVI. 1-540. (Questo secondo registro venne scoperto mentre stavasi ordinando l’archivio del-1’ arcivescovado e monsignore Salvatore Magnasco, allora arcivescovo di Genova, concesse che il volume rimanesse a lungo presso la Società affinché il prof. Beretta ne cavasse con agio una copia. Il Belgrano ne curò la pubblicazione ; egli ci avvisa che gli atti contenuti nel codice, non sempre disposto secondo richiederebbe il processo cronologico, sommano in totale a 395, dei quali cinque soli precorrono al tempo di Ugone della Volta ; gli altri stanno a rappresentarci il governo dei cinque arcivescovi Bonifazio, Ottone, Giovanni da Cogorno e Gualtieri da Vezzano. Per questo secondo registro va notato che i documenti recano sempre le soscrizioni de’notai roganti col rispettivo segno tabellionale e pei lodi giudiziari quelle altresì dei testimoni pubblici. I documenti trattano di donazioni, di livelli, di contratti). Prefazione.............pp. VII-XVI e 1-9. Serie dei vescovi ed arcivescovi di Genova sino alla fine del secolo XIII..............pp. n-14. Testo del Registro............» 15-460. (Contiene anche 2 tavole : la tav. 1. è fra le pp. 26 e 27, la tav. IL· fra le pp. 162 e 163 e sono fac-simili di due pagine del registro). / VOLUME DICIANNOVESIMO 337 Index chronologicus instrumentorum......pp. 461-482. (Sono 395 e vanno dall’anno 994 al 1322). Index personarum locorum et rerum......pp. 483-533. Glossarium peculiare...........» 535-540. Errata-corrige.............p. n. num. Indice del volume decimottavo degli Atti ..... p. n. num. VOLUME DICIANNOVESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1888-1889, pp. 5-680 Intercalate nel testo 3 tavole (Alla fine del Fase. II vi sono 594 disegni di filigrane delle carte genovesi). Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1888, pp. 1-175. REGESTI DELLE LETTERE PONTIFICIE RIGUARDANTI LA LIGURIA dai più antichi tempi tino al-Γ avvenimento d’Innocenzo III, raccolti ed illustrati con documenti dal socio Cornelio Desimoni . . pp. 5-146. Intorno alle pubblicazioni del prof. Giulio Pflugk-Harttung e intorno all’ origine del presente studio . . . . pp. 5-40· (Lettura fatta alla Società nella tornata plenaria del 1. Agosto 1886). (Questa specie di prefazione parla dei grandi lavori di ricerca del Pflugk-Harttung intorno agli atti inediti o poco noti dei pontefici romani. 11 D. porge notizie dell’ Iter italicum in cui il P. H. espone il risultato delle sue ricerche personali 0 di ricerche fatte da benevoli corrispondenti nelle biblioteche e negli Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XL1I1 — 25. ATTI DELLA SOCIETÀ archivi italiani di Atti e Regesti dei papi ; parla poi degli Ada Pontificum Ro-inanorum inedita che contengono i doc. pontifici sino al 1198. 11 D. raccoglie da quest’ ultima opera tutte le notizie che si riferiscono alla Liguria e vi aggiunge altri numerosi Atti da esso conosciuti. Alcuni di questi non sono strettamente liguri, ma hanno relazione con luoghi e persone della nostra storia. Ve ne sono perciò di tortonesi, acquesi, alessandrini e perfino milanesi, come gli atti di S. Gregorio relativi agli arcivescovi di Milano durante la prima occupazione longobarda, perchè Genova era allora la sede di quegli arcivescovi). Regesti delle lettere pontificie riguardanti la Liguria dai più antichi tempi tino all’avvenimento d’Innocenzo III. . . pp. 41-84. (Sono 301 regesti e vanno dall’anno 189 al 1198). Documenti..............ΡΡ· S5-13 x. (Son 26 e vanno dall’anno 1074 al 1193, cinque di essi però erano già editi dall’ Harttung ed un sesto dal 'canonico Ravenna). Indici................PP· I33-H3· I. Indice dei manoscritti citati nei Regesti. . . . » 135-136. II. Indice dei libri a stampa citati nei Regesti . . » 136-138. ΠΙ. Indice delle persone, dei luoghi e di altre cose notabili citate nei regesti.........pp. 138-143. Aggiunte e correzioni..........» 145-146. OO AGGIUNTE E CORREZIONI AI NUOVI RICORDI ARABICI SULLA STORIA DI GENOVA del socio Prof. Michele Amari, senatore del Regno . . . pp. 147-159. (È un articolo in forma di lettera diretta al Desimoni ; in essa 1’ autore discute alcune obbiezioni fattegli dal prof. Karabacek di Vienna riguardo ai suoi « Nuovi ricordi arabici su la storia di Genova » pubblicati in questi Atti, Voi. V, p. 549 e segg. Alcune correzioni proposte dal professore di Vienna sono rifiutate, altre accettate ; 1’ autore stesso ne propone qualche altra). TRATTATO DEL SULTANO D’EGITTO COL COMUNE DI GENOVA NEL 1290, ripubblicato dal socio L. T. Belgrano......... pp. 161-175. (Il documento già pubblicato dal De Sacy nelle Notices et extraits des viss. de la Bibi, du Rov, XI, 34-41 e nel Liber Iurium, II, 243-248 fu nuovamente collazionato su due codici ed ha note dell’ Amari). Introduzione..............PP· 163-166. Trattato...............» 167-175. VOLUME DICIANNOVESIMO 339 Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1888, pp. 177-485. LE PRIME MONETE D’ARGENTO DELLA ZECCA DI GENOVA ED IL LORO VALORE (1139-1493J pel socio Cornelio Desimoni.......pp. 177-223. (L’a. parla dei grossi genovini e del loro variare di valore nelle diverse epoche. Accenna ai bisanti di migliaresi della zecca di Genova, agli steriini, agli scudi, ai torinesi, al danario minuto, al quartaro, alla petachina, al sesino, al soldino, al grossone o testone, al cavallotto). LE CARTE NAUTICHE ITALIANE DEL MEDIO EVO, a proposito di un libro del Prof. Fischer, pel socio Cornelio Desimoni........pp. 225-266. (Il D. esamina minutamente una memoria del prof. Fischer preposta al Catalogo di una raccolta di Mappamondi e carte nautiche dal XIII al XVI secolo -Ongania - Venezia 1881. Si noti che molte di queste carte furono fatte da genovesi. Il Fischer difende la priorità degli Italiani nella cartografìa, descrive la loto prodigiosa attività commerciale e marinara nel medio-evo, il loro influsso sulle nazioni occidentali, le cognizioni che derivarono da tali influssi, il metodo scientifico e tecnico che adoperarono, gli aiuti che ebbero in tale opera da strumenti 0 mezzi accessori come la calamita, il martelogio, il cal-■' colo ecc. Il F. tratta poi della natura delle carte, dei venti 0 rombi disegnati su di esse, della proiezione usata, delle dimensioni delle carte, della loro orien- - ; tazione, della graduazione iniziata nel cinquecento. Dalle carte passa a parlare dei principali cartografi tra i quali emergono molti genovesi (v. p. 260 e segg ). Il Desimoni aggiunge qua e là notizie e commenti). LES PAPIERS DES ARCHIVES DE GÉNES, ET LEURS FILIGRANES par. C. M. Briquet. . . pp. 267-394. (L’a. prima di parlare delle filigrane delle carte genovesi ci dà alcuni cenni storici e tecnici sulla carta. Credo utile per lo studioso riassumere quanto vi è detto intorno alla formazione della fiiligrana. La carta antica era composta di stracci di tela bianca, ridotti in poltiglia. In essa 1’ operaio immergeva una forma destinata a ricevere una certa quantità di carta. Questa forma constava di un telaio di legno sul quale erano tesi dei fili di rame molto fitti e tenuti in sesto da altri disposti perpendicolarmente. I fili ravvicinati e paralleli ai lati più lunghi della forma davano la verga-tura, quelli più rari e perpendicolari erano e sono chiamati tuttora i vergelli. 340 ATTI DHLLA S0CILTÀ Sulla forma si saldava uti filo di rame piegato in modo da rappresentare una figura o un oggetto qualsiasi ; questa marca costituisce anche tut-t’ora la filigrana. L’operaio adunque riempieva il telaio di poltiglia e lo scuoteva per eguagliare la materia e mischiare bene i filamenti. L’acqua colava attraverso i fili del telaio ed il foglio di carta era fatto. Esso veniva collocato, sur un feltro e premuto per farne uscire tutta l’acqua, infine era seccato al-1’ aria e riceveva l’incollatura e qualche volta anche la lucidatura. Sulla carta così preparata rimanevano chiare le impronte del primo lavoro. Guardandola di trasparenza si vedevano e si vedono delle linee chiare e scure alternate forniate dai fili del telaio ed il segno della filigrana che era la marca di fabbrica. Ora queste filigrane convenientemente studiate ci danno il nome del fabbricante, il luogo ove era la fabbrica, l’anno della fabbricazione, il formato e la qualità della carta. Tutte queste notizie, come ognun vede, possono essere utilissime per riuscire a determinare la data e la provenienza di manoscritti, di stampe, di autografi etc. L’ a. ha studiato sulle carte dell’ archivio di stato di Genova le varie carte usate in Genova dal 1300 al 1650 ed ha raccolto 594 tipi 0 varietà di tipi di filigrane, ed ha osservato che col secolo XIV si cominciano a trovare in Genova carte munite di filigrane ; quelle però della prima metà del secolo paiono originarie di Fabriano. Più tardi, e probabilmente prima del sec. XV, la fabbricazione della carta era esercitata in Genova ; è inoltre assodato da documenti che nel 1406 Grazioso Damiani da Fabriano poneva una fabbrica di carta in S. Pier d’Arena e che più tardi la trasportò a Voltri. Egli stesso dichiara in un atto del 1424 che « nec unquam, nec ante nec post fuit aliquis construens « papirum in partibus ipsis nisi ipse » (p. 302 11. 2). L’a. ci fornisce altre notizie sulle autiere liguri fino al sec. XVIII, sui vari nomi e formati delle carte genovesi e sulle cause della decadenza di cotesta arte in Liguria. Segue un saggio di bibliografia sulle opere che trattano di filigrane, una esposizione delle filigrane per ordine di famiglie disposta alfabeticamente e una tavola cronologica di dette filigrane). Introduction historiqne et technique.......pp. 269-284. Le papyrus. — Le parchemin. — Le papier chinois. — Le papier de chiffe arabe ; son introduction en Occident ; procédés de sa fa-brication. — Caractères imprimés par la torin£ aux feuilles de papier : format, vergeure, pontuseaux, filigrane. — Indications fournies par la filigrane : date de fabrication, noni du fabricant, siège de la pa-peterie, format du papier, sa qualité — Papiers sans filigrane. — Papiers à filigranes doubles. Les pàpier et les papeteries de Gcnes......pp. 285-320. Principaux centres anciens de fabrication du papier en Italie : Fabriano, Lac de Garde, Ligurie. — importance des papeteries génoi-ses. — Ancienneté de 1’ emploi du papier à Gcnes. — Richesse en VOLUME DICIANNOVESIMO 341 papier des archives liguriens à partir du milieu du XII siècle. — Collection de 594 filigranes reproduites. — Utilité d’une collection semblable pour déterminer l’àge d’un papier.—Papiers non filigranes du XI? et du XIII’ siècle. — Papiers filigranes du XIVe siècle. — Noms de fabricants de 1307 à 1316. — Provenance de ces papiers. — Les premières marques génoises. — Premières mentions de commerce et de fabrication de papier à Génes : 1’ ouvrier Gautier en 1235, Foulques Armanigra en 1253, Nicolas Dentuto en 1257.— Exportation de papier par le port de Gènes. — Grazioso Damiani, de Fabriano, premier fabricant; sa supplique en 1424; son établis-sement à S.1 Pierre d’ Arena, vers 1406, pifis à Voltri. — Martin Buscio, papetier à Varazze, en 1435.— Règlements génois sur le commerce et la fabrication du papier. — Voltri, centre de la fabrication.— Enumération de 51 battoirs, en 1675. — 55 fabricants en 1762. — Formats et noms des papiers génois. — Déclin de l’in-dustrie papetière en Ligurie, ses motifs. Les filigranes des papiers de Génes.......pp. 321-378. Bibliograpbie des filigranes. — Ordre alphabétique préféré à Γ or-dre chronologique. — Notes sur les filigranes relevés : Agneau pascal, Aigle, Aile d’ oiseau, Ancre, Ange, Arbalète, Are, Bague, Balance, Baril, Basilic, Boeuf, Casque, Cercle, Deux Cercles, Quatre Cercles, Cerf, Chapeau, Char, Chevai, Chèvre, Chien, Ciseaux de tondeur, Ciseaux, Clef, Deux Clefs, Cloche, Clou, Colonne, Cornet, Cou-ronne, Coutelas, Deux Coutelas, Croissant, Deux Croissants, Croissant au dessus de deux lunes, Croix, Deux Croix, Echelle, Ecu à une croix, Ecu de Gènes, Enclume, Etendard, Etoile, Feuille de trèfle, Quatrefeuilles, Fer à chevai, Férule, Fiole, Fleurs, Fleur de lis, Trois Fruits, Gantelet, Grenade, Griffon, Hache, Lettres A, B, C, BC, D, F, G, J, L, M, N, P, PA, ZP, R, S ; Une, Deux ou plusieurs lettres initiales, Licorne, Lion, Miroir, Trois Monts, Navire, Noeuds, Noms de fabricants, Oiseau, Oie, Pèlerin, Poids, Poire, Poisson, Roue de S.,e Catherine, Roue, Saucisson, Serpent, Sirène, Soleil, Tenaille, Tète de boeuf, Tète de chevai, Tète d’ homme, Téte de licorne, Tour, Triangle, Trompette, Vase, Vessie, Signes divers Tableau cbmiologiqne des filigranes des papiers des Archives de Gènes...........pp. 379-394· (Veggansi in fine al fascicolo dopo la p. 485 le tavole dei fac-simili delle filigrane). 342 ATTI DELLA SOCIETÀ FRAMMENTO DI POEMETTO SINCRONO SU.LA * CONQUISTA DI ALMERIA NEL 1147 ripubblicato dal socio L. T. Belgrano........pp. 395‘423· (Sono 386 versi leonini). (Il frammento venne già stampato in due opere spagnole. Il B. lo ripubblica non tanto per il breve cenno del poeta sugli aiuti portati da Genovesi e Pisani alla presa di Almeria, quanto perchè questo frammento completa le notizie sugli antecedenti della spedizione ; dello svolgersi di essa abbiamo ampia relazione in un’ opera del nostro Caffaro intitolata : Historia captionis Almerie et Tortuose. Almeria, città ragguardevole della Granata, era stata occupata dagli arabi; venne assalita per terra e per mare dagli spagnuoli e dai loro alleati e cadde in loro potere il 17 ottobre 1147. Dieci anni più tardi però fu riconquistata dagli arabi). Introduzione..............pp. 395-408. Frammento .............» 409-423. UN ASSASSINIO POLITICO NEL 1490 (Ranuccio da Leca) Memoria del socio L. T. Belgrano . . pp. 425-462. (L’ a. espone la storia di una delle mille insurrezioni dei Corsi contro Genova, o meglio contro Γ ufficio di S. Giorgio, al quale era stato ceduto il comando dell’ isola. Ranuccio di Giocante da Leca, uno dei più possenti caporali del-l’isola, dopo avere a lungo resistito alle forze inviate da Genova per soffocare la ribellione, si rendeva a discrezione, veniva condotto in prigione a Genova, di qui a Lerici dove in massima segretezza veniva soppresso). Introduzione..............pp. 426-428. Memoria...............» 429-462. AI REGESTI DELLE LETTERE PONTIFICIE riguardanti la Liguria nuove giunte e correzioni del socio Cornelio Desimoni..........pp. 463-485. Prefazione..............pp. 465-466. Aggiunte e correzioni ai Regesti. ......» 467-474 Documenti..............» 475-485. (Sono cinque e vanno dal 1170-1172 al 1187). DESSINS AUTOGRAPHIÉS sur les papiers et filigranes. (E una appendice all’ opera del Briquet v. pag. 267). (Sono 594 disegni delle filigrane genovesi disposti non in ordine cronologico ma in gruppi di figure simiglianti, in modo da poter giudicare le modificazioni apportate a ogni varietà nel corso degli anni). VOLUME DICIANNOVESIMO 345 Fascicolo III. Genova, tip. Sordo-Muti, 1889, pp. 489-680 A PROPOSITO DI UNA POESIA INEDITA DI GIO-VAN MARIO FILELFO A TOMMASO CAMPO-FREGOSO di Ferdinando Gabotto.....pp 489-519. (Il G. ci offre un quadro dell’ ambiente genovese agli albori della Rinascenza e tratta specialmente delle relazioni di amicizia fra messer Francesco Filelfo e Niccolò Grimaldi-Ceba, studioso dei classici latini e greci; intorno ad essi si adunano figure minori di nobili Genovesi dediti agli studi. Francesco Filelfo ebbe per figlio un Giovan Mario esso pure poeta, che dedicò a Tommaso II Fregoso la lunga poesia latina qui pubblicata. Il carme non ha bellezza artistica, ma dà un concetto dell’ umanesimo dei Fregoso e dei rapporti di Mario Filelfo con essi. Il G. termina dando notizie delle ragioni per le quali si ruppero le relazioni affettuose fra i Fregoso e il giovane Filelfo, il quale scrisse contro essi e contro i Genovesi gli Annales ad historiam Finarunsis belli ab anno 144η, la storia cioè della lotta disperata dei Del Carretto contro la Repubblica di Genova ed i Fregoso). Prefazione ...............pp. 489-511. Poesia inedita......... . . .» 513-519. IL RITO AMBROSIANO NELLE CHIESE SUFFRA-GANEE DELLA LIGURIA, memoria del socio Girolamo Rossi.............pp. 521-546. Intercalate nel testo n. 2 tavole. (L’a. dimostra con molti esempi come esista ancor oggi in alcune chiese liguri traccia del rito ambrosiano e presenta infine la riproduzione di una conca per battesimo, scoperta presso Ventimiglia, che porta il monogramma di Cristo giusta l’uso costantiniano, e aggiunge un secondo lac-simile di un avanzo di decorazione cristiana trovato presso Cogoleto che rappresenta il monogramma ottagono di Cristo, simbolo del battesimo secondo il rito ambrosiano). FRAMMENTI DI LAUDI SACRE in dialetto ligure antico pubblicate da Paolo Accame. .......pp. 547-572. (L’ a. scoperse questi frammenti in certe pergamene che coprivano diversi volumi dell’ archivio parrocchiale di Pietra Ligure. Alcune di esse laudi erano già state pubblicate dai proff Crescini e Belletti nel Giornale Ligustico, Anno X, 1883 pp. 321-350 e 477 da un codice della Civico-Beriana; ma presentavano notevoli differenze di forma e di sostanza. Queste laudi appartengono alla prima metà del sec. XIV 0 alla seconda del XIII. Sono scritte in dialetto della riviera ligure occidentale, come lo attestano molte parole e modi di dire. La memoria è preceduta dal fac-simile di una pergamena). 344 ATTI DELLA SOCIETÀ Prefazione . '..........PP· 549-5 56. Frammenti..............PP· 557'572· (Sono io in tutto). AI REGESTI DELLE LETTERE PONTIFICIE riguardanti la Liguria, terze giunte e correzioni del socio Cornelio Desimoni . . ,.....pp. 573‘5^2· (V. il principio dell’opera in questo stesso volume Fase, i, p. 41· L’a. aggiunse in fine a questo supplemento un riassunto dei regesti aggiunti e un supplemento agli indici). CRISTOFORO COLOMBO ED IL BANCO DI SAN GIORGIO. - Studio di Henry Harrisse esaminato dal socio Cornelio Desimoni.......pp. 5^3'(’23· (11 D. fa un’ampia relazione del lavoro dell’Harrisse; ricorda in ispecial modo le benemerenze del Banco di S. Giorgio verso la città in tutto il tempo della sua esistenza, il mirabile ordinamento, la serietà, la potenza di questo grande organo finanziario della antica prosperità genovese). Documenti . ............pp. 609-623. (Sono sei, l’ultimo è la lapide che si trova sotto il monumento di Francesco Vivaldi nel palazzo di S. Giorgio). DI UN CODICE GENOVESE RIGUARDANTE LA MEDICINA e le scienze occulte pel socio L. T. Bei-grano ...............PP· 625-647. (Dopo una breve excursio tra i libri che trattano dell’arte medica nel medio-evo, l’a. viene a parlare di un codice, acquistato per conto del Municipio di Genova dalla biblioteca del defunto Giulio Pallavicino, il quale contiene molti tratta-telli igienici, ricette mediche, segreti empirici, incantesimi e scongiuri'. Documenti..............PP· 649-652. (Sono quattro: i primi tre sono del 1222 e furono tratti dal Lil’er magistri Salomonis dell’Archivio Notarile di Stato in Genova. · Questo codice venne poi pubblicato dal Ferretto nei nostri Atti, voi. XXXVI). CONTRIBUZIONI ALLA STORIA DI GENOVA, specialmente nella poesia, pel socio L. T. Belgrano, pp. 653-676. (Sono sei componimenti staccati : 11 primo è un carme religioso in lode della Madonna, tratto da un codice del sec. XIII dell’Arch. di Stato di Genova; il secondo è un poemetto di 83 versi in cui si tenta di guadagnare l’animo dei genovesi alla causa dell’antipapa Benedetto XIII; fu composto sul finire dell’ anno 1407, è in un codice della vaticana ; il kr{o è una profezia VOLUME DICIANNOVESIMO 345 in prosa latina che il B. ricavò dal codice Pallavicino 913 dell’Arch. civico di Genova. Si riferisce ai torbidi piemontesi del 1462. Il quarto componimento è un sonetto caudato sulle discordie fra i due Portici che funestarono Genova nella seconda metà del sec. XVI. É in Memorie Genovesi v. I. car. 337 delI’Arch. civico. Dallo stesso archivio e dal cod. Pallavicino n. 793 t tratto il quinto documento intitolato: Goblada da Condolanoli che fa el Gobbo de Rialto con el Gobbo di Savoia del tristo successo della guerra fatta ai genovesi. Riguarda le vittorie dei genovesi sui franco-sabaudi negli anni 1625-26. Vedasi la barzelletta sullo stesso avvenimento pubbl. in Atti, voi. XIII p. 1049 se8S- ^er u^itno il B. pubblica una poesia satirico-popolare nella quale si celebra la vittoria di Castelvecchio ottenuta dai genovesi contro il conte Catalano Alfieri, generale delle milizie di Savoia il 5 agosto 1672. La poesia fu favorita al B. dal prof. Giorgio Gambinossi che la trovò in mezzo ad una Gerusalemme Liberata edita a Genova dal Bartoli nel 1590). Aggiunte e correzioni a varie memorie .... pag. 677. Indice del volume decimonono degli Atti. . . . pp. 679-680. VOLUME VENTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1888, pp. I-XLIY ; 1-664 Intercalata nel testo una tavola. Fascicolo 1. Genova, tip. Sordo-Muti, 1888, pp. I-XLIV; 1-336. MONUMENTI STORICI DEL CONVENTO DI S. MARIA DI CASTELLO IN GENOVA dell’ordine dei Predicatori, ordinati ed illustrati dal socio p. Raimondo Amedeo Vigna, del medesimo Istituto. Introduzione...............PP- 346 ATTI DELLA SOCIETÀ Sillabo dei Figli del Convento di S. Maria di Castello in Genova : Discorso preliminare..........pp. XI-XLIV. (Il Syllabus o Nomenclator è P elenco di tutti i frati che vissero in un convento. Il V. per compilarlo si valse di sei sillabi anteriori raccolti nei seguenti codici: Gentile, Anonimo, Bottaro, Carbone, Borzino e Giovi, tutti esistenti nell’archivio del convento. Del codice Carbone abbiamo un fa-csimile fra pag. XXVIII e XXIX. L’a. raccolse ciò che vi era di meglio nei sillabi accennati e, poiché l’ultimo giungeva all’anno 1704, egli lo continuò sino al 1838 e non più oltre, perchè due anni innanzi il convento era stato disgiunto dalla provincia di Lombardia e aggregato a quella di S. Pietro martire « la quale non ammettendo le figliolanze, queste cessarono del tutto, epperciò anche il sillabo » ). Testo del sillabo...........pp. 1-272. (Vi sono raccolte le notizie di 753 figli ossia alunni del convento). Indici................pp. 273-336. Index per nomina, agnomina et patriam filiorum conventus S. Mariae de Castello, Genuae, ordine chronologico prout in syllabo iacent................pp. 273-294. Index per latina nomina ordine alpliabetico . . » 295-314. Indice per cognomi italiani........» 315-330. Indice dei religiosi mancanti di cognome nel sillabo, disposti secondo la loro patria..........pp. 331-334. Indice dei soggetti privi di cognome e patria . p. 334. Indice sommario dei luoghi d’origine dei figli del convento ΡΓ· 33 5-336· Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1896, pp. 337-664. Farmacia, Biblioteca e Archivio del convento di S. Maria di Castello in Genova..........pp. 537-400. Farmacia..............PP- 337"368. (Il Vigna crede che essa sia stata fondata verso la metà del sec. XVI. Il primo farmacista noto è p. Sisto Casella di Genova morto nel 1564. L’a. parla della prosperità della farmacia, della sua decadenza e della sua fine nel 1665). VOLUME VENTESIMO 347 Biblioteca.............pp. 369-388. (La biblioteca è antica quanto il convento. Fu eretta da Lionello e Manuele Grimaldi ed ebbe importanti lasciti da molti donatori fra i quali è da ricordarsi il p. Bartolomeo Rivarola che, dice un documento, emit ex pecuniis parentum libros quasi innumeros, quos posuit in libraria. Ciò dovette accadere tra gli ultimi anni del quattrocento e i primi del cinquecento, essendo il benemerito religioso morto il 6 ottobre 1511. Il numero ognor crescente dei libri impose la costruzione di una nuova biblioteca molto ampia, la quale fu inaugurata pare nel 1656; ma un secolo dopo, nel 1797, fu in molta parte distrutta dalla rivoluzione ligure. Il V dà l’elenco dei bibliotecari, dei quali il primo fu p. Tommaso Maria Giovi, eletto nel 1665. Archivio..............pp. 389-400. (I codici, le pergamene e le carte del convento furono sempre gelosamente conservate; alcune si smarrirono negli ultimi rivolgimenti genovesi, ma la maggior parte fu diligentemente raccolta dal V. stesso, che fece rilegare in tre grossi volumi le più antiche e più importanti. Le Chiese rurali di S. Luca, S. Vito e S. Chiara in Al-baro, e della parrocchiale di S. Giacomo Apostolo in Cornigliano Ligure presso Genova......pp. 401-662. I. S. Luca d’Albaro — 1. Cessione della cappella ai frati, p. 403. - 2. Prima origine della cappella, pag. 428. - 3. Erezione e progressi del convento, pag. 442-4. Litigi con gli albaresi, pag. 453. II. S. Vito d’Albaro — 1. Pratiche per la fondazione, pag. 463. - 2. Difficoltà sorte nell’erigere casa e chiesa, pag. 483. - 3. Cessione definitiva del luogo ai domenicani, pag. 509. III. S. Chiara d’Albaro — 1. Fondazione della cappella e trapassi ai francescani e gesuiti, pag. 543. - 2. Cessione dei gesuiti ai domenicani, pag. 562. - 3. Varia fortuna del luogo fino alla soppressione dei frati, pag. 576. IV. Parrocchiale di S. Giacomo Apostolo in Cornigliano Ligure presso Genova — 1. Prime notizie della chiesa : suo fondatore : é fatta rettoria: riedificazione e posteriore occupazione dei domenicani, pag. 597. - 2. Ingrandimento della chiesa, riconlerita ai domenicani, pag. 605. - 3. Elevazione della casa in convento autonomo e deperimento continuo dei suoi redditi, pag. 612. - 4. Relazioni varie dei religiosi coi villeggianti e parrocchiani : danni recati alla casa e chiesa dalle incursioni nemiche, pag. 634. 348 ATTI DELLA SOCIETÀ___ • PP· 643-658. • PP· 659-662. • PP· 663-664. VOLUME VENTUNESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1889, pp. 1-368. Fascicolo I. (Unico) STORIA CRONOLOGICA DHL CONVENTO DI S. MARIA DI CASTELLO - del p. A. Vigna . pp. 1-368. (L’a. aveva certamente in animo di condurre la storia del Convento sino ai dì nostri; ma il lavoro è rimasto purtroppo interrotto all’anno 1591. Manca pure la prefazione). Epoca prima. — 1435-1531 — Dalla fondazione del convento alla erezione della congregazione di Lombardia in provincia, detta dell’una e dell’altra Lombardia . .....pp. 1-312. Epoca seconda. — 153 r-1684 — Dall’erezione della congregazione di Lombardia in provincia fino al bombardamento di Genova, pp. 313-368. (L’opera è divisa per capitoli intitolati ai vari priori che si succedettero nella direzione del cenobio. L’ultimo priore ricordato è p. Bonifacio da λ igevano nel 1591 ; come abbiamo già detto, l’opera è rimasta interrotta a questo punto). Elenco cronologico dei parroci di S. Giacomo .· Elenco degli stessi per ordine alfabetico . . . Indice del volume ventesimo degli Atti . . . . VOLUME VENTIDUESIMO 349 VOLUME VENTIDUESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1890, pp. I-LXXII; 1-320 e 2 non num. più 8 tavole di monete e fac-simili paleografici. TAVOLE DESCRITTIVE DELLE MONETE DELLA ZECCA di GENOVA dal MCXXXIX al MDCCCXIV. (Questa è una vera pubblicazione sociale, poiché vi presero parte più soci del nostro istituto. Gaetano Avignone iniziò un catalogo di monete liguri, che venne accresciuto dalle attive e fortunate ricerche di Luigi Franchini e di Luigi Gazzo. Il Desimoni vi portò il contributo di notizie raccolte all’Archivio di Stato; il Beretta riuni in un sol corpo di tavole i diversi cataloghi, Giuseppe Ruggero vi aggiunse la descrizione delle monete venute in luce dopo la morte dell’Avignone e del Franchini, disegnò tutte quelle che parvero utili a unirsi al testo descrittivo, collaborò alla Tavola cronologica ed apprestò la paleografica; il Belgrano completò la parte bibliografica, costrusse la tavola delle sigle, ne curò la stampa che fu preceduta da una ampia e dotta introduzione, nella quale, dopo avere fatto cenno degli scrittori e dei raccoglitori di numismatica ligure, il Desimoni trattò la storia della Zecca genovese e delle varie specie di monetazioni succedutesi dai tempi più antichi ai moderni). Introduzione.............pp. V-LXXII. (Per comodità del lettore unisco qui gli occhi dei vari argomenti, che si trovano sparsi sui margini della introduzione). Preparativi della presente pubblicazione pag. VII; scrittori di numismatica genovese, pag. XIII ; raccoglitori, pag. XVI ; ripostigli, pag. XIX; notizie storiche e tecniche sulla zecca genovese. Il locale, pag. XX; il personale del magistrato della Zecca, pag XXII; giurisdizione del magistrato, pag. XXIV ; atti del magistrato, statuti e decreti in materia di monete, pag. XXIV; il marco del comune, pag. XXX; le più antiche monetazioni di argento e d’oro, pag. XXXII; svolgimento delle monetazioni ordinarie, pag. XXXIX; monetazioni speciali, pag. XLVI; criteri estrinseci per distinguere le varie monete e il loro svolgimento, pag. XLVIII; il risorgimento classico, pag. L; i dogi detti perpetui (1339-1527), pag. LI; i 5>o ATTI DELLA SOCIETÀ dogi biennali, pag. LIY; le dominazioni straniere, pag. LV; i rappresentanti del signore straniero, pag. LVII; i criteri di distinzione per le monete minori, pag. LX; iniziali dei sovrastanti, pag. LXI; la Zecca di Genova nelle sue colonie orientali, pag. LXII; la Zecca per conto del Banco di S. Giorgio, pag. LXIII; falsificazioni e contraffazioni, pag. LXIV; alterazioni di minor grado della Zecca di Genova, pag. LXYI; lodi unanimi della Zecca genovese, pag. LXIX; conclusione, pag. LXXXL Tavole descrittive............pp. 1-250. (λ i si trova la descrizione di 2283 monete coniate dal 1139 al 1814. Di ogni moneta si danno le seguenti notizie : Metallo - diametro - peso in grammi -titolo legale - nome - dritto: impronta, leggenda - rovescio; impronta, leggenda - collezione - osservazioni). Tavola cronologica dei dogi a 'vita, delle signorie e degli altri governi sino al 1J2S........pp. 251-266. Sigle impresse nelle monete e nomi di soprastanti alla Zecca di Genova...........pp. 267-292. Collezioni numismatiche citate nelle tavole descrittive . pp. 293-294. Disegni di monete e paleografia numismatica genovese » 295-304. (L’a. avvisa che, per varie ragioni, non può presentare che un numero limitato di disegni delle monete descritte; sono infatti solamente sette tavole che danno,in tutto,il recto e il verso di sole 76 monete; però si volle compensare il ristretto numero dei disegni con una tavola paleografica contenente i vari tipi di lettere usate nelle iscrizioni monetarie. L’esame di questi tipi fu limitato sino al 1488, quando il gotico dovette cedere il campo alle lettere moderne. Le varianti sono numerose per alcune lettere A, N, R, V, X e meno per le altre. L’a. fa precedere le tavole da uno specchio in cui sono comprese tutte le specie delle monete coniate dal 1139 al 1488 con la indicazione delle colonne e lettere corrispondenti della citata tavola Vili). Introduzione..............pp. 295-297. (Vi è l’avviso di alcune forme che si credette bene di non comprendere nella tav. Vili). Specchio delle monete coniate dall’origine della Zecca fino al 14SS, distinte nelle diverse specie, con la indicazione delle colonne corrispondenti della tavola paleografica ..............pp. 298-304. Elenco delle opere citate nella introduzione, nelle tavole descrittive ecc.............pp. 305-316. VOLUME VENTIDUESIMO 3)1 Opere cd opuscoli sulle monete delle colonie genovesi in Oriente pp. 3H-316. Aggiunte e correzioni...........» 