ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XXXVI GENOVA NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ Palazzo Bianco 1906 I I ι ; i ' . ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA VOLUME XXXVI ROMA TIPOGRAFIA ARTIGIANELLI DI S. GIUSEPPE Via S. Prisca, N. S. (Colle Aventino) MCMVI LIBER magistri salmonis SACRI PALATII NOTARII 1222-1226 CON PREFAZIONE DI ARTURO FERRETTO ) ALLA R. DEPUTAZIONE SOVRA GLI STUDI DI STORIA PATRIA PER LE ANTICHE PROVINCIE E LA LOMBARDIA IL SOCIO CORRISPONDENTE • ARTURO FERRETTO DEDICA ED OFFRE PREFAZIONE -- Note Biografiche. — Anton Giulio Barrili, nella splendida Commemorazione del Prof. Comm. Luigi Tommaso Belgrano, racconta che il Belgrano « meditava un Mastro Salomone, ad illustrar la figura d’un nostro notaio del Duecento, così nominato, i cui notularii, pieni di cose non attinenti alla professione, mostrano insieme un erudito ed un medico, un astrologo, un poeta ed un empirico, che ai rogiti alternava le celie, i versi, gli oroscopi e le ricette. Ne sarebbe venuto fuori un curioso spiraglio di vita medievale tra noi. Quante volte, imbattendomi nell’ amico, non mi avvenne di chiedergli : e Mastro Salomone?..... » l1). (r) Atti della Soc. Lig. di Stor. Patr., Voi. xxvm, p. lxx. Vili l’refazione Maestro Salomone, o, per meglio dire, Maestro Salmone, sentita la diana squillante, nel gaudio • · del risveglio, fa ora la sua trionfale apparizione, e con lui lo spiraglio desiderato di vita medievale. ❖ * * La famiglia del notaio Salmone ebbe forse la prima culla a Borzone, che trovasi « poco meno che nel centro di Val di Sturla a sinistra del confluente Penna, che sbocca nello Sturla in Borzonasca... Lo Sturla mette nel fiume Lavagna in Carasco, che unitosi poi col Graveglia formano la bella fiumana, di cui parla 1 Alighieri..... » (x). E dai monti di Borzone la famiglia venne a Chiavari, quando il Comune di Genova, pei porre un argine alia potenza dei Fieschi, avendo decretato l’erezione del castello, con lodo del 19 ottobre 1178 concedeva ai borghesi di edificare in quella parte, che è di contro il castello (a), presso cui avea beni il Nostro, risultando pure che parec- (‘- Sac. G10. Bkizzolara, Storia dell'Abbazia di S. Andrea di Borzone, p. 3, S. Pier d’Arena, Tip. Salesiana, 1891. (2) Liber luriturt, Tom. 1, col. 310, in Μ. Η. P.; Carlo Garibaldi, Chiavari Antico, p. 42, Genova. Tip. Como, 1853. Prefazione IX chie famiglie, provenienti da Garibaldo, Cogorno, Rivarola, Caperana, Sturla, Vignolo, Pontegia-como e Panèsi, per decreto dell’ i i aprile 1208, si portarono ad abitare nel nuovo borgo (τ). Da Chiavari Magister Salmon notarius recossi a Genova, ove trovasi per la prima volta ricordato il 23 novembre 1191, assistendo sub volta Fornariorum, in qualità di testimone, ad una confessione di debito, fatta dal piacentino Obérto Diano a Lanfranco Richerio (2). Questa data ci fornisce il termine a quo della fioritura del Nostro. Fu a Bologna, centro allora di cultura, per apprender quelle nozioni di medicina, delle quali dà saggio, e che trovo più tardi in altri notari (3), o per dar opera ad altri studi, 0 per attingere quella conoscenza del diritto, che non si scompagnava mai da quella delle lettere? Ed egli acquistò il nome di Magister per la professione di medico, oppure, perchè nella sua scribania esercitavano il tirocinio tanti altri, che poi veni- (') Iurium, 1. c., col. 534, Garibaldi, 1. c. (a) Atti del Not. Guglielmo Cassinense, Reg. 1, f. 70, Arch. di St. in Genova. (3) 11 4 maggio 1267 il notaio maestro Alberto da Santo Salvatore di Lavagna teneva presso di sè cinque libri di Avicenna e due di Galeno, che cedeva a maestro Simone, repetitori in graniatica (Atti del Not. Giovanni de Corsio, Reg. 2, f. 127 v., Arch. di Stato). X Prefazione vano creati notari per autorità imperiale ed apostolica, o dal podestà di Genova, o dai conti palatini? (r). I pochi documenti superstiti sono muti, e ci rappresentano soltanto il nostro maestro e tabellione in relazione colla patria lontana, o, pei meglio dire, coi paesi di quel lembo di ligure ìi-viera, tutta seni e piccoli golfi frastagliati, e che un umanista a metà del secolo XV Iacopo Bracelli — con frase indovinata e scultoiia chiamo bello e superbo (a), ed un altro scrittore dei primordi del secolo XVII — Gian Vincenzo Imperiale — con frase più indovinata e più scultoria chiamò allegro paradiso (3). Presso Γ antico castello di Chiavari, le cui rovine nereggianti, come ardite saette, si slanciano tuttora nel cielo, e dominano la sottostante città, aveva i beni il nostro Maestro, e coi genovini iaggranellati per la composizione dei rogiti, delle ricette e degli incantesimi, altre terre vagheggiava, (*) Per la cultura del tabellionato italiano nel medio evo cfx. F. Novati, La giovinezza di Coluccio Salutati, Torino 1888, cap. ni, pp. 66, 73 e segg. - (2) Clavarum oppidum tam pulchrum quam superbum (Ueso ipuo orae ligusticae ms. Dbis 4, 4, 24, Bibi. Civico-Berio in Genova). (3) Viaggi di Gian Vincenzo Imperiale con Prefazioni e Note di Anton Giulio Barrili, in Atti della Soc. Ligure di Stor. Patr., Voi. XXIX, Fase, i, p. 94. Prefazione XI purché il campicello,ereditato dalla famiglia, potesse allargare i suoi modesti confini. Infatti il 16 agosto i 239 comprava per lire settanta dal parente Baldovino del fu Alberto Lovo, da Borzone, pedani imam terre prope castrum de clavaro ubi dicitur praelium; nè potendo accudire alla terra comprata, lo stesso giorno la cedeva in locazione per quindici anni al suo parente, col solito obbligo di piantar fichi' ed olivi (r), di cui son ricche le pendici chiavaresi. La riviera orientale, 0, per essere più esatti, quella porzione di territorio, che forma l’attuale diocesi di Chiavari, aveva mandato a Genova superba persone per ingegno cospicue. Il minuscolo villaggio di vS. Pietro di Novella, su quel di Rapallo, avea regalato il notaio Bonvassallo de Cassino, padre di quel Marchesino de Cassino, giudice ed Annalista del Comune, ambasciatore a Pontefici ed Imperatori (2); la castellania di Passano era la culla di un altro Annalista, il noto Ogerio Pane, che trovò un degno illustratore nel Marchese (*) Atti del Not. Palodino de Sexto, Reg. i. f. 95, Arch. di St. in Genova. (2) Arturo Ferretto, Regesti delle Relazioni Pontificie, riguardanti la Pieve di Rapallo e i Rapailesi dal 1199 al 1320, Genova, Tip. della Gioventù, 1899, p. 22. XII Prefazione Cesare Imperiale (') ; la stessa Fontanabuona, incastonata tra monti ed eterna ribelle al giogo dei Malaspina, è altrice di eletti ingegni, e, se fiorisce in Genova maestro Bartolomeo da Cicagna, in rapporti col trovatore Percivalle Doria, canonico del nostro bel S. Lorenzo, ed arciprete in patiia della Pieve, sacra al Battista, vicario della Curia arcivescovile, e bibliofilo insigne, non è da meno il suo conterraneo, maestro Ugo da Zerega, prima prevosto e poi magiscola della Cattedrale, canonico di Santa Alaria di Castello, protettore di chiese, ospedali e ponti, beneviso dai pontefici Onorio III e Gregorio IX, e fulgida gloria di una frazioncella, smarrita tra i casta- o gneti, ove all’ ombra della chiesa di San Martino e dell’ olmo secolare (a) il piccolo Ugo, diventato sì grande, respirò le prime aure di vita. E, quando nel 1222 il Comune e la Chiesa genovese furono in urto, e l’alessandrino Ottone Ghiglini, il pio e battagliero arcivescovo di Genova, (r) Annali Genovesi di Caffaro e de' suoi continuatori in Istituto Stor. Ital. Voi li, pp. XXVIII-LVII, Roma 1901. — La patria, sino ad oggi sconosciuta, risulta dal Documento XLV a p. 21. (2) Un atto del 24 aprile 1221 è appunto rogato in Deselica sub ulmo ecclesie sancti Martini (Atti del Not. Ianuino de Predono, Reg. 1, Parte I, f. 122, Arch. di St. in Genova). Prefazione XIII rimpiangendo il suo primitivo vescovato di Bobbio, dovette andai esule ramingo, chiedendo pace prima ai Cisterciensi di Sant’Andrea di Sestri, e poi a Pavia, ponendosi trepido sotto le ali del vescovo Polco, il Comune ricorse ad. un altro chiavarese, non meno illustre, a Raimondo de Clavari, che per la sua qualità di jurisperitus, dovette neces-sai irniente essere stato agli studi di Bologna. Egli moi ì pi esso la Curia pontificia, ove erasi recato per sedare le discordie vertenti tra le due podestà. L’Annalista Marchisio Scriba così ne parla: cum potestas viros providos et discretos Nicolaum Ro-tium canonicum Ianuensem et Raimundum de Cla-vari turis peritum ad Romanam curiam direxisset sicut divine placuit voluntati ibi fati munus implerunt de quorum morte civitas Ianuensis damp-num non modicum et gravamen subivit f1). Da Chiavari a Cogorno e breve il passo. Nella cultura intellettuale di Genova, nella prima metà del secolo XIII, reca il maggior contributo, eccelle, e come aquila vola Maestro Giovanni da Cogorno, prevosto di Santa Maria di Castello, ed arcidiacono della Cattedrale. È un astro, che brilla per lungo tempo, e del suo splendore arric- (') Istituto Stor. St. It., 1. c., pp. 181-182. XIV Prefazione chisce là sede di Romolo e di Siro, giacche, morto l’arcivescovo Ottone (f 31 ott. 1 239) veniva prescelto a succedergli (*), meritando 1’ elogio di multimi litera tu s et in Arte Medici ime va/de peritus (a). Non appartenne ai Signori di Cogorno, come indicano gli storici moderni, ma bensì alla famiglia Rossi di Cogorno (3). E Sestri, ultimo sperone del golfo, invia quell’ Urso de Sigestro, notaro del Sacro Palazzo, che, dimenticando i rogiti e le pandette, si ele\ a in più spirabile aere sull'ali di forti esametri, e ìeca in alto il prestigio della patria (4). (*) Annali Genovesi in Pertz, Mon. Germ. Tom. XVIII, p. 19°· (*) Chronicon lanuense Iacobi de Varagine in Muratori, R; I. S., IX, 47. — A Genova il clero esercitava la medicina. 11 27 febbraio 1302 prete Pietro da Cogorno, cappellano di San Lorenzo prometteva di liberare dalle convulsioni epilettiche un tale Angelino da San Siro, il quale si obbligava di dargli lire venti alla fine dell’anno, purché l’avesse guarito (Atti del Not. Ambrosio de Rapallo, Reg. II, f. 63 v., Arch. di Stato). (3) 11 3 dicembre del 1233 il nostro maestro Giovanni, arcidiacono, consegnava ad Enrico de Porta due libri, tra i quali librum pronosticorum futuri se culi {Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, Parte 1, f. 147 v., Arch. di Stato). Un altro libro di pronostici detto Liber Io achini trovo nell’inventario della piccola libreria del notaio Ro-gerio da Palermo, morto in Genova poco prima del 20 settembre 1256 (Atti di Notari Ignoti, Arch. di Stato). (4) Di Maestro Ursone radunò alcune notizie il Belgrano e le inserì in nota a p. 146 dei Documenti Inediti riguardanti le due Crociate di San Luigi IX Re di Francia, Genova 1859. Prefazione xv Affermava il Burckhardt che prima dei tempi di Andrea Doria gli abitanti della riviera passavano in tutta Italia per nemici di qualsiasi cultura. Si fatta opinione, desunta dal Valeriano e dal Men-oke non vuoisi intendere per modo assoluto, e dagli studi recenti viene di molto attenuata (x). L Accame prendendo a dar ragguagli sui Genovesi studenti di giurisprudenza in Bologna, afferma che « anche nelle altre discipline, astrazione fatta dal campo giuridico, non furono i liguri secondi agli altri popoli » (2). Al Mannucci non torna gradita questa opinione, e saggiamente asserisce « che una larga cultura, la quale potesse dirsi già, per que' tempi, superiore, o tale almeno da render Genova, come vorrebbe l’Accame, non seconda alle altre città, nel secolo XIII, non esisteva ancora. ruttai più, in quel tempo, venivano preparandosene gli elementi » (3). ([) Burckhardt, La civiltà del Rinascimento in Italia, Firenze, Sansoni, 1900, li, 99. In questa seconda edizione il Zippel ha rilevato l’inesattezza dellaflermazione. (2) Notizie c documenti per servire alla storia delle relazioni di Genova e Bologna, cap. Ili in Atti e memorie della R. Deputazione di St. Patr. per le Prov. di Rom. serie III, voi XV, fase. IV-VI, Bologna, 1898, p. 239 e segg. (3) Francesco Luigi Mannucci, La Cronaca di Iacopo da Voragine, Genova, A Cura del Municipio, 1904, p. 8. XVI Prefazione Comunque sia, in mezzo ai novelli virgulti, che si andavano man mano trapiantando in citta, in mezzo a questa pleiade di illusili rivie-rani, il cui consig'lio vien cercato ed ambito, portò la sua larga attività e la grande opei a sua il nostro Salmone, e la riviera, non dimentica del suo figliuolo insigne, a lui 1 icone, quando è lacerata da intestine discordie. Esssendo morto Guglielmo Ferrario da Zoagli, ed i beni lasciati avendo dato appiglio ad una divisione tia due famiglie, rappresentate da Magno da Zoagli e Bonvassallo Verrone, da Rapallo, il 27 novembre 1241 si ricorreva a Maestro Salmone, peichè con una buona e salda sentenza di arbitrato smagliasse le file dei dissapori (I). Altri atti, meno interessanti, lo riguardano, e ci parlano sempre di relazioni con Chiavaresi, da non pochi dei quali il 4 novembre 1 245 riceveva i fitti delle sue terre, poste nella località detta pastine (2). (L) Atti del Not. Bartolomeo de Fornari, Reg. I, Parte I, f. 224, Arch. di Stato in Genova. (a) Atti del Not. Ianuino de Predono, Reg. I, Parte I, f. 366 v., Arch. c. s. Prefazione xvir L ultimo atto stipulato dal Nostro reca la data del 7 maggio 1247 (r). Maestro Salmone ebbe un figlio per nome Vassallino, il quale Γ8 marzo 1250 insieme colla madre vendeva una terra, che il padre suo avea comprato in Moneglia (3), applicandosi egli pure al tabellionato. Il 17 agosto 1257 Vassallus Salmonis filius et heves quondam Salmonis riscuote il fitto delle sue terre, ed il 30 agosto dello stesso anno dà mandato al chiavarese Stefano Pessagno di riscuotere il lucro, proveniente da una società commerciale (3); e di bel nuovo il 7 gennaio 1260 è ricordato Vassallus Salmone notarius (4), segno evidente che prese il cognome del nome paterno. La casa di Maestro Salmone, provvista di olio di Sestri Levante (ed anche in questo non dimenticava la sua riviera), e la bottega decorata di elettuari di cedri, di gengeverata di Alessandria, e di vasi orientali, e persino d’un pappagallo, che poi se ne volò a Corneto, sorgeva nel Borgosacco, forse ad un tiro di balestra da quella (r) Atti del not. Giovanni de Vegio, Reg. I, parte I, f. 139, Arch. c. s. (2) Atti del not. Giovanni de Vegio, Reg. I, Parte I, f. 160. (3) Atti del Not. Oberto Osbergero, Reg. I, f. 29, 39 v., Arch. c. s. (4) Atti c. s., f. 1. Ferretto n XVIII Prefazione di Ogerio Pane, nella quale non mancano libii, consacrati per iscongiurare gli spiriti ( ). H nella casa di Borgosacco morì in quel periodo di tempo, che corre dal 7 maggio 1247 al 24 api ile 1248. Facendo testamento, lasciò esecutore il piioie di quei frati di S. Domenico, che avea visto sor- sfere in Genova, alla Doinocultcì. Il mezzano inferiore della casa del Nostro (') Valga il seguente documento del 13 dicembre 1216: Ego Magister Iohannes scarsus romanus promitto tibi Vgom pulicino. lanuensi quod usque ad kalendas Aprilis proximi Ad te in Ianua. ero causa consecrandi librum quem mihi demonstrasti in domo. Oge-rii panis. Quem concedente deo et sine eius impedimento consecrabo vel sacrari faciam spiritibus in ipso tempoie congruo quam cicius potero. Ipsum vero consecratum in potestatem tuam ponam, et nui lam fraudem inde tibi faciam nec facere permittam, aliquo modo, et tibi i 11 rabo et secundum me vel sensum operam dabo ut habeas thesaurum quod in terra tua sive uxoris tue. est. prout credis vel in alio loco in partibus iliis existens. Que omnia promitto tibi attendere et observare bona fide sine fraude et non contra\enire et tactis evangeliis iuro. Et Ego predictus Vgo promitto tibi dicto Iohanni quod cum dictus liber consecratus fuerit et mihi datus et consignatus erit et bene cognita eius consecratio fuerit, tunc, dabo tibi et consignabo alios duos libros residuos silicet consecratorium et introdutorium. Anulos. Ioiam. candarias. et pectorale, et decenum de toto tesauro quod pro te et tuo adiutorio et documento habuero de terra mea videlicet et uxoris mee vel de alio loco in illis partibus consistentem, liec autem omnia promitto tibi bona fide attendete et in nullo modo contravenire, et Sic tactis evangeliis iuro. Testes Blancardus draperius. et Magister Arnulfus francigena. Actum. Ianue. In apjtecha dicti blancarJi XIII. die decembris ante terciam Anno MCCXVIl (Atti del Not. Lanfranco, Reg. II, f. 20, Arch. di Stato). Prefazione xrx sei vi di ospizio ad un povero di Faenza, che, monco delle mani, e forse coll’aggravio di nume1 osa figliuolanza, mendicando a frusto a frusto, stentava a procacciarsi il necessario. Il Priore benemerito dei figli del Gusmano intese di suffragar 1 anima del defunto Maestro, notaio, medico, compositore di farmaci e ricette, assegnando al povero mutilato il mezzano, per lo spazio di dieci anni, senza riscossione di pensione alcuna. E fu saggio il pensiero. L’atto, che costituisce una piccola pagina di beneficenza sconosciuta, è del seguente tenore : Ego frater lacobus prior fratruin predicatorum Ianue commorantium relictus ordinator et provisor per Salmonem notarium quondam ad hoc ut in eius testamento sive ultima voluntate Continetur, considerato et pensato remedio anime ipsius quondam Salmonis statuo et ordino quod tu Iohannes faventinus mutilatus manibus et pauper homo debeas et possis habere habitacionem cum uxore et familia tua in stallo inferiori domus dicti Salmonis que est posita Ianue in burgo Sacherio in qua tempore mortis dictus Salmonus habitabat. Ita quod in ea habitare possis hinc usque annos X cum familia et uxore sine aliqua pensione et dacita danda alicui persone sed tantum ad remedium ipsius Salmonis et ut de predictis plena fides compareat publicum instrumentum fieri rogavi. Testes vocati Bonus Iohannes rasperius et Gre-gorius speciarius. Actum in domo scolarum dictorum fra- XX Prefazione trum. Anno nativitatis domini λ!. CC.XLVIII. Indicione quinta die xxuj Aprilis inter Vesperas et completorium ( )· * * Per la medicina, la scienza occulta e la farmacopea genovese. — Già il compianto Prof. Belgi ano si lamentò « del pochissimo che ci è noto fin qui dell’antica farmacopea genovese; per modo che essa nè pur figura nei Documenti storici spettatiti alla medicina, di cui Γ illustre professore Alfonso Corradi, per altre regioni d Italia, raccolse una vera dovizia (a). E lo stesso dicasi i ispetto alla biografia medica ; la quale già adunata con amorevole diligenza da Giambattista Pescetto ( ), aspetta tuttavia un efficace e abbondante sussidio da chi voglia interrogare gli archivi, e pai-ticolarmente le imbreviature dei nostri notari. Al quale proposito siami lecito di rammentare il notulario di maestro Salomone, donde si han notizie di più medici nostrani, arabi ed ebrei, viventi in Genova negli inizi del secolo XIII. Citerò (■) Atti del Not. Palodino de Sexto, Reg. II, f. no v., Arch. di St. in Genova. (2) Annali universali di medicina e chirurgia — parte originale annata 1885 e succ. (3) Biografi medica ligure, Genova, 1846. Prefazione XXI fra essi, per allegarne almeno l’esempio, un Giovanni di Parigi, del quale è certa la dimora nella nostra città 1’ anno 1222 (*). Imperocché sotto la data del 20 luglio, obbligavasi egli a Guglielmo ferraio, per la mercede di dieci lire, di guarirlo della gocciola e da una macchia onde aveva affetto l’occhio sinistro; ed un mese appresso accor-davasi con Enrico de Vedano, scudaio, per liberarlo dai calcoli, a patto di riceverne in premio quaranta soldi, compiuta che fosse con esito felice 1’ operazione. Lo stesso notaro ci ha pur conservato un curioso scongiuro stimato acconcio a guarire dalle morsicature velenose, dall’ idrofobia, dagli strega-menti (2) ; e Giovanni di Amandolesio, il quale rogava a mezzo il Dugento (3), ci tramandò a sua volta le forinole per arrestare il sangue colante dalle narici, per guarire il male maestro, per partorire felicemente, per cessare le emorragie. Ad sanguinem stagnandum (portava così la ri- (') Il Belgrano, non avvedendosi della mala impaginazione dei fogli, assegnò all’atto 1’ anno 1222, mentre invece appartiene al 1226. Cfr. pp. 465, 490. (a) Cfr. pag. 413, ove invece che stras deve leggersi striis. (3) Era di Rapallo, del quartiere detto Amandolesi. I suoi atti, per la maggior parte rogati a Ventimiglia, trovansi al nostro Archivio di Stato. xxu Prefazione cetta) scribe de ditto sanguine in fronte ipsms hcc tria nomina tali modo : aghi bfa ag/a/a φ agiatata; ed io immagino sarà stato rimedio non peggiore di quello del Thesaurus pauperum di Arnaldo da Villanova, il quale suggerisce di scrivere « in lu friniti, si illu è homu *[* beretonis et beroniso, si è fimmina f britonissa et bironissa, et staornirà lu sangui senza fallu » (r)· Al male maestro giovava il succo di piantaggine, mescolato con vino generoso ; e perchè le donne non si sconciassero, voleasi delineare un piccolo casellario con entro lettere cabalistiche e celti veisi all’ intorno (2), i quali pure occorrono al medesimo ometto in un codice della Corsiniana di ο o Roma (3). Infine per le emorragie accipe polla-strani que non fecerit unquam ova, et de suis alis fac exire sanguinem, et de ilio sanguine scribe cum ligno olive benedicte in quolibet pulso inanitum et in quolibet pulso capitis : Consum- (') Rossi, Storia di Ventimiglia, seconda edizione, Oneglia, 1888, p. 79. Il notaio ordinava pure: Accipe pigliar de pino novas et pone in ignem sic quod sit bene calida quod fumet el fac ululici em pi ο-fumare subtus eius naturam et libera sit (Atti del Not. Gio de Aman dolesio, Reg. 11. f. 128). (2) Bozzo, Su un Codice della Biblioteca Nazionale di Palei ino etc. in Nuove Effemeridi Siciliane, serie III, voi. Vili p. 55· (3) Amati, Ubbie, ciancioni e ciarpe del secolo XI, in Scella di curiosità letterarie ecc. disp. lixxii, Bologna, 1866, p. 48. Prefazione XXIII matum est. La qual frase altri stimava anche miracolosa « a incantare il tempo » (r). Non deve poi recar meraviglia alcuna la pratica di sortilegi, incantesimi e scongiuri nei medici d’allora, pratica seguita anche più tardi. Il Petrarca nelle sue lettere osserva che i medici de’ suoi tempi correvano dietro agli studi dell’alchimia e dell'astrologia stessa, della quale traevano i vaticini. E quando nel 1435 il prode Biagio Assereto pose il piede sulla flottiglia, inviata in soccorso di Gaeta, una folgore fece staccare una pietra dal campanile di S. Ambrogio, onde « Quilico Franco dei Sacchi medico e dotto in astrologia affermava con efficaci ragioni secondo che patisce quell’arte che la pietra marmorea significava che il capitano dell’armata inimica doveva essere menato prigione con l’armata sua in Genova » (2). Medichessa ed astrologa era pure quella donna rapailese chiamata in Genova il 14 maggio 1438 dal doge Tommaso Fregoso (3). (') Di un Codice genovese riguardante la Medicina e le Scienze occulte in Alti della Soc. Lig. di Stor. Patr. Voi. XXI, pp. 628-630. Π Giustiniani, Annali Voi. Il, p. 333, Genova, Canepa, 1835. (3) Arturo Ferretto, Medici, Medichesse Maestri di Scuola ed altri benemeriti di Rapallo nel Secolo XV, in Giorn. Stor. Lctt. della Liguria, Voi. II, 1901. XXIV Prefazione Per la storia della farmacopea genovese credo utile riferire 1 inventario, redatto il 2 ottobre 1227 della minuscola farmacia del chiavarese Hniico della Torre, il quale, dato un addio ai farmaci ed alle ricette, aveva abbracciato la vita monacale. L’ inventario è del seguente tenore: f Eo-ο Balduinus de turri heres testamentarius patris mei c> Enrici de turri conversati sive in conversione ingressi volens imitari constituciones sacratissimi principis Iustiniani de inventariis conficiendis priusquam aliquid de bonis dicte hereditatis Attingam. Venerabili signo crucis propria manu preposito vocatis creditoribus et legatariis et loco Absentium .... vocatis vdoneis testibus etc. repertorium facere proposi et incepi. In primis inveni terras in territorio elavari etc. in Ianua in apotheca inveni hec infrascripta posita in quantitatibus infrascriptis . in primis barriles IIII blace . positas in libris V Ianue. Item specierum molutarum libras XI in libra I et soldis V. Item alumen gucarinum in soldis XII. Item rubos III f- (x). Auripigmenti in libra I soldis XIII. Item datilos de Alexandria in libris V. Item centenarium I gummiarabici in libris II. Item centenarium I et libras LXX cannelle . in libris XII . et soldis VI. Item ampullas in libris VI . soldis XVI. Item mortarios rami et crarbèllos in libris V et soldis X. Item buxolas et amolas in £*> , . libris II. Item antidotarium unum in soldis X. Item in spico comunali et puluere libras XLV in libris V7. soldis X. Item porcelletas grossas et minutas in libris II. Item pulvis sanguinis draconis libras XII in libris II. Item libras I — ca- (r) 11 segno ^ negli atti notarili genovesi equivale a */a Prefazione xxv sturei in soldis XV. Item libras II resargirii in soldis XII. Item belancias parvas et magnas in libra I et soldis X. Item Arangios cum meile in libris II. Item herbas et semina in libra I. Item libras XXXVIII . cardamonii in libris VIII. Item libras II et uncias . VIII. de galanga in soldis XIIII. Item libras XVIII piperis longi in libris IIII . soldis X. Item rubos II . mastici in libris . VI. Item centenaria . II . et libras LVIII. turis in libris XXX. Item centenarium I et . libras XXV . gucari rosati. Item centenarium I — gingibrate gingiberis de Ianua in libris XV. Item rubos . III. gingibrate Arangiorum Ianue in libris I . soldis . X· Item cantarla . II . cimini in libris III. Item libras LIII. spici in libris XXI. soldis X. Item centenaria VII . pulveris gucari in libris XV . soldis X. Item obertus speciarius debet dare libras VI Ianue. Item in lactuariis et sirupis et aliis confectionibus et rauba minuta in libris XXXI . Item cantarla . I . ferri, boiolos . II . virgas . II . et cacias corii in libris II. Summa valimenti dictarum rerum et peccunie libras CCLIII . soldos X. Item Vessicas Vacuas . in libris VI. Item Aluminis de monte argentarie cantarla. CCL . in libris XX. Item quartas III . muscati . in libris IIII. Item lapides in libris VII.......... Inceptum et finitum est hoc inventarium seu repertorium Ianue . iuxta domum Ansaldi de nigro et consortum. Anno 1 · 0 o dominice nativitatis M . CC . XXVII . Indicione . XV . die . II . Octubris . post vesperas ('). Più interessante, perchè più particolareggiato, è il seguente inventario, redatto il 30 aprile 1259, ed al quale pose mano il notaio Vassallo, figlio (') Atti del Not. Pietro Ruffo, Reg. I, f 268 v., Arch. di Stato in Genova, XXVI Prefazione del nostro maestro Salmone, segno evidente che come il padre avea la conoscenza di tutto ciò, che alla farmacia era attinente. In nomine domini Amen. Ego obertus speciarius quondam Dondedei tutor datus fabiano et Benedictine a Don-dino speciario eorum patre in eius ultima voluntate scripta per manum lanfranci de curia notarii MCCLVIII die xxr A-prilis volens gerere et Administrare tutelam et bona dictorum minorum cum beneficio legis qua cavetur quod tutur es postquam ordinati sunt debeant inventarium seu repertorium facere de rebus minorum in presencia domini Nicolai de Sclaratinis Consulis Ianue de iusticia deversus burgum suam auctoritatem et decretum interponentis premisso signo crucis manu propria adhibitis tabulariis videlicet david grillacio et vassallo Salmonis in presencia testium infrascriptorum et auctoritate et decreto dicti Consulis inventarium seu repertorium de bonis ipsorum minorum antequam de ipsis aliquid attingam facere disposui et facio.......... Item ampolam unam in qua est syrupus malorum granatarum quisyrupus ponderat cum ampola libras viginti unam Item botericum unum in quo est Aquarosa quod ponderat cum ipsa aqua libras duodecim Item ampolam unam in qua est trifore magne libras decem Item ampolam unam vacuam Item cassariam unam in qua est paurum draganti Item ampolam unam in qua.est paurum pulveris incensi Item ampolam unam in qua est libras novem mei rosati Item ampolam unam in qua est libras Vili stomatico Item ampolam unam in qua est syrupus meli granati et est ipsa ampola cum syrupo libras triginta septem Item ampola una in qua est libras VII diancosi Item ampola una in qua est libras duodecim et dimidium gingibrate Item cassariam Prefazione XXVII unam vacuam Item cassariam unam in qiia est gingebrata et ponderat ipsa Cassaria et gingebrata libras sexaginta septem Item cassariam unam in qua est gingebrata de bardella et ponderat ipsa cassaria cum gingebrate LXII libras. Item ampolam unam in qua est benedicta simpla et ponderat ampolla cum ipsa benedicta libras XVII Item ampolam unam in qua est gucari violati et ponderat ampola cum ipso gucaro libras viginti quinque Item buxolam unam in qua est libras decem castornate. Item ampolam unam in qua est priris quod ponderat cum ipsa ampola libras viginti-quinque Item ampolam unam in qua est diapenadion et ponderat cum ipsa ampoleta libras tresdecim Item ampolam unam in qua est gucari rosati et est cum ipsa ampola libras triginta una Item cassariam unam vacuam Item ampolam unam vacuam Item ampolam una cum pauro agungie galine Item ampolam unam vacuam Item ampolam I vacuam Item ampolam unam in qua est libras tres sirupi ossimellis Item ampolam unam in qua est unguentum a scabia et ponderat ipsum unguentum cum ipsa ampola libras decem Item ampolam unam in qua est viole piste cum pauro gucari et ponderat cum ampola libras novem Item ampola I in qua est osimel et ponderat ipsa ampola cum ipso osimel libras XIII Item ampolam unam in qua est sepe vulturis libra una Item pignatam unam in qua est unguentum fusco et ponderat cum ipsa pignata libras undecim Item ampolam unam vacuam Item ampolam unam in qua est paurum rosate nocelle Item ampolam unam vacuam Item ampolam unam in qua est electuarium contra ventositatem libra una Item ampolam unam vacuam Item ampolam unamtrodoricianacardini que ponderat cum ipsa ampola libras sex Item ampulletam unam in qua est paurum ipochistidios Item ampolam unam in qua est libras IIII emagogi Item ampullam unam diagin-gibrios cum mele et ponderat cum ampula libras duodecim XXVIII Prefazione et dimidium Item diaboraxinis libre duas Item ampulam un ani in qua est libre \ pucari canti Item ampuletam unam in qua est grafia quam non cognosco. Item duliuni unum in quo est paurum olei aneci Item amolam unam vacuam Item ampulas duas vacuas Item aliam ampulam vacuam Item ampulam unam in qua est paurum agungie Item ampulam I vacuam Item ampulam unam in qua est paurum salvie salvatice Item ampulam unam in qua est aurea ale-xandrina et ponderat cum ampula libras viginti duas. Item ampulam unam vacuam Item ampulam unam in qua est nescio quod sit Item ampoletam I in qua est polinis uncie sex Item ampuletam unam in qua est electuarium ad re-storandam viriditatem Item ampulam unam in qua est electuarium quod non cognoscitur Itempignatas quinque vacuas Item ampulam I in qua est pillore de ieraprigra acuta libra una uncie decem Item ampulam unam in qua sunt uncie VI diambre Item ampulam unam in qua est libra I sirupi an-sirosi Item ampulam unam in qua est libras IIII uncie \ I tiriache Item ampulam I in qua est libras IIII diagingibrios Item ampulam unam in qua est sirupi de racionibus (. ) libras VII Item ampulam unam vacuam Item ampulam unam in qua est electuarium suci rosarum qui ponderat cum ampula libras VII Item ampulam unam in qua est syrupus qui ponderat cum ampula libras XV Item ampulam unam vacuam Item ampulam unam in qua est requa et ponderat cum ipsa ampula libras octo et uncias sex Item ampulam unam vacuam Item ampulam unam in qua est libras II -diamargariton Item ampulam unam vacuam Item ampulam unam in qua est rubea trocischata libras undecim Item ampolam I in qua est salnitri uncie VI Item buxolam unam in qua est piscis saitis libre II Item ampulam unum in qua est melis cutugni con mele Item ampulam unam in qua est diacalamento cum gucaro libras septem et dimidium Item Prefazione XXIX ampuletam in qua est electuarium quod non cognoscitur Item ampuletam unam in qua est paurum unguenti prò tinta capitis sananda Item ampulas novem vacuas et cassai iam unam vacuam Item ampulam unam in qua est electuarium pro verminibus Item ampulam unam in qua est ti emendila Item cassariam unam in qua est trementina Item ampulam unam in qua est libra I ~ seminis papavalorum alborum Item ampulam unam in qua est paurum canfare minute Item storacii calamitis libra una Item ampulam unam in qua est ciminata et ponderat cum ampula libras viginti Item margapanum unum in quo est gucari canti libre septem tabulerium unum magnum pro mondando pipere, tabulerium unum nucis. paria duo incisoriarum. sachum unum in quo est pulveris canelle et est cum ipso sacho in pondere libras viginti due. sachum unum in quo est coliandrorum pistorum libre undecim, sachum unum geduarie minute et ponderat ipsa gedoaria cum sacho libras sexdecim. Cere libre duodecim. Sachos cum fi atura bragilis libre LXVIII. Alortarium unum parvum marmoris Item aliud mortale magnum marmoris coopertum de quadam tabula Rubi tres de lapide ad ponderandum. Rubus Ί- cuvri. Tuthiam cum fulcileto uno que est libras VI. turbiti libre -τ- Granila libre I sachum unum de levestico et ponderat libras X. cum sacho. sachum unum seminis apii et ponderat cum sacho libras decem et octo et dimidium. Antimonio libre X.V. saclietum unum eruce. sachum unum avenate et ponderat cum-sacho libras sexaginta septem. Calami aromatici libre octo, mortalia duo cuvi i. pistillos quatuor ferri. Mortale et pistillum cuvri parvum. Garbellum unum pro specebus. clapam unam marmoream. garbellos duos pro pipere, cacias duas rami, cande-lerias duas videlicet unam parvam et aliam magnam. Item paria dua belanciarum rami Item butericum unum rami in quo est àquarosa et ponderat cum ipsa aqua libras decem XXX Prefazione novem et dimidium Item resemas sex papiri. Item tolii libre triginta sex Item gingiberis libre nonaginta quinque Item centenariam unum et libras sexaginta duas et dimidium zingiberis Item centenarium unum et libras quinquaginta duas piperis longui Item sachum unum in quo est vii dei amo et ponderat ipse virderamum cum ipso sachulo centenarium I Item sachulum unum in quo est violeree et ponderat ipse saculus et ipse viole libras sexaginta septem Item centenarium unum et libras quinquaginta quinque cardamomi salvatici Item centenarium unum et libras triginta sex ge-doarie Item centenarium unum et libras duodecim garange Item centenarium unum et libras LVI ή cardamoni domestici Item centenarium unum scaiole Item libras decem et octo castorei Item libras decem spodii Item centenaria II — canelle Item centenaria II lache Item rubos duos feniculi Item rubos duos gucari in peciis Item libras decem et octo magis Item libras quatuor risangaris Item libras duas arnii Item rubos decem cenapris Item rubos III — terreti Item libras XLII lache Item libras undecim spigi Item libras sexdecim bragilis minuti Item libras quadraginta quatuor endicis de cipro Item cantarium unum et dimidium et libras novem vernicis. Item libras viginti octo nucis sarchis Item rubos duos et dimidium squinanti Item sachos \ III pulveris gucari ex sachis tresdecim.... Actum Ianue in palacio quondam Miroaldi de turcha. Anno domini AÌCCLVHII. Indictione prima die ultima aprilis inter nonam et vesperas. I estis Enricus traverius Obertus paxius Lanlrancus gatiluxius Bartholomeus de faxolo notarius ('). (r) Atti del Not. Nicolò de Porta, Reg. I, Parte I, f. 19, Arch. di St. in Genova. Prefazione xxxi % Φ ϋ: Titolo e Stato attuale del Libro. — Liber Magistri Salmonis Sacri Palatii notarii e non Salomonis, come con caratteri del secolo XVIII sta scritto nella rinforzatura esteriore di guardia, ed in mezzo al dorso del grosso cartone, che serve di copertina (*). Ed in tutti i cataloghi ed in tutte le citazioni, fatte dal Varai, dal Vigna, dal Belgrano, dal Desimoni, dal Riante da altri eruditi è sempre chiamato Maestro Salomone. Il Liber è diviso in due parti ed attualmente costituisce due codici cartacei; il primo codice, che reca la data del 1222, è di fogli 384, ed il secondo, che reca le date 1232-1242, è di fogli 375. La prima parte che formò 1 °ggett° dei nostri studi, è composta di sei grossi quaderni di carta forte e buona (2), (') A Genova appositi maestri preparavano i registri per i nostri Notari. Il 12 settembre del 1264 Vino Ferizollo, ebreo di Marsiglia, prometteva di locar per tre mesi l’opera di Guglielmino, abitante a San Pietro della Porta, con Bonafede, ebreo in Pisa,' per imparai lai te di fare carlulana de papiro cutn coopertis carìularionan, nello stesso modo che detto ebreo li faceva in Pisa (Atti del Not. Angelino de Sigestro, Reg. II, f. 109, Arch. di Stato). ( ) Cfr. G. M. Briquet, Les Papiers des Archives de Gòies et Leurs filigrans, in Alti Soc. Lig. di Stor. Patr. Voi. XIX, pp. 270394. XXXII Prefazione malamente cuciti, in mezzo ai quali fuiono intrusi disordinatamente gli atti di Maestro Andrea, altro notaio del Sacro Palazzo (fogli 239-256 e 308-327), e comprende atti non solo del 1222, ma 1224, 1226 e 1231. Il disordine nella Slegatura non solo dei quaderni, ma dei fogli stessi, fu originato dopo il bombardamento fiancese (17-28 maggio 1684), che tanta iattura produsse nel nostro Archivio notarile, onde furono in seguito confusi fogli e quaderni, spostandoli e di sponendoli a casaccio, e sul recto di quei fogli disordinati e mutili, fu posta come nel Nostro una enumerazione arabica, che sempre non corre, confinando poi altri quaderni nella categoria dei Notari Ignoti. Tanto sperpero non meritava maestro Sai mone, che possedeva in origine nel suo studiolo dieci grandi Registri, dei quali otto furono preda del fuoco. Infatti nella Pandetta combustorum, compilata dopo il maggio 1684, tra i libri in cendiati figura « Salmonus notarius libri n. 8. Instrumentorum annorum 1223 . 1228 . 1232 1234 . 1235 . 1241 . 1244 . 1245 . 1238 . I237 » 0· Ciò che scampò dall’incendio fu ri- (') M. S. All’Archivio di Stato, p. 254. Prefazione xxxnt legato in due grandi Volumi con atti interfogliati e volanti nel mezzo. Ogni foglio nel codice del Liber dal 1222 al 1232, è diviso in due colonne, e gli atti sono trascritti non in ordine cronologico, dal che si arguisce facilmente che il notaio registrava a seconda del tempo disponibile, servendosi di appunti, di cui teneva calcolo in appositi minutari, o zibaldoni. La maggior parte degli atti sono cancellati con righe orizzontali, verticali ed oblique, il che ci offre la chiave per conoscere quali erano gli atti estratti in pergamena, quali i non estratti, e quali gli annullati (*) (') Negli atti del Not. Ricobono de Savignone (an. 1272) ai fogli 1 e 23 trovo: Instrumenta vero lineata una sola linea extracta sunt et in pergamena data alia vero instrumenta ex pluribus lineis lineata cassata cancellata et vacuata sunt de voluntate partium (Arch di Stato). E nella categoria dei Notari Ignoti trovo: “ Cartularium instrumentorum factorum per manum mei Guillelmi damiate notarii M CC LXXI Indictione XIII diebus et horis infrascriptis et sciendum est quod quod libet instrumentum m quo est tracta pena simul est extractum in pergamene et omnia illa in quibus est tracta pena ad medium Crucis sunt carrellata de voluntate partium “ Cartularius instrumentorum compositorum manu Marini de Marino notarii MCCLXXIII. Illa vero que sunt lineata per duas lineas sunt in pergameno composita illa vero que sunt lineata per plures rigas per longum et transversum sunt cancellata de voluntate partium „ “ Cartularius instrumentorum compositorum manu Antonii de Ferretto r XXXIV Prefazione Nessuno poi reca Γ autenticazione autogiafa ed il segno tabellionale, ad eccezione di quelli estratti in pergamena, che conservansi tia i documenti delX Abbazia eh S. Stefano, e sono sempre scritti dalla stessa mano sicura, e non tremula, non alternandosi mai la mano di altri notari. * $ * Caratteri intrinseci e Ortografia. ^ Libo non ha eleganza paleografica alcuna; non ha lettere miniate, scarseggia di maiuscole iniziali nei nomi e cognomi di luoghi e persone, ed abbonda solo di A maiuscole interne, a volte graziosa mente uncinate, da offrire una vera curiosità stranezza. La scrittura, appartenente al secondo dei tre grandi periodi, in cui fu div isa la scrit tura latina, cioè a quel periodo detto comune mente, ma non propriamente gotico, è quasi sempre uguale, ora con inchiostro, mantenutosi Quarto notarii MCCLXXV Indictione secunda et tercia diebus et Itorts infrascriptis sciendum est quo ea instrumenta in margine quo/ uni pturn est f. data sunt cui pertinent et facla in pergamena et ubi so ip est cassatum cum virgulis tortis per transversum sunt cassata occasio subscripta. Signum dicti Antonii ta/is est : — „· (Arch. cit.)· Prefazione xxxv lucido e nero, ora con inchiostro sbiadito: non sempre la mano corse drittamente sulle linee spesse, che non sono rigate nè con ferro nè con bruna matita. Le raschiature, cancellature, espunzioni, correzioni, ed aggiunte, in interlinea o con richiamo, e la dimenticanze di date e di testimoni non sono molte, il che attesta la diligenza del Maestro, che non isbaglia mai le indizioni, e che rivela un esattezza speciale nel trascrivere le bolle del pontefice Onorio III, nelle quali però dimentica qualche volta i punti geminati. Non ha lettere intrecciate, incorporate o congiunte, non adopera dittonghi nè lineette orizzontali, oblique o verticali, che marchino lo spezzamento delle parole, non usa quasi mai il punto finale nè le virgole, solo qualche volta il punto e virgola rovesciata in alto, e, mostrandosi volubile, trascrive a volte Γ anno con paiole, ora in numeri romani, scempiando non di rado le consonanti doppie in una sola, ponendo, o non ponendo, a seconda del suo capriccio, i punti sulle doppie t, scrivendo indicio, inditio, o indictio, Willelmus o Guillelmus, actio o atio, ed altre parole diversamennte. XXXVI Pcefaziione * * * Metodo di Pubblicazione. - I documenti sono pubblicati scrupolosamente, non però col disordine, che, stante la mala rilegatura, apparisce nel Lìber, ma con ordine cronologico, e pubblicati integralmente, od a Regesti, quando gli atti lasso migliano ad altri già noti, e che ad eccezione dei nomi di persone e di cose, rinserrando il solito lungo formulario, offrono minore importanza. Tenni calcolo delle maiuscole e della punteggiatura rarissima, ma ho trascurato affatto la u consonante al posto della V\ sempre posta internamente o all’ inizio (ma non sempre) delle parole, e la V iniziale, posta in cambio dell’ u, e ciò per non accrescere la confusione nella stampa, già un po’ confusa per aver tenuto calcolo delle A interne. Ho posto tra parentisi quadra [ ] le aggiunte, nè risparmiai i sic per assicurare della lezione testuale, ed ho supplito con una sene di puntini all’omissione delle formule, che il Nostro pure omette in parecchi casi, servendosi degli ctc. Ad altri sembrerà strano la pubblicazione degli atti, fotografando in parte la grafia d allora , ma io, e fortunatamente non sono il solo, credo Prefazione XXXVII ciò utilissimo, giacché certe diciture in voga nel secolo XIII, non avendo ancora subito corruzioni, ci fanno rimontare a secoli precedenti. E, quando io trovo che l’attuale villaggio di Tribogna nel- 1 alta Fontanabuona, apparisce sotto la penna di Maestro Salmone col nome di Tarbonia (r), penso subito alla tavola alimentaria di Velleia, che ci ricorda appunto i Saltus Tarbonie. * $ * Natura dei Documenti. — È varia, ed i vegales, o pubblici, si alternano ai pagenses, o privati. Un buon numero di titoli di giurisdizione, di atti diplomatici, di ambascerìe, - di bolle e di delegazioni pontificie, di procure nella curia romana, di riunioni e di deliberazioni del clero, di investiture di benefizi ecclesiastici, di capitoli e statuti per il buon andamento delle chiese, di quitanze, di mutui, di livelli, di proteste, di sentenze, di società di accomandita, di noleggi, di legati di beneficenza, di testamenti e codicilli, di garzonato o maestranza, e tutta quella serie di piccoli atti della vita quotidiana, ci danno palpitante il mo- (l) Cfr. p. 522. XXXVIII Prefazione vimento e l’operosità genovese in un periodo relativamente breve, che ha poco riscontro nei nostri Annales, nei documenti del Liber lumini e per la parte religiosa nei Reggesti di Onorio III, pubblica dal Pressutti e dal Potthast. Un giovane d’alto ingegno, il Prof. Francesco Luigi Mannucci, nella bella ed erudita illustrazione dell’ Anouimo Genovese, dice che Γ anonimo poeta « è sopratutto cantore della sua città natale e del suo popolo e di questo riflette mirabilmente il carattere etnico E a lui certo dovranno rivolgersi, con minor ritrosia di quella dimostratasi per 1’ addietro, tutti coloro che vogliono, in genere, conoscere i costumi dei Genovesi verso la fine del dugento, e in particolare, trovar riscontro a qualche incerto dato della storia civile e militare della loro città, che quel tempo si riferisca » (x). Anche Maestro Salmone in mezzo a questi milleseicento e più atti notarili è il cantore della sua città e del suo popolo, e, raccoglitore ed annotatore di tutto, riflette la vita genovese negli intimi suoi particolari, e tra un’ imbreviatura e l’altra (') L'Anonimo Genovese e la sua Raccolta di Rime (sec. XI1I-XIV), Genova, A Cura del Municipio 1904, p. 3. Prefazione χχχιχ ti asparisce il suo animo di guelfo, la sua missione di pacificatore, il dolore per il grido di guen a, che sentesi alle porte di Genova, e dal suo notulario apprendiamo persino il colore degli abiti delle nostre genovesi ed il prezzo delle merci e derrate. B, quando non ostante il guerrarum discrimina, che civitatem Ianue undique circundant (T), non ostante la tempesta, che per i Genovesi minacciosa sfrenavasi a Savona, Bobbio, Tortona, Pavia e Piacenza, ed incagliava il grande commercio affluente dalle valli di Borbera, della Trebbia, del Taro e della Scrivia, paralizzato dalle mene ambiziose del marchese Malaspina; (a) quando, non ostante tante rappresaglie, rilasciate da altre città italiane, compresa la lontana Verona, giungiamo a conoscere per mezzo di seni plici testimoni, offerti da questi Documenti e Regesti, il numero straordinario di forestieri, che mareggiavano inquieti neH’emporio commerciale, io penso-con orgoglio soddisfacente di cittadino che allora, oggi e sempre sulle porte di Genova superba si poteva, e si potrebbe scolpire a carat- (') Cfr. p. 539. (2) Cfr. pp. 502, 545. l’refazione teri d' adamante — aere perennius — il noto motto di Dante .....convengon qui d'ogni paese. Ogni paese infatti risuscita e palpita in questo quinquennale spiraglio di vita medievale, e Maestro Salmone, colla nostalgia dell allegro paradiso bello e superbo di Chiavari, rivive ora sulle rovine del Borgo Sacco, preparate testé dal moderno piccone demolitore; la bottega del medico è schiusa ai numerosi clienti, e dal suo banco copei to della clapa cinerognola e levigata di Lavagna, offie filtri amorosi, nuovi incantesimi e ricette pei gli studiosi e per i cultori delle patrie memor ie. Arturo Ferretto Ufficiale del R. Archivio di Stato. I. — 5 gennaio — Gaialdo Filunzo riceve da Guiberto de Casinis tanto per L. 15, che restituirà, quando Gaialdo de Clapa uscirà dalle carceri del Comune. Ego Gaialdus filuiKjus confiteor me recepisse ate Guiberto filio quondam marchisii de casinis tantum de rebus filiorum et heredum quondam Guillelmi filunci nepotum tuorum nomine dictorum minorum Abrenuncians exceptioni etc. et doli exceptioni pro quibus promito et convenio dare tibi nomine dictorum minorum libras quindecim ianue com caracosa neptis tua filia quondam dicti Guillelmi compleverit duodecimum annum et si decesserit infra dictum tempus promito eas dare tibi tanquam si vixisset usque ad duodecimum annum dicta caracosa tali modo et condicione si guaialdus de clapa exierit de carceribus ubi detinetur per comune ianue sine pena corporali et sine facienda pugna occasione illa qua in dictis carceribus detinetur Alioquin pe-nam dupli dicte quantitatis tibi nomine dictorum minorum stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes Guillelmus de voi· tabio iudex et rolandus de casino et henricus de coagio et henricus de muris et Guillelmus fartacius Actum Ianue in palacio domini Archiepiscopi ubi placitatur Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die quinto Ianuarii Ante terciam (N. 2/7, c. 49). 11· — 5 gennaio — I fratelli Arnaldo e Rubaldo Marzocco tolgono a mutuo da Richelda de Marco soldi cinquanta di Ferretto i Alino 122 2 genovini, che restituiranno prima dell’ottava di Natale. 1 e-sti Guglielmo Mosio, Giovanni de Reduifo e Opizzo de Olexeto. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra terza e nona (N. 259, c. 49). III. — 5 gennaio — Stefano Virmilio e Pietro Arnaldo danno a nolo a Tommaso Fornario la loro barca per andare in Corsica. Nos stephanus virmilius et petrus arnaldus confitemur nos accepisse a te thomao fornario libras quatuor ianue abrennnciantes exceptioni non solute etc. pro quibus locamus et nauligamus tibi bucium unum iuris nostri quod est in portu ianue usque in corsicam com tota sua sartia quam habemus ianue tali modo quod tu vel aliquis pro te debeas predictum lignum coni tota sua sartia quam tibi assignabimus ponere et consignare in nostra potestate vel alicuius pro nobis infra dies quatuor postquam ianuam redierit dictum lignum nisi iusto dei impedimento remanserit ita quod non debeas in eundo vel redeundo seu aliquo modo fraudem adhibere Nos predicti stephanus et petrus predictum lignum com predicta sartia semper legitime defendere et auctorare Abomni persona et non impedire quousque predictum viagium completum fuerit sub pena quadraginta librarum ianue tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint etc. tali pacto etc. possessionem inde usque ad dictum terminum tibi confitemur nos tradidisse usque ad dictum viagium completum Et ego predictus tomas atendere complere et observare omnia supladicta et in nullo contravenire nisi iusto dei impedimento \el nostra licencia remanserit sub pena quadraginta librarum ianue vobis stipulantibus promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes Iohannes malaspina et nicola de varaceno Actum ianue sub domo Olivem notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die quinto Ianuarii inter terciam et nonam inde sunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. 260, c. 49). Anno 1222 3 1^· 5 gennaio — Opizzo de Olexeto e la moglie Vir-dilia tolgono a mutuo da Richelda de Marco soldi cinquanta di genovini, che restituiranno prima dell’ottava di Natale. T esti Arnaldo Marzocco, Rubaldo Marzocco e Simone de Vetulo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra terza e nona (N. 2j8, c. 49). V· — 5 gennaio — Il capitolo della cattedrale di Genova elegge un procuratore col mandato di protestare alla presenza dei delegati apostolici contro il canonico Nicolò Rosia, che si dice procuratore di detta chiesa. Nos Magister iohannes Archidiaconus ianue et lanfrancus et barto-lomeus et Guillelmus de rivarolio presbiteri et rubaldus et magister hugo et dondedeus subdiaconi Canonici omnes predicti predicte ecclesie protestamur et contradicimus syndicatui et procurationi quam Nicola rogia dicit se exercere nomine ianuensis ecclesie et vult exercere sub examine domini laudensis episcopi et suorum coniudicumin questione Archidiaconatus que vertitur inter magistrum iohannem predictum et prepositum et complices suos Et constituimus dondedeum predictum concanonicum nostrum procuratorem nostrum ut in presencia dominorum episcopi laudensis et abbatis sancti Marciani terdonensis et oberti burgiensis canonici vice nostra et nomine ianuensis ecclesie contradicat dicto nicole quia non placet nobis ut procuret negocia ianuensis ecclesie nec quod sit procurator noster nec dicte ecclesie quia de eius prudencia non confidimus inimo prorsus difidimus et quia illa causa et negocium quod movetur dicto archidiacono et archiepiscopo ianue vergit ad detrimentum et inutilitatem totius ianuensis ‘ ecclesie promittentes nos ratum et firmum habituros quicquid dictus procurator fecerit in predictis vel circa illa que dictum negocium contingunt Testes magister Albertus de incissa medicus et magister iohannes scriba et ferrarius de nasio Actum ianue in canonica sancti laurentii in camera domini magistri hugonis Millesimo ducentesimo vigesimo secundo indictione nona die quinto ianuarii in hora none (TV. 261, c. 49 v.). 4 Anno 1222 VI _ η gennaio. — Pacano da Cogorno. giudice, fa una dichiarazione a riguardo dei suoi par enti. In presencia inlrascriptorum testium paganus iudex de cucurno dixit et protestatus fuit quod quicquid expendidit vel expendet in futurum aliqua occasione in nepotibus suis seu pro nepotibus scilicet qui fuerunt lilii quondam baldoini quondam fratris sui potius animo repetendi quam animo donandi vel affecione alterius dilectionis expendidit vel expendet quas omnes expensas quas fecerit et lecit in eis nepotibus sive occasione eorum protestatur se velle repetere Testes Symon scriba de sancto donato et rubaldus et Guillelmus gardatores Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die septimo lanuani inter nonam et vesperas (iV. 262, c. 49 z,‘)· VII. _ 8 gennaio. — Amarico da Struppa e la moglie Richelda ricevono a mutuo da Rollando Gagnolo, gardcitore, soldi 20 di genovini, che restituiranno non più tardi dell 1 aiu c' 1 XXIV LXXVI. — 4 febbraio — I ommaso l or-nari riceve da Pietro Rango, provenzale, iusios Imnbardos per lire diciassette di genovini, che darà quando tornerà da a Corsica, ove è diretto, imbarcandosi sai legno di Stefano Virmilio. - Lo stesso toglie in accomandita dal Rango lire cinque - Lo stesso dichiara che Stelano \ irmilio, Omodeo da S. Donato e Giovanni Malaspina gli prestarono garanzia. Testi Grimaldo Ferrano, Raimondo Rosso, ìetro uia a. In Genova, sotto la casa del notaio Oliveno. ra non e vespro (N. 330, 331, 332, c. 39 v., bo). LXXVII — 4 febbraio — Gandolfo Bianco de Porta vende per soldi venti a Giovanni del qm. Giovanni.Moro la terza parte d'un pezzo di terra» terrUor.o dicitur gatalisca. Testi Bonaventura e \ asi»a o In Genova, c. s. (N. 333, c. 60). LXXV1II. — 4 febbraio — L’arciprete di Langasco elegge un procuratore nella lite, che \ erte al cospet delegati del Pontefice. Ego nicola Archipresbiter plebis de Iangasco constituo te presbi terum Guillelmum de rivarolio canonicum ianue presenten pientem raeum procuratorem et certum nuncium nomine dic p in causa vel in causis que movetur vel vertitur inter me a parte et bartholomeum ministrum ecclesie sancti Andree de insur ex altera sub exanime dominorum bertoloti canonici ianue et prioris sancti theodoli iudicum delegatorum domini pape ut possis respon Anno 1222 jr dei e et defendere excipere et replicare et appellare et omnia facere sicut egomet possem in dieta causa promittens me ratum et fìrmum habiturum quicquid inde feceris et non contraventurum Testes ste-phanus de celanisi et armaninus clericus ecclesie de cesino Actum Ianue in canonica sancti laurentii in camera dicti presbiteri Guillelmi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona quarto die februarii inter vesperum et completorium {N. 334, c. 60). 1 .XXIX. — 4 febbraio — Guglielmo, figlio di Bernardo de Gaiano, calzolaio, loca per quindici mesi a Giovanni del qm. 1 ecio da Borzone la metà d’una bottega, che conduce in Clavica versus mare, e di proprietà di Guglielmo Papazola, dandogli tre soldi fra tre mesi, e obbligandolo a non fare alΊquod opus de arte mea nisi sotularios parvos depiuctos et so tu-larios parvos nigros puerorum decem annorum et non ultra. Testi prete Guglielmo da Rivarolo. canonico di S. Lorenzo, e Nicolò, arciprete di Langasco. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella casa di detto prete Guglielmo, tra vespro e compieta (N. 333, c. 60). LXXX. — 5 febbraio — Mabilia, moglie di Pasquale de Curio, riceve da Guglielmo de Zovo lire dieci, che le doveva per atto, stipulato dal notaio Enrico. Testi Grimaldo Ferrario e Raimondo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 336, c. 60 v.). LXXXI. — 5 febbraio — Anseimo Forma constituisce un procuratore. Ego Anselmus forma de melaco constituo te dominum baldigo-num fornarium presentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium in omnibus causis quas habeo vel habere spero vel contra me moveri possent et specialiter in causa vel causis quas habeo vel habere spero con presbitero Uberto ministro ecclesie de calaman-drina et com Alberto eius nepote et com uberto filio quondam rofredi Anno 1222 et com hugueto de costa et eius fratribus sub examine dominorum magistri iohannis archidiaconi ianue et magistri hugonis canonici ianue ut possis agere et experiri excipere et replicare delendere et appellare et omnia lacere sicut egomet possem lacere si essem presens promitens me ratum et firmum habiturum quicquid inde fecens et non contraventurum Testes dominus symon malus occelus canonicus ianue et fulco gardator Actum ianue ante ecclesiam sancti laurentii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die quinto februarii inter nonam et vesperum (A- Λ77» c% b°v.). LXXXII. _ 8 febbraio — Accenno aci una lite tra i monasteri di S. Stelano e di S. Andrea della I 01 ta. Ego presbiter Albertus custos sancti laurencii nuncius dominorum episcopi Albinganensis et rainaldi canonici ianue delegatorum domini pape super causa que vertitur inter monasterium sancti ste phani ab una parte et monasterium sancti andree de poita ex altera denunciavi et dixi capellano sancti andree de poita et cane\arie eius dem monasterii ut deberent denunciare domine Abbatisse eiusde monasterii quod veniret ante presenciam dictorum delegatorum continenti vel eadem die Testes trucus et rubaldus de cucurno Acti ianue in claustro sancti andree de porta millesimo ducentesimo simo secundo indictione nona die octavo februaiii ante terciam ( jj8, c. 60 v.). % LXXXIII. — 9 febbraio — Carbone Malocello, seniore, dichiara di essere stato soddisfatto di tutte le accomandite, fatte ad Anseimo de Dandala, e specialmente di que a 1 trecento bizanti, avuti in Acri, come da atto, ivi rogato ca notaio Oberto de Bramante· lesti Ido Caligepalii, Morue o Malocello, Cicala figlio del qm. Lanlrancho Cicala e 1 elliccia. In Genova, in domo Ogerii visi de becuna (N. J39, c. 60 υ.). LXXXIV. — 10 febbraio — Il procuratore del Comune di Corneto ordina ad Oberto Barale di adempiere le promesse, fatte al podestà e ai rettori di detto Comune. Anno 1222 Symeon cirinus procurator comunis corneti ut dicit et secundum quod continetur in carta inde facta per manum Albertini notarii denun-ciavit vice et nomine dicti comunis Corneti oberto barali quatinus pse obei tus faciat adimpleri et faciat secundum quod promisit et convenit domino Iacobo petri Iohannis grassi potestati corneti et Iohanni cinm camerario et blasio girardi de δυεςο et bartholomeo fortunati et etiam fortunato fusci rectoribus comunis corneti stipulantibus et recipientibus pro comuni corneti ut in istrumento inde facto per manum dicti Albertini notarii continetur ut ipse adimpleat et faciat adimpleri ea que continentur in dicto instrumento et que iuravit sub pena Abeo promissa et hec faciat dicto Symoni procuratori dicti comunis Ad hoc specialiter destinato et misso hanc denunciacionem fecit dictus Symeon in presencia Guillelmi de voltabio iudicis et rufini Astensis judicis et Iacobi scribe et Guillelmi de quinto judicis Testes piedicti Actum ianue in domo domini Archiepiscopi ubi placitat dominus ορϊςο salarius consul et iudex Ianue civium et foritanorum Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo februarii inter nonam et vesperum (IV. 340, c. 60 v.). LXXXV. — 11 febbraio — Ingo de Volta da una parte, 1 ietio de Gota., Balduino del qm. Oddone de Lagneto, Atto Cane da Cellasco, Bisaccia suo fratello, Tignoso de Lagneto e altri di Lagneto dall’ altra parte, essendo in lite, per avere il vescovo di Brugnato ceduto alcuni diritti sulle terre e sugli uomini di Lago al predetto Ingo, constituiscono arbitro nelle differenze Ansaldo de Mari. Testi Bartolotto, fratello di Ingone de Volta, Enrico de Noatariae Pedecino. In Genova, di rimpetto la chiesa di S. Lorenzo, tra vespro e compieta (N. 341, c. 61). LXXXVI. — 12 febbraio — Pietro de Gota, Balduino de Lagneto e Atto Cane da Cellasco costituiscono procuratore Tignoso di Lagneto nella lite, che hanno con Ingone de Volta. Testi Guido Coiono, Ogerio de Vernacio e Aridono. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 342, c. 61). Ferretto 34 Anno 1222 LXXXVII-LXXXVTII. — 12 febbraio — Vivaldo Godio da Struppa riceve da Rollando Caiolo soldi venti di genovini, che restituirà prima della festa di S. Michele, dichiarando che prestò garanzia Vivaldo de Aiorio da Struppa. Testi Bonvassallo Carrara, Iantarame, Bartolomeo, Simone da Struppa e Gandollo Rosso. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 343> 344> c- 61 > r,IV·)· LXXXIX. — 12 febbraio — I coniugi Alda e Nicola de Fontana tolgono a mutuo da Gandolfo Rosso venticinque soldi di genovini, che restituiranno prima del Natale. Testi Simone de Solario. Guglielmo Specaiara e Guarneno. In Genova, c. s. (N. 343, c. 61 v.). XC-XCI. — 12 febbraio — I coniugi Purpura e Nicola de Ruina da Struppa vendono per lire diciano\ e a Simone de Solario de Struppa una terra in villa de strupa ubi dicitur a roveretum. — Il predetto Simone promette 1 restituire la terra a detti coniugi, qualora Ira un anno 1 vengano date lire otto. Testi Guarnerio e Gugliemo da pa, fratelli, Nicola de Fontana, Gandolfo Rosso e Gug ìe mo Frasaiara. In Genova, c. s. (N. 346, 347, c. 61 v., 62). XCII. — 12 febbraio — Guglielmo de Ruina riceve a mutuo da Simone de Solario soldi venti di genovini, a Richelda de Marco da Struppa, e li restituirà prima del Natale. Testi Vivaldo, Gandolfo, Guarnerio e Nicola. In Genova, c. s. (N. 352, c. 63). XCIII. — 12 febbraio — Giacomino de qm. Omodeo, di consiglio di Oberto Barberio e di Ogerio Pane, toglie a mutuo da sua sorella Alda soldi dieci di genovini, che resti tuirà non più tardi dell’i maggio. Testi .... In Genova .... (N. 333, c. 63). Anno 1222 35 XCIV. — 13 febbraio — Sibilla, vedova di Pandolfo Casario, fa testamento. Ego sibilia uxor quondam pandulfi cagarii contemplatione ultime mee voluntatis mearum rerum talem facio dispositionem In primis indico et ordino pro anima mea libras sex ianue ex quibus iudico et ordino decenum operi ecclesie sancti laurentii Item iudico et ordino ecclesie sancte marie de vineis pro exequiis funeris meis et septenis et trentenis et primo universario meo libras tres ianue que omnia lacere teneantur clerici dicte ecclesie pro dictis libris tribus apud quam ecclesiam sancte marie de vineis volo corpus meum sepeliri Adalaxie lotrici baiule mathei nepotis mei lego soldos viginti ianue sorori mee biatrici lego soldos viginti ianue et meliores pelles meas quas habuero tempore mortis mee Item hospitali sancti Iohannis lego soldos quatuor Item infirmis de faro lego soldos quatuor Item lego Giulie filie mee et filiis dicte giulie totam supelectilem meam quam tempore mortis habuero et masaricia mea preter-meliores pelles quas tempore mortis habuero de quibus supra feci mencionem reliquorum meorum bonorum michi heredem instituo thomam et muruelum et Giuliam filios meos equaliter et si quis eorum decesserit sine legitimo herede ex se nato unus succedat alteri semper Item prepositum sancte marie de vineis relinquo distributorem et fidei comissarium meum ut predicta legata exigat ab heredibus meis presentibus et si absentes duo essent a ter-cio presente vel a duobus presentibus et agere et convenire possit et petere et infra annum dicta legata solvere et heredes qui solverent dictas libras sex preposito predicto volo quod habeant eas salvas in bonis meis et ante partem hereditatis sibi contigentem dictas libras sex percipiant de comuni et hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim alicuius codicilli obtineat Testes dominus magister hugo canonicus ianue et presbiter hugo prior sancti mathei et symon scarsela et marchesius de camugio Actum ianue in canonica sancti laurentii in camera magistri husfonis O O Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die tercio-decimo februarii inter terciam et nonam (A^. 348, c. 62). Anno 1222 XCV. — 13 febbraio — I coniugi Cosa ed Enrico de Molino da Rapallo per lire tre e soldi nove e */, danno in locazione a Giovanni del qm. Villano de Podio per anni otto la terza parte d’un pezzo di terra con casa in pertinentiis de Rapallo ubi dicitur pavianus et loco ubi dicitia bina uni, confinante colle terre di Alda de Figallo, Guidone de Podio e del qm. Bonanato da Portofino. 'lesti Lanfranco Brama-carne, Nicola de Terralba e Abrazaben. In Genova, nella casa dei predetti coniugi, ira terza e nona (N. 349, c. 62 v.). XGVI. _13 febbraio — Lanfranco Bramacarne rice\ e lire sedici di genovini, come dote della sposa Stefania. Testi Abrazaben, Enrico de Molino, Giovanni de Podio e Nicola de Terralba. In Genova, nella casa di Enrico de Molino, Ira terza e nona (N. 330, c. 62 v.). XCVII. — 14 febbraio — I coniugi Maria e Guido da Moneglia ricevono da Simone de Bonotomao soldi quaranta di genovini, che Alda, vedova di Fulcone Longo, lasciò a detta Maria in testamento. Testi Giovanni Respetto, Ottone Pecia e Marchisio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, nell ora di terza (N. 351, c. 62 v.J. XCVIII. — 18 febbraio — Gilio toìisor pannorum e suo figlio Lorenzo comprano da Raimondo de Porta una quantità di lana per lire dieci di genovini, che daranno prima della festa di S. Giovanni di giugno. Prestano garanzia Giovanna, moglie di detto Lorenzo, e Raimondo/tf/^r. I e-sti Martino de Porta, prete Durante e Guglielmo de Porta. In Genova, nella casa dove abita detto Raimondo, tra nona e vespro (N. 354, c- 6J)· XCIX. _ !g febbraio — Baldizzone Fornario, tutore Anno 1222 37 degli eredi del qm. Giordano suo fratello, dichiara che per sua volontà e per quella del consolato di giustizia Enrico da Camogli vendette un panno d’altare e due anelli, che presso di lui erano stati posti in pegno dal predetto Giordano in compenso di soldi cinquanta tolti a mutuo. Testi Ugo Bonac-cio e Bonvassallo de Mari. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 355> c. 6j). C· *9 febbraio — Giordano da Bolzaneto, alla presenza di Ogerio Pane, riceve alcune somme. Ego iordanus de bo9aneto confiteor me Accepisse Ate Angelerio de panesio soldos quadraginta ianue de illis libris septem quas uxor mea vulpis debebat recipere et habere in bonis heredum quondam Armani de vulpe videlicet hugueti francescini et Albertini sicut continetur in testamento inde facto per manum Arnaldi notarii de quibus quadraginta soldis Ate quietum et solutum me voco nomine dictorum heredum quorum tutor es Abrenuncians exceptioni etc. promitens tibi quod nullam inde de cetero ego nec uxor mea predicta nec aliquis pro nobis faciemus litem vel controversiam aliquam seu requisitionem tibi nec dictis heredibus nec alicui pro eis Alioquin penam dupli et dampni et dispendii de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit rato manente pacto tibi stipulanti promito nomine dictorum heredum pro pena vero et pro omnibus etc. tali pacto etc. Testes ogerius panis et Guillemus de amarico Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo nono februarii Ante terciam (N. jj6, c. 6j, v.). CI. — 19 febbraio — Vertendo liti tra i fratelli Gui-terino e Giovanni per una terra, posta in villa de cero, vengono eletti arbitri Guaraldo de Moarnecio e Giovanni de Albara, e in caso di rinuncia Bartolomeo de Ianuario e Simone de Ravino, e in caso pure di rinuncia Martino de Ioza e Alino 1222 Oliverio de Maiolio. Testi Bartolomeo Batìfogia, Nicola e Bonvassallo de Mari. . In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 337, c. 63 v.). Qjjt_jg febbraio — Nicolò de Volta riceve da Angelerio de Panesio soldi trenta di genovini in acconto di dieci lire dovute, come da atto, stipulato dal notaio Martino. 1 esti Giovanni Rosso de Volta, Nicola de Ruma e Ugo. In Genova, c. s. (N. 33S, c. 63 v.). CHI. — 19 febbraio — I coniugi Alda e Marchesio de Castello, filatore, acquistano da Enrico de Nivigio di Alba una quantità di caneva per lire sedici di genovini, delle qua 1 la metà daranno prima della Pentecoste, e 1 altra meta prima della festa di S. Giovanni di giugno. I esti Sodano d Alba e Guglielmo Musso. In Genova, c. s. (N. 359> c· 6JV'·)- QV. _ ig febbraio — Giacoma, vedova di Guglielmo Bastone, prende a mutuo da Guglielmo de Puteo lire tre di genovini, e gli dà in pegno tre vacche e un vitello. Testi Guirardo, arciprete di Nervi, Opizzone Bastone e Guglielmo da Voltaggio, giudice. In Genova, nel palazzo dell'arcivescovo (N. j6o, c. 64). CV — 20 febbraio — Giovanni Turello riceve in accomandita da Guglielmo Ferrario da Lavagna una partita di genovini, che porta in Sicilia. Ego iohannes turelus confiteor me Accepisse in accomendatione Ate Guillelmo ferrario de lavania soldos quinquaginta quinque et dimidium ianuinorum abrenuncians exceptioni etc. quos deo propicio debeo portare causa negotiandi ad fortunam maris in siciliam et inde quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mittendi tibi Anno 1222 39 ex his ianuam com testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito sano et salvo me redeunte ianuam vel in partibus ianue vel maiore parte rerum mearum quas porto et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Insuper promito tibi ex predicta accomendatione nemini prestare nec super ea aliquam fraudem adhibere Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli tibi stipulanti promito pro pena vero et pro omnibus supradictis aten-dendis et observandis omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto etc. Testes obertus de Albario qui stat in loco ogerii panis et marchesius de camugio et obertus barberius Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo februarii inter terciam et nonam (Ai. 361, c. 64). CVI. — 22 febbraio — Adalasia da una parte, Bartolomeo, Alda e Guglielmo di lei figlio dall’ altra, essendosi ingiurati reciprocamente, eleggono arbitro prete Viviano, prevosto di S. Ambrogio. Testi Guglielmo da Cogoleto e Ogerio da Pegli. In Genova sub porticit domus in qua placitatur dominus opifo consul foritanorum, tra nona e vespro (N. 362, c. 64). CVII. — 23 febbraio — Stefania, vedova di Armanno de Martinasco, vende per soldi venti di genovini a Balduino de Cagaroto una terra posta in martinasco, presso il fiume Sturla e presso la terra di Castellano da Levaggi. Testi Ingone, Ansaldo Sporta e Alberto da Rapallo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 363, c. 64 v.). CVIII. — 25 febbraio — Filippo Leccanosse, figlio dei qm. Trencherio e Sofia, approva la vendita, che detto suo padre fece al monastero di S. Stefano d'una terra con diritti (Ο Anno 1222 sui mulini posti in Bisagno, nel luogo detto aida. Testi Guglielmo da Quinto e Ruffino d’Asti, giudici, e Negrino. "in Genova~nella chiesa di S. Stefano, fra terza e nona (N. 364, c. 64 v.). CiX. _ 25 febbraio — L’abate di S. Stefano cede le sue veci di giudice delegato nella lite, vertente tra la pieve e il rettore di Voltri. Nos R[amundus] Albas monasterii sancti stephani ianue retinendo nobis difinitivam sentenciam commitimus vices nostras domino nicole roeio coniudi[ci] nostro in causa que vertitur inter plebem sancte marie de vulturi ex una parte et capellam sancti ambrosii de vulturi ex altera quia ad presens interesse non possumus propter temporis et viarum impedimentum. Testes trater rogerius et fi atris [sic] dalmiani et fratris marini ministri pontis de lavania Actum Ianue in pontili sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo quinto februari inter tei ciani et nonam (N. 363, c. 6/). CX. — 25 febbraio — Il prevosto di S. Ambrogio, eletto arbitro in una lite, pronuncia la sentenza. Ego presbiter vivianus electus et constitutus Arbiter de controversiis et litibus que vertebantur inter adalaxiam ex una parte et bertolomeum et aldam et Guillelminum filium eius ex altera occasione iniuriarum quas dicebant inter se fecisse et dixisse ad invicem laudo pronuncio et affirmo pro acordio et bono pacis quod remitant sibi Adinvicem predictas iniurias Ita tamen quod unus non possit revocare alium de cetero in iudicium vel extra nec Aliquam controversiam inde facere occasione predictarum iuniuriarum quas dicebant Adinvicem inter se fecisse et dixisse et quod bertolomeus solvat usque ad festum pasce proxime venturum dicte adalaxie soldos quatuor ianue in voluntate dicte adalaxie et inde stare et permanere tacitus et contemptus debeat quilibet et omnia supradicta dico et pronuncio et affirmo sub pena lata in compromisso facto per manum salmoni Anno 1222 41 notarli lestes paganus iudex de cucurno et ogerius de pegio et obertus crassus Actum ianue in ecclesia sancti ambrosii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo quinto februarii inter nonam et vesperum (N. 368, c. 63). CXI. — 26 febbraio — Il chierico della chiesa cli Cesino elegge il rettore. Ego Armaninus clericus sancti antonini de cisino postquam audivi de morte quondam avunculi mei ministri quondam ecclesie sancti antonini de cisino eligo te presbiterum Guillelmum de rivarolio canonicum ianue in prelatum et ministrum dicte ecclesie sancti antonini volens ut dictam aministrationem et prelaturam de cetero habeas Testes vasallus calegarius et hugo de garibaldo Actum ianue in canonica sancti laurentii in camera dicti presbiteri Guillelmi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo sexto februarii inter terciam et nonam {N. βόύ, c. 6j). CXII. — 27 febbraio — Adalasia, vedova di Oberto Bruxeto, fa un codicillo al suo testamento. Ego Adalaxia uxor quondam oberti bruxeti in adversa valetudine posita approbo et confirmo testamentum seu ultima voluntatem meam scriptam per manum magistri bartholomei notarii currente millesimo ducentesimo vicesimo primo die vicesimo tercio Ianuarii preter quod viridis uxor Guillelmi urseti non habeat nec habere debeat terram illam positam in rapallo iuxta casellam et que fuit quondam Guaragnini et quam terram in dicto testamento predicte viridi legaveram Sed volo et iubeo et statuo quod ipsa terra per lucham filiam meam seu per quem ipsa lucha voluerit vendatur et precium quod ex ea habebitur in distributione ipsius luche per animam meam detur et si dicta viridis neptis mea infra Annum post diem mei obitus fecerit cartam predicte filie mee luche et obertino nepoti meo in qua faciat finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo in voluntate dicte luche et sapientis sui de omni eo quod ipsa viridis vel aliqua persona pro ea petere 42 Anno 1222 poset contra me vel bona mea vel contra dictam lucham et dictum obertinum vel heredes meos aliquo modo occasione bonorum et rerum mobilium et in mobilium que et quas habui et milii pei venerunt vel pervenire posent ab ardito quondam parigno meo et Altilia quondam uxore eiusdem arditi matre mea volo quod habeat dicta viridis de bonis meis usque in libris decem quod si non fecerit nichil habeat neque petere posset in bonis meis hunc autem codicillum fumum et ratum esse volo et volo quod in suo robore perseveret 1 estes homo-deus taiator et marchesius de camugio et iohannes filius ogeriis teste et Guillelmi beginus et nicolosus notarius filius bernardi de papia Actum ianue in domo in qua habitat dicta lucha Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo septimo februarii inter vesperum et completorium (Ar. 367, c. 63) CXIII. — 28 febbraio — Rubaldo Cane e Leo Guai-tano litigando per una galea, eleggono arbitro Knrico da Molasana. Testi Ugone da Comasca, Giovanni Ferraio e Baldovino. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 369, c. 63). CXIV-CXV. — 28 febbraio — Imelda e Viride, figlie del qm. Tealdo da Fossalupara, per lire quattro e '/2 di genovini vendono a Baldovino del qm. Bernardo da Fossalupara terre in fosa luparia ubi diciinr lignono, casalis donicus, cerosara, in periinentiis de pino, in oliveto sancte margaritae, confinanti colle terre del monastero di S. Vittoria di Libiola, di Stefano de Bosinello, di Guirardo Begazio, di Rainerio de I ure, nonché cedono tutti i diritti, che hanno dal ponte di Sestri a Candiasco, tra Montedonico e il mare. I esti Piccamiglio da Sestri, Giovanni Ferrario da Fossalupara e Buonvassallo de Mari. In Genova, c. s. prima di terza (N. jyo, 371, c. 65v.). CXVI — 28 febbraio — Boso del Bisagno prende in affitto un coreto. Anno 1222 43 Ego Bosus de bisane confiteor me accepisse in accomendatione a te Symone de reco corelum urium tuum de fero computatum in soldis quinquaginta ianue abrenuncias exceptioni non tradite et non accepte rei quem tibi vel tuo certo nuncio dare et redere tibi promito infra quatuor dies postquam galea dominis Idonis spavaldi ianuam venerit vel soldos quinquaginta ianue sana et salva eunte et re-deunte predicta galea ianuam vel maiore parte rerum ipsius galee Insuper promitto tibi dare et solvere tibi pro conductione dicti corelli soldos tres et dimidium quolibet mense de tanto quanto retinuero ipsum excepto in primo mense Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit penam dupli tibi stipulanti promitto pro pena vero etc. tali pacto etc. Insuper nos dondedeus et Symon de bisane una constituimus nos proprios et principales debitores et pagatores tibi predicto Symoni de dicto corello et dictis denariis in omnibus et per omnia ut dictus Bosus et inde omnia nostra bona habita et habenda tibi pignori obligamus quisque nostrum in solidum Abrenuncians legi dicenti si duo vel plures etc. et iuri quo cavetur principalem etc. tali pacto etc. Testes alguisius et ramundus et obertus barberius Actum ianue sub domu oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die ultimo februarii inter terciam et nonam (N. c. 66) CXVII. — 28 febbraio - Pietro Piacentino toglie a mutuo lire undici da Odiono da Rapallo, che restituirà prima di Pasqua. Testi Guglielmo gardator e Baldovino de Ca-garoto. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. c. 66J. CXVIII-CXX. — 2 marzo - Guido Spinola per soldi venti vende a Settembrino del qm. Giovanni de Corneguario le terre, i possedimenti e i diritti, che soleva avere in oleo et pertinendis in figuris et pertinentiis et specialiter infra luis coherencias videlicet inferius frumen lavarne superius mons de ventar olia ab uno latere frumen iserone ab alio ledere frumen malauri, promettendo di difender detti beni dal monastero 44 Anno 1222 di S. Pietro di Precipiano. — Guido Spinola per soldi cento vende a Oberto Pelipario e per lire quattro ad Alberto Clerico altri possedimenti nelle stesse località. Testi Rainaldo diacono, Oberto Casario, Rubaldo de Veta, Giovanni de Turre, Ceresa da Rivarolo, Giovanni, suo figlio. In Genova, sotto la casa di Oberto Grimaldo, fra terza e nona (N. 374, 373, 376, c. 66, 66 v.J. CXXI. — 2 marzo — Baldovino Turpefigura cede alcuni diritti all’ospedale di S. Lazaro. Ego baldoinus filius quondam rubaldi turpis figura facio tibi oberto primavera recipienti nomine ecclesie sancti la9ari et domus infirmorum finem et refutacionem et pactum de non petendo de omni eo quod adversus predictam ecclesiam et domum infirmorum petere possem ex quacumque causa et occasione et specialiter de eo quod solvi pro collecta comuni ianue videlicet denarios quinque et dimidium per libram de libris nonaginta quinque pro quibus expendebam de porta ripa et macello que vendidi henrico guertio et henricus guertius dictam emptionem dedit donatione inter vivos pro remedio anime sue presbitero lafranco et presbitero iohanni fratribus ecclesie sancti la9ari recipientibus nomine ecclesie sancti la9ari et domus infirmorum sicut continetur in carta publica facta per manum arembaldi de veriano notarii promitens tibi nomine diete ecclesie et domus infirmorum predicte predictam finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo ratam et firmam habere et tenere et non impedire nec subtrahere aliquo modo sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit tibi stipulanti promito recipienti nomine diete ecclesie et diete domus infirmorum pro pena vero etc. testes magister hugo canonicus Ianue et presbiter gandulfus minister ecclesie sancti ambrosii de vulturo et stabilis clericus qui stat in sancto la9aro Actum ianue in canonica sancti lau-rencii in camera dicti magistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die secundo marcii inter terciam et nonam (N. J77, c. 6η). Anno 1222 45 CXXII. — 2 marzo — Raimondo, abate di S. Stefano, di consiglio e volontà dei frati Rogerio, Benedetto e Pietro, dà a livello a Vivaldo del qm. Merlo da Marassi per anni ventinove una terra con edilizio nel borgo di S. Stefano, di rimpetto 1 ospedale, coll’obbligo dell’annua prestazione di soldi cinque e mezzo fra l’ottava di Natale. Testi Guglielmo Crispino, Guirardo e Nicoloso. In Genova, nel chiostro di S. Stefano, tra vespro e compieta (N. 378, c. 67). CXXIII. — 3 marzo — L’abate di S. Fruttuoso costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego Albertus Abbas Monasterii sancti fructuosii de capite montis conscilio et consensu fratrum meorum videlicet domni iugonis prioris domni vasalli et domni viviani et domni botarli constituo bernar-dum papiensem nomine dicti monasterii procuratorem meum nomine dicti monasterii Ad impetrandum literas in curia romana et contradicendum et defendendum et ad eligendum iudices contra archipre-sbiterum plebis de rapallo et contra eos clericos eius plebatus et lai-cos et specialiter contra vicinos et parochianos ecclesie sancti iacobi de castello et contra omnes qui vellent impetrare literas contra dictum monasterium et quicquid ipse fecerit in predictis ratum et firmum habere et tenere promito et non contravenire in aliquo Testes dominus montanarius aurie et grimaldus et maiolius et obertinus Actum ianue in claustro sancti mathei Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tercio marcii inter terciam et nonam (N. 380, c. 6η v.). CXXIV. — 4 marzo — I coniugi Giulia e Raimondo de Porta ricevono a mutuo lire cinque da Alda, moglie di Guglielmo Castagna, e promettono di restituirle prima di Pasqua. Testi Vivaldo de Maiolio da S. Olcese e Marchisio, tagliatore. In Genova, dove abitano detti coniugi, fra terza e nona (N. 379, c. 67 v.). 46 Alino 1222 CXXV. — 4 marzo — Sibilina del qm. Bonifacio de Rodoano, d autorità di Siro de Cafaro, suo tutore, cede allo zio Maurino de Platealonga i diritti, che le competono in una casa di legno. Testi Guglielmo de Quinto, giudice, e Ottone Rodoani. In Genova....., tra nona e vespro (N. jSj, c. 6Sv.J. CXXVI. — 5 marzo — L’arciprete di Sestri elegge un procuratore. presbiter iohannes Archipresbiter plebis de siguestro electus canonicus ianue ut dicit constituit dominum presbiterum Guillelmum de rivarolio canonicum ianue absentem suum procuratorem Ad audiendum sentenciam inter locutoriam quam dominus Abbas sancti syri et dominus Abbas sancti Stephani et dominus prepositus sancte mane de vineis iudices delegati a domino papa in causa que vertitur inter ipsum Archipresbiterum ex una parte et presbiterum iolandum canonicum sancti petri de porta ex altera super prebenda canomcatus ianuensis ecclesie quam dicti iudices debent ferre usque ad diem mar tis proxime venturam et ad appellandum si ibi visum fueiit et ad omnia faciendum que sibi melius et ad utilitatem cause \ idebitur expe dire promitens se ratum et firmum habiturum quicquid fecerint in predictis dictus procurator Testes dominus rubaldus canonicus ianue Guidetus eius serviens et trobadorius eius serviens Actum ianue in canonica sancti laurencii in camera dicti domini rubald: Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die quinto marcii in nocte (N. 382, c. 68). CXXVII. - 6 marzo — Alinerio da Passano e Buongiovanni Respetto, litigando tra loro per causa di alcune terre, poste in cavava et in carodano siibtano, eleggono arbitro Rubaldo, canonico della chiesa maggiore eli Genova. Testi Giovanni da S. Martino, Morando da S. Martino e Ottone Pecia. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, fra terza e nona (N. j8i, c. 6jv.). CXXVIII. — 7 marzo — L’arcidiacono di S. Lorenzo Anno 1222 47 da possesso a maestro Ugone dell’ospedale, del ponte e della chiesa di Morigallo. Magister Iohannes Archidiaconus ianue ex delegatione domini octonis Archiepiscopi ianue sicut apparet ex tenore literarum dicti archiepiscopi eius sigillo sigillatarum inferius notatarum accedens personaliter ad ecclesiam sancte margarite de muregallo fratribus et sororibus dicte ecclesie et hospitalis et pontis in predicta ecclesia convocatis et conventis magistrum hugonem canonicum Ianue Ad regimen curam per predictos fratres et sorores electum in possessionem corporalem vel quasi regiminis et aministrationis dictorum ecclesie pontis et hospitalis induxit per palas altaris seu copertoria et in continenti presbiter iohannes et ansaldus clerici dicti loci et petrus conversus receperunt eum in osculo pacis et manualem obedientiam sibi fecerunt et Agnesia et symona et Iacoma et alexandria sorores et converse dicti loci manualem obedientiam similiter fecerunt eidem magistro hugoni ut autem predicta in postulum pateant dictus magister iohannes fecit ea per manum publici notarii anotari Exemplum autem literarum domini archiepiscopi impresarum sigillo suo cereo ubi est ymago Archiepiscopalis inducta solempnibus et tenens in manu sinistra baculum pastoralem et literas habet sigillum in circuito sigillum octonis ianue Archiepiscopi hoc est. O permissione divina Ianuensis Archiepiscopus licet indignus dilecto in christo fratri Magistro iohanni Archidiacono ianue Salutationem et omne bonum Sperantes quod Karissimus frater et amicus noster magister hugo ecclesie nostre de murugallo et hospitali specialiter ad nos pertinentibus non solum pontificali iure sed etiam ratione fundationis ad salutem suam utiliter auctore domino providebit ipsum ad eiusdem ecclesie adque hospitalis curam et regimen eligimus in quem personas ibidem existentes' intelleximus convenire quocirca vobis presentium auctoritate mandamus quatinus com eo ad locum personaliter accedentes ecclesie sepe dicte atque hospitalis corporaliter possessionem tradatis Testes presbiter iohannes capellanus dicte ecclesie et Symon pictor et Guillelmus calegarius et bonus iohannes rivarolius et contesa Actum in dicta ecclesia de muregaio Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die septimo marcii ante terciam (N. j8j, c. 68). 4$ Anno 1222 CXXIX. — 7 marzo — Il ministro di S. Sisto di Prè loca una terra in Bolzaneto. Magister ioannes minister ecclesie sancti systi de piedi nomine ipsius ecclesie locavit medietatem inferiorem de versus mare cuiusdam domus posite in bocaneto sicut divisa per crenam super ioi is liminis porte anterioris et alia signa cui dòmui coheret ante stiata retro terra quondam ecclesie sancti systi et una parte domus iohannis bo-tini et ab alia terra et domus rubaldi de aquafrigida Mabilie sororijsj Guillelmi grassi de bocaneto tali modo quod ipsa solvat annuatim dicto magistro Iohanni nomine pensionis seu condicionis denarios tandiu quandiu placuerit ipsi magistro iohanni pro tali pensione di-mitere dictam medietatem dicte mabilie et in corporalem possessionem illam misit et in domum predictam introduxit presente sibilla matre dicti grassi que habitat ipsam domum et confitente quod hoc anno solvit pensionem ipsi magistro iohanni pro dicta medietate et quod non vult tenere de cetero illam medietatem nec ei solvere pensionem et renunciavit ei illam medietatem tenere sub pensione et dicta mabilia solvit magistro iohanni pensionem huius anni pro dicta medietate Testes archipresbiter sancti cipriani et eius nepos Guillelmus clericus et Ansaldus clericus sancte margarite de muregallo et petrus reditus eiusdem loci Actum in bocaneto ante domum pi edictam Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die septimo marcii ante terciam (N. 387, c. 69.) CXXX. — 7 marzo — Giovanni de Canavanova fa testamento. Ego iohannes de canava nova contemplatione ultiine mee \olun tatis rerum mearum talem facio dispositionem in primis iudico et ordino pro anima mea soldos triginta duos ianue quorum decenum iudico et ordino pro anima mea operi ecclesie sancti lauieneii Item iudico et ordino pro anima mea ecclesie sancti Ambrosii pro obse quiis funeris mei soldos decem et septem ianue apud quam ecclesiam volo corpus meum sepelliri Item iudico et ordino eidem ecclesie sol dos duodecim ianue ad emendum unam planeam filios meas (sic) ìaco- Anno 1222 49 binam ìenuinam et ventrem uxoris mee michi heredes instituo equali-ter et si qua earum decesserit sine legitimo herede ex se nato substituo ei superstites et si omnes decesserint sine legitimo herede ex se nato substituo eis uxorem meam richeldam ista sunt debita que debeo solveie in primis debeo dare soldos septem iohanni aguen9Ìo et hec est mea ultima voluntas que si non valet iure testamenti saltim volo quod vim alicuius codicilli obtineat Testes obertus de bonifacio et Guillelmus ferrarius et obertus carancia et Armanus clavani et amicus Actum ianue in domo iacobi angeloti in qua habitat dictus iohannes Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die septimo marcii inter terciam et nonam (N. 384, c. 68). CXXXI. — 8 marzo — I coniugi Recovero da Bogliasco e Asevera ricevono da Guglielmo da Lavagna quattro lire, per le quali promettono di consegnare a loro spese in Genova in Ripa quattro barili di olio buono per la festa di Natale. 