317-3 20. Tavole............ . . » I-VHI. (Contengono, come già dissi, i disegni del recto e verso di 76 monete genovesi, la tav. Vili è la già citata tavola paleografica). Indice del volume ventiduesimo degli Atti.... pag. n. num. VOLUME VENTITREESIMO Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1890, pp. 1-296 e 4 non num. GIACOMO BRACELLI E L’UMANESIMO DEI LIGURI AL SUO TEMPO pel socio Carlo Braggio pp. 5-206. (Il Braggio limita la sua monografia ad un periodo che dai primi anni del quattrocento non va oltre il 60 e, studiando il Bracelli, ha modo di discorrere di tutti quei genovesi che sentirono in città l’influsso dell’ umanesimo). Capitolo 1. - Notizie biografiche......p. 9-20. (Si parla principalmente di Niccolò Ceba, p. 28 e segg., di Andreolo Giustiniani, p. 39 e segg., di Biagio Assereto p. 51 e segg., di Eliano Spinola p. 65 e segg.) Capitolo 2. - Coltura ed erudizione in Genova nel sec. XFpp. 21-79 Capitolo j. - Cancellieri e Grammatici . . . . pp. 80-137. (Si parla dei cancellieri Prospero da Camogli, p. 83 e segg., Gottardo Stella p. 92 e segg., dei grammatici Giacomo Carlo p. 101, Antonio Cassarino p. 109, Bartolomeo Guasco p. 113, Antonio Astegiano p. 115, Pietro Perleone p. 122, Giovanni Aurispa p. 126, Giov. Mario Filelfo p. 128, Giorgio Valla p. 137). Capitolo 4. - Mecenati, libri e librerie . . . . pp. 138-149. (Si parla in ispecial modo di Tomaso Fregoso p. 143). ATTI DELLA SOCIETÀ Capitolo ). - Epistolario del Bracelli ..... pp. I49‘I79· Capitolo 6. - Dei cinque libri sulla guerra di Spagna 179-206. e d’altre storie erudite...... .....PP Appendice: Bartolomeo Fazio e le sue opere minori » 207-258 259-296. (Sono 17, e in gran parte sono lettere di umanisti ad umanisti e descrizioni latine di Genova; v’è pure un elenco di Lettori pubblici stipendiati da Genova dal 1450 al 1514 ed un inventario dei libri di Tommaso Fregoso). Indice del fascicolo..........P· 1 Fascicolo li. Genova, tip. Sordo-Muti, 1891, pp. 299-732, e 2 non num. LA CONGIURA DEL FIESCO E LA CORTE DI TOSCANA, documenti inediti pubblicati da Luigi StatTetti..............PP· 299"370· La congiura del Fiesco e la Corte di Toscana . . pp. 299-318. (L’a. descrive il turbamento prodotto nella corte di Toscana al primo avviso della congiura dei Fieschi; i timori di un’invasione di truppe francesi, e gli armamenti affrettati dal duca di Toscana. Quando però giunsero le notizie che la congiura era fallita e tutto era tornato in quiete, il duca cercò di approfittare della caduta dei Fieschi per ottenere dalla Spagna la terra di Pontre-moli che era stata sino allora posseduta dai Fieschi e che, per la sua posizione, comandava .il famoso passo della Cisa. Le trattative per tale cessione furono aperte alla corte di Spagna e presso il principe d’Oria ; ma non approdarono a nulla ed il Duca che aveva già mandato un suo fido, il capitano Antonio Bocca, a preparare il terreno a Pontremoli, dovette richiamarlo, sebbene il Bocca avesse trovato i pontremolesi propensi a passare sotto il governo mediceo). Documenti..............PP· 319'370· (Sono 35, tutti del gennaio e febbraio 1547 ; contengono il carteggio tra la torte di Toscana ed i suoi rappresentanti per le questioni accennate più sopra. Il doc. VII è la copia di una relazione della congiura, fatta al cardinale Innocenzo Cvbo e da lui indirizzata al duca Cosimo. DUE DIARII INEDITI DELL’ASSEDIO DI GENOVA NEL 1800 pubblicati da Giuseppe Roberti . . . pp. 37I_522· VOLUME VENTITREESIMO 55> In h eduzione..............pp, 371-^90. (Uno dei diarii fu scritto dallo svedese Giacobbe Cristiansson Grak-ιμ. segretarie' particolare del ministro della Svezia in Genova, e pubblicato per la prima \olta nel 1801 in Svezia e nella lingua patria. Una seconda edizione venne in luce a Tripoli di Barberia nel 1 S2.S. Una copia di questa rara edlólne. di soli trenta esemplari, si trova a Torino nella biblioteca del Duca di Genova. 11 secondo diario è di un anonimo, ma certo di penna genovese, e appartiene alla Raccolta Lagomarsino deH’Archivio di Stato di Torino. 11 R. esamina nella introduzione le due opere e nota che il Grabetg deve avere attimo molte notizie dalla Storia del Blocco di Genova di Angelo Pctn.cchi, amico sviscerato dei francesi; però il suo racconto è in molti punti originale, e pregevole per equanimità e copia di dati; il diario anonimo è certamente di un genovese, amante della patria, zelantissimo della religione, repubblicano, ma di quelli della Serenissima, che nutre un risentimento profondo, tenace contro il Massena e i suoi soldati. Lo scritto prende vera forma di di.11 io a cominciare dal 14 aprile). Primo diario..............pp 391-.}82. (11 testo svedese è posto a fronte della versione italiana). Secondo diario.............pp. 483-522. CARLO DI SAVOIA Η I TORBIBI GENOVESI del 1506-07 per Giuseppe Calligaris......pp. 523-626. (Nel giugno 1506 i popolani, 0 per dir meglio, il partito dei popolari di Genova si ribellò al partito dei nobili che avevano la prevalenza nei pubblici uffici della città ed erano appoggiati dal governatore del Re Luigi XII di Francia. Cacciati di città i nobili, si istituì un governo di popolari il quale, dopo aver tolti al Fieschi i suoi domini nella Riviera di Levante, decise pure di togliere Monaco ai Gr,maldi. Ma per avere Monaco, bisognava occupare Mentone e Roccabruna, che erano feudi del duca di Savoia ; i genovesi, viste riuscire vane le trattative col duca per una temporanea cessione, occuparono senz' altro quelle terre. Questo atto spinse il duca di Savoia a prendere le armi contro i genovesi, ma non le usò se 11011 per aiutare il signore di Monaco contro i genovesi. Però le trattative tra i genovesi e il duca continuarono, tranne una breve rottura. I popolari dovettero ben presto abbandonare Γ assedio di Monaco (22 marzo 1507) e non molto dopo ricaddero in balia di Luiei XII e dei nobili; il duca di Savoia dichiarò di volere essere indennizzato dei danni apportatigli dai genovesi nelle sue terre di Mentone, Roccabruna e Turbia. Le trattative durarono a lungo, finalmente nel maggio del 1509 i due stati composero le loro differenze e Genova pagò al duca di Savoia lire 17.000 di genovini). Documenti......... .... pp. 627-700. (Sono 38 e vanno dal 12 novembre 1506 al 22 giugno 1509. Contendono parte del carteggio Ira le due corti, istruzioni ad ambasciatori, etc.). Atti della Società Ligure di Storia Patria. Voi. XLIII — 354 ATTI DELLA SOCIETÀ LETTERA INEDITA DEL BEATO CARLO SPINOLA ad Alberico I. Cybo - Malaspina principe di Massai pel socio Giovanni Sforza......pp· 7°I-714· Introduzione..............pp. 701-710. (La lettera, che fu inviata da Nagasachi il 12 novembre 1618, si conserva nel R. Archivio di Stato di Massa; essa è di quel Carlo Spinola della compagnia di Gesù che fu arso a fuoco lento nel Giappone il 10 settembre 1622, ove era andato a predicare la fede. É indirizzata al principe Alberico I. il più illustre dei Cybo, signori di Massa. La lettera racconta le persecuzioni e i martiri subiti dai missionari nel Giappone ed è piena di ardore religioso). Lettera inedita.............pp. 1ιι'Ί1ι\· DUE DOCUMENTI riguardanti le relazioni di Genova col Portogallo. - Trascritti e pubblicati dal socio Prospero Peragallo............pp. 715 "7 3 2 - (Il primo documento è la ratifica del trattato di pace stipulato il 25 ottobre 1370 dalla Signoria di Genova col re Fernando di Portogallo, ed ha la data del 13 gennaio 13 71 ; il secondo è un reclamo scritto dalla Signoria di Genova, al re Emanuele di Portogallo in favore di Nicolò De Camilla ed è del 4 dicembre 1510.1 due documenti sono tratti dalTArchivio della «Torre doTombo» di Lisbona). Indice del volume ventesimoterzp degli Atti . . . . p. η· n· VOLUME VENTIQUATTRESIMO 355 Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1891, pp. 1-332 UN NUOVO CONTRIBUTO ALLA STORIA DELL’UMANESIMO LIGURE di Ferdinando Gabotto pp. 5-332. (Il G. prendendo le mosse dallo studio trattato dal Braggio nel volume precedente, lo completa, aggiungendovi nuovi studi su altri umanisti. Nelle appendici pubblica documenti e scritti dei principali fra essi. Segue un indice dei personaggi citati). (Il G. osserva che i primi cultori dell’Umanesimo in Liguria furono ecclesiastici: ricorda l’arcivescovo Pileo de Marini, p. n; Bartolomeo Capra, arcivescovo di Milano, ma governatore di Genova, p. 13; Matteo del Carretto, vescovo di Albenga, p. 14; appartengono all’onorevole schiera, molti patrizi genovesi del quattrocento: Andreolo Giustiniani, p. 20; Gian Giacomo Spinola, p. 21; Carlo Fieschi p. 25; Raffaele Adorno, p. 26; i più insigni mecenati genovesi del secolo XV appartengono alla famiglia Fregoso, p. 26). Capo lì. - Cancellieri e grammatici a Genova . . pp. 33-67. (Il G. aggiunge a quelli del Braggio, nuovi cenni sui cancellieri Gottardo Stella p. 34 e Prospero Schiaffine di Camogli p. 36, e sui grammatici Giacomo Curio p. 45; Bartolomeo Guasco p. 46; Antonio Cassarino p. 57; Pietro Per-leone p. 58; Giovanni da Viterbo p. 63; Giorgio Valla p. 65). Capo III. - Umanisti a Savona......pp. 68-125. (L’a. tratta diffusamente della vita e delle opere di Giovan Mario Filelfo p. 68 e segg. e di Venturino de’ Priori p. 115 e segg.). Capo IV - Liguri fuor di patria......pp. 126-182. (Cenni sugli umanisti liguri a Bologna, Pavia, Chieri p. 126; vasta trattazione su Bartolomeo Fazio p. 129 e segg.). Introduzione....... Capo I. - Mecenati e studiosi . . pp. 7-8. ■ · PP· 9-32· 556 ATTI DELLA SOCIETÀ Appendici...............pp. 183-322. Introduzione ad esse, p. 185. — I. - Documenti di Prospero da Camogli, p. 187. — II. - Documenti e poesie di Giovan Mario Filelfo, p. 219. — III. - Scritti di Venturino de’ Priori, p. 257. — IV. - Lettére di Bartolomeo Fazio p. 275. — V. - Alcune relazioni di Pier Candido Decembrio con Genovesi, p. 285. Indice delie persone...........pp. 323-332. Fascicolo li. Genova, tip. Sordo-Muti. 1894, pp. 333-820 DOCUMENTS POUR L’HISTOIRE DE L’ÉTABLIS-SEMEXT DE LA DOMINATION FRANCAISE À GEXES (1498-1500) recueillis par Leon G. Pélissier PP· 353-554· Questi documenti sono raccolti in venti gruppi che mettono in luce alcuni episodi della dominazione francese. L’a. premette a ciascun gruppo una nota che serve a porre il lettore in medias res; spesso lega tra loro i singoli documenti con brevi notizie storiche che spiegano e completano gli avvenimenti narrati nelle carte. I documenti vennero tratti dagli Archivi di Stato di Genova, Modena, Milano, dall’Archivio Gonzaga di Mantova, da quello del Ministero degli affari esteri di Parigi, e dalla Bibioteca Nazionale di Milano). Prefazione.............-. pp. 335-336. Documenti..............pp. 337-511. Appendice I. - Documents sur les relations de Gènes et de la Provence en 1498 et 1499.....pp. 513-529- (Sono 20 documenti tratti dal Carteggio generale dell'Archivio di Milano). Appendice il. - Quelques documents pour l’histoire de la domination francaise a Gènes sous Louis XII ( 1499- r 515) PP· 5 30-554- (Sono 12 documenti tratti dagli Archivi di Stato di Genova, Lucca, Milano e Torino, dalla Biblioteca Brera di Milano e dalla Nazionale di Parigi. Il documento 3 contiene un importante Memoriale de le cosse accadute in la sublevacione de li popoli de Genes (1507). VOLUME VENTIQUATTRESIMO 357 LA RIFORMA RELIGIOSA IN LIGURIA E L’ERETICO UMBRO BARTOLOMEO BARTOCCIO Ricerche storiche condotte dall’apparire dell’eresia in Liguria nella prima metà del secolo XVI all’anno 1567 per Michele Rosi...........pp. 555-726. % (Tutti gli storici genovesi dichiarano che l’eresia non ebbe mai seguaci in Genova. L’a invece, rovistando ira le carte dell’Archivio di Stato, ha trovato che alcuni cittadini inclinavano a novità religiose e sulle notizie desunte da quelle carte s’impernia il suo lavoro. Nella prima parte descrive le frequenti mancanze e la non rara ignoranza del clero ligure nel cinquecento, l’indignazione unanime per gli scandali provocati dal commissario inviato nel 1552111 Liguria in cerca di elemosine per la fabbrica di S. Pietro; i ripari opposti alla indisciplina generale; enumera i processi iniziati nel 1539 e continuati negli anni successivi in Genova contro gli intinti di eresia. Nella seconda parte l’a. parla dell’arresto del Bartoccio (20 ottobre 1567) in Genova, per invito del S. Uffizio di Roma (il Bartoccio nativo di Citta di Castello s’era fatto calvinista ed era allora cittadino di Ginevra). La corte di Roma chiede la consegna dell’ arrestato -ma il governo genovese, che s’era prestato all’arresto, intimorito dalle proteste di Ginevra e Berna che minacciavano rappresaglie, tenta prima di opporsi alle ingiunz oni papali, ma poi cede. Il Bartoccio è consegnato il 29 gennaio 1568, viene processato e bruciato vivo in Roma il 25 maggio 1569. Il R. descrive pure le gravi misure presesi in Genova, dopo l’arresto del Bartoccio, per evitare che ripullulasse 1 eresia e parla dell’invio di un commissario pontificio e degli eccessivi timori della corte romanaj. Prefazione........... . . . pp. 555-566. Parte I. - Le condizioni della religione cattolica in Liguria e l’eresia fino al i;67..........pp. 567-616. Capo I. - Le dottrine cattoliche, il clero e il popolo genovese p. 569. Capo II. - L’eresia in Genova tino all’anno 1567, p. 593. Parte Π. - La riforma a Genova nel triennio 1)67-69 ed il calvinista umbro Bartolomeo Bartoccio. . . . pp. 617-664. Capo I. - L’arresto di Bartolomeo Bartoccio in Genova e la consegna di esso all’ inquisizione generale romana, p. 619. Capo II. - L’eresia a Genova dall’arresto di Bartolomeo Bartoccio (ottobre 1567) alla fine del 1569, p. 632 Capo III. - Bartolomeo Bartoccio nelle carceri dell’ Inquisizione generale romana. Vani 558 ATTI DELLA SOCIETÀ sforzi per salvarlo. Sua morte, p. 646. Capo IV. - Natura dell eresia di Bartolomeo Bartoccio. Natura dell’eresia in Genova, p. 657. Documenti..............PP· 665-726. (Sono 41 e si riferiscono tutti ai fitti narrati nella memoria). GENUA Poemetto di Giovanni Mario Cataneo con introduzione e appendice storica a cura del socio Girolamo Bertolotto . . . . '.......PP· 727-818. (È un poemetto assai raro di cui non si conoscevano che tre copie, appartenenti una al marchese Marcello Staglieno di Genova, un’altra alla biblioteca del Britsch Museum, la terza ad un privato di New-York. Il B. ne potè scoprire una quarta nella Biblioteca Beriana di Genova e questa è l’unica che reca il nome dello stampatore Mazochio di Roma. Il B. dà alcune notizie biografiche del poeta, offre a p. 739 il catalogo delle opere del C. e ne studia il poemetto, il quale fu dedicato a Stefano Sauli protonotario apostolico, e la dedica porta la data del 1. febbraio 1514. Il poema consta di 466 versi nei quali il Cattaneo mira a descrivere l’aspetto ed i costumi della Liguria e specialmente di Genova). Introduzione..............pp. 727"752· « Gemici »..............ΡΡ· 753'770· Appendice............ · PP· 77ì-8i8. (In essa il B. aggiunge, come commento storico a parecchi passi del poemetto, alcuni raffronti con altri scrittori che lasciarono cenni e ricordi sui costumi e sull’aspetto della città nel secolo XVI e nei secoli a questo anteriori). Indice del volume ventesimoquarto degli Alti. . . . pp. 819-820. VOLUME VENTICINQUESIMO 359 VOLUME VENTICINQUESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1892, pp. 1-588 e pp. 6 n. n. Intercalato nel testo un fac-simile (dopo la pag. 8) Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1892, pp. 1-214; PP 2 η· n· (Questa prima parte del Voi. XXV fu edita in occasione del Quinto Congresso Storico Italiano, tenutosi in Genova nel 1892). IL CODICE GRECO SAULIANO DI S. ATANASIO scoperto ed illustrato dal socio Girolamo Bertolotto, pp. 9'3^· (Precede un fac-simile una pagina del Codice. Questo codice è chiamato Sauliano perchè appartenne al vescovo Filippo Sauli che nel breve corso della sua vita (1493-1528) raccolse una ricchissima biblioteca di codici latini e greci che, morendo, lasciò all’ Ospedaletto dei cronici. L’ Oldoino in Atheneum Ligusticum, dice che i soli codici greci ascendevano alla cifra ragguardevole di trecento. Nel 1746 i libri del Sauli vennero venduti alla biblioteca delle Missioni urbane, ma i codici greci che restano, sono ridotti a 38. 11 B. descrive qui le pratiche fatte dal papa Clemente VIII nel 1602 per avere un manoscritto contenente le opere di S. Atanasio che, per quanto era a sua notizia, conservavasi « nelle stanze dello Spedale picciolo » di Genova. Fu fatto immediatamente un inventario dei mss. ma venne compilato da persona così digiuna della lettura di scritti greci che non si riuscì a trovare il codice desiderato. Esso venne poi scoperto dal B. il quale ne descrive 1’ aspetto e 11 contenuto). Documenti...... .......pp. 37-48. (Sono 14 lettere contenenti il carteggio fra Genova e Roma rispetto al detto codice). Appendice..............pp. 49*64. (Contiene l’elenco illustrato dei codici greci Sauliani superstiti che si conservano nella Biblioteca delle Missioni Urbane in Genova). 360 ATTI DELLA SOCIETÀ IL TRATTATO SULL’ASTROLABIO DI ANDALÒ DI NEGRO riprodotto dall’ edizione ferrarese del 1475 con prefazione del socio Girolamo Bertolotto pp. 49-144. (Il B. avverte all’inizio della Introduzione che questa ripubblicazione del trattato sull’Astrolabio era stata progettata dall’ avv. Pier Costantino Remondini, il. quale intendeva anche di aggiungervi una illustrazione scientifica, ma la morte lo colse a metà dell’ opera, mentre non erano pronte che le bozze del trattato. Il B. vuole condurre a fine la riedizione, tralasciandone il commento scientifico. Parla della grande rarità della prima stampa dell’ opera di Andalò, che vide la luce a Ferrara nel 1475. Non se ne conoscono che quattro copie, che si trovano nella Estense di Modena, nella biblioteca del principe Boncompagni, nella Nazionale di Parigi, nell’ Università di Leida. L’edizione presente fu condotta sulla copia di Modena. — II B. aggiunge notizie sulla vita di Andalò, nato a Genova non oltre il 1260 e morto nel 1334; fu maestro di Giovanni Boccaccio in Napoli, e familiarissimo di Ugo IV di Lusignano Re dì Cipro e di Gerusalemme, fece frequenti e lunghi viaggi per ogni parte del mondo). Introduzione . . ...........pp. 49-70. Catalogo de’ lavori di Andalò Di Negro. .... pp. 71-84. Il trattato sull’Astrolabio..........pp. 85-142. Indice dei nomi propri.......... pp. . 143-144. UNA BARZELLETTA intorno agli avvenimenti del 1527 per cura del socio Achille Neri .... pp. 145-162. (Una copia di questa operetta si trova nella Biblioteca Colombina di Siviglia e fu comprata da Fernando Colombo a Padova il 6 agosto 1531. Ha il titolo: Barzelletta qual tratta dela Presa di Zenova et la presa de tarmata et del boscho et del castellalo. La poesia è scritta in odio alla Spagna e all’ Impero ; parla dell’ingresso di Cesare Fregoso in Genova avvenuto il giorno 18. Il N. chiarisce essere il 18 agosto 1527 e dall’esame della poesia argomenta che l’a. sia veneziano, che la canzone sia stata stampata a Venezia e pubblicata nello stesso mese della presa di Genova). Avvertenza..............pp. 145-156. Barzelletta..............pp. 157-162. IL SANTUARIO DELLA PAGE in Albisola superiore per il socio Vittorio Poggi........pp. 163-214. (Il P. descrive il luogo dove sorge il santuario e la causa della sua costruzione. Il 18 ottobre 1482 gli uomini di Albisola e di Stella, in fiera contesa fra loro per questioni di confini comunali, si erano data la posta in una pianura VOLUME VENTICINQUESIMO per decidere le controversie colle armi. Le avanguardie avevano già impegnato combattimento, quando i sacerdoti d’ambe le parti e con essi le donne e i vecchi, interpostisi e latto nuovo appello ai sentimenti religiosi e agli affetti di famiglia, ottennero che si soprassedesse alquanto per un ultimo tentativo di riconciliazione. Tra le due schiere a contatto corsero spiegazioni c dichiarazioni che dissiparono malintesi e discordie. L’ epilogo del dramma fu che, spirato il termine della tregua e dato il comando dell’ attacco, i capo rioni d’ambe le parti, gettate le armi, si abbracciarono e cosi fecero gli altri. Sulla trama del fatto storico, la fantasia popolare non tardò a ricamare una leggenda, secondo la quale la rappacificazione sarebbe avvenuta per l’intervento personale della Madonna, perciò si decretò Γ erezione, sul luogo della sfida, di una cappella dedicata alla Madonna sotto il titolo di N. S. della Pace. Per la storia del Santuario cfr. G. B. Spotorno : Storia ilei Santuario eli N. S. della Pace etc., Savona, tip. Miralta, 1838; 2. ed. Genova, tip. Arcivescovile 1881. Qui il P., dopo un breve sunto degli avvenimenti principali del Santuario fino ai tempi nostri, fa la descrizione della fabbrica del Santuario. Segue una accurata esposizione cronologica delle vicende del Santuario stesso). Cenni topografici e storici.........pp. 163-176. Descrizione del Santuario.........pp. 177-197. Cronologia del Santuario della Pace ...... pp. 198-21 _|. Indice del fascicolo............pp. n. n. Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1894, pp. 217-588. IL BARRO di Paolo Foglietta - Commedia del secolo XVI pubblicata con note ed illustrazioni per Michele Rosi...............pp. 217-536. (Il R. sulla traccia di alcuni articoli del Belgrano, usciti nel giornale genovese, Caffaro, (anni 1882-83) c' prima un quadro della commedia in Genova nel secolo XV, indi parla della commedia del Foglietta. Essa si trova in un ms. appartenente alla biblioteca del marchese Pinelli Gentile, ed è scritta da due mani diverse, delle quali una è del Foglietta stesso. Da vari indizi il R. è indotto a credere che la commedia (u composta intorno al 1583 e certo prima del 1589. L’azione è piuttosto intricata, vi prendono parte quattordici personaggi ; si tratta di due matrimoni ostacolati ; poi per il solito riconoscimento che uno dei giovani non é di bassa condizione ma figlio di grandi personaggi, avviene una generale riconciliazione. Il R. fa precedere la 3Ó2 ATTI DELLA SOCIETÀ pubblicazione della commedia da uno studio psicologico su ogni personaggio e la fa seguire da una appendice nella quale offre alcune notizie sulle monache, p. 499; sulle donne fanciulle e maritate, p. 503; sulle chiese, p. 515; sull’abuso dei ricchi abiti e degli ornamenti specialmente femminili, p. 5*9> sul cambio a Genova, p. 527. Prefazione..............PP· 217-246. Commedia del Foglietta, patritio genovese, intitolata : Il Barro................PP· 247"496· Appendice..............PP· 497_5 3 ^· UNA POESIA STORICA edita dal socio Achille Neri pp. S37-588· (La poesia è di un anonimo, canterino di professione, del quale furono pubblicati altri componimenti in Atti IX, 413 e X, 618, a cura dello stesso N. Il poeta é genovese ed è di parte doriesca ; pare abbia partecipato ai principali avvenimenti del 1526 e 1527 poiché è sempre esatto nei particolari e a volte dà qualche notizia utile. La stampa da cui è tratta la presente riproduzione è in una importante miscellanea conservata‘nella biblioteca Palatina di Torino, e consta di 22 opuscoli tutti dello stesso genere. L’opuscolo uscì dai torchi di Giuseppe Berruerio forse in Savona, nella seconda metà del 1527· ^ ύ*°1° incomincia così: Opera composta novamtnte la qual tracta de tarmata de franca a marsiglia, etc. Avvertenza..............PP· 537“55°- Poesia storica.............PP· 551-5^8. Indice del volume ventesimoquinto degli Atti. . . . pp. η· n· » # VOLUME VESTISEESIMO 363 VOLUME VENTISEESIMO Genova, tip. SordoMuti, 1893, pp. 1-312 e pp. 4 n. n. ATTI DEL QUINTO CONGRESSO STORICO Italiano..............pp. 1-312. (La nostra Società preparò il quinto Congresso storico italiano tenutosi in Genova nel settembre 1892 durante le feste per il quarto centenario colombiano e il comitato ordinatore fu quindi composto di nostri soci. A pp. 62-66 v'è la relazione di Achille Neri sui lavori della Società dall’ ultimo Congresso tenuto a Firenze nel 1889 sino al 1892. Questi atti vennero pubblicati a spese del Municipio). Introduzione.............pp. 7-10. I. Programma e costituzioni del Congresso .... pp. 11-40. II. Adunanza del Congresso.........» 41-210. Sommario delle deliberazioni e dii voti del Congresso » 211-218. III. Relazioni delle Deputazioni, Società Storiche id altri Istituti..........: . . . . pp. 219-294. IV. Omaggi fatti al Congresso........» 295-308. Indice per nomi dei discorsi, relazioni ed altri scritti inseriti negli « Atti » ........pp. 309-312. Indice del volume ventesimosesto degli Atti. . . . pp. n. 11. ATTI DELIA SOCIETÀ VOLUME VENTISETTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1895, pp. 1-250. LE MONACHE NELLA VITA GENOVESE dal Secolo XV al XVII per Michele Rosi ' . . . . pp. 5-206. (Il R. che giù in una appendice alla commedia del Foglietta pubblicata in Atti Voi. XXV aveva studiato le Monache in Genova nel sec. XVI, riprende qui lo stesso argomento per trattarlo più ampiamente. Descrive il lento pervertirsi della vita dei cenobi genovesi nel sec. XV, i tentativi di frenarne la turbolenza nel sec. XV e XVI, il leggiero miglioramento della vita monacale nel sec. XVII, nonostante il ripetersi di abusi e di inconvenienti dovuti piuttosto all’ambiente esterno che all’ interno dei monasteri). Introduzione..............pp. 7-14· Parte I. Le Monache genovesi avanti il seicento . . » Ϊ5-48- Capo I. Le monache genovesi, lo Stato e la Chiesa sino alla definitiva costituzione d’un permanente Magistrato delle monache, pag. 17. - Capo Π. Il Magistrato delle monache — La vita monacale dall’ istituzione di questo Ufficio alla fine del secolo XVI, pag. 34. (11 magistrato delle monache venne creato da papa Giulio III con breve del 4 settembre 1551). Parte II. Le Monache genovesi del secolo XVII . . » 49-174. Capo I. Le Chiese, pag. 51. - Capo II. Le Monacazioni, pag. 67. -Capo III. Spassi di commento - Grate e parlatorio - Bambini e monache - Educande - Doni - Pettegolezzi, pag. 75. - Capo IV. Monache e musica, pag. 104. - Capo V. Monachini fuori di clausura - Messi d’amore, pag. 115. - Capo VI. Monachini in clausura, pag. 129. - Capo VII. Monache fuggitive, pag. 142. -Capo Vili. Monache bisbetiche, pag. 159. - Capo IX Chierici monachini, pag. 165. Conclusione Documenti pp. 175-180. » 181-206. VOLUME VENTISETTESIMO LA MORTE DI JACOPO BONFADIO per Michele R°s>............ . pp. 207-228. (Jacopo Bonfadio, insigne storico genovese, accusato di sodomia, lu arrestato e decapitato il 19 luglio 1550. Questa la versione più accettata. Alcuni però vollero mettere in dubbio la veriti dell’esecuzione della sentenza, asserendo che il B. mori in carcere di morte naturale ; altri sostennero che il B. non venne incolpato di sodomia, ma di eresia; altri opinano che fosse arrestato per accuse di nemici provocati dalla sincerità della sua penna. 11 R. ribatti ogni versione diversa dalla più comune e conferma che il Bonfadio fu condannato solamente per provata accusa di sodomia e fu decapitato in carcere il 19 luglio 1550). UN GENEALOGISTA DEI PRINCIPI CYBO del socio Giovanni Sforza...........pp. 229-246. (Si tratta di Francesco Maria Cvbo di Genova. Lo Sforza pubblica qui parecchie lettere di lui al parente Alberico Cybo altro amatore della storia della propria casa. Da esse possiamo ricostruire la vita di Francesco Maria Indice del volume ventesimosettimo degli Atti. . . pp. 248-250. VOLUME VENTOTTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1896, pp. I-CXXIV, 1-908, dieci tavole nel testo L’Appendice (pp. 859-908) porta l’indicazione ; Roma, Tipografia degli Artigianelli di San Giuseppe (Con questo volume si inizia la terza serie degli Atti, ma la numerazione dei volumi rimane immutata). Fascicolo I. Genova, tip. Sordo-Muti, 1896, pp. I-CXXIV, 1-338 Relazione del segretario generale Luigi Berretta . . pp YII-XIY. PER L’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE SOCIALE della Società Ligure di Storia Patria, 2 maggio 1896. Parole del presidente Cesare Imperiale di Sant’ Angelo........pp. XVII-XLVUI. (Vedi riassunto di questo discorso a pag. 138 del presente volume). 366 ATTI DELLA SOCIETÀ COMMEMORAZIONE del prof. comm. Luigi Tommaso Belgrano fatta dalla Società Ligure di Storia Patria addi 24 maggio 1896 nel salone del Palazzo Rosso crià dei Brignole Sale. Parole del socio Anton Giulio Barrili.............PP· XLIX-LXXVIII. (Vedi il riassunto di questo discorso a pag. 140 del presente volume). Note.............pp. LXXIX-LXXX^ ni. Albo accademico per l’anno 1896-97 . ■ pp. LXXXIN-CXXIV. (Compilato dal vice-segretario generale Girolamo Bertolotto). Ufficio di presidenza.........PP- LXXXIN-XC1V. Ufficiali delle Sezioni..........P· XCIV· Soci Onorari............PP· XCV-XCVI. Soci Corrispondenti......: ■ · · w ’Π-CIV. Soci Effettivi............’> CV-CXXIV- SULLE MARCHE D’ITALIA e sulle loro diramazioni in Marchesati. Lettere cinque al comm. Domenico Promis del socio Cornelio Desimoni. .— Seconda edizione accresciuta di altri studi dello stesso autore e corredata di alcune tavole genealogiche . . . . pp· I_33^· (Vedi a p. 57 un cenno sull’origine di quest’opera e sul concetto svolto in essa 3-6 Introduzione (del march. Cesare Imperiale).....PP· j Lettera I...............PP· 7 4^ II.............. · » 47-91 » III...............« 92-139 » .................» i4°-i9° » ................8 I91'218 Appendici..............” 219-310 I. Sulla discendenza Aleramica e sulla diramazione de' marchesat dalla Marca. Lettera al comm. Michele Amari . . pp. 219-234 Tavola genealogica della famiglia Aleramica . , . p. 233 VOLUME VENTOTTESIMO II. Sui Marchesi di Massa in Lunigiana e di Parodi nell’oltregiogo ligure nei secoli XII e XIII.....