1 esti Pietro de peira scrcmona e Bernardo da Pavia. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio; tra terza e nona (N. 386, c.68v.J. CXXXII. — 10 marzo — Il ministro della chiesa di S. Marcellino costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego presbiter Guillelmus minister ecclesie sancti marcelini ianue et canonicus plebis sancte marie de ceta constituo procuratorem meum presbiterum iohannem de montepesulano ad impetrandum literas in curia romana contra Archipresbiterum dicte plebis de ceta et contra presbiterum iohannem de grondono et ad contradicendum cuilibet volenti contra me literas impetrare promitens me ratum et firmum habere quicquid inde fecerit dictus procurator Testes Guillelmus bari-larius et Guillelmus de voltabio iudex Actum Ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo marcii ante terciam (N. 389, c. 69). CXXXIII. — 10 marzo — Giovanni de Casanova e Ro-verorio del qm. Oberto de Varni ricevono in accomandita Ferretto 4 >0 Anno 1222 da Giulia da Monterosso soldi quaranta, che restituiranno alla fin d’anno colla metà del lucro ricavato. Testi Bonaventura, Oberto Barberio e Ogerio Pane. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra terza e nona (N. jSS, c. 69). CXXXIV. — 11 marzo — Altadonna, moglie di Bonvas-sallo Gardatore, cede a Giovanni del qm. Iachino de I iscino i diritti, che ha in un canneto posto nelle pertinenze di Rapallo, nel luogo detto Insula. Testi Bonaventura, Merlo ed Alberto. In Genova, c. s. (N. 390, c. 69 v.). CXXXV. — 12 marzo — Accenno alle saline di Bonifacio. Nos Ramundus salinarius et petrus pater et filius promitimus et convenimus tibi iohanni strege dimitere et non impedire nec inquietare tibi nec alicui pro te per nos vel per aliquam personam pro nobis illam terram de bonifacio quam laboravimus que est apud sannas ubi dicitur speronus de grin Alioquin penam viginti librai um ianue rato manente pacto tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum abrenuncians legi dicenti si duo vel plures etc. Testes symon strixia porcus et iohannes et grimaldus ferarius Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die duodecimo marcii Ante terciam (N. 391, c. 69 v.). CXXXVI. — 14 marzo — Raineiro da S. Salvatore riceve a mutuo da maestro Giovanni da Cogorno lire venti, che restituirà nell’ottava d Ognissanti. Testi Ottone, scudaio, Ambrogio da Orerò, Roberto della pieve di Lavagna e Rubaldo, canonico della cattedrale di Genova. In Genova nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto maestro, fra terza e nona (N. 392, c. 69 v.). Anno 1222 Si CXXXVII. — 14 marzo — Oberto Fornario fa testamento. Ego obertus furnarius contemplatione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispositionem in primis iudico et ordino pro anima mea libras quinque Ianuinorum quarum decenum iudico operi ecclesie sancti laurencii et residuum volo quod distribuatur pro anima mea in dispositione uxoris mee Alde et fratris sui na9arii Apud quam ecclesiam sancti laurencii volos corpus meum sepelliri et volo et ordino quod predicta uxor mea Alda habeat omnia mea bona habita et habenda solutis predictis libris quinque quas pro anima mea iudicavi ad faciendum inde quicquid voluerit suique heredes et cui dederit vel habere promiserit sine omni contraditione cuiuslibet persone et confiteor quod symon filius na9arii de albario habet de bonis meis libras quinque ianue Insuper casso et vacuo omnia testamenta seu ultimas voluntates que vel quas quondam feci ista autem volo quod firma et rata in perpetuum perseveret et hec est mea ultima voluntas que si non valet i ure testamenti saltim volo quod vim alicuius codicilli obtineat Testes iohannes calderarius Guillelmus de cogoleto et marchesius taiator et Guillelmus pelliparius et ogerius de pelio Acfum ianue in domo in qua habitat dictus obertus fornarius millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die quatuordecimo marcii inter nonam et vesperum (N. 39J, c. 69 v.). CXXXVIII. — 14 marzo — Adalasia, vedova di Oberto Bruxedo, dona alcune terre in Rapallo. Ego Adalaxia uxor quondam oberti bruxeti mera et pura et inrevocabili donatione inter vivos dono tibi luche filie mee terras infrascriptas quas habere videor in rapallo loco ubi dicitur castellum de curia una quarum dicitur insula cui coheret ab una parte terra molinarii Ab alia parte terra iohannis pan9ani Item pratum de curia cui coheret a duAbus partibus terra monasterii sancti fructuosii Ab alia terra symonis scarsele Item cavum casuli de curia cui coheret superius via publica inferius litus maris Ab una parte terra casini de casora Ab alia parte terra molinarii Item canetum quod habere videor pro indi- 52 Anno 1222 viso com bonaventura uxore Iacini quondam de piscino Item Canetum quod est iuxta terram illam Castelli de curia quam tibi donavi et quod habere videor pro indiviso com domina octa de domo merlata et Com consortibus Item salexetum quod habere videor iuxta terram Aide Guirardi scarselle et viridis de bonifaugelo Item tei am quam habere videor in valle iuxta terram lafranchi baraha et fratrum suorum Item terram quam pro me tenet luxius in pertinendis de terino Item quantum tres homines laborare possunt con tribus falcibus faciendo pallos in capitemontis Item omnes alios exitus pertinentes illi tere quam tibi donavi in dicto territorio castelli de curia ad habendum tenendum etc.... Testes obertus bonifacius et alvernia et baldoinus de preono et ansaldus filius vasalli segeri quondam et Guillelmus guertius calegarius Actum ianue in domo in qua habitat dicta Ada-laxia Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quatuordecimo marcii in sero (N. 3<)4, c. 70). CXXXIX. — 15 marzo — Bordela, vedova di Martino de Garibaldo, promette che per 1 ottava eli 1 asqua darà ad Ermegina, moglie di Rubaldo da Chiavari, lire tre di geno-vini, in acconto di lire sei che Marchesio, calzolaio, figlio di detta Bordela, ebbe in accomandita, come per atto del not. Enrico de Serra. Testi Marchesio de Minuta, Bregundiofre- neriiis e Oberto Barberio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 393, c. 70J. CXL. — 15 marzo — I fratelli Bonsignore e Dolcetto promettono di conservar indenne il giudice Pagano da Cogorno. Nos bonus seior et dolcetus fratres una promitimus et convenimus vobis domino pagano de cucurno iudici conservare idempneni et extrahere Ab omni dampno et expensis quod vel quas passus fueris vel expenderis occasione librarum trium ianuinorum quas confitemur Ate accepisse occasione quarum Guillelmus muscula iudex conqueritur de nobis coram consule foritanorum occasione bonorum que Anno 1222 53 fuerunt quondam barundeti credendo in tuo verbo simplici sine iura-mento Alioquin penam dupli de quanto fuerit contrafactum quotiens conti afactum fuerit rato manente pacto tibi stipulanti promitimus prò pena vero etc. I estes Iohannes marbatÌ9atus et trancredus Actum Ianue sub porticu ubi placitatur consul foritanorum Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die quintodecimo marcii inter vesperum et completorium (N. jcjó, c. ηου.). CXLI-CXLII. — 15 marzo —Guglielmo da Rapallo, figlio del qm. Idone Lodoro, cede a Gandolfo Gambaldo i diritti che ha verso i coniugi Benencasa e Bonvassallo de Molino per causa d un barile d’olio, che gli devono dare come per atto del notaio Lanfranco de Marignano. — Lo stesso consegna al Gambaldo soldi trenta di genovini, lasciati dalla madre e dal fratello di detto Guglielmo ad Adalasia sorella di Gandolfo. Testi Bonvassallo de Mari e Oberto Barberio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 39η, j98, c. ηον.). CXLIII. — 16 marzo —11 procuratore dell’arciprete di Langasco si appella ai delegati apostolici per la lite, che ha col rettore di S. Andrea d’Isoverde. Ego presbiter Guillelmus canonicus Ianue procurator Archipresbi-teri de langasco appello Ate bartholoto canonico Ianue delegato domini pape prò te et consocio tuo priore sencti theodoli qui tibi commissit vices suas in Causa que vertitur inter bartholomeum ministrum ecclesie sancti Andree de insulis ex una parte et Archipresbiterum de langasco ex altera que causa talis est quod dictus bartholomeus impetravit rescriptum a domino papa pro reditibus habendis in scolis Ad audiendam theologiam Com partes essent coram dicto delegato bartholoto excipit procurator dicti Archipresbiteri contra dictum bartolo-meum dicendo dictum rescriptum impetratum fore per falsi suiestio-nem et quod Alterius ecclesie Aministratio voluntate Archiepiscopi per dominum Archipresbiterum fuit data dicto Bartolomeo renunciando dicte plebi de qua erat clericus quas exceptiones dictus procurator 54 Anno 1222 Ante litem contestatam oposuit et ipsas dictus delegatus bartholotus benigne recepit com vero dictus procurator testes ad exceptiones probandas in duceret et partim iam induxisset et quosdam alios Absentes vellet induceret [sic] dictos testes dictus bartolotus pro sue voluntatis arbitrio noluit dare terminum Aliquem com unum solum terminum ante dedisset ad dictos testes producendos quare Ab isto gravamine dictus procurator ad dominum papam Appellat et ne aliquid in dicta causa pendente Appellatione innovetur iterum appello. Testes magister octo medicus et petrus brunus Actum ianue in claustro sancti laurentii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo sexto marcii Ante terciam (N. J99, <■ · 71)· CXLIV-CXLV. — 17 marzo — I coniugi Dolce ed Ar-manno de Ave vendono per lire tredici di genovini ad Arduino del qm. Giovanni de Guiono da Ginestra terre in pcr- tincntiis de mesema ubi dicitur cani f onus, cascil'a, salegium. in castagneto de canifono, in valle canifoni, apudfontem, dopar ia, in castagneto de campo olive, plafolio, roofo, f reccia, confinanti colle terre dell’ ospedale di Pietracolice, di Albertino de Formagio, Oberto Piaggio, Azzone de Sato, coll’ obbligo di una libbra d’olio da darsi annualmente alla pieve denotano. Testi Americo gardator, Oberto del qm. Alberto Lupo da Chiavari e Guglielmo da Lavagna. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 400, 401, c. 7/, 7IV·)· ΓΧ1 .VI. — 17 marzo — Giovanni l igna pellìporius denuncia pubblicamente che Fioria figlia del qm. Nicola de Marchis debba presentarsi in giudizio per difenderlo dalle accuse, mossegli da Guglielmo Salvatico ,per una terra posta in Sturla ubi dicitur focolis. Testi Giovanni da Bargagli e Rubaldo, maestro. In Genova, nella casa, dove abita detta F loria, fra terza e nona (N. 403, c. 72). CXLVII. — 17 marzo — Giovanni de Marcia e Come· Anno 1222 5 5 sano Bonaventura comprano da Aridono una quantità di lana per soldi cinquantacinque e quattro denari di genovini. Testi Bartolotto, Giovanni e Bonaventura. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra nona e vespro (N. 402, c. 72). CXLVIII. — i 7 marzo — Giovanna Fenugia dichiara a maestro Bartolomeo notaro che non inquieterà Giovanni Clerico per causa d’un figliuolo, che essa ha. Ego Iohanna fenugia promito et convenio tibi magistro bartho-lomeo notario quod de cetero per me nec per aliquam personam pro me non faciam nec fieri faciam ullam peticionem seu molestiam aliquam ullo tempore contra iohannem clericum maritum virdilie occasione cuiusdam pueri filii mei qui vocatur Guillelminus et quem dicebam esse filium dicti iohannis coram domino Anseimo de fontana consule civitatis ianue et coram domino Iacobo de prete profitens dictum Guillelminum non esse filium dicti iohannis nec eum de cetero pro filio sibi dabo quia non est filius suus nec ipsum Guillelminum proi-ciam nec proici faciam Ante domum dicti iohannis nec in contrata inqua pro tempore habitaverit faciens hec omnia conscilio martini de antegio et pascharii de curio quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper iuro corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis Atendere et observare ut supra dictum est Testes predicti consciliatores et obertus barberius Actum Ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo septimo marcii inter nonam et vesperum (N. 404, c. 72). CXLIX. — 18 marzo — Savina, vedova di Omodeo de Porta, riceve dal cognato Opizzone da S. Stefano alcune somme dovute. Testi Ogerio Testa, prete Viviano da S. Ambrogio e Giovanni de Mindonia. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 40j, c. 72V.J. CL. — 19 marzo — Bonvassallo de Mari tesse l'inventario dei beni del qm. Giacomo Bochetto. Anno 1222 f Ut tenorem constitucionis sacratissimi principis ìustiniam observem et eius beneficio hereditatis gravamina valeam evitare Ideo ego bonus vasallus de mari tutor filiarum et heredum quondam iacobi bocheti nomine earum volens atingere hereditatem ipsius iacobi pre-posito venerabili signo crucis propria manu impresso convocatis quinque testibus et duobus tabelionibus loco absentium creditorum si absunt inventarium seu repertorium rerum quas in ipsius hereditate inveni fiicere volo Inprimis inveni in eius hereditate domum unam positam in contrata 9ebatorum Item inveni---- que processerunt de calega facta de quibusdam rebus quondam dicti iacobi Item inveni in eius hereditate hedificium unius domus positum super terra sancti syri quod est in contrata speiatorum Cui coheret antea via et retro trexenda Ab uno latere domus stephani capsarii et Ab alio domus domine 'dulgorine Item inveni cartas et laudes integras et incissas nonaginta quatuor Item inveni libras viginti duas ianue apud dominum Iacobum de runco consulem de burgo de quibus ipse fecit voluntatem suam videlicet dando creditoribus quondam dicti Iacobi bocheti prout dico et que fuerunt de caliga bonorum quondam dicti Iacobi.... spacium vero superius relictum est ut si quid forte memorie occurerit pariter conscribatur Testes iacobus barilarius et vivaldus portonarius et iohannes carelus et lambertus de ver?elario et Guillelmus de ora et Symon stanconus notarii sunt isti nicolaus de sancto ambrosio et brisianus Actum Ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione, nona die decimo nono marcii Ante terciam (N. 406, c. 72 v.). CLI. — 19 marzo — Astesano pel li parius e la moglie Mindonia tolgono a mutuo da Guglielmo de Podio lire cinque di genovini, che restituiranno fra due anni, dando a pegno un pezzo di terra in multe do ubi dicitur fundega, confinante colla terra del qm. Giovanni Balbo. I esti Enrico da S. Donato filatore, ed Anseimo Casario. In Genova, nella casa di detto Astesano, tra nona e vespro (N. 409, c. 73 v.). CLII-CLIII. — 20 marzo — Baldoino Bisacia vende per Anno 1222 57 lire venticinque ad Ugone Bonacia onine ius quod habeo et michi competit Aliquo modo in mcdalia ima sive prò medalia ima de qualibet libra in introitu porte sive in pedagio porte Ianue et in denariis quinque et dimidio sive pro denariis quinque et dimidio quos habeo et mihi competunt in introitu ripe et vicecomitatu... II Bonacia promette di restituirgli fra due anni gli stessi diritti. Testi Giacomo de Quarto, Michele Porco, Ardizzone Bisacia. In Genova, sotto la casa di detto Baldoino tra nona e vespro (N. 407, 408, c. 72V., jj). CLIV. — 21 marzo — Ambrosio d'Orerò vende per soldi dieciotto di genovini a Gandolfino del qm. Guglielmo Bacile, accettante a nome di Corvo d’Orero, figlio del qm. Gandolfo da Soglio, la quarta parte d’una terra in Ole ubi dicitur crux de ole, confinante colla terra di Bernardo da Ri-varolo. Testi Ansaldo e Rollando da S. Stefano. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 410, c. 7jv.). CLV. — 21 marzo — I coniugi Viride e Rogerio del qm. Guglielmo de Cerro da Recco per soldi cinquanta di genovini vendono a Dondedeo Ferrario de Cerro due parti d’una terra prativa in plebatu de reco ubi dicitur mons cornule et in monte de pancseo et in loco ubi dicitur rosarinus de cornario, confinante colle terre di Baldo de lavario e di Anseimo de Casali. Testi Bonaventura e Oberto da S. Donato. In Genova, c. s., fra nona e vespro (N. 411, c. 74) CLVI. — 22 marzo — Giacomo Achileo riceve somme in accomandita, che porta in Sicilia. Ego Iacobus Achileus confiteor me Accepisse Ate Alda boleta matre mea in accomendatione libras quinquaginta ianuinorum Abrenuncians exceptioni non solute et non accepte peccunie quas deo propicio debeo portare mecum in sciciliam causa negotiandi in nave AnilO 1222 que est oberti ma9arii et eius consortum et inde quo mihi melius visum fuerit causa negotiandi ex qua accomendatione nemini prestare valeam nisi legali negociatori habens licenciam niitendi tibi ex his ianuam com testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito nisi iusto dei impedimento remanserit et deducto tibi capitali lucri habere debeam tercium. Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero et pro omnibus supradictis aten-dendis et observandis omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto etc. Testes Guillelmus buferius et Symon de lorto et Symon buferius Actum ianue in ecclesia santi laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictone nona die vicesimo secundo marcii Ante terciam (N. 413, c. 74 v.). CLVII. — 22 marzo — Giovanni Mazzaferrata promette di dare una quantità di boghe a Guglielmo Guezio. Iohannes ma9aferata de rapallo dicit et protestatur vobis domino Guillelmo guetio in presencia infrascriptorum testium quod paratus est in presenti dare vobis et solvere bogas septem et dimidiam pro una pecia terre quam ipse comparavit a castello de rapallo quas ipse castellus pro dicta terra dabat quando eam tenebat Respondit dictus Guillelmus quod non vult recipere eas nisi a castello qui dare eas sibi tenetur et consuevit quia non vult quod castellus vendat nec alienet terram suam sed si ipse vendere vel alienare poterit predictam terram volo Accipere eas bogas Aquolibet tenente eam Testes rubaldus me9abuthega et bonus vasallus begerius Actum sub domo dicti Guillelmi in qua moratur millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo secundo marcii inter terciam et nonam (N. 412, c. 74). CLVIII. — 22 marzo. — Prete Guglielmo da Rivarolo, canonico della chiesa maggiore di Genova, riceve a mutuo soldi quaranta di genovini da Enrico de Sancto Matteo, che Anno 1222 59 restituirà prima della festa di S. Giovanni di giugno. Testi l’arciprete di Langasco, Stefano de Cerreto ed Ugone. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto canonico, tra nona e vespro (N. 414, c. -]4v.). CLIX. — 22 marzo — Stefania, vedova di Armanno cie Campello, fa testamento. Ego Stephania uxor quondam Armani de campello contemplatione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispositionem in primis iudico et ordino pro anima mea soldos viginti Ianue quorum decenum iudico operi ecclesie sancti laurencii Item iudico de predictis soldis viginti decem soldos ianue pro mea sepultura in dispositione presbiteri martini capellani ecclesie sancti laurentii apud quam ecclesiam sancti laurencii iudico et volo quod corpus meum sepelliatur et residuum volo quod distribuatur in dispositione predicti martini Care lego pelles duas de conigio Iacome lego que est nurus mea carnagiam meam de vermilio et unum cosinum meum Roasie lego iupam meam tinctam Alexandrie lego iupam meam blancam Aldete lego bindam meam meliorem et residuum reliquorum bonorum meorum lego presbitero martino predicto ut habeat teneat et quiete possideat ac sine contradictione cuiuslibet persone cui presbitero martino debeo dare soldos viginti Ianue quos volo quod ipse habeat de bonis et in bonis meis Item volo quod ipse habeat soldos viginti ianue quos mihi debet dare baldoinus de cagaroto Iste sunt res quas habeo in domo mea in primis unum saconum et duo lenteamina et unum copertorium et unum cosinum et unam carnagiam clameloti et unum parutelum et unum gasape et unam situlam et caciam de situla et unum bacille et unum brandarium et lebetem lapideum et unum pa-rolium et entemam unam iupe et unam archetam et casiam unam et lucernam et crateram unam et cupam et pelles duas de scarlata et grataroliam unam et tres tabulas de lecto et si qua testamenta feci vel ultimas voluntates cassa et vacua iudico et ordino ista autem volo quod firmiter in eternum perseveret et hec est mea ultima voluntas que si non valet iure testamenti saltim volo quod vim alicuius codicilli obtineat Testes ramundus provincialis et lantermus furnarius et 6o Anno 1222 petrus bonus et Guillelmus saonensis et vivaldus Actum Ianue in domo in qua habitat dicta Stephania Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo marcii in nocte insuper iuro corporaliter predictam ultimam meam voluntatem ratam et firmam in perpetuum tenere et non permutare (N. 415, c. 74 v.). CLX. — 23 marzo — Alda Boleta vende mezzo luogo. Ego Alda boleta confiteor me Accepisse Ate Ansaldo galeta libras quadraginta septem et soldos quinque denariorum ianue abrenunciando exceptioni non solute et non accepte peccunie pro quibus vendo trado et cedo tibi medium locum quem habeo in communi Ianue de uno denario pro terra et de uno pro mare et omnes ius quod in eo loco habeo usque ad tempus quod debeo ipsum retinere de quibus denariis coligendis sunt consules dominus Guillelmus manens et dominus Guillelmus embronus predictum medium locum tibi vendo trado et cedo pro supradicto precio et quicquid iuris in eo habeo ad faciendum inde de cetero quicquid volueris tuique heredes et cui dederis vel habere statueris sine omni mea contradicione meorunque heredum et omnium pro me et quod plus valet sciens quod plus valet dicto precio pura donatione inter vivos id tibi dono Abrenunciando legi dicenti si deceptio fuerit ultra dimidiam iusti precii etc. quam ven-dicionem semper legitime defendere et auctori^are Abomni persona et non impedire usque ad tempus meum quo debeo ipsam medietatem dicti loci retinere sub pena dupli in bonis meis prout nunc valet vel pro tempore valuerit tibi stipulanti promito pro pena vero etc. possessionem et dominium inde tibi confiteor me tradidisse et tandiu quo possideo tuo nomine constituo me possidere donec volueris faciens hec omnia coscilio Arduini Arscerii et Iacobi Achilei quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliatores et oge-rius pedicula et eius filius ogerius pedicula Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesino vicesimo secundo indictione nona die vicesimo tercio marcii Ante terciam (N. 416, c. 7/j. CLXI-CLXII. — 23 marzo — Dolce, vedova di Meliore de Fontanella, e Vassallo suo figlio, vendono per lire sedici Anno 1222 61 e mezza a Bonafada, moglie di Gandolfo de Avegio, un pezzo di tei ra con casa, posta in fontanella e tutto ciò che hanno in pertinendis de Avegio. Testi Aiegro, arciprete di S. Cipriano, e prete Pietro, rettore di S. Ouirico di Polcevera. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 4n> 4lS/ c. 7/, 7;v.). CLXIII. — 23 marzo — Giovanni de Carubio del qm. Guglielmo Bicio promette a Gandolfo de Avegio di non inquietarlo per una terra, che ha in plebatu de Aguxio in valle de Balaraxum cm coheret superius strata inferius castagnedel-lum Ab uno latore costa de lerta ab alio latere fossatus de lai ir ego. Testi Ardito e Vivaldo. In Genova, c. s., tra nona e vespro (N. 419, c. η$ν.). CLXIV. — 24 marzo — Bonvassallo de Mari, tutore di Lavanina, figlia del qm. Giuseppe de Murcento, tesse Γ inventario dei beni spettanti alla qm. Giordana, avola di detta Lavanina. Testi Domengo, Oberto Barberio, Bonvassallo de Paragolio, Balduino Pertuso e i notari Brixiano e Bonvassallo. In Genova, c. s., prima di terza (N. 423, c. j6v.). CLXV. — 24 marzo — Gandolfo de Avegio consegna soldi tre di genovini a Dolce, vedova di Meliore de Fontanella, e a Vassallo suo figlio. Testi Giovanni Francigena, tagliatore, e Bonaventura. In Genova c. s. fra terza e nona (N. 420, c. ηβ). CLXVI. — 25 marzo — Perizo de Margnavello riceve a mutuo da Giovanni Maverio soldi diciasette di genovini, dei quali la metà restituirà non più tardi del primo maggio, e Γ altra metà prima della festa di S. Giovanni di giugno. Testi Guiberto, Enrico e Giacomo Provenzale. In Genova c. s., prima di terza (N. 421, c. ηβ.) CLXVII. — 25 marzo — Pietro de Campi fa una donazione all’arciprete di Cicagna. 6 2 Anno 12 22 Ego petrus filius quondam opi?onis de campis confiteor quod ego et frater meus stephanus donavimus tibi bartholomeo Archipre-sbitero de plebe plecanie nomine dicte plebis vicesimam pai tem rnoli-narieie de muro lungo et quArtam partem totius insule muri lungi in qua parte supraposita Arbor una castanee que dicitur nigi isola cui insule coheret superius ripa Ab aliis partibus li umen lavanie quam donationen ratam et firmam habere et tenere et non impedire sed semper legitime defendere et auctori?are Abomni persona tibi nomine dicte plebis stipulanti promito rato manente pacto prò pena vero et prò omnibus supradictis etc. possessionem et dominium inde tibi confiteor me tradidisse nomine dicte plebis T estes presbiter Andreas canevarius sancti laurencii et Albertus placentinus et Guillelmus de saxo Actum Ianue in claustro sancti laurentii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo quinto marcii inter nonam et vesperum (N. 422, c. 76). CLXVIII. — 27 marzo — Guglielmo Ginata, figlio di Gi-nata de Campo, promette di risarcire il danno, che incorse Ugone Rosso, il quale prestò garanzia per lire sette a Bar-tolotto de Diano verso il comune di Genova. T esti Ogerio Pane e Oberto Barberio. In Genova, presso la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 424, c. 76 v.J. CLXIX. — 27 marzo — Alberto Caranza riceve a mutuo da Ambrosio Cavario magistro de cinteremo soldi venti di genovini, che darà prima della festa di S. Michele. I esti Oberto Ferrario e Guglielmo Gallo. In Genova, c. s. tra vespro e compieta (N- 423> c■ 7^v·)· CLXX. — 30 marzo — Giovanni da S. Matteo fa testamento. Lascia per la sua anima soldi quaranta, dei quali il decimo spetterà all’opera di S. Lorenzo, e la rimanenza sia distribuita da suo suocero e dal suo figliuolo Ambrosino ; dichiara aver ricevuto lire cento per dote della moglie Giacoma, e gliele restituisce, assegnandole la casa che ha apnd Anno 1222 63 puteum de lamico. Testi Gaterio e Vivaldo, scudai, Oberto da Camogli, Pere de Bermiragio ed Enrico de Braida, scudato. In Genova, nella casa dove sta detto Giovanni, tra nona e vespro (N. 426, c. ηη). CLXXI-CLXXII. — 30 marzo — Rubaldo de Guercio per lire venti di genovini cede a maestro Giovanni da Cogorno i diritti, le ragioni, realie personali, utili e dirette, che gli competono in una terra con casa situata in burgo plebis lavarne eia coheret ab una parte via publica ab alia parte terra petn de refa et eius fratrum inferius litus maris a quarta terra et domus symonis de murtedo, e altri diritti in Cogorno ubi dicitur clausa: le lire venti furono erogate nell’acquisto di una casa, come per atto del not. Stefano di Giovanni Guiberto. — Lo stesso dichiara che per conto di detto maestro diede lire diecinove a Marchesio de Minuta. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto maestro, di notte (N. 42η, 428, c. ηη, ηην.). CLXXIII. — 8 aprile — Porcello, tutore degli eredi e dei figli del qm. Filippo da Cogorno, concede per cinque anni in locazione a Guglielmo de Lelio la custodia dei beni di detti minori, posti in Lavagna e suo distretto, coll’ annua prestazione di lire trenta, pagabili in tre rate, a Pasqua, a Natale e a S. Michele. Testi Guglielmo Boleto, prete Giacomo e Baalardo Porco. In Genova, dove abita detto Porcello, fra terza e nona (N. 429, c. ηην.). CLXXIV. — 8 aprile — Maria, vedova di Isembardo da Fontanegli, fa testamento. Ego Maria uxor quondam isembardi de fontanegio contemplatione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispositionem in primis iudico et ordino pro anima mea soldos centum ianuinorum «4 Anno 1222 quorum decenum iudico operi ecclesie sancti laurencii Item iudico de predictis soldis centum pro anima mea soldos viginti ianue pro exe-quiis funeris meis quos volo quod distribuantur in dispositione ra-mundi cognati mei et iofredi Item iudico de eisdem soldos viginti quin que ecclesie sancti stephani pro centum misis ibi canendis pio anima mea apud quam ecclesiam volo corpus meum sepelii i Item iudico hospitali sancti stephani soldos duos Item iudico hospitali sancti iohannis soldos tres Item iudico infirmis de fari soldos duos Item iudico ponti superiori de bisani soldos tres Item iudico operi ecclesie sancti michae-lis de sancto stephano soldos sex Item iudico monasterio sancti benigni soldos duos Item iudico duodecim denarios ponti de pulcifera Item iudico ponti de lavania denarios duodecim Item iudico ponti de calasco denarios duodecim Richelde uxori Ogerii lego soldos quinque Mabilie lego soldos quatuor Adalaxie uxori octonis boni calegarii lego soldos tres. Agnesie lego soldos duos gaiete filie piasevere lego soldos quatuor plaseve predicte lego unum parutelum meliorem quem habeo et iupam unam novam blancam et camisiam unam et cingulum unum meliorem quem habeo et annulos duos auri Item lego eidem piasevere et fratribus suis iohanni et rolandino et Guillelmo et ogerio communiter medietatem unius hedificii cuiusdam domus que est in burgo sancti stephani iuxta domum Iacobi Surdi ita tamen quod debeant dare Annuatim pro misis canendis pro remedio Anime mee e fratris mei quondam ogerii soldos tres ianue Alioquin cadant ab omni iure dicte domus Item lego Guillelmo de roboreto omne ius quod habeo in pecia una terre que est in axereto cui coheret ab uno latere terra sancti laurencii Abalio terra plebis de bavaro atercio terra marufi et fratris sui Item lego nepoti meo bertolino lectum meum videlicet coopertorium et unum barachamen et duo linteamina et unam 'culcidram et unum cosinum et unum saconum et duos trispodes et plures tabules Item lego eidem quodam hedificium cuiusdam domus que est in burgo sancti stephani super terra sancti stephani et que est iuxta domum iofredi patris dictis bertolini et de aliis meis bonis predictum bertolinum filium quondam contesie et iofredum patrem suum mihi heredes equaliter instituo ita tamen quod debeant dare et solvere equaliter iohanni macellario nepoti meo soldos viginti ianue usque Ad annos tres proxime et hec est mea ultima voluntas Anno 1222 65 que et si non valet iure testamenti saltim volo quod viro alicuius codicilli obtineat et si qua testamenta quondam feci seu ultimam voluntatem illam vel illa casso et vacuo istam vero confirmo Testes ramundus sai toi ius et iohannes texitorius et Guillelmus franciscus texitorius et lambertus de santo stephano et quartanus calegarius Actum ianue in domo in qua habitat dieta maria Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die octavo Aprilis in nocte (N. 430, c. 77v.). CLXXV. — g aprile — Giovanni Burgio de Sigestro di· chiai a che prima della festa di S. Michele darà a Sofia, vedova di Anseimo Bercio, lire sette di genovini de predo duarum pellium de vario et de damide ima scarlati. Testi Guglielmo Scagello de Sigestro e Bertolino de Servo. In Genova, dove abita detta Sofìa, fra terza e nona (N. 431, c. 78). • · CLXXVI. — 10 aprile — Marchisio Scriba è testimone ad un mutuo. Nos henricus et ogerius remularii fratres una confitemur tibi iohanni clavonerio nos habere et accepisse in accomendacione libras quadraginta quatuor ianue ab adalaxia sponsa tua quarum ego henricus habui libras decem et ego dictus ogerius libras triginta quatuor Abrenunciando exceptioni non solute et non accepte peccunie quas predictas libras quadragintaquatuor dare et solvere tibi promittimus vel tuo certo nuncio consensu et voluntate ipsius adalaxie nomine sui patrimonii usque ad Kalendas Iulii proxime venturas in tuo ordinamento non obstante tibi quod inde te quietum et solutum vocasti sicut continetur in carta dotis predicte Adalaxie facta per manum Salmoni notarii Alioquin penam dupli etc... Testes Manfredus et Iohannes vetulus et Guillelmus columbus et marchesius scriba Actum ianue in domo in qua habitat dicta Adalaxia Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo Aprilis inter terciam et nonam (N. 432, c. 78). CLXXVII. — 10 aprile — Giovanili Clavonerio riceve Ferretto 5 66 Anno 1222 lire sessanta di genovini per dote della sposa Adalasia. I esti Manfredo e Giovanni Vetulo, Guglielmo Columbo, Marche-sius scriba ed Enrico e Ogerio Remularii. In Genova, dove abita detta Adalasia, in contrata fera-riorum, fra terza e nona (N. 433, c. jSv.J. CLXXVIII. — 12 aprile — Stefano de Alvernia riceve dalla suocera Alda, madre di sua moglie Maria, soldi cinquanta in aumento delle sue dot:. 1 esti Oberto, Castaldo, Rondanino e Giovanni da S. Matteo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e'nona (N. 434, c. jSv.J. CLXXIX. — 12 aprile — Chilbo da Pisa riceve a mutuo una partita di genovini, che restituirà in I unisi. Ego chilbus pisanus confiteor me accepisse et in veritate accepi in accomendatione a vobis lacobo de guidone et pandulib et bruni-cardo libras viginti novem et soldos octo ianue Abrenunciando exceptioni non solute et non accepte pecunie quas vel totidem pro eis vel bisancios centum sedecim argenti mundos et expeditos ab omnibus dacitis et avariis vobis vel vestro certo nuncio dare et solvere vobis promito infra quindecim dies postquam tunesim Aplicuerimus com nave que dicitur angelus in qua deo propicio illuc ituri sumus sana et salva eunte illuc predicta nave vel maiore parte rerum ipsius navis Alioquin penam dupli et dampni et dispendii vobis stipulantibus promito pro pena vero et pro omnibus supradictis attendendis et observandis omnia mea bona habita et habenda vobis pignori obligo et specialiter loca quinque que habeo in nave predicta que loca quinque semper legitime defendere et auctori?are ab omni persona et non impedire nec subtrahere usque ad integram totius pre-dicti debiti solutionem sub pena dupli in meis bonis prout nunc valent vel pro tempore valuerint vel sub extimatione meliorata fuerint vobis stipulantibus promito pro pena vero et pro omnibus supradictis atendendis et observandis omnia mea bona habita et habenda vobis pignori obligo tali pacto etc. Testes Guillelmus gardator et martinus Anno 1222 67 de bantoto et Guafredus Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die duodecimo aprilis inter terciam et nonam (TV. 433, c. 79). CLXXX. .— 12 aprile — Damasco riceve da Giacomo, Panclolfo e Brunicardo lire ventitré di genovini, per cui darà ottantotto bizanti d’argento fra quindici giorni, dopoché in 1 unisi approderà colla nave chiamata Angelo, dando a pegno tre luoghi, che gli spettano su detta nave. Testi c. s.. In Genova, c. s. [N. 436, c. 79). CLXXXI. — 12 aprile — Giovanni daS. Matteo riceve una quantità di olio, che porta in Sicilia. Ego Iohannes de sancto mateo confiteor me accepisse in acco-mendatione Ate Oberto primavera libras quadraginta duas ianue Abrenunciando exceptioni non solute et non accepte peccunie implicatas in oleo com aliis meis implicitis quas deo propicio debeo portare in sciciliam causa mercandi in nave que dicitur sanctus iohannes et inde quo mihi deus melius concesserit causa mercandi et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde michi dederit deus in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promicto et deducto tibi capitali tercium lucri habere debeam Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. Testes dominus magister hugo canonicus Ianue et frater manfredus de sancto latraro et hugo Actum ianue in canonica sancti laurentii in camera predicti magistri hugonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die duodecimo aprilis inter terciam et nonam (N. 440, c. η^ν.). CLXXXI I. — 12 aprile — Amico da S. Lorenzo riceve una partita di vino in accomandita, che porta a Tunisi. Ego Amicus de sancto laurencio confiteor me Accepisse et accepi in accomendatione Ate mabilia uxore quondam redulfi cerbini me-9arolias quatuor vini tui Abrenuncias exceptioni etc. quas deo prò- 68 Anno 1222 picio debeo portare mecum in tunesim in nave que dicitur Angelus et vendere ipsum bona fide et sine fraude et precium quod inde habuero implicare in mercibus quibus maluero et inde iie possiin quo voluero com precio dicti vini causa mercandi habens licentiam mittendi tibi ex his ianuam com testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali luci i quam partem volueris habere debeam Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes robinus 9ocolarius et Andriolus Actum ianue in domo in qua habitat dicta mabilia Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die duodecimo aprilis inter nonam et vesperum (N. 437, c. 79). CLXXXIII. — 12 aprile — Villano da Murta fa sicurtà per Bruna, moglie di Pestello, la quale acquistò una partita di vino da Simone Bufferio. Testi Guglielmo gardator e Giacomo. In Genova, nella casa di detto Simone, tra nona e vespro (N. 4jS, c. 79 v.). CLXXXIV. —12 aprile — Guirardino de Fasolis dichiara di esser pronto a rispondere nella lite, che ha con prete Ottone, il quale impetrò lettere dal pontefice. In presencia infrascriptorum testium protestatur et dicit Guirar dinus de fasolis quod paratus est litigare et respondere presbiteio octoni coram bernardo de surlana et Guillelmo de buterio de serra Arbitris ab eis comuniter ellectis de omnibus litibus et discordiis et petitionibus que moveri possent ab ipso presbitero octone contra ipsum Guirardinum et paratus est attendere compiere et observare omnia ea que inter ipsos compromiserunt sicut continetur in instrumento facto per manum tealdi notarii sed quia vocatus fuit a vobis iudicibus delegatis ut veniret si vellet contradicere litteris domini pape impetratis a presbitero octone nolens contempnere mandatum Anno 1222 69 apostolicum neque ius suum inconcussum relinquere venit coram vobis non ut presbiterum octonem conveniret occasione alicuius contro-veisie sed ut ius suum defenderet Testes dominus prepositus ianue et rainaldus et symon canonici ianue et Guirardus iudex papiensis et paganus iudex de cucurno et presbiter philipus Actum ianue in claustio sancti laurentii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona, die duodecimo aprilis inter nonam et vesperum [N. 439> c. 79 v.). CLXXXV-CLXXXVII. — 13 aprile — Giovanni da S. Matteo riceve da suo suocero Ambrogio una partita di olio in accomandita, che porta in Sicilia. Testi Pietro e Bertolotto gardatores. Baldoino da Staglieno riceve in accomandita dal cognato Bertolotto lire dieci e soldi tredici, che porta in Sicilia. Testi Giovanni da Rapallo, servo del prevosto della cattedrale, e Oddone. — Ogerio, tornitore, figlio del qm, Alberto Mazucco riceve in accomandita da prete Lanfranco, canonico della cattedrale, lire otto e soldi tre, che porta in Sicilia e al Garbo. I esti Bernardo da Pavia e Ugo Granara. In Genova, nella casa del notaio Oliverio, e nella canonica di S. Lorenzo, in camera di detto Bertolotto, fra nona e vespro, e nella stessa canonica, in camera di prete Lanfranco, tra vespro e compieta (N. 442, 443, 441,0.80 e 79 v.). CLXXXVIII. — 14 aprile — Il chierico di S. Maria sopra Bobbio costituisce un procuratore. Ego Iohannes clericus sancte marie de suprabobio constituo fe-rarium de nasio Absentem procuratorem meum Ad impetrandam commissionem contra ministrum predicte ecclesie sancte marie pro vestibus annualibus mihi prestandis Ab ipsa ecclesia et ministro eiusdem et rebus aliis et ut possit contradicere Adversariis meis et in iudices consentire promitens me ratum et firmum habiturum quicquid inde fecerit dictus procurator et non contraventurum Testes magister hugo canonicus ianue et bartolomeus canonicus plebis de botoli Actum ianue in canonica sancti laurentii in camera dicti magistri hu- 70 Alino 1222 gonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quatuordecimo aprilis inter terciam et nonam (N. 444ì c· ^°)· CLXXXIX. — 14 aprile — Baldizzone Ferrario riceve in deposito eia Guglielmo de Fossato da Sori lire ventisette di 1 * i * genovini, che restituirà tra quindici giorni a sua richiesta. Testi Villano, canonico di S. Ambrogio, Ogerio I ane e Bonaventura. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 443, c. 80 v.). CXC. — 14 aprile — Accenno ad un accomandita per Buzea. Ego viridis uxor Guirardi magistri in presencia viri mei predicti promito et convenio tibi nicolao ferrario notario dare et sol vere tibi vel tuo certo nuncio soldos viginti ianue qui sunt de accomendatione quam mater tua fecit predicto viro meo in viatico bu?ee usque ad festum sancti petri proxime venturum in tuo ordinamento Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. Abrenuncians iuri ypothecarum et senatui consulto velleiano et omni iuri quo contra predicta venire possem fa ciens hec omnia presente et iubente viro meo predicto et conscilio bonaventure et vilani maniapori quos hic voco vicinos et propincos testes predicti consciliatores et rubaldus guercius Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indi ctione nona die quatuordecimo aprilis inter nonam et vesperum (N. 446, c. 80 v.). CXCI. — 15 aprile — Giovanni da S. Matteo fa esitanza di somme dovute da Giacomo, figlio di Arnaldo da S. Donato I esti Enrico da S. Lorenzo, Guglielmo de Quarto, Peculio de Paragio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, nell’ora di terza (N. 44η, c. 8ov.). Anno 1222 71 CXCII. 15 aprile — Guglielmo Benvenuto d’Asti riceve alcuna somma, che porta a Ceuta. Ego Guillelmus benevenutus Astexanus confiteor me accepisse in accomendatione a te domino presbitero lafranco canonico ianue libras viginti duas et soldos quinque et dimidium ianue inplicatas in bisanciis octuaginta et octo miliarensium mundos et expeditos Ab omnibus dacitis et avariis comunis ianue Abrenunciando exceptioni non solute et non accepte peccunie quas deo propicio debeo portare mecum septam causa negotiandi in nave que dicitur dun9ella et inde ianuam redire et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. Testes manfredus cocus sancti laurentii et hugo granaria serviens dicti presbiteri lafranci Actum ianue in canonica sancti laurentii in camera dicti presbiteri lafranci Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quintodecimo Aprilis inter nonam et vesperum (N. 448, c. 80 v.). CXCIII. — 16 aprile — Dexedata, Mariscotto Marino e Anomato Croto comprano da Raimondo de Porta una quantità di lana per lire sedici e soldi otto e mezzo, che daranno prima della festa di S. Giovanni di giugno. Testi Rollando Coiolo, Giacomo de Pomario e Giovanni Mario. In Genova, di rimpetto alla casa, dove sta detta Dexedata, fra terza e nona (N. 449, c. 81). CXCIV. — 17 aprile — Opizzo del qm. Guglielmo de Castro costituisce procuratore Vassallo de Mari nella causa, che tanto a nome proprio quanto a nome del nipote Guglielmo del qm. Pietro de Castro, ha con Nicolò Doria, e cassa la procura fatta in Oberto Stella. Testi Federico Campanario, Riccio Marzocco ed Enrico del Bisagno, scrivano. In Genova, sotto la casa del not. Oliverio, di notte (N. 4SI, c. 81). 72 Anno 1222 CXCV. — 18 aprile — L’arciprete di Sestri vende una partita di vino. Ego presbiter iohannes Archipresbiter plebis de siguestro confiteor me Accepisse et in veritate accepi a te vasallo fratre meo libias triginta duas denariorum ianue pro precio octuaginta mecparoliarum vini quod tibi vendidi ut dico auctoritate domini rubaldi conntis ca nemici dicte plebis Abrenunciando exceptioni non solute et non acce pte peccunie promitens tibi nullam inde facere vel mover e litem vel controversiam aliquam tam contra te vel tuos heredes ullo tempore Alioquin penam dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit tibi stipulanti promito pro pena vero et pro omnibus supradictis etc. Testes presbiter Symon canonicus sancti donati et obertus barberius Actum ianue in canonica sancti laurencii in camera dicti rubaldi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo octavo aprilis ante terciam (N. 430, c. 81.) CXCVI-CXCVII. — 18 aprile — Ogerio de Pedemontis di volontà di Alberto, abate, e di Nicolò e di Ugone, monaci di S. Fruttuoso di Capodimonte, dichiara che per 1 ottava di Natale darà lire sei di genovini al notaio Stefano 1 Alessandria, il quale vendette una quantità di frumento al det to abate. Questi promette di consegnargli ristrumento di ven dita. Testi maestro Ugo, canonico della cattedrale, e Stabi e. chierico, nipote dell’arciprete di Rapallo. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto Ugone, prima di terza (N. 432, 433, c. 81 v.). CXCVIII-CXCIX. — 18 aprile — Alberto, abate di S. Fruttuoso, di consenso dei monaci Nicolò, di Ugo priore di S. Matteo, di Timone e Marcoaldo, loca per quattordici anni ad Ogerio de Pedemontis fundum in bisane loco ubi dicitut pes montis iuxta locum sancti Mathei et Simonis Melchn. Ogerio promette reficere vineas pastinare de novo conservare caneturn a fossato inferius ortum facere et meliore atque bonificare dictum locum, dando lire quattro nell’ottava di Natale. Testi Anno 1222 73 limone de Sigestro, Pietro Pilato gardator, e prete Pietro, capellano eli S. Matteo. — Il predetto abate promette allo stesso di risarcirgli ogni danno, che incorrerà per le somme, date al notaio Stefano de Alessandria. Testi Dondedeo, speziale, e Pietro Pilato. In Genova, nel chiostro di S. Matteo, fra terza e nona (TV. 454, 455, c. 8iv., 82). CC. — 18 aprile — I canonici di Bavari promettono di pagare le spese per il funerale dell’arciprete. Nos presbiter Guillelmus et bertolotus canonici plebis de bavari promitimus tibi presbitero rolando ministro sancte margarite de marasio dare et solvere tibi soldos quadraginta ianue pro sepultura et expensis funeris omnibus presbiteri ogerii Archipresbiteri predicte plebis infra mensem ex quo dictus ogerius sepultus fuerit in dicta ecclesia sancte margarite in qua ipse elegit corpus suum sepelliri Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. Testes dominus magister hugo canonicus ianue et magister bartolomeus notarius Actum ianue in canonica sancti laurencii in camera dicti magistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo octavo Aprilis inter terciam et nonam (N. 456, c. 82). CCI. — 20 aprile — Beltramo da Pietralavezzara, alla presenza di Ogerio Pane, costituisce un procuratore. Beltramus de petra lavesaria constituit dominum Amicum tur-gium Absentem suum procuratorem super causa que vertitur inter dictum beltramum ex una parte et presbiterum conradum de sancto Na-gario ex altera coram delegatis iudicibus A domino papa videlicet Abbate sancti Siri et Rainaldo canonico ianue Ad Agendum et excipiendum et replicandum et transigendum et omnia faciendum que in dicta causa fuerint necessaria facienda sicut ipsemet posset facere promittens se ratum et firmum habiturum quicquid in predicta causa fecerit dictus procurator et non contraventurum 1 estes nicolosus iohannis musi et 74 Anno 1222 facius filius Amici rufi et ogerius panis Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo Aprilis inter terciam et nonam (IV. 462, c. 8jv.). CCII. — 20 aprile - Beltramo Astaguerra riceve dalla suocera Iuleta lire dieci di genovini, come rimanenza di lire quarantanove, promesse in dote alla sposa Beatrice. T. esti Gandolfo da Breccanecca e maestro Ugo, canonico della cattedrale. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto maestro, fra nona e vespro (N. 457, c. 82). CCIII-CCIV. — 20 aprile - Sibilia vedova di Resonato cede al suocero Stefano Caneph ed a Rogerio, tutore di sua figlia Giovannetta, una terra castaneativa in pertinendis de fiacono ubi dicitur bedole. — Rogerio da Fiaccone, tutore di Giovannetta, figlia del qm. Resonato, e Stefano Caneph, d autorità di Oberto Parasacco ministro, e di Giordano, procuratore dell’ospdeale di S. Stefano, promettono che non inquieteranno Sibilia per le terre, che ebbe da suo marito. Testi Ogerio da Voltri e Baldovino. In Genova, nel pontile dell’ ospedale di S. Stefano, tra nona e vespro (N. 458, 459, c. 82 v). CCV-CCVI. — 20 aprile — Ricordo della chiesa e dell’ospedale di Fiaccone. Ego presbiter obertus minister ecclesie et hospitalis de fracono facio finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non potendo nomine diete ecclesie et hospitalis vobis stephano caneph et rogerio tutori iohannete filie quondam resonati de omni iure racione et accione reali et personali utili et directa que vel quas vobis petere possem nomine diete ecclesie et hospitalis de fracono vel qui prò tempore ibi fuerint occasione terrarum et possessionum quas dieta ecclesia et hospitale de fracono habent vel possident vel alius prò eis in pertinenciis de valle scrivie et in clastro fornariorum salva et Anno 1222 75 retenta in dieta ecclesia et hospitali de fracono Medietate dictarum terrarum et possessionum et iurium____Testes iordanus et baldoinus et Guirardus et ogerius de vulturi Actum ianue in pontili hospitalis sancti Stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo Aprilis inter vesperum et completorium Nos stephanus caneph auctoritate et voluntate oberti parasachi ministri hospitalis sancti stephani et boni iohannis fratris dicti hospitalis et sororum dicti hospitalis et rogerius tutor iohannete filie quondam resonati promitimus et convenimus tibi presbitero oberto ministro ecclesie et hospitalis de fracono dimitere et non inquietare nec impedire aliquo tempore per nos nec per aliquam personam pro nobis terras infrascriptas videlicet peciam unam terre castagneti que est in valle sambuci cui coheret inferius et Ab uno latere fosatus et superius terra dicte ecclesie et consortum et ab alio terra mei stephani et consortum nec illas terras vel possessiones que quondam fuerunt fratris mei dicti stephani in pertinendis de fracono domestico vel salvatico ita tamen quod debetis nobis equaliter dare soldos quadraginta ianue usque ad festum sancti bartholomei.... Testes iordanus et baldoinus et Guirardus Actum ianue in hospitali sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo Aprilis inter vesperum et completorium (N. 460, 461, c. 8j). CCVII. 20 aprile — Giordano de Alio, arbitro nella lite tra Stefano Caneph da una parte e Rogerio da Fiaccone dall’ altra, sentenzia che Giovannetta possegga la quarta parte dei beni, che detto Stefano ha nelle pertinenze di Fiaccone, e gli altri beni, tolta la quarta, parte sieno posseduti in comune. Testi prete Oberto da Fiaccone, Baldovino, Guirardo e Ogerio. In Genova, nell’ospedale di S. Stefano, tra vespro e compieta (N. 463, c. 8j,v.). CCVIII. — 20 aprile — L’abate di S. Fruttuoso protesta per la costruzione della chiesa dei PP. Predicatori. Dominus Albertus Abbas monasterii sancti fructuosii de capite montis denunciai vobis bonifacio prò vobis et fratribus vestris de 7 6 Anno 1222 ordine predicatorum ne oratorium vel ecclesiam quamcumque hedi-ficetis vel hedificari faciatis super terra quam comparastis vel alius prò vobis comparavit vel vobis donata est A Nicolao Auiie vel ab alio que terra posita est loco ubi dicitur domo colta hoc ideo quia terra predicta sita est .in parochia sancti mathei celle dicti monasterii sancti fructuosi et quia dictum oratorium seu ecclesia si construeretur in terra predicta surgeret in preiudicium et gravamen non modicum dicti monasterii ideo denunciai vobis ut supra et appellat ad dominum papam ne contra predictam denunciacionem faciatis Aliquo modo Testes Guillelmus de clavaricia et Guillelmus placentinus Actum ianue in ecclesia sancti pauli Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo aprilis inter vesperum et completorium {N. 463, c. 84). CCIX. — 21 aprile - I coniugi Margherita e Guglielmo da S. Quintino comprano da Raimondo de Porta tanta lana per soldi ventotto di genovini, che daranno prima della festa di S. Giovanni di giugno. Testi Turisio, Andrea e Guglielmo, formaggiaio alla porta. In Genova, dove abita detto Raimondo, tra nona e vespro (N. 464, c. 83 v.). CCX-CCXI. — 22 aprile - I coniugi Giovanna e Nicoloso Sivelone vendono per lire diciassette a Giovanni Bianco e ad Alberto, figlio di Corrado de Sanguineto, una terra 2« roboreto ubi dicitur campus refus, confinante colle terre dei Vaccari, di Giovanni Buzatello e di Giovanni de Carmangna-rio. Testi Giovanni de Cogorno, Giacomo Dolio e Pietro. In Genova, nella casa di detti coniugi, fra terza e nona (N. 466, 467, c. 84, 84 v.). CCXII. — 22 aprile - Raimondo, abate di S. Stefano, col consenso dei monaci Rogerio, Benedetto, Tommaso, Pietro e Balduino, dà in locazione per anni quattro ad Opizzone una casa con forno nel borgo di S. Stefano, colla condizione di cuocere il pane e le altre cose necessarie per il mona- Anno 1222 77 stero, e di dare soldi dieci per Natale, e altrettanti per Pasqua. lesti Tealdo e frate Dalmacio. In Genova, nel chiostro di S. Stefano, tra vespro e compieta (N. 468, c. 84v.). CCXIII-CCXIV. — 23 aprile — Giunta, figlio di Guglielmo de Cago da Levanto, dà al cognato Villano da Lerici lire diciassette di genovini per dote della sorella Venturina, promettendo di soddisfarlo completamente non più tardi della metà di maggia. lesti dominus ogerius panis, Bonaventura e Guglielmo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 469, 4η0, c. 8j). CCXV. — 23 aprile — Ricordo della nave di Lanfranco Spinola, andata in Sardegna. Ego Guillelmus de ligiis confiteor me Accepisse mutuo a te Aridono libras quinque denariorum ianue abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis tibi vel tuo certo nuncio dare et redere tibi promito usque Ad octavam natalis domini proxime venturi in tuo ordinamento sana et salva redeunte ianuam de sardenia navem domini lafranci spinule et eius consortum que dicitur bonaventura vel maiore parte rerum ipsius navis quas levabit in sardenia Alio-quin si de predictis in Aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito credendo de dampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo sine t % ìuramento prò pena vero et prò omnibus supradictis observandis etc. tali pacto prò pena commissa etc. Insuper iuro corporaliter tactis sacrosanctis evangeliis Atendere complere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire nisi tua licencia remanserit Testes marchesius de porta et Guillelmus costatus Actum ianue sub domo Oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo tercio Aprilis inter nonam et vesperum (N. 4-ji, c. 8j). 7S Anno 1222 CCXVI. _ 24 aprile — Oberto de Grocolo fa testamento. Ego Obertus de grocolo contemplatione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispositionem in pi imis iudico et ordino prò anima mea soldos quadraginta ianue quorum deceno iudico operi ecclesie sancti laurencii Item iudico de predictis soldos viginti prò mea sepultura et prò misis canendis quos volo distribui in disposi-tione uxoris mee iohanne Item indico de predictis soldos duos ponti de calasco Item iudico ecclesie sancte margarite de capellana 1 0 duos prò misis canendis pro anima mea Item iudico de p denarios duodecim hospitali sancti iohannis Item iudico hospitali sancti antonii duodecim denarios Item iudico hospitali sancti stephani denarios duodecim Item infirmis de fari denarios duodecim Item iudico de predictis soldos octo sorori mee richelde filios meos nicolosum et sibilinam mihi heredes instituo equaliter ' meis bonis et si forte Aliquis eorum decesserit sine legitimo hei ex se nato substituo ei superstitem et si forte ambo decesserint si legitimo herede ex se nato substituo eis uxorem meam iohanna quibus filiis meis relinquo tutorem fratrem meum iohannem et R mundum de macena consaguineum meum et confiteor me accepis pro dotibus uxoris mee iohanne predicte libras triginta sex ianue quas volo quod ipsa habeat de bonis et in bonis meis et volo quod predicta uxor mea iohanna stet in domo mea et quod sit domina e usufructuaria de rebus meis com predictis filiis meis donec voluerit stare ut bona mulier et sine viro Ista sunt debita que debeo dare In primis debeo dare soldos centum ianue resegose Item debeo dare iohanni piloso de cucurno soldos triginta Item Guillelmo de le^i0 debeo denarios decem et novem Item debeo soldos quatuordecim Guirbo de sancto syro Item octoni de ripa soldos quatuor Item Gue nero dicti octonis soldos septem minus denaris quatuor Item Ingoni formaiario soldos tres Item philipo de dodo soldos triginta et octo et dimidium ianue Item Armanino de costa soldos quiquanginta qua tuor minus denariis tribus Item baiule mee debeo dare soldos octo Item vasallino de recia debeo soldos centum et hec est mea ultima voluntas que si non valet iure testamenti saltim volo quod vim Ali- } Anno 1222 79 cuius codicilli obtineat et omnia testamenta et ultimas voluntates que ct quas quondam feci casso et vacuo et nullius valoris esse iubeo istam autem confirmo Testes marchesius de groculo et baldoinus de sancto michaele et manfredus et obertus et Iacobus ricius de parodio Actum ianue in domo in qua habitat dictus obertus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo quarto aprilis Ante terciam (/V. 472, c. 85). CCXVII. — 24 aprile — Ermellina figlia dei qm. Guglielma e Martino Ferrario riceve da Buongiovanni Barilario tutore dei figli del qm. Guirardo Ferrario, suo fratello, lire dieci di genovini, lasciatele da sua madre in testamento rogato dal notaio Ambrosio. Testi Oberto Ricio, Morando Barilario e Guglielmo Macarone. In Genova, dove abita detta Ermellina, tra vespro e compieta (N. 473) c. 85 v.). CCVIII-CCXIX. — 25 aprile — Guirardo de Brugna, giudice, cede a Belengerio Torto i diritti, che gli competono su Ottone Torto e Brugundio Torto e sui beni già spettanti al qm. Amedeo Torto. — I fratelli Rainaldo e Filippino de Brugna, figli di Guirardo, d’autorità di Opizzone Salario, console di giustizia per i cittadini e per i forestieri, cedono a Belengerio Torto i diritti, che loro competono sopra i Torto. Testi prete Lanfranco e Bartolomeo, canonici della cattedrale, e prete Filippo, canonico di S. Maria delle Vigne. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, tra terza e nona (N. 4T5, 476, c. 86). CCXX. — 25 aprile — Belengerio Torto ed Enrico Torto danno a pegno il digesto di proprietà del console di giustizia. Nos belengerius tortus et henricus tortus promitimus et convenimus tibi Guirardo de brugna iudici dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio per nos vel per nostrum certum nuncium libras viginti So Anno 1222 quinque minus denario uno papiensium usque ad Kalendas Augusti proxime venturi in tuo ordinamento occasione quarum tibi pignori obligavimus digestum unum domini opi?onis salarii consulis ianue civium et foritanorum suo precepto. Alioquin si contra predicta fecerimus penam dupli et dampni et dispendii quod pio dicta peccunia exigenda vel recuperanda feceris vel in placitando vel alio modo tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. Testes presbiter Guido de bisane et presbiter Andreas canevarius sancti Laurencii Actum ianue in claustro sancti laurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo quinto Aprilis inter nonam et vesperum (N. 477, c. 86 v.). CCXXI. — 26 aprile — Giardina fa testamento. Ego Iardina uxor occelli de sancto laurencio presentiset ìubentis contemplatione ultime mee voluntatis rerum mearum tale facio di sposicionem In primis iudico et ordino pro anima mea libras dece ianue quarum decenum operi sancti laurencii iudico apud quam ec clesiam volo corpus meum sepelliri Item iudico de predictis libris decem pro mea sepultura soldos centum ianue quos volo distribui in dispositione predicti viri mei Item iudico operi sancti thomai sol dos viginti Item iudico de predictis libris decem nepoti meo Guil lelmo soldos viginti Item iudico infirmis de fari soldos decem Item iudico hospitali sancti iohannis soldos decem Item iudico operi san cti spiritus de bisamne soldos decem Item iudico operi sancti Ambro sii soldos quinque Item iudico hospitali sancti spiritus de Roma soldos viginti Item iudico in suscidio terre sancte ultramaris soldos viginti Aldane amite mee lego purpuram meam blancam et nigram et garnagiamunam scarlati et unam clamidem clameloti sineperlis item lego Anne nepti mee filie quondam oberti magistri Aliam purpuram meam Item lego nepoti meo henrigueto libras quinque ianue Item lego filie ermegine fiiocie mee camisias duas de tella una nova quam habeo Item lego presbitero martino canonico ianue soldos quinque Item lego Aldane amite mee domus meas quas habeo ianue in predi in victa sua Ad usufructandum in victa sua et post decessum suum volo quod frater meus peregrinus habeat eas Ad faciendum ex eis Anno 1222 8ι quicquid voluerit sine contradictione cuiuslibet et in Aliis bonis meis omnibus mihi heredem instituo predictum occellum virum meum Ista sunt debita que debeo recipere In primis montanaria uxor quondam caili vetuli debet mihi tarinos octuaginta et septem de quibus fuerunt testes mater et frater et soror dicte montanarie et hec est mea ultima voluntas etc... Testes presbiter martinus custos sancti laurencii et Ido calligepallii et Guirardus ferarius et obertus ferarius et iohannes ferarius Actum ianue in domo dicti occelli Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo sexto Aprilis inter vesperum et completorium (/V. 47 4t c. 8jv.). CCXXII. — 27 aprile — Giovanni Mario toglie a mutuo soldi venticinque di genovini da Arnobaldo, lanaiuolo, cittadino di Tortona, che restituirà fra un mese a lui, oppure ai suoi fratelli Guglielmo e Giacomo. Testi Fulco, pescatore, e Oberto Barberio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 478, c. 86v). CCXXIII. — 27 aprile — Idone, macellaio, riceve da Savina da S. Stefano lire cinque di genovini in società, durevole sino al prossimo carnevale, dandole per la festa di S. Michele e per quella di Natale il terzo del guadagno, restituendo il capitale, terminata la società. Testi Pascarino e Salvo da Rapallo. In Genova, c. s. (N. 479, c. 86 v.). CCXXIV. — 28 aprile — Roba de Oliva dichiara che per il mese di maggio darà a Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, lire cinque: presta garanzia Ginata de Reeborcio. Testi Giovanni, servo del prevosto, e Galea da Rivarola. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, prima di terza (N. 480, c. 87). CCXXV. — 28 aprile — Raimondo, abate di S. Stefano, di consenso e volontà dei monaci Giovanni, priore, Ferretto 6 82 Anno 1222 Tommaso, Rogerio, Balduino, e Pietro, toglie a mutuo da Rufino d’Asti, giudice, lire dieci di genovini, che deve spendere in domibus monasterii quc sunt in podio iuxta stratum. Testi Turco, Guglielmo de Balneo e Obertino. In Genova, nel chiostro di S. Stefano, tra vespro e compieta (N. 4S1, c. 87). CCXXVI. — 29 aprile — Imelda, moglie di Ugone Ca-legario, fa testamento. Lascia per la sua anima lire tre di genovini, di cui il deceno all’opera di S. Lorenzo, e soldi venticinque per la sua sepoltura. Testi Giovanni da Barga-gli, Guglielmo, scudaio, Ugo foco/arius, Odo e Giacomino. In Genova, dove abita detta Imelda, prima di terza (N. 4S2, c. 87). CCXXVII. — 30 aprile — Alberto del qm. Oberto de Ponteiaco vende ai fratelli Enrico e Oberto I erai io del qm. Armanno Gambe de pegoì'a la metà d una casa in ponteiaco con terra, confinante colle terre di Marino de Peccatore, di Giovanni de Ceponeo e della chiesa de ponteiaco, a tra terra ubi dicitur erosa sancti fructuosi coheret infci ms fossa tus de becarora ab uno latere terra martini de niamberto, a tra terra ubi dicitur gastum cui coheret superius mons de pogore, confinante colla terra della chiesa di Carasco, un ottavo 1 terra posta ubi dicitur quarterium cui coheret supcì ius costa montis inferius fossatus de lorexeto, un sesto di terra ubi 1 citur sextum, altro sesto ubi dicitur gropario, un quarto di terra ubi dicitur onee, un sesto ubi dicitur cosine, un quarto ubi dicitur orochole, un sesto ubi dicitur pegolia e altri diritti posti infra has coherencias superius sata inferius becaroliam ab uno latere crux de summovigo et ab alio later e fossatus de furca. Testi Vivaldo Laticula, Musso, ferraio e Pietro de Valdeleca. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 483, c. 87). Anno 1222 83 CCXXVIII. — i maggio — Musso, ferraio, vende una quantità di ferramenti. Ego musus ferarius promito et convenio tibi ogerio de avernacia dai e et concedere et tradere tibi vel tuo certo nuncio centenarium de Acutis torariis pro denariis quatuordecim et de Acutis somesariis centanarium pro soldis quatuor Item centanarium de acutis pugna-recus pro soldis duobus Item centanarium de acutis stoparoriis pro denariis octo. Item de pernis pro denariis octo pro quolibet et de omnibus predictis prout superius dictum est tibi dare promito Alio-quin si de predictis in alio contrafecero penam viginti soldorum ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Et ego ogerius predictus versa vice promito et convenio tibi predicto muso dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio precium de predictis Acutis et ferramentis totum usque ad Kalendas Augusti proxime venturos de tanto quantum Ascendent Alioquin penam dupli et dam-pni et dispendii tibi stipulanti promito rato manente pacto pro pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Testes obertus ferarius et bernardus Actum ianue in domo in qua habitat dictus ogerius Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die primo madii inter vesperum et completorium (N. 484, c. 88). CCXXIX. — 2 maggio — Opizzo de Orexeto riceve a mutuo da Rollando Caiolo gardatore lire tre di genovini, che restituirà per il mese di luglio. Testi Pietro de Vede-reto e Ansaldo da S. Martino de idi. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 485, c. 88). CCXXX. — 2 maggio — Manfredo de Beogano promette di andare nella bastita nuova di Ventimiglia. Ego manfredus filius dondedei de beogano confiteor me Accepisse et Accepi Ate mArchesio de marasio libras tres denariorum ianue minus denariis quindecim Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus promito et convenio ire ventimilium in bastia sive in civitate 84 Anno 1222 nova pro te et stare ibi prò te in servicio comunis per menses tres proxime venturos et facere ibi servicia comunis pro te sicut teneba-ris facere Alioquin penam decem librarum ianue rato manente pacto tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. Insuper iuro corporaliter tactis sacrosanctis evangeliis Atendere complere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire nisi iusto dei impedimento vel oblivione seu tua licencia remanserit preterea ego Iohanna uxor quondam Iohannis de guiso constituo me primam et principalem debitricem et pagatricem de predicta pena tibi predicto marchesio pro predicto manfredo et perinde omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo etc.. Testes Iohannes de vegonis et obertus ferarius Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die secundo madii inter nonam et vesperum (N. 486, c. SS). CCXXXI. —2 maggio — Oberto Ferrario dichiara che Ottone de Murta, col quale avea lite, deve osservare la sentenza, pronunciata dagli arbitri Brugundio Frenerio e Gu glielmo Draperio. Testi Vivaldo Draperio e Giordano de Alio. In Genova, nella Ripa, presso la casa di Nicolò de Man, tra vespro e compieta (N. 487, c. 88v.). CCXXXII. — 3 maggio — Il rettore della chiesa di S. Ouirico di Polcevera dà a livello una terra. Ego Iacobus minister ecclesie sancti quirici de valle pulcifere loco et concedo tibi iacobo de medolico et octonello fratribus vestris-que heredibus libellario nomine usque ad annos viginti novem completos proxime venturos locum unum iuris dicte ecclesie qui est ubi dicitur bo9aleum cui coheret superius terra domini Archiepiscopi inferius terra natalis laborabene ab uno latere henrici de trba et ab alio petri laboraben tali modo quod vos vel vestri heredes debeatis dare et solvere mihi vel meis successoribus singulis annis usque ad dictum terminum nomine pensionis libras quinque ianue per hos terminos videlicet libras tres ad festum natalis domini et soldos quadraginta Ad Anno 1222 carnis piivium et predictam terram meliorare et non deteriorare usque ad dictum terminum et ibi propaginare et pastinare fosas tres de propaginis singulis Annis usque ad dictum terminum et Adulti re et adcrescere et facere ibi super dieta terra domum unam novam vestris expensis de duobus liminibus usque ad tres Annos proxime venturos ita tamen quod possitis capere et accipere nostra auctoritate lapides et lignamina qui et que sunt in duabus domibus que sunt super dicta terra et si forte non fuerint sufficientia ea que sunt in predictis domibus Ad suplementum diete domus que debet hedificari habeatis licenciam incidendi et Accipiendi Arbores vel lignamina que sunt super dieta terra que vobis necesse fuerint ad dictam domum complendam et dictam domum debeatis tenere et conservare nec dimitere nec dictam terram et debeatis habitare in una predictarum domorum que sunt in predicta terra et predicta domo nova que debet hedificari Et ego predictus iAcobus predictam terram et predictam libelariam semper legitime defendere et Aucto-ricare Ab omni persona et non impedire nec subtrahere nec aufere nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum sub pena decem librarum ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. possessionem inde nomine locationis usque ad dictum terminum tibi confìteor me tradidisse et nos predicti iAcobus et octo-nellus Atendere compiere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire sub pena decem librarum ianue tibi predicto iAcobo nomine diete ecclesie stipulanti promitimus etc... Insuper ego oliverius de comago constituo me proprium et principalem debitorem et pa-gatorem etc... Testes hugo et octo folAtor et ramundus folator Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tercio madii inter terciam et nonam (N. 488, c. 88 v.). CCXXXIII-CCXXXV - 4 maggio - Mindonia, vedova di Alberto de Aquabona, di consenso e di votontà di prete Anseimo, priore, e di Guirardo, prete di S. Maria del Monte, cede a Riccio Barlara i diritti sopra una terra, della quale si fa menzione in un atto del 1213, stipulato dal notaio Oliverio de Giovanni. — Riccio Barlara promette ai coniugi Mon- S 6 Anno 122: tanaria ed Oliverio de Figario restituir loro le tei 1 e, che gii hanno venduto, come inatti dei notari Pietro Ruffo eOber to de Tavernaio. — I coniugi Montanaria e Oliveiio dichiarano che per lor consenso Mindonia de Aquabona vendette a Riccio Barlara tante terre per lire novanta, e le cedono alcuni beni in maiorco in figari0 et in s ancto petro. Testi Marino de Recco, Simone Stancone, giudice, e Guglielmo. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, nell 01 a di nona (N. 489, 490, 491, c. 89, 89 v.) CCXXXVI. — 4 maggio — Marchesio de deselica figlio del qm. Oberto Becario riceve lire cinquanta di genovini per dote della sposa Giovanna. Testi Giacomo de Moneonesi, Oberto Barberio e Domingo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio (N. 492, c. 89 v.). CCXXXVII. — 5 maggio — Benincasa, moglie di Alberto Clerico, fa testamento. Ego benencasa uxor Alberti clerici contemplatione ultime mee vo luntatis rerum mearum talem facio dispositionem In primis iudico et ordino pro Anima mea de rebus meis soldos viginti iAnue quo rum decenum operi ecclesie sancti lAurencii iudico et residuum volo quod distribuatur pro Anima mea pro mea sepultura et pro misis canendis in distributione predicti viri mei et safrane uxoris berto-lomei de brasili et volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiam san cti Andree de porta filie mee Symone relinquo soldos quinque iAnue pro falcidia et de his volo quod sit contenta Item filie mee monta-nArie relinquo soldos quinque iAnue pro falcidia et de his volo quod sit contenta et in Aliis bonis meis habitis et habendis filiam meam iAcobinam mihi heredem instituo et si forte decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei predictum virum meum in medietate et Aliam medietatem volo dari pro Anima mea et hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim alicuius codicilli obtineat et omnia testamenta sive ultimas voluntates Anno 1222 87 que vel quas quondam feci casso et vacuo istam vero confirmo et corobo 1 estes Anselmus clericus et presbiter Guandulfus de sancto icario de Albario et ArmAnus de brodo et Albertus et vivaldus de pomArio Actum iAnue in domo in qua habitat dieta benecasa Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quinto mAdii ante terciam (N. 41)3, c. 89 v.). CCXXXVIII-CCXXXIX. - 5 maggio - Giovanni Osso del Bisagno, drappiere, compra da Marino, figlio di Balduino de Cagaroto, una quantità di pepe per lire quarantadue di genovini, che darà prima della festa di S. Giovanni di giugno. Testi Giacomo de Solario, Ogerio Musso, Settembre e Bartolomeo. — Ottone Ferrario, drappiere, fratello di Blan-cardo, compra dallo stesso tanto pepe per lire ottantaquattro. Testi Giovanni Pignattaro, drappiere, Oberto figlio del qm. Oberto Lupo, Dondedeo, tagliatore, e Valente. In Genova, ante stacioncm dicti iohannis ossi in caneto e in cancto in staciom in qua moratur dictus Iohannes Pignattai'ius, fra terza e nona (N. 494, 496, c. 90, 90 v.). CCXL. — 5 maggio — Vertendo lite tra Giacomo For-nari, procuratore di Ambrosio del qm. Giovanni de Cerreto da una parte, e Rubaldo de Cerreto dall altra, si eleggono arbitri Arduino Ascherio e Oliverio de Figario. 1 esti Saluto da Rapallo e Rainaldo suo fratello. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (/V. 495, c. 90). CCLI. — 5 maggio — Rapallo Bisia per soldi quaranta di genovini vende a Vassallo del qm. Guidone de Fontana due barili d’olio, lesti prete Guglielmo, saciista di S. Lorenzo, Brugundio Frenerio,· Vassallo gardator. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 49η, c. 90 v.). CCLII. — 5 maggio — Bonoanno del qm. Guglielmo I ss Anno 1222 de Idi dichiara che desidera che gli venga restituito ciò che spese, per i nipoti Ogerino e Guglielmino, figli del cjm. Bertorello, suo fratello, non avendo ad essi fatto clonazione alcuna. Testi Bonoanno, figlio del qm. Baldoino Sentai e Conforto de Sigestro. In Genova, c. s. (N. 49S. c. 90 v.). CCXLIII. — 5 maggio - Oberto de Groculo aggiunge al suo testamento alcune disposizioni. Lascia a sua moglie 7 dir a rationes suas totum lecttim mei ini gomitimi et indumenta sua et gamimenta que ìiabet quibus utitur. Dichiara che Giovanni Rosso gli deve dare soldi venti per cinque quartini di castagne, Leonardo Turbido soldi quattordici per due mezzarole di vino. Testi Filippo de Dodo da Borzone, Guin-terino de Groculo, Guglielmo, tintore, Bonaccorso, tintole, Guglielmo Barbo de Sexto. In Genova, dove abita detto Oberto, tra nona e vespi o (N. 499, c. 91). CCXLIV. — 6 maggio — Oberto Bonifacio promette a Bonoparente e Guglielmo, figlio di Giovanni de Calvo restituere et reficere vobis totum dampnum et dispendium vel vestns heredibus aliquo tempore datum occasione soldorum triginta ianue quos solvistis richelde uxori quondam iohannis de cavana nova nomine filiorum suorum qui restabant Ad solvendum dicio iohanni de precio unius ganganelle... Testi Guglielmo de A/afo e Ioserame de Sigestro. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. joo, c. 91). J CCXLV. — 7 maggio — Amarico da Struppa e Vivaldo Godio tolgono a mutuo soldi venti di genovini da Rollando Caiolo gardator e. Testi Giovanni Rosso gardator e Giovanni Bianco. In Genova, c. s., tra nona e vespro [N. joi, c. 91 v.). Anno 1222 89 CCXLVI. — 7 maggio — Bernardo Peloso dichiara che non ha nessun diritto nel mulino iuxta fucem de sigestro versus partem de petra calantia cui coheret inferius litus ruaris, e, se alcun diritto può vantare, ne fa donazione ai suoi nipoti Armanno e Guidone. Testi Moisio da Sestri, Guglielmo de Enriguozio e Bernardo da Ginestra. In Genova, c. s., tra nona e vespro (TV. 506, c. 92 v.). CCXLVII-CCXLVIII. - 7 maggio — I coniugi Riccia del qm. Ansaldo Capello e Giovanni Equale da Recco vendono a Simone de Oliva da Recco terre in Recco ubi dicitur mur-tedum, iì 1 castaiola, in clapella, in cogogario, in calcinarla et infra has cohercncias videlicet infra cornoravallem infra pontem de cortesela et infra costam de molino et infra costam de ver-gema. — Simone de Oliva e la moglie Giacoma dichiarano di dover dare ancora lire nove per il prezzo di dette terre. I esti Rainaldo da Levaggi e Pasquale gardator. In Genova, nella casa di detto Giovanni Equale, tra vespro e compieta (N. 502, joj, c. 91 v., 92). CCXLIX-CCL. — 8 maggio — Arduino, mulattiere in Ravecca, vende due muli. Ego Arduinus mulaterius de raveca confiteor me Accepisse A-vobis presbitero Guidone ministro ecclesie sancti fructuosi de bisane et vasallo cerexArio fratribus libras triginta iAnue abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie pro quibus vendo trado et cedo vobis predictos duos mulos meos sanos et mundos Abomni-bus maculis et viciis preter quod unus non videt de uno oculo habens coctas gambas Anteriores et sutum unum pedem destrum Anteriorem et preter nigrum qui fuit coctus in pectore et in gambis Ad faciendum ex eis quicquid volueritis vestrique heredes et cui dederitis iure proprietatis et titulo emptionis Absque omni mea contradicione meorumque heredum quos mulos semper legitime defendere et Auctorigare ab omni persona et non impedire nec aufere sub pena dupli in meis bonis prout nunc valent vel pro tempore valuerint vobis stiputantibus 90 Anno 1222 promito pro pena vero etc. tali pacto etc. possessionem et dominium inde vobis confiteor me tradidisse et tamdiu quo eos possideo vestro nomine constituo me possidere lestes marchesius de bisane et octo ratus et iohannes gatus et Guillelmus bergognonus Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die octava madii inter terciam et nonam Nos presbiter Guido minister ecclesie sancti fructuosi de bisane et vasallus cerexarius una confitemur nos debere dare tibi Arduino muraterio de raveca libras triginta iAnue que restant tibi ad solvendum de precio duorum mulorum quos nobis vendidisti non obstante tibi quod inde te quietum et solutum vocasti sicut continetur in carta inde facta per manum salmoni notarii quas predictas libi as triginta dAre et solvere tibi promitimus per hos terminos videlicet libras quinque usque A d Kalendas iunii proxime venturas et libras quinque usque ad festum sancti bartholomei proxime venturum et libras decem usque ad pasca resurrectionis proxime venturum et libras decem usque ad Kalendas iunii tunc proxime venturas Abinde et si terminum vel terminos inde nobis vel alicui pro nobis produxeris vel produci feceris de quolibet tenebimus tamquam de primo usque ad integram tocius predicti debiti solucionem Alioquin etc... Testes ut supra... Actum ut supra... (N. 504, 505, c. 92). CCLI-CCLII. — 9 maggio — Guglielmo Figarorio da Chiavari dichiara che, essendo stato condannato in lire tre meno sei denari di genovini dagli otto nobili del Comune, Alberto Negaformagio gli prestò garanzia. — Lo stesso dichiara che, avendo avuta altra condanna di soldi quaranta, gli fu garante Alberto de Puteo. Testi Pasquale da Carasco, Alpesino da Cogorno, prete Giacomo e Guirardo de Beogia. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra vespro e compieta (N. /07, fo8, c. 92 v.)· CCLIII. — 10 maggio — Castellano de Faverio cede per soldi quarantacinque ad Ogerio de Costa, ad Armanno de Fava, ed a Marchesio l’usufrutto delle sue terre, poste in pertinen- Anno 1222 91 ciis de nei infra montem de carnela infra rifaroliam infra ganbaldum infra carmum de dreverio et infra carpenalbum. Testi Riccio Barlara, Alberto de Fava e Tedisio da Ne. In Genova, c. s., prima di terza (N. 309, c. 93). CCLIV-CCV. — 10 maggio — Ricordo di Pietro, marchese di Ponzone. Ego petrus Marchio de ροηςοηο confiteor me Accepisse Ate Ansaldo de mAri tantum de tuis rebus Abrenunciando exceptioni non tradicte et non Accepte rei unde promito et convenio dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio per me vel per meum certum nuncium libras centum papiensium A festo sancti michaelis proxime venturo usque Ad Annum unum inde proxime venturum et si terminum vel terminos inde mihi vel alicui pro me produxeris vel produci feceris de quolibet tenebor tamquam de primo usque Ad integram tocius predicti debiti solucionem Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto qnod pena commissa etc. Testes dominus obertus de volta et manuel Aurie et iohannes ossus et thomas spinula Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo madii inter terciam et nonam Ego dominus conradus de castello confiteor me accepisse Ate petro mArchione άεροηςοηο libras centum papiensium AbrenunciAndo exceptioni etc. pro mendatione cuiusdam equi mei quem tibi Accomodavi unde facio tibi finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo de dicto equo et de omni eo quod Ate vel Ab aliquo pro te petere possem occasione predicti equi quam finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo ratam et firmam habere et tenere et non impedire sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes obertus de volta et mAnuel Aurie et Ansaldus de mAri Actum iAnue Apud voltam iuxta turim quondam mAlocelli Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo madii inter terciam et nonam (N. 510, 511, c. 93). 92 Anno 1222 CCLVI. — io maggio — Guglielmo Tagliaferro da Ca-mogli, Guglielmo de Verzura, Giovanni de Portico, Martino de lavario, Guglielmo de Girbaldo e Ugone Blazorio comprano da Guglielmo Calcarubea una partita di pepe per lire quarantotto di genovini, che daranno non più tardi del primo agosto. Testi Americo gardator, Obertino da Panesi e Giovanni Ruimasa da Calvari. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 512, c. pj). CCLVII. — 10 maggio — I coniugi Alda e Rainaldo da Levassi costituiscono una società commerciale con Amicheto *■> o da Borzone, che s’accorda al loro servizio. Nos Rainaldus de levagio et Alda iugales una confitemur nos Accepisse in societate Ate Amigueto filio quondam tecii de brosono libras sex iAnue Abrenuncians exceptioni etc. com quibus salvis in terra ego dictus Rainaldus debeo mercari et negotiari bona fide et sine fraude ad meum proficuum et Ad tuum usque ad Annum unum et dimidium proxime venturum et dAre tibi medietatem lucri quod inde habuero quolibet mense usque ad dictum terminum et Ad dictum terminum dare et redere tibi predictas libras sex tibi promitimus Alioquin etc. Testes pascal casarius september casarius et iohannes frater dicti Amigueti Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo mAdii inter terciam et nonam Ego Amiguetus filius quondam tecii de brosono promito et convenio tibi Rainaldo de levagio stare et permanere tecum usque Ad Annum unum et dimidium proxime venturum causa Iaborandi tuam Artem et dare tibi et concedere tercium lucri mei quod de Arte mea videlicet de opere lignorum habuero promittens tibi custodire et salvare res tuas bona fide et sine fraude usque Ad dictum terminum et non infraudare tibi ex eis ultra denarios sex per Annum Alioquin penam decem librarum iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero et prò omnibus supradictis atendendis et observandis omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo Et ego 1 ..........................................................................Anno 1222 95 predictus Rainaldus versa vice promito et convenio tibi predicto Ami-gueto doceie te de Arte mea et de officio meo bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum et non facere tibi aliquam suprapositam et dimiteie te hospitari et iacere in domo mea si volueris usque ad dictum terminum Alioquin penam decem librarum ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Testes iohannes frater dicti Amigueti et hugo serviens domingi et merlus de curio Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo madii inter terciam et nonam (N. 513, 51e, gjv.). CCLVIII. — 11 maggio — Baldo de Porara toglie a mutuo da maestro Giovanni, scriba, trenta soldi e sei denari di genovini, che restituirà non più tardi del primo luglio. Testi Ricovero da Bogliasco, Bartolomeo de Costa e Bonaventura. In Genova c. s., fra terza e nona (N. 516, c. 94). CCLIX. — 12 maggio — Rollando de Albario riceve in accomandita una partita di genovini, che porta a Ceuta. Ego Rolandus de Albario confiteor me Accepisse in accomenda-tione Ate Oberto ferario libras octo ianue implicatas comuniter com meis implicitis Abrenunciando exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deo propicio debeo portare mecum septam causa negotiandi in nAve que dicitur meliorata que est merli buferii et con-soi tum et inde quo mihi melius videbitur causa negotiandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex his ianuam com testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin si contrafecero penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Testes bonus iohannes barilarius et Guillelmus ferrarius Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die duodecimo madii inter nonam et vesperum (N. 51 η, c. 94). 94 Anno 1222 CCLX. _ 13 maggio — Bonaventura del qm. Enrico de Vivaldo riceve da Villano da Lerici soldi dieci di genovini, dovuti al detto qm. Enrico. Testi Giunta, Bonaventura ed Enrico de Cazo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. ;i8, c. 94). CCLXI _ 14 maggio — Roberto de Tolomeo da Piacenza riceve soldi otto e denari quattro d’imperiali da Bernardo de Pereta, dante a nome di Guglielmo da Verona, banchiere, facendo garanzia Rogerio Lecabosema. Testi Bernar ο o- mario e Pietro Milio. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 519, c. 94*>·)· CCLXII. — 14 maggio — Pascarino, figlio di Vassallo de Pastino, conferma la vendita che suo padre fece a Marchisio Elefante (come in atti del not. Oliverio) di alcune terre poste cid firata loco ubi dicitur castellum, cofinanti colle di Filippo de Galello, di Bonvassallo Crispino e di Ansaldo Mazucco. Testi Oberto Bonifacio, Rainaldo de Domo e Villano Botario. In Genova c. s., (N. 522, c. 94V.). CCLXHI. — 15 maggio — Ottobono de Cruce riceve da Guglielma soldi venti di genovini per fitto d’una casa, che per esso conduce al mare. Testi Rogerio, e Ugone Castagna. In Genova c. s. (N. pi, c. 94V.). CCLXIV. — 16 maggio - Accenno al consolato di Verzi. Guido de castagneelo prò se et heredibus quondam Amici de castagneelo quondam fratris sui Ab una pArte et bertolomeus Archi-presbiter plebis plecanie tutor filiorum quondam capitis bovis com promittunt in mAgistrum hugonem canonicum ianue sub pena viginti librarum iAnue promissa Ad invicem stipulata et promissa super lite et controversia que vertitur inter eos vel verti speratur occasione ........................................................Anno 1222 95 libi ai um septem iAnue quas dictus capud bovis dicitur habuisse de quartei io consulatus de vederi post mortem dicti Amici rectoris tunc dicti quAiterii promitentes sibi Adinvicem sub predicta pena Aten-deie et observare quicquid dictus Arbiter dixerit et pronunciaverit inter eos de dieta lite pena vero commissa pActo mAnente rato prò pena veio et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia sua bona habita et habenda unus alteri ad invicem pignori obligat Testes bonus dies et guandulfus de pendora et iohannes de castagneello Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti magistri hugonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die decimo sexto madii Ante terciAm (N. J20, c. 94 v.). CCLXV. — 18 maggio — Facio, pescatore, rimane garante per Pietro Cogna, il quale deve dare soldi dodici di genovini ad Enrico da Milano, scudaio, cittadino di Genova. Testi Lanfranco Bramacarne e Giovanni Maverio. In Genova, nella casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 52j, c. 95). CCLXVI. —18 maggio — Gandolfo mugnaio dà in custodia due vacche ed un vitello. Nos lucha quondam henrici de fooplAno et iohannes eius filius et dicti quondam henrici una confitemur nos Accepisse in custodia Ate Guandulfo molinArio vacas duas et mAncum unum sive vitulum computatos in libris quinque iAnue Abrenunciantes exceptioni non traditarum et non Acceptarum rerum quas vacas duas et vitulum dare et redere et consignare tibi promitimus in tuo ordinamento quando pecieris eas nisi iusto dei impedimento remAnserit Insuper promitimus tibi dare AnnuAtim quando dicte vace vel aliqua earum lac habuerint denArios novem iAnue Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. Testes pascal gardator et obertus baraterius Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicessimo secundo Indictione nonA die decimo octavo mAdii inter nonam et vesperum (N. 524, c. 95). Anno 1222 CCLXVII-CCLXVIII. — 21 maggio — Giovanni Belenzo-no marito della qm. Alda riceve da Guglielmo Cenolo, figlio di detta Alda, lire venti di genovini in acconto di lire quaranta, che detta Alda gli lasciò in testamento, fatto dal notaio Gm-dobono, dando la rimanenza per la festa di S. Giovanni di giugno. Testi Guirardo de Elia, Guglielmo Rosso, Ido Cali· • gepalii e Guirardo de Bruia, giudice. ^ _ In Genova, sotto la casa del notaio Oliveno, fra terza e nona (N. 526, 52η, c. 95 v.). CCLXIX-CCLXX. — 23 maggio — Mazardo del qm. Levantino de Tasanaria cede ad Anfossino del qm. Pietro desubtus ecclesia una terra in Levanto ubi dicitur fastmum confinante colla terra di Alferio, di Falcone de Cerasco e di Pietro de Cerasco. Anfossino cede al Mazardo a titolo di cambio una terrai burgosubtano de Levanto, confinante co a casa del qm. Sardo de Constancio. Testi Ugone Pollano e Ogerio Pane. — Paganino del qm. Oberto de Vignana cede ad Anfossino una terra loco ubi dicitur vigna subtana confinante con la tèrra di Rollanduccio de Vallermo. Anfossino cede a titolo di cambio a Paganino una terra loco ubi dici ur Argulium. Testi Ugone Policino, Ogerio Pane e Nicoloso Ferrano, notaio. . In Genova, rimpetto la chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. 525, 528, c. 9/, 96.) CCLXXI. — 23 maggio — Baldoino de Predono riceve in accomandita una partita di genovini, che porta in Oriente. Ego bAldoinus de predono confiteor me Accepisse in Accomen-datione Ate MAtelda boleta mAtre honorati boleti libras decem et octo ianue AbrenunciAndo exceptioni non solute et non Accepte pec cunie quas deo propicio debeo portAre mecum ultramare causa ne gotiAndi in nAve que dicitur sanctus spiritus et inde quo mihi deus melius concesserit causa negociAndi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm Anno 1222 mittendi tibi ex his iAnuam Ante me et post me com testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu i educere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi dederit deus in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin etc... Testes bernardus calegarius et homodeus taiator Actum iAnue in domo in qua habitat dicta matelda Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo tercio madii Ante terciam (N. 329, c. 96). CCLXXII-CCLXXIJI. — 23 maggio — Ogerio Pevere e Oberto Bancherio sono eletti arbitri nella lite, vertente tra Ottobono da Langasco e Ottobono da Sori. — Guglielmo da Recco promette ad Ottobono da Sori di far sì che Ottobono da Langasco ratifichi la sentenza degli arbitri. Testi Ottone lafiiicms, Oberto cie Curia, e Guglielmo da Quinto, giudice. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, fra terza e nona (A. 330, 331, c. 96 v.). CCLXXIV. — 23 maggio — Avosto de Campelo promette di indennizzare Oberto tintore per il danno subito, avendo questi per lui prestato garanzia agli otto nobili del Comune. In Genova...... (N. 332, C.96V.). CCLXXV-CCLXXVI. — 27 maggio — Rozolino del qm. Pienovestito de Castro vende a Merlo de Curio una casa a Castello per lire dieci di genovini, che promette di dare prima della festa di Pentecoste. Testi Enrico de Murta, Nicolò, speziale, Giovanni Guiberti, notaio, e Marchesio da Camogli. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (TV. 3, 4, c. 1, 1 v.) CCLXXVII. — 27 maggio — Accenno ad un’accomadita, fatta per Alessandria d’Egitto. Ferretto qS Anno 1222 Ego Nacarius de Albario confiteor me Accepisse Ate Ansaldo filio dAnielis de Albario libras quinque iAnue de Accomendatione quam tibi feci in viAgio Alexandrie et demum totum illud quod Ate petere possem occasionum [sic) Accomendationum quas quondam feci tibi vel Ame habuisti Abrenunciando exceptioni etc. promittens tibi nullam de cetero peticionem nec requisitionem tibi vel alicui prò te facere vel movere occasione predicte Accomendationis vel Accomendationum quam vel quas quondam feci vel Ame habuisti Aliquo tempore Alioquin penam dupli de quanto iuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit tibi stipulanti promito pena vero commissa pacto manente rato prò pena vero etc. Testes presbiter obertus custos sancti laurencii et bonaventura Actum ianue sub domo ohvern notarii millesimo ducentesimo vicessimo secundo Indictione nona die vicesimo septimo madii inter terciam et nonam (N. f, c. i »·)· CCLXXVIII. — 27 maggio — Il giudice Guirardo de Bruia, alla presenza di Ogerio Pane, costituisce un procuratore. E«o Guirardus de bruia iudex constituo te Olivenum generum O meum presentem et recipientem meum procuratorem et certum nun cium ad petendum et recipiendum denarios sive peccuniam tam sortis quam lucri super accomendationibus quas feci nicoloso stancono de libris quadraginta quatuor et dimidia et super Accomendationibus quas feci rainaldo de rainerio de libris viginti una et quicquid so Iutum fuerit dicto oliverio vel rainaldo filio meo ratum et firmum habebo et non contraveniam tamquam mihi esset solutum et ita promito tibi dicto oliverio ratum et firmum habere Testes ogerius panis et bonaventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo septimo madii inter terciam et nonam (N. 6, c. iv.) CCLXXIX-CCLXXX. - 27 maggio - Ansaldo del qm. Vassallo Segneri riceve da Guglielmo Fornario lire venticinque, Rainaldo de Bruia da Pavia ne riceve duecento da suo padre Guirardo, portando entrambi le due partite di Anno 1222 99 genovini Ultramare sulla nave, chiamata S. Spirito. Testi Simone, tagliatore, e Oberto Bonifacio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. r, 2. c. 1). CCLXXXI. — 28 maggio — Accenno ad un’accomandita, fatta in Trapani. Ego Agnesia uxor quondam Guarnerii iudicis confìteor me Accepisse Ate Ansaldo filio quondam vasAlli segneri libras octo et soldos sex iAnue de ili A peccunia quam pAtertuus quondam dimisit in custodiA Apud trapanum in potestate baldoini porceli quas predictas libras octo et soldos sex confiteor me Accepisse Ate occasione Accomendationis quam quondam feci predicto patri tuo Abrenuncians exceptioni etc. promitens tibi redere et restituere predictas libras octo et soldos sex si contingeret quod ego eas non deberem habere racionabiliter vel si inde evictus esses Ab Aliquo racionabi-liter Insuper promito tibi quod nullam inde faciam vel movebo litem vel contraversiam aliquam contra te nec Aliquem pro te ullo tempore Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero penam dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothe-carum et omni iuri quo contra predicta venire possem faciens hec omnia conscilio eroseti et david barberii quos hic- voco vicinos et propincos testes predicti consciliAtores Actum iAnue in domo diete Agnesie Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo octavo madii inter terciam. et nonam (N. η, c. 2). CCLXXXII. - 28 maggio — Alda, moglie di Guaraco, riceve da Ansaldo Segneri soldi quarantadue di genovini, che il qm. Vassallo Segneri lasciò a Trapani in custodia di Baldoino Porcello. Testi Guglielmo, gardator, e Saluto. In Genova, dove abita detta Alda, fra terza e nona (./V. 8, c. 2). ΙΟΟ Anno 1222 CCLXXXIII· — 28 maggio — Ricordo di Domingo, interprete di lingue orientali, cancelliere del Comune di Genova. Ego mAcometus benelma halem de septa confiteor me Accepisse Ate domino beconubeo vice comite libras trecentas quinquaginta denariorum iAnue AbrenunciAndo exceptioni etc. pro quibus vendo trado et cedo tibi predicto becorubeo quinquaginta duos fasciculos rami qui sunt centum et quinque cantarla Item duas lAmas' stagni que sunt cantaria septem Item casias undecim cinapri que sunt cantarla decem et septem Item cosinos quinque ?ucari qui sunt cantaria sex que omnia predicta habeo ponderata in nave que dicitur bobina que est domini IAcobi spinule et eius consortum predicta omnia ut superius dictum est tibi vendo trado et cedo supradicto precio Ad faciendum inde de cetero etc. et quod plus valet dicto precio pura donacione inter vivos id tibi dono Abrenuncians legi dicenti etc. quam vendicionem semper legitime etc. prò pena veio etc. possessionem et dominium inde tibi tradidisse confiteor et tamdiu quod possideo tuo nomine constituo me possidere et hec omnia facta sunt coram domingo scriba comunis iAnue et interprete qui ita mihi salmono notario expossuit et dicebat nomine dicti macometi. Testes pi edictus domingus et pascarius cascicius et Guillelmus besanus et soga visus et hugo serviens dicti domingi Actum ianue in domo in qua habitat dictus domingus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo octavo mAdii in sero (A. 9, c. 2). CCLXXX1V. — 30 maggio — Guido Spinola per lire cinque, spettanti agli eredi del qm. Alberto da Levaggi, vende a Martino da Orerò, terre, diritti e ragioni, che competevano a detto qm. Alberto in lavagio et pertinendis et specialiter infra has coherencias videlicet inferins frumen lavarne et superius mons de ventarolia ab uno latere frumen iserone et ab alio latere frumen mal auri, promettendo di difendere i diritti contro il monastero di S. Pietro di Preci- Anno 1222 ιοί piano. 1 esti Giacomo Sapa, Giovanni, figlio di Ansaldo Spinola, e Lanfranco figlio del qm. Baldizzone. In Genova, di rimpetto la casa di detto Guido, prima di terza (N. i0> c. 2v.). CCLXXXV. — 30 maggio — Pietro Contardo riceve una partita di genovini in accomandita, che porta nella riviera di Siria. Ego petrus contardus confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate Ansaldo de domo libras sexAginta iAnue implicatas comuniter com meis implicitis quas porto AbrenunciAndo exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deo propicio debeo portare ultramare causa negociAndi in nave que dicitur sanctus spiritus et inde quo mihi melius deus concesserit vel mihi vissum fuerit gracia mercandi et mitere possim ex his per riperiam sulie sine me et com me et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex his iAnuam com testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin si contra fecero penam dupli tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Testes baldoinus de predono et Guillelmus de grigorio et Ansaldus filius vasalli segneri quondam Actum iAnue sub domo dicti Ansaldi de domo Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tricesimo madii in hora tercie (N. II, C. 2V.). CCLXXXVI-CCLXXXVII. - 30 maggio - Guglielmo Fornario riceve da Ansaldo Segneri lire dieci di genovini, che suo padre Vassallo Segneri lasciò a Trapani in custodia di Baldovino Porcello. Testi Bonvassallo de Mari e Guglielmo de Murta. — Aimelina, moglie di Giovanni, 102 Anno 1222 calafatto, riceve dal Segneri sedici soldi, lasciati c. s.. Testi Baldoino de Predono ed Ansaldo de Domo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, e di rim-petto la casa di Ansaldo de Domo, tra nona e vespro, e nell’ora del vespro (TV. 12, ij,c.2v., j). CCLXXXVIII. — 30 maggio — Agnesia, vedova del giudice Guarnerio, riceve da Ansaldo Segneri lire quarantatre, che fan parte dell’accomandita di lire cinquanta, fattagli in viagio Sicilie, come da contratto, stipulato dal notaio Guglielmo Sapiente. Testi Guidone Guarnerio ed Enrico Blazolo. In Genova nella casa di detta Agnese, tra nona e vespro (N. 14, c. 3). CCLXXXIX-CCXC. — 30 maggio — Il giudice Guirardo dà Pavia riceve una partita di genovini ed alti a ne consegna al figlio, che promette di negoziarla in Oriente. Ego Guirardus iudex de papia confiteor me Accepisse a te Ansaldo filio qm. vasalli.segneri libras tres iAnue et soldos sex de illa peccunia quam quondam pAter tuus dimisit in custodia baldoini por-celi apud trapAnum quos denarios confiteor me accepisse Ate occasione Accomendationis quam feci quondam patri tuo de libris viginti Abre nunciAndo exceptioni etc. quos denarios promito tibi redere et restituere si contingeret quod ego eos racionabiliter non deberem habere vel si inde evictus esses Ab Aliquo racionabiliter Alioquin etc.... Testes nicolosus fornarius et magulius Actum ianue ante domum qua habitat dictus guirardus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tricesimo madii inter vesperum et completorium Ego Rainaldus filius emancipatus Guirardi de papia confiteor tibi patri meo predicto me portare de rebus tuis libras ducentas et tres iAnue et soldos sex in viagio ultramaris com Aliis rebus quas porto Abrenuncians etc. quas in tua potestate com lucro quod inde habuero in meo reditu reducere et consignare tibi promito Alioquin penam du- Anno 1222 103 pii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Testes nicolosus for-narius et Ansaldus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tricesimo mAdii post vesperum (N. //, 16, c.j, jv.). CCXCI. — 31 maggio — Alda Boleta riceve da Oberto da Bavari lire tre di genovini in acconto di lire tredici, che i coniugi Romana ed Enrico da Bavari promisero dare per il primo di giugno ad Achilleo, figlio di detta Alda, come da istrumento, stipulato dal notaio Alberto da S. Michele. In Genova, nella casa di detta Alda, tra nona e vespro (N. /7, c.jv.). CCXCII. — 1 giugno — Pietro da Monza compra da Raimondo de Porta una quantità di lana per soldi trentatre. Testi Oberto Barberio e Giordano da Parma. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 18, c.jv.). CCXCIII. — 2 giugno — Giovanna moglie di Marino da Romacia e la nuora Sofia per soldi diciassette di genovini vendono ad Alda Boleta un barile d’olio, che porteranno a proprie spese nella sua casa, prima della festa di Natale. Testi prete Giacomo, cappellano di S. Lorenzo, e prete Guglielmo, cappellano di S. Sisto. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. /9, c.jv.). CCXCIV. — 2 giugno — Costituzione di procuratore per vendere una tarida ed il carico, portato dalla Corsica. Nos Ambrosius scriba per loca sex meo nomine et nomine nicole bArbAvArie per loca duo et nomine hugonis de blasili per locum unum et RubAldus de boso per locum unum et Iohannes botinus per locum unum et dimidium et Iacobus de vignolo per unum locum et dimidium et ogerius musus per duo loca constituimus te ber-nardum de levi presentem et recipientem nostrum procuratorem et 104 Anno 1222 certum nuncium Ad vendendum taridAm unam in qua habes loca tredecim et lignamina que sunt in dieta tarida et specialiter bonus lignaminis quod Aportatum fuit de Corsica in ipsa tar ida et Ad denarios recipiendum de precio ipsius taride et de precio ipsius lignaminis vel Ad faciendum inde de cetero sicut melius tibi videbitur secundum quod feceris de tuis locis propriis promitentes tibi ratum et firmum habere et tenere quicquid feceris in predictis et non con-traventurum Alioquin penam centum librarum iAnue tibi stipulAnti promittimus pro pena vero etc. Insuper ego dictus bernardus versa vice promito vobis predictis omnibus dictam taridam vendere bona fide et sine fraude et dicta lignamina si vendere potero et si non potero facere inde bona fide sicut mihi melius videbitur et reducere et consignare vobis precium ipsius taride et lignaminis infra octo dies postquam iAnuam rediero Alioquin penam centum librarum iAnue vobis stipulantibus promito pro pena vero etc. Testes ogeiius pA-nis et marchesius decamugio Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die secundo iunii inter terciam et nonam facta est pro dicto bernardo (/V. 20, c. 4) CCXCV. — 4 giugno — Martino francigena, lanaiuolo, compra da Giovanni afactatore tanta lana per liie cinque, che darà non più tardi del primo agosto. 1 esti Stefano, lanaiuolo, Roberto de Agnato, Bernardo de Rovegio e Ogerio Pane. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 21, c. 4). . CCXCVI. — 4 giugno — Maurino da Piazzalunga costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego MAurinus deplatea lunga constituo et ordino dominum MA-gistrum Iohannem electum ArchidiAconum iAnue meum procuratorem et certum missum in curia romAna Ad petendum et impetrandum iudicem vel iudices qui exequi debeat vel debeant et firmiter faciAnt observari sentenciAm quam tulit frater Guillelmus prior sancti stephani romulensis et inductionem in possessionem de quibusdam Anno 1222 terns et possessionibus positis in episcopatu Albinganensi contra prepositum ecclesie sancti laurencii Albinganensis et canonicos eiusdem ecclesie Adque priorem sancti Calo^ari Albinganensis et Ad contradicendum predictis clericis et eorum misis et omnibus prò eis contradicentibus promitens me ratum et firmum habiturum quicquid iude dictus procurator fecerit et non contraventurum Testes Guillelmus de quinto iudex et hugo de capharo et symon tinctor Actum iAnue sub porticu domus dicti Guillelmi iudicis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quarto Iunii inter vespe-rum et completorium (N. 2j, c. 4V.). CCXCVII. - 5 giugno — Aidela fa testamento. Ego Aidela uxor quondam GuAndulfi contemplatione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispositionem In primis iudico et ordino pro Anima mea soldos quAdraginta quinque iAnue quorum decenum iudico operi ecclesie sancti lAurencii Apud quam ecclesiAm volo corpus meum sepeliri Item iudico denarios duodecim ponti de lAvAnia Item denarios duodecim operi ecclesie sancti iohannis de clAvaro Item denarios duodecim sancte marie de bacecia Item denarios duodecim plebi de lavania Item operi ecclesie sancti iAcobi de clAvaro denarios duodecim et residuum volo quod distribuatur pro Anima mea in esequis funeris mei et in misis canendis pro mea Anima in distributione Ansaldi calegarii generi mei Aidisie filie mee lego domum unam meam quam habeo clAvari iuxta domum ramundi de elavaro Item lego eidem Audisie peciAm unam terre iuris mei quam habeo in platjis de bacetpia cui coheret superius et inferius via Ab uno latere terra mea et Ab alio terra oberti sapientis Item lego eidem catenam unam Item lego Ansaldo genero meo soldos viginti ianue de libris sex iAnue quas debeo habere de introitu terrarum mearum Apud lavaniam nomine pensionis Item volo quod dictus Ansaldus possit et debeat habere de dictis libris sex soldos quadraginta si ipse solverit soldos quadraginta iAnue quos iudicam pro Anima mea postquam obiero et cuilibet filiarum mearum videlicet Audisie predicte et sibilie et temposAne lego soldos viginti iAnue de predictis libris sex et de Aliis bonis meis habitis et habendis pre- ιο6 Anno 1222 dictas filias meas Audisiam et sibiliAm et temposanam mihi equaliter heredes instituo excepto de domo predicta et terra et catena et soldis viginti que omnia volo quod dicta Audisia debeat habere ante partem sibi contingentem sine contraditione cuiuslibet Item iudico pro Anima mea pelles meas et omnia vestimenta mea in distributione predicte Audisie filie mee et omnia testamenta seu ultimas voluntates que quondam feci casso et vacuo istam vero confirmo et coro-boro et hec est ultima mea voluntas que et si non valet iuie testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat Testes Rogei ius de castello et Rubaldus calegarius et petrus casarius et Guillelmus casarius et nicolosus bastonus Actum lAnue in domo in qua habitat dicta Audisia Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quinto Iunii in sero (N. 24, c. 4V.). CCXCVIII. - 6 giugno — I coniugi Maria e Nicolò da Terralba tolgono a mutuo da Giacoma, moglie di Rufino de Saluto Ambrosio, soldi quaranta di genovini, che restituiranno prima della festa di S. Michele. Testi Lanfranco Bra-macarne, Rollando d'Uscio e Giovanni Longo da Lascio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 23, c. /). CCXCIX. — 5 giugno — Lo scrivano Oberto de Langasco impresta alcune somme. Nos MAbilia de porta et plasever filia quondam Aide una confitemur nos Accepisse mutuo gratis Ate oberto scriba de langasco soldos quadraginta iAnue Abrenunciantes etc... quos vel totidem pro eis tibi vel tuo certo nuncio dAre et redere tibi promitimus usque per totum mensem Augusti proxime venturum etc.. Alioquin etc.. facientes hec omnia conscilio Ricoboni filii merli clAvonerii et fulconis gar-datoris quos his vocamus vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliatores Actum iAnue in palacio Archiepiscopi ubi placitatur consul de medio Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto Iunii inter terciAm et nonam (N. 28, c. /). Anno 1222 CCC. — 6 giugno — Rufino del qm. Augusto compra da Raimondo de Porta una quantità di lana per lire cinque di genovini, che darà prima della metà d’agosto, lesti Oberto Barberio e prete Giacomo da Sarzano. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespero (N. 26, c. ;). CCCI. — 6 giugno — Villano de Murta, figlio del qm. Amico de Castagnielo, cede a Guidone de Baiamonte un credito di soldi quaranta di genovini, che gli deve Guglielmo Curto de Marenco, come da atto, rogato dal notaio Guidone Bono. Testi Ogerio Pane, Bonaventura, Oberto Barberio e Guglielmo de Ansuina da Gavi. In Genova c. s. (N. 27, c. /). CCCII. — 6 giugno — I coniugi Maglio de Albocapite e Alda vendono per lire tre e-mezzo di genovini a Giovanni Negro de Albocapite una terra in villa de Albocapite tibi dicitur costa megana, noclctum, loneum calcinarla, podium, sub podium, stoble, lacus lungus, figanus blancns, nusilia, crux, confinanti colle terre di Lanfranco de Ouinè, Guglielmo de Plazolo, Rollando Peietto; inoltre vendono i diritti infra has colierencias inferius fosatus de ponte qui tenditur usque ad perencorum superius strata ab uno latere costa de menada ab alio fosatus de rovereto. — Giovanni Negro de Albocapite riceve da Maglio lire diciotto che sua madre gli promise dare, come per atto del qm. notaio maestro Alberto. Testi Fulco da Rapallo e Rollando de Costa. In Genova s. c. (N. 29, ji, c. jv., <5). CCCIII. — 6 giugno — Guido de Baiamonte rinuncia i diritti, che ha sopra una corazza. Ego Guido de bAiAmonte confiteor me accepisse Ate villAno de murta tantum de tuis rebus Abrenuncians exceptioni etc. prò quibus facio tibi finem et refutacionem et omnimodam remissionem 10S Anno 1222 et pactum de non petendo de panceria una quam tibi dimisit in custodia mingnonus de gavio et demum de toto eo quod tibi occasione diete pancerie petere possem exceptis de soldis decem et septem ianue qui restant mihi Ad solvendum Ate de dieta panceria quam finem et refutacionem et omnimodam remissionem ratam et fìimam habere et tenere et non impedire sub pena dupli in meis bonis de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit iato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. possessionem inde tibi tradidisse confiteor lestes Guillelmus de gavio et bona-ventura et Iohannes de albo capite Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto Iunii inter nonam et vesperum (N. 30, c. 6). CCCIV. — 7 giugno — Ogerio Pevere e Oberto Banchiere sono di nuovo eletti arbitri nella lite, vertente tra Ottobono da Langasco, e Ottobono da Sori. Testi Ansaldo Sporta, Guglielmo da Quinto, giudice, e Cipriano. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, tra terza e nona (N. j4, c. 6v). CCCV. — 7 giugno — Ogerio Pane è testimone ad un mutuo. Nos ArnAldus de iAvArio et luxius de cruce et obertus de bonis mAnibus et bartholomeus de iAvario una confitemur nos Accepisse mutuo gratis Ate Guillelmo de gerbaldo libras odo et soldos septem minus denariis quatuor abrenunciantes exceptioni etc. quas vel totide-me pro eis tibi vel tuo certo nuncio dAre et redere tibi promitimus usque ad festum sancti michaelis proxime venturum in tuo ordinamento et si terminum vel terminos inde mihi vel alicui pro me produxeris vel produci feceris de quolibet tenebimur tamquam de primo usque ad integram totius predicti debiti solutionem Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus credendo de dampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo sine iura-mento et testibus pro pena vero et pro omnibus supradictis Aten-dendis et observandis omnia nostra bona habita et habenda tibi Anno 1222 109 pignori obligamus tali pacto etc. Testes ogerius panis et presbiter lAfrancus canonicus IAnue et bonaventura Actum iAnue sub domo Oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die septimo Iunii inter nonam et vesperum (N. J2, c. 6). CCCVI. — η giugno — Giovanni Enurardo compra da Raimondo de Porta una quantità di lana per lire sette di genovini, che darà per il mese d’agosto. Testi Isnardo, Guglielmo de Porta e Arnaldo. In Genova, dove abita detto Raimondo, tra vespro e compieta (TV. 3h c. 6). CCCVII. — 8 giugno — Rollando Picio dà licenza a Guglielmo de Murta ut tu possis facere extimari tibi vel tuo certo nuncio libras quinquaginta ianue in terra mea salvatica quam habeo in villa piateli in plebatu vulturis. Testi maestro Ugo, canonico della cattedrale, ed Ugo, suo servo. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto maestro, tra nona e vespro (N. j6, c. 7). CCCVIII. — 8 giugno — Simona, vedova del notaio Raimondo Medici, cede a Guglielmo Gregorii i diritti, che le competono nell’eredità della qm. Guilia, sua nonna. Testi Guglielmo Beccorosso e Guarnerio magister de anteremo. In Genova, dove abita detta Simona, nell’ora di vespro (N. jj, c. 7). CCCIX.-CCCX. — 9 giugno — Enrico de Vallemara toglie a mutuo dai coniugi Druda e Opizzo de Beiforte lire tre di genovini, che restituirà per lottava di S. Michele. Presta garanzia Dolce, figlia di Druda. — Opizzo de Beiforte e la moglie Druda ricevono da Dolce lire quaranta di genovini in acconto di lire novanta, che loro dovea dare per la vendita d’un luogo, posto a Quarto. Testi Giovanni, figlio di Ogerio Testa, e Pietro. In Genova, dove abita detta Dolce, prima di terza (N. 3η, j8, c. 7, 7V.)· I IO Anno 1222 CCCXI. — 9 giugno — Guglielmo Alberico presta garanzia al notaio Nicolo da Chiavari. o Ego Nicolosius notarius de clAvAro filius quondam homodei confiteor quod vos dominus Guillelmus Albericus constituistis vos fideiussorem et principalem debitorem et pagatorem meo mAndAto et precibus Apud potestatem comunis iAnue de libris quinquaginta ianue ex eo quod debetis me habere Ad rationem Ad voluntatem predicte potestatis promitens vobis redere et restituere totum dam-pnum et dispendium inde vobis redere vel Alicui pro vobis ullo tempore datum et vos inde indempnem extrahere et conservare sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum vobis stipulanti proinito prò pena vero etc. tali pacto etc. et confiteor me esse maiorem decem et septem Annis faciens hec omnia conscilio oberti rati et obei ti mAcel larii quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper iuro corpora liter tactis sacro sanctis evangeliis Atendere complere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire nisi tua licencia reman serit Insuper ego petrus bonus frater dicti nicolai constituo me pro prium et principalem debitorem et pagatorem vobis domino Guillelmo predicto de omnibus predictis Atendendis et observandis si dictus nicolAus ut supra non observaverit et inde omnia mea habita et habenda tibi pignori obligo Abrenuncians iuri quo cavetur pnnci palem debitorem primo convenire et confiteor me esse mAiorem vigintiquinque Annis Testes predicti consciliatores et magister hugo canonicus Ianue Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera mAgistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die nono iunii inter nonam e vesperum (IV. Jp, c. jv.). CCCXII. — io giugno — Opizzo deBelforte riceve dalla sposa Druda lire trentacinque di genovini per aumento della dote. Testi Ogerio Testa e Pietro. In Genova, ove abita Dolce, figlia di detta Druda, prima di terza (N. 40, c. ην.) CCCXIII. — 10 giugno — Guglielmo Balbo de Castello dà in feudo le decime di Molassana. Anno 1222 111 Ego dominus Guillelmus bArbus de castello ob plurima gratuita servicia Ate mihi exibita et exibenda do tibi vasallo gardatori filio quondam lAiecti recipienti prò te et fratribus tuis videlicet pascalis et Alberti et Rolandi et iudicini nomine recti feudi in perpetuum terciam partem tocius decime quam habeo et possideo vel alius prò me in molAgana Ad habendum tenendum et possidendum tu tuique heredes masculi in perpetuum «omine dictorum fratrum tuorum pre-dictorum et eorum heredum mAsculinorum nomine recti feudi imperpetuum quod feudum semper legitime defendere et AuctorÌ9are Ab omni persona et non impedire nec Aufere nec subtrahere tibi nec fratribus tuis predictis nec heredibus vestris masculis sub penA dupli in meis bonis prout nunc valet vel pro tempore valuerit vel sub ex-timAtione melioratum fuerit in consimili loco tibi stipulAnti promito recipienti pro te et pro dictis fratribus tuis pro penA vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo recipienti pro te et fratribus tuis predictis possessionem nomine recti feudi in perpetuum de tercia parte predicte decime tibi tradidisse confiteor recipienti pro te et fratribus tuis predictis tandiu quod possideo eam terciam tuo nomine et fratrum tuorum predictorum constituo me possidere quousque volueris Testes A90 de vAldetario et beltramus lupArius Actum iAnue in domo symone uxoris barlArie in quA habitat guirardus de AleAxndria Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die decimo Iunii inter terciAm et nonAm (N. 42, c. S); CCCXIV. — 10 giugno — Guglielmo de Pagio accorda il fratello con un ferraio. Ego Guillelmus filius quondam GuArAldi de pAgio promito et convenio tibi ArdÌ9ono ferrario quod faciam ita et curabo quod frater mcus fulchetus stabit et perseverabit tecum vel com herede tuo usque Ad Annos decem completos proxime venturus Causa lAborandi tuam Artem Ad tuam utilitatem et tibi serviendi et omniA negotia que in domo tuA vel extra fuerint necessAriA faciendi et etiam ire pro Aqua si mihi iusseris promitens tibi quod faciam ita et curabo quod ri2 Anno 1222 predictus fulchetus salvabit et custodiet res tuas bonA fide et sine fialide et non infraudabit tibi ex eis ultra denarios duodecim pei Annum nec ipsos. infraudabit ipso sciente et si forte de domo tu A malA voluntate exierit fAciAm ita et curabo quod infra octo dies Ad faciendum tuum servicium sicut AnteA reversus fuerit postquam Ate vel Ab Aliquo pro te mihi fuerit nunciAtum Insuper promito tibi quod faciam ita et curabo quod ipse fulchetus non Accipiet uxorem usque Ad dictum terminum sine tuA licencia Alioquin penAm decem librarum lAnue et dampni et dispendii quod pro dicto fulcheto tibi contingerit vel habueris tibi stipulAnti promito rato mAnente pacto prò penA vero etc. Et ego dictus Ardiconus versa vice promito tibi dicto Guillelmo predictum fulchetum de Arte mea docere bona fide et sine fraude usque ad di-ctum terminum et dAre ei victum et vestitum convenientem usque Ad dictum terminum et si forte quod Absit infirmabitur dictus fulchetus infra dictum terminum promito tibi eum custodii e et dAre sibi necessAria convenienter usque Ad medium Annum et non facere ei AliquAm suprapositam quam non possit suftere Alioquin penAm decem librarum iAnue rato mAnente pActo tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Insuper ego dictus fulchetus Iuro corporaliter tactis sacro sanctis evAngeliis Atendere compiere et observAre omniA pi edicta et in nullo contravenire nisi tuA licenciA remAnserit vel :usto dei impedimento vel oblivione Testes Guillelmus belosus et petrus ferrarius de gareto Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo Iunii inter terciAm et nonAm et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. 43, c. > ani illam et tenutavi qua/n consuevit tenere Iohannes regrignus in pei tincn ciis de palixono. Testi Ogerio Musso, Amico Bai bavaria, Pie tro Piccamiglio e Giacomo Riccio. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, tra nona e vespio (N. 69, c. i2v.). CCCXLII. — 22 giugno - Marabotto de Marabotto annulla la vendita fatta a Guglielmo Spinola dei dir itti so pra alcuni castelli. Ego MArabotus de mAraboto filius quondam Iohannis de mAraboto in presentia infrascriptorum testium Casso et irrito et nullius momenti esse volo vendicionem terrarum quam feci Guillelmo spi nule videlicet de duodena pArte castri de savignono et cune et se-gnorilis eiusdem et de octena pArte castri de roca forti et de sesta pArte castri de reclosis et promito vobis mArtino et nicoloso filns quondam nicole de mAraboto quod instanter petam et curabo quod Anno 1222 123 dictus Guillelmus spinula mihi faciAt cartam vendicionis et restitucio-nis dictarum terrarum in laude mei sapientis sicut mihi facere promisit et continetur in carta inde facta per mAnum Arembaldi notarii et si ipse Guillelmus dictam vendicionem et restitucionem mihi facere recusaret promito vobis petere Ab eo penam mille librarum iAnue sicut mihi solvere promisit in dicta carta Insuper promito vobis quod facta mihi restitucione dictarum terrarum quod faciam vobis cartam in lAude vestri sapientis de non Alienandis vel vendendis terris Alicui persone usqne Ad quinque Annos proxime venturos et Aquinque Annis supra si eas vendere voluero tenear eas vobis vendere et dare minori precio librarum quinquAginta iAnue quam Ab Alia persona invenire potero si eas emere volueritis quam cartam vobis facere promito infra quartum diem postquam restitucio mihi facta fuerit Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit rato mAnente pacto vobis stipulAntibus promito pro pena vero etc. Insuper nos predicti Nicolosus et MArtinus promitimus tibi predicto mAraboto versa vice terras nostras quas habemus in dictis locis non vendere nec AlienAre Aliquibus personis usque Ad Annos quinque proxime venturos et Aquinque Annis supra si eas vendere voluerimus promitimus tibi eas dare minori precio librarum quinquaginta iAnue quam ab alia persona invenire poterimus Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecerimus penam dupli de quanto fuerit contrafactum rato mAnente pacto tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. facientes hec omnia conscilio petri picamilii et IAcobi ricii quos hic vocamus vicinos et propincos nostros et facta tibi maraboto restitucione de terris Adicto Guillelmo spinula et facta nobis carta de dictis terris Ate non Alienandis ut supra dictum est et scriptum hec carta sit cassa et vacua pro utraque pArte et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Testes predicti consciliAtores et nicola de platea lunga et Iohanes de bisane taiator et nicolosus malerba Actum iAnue in ecclesia sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo Iunii inter nonam et vesperum (A^. ηο, c. iiv). 124 Anno 1222 CCCXLIII. — 22 giugno — I figli del qm. Nicolò de Marabotto dichiarano che il terzo di tre località appai tengono a Marabotto de Marabotto. Nos Nicolosus et MArtinus filii quondam Nicole de mAraboto confitemur tibi mAraboto filio quondam Iohannis de mAraboto quod terciA pArs de caminata et tercia pars de ianteno et tercia pArs de stelario et tercia pArs de molendino de brevenna sunt tue que res AssignAte fuerunt quondam Nicole de malaboto pro coequatione librarum centum iAnue quas quondam Rogerius de maraboto dedit mAbilie filie quondam petri de maraboto quas predictas res promitimus tibi de cetero non impedire nec subtrahere Aliquo modo pei ηο-ϊ vel aliquam personam pro nobis sed Admodo de ipsis facias quicquid volueris tuique heredes et cui dederis sine omni nosti a contradictione et omnium personarum pro nobis facientes hec omnia conscilio Iacobi ricii et petri picamilii quos hic vocamus vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliatores et nicolosus malerba Actum ianue in ecclesia sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo Iunii inter nonam et vesperum (IV. ηι, c. ij). CCCXLIV. - 23 giugno - Giovanni de Razagua rinuncia ad ogni diritto, che gli può competere verso Simone da Recco. Testi Tommaso Iarchis e Oberto da Bargone. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 7/ bis, c. 13 v.). CCCXLV. — 23 giugno — Guglielmo Spinola annulla l’istrumento di vendita fattagli da Marabotto de Marabotto. Ego Guillelmus spinula voluntate tui MAraboti de mAraboto filii quondam Iohannis de mAraboto Casso et irrito et nullius momenti esse volo vendictionem et cartam vendictionis quam tu mihi fecisti de terris scilicet de duodena pArte castri de savignono et curie et segnorilis eiusdem et de octena parte castri de roca forti et de sexta pArte castri reclosi et dictas terras tibi predicto maraboto vendo et Anno 1222 125 restituo ut de cetero de ipsis tanquam de rebus tuis propriis possis facere et facias voluntatem tuam non obstante tibi carta vendicionis quam mihi fecisti de ipsis terris sicut continetur in carta inde facta per mAnum Arembaldi notarii et non obstante tibi quod de precio ipsarum terrarum te quietum et solutum vocasti qum confiteor in ventate quod illud precium tibi Ame solutum non fuit Insuper promito predictas terras quantum pro facto meo esset non impedire sed Abomni persona legitime defendere et Auctori^are quantum pro facto meo esset Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero penam dupli de quanto fuerit et quotiens contrafactum fuerit rato mAnente pacto tibi stipulanti promito salva carta facta per mAnum Arembaldi notarii in qua continetur quod dictas terras nemini vendere nec Alienare debeas nisi michi pro pena vero etc. Testes Carius de AlexAn-dria et baldÌ9onus de baldigono et luchetus et Guido filius Iohannis spinule Actum iAnue Ante domum domini oberti spinule millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die vicesimo tercio Iunii inter nonam et vesperum (N. 72, c. ijv.). CCCXLVI. — 23 giugno — Marabotto de Marabotto toglie a mutuo da Nicoloso de Marabotto lire trentacinque di genovini, che restituirà prima della metà di luglio. Testi Simone Stancone, giudice, Guglielmo Cavarunco e Simone Fornari. In Genova, sotto la casa di Filippo Cavarunco, tra nona e vespro (N. η3, c. rjv.). CCCXLVII-CCCXLVIII. — 24 giugno — L’abate di S. Stefano da in locazione alcuni prati e campi, e i locatari ne subaffittano la quarta parte. Nos Ramundus Abbas monasterii sancti StephAniiAnue consensu et voluntate fratrum nostrorum videlicet domni Iohannis prioris et ro-gerii thome petri lAcobi et baldoini locamus et concedimus vobis lA9aro de murtedo et donato de plaelo et Rogerio de corsio equA-liter nomine locationis vestrisque heredibus usque Ad festum sancti michaelis proxime venturum et A festo sancti michaelis proxime 126 Anno 1222 venturo usque Ad Annos quatuor inde proxime venturos praetum et campum et possessiones quod et quas dictum monasterium habet et possidet vel Alius pro eo in bo?aleto et in valle erosa excepto bosco et exceptis Arboribus castaneArum que sunt m dictis locis de quibus medietatem usufructus AnnuAtim dAre debeatis dicto monasterio quem boscum dictum monasterium habet in di-ctis locis et possidet Tali modo et condictione quod vos vel vestri heredes debeatis inde dare et solvere nomine pensionis m.hi vel dicto monasterio AnnuAtim libras duodecim iAnue et 9oncatas quatuor bonas et mAgnas quarum quelibet sufficiat conventui dicti monasterii et hoc per hos terminos videlicet libras sex iAnue ad festum iohannis de iunio et Alias libras sex Ad octavam sancti michaelis et 9oncatam unam in pentecostem et Qoncatam unam in fe lohanis de iunio et 9oncatam unam in sancto petro et 9oncatam unam in Assuntione beate mArie Augusti et retinere in dicta terra casinam unam sicut solebat esse vel reficere ibi casinam in fine termini sicut erat prius in Arbitrio duo bonorum hominum vel dare monasterio precium pro dicta casina reficienda secundum quod Ante vel prius fuerit extimAta in Arbitrio bonorum hominum duorum Ita quod sit vobis licitum pro dicta casina reficienda et retiner a necessaria et tortas et forcatas et baculos et subcol os Ad feni j dicti prati portandum et ligandum incidere de dicto bosco Alia ipsum boscum non ledere nec dampnificare debeatis quam et possessionem ut superius dictum est et determinatum semp gitime defendere et Auctoriiare Ab omni persona et non inp nec subtrahere usque ad dictum terminum nec pensionem Acci es sub pena viginti librarum iAnue rato manente pacto \obis stipu tibus promito pro pena vero etc. possessionem inde nomine locatio usque Addictum terminum vobis tradidisse confiteor equalitei et Nos predicti versa vice promitimus et convenimus vobis domino predicto Abbati Atendere complere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire sub pena librarum viginti ianue etc. Testes οριςο et Albertus de marasio et obertus de poncio et hugo molinarius Actum in clAustro sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo quarto iunii inter nonam et vesperum Nos la9arus de murtedo et donatus de plaelo et Rogerins de Anno 1222 127 corsio locamus et concedimus tibi Rubaldo filio Rainaldi de monte Asiiano lecipienti nomine dicti patris tui titulo locationis usque Ad festum sancti michaelis proxime venturum et Afesto sancti michaelis pi edicto usque Ad Annos quatuor proxime venturus quartam partem sicut tibi determinata est totius prati et campi et possessionum quod et quas tenemus Amonasterio sancti stephani de ianua in bo-9atelo et in valle erosa Excepto bosco quod dictum monasterium, habet in dictis iocis et castaneis de quibus debeas dare nobis medietatem de tuo quarto Tali modo quod tu vel pater tuus debeas inde dare et solvere nobis Annuatim nomine pensionis libras tres ianue et ?oncatam, unam per hos terminos videlicet soldos triginta ianue Ad festum sancti iohannis de iunio et soldos triginta Ad octavam festi sancti michaelis et goncatam Ad festum sancti Iohannis de iunio et iuvare nos retinere pro quarta parte casinam unam in dicta terra sicut solebat esse vel reficere ibi casinam in fine termini pro quarta pArte sicut erat prius in Arbitrio duorum bonorum hominum vel dare nobis precium pro dicta casina reficienda secundum quod Ante terminum vel prius fuerit extimata in Arbitrio duorum bonorum hominum ita quod sit tibi licitum pro dicta casina reficienda et retinenda ligna necessaria et tortas et furcatas et baculos seu subculos Ad fenum predicti prati portandum et ligandum incidere de dicto bosco Alias vero non sit tibi licitum ipsum boscum ledere nec dam-pnificare etc. Testes mArtinus et obertus vinum in saco et Ansaldus de murtedo Actum iAnue in clAustro sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vigesimo quArto Iunii inter nonam et vesperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. 