■ . . . pp. 235-263 Documento dell’ alleanza conclusa fra Genova e Pavia nel 1130..............pp 264-265 III. Due documenti di un marchese Arduino, crociato ne 1184-85...............pp. 266-271 1 avola genealogica della discendenza Aleramica . . » 272-274 IV. Un documento Aleramico.......pp. 275-281 V. I Cisterciensi in Liguria.......» 282-286 VI. Estratto della relazione sul libro del barone Carutti «Umberti Biancamano ».............pp. 287-296 Documento di donazioni fatte dalla contessa Adelaide al monastero di S. Stefano in Genova e confermate il 23 febbraio 1169 da marchesi di Albenga...........pp. 297-298 VII. Sette alberi genealogici compilati dall’ annalista Jacopo D’Oria e trascritti da Cornelio Desimoni, dai Libri Iur. VII e Vili Reipti blicae Januensis............pp. 299-310 Indici................pp. 311-338 Indice cronologico delle date più noteveli e dei documenti citati in quest’opera..........pp. 311 329 Indice dei mss. citati nella presente opera. . . . p. 330 Indice dei libri a stampa.........pp. 331-336 Indice delle materie...........pp. 337-338 Fascicolo II. Genova, tip. Sordo-Muti, 1898, pp. 339-573. NUOVA SERIE DI DOCUMENTI sulle relazioni di Genova coll’impero Bizantino raccolti dal cav. Angelo Sanguineti e pubblicati con molte aggiunte dal prof. Gerolamo Bertolotto..........pp. 339-570. j68 ATTI DELLA SOCIETÀ (Questa opera che nell' intenzione dell' a. doveva dare alla Liguria un codice diplomatico levantino, simile a quello clic il Vigna aveva pubblicato per le colonie tauriche, il Belgrano per la colonia di Pera, il Miiller per le colonie pisane, il Tafel e il Thomas per le colonie venete, fu poco fortunata. Il Sanguineti morì mentre stava ultimandola; ma siccome il suo ms. restò alla Società Ligure, cosi essa affidò al prof Gerolamo Bertolotto Γ incarico di compilarlo e pubblicarlo. Il B. si accinse subito all’ op;ra, ma anch’egli soccombeva al destino comune, prima di vedere terminata la pubblicazione dei documenti; la società deliberò allora di dare in luce in questo fascicolo i soli documenti, riservandosi di pubblicarne, nel lascicolo seguente, Γ illustrazione affidata al prof. Camillo Manfronij. Prefazione . . ,..........PP· 339’342· Documenti..............» 343"570· (Sono 23 documenti disposti in ordine cronologico; il primo è dell’anno 1155, l’ultimo del 13 51. In appendice sonvi altri tre .documenti, il primo del 1453, il secondo del 1511, il terzo del 1474 (?) ; tra la p. 466 e la 477 v’ è un facsimile del documento greco η. XV). Indice sommario dei documenti........pp. 571-573· Fascicolo III. Genova, tip. Sordo-Muti, 1898, pp. 575-858. LE RELAZIONI FRA GENOVA, L’IMPERO BIZANTINO E I TURCHI del socio Camillo Manfroni pp. 575-856. (Il M. come già si accennò nel fascicolo precedente, imprese l’illustrazione dei documenti bizantini e si servì di essi per una storia delle relazioni di Genova con l’impero d’Oriente dal sorgere del libero comune di Genova sino alla caduta di Costantinopoli. In appendice presentò una edizione critica del trattato di Ninfeo e aggiunse alcuni altri documenti sulle relazioni di Genova col- Γ impero turco durante il sec. XVI). Introduzione..............PP· 577'5^2· Parte I................» 583'752· » n................» 753-788. Documenti..............» 789-856. (Sono XXI e, tranne il trattato di Ninfeo del 1267, sono tutti della seconda metà del secolo XVI). Indice sommario del 3. fascicolo ......pp. 857-858. VOLUME VENTOTTESIMO Appendice Roma, tip. Artigianelli di S. Giuseppe, 1902, pp. 859-908. INDICE ONOMASTICO E TOPOGRAFICO dei fascicoli II e III, compilato da Emilio Pandiani . pp. 859-904. Prefazione . . ............p. 859. Indice onomastico............pp. 861-892. Indice geografico............» 893-904. (I due indici sono alquanto difettosi per la collocazione dei nomi; l’a. ne chiede venia perchè non potè in alcun modo curarne la stampa); Indice del volume ventesimottavo degli Atti . . . pp. 905-908. VOLUME VENTINOVESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1898, pp. 1-739. Fascicolo 1. Genova, tip. Sordo-Muti, 1898, pp. 1-280. VIAGGI DI GIAN VINCENZO IMPERIALE con prefazione e note di A. G. Barrili......pp. 1-280. (Gian Vincenzo Imperiale, insigne patrizio genovese, fu ai suoi tempi (1577-1648) tenuto in gran conto a Genova per la sua cultura e per quanto fece in prò della patria. Accusato da invidiosi dovette esulare dalla città, ma dopo alcun tempo potè ritornarvi. Scrisse molte opere in prosa e in rima, tra le quali un poema Delio stato rustico e una prosa per i funebri di Orazio Spinola. Il B. pubblica le note di undici viaggi compiuti dall’ Imperiale in varie regioni d’Italia dal 1609 al 1635 per diporto, o per affari privati, o per uffizi in servizio della Repubblica. Queste note non furono tutte scritte dall’ I. ma vi cooperò il suo grande amico Gian Giacomo Rossano, e in parte pure Battista, 1’ ultimo dei figli di Gian Vincenzo. Nel Fase. II. di questo stesso volume, il B. pubblicò un’ altra opera inedita dell’ Imperiale e cioè i giornali (8 maggio 163,2 - 8 maggio iÓ3/3), libro di memorie nel quale l’Imp. descrive un Ani della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XL111 — 25. 370 ATTI DELLA SOCIETÀ viaggio nell’ Italia meridionale dove erasi recato a prendere possesso del suo feudo di S. Angelo dei Lombardi L’una e l’altra opera contengono vivaci descrizioni della vita e dei costumi seicenteschi in Italia. In capo al primo fascicolo c’è una tavola colla riproduzione del ritratto di Gian λ incenzo Imperiale, opera del Van Dyck; in capo al secondo, una tavola colla riproduzione dello stemma degli Imperiale e quattro motivi coi quali Gian Vincenzo Imperiale illustrava il soprannome preso per le quattro accademie de Mutoli di Genova (il Desioso), degli Intrepidi di Ferrara (il Ripercosso), degii Humo-risti di Roma (Γ Agitato); degli Otiosi di Napoli (il Fermo). Prefazione..............PP· Ί~3°· (Contiene una breve biografia di G. Vincenzo Imperiale). Viaggi..............PP· 31-278. I - Viaggio fatto nel 1609 verso Loreto, Roma e Napoli, pag. 33. OO s -J-, — II. - Viaggio fatto nell’ anno 1612 per via del Po, verso renata, Venetia, Padoa ed altre città di Lombardia, p. 97. — ΠΙ. - Alaggio fatto in Spagna nel 1619, p. 135. — IV - Viaggio a Messina, p_ ^5. — V. - Relazione del terzo viaggio fatto dall’ Ill.mo Signor Gio: Vincenzo Imperiale nell’isola di Corsica e di Sai degna in su’l fine del suo Generalato, nell’anno 1620, 19 d’aprile, p. 183. — VI. - Viaggio fatto nell’anno 1622 per Lombardia, navigando il Po, verso Ferrara, Venezia, Padoa; e per lo Polesine a Fianco-lino e a Bologna; indi per le Alpi a Firenzuola e Scarpeiia, sino a Firenze, e finalmente per Pisa a Genova, p. 207. VII. - Viaggio fatto a Milano nel 1623 a’ 30 di marzo, p. 227. —VIII. iaggio fatto a Napoli verso il primo del 1628, p. 235. — IX. - Ragguaglio del commissariato per la Serenissima Repubblica tenuto in Riviera l’anno 1631, p. 241. — X. - Viaggio da Genova a Bologna nel 1635 l’ultimo di giugno, p. 249. — XI. - Viaggio da Bologna a Venezia, giornate e ritorno, p. 261. Indice................P· 279· Fascicolo li. Genova, tip. Sordo-Muti, 1898, pp. 281-739. DE’ GIORNALI DI GIO. VINCENZO IMPERIALE DALLA PARTENZA DALLA PATRIA, Anno primo. Al Sig. Agabito Centurione. Nulla dies sine linea, pp. 281-734. (Con prefazione e note di Anton Giulio Barrili). VOLUME VENTINOVESIMO 371 Prefazione..............pp. 281-296. Giornali...............pp. 297-708. I. - Maggio (1632). — Partenza da San Pier d’Arena. - A Sestri Levante da Nicolò Doria. - Capricci del vento. - Lerici, Livorno, Piombino. - Dal Falcone al Baratto. - Gentil compagnia ricusata. - Il P. Semino. - Scortesie granducali. - Da Talamone a Civitavecchia. - Corsari in vicinanza. - La capanna di Fiumicino. - Nettuno, Astura e Gaeta. - A Napoli. - Dai frati a Piedigrotta. - Visite e complimenti. - Udienza viceregale. - Comando militare rifiutato. - Visite ancora su visite. - La fortuna sorride ; non c è da fidarsi. - Parentele ed amicizie. - La rondine e lo storno. - Via Toledo. -La festa dello Spirito Santo. - Il viceré in processione, p. 307. II. - Giugno. — Tra gli uomini della legge. - Festa religiosa. - Ragazze da marito. - La Madonna degli afflitti. - Allegrie cittadine. - I vassalli di Nusco. - Il Segretario del Regno e i Reggenti del Collaterale. - Nella chiesa della Trinità. - Numero Deus impare gaudet. - I vassali di Sant’Angelo. - Troppe visite. - La processione del Corpusdomini. - Belle dame in mostra - Il casino di Pizzofal-cone. - Parata militare. - L’ archibugiata al cappellano di corte. -L’ ottava del Corpusdomini. - In casa Caivano. - Scosse di terremoto. - La vigilia di S. Giovanni. - Viceré e Viceregina. - La montagnola di Porto. - Adriana e Leonora Basile. - Arpa e liuto. -Epigramma latino. - Lo sfratto al pedagogo . . . p. 330. III. - Luglio. — Creditori e coccodrilli. - Le buone parole del grande ufficiale. - Anagramma contro i medici. - Negozi impacciati. - La barchettata - Delizie di Posilipo. - Tamerice misterioso. - Il buon marchese di Villa. - Visita sfortunata al Viceré. - Funerale notturno. - Le umane follìe. - Il libro di Filippo Fenella. - Altra visita sfortunata. - Il Viceré a San Giacomo degli Spagnuoli. - Cerimoniale puntiglioso. - Il Cardinale Savelli e Sofonisba Romana. -Arte e bellezza. - L’ angelo del mondo. - Digiuno non comandato. - Lo sfratto del cuoco. - Musica piacevole e musica ingrata, p. 351. IV. - Agosto. — Tra due fornaci. - Lo zuccherino da Madrid. - Unde hoc mihi ì. - I titoli e i meriti. - Arti di governo. - Gli accademici Oziosi. - Panegirico in cinque lingue. - La caccia del Viceré. - Un sonetto di Gian Vincenzo. - La iMadonna della Neve. 572 ATTI DELLA SOCIETÀ - Regata a Ghiaia. - Arrivo di galee genovesi. - Alessandro Pallavicino e Giovambattista Mari. - I soliti litigi. - Carbonara abbrucia. - Due celebri poeti. - Le inframmettenze della Viceregina. - Mariti e mogli. - Esecuzioni capitali. - Una cerimonia diplomatica. - Amici genovesi. - Il sangue di S. Giovanni Battista. - Desiderio represso................pag. 369. λ . - Settembre. — La morte del principe di Conca. - Chi ringrazia Dio, chi loda il Viceré. - Barbareschi a Nisida. - Apparecchi in mare e pronostici in terra. - La paga di un mastro di campo. - Al passeggio di Santa Lucia. - Filosofia d’ amore in carrozza. -La natività di Μ. V. a Piedigrotta. - Liti, e cagioni delle liti. -Breve istoria dei traffichi genovesi. - La compra per procura. - Il figlio della moresca. - Riviera di Chiaia. - Il palazzo Caivano. - I trionfatori del mare. - Il sangue di S. Gennaro. - Confidenza mal posta. - Notizie di casa. - A Pozzuoli. - Galee genovesi a Messina. - Storia che si ripete. - Inno a S. Michele. - Si torna alle noie................pag. 299. λ I. - Ottobre. — Brighe continue. - Una questione cavalleresca. - Dalla guerra alla pace. - Ricordo di Lepanto. - Sonetto a S. Francesco. - Il cardinale Giannettino Doria. - Milizia e diplomazia. - Le mura di Genova. - Considerazioni strategiche. - La prima pietra. - Opera contrastata. - Ambrogio Spinola alla riscossa. - Le liti eterne. - Il cugino ammalato. - Filosofi e poeti. - I soldati del principe d’ Ascoli. - Malori e tristezze. - Poggio Reale. - Il vescovo di Nusco. - Noie in Tribunale. - A Capodichino. - La festa della vendemmia............. . pag. 445. λ II. - Novembre. — Quel di Nusco alle costole. - Gita classica. - Pranzo al verde. - Bacco acquaiolo. - Funerale. - Politica' sopraffina. - Il discorso agli Odiosi. - Argomento funebre. - Un sonetto al Cardinale Savelli. - Il cavaliere di S. Stefano. - Le croci mal dispensate. - Sabato buono. - Arsita al Savelli. - Alla Commedia di Palazzo. - Comici Spagnuoli. - Digressione teatrale. — Congressi ' e consultazioni. - Cure paterne. - Giambattista a Roma. - Il vescovo di Sant’Angelo. - La porta male aperta. - Strada impedita. - Da capo il Viceré. - Incidit in 'Scyllam cnpiens vitare Charybdim. pag. 486. Vili. - Decembre. — La porta male aperta. - Iniqua sentenza. - Il Segretario del Regno. - Un’ amicizia turbata. - Pioggia di VOLUME VENTINOVESIMO creditori. - Il concittadino innominato. - Debitori morosi. - Le frutta inzuccherate e i panierini d’argento. - Festa della Concezione. -La luminaria maravigliosa. - Buone nuove da Roma. - La domanda di Mons. Raggio. - Risposta diplomatica. - Tra gli Oliosi il Fermo. - Dichiarazione d’impresa accademica. - Il Vesuvio e Γ eruzione del 1631. - L’offerta di Carbonara. - Latet anguis in herba. - La bella Sofonisba. - Pioggia di madrigali. - Impresa navale fallita. - Il santo Natale. - Pranzo erudito. - Fin d’anno in rammarichi. Pag· 5 Γ3· IX. - Gennaio (1633). — Giano bifronte. - Dai satrapi del regno. - Dal buon cardinale Savelli. - Accademia improvvisata. È meglio essere invidiato che compatito ? - La ruota d’Issione. - L’ epifania. - Commedia e ballo a Palazzo. - Versi latini al Papa. - A'isita ad un potente. - Augurio sinistro. - Si torna agli Oliosi. - Sopra un distico di Marziale. - Incendio a Palazzo. - I reggenti del Collaterale. - Gran concessione. - Proteste d’affetto. - Tributi di vassali e regali di amici. - La festa di S. Antonio. - Felicità in anagramma. - Attacchi e parate. - In casa de Gennaro. - La bellissima tra le belle. - Il cocchio de las Maladoras . - Amore e Brio. - Fox faucibus haesit. - La richiesta imperiosa........pag. 543. X. - Febbraio. — In obbedienza alle dame. - Amore e Brio. -Dal corso delle maschere al ballo di Corte. - Giovedì grasso magro. - Cortesie del Cardinal Savelli. - Mascherate popolari e giostre signorili. - Il teatro di Palazzo. - L’avviso di Giannettino Spinola. - Sicarii in viaggio. - Nuovo ballo a Palazzo. - La quadriglia delle belle. - I cavalieri delle torce. - Quaresima. - L’ ospite agostiniano e il vin d’Albano. - Prediche del P. Ramaio. - Invito di OO concittadini. - Nè giuoco, nè chiacchere. - Ancora nei tribunali. -I frati a Sant’Angelo. - Parte il card. Savelli. - Da capo agli Oziosi. - Viaggio del Cardinale Infante - Storia di un arco trionfale a Genova. - Notizie dei sicarii e della vittima designata. - Una porta condannata. - Afflizioni domestiche. - Il gran da fare del reggente Γappia. - Proteste d’amicizia e calici d’assenzio . pag. 578. XI. - Marzo. — Sequitur lamentatio. - La carne più tenera. -Scadenza di affitto. - La bella visitatrice. - Arti di Sirena. - I consigli dell’ esperienza. - Dai diavoli agli angioli. - Accademici ed avvocati. - Galee genovesi. - Alla concezione. - Il reliquiario smar- 374 ATTI DELLA SOCIETÀ rito. - Da capo la Sirena. - Nella guerra d’ amor vince chi fugge. - Viaggio di penitenza al Vesuvio. - La spedizione di Capua. - Intimazioni legali. - Il cavalier che tutta Italia onora. - Consolazioni filosofiche. - All’Accademia degli Odiosi. - Un epigramma di Marziale. - Settimana Santa. - Il reliquiario ritrovato. - Processioni. -La Madre e il figliuolo. - Deliberazione improvvisa. - In tiro a sei. - Cortesia del duca di Caivano. - Avellino e il giardino dei Caracciolo. - Il mercato d’ Atripalda. - Il leone e il gallo. - Arrivo a Nusco...............pag· 621. XII. - Aprile. — Nel castello di Nusco. - In via per Sant’Angelo. - Gazzarra di sudditi. - Il vescovo Rangoni. - Di sella Γ un, 1 altro di seggia smonta. - Le chiavi della città. - Ricevimento feudale. - La chiesa delle Grazie. - I signori del vicinato. - Accanto al fuoco. - La porta aperta, chiusa e riaperta. - La caccia alle lepri. - Al feudo dei Leoni. - Caccia ai daini cammin facendo. - Il bosco del Fiorentino. - Giornata di pesca. - Il cartello del duca di Mad-daloni. - Pensiero alla moglie. - Al feudo di Andretta. - Caccia al cinghiale. - Carbonara non vista. - Principato descritto. - Guardia e Bisaccia. - Uccellagione. - La visita alla Morra. - Sonetto di Piramo e Tisbe. - Le cause a rifascio. - Consolazioni filodrammatiche. - La Flaminia. - Venere in maschera Veneziana pag. 651. XIII. - Maggio. — Allegrezze castellane. - Pranzo, ballo, teatro. OO O ' - Tornano le malinconie. - Considerazioni filosofiche. - Orazio confortatore. - I malandrini nel vicinato. - Mali e rimedii. - Giustizia di tribunale e ragion di governo. - Antonello da Benevento, l’Alfie-re, il Mancino. - Addio passeggiate nei boschi. - Il desiderio della patria. - Felicità domestica. - Procul negotiis. - Da Temistocle a Claudio De Marini. - Diletti e sospetti. - Finito l’anno/finito il libro...............pag. 694. Documenti..............pp. 709-734. Relazione della Riviera di Ponente fatta nel 1632 dal signor Gio. Vincenzo Imperiale, come Commissario delle Armi colà mandato dall’ Ill.mo Magistrato di Guerra della Serenissima Repubblica di Genova, pag. 711. - Lettera a Gian Vincenzo Imperiale, p. 732. - Minuta di lettera, p. 732. - Altra minuta di lettera, p. 733. -Frammento d’autografo di Gian Vincenzo, p. 734. Indice................pp 735-739· 375 VOLUME TRENTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1900, pp. I-XIV ; 1-407; due tavole GENOATI E VITURII - del socio Gaetano Poggi (Genoati furono chiamati gli antichi abitanti di Genova, \ iturii erano i loro vicini di Polcevera ; l’a. dà questo titolo all’opera perchè commenta in essa la famosa tavola di broiizo scoperta nella valle della Polcevera nel 1506 ed ora conservata nel Museo Civico d Arte e Storia. La tavola contiene una sentenza proferita in Roma nell’anno 117 a. C. intorno a controversie per confini fra i Genoati e i Veturii. L’a. ha studiato nuovamente questo antico documento romano-ligure recandosi sulle località designate dalla tavola e traendo dalla vista dei luoghi nuove conclusioni. Ha voluto inoltre stabilire la natura del I dialetto ligure antico e le sue forme primitive; dimostrare che il dilaletto 1 ligure è l’antico dialetto mediterraneo di cui la lingua greca fu la più splendida [estrinsecazione; dimostrare infine che questo antico dialetto mediterraneo è il substrato linguistico su cui si formò il latino e poi tutte le lingue che vanno sotto il nome di' lingue neo-latine) (È allegato un fac - simile della tavola). i. Scoperta della tavola. - 2. Suo contenuto. - 3. Lezione del Mommsen. - 4. Traduzione. - 5. Gli studi compiuti fino al presente. - 6. Importanza della tavola sotto l’aspetto giuridico, sociale, linguistico. - 7 Sua importanza come primo documento di Storia Ligure. Le interpetrazioni del Serra, del Grassi, del Desimoni. - 8. Criterii da seguirsi nello studio della tavola. 11 pregiudizio latino. - 9. Gli storici latini. - 10. Fonti per lo studio della storia ligure preromana. - 11. Il dialetto. - 12. L ispezione diletta dei luoghi. - 13. Il metodo storico-alpino applicato allo studio della tavola di bronzo. - 14. La mia carta. - 15. Il commento. II. I Liguri - Primo saggio di ricostruzione storica in base al dialetto . . . . -........PP· 3 7_191 * 1. I liguri pastori. - 2. Il dialetto ligure antico. Modo di ricomporlo. - 3. La terra. - 4. L’acqua. I corsi d’acqua. - 5. I monti. pp. V-XIV ; 1-404. Prefazione .... I. La Tavola di bronzo pp. Y-XIV. » 1-36. 376 ATTI DELLA SOCIETÀ - 6. La valle. - 7. La selva. A Uà. - 8. I vi, cioè i volghi. - 9. Le strade: va, vado e odo. - 10. Le posizioni dei vi. - 11. Il Casti. - 12. Le prime abitazioni dei Liguri: i cavi e l’erma e il gias. - 13. eto, edo e gli est. - 14. Cape - Cubana - Tegi - Sìagiu - Ca - Monta Galea. - 15. La capanna del pastore. - 16. L’agricoltura. - 17· Le piante. - 18.1 legumi. - 19 I fiori. - 20. Gli animali. - 2ΐ. I termini marinareschi. - 22. Le professioni. - 23. L’Astu, il proti, la raiba, i pr'e. - 24. Il popolo. - 25. La divinità. - 26. La famiglia. - 27. Conclusione. III. La Polcevera primitiva - La Polcevera all’epoca della. Tavola di Bronzo...........pp. 192-204. 1. La Polcevera nell’epoca primitiva. Porsei-vi-a. - 2. La Polcevera all’epoca della, tavola di bronzo. 3. Storia del regime agrario dei Liguri. Divisione del territorio fra tribù. - 4. L’ager privatus della tribù. - 5. L 'ager poplicus. - 6. I compascui. - 7. I prati nei compascui. - 8. Opinioni del Rudorff e del Desimoni. - 9. Le comunaglie; niàge. IV. La sentenza dei Minucii........pp. 205-262. 1. I rapporti dei Liguri coi Romani. - 2. I fratelli Minucii -L’influenza dei Romani in Liguria. - 3. Epoca della sentenza. - 4. Carattere della sentenza. - 5. Preliminari e formalità. - 6. Definizione dell’agro privato dei Langen. Suoi confini. - 7. Confini dell’agro pubblico. - 8 Vectigal dovuto dai Langen ai Genovesi «prò eo agro». Si respinge il concetto di sudditanza, finora ammesso dal Rudorff, dal Mommsen e dal Desimoni. - 9. Cosa · fosse il «Vectigal» e Γ « ager vectigalis». - 10. Decorrenza del Vectigal dovuto dai Langen. -(ιι. I possessi privati nell’agro pubblico. - 12. Compascui 0 comunaglie. - 13. Norme per i compascui fra Genovesi e Vituri. - 14. I prati nei compascui. - 15. Decisione relativa alla liberazione dei prigionieri. Anche qui si elimina l’idea di sudditanza. - 16. Dissensi sul modo di leggere il testo. - 17. Discrepanze di lettura e di interpetrazione a riguardo della clausola -si · Qvoi · de · ea . re · ixiQvoM . videbitVR. - 18. Il nome dei delegati Genovesi e Viturii. V. L’Agro privalo dei Langen.......pp. 263-282. VOLUME TRENTESIMO 377 i. Il « castelo » e il suo agro. 2. - L’ «ede». - 3. Il emanicelo ». - 4. Il « LEMORI ». - 5. Il « COMBERANEA ». - 6. La « CONVALIS CAEPTIEMA La <' VIA POSTVMIA ». - 8. Il « VINDUPALIS » e il «NEVIASCA». - 9. La «PROCOBERA». - IO. VINELASCA · POSTVMIA e MAN1CEL0 ». - li. Si ritorna al primo termine. VI. L’Agro pubblico dei Lang'en.......pp. 283-316. 1. Idea generale. - 2. « Ede e Procobera ». - 3. I monti « Lemv-rini». - 4. Il «Procavo». -5. Il Lemvrinvs svmmvs». - 6. Il Castelvs Alianvs ». - 7. « Ioventivs ». - 8. «Apeninvs Summvs » 9. «Tvledon. Veraglasca. Berigema. Prexico ». - io. « Tvn-tlasca. Blustiemelo. Claxelo. Lebriemelo. Eniseca. -II. « Edvs et Procobera ». - 12. Pontedecimo. - Sintesi storica. λ7ΙΙ. Gli altri popoli della Tavola.......pp. 317-358. 1. Criteri da' seguirsi. - 2. I Dectunini. - 3. Gli Odiates. - 4. I Cavaturini. - 5. I Mentovini. - 6. A qual popolo appartenevano i Cavaturini. - 7. Le capanne di Mercuieù; antichissimo mercato. - 8. Le antiche strade dei Genuati e Viturii. - 9 I confini tra Genuati e Viturii. - 10. Le tribù dei Viturii; le tribù dei Genoati. - 11. Si discutono i confini dei Genovesi. - 12. Come e perchè scomparve la memoria del popolo Viturio. - 13. I popoli Liguri attraverso i secoli fino alla rivoluzione francese. - 14. Conclusione. Prospetto di radici del dialetto ligure primitivo . . . pp. 359-392. ? Nomi di paesi e di famiglie illustrati in questo volume pp. 393-404. Indice del volume trentesimo degli Atti.....pp. 405-407. CARTA TOPOGRAFICA DEI GENOATI E VITURII di G. Poggi. (Pubnlicata dalla Sezione Ligure del Club Alpino Italiano). (La carta ha da un lato un fac-simile della Tavola di Bronzo colla lezione adottata dal Mommsen e la versione italiana di G. Poggi; dall’altro la carta dell’ agro dei Genoati e dei Veturii). 37s ATTI DELLA SOCIETÀ VOLUME TRENTUNESIMO. Fascicolo I. Roma, tip. Artigianelli di San Giuseppe, 1901, pp. I-XLVUI; 1-452. CODICE DIPLOMATICO DELLE RELAZIONI FRA LA LIGURIA, LA TOSCANA E LA LUNIGIANA ai,tempi di Dante (1265-1321) di Arturo Ferretto. -Parte prima dal 1265 al 1274. Prefazione..............» V-VI. Relazioni tra Genova e Firenze al tempo di Dante . » VII-XLVI. (L’a. fa in rapidi cenni una sintesi delle notizie raccolte dalle carte di archivio di Genova e di Firenze e da opere di vari autori sulle relazioni di Genova e di Firenze ai tempi di Dante. Relazioni che furono quasi sempre amichevoli, benché Genova fosse il focolare delle mene dei banditi fiorentini. L’a. parla in generale dei fiorentini stabiliti in Genova ed in special modo dei personaggi illustrati d.i Dante che si trattennero più o meno a lungo in Genova, in Liguria e nella Lunigiana, ha un capitolo su Dante in Liguria, uno su Antonio di Camilla vescovo di Luni ed uno sui Malaspina). Errata-corrige...........pp. XLVII-XLVIII. Parte prima del Codice (1265-1274)......pp. 1-410. (Sono millequarantuno regesti di documenti estratti da filze di notar e da opere già pubblicate. Sono accompagnati da note illustrative). Indice geografico............pp. 411-426. (Comprende pure le persone, indicate col nome della patria). Indice onomastico............» 427-452. Fascicolo II. Roma, tip. degli Artigianelli di S. Giuseppe, 1903, pp. I-CXVI; 1-501. Parte seconda del Codice Diplomatico delle relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante (1265-1321) di Arturo Ferretto dal (1275-12(81). VOLUME TRENTUNESIMO 379 Prefazione ..............pag. IX.. Branca D’Oria e la sua famiglia......pp. XI-CXVI. (Il F. presenta uno studio sulla figura di colui che per sua opra - In anima in Codio già si bagna - Ed in corpo par vivo ancor di sopra. (Div. Coni. Inferno, XXXIII. - Precedono alcune notizie sugli antenati di Branca, e cioè su Nicolò suo bisavolo, fiorito fra il 1180 ed il 1224, Manuele suo avo, vissuto nella prima metà del sec. XIII e Nicolò suo padre ; Branca nacque verso il 1233 e condusse in moglie probabilmènte nel 1253 Caterina, figliuola di Michele Zanche, il famoso barattiere ricordato da Dante, che amministrava 10 stato di re Enzio in Sardegna. Morto il re Enzio (15 marzo 1271) nella onesta prigione di Bologna, Michele Zanche si impadronì del regno turritano, ma poco dopo nel 1275 Branca d’Oria lo uccideva a tradimento durante un pranzo, sembra coll’unica mira di ereditarne i grossi possessi in Sardegna. 11 Branca coi fratelli e coi figli partecipò alla battaglia della Meloria (6 agosto 1284) e seppe durante la sua vita ampliare assai i suoi fondi in Sardegna e in Liguria e in ciò lo aiutò molto ii suo primogenito Bernabò. I due d’Oria sostennero aspre lotte interne cogli Spinola; s imparentarono con i Visconti, signori di Milano, lottarono a lungo coi Pisani e in seguito cogli Aragonesi per il dominio della Sardegna; ma nel 1323 Sassari si dava agli Aragonesi. Nel 1325 morivano quasi contemporaneamente Branca e il figlio Bernabò). Parie seconda del Codice (i2q^-i2Si).....PP· I*438- (Contiene 894 registi di atti notarili accompagnati da note illustrative). Indice geografico.........- · · PP· 439'4^4· Indice onomastico ............4^5‘501· VOLUME TRENTADUESIMO Roma, tip. Artigianelli di S. Giuseppe, 1901, pp. 1-313 GENOVA E TUNISI (1388-1515). - Relazione storica del socio avv. Emilio Marengo, sotto archivista nel R. Archivio di Stato in Genova, seguita da due Appendici sulle monete e consoli, e da alcuni tra i più importanti documenti, con indice generale e alfabetico. pp. 7-312. 380 ATTI DELLA SOCIETÀ (L’a. studia i rapporti fra Genova e Tunisi durante il secondo periodo della dinastia dei Re Hafsidi. Dopo alcuni brevi cenni di introduzione, prende le mosse dalla espugnazione di Gerba, compiuta da Raffaele Adorno nel 1388, per far capo al 1515, cioè all epoca già in parte trattata dall’Amari nel volume V degli Atti (Nuovi ricordi arabici etc.). La materia è divisa in dieci capitoli che trattano delle varie vicende del governo di Genova, passato da uno all’altro signore e le conseguenti relazioni coi re di Tunisi. Segue in appendice un breve cenno sulle monete e l’elenco dei consoli genovesi in Tunisi (1404-1513). Indi 29 documenti, dei quali il primo è del 1397, l’ultimo del 1510, seguiti poi da un supplemento di altri 22 che vanno dal 1436 al 1508 e sono frutto di una nuova revisione dei registri di Cancelleria della Repubblica). Lettera all’111. mo sig. Presidente della Società Ligure di Storia Patria, march. Cesare Imperiale di S. Angelo, pp. 7-16. (La. accenna alla trama ed allo svolgimento dell’opera). Parte prima: Esposizione storica.......pp. 17-126 Capo I. § ϊ . Divisione politica dell’Africa Settentrionale dopo lo smembramento dell’ Impero degli Almoadi. — § 2. Breve cenno sul regno degli Hafsidi di Tunisi dalla sua fondazione al re Abul-Abbas-Ahmed.......... pp 18-^2 Capo II. (1388-1397) — § 1. Sviluppo della pirateria in Africa nella 2. meta del sec. XI\ · sua organizzazione. — § 2. Conseguenze della pirateria. Guerra dei Genovesi contro il re di Tunisi. Presa di Gerba. Spedizione di El-Mehadia. — § 3. Invio a Tubisi di ambasciatoli genovesi Trattato del 1391 e posteriore sua conferma o rinnovazione..........pp 23-30 Capo III (1397-1421) — § 1. Condizioni politiche di Genova alla fine del sec. XIV. Loro influenza nelle relazioni con Tunisi. Fatti dnersi. § 2. Relazioni di Genova col re di Tunisi sotto Buccicaldo e successivamente fino alla dominazione di Filippo Maria Visconti..............pp. 31-36. Capo II·. (1421-1436). — § 1. Governo di Filippo Maria Visconti, signore di Genova. Invio a Tunisi di ambasciatori e ristabilimento delle relazioni con quel Re. — § 2. Difficoltà per la conclusione di un trattato definitivo di pace e rinnovazione generale dei trattati. Fatti relativi. Risoluzione di tali difficoltà. Andrea De Mari console e ambasciatore a Tunisi. Sue istruzioni. Conclusione di un trattato nel 1433. Contenuto di questo trattato. Nuovi disaccordi col re di Tunisi. — § 3. Considerazioni . pp 37-48 VOLUME TRENTADUESIMO Capo V. (1436-1453). — § 1. Morte di Abu-Fares ; suoi successori. Ribellione di Genova contro la signoria di Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Favorevoli conseguenze di questi due avvenimenti. — § 2. Consoli di Tunisi. — § 3. Fatto che diè origine ad una prima Comperetta di Tunisi, e missione dell’ambasciatore Zaccaria Spinola. Istituzione di detta Compera e diritti da essa dipendenti. — § 4. Trattato conchiuso nell’ anno 1445 e sue disposizioni. — § 5. Buone relazioni esistenti in questo periodo fra i due Stati. Richieste di frumento fatte dalla Repubblica. Concessione ai Genovesi delle pescherie di Marsacares. — § 6. Incidenti diversi. Conseguente invio a Genova di un ambasciatore moro : accoglienze avute : sua gita a Milano. Reclami del governo genovese per la detenzione di due giovani Spinola a a Tunisi e invio colà dell’ambasciatore G. Spinola : sue istruzioni : risultato ottenuto. — § 7. Segue; consoli . . . pp. 49-70. Capo VI. — Aumento della pirateria in Africa e istantaneo accrescimento del commercio dei Genovesi col regno di Tunisi nella seconda metà del secolo XV.......pp. 71-74· Capo VII (1453-1488) — § 1. Consoli. Richieste di liberazione di prigionieri. Istituzione di una seconda Comperetta di Tunisi. Nuovo appalto del vecchio Diritto. — § 2. Scadenza del trattato del 1445. Francesco Sforza signore di Genova. Conclusione di un trattato nel 1465 per opera dell’ ambasciatore A. Grimaldi e suo contenuto. Osservazioni. — § 3. Fatto che diè luogo all’ invio a Tunisi dell’ambasciatore Giovanni da Levanto. Discussione in Consiglio : importante discorso del nobile Battista Spinola : deliberazione seguitane. Imposizione del diritto di un ottavo per cento. Istruzioni all’ ambasciatore suddetto : sua opera. — § 4. Peste in Tunisi e disposizioni sanitarie del governo di Genova. Osservazione.