74, 7/, c. 14, 14 v.). CCCXLIX. — 24 giugno — Rainaldo de Levagio costituisce procuratore Odone da S. Siro coi mandato di riscuotere alcune somme in Genova e nel genovese distretto. Testi Oberto Bonifacio e Pietro scutelarius. In Genova, di rimpetto la chiesa di S. Lorenzo, sul far di sera (N. ηβ, c. 141’.). CCCL. — 25 giugno — Mozasco de Marza toglie 128 Anno 1222 a mutuo da Aimelina, moglie di Giovanni da Pavia, lire quattro di genovini, che restituirà prima della festa eli S. Michele. Testi Andrea, tintore, e Oliverio de Garaventa In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 77, c. 14V.). CCCLI. — 25 giugno — Oliverio de Garaventa, alla presenza del medico Passano, riceve la dote della sposa. Ego Oliverius de galaventa confiteor me Accepisse nomine tue dotis Ate CastellAna sponsa et uxore meaMibras quinquaginta iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte dotis pro quibus facio tibi donacionem nomine tui Antifacti de tanto in bonis meis ha [bitis] et habendis quod bene sit valens libras quinquaginta iAnue Ad habendum tenendum et possidendum tu tuique hei edes et cui dederis pro more et consuetudine civitatis iAnue Absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium pro me pro qua dote et Antifacto omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto quod si condictio predicte dotis restituende Advenerit li ceat tibi tua Auctoritate sine decreto consolatus vel potestatis intrare bona mea quibus malueris et facere ibi extimari ipsam dotem et extimatum tenere et possidere nomine proprietatis et dominii Absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium pro me. Testes AndreAs tinctor et Guido de prato et pAsanus medicus. Actum ianue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vice simo secundo Indictione nona die vicesimo quinto Iunii Ante terciam (N. η8, c. 14V.). CCCLII. — 25 giugno — Stefano da Fegino, alla presenza di Dondedeo, tagliatore, e di Giovanni da Lavagna compra da Guglielmo Magalio una quantità di olio per lire sei e soldi quindici di genovini, che darà per la festa di S. Martino. Presta garanzia Guirardo da Pavia, giudice. In Genova, dove abita detto Guirardo, fra nona e vespro (N. 79, c. / J Anno 1222 129 CCCLIII. — 26 giugno — Tommaso Giarelo riceve una pai lita di genovini in accomandita, che porta in Sardegna. Ego 1 homas iArelus confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate beitoloto clAvonerio libras tres denariorum iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deo propicio debeo poi tare mecum in sardiniam causa mercandi in nave que di-citur paiadisetus et inde quo mihi deus melius concesserit gratia' mercandi et expendere et lucrari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto hAbens licendam mitendi tibi ex his iAnuam com testibus Ante me et post me quam partem voluero et implicatis in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta in Aliquo contrafecero penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes Obertus barberius et nicolosus ρΑηςοηιιε notarius Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo sexto Iunii Ante terciAm (N. 81, c. ij). CCCLIV. — 26 giugno — Pietro de Nova, lMozasco de Marza, Comexano Bonavento ed Anseimo comprano da Guglielmo, formaggiaro alla porta di S. Andrea, una quantità di lana per lire undici di genovini, che daranno non più tardi del primo settembre. Testi Morando, calzolaio, e Giovanni, tintore in Rivoturbido. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 81, c. i;v.). CCCLV. — 26 giugno — Simone, spadaio, riceve in società lire tre di genovini. Ego Symon spaerius confiteor me Accepisse in societate Ate bertoloto clAvonerio libras tres i A nue Abrenuncians exceptioni etc. com quibus salvis in terra mercari et negotiari in Arte mea tibi promito bona fide et sine fraude usque ad menses duos proximes Ferretto 9 Anno 1222 venturos et Ad dictum terminum predictas libras tres daic et i edere tibi promito com medietate totius lucri quod inde habuero Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitto pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes obertus barbei ius et bei tolomeus Actum iAnue subdomo oliverii notarii millesimo ducentesimo vice simo secundo Indictione nona die vicesimo sexto Iunii inter nonam et vesperum (IV. S2, c. 15 v.). CCCLVI. — 27 giugno — Guglielmo Ligamusca costituisce procuratore Origo Guercio, drappiere, nella lite, che ha con Oberto da Borzone. Testi Arduino Asceiio e Vassa o da Langasco. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 83, c. 15 v.). CCCLVII. - 29 giugno — Accenno alla nave di Nicolò Spinola, che va in Sardegna. Nos Iohanes Capellus et Iohanna Iugales una confitemur nos Accepisse mutuo Ate Anseimo de reco soldos viginti quatuor iAnue abrenunciAndo exceptioni non solute et non Accepte peccunie quob vel totidem pro eis tibi vel tuo certo nuncio dare et redei e tibi prò mitimus usque Ad octavam natalis domini proxime venturam sana et salva eunte et redeunte in sardeniam et de sardenia iAnuam nave domini nicolai spinule que dicitur bonaventura vel maioie pai te rerum ipsius nAvis Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligamus quisque nostrum in solidum Abrenunciando legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint et presentes sint et specialiter peciam unam terre iuris nostre posite in pertinendis de reco ubi dicitur clapela cui coheret superius via inferius tena uxoris marini pecie Ab uno latere terra casalis et rubei Ab alio terra Iacobi mariscoti Tali pacto quod pena commissa etc. Et ego predicta Iohanna specialiter Abrenuncio iuri ypo[thecarum] et senatui consulto velleiano faciens hec omnia presente et iubente viro meo t ................................................................................Anno 1222 predicto et conscilio dondedei de oliva et Guandulfi de maiolio quos vicinos et propincos meos Insuper ego dictus Iohannes con-e esse maiorem decem et septem Annis jurans quoque tactis saciosanctis evangeliis Atendere compiere et observare omnia s jpradicta et in nullo contravenire nisi tua licencia remanserit faciens hec omnia conscilio predictorum consciliatoruni quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliatores et iohannes de raeagua Actum ianue in domo in qua habitant dicti iugales Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo nono iunii inter terciam et nonam (/V. 84, c. ijv.). CCCLVIII. — 30 giugno — Raimondo, abate di S. Stefano, riceve da Alda, moglie di Amico Lavorante, tuttociò che la qm. Isabella, sorella di detta Alda, lasciò al monastero. Testi Simone Gazano e Alberto de Riparia. In Genova, nel chiostro di S. Stefano, prima di terza (N. 86, c. 16). CCCLIX. — 30 giugno — Lavagriina da Morcento tesse un inventario di beni. ut tenorem constitucionis sacratissimi principis iustiniani observem et eius beneficio hereditatis gravamina valeam evictare Ideo ego lAvanina fìlia quondam Iosep de murcento et neptis quondam lordane uxoris quondam Guillelmi de murcento Avie mee volens esse heres in toto rerum quondam diete lordane Avie mee preposito venerabili signo crucis et propria mAnu impresso convocatis quinque testibus loco Absentium creditoram si Absunt et duobus tabelionibus inventarium seu repertorium rerum quas in ipsius hereditate inveni facere volo Auctoritate boni vasalis de mari curatoris mei in primis inveni in eius hereditate unam culcitram et unum cosinum et duo linteamina.... spacium vero superius relictum est ut siquid forte memorie occurerit pariter conscribatur Testes bonaventura et domingus et Guillelmus guercius et presbiter Guillelmus sacrista sancti laurencii et presbiter Guillelmus canonicus sancti Ambrosii notarii sunt isti magister bertolomeus notarius et lafrancus papiensis notarius Actum !^ 2 Anno 1222 iAnue ante ecclesiam sancti laurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die ultimo Iunii ante terciam inceptum est hoc inventarium (N. Sf, c. 16). CCCLX. - 30 giugno — L'abate di S. Stefano da in locazione alcune terre. Nos Ramundus Abbas monasterii sancti stephani consensu et voluntate fratrum nostrorum videlicet domni Iohannis pi ioris Ro gerii baldoini et Iacobi et petri conversi locamus et concedimus symoni ga9ano duas pecias terre iuris dicti monasterii positas in ple batu de mola?ana com domo una ibi supraposita uni quarum coheret superius terra dicti monasterii inferius terra corbeli et IAcobi pellis Ab uno latere terra tui Ab Alio terra eiusdem monasteiii Ali vero coheret superius via inferius terra tui et predicti monasterii Ab uno latere terra domini Archiepiscopi Ab alio fossatus et tena eiusdem monasterii et terra domini Archiepiscopi Item quicquid dictum mona sterium habet in dicto loco ex parte pestelli et totam terram que fratris tui supra predictam domum et infra predicta omnia tibi loca mus et concedimus titulo locationis usque Ad Annos decem completos proxime venturos Tali modo quod tu debeas inde dare et solvere mihi vel dicto monasterio Annuatim nomine pensionis et condicionis soldos viginti iAnue ad festum sancti stephani et medietatem totius vini quod inde AnnuAtim habueris et facere Aportari uvam Ad tor culAr Monasterii quod habemus ibi et facere ibi calcari uvam Insuper debeas nobis facere duas procurationes nunciis dicti monasterii re cipientibus vinum et semel in Anno aportare exenium unum dicto mo nasterio et predictam terram habitare Afesto sancti martini proxime venturo usque Ad dictum terminum et predictam terram melioiare et non deteriorare usque ad dictum terminum et pastinAre ibi Annua tim duas tabulas vinee et liceat vobis de vitibus eiusdem terre Accipere Ad Ambulatorium quod est supra via faciendum quam terram semper legitime defendere et Auctori^are Ab omni persona com predicta domo et non impedire nec Auferre nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum sub pena decem librarum ianue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. possessionem Anno 1222 inde usque Ad dictum terminum nomine locationis tibi tradidisse confiteor Et ego predictus Symo Atendere compiere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire sub pena decem librarum ianue vobis stipulanti promito prò pena vero etc. pena vero commissa cadam Ab omni iure dicte locationis tali pacto etc. Testes presbiter Guillelmus capellanus dicti monasterii et Aregordatus Actum iAnue in clAustro sancti stephani millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die ultimo iunii Ante terciAm et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. 8η, c. ιόν.). CCCLXI-CCCLXIII. -- ι luglio — Otto Leccavela riceve da Stefano, conte di Lavagna, del qm. Armanno del qm. Arduino, lire ventotto di genovini e gli cede in compenso alcune ragioni e diritti. — Stefano comes filius quondam, Artnani de Arduino dichiara di dover dare ancora ad Ottone Leccavela lire sette, e prestano garanzia i coniugi Marabotto e Orniela. I esti prete Guglielmo, Viviano canonico di S. Ambrogio e prete Guido, canonico di S. Maria di Castello. In Genova, nella chiesa di S. Ambrogio, tra nona e vespro (N. 88, 5p, 90, c. i6v., ιη). CCCLXIV. — 1 luglio — L’abate di S. Stefano da in locazione un mulino. Nos Ramundus Abbas monasterii sancti stephani consensu et voluntate fratrum meorum videlicet Rogerii benedicti tome et baldoini locamus et concedimus tibi IAcobo Aideline recipienti pro te et patre tuo molendinum superiorem quam habemus Apud villam regiam usque Ad Annos quinque proxime venturos Tali modo quod tu debeas ipsum molendinum facere usque ad Kaiendas Augusti proxime venturas cupatum tuis expensis pro soldis quadraginta ianue quos tibi dare promitimus et ipsum molendinum debeas factum et preparatum manutenere per te vel per Alium et omnia necessaria facere usque ad dictum terminum in dicto molendino dando nobis de tribus partibus lucri medietatem et molere bravam nostram sine molitura sem-per com necesse fuerint usque ad dictum terminum fratribus nostris Γ34 Anno 1222 de villa regia et in fine termini promitimus tibi redere et restituere medietatem extimi de eo quod fuerit extimatum quem molendinum ego dictus Abbas promito tibi Iacobo dimitere usque ad dictum terminum et non auferre nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum sub pena decem librarum ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. possessionem inde nomine locationis tibi tradidisse confiteor usque ad dictum tei minum Et ego dictus Iacobus omnia predicta Atendere compiere et observare sub pena decem librarum ianue vobis stipulanti promito pena vero com missa cadam Ab omni iure dicte locationis pro pena vero etc. Testes Ansaldus mulaterius de sancto stephano et ber nardus de sancto s.e-phano Actum iAnue in craustro sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die primo lulii inter nonam et ve sperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (Λ. pi, c. /7). CCCLXV. — 4 luglio — Agnese, vedova di Vassallo da S. Stefano dichiara dover dare soldi ventidue a Belrisa, moglie di Costanza. Testi Dondedeo de Oliva, Guglielmo Cali gnano gardator. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 92, c. /7 v.). CCCLXVI. - 4 luglio — Aimelina de Figario riceve a mutuo da Nicolò de Moelio soldi venti di genovini, che restituirà per l’ottava di Natale. Testi Guido da Lavagna e Guglielmo da Sarzano.) In Genova, dove abita detta Aimelina, prima di terza (N. 93, c. 17 v.). CCCLXVI1-CCCLXVIII. - 4 luglio - I canonici di S. Lorenzo eleggono i procuratori. Nos lafrancus bartolomeus Guillelmus de rivarolio presbiteri Rubaldus magister hugo dondedeus subdiaconi Canonici iAnue facimus et constituimus mAgistrum Iohannem ArchidiAconum et conca-nonicum nostrum nuncium et procuratorem nostrum Ad dicendum et Anno 1222 denunciandum preposito IAnue ut convocet capitulum ecclesie iAnue pro facienda ellectione fratris et prò ordinAndis Aliis que ordinAnda sunt in predicta ecclesia et hoc faciAt iAm dictus prepositus Ad diem quam predictus magister Iohannes prefixerit dicto preposito Alioquin noverint quod ipse ArchidiAconus una com predictis fratribus propter contumAtiam dicti prepositi et complicum suorum post diem prefixAm Ab ArchidiAcono quAcumque hora procederet ad ellectionem faciendam elligendo Aliquem in Canonicum Ianue et Ad Alia facienda dicte ecclesie secundum quod de iure poterit et quod possit ArchidiAconus convocare capitulum et prepositum et fratres omnes divisim vel diiun-ctim sicut voluerit pro iAm dictis et occasione predictorum et quod possit appellare quocumque modo voluerint et Ad quamcumque sedem Testes presbiter viviAnus prepositus sancti Ambrosii et hugo canonicus plebis sigestri Actum iAnue in CAnonica sancti laurencii in camera predicti bartolomei Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quarto Iulii inter terciAm et nonAm Nos lafrancus bartolomeus Guillelmus de rivarolio presbiteri mAgister hugo subdiAconus constituimus dondedeum et Rubaldum con canonicos nostros nuncium et procuratorem nostrum Ad dicendum et denunciAndum bertoloto et Aliis con canonicis nostris ut intersint capitulo sive tractatui de facienda electione fratris seu pro Aliis que fuerint facienda in ecclesia iAnue Ad diem vel ad horam quam eis predicti dondedeus et Rubaldus dixerint singulariter vel comuniter et ad apelandum si duxerint Apelandum pro predictis vel occasione predictorum et si non interessent die vel hora statuta nos procederemus de iure super iamdictis Testes presbiter vivianus prepositus sancti Ambrosii et hugo canonicus plebis de sigestro Actum ianue in canonica sancti laueencii in camera predicti bartolomei Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quarto Iulii inter terciam et nonam (N. 94, 95, c. 17 v). CCCLXIX. — 5 luglio — I coniugi Giacomina e Ogerio da Vernazza litigando con Balzano occasione cuiusdam decime que est in cornilia et in avernacia et occasione cuiusdam tenute de coelia quam tenebat bambus de coe/ia eleggono arbitro Ti- Anno 1222 gnoso da Lagneto. Testi Bernardo de Gregorio, Saladino e Adamo. In Genova, nel portico della casa di Giordano Richerio, ove abita detto Bernardo (/V. 96, c. iS). CCCLXX. — 6 luglio — Maestro Giovanni, prevosto di S. Maria di Castello, di consenso e volontà dei preti Guglielmo, massaro, Alberto e maestro Ugo, canonici di detta chiesa, riceve da Anseimo, scrivano, lire cinque di genovini, che restituirà per Γottava d'Ognissanti, e che furono date a Zaccaria de Castello per l’acquisto d una terra in figario. Testi Guirardo e Tommaso, conversi di detta chiesa. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di maestro Ugone, prima di terza (TV. 97, c. /5). CCCLXXI. - 6 luglio - L’arcidiacono della cattedrale dichiara di essere stato assolto dalla scomunica. Ego mAgister Iohannes protestor et dico in publico in ecclesia sancti laurencii in missa coram populo quod non intravi ecclesiam nunc pro scandalo faciendo presenti vel futuro sed potius pro quiete et pace quam semper obtavi et obto et causa iuris mei et possessionis retinendi et conservandi et defendendi in dignitate seu super dignitate et officio ArchidiAconAtus et causa denunciAndi clero et populo quod non sum excomunicatus quiA dominus papa sentenciAm quAm tulerunt laudensis episcopus et Abbas sancti MArciAni terdonensis contra me revocavit Testes dondeus et presbiter lafrancus canonici IAnue et Ingonus de volta et paganus de cucurno iudex et presbiter Αςο canonicus de vineis Actum IAnue in ecclesia sancti laurentii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die sexto Iulii Ante terciAm (A^. 98, c. /5). CCCLXXII. — 6 luglio — Ansaldo de Albario riceve in custodia alcune vesti ed altri oggetti. Ego Ansaldus de Albario confìteor me Accepisse Ate dondedeo de oliva res infrascriptas quas habuisti in custodia Afratre meo fre- Anno 1222 137 deridono Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte rei pro-mitens tibi quod faciam ita et curabo quod predictus fratrer meus nullam inde faciet tibi requisicionem nec peticionem ullo tempore nec Aliquis pro eo et te inde indempnem extrahere et conservare sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens fuerit contrafactum rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo Tali pacto quod pena commissa etc. Festes Iohannes de oliva et Rubaldus de calAn<;a Actum iAnue in caneto Ante Apothecam de nosencis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto Iulii inter terciam et nonam Res autem sunt iste in primis una tunica scarlate item iupe due cindati Item due interule Item una grimpa Item una clamis de clameloto con cendato Item una pelicia Item galige due et sotulare Item cultra una bagadeli Item matarasum unum Item unus saconus Item linteamina duo de baldinela Item una sporta et barilis una et tabula una Item toagia Item casia una (N. 99, c. 18 v.). CCCLXXIII. — 9 luglio — Baldoino de Turre per lire cinque di genovini vende ai fratelli Settembre e Pasquale Casario medietatem unius pecie terre iuris mei pleno et vacuo posite in villa de monconisi tibi dicitur lavarnasca cui coheret superius via publica inferius terra beltrami de meleto ab uno latere terra heredum quondam pascalis de ture Ab alio terra Anseimi et consortum Item aliam medietatem unius pecie terre castagneti posite ubi dicitur Aqua mortua cui coheret superitis via publica inferius fosatus Ab uno latere fosatus Ab alio terra iohannis de serra et consortum Item Aliam medietatem unius pecie terre ubi dicitur insurela cui coheret superius costa in ferius fosatus ab uno latere fosatus ab alio terra vestra... Testi Pietro Bocario, Giovanni Pinello, e prete Alberto, custode di S. Lorenzo. In Genova— prima di terza [N. 100, c. i8v.). CCCLXXIV. — 9 luglio — I coniugi Vassallo gardator e Altadonna ricevono da Giovanni Lungo da S. Lorenzo di Anno 1222 Rapallo venti soldi di genovini, e gli cedono in compenso i diritti che hanno su alcuni apprezzamenti excepto in una pecia terre pastinata que est in ceta. 1 esti Ardizzone 1 errario e Rosso de Caneto. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, nell ora di terza (N. 101, c. CCCLXXV. — 9 luglio — Pietro de Sesegia riceve da Bernardo da Pavia soldi quindici di genovini, dovuti a Ber toso de Gatignosa c/e Sigesfro. I esti Lantranco, chierico di Repia, e Oberto, chierico di Caranza. In Genova, c. s., fra terza e nona (iV. 102, c 19). CCCLXXVT -9 luglio — Michele Fornari riceve il prezzo d'un bue e di alcuni porci. Ego michael fornarius confiteor me Accepisse a te Guillelmo sta-saiara soldos quadraginta duos et dimidium iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie nomine viridis de monte obio filie medii panis quos ei dare et solvere tenebaris precio unius bovis et quorumdam porcorum quos Ab ea emisti promitens tibi quod faciam ita et curabo quod dicta viridis nec aliquis pro ea tibi nullam inde faciet nec fieri faciet requisicionem nec molestiAm Aliquam et te inde indempnem extrahere et conservare sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes presbiter Guillelmus de ceva et Rubaldus guercius Actum ianje sub domo oli\erit notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die nono iulii inter nonam et vesperum (N. roj, c. /p)· CCCLXX\ II. —9 luglio —Prete Guglielmo daCarignano cede a Maurino de Platealonga le ragioni d- una società commerciale, contratta con Giovanni de Muroco e Giovanni Bastone, come da atto, rogato dal notaro Alberto da S. Michele. Anno 1222 139 Testi prete Giovanni, canonico di S. Donato, prete Alberto de Varcio e Cipriano. In Genova, nella canonica di S. Donato, tra nona e vespro (/V. 104, c. 19). CCCLXXY IH. — 9 luglio — Manfredo de Serra riconosce un debito verso il giudice Simone Stancone. Ego MAnlredus de serra confiteor me debere dare tibi symoni stancono iudici libras quinquaginta quinque IAnue que restant tibi ad solvendum de precio domorum quas mihi vendidisti com uxore tua Alda non obstante tibi quod inde te quietum et solutum vocasti sicut continetur in cartA vendicionis dictarum domorum quas predictas libras quinquaginta quinque dare et solvere tibi promito usque Ad festum sancti Michaelis proxime venturum in tuo ordinamento, et si terminum vel terminos etc. Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. credendo dedampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo sine iuramento et testibus tali pacto etc. Testes IAcobus be?igia et Armanus cartagenia Actum IAnue in ecclesia sancti laurentii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die nono Iulii inter nonam et vesperum (N. ioj, c. 19 v.). CCCLXXIX. — 11 luglio — Ricordo di maestro Bartolomeo e di Ogerio Pane, scrivani. Ego Guillelmus ferarius de varesio in presencia infrascriptorum testium protestor et confiteor quod de libris quadraginta iAnue quas habuit Ame in Accomendatione Guillelmus bocucius sicut continetur in carta inde facta per mAnum magistri bartolomei notarii sunt libre viginti Anguine filie quondam cortesii quas predictas libras viginti volo quod dicta Anguina con to[to] lucro quod inde exierit debeat habere et possit habere sine omni mea contradictione meorumque heredum et omnium prò me Item volo quod predicta Anguina debeat habere et possit Accipere post meum decessum libras quinque quas dixi et ordinavi in meo testamento distribui in dispositione ogerii pAnis et 140 Anno 1222 ricii fratris mei Testes ogerius pAnis et marchesius de camugio Actum iAnue in domo in qua habitat dictus Guillelmus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die undecimo Iulii ante terciAm (Μ 106, c. 191’.). CCCLXXX. — n luglio — Lanfranco Banchiere difende dall'accusa di usuraio maestro Giovanni da Cogorno, arcidiacono di S. Lorenzo. Ego LAfrancus bancherius in presencia domini Anseimi de fontana consulis iAnue de iusticia sedentis pro tribunali et in presentia infra-scriptorum testium solempniter rogatorum propter deum de pura et vera consciencia confiteor Assevero et protestor quod de Accomen-datione et pro Accomendatione centum quinquaginta librarum iAnue quAm mihi fecit mAgister Iohannes de cucurno unde instrumentum factum fuit per manum ogerii notarii currente millesimo ducentesimo decimo nono mense Iulii nullum Ame vel Ab Alio lucrum percepit nec habuit ipse magister Iohannes nec aliquis pro eo nec Adhibiturus est nec aliquid predicti debiti occasione nec Aliquas usuras nec Aliquid nomine vel fraude seu velAmenti usurarum vel machinatione inde percepit nec hAbuit nec Alius pro eo nec hAbiturus est nec per Ad invencionem Aliquam nec transacionem vel cogitacionem Aliquam vel per quodvis ingenium vel modum vel fraudem Aliquam nec per colludium aliquod vel simulacionem ipse mAgister Iohannes inde aliquod percepit nec habuit nec Alius pro eo nec habiturus est et generaliter dico quod nec ipse magister Iohannes nec Aliquis pro eo habuit nec habiturus est Aliquam Accessionem predicte sortis seu aliquid ultra dictam sortem quia ipse nec percipere nec habere voluit de predicta Accomendatione vel de lucro ipsius Accomendacionis Aliquid ultra dictam sortem nec Aliquam racionem vel computacionem capitalis vel lucri dicte Accomendationis sibi feci nec Alii pro eo quia ipse noluit nec Alius pro me nec ipse magister Iohannes Aliquo tempore nec Aliquis pro eo eam sibi fieri postulavit Item confiteor et protestor quod tempore stipulacionis dicte Accomendacionis ita dixit et protestatus fuit si ista Accomendatio non est bene licita in clerico nolo eam tenere Item confiteor et protestor quod Anno 1222 141 dictus magister Iohannes pluries mihi dixit etAd bancum meum et Alibi domine lAfrance redite mihi denarios meos quum de lucro illorum nichil volo etsi multa lucrari possitis sed redite solum capitale et etiAm minus et gratum habebo plurimum nec faciAtis me venire Ad bAnehum propter hoc quia indecens est mihi talis Accomendacio vel mei cacio et inconveniens conscilio sapientum et ideo nolo eam ser-vAre Item confiteor et protestor et Assevero quod centum quinquaginta libre predicte Accomendacionis salve debebant esse in terra quia si misissem illas per mAre Ad meam fortunam et periculum nussissem et non Ad fortunam vel periculum dicti magistri Iohannis sed dum eas tenerem in bAnco bona fide mercando com illis ad fortunam et periculum magistri Iohannis predicti puta Ad periculum incendii vel furti vel aliud quodvis periculum stetissent sicut Ad meum periculum vel fortunam et ita intellexi et credidi tunc et credo modo et non Aliter nec Aliter dictum fuit Quum vero predicta vera sint et constanter scio illa in omnibus et per omnia ita esse vera ut dictum est et omnis controversie finis ad confirmacionem est iuramentum Ideo spontaneus et nullo modo vel ingenio conruptus de vera et pura conscienda corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis iuro omnia predicta in omnibus ut dictum est esse vera Insuper ego quoque henricus filius dicti lafranci Assevero confiteor et protestor pro me sicut pater meus pro se Asseveravit confessus est et protestatus et credo omnia predicta in omnibus et per omnia ita esse vera sicut pater meus confessus est et protestatus et iuravit et confiteor et protestor quod nullAm racionem capitalis vel lucri predicte Accomendacionis feci dicto magistro Iohanni nec Alii pro eo nec ipse nec Alius pro eo unquam eam sibi fieri postulavit et omnia predicta ita esse vera per singula ut dictum est iuro corporaliter tactis sacrosanctis evangeliis has autem protestaciones et confessiones facimus nos predicti LAfrancus et henricus in publicis Actis solempinter Annotari ne veritas que obumbrata et confussa est in instrumento predicte Accomendacionis Aliquo casu deperire possit et iusticie preiudicium generare occasione illius instrumenti sed volumus pocius in lucem veniens mAnifestetur et ocurens maliciis iniquorum detracionibus imponat silendum et occasionem Auferat malignandi Testes dominus Guillelmus scotus et baldoinus eius nepos et magister Albertus medicus et paganus iudex de cucurno 142 Anno 1222 et Aimericus eius frater Actum iAnue in palacio domini Aichiepiscopi ubi placitatur predictus consul millesimo ducentesimo vicessimo secundo indictione nona die undecimo Iulii Ante terciAm (N. io7, c. 19 v.). CCCLXXXI. — 11 luglio — Lanfranco Bancherio difende dalla taccia d’usura maestro Ugo. canonico della cattedrale. Ego lAfrancus bancherius protestor et confiteor in piesencia domini Anselmi de fontana consulis iAnue de iusticia sedentis pro tribunali i et in presencia testium infrascriptorum solempniter rogatorum ! quod de Accomendacione seu per Accomendacionem librarum centum iAnue quam mihi fecit magister hugo CAnonicus ianue salvam in terram et de qua promisi sibi facere racionem singulis mensibus et dAre ei lucri medietatem et Aliam mihi medietatem tenere sicut continetur in carta inde facta per mAnum oliverii notarii nullum lucrum ipse mAgister hugo vel alius pro eo nec Aliquid occasione predicti lucri nec usuras Aliquas nec Aliquid nomine usurarum nec per Adin-vencionem AliquAm nec transacionem nec cognitacionem aliquam vel quodvis ingenium modum vel fraudem nec mAchinAcionem nec per collodium Aliquod vel simulacionem percepit nec habuit nec habiturus est et generaliter compreendo et dico quod nullam sortis predicte Accessionem quovis ingenio i vel fraude predictus magister hugo habuit. Aliquo tempore nec habiturus est. nec Aliquam racionem sibi feci, nec Alii pro eo, nec ipse exegit Aliquo tempore i nec alius pro eo. habuit quia supradicta vera sunt ut superius per singula dictum est et omnis controversie finis Ad confirmacionem est iuramentum. Ideo ego 1Λ-francus supradictus tactis sacrosanctis evangeliis corporaliter spontaneus i et non Aliquo modo corruptus i promito et iuro predicta omnia vera esse ut superius dictum est per omniA. Et ego henricus filius dicti lafranci protestor et confiteor pro me sicut pater meus pio se protestatus est et confessus est et credo firmiter quod predictus pater meus verum protestatus est et iuravit. protestor quoque et confiteor quod libras centum supradictas quas pater meus de Accomendacione supradicti magistri hugonis habuit et quas dictus pAter iturus ultra-mAre promisit mihi dare et consignAre ut instrumento publico Ap- / Anno 1222 14? pai et facto pei manum magistri bartholomei notarii supradictus pater nieus nec ultiamAre ivit! nec peccuniam mihi consignavit! nec ego Aliquam rationem predicto magistro hugoni feci! nec ipse eam Ame exegit, nec Alius pro eo. nec Aliquam usuram nec Accessionem sibi solvi nec lii pro eo nec aliquid nomine lucri nec usurarum nec Ac-cissionum. et iuro tactis sacro sanctis evangeliis corporaliter omnia piedicta vera esse per omnia ut supra dictum est. predictas igitur protestaciones et confessiones nos dicti lafrancus et henricus ideo in Actis publicis solempniter ut supradictum est facimus et fecimus ut supia ut veritas obumbrata et tecta in instrumentis predictis Acco-mendacionumi et confussa. in lucem prodeat et detegatur! et detecta et mAnifestata malignorum et emulorum detractionibus oviAns. labiis eoiumdem repagulum silencii perpetuo imponat >$< nec ipse magister hugo voluit ultra sortem habere Aliquod! nec percipere: Item confiteor et protestor et Assevero quod centum libre predicte Accomendacionis salve debebant esse in terra, hoc modo quia si mississem eas per mAre Ad fortunam meam et periculum misissem! et non ad fortunam et periculum dicti magistri hugonis. sed dum eas tenerem in bancum bona fide mercando com illis! Ad fortunam et periculum predicti magistri hugonis. puta ad periculum incendii vel furti vel aliud quodvis periculum stetissent! sicut ad meum periculum et fortunam superius ita intellexi tunc et credidi et modo credo et non Aliter nec Aliter dictum fuit 1 estes Guillelmus scotus et baldoinus eius nepos et magister Albertus medicus et paganus iudex de cucurno et Aimericus eius frater Actum iAnue in palacio domini Archiepiscopi in pretorio ubi placitatur predictus consul Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die undecimo iulii Ante terciAm (N. iog, c. 20 v.). CCCLXXXII. — 11 luglio — I coniugi Cara e Guglielmo calegarius comprano da Vassallo, balestriere, balestravi unam de corno per soldi trentaquattro di genovini, che daranno non più tardi del primo novembre. Testi David barbiere e Boso. In Genova, dove abitano detti coniugi, tra nona e vespro (N. 108, c. 20). 144 Anno 1222 CCCLXXXIII. - 13 luglio — Maestro Bartolomeo,notaro dà a mutuo alcune somme. Nos fulco de levAni et obertus pater et filius una confitemur nos Acepisse mutuo gratis Ate magistro bartolomeo notano libras quinque iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis tibi vel tuo certo nuncio per nos vel per nostrum certum nuncium dare et redere Ubi promitimus usque Ad festum sancti michaelis proxime veronturum in tuo ordinAmento si terminum vel terminos inde mihi produxeris etc. Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus prò pena vero quisque nostrum in solidum Abre-nuncians legi dicenti si duo vel plures etc. tali pacto quod pena commissa liceat tibi tua Auctoritate sine decreto consulatus vel potestatis intrare bona mea quibus malueris specialiter in domum nostram que est in clavica in cuius domus rehedificacione predictos denarios confitemur nos expendisse et lacere ibi extimari duplum et extimatum tenere et possidere nomine proprietatis et damni Absque omni nostra contradictione nostrorumque heredum et omnium pro nobis Testes marchesius de camugio et obertus barberius et bona ventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicessimo secundo Indictione nona die terciodecimo Iulii inter nonam et vesperum (ΛΓ. IIO, C. 201’.). CCCLXXXIV.—13 luglio — Orientina, moglie di Rubaldo da Cogorno, riceve da Giovanni, priore del monastero di S. Stefano, lire sette di genovini in acconto di lire trenta, c e Adalasia sua ava, moglie di Contardo, le lasco, come da atto dell' otto ottobre 12oS, rogato dal notaio Guglielmo Cassinense. Testi Rainaldo fabcr ed Enrico de Zinestreto. In Genova, dove abitano detti coniugi, tra nona e vespro (N. in, c. 21). CCCLXXXV. — 14 luglio — Giacoma, moglie di \ icino, e Montanara, figlie del qm. Ansaldo Gambarelli. d’autorita di Giovanni di Pizagnono da una parte, e Lanfranco del qm. Caprina dall’altra, eleggono arbitro Ugone Fornario nella lite Anno 1222 145 che hanno per una casa posta in fosatello super terra sancii sili cui coheret antca carubium retro trexenda ab uno latere domus Anse lini de canali ab alio domus perone et viri eius. Testi Baldizzone Ferrario, Ansaldo conte, e Guirardo de Bruia, giudice. In Genova, iti contrata Jornariorum sub porticu domus sancti petn de tnesema, tra terza e nona (N. 112, c. 21). CCCLXXXVI. — 14 luglio — Il massaro del palazzo arcivescovile riceve alcune somme. Ego Rubaldus clericus masarius palacii Archiepiscopi ianue confiteor me Accepisse a te hugueto ferario nomine guirardi de solario prò pensione cuiusdam decime soldos decem ianue abrenuncians exceptioni etc. Testes ogerius panis et bonaventura Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quatuordecimo Iulii inter terciam et nonam (N. iij, c. 21 v). CCCLXXXVII. - 15 luglio — Ugo Fornari per sè e per il tratei suo Xicoloso fa quitanza di soldi cinquanta di genovini, dovuti da Bonvassallo de Mari. Testi Ogerio e Oberto Pedicula, fratelli. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, di sera (N. 114, bis, c. 21 v.). CCCLXXXX III. — i61uglio— Parisio dePevenzolacede ad Ingone de Volta un credito di lire tre di genovini, che gli deve Lavorante figlio di Guidone de Predono, come per atto del notaio Guirardo. Testi Guglielmo Guercio ed Ugo da S. Giorgio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio. prima di terza (iV. 114, c. 21 v.), CCCLXXXIX. — 16 luglio — L'arciprete di Nervi ed il rettore di S. Ilario eleggono un arbitro Ferretto io 146 Anno 1222 Nos presbiter Guirardus Archipresbiter plebis de neivio Ab una parte et presbiter ArnAldus minister ecclesie sancti ylarii de sancto navelio et Guillelmus canonicus dicte capelle Ab altera compromiti-mus in magistrum hugonem canonicum iAnue de omni lite et controversia rancore et odio que vertuntur inter nos occasione ellecionis et confirmacionis dicti Guillelmi et super [qua] fuit lacta commissio Abbati sancti stephani et priori de priAno ita quod quidquid dixerit magister hugo dictus per Acordium vel per sentenciam ipso mediante totum servabimus et tenebimus et in nullo deficiemus predicta piomitimus tenere et observare sub pena predicte litis et viginti librai um iAnue Ad invicem stipulata et promissa pena vero commissa pacto manente rato prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et obser vandis omnia nostra bona habita et habenda et predictarum ecclesia siarum Ad invicem pignori obligamus iurantes tactis sacro sanctis evangeliis Atendere compiere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire et incontinenti dictus Archipresbitei precepto dicti magistri hugonis Abrenunciavit gratis et utroneus liti et controversie quam habet com predictis presbitero Arnaldo et Guillelmo super elle ctione facta et confirmacione de ipso Guillelmo facta in ecclesia ylarii et commissioni impetrate super confirmacione iamdicta infir mAnda Abbati sancti stephAni et priori de priAno et omnibus Alii' commissionibus impetratis et impetrandis et predictus magister hugo sentenciAvit in continenti quod dictam AbrenunciAcionem et resigna cionem dictus Archipresbiter firmam et stabilem teneat et contra nullatenus veniAt Testes presbiter mArtinus custos sancti laurencii et hugo serviens dicti magistri hugonis Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera magistri hugonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo sexto Iulii Ante terciAm (N. IIJ, C. 21 v.) CCCXC. — 17 luglio — I coniugi Leona e Rubaldo de Fontananova tolgono a mutuo da Ambrosio magistro de cinteremo soldi cento di genovini, che restituiranno tra un anno. lesti Alberto de Paravagna e Ogerio remulai ius. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra terza e nona (N. n6, c. 22). Anno 1222 147 CCCXCI. ~ I7 luglio - Pietro de Gareto riceve in custodia una quantità di oggetti. Ego petrus de gareto ferarius confiteor me accepisse Ate Armano calderario res infrascriptas quas habebas in custodia A fratre meo octobono Abrenuncians exceptioni etc. promitens tibi quod ego nec Aliqua persona pro eo tibi nec Alicui pro te nullam inde litem vel controversiam Aliquam faciAm vel fieri faciam et te inde indem-pnem extrahere et conservare sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens contrafactum fuerit rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Res Autem sunt iste in primis strapunta una et coopertorium unum et cada una et situla una et cultelus unus de disco et blandarium unum et catena et lebeticulus unus et due scutele et una conqua et duo sinaperii et capsia una de pane et balestra una de caceta et tabula una de pane et balestra una et soldi duo et dimidius Testes Ardi9onus ferarius et ArmAnus de certenulo Actum iAnue in domo dicti petri Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo septimo Iulii in nocte (A^. 11η, c. 22). CCCXCII. — 18 luglio — Nicoloso de Cafaro riceve da Ugone Fornari lire venticinque di genovini. Testi Bonvassallo de Domo e maestro Bartolomeo notaio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 11S, c. 22). CCCXCIII. — 18 luglio — I coniugi Giovanni e Morando Barilario vendono a Guglielmo Magalio per lire nove una terra in Rapallo ubi dicitur calcaria, confinante colle terre di S. Stefano, di Stefano Mantegacio e del qm. Guglielmo de Podio. Testi Idone Calligepallio, Marchesio, Dondedeo, tagliatore, e Guirardo de Brugna, giudice. In Genova, sotto il portico della casa, dove abita Guglielmo Fornario, tra nona e vespro (N. //>/< ) Millesimo centesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo primo Iu in hora tercie (iV. 123, c. 23 z».). Anno 122 2 149 CCCXCVII. — 21 luglio — Rubaldo Cepulla fa testamento. Ego Rubaldus cebula contemplacione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem in primis iudico et ordino prò anima mea soldos viginti iAnue de quibus decem operi santi laurencii iudico Item iudico soldos tres sancto vincencio de bisane et monasterio sancti spiritus iudico denarios duodecim et residuum volo quod distribuatur pro anima mea in obsequiis funeris mei in disposicione filii mei vasalli et uxoris mee et volo corpus meum sepelii (szc) Apud ecclesiam sancte mArgarite de marasio filios meos Ansaldum vasallum et cortesinum et cicadam mihi equaliter heredes instituo et confiteor me Accepisse pro dotibus uxoris mee hugue soldos centum iAnue et quod feci ei totidem pro Antifacto suo quas volo quod ipsa habeat de bonis et in bonis meis et volo quod predicta uxor mea habeat lectum meum garnitum videlicet strapunctas duas et unum coopertorium quod habeo et unum cosinum et linteamina duo et omnia sua garnimenta quibus utitur de dorso Item volo quod predicta uxor mea stet in domo mea et sit domina et usufructuAtrix de rebus meis com predictis filii (s/c) meis tam mobilibus quam in mobilibus et habeat victum et vestitum convenienter in aliis meis bonis donec voluerit stare ut bona mulier et sine viro et confiteor quod debeo Agnesie sol. XX iAnuinorum et omnia testamenta que quondam feci casso et vacuo et nullius valloris esse iubeo istud vero confirmo et coroboro et hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim alicuius codicilli obtineat Testes presbiter Guillelmus de rivarolio et octo de quArto et frater IAcobus de sancto spiritu et octo et Guirardus et octolinus Actum in bisani in domo in qua habitabant dicti iugales Millesimo ducentesimo vicessimo secundo Indictione nona die vicesimo primo Iulii inter nonam et vesperum (A. 122, c. 2j). CCCXCVI1I.— 22 luglio - Ugone della Torre riceve una quantità di seterie. Ego hugo de ture confiteor me Accepisse in Accomodato Ate Bei tolomeo de plecania mediAm peciAm dè clAmeloto nigro de tripuli ISO Anno 1322 et peciam unam cendati grane obertini de ultraniAie et mantellum unum de clameloto com perlis quAdraginta octo inforatum de cendato et duas peciolas de purpura et unum miserum extimAta libras duodecim iAnue ςυς omnia predicta promito vobis redere et consignAre sAna et salva sicut modo sunt usque ad mensem unum proxime venturum in tuo ordinamento Alioquin penam duodecim librarum iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro penA vero etc. credendo de dampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo iuramento .et testibus non obstante tibi quod predicte res Amiterentur \el devastarentur culpa levi vel cassu Aliquo tali pacto etc. 1 estes presbiter petrus Archipresbiter plebis rapalli et Ambrosius de oleo et Albertus Actum iAnue in canonica sancti laurencii incamera dicti bertolomei millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo Iulii Ante terciam (N. 125, c.2jv.). CCCXCIX. — 22 luglio — Guglielmo Clavonerio riceve una quantità di genovini, che porta in Sardegna. Ego Guillelmus filius quondam Guillelmi clavonerii confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate frore uxore petri pelliparii soldos quadraginta duos iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare in sardeniam causa negociAndi in navi que dicitur sanctus sepulcrum et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex bis ianuam com testibus quam partem voluero inplicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito sana et salva eunte et redeunte predicta nAve iAnuam vel maiore pArte rerum ipsius navis et deducto tibi capitale quArtum lucri habere debeam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. et confiteor me esse maiorem viginti quinque Annis Testes symon scutarius et Anselmus scutarius Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo Iulii inter terciAm et nonam (N. 124, c. 2jv.). Anno 1222 151 CD. — 22 luglio — Enrico Melese riceve da prete Guglielmo da Rivarolo, canonico di S. Lorenzo, soldi quaranta di genovini dovuti. Testi Oberto da S. Donato, gardator , e Lantelmo d’Alessandria, scrivano. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 126, c. 24). CIDI. — 24 luglio — L’abate di S. Stefano dà in locazione quattro pezze di terra. Nos Ramundus Abbas monAsterii sancti stephani consensu et voluntate et in presencia fratrum nostrorum videlicet domni Iohannis prioris Rogerii thome benedicti petri lAcobi locamus et concedimus tibi Amico filio Iohannis de piris Anatali domini proxime venturo titulo locacionis usque Ad Annos decem completos proxime venturos quAtuor pecias terre iuris dicti monasterii com omnibus supra positis prima quarum est iusta elusam molendinorum de fuxia cui coheret Ab uno lAtere terra monasterii Ab alio terra hospitalis sancti stephani Secunda vero tercia et quArta sunt ille pecie quAs tenebat olim pro dicto monasterio Anna uxor quondam dondedei tali pacto quod tu debeas inde dare et solvere monasterio libras octo iAnue minus soldis quinque iAnue AnnuAtim usque ad dictum terminum per hos terminos videlicet medietatem Ad festum sancti michaelis et Aliam medietatem Ad festum sancti stephani Aportando eos Ad dictum monasterium et ibi solvendo et predictam terram meliorare et non deteriorare et sponsas et palioratas illius domus sive tenute ad monasterium predictum facias pervenire quam locationem ego predictus Abbas semper legitime defendere et aucU^are Ab omni persona et non impedire nec subtrahere nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum sub pena decem librarum ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc..... Testes la9arus de murtedo et Albertus de ripAria et IAcobus de balneo et Ansaldus gastaldus dicti monasterii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die vicesimo quarto Iulii inter nonam et vesperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. 12η, c. 24). 15^ Ati no 132’ CDII. — 25 luglio — Raimondo, abate del monastero di S. Stefano, di volontà e consenso dei monaci Rogerio e Pietro, assolve il medico Martino de Murtedo dall obbligo, che avea d una pensione per una terra, che teneva a livello dietro 1 ospedale di S. Stefano. 1 esti Buongiovanni da Savona, notaio, e Pietro, chierico del vescovo di Savona. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, nell’ora di vespro (^Y. 12S, c. 24). CDIII. — 25 luglio — Accenno ad una vendita di errano, secondo la misura di Chiavari. Ego Aldevrandus notarius filius quondam lAndulfi de levagio confiteor me Accepisse et in veritate Accepi Ate mArino filio baldoini de cagaroio libras viginti iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie pro quibus promito et convenio tibi dAre et consignare et tradere ninAs quinquaginta grani mundi et pulcri et sici conductas in burgo clAvAri sub meis expensis Ad iustam mensuram clAvAri usque Ad quatuordecim dies post festum nAtalis domini proxime venturum in tuo ordinAmento et si terminum vel terminos inde mihi vel Alicui pro me produxeris vel produci feceris de quolibet tenebor tanquam de primo usque ad integram tocius predicti debiti solucionem Insuper promito quod faciam tibi vel tuo certo nuncio fieri cartam de predicto grano com securitate per fideiussorem in tua voluntate et in lAude tui sApientis infra dies octo postquam Ate vel Ab aliquo pro te mihi fuerit nunciAtum predictam vero securitatem tibi faciAm fieri Ab Armano degrilo vel Ab Alio in tua voluntate Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit penAm dupli et dampni et dispendii quod pro dicta peccunia exigendo \el recuperando feceris tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Testes lAfrancus lebegius et Guillelmus crassus de pontori et lAfrancus Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nona die vicesimo quinto Iulii in nocte (Λ. 129, c. 24· vi. CDI\. — 26 luglio — Giovanni Rosso da Chiavari dichiara d'aver comprato da Guirardo da Comago una Anno 1222 '53 quantità di cuoio e suole per lire tre e soldi cinque di genovini (come da atto del 1209 in notaro Maestro Raimondo) della qual somma metà darà per la festa di S. Michele e metà per 1 ottava del Natale. l esti Oberto Barberio e prete Guirardo, arciprete della pieve di Nervi. In Genova, nella casa di detto Oberto, di rimpetto la chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. ijo, c. 24v.). CDV. — 26 luglio — Marchesio del qm. Giovanni Bello, Bordella sua madre, e Bonefada sua moglie comprano da Isabella tantum de cordoam per lire venticinque di geno-vini, delle quali metà daranno nel mese di agosto e metà in quello di settembre. Testi Guglielmo de Cabella e Guglielmo Gregorii. In Genova, dove abita detta Isabella, nell’ ora di terza (N. ijc. 2; v.). CDVI. — 26 luglio — Villano de Murta e Vassallo Mon-tavacca dichiarano che Manfredo da Gallaneto fece loro garanzia in lire quattro di genovini presso il console dei forestieri. I esti Oberto Barberio e Bonaventura. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. iji, c. 24v.). CDVII. — 26 luglio — Maestro Ugo, canonico di S. Lorenzo, eletto arbitro in una lite, pronuncia la sentenza. Egomagiàter hugo CAnonicusIAnue electus et constitutus Arbiter et lArga potestas de controversiA et discordia que vertebatur inter Guidonem de castagnielo prò se et heredibus quondam Amici de ca-stagnielo quondam fratris sui Ab una pArte et bertolomeum Archipre-sbiterum plebis plecanie tutorem filiorum quondam capitis bovis ex Altera occassione septem librarum iAnue quAs dictus capud bovis dicitur habuisse de collecta quArterii consulAtus de vederi visis racio-nibus utriusque pArtis et diligenter inspectis lAudo pronuncio et Affirmo voluntate et concordia dictarum pArcium preseneiurn et prò Π4 Anno 1222 bonopAcis quod dictus bertolomeus nomine dictorum filiorum quondam capitis bovis debeat dare et solvere teneatur libras quAtuor iAnue dicto Guidoni usque Ad festum beate mArie proxime venturum quod erit mense Augusti occassione predicte controversie et hoc dico et pronuncio sub penA lAta in compromisso facto per mAnum sAlmoni notarii Absolvens dictum guidonem et ipsos heredes quondam Amici A dicto bertolomeo tutore heredum capitis bovis et A predictis heredibus quondam capitis bovis Insuper lAudo et pronuncio et Afirmo quod dictus Guido de cetero inde stare et permAnere tacitus et contemptus debeat nec inde Aliquam controversiam per se vel per Alium contra dictos heredes quondam capitis bovis aliquo tempore facere presumAt nec faciat et hoc dico et pronuncio sub predicta penA lAta in compromisso facto per manum salmoni notarii Testes presbiter vasallus canonicus plebis rapalli et Rubaldus de olivastro et presbiter Rolandus Minister ecclesie sancte mArgarite de mArasio et hugo serviens dicti domini mAgistri hugonis Actum iAnue in CAnonica sancti lAurencii in camera predicti mAgistri hugonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo sexto Julii inter nonam et vesperum (N. IJ2, c. 23). » CDVIII. — 26 luglio - Aimelina, moglie di Baldoino da Leivi, fa testamento. Ego Aimelina uxor bAldoini de levi ulti[me]mee voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem in primis iudico et ordino pro Anima mea soldos quAdraginta iAnue quorum decenum iudic[o] operi sancti lAurencii et residuum volo quod distribuAtur pro Anima mea in disposicione mea predictum baldoinum virum meum et IAcobAm et diAmantem filiAs meas mihi equaliter heredes instituo ita tamen quod dictus baldoinus Aliquid de predicta hereditate non debeat di-mitere heredi mAtris sue nec pArigni et hec est mea ultimA voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et omnia testamenta et ultimas voluntates que et quas quondam feci casso et vacuo istam vero confirmAns Insuper iuro corporaliter tactis sacro sanctis evAngeliis predictum testamentum et omnia predicta ratum et firmum in perpetuum habere et tenere et Anno 1222 i)5 non permutare Aliquo modo vel ingenio Testes Iohannes de carvAri et Guillelmus de libia et Iohannes pichenellus etIAcobus de clAvano et lAurencius de clavAno Actum iAnue in raveca in domo in qua habitat dieta Aimelina Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indinone nonA die vicesimo sexto Iulii inter nonAm et vesperum (A. 132 bis, c. 25). CDIX. — 26 luglio — Giacoma, figlia del qm. Ser-video e di Aimelina, cede a suo patrigno Baldoino i diritti, che le possono competere sull’antifatto di sua madre, lesti Giovanni da Calvari e Guglielmo de Libia. In Genova, in Ravecca, dove abita detta Giacoma, tra nona e vespro (N. 133, c.2jv.). CDX-CDXI. — 26 e 27 luglio — Idone Stancone dichiara a Simona, vedova del notàio Raimondo Medici, che quando gli restituirà le lire otto di genovini, che gli deve, le consegnerà l’istrumento del debito - Simona dichiara allo stesso che gli restituirà le lire otto nel mese di agosto e gli dà sicurtà nei suoi beni. Testi Giacomo Falabanda, Guglielmo Gregorii e Simone da Sori. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, tra nona e terza, e tra nona e vespro (N. 136, 134, c. 26, 25 v.). CDXII. — 29 luglio — Gli eredi di Simone Bottaro restituiscono la dote alla loro matrigna. Nos botarius et Guilia et Iuleta filii quondam Symonis butarii et heredes eius com inventario com Guillelmino et petrino fratribus nostris videlicet nos Guilia et Iuleta pro nobis et Ego butarius pro me et dictis fratribus Et ego petrinus Auctoritate butarii dicti fratris et curatoris mei dAmus tibi IAcobe filie quondam ogerii venti in solutum libras centum sexAginta iAnuinorum dotium tu Arum quas dictus quondam Symon recepit et habuit domum et turim in iAnuA que fuit quondam dicti symonis et in quA nunc mAnemus cui coheret Aduabus pArtibus via A tercia domus ogerii butarii et retro trexenda comunis Anno i-’22 coni domibus de malocellis hoc Acto inter nos ut prò rata diete so-lutionis te allere debeas et quia bona sunt non solvendo creditoribus dicti symonis pAtris nostri quondam et quia intelliginuis te pociora iura babere et Anteriora in bonis Aliis creditoribus preter nos prò racionibus quondam mAtris nostre et Avie nostre paterne promitentes tibi dictam domum et turim legitime defendere et Auctorigarc Ab omm persona salvo beneficio inventarii et obligantes pro evictione bona tamen hereditaria salvo iure beneficii inventarii possessionem quoque et dominium inde tibi tradidisse confitemur et tandiu quod possidemus tuo nomine constituimus nos possidere et corporaliter in possessionem inde te inducimus Et Nos dicta Iuleta et Guilia mramus tactis sacro-sanctis evangeliis Atendere complere et observAre omnia predicta et in nullo contravenire facientes hec omnia conscilio Symonis butani et stephani de sancto salvatore quos hic vocamus vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliatores et cremonensis Actum lAnue in domo predicta millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo nono Iulii inter nonam et vesperum (Λ. ^7> c· CDXIII. — 30 luglio — Ricordo dei giudici Guglielmo Muscula e Marchesio. Ego Iacobus filius quondam Guillelmi de segnorando confiteor me Accepisse et habuisse Ate Ansaldo de orto totum iliud quod miht pervenit occasione Accomendacionis quam tibi fecit quondam pAter meus et que fuit librarum centum IAnue et de qua fuit facta carta per mAnum Iohannis de galicia de quo toto voco me quietum et solutum Abrenuncians exceptioni etc. unde promito tibi quod de dieta Accomen-dAcione sive occasione diete Accomendacionis nullam requisicionem inde tibi fAciam vel fieri fAciam per me vel mea occasione et cartam que inde facta fuit casso et vacuo Insuper promito tibi te conservare indempnem Ab omni persona que occasione diete Accomendatioms tibi questionem moveret Alioquin si de predictis Aliquo contrafactum fuerit penAm dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens contrafactum fuerit rato mAnente pActo tibi stipulanti promito prò penA vero etc. Testes Guillelmus muscula iudex et mArchesius iudex de cAstello et obertus de sulimAno Actum I Anue in ecclesia sancti 1 Aurencii Anno 1222 157 millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonAdie tricesimo Iulii inter terciAm et nonAm (IV. 128, c. 26). CDXIV. — 30 luglio — Ricordo di Ogerio Pane. Ego mArcus de cruce de bovolo confiteor me Accepisse a vobis domino Guillelmo fornArio me<;arolias vini quinque Abrenuncians exceptioni etc. unde promito et convenio tibi predicto Guillelmo dare et solvere tibi soldos quadraginta IAnue usque Ad festum sancti MArtini proxime venturum in tuo ordinAmento Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes ogerius p Anis et oli verius scriba Actum IAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tricesimo Iulii inter terciam et nonam (N. ijy, c. ηβυ.). CDXV. — 30 luglio — Ogerio tornitore riceve una quantità di genovini in accomandita, che porta in Sicilia. \ Ego ogerius tornAtor confiteor me Accepisse A vobis domino presbitero 1 Afranco canonico iAnue in Accomendacione libras duodecem IA-nue in quibus sunt com putate libre quAtuor iAnue quAs dimisi Apud mesanam Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propino debeo portare in siciliAm causA negociAndi in bucio baldi et consortum et inde quo mihi deus melius concesserit causa negociandi et expendere et luerari per libram sicud de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm mitendi tibi ex his iAnuam com testibus quAm partem voluero inplicatani in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tuA potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta fuero penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Testes Nicola de fantibus et hugo granAria Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti presbiteri lafranci Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tricesimo Iulii in hora vesperi (N. 140, c. 261'.). Anno 1222 CDXVI. _ 31 luglio — Guirardo da Valenza riceve una quantità di genovini in accomandita, che porta a Ceuta. Ego Guirardus de vArencia confiteor me Accepisse in Accomen-dacione A vobis domino lAfranco de turca conscilio domini mAgistri hugonis canonici IAnue presentis et consencientis tutore filiorum quondam Guillelmi de monte leone libras quinquAginta quinque et di-midiAm iAnue de peccunia dictorum heredum Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare septam causa mercandi in nAve que dicitur sanctus Iohannes et inde quo mihi deus melius concesserit gracia mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto hAbens licenciAm mitendi tibi ex his iA-nuam com testibus quAm partem voluero implicatam in mei cibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui cei ti nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penAm dupli tibi stipulanti promito pro penA vero etc. tali pacto quod pena commissa liceat tibi etc. Testes GuAndulfus cororius et obertus de bArgagio Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti mAgistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die ultimo Iulii Ante terciAm (/V. I4T> c· 26 v.). CDXVII. — 31 luglio — Ricordo delle scuole di teologia. Nos mAgister Iohannes ArchidiAconus et lAfrancus et bertolomeus et Guillelmus de rivArolio presbiteri et Rubaldus mAgister hugo dondedeus subdiAconi canonici IAnue in presencia infrascriptorum testium protestamur et tibi Guirardino nuncio et procuratori domini magistri sigebaldi canonici iAnue quod nobis plAcet quod dictus mAgister si-gebaldus integram habeat prebendam ecclesie iAnue in scolis theo-logie studens quinque Annis secundum constitucionem domini pApe Insuper protestamur quod literas saonensis electi missas preposito et capitulo iAnue delegati domini pape pro prebenda conferenda dicto mAgistro sigebaldo numquam vidimus nec eas ipse prepositus nobis comunicavit nec comunicari fecit. Testes Abinus de ture et Guil- Anno 1222 159 de bertigano et caponus Actum Ianue in castro sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die ultimo Iulu inter vesperum et completorium (N. 142, c. 27). CDXVIII-CDXIX. — 1 agosto — Aidela, vedova di Guglielmo Buburcio, e Simone suo figlio dichiarano che devono ancor dare per dote di Giovanna, futura sposa di Guglielmo Pel-lipai io, Hi e ventidue medietatem in denariis et aliavi medietatem m i oba. Il predetto Guglielmo costituisce l’antifatto alla sposa. lesti Anomato Crotto, l'arane, Opizzo e Comexano. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 1441 i4jt c.27, 27v.). CDXX. i agosto — Ugo Bonacia riceve una quantità di genovini in accomandita, che porta a Napoli. Ego hugo bonacia confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate mostoralia filia Guillelmi de levAnto lihras tres iAnue abrenuncians etc. quas deo propicio debeo portare napulum vel in principatum causa mercandi in nAve que dicitur sancta caritas et inde quo mihi deus melius concesserit causa mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm mitendi tibi ex his iAnuam quAm pArtem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta fecero penam dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Tali pacto etc; Testes hugo de bobio qui stat com domingo et stabilinus de sancto Ambrosio Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die primo Augusti Ante terciam (N. 143, c. 27). CDXXI. — i agosto — Guglielmo de Podio e Giovanni Baxavetula, fratelli, ricevono a mutuo dai coniugi Morando Barilario e Giovanna, lire dieci di genovini, che resti- ι6ο Anno 1222 ranno per le feste di Natale. 1 esti Giovanni, figlio di Ingone de Canavario, e Oberto, chierico di Caranza. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 146, c. 27 v.). CDXXII. — i agosto — Giovanni de Sigestro, cittadino di Genova, abitante in Siisclia, toglie a mutuo da Lanfranco da Pavia, notaio, soldi venti di genovini, che 1 estituii à per la festa di S. Michele. Testi Vassallo Guercio e Oberto Barberio. In Genova, c. s. (N. 147, c. 27 v.). CDXXIII. — 2 agosto — Inventario dei beni del qm. Guibertino da Corvara. f Ut tenorem constitucionis sAcratissimi principis ìustiniAm observem et eius beneficio hereditatis gravamina valeam evitare Ideo ego bonusvasallus de mari datus curator A domino Anseimo de fon tana consule iAnue ex pArte civitatis prout dico heredibus quondam Guibertini de corvAria videlicet frederigueto et diAmantine volens adire hereditatem quondam dicti guibertini nomine dictorum here dum preposito venerabili signo crucis et propria mAnu impresso con vocatis quinque testibus loco Absentium creditorum si Absunt et duobos tabellionibus inventarium seu repertorium rerum quas in ipsius hereditate inveni facere volo In primis inveni in eius [here] ditate libras ducentas quinquaginta iAnue que sunt in comuni IAnue Item debitum quod debebat Rubadagia.... spacium vero superius relictum est ut siquid forte memorie occurerit pariter conscribatur Testes ber nArdus de cavArasa et homodeus taiAtor et symon clAvigei de ca bellA et obertus bonifacius et vasallus de monte rubeo Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicessimo secundo Indictione nona die secundo Augusti inceptum est hoc inventarium Ante terciAm et finitum notarii sunt isti stephanus et Nicolosus ferarius et est solutum hoc inventarium (N. 148, c. 28). CDXXIV. — 2 agosto — Oberto de Campis promette Anno 1222 16 r di sboi sai e in acconto a Pietro del qm. Giacomo Doria lire quatti o di genovini per Ugone de Comasca, il quale come in atti del not. Enrico Scafacia deve dare al Doria lire venticinque. I esti Lamberto de Verfelario e Oberto Barberio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 148 bis, c. 28). CDXXV-CDXXVI. — 2 agosto — Bartolomeo riceve la dote della moglie, cui costituisce l’antefatto, e questa gli cede i diritti sui beni di due defunti mariti. Ego Bartolomeus confiteor me Accepisse nomine tue dotis Ate Adalasia sponsa et uxore mea domos tres in iAnua in bora ubi dicitur vaioria iuxta clAvicam com putatis in libris centum JAnue Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus facio tibi donacionem nomine tui Antifati de tanto in bonis meis habitis et habendis quod bene sit valens libras centum iAnue ad habendum tenendum et possidendum tu tuique heredes et cui dederis pro more et consuetudine civitatis iAnue absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium pro me pro qua dote et Antifacto omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto quod si condicio predicte dotis restituende Advenerit liceat tibi etc. Testes obertus de ceredo notarius et Iohannes prinus et Rubaldus de pinasca et henricus de sauro Actum iAnue in ecclesiA sancti donati millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die secundo Augusti Ante terciAm Ego Adalaxia uxor bartolomei do cedo trado tibi predicto bar-tolomeo viro meo omnia iura raciones et Acciones reales et personales utiles et directas que et quas habeo et mihi competere possent in bonis sive occasione bonorum quondam petri pasalaque quondam viri mei et Amigoni de datilo quondam viri mei ut dictis racionibus et Accionibus uti possis et experiri reAliter et personaliter Agere et pacisci et replicare et omnia facere sicut egomet possem vel potui Aliquo tempore et te inde procuratorem tamquam in rem tuam constituo quam dacionem et cessionem ratam et firmam habere et tenere et non impedire sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quotiens contrafactum fuerit rato manente pacto tibi stipulanti Ferretto ii Anno 1222 promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothecaium et hec omnia facio tibi quia predicta iura Ante dictam cessionem in solutum docium mearum suscepisti faciens hec omnia conscilio oberti de ce-redo notarii et iohannis prini quos hic voco vicinos et piopincos meos Testes predicti Actum ianue in ecclesia sancti donAti millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die secundo Augusti Ante terciAm (A^. 149, ijo, c. 28 v.). ^ CDXXVII. - 2 agosto — Marchisio Scriba vieft eletto arbitro. In presencia infrascriptorum testium Ego obertus de domo culta protestor et confiteor quod de voluntate mea est quod uxor mea luca et tu iohannes portonarius tuo nomine et fratrum tuorum debeatis compromitere in arbitros et specialiter in mArchesium scnbAm et bonum vasAllum callige palii de controversia que vertitur vel verti posset inter predictam uxorem meam ex una pArte et te et fratres tuos ex Altera occasione quarumdam terrarum que sunt posite in peraldo et quas ego nomine cambii dedi pAtri tuo quondam Ia-cobo portonArio sicut continetur in carta inde facta per mAnum Iohannis de galicia notarii currente millesimo ducentesimo nono pro-mitens tibi nomine tuo et fratrum tuorum ratum et firmum habere et tenere et non contravenire quicquid predicti Arbitri de predicta controversia pronunciAverint et si forte sentencia dictorum Arbitrorum in Aliquo lata fuerit contra te et fratres tuos promito tibi totum dapnum quod inde incureris et fratres tui et expensas quas perinde feceris integre et restituere et reficere tibi promito credendo de dampno et dispendio indi tibi dato in tuo simplici verbo sine iuramento et testibus et salvis tamen promissionibus que in dicta carta cambii continentur Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit rato mAnente pacto penam dupli de quanto fuerit· contrafactum tibi stipulanti promito recipienti pro te et fratribus tuis pro penA vero etc. Testes Guillelmus de drogo et oliverius notarius et mArchesius scriba Actum IAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo Indictione nonA die secundo Augusti inter terciAm et nonam (A. i6j, c. 31). Anno 1222 163 CDXXVIII. — 2 agosto — Gli eredi del qm. Simone Bottaio danno alla lor madrigna Giacoma Vento un pezzo di terra que est in loco ubi dicitur ri goliwn cid coheret superius terra ecclesie sancti laurencii inferius terra Guillelmi de lara-bia ab uno latere terra Guillelmi spavadi et consortum Ab alio terra octonis de monte ed un terzo di bosco ubi dicitur cana-var. Festi Simone Bottario, Tolomino e Bartolomeo, figlio di Merlo Clavonerio. In Genova, nella torre abitata da detti eredi, tra nona e vespro (N. iji, c. 28V.). CDXX1X. — 2 agosto — L’abate di S. Stefano dà in enfiteusi due tavole di terra. Nos Ramundus Abbas monasterii sancti stephAni iAnue voluntate et consensu et in presencia fratrum nostrorum videlicet domni Iohannis prioris Rogerii benedicti thome baldoini locamus et concedimus tibi Argiloso filio quondam fulconis de mArijoco de strupa titulo locacionis usque Ad Annos viginti novem completos proxime venturos tuisque heredibus ex te nAtis tabulas duas terre iuris dicti monasterii posite iuxta predictum monasterium prope stratam cui coheret Ab uno lAtere' terra locata Anobis opiconi filio quondam IA-nuArdi Ab alio et retro terra dicti monasterii et Ante via plubica Tali modo quod tu vel tui heredes ex te nAti debeas inde dAre et solvere mihi vel meis successoribus singulis Annis usque ad predictum terminum soldos quAtuor iAnue per octavam natalis domini solvendo eos Ad dictum monasterium et super dicta terra facere hedificium unius domus usque Ad Annum proxime venturum et murum Antea et retro per totum mensem Augusti presenti et clAvicam ibi positam expedire et non impedire et cooperire Et si forte ipsum hedificium tu vel heredes tui ex te nati vendere volueris Aliquo tempore debeas primo denunciAre AbbAti qui pro tempore fuerit in dicto monasterio et si ipsum monasterium predictum hedificium emere voluerit debeat habere Ad minus soldis novem iAnue quam quilibet Alius volens ipsum emere et si emere noluerit emptor vel quicumque ipsum hedificium in solutum habuerit teneatur dare denarios duodecim per 164 Anno 1222 quamlibet libram predicto monasterio nomine investiture sive pro recognoscendo dominium ipsius soli et si predictum hedificium Alienaretur Ate vel ab heredibus tuis ex te nAtis Aliquo modo ita quod tu vel heredes tui ex te nAti ipsum hedificium non haberetis dicta' locacio sit cassa et irrita et ultra non teneat Quam locacionem sem-per legitime defendere et Auctorare Ab omni persona et non impedire nec sub trahere nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum sub pena quinquaginta librarum iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promitimus pro pena vero et pro omnibus supi adictis Aten-dendis et observAndis omnia bona dicti monasterii tibi pignori obligamus salvo et retento in iure dicti monasterii quod si forte Aliqua per-. sona in honeste fame vel iniuriosa monasterio in ipso hedificio s-taret contra voluntatem maioris monasterii habeam ego vel Abbas qui pro tempore fuerit potestatem et licendam expelendi eam inde et quod sponsas et palioratas que in ipso hedificio devenerint iure pArochiAli facias venire Ad ecclesiam sancti michaelis huius monastei ii Ad recipienda divinam possessionem inde nomine locacionis usque ad dictum terminum tibi tradidisse confiteor et Ego dictus Argilosus Atendere ■ complere et observare omnia predicta et in nullo contra venii e sub pena quinquaginta librarum iAnue vobis domino predicto Abbati stipulanti promito pena vero commissa cadam Ab omni iuie dicte locacionis pro pena vero etc. Testes IAcobus lumbardus et obertus calegarius Actum in ecclesia sancti stephani millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die secundo Augusti intei nonam et vesperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoiis factum est pro Argiloso et monasterio (7V. i$2t c. 29). CDXXX. — 2 agosto — Prete Lanfranco viene letto massaro della canonica di S. Lorenzo. Ego magister Iohannes ArchidiAconus IAnue eligo presbiterum lafrancum concanonicum nostrum Ad mAsariAm canonice IAnue consensu et voluntate dominorum Rubaldi Guillelmi de rivarolio et dondedei canonicorum meorum et in presenti dictus presbiter lafran-. cus recepit predictam mAsariAm A predicto ArchidiAcono lestes canonicus plebis sigestri et GuAndulfus de brecaneca et Rolandus de Anno 1222 165 nasio Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti Ar-chidiAconi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die secundo Augusti in sero (N. ijj, c. 29 v.). CDXXXI. — 3 agosto — I coniugi Dolce e Guglielmo de Priana comprano da Isabella tantum del tuo cordomio per soldi ventinove di genovini, che daranno per la festa di S. Michele. Testi Giovanni Carbone, tagliatore, e Bonsi-gnore da Bogliasco. In Genova, dove abita detta Isabella, fra terza e nona (IV. 154, c. 29 v.). CDXXXII. — 3 agosto — Alda Gruia dichiara che per il mese d’ ottobre darà a Dolce i soldi venti di genovini, che tolse a mutuo. Testi Oberto, chierico di Caranza, e Vassallo Guercio. In Genova, dove abita detta Dolce, fra terza e nona (N. 155, c. 30). CDXXXIII-CDXXXIV. - 3 agosto - Ricordo di Ogerio Pane. Ego stephanus de poQarelo facio tibi bono vasallo verono recipienti nomine heredum quòndam urseti finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo de omni eoquod A predictis heredibus petere possem Aliquo tempore vel aliqua ra-cione occasione cuiusdam pAncerie mee quam habuit dictus ursetus et quam fecit ei prestari dominus pascarius margionus quondam potestas rapalli tempore sue potestacie precepto potestatis tunc temporis iAnue potestatis (sic) quam finem et refutacionem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo ratam et firmam habere et tenere et non impedire nec sub trahere sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum rato manente pacto tibi stipulanti promito recipienti nomine dictorum heredum et hec omnia facio tibi pro soldis viginti iAnue quas michi dare promisisti sicut continetur in carta inde facta per mAnum salmoni notarii Insuper promito tibi quod ι66 Anno 1222 redam predictis heredibus soldos viginti iAnue si contingerit quod occasione diete pancerie Aliquam ·habuero restitucionem A comuni Ianue vel ali aliquo Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Iestes pa-scarius mArgionus et ogerius panis et bonaventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tercio Augusti in hora vesperi Ego bonus vasallus veronus confiteor quod debeo dare tibi stephano de po9arello soldos viginti iAnue prò fine et refutacione quam mihi fecisti de quadam panceria nomine heredum quondam urseti quos predictos soldos viginti dare et solvere tibi promito usque Ad octavam natalis domini proxime venturum Alioquin penam dupli etc. Testes pascarius mArgionus et ogerius panis et bonaventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die tercio Augusti in hora vesperi (N. 156, //7, c.jo). CDXXXV. — 4 agosto — Giovanni Burgio de Sigestro riceve da Giovanna, moglie di Morando Barilario, lire tre di genovini, che pone in società, promettendo di negoziarle. Terminato l’anno, restituirà il capitale e metà del guadagno. Testi Giroccio da Ri, Enrico capud iudei, Bonvassallo e Pagano ccdegarius. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza {N. i;8, c. jo). CDXXXVI. — 5 agosto — Balduino de Cresto riceve una partita di genovini in accomandita, che porta a Napoli. Ego balduinus de cresto confiteor me accepissse in accomen-dAcione Ate presbitero lAfranco canonico iAnue libras triginta unam et soldos quAtuor et denarios septem iAnue implicatas comuniter com meis implicitis quas porto Abrenuncians exceptioni non solute etc. quas deo propicio debeo portare Apud napulum causa mercandi in nAve que dicitur sanctus petrus et inde quo mihi deus melius concesserit gracia mercandi et expendere et lucrari per libram sicut de Anno 1222 167 meis lebus et de Aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex his ìAnuam quam partem voluero com testibus Ante me et post me implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero penam dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. de quìbus predictis libris sunt libre tres et soldi tre-decim et denarii septem cognate tue sibille prout confiteris quas porto gratis sine eo quod non debeo ex eis habere lucrum aliquid Testes nicola de infantibus et Guillelmus filius oberti resati et hugo granAria Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti presbiteri lafranci Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quArto Augusti in hora tercie (N. !$<), c. 30 v.). CDXXXVII-CDXXXVIII. - 7 agosto - Ricordo della contrada di Ogerio Pane. Ego bartolomeus de fontana marosa confiteor me accepisse nomine tue dotis Ate Symona filia quondam Guillelmi gasci sponsa et uxore mea libras quadraginta iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non accepte percunie (s/c) pro quibus facio tibi donacionem nomine tui Antifacti de tanto in bonis meis habitis et habendis quod bene sit valens librarum quadraginta iAnue ad habendum tenendum et possidendum tu tuique heredes et cui dederis pro more et consuetudine civitatis iAnue absque omni mea contradicione 'meorumque heredum et omnium pro me quam dotem et Antifactum volo quod sint sAlve in bonis meis habitis et habendis tibi tuisque heredibus pro qua dote et Antifacto omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto quod si condicio predicte dotis restituende Advenerit liceat tibi tua Auctoritate sine decreto consulatus vel potestatis intrare bona mea quibus malueris et facere ibi extimari ipsam dotem et exti-matum tenere et possidere nomine proprietatis et dominii Absque omni mea contradicione meorumque heredum et omnium pro me Testes petrus ferrarius et vasallus de porcili et Iohannes braucheta gar ) Anno 1222 dator Actum iAnue in domo fulconis porci que est in contrata ogerii pAnis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die septimo Augusti inter terciAm et nonam Ego Symona filia quondam Guillelmi guasci do cedo et trado tibi bartolomeo marito meo omnia iura raciones et acciones reales. et personales utiles et directas que et quas habeo et mihi competere possent occasione successionis quondam patris mei predicti vel ma-tris mee vel fratrum meorum vel alicuius propincorum meorum vel aliquo modo ut dictis racionibus uti possis et experiri realiter et personaliter utiliter et directe sicut egomet possem vel potui et te possessorem tamquam in rem tuam inde te constituo quam dacio-nem et cessionem ratam et firmam habere et tenere et non impedire nec sub trahere sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens contrafactum fuerit ratio mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothecarum et hec omnia facio tibi quia predicta iura in solutum pro dotibus meis Ante dictam successionem suscepisti tali pacto quod facere[s] Addi i n Adi-tamento dotium mearum quicquid ex dicta cessione habere poteris Testes petrus ferarius et vasalus de porcili et Iohanes bocheta (s/c) gardator Actum ianue in domo fulconis porci que est in contrata ogerii panis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die septimo Augusti inter terciAm et nonAm (Λ. 160,161, c.jov.) CDXXXIX. — 9 agosto — Bartolomeo da Recco riceve di bel nuovo la dote della sposa Adalasia. Ego bartolomeus filius henrici de reco confiteor me Accepisse Ate Adalaxia sponsa et uxore mea nomine tue dotis domos tres positas iAnue in contrata ubi dicitur vaioria iuxta clAvicam et omniA indumenta et garnimenta et supelectilia de domo tua computata omnia in libris septuaginta iAnue AbrenunciAndo exceptioni non tradite et non Accepte dotis pro quibus facio tibi donAcionem nomine tui Antifacti de tanto in bonis meis habitis et habendis quod bene sit valens libras septuAginta denariorum iAnue Ad habendum tenendum et possidendum tu tuique heredes et cui dederitis pro more et consuetudine civitatis iAnue Absque omni mea contradictione meo- Anno 1222 169 rumque heredum et omnium prò me prò qua dote et Antifacto omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto quod pena commissa liceat tibi tua Auctoritate sine decreto consulatus vel potestatis intrare bona mea quibus malueris et facere ibi extimAri ipsAm dotem et extimAtum tenere et possidere nomine proprietatis et dominii Absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium pro me Tali pacto quod si condicio predicte dotis restituende advenerit etc. Testes obertus barberius et Guillelmus de su-selia et lafrancus mAgister Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die nono Augusti inter nonam et vesperum (N. 162, c.ji). CDXL. — 12 agosto — Ogerio del qm. Rollando Garsione da S. Giulia di Lavagna promette che per il mese di gennaio darà a Berta, moglie di Ansaldo dei conti di Lavagna, soldi quarantuno, col consenso dello zio Filippo de Ruscala, rimanendo garante il patrigno Oberto de Albario. Testi Dondedeo, Giovanni calzolaio, e Ogerio de Crespa. In Genova, dove abita detta Berta, fra terza e nona (N. 164, p. ji). CDXLI — 13 agosto — Montanaria, vedova di Pasquale Lavagnino, riceve lire tre da Adalasia, vedova di Ugone de Figario. Testi Rollando de Corasio e Guidone gardator. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nòna e vespro (N. 16;, c.jiv.). CDXLII-CDXLIII. — 13 agosto — Vertendo liti fra Giovanni Tartosino da Testana da un lato, e Martino da Te-lagno e Bresio, genero di detto Martino dall’altra, per una terra in plebatu de Agusio ubi dicitur telagium, vengono eletti arbitri Lusio e Montanario. Testi Bonvassallo de Mari e Giovanni de Portego. In Genova, nella chiesa di S. Lorsnzo, tra nona e vespro (N. 166, ιβη, c-jiv.). Anno 1222 CDXLIV. - 14 agosto — Giacomo de Oliva vende per lire sei di genovini a Raimondo Sartorio hedificium domus positum in muregaio cui coheret Antea via pnblica et retro terra Guillelmi Ab uno latere hedificium iohannis /auditu ab alio terra filie quondam bar bar ose. 1 esti Enrico Maracio e Bonvassallo de Mari. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 168, c. 32). CDXLV. — 16 agosto — Giovanni, marchese di Gavi, vende una casa in Voltaggio. Ego dominus Iohannes mArchio de gavio filius quondam Gui-donis mArchionis de gavio confiteor, me Accepisse Ate hugone berorso libras sexaginta quinque denariorum papiensium Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus vendo trado et cedo tibi predicto hugoni domum unAm quam habeo et visus sum habere in glA-riA de voltabio cui coheret Ante via publica et retro domus 1A-franci de calvino Ab uno lAtere terra Guillelmi croce et fratrum eius Ab Alio domus sybilie filie quondam remuli Item peciArn unAm vinee que est in villA vegiA cui coheret inferius viA publica et superius via Ab uno lAtere terra benevenute Ab Alio terra Aide predictam vero domum et terram tibi pro supradicto precio vendo trado et cedo com omni suo iure quomodo et utilitate ingressibus et exitibus suis Ad faciendum inde de cetero quicquid volueris tuique heredes et cui dederis sine omni mea contradicione meorumque heredum et omnium prò me et quod plus valet dicto precio pura do-nacione inter vivos id tibi dono AbrenunciAndo legi dicenti si deceptio fecerit ultra dimidiAm iusti precii quod venditor possit etc. quam vendicionem semper legitime defendere et Autorifare Ab omni personA et non impedire et specialiter Ab heredibus quondam Remuli de baldo de voltabio A quibus predictam domum et vineam habui in solutum sicut continetur in lAude inde facta per mAnum Gui-donis scribe de voltabio prò debito quod mihi tenebatur predictus Remulus solvere Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit penam dupli et dampni et dispendii de quanto Anno 1222 fuerit contrafactum tibi stipulanti promito prò penA vero etc. possessionem et dominium inde tibi tradidisse confiteor et tandiu quod possideo tuo nomine constituo me possidere Testes pascalis noxen-cia et ορίςο mArchio de gavio et petrus scutifer Actum iAnue in domo heredum quondam ogerii de pallo in qua habitat dictus Iohannes mArchio Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo sesto Augusti Ante terciAm (N. 169, c. 32). CDXLVI. — 16 agosto — Nicoloso da Polanesi dichiara di dover dare soldi quindici a Guglielmo Gregorii, avendogli prestato garanzia per detta somma. Testi Rollando Caiolo e Oberto Barberio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. i72,c.j2v.). ’ CDXLVII-CDXLVIII. - 16 agosto - Le figlie del qm. Rollando Picio donano e vendono diritti sul pedaggio di Voltaggio. Nos Sybilia et AdalAxia filie quondam Rolandi picii pura donA-cione inter vivos donAmus tibi mAbilie matri nostre dum vixeris ius et introitum percipiendi et abendi denArios tres de libra collecta de pedagio votabii ex illis denAriis quindecim quos percipimus de libra colleta (szc) in ipso pedagio Ad habendum in vieta tuA tantum et percipiendum et quicquid volueris faciendum ita quod post mortem tuam ipsum ius percipiendi Ad nos revertatur Ab inde in Antea vel Ad heredes nostros promitentes tibi ut supra legitime defendere et autoriejare Ab omni persona per nos nostrosque heredes et non inpedire in vita tua Alioquin penAm dupli prout nunc valet vel prò tempore valuerit tibi stipulAnti promitimus rata mAnente dieta donacione prò penA vero et prò omnibus supradictis Atenden-dis et observAndis omniA nostra bonA habita et habenda tibi pignori obligamus queque nostrum in solidum AbrenunciAndo legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint et presentes sint ydo-nei quisque pro parte conveniatur et omni iuri quo contra predicta venire possemus et senAtui consulto velleiano et iuri ypothecarum 172 Anno 1222 possessionem et dominium inde tibi tradidisse confitemur et tandiu quod possidemus tuo nomine constituimus nos possidere quousque volueris Insuper iuramus tactis sacrosanctis evAngeliis Atendere complere et observAre omnia supradicta et in nullo contravenire et confitemur nos esse mAiores decem et septeni Annis facientes hec omnia conscilio domini Iohannis de volta et henrici de molAfpanA quos hic vocamus vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliAto-res et pascalis nuxencia et ogerinus de funtanella et obertinus de sigestro filius Iohannis papasal et georgius Actum iAnue in domo in qua habitat dictus henricus millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo sexto Augusti in nocte Nos Sy^bilia et AdalAxia filie quondam Rolandi picii vendimus tibi henrico filio quondam molacane de volta ius colligendi et percipiendi denArium unum de libra collecta pro pedagio vultabii de illis denAriis quindecim quos habemus et percipimus de libra collecta pro ipso pedagio finito precio librarum centum iAnue quas A te Accepisse confitemur Abrenunciando exceptioni etc. et quod plus valet dicto precio pura donAcione inter vivos tibi damus et remitimus Abrenunciantes legi dicenti si decepcio fuerit ultra dimidiAm etc. pro-mitentes tibi predictam vendicionem legitime semper defendere et auctorÌ9are Ab omni persona per nos nostrosque heredes tibi et tuis heredibus vel cui dederis vel habere statueris Alioquin penam dupli de quanto valet vel pro tempore valuerit tibi stipulAnti promitimus pro penA vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observAn-dis omnia nostra bona habita et habenda tibi pignori obligamus queque nostrum in solidum Abrenunciantes epistole divi AdriAni et omni iuri quo contra predicta venire possemus possessionem quoque et dominium inde tibi tradidisse confitemur et tandiu quod possidemus tuo nomine constituimus nos possidere iurantes quoque tactis sacrosanctis evangeliis Attendere complere et observAre omnia supradicta et in nullo contra venire et confitemur nos esse mAiores decem et septem Annis et facimus hec omnia conscilio domini Iohannis de volta et pascalis nuxencie quos hic vocamus vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliatores et ogerius de fontanela de georgius et obertinus de sigestro filius Iohannis papasal Actum iAnue in domo in qua habitat dictus henricus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo In- Alino 1222 173 dictione nona die decimo sesto Augusti in nocte (N. 170, 171, c. J2, 32 v.). CDXLIX. — 18 agosto — Pagano, canonico della pieve di Sestri (Levante) costituisce procuratore Nicolò Rocio, canonico della cattedrale di Genova, nella vertenza, che ha con prete Giovanni, arciprete di detta chiesa. Testi Bertolotto, canonico di S. Lorenzo, ed Ugolino, canonico di detta pieve. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, tra nona e vespro (N. 14η, c. 33). CDL. — 18 agosto — Ansaldo Bormio costituisce un procuratore. Ego Ansaldus bormius constituo te dominum symonem mAlocel-lum canonicum iAnue presentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium Ad petendum in iudicio et extra iudicium per-pAros centum viginti quinque bonos et obtimos quos mihi dAre debet henricus sardenA sicut continetur in carta inde facta ut possis Agere et experiri excipere et replicare pacisci et transigere et omnia facere sicut egomet possem vel potui promitens tibi me ratum et firmum habiturum quicquid inde feceris et non contra venturum in Aliquo Alioquin penAm dupli de quanto fuerit contrafactum tibi stipulanti promito et inde omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo. 1 estes lAfrancus de savignono et bonAventura et gilius Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die decimo octavo Augusti inter rionAm et vesperum (N. 173, c. 33). CDLI. — 22 agosto — Ermegina, il marito Rubaldo da Chiavari, e Giovannino del qm. Oberto Rosso dichiarano di aver ricevuto da Bongiovanni Barlario, tutore degli eredi del qm. Guirardo Ferrario, lire cinque di genovini, dovuti a Giovannino, come da atto stipulato dal notaio Azone. Testi Pietribono Facto, Ogerio Cartagenia, e Guglielmo da Quinto, giudice. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. 