— § 5. Viva emulazione commerciale nel regno di Tunisi fra Veneziani e Genovesi. G. B. Lomellino qm. Eliano e Benedetto Fieschi ambasciatori presso quel Re. Consoli. — § 6. Fatto di pirateria del genovese Giorgio D’Oria. — § 7. Seconda ambasciata di G. B. Lomellino; ragione, risultato passivo di essa. Francesco Panigarola console e ambasciatore.»— § 8. considerazioni ...............pp. 75-98., Capo Vili. — Cause che determinarono la decadenza del commercio 3S2 ATTI DELLA SOCIETÀ genovese in Barberia sullo scorcio del sec. XV . pp· 99-100. Capo IX. (1488-1499). — § 1. Abu-Zakaria-Yahia e Abd-AIlah-Moham-med successori di Omar-Othman. — § 2. Genova per la seconda volta sotto la signoria degli Sforza. Ludovico il Moro e sua amministrazione nelle cose interne ed esterne della Repubblica. Abolizione in Genova della tassa focaggio : accordo con 1’ ufficio di S. Giorgio e conseguenti disposizioni sui diritti riguardanti le due Comperette di Tunisi. — § 3. Ambasciate di Battista Grimaldi eG. B.diMonteburgo; notizie relative. -§ 4. Fatti diversi pp. 101-108. Capo X. (1499-1515).—§ x. Genova sotto il protettorato di Francia. — § 2. Malumore contro il Re di Tunisi. Incidente seguito per la presa della nave Giustiniana fatta dai Portoghesi. Invio dell’ ambasciatore Damiano Negrone ; vano risultato della sua missione. Rottura delle relazioni diplomatiche e provvedimenti del governo genovese. — § 3. Desiderio di riconciliazione manifestato da Abd-Allah-Mohammed. Missione preso di lui del nob. R. Pallavicino e relative istruzioni. Osservazioni sulla scadenza del trattato del 1465. Negoziati per la conclusione della pace e rinnovazione di d. trattato : venuta a Genova di un ambasciatore moro. — § 4. Cattura dell’ ambasciatore moro operata dai Siciliani nel suo viaggio di ritorno a Tunisi. Gravi conseguenze. — § 5. Conclusione della pace e rinnovazione del trattato del 1465. Inosservanza da parte del Re alle condizioni della pace e nuovi atti contro i Genovesi. Lettera del governo della Repubblica al Re. Nuova rottura delle relazioni e conclusione . . pp. 109-128. Appendice I. --- Breve cenno sulle monete . • · PP· 129-132 Appendice II. --- Elenco dei consoli genovesi in Tunisi (Γ404 1513). pp. i33-r36· Parie seconda: Documenti....... • · PP· 137-246. Supplemento............ • · PP· CO co o* 1 ’Φ Indice generale alfabetico........ • · PP· 289-304. Indice delle parti.......... • · PP· 305-312. Errata-corrige........... 313· O 383 IL COLLE DI S. ANDREA IN GENOVA E LE REGIONI CIRCOSTANTI per Francesco Podestà pp. 5-283. (L’a. scrive nella prefazione che le demolizioni e gli sterri operati nella nostra città per aprire il varco alla nuova via XX Settembre, lo invogliarono a raccogliere notizie intorno al colle di S. Andrea ed alle regioni che lo attorniano e ci offre infatti una storia documentata ed illustrata delle strade e delle case di questo colle, e delle famiglie che vi abitarono, delle mutazioni che vi avvennero dal medio evo al tempo moderno). (A pag. 25 si trova una riproduzione dal codice di Caffaro, rappresentante una casa in fiamme). Il Monastero di S. Andrea ed i suoi dintorni . . pp. 3I_52· (A pag. 34 è posta una illustrazione del Chiostro di S. Andrea). La Chiesa di S. Ambrogio e le sue circostanze . . pp. 52-75. (Dopo la pag. 56, una tavola porge un’esatta idea dei vicoli che correvano a tergo della chiesa di S. Ambrogio e che formavano il Borgo Sacherio). Piazza Nuova . . ,.........PP· 76-85. Il Canneto-Vaioria-La Chiavica - Piazza- Lunga, pp. 86-96. (Dopo la pag. 92 una tavola sulla ubicazione di piazza S. Giorgio). Dalla Raiba alla piazza di S. Genesio .... pp. 96-99· La piazz^ di S. Lorenzo e le vie contigue . . . pp. 100-102. Il Duomo 0 Palazzo Arcivescovile......pp. 102-112. (Segue una tavola che si riferisce al Palazzo Arcivescovile). I palazzi e k torri del Comune......pp. 113-122. La Domocolta ed i suoi dintorni......pp. 123-140. (A pag. 128 una illustrazione della Chiesa di S. Domenico in denioJizioné). Al lettore pp. 7-8. Il Brolio pp. 9-30. 3>s4 ATTI DELLA SOCIETÀ La Porta Aurea............pp. 141-148. Il Rivo Torbido............pp. 149-151. Via Felice 0 Vico del Vento - Via Giulia .... pp. 152-160. (Dopo la pag. 152 c’è una pianta della località di Piccapietra e via Giulia). Morsento..............pp. 160-168. Ponticello...............» 168-172. Il vico Dritto.............» 173-180. Il Colle 0 Colla............» 180-184. Le Cinte murali............» 185-197. La Porta Soprana e i suoi dintorni......» 198-250. (Alla pag. 216 segue una tavola sulla Torre della Porta di S. Andrea. Fra le pp. 232 e 233 stanno altre tre tavole che rappresentano la località presso la detta Porta, le botteghe Cicala e lo spazio Cicala). Il Prione. - Pia^a delle Erbe - Me^a Galera - San Donato e i dintorni..........pp 251-259. (Intercalata nel testo, dopo la pag. 256, una tavola di piazza Erbe). Ravccca...............pp. 260-263. Sarrano - Il Campo - La Marina - La Piana - Il Castello pp. 2647280. (Alla p. 264 segue una tavola che si riferisce a Sarzano, e dà l’ubicazione della chiesa e della piazza). Illustrazioni contenute nel volume XXXIII (Indice) . pag. 281. Errata-corrige.............pag. 282. Indice del volume trentesinioterzp degli Atti . . . pag. 283 VOLUME TRENTAQUATTRESIMO Genova, tip. della Gioventù, 1904, pp. I-XLA’I ; 1-395. ANNALI STORICI DI SESTRI PONENTE E DELLE SUE FAMIGLIE dal secolo VII al secolo XV (Arturo Ferretto, Giuseppe Parodi)......pp. 1-395. VOLUME TRENTAQUATTRESIMO (Quest opem venne composta da Arturo Ferretto colla cooperazione del teol. Giuseppe Parodi, prevosto di S. Giovanni Battista di Sestri. Il F. formi il materiale storico tratto dallArchivio di Stato di Genova. Il P. scrisse la maggior parte della prefazione e delle note apposte ai documenti ed ai regesti. Nella prefazione i due autori danno una rapida scorsa alla storia di Sestri, dapprima comune libero (sec. XII), poi soggetto alla podesteria di Voltri ; infine, nel 1609, eretto a sede di capitaneato. Seguono notizie dei Sestresi incon- trati negli atti medievali della Badia di S. Andrea e della chiesa di S. Fran- cesco). Prefazione . Errata-Corrige . . Documenti e Regesti . - » I-352. (Sono in tutto 1537 regesti; il primo è del 680-690; l’ultimo del 1500) Indice onomastico . . . Indice geografico....... • · » 381-395· VOLUME TRENTACINQUESIMO Genova, tip. della Gioventù, 1906-1907. Il volume è diviso in due parti: la prima ha pp. I-XXXII; 1-262; la seconda pp. I-XXIV; 1-394. PARTE PRIMA (pp. I-XXXII; 1-262). STUDIO SULLE FINANZE GENOVESI NEL MEDIO EVO e in particolare sulla Casa di S. Giorgio. Traduzione dal tedesco di Onorio Soardi, riveduta dal-1’ autore dott. prof. Heinrich Sieveking . . . . pp. 1-258. (Dedica del traduttore all’ avv. Edoardo Zabban). Poche parole del traduttore.........pp. ΙΧ-ΧΠ. Prefazione dell’ autore...........» XTTT-XVTTT Atti della Società Ligure di Storia Patria Voi. XLIII — j6. 3 36 ATTI DELLA SOCIETÀ (In un primo capitolo Γλ. dimostra come Genova si liberò dai vinco , dando sviluppo ad una finanza propria, nella quale i debiti rappreseti subito una parte importante. Nel secondo capitolo osserva il per e zie del sistema delle imposte e dei debiti dello Stato. Mentre il capitale, in cerc.^ collocamento, veniva offerto allo Stato a condizioni vantaggiose, una ecc^s® espansione del credito obbligò il governo ad accordare ai creditori corporazione. I protectores capituli, istituiti nel 1 323> rappresentane ι i * J λΊ T ? Λ 3 p /| c* 11 o della compera salis del 1274, della mutua vetera consolidata n ) 3 compera pacis del 1332. Il terzo capitolo dimostra come le organizzazioni ei creditori dello Stato si mantennero e si affermarono, durante epoca ‘ Genova ducale e studia fino a qual punto le compire e le maone, le associaz dei creditori dello Stato e degli appaltatori delle imposte, possano essere considerate come il germe delle società per azioni. La seconda parte dell’opera tratta della Casa di S. Giorgio. Il quarto capitolo descrive la fondazione della Casa e il primo peno 0 suo esercizio bancario dal 1407 al 14441 ^ quinto discute in particolare am ministrazione coloniale della Casa dal 1447 *5^3 el^ un u^mo caP ' comprende le sorti ulteriori della Casa e specialmente il secondo bancario dal 1675 al 1815). Fonti e letteratura...........PP· (È una esposizione dettagliata delle fonti che possono servire agli studiosi storia genovese nell’ alto Medio-Evo). Parte prima - Le finanze genovesi dal XII al XIVsecolo pp. 1 I· Capitolo I. - Genova sotto il dominio illimitalo della nobiltà fino all’anno 1257. Prime notizie di Genova, dominio e diritti dei marchesi pp j-6. I visconti e le tasse da essi percepite . . . · PP- 6-14. II comune tende ad emanciparsi appoggiandosi al vescovo. Diritti finanziari di quest’ ultimo.........PP· Μ"18· Organizzazione indipendente della borghesia nella Compagna. (La compagna è 1’ organizzazione dei cittadini atti alle armi e non una corporazione (gilda), nè una società commerciale con ca pitali) ................PI1- 18 27. Genova estende la signoria sulla Liguria, si emancipa dai mai-chesi, lasciando invece sussistere i diritti dei visconti e dall .11- civescovo..............PP· 27 31 · Finanze del Comune, patrimonio, dazi, diritti di pesatura » 31'4°· Riconoscimento da parte dell’ imperatore ...» *4°"43 · Le spese straordinarie del Comune coperte da imposte stiaoidinarie ; le collectae terrae et maris.....> · ΡΡ· 43"4^· VOLUME TRENTACINQUESIMO 387 Il debito pubblico di Genova, debito in sospeso, pegni e ;,PPa^i...............pp. 47-)0· Acquisto di rendita, la maona di Ceuta, prestiti forzosi, pp. 51-56. Importanza sociale del crescente debito dello Stato; dominio della nobiltà guelfa, amministrazione delle finanze, conto dell’ anno I237................pp. 56-50. Capitolo II. - Dalla prima istituzione del Capitaneus populi fino all’ elezione del doge popolare Elezione del Boccanegra a Capitaneus populi, sua politica finanziaria (prestito forzoso ad interesse del 1257).....pp. 61-63. Significato della voce locus per gli armatori, nell’ appalto delle imposte, nel debito di rendita e nei prestiti forzosi ad interesse .................pp. 63-65. Energia del Boccanegra contro i marchesi, i visconti e l’arcivescovo, come pure contro i creditori di rendita ; sistemazione delle compere ad interesse fisso a Genova.....pp. 65-68. Reazione della nobiltà 1262; libera vendita dei loca pp. 68-69. La compera Maletolte del 1263......» 69-71. Consolidamento della compera salis del 1274 . . » 71-72. Cangiamento della costituzione del 1270; organizzazione delle classi ; nobiltà e popolo ; floridezza di Genova al volgere del 13.0 secolo..............pp. 73-80. Le imposte e l’amministrazione delle finanze di Genova nella seconda metà del i}.° secolo. Le entrate dello Stato di Genova derivanti dal patrimonio, dalle regalie, dai dazi e dalle imposte sul commercio..............pp. 80-83. Politica e tassazione per provviste alimentari ; tendenza al monopolio ...............pp. 83-88. Riforma delle imposte dirette, tassa d’eredità. . » 88-90. Amministrazione delle finanze.......» 90-91. Aggravamento del debito causato dalla guerra di Pisa ; torbidi verso la fine del 13.0 secolo........pp. 91-93. Riforma delle finanze del 1303. Riordinamento dell’amministrazione bilancio, consolidamento dei mutua vetera. pp. 93-98. Traffico con titoli del debito pubblico. Debiti pubblici contratti mediante vendita di luoghi.........pp. 98-102. Riforma delle finanze sotto il reggimento della nobiltà guelfa, istituzione dei visitatores ordinamento dei libri, confortatores e 588 ATTI DELLA SOCIETÀ protectores·, importanza della istituzione deiprotectores 13 23 pp. 102-109. Compera pacis. Aumento d’imposte e peso del debito pubblico Capitolo III. Amministrazione delle finanze genovesi sotto il doge, fino alVere^ione della casa di S. Giorgio 13557-1407. Elezione del doge popolare. Convenzioni di Boccanegra coi protectores capituli............ρρ· 125-129. Consolidamento e amministrazione delle compere capituli pp. 129-137. Organizzazione delle finanze dello Stato nella Genova du- cale............... PP· 1ϊΊ~1Α1· Ordinamento formale del bilancio interno di Genova,· scrittura doppia, unificazione delle casse. Dissertazione sulla voce monte................pp. I4I‘I45- Ordinamento materiale del bilancio di Genova . pp. 146-152. Imposte dirette............» 152-160. Gabelle . ........... . » '160-164. Tasse ed imposte sul commercio. 164-173. Dazi su viveri, imposte dirette sul lusso ...» 173-175. Protezionismo.....■.......» 175-187. Politica per l’approvigionamemo del Comune. . » 177-185. Il debito pubblico di Genova e di altre città italiane fino verso l’anno 1400 . . ..........pp. 185-194. Amministrazione ed estinzione dei debiti ...» 194-200. Traffico di luoghi, impiego di capitali e speculazione pp. 200-210. Le maone di Cipro. Corsica e Scio, confronto colle Società per azioni................pp. 210-223. Appendici..............» 225-258. (Sono otto documenti che contengono atti del sec. XIII ed alcuni esempi di contabilità in scrittura doppia del sec. XIV). Indice della parte prima..........pp. 259-261. PARTE SECONDA (pp. I-XXIV, 1-393). Genova, tip. della Gioventù, 1906, pp. I-XXIV ; 1-393. Prefazione..............pp. VII-XXIV. Appalto delle imposte . . Il monopolio del sale . , » 109-112. » 112-119. prima della rivoluzione del 1339 pp. 120-124. VOLUME TRENTACINQUESIMO 389 (L’a. espone le ragioni per le quali gli parvero degne di studio, le ricerche sulla casa di S. Giorgio : esse furono la forma della sua organizzazione, la sua importanza nelle finanze di Genova, la sua politica coloniale, l’esercizio della banca. Accenna infine a varie lacune che sarebbero utili riempire per meglio penetrare nella storia genovese, studiare cioè le varie costituzioni di Genova, indagare le relazioni fra le diverse forme di costituzione dello stato e quelle delle organizzazioni sociali e seguire la importanza ed attività varie delle classi popolari e delle famiglie nobili attraverso i secoli. Venendo poi ad una storia del commercio genovese, il S. stima che essa dovrebbe rannodarsi colle imposte cedute alla Casa e colla sua azione bancaria per regolare il commercio monetario. Detta storia dovrebbe considerare da una parte le vie del commercio, i trattati commerciali conchiusi, con altri stati e le lotte commerciali sostenute cun essi, prendendo in considerazione oltre alla concorrenza di Venezia anche le relazioni colla Spagna (Aragona, Barcellona); dall’ altra parte un attento studio dei tesori dell’ archivio genovese porterebbe nuova luce sul perfezionamento della tecnica del commercio, sulle varie specie di commerci, sulle loro quantità e sui prezzi). Fonti e letteratura...........pp. XV-XXIY. (Il S. tratta per sommi capi tutte le fonti che possono servire per la storia genovese dal sec. XIV in poi).' Parte seconda - La .Casa di S. Giorgio......pp. 1-278. Capitolo I. La fondazione della Casa di S. Giorgio; primo periodo del suo esercizio bancario 1407-1444. Genova e le sue finanze alla fine del XIV secolo. Tentativi per un miglioramento delle finanze.......pp. 3-11· Il reggimento del maresciallo Bucicaldo. Consolidamento dei debiti dello Stato alla Casa di S. Giorgio . . . . pp. 11-19. Organizzazione e natura della Casa di S. Giorgio » 19-25. Costruzione giuridica delle compere, pagamento degl’ interessi e imposta sulla rendita...........pp. 26-33. Vendita dei titoli del debito pubblico .... » 33-38. Importanza della Casa di S. Giorgio per il debito pubblico di Genova...............pp. 38-45. Affari monetari e di credito delle amministrazioni del debito pubblico. Monte depositi e Monte doti a Firenze . pp. 45-49· Gli affari di banca a Genova nel medioevo . . » 49-62. Gli affari bancari della Casa di S Giorgio. . . » 62-74. La moneta a Genova..........» 75-82. Tentativi per stabilire un corso fisso del fiorino d’ oro, e parte presa dalla Casa di S. Giorgio in questi tentativi . pp. 82-87. 390 ATTI DELLA SOCIETÀ Soppressione della Banca di S. Giorgio. Nuovo ordinamento della costituzione della Casa nel 1,444.......PP· 87-90. Capitolo II. S. Giorgio dalia metà del XV secolo fino alla meta del XVI. La Casa quale proprietaria di fondi, 1447-1552. I consolidamenti verso la metà del XV secolo . pp. 91-96. La Casa di S. Giorgio continua ad aiutare finanziariamente il governo che in cambio le accorda privilegi . . . pp. 96101. Pagamento d’imposte e d’interessi mediante compensazione ; sconto delle «paghe»..........PP· 101-107. Condizione bancaria e monetaria di Genova nella seconda metà del XV secolo.............pp. 108-118. Amministrazione coloniale della Casa di S. Giorgio » 118-125. Cipro e colonie del Tauro........» 125-130. Corsica..............» 130_13 3 - Confronto fra la politica coloniale di Genova e di Venezia. ................PP· 13 3_13 6- L’imposta diretta a Genova; sua impopolarità . » 136-141. L’abolizione dell’imposta diretta a Genova . . » 141-146. Come venne supplito alla mancanza dell’imposta diretta; confronto con Firenze..............PP· 146-15 τ. Potenza politica della Casa di S. Giorgio al principio del XVI secolo................PP· 152_ 15 5 · Cangiamento della costituzione genovese nel 1528 » 155_159* II «contractus solidiationis » del 1339 .... » 15 9”1 ^3 - Le gabelle assegnate alla Casa di S. Giorgio . . » 164-173. Tentativi per diminuire il peso delle imposte genovesi » 173-176. Rinunzia dei possessi territoriali della Casa . . » 176-180. Capitolo III. Genova e la Casa di S. Giorgio dal XVI secolo, fino al principio del XIX. Secondo periodo dell’ esercizio bancario della Casa. ijSé-iSij. Politica estera ed economia interna.....pp. 181-192. Gare interne. Industria e commercio di Genova . » 192-203. Politica dei viveri...........» 203-211. S. Giorgio. Costituzione e stato della Casa . . » 211-221. La Casa di S. Giorgio impedisce Γ estinzione dell’ antico debito pubblico di Genova ; estinzione dei monti del XIV è XV secolo a Venezia. La Casa di S. Giorgio sovviene lo Stato con denaro...............PP· 222-232. VOLUME TRENTACINQUESIMO 391 I cartolari della Casa..........pp. 232-240. Ripresa dell’esercizio bancario nel 1586. Confronto della Banca di S. Giorgio colla Banca Ambrosiana di Milano . pp. 241-246. Apertura dei banchi di moneta corrente 1675. . » 246-254. La Banca di S. Giorgio ed i suoi biglietti. . . » 255-263. La catastrofe del 1746.........» 263-270. Scioglimento della Casa di S. Giorgio . · . . » 270-277. Appendici...............pp. 279-364. (Sono dodici dei più importanti documenti e conti riferentisi alla trattazione della Casa. 11 primo è del 1414, 1’ ultimo é del 1757). Indice della parte seconda.........» 365-366. Indice alfabetico.............» 367-392. Errata-corrige.............p. 393. VOLUME TRENTASEESIMO Roma, tip. Artigianelli di S. Giuseppe, 1906, pp. I-XL ; 1-640. LIBER MAGISTRI SALMONIS SACRI PALATII NOTARII - 1222-1226 - con prefazione di Arturo Ferretto..............pp. III-XL ; 1-588. (Dedica dell’ a. alla R. Deputazione sovra gli studi di Storia Patria per le antiche provincie e la Lombardia). Prefazione..............pp. V-XL. (L’a. dovendo trattare di un oriundo Chiavarese, passa prima in rassegna tutti gli uomini illustri che affluirono in Genova dalla Riviera di Levante, indi viene a discutere del notaio Salmone e non Salomone, come ebbero a chiamarlo i! Belgrano che parlò di lui in Atti Voi. XXI pp. 628-630, ed altri eruditi. Il F. ci dice che la famiglia di Salmone era forse originaria di Bor-' zone in Val di Sturla e che di poi passò a Chiavari, e da Chiavari a Genova. H 'Salmone è ricordato per la prima volta a Genova il 23 novembre 1191, e dimorava in Borgosacco ; ebbe un figlio Vassallo che lo segui nella carriera del tabellionato. L’ ultimo atto di Salmone è del 7 maggio 1247. Egli morì circa il 24 aprile 1248. Oltre che notaro, pare fosse medico, astrologo e poeta. Il F. ci presenta (pp. XXIV-XXX) due inventari di farmacie degli anni 1227, 1259, copiati da atti di notai. Segue la descrizione del Codice, conservato 392 ATTI DELLA SOCIETÀ nell’ Arch. di Stato di Genova, la spiegazione del metodo seguito nella pubblicazione e qualche cenno sulla natura dei documenti notarili che formano il volume del maestro Salmone). Liber magistri Salmonis ..........ρρ· 1-588. (Sono 1624 documenti, la maggior parte riprodotti per intero ; alcuni pochi sono ridotti a regesti. Vanno dall’anno 1222 al 1226). Indice geografico............pp. 589-606. Indice onomastico............pp· 607-639. Errata-Corrige.............pp. 640. VOLUME TRENTASETTESIMO Genova, tip L. Sambolino e figlio, 1905, pp. I-XII ; 1-716. UN ANNO DI STORIA GENOVESE (Giugno 1506 Giugno 1507) con diario e documenti inediti del socio Emilio Pandiani. (Il P. descrive un periodo di storia genovese, nel quale il partito dei popolari cacciò quello dei nobili da Genova e tenendo in non cale le ire di Luigi XII, allora signore della Città, s’impossessò di tutta la riviera di Levante infeudata ai Fieschi e tentò con grandi sforzi di togliere Monaco ai Grimaldi. Intanto Luigi XII, incitato anche dai nobili, apprestò una spedizione contro i ribelli ; i popolari allora elessero doge Paolo da Novi, un ricco tintore. Egli diresse i preparativi di difesa contro i francesi, ma nello scontro dei due eserciti sulle alture della città, i genovesi ebbero la peggio. Luigi XII entrò da trionfatore ; Paolo da Novi, fuggiasco, fu scoperto, arrestato e decapitato sulla piazza del palazzo in Genova. Sulla parte presa da Carlo di Savoia in questi moti ved. G. Calligaris, Carlo di Savoia e i torbidi genovesi del i;o6-i;o7, Atti voi. XXIII, p. 631 e segg). (Dedica dell’ a. ai proprii genitori). Al Lettore..............pp. ΧΙ-ΧΠ. VOLUME TRENTASETTESIMO 393 Capitolo I. — La solievalione popolare.....pp. 1-84 Discordie tra nobili e popolari, pag. 2 - Violenze dei nobili, p. 4 -Primi torbidi, p. 8 - Sommossa popolare e concessione della legge dei «due terzi», p. 10 - Fuga di G. L. Fieschi, p. 12 - Elezione dei nuovi anziani e dei «pacificatori», p. 12 - Il Fieschi e i nobili nuovamente cacciati dalla città, p. 15 - Ambascerie a Luigi XII, a Filippo di Cleves e a Carlo di Chaumont, p. 17 - Seconda ambasceria al Cleves in Asti, p. 22 - Il Cleves arriva a Genova, p. 29 - Il Fieschi rientra in città, p. 31 - Sollevazione della plebe e terza cacciata del Fieschi, p. 34 - Si eleggono i nuovi anziani, p. 38 -Politica del Cleves, p. 40 - Consiglio in S. Maria di Castello, p. 41 - Popolo grasso e popolo minuto, p. 44 - La Riviera di Levante tolta al Fieschi, p. 45 - Alfonso del Carretto riacquista il Finale, p. 55 - Ferdinando il Cattolico a Genova e a Portofino, p. 57 -La plebe potente e prepotente, p. 60 - Riforme nelle elezioni e adunanza del 16 ottobre, p. 63 - Il Re di Francia esige la restituzione della Riviera di Levante, p. 67 - Elezione di otto tribuni, p. 74 - Il Cleves abbandona Genova, p. 77 - Editto contro i nobili p. 79 -Ambascerie a Luigi XII e a papa Giulio II, p. 82 - Nuove elezioni, p. 82. Capitolo li. — L’assedio di Monaco . '. . . . pp. 85-208. Condizioni della Riviera di Ponente e disegni dei popolari, p. 86 -Monaco e i Grimaldi, p. 89 - Perchè si volle andare contro Monaco, p. 90 - La spedizione di Pieve di Teco, p. 94 - Preparativi di guerra contro Monaco, p. 97 - I Grimaldi e il duca di Savoia, p. 103 - Primo imbarco di truppe, p. 105 - B. Veneroso alla corte di Torino: p. 107 - Lettere di N. Oderico ambasciatore alla corte di Francia, p. 109 - Partenza dell’esercito, p. 113 - Sdegno di Carlo di Savoia, p. 117 - Ambascerie di nobili e di popolari a Luigi XII, p. 120 - Ambasciatori popolari al Pontefice, p. 123 -Mentone e Roccabruna, p. 125 - Le forze genovesi a Monaco, p. 127 - Le forze dei monegaschi, p. 129 - Prime avvisaglie, p. 131 - Lettere dal campo, p. 134 - Le milizie mercenarie, p. 138 -Agostino da Castiglione e Ferro della Pria, p. 141 - I capitani Tarlatino e Gambacorta, p. 147 - Le milizie in gravi condizioni, p. 150 - Minaccie dei nobili fuorusciti, p. 153 - Genova e Savona, p. 153 - Il principio del nuovo anno 1507, p. 156 - L’ assalto del 394 ATTI DELLA SOCIETÀ 2 gennaio, p. 156 - Il maestro « inzegnero » Metello e l’arresto del Gioardo, p. 162 - Genova e il duca di Savoia, p. 164 -L impresa di Monaco assorbe tutte le forze dello stato, p. 169 - Nuove mìnaccie dei nobili; Ottaviano Fregoso, p. 170 - Due gride contro i nobili; gli Adorno, p. 172 - Ritornata la calma, Genova rivolge tutte le sue cure all’ impresa di Monaco, p. 177 - Altre due giide contro i nobili, p. 179 - Primi accenni di una spedizione del 1 e di Francia contro Genova, p. 181 - I genovesi dichiarati libelli a Luigi XII, p. 184 - Il Salazar in Castelletto, p. 184 - Tentativo fallito di restituire le riviere al re, p. 187 - Il colpo di mano del Salazar, p. 189 - Genova incetta artiglierie per Monaco, p. 191 -Nuove trattative col duca di Savoia, p. 193 - Tristi condizioni dell’esercito genovese, p. 196 - Paolo da Novi commissano al campo p. 200 - Ultimo assalto contro Monaco, p. 202 - Le lorze genovesi riparano a Ventimiglia, p. 204 - Fine dell’ impresa, p. 206. Capitolo III. — Fine del governo popolare . . . . pp· 209-292. Nuove forme di governo; il Roccabertino lascia Genova, p. 210 Un’ambasceria allo Chaumont d’Amboise, p. 213 - La citta dopo la partenza del Roccabertino, 217 - Il Salazar incrudelisce conti o i prigionieri nel Castelletto, p. 221 - Persecuzioni contro i nobili, p. 224 - Prime avvisaglie contro il Castelletto, p. 228 - Dichiarazione di guerra alla Francia, p. 229 - Vigoroso assalto al Castelletto, p. 23^ - Condizioni della Riviera di Ponente, p. 236 - Paolo da Novi eletto doge, p. 238 - Carattere di Paolo da Novi, p. 240 - Dimostrazione navale del Pregent, p. 244 - Il d’Allègre e la Riviera di Ponente, p. 246 - L’ esercito francese ai confini della repubblica, p. 247 - Genova si prepara alla difesa, p. 250 - La Riviera di Levante e i Fieschi, p. 252 - L’esercito francese in vai di Polcevera, p. 254 - Jacques la Palice inizia la battaglia, p. 258 - Sconfitta dei genovesi, p. 261 - Ambasciatori genovesi al campo nemico, p. 263 - Giacomo Corso e i genovesi alla riscossa, p. 264 - Notte di terrore e di fuga, p. 266 - Solenne ingresso del ìe di 1 lancia, p. 269 - Licenziamento delle truppe, p. 271 - Predominio dei nobili, arresti e supplizi, p. 272 - Il giuramento solenne, p 273 Demetiio Giustiniani condannato a morte, p. 277 - Luigi XII lascia Genova, p. 279 - Nuove prepotenze del Salazar, p. 281 Ambasciatori al ìe di Francia, p. 281 - Atrocità dei nobili, p. 286 - Arresto di Paolo da Novi, p. 286 - iMorte di Paolo da Novi, p. 289. VOLUME TRENTASETTESIMO 395 Appendice Cenni critici sul Diario degli anni 1506-07 ... pp. 295-312 (Esistono tre copie del Diario, una nella biblioteca Beriana, 1’ altra nell’ Archivio di Stato, la terza nell’Archivio Civico di Genova; l’autore del Diario è anonimo, ma è certo di parte popolare e amico dei Fregoso). Diario degli anni 1^06-1507 pp. 313-420. Documenti..............pp. 421-564. (Sono cinquanta; il primo è del 18 luglio 1506; l’ultimo del 24 luglio 1507). Indici Avvertente per Vindice alfabetico dei nomi e delle materie pp. 566. Indice alfabetico . ..........pp. 567-706. (Contiene i nomi dei luoghi e delle persone citate nell’opera, con tutte le notizie relative ad esse). Indice generale del volume.........pp. 707-713. Aggiunte e correzioni...........pp. 714-716. VOLUME TRENTOTTES1MO Roma, tip. degli Artigianelli di S. Giuseppe, pp. I-LXX; 1-615. (Questo volume non é stato ancora distribuito ai soci perchè solo da poco ne venne terminata la stampa. Per gentile concessione dell’a. posso darne qui qualche breve notizia). IL LIBRO DI RICORDI DELLA FAMIGLIA CYBO pubblicato con introduzione, appendice di documenti inediti, note illustrative e indice analitico da Luigi Staffetti............... Introduzione..............pp. I-LXX. (L’a. descrive il codice e tratta distesamente di colui che ne fu il compilatore principale : Alberico Cybo, Malaspina, principe del S. R. Impero e signore di Massa. Sono studiate con particolar cura le numerose relazioni di Alberico V 596 ATTI DELLA SOCIETÀ cogli storici, coi genealogisti e coi poligrafi del suo tempo, determinate dallo intendimento di esaltare la propria caia. Si esamina infine la materia dei Ricordi, sottoponendo a un sommario esame critico le notizie genealogiche dei Cybo). Parte I. - Notizie biografiche e genealogiche .... pp. 1-70. (Furono scritte da Franceschetto figliuolo di Innocenzo Vili, da Lorenzo, nato di lui e da Alberico pred°etto, di Lorenzo Cybo). Parte II. - Memorie epigrafiche, ricerche sulla famiglia e parentele: appunti, lettere e documenti .... pp. 7I-9(>· (È materiale composto o raccolto tutto da Alberico Cybo per il Libro dei Ricordi). Appendice..............pp. 97-216. (Contiene Memorie autobiografiche d’Alberico, notizie, relazioni sulla famiglia, lettere inedite e documenti, raccolti dall’ editore). Note illustrative............pp. 217-522. (Sono 357 disposte per numero d’ordine con rimando al testo e in esse l’editore ha commentato, discusso, interpretato quanto nelle parti precedenti aveva bisogno di essere chiarito o sottoposto ad esame. Vi sono altrettante piccole monografie sui principali personaggi della famiglia da Franceschetto a Lorenzo, da Giulio a Leonora Fieschi, dal cardinale G. Battista, che fu papa Innocenzo Vili, a Lorenzo Cybo-Mari, cardinale beneventano, ad Innocenzo Cybo).- Indice bibliografico............pp. 523-533. Indice analitico.............» 5 34-615. (Contiene i nomi dei luoghi e delle persone disposti con ordine razionale). I VOLUME TRENTANOVESIMO 397 VOLUME TRENTANOVESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1907, pp. 1-878 e pp. 2 n. n. Intercalate nel testo 4 tavole. I LIGURI INTEMELI a cura del socio Girolamo Rossi pp. 3-170. (Il Rossi, che è nostro socio corrispondente dalla fondazione della Società, pubblica a cinquanta anni dalla sua nomina uno studio sulla regione ventimigliese nella epoca preistorica, protoistorica e romana. Ad una descrizione della regione segue lo studio dei primi abitanti di essa, i trogloditi abitanti nelle caverne, poi i castellieri che già costruivano rozzi ripari di pietre sui pianori dei monti, indi i liguri pastori e gli Intemeli, assogettati dai Romani e dedotti in gran parte nell’agro vercellese per attendere alle dure fatiche delle miniere d’oro, e chiamati da quel giorno Ictumuli e poscia Victimuli. Il R. tratta poi di Albio Intimilio ridotto a colonia latina, discorre dei preziosi monumenti di quell’epoca, scoperti recentemente dal R. stesso, ed infine dei primi secoli del cristianesimo in Ventimiglia e della distruzione della città compiuta dai Saraceni. Seguono in appendice varie relazioni sui monumenti romani e cristiani scoperti negli scavi della antica Ventimiglia, più una silloge epigrafica di 91 iscrizioni 0 frammenti di esse). · Prefazione.............. pp. 5-10. (Segue una carta topografica della regione degli Intemeli). Topografia..............pp. 11-17 I Trogloditi di Balzirossi.........pp. 17-22 I Castellieri..............pp. 22-26 Mombego e le incisioni rupestri. . . '.....pp. 27-32 I liguri pastori.............pp. 33-37 Mito e storia......... . . . . pp. 38-41 Albio Intemelio.............pp. 42-46 Gli Ittumuli, romanizzazione della contrada . . . pp. 47-50 Colonia e Municipio romani........pp. 51-56 Monumenti..............pp. 57-63 39§ ATTI DELLA SOCIETÀ La via Emilia, Costa Balenae e Limone .... pp. 64-68. Il Cristianesimo, eccidio della città fatto dai Saraceni pp. 69-77. Appendice sopra un mosaico scoperto a Ventimiglia . pp. 79'^2· (Precede una tavola rappresentante detto mosaico scoperto a Ventimiglia nel predio vescovile di Nervia nel gennaio 1852). Sul teatro romano, scoperto a Ventimiglia . . . . pp· 82-94. (Tavola rappresentante il teatro romano a Ventimiglia). Di una patera in vetro trovata in un sepolcro dell’ antica 95-98. (Tavola rappresentante detta patera). Le Tenne romano-ìntemiliesi...... • · · PP· 99-100. Sopra alcuni marmi scritti e una lapide opistografo- ■cristiana pp. 101-104. 105-109. (Tutti gli articoli di questa appendice vennero già pubblicati in epoche diverse in riviste e giornali). Silloge epigrafica............PP· 110-154· (Comprende 92 iscrizioni molte delle quali già note sono qui purgate di qualche errore). Indice alfabetico dei nomi e delle materie più notevoli pp. 155-168. Indice delle materie............Pa»· (S'intenda dei vari capitoli dell’ opera di G. Rossi). Indice delle tavole............Pa§- ^9 I PRIMORDI E LO SVILUPPO DEL CRISTIANESIMO IN LIGURIA ED IN PARTICOLARE A GENOVA, a cura del socio Arturo Ferretto . . . pp. 171-856. (L’ a. esaminate le più lontane leggende sullo sviluppo del cristianesimo in Liguria, passa a vagliare le notizie sui primi vescovi genovesi e sostiene che S. Salomone non fu vescovo di Genova; dimostra invece che nel 381 fu Diogene, detto erroneamente da alcuni vescovo di Ginevra ; corregge gli errori del Grassi e del Belgrano che posero i vescovi Felice e Siro nei secoli V e VI mentre Felice fu vescovo di Genova nel 349 e Siro fu suo successore immediato; discorre del vescovato di Romolo e di S. Valentino e conclude (p. 262) che i nostri primi vescovi furono: S. Valentino, vescovo di Genova dal 312 al 325, S. Felice, prima del 335, firmatario nel 349 nella lista atanasiana e morto prima del maggio 355 ; S. Siro, eletto alla morte di Felice, dopo il VOLUME TRENTANOVESIMO 399 maggio del 355 e morto prima del 381; Diogene, vivente nel settembre 381; S. Romolo alla fine del secolo IV e sui principii del V. Studia ancora le origini della diocesi di Genova e la sua giurisdizione, le vicende di tutte le pievi e rettorie liguri, i culti dei santi nelle chiese della Liguria). Prefazione..............pp. 173-174 Parte prima : Le origini delia Diocesi. Gap. I. - 1. La supposta venuta di S. Pietro in Liguria e la Cronaca di Jacopo da Varazze - 2. S. Salomone, vescovo di Ginevra, e non di Genova. - 3. L’origine apostolica della sede di Genova e di altre sedi. - 4. S. Barnaba non fu Γ evangelizzatore nè di Genova, nè della Liguria. - 5. La marcia del Cristianesimo nel-1’ Alta Italia. - 6. Le origini della diocesi di Milano. - 7. I SS. Nazarj e Celso e la loro missione in Genova. - 8. L’ epigrafe del suddiacono Santolo. - 9. Diogene, vescovo di Genova nel 381, e non vescovo di Ginevra. - io. La diocesi di Genova è figliazione diretta 0 indiretta di Milano? - 11. Genova nella provincia delle Alpes Cottiae 0 delle Alpes Appenninae. - 12. I seggi dei vescovi di Genova, Savona, Albenga, Ventimiglia e Tortona in Milano. - 13. La lettera di S. Eusebio, scritta dall’ esiglio di Scitopoli, pp. 177-213. Gap. II. - 1. Una lista di vescovi italiani presso S. Atanaso. - 2. Felice, vescovo di Genova nel 349. - 3. Gli errori del Grassi e del Belgrano nel porre i vescovi Felice e Siro nei secoli V e VI. - 4. La Leggenda di S. Siro. - 5 In quale epoca fu compilata ; osservazioni in proposito. - 6. La morte di Felice e 1’ elezione di Siro. - 7. S. Ilario e S. Martino ad Albenga ; vittorie sull’ arianesimo, - 8. Le tombe dei Vescovi nella prima Basilica cristiana genovese; scorrerie saracene e traslazione delle reliquie del vescovo Romolo. - 9. Cattedrale estiva e Cattedrale invernale; traslazioni e ricognizioni delle reliquie di S. Siro. - 10. Una ricognizione giuridica nella prima Cattedrale ; un’ altra fatta in S. Lorenzo e le proteste dei monaci. - 11. Le epigrafi dei vescovi Felice e Siro. - 12. A quale epoca deve assegnarsi il vescovato di Romolo.......pp. 214-252. Gap. III. - 1. Il Senno intorno a S. Valentino, vescovo di Genova. - 2. Quando fu compilato il Senno. - 3. La consecrazione di un altare in onore di S. Valentino. - 4. Il corpo di S. Valentino rimane sempre nella Basilica di S. Siro. - 5. Contributi per la storia del culto di detto Santo. - 6. In quale epoca visse S. Valentino. - 400 ATTI DELLA SOCIETÀ 7. Il ciclo delle indizioni. - 8. L’indizione nell’epigrafe di S. Valentino e una serie di vescovi santi genovesi. - 9. Le loro feste. -10. Il primo cimitero cristiano genovese. - 11. Il martirio di S. Calogero ad Albenga. - 12. Un pallido ricordo di martiri e di confessori genovesi. - 13. Il vescovo Esuberanzo di Tortona. - 14. Lo-rigine delle sedi, sottoposte alla Metropoli di Milano, ed il rito ambrosiano in Liguria. - 15. La sede di Acqui non fu costituita da S. Ambrogio.............PP· 253-292. Cap. IV. - 1. Le costituzioni delle diocesi secondo la teoria del conte B. Baudi di Vesme. - 2. L’ Editto di Costantino. - 3. Se durante le persecuzioni vi fossero vescovi in Genova e Tortona. - 4. Il confine orientale della diocesi di Genova. - 5. Il confine occidentale. - 6. La ricostruzione di Albenga ; il suo Battistero. - 7. Il Battistero di Ventimiglia. - 8. La giurisdizione della Chiesa genovese nella Liguria marittima occidentale. - 9. La Diocesi italicia na, il vicarius Italiae e il vicarius Urbis ; le circoscrizioni ecclesiastiche foggiate su quelle civili. - 10. La importanza dei municipi di Ventimiglia, Albenga, Vado, Genova e Tortona. - 11. La rapida propagazione del Cristianesimo nelle regioni del Mediterraneo. 12. Martiri a Piacenza e a Lodi; i martiri di Noli. - 13. Una lapide opistografica a Ventimiglia - 14. I mercati pagani e i mercati cristiani .............· · · PP· 293-328. Cap. V. - i. Monumenti cristiani più antichi nei luoghi vicini al mare. - 2. Le stazioni marittime postali diventate sedi episcopali. - 3. L’emporio commerciale di Genova ed il suo porto. 4. Le origini della diocesi di Genova prima del 312. - 5. Scambi di relazioni tra Pozzuoli, Napoli, Marsiglia, Sardegna, Genova, Tortona, Pavia e Milano. - 6. Alcune considerazioni sulla prima diffusione del Cristianesimo. - 7. Reliquiati di paganesimo in Liguria. 8. Corrispondenze di affetti e relazioni tra Chiese e Chiese. pp. 329-358. Gap. VI. - 1-2. Il porto di Pozzuoli. - 3. Napoli. 4. Il porto di Pisa. - 5. Il porto di Vado. - 6. Il porto di Brindisi. - 7. Linee di navigazione tra Γ Oriente e Genova. - 8. Epigrafia cristiana. 9. Nel golfo Tigulio ; il culto del dio Mitra a S. Santa Margherita. 10. Influenza orientale greca in Genova e Liguria. - 11. L’epigrafe del cristiano Crisafo.....■......PP· 359'3^2· VOLUME TRENTANOVESIMO 401 Gap. VII. - χ. Procedimento seguito nei tempi antichissimi per la fondazione delle chiese episcopali. - 2. L’ episcopato ligure nei primi tempi del Cristianesimo. - 3. Da Genova e dall’ Alta Italia nelle Gallie per le vie di terra. - 4. Dalle Gallié nell’ Alta Italia ed in Genova per le vie del mare. - 5. L’attestazione di Sulpicio Severo intorno la diffusione del cristianesimo nelle Gallie. - 6. Colonie cristiane ; sviluppo e organizzazione del Cristianesimo. - 7. Il viaggio di S. Paolo nella Spagna ; itinerario di Cicerone ; linea Genova-Spagna; osservazioni in proposito . . . . pp. 383-407. Cap. Vili. - 1. V arrivo di S. Satiro nel porto di Genova. - 2. Il viaggio di S. Agostino e di S. Monica da Milano e Genova ed Ostia. - 3. La tappa più breve da Milano per giungere al primo porto. - 4. Muraglie fantastiche tra l’Oriente e l’Occidente. - 5. I monaci d Oriente in Occidente. - 6. Le flottiglie ravennate e misenate; le mutationes e le stationes lungo le vie romane. - 7. Marinai, soldati e messaggeri postali. - 8. Propaganda cristiana nelle osterie ed a bordo delle navi. - 9. Promulgatori del Vangelo. - 10. Le Cattedrali ed il Battistero in Genova . . . pp. 408-431. Parte seconda: Le Pievi battesimali e le Chiese minori. Gap. IX. - i. Il Cristianesimo nelle Campagne. - 2. Le Pievi nate sui Pagi. - 3. Ciò che dicono alcuni scrittori intorno alle Pievi. - 4. Le ventotto Pievi battesimali della diocesi di Genova. - 5. La centralità delle Pievi liguri. - 6. La vita delle Pievi prima della discesa dei Longobardi e prima dell’ irruzione saracena ed ungara. -7. Trasformazione dei Corepiscopi in Archipresbiteri ? - 8. Le Pievi nelle leggi dei Longobardi e in quelle dei Carolingi. - 9. Traslazioni di Pievi e loro esenzione da giurisdizioni monacali. - 10. Notizie di alcune Pievi italiane..........pp. 435-467. Cap. X. - i. La Capraia e la sua Chiesa. - 2. La Pieve e Γ A-bazia di Portovenere. - 3. La Pieve di S. Maria di Camogli e la dote dei Vescovi di Milano in Liguria. - 4. La Pieve dei SS. Ger-vasio e Protasio di Rapallo ; la prima chiesa di S. Stefano in Rapallo. - 6. I Consoli della Pieve rapallese. - 7. Il Capitolo dei Canonici di Rapallo éd i suoi Statuti ; 1’ Ospedale delle Pieve. - 8. Le 17 rettorie suffraganee della Pieve. - 9. Le rettorie di Rovereto, Zoagli, S. Ambrogio e di Monti. - 10. Le rettorie di Novella, 402 ATTI DELLA SOCIETÀ Foggia, Assereto e Campo. - n.Le rettorie di Noceto, di S. Massimo, di S. Lorenzo e di Pagana. - 12. Le rettorie di S. Siro, di S. Margherita, di Corte, di Nozarego e di Portofino pp. 468-524. Cap. XI. - 1. Il culto di S. Martino; la Pieve, il Consolato, il Capitolo e l’Ospedale di S. Martino di Maro : le rettorie di Ter-ralba e di Storia. - 2. La Pieve, il Capitolo e Γ Ospedale di San Martino di Fiainura ; le rettorie di Piazza, Castagnola, Conscenti, Ziona, Carro, Carrodano superiore, Carrodano inferiore, Matterana e Mezema. - 3. La Pieve, i Consoli, il Capitolo e 1 Ospedale di S. Martino di Sampierdarena; la rettoria di Cornigliano. - 4. La Pieve e il Capitolo di S. Martino di Pastorana;la rettoria di Tassarolo. - 5. - La Pieve di S. Olcese in Polcevera e le rettorie di Orerò, Comago, Manesseno, Casanova e Pino. - 6. La Pieve, i Consoli, il Capitolo e P Ospedale di S. Siro di Struppa, le rettorie di Aggio, di S. Martino, dei SS. Cosma e Damiano, di Lugo, di Molassana e di Corsi. - 7. La Pieve, i Consoli, il Capitolo e lo Ospedale di S. Siro di Nervi ; le rettorie di Quarto, Castagna, Quinto, Colungo, Viganego, Sessarego e Bogliasco. - 8. Il culto di S. Michele, la Pieve, il Consolato, il Capitolo e gli Ospedali di Soli; le ìettoiie di Canepa, Capreno, Busonengo, di S. Margherita e di S. Apollinare. - 9. La Pieve e il Capitolo di S. Ambrogio di Uscio ; le rettorie di Neirone, Stubuelo, Tribogna e Campodesasco. - 10. La Pieve, i Consoli, ed il Capitolo di S. Ambrogio di Mignanego ; le rettorie di Fumerà e di Paveto............PP· 525 5^°· Cap. ΧΠ. - 1. Il culto di S. Giovanni Battista. - 2. La Pieve e il Capitolo di S. Gio. Battista di Montoggio; l’Ospedale di Tre-fontane ; le rettorie di Senarega, Pareto e Clavarezza. - 3. La Pieve e il Capitolo di S. Gio. Battista di Caranza 0 di Mongiardino ; la rettoria e l’Ospedale di Gordena, e le rettorie di Montemagno, Ver^agni, Cerendero, Arezzo e Vallenzona. - 4. La Pieve, il Capitolo, 1’ Ospedale ed i Consoli di S. Gio. Battista di Recco; le rettorie di Pollanesi, Megli, Testana ed Avegno. - 5. La Pieve, il Capitolo ed i Consoli di S. Gio. Battista di Cicagna; le rettorie di Cornia, Moconesi, Verzi, Favaie, Orerò, Soglio, Coreglia, Canevaie e Zerega. - 6. La Pieve ed il Capitolo di S Gio. Battista di Varese; gli Ospedali di Pietracolice e di Centocroci; le rettorie di Cesena, Cembrano, Vara, Scortabò, Zanega, Cassego, Comune-glia, Codivara, Caranza, Ossegna, Salterana, Logorara e Campore. VOLUME TRENTANOVESIMO 403 - 7. La Pieve, il Capitolo e 1’ Ospedale di S. Antonino di Castiglione; le rettorie di Frascati, Tavarone, Velva, Missano, Castello, Chiama, Lago e Porziorasco........pp. 581-625. Cap. XIII. - 1. Il culto alla S. Croce; la Pieve ed il Capitolo di S. Croce di Moneglia; le rettorie di Chiesanuova, S. Saturnino, Lemeglio e Masso. - 2. Il culto di S. Giorgio ; la Pieve, il Capitolo ed i Consoli di S. Giorgio di Bavari ; le rettorie di S. Desiderio e di Fontanegli. - 3. Il culto dei SS. Cornelio e Cipriano ; la Pieve ed il Capitolo di S. Cipriano in Polcevera ; le rettorie di Castrofino, Morego, Morigallo, S. Biagio di Serra, S. Quirico, Cremeno e Cesino ; la rettoria e Γ Ospedale di Pontedecimo. - 4. Il culto a N. S. Assunta ; la Pieve, il Capitolo, i Consoli e Γ Ospedale di S. Maria di Rivarolo; le rettorie di Brasile, di Cam-poflorenzano, 0 delle Fosse, con la cappella di Teglia, le rettorie di Murta, di Zemignano e di Begato. - 5. La Pieve, il Capitolo ed i Consoli di S. Maria di Ceranesi; le rettorie di Livellato, Turbi, Paravanico e Marcarolo. - 6. La Pieve ed il Capitolo di S. Maria di Serra; le rettorie di Montanesi, di Iso, o Pedemonte, di Voirè e di Magnerà; la rettoria e l’Ospedale di Vallecalda. - 7. La Pieve ed il Capitolo di S. Maria di Borgo dei Fornari ; le rettorie di Ronco, Isola del Cantone ; la rettoria e Γ Ospedale di Fiaccone ; la rettoria di Busalla...........pp. 626-663. Cap. XIV. - 1. La Pieve di S. Maria di Gavi ; descrizione artistica fatta dal Prof. Santo Varni. - 2. Le rettorie suffraganee della Pieve di Gavi; la rettoria di S. Eusebio; le rettorie soppresse del Castello, di S. Giorgio, di S. Giuliano e di S. Savina de Falle-, le rettorie di Monterotondo e di Longarola, di S. Remigio, di Parodi, di S. Stefano, di Bosio e di Tramontana. - 3. Descrizione artistica di S. Innocenzo di Castelletto, fatta dal Prof. Santo Varni; le rettorie di S. Innocenzo, e di S. Lorenzo ; la rettoria di Capriata d- Orba. - 4. La Pieve prepositura di S. Maria di Voltaggio ; gli Ospedali ed il Capitolo della Pieve ; le rettorie di Frascino, di Amelio, di Carosio, di Montanesi 0 Montaldo, di Rigoroso, di Pratplongo inferiore, di Pratolongo superiore e di Sottovalle. - 5. La Pieve, il Capitolo e i Consoli di S. Maria di Bargagli ; le rettorie di Traso, Tasso, Tolcedo 0 Vallebuona, Moranego, Boasi, Davagna, Rosso, Darcogna, Calvari, Marsiglia, Patiesi con la cappella di Lumarzo. - 6. La Pieve di S. Maria di Camogli ; le 404 ATTI DELLA SOCIETÀ abbazie di S. Fruttuoso e di S. Nicolò di Capodimonte; le Cappelle di S. Prospero e di S. Ambrogio ; la rettoria e l’Ospedale di Ruta. - 7. La Pieve, il Capitolo e Γ Ospedale di S. Maria di Yoltri 0 Prà ; la rettoria e l’Ospedale di Arenzano ; la rettoria di Crevari e Γ Ospedale di Mesema; la rettoria e Γ Ospedale di S. Nicolo di Voltri; la rettoria di Mele; la rettoria e Γ Ospedale, di S. Ambrogio di Voltri ; le rettorie di S. Marziano e di S. Martino di Pegli; O ' la rettoria di Multedo...........PP· 664-722. Cap. XV. - 1. Il culto di S. Stefano; la Pieve di S. Stefano di Borzoli ; i Consoli ed il Capitolo della Pieve ; le rettorie di Coronata, Fegino e Sestri. - 2. La Pieve di S. Stefano di Langasco, o Larvego ; i Consoli ed il Capitolo della Pieve ; la rettoria d’Iso-verde colle Cappelle di Cravasco e di Pietra Lavezzara con l’Ospedale di Reste; le rettorie di Gallaneto e di S. Siro di Langasco con la cappella di Cnmpomorone. - 3. La Pieve di S. Stefano del Ponte a Sestri Levante ; la rettoria di Soriana ; la rettoria e gli Ospedali di S. Nicolò dell’ Isola ; le rettorie di Loto, Montedonico, Candiasco, Casarza, Noano, Bargone, Statale, S. Quirico, Fossalu-para, Arzeno, Verici, Massasco, Salterana, Libiola ; la rettoria, la basilica e l’Ospedale di Trigoso; le rettorie di Ginestra e Barassi ................pp· 723-760. Cap.. XVI. - 1. La Pieve, il Consolato, il Capitolo e l’Ospedale di S. Stefano di Lavagna. - 2. La rettoria di S. Giulia con la cappella di Cavi e lo Ospedale di S. Leonardo di Bisancio ; le rettorie di Breccanecca e di Cogorno ; la rettoria e la basilica di S. Salvatore ; la rettoria di Monticelli 0 della Chiappa, coll’ Oratorio di S. Lucia ; le rettorie della Costa e di Panési ; la Corte di S. Michele ; la rettoria di Repia. - 3. La rettoria di S. Giovanni Battista di Chiavari e di Rupinaro coll’ Ospedale di S. Cristoforo; le rettorie di Bacezza e di Caperana coll’ Ospedale di S. Lazzaro ; la prioria di Graveglia, la rettoria e l’Ospedale di Maxena ; le rettorie di Sanguineto, Canne e Ri ; la rettoria e 1’ Ospedale di 5. Andrea di Rovereto. - 4. Le rettorie di S· Pietro e di S. Maria di Sturla , la prioria e gli Ospedali di Carasco; le rettorie di Riva-rola e Comorga, di Vignale e di Monti. - 5. Le rettorie di Borgonovo e Collerallo, di Cichero, di Baranzuolo, di Celesia, di Levaggi e Ricroso, di Mezzanego e Summovigo, e di Vignolo. - 6. Le rettorie di Garibaldo, di Pontori e di Ceresola, di Drevenio, VOLUME TRENTANOVESIMO 405 Tolceto e Caminata, di Nè e di Zerli. - 7. L’ abbazia di Borzone; le 1 ettorie di Porcile, di Accero coll’ Ospedale del Bocco ; le rettone di Forca e Pontegiacomo, di Montemoggio, Sopralacroce e Temossi. - 8. Le rettorie di Certenoli, Romaggi, S. Ruffino di Leivi, S. Michele di Leivi e del Curio. - 9. Il vicariato di Libiola e la rettoria di Sambuceto.........pp. 761-820. Cap. XVII. - 1. Le Scuole, i Canonici ed i Chiostri nelle Cattedrali e nelle Pievi. - 2. La divisione della diocesi di Genova in nove vicariati. - 3. 11 battesimo nella Cattedrale e nelle Pievi; il Sabato di Pentecoste a Castello. · 4. I diritti delle Pievi. - 5. La costituzione delle parrocchie minori nella città e nella diocesi di Genova. - Ammainando le vele.......pp. 821-848. indice................pp. 849-856. PATRANIA, la via strata e l’antica abazia omonime, del socio Girolamo Rossi........pp. 857-878. (Patrania era una regione non ben precisata da autori precedenti al Rossi. Era nominata come sede di importante abazia nel medio - evo. sulle falde dell’Appennino ligure orientale nella diocesi di Tortona. Il R. sostiene che Patrania è una alterazione del primitivo Petronia e trova che quest’ultimo nome veniva dato anticamente al monte che si chiama oggi Cento Croci; che collo stesso nome veniva chiamato il torrente che scende da esso monte e sfocia presso Sestri Levante, e Petrone si addimandava un casale in Val di Vara. Patrania era pure una regione posta ad occidente del torrente omonimo. In detta regione si alzavano le due chiese di S. Maria di Montebruno e di S. Onorato di Torriglia, legate fra loro col nome della regione, affine di formare una abazia ; per questi stessi luoghi sembra passasse fin dai tempi romani una via che univa la riviera di Sestri e di Chiavari con le regioni della valle padana). Indice del volume trentesimonono degli Atti . . . pag. n. n. 4o6 ATTI DELLA SOCIETÀ VOLUME QUARANTESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1908, pp. 1-768. Intercalate nel testo 271 figure ed in fondo al volume 8 tavole LIGURIA PREISTORICA di Arturo Issel . . . pp. (Sotto questo titolo Γ autore si è proposto di riassumere e di riordinare numerosi materiali editi ed inediti, concernenti i caratteri fisici, le industrie, i costumi e la provenienza degli antichi abitanti della regione ligure. L’introduzione tratta del significato attribuito ai vocaboli « Liguri » e « Liguria » fin dai tempi storici più remoti. La prima parte ha principalmente per oggetto di spiegare i principi in base ai quali fu fondata la cronologia preistorica, e come questa abbia strette connessioni colla geologica (Γ a. espone un ordinamento proprio ad un tempo geologico e paietnologico). Inoltre si descrivono in tre capitoli i tipi più notevoli di antichi manufatti litici, metallici, di terra cotta e d’ altra materia, rinvenuti in Liguria ; subordinatamente vi è trattata la questione della provenienza di certe pietre, altra volta ritenute esotiche, adoperate dai liguri preistorici (la giadaite e la nefrite). Nella parte seconda, che è la più estesa, si descrivono i resti fossili pieocenici di un precursore dell’ uomo scoperti nel Savonese ; poi gli avanzi umani e i manufatti svariatissimi scoperti nelle caverne quaternarie dei Colombi, delle Fate, del Rio, di Martino, di Verezzi, della Giacheira, e specialmente in quelle dei Balzi Rossi ; in seguito si illustrano i giacimenti più recenti (neolitici) delle grotte di Bergeggi, del Sanguineto, Pollerà, delle Arene Candide, di Galuzzo, dei Bassi Merlini ed altri minori. Sono specialmente da osservarsi in proposito le relazioni degli scavi compiuti dall’ autore nelle caverne delle Arene Candide e Pollerà, le quali furono ad un tempo abitazioni e sepolcreti dei Liguri neolitici, e somministrarono gran copia di avanzi di pasto, di armi, utensili e ornamenti. Si chiude la seconda parte del libro con un cenno di certi resti umani di incerta data, quali rinvenuti all’aperto quali in una grotta. La terza parte è precisamente consacrata alla illustrazione delle incisioni rupestri preistoriche delle alte di vallate Fontanalba e delle Meraviglie (Alpi Marittime). L’autore in base a molte considerazioni relative a certi oggetti effigiati nelle figure, alla tecnica e allo stile delle incisioni, le attribuisce a gente estranea all’ Italia, originaria dall’ occidente, forse dalla Spagna, e ritiene probabile che si riferiscano all’ adempimento di misteriosi riti. Un capitolo reca un cenno descrittivo delle principali stazioni preistoriche all’ aperto, VOLUME QUARANTESIMO 407 della Liguria, e di altre, situate in territori vicini, attribuite però ai Liguri ; vi si enumerano pure manufatti sporadici di pietra e di bronzo raccolti all’aperto. Nei capitoli successivi, 1’ a. si occupa delle tombe riferite alla prima età del ferro ed anche ad epoca posteriore ; poi accenna ad antichi recinti fortificati o castellari, alla estremità occidentale della Liguria Marittima ed alle caselle o cabanne, abitazioni rustiche, recenti od attuali, che riproducono tipi di costruzioni preistoriche, frequenti in altri paesi lontani dal nostro. La parte quarta è una sintesi, nella quale si discute il problema delle origini Liguri e si espongono i risultati complessivi conseguiti dallo studio delle caverne ossifere e dei loro abitanti, integrato dalle memorie storiche ed archeologiche, come pure dai documenti antropologici, etnografici e linguistici relativi agli antichi Liguri. Prefazione Introduzione Parte prima: Capitolo I. — Età preistoriche in generale . . . . pp. 15-36. Età della pietra - Ceraunie - Superstizioni relative agli antichi manufatti di pietra - Manufatti di ematite e di limonite - Età neolitica e paleolitica - Ordinamento di De Mortillet - Ordinamento cronologico ammesso dall’ autore - Epoche geologiche e fasi pale-tnologiche. Capitolo IL — Manufatti litici in Liguria. . . . pp. 37-89. Armi ed utensili scheggiati - Armi ed utensili levigati - Rocce di cui son fabbricati gli stromenti litici - La questione della gia-daite e della giada. Capitolo III. — Degli antichi manufatti metallici in Liguria'..............pp. 90-105. Considerazioni generali - Manufatti in bronzo - Manufatti in ferro e in altri metalli. < Capitolo IV. — Dei fittili preistorici e di altri manufatti in Liguria. ... ■........pp. 106-128. Vasi fittili - Coperchi, fusaruole, lampade, figure d’uomini e d’ animali, pintaderas. pp. 7-8. pp. 9-14. 4o8 ATTI DELLA SOCIETÀ Parte seconda ; Capitolo I. — I giacimenti pliocenici......pp. 129-139. Il sistema pliocenico in Liguria - Antropoide di Savona - Antropoide di Pietra Ligure. Capitolo II. — I giacimenti quaternari.....pp. 140-263. Delle caverne ossifere in generale - Investigatori delle caverne -Caverna dei Colombi - Caverna delle Fate - GrupDo di caverne situate nella valle dell’Aquila - Caverne del Rio e di Martino -Grotta di Verezzi - Caverna del Pastore 0 Livrea - Caverna della Giacheira - Caverne dei Balzi Rossi - Giacimenti quaternari destituiti di vestigia umane. Capitolo III. — I giacimenti recenti. ..... pp. 264-451. Caverne ossifere a facies neolitica - Caverna di Bergeggi - Caverna del Sansuineto o della Matta - Altre caverne nella valle del-l’Aquila - Caverna Pollerà - Caverne prossime alla Pollerà - Caverna delle Arene Candide - Caverna di Galuzzo - Caverne dei pressi di Verezzi, Loano e Toirano - Caverne situate a ponente di Porto Maurizio - Caverna « Les Spelugues » - Caverna dei Bassi Molini - Minori anfratti e caverne - Appendice: Tabèlla di misure sceletriche. Capitolo IV. — Fossili d’incerta data.....pp. 452-456. Cranio umano diVal Varatiglia-Avanzi umani diNizza. Parte terza : Capitolo I. — Incisioni rupestri.......pp. 457-558. Considerazioni generali - Acquasanta - Finalese - Pieve di Teco - Alpi Marittime. Capitolo II — Staiioni preistoriche e manufatti sporadici all’ aperto..............pp. 559-577· Stazioni e manufatti pertinenti alle fasi litiche - Manufatti di metallo sporadici - Stazioni preistoriche lontane dalla Liguria Marittima. Capitolo III. — Caverne a facies siderolitica . . . pp. 578-588. Caverna del Ponte di Vara - Caverna della Basua. VOLUME QUARANTESIMO 4°9 Capitolo IV. — Necropoli e tombe esostoriche . . . pp. 589-603. Liguria Orientale - Tombe d’Ameglia - Tombe di Cenisola e di Ceparana - Genovesato e Liguria Occidentale - Necropoli della Via XX Settembre in Genova - Tombe di Savignone - Altre tombe. Capitolo V. — Recinti e caselle.......pp. 604-624. Recinti - Caselle e Cabanne - Liguria Italiana - Liguria Francese - Provenza ed altre provincie francesi - Trulli delle Puglie - Behive houses delle Isole Britanniche - Nuraghi, Talayots, ecc. - Altre costruzioni rustiche in Liguria. Parte quarta : Capitolo I. — Epilogo..........pp. 625-698. Il problema delle origini Liguri - Antichità Greco - Romane -Rinascimento - Tempi moderni - Antropoide - Paleolitoplidi -Negroidi - Sceletri della Barma Grande ecc. - Altri tipi - Neolito-plidi e Calcoplidi - Commistione di tipi - Tipo delle Arene Candide - Costumi, industrie, arti dei Cavernicoli - Relazioni dei Cavernicoli con altra gente - Credenze - Clima, flora, ecc. - Immigrazioni, ecc. - Sideroplidi - Supposti Liguri di Golasecca - Penetrazione Celtica - Relazioni dei Liguri coi Fenici, i Cartaginesi, i Focesi, gli Etruschi, i Galli, ecc. - I Liguri dei tempi storici -Aspetto e caratteri fisici - Costumi, acconciature, condizioni sociali, religione, indole - I Liguri in conflitto coi Romani - Il Cristiane- simo - Conclusione. Bibliografia Paietnologica della Liguria.....pp. 699-713 Indice delle figure intercalate nel lesto.....pp. 714723 Spiegazione delle tavole......... . pp. 724-727 Note e avvertenze-............pp. 728-730 Indice alfabetico dei nomi e delle materie . . . . pp. 731-762 Indice generale.............pp. 763-766 Errata................p. 767 4io ATTI DELLA SOCIETÀ Tavole Tav. i. — Manufatti di pietra scheggiata (Disegni di N. Morelli). Tav. 2. — Manufatti d’osso, di corno, di conchiglia, ecc. (Disegni di N. Morelli). Tav. 3. — Manufatti di terra cotta (Disegni di N. Morelli). Tav. 4. — Manufatti di osso di conchiglia e di pietre (da fotografie). Tav. 5. — Vertebrati fossili (Disegni di N. Morelli). Tar. 6. — Superficie levigate dai ghiacciai e rubefatte dagli agenti atmosferici, con incisioni rupestri, alle falde del Monte di S. Maria (Bicknell). Tav. 7. — Parete rupestre istoriata lungo la cosi detta via Sacra nella regione del Monte di S. Maria (Bicknell). Tav. 8. — Rupe levigata con figura di aratro tratto da una coppia di buoi ed altre incisioni. Regione del Lago Verde (Bicknell). VOLUME QUARANTUNESIMO Genova, tip. Sordo-Muti, 1908, pp. I-XVI ; 1-250 IL MONTE DI PIETÀ DI GENOVA (1483-1810) Cenni storici del socio Michele Bruzzone. (L’a. espone in breve le condizioni economiche di Genova e dell’Italia nel secolo XV, il desolante stato dei poveri, ridotti alla più squallida miseria dalla rapace ingordigia degli usurai, e narra l’opera dei frati francescani i quali, col duplice scopo di aiutare il popolo e di sottrarlo agli artigli degli usurai, istituirono opere pie chiamate Monti di Pietà. Anche in Genova la nuova istituzione filantropica fu caldeggiata dal francescano padre Angelo da Chivasso (1411-149S), il quale ottenne nel 1483 che il governo genovese fondasse un Monte di Pietà. Il nostro Monte, invece di avere un magistrato proprio, fu sottoposto a quello dell’ Ospedale di S. Maria della Misericordia detto di Pammatone e malgrado fosse sorto per iniziativa di un frate, pure ricevette un ordinamento VOLUME QUARANTUNESIMO 4ii del tutto civile, cosa assai notevole in tempi in cui le Opere Pie erano specialmente sottoposte al potere ecclesiastico. Frate Angelo fu incaricato di compilare le norme occorrenti al funzionamento del Monte ed il 23 febbraio 1484 il Monte cominciò a funzionare. L’a. dimostra falsa l’asserzione di alcuni storici genovesi che l’istituzione del Monte di Pietà in Genova fosse opera del frate Bernardino da Feltre, venuto a predicare nella nostra città fra il 1489 ed il 1492. Indi descrive le varie vicende del Monte fino alla data della ricostituzione dell’ Istituto, decretata dal primo Napoleone). Prefazione ..............pp VII-XVI. Parte Prima - Esposizione storica.......» 