175, c.33). r74 Anno 1222 CDLII. _ 22 agosto — Oberto de Aliata riceve una partita di genovini in accomandita, che porta in Sicilia. Ego obertus de Aliata civis iAnue confiteor me Accepisse in Ac-comendacione Ate IohAnnino filio Angelerii de strupa soldos viginti denariorum iAnue abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deopropicio debeo portare in sicili Am causa negociAndi Ad meam fortunam et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto et volo quod predicti soldi viginti sint tibi salvi in terra habens licenciam mitendi tibi ex bis ìAnuam ad meam fortunam quam partem voluero implicatam in mercibus quibus malueris et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penam dupli etc. pro pena etc. tali pacto etc. Testes vicinus et obertus barberius et nicola Actum ianue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo augusti inter terciam et nonam (N. I7e> c. jj). CDLIII. _ 22 agosto — Ogerio Pane promette di dare cento soldi al monastero di S. Andrea della Porta. Ego ogerius pAnis promito et convenio tibi presbitero Guillelmo capellano sancti Andree de porta nomine diete ecclesie dare et sol-veie tibi vel nuncio dicti monasterii usque Ad octavum festi omnium sanctorum proxime venturi soldos centum iAnue quos Iulia nurus mea quondam legavit in sua ultima voluntate sorori sue guillie monace eiusdem monasterii Alioquin si contrafecero penam dupli et dampni et dispendii quod pro dicta peccunia exigenda vel recuperando feceris tibi stipulAnti promitto nomine ipsius monasterii pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes symon de serra et AlmAnus de malourea Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo Augusti inter terciam et nonam {N. 177, c.jjv·). Anno 1222 17) CDLIV. — 23 agosto — Maurino de Platealonga costituisce un procuratore. Ego dominus Maurinus de platea lunga constituo te bernArdum papiensem presentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium in curia romAna ad literas impetrandum et Adiudices eligendum et Ad contradicendum et omnia faciendum promitens me ratum et firmum habiturum quicquid inde feceris et non contraven-turum Testes bartolomeus et vivaldus de domo Actum iAnue in ecclesia sancti laurencii millesimo ducentisimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo tercio Augusti inter terciAm et nonAm (.IV. 178, c.jjv.). CDLV-CDLVI. — 23 agosto — Ricordo di maestro Bartolomeo [Scriba]. Ego bartolomeus magister promito et convenio tibibeltramo filio Iohannis de bertoloto de Rapallo dAre et concedere tibi medietatem de omni eo quod habere potero racione vel concordia de bonis RolAndini filii quondam Aprilis de costa occasione instrumentorum que mihi dedisti vel occasione racionum quAs hAbes in bonis dicti RolAndini Alioquin penam decem librarum iAnue rato mAnente pActo tibi stipulanti promito pro penA vero etc. tali pActo etc. Insuper iuro etc. Testes obertus barberius et mArchesius de camugio et Guillelmus de palereto Actum IAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo tercio Augusti inter terciAm et nonam Eodem die et hora et coram eisdem testibus Ego bertramus filius Iohannis de bertoloto promito et convenio tibi bartolomeo magistro dare et consignAre tibi omnia instrumenta que habeo contra RolAndinum filium quondam Aprilis vel contra eius bona et te iu-vAre et substinere bonA fide et sine fraude Ad petendum raciones quas contra predictum vel eius bona habeo et indicare tibi testes quos scivero Ad predictas raciones petendas esse necessarios Alioquin penam decem librarum iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito prò penA vero etc. tali pacto etc. Insuper iuro corporaliter tactis 176 Anno 1222 sacrosanctis evangeliis Atendere compiere et observAre omnia predicta et in nullo contravenire Testes predicti etc. (IV. 179, 1S0, p.33 v.). CDLVII. — 23 agosto — Protesta di maestro Guglielmo contro il prevosto di S. Lorenzo d Albenga. In presencia infrascriptorum testium mAgister Guillelmus presbiter sancti stephAni iAnue protestatur et dicit oberto preposito sancti laurencii Albinganensis quod ipse paratus est facere sibi racionem plenam de sentencia possessionis quam dicit ipse obertus ipsum presbiterum iniuste tulisse contra ecclesiam suam usque ad medium septembrem proxime venturum et paratus est facere racionem domino mAurino de ini uriis sibi illatis quas dicit idem mAurinus ober-tum com fratribus suis intulisse ipsi mAurino perturbacionem possessionis terrarum quas dictus presbiter Guillelmus Adiudicavit ipsi mAurino et de eo quod dicit idem mAurinus quod faciat ipsum mAu-rinum quiete possidere terras predictas sibi Adiudicatas et hAnc do-nacionem et protestacionem fecit presente dicto oberto et presente Guillelmo vicecomite procuratore mAurini Ί estes presbiter Guillelfnus capellanus sancti stephAni et bartolomeus et viviAnus et ciprianus Actum iAnue in domo in qua habitat gadagius Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo tercio Augusti inter nonam et vesperum (7V. 181, c.34). CDLVIII. — 23 agosto — L'arciprete di Sestri costituisce un procuratore nella curia pontificia. presbiter Iohannes Archipresbiter de sigestro constituit bernAr-dum papiensem suum procuratorem in curia romana Ad impetrandum literas et in iudices consenciendo contra hugonem et paganum canonicos dicte plebis et ut quibuslibet Adversariis suis possit contradicere et obviAre promitens se ratum et firmum habiturum quicquid inde fecerit et non contra venturum in aliquo Testes Rubaldus et mAgister hugo et presbiter Guillelmus de rivarolio canonici IAnuenses Actum ianue in canonica sancti laurencii in camera prepositi dicti Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo tercio Augusti in nocte (N. 182, c. 34). Anno 1222 177 CDLIX. — 24 agosto — I coniugi Giacomina e Ogerio da Vernazza comprano da Guidone de Molo tanta merce per soldi ventuno di genovini, che daranno prima dell’8 settembre. 1 esti Montanario da Santo Ambrosio e Ansaldo de Castello. In Genova, nella casa di Giordano Richerio, dove abitano detti coniugi, prima di terza (N. 183, c.34). CDLX. — «24 agosto — Ambrogio da Orerò per soldi ventotto di proprietà di Druda del qm. Guercio da Car-rodano vende a Giovanni Branchetta un appezzamento di terreno in olco ubi dicitur in oliveto. Testi Lanfranco e prete Giacomo da Orerò. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 184, c.34). CDLXI. — 24 agosto — Oberto Maxanto fa quitanza di lire quattro a Marino, erede del qm. Giovanni, suo figlio, lesti Guglielmo da Quinto, giudice, Alnardo da Lavagna, Bernardo da S. Martino d’Albaro e Vivaldo Craia. In Genova, dove abita detto giudice, fra terza e nona (N. 185, C.34V.). CDLXII. — 24 agosto — I coniugi Vassallo gardator e Altadonna, figlia dei qm. Alberto Pigati e Adalasia, fanno quitanza di somme, ricevute da Rainaldo, figlio di Oberto Bolanno. Testi Rollando Caiolo gardator, Giovanni della valle di Trebbia e Giovanni Negro. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. /9/, c. 33 v.). CDLXIII. — 24 agosto — Villano, canonico di S. Ambrogio,. cede la delegazione, che ebbe dal Pontefice in una lite. VillAnus CAnonicus sancti Ambrosii delegatus Adomino papa in causa que vertitur inter Archipresbiterum de sigestro ex una pArte Ferretto 12 t Anno 1222 et pAganum canonicum eiusdem ecclesie ex alteia com mitit vices suas domino Rainaldo canonico iAnue reservata sibi difinitiva sen-tencia Testes nicola canonicus ianue et presbiter homodeus canonicus sancti Ambrosii et presbiter rogerius capellanus de mesema Actum iAnue in canonica sancti laurencii sub pontili magistri hugonis canonici iAnue millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo quArto Augusti inter vesperum et completorium (N. 186, c. 34 v.). CDLXIV-CDLXV. — 25 agosto — I coniugi Bartolomeo e Giovannetta per lire undici vendono a Mai chesio Be-cario i diritti, che hanno ni terris de deselica II Becario promette che in ogni ottava di Natale di ciascun anno dara soldi cinquanta di genovini, fino alla totale estinzione del de· bito. Testi maestro Ugone, canonico di S. Lorenzo, maestro Bernardo, fratello dell’ospedale di S. Giovanni di Pre, e Guglielmo de Bertigario. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di maestro Ugone, prima di terza (A. 1S7, 188, c. 34V., 35). CDLXVI-CDLXVII. — 25 agosto - Oberto d’Albaro promette che per la festa di S· Andrea dara ad Ansaldo, conte di Lavagna, due libbre d olio e un quartino di castagne vei di per pensione di una terra, che conduce. — Berterio da S. Giulia promette che per il Carnevale darà allo stesso soldi otto di genovini. Teste Guglielmo da S. Giulia. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 192, 193, C.35V.). CDLXVIII. — 26 agosto - Guglielmo da Lavagna accorda la figlia al servizio della moglie di Giovanni Grosso. Ego Iohannes grossus promito et convenio tibi Guillelmo de lavania quod faciam ita et curabo quod uxor mea Iohanna docebit filiam tuam mAiorinam de Arte sua videlicet de oralibus texendis usque Ad Annos sex completos proxime venturos bona fide et sine Anno 1222 179 fraude et non facere ei Aliquam suprapositam Alioquin penam sexa-ginta soldorum iAnue tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Insuper ego dictus Guillelmus promito tibi dicto Iohanni quod faciam ita et cuiabo quod dicta filia mea stabit tecum usque ad dictum terminum causa lAborandi de Arte uxoris tue ut supra dictum est et causa Addiscendi et si forte de domo tua mala voluntate vel de Arte pi edicta Adiscenda se absentaverit promito tibi eam reducere usque ad dies duodecim postquam mihi fuerit nunciatum nisi iusto impedimento i emanserit Alioquin penam quinquaginta soldorum ianue tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Testes Armanus ferrarius et Guirardus comes Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo sexto Augusti inter terciam et nonam (N. 189, c. jj). CDLXIX. — 27 agosto - Sopergia, moglie di Rainerio, fa testamento. Ego sopergia uxor Rainerii contemplacione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem in primis iudico et ordino pro Anima mea soldos decem iAnue de quibus decenum iudico operi ecclesie sancti laurencii et residuum volo quod distribuatur pro Anima et pro fulnere meo in distribucione mAtris mee Anne filios meos Amiguetum et paganinum qui nondum bapticatus est nec christianus mihi heredes equaliter instituo et si forte Aliquis eorum decesserit sine legitimo herede ex se nato substituo ei superstitem et si Ambo decesserint sine legitimo herede ex se nato substituo eis predictam mAtrem meam Annam et si forte mater mea predicta decederet Ante quam filii mei predicti sub stituo eis sorores meas thodescam et viridem equAliter si predicti filii mei decesserint sine legitimo herede ex se nAto ut superius dictum est et hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltifm] volo quod vim Alicuius codicilli obtineAt et omnia testamenta que quondam feci seu ultimas voluntates casso et vacuo et nullius valloris esse iubeo istam vero confirmo Testes lAfrancus scriba et Iohannes de monte et Guillelmus de ruina et Vivaldus de melmio et Iohannes tornator Actum iAnue in domo in qua habitat dicta sopergia Millesimo ducentesimo vicesimo secundo ι8ο Anno 1222 Indictione nona vicesimo septimo Augusti inter tei ci Am et nonam (N. 190, c. jj). CDLXX. — 27 agosto — Adalasia de bruxeto delega con procura Pietro da Reccogardatorem a indui re in possesso sua figlia Luchina dei beni, che le dono in pertineciis de ra-pallo, non ostante si sia riservato per sè l’usufrutto di essi. Testi Giovanni Rosso gardatoiPietro da Piazzalunga garda/o?', Giovanni Testa e Guglielmo da Rapallo. In Genova, dove abitano dette donne; fra terza e nona (N. 194, c. v.). CDLXXI. — 28 agosto — Bertolotto e Nicolò, canonici di S. Lorenzo, sono eletti arbitri. Nos obertus usus mAris et cartagenia uxor hugonis lamellini prò ipso mArito meo cuius procuratrix sum Ad petendum et recipiendum res ipsius sicut continetur in carta inde facta per mAnum Iohannis de galicia ex una parte et bona mater boiAmundi ex Alia super lite et controversia que vertitur in ter nos de bisAnciis viginti in una pArte et de bisanciis sexAginta in alia et de bisanciis quindecim in alia in muscato et de bisanciis quinque in media pecia clAmeloti que bona boiAmundus misit de ultramAre et que nos obertus et cartagenia volumus et petimus deduci in balia nostra pro societate quam nobi-scum habet idem boiAmundus comuni voluntate et consensu eligimus et constituimus vos bertolotum et NicolAm CAnonicos iAnue Arbitros promitentes servare sentenciAm et Arbitrium quod supra controveisia ipsa per racionem promulgabitis et non contravenire in aliquo ullo tempore quod si non fecerimus vel contraveniemus promitimus nos obertus et ego cartagenia prò me et mArito meo hugone tibi predicte bone sti-pulAnti penam librarum quinquaginta et ego predicta bona vobis oberto etcartagenie stipulantibus similiter penAm librarum quinquaginta pro penA vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia nostra bona habita et habenda nobis Ad invicem pignori obligamus AbrenunciAndo nos predicte mulieres iuri ypothecarum et se-nAtui. consulto velleiano et omnii uri quo contra predicta venire pos- Anno 1222 rSx semus facientes hec omnia conscilii domini Ansaldi de orto et dominici quos hic vocamus vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliAtores et Rolandus malocellus et Iohannes lAmilinus Actum lAnue in canonica sancti lAurencii in camera domini bertoloti canonici lAnue millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die vicesimo octavo Augusti Ante terciAm et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. iyj, c. j6). CDLXXII. — 29 agosto — II clero eli Genova elegge i procuratori per trattar la pace tra l’arcivescovo e il comune. Nos Rubaldus prepositus et CApitulum et Abbas sancti syri et sancti donAti et sancte mArie de vineis, et sancti Ambrosii et sancti petri deporta et sancti nAcarii et sancti dalmiani prepositi prò se et universo clero iAnue scandalum et RuinAm iAnuensis ecclesie plurimum metuentes exilio domini Archiepiscopi pAtris nostri venerabilis pAriter compacientes eligimus dominos Abbatem sancti stephAni et bertolotum canonicum iAnue unAnimiter et concordi voluntate ut dicti nuncii Ad predictum dominum Archiepiscopum Accedentes super Acordio etreformAcione pAcis domini Archiepiscopi et comunis diligenter tractent et ipsum Archiepiscopum efficaciter inducant secundum quod eis melius videbitur et utilius domino Archiepiscopo et ecclesie iAnue expedire et specialiter ut dictus Archiepiscopus compromitat in duobus canonicis iAnue quos ipse maluerit eligere qui Arbitri et delegati Ab episcopo et preposito donArum papiensis discordiAm inter Archiepiscopum et comune infra diem certam difiniant Alioquin causa Ad suos iudices redeat difinienda rogantes ipsum dominum Archiepiscopum quAtinus votis et persuAsionibus dictorum nunciorum humiliter Adquiescat Alioquin noverint quod domino pape literas nostras destinabimus quod Absque connivencia et conscilio cleri iAnue dictus Archiepiscopus extra diocesim suAm exulat quem potestas iAnue et comune com honore et quomodo iAnuensis ecclesie et dicti Archiepiscopi 1 Aboravit et voluit multipliciter revocare promitentes nos ratum et firmum habituros quicquid predicti etc. Testes presbiter Αςο canonicus sancte mArie de vineis et frater baldigonus et frater Anselmus monaci sancti syri Actum ianue in claustro sancti lAurencii millesimo lS2 Anno 1222 ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo nono Augusti Ante terciam (N. 196, c. 36). CDLXXIII. — 29 agosto — II clero di Genova elegge i procuratori per appellare alla S. Sede, acciò 1 arcivescovo non lanci la scomunica contro di esso. Nos Rubaldus prepositus et capitulum iAnue et Abbas sancti syri et sancti donati et sancte mArie de vineis et sancti Ambrosii et sancti petri de porta et sancti nA?arii et sancti dalmiAni prepositi constituimus nostros procuratores Abbatem sancti stephAni et berto-lotum canonicum iAnue utrumque in solidum ut nomine suo et totius cleri iAnue possint AppellAre Ad dominum pApAm si eis visum luerit expedire ne dictus Archiepiscopus interdictum vel excomunicacionem qualemcumque contra ipsos faciAt nec clerum iAnue nec litei is nec verbo nec nuncio quia absque conscilio et sciencia iAnuensis cleri recessit A civitate iAnue exulat (sic) cuius discordiAm et comunis comune ipsum per canonicos iAnue quos ipse Archiepiscopus malet eligere voluit terminAri Testes presbiter Aco canonicus sancte mArie de vineis et frater baldiconus et frater Anselmus monaci sancti syi i Actum iAnue in clAustro sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nonA die vicesimo nono Augusti Ante terciam (/V. /97, c.jóv.). CDLXXIV.— 29 agosto — Mozasco de Marza e Bonicio Gaterio costituiscono' una società. Nos mocascus de marca et bonicius gaterius insimul contraimus talem societatem In primis ego dictus mo9ascus promito tibi predicto bonicio dare et permitere tibi Anatali domini proxime venturo usque Ad Annum unum proxime tunc venturum bAncam unAm Ad tondendum pAnnos etunAm forficem et sapressam et unum lAboratorem bonum competentem Ad cacandum et ad facienda alia que in officio tuo fuerint necessAria et solvere tibi medietatem pensionis domi in qua lAboraveris officium tuum et si forte alia expense fient in tuo officio faciendo debeamus comuniter expendere quilibet pro pArte sua que Anno 1222 omnia predicta Atendere compiere et observAre et in nullo contravenire sub pena centum soldorum iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Insuper ego dictus bonicius versa vice promito et convenio tibi predicto moQasco lAborare Artem meam bona fide et sine fraude et dare tibi medietatem de lucro quod inde habuero usque Ad dictum terminum et solvere porcionem meam de eo quod mihi Atingerit de expensis faciendis in dicto officio meo Alioquin penAm centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi sti-pulAnti promito pro pena vero etc. Testes Guido pellipArius et henricus pAnArius et petrus de setara Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo nono Augusti inter vesperum et completorium (N. 198, c. 36 v.). CDLXXV. — 29 agosto — Bonaventura da Palermo dichiara d'aver ricevuto a mutuo una partita di genovini, e di aver dato a mutuo alcuni oggetti. Ego bona ventura de pArermo que maneo iAnue confiteor me Accepisse mutuo gradis Ate presbitero Guillelmo de carignano de tua peccunia propria libras quinque et dimidiAm iAnue Abrenunciando exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas vel totidem pro eis tibi vel tuo certo nuncio dare et redere tibi promito usque Ad festum omnium sanctorum proxime venturum et si terminum vel terminos inde mihi vel alicui pro me produxeris etc. Alioquin penam dupli et dampni et dispendii quod prò dieta peccunia exigendo vel recuperando feceris tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothecarum et omni iuri quo contra predicta venire possem et confiteor predictam peccuniam Accepisse Ate in mense mAdii proxime preterito pro quibus dedi tibi in pignore cultram unam de cindato et garnagiAm unAm de cindato infroratam et unam gar-nagiAm de bruneta com pelle una angelli et mAntellum unum de bruneta com pelle una angelli et tria gasapia et strapunctam unam de lAna et sospitale unum et bodam unam et casiAm unAm com rebus intus positis Tali pActo quod pena commissa liceat tibi tua auctoritate sine decreto consulatus vel pote statis vendere de predictis 184 Anno 1222 pignoribus et de precio ipsorum tuam solucionem assumere sine omni mea contradicione et omnium pro me faciens hec omnia conscilio presbiteri Iohannis prepositi sancti petri de porta et presbiteri Guillelmi canonici sancti donAti quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliatores Actum in calignAno in ecclesia sancti iAcobi de calignAno millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione nonA die vicesimo nono Augusti inter nonam et vesperum (IV. 199, c. j6v.). CDLXXVI. — 31 agosto — I coniugi Berta e Ansaldo dei conti di Lavagna comprano da V assallo de Porcili una quantità di merce per lire venti di genovini, e ricevono dallo stesso in accomandita lire cinque, che il predetto Ansaldo porta fuori a negoziare. Testi Buongiovanni Respetto e Rollando gardator e Rainaldo. In Genova, dove abita detto Vassallo, tra terza e nona (N. 200, c. 37)· CDLXXVII. — 31 agosto — Ido Stancone fa quitanza di lire otto, dovute da Simona, vedova del notaio Raimondo Medici. Testi Guglielmo Gregorii, Fulco de Bosco e Guglielmo Raibo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 201, c. 37). CDLXXVIII-CDLXXIX. — 1 settembre — Il notaio Giovanni da Tortona sposa Verde, le costituisce 1 antifatto, e stabilisce alcuni patti. Ego Iohannes terdonensis notarius confiteor me Accepisse Ate AlAmAno libras quadraginta iAnue pro dotibus sororis tue viridis et uxoris mee de quibus quietum et solutum me voco AbrenunciAndo exceptioni non tradite et non Accepte dotis pro quibus facio tibi do-nacionem nomine Antifacti dicte viridis sororis tue et sponse et uxoris mee recipienti nomine ipsius de tanto in bonis meis habitis et habendis quod bene sit valens libras quAdraginta iAnue Ad habendum tenendum et possidendum tu tuique heredes nomine ipsius viridis Anno 1222 185 et ipsa viridis sine omni mea contradicione meorumque heredum et omnium prò me prò more et consuetudine civitatis iAnue prò qua dote et Antifacto omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto quod si condicio predicte dotis restituende advenerit liceat tibi tua Auctoritate sinc decreto consulatus vel potestatis intrare bona mea quibus malueris et facere ibi extimari ipsam dotem et estimatam tenere et possidere nomine proprietatis et domini Absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium pro me Testes paganus de cucurno iudex et Armanus de malaurea de cucurno et Andreas de 9erli Actum iAnue sub porticu domus domini Archiepiscopi in qua placitatur consul foritanorum dominus ορΐςο salarius Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die primo septembris inter nonam et vesperum Ego AlAmAnus filius quondam pAnis campi convenio et promito tibi Iohanni terdonensi notario dare et solvere tibi per me vel meum nuncium tibi vel tuo nuncio libras triginta iAnue pro dotibus sororis mee viridis et uxoris tue usque od octavam epiphAnie proxime venturam que restant tibi Ad solvendum de libris quadraginta de quibus te vocasti quietum et solutum in carta dotis dicte viridis non obstante tibi Ad petendum dictas libras triginti quod inde te vocasti quietum et solutum sicut in dicta carta dotis continetur Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. confitens me esse mAiorem viginti quinque Annis et iuro corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis Atendere complere et observAre omnia supradicta et in nullo contravenire Et ego dictus Iohannes promito et convenio tibi dicto AlAmAno quod predictas libras triginta ponAm et dabo in emptione quam tenear facere in terra vel domo infra confinia hec scilicet A nervi versus iAnuAm et Abocaneto versus iAnuAm et A strupa versus iAnuAm usque AdmAre et emptionem sive comparam debeo et convenio et promito tibi facere secundum voluntatem et consilium tui AlAmAni et dictA sororis tue Viridis et predictas libras triginta volo quod tenearis mihi solvere nec in potestate mea ponere in predicto termino sed tenearis sicut mihi promisisti supra in predicto termino predictas libras triginta ponere et consignAre et deponere Ad bAncum oberti bancherii et Apud dictum obertum et si eas recipere nolet tenearis eas solvere et deponere 186 Anno 1222 apud Alium bAncherium tutum et eas ibi dimittere donec essemus concordes de comApra predicto modo facienda in lAude estimAtoruni et volo et statuo quod carta facta inter me et te pei mAnum vicedomini notarii facta de libris triginta mihi solvendis sit cassa et vacuA et nullius momenti Et Insuper ego AlamAnus promito et convenio tibi quod non contradicam compAre sive emptioni quam facere volueris si legitima et non fraudolosa fuerit et volo quod lucrum quod per-venerit de dictis libris triginta sit tuum et Ad te levei tatui donec Ad bAnchum steterit et donec fuerint collocati ut supra dictum est Alioquin si contrafecero penam decem librarum iAnue i ato mAnente pacto tibi stipulanti promitto pro pena vero etc. Insuper iuro corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis Atendere complere et observaie omnia supradicta et in nullo contravenire Testes pAganus judex de cucurno et Andreas de ςεΓίΐ et ArmAnus de cucurno de malourea Actum iAnue sub porticu domus domini Archiepiscopi in quA plA-citatur dominus opico salarius consul foritanorum millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die primo septembi is inter nonam et vesperum (N. 202,203, c.3~]v.). CDLXXX. — 2 settembre — Rufino, canonico di Bestagno, si appella al Pontefice. Ego Rufinus CAnonicus plebis de bestagno senciens me gravAtum A sentencia interlocutoria quam tulerunt contra me domini Nicola et symon mAlocellus canonici iAnue et presbiter lafrancus canonicus sancte mArie de vineis a summo pontifice delegati in causa que vei-titur inter me Ab una pArte et presbiterum henricum de monte bono ex Altera super Archipresbiteratu plebis de bestagno pronunciAntes meas non esse Admitendas Ad curiAm romAnam Appello et apelos com istancia peto et Ablegaciones meas peto Autenticari et in publicam formam reduci Testes obertus canonicus plebis montis barucii et dominus Rainaldus canonicus iAnue et nicolosus notarius Ante horam tercie (N. 204, c. 38). CDLXXXI. — 2 settembre — Giovanni Enuraldo, lanaiuolo, compra da Raimondo de Porta una quantità di lana Anno 1222 per lire tredici e soldi nove di genovini, che darà per la festa d Ognissanti. 1 esti Guglielmo Formagiario e Oliverio suo nipote. In Genova, dove abita detto Raimondo, nell’ora di vespro (N. 205, c. 38). CDLXXXII. — 4 settembre — L’arcidiacono della cattedrale commette al rettore di Rovereto una causa di matri-' monio. Nos magister Iohannes dei grada Archidiaconus Ianue licet indignus dilecto Amico presbitero stabili ministro ecclesie de roboreto Salutem in domino de voluntate adalaxie piacentine que se dicit uxorem rodegerii filii baldoini de cagaroto et de voluntate mArini fratris dicti rodegerii procuratoris Anne de rango sicut pAtet per instrumentum publicum factum per mAnum Guillelmi clerici notarii que Anna similiter dicit se esse uxorem dicti rodegerii comitimus vobis ut testes quos ipsA Anna vel dictus eius procurator voluerint producere contra dictam AdalAxiAm recipiatis secundum formam titulorum infra-scriptorum faciendo omnes illas interrogaciones in receptione testium que necessarie et racionabiles sunt ad expressam veritatis inquisi-cionem et noticiam et Ad omne dubium et falsum removendum et eorum testium deposiciones scriptas per manum publicam et clAusas sub sigillo nobis transmittatis dicta vero adalaxia recusavit interrogaciones facere et mitere Ad testes predictos recipiendos et ipsos testes recipiatis in presencia dicte adalaxie vel eius procuratoris An-saldi de curio quem ipsa Adalaxia constituit Ad hec suum procuratorem in presencia infrascriptorum testium Istam vero commissionem vobis facimus quia cognovimus dictam Annam esse gravidam unde non potest Ante nostram presenciam Accedere iAnuam sine periculo sui et partus Tituli sunt isti Testes Anne de rango contra Adala-xiam placentinam Ex eo quod ipse Rodegerius desponsavit in uxorem dictam Annam de rango iam sunt anni VIIII et plus Item Ex eo quod dictus rodegerius stetit com predicta Anna in eadem domo per plures Annos tanquam vir com uxore et eam appellabat uxorem et ipsa eum virum literas vero vobis misimus conscilio et in pre- Anno 1222 sencia dominorum prepositorum sancte mArie de vincis et sancti petri de porta et in presencia presbiteri salamoili et presbiteri pagani canonicorum sancti petri de porta et fratris mathei prioris predica-torum qui sunt iAnue Testes predicti Actum iAnue in claustio sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona ■* die quArto Septembris Ante terciam (/V. 206, c.jS). CDLXXXIII. — 5 settembre — 11 clero di Genova prò mette di osservare ciò che stabiliranno i procuratori eletti per trattar la pace tra l’arcivescovo e il Comune. Nos Rubaldus prepositus iAnue et mAgister Iohannes Archidiaconus pro nobis et capitulo iAnue et Abbas sancti syri et Abbas sancti stephAni et Abbas sancti benigni pro nobis et conventibus nostris et prepositi sancte mArie de castello sancti donati et sancte marie de vineis et santi Ambrosii et sancti petri de porta et sancti dalmiAni et sancti nAcarii prò nobis et capitulis nostris et ministri sancte mArie mAdalene et sancte savine et sancti pAnclAcii et sancti marcelini et sancti luche et santi systi et domnus rogerius monacus sancti bartolomei de fossato prò Abbate suo et fratres sancti michaelis misi A priore suo et prior sancti mAthei et presbiter petrus sancti honorati de castelleto prò priore suo et magister Ramundus minister ecclesie sancti Antonii et presbiter Symon sancte agnetis et fratrer matheus prior predicatorum qui sunt iAnue et presbiter GuAnduIfus canonicus sancti georgii promitimus facere et observare in persona et expensis quicquid procuratores cleri iAnue nobis iniunxerint faciendum super capitulis istis primum et super libertate ecclesie iAnue seu ecclesiarum et statu clericorum mAnuten[en]dis et defendendis Secundum est super reformAcione pacis tractande et faciende inter dominum Archiepiscopum et ecclesiam et comune iAnue Tercium est super scandalo sopiendo orto et orituro inter Archiepiscopum et comune iAnue promitentes nos omnes et singuli nos observaturos quicquid predicti procuratores fecerint seu iniunxerint nobis super iAm dictis ut supra dictum est Alioquin promitimus procuratoribus iAm dictis preter fratrem matheum priorem predicatorum qui sunt iAnue penam librarum quinquaginta iAnue pro quolibet nostrum pro pena Anno 1222 189 vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia nostra bona et dictarum ecclesiarum habita et habenda vobis dictis procuratoribus pignori obligamus procuratores sunt isti Rubaldus prepositus et magister Iohannes Archidiaconus et capitulum iAnue Abbates sancti syri et sancti stephani et prepositi sancti donAti de vineis et sancti petri de porta et sancti ambrosii et sancti dalmiAni et sancti nAcarii Testes fratrer mAtheus prior predicatorum qui sunt iAnue et presbiter hugo capellAnus sancte savine et presbiter Guillelmus capellanus sancti victoris et presbiter Iohannes minor sancte marie madalene Actum iAnue in refetorio sancti lAurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quinto Septembris inter nonam et vesperum (N. 207, c.j8v.). CDXXXIV. — 5 settembre — II clero di Genova elegge un procuratore. Nos Rubaldus prepositus et magister Iohannes Archidiaconus pro nobis et capitulo iAnue et Abbates sancti syri et sancti stephAni et prepositi sancti donAti et sancti Ambrosii et sancti petri et sancti dalmiani et sancti nAgarii pro se et clero iAnue constituimus petrum prepositum sancte mArie de vineis nostrum procuratorem et certum nuncium ut accedat ad episcopum et prepositum sancti iohanis do-nArum papiensis et postulet ab eis com suplicacione ut mAndatum quod dicuntur fecisse per literas suas quibusdam prelatis iAnue super denunciAcione excomunicacionis late in potestatem syndicum et consciliarios iAnue et interdicto servAndo facto sicut dicitur per Archiepiscopum IAnue suspendatur usque Ad Adventum nunciorum potestatis et comunis iAnue pro Appellacione facta per syndicum comunis prosequenda et nunciorum nostrorum pro reformAcione pAcis et scandalo sopiendo inter Archiepiscopum et comune et hoc postulet procurator quiA nuncios com velocitate expectamus et propter alias iustas causas racionabiles quas procurator iAm dictus vive vocis officio iAm dictis iudicibus Assi-gnAbit et si forte suspendere noluerint mAndatum predictum procurator iAmdictus Appellet Ad dominum papAm Ab Ambobus iudicibus si simul fuerint vel asingulis si simul non fuerint promitentes nos Anno 1222 ψ ratum et firmum habituros quicquid dictus procuratoi fecerit in predictis et non contraventuros Testes presbiter Symon minister ecclesie sancte Agnetis et presbyter Guillelmus minister ecclesie sancte crucis Actum iAnue in refectorio sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quinto Septembris inter nonam et vesperum (N. 209, c. jy). CDLXXXV-CDLXXXVII. — 5 settembre — L’arciprete di Sestri elegge tre procuratori. Ego Iohannes Archipresbiter plebis sigestri constituo te presbiterum viviAnum prepositum sancti Ambrosii procuratorem meum et certum nuncium Ad audiendum iurare testes quos pioduceievoluerit presbiter rolandus canonicus sancti petri de porta in causa que vertitur inter me et ipsum super facto canonicatus ecclesie iAnue et quod possit testes meos producere in predicta causa et titulos meos porigere et omnia necessaria facere que fuerint in predicta causa necessarie faciende promitens me ratum et firmum habiturum quicquid in predictis vel supra iAm dictis vel occasione eorum feceritis et non contravenire Testes Ansaldus de sesto et hugo serviens magistri hugonis predicti Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera magistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quinto Septembris inter nonam et vesperum Ego presbiter Iohannes Archipresbiter pleplis (sic) de sigestro constituo te presbiterum Symonem canonicum sancti donati meum procuratorem et certum nuncium in causis quas habeo com hugone et pagano et presbitero petro canonicis dicte plebis sub exAmine dominorum Abbatis et prioris sancti stephAni delegatorum et domini bertoloti subdelegati A priore de librora et in causa similiter que vertitur inter me et paganum canonicum dicte plebis promitens me ratum et firmum habiturum quicquid feceritis in predictis causis in respondendo vel opponendo vel alio quocumque modo Festes obertus sancti donati et rufinus subcustos sancti lAurencii Actum iAnue in ecclesia sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto septembris Ante terciAm Ego Archipresbiter de sigestro constituo presbiterum Guillelmum Anno 1222 I9I de rivAiolio canonicum iAnue meum procuratorem et certum nuncium Ad impetrandum literas in curia romana et contradicendum cuilibet Adversatio meo volenti contra me literas impetrare et omnia facere sicut egomet possem promitens me ratum et firmum habiturum quicquid dictus procurator fecerit in predictis vel occasione predictorum Testes presbiter symo canonicus sancti donati et obertus de sancto donato et Rufinus subcustos sancti laurencii Actum iAnue in ecclesia sancti lAurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto septembris Ante terciAm (N. 211, 212, 21η, c. 39 v., 40). CDXXXVIII. — 6 settembre — II clero di Genova elegge un procuratore nella curia pontifìcia. Nos Rubaldus prepositus et magister Iohannes Archidiaconus pro nobis et capitulo iAnue et daniel sancti syri et Ramundus sancti stephani Abbates et ArmAnus sancti donAti et Iohannes sancti petri de porta et viviAnus sancti Ambrosii et Rubaldus sancti dalmiAni et conradus sancti nAcarii prepositi pro nobis et capitulis conventibus et collegiis nostris et clero iAnue et eorum consensu et voluntate constituimus te presbiterum Guillelmum de rivarolio canonicum iAnue presentem et recipientem syndicum et procuratorem nostrum in curia romAna Ad hoc scilicet ut ibidem in curia romAna apud dominum pApAm studeas promovere et procurare ea que spectant ad libertatem iAnuensis ecclesie conservAndam et pAcem et concordiam inter Archiepiscopum et comune iAnue reformandam et specialiter ad petendum provisorem Adomino papa qui de latere ipsius Adpar-tes iAnue Accedens scandalum et controversias que inter Archiepiscopum et comune vertuntur et inter clerum iAnue et Archiepiscopum occasione excomunicacionis et interdicti quibus dicit ipsum clerum vel aliquos de clero esse ligatos debeat examinare si opus fuerit et fine debito terminare et clericis iAnue providere si forte oportebit eos pro iAm dictis discordiis exulare si vero provisorem obtinere non poteris iudices super iAm dictis comissionem Asede Apostolica impetrabis Insuper etiam ut contradicere possis omnibus personis que contra nos vel Aliquem nostrum vel ecclesiam iAnue vellent literas impetrare et cetera liceat tibi facere que nobis clero et ecclesie 192 Anno 1222 iAnue videris expedire promitentes nos ratum et firmum habituros quicquid super iAmdictis feceris et non contraventuros Insuper ego quoque presbiter Guillelmus iAmdictus tactis sacro sanctis evangeliis predictam procuracionem Ame receptam et a vobis mihi impositam bona fide gerere et complere sicut ad comodum et utilitatem iAnuen-sis ecclesie mihi melius visum fuerit expedire Testes pAganus et Ro-landus presbiteri canonici sancti petri de porta et presbitei Andreas canevarius sancti lAurencii Actum iAnue in refectorio sancti lAurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto septembris in hora tercie (N. 210, c. 39). CDXXXIX. — 6 settembre — II custode e il canevario di S. Lorenzo costituiscono un procuratore nella curia pontificia. Nos presbiter Albertus custos sancti lAurencii et presbiter Andreas canevArius sancti lAurencii constituimus nostros procuratores et certos nuncios Archipresbiterum de lAvAnia et bartolomeum eius servientem quemlibet in solidum Ad impetrandum literas in curia romana pro nobis et contradicendum cuilibet adversario nostro volenti contra nos literas impetrare vel aliquem nostrum promitentes nos ratum et firmum habituros quicquid predicti procuratores fecerint in predictis Testes vicinus et presbiter Guillelmus de rivArolio et Archipresbiter de ceranisi Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die sexto Septembris inter nonam et vesperum (N. 218, c. 4°)· CDXC-CDXIV. — 6 settembre—Sibilina del qm. Bonifacio de Redoano per pura donazione inter vivos dà allo zio Maurino de Platealonga, alla di lui moglie Adalaxia ed ai loro figli Isaia; Bonifacio e Guillieta alcuni diritti sopra una casa già di spettanza del qm. Giordano de Michaele. Testi Giò-vanni Astesano da S. Donato, Ottone Bercio, Isembardo Pur-purerio e Nicoloso speziale. In Genova, in Piazzalunga, nella casa di detto Maurino, tra vespro e compieta (N. 220, 221, 222, 223, 224, c. 4ov., 41). Anno 1222 ί 93 ^uav. - η settembre - Il canonico Guglielmo da ivaro o cede la delegazione, che ebbe dal Pontefice in una lite. Ego piesbiter Guillelmus de rivarolio canonicus iAnue delegatus com Aichidiacono in questione que vertitur inter presbiterum 1A-fiancum de strupa et Archipresbiterum de rovegio sicut in comis-sione domini pape continetur delego vices meas Archidiacono iAnue colle&e meo ut causam exAminet et difiniat promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerit in predicta causa predictus Ar-chidiAconus Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera magistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die septimo Septembris Ante tereiAm Testes magister hugo canonicus lAnue et presbiter RolAndus de marasio (N. 215, c. 40). CDXCVI. — 7 settembre — L'arciprete di Ceranesi costituisce due procuratori. Ego Obertus Archipresbiter plebis dè celAnisi constituo meos piocuratores Archipresbiterum de lavAnia et bertolomeum eius servientem et mArtinum servientem presbiteri Guillelmi de rivArolio canonici iAnue Ad impetrandum literas in curia romAna et contradicendum cuilibet volenti contra me literas impetrare promitens me ratum et firmum habiturum quicquid dicti procuratores vel unus ipsorum fecerit in predictis Testes presbiter Guillelmus derivArolio canonicus iAnue et presbiter Guillelmus et presbiter hugo canonici sancti georgii actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo secundo Indictione nona die [septimo] septembris inter nonam et vesperum (N. 216, c. 40). CDXCVII. — 7 settembre — Verde da Savona dichiara che Simone de Carlo non è suo marito. Ego viridis de saona in presencia infrascriptorum testium protestor et confiteor quod ego non movi nec feci illAm requisicionem quAm feci coram domino magistro lohanne Archidiacono iAnue contra Ferretto 15 194 Anno 1222 te symonem de cario ex eo quod dicebam te esse virum meum de iure nisi hodio et mala voluntate quam habeban, versus te et Insù-per confiteor quod tu non es vir meus nec unquam fnist, nec ego Luxor tua et iuro corporaliter tactis sacro sanctis evAngellis ita esse verum ut superius dictum est in omnibus et per omma Testes Rubaldus de orto et lA?arius de sancto Ambrosio et octo ne sudacasa de rapallo et octo filius predicti rubaldi Actum iAnue ,n domo pre-dicti rubaldi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die septimo septembris inter nonam et vesperum (Λ si,, c. 4»). CDXCVIII- — 7 settembre — I canonici di S. Gioì gio eleggono due procuratori. Nos presbiter Guillelmus et presbiter hugo CAnonici sancti georgii constituimus vos Archipresbiterum de lAvAnia et eius servientem bartolomeum et mArtinum servientem presbiteri Guillelmi de rivarolio canonici iAnue quemlibet in solidum vel per se nostros procuiatores et certos nuncios in curia romAna Ad impetrandas literas prò nob.s et contradicendum quibuslibet volentibus contra nos vel 'aliquem no-strum literas impetrare promitentes nos ratum et firmum habituri quicquid fecerint predicti procuratores in predictis et non contraven u-ros Testes presbiter Guillelmus de rivarolio et obertus ^dnpres-biter de celanisi Actum iAnue sub domo olivern notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die septimo septembus inter nonam et vesperum (N. 214, c. 40). CDXCIX. — 7 settembre — I priori dell’ordine di Mor-tara approvano la procura del 5 settembre. Item septimo die septembris coram testibus infrascriptis frater Guillelmus prior sancti Iohannis de pavarano pro se et prioribus sancti theodori et sancte mArie de Albario et sancte mArie de granarono et sancte mArie de monte consensit et Approbavit omnia que continentur in supra scripto instrumento Testes presbiter RolAndus sancti petri de porta canonicus et hugo canonicus plebis de sigestro Actum iAnue in clAustro sancti laurencii (N. 208, c. 39). Anno 1222 8 settembre - Ogerio da Vernala costituisce due piocuiaton nella curia pontificia. gerìus de avernacia constituo meos procuratores et certos nuncios Archipresbiterum de lAvAnia et bartolomeum eius servientem petrandum liteias in curia romana et contradicendum et ad faciendum sicutegometpossem promitens meratum et firmum habitui um qnicquid fecerint predicti procuratores in predictis Testes peti us gaidatoi de plAtea lunga et merius clAvonerius Actum iAnue sub domo olivei ii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die octavo septembris Ante terciAm (N. 219, c. 40 v). 10 settembre — Ricordo delle scuole di maestro Bartolomeo. Ego Guillelmus oriolus marsiliensis promito et convenio vobis pacano et Ansaldo sporta iudicibus dare et sol vere cuilibet vestrum soldos triginta ti es et denarios quAtuor prosalArio cause quAm movet conti a me bonaguia nomine suo et nomine sociorum suorum et hoc quando causa illA finita fuerit per sentenciAm vel Accordium et si forte quod Absit Amiterem dictam causa promito vobis dare secundum consuetudinem iAnue Insuper promito vobis quod non exeam de ìAnua quod non redeam eadem die donec satisfaciAm vobis de piedictis denariis ad voluntatem vestram Alioquin penam dupli vobis stipulantibus promito pro pena vero etc. Insuper iuro corporaliter atendei e et obseivare omnia predicta Testes Guillelmus picius et Aiduimus Ascerius Actum IAnue ante ecclesiam sancti laurentii ante scolas magistri Bartolomei Millesimo ducentesimo vigesimo secundo Indictione nona die decimo septembris inter nonam et vesperum (N.22J, c. 41 v.). DII. — 12 settembre — Guglielmo Rozia dà in locazione per lo spazio di dieci anni a Giacomo ed a Vassallo, enti ambi di Casamavari, un pezzo di terra que est in villa Casamavan nbi dicitur li passagi cui coheret superius via inferius conductus Aque Ab uno latere terra henrici baratcrii ι96 ·Αάηο iaa».......................................................................... et Ab alio terra hospitalis sancti Iohannis Item aliam peciam in eadem villa ubi dicitur lo pastenus ubi sunt castanee. L an-nua prestazione sarà di soldi quindici di genovini solvibili tra lottava di Natale. Testi Villano da Murta e