1-172. Cap. I. - Genova nel secolo XV - I Frati Francescani e i Monti di Pietà - Ebrei ed usura in Genova - Il beato Angelo da Chivasso - Proposta di fondare in Genova un Monte di Pietà pp. 3-14» Cap. II. - Adunanza di un Concilio per fondare in Genova un Monte di Pietà - Decreto dogale che approva lo Statuto del Monte di Pietà - Primo fondo di dotazione.....pp. x5'24· Cap. Ili - Il frate Angelo incaricato, di compilare le norme occorrenti al funzionamento del Monte - Il Monte di Pietà di Savona - Il Monte di Pietà di Genova inizia le sue operazioni -Elargizione di L. 4.000..........pp. 25-34. Cap. IV. - Il beato Bernardino da Feltre ed il Monte di Pietà di Genova - Controversie storiche - Venuta a Genova del beato Bernardino - Aggiunte e modificazioni ai regolamenti del Monte di Pietà...............pp. 35-46. Cap. V. - Genova dal 1499 al 1515 - Il Monte di Pietà aumenta i suoi capitali - Genova saccheggiata - Critiche condizioni del Monte - Operazione finanziaria per sollevarne le sorti - Fine del primo‘Monte di Pietà..........pp. 47-58 Cap. VI. - I Monti intorno al 1560 - Ricostituzione del Monte di Pietà di Genova - Legato dal M.° Grimaldi - Decreto dogale che approva il nuovo statuto - Funzionamento del nuovo Monte pp. 59-80. Cap. VII. - Confraternite religiose - Confraternita del Monte di Pietà - Indulgenze e perdoni - prestito gratuito - Nuove disposizioni regolamentari - Sensali di pegno - Istituzione in Voltri di un Monte di Pietà...............pp. 81-102. Cap. VIII. - Condizioni del Monte di Pietà nel 1640 - Riforme-Fine della Confraternita - Il Monte autorizzato a ricevere somme 412 ATTI DELLA SOCIETÀ in deposito - Sedi del Monte - Vendita all’ asta pubblica - Danni derivanti dalle pestilenze del 1656-57 e dal bombardamento del 1684 - Provvedimenti del Magistrato.....pp. 103-130. Cap IX. - Riordinamento della legislazione del Monte - Condizioni del Monte nel 1709 - Funzionamento e stato economico del Monte alla fine del secolo XVIII......pp. 131-150. Cap. X. - La Rivoluzione a Genova - Crisi finanziaria del Monte - Provvedimenti del governo provvisorio - Fine del Monte di Pietà’ di Genova - Ricostituzione del Monte approvata con decreto di Napoleone I. - Il Monte nel XIX secolo - Conclusione pp. 151-172. Elenco dei Presidenti del Consiglio di amministrazione dal 1810 al 1895 ...............PP· 173-176. Elenco dei Presidenti del Consiglio di amministrazione dal 18 marzo 1895 all’anno 1908 p. 177. Elenco degli Amministratori dall’anno 1810 al 1895 p. 178. Elenco degli Amministratori dal 18 marzo 1895 all’anno 1908. p. 182. Tavole fac-simili Note riguardanti le lire 4000 elargite dal M.ro Pasquale Sauli p. 30. Riproduzione del quadro che rappresenta il beato Bernardino da Feltre che predica pel Monte di Pietà.....p. 41. Brevi pontifici con i quali vengono accordate indulgenze a favore del Monte di Pietà........ . . . p. 85. Topografia della Piazza S. Domenico ora De Ferrari e dintorni nell’anno 1675 e nell’anno 1906......p. n8. Parte Seconda - Documenti. -.......pp. 187-230. (Sono XXII e vanno dal 1483 ai nostri tempi). Indice alfabetico........., . . pp. 231-242. Bibliografia..............» 243-246. Indice del volume quarantunesimo degli Atti . . . » 247-250. VOLUME QUAKANTADUESIMO 413 VOLUME QUAKANTADUESIMO Genova, tip. della Gioventù, 1908, pp. 1-638 e pp. 2 non num. LA VITA E LE OPERE DI AGOSTINO MASCARDI con appendici di lettere e altri scritti inediti e un saggio bibliografico per Francesco Luigi Mannucci. (Agostino Mascardi nacque a Sarzana nel 1590 e vi morì nel 1640. Fu tenuto per sommo letterato ai suoi tempi, mentre oggi è quasi dimenticato. Il Mannucci ne ha tessuto la vita avventurosa, passata in gran parte alla corte romana e chiude la biografia col dire (pag. 223) che egli potrebbe rappresentare assai bene il tipo del letterato frivolo, incontentabile, linguacciuto e talvolta anche disonesto del secolo decimosettimo, d’un avventuriero in veste talare che sarebbe finito sulla forca, 0 nella segreta di un castello, come il Testi e miir altri, se non avesse avuto la buona ventura di servire anziché a principi laici, a cardinali della corte romana, e a cardinali un pò frivoli e irrequieti, come notoriamente furono Maurizio di Savoia, che doveva indi a poco buttar via la porpora, e Francesco e Antonio Barberino ; quando non si voglia mettere a paro con questi anche Alessandro d’Este. In mezzo a mille intrighi, a mille avventure, noi lo vediamo farsi cacciare ancor giovane e per ribellione, da un ordine religioso (i Gesuiti) ; licenziare da un padrone che lo aveva raccolto dal nulla (il cardinale Alessandro d' Este) ; disprezzare dagli stessi granduchi di Toscana, spiare dai duchi di Modena ; lo vediamo scrivere secondo il volere e Γ idea di chi meglio lo paga ; tentare di spillar denaro da ogni parte ; promettere di adattar la storia in vantaggio dei Principi più liberali; rifiutare, quasi come umiliante, l’onesto guadagno della cattedra (alla Sapienza) per correre in mille guise dietro alla cornucopia delle più pronte fortune cortigiane, indebitarsi per piantenere nella vita romana una pompa poco adatta al suo stato ecclesiastico, calcare superbamente i deboli e piegare vilmente la fronte innanzi ai potenti....» Egli riuscì ad imporsi con la prontezza dell’ ingegno e con il genere delle sue opere. Le sue opere, lui morto, andarono a ruba. Niun letterato del seicento ebbe l’onore di tante ristampe postume come lui. Il Mannucci esamina partitamente nella seconda parte del suo studio, le opere del Mascardi e conclude che esse sono pervase dal desiderio di richiamare in onore la tradizione classica, abbandonata e vilipesa dal secentismo). (Dedica alla città di Sarzana). Prefazione..............pp. 9-12. Parte prima : La vita. (Ritratto e fac-simile della firma di Agostino Mascardi; Albero genealogico e Arma). 414 ATTI DELLA SOCIETÀ Gap. i. Brevi cenni sulla famiglia Mascardi . . . pp. I7"4°· Pretesa antichità della famiglia Mascardi - L’ origine, secondo i documenti - La vendita di Trebiano alla repubblica di Genova -La consegna del Castello - Passaggio a Sarzana - Niccolò giureconsulto - Rivendicazione delle immunità pattuite - Francesco auditore di Rota presso il Cardinal Cibo - Sua intrinsechezza con Agostino Bernucci - Sua nomina all’ Auditorato di Massa - Sua attività nella vita pubblica di Sarzana - Vita e opere dei figli Niccolò e Giuseppe - Notizie intorno ad Alderano - Suo matrimonio con Faustina De Nobili - Sue cariche pubbliche a Sarzana, a Massa e a Bologna - Sue opere legali - I figli -1 giuspatronati ecclesiastici - Giovanni, vescovo di Nebbio - Gerolamo giureconsulto - Alberico intenta causa al Comune per il ristabilimento delle immunità - Esito della causa - Le figliuole di Alderano - Il testamento - Agostino diseredato. Cap. II. - L’infanzia e la giovinezza di Agostino. . pp. 41-80. Nascita di Agostino - Primi studi - Il maestro Tarquinio Galluzzi - Agostino entra nella Compagnia di Gesù - Studi legali e filosofici -Agostino a Parma e a Piacenza - Sue relazioni coi Cesarmi, con Gian Vincenzo Imperiale e con Angelo Grillo -I primi componimenti poetici in latino e in volgare - La censura dell’ inquisizione a un suo carme - Sue vendette - La causa alla Sacra Congregazione di Roma - Agostino è inviato a Modena - Il carattere d’Agostino si rivela - L’ accademia in casa d’ Este - L’epipompenticon per la vittoria del principe Luigi - Agostino a Corte - Altri componimenti per la famiglia principesca - Incontro col Testi - Scambio di cortesie -Agostino panegirista di Madama Virginia - Le lodi del Testi -Inviti per altre orazioni - Corrispondenze poetiche - La satira contro i poeti osceni - Forzate peregrinazioni - Agostino insegna a Milano - Agostino prefetto nel Collegio dei Nobili di Parma - Il divieto dei Gesuiti citca le pubblicazioni volgari - Agostino delude la legge -Sua notorietà - L’orazione per la monacazione di Margherita D’ Oria a Genova - Speranze d’Agostino sulla corte d’Este - Sua espulsione dall’ Ordine - Ragioni del colpo - Agostino a Roma - Suoi armeggi per allogarsi presso il Cardinale Alessandro d’Este - I tentativi dei Gesuiti per ostacolarli - Agostino ottiene il bramato ufficio - Le pene del Purgatorio - Finalmente 1’ ordine arriva - La laurea - Alla volta della Corte. VOLUME QUARANTA DUESIMO 41) Cap. III. - Alla Corte del Cardinal d’Este . . . pp. 81-104. Vita tranquilla - Incontentabilità d’ Agostino - Prima rottura col Testi - Partenza per Roma - L’ accademia degli Umoristi - Le accademie in casa del conte Gonzaga e del Cesarmi - Trattenimenti invernali ed estivi presso il Cardinal d’ Este - Agostino prende a scrivere un’ opera ad esaltazione del suo signore - La interrompe e perchè - Prodromi di burrasca - Un avvenimento terribile - Il Testi tenta invano di <1 scavalcare » Agostino - Agostino cede al fratello Giovanni un vescovado offertogli - Morte di Paolo V. -Agostino legge l’orazione de subrogando pontifice innanzi ai Cardinali -In Conclave - L’ elezione del Ludovisi - Agostino perde una bella occasione di far fortuna - Non se ne dà pace - Il libello sul Conclave L’ anticonclave - Il velen dell’ argomento - Conseguenze - Agostino accusato - Colloquio col Cardinal d’ Este - Il nembo s’addensa -Allontanamento d’ Agostino dalla Corte - Carteggio tra il Cardinal d’ Este e il duca di Modena sulle presenti circostanze - Gli offesi insoddisfatti - Licenziamento d’ Agostino - Le ultime nuvole all’orizzonte - Il « disordine » è finito. Cap. IV. - Due anni a Genova.......pp. 105-138. Viaggio triste e malagevole - Arrivo a Genova - Accoglienze -La notizia del licenziamento - Monsignor Giovanni teme assai per il suo vescovado - Gli amici di Agostino - Un servigio ad Ansaldo Cebà - Agostino scrive e parla pubblicamente dei suoi casi. Cortigiani antichi e moderni - Una rivincita di Agostino - Malanni fisici e conforti poetici - Agostino non vuol più scriver poesie -Esercita Γ avvocatura - L’ orazione per l’incoronazione del Doge -Curiosa supplica d’ Agostino - Il plauso pubblico per 1’ orazione -Fino alle stelle - Agostino rifiuta d’ esser mastro delle Cerimonie - Accetta l’incarico di pubblico lettore nell’accademia degli Addormentati - Reclama nella prima conferenza la cittadinanza genovese Agostino è « la Sibilla » di un a Apollo » - Spera sempre nel Cardinal d’ Este - Infruttuosa dedica delle Silvae - Il volume delle orazioni - Amici e nemici nell’ Accademia - Anche il Chiabrera esalta Agostino - Rapporti continui col Cardinal d’ Este - Agostino commediografo - Sua difesa contro i critici - Supplica dei Mascardi per esser compresi nel Libro d’oro della Repubblica - Passaggio del Cardinal Maurizio di Savoia - Il papa è malato - Partenza d’Agostino 4i6 ATTI DELLA SOCIETÀ per Roma - Elezione del Barberini - La buona stella d Agostino pare comìnci a spuntare - Agostino esalta Urbano Vili e diventa suo cameriere d' onore - All’ accademia degli Umoristi - La moite di Virginio Cesarmi - Agostino lo commemora - Alla coite del Cardinal Maurizio. Cap. V. - Presso il Cardinale Maurizio di Savoia . pp· 139*15^· Carattere del Cardinal Maurizio - Sua vita prodiga in Roma -Suoi debiti - L’accademia nel suo palazzo - I giudizi del Testi -Freddissimo incontro del Testi con Agostino - Il Testi toma a Modena - Gli statuti dell’ accademia - Agostino sopraintendente -Recita la prima orazione - Gli altri accademici e i loro saggi - Un accademico ardito - Agostino tenta un affare - L’ingratitudine dei d’ Este - I discorsi sulla Tavola di Cebete - Agostino attende al suo epistolario - Vuol dedicarsi agli studi storici - Medita il piano della Storia d’Italia in continuazione a quella del Guicciardini - Fa pratiche presso i Principi e le repubbliche per avere il materiale occorrente - I signori d’ Este rifiutano - Intromissione del Testi ... nelle trattative - Partenza del Cardinal Maurizio - Lamenti di Agostino - Il Papa provvede - Sulla cattedra universitaria. Cap. VI. - Sulla cattedra della Sapienza . . . . pp· 15 7_ 17^ · Stipendio e insegnamento di Agostino - Il collega dell ora mattutina - Attriti col Gaudenzi - Ammirazione riscossa da Agostino Le lodi dell’Achillini - L’uditorio - Agostino trova faticoso 1 incarico - Gli studenti universitari nel seicento - Agostino continua ad occuparsi della storia d’Italia - Scrive la Congiura - Lodi e critiche - Agostino si difende dall’ accusa d’ « interesse e venalità » - Il Cardinal Francesco Barberini presta orecchio ai nemici di Agostino - Gli screzi col Cardinal Ubaldini e con il Galluzzi - Agostino va in carrozza - Spende troppo - Cambia casa e finisce in una topaia Ha occasione di nominare la « botte di Diogene » in piena scuola, e perchè - L’eloquenza di Agostino serve a qualche cosa - Il Cardinal Francesco si commuove - Agostino ottiene licenza di allogarsi presso un padrone - Rifiuta la nomina di professore all’università di Pisa - Le cariche e gli uffici fortunatamente crescono - Agostino segretario del Cardinal Carlo de’ Medici. Cap. VII. - Di padrone in padrone......pp. 177-210. I segretari «elefanti» in Roma - Agostino non vede il suo padrone - VOLUME QUARANTADUESIMO 417 Nuove ricerche per la Storia d’Italia - Un ultimo infruttuoso tentativo presso i d’ Este per aver documenti - Il vero scopo delle richieste d’Agostino, secondo i contemporanei - I contemporanei non hanno torto - Agostino è nominato Principe degli Umoristi - I principali personaggi dell’accademia - Un pandemonio provocato in piena adunanza da Belmonte Cagnoli - Agostino marinista -Una prefazione contro lo Stigliani - Lo Stigliani si vendica - Agostino accademico Materiale, Asciutto, Incognito - La solida febbre - Conversazioni in casa del vezzanese Cardinal Zacchia - Un viaggio per cura - Accoglienze a Napoli - Breve dimora a Genova - Agostino nella politica - Uno scacco all’ ambasciatore di Malta - Il Cardinal Maurizio ritorna - Imprudenti maneggi di Agostino per passare nuovamente al suo servizio senza perdere la provvigione del Cardinal de’ Medici - Tutto scoperto - I cortigiani romani non san più se Agostino « sia pesce 0 carne » - Agostino si licenzia dal Cardinal de’ Medici - Non ha incarico ben definito presso il Cardinal Maurizio - Diventa cortigiano di due Corti - Briga per essere « primo segretario » del Card. Maurizio e vi riesce - Pubblicazione dell’ Arte istorica - Una dedica messa a frutto - Gli Spagnuoli si offendono di alcuni periodi dell 'Arte - I nemici d’Agostino soffiano nel fuoco-Tutto appianato - L’accademia dei Desiosi in casa del Cardinal Maurizio - Orazioni politiche - Maurizio di Savoia ritorna a Torino e Agostino lo segue - Fermata a Genova - Il libello di Giov. Batt. Manzini - Il Cardinale difende a spada tratta il suo primo segretario. Cap. Vili. - Ultimi anni.........PP* 211-232 Agostino ritorna a Roma - Diventa agente corrispondente del Cardinale - Al colmo della fama - Una stoccata contro il Mascardi nell Eudemia dell Eritreo - Le lodi dei contemporanei in Italia e all estero - Il solito male s acuisce - In punto di morte - La generosità di un nemico - Viaggi e consulti medici - Un discorso all accademia degli Addormentati di Genova - Agostino si rifugia a Sai zana - Meditazioni ascetiche - Tristi reminiscenze poetiche - II Cardinal Maurizio manda a chiamare Agostino da Nizza - Viaggio disastroso - Morte di Agostino - Il testamento - I funerali - Il ricordo marmoreo - Le esequie celebrate nell’accademia degli Umoristi e in quella degl’ Incogniti - Panegiristi e biografi - La figura morale di Agostino - Lodi postume - L’accusa di libertina<^io Atti della Società Ligure di Storia Patria. Voi. XLIII _ 28. 4iS ATTI DELLA SOCIETÀ sfatata - Si prova che dipende da una cattiva interpretazione della biografia dell’Eritreo - Attenuanti che Agostino potrebbe pioduire innanzi al tribunale della posterità, circa i suoi debiti e il suo sregolato tenor di vita. Parte seconda : Le opere. Cap. I. - La critica e ìe contese letterarie di Agostino pp. 233-274. Varietà dell’opera letteraria di Agostino - Ragioni per le quali scrisse la digressione sullo stile - Stile ed elocuzione-Le regole dell'elocuzione 11· - Un primo avvertimento ai contemporanei - I caratteri del dire , Critiche all’ Aresi e al Panigarola - La difesa dell’Aresi - Le forme dei caratteri - La definizione dello stile - Similitudini che la spiegano - Valore della definizione. I pretesi emendamenti del Pirani - Lo stile spezzato invalso nella prima metà del secolo XVII - La lettera dell’Assarino - Le risposte d’ Agostino - Censure allo stile spezzato - Le furie di G. Batt. Manzini, campione dello stile spezzato - - Efficacia dell’, ammaestramento di Agostino sui contemporanei -Suoi giudizi giovanili sullo stile secentistico - Agostino marinista nell’ età matura - Le sue idee sulla poesia - Furor poetico e umor melanconico - Genio e pazzia - Contro Aristotele - L oratoria nel seicento e le norme di Agostino - Duplice aspetto della critica letteraria di Agostino. Cap. IL - La poesia...........PP- 275 300· Componimenti poetici in volgare - Una paternità rifiutata - L e-dizione delle Silvae - La poesia latina nel seicento secondo il Ti-raboschi - I più notevoli poeti latini della prima meta del secolo Le elegie del Cesarmi - La riforma di Maffeo Barberini - Accenni di Agostino ad essa - Le poesie latine di Agostino - Ostacoli alla loro pubblicazione - Il valore della raccolta - Gli epigrammi - I poemetti - L’ epipompenticon per Luigi D Este, il caime pei la lauiea del Cesarini e il poemetto sulla pace : peculiarità, pregi, diletti Le elegie - Anacronismi artistici - Le epistole - I componimenti religiosi - Caratteri della poesia latina di Agostino - L addio alla Musa. Cap. III. - L'eloquenza latina e volgare.....pp. 301-336. Lodi dei contemporanei per la prosa oratoria di Agostino - λ anto eh’ egli s’attribuisce d’aver pubblicato per primo delle dicerie volumi; QUARANTADUESIMO 419 accademiche in volgare - Efficacia del suo esempio - Generi delle dicerie - La questione della lingua nel seicento e la lingua nelle pi ose d Agostino - Lo stile dimostrativo delle prime orazioni -L elemento erudito in esse - Cause del loro secentizzare - Giudizi d Agostino sulle prime sue prose - Stile spezzato e stile classicheggiante - Gli argomenti delle orazioni - I discorsi morali sulla Tavola di Cebete Γebano - Ossequenza d’Agostino ad Aristotele: suoi giudizi su Platone - Le dottrine scientifiche - La lettera a Claudio Achillini intorno all’ essenza della peste - Contro il Galilei - Le dissertazioni scolastiche sulle perturbazioni psichiche - Le prolusioni di etica - Caratteristiche generali della prosa oratoria di Agostino. Cap. IV. - La trattatistica e Γ opera storica . . . pp. 337-382. Prima idea dell’ Arte isterica - I consigli dei contemporanei - Il contenuto, lo stile, l’erudizione, la pratica del trattato - I fini della storia - Differenze fra la storia e la filosofia civile - Il fine morale - La forma nell’ esposizione delle materie: le concioni, le digressioni e gli altri artificj - La verità nell’ opera storica - La distinzione tra il fine immediato dello storico e quello mediato dell’opera - Un’accusa ingiusta al nostro trattatista - Un interessante colloquio in casa del Cardinal Zacchia - I giudizi di Agostino sugli storici italiani -Lodi e critiche dei contemporanei al trattato - Sue fonti - Un preteso plagio all’Ars historica del Ducci - Esame e confronti - La Congiura di G. L. Fieschi: suo valore - L’idea della Storia d’Italia. Cap. V. - Conclusione..........pp. 383-388. Appendice I. - Lettere inedite di Agostino Mascardi . pp. 389-518. Tavola dei personaggi ai quali sono indirizzate le lettere p. 519. Appendice II. - Due opuscoli inediti di Agostino Mascardi. Scrittura intorno alla elezione in Sommo Pontefice del card. Ludovisio.............pp. 523-542. Revoluzione del Seminario Romano......pp. 543-562. Appendice III. - Saggio Bibliografico delle opere a stampa di'Agostino Mascardi. Orazioni singole Silvae.... P· » 565. 571· 420 ATTI DELLA SOCIETÀ Opere raccolte : Orazioni, discorsi, prose vulgari • P· 573- Discorsi morali sulla Tavola di' Cebete Tebano. » 586. Congiura de’ Fieschi......... » 592. Traduzione della Congiura (in lingua francese, spa gnuola e inglese)............ • p- co 11 rimaneggiamento francese della congiura . . » 0 0 ^0 Lettera all’ Achi Ili ni.......... » 601. Arte istorica............ » 6 03. Romanae dissertationes. Ethicae prolusiones . . . » 606. Scritti in opere altrui o poligrafe..... » 608. Lettere sparse............ » 611. Scritti incompiuti, irreperibili e attribuiti . . . » 614. Saggi accademici raccolti da Agostino Mascardi. » 618. Giunte ai cenni sulla famiglia Mascardi . . » 620 Indice onomastico........... • ΡΡ· 625 -632. Indice del volume quarantaduesimo degli Atti . • PP· 653 -658. Correzioni e avvertenze......... • PP; 2 n. n. r I LA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA 421 PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ FUORI DEGLI ATTI La SOCIETÀ LIGURE di STORIA PATRIA (MDCCCLVIII-MCM) per il socio Gaetano Cogo. Roma, tip. Artigianelli di S. Giuseppe, 1902, in ré, pp. 1-54. (L’ a. parla dei lavori pubblicati negli Atti della Società dal 1858 al 1900 dividendoli nelle seguenti categorie: Iscrizioni ed altre antichità; Numismatica; Storia Civile ed ecclesiastica; Leggi e Statuti, Cartografia, Colonie, Commercio, Geografia, Navigazione, Viaggi; Tipografia, Belle Arti. Nelle note che seguono il testo sono raccolte brevi e succose notizie bibliografiche su ogni opera citata nel testo). SCRITTI EDITI E INEDITI DI GOFFREDO MAMELI 01 dinati e pubblicati con proemio, note e appendici a cura di A. G. Barrili. Genova, tip. Sordo-Muti, 1902, in 8, pp. 1-528 Prima del titolo v’ è una tavola col ritratto di G. Mameli ; nel testo sono intercalati molti fac-simili dFliutogràiÌ del Mameli. (La nostra Società può gloriarsi di aver dato opera a pubblicare tutti gli scritti del nostro Koerner e di averne affidato l’impresa al limpido e vivace ingegno di Anton Giulio Barrili. La memoria di Goffredo Mameli esce da questo lavoro più grande e più bella. Il Barrili con paziente e amorevole studio ci presenta un studio completo sulla vita e sulle opere del Mameli. Rispetto alle opere, esse erano già state pubblicate in parte in molte edizioni precedenti, ma il Barrili ha potuto sulla traccia degli originali del Mameli, (v. p. 148 n. 1). fare una edizione così finita dei carmi e delle prose del Mameli, che non lasciasse più nulla a desiderare. Seguono XII appendici nelle quali il B. presenta note e documenti su alcuni punti biografici e bibliografici dell’ eroe). 422 PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ FUORI DEGLI ATTI Proemio: Goffrè.io Mameli nella vita e nell’arte . . · P- 7 Avvertenza...............P 59 Ai Giovani (Giuseppe Mazzini) . ........P· ^5 Versi.................P· 73 Alla Poesia p. 75 - 11 giovane Crociato p. 79 - L’Amore p. 86 - La Notte p. 88 - Il Sogno della Vergine p. 89 - La Vergine e l’Amante p. 92 - Ballata p. 95 " Dal Libro di Giobbe p. 97 ~ Rido..... p. 100 - Ad N. N. che partiva per Firenze p. 101 - Torquato Tasso p. 103 - In morte di una Donzella p. 106 - Ad un Angelo: Epitalamio p. 107 - Roma p. in - Un Idea p. 117 - Ai Fratelli Bandiera p. 123 - Dante e l’Italia p. 130 - Doloii e Speranze p. 136 - L’Alba p. 139 - Gli Apostoli p. 143 ' La buona novella p. 148 - Salve, o risorta p. 153 Fratelli d Italia p. 155 - Dio e il Popolo p. 158 - ATva 1 Italia! eia in sette pai-tita p. 161 - Suonò l’ora p. 163 - All’armi ! allarmi! p. 165 -R. R. di F. p. 167 - Ella infranse le sette ritorte p. 169 - Milano e Venezia p. 171 - Al Campidoglio! p. 177 - L’ultimo Canto p. 179 - Abbozzi e Frammenti; dal I al XX p. 181. Saggi Drammatici............P· 207 Paolo da Novi: Tragedia (Primo abbozzo) . . . . p. 209 » » » » (Secondo abbozzo) . . . p. 243 Letture ed Appunti. — Da quaderni degli anni 1845-46-47 (I. II. III.)..............P· 275 Epigrafi................... 317 Prose Varie................. 323 Criterii letterarii p. 325 - Discorso critico (alla Assoc. degli Studenti Genovesi) p. 327 - La nuova Italia p. 336 - Discorso (dicembre 1847) p. 341 - Una Supplica al Re di Napoli p. 343 - Al Risorgimento p. 349 - Dimostrazioni popolari p. 3 54 ' Sulla Lettera di G. Mazzini a Pio IX p. 356 - Associazione per la Libera Indipendenza'Italiana p. 360 - Per un giornale Genovese p. 363 - I Corpi Franchi e il Generale Garibaldi p. 365 - Guerra al Circolo Italiano p. 369 - I nuovi moti Ungheresi ed Austriaci SCRITTI EDITI ED INEDITI DI GOFFREDO MAMELI 423 P· 373 ' Insurrezione e Costituente p. 376 - La Costituente in Toscana p. 379 - Italiani, in Lombardia! p. 382 - Tumulti e proteste in Genova (sul finir dell’ottobre 1848) p. 385 - Per la Costituente Romana (dal giornale Pallade) dal I all’Vili p. 388. Lettere................p_ ^η Appendici.............· . . p. 427 I. Da San Donato a San Lorenzo p. 429 - II. La Madre di Goffredo Mameli p. 431 - III. Scolopii e Gesuiti p. 43 5 - IV. Ricordi scolastici p. 438 - V. Una Edizione non fatta p. 454 - VI. L’Inno militare p. 458 - VII. G. Mameli e N. Bixio a Genova (aprile 1 ^49 ) P· 466 - Vili. Gli ultimi giorni di Goffredo Mameli p. 470 - IX. Garibaldi e Mameli p. 485 - X. Biografia di Goffredo Ma-meli, dettata da M. G. Canale p. 490 - XI. Le Feste Genovesi del Balilla p. 499 XII. In Memoria p. 507. ANNUARIO della Società Ligure di Storia Patria, 1901 (Roma, tip. V. Amadori e C., piazza del Grillo, 5, 1901, in 160) pp. I-LXXXVI ; 1-384. (Fu compilato dal sig. Pietro Muttini). Contiene le seguenti materie : Consiglio Direttivo per il triennio 1899-1901 - Elenco dei soci onorari - Elenco dei soci corrispondenti - Elenco dei soci effettivi - Decreto di erezione in ente morale - Statuto sociale - Indice sistematico degli Atti della Società - Indice alfabetico degli articoli e delle recensioni pubblicate nel Giornale Ligustico di Storia, Arte ed Archeologia, (1874-98) - Catalogo alfabetico della Biblioteca sociale - Catalogo alfabetico dei libri donati alla Società dal suo Presidente onorario Cornelio Desimoni. ANNUARIO della Società Ligure di Storia Patria, 1906 (Roma, tip. Artigianelli di S. Giuseppe, 1906, in 160) pp. I-LXVI ; 1-244. (Fu compilato dal sig. Pietro Muttini). 424 PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ FUORI DEGLI ATTI Contiene le seguenti materie : Ufficio di Presidenza per il biennio 1905-1906 - Elenco dei soci onorari - Elenco dei soci corrispondenti - Elenco dei soci effettivi -Indice sistematico delle materie contenute negli Atti della Società -Indice analitico delle materie contenute negli Atti della Società -Catalogo alfabetico della Biblioteca sociale (I. Supplemento) -Elenco delle pubblicazioni periodiche spedite alla Società in cambio dei suoi « Atti » . INDICE CRONOLOGICO DELLE OPERE CONTENUTE NEGLI ATTI NOTIZIE DELLA SOCIETÀ 427 NOTIZIE DELLA SOCIETÀ 1. Nella prima adunanza dei promotori della società (22 no- vembre 1857), parole del Presidente provvisorio Vincenzo Ricci. - Voi. I. pp. xiii-xxxvi. 2. Per la inaugurazione della società. Discorso letto il 21 feb- braio 1858 dal PresidenteVincenzoMarcheseVol.I.,pp.xxxvii-LXi. 3. Statuto - Voi. I. pp. lxxiii-lxxxiv. 4. Norme regolamentari per la nomina dei Soci onorari e corrispondenti. - Voi. I. pp. 687-88. 5 Statuto approvato dell’Assemblea Generale addi XVIII dicembre MDCCCLIX. - XVII. 49-60. 6. Norme regolamentari per la nomina dei Soci onorari e corrispondenti - XVII. 61-62. 7. Discorso pronunciato nell’ adunanza della Società, il di 3 di- cembre 1871, dal Presidente Antonio Crocco. - X. 121-132. 8 Per l’ inaugurazione della nuova sede sociale della Società Ligure di Storia Patria - 2 maggio 1896 - Parole del Presidente Cesare Imperiale di Sant’Angelo. - XXVIII. xv-xlviii. 9. Rendiconto dei lavori fitti dalla Società negli anni accademici 1858-61, del Segr. gen. Agostino Olivieri. - I. 627-651. • 10. Rendiconto dei lavori fatti dalla Società negli anni accademici 1862-64 ^el Segr. gen. L. T. Belgrano. - III. lv-cxliii. 11. Rendiconto dei lavori latti dalla Società negli anni accademici 1865-66, del Segr. gen. L.T. Belgrano. - IV. lxxi-cclviii; 491-496. 12. Rendiconto morale dell’anno accademico 1884-85, letto all’as- semblea dal Segr. gen. L. T. Belgrano. XVII - 313-344. 428 INDICE CRONOLOGICO 13. Estratto del verbale dell’adunanza generale della Società, il giorno 21 dicembre 1884 - Benemerenze del socio Cornelio Desimoni. - XIII. 1077-78. 14. Estratto dal verbale dell’adunanza generale della Società il 27 dicembre 1885. - XVII. 345-347. 15. Redazione del Segretario generale Luigi Beretta. - XXVIII. i-xiii. 16. La Società Ligure di Storia Patria, 1858-1900, del socio Gaetano Cogo. - opera pubblicata per conto della Società fuori degli Atti. - pp. 1-54 17. Cataloghi dei soci e degli ufficiali. - I. i.xiii; 652-82 - III. v-xxxiv ; cxlv - IV. xxxiii-xlv. 18. Albo accademico per l’anno 1884-85 XVII, 1-47. 19. Albo accademico per l’anno 1896-97. - XXVIII. lxxxix-ciii. 20. Annuario della Società Ligure di Storia Patria, 1901, per Pietro Muttini (Opera fuori degli Atti). 21. Annuario della Società Ligure di Storia Patria, 1906, per Pietro Muttini (Opera fuori degli Atti). - 22. Necrologie dei soci. - I. 683-86 - III. xxxv-xli - IV. xlvi-lii. 23. Commemorazione del senatore Antonio Caveri, di Giuseppe Morro - Π. par. I. vii-xxvm. 24. Alla memoria di S. A. R. il Principe Oddone di Savoia. Relazione del Segretario generale Luigi Tommaso Belgrano. - IV. i-xiv. 25. Elogio di S. A. R. il Principe Oddone di Savoia, del Presidente Pasquale Tola. - IV. xv-xxix. 26. Commemorazione di Vincenzo Ricci, di Antonio Crocco. - Vili, v-xxi. NOTIZIE DELIA SOCIETÀ 429 27. Commemorazione di Giuseppe Morro, di Antonio Crocco. - X. 171-285. 28. Elogio di Antonio Crocco già Presidente della Società, letto nell Assemblea dell’8 Marzo 1885 dal Segretario generale L. T. Belgrano. - XVII. 63-109. 29. Commemorazione del Prof. Comm. Luigi Tommaso Belgrano fatta dalla Società addi 24 maggio 1896 - nel Salone del Palazzo Rosso. Parole del socio Anton Giulio Barrili -XXVIII. XLIX-LXXXVII. 30. Doni fitti alla Società - I. 689-98 - III xliii-liv - IV liii-lxx. 430 INDICE CRONOLOGICO OPERE DI CARATTERE GENERALE o che hanno notizie di secoli diversi AVVERTENZA Come il lettore vedrà in seguito, io ho tentato di dividere le opere degli Atti in tre grandi classi: i.) dalla età preistorica alla romana; 2.) dai primordi del cristianesimo alla line del secolo XIV; 3.) dagli inizi del secolo XV ai nostri tempi. Mi fu però necessario di collocarne alcune in una categoria speciale qui sotto indicata. In essa si trovano le opere che hanno un carattere generale come le memorie sulle finanze genovesi, sulle monete della zecca di Genova, sugli statuti e sulle medaglie della Liguria etc. etc.; quelle che si occupano di secoli lontani tra loro come le contribuzioni alla storia di Genova nella poesia e i due documenti sul Portogallo ; infine le memorie che partendo da un secolo dal medio evo e andando ad un secolo dell’ evo moderno, come le cronache di Genova e la vita privata dei genovesi, etc. non si potevano porre in una delle classi suddette. E a questo proposito il lettore non si meravigli se non ho segnato il limite tra il medio-evo e 1’ evo moderno all’ anno 1492 conle *-uso generale, ma sono partito dagli inizi del sec XV perchè in tal modo mi riusciva meglio la partizione delle opere degli Atti. ] numeri romani indicano il volume, gli arabici le pagine del volume ; il « corsivo » tra parentesi V epoca di cui tratta il lavoro. 31. La cronaca di Genova (dai primi tempi al 1^07) pubblicata in Parigi nei primi anni del sec. XVI, riprodotta da V. Promis. - X. 175-275. 32. Cronaca di Genova (dai primi tempi al 1507), scritta in francese da Alessandro Saivago, e pubblicata da C. Desimoni - XIII. 363-486. 33. Della vita privata dei genovesi (dai primi tempi al seicento). Dissertazione di L. T. Belgrano. - IV. 79-273. 34. Studio sulle finanze genovesi nel Medio Evo e in particolare sulla casa di S. Giorgio, di Heinrich Sieveking. Traduzione dal tedesco di Onorio Soardi, riveduta dall’ autore. Parte prima - Le finanze genovesi dal XII al XIV secolo. - Parte seconda. - La casa di San Giorgio (notizie sino al iS ij). OPERE DI CARATTERE GENERALE 43 1 XXXV. Parte I. xxxi, 261. - Parte II. xxiv, 392. 35. Le prime monete d’argento della Zecca di Genova (//39-1493) ed il loro valore, pel socio Cornelio Desimoni. - XIX. 177-223. 36. Tavole descrittive delle monete della Zecca di Genova dal iijyal iSi4,pe\ socio CornelioDesimoni.-XXII. i-lxxii, 1-3 19. 37. Medaglie dei liguri e della Liguria, descritte da Gaetano Avignone. - Vili. 417-729. Ved. anche « Un medaglione di Bona di Savoia » n. 129. 38. Gli statuti della Liguria per Gerolamo Rossi. - Parte prima: Cenni Bibliografici. - XIV. 1-232. Appendice, 1-91. Per lo Stallito di Caffa, ved. num. 128. 39. Les papiers des Archives de Genes et leurs filigranes, par C. M. Briquet. - XIX. 267-394. 40. Il colle di S. Andrea in Genova e le regioni circostanti, per Francesco Podestà. - XXXIII. 1-283. 41. La chiesa di S. Sebastiano in Genova. Necrologia di F. Alizeri. - X. 133-74. 42. Sillabo dei figli del convento di S. Maria di Castello in Genova, (va sino al 1S3S), pubblicato dal socio P. Raimondo Amedeo Vigna. - XX. 1—xnii, 1-334. 43. Libro degli anniversari del convento di S. Francesco di Castelletto di Genova (1250-1592). pubblicato da Vincenzo Promis. - X. 385-453. 44. Contribuzioni alla storia di Genova (dal secolo XIII al se- colo XVI), specialmente nella poesia, pel socio L. T. Bei-grano. - XIX. 653-676. 45. Annali storici di Sestri Ponente e delle sue famiglie (dal sec. VII al sec. XV), a cura dei soci Arturo Ferretto e Giuseppe Parodi. - XXXIV. i-xliv, 1-395. 46. Prima serie dei documenti (e lapidi), riguardanti la colonia di Pera (a. 1265-1610), adunati da L. T. Belgrano. - XIII. 97-336. 432 JXDICK CRONOLOGICO 47. Seconda serie di documenti riguardanti la colonia di Pera, (a. 1297-16...). adunati da L. T. Belgrano.-XIII. 931-1003. 48. Le relazioni fra Genova, l’Impero Bizantino e i Turchi, (dal sec. XII al sec. XV), per cura del socio Camillo Manfroni. - XXVIII. 577-808. Ved. i «Documenti sulle relazioni di Genova coll’impero Bizantino» al n. 102-103. 49. Genova e Tunisi (1388-1313). Relazione storica del socio avv. Emilio Marengo. - Seguita da due appendici sulle monete e Consoli e da alcuni tra i più importanti documenti con indice generale e alfabetico. -XXXII. 1-3x2. 50. Nuovi RICORDI ARABICI PERLA STORIA DI GENOVA, (i 23 4~1 J17), di Michele Amari. - Testi arabici e fac-simili. - V. 549-680. - Aggiunte e correzioni ai nuovi ricordi arabici sulla storia di Genova, del socio prof. Michele Amari. -XIX 147-159. 51. Due documenti riguardanti le relazioni di Genova col Portogallo, (i.° 1370, 2° ijio), trascritti e pubblicati dal socio Prospero Peragallo. - XXIII. 715-732. 52. Documenti e Genealogia dei Pessagno genovesi, (a. 130-3-1610 circa), ammiragli del Portogallo per L. T. Belgrano. - XV. 241-316. Precedono due brani della Historia Compostellana, concernenti l’aiuto arrecato dai Pisani e Genovesi ai Galliziani contro i Saraceni fa. 1113), ed il soccorso prestato egualmente contro i Saraceni agli abitanti di Iria Flavia dagli uomini di Arles, Genova e Pisa (a. 1120). 53. Le carte nautiche italiane del medio evo, a proposito di un libro del prof. Fischer, pel socio Cornelio Desimoni. -XIX. 224-266. 54. Atti del Quinto Congresso Storico Italiano (Genova, 19-27 settembre 1892). - XXVI. 1-311. 55. Raffronti storici sui provvedimenti sanitari antichi e nuovi nel porto di Brindisi. Lettera di Angelo Bo. - VIII. 835-52. DALLA ETÀ PREISTORICA ALLA ETÀ ROMANA 433 DALLA ETÀ PREISTORICA ALLA ETÀ ROMANA 56. Liguria preistorica del socio Arturo Issel. - XL. 1-768. 57. I liguri Intemelii del socio Gerolamo Rossi. - XXXIX 1-170. 58. Iscrizioni Greche (due) in Rapallo ed in Genova, illustr-ite da A. Sanguineti. - III. 750-756. 59. Iscrizioni Greche della Liguria, raccolte ed illustrate da A. Sanguineti - XI. 289-352. 60. Importante frammento di Polibio, conservatoci in lezione alterata da Suida, corretto e mostrato relativo a Genova, ed illustrato da L. Grassi. - IV. 469·90. 61. Iscrizioni romane della Liguria, raccolte e illustrate da Angelo Sanguineti - III. cxlv-lxxi; 1-356; 747'749'> Ί&Ί-&02·· 62. Correzioni ed aggiunte alla raccolta delle iscrizioni romane, di A. Sanguineti. - Appendice al voi. III. 1-34. 63. Lettera sopra le iscrizioni romane della Liguria, e specialmente di alcune lapidi tortonesi e cherascliesi, di Giovanni Francesco Muratori. - Appendice al voi. III. 3 5_4^- 64. Seconda Appendice alle iscrizioni romane della Liguria, di A. Sanguineti. - XI. v-xxvi ; 1-128; 275-84. 65. Della tavola di Polcevera. Dissertazione di A. Sanguineti. - ΙΠ. 357-90. 66. Della sentenza iscritta nella Tavola di Polcevera. Trattazione di Luigi Grassi - III. 391-528; 803-04. Atti della Società Ligure di Storia Patria, Voi. XL111 — 29. 454 INDICE CRONOLOGICO 67.* Sulla Tavola di Bronzo della Polcevera, e sul modo di studiare le antichità ligustiche. Lettere tre di Cornelio Desimoni. -m. 5 29-744. Ved. anche decreto del 29 maggio 1507, riguardante la scoperta dell’insigne monumento. - XI. 17-18. 68. Genoati e Viturii. Saggio storico sugli antichi Liguri, del socio Gaetano Poggi. - XXX. i-xiri, 1407. 69. Su vari oggetti d’antichità scavati in Tortona. Cenni di L. T. Belgrano. - UT. 757-66 - IV. cxcm-vr. 70. La Gemma di Eutiche, per V. Poggi. - XIII. 5-53. DAI PRIMORDI DEL CRISTIANESIMO ALLA FINE DEL SECOLO XIV· ηχ. Le iscrizioni bisantine del Santo Sudario, pubblicate e dichiarate da Pier Costantino Remondini. - XI. 363-75. 72. I Primordi e lo sviluppo del Cristianesimo in Liguria ed in particolare a Genova, a cura del socio Arturo Ferretto -XXXIX. 171-856. 73. Il codice greco Sauliano di S, Atanasio scoperto ed illustrato dal socio Girolamo Bertolotto. - XXV. 9-63. 74. Sul luogo del martirio di S. Secondo, di L. Grassi - IV. 454/688. Γ)ΛΙ primordi del cristianesimo 7>. Sul Martirologio della Chiesa di Ventimiglia, esistente in Genova nella Bibl. Municipale. Ragionamenti di L. Grassi. -IV· 435-53- 76. Il rito ambrosiano nelle chiese suffraganee della Liguria. Memoria del socio Girolamo Rossi. - XIX. 521-546. 77. Patrania la via strata e Γ antica abazia omonime de) socio Girolamo Rossi. - XXXIX, 857-878. 78. Iscrizioni cristiane della Liguria dai primi tempi fino al Mille, raccolte e illustrate da Angelo Sanguineti. - XI. 129-240; 285-88. 79. Dì un tegolo sepolcrale dell’ epoca longobarda, per ATttorio Poggi. - XVI. 545-79. 80. Sulle Marche d’ Italia e sulle loro diramazioni in Marchesati. Lettere cinque al Comm. Domenico Promis, del socio Cornelio Desimoni. Seconda edizione accresciuta di altri studii dello stesso autore e corredata di alcune tavole genealogiche, a cura del socio Cesare Imperiale. - XXVIII. 1-336. 81. Della lapide di Ferrania. Dissertazione di A. Sanguineti. - XI. 241-74. 82. Regesti delle lettere pontificie riguardanti la Liguria dai più antichi tempi lino all’avvenimento d’Innocenzo III (189-119S) raccolti ed illustrati con documenti dal socio Cornelio Desi-moni. - XIX. 1-146; 463-485 ; 573-582. 83. Cartario genovese (a. 700-1100), raccolto e pubblicato da L. T. Belgrano. - II, par. I. 1-243. 84 Cronaca della prima crociata (ioyj-yy) scritta da Caffaro, ed altra dei Re di Gerusalamme da un anonimo, pubblicate da Francesco Ansaldo. - I. 1-75. 85. Serie dei Consoli del Comune di Genova, (1099-1216) illustrata da A. Olivieri. - I. 155-626. 436 INDICE CRONOLOGICO 86. Leggenda e Inni di S. Siro, Vescovo di Genova, pubblicati da V. Promis. - X. 355-83. 87. Siro II. ultimo vescovo e primo arcivescovo di Genova (11 jjj, compilazione del socio can. Luigi Grassi. - X^ Π. 707-728. 88. Frammento di poemetto sincrono su la conquista di Almeria nel 1147, ripubblicato dal socio L. T. Belgrano. - XIX. 395-423. 89. Il Registro della Curia arcivescovile di Genova, pubblicato da L. T. Belgrano (a. ^6^-1241). - Π. par. II 1-789. 90. Illustrazione del Registro arcivescovile di Genova, di L. T. Belgrano. - II. par. I. 245-600. Con appendice di tavole genealogiche. 91. Il secondo Registro della Curia Arcivescovile di Genova trascritto dal socio Luigi Beretta e pubblicato dal socio L, T. Belgrano. (994 1)22) - XVIII. i-xvi, 1-540. 92. Iscrizioni medio-evali della Liguria, (100yi2S2), raccolte e postillate da Marcello Remondini. - Testi e Fac-simili - XII, par. I. v-xi, 1-116; par. Il, tavole LIV. 93. Frammento di Breve genovese del Consolato de’ Placiti (fra l’a. 120η e l’a. 1217), scoperto a Nizza e comunicato alla Società dal cav. Pietro Datta. Testo e relazione di C. Desimoni. - I. 77-154. 94. La lapide di Giovanni Stralleria [a. 1205) e la lamiglia di questo cognome. Memoria del socio L. T. Belgrano. -XVH. 193-220. 95. Liber Magistri Salmonis Sacri Palatii Notarii, (a 1222 1226). - Con prefazione di Arturo Ferretto. -XXXVI. i-xl, 1-639. 96. Codice Diplomatico delle relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante (126J-1521), a cura del socio Arturo Ferretto. - Parte prima. Dal 1265 al 1274. -XXXI. I. i-xlviii, 1-452. - Parte Seconda. Dal 127 j al 1281 XXXI, II. i-xlv, 1-501. DAI PRIMORDI DEL CRISTIANESIMO 437 97. Trattato del Sultano d’ Egitto col Comune di Genova nel 1290, ripubblicato dal socio L. T. Belgrano. - XIX. 161-175. 98. Sulla spedizione dei fratelli Vivaldi nel 1291. Nota di E. T. Belgrano. - XV. 317-27. 99. I conti dell’ambasciata al Chan di Persia, nel 1292, pubblicati da C. Desimoni. - XIII. 537-698. 100. Continuazione della Cronaca di Jacopo da Varagine, dal 1207) e alla sua famiglia. Nota di Marcello Staglieno. - XIII. 487-94. 145. Carlo di Savoia e i torbidi genovesi del 1506-07, per Giuseppe Calligoris. - XXIII. 523-700. 146. Un anno di storia genovese (Giugno 1506-1507), con Diario e documenti inediti, di Emilio Pandiani. - XXXVII. i-xn; 716. 147. Di suor Tommasina Fieschi, pittrice e ricamatrice, (n. 144S. tu. 1534) Lettera di Federico Alizeri. - Vili. 403-15. 148. Genua (a. 1/14J Poemetto di Giovani MariaCataneo con introduzione e appendice storica, a cura del socio Girolamo Bertolotto. - XXIV. 727-818 149. Giornale di viaggio di un Pilota genovese [Juan Battista di Sestri] addetto alla spedizione di Ferdinando Magellano, pubblicato da Luigi Hugues. Traduzione e testo. - XV 3-104. Concerne il viaggio da Siviglia alle Molucche nel 1519. 150. Canzone sopra il sacco di Genova del 1522, stampata da Pier Paolo Porro, ed ora nuovamente tratta da un esemplare della R. Bibl. di Torino. IX. 413-22. 151. Intorno al fiorentino Giovanni Verrazzano, scopritore in nome della Francia di regioni nell’ America Settentrionale (Anno d scoperta 1^24) Studio secondo (il primo non e in questi Atti) di C. Desimoni. - XV. 105-78. 442 indici; cronologico 152. Appendice III .ilio Studio secondo intorno a Giovanni Verrazzano, di C. Desimoni. - XV. 353-78. 153. Una barzelletta intorno agli avvenimenti del ij27, a cura del socio Achille Neri. - XXV. 145-162 154. Una poesia storica (152η) edita dal socio Achille Neri. - XXV. 537-587- 155. Delle opere ni Matteo Civitali, scultore ed architetto lucchese. Commentario di Santo Varni. - IV. 1-31. 156". Delle opere di Gian Giacomo e Guglielmo della Porta e Nicolò da Corte in Genova. Memoria di S. Varni. IV. 32-78. 157. Considerazioni su vari giudizi di alcuni recenti scrittori riguardanti la storia di Genova, di M. Spinola, (riguardano spe-cialmente A. D’Oria) - IV. 285-433. 158. Documenti ispano - genovesi dell’Archivio di Simancas \a. 1 528-49]. ordinati e pubblicati da Massimiliano Spinola, L. T. Belgrano, Francesco Podestà. - Vili. 1-291. 159. Relazione sui documenti ispano-genovesi dell’Arch. di Simancas, di M. Spinola - Vili. 365-402. 160. Il palazzo del principe d’Oria a Fassolo in Genova. Illustrazioni di Antonio Merli, continuate da L. T. Belgrano. - X. 1-118. Con atlante di XI tavole. 161. Arredi ed armi di Sinibaldo Fieschi da un inventario del 1532, con avvertenza e glossario di Antonio Manno. - X. 705-71. 162. Glossario delle voci militari che si incontrano nell’inventario Fieschino del J 532, di Angelo Angelucci - X. 773-803. 163. Descrizione sincrona del terremoto di Genova, seguito il 10 aprile i]}6, ripubblicata da V. Promis. - X. 805-11. 164. La congiura del Fiesco e la corte di Toscana. (1547) Documenti inediti pubblicati da Luigi Staffetti. - XXIII. 229-370. DAGLI INIZI DHL SECOLO XV 443 165. Interrogatori ed allegazioni spettanti alla causa promossa da Scipione Fieschi per la rivendicazione dei beni paterni, pubblicati da L. T. Belgrano. - Vili, 293-364. 166. La morte di Iacopo Bonfadio, (i 550) per M. Rosi - XXVII. 207-227. 167. Relazione dell’attacco e presa di Bonifazio [a. 15521 di Leonardo Balbo, ristampata sull’ edizione del sec. XVI. da V. Promis. - X. 683-704. 168. Gabriele Salvago, patrizio genovese, (η. 1500? m. 1575) - Sue lettere. - Notizie e documenti raccolti da Antonio Ceruti. - XIII. 701-905. 169 Documenti riguardanti le relazioni di Genova colle Hanqke [a. 1515-1667], raccolti ed ordinati da C. Desimoni e L. T. Belgrano. - V. 361-547. 170. Il Santuario della pace in Albisola Superiore, per il socio Vittorio Poggi. - XXV. 163-214. 171. Farmacia, biblioteca e archivio del convento di S. Maria di Castello, (sec. XVI-XVII) a cura del socio P. Raimondo Amedeo Vigna. -XX. 339-400. 172. Le chiese RURALI di S. Luca, S. Vito e di S. Chiara inAlbaro e della Parrocchiale di S. Giacomo Ap. in Cornigliano Ligure presso Genova, a cura del socio P. Raimondo Amedeo Vigna. XX. 403-664. 173· L ìsola di Tabarca eie pescherie di corallo nel mare circostante, (1551-1741) per F. Podestà. -XIII. 1005-44. 174. La riforma religiosa in Liguria e l’eretico umbro Bartolomeo Bartoccio. Ricerche storiche condotte dall’ apparire dell’ eresia in Liguria nella prima metà del secolo XVI all’ anno 1567, per M. Rosi. - XXIV. 555-726. 175. Il Barro di Paolo Foglietta. Commedia del secolo XVI. (tra il 15S3 e il 15S)) pubblicata con note ed illustrazioni per M. Rosi. -XXV. 217-535. 444 INDICE CRONOLOGICO 176 Due opuscoli di Benedetto Scotto, (sec. XVI) circa un progetto di Navigazione pel Settentrione alla China ed alle Indie orientali, editi nel principio del sec. XVII, e ripubblicati da L. T. Belgrano. - V. 273-353. 177. La vita e le opere di Agostino Mascardi ( 1590-1640) con appendici di lettere e altri scritti inediti e un saggio bibliografico per Francesco Luigi Mannucci. - XLII. 1-638. 178. Viaggi di Gian Vincenzo Imperiale, (1609-1635) con prefazione e note di Anton Giulio Barrili. - XXIX. 1-278. 179. De’ Giornali di Gio. \%cenzo Imperiale, (1632-1633) con prefazione e note di Anton Giulio Barrili. - XXIX. 281-739. 1S0. Letterv inedita f/ó/ò’Jdel beato Carlo Spinola ad Alberico I. Cybo Malaspina, principe di Massa, pubblicata dal socio Giovanni Sforza. - XXIII. 701-713 181. Oliviero Cromwell dalla battaglia di Wodcester alla sua morte. Corrispondenza dei rappresentanti genovesi a Londra [Francesco Bernardi e Ugo Fieschi], (1651-165S) pubblicata da Carlo Prayer. - XVI 5-544. 182. Due diarii inediti dell’assedio di Genova nel 1800, pubblicati da Giuseppe Roberti. - XXIII. 371-521. 183. Scritti editi ed inediti di Goffredo Mameli, pubblicati da A. Giulio Barrili (opera fuori degli Alti). INDICE ALFABETICO DEGLI AUTORI E DEI TITOLI DELLE LORO OPERE INDICE ALFABETICO degli Autori e dei titoli delle loro Opere (i) Accame Paolo, 108. Albisola Superiore, 170. Alfieri Alberto, 113. Alizeri Federico, 41-147. Almeria, 88. Amari Michele, 50. Ambasciata al Ciian di Persia, 99. America Settentrionale, 13 5-151. Angelucci Angelo, 162. Annali Storici di Sestri Ponente, 45. Anniversari (libro degli) del convento di S. Francesco di Castelletto, 43. Ansaldo Francesco, 84. Antichità scavate in Tortona, 69. Aquilino d’argento, iio (v. anche monete). Archivio di Genova (Filigrane d. carte d.) 39. Arredi ed armi di Sinibaldo Fieschi, 161. Assassinio (un) politico, 131. Assedio di Genova nel 1747, 141; nel 1800, 182. Astrolabio (Trattato sull’), 101. Atlante idrografico Luxoro, 106 -107. Attacco e presa di Bonifazio, 167. Avignone Gaetano, 37-129. Balbo Leonardo, 167. Barrili Anton Giulio, 29 -178 -179-183. Barro (il) di Paolo Foglietta, 175. Bartoccio Bartolomeo, 174. Barzelletta (una) intorno agli avvenimenti del 1527, 153. Belgrano Luigi Tommaso, 10, 11, 12 24, 28, 29, 33, 38, 46, 47, 52, 83, 88, 89, 90, 91, 93, 97, 98, 102, 104, 105, 106, 123, 131, 134, 136, 158. 160, 165, 176. Beretta Luigi, 15-91. Bernardi Francesco, 181. Bertolotto Girolamo, 73, 101, 103, 148. Bethléem, 112. Bicchierai Iacopo, 117, Bo Angelo, 55. Bonfadio Iacopo, 166. Bonifazio, 167. Bracelli Giacomo, 114. Braggio Carlo, 114 Brindisi, 55. Briquet, 39. Bruitone Michele, 130. Bucicaldo (Maresciallo) 116. Cabotto Giovanni, 135. Caffaro, 84. Calligaris Giuseppe, 145. Campofregoso Tommaso, 118. Cantari di storia genovese, ved. POESIE STOR. GEN. Carlo VI re di Francia, 116. Carlo II di Savoia, e i torbidi genovesi del 1506, 1507; 145. Cartario genovese, 83. Carte nautiche italiane del Medio Evo, 53. Casa (sulla) di Domenico Colombo in Genova, 132. Castelletto (Genova). Convento di S. Francesco, 43. (1) I numeri rimandano alle opere foste in ordine cronologico; i nomi in corsivo sono degli autori. •148 INDICE ALFABETICO Convento di S. Maria in Castello ved. S. Maria. Cataneo Giovanni Maria, i.|8. Caveri Antonio, 23. Cerrato Giuseppe, 111. Ceruti Antonio, 113, 116, 168. Chan di Persia, 99. Chiese (le) rurali di S. Luca etc. in Albaro, 172. Cina, 176. Cipro, 109. Civitali Matteo, 155. Claretto. Gaudenzio, 121. Codice diplomatico delle relazioni fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante, 96 Codice diplomatico delle colonie tauro liguri, 128. Codice genovese di medicina e scienze occulte, 105. Codice Greco Sauliano di S. Atanasio, 73. Cogo Gaetano, 16. Colombo Cristoforo e il banco di S. Giorgio, 133; sue ossa, 134. Colombo Domenico, 132. Colonie Tauro Liguri, 128. Congiura (la) dei. Fiesco e la Corte di Toscana, 164 Congresso (Quinto) Storico Italiano, 54 Conquista di Costantinopoli per Maometto II, 127. Considerazioni su vari giudizi sulla storia di Genova, 157. Consoli del comune, 85. Consoli dei Placiti, 94. Conti (De’) Nicolò, 119. Contribuzioni alla Storia di Genova specialmente nella poesia, 44. Corallo (Pescherie di) 173. Cornigliano Ligure, 172. Corte (Da) Nicolò, 156. Corte di Toscana, 164. Costantinopoli, 127. Ckistianesimo in Liguria e a Genova, 72. Crocco Antonio, 7· 2^’ 27> 2^· Crociata (Prima), 84. Cromwell Oliviero, 181. Cronaca della prima crociata, 84. Cronaca (Continuazionh della) di Jacopo da Varagine, 100. Cronaca di G. Antonio di Faie, 117. Cronache di Genova, 31, 32. Curia Arcivescovile di Genova, 89, 90, 91. Cybo Malaspina Alberico I., 180. » (Principi), 138. » (Famiglia), 139. Dante, 96. Datta Pietro, 94. Desimoni Cornelio, 13, 32, 35> 3^> 53> 67, 80, 82, 94, 99, 106, 107, 109, 110, 119. 127, 133, 135. !4°, '49. 151, 152. Diarii (Due) inediti dell’assedio di Genova nel 1800, 182. Documenti (cinque) genovesi-orientali, 102. Documenti e genealogia dei Pes-sagno, 52. Documenti ispano-genovesi dell’archivio di Simancas, 158, 159. Documenti (nuova serie di) sulle relazioni di Genova coll’impero bizantino, 103. Documenti riguardanti la colonia di Pera, 46, 47. Documenti riguardanti le relazioni di Genova colle Fiandre, 169. Documenti riguardanti le relazioni di Genova col Portogallo, 51. Documents pour 1’ histoire de l’éta-blissement de la domination fran<;aise Λ Génes, 142. Dominazione francese in Genova (1498-1500), 142. D'Oria (Palazzo), 160. Egitto (Sultano d’), 97. Eutiche, 70. Faie (Di) Gio. Antonio, 117. Fassolo, 160. degli autori e dei titoli delle lo ho opere 449 Ferrania, 8i. Ferretto Arturo, 46, 72, 95, 96. Fiandre, 169, Fieschi Scipione, 165. >» Sinibaldo, 161, 162. » ToMMASINA, 147. » Ugo, 181. Filelfo Giovan Mario, 118. Filigrane delle carte degli Archivi di Genova, 39. Finanze genovesi, nel Medio Evo, 34. Fischer Teoualdo, 53. Foglietta Paolo, 17 5. Frammento di Polibio su Genova, 60. Frammento di poemetto sulla presa di Almeria, 88. Frammento di brevè genovese del consolato dei Placiti, 94. Frammenti di Laudi sacre liguri, 108. Francia, 151. Gabotto Ferdinando, 115, 118. Gamenario (Battaglia di), iii. Gemma di Eutiche, lo. Genealogista dei principi Cybo, 138. Genoati e Viturii, 68. Genova e Genovesi: Cronaca di G. 31-32. Vita privata di G., 33. Finanze di G., 34. Zecca di G, 35,36. Filigrane d. carte d. archivi di G., 39. Colle di S. Andrea, 40. Chiesa di S. Sebastiano, 41. S. Francesco di Castelletto, 43. G. e l’impero bizantino, 48,102, 103. G. e Tunisi, 49. G. e gli Arabi, 50. G. e il Portogallo, 51. Congresso storico di G. 54. Frammento di Polibio su G. 60. Genoati e Viturii, 68. Primordi e sviluppo del cristianesimo in G., 72. Cartario genovese, 83. Curia arcivescosile di G. 89,90,91. G. e il Sultano d’Egitto, 97. G. e Trebisonda, 109. G. e il Bucicaldo, 116. Un’impresa dei Savoia contro G. 121. Monte di Pietà in G., 130. Domenico Colombo, 132. Monache nella vita G. 137. Poesie storiche su G., 44. 140, 141. Dominazione Trascese in G., 142. Luigi XII a G., 143. Sacco di G., 150. Opere dei Della Porta e di Nicola da Corte a G., 155-156. Giudizi sulla Storia G., 157. Palazzo D’Oria in G., 160. Terremoto di G., 163. G. e le Fiandre, 169. S. Maria di Castello, 171. Assedio di G. nel 1800, 182. Ved. anche Liguria. Genua, 148. Gerusalemme, 84. Giornale di viaggio di un Pilota genovese, addetto alla spedizione di F. Magellano, 149. Giornali di Gian Vincenzo Imperiale, 179. Giuliani Nicolò, 122, 123, 125, 126. Glossario delle voci militari dell’ inventario Fieschino, 162. Altri glossari trovansi ai n. 89, 99, 161, Grassi Luigi, 60, 66, 74, 75. Harrisse Henry, 133. Hugues Luigi, 149. Imperiale Cesare, 8, 80. Imperiale Gian Vincenzo, 178-179. Impero bizantino, 48-103. Impresa (Un’) contro Genova, 121. Indie Orientali, 176. Innocenzio III, 82. Interrogatori ed allegazioni della causa di Scipione Fieschi per la rivendicazione dei beni paterni, 165. Iscrizioni greche d. Liguria, 5S-59 ; romane d. Liguria, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68; bizantine del S. Sudario, 71; cristiane d. Liguria, 78 e Atti dclln Società Ligure di Storia Patria, Voi. XL1II — ^o. 450 INDICE ALFABETICO di altre regioni 79-81 ; medio-evali d. Liguria, 92-93 · Issel Arturo, 56. Labrador, 135. Lapidi, (v. Iscrizioni). Laudi sacre in dialetto ligure antico, 108. Leca (Da) Ranuccio, 131. Lercari Megollo, 109. Lettera di Bartolom. Senarega al Pontano intorno all’ impresa di Megollo Lercari, 109. Lettera inedita del beato Carlo Spinola, 180. Lettere di Carlo VI re di Francia e d. repubb. di Genova relative al maresciallo Bucicaldo, 116. Liber magistri Salmonis, sacri palatii notarii, 95. Libro degli anniversari del convento di S. Francesco di Castelletto, 43. Libro di ricordi della famiglia Cybo, 139. Liguri, (v. Liguria). Liguria e Liguri: Medaglie della L., 37. Statuti d. L., 38. L. Preistorica, 56. L. Intemeli, 57. Iscrizioni greche d. L. 58-59. Iscrizioni romane d. L., 61,62, 63, 64. Primordi e sviluppo del cristianesimo in L., 72. Rito ambrosiano in L., 76. Iscrizioni cristiane d. L., 78. Iscrizioni medio-evali d. L., 92. Relazioni d. L. colla Toscana e la Lunigiana, 96. Dialetto Ligure antico, 108. Umanesimo in L. 114. Tipografia L., 122, 123, 125, 126. Riforma religiosa, 174. Londra, 181. Luigi XII a Genova, 143. Lunigiana, 96. Luxoro Tammar, 106, 107. Magellano Fernando, 149. Mameli Goffredo, 183. Manfroni Camillo, 48. Manno Antonio, 161. Mannuccì Frane. Luigi, 177. Maometto II, 127. Marchese Vincenzo Fortunato, 2. Marche d’Italia, 80. Marengo Emilio, 49. Martirologio di Ventimiglia, 75. Mascardi Agostino, 177. Massa, 180. Medaglie Liguri, 37. Medaglione di Bona di Savoia, 129. Merli Antonio, 160. Molucche, 149. Monache nella vita genovese, 137. Monete genovesi, 35, 36, no. Montaldo (Di) Adamo, 127. Monte di Pietà di Genova, 130. Morro Giuseppe, 25-27. Morte di Iacopo Bonfadio, 166. Muratori Gio. Francesco, 63. 1Muttiiii Pietro, 20, 21. Negro (Di) Andalò, ioi. Neri Achilie, 141, 143, 153, 151. Nizza, 94. Novi (Da) Paolo, 144. Ogdoas, 113. Olivieri Agostino, 9,85. Opere di Matteo Cividali, 155. Opere di G. Giacomo e Guglielmo della Porta, 156. Opuscoli (Due) di Benedetto Scotto, 176. Opuscoli (Due) di Iacopo da Vara-gine, 104. Ossa di Cristoforo Colombo, 134. Palazzo del principe DOria a Fassolo, 160. Pandiani Emilio, 146. Parodi Giuseppe, 45. Patrania, 77. Pélissier Léou-G., 142. Pera, 46-47. Per agallo Prospero, 51. DEGLI AUTORI E DEI TITOLI DELLE LORO OPERE 4)1 Persia, 99. Pescherie di corallo, 173. Pessagno, ammiragli, 52. Podestà Francesco, 40, 158, 173. Poesie storiche genovesi, 44, 140, Ϊ4Ι, 150, 153, 154· Poggi Gaetano, 68 Poggi Vittorio, 70, 79, 170. Polcevera, 65, 66, 67, Polibio, 60. P0NTAN0 Giovanni, 109. Porro Pier Paolo, 150. Porta (Della) Gian Giacomo, 156. Porta (Della) Guglielmo, 136. Porto (Da) Benedetto, 143. Portogallo, 31, 52. Prayer Carlo, 181. Primordi e sviluppo del cristianesimo in Liguria, 72. Promis Vincenzo, 31, 43, 86, 100, 163, 167. Raffronti storici sui provvedimenti sanitari nel porto di Brindisi, 5$. Re di Gerusalemme, 84. Regesti delle lettere pontificie riguardanti la Liguria, 82. Registri della Curia arcivescovile di Genova, 89, 90, 91. Relazioni fra Genova, l’impero bizantino e i Turchi, 48. Remondini Marcello, 92. Remondini Pier Costantino, 71. Riant Patii, 112. Ricci Vincenzo, 1-26. Ricordi arabici per la storia di Genova, 50. Riforma religiosa in Liguria, 174 Rito (il) ambrosiano nelle chiese suffraganee della Liguria, 76 Roberti Giuseppe, 182. Rosi Michele, 137, 166, 174. Rossi Girolamo, 38, $7, 76, 77. Sacco di Genova, 150. Salmonis (magistri) liber, 95. Salvago Alessandro, 32. » Gabriele, 168. Sangiorgio Benvenuto, hi. Sanguineti Angelo, 58, 59, 61, 62, 64, 65, 78, 8r, 103. S. Andrea (Colle di), 40. S. Atanasio (Codige greco), 73. S. Chiara in Albaro (Chiesa di), 172. S. Domingo (Isola di), 134. S. Francesco (Convento di) 43. S. Giacomo Apostolo (Chiesa di), 172. S. Giorgio (Banco di), 34, 133. » (Ufficio di), 128. S. Luca, in Albaro, (Chiesa di), 172. S. Maria in Castello, (Chiesa di), 136. S. Maria in Castello (Convento di) Archivio del convento 171. Biblioteca » 171. Farmacia » 171. Sillabo dei figli » 42. Storia cronologica 120. S. Sebastiano (Chiesa di), 41. S. Secondo (Martirio di), 74. S. Siro (Leggende e inni di), 86. S. Sudario, (Iscrizione d.), 71. S. Vito in Albaro, (Chiesa di) 172. Santuario delle Pace in Albissola Superiore, 170. Savoia (di) Bona, 129. » Carlo II il Buono, 145. » · Ludovico, 121. » Odone, 24, 25. Scotto Benedetto, 176. Scritti editi ed inediti di G. Ma-meli, 1S3. Senarega Bartolomeo, 109. Sestri (di) Giov. Battista, 149. Sestri Ponente, 45. Sforza Giovanni, 138, 180. Sieveking Enrico, 34. Sillabo dei figli del convento di S. Maria di Castello, 42. Simancas (Archivio di), 15 8. Siro II, 87. Siviglia, 149. Soardi Onorio, 34. Società Ligure di Storia Patria, ved. tutti i numeri dalFuno al trenta. 452 INDICE ALFABETICO Spedizione dei fratelli Vivaldi, 98. Spinola B. Carlo, 180. » Massimiliano, 157, 158, 159. Staffetti Luigi, 139, 164. Staglieno Marcello, 124, 132, 144. Statuti della Liguria, 38. Storia cronologica del convento di S. Maria di Castello, 120. Storia (Un anno di) genovese, 146. Stralleria Giovanni, 93. Suida, 60. Sultano d’Egitto, 97. Tabarca e le pescherie di corallo, 173. Tafur Pero, 119. Tavola di bronzo della Polcerera, 65, 66, 67, 68. Tavola della Annunziata in S. Maria di Castello, 136. Tegolo sepolcrale, 79. Tipografia ligure e genovese, 122, 123, 124, 125, 126. Terremoto di Genova, 163. Tola Pasquale, 25. Torbidi genovesi del i 506-07,145,146. Tortona, 69. Toscana, 96, 164. Trattati fra Genova eTrebisonda, 109. Trattato del Sultano d’Egitto col comune di Genova, 97. Trattato sull’Astrolabio di Andalò di Negro, 101. Trebisonda, 109. Tunisi, 49. Turchi, 48. Umanesimo Ligure, 114, 115. Varagine (da) Jacopo, 100, 104. Varazze, 112. Far ni Santo, 155, 156. Venezia, 109. Ventimiglia, 75. Venuta (la) di Luigi XII a Genova, 143. Verrazzano Giovanni, 151, 152. Viaggi di Gian Vincenzo Imperiale 178. Vigna Amedeo Raimondo, 42, 104, 120, 128, 171, 172. Vita e opere di Agostino Mascardi, 177. Vita privata dei Genovesi, 33. ViTURii, 68. Vivaldi fratelli, 98. Worcester (battaglia di), 181. Zecca di Genova, 35-36. APPENDICE N. I Lettere di uomini illustri al Presidente della Società in ringraziamento della nomina a socio corrispondente o a socio onorario. - L’ ultima lettera è di Cesare Cantù e si riferisce ai funerali di A. Manzoni. DOCUMENTI 45 S Torino, <■) febbraio 1S61. Chiarissimo e Riveritissimo Signore, Ricevo colla più sincera e rispettosa gratitudine Γ annunzio favoritomi dalla S. V. Chiarissima e Riveritissima, col di Lei foglio del 30 p. p. dicembre giunto a mie mani soltanto questa mattina, dell’onore che codesta illustre Società Ligure di Storia Patria vuol conferirmi annoverandomi tra i suoi membri onorari. Nessuna distinzione letteraria potrebbe riuscirmi più gradita di questa che mi associa agli studi che si riferiscono particolarmente a Genova, grande ornamento d’Italia, e mi pone in relazione con tanti egregi personaggi benemeriti per vari titoli della storia italiana, e specialmente col degno Presidente della Società, verso il quale professo da lunghi anni una particolare e devota servitù ed un ossequio rispettoso. Spero che Ella, signor Presidente, vorrà farsi interprete presso i colleglli di questi sentimenti di schietta riconoscenza che mi é così grato di qui esprimere e che spero saranno da loro ricevuti con quella stessa benignità che mi porge il motivo di esternarli. Ho l’onore di protestarmi colla più riverente considerazione di V. S. Chiarissima e Riveritissima Devotissimo Obblig. Servitore Federico Sclopis All’Onorevolissimo Signor Marchese Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure di Storia Patria 456 APPENDICE N. I Torino, io febbraio 1S61. Onorevolissimo Signor Marchese, Io sono lietissimo e mi reputo grandemente onorato della testimonianza di stima che codesta operosa ed illustre Società di storia si é degnata di darmi eleggendomi a suo socio onorario. La prego, egregio signor Presidente, di rassegnare alla medesima i miei rispettosi ringraziamenti, offrendole la mia debole servitù, e di gradire Ella stessa gli atti della mia profonda riconoscenza per le parole troppo cortesi ed indulgenti, colle quali ha avuto la compiacenza di parteciparmi una prova di bontà tanto più pregiata, quanto più son dotti e rispettabili i personaggi da cui mi viene. Ho l’onore di protestarmi colla più distinta considerazione della V. S. Illustrissima Devotissimo Obbl'g. Servitore L. ClBRARlO. DOCUMENTI 457 Siena, ij febbraio 1S61. Illustrissimo Signor Presidente, La Società di Storia creata in Genova, or son tre anni, ha soddisfatto a un bisogno de’ nuovi studi, ed ha anche adempiuto a un dovere che gli Italiani avevano verso Genova. La grande rivale di Venezia tiene posto eminentissimo nella storia nazionale; però urgeva, in questo periodo di tempo in cui intendiamo a fare o ritare la nazione, che di Genova fossero studiati gli annali coscienziosamente: ciò che ha già incominciato a fare la Società cui la S. V. Chiarissima presiede. L’onore impartitomi, signor Presidente, di farne parte quale socio corrispondente, lo sento vivamente, e se nulla in me trovo che possa averlo meritato, mi sarà sprone e mi darà lena di far prova per mostrare la volontà di volerlo meritare. Attendendo il diploma di membro della Società storica ligure, pieno di ossequio e di stima godo dichiararmi Suo Devot. Obblig. Servitore Bartolomeo Acquaroxe Proi. di Storia all’Università di Siena Signor Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure Storica in Genova. 4)S appendice N. I Di Firenze, il 14 febbraio 1S61. Chiarissimo Signore, Accetto con riconoscenza l’onore che mi ha latto co-desta Società di Storia Patria con ascrivermi nel numero dei suoi membri corrispondenti; e lo riguardo come il premio più bello che possano desiderare i miei poveri studi, rivolti specialmente alla storia italiana da poi che mi trovo in mezzo a un archivio doviziosissimo di documenti. Volendo peraltro corrispondere coi fatti più che con le parole all’onore compartitomi dalla benemerita Società Ligure, io mi metto tutto ai suoi servigi, e prego Lei, che n’é degno presidente, a far conoscere questi miei sentimenti ai dotti Colleghi, nel mentre che vorrà attestar loro la mia gratitudine. E qui col più reverente ossequio passo a segnarmi di V. S. Chiarissima Obblig. D-ivot. Servitore Cesare Guasti. Al chiarissimo signore M. Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure di Storia Patria a Genova. DOCUMENTI 459 Romn, alla Minerva, iS febbraio 1S61. Chiarissimo Signor Presidente, Ho ricevuto alli dodici del corrente il biglietto della Signoria Vostra Chiarissima con che mi partecipava la nomina di corrispondente a cotesta nobilissima Società di Storia, ove Ella tanto meritamente presiede. Io ringrazio la bontà dei signori soci, e la gentilezza del nobile Presidente ; perchè non so trovare che nella bontà e gentilezza loro le ragioni per avermi chiamato a tanto onore. Desidero che l’occasione mi si presenti propizia per dimostrare coi fatti la gratitudine mia; e intanto la prego a farsi interprete dei miei sentimenti presso cotesti benemeriti signori, e avermi sempre come Della Signoria Vostra Chiarissima Umilissimo Devotissimo Obblig. Servitore P Alberto Guglielmotti dei Predicatori. 46ο appendice k. i Firenze, 13 febbraio 1S61. Chiarissimo Signore Non so dirle quanto io mi senta onorato da cotesta Società, a cui Ella meritamente presiede, per la deliberazione adottata a mio riguardo ammettendomi tra i suoi soci corrispondenti, e mi sento contuso per tanta bontà riconoscendomene immeritevole affatto. La ottenuta distinzione mi servirà di sprone per tentare qualcosa, e per cercare modo di corrispondere quel meno indegnamente che mi sarà possibile all’onore che mi si è fatto, e per fare tutti gli sforzi perché il mio nome non rimanga per sempre affatto oscuro tra i tanti veramente illustri ai quali va a trovarsi frammisto nell’albo dei soci. Io prego la S V. Chiarissima a presentare i miei più sinceri ringraziamenti al Corpo Accademico e ad offerire la mia debole cooperazione per quel poco in cui possa tornare utile al progresso della Società, la quale, abbenché nata da poco, ha saputo di già rendersi cotanto benemerita della storia italiana e famosa in patria e al di fuori. Con il più profondo rispetto ho nel tempo stesso l’onore di dichiararmi Di Lei Chiarissimo Signore Devotissimo Servitore Luigi Passerini Al Chiarissimo Sia:. Marchese Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure di Storia Patria Genova. DOCUMENTI 461 Torino, 20 febbraio 186 /. Illustrissimo Signore, Rendo grazie a V. S. Chiarissima dell’avermi annunziato. col pregiato suo foglio del 28 dicembre la nomina di membro corrispondente della Società Ligure di Stona Patria, della quale avevo già ammirato le pubblicazioni che concorrono ad arricchire ed illustrare i fasti e le glorie italiane. Ammiratore costante delle gloriose tradizioni dei popoli della Liguria, sento vivissima compiacenza nel veder collocato il mio nome tra quelli degli illustri Genovesi che si affaticano con santa lode nella ricerca delle patrie memorie. Io la prego, illustrissimo signor Presidente, di significare ai dotti suoi colleghi i sensi di stima che verso Loro professo, congiunta a sincera riconoscenza. Ho l’onore di dichiararmi Di V. S. Chiarissima Devotissimo Obblig. Servitore A. Fabretti All’illustre e chiarii. signor Sig. Marchese Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure di Sloria Patria Genova. 462 APPENDICE n. 1 di Firenze li 22 febbraio i86j. Illustrissimo Signor Presidente, Ricevo in questo giorno la sua cortesissima lettera, nella quale si degna parteciparmi le benevole intenzioni che ha verso di me cotesta Illustre Società Ligure di Storia Patria; i disposti della quale mi recherò a sommo onore accettare, benché non me ne reputi molto meritevole. Vero é che sino da fanciullo ho sempre amato ardentemente la nostra Patria e le sue glorie, e sono pure stato curioso d’investigarne i fatti e le venture ; anco, secondo le mie poche iorze, mi sono ingegnato di narrare i nobili gesti del Popolo Ligure; e più ampio e diligente saggio avrei dato del mio patrio amore se la fortuna me ne avesse concesso maggior campo. Ma essa mi ha invece sottoposto a fatiche di tutt altra specie. Infino dal suo nascere ho applaudito nel mio cuore alli eccellenti Ingegni che furono fondatori di cotesta Illustre Società; e s’io avessi stimato poterlo fare senza taccia di vanità e di presunzione me le sarei profferto. Ora che Essa mi accorda spontanea un tant’onore e toglie con ciò il timore che mi tratteneva di parer troppo audace offerendomele, altro non mi rimane che attestare alla S. V. Illustrissima la mia sincera gratitudine e predarla che si degni umiliarne l’attestato a cotesta Illustre Società che meritamente presiede. E ossequiandola rispettosamente profitto della fausta occasione per dichiararmi di V. S. Ill.ma Egregio Sig. Presidente Devotissimo servo Giunio Carbone Ill.mo Sig. Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure di Storia Patria Genova. DOCUMENTI 463 14 ottobre 1861. Illustrissimo Signore, Di ritorno a Torino ho trovato la gentilissima di Lei lettera, ed il Diploma contenente la mia nomina a socio onorario di cotesta Società di Storia Patria. Io mi tengo altamente onorato di tale nomina, e per quanto starà in me procurerò in ogni modo di corrispondere al loro voto con quelli uffici che la mia carica mi porgerà occasione di prestare; riconoscendo da essa più che dalle mie cognizioni e studi speciali il solo titolo che io possa avere all’onore impartitomi. Voglia la S. V. Illustrissima gradire i miei più sinceri ringraziamenti e presentarli a mio nome agli egregi uomini che vollero chiamarmi a collega. Mi creda colla più profonda stima ed ossequio Devot. Servitore Michelangelo Castelli P. S. — Ho ordinato subito la copia della pergamena esistente in questi archivi ed indicata nella lettera. 464 APPENDICI- N. I Firenze, li 9 gennaio 1S62. Illustrissimo Signore, La illustre Società che V. S. meritamente presiede ha voluto, ascrivendomi fra’ suoi Soci, farmi un onore che io non credeva di meritare. Essa ha voluto forse tenere in conto l’amore col quale ho procurato di giovare alli studi storici in Italia. .Manifesto per mezzo di Lei signor Presidente, il mio animo grato a tutti i soci. Ella sia certo che in me cresce il desiderio di aiutare per quanto m’é concesso l'incremento di studi tanto profittevoli all’Italia, e sarò lieto se mi sarà data occasione di essere in qualche modo riconoscente alla benevolenza di codesta Società coll’ado-perarmi in vantaggio di essa. Ho l’onore di dirmi con perfetta considerazione Di V. S. Illustrissima Devot.mo Obbligatissimo Servitore Gio. Pietro Vieusseux Ill.mo Sig. Marchese Vincenzo Ricci Presidente della Società Ligure di Storia Patria a Genova. DOCUMENTI 465 Bergamo, 4 febbraio 1S62. Chiarissimo Signore, L’amore ch’io posi da fanciullo alle libertà italiane, mi condusse a cercare con predilezione le storie di Venezia e di Genova antesignane del nostro risorgimento. Però ebbi ad onore carissimo il fraterno segno di stima che la Società Ligure di Storia Patria volle darmi, nominandomi a suo socio corrispondente nella tornata del 20 febbraio 1859, di cui col diploma solo oggi ebbi avviso. Le molte mie occupazioni pubbliche e private mi tor-ranno corrispondere, come vorrei, al generoso e nobile invito. Ma la buona volontà, confido, non verrà meno. Mentre accetto tale nomina, me le protesto cordialmente Di Lei Devotissimo Gabriele Rosa Al Chiarissimo Sig. Antonio Crocco Presidente della Società Ligure di Storia Patria Genova. 466 APPENDICE N. I Firenze, 4 inarco 1S62. Chiarissimo Signore, Pochi giorni fa mi è giunto per la posta un diploma sottoscritto da V. S. a di 25 febbraio 1859, pel quale la Società Ligure di Storia Patria mi facea l’onore di ascri-vermi tra i suoi componenti. Il ritardo mi duole soltanto perché mi ha tolto fin qui di potere ringraziare l’illustre Società del segnalato favore che la mi ha compartito. E veramente pochi corpi accademici intesi specialmente alla illustrazione della Storia possono vantare socii cosi meritevoli della Patria e della Scienza; pochi 0 nessuno hanno in si breve tempo pubblicati documenti di alta importanza come quelli che l’Italia e l’Europa debbono alla Società Ligure. Grandissima é la riconoscenza ch’io sento verso la Società che mi chiama a farne parte. E di tanto più ne debbo andare superbo in quanto mi accorgo che i chiarissimi accademici aveano rivolto il pensiero alla mia povera persona infino da tre anni. Se la vita e le condizioni mie me lo permetteranno, io potrò in un modo solo corrispondere a quel gentile pensiero, ritraendo cioè dagli scritti arabici tutte le notizie che vi abbiano delle relazioni politiche e commerciali degli Stati Musulmani con la Repubblica Genovese. Oltre le notizie che gli eruditi nostri posseggono mercé le opere orientali pubblicate e tradotte, molto più mi è DOCUMENTI 467 avvenuto di incontrarne in testi non tradotti 0 inediti. Di alcuni io ho preso appunti ed ho notato varii Mss. arabi di Parigi, cioè geografie arabiche e storie di piccole dinastie musulmane e croniche generali, nei quali si possono fare ricerche con ottime speranze di ricavarne frutto. Con maggiore alacrità mi darò dunque all’opera già incominciata con l’intento di illustrare tutte le parti della Storia italiana che si riferiscono a quelle degli stati musulmani. Che se n’ho dato qualche piccolo saggio nei due primi volumi della mia Storia de’ Musulmani di Sicilia e ne darò nel terzo da pubblicarsi e nella raccolta di Diplomi arabi dell’Archivio fiorentino, già presso ad uscire dai torchi, spero riesca più ampia la messe nelle ulteriori ricerche alle quali mi incoraggia la Società Ligure. Prego il chiarissimo signor Presidente che si compiaccia di ragguagliare la Società dei sentimenti di sopra espressi e che gradisca l’osservanza e rispetto con che ho l’onore di dirmi Suo Devotissimo Servitore Michele Amari 468 appendice n. i Torino, S aprile 1S62. Chiarissimo Signor Presidente, Ricevei il diploma di Socio Corrispondente di cotesta Società Ligure di Storia Patria, e in sulle prime dubitai di sbaglio; tanto mi sento indegno di quell’onore, e lontano pur troppo dagli studi. Ma un amico mi assicura che sbaglio non c’è. Dunque è tanto maggiore l’obbligo mio inverso la Società, inverso di Lei, Signor Presidente, uomini estremamente benevoli, a cui sembrò valer qualche cosa l’amore agli studi e il vivo desiderio di giovarli in altrui, quando in me non posso. Ne ringrazio Lei e l’illustre Società con tutto il cuore, pregando ch’essa perseveri e cresca in onoranza e frutti di nobili investigazioni e generosi propositi. Il suo Obblig.mo e Devotissimo G. Rezasco DOCUMENTI 469 Modena, 11 aprile 1862. Illustrissimo Signore, L’avermi cotesta illustre Società annoverato nel ruolo de’ suoi membri è tale onore ch’io non meritava, e ch’io, se guardassi alla mia pochezza non dovrei accettare. Ma per grande riconoscenza dellatto cortese, non ho animo di ricusarlo, ed anche perché mi lega sempreppiù a co-testa splendida città, ove abitai alcun tempo nei giorni dell’esiglio, ed alla quale posi e serbai sempre caldissimo affetto. Ora, se mi é lecito dirlo, mi trovo quasi fatto cittadino di quella Genova intellettuale, che a me fu già tanto benigna e tanto cortese. Sarò povero ed oscuro cittadino in vero, e nondimeno di siffatta cittadinanza morale mi rallegro meco medesimo, ed auguro che la fortuna mi sorrida di tanto ch’io possa un giorno in qualche modo dimostrarmene non del tutto indegno. Prego intanto la S. V. ad attestare alla Soderà Ligure di Storia Patria la mia gratitudine sincera per 1’ onore impartitomi, e ad accogliere la dichiarazione della mia stima e devota osservanza. Della S. V. devotissimo Francesco Maxfredini All’Illustrissimo Sig. Antonio Crocco Presidente della Società Ligure di Storia Patria Genova. 470 APPENDICE N. I Bologna, 21 aprile 1862. Chiarissimo Signore, Conscio della mia pochezza non posso attribuire che alla bontà de’ Signori Componenti cotesta Ligure Società di Storia Patria l’onore fottomi, eleggendomi a socio corrispondente della medesima. Mi professo pertanto gratissimo alla S. V. Chiarissima e a’ suoi onorevli colleghi per quest’atto di benevolenza verso di me, ai quali la prego di farsi l’interprete de’ sentimenti della profonda mia riconoscenza. Ed offrendomi in tutto che valessi a servigio di cotesta benemerita Società ho l’onore di professarmi con pienezza d’ossequio Di V. S. Chiarissima Devotissimo Servitore Luigi Frati Al Chiarissimo Signore Il Sig. Cav. Antonio Crocco Presidente della Società Ligure di Storia Patria Genova. DOCUMENTI 471 di casa, 1.0 di luglio 1862. Chiarissimo Signore, Rendo infinite grazie della onorifica dimostrazione che mi volle porgere l’insigne Società Ligure di Storia Patria di cui Ella si meritamente fa parte, contrassegnata col Diploma che gentilmente mi trasmette. L’ardore che infiamma i petti degli Italiani al conseguimento, oramai assicurato, della unità e libertà della Patria non può disgiungersi dalla più viva sollecitudine per le memorie tramandate da età anche meno felici, ma che attestano il sapere e le virtù che non cessavano d’allargare nei singoli rami dell’italiana famiglia. Quanto abbia a cuore cotesta eletta Società un si nobile intento ne danno saggio gli applauditi lavori che non si stanca di mandare in luce e che ho fede proseguiranno a crescerle fama. Pregando la S. V. Chiarissima di far gradire l’espressione di questo mio caldo voto in un coi sensi della mia gratitudine agli Egregi di Lei soci ed all’ufficio di Presidenza ho l’onore di professarmi della S. λΓ. Chiarissima Devotissimo Obblig.mo Servitore Alessandro Piselli Al Chiarissimo Sig. Presidente della Società Ligure di Storia Patria Genova. 472 appendice k. i Milano, 30 maggio iSy 3. Illustri Soci, Mi tengo onorato dell’incarico datomi da codesto illustre Corpo di rappresentarlo alle esequie di Manzoni. Non sarebbero potute essere più affettuosamente solenni, e avrete veduto dai fogli come tutta Italia accorresse ad onorare l’altissimo poeta. E più ancora che grande artista fu grand’uomo. In 43 anni dacché io ne seguo i passi, non ho mai veduto le sue azioni discordar dalle sue parole. L’amaro ghigno eli Talia che gli piacque in gioventù, presto corresse col guardare tutto e tutti da quell’elevato sereno, donde, colla benevole ironia dello stile, colla verità, la semplicità, la poesia religiosa 0 casalinga, l’irre-provevole morale, sapeva calmare le passioni e serenare gli spiriti. Nessuno presumerà equipararne l’ingegno: tutti procuriamo imitarne la virtù, e imparare da Lui come si possa essere sincero credente e fervoroso patriota, unire la venerazione al dogma irrefragabile, col libero esame delle umane contingenze. Sono degli onorevoli colleghi Obblig.mo e Ossequentissimo Cesare Cantò APPENDICE N. II Esempio dei «verbali» che si stesero per qualche tempo in lingua latina nella sezione Archeologica. L’esempio è tanto più interessante in quanto tratta di questioni sulla tavola di Polcevera. VERBALE IN LATINO 47) 26 aprile 1 Syj. Acta atque praetermissa retroactae congregationis ar-chaeologicae quae habita est V kalendas maii cui intererant sodales triginta. Hora octava, vel uti statutum fuerat, Grassius praeses verba fecit de congressus nostri actis inchoandis et jure incaepta congregatione socius a secretis iussus legit expositionem earum quae acta fuerunt in anteriori coetu. Data per Praesidem omnibus sociis facultate iudicandi quae manca forent, aut quae minus vera in perlecta relatione laterent, nemo reclamavit et ita approbata fuerunt acta. Quumque tractandarum questionum ordo Morrum socium designaret locuturum de legatis Mocoile et Plauco, ipse paratam de ea re orsus est legere dissertationem. Investigationes prosequitur in tabulam aeneam Minucianam, memoratque cum Grassio et Serra non leve illud Iustiniani historici erratum circa notas postremas quae leguntur in lamina porceberana Leg. Moc. quas doctissimus vir interpretatus est Lege Maeonia sed notas illas (ait) sane diversa vocabula designare, nempe Legali Moco et Plaucus. Pariter errorem alterum in ver- o sione iustinianea Morrus deprehendit, quo fingitur ab illustri rerum genuensium historiografo Moconem dictasse et Plaucum scripsisse sententiam .Minuciorum, quod absurdum est (ait Morrus); notae enim illae subscripta nomina ferunt tamquam instrumento conventionis apposita. Addit etiam non satis se comperisse cur Moco dicatur a 476 appendici; n. ii Grassio Legatus Langcntium Vituriorum, dum potius arguendum est Moconem egisse partes Genuatum qui primi veniunt in loquendi ordine ut primum laminae inscribitur Moconis nomen. Transit orator ad disquirendam originem subscriptionum, nempe illarum scriptionum ad calcem actorum quibus cognomentum adjicitur subscribentis, ut hodie fit in toto orbe civili tum quoad sententias, tum quoad pacta, et ultimas voluntates in scriptis. Laminae porceberanae exemplum ab oratore commendatur velut primum ad subscriptiones quod attinet inter omnia antiquitatis cymelia; additque usum pronuntiandae sententiae ac subscribendae in iudicibus introductum post pagana tempora, scilicet quarto saeculo aevi christiani. Quod eruit a titulo Codicis de sententiis ex periculo recitandis; cui glossa adducit exemplum cuiusdam Praetoris Genuae, fugientis ob metum vel periculum minitabundi litigatoris. Sed notat orator corpus juris Venetiis editum apud Iuntas lectionem prae se ferre diversam ab illa quae subit in Lugdunensem editionem, nempe januam ut in typis Coloniensibus quae janua est ingressus auditorii ludicis vel Praetoris. Dubium erat in glossa num valide pronunciaretur sententia non in auditorio sed ad januam et glossa.adfirmat pronundationem valere. Exulare igitur suspicionem de Praetore fugientem Genuam tamquam litus avarum manifestissimum est. Procedit orator in nostrae tabulae comparationibus cum fere coaevis Senatus consultis videlicet Baccanalium, Heraclensi, et Tiburtino, probatque in specimine monumenta illa nostro et elegantia et ordine superari. Transit per diverticulum ad Legem Oppiam quae ut in tabula heraclensi caverat de vehiculis moderandis non tantum ad compescendam verbale in latino 477 matronarum luxuriam sed at tuendas vias ne saxis ligusticis obstruerentur (ut Iuvenalis obloquitur). Denique, colligens sarcinas, suae orationis disserens ad tabulam por-ceberanam reversus, tertiam proponit lectionem illorum signorum it. hono. pubi, hisce verbis, iterato honore (arbitrali iudicio) publice liberabunt ab omnibus controversiis. Post amplissimam Morri disceptationem Grassius praeses de cuius opinione agebatur, nonnulla adnotare censuit; remissis eruditorum sodalium judicio quae magna copia exposuit idem Morrus, tetigisse contentus de duabus questionibus, quae ad sententiam porcoberaneam propius accedebant. Fassus est certae explorataeque sententiae haud esse quis inter duos legatos alterutram litigantium partem repraesentet. Verumtamen non absque bonis rationibus potiorisque momenti in suo de hoc themate commentario in eam inclinasse opinionem ut Moco Ometicani Veturius, Plaucus Peliani Genuensis credatur. Vocabulum loci Mocoaesi adhuc in Langensibus asservatum satis pro eius opinione stat. Ad hoc: Pelium prope Genuates Plaucum Peliani probabilius indigitat. Praeterea non eadem est ratio ordinis nominum, prosequebatur Grassius, initio sententiae ac in enunciatione finali. Quum ut clare apparet, actoribus Langensibus Veturiis lis esset contra Genuates, hi primi initio nominandi erant, utpote controversiae subiectum in litis contestatione; dum contra, sententia prolata, victorum Langensium Legatus primos obtinebat, utpote subiectum victoriae. De secunda autem quaestione, scilicet de clausulae finalis interpretatione, ubi a sua priori recedens Morrus explicat ultima verba iterato publice liberabunt, Grassius etiamsi I. et T. unica foret nota respondit non oportere verbum iterato non satis 478 APPENDICE N. II- lapidarium, si adhibeatur adverbiorum more, pro tterum supponere. Quoad publice autem Grassio non arrisit interpretatio pro adverbio palam quod non satis conceptum continet formulae juridicae. Palam enim agitur quodqum-que simpliciter iit in patulo et nil amplius significat: contra autem verbum publice ubi de legitimis actis res est, teste Cicerone (Epis. I, libri XX ad Div.) eum conceptum involvit quem nos italica lingua exponimus con alto officiale, scilicet muneris publici auctoritate. Grassius idcirco pro ea interpretatione instat quam exposuit probavitque. Excludit iterimi et iterato cuius loco duplex verbi compendium deprehendit, id est I. et T: quod legitur Intra Tempus quemadmodum in antecedenti acroasi disceptaverat. Legit igitur : et ab omnibus controversiis intra tempus honoris (muneris arbitralis) publice (scilicet eiusdem muneris auctoritate adhuc integra) liberabuntur; nequaquam liberabunt per verbum active sumtum, siquidem praecedentibus periodi verbis nequit consistere. Post haec facultatem loquendi nemine amplius postulante, Praeses conventui finem ponit, hora nona cum dimidia. INDICE GENERALE STORIA DELLA SOCIETÀ CAPITOLO I. I nostri precursori. i. L’Accademia Ligustica di Belle Lettere e degli Industriosi. — 2. L’Istituto Nazionale Ligure. — 3. La Società di Storia, Geografia ed Archeologia, — 4, Il Congresso degli Scienziati a Genova. — L’Accademia di Filosofia italica.........pp. 1-20 CAPITOLO II. Fondazione delia Società Ligure di Sloria Patria. 1. I fondatori della Soderà. — 2. Discorso del marchese V. Ricci. — 3. Elezione dell’ufficio di presidenza. — 4. Primi suoi atti. — 5. La sede della Società. — 6. Distribuzione dei lavori. — 7. Nino Bixio. — 8. Elezione degli ufficiali delle sezioni. — 9. Inaugurazione della Società e discorso del p. Marchese........pp. 21 - 40 CAPITOLO III. I primi anni e le prime opere (1S5S-1S62). i. I lavori delle sezioni nell’anno accademico 1857-58. — 2. Il secondo anno accademico 1858-59. — 3. Il nuovo presidente. — 4. I primi soci onorari e corrispondenti. — 5. L’opera delle sezioni nell’anno 1858-59. 6. Il terzo anno accademico 1859-60. — 7. Elezioni del 1860. — 8. L’opera delle sezioni nell’anno 1859-60. — 9. Gli anni accademici 1860-Ó1, 1861-62............pp. 41 - 64 480 INDICE GENERALE CAPITOLO IV. Dal 1862 al iS6y. 1. Il Presidente barone Tola ed i suoi successori. — 2. L’opera delle sezioni. — 3. Tutela dei patri monumenti. — 4. Iscrizioni commemorative in luoghi storici. — 5. Lavori ammessi negli Atti. — 6. Incremento della Società. — 7. Soci onorari (il principe Oddone di Savoia). — 8. Incoraggiamenti ed attestati di stima. — 9. Il nostro stendardo. — io. Relazioni col governo e colle società scientifiche . . . . pp. 65 - 82 CAPITOLO V. Dal 1867 al 1S72. 1. L’opera della Società nel quinquennio. — 2. Lavori scelti per gli Atti. — 3. 'Attestati di stima verso la Società. — 4. I nostri presidenti. — 5. Mutamento di sede. — 6. Il desiderio del presidente Crocco pp. 83 - 98 CAPITOLO VI. Dall’anno 1872 al 1882. 1. Fondazione del giornale ligustico di Archeologia, Storia e Belle Arti. — 2. 1 lavori delle tre sezioni. — 3. Difesa dei monumenti patrii e partecipazione alla vita pubblica. — 4. I discorsi di A. Crocco. — 5. Perdite di soci illustri. — 6. Le Ceneri di C. Colombo. — 7. I libri Iurium. — 8. Per la morte di Vittorio Emanuele II. — 9. I primi congressi storici. — 10. Decadenza della Società.....pp 99- 118 CAPITOLO VII. Dal 1882 al 1892. 1. Morte del presidente Antonio Crocco. - Elezione di Gerolamo Ga-votti. -- 1. L’opera della Società nel decennio. — 3. Relazioni coll’istituto storico italiano. - Il nostro primo delegato. — 4. Onoranze al Desimoni. — 3. L. T. Belgrano nuovo delegato presso l’istituto storico. — 6. Partecipazione al terzo congresso storico italiano. — 7. Per la conservazione del palazzo S. Giorgio. — 8. Il quinto congresso storico italiano a Genova. - La raccolta colombiana . . . . pp. 119-132 INDICE GENERALE 481 CAPITOLO Vili. dal 1S92 al ipoS 1. Condizioni della Società alla morte del Belgrano. - 2. Nuove elezioni. 3. Opera del nuovo ufficio. - 4. Discorso del marchese Imperiale. - 5. Commemorazione di L. T. Belgrano. - 6. Riforme allo Statuto - la Società eretta in ente morale. - 7. Le relazioni della Società con vari municipi Liguri. - 8. 11 palazzo di S. Giorgio. - 9. La terza serie degli Atti. - 10. Opere fuori degli 'Alti. - 11. Progetti per l’avvenire.-12. Conclusione pp. 133 - 154. STATUTO della Società Ligure di Storia Patria Decreto di erezione in ente onorale della Società. . . p. 157. Articoli dello Statuto........pp. 159 - 174. ALBO ACCADEMICO (dal· 1858 al 1908) Ufficiali della Società dal 1858 al 1908 Soci onorari..... Soci corrispondenti..... Soci effettivi del 1858 . Soci effettivi del 1908 . . . · pp. 177 - 194. pp. 195 - 198. pp. 199 - 208. pp. 209 - 214. pp. 214 - 228. ATTI DELLA SOCIETÀ Introduzione . Volume primo » secondo . » terzo » quarto » quinto » sesto » settimo » ottavo 0 nono » decimo . » undicesimo pp. 231 - 234. » 235 - 238. » 239 - 245. » 245 - 248. » 249 - 253. » 254 - 257. » 257 - 269. » 270 - 292. « 292 - 296. » 296 - 300. » 300 - 308. » 309 - 311. 4§2 INDICE GENERAI E Volume dodicesimo........PP· 312 ' 3 Μη tredicesimo............» 3r4 · 322· » ~ quattordicesimo.......» 523 ' 324· » quindicesimo -.......” ^24 ■ 327- » sedicesimo........» 327 - 328. a diciassettesimo........» 329 " 33^· » diciottesimo........» 33^ ' 337- » diciannovesimo........» 337 " 345* » ventesimo........» 345 ' 34$. » ventunesimo .....p 348. » ventiduesimo.........pp· 349 ' 3 51· » ventitreesimo........>> 3 51 _ 3 54- » ventiquattresimo.......» 3 5 5 ' 358· » venticinquesimo.......» 3 59 ' 3^2· » ventiseesimo . , p. 363- » ventisettesimo........pp. 3^4 · 3^5- » ventottesimo........» 3^5 * 3^9- » ventinovesimo........» 3^9 " 374· » trentesimo........» 375 * 377* » trentunesimo........» 378 - 379· » trentaduesimo . . ...... » 379 " 382· » trentatreesimo . . . . . . . . » 383 " 384· » trentaquattresimo .......» 3^4 * 3^5* » trentacinquesimo.......» 385 " 391- » trentaseesimo ........» 391 ' 392· » trentasettesimo. .......» 392 * 395- » trentottesimo . . . . . . . » 395 * 39^· » trantanovesimo........» 397 - 4°5- » quarantesimo........» 4°^ - 410· » quarantunesimo.......» 410 - 412. » quarantaduesimo.......» 413 - 420. Pubblicazioni della Società fuori degli Atti . . . » 421 - 424. Indice Cronologico delle opere contenute negli Atti . . » 425 - 444. Indice degli Autori e dei titoli delle loro opere. . . » 445 - 452. Appendice I.........' . '> 453 - 472. Appendice II.......: » 473 - 478. Indice del volume. ...·... » 479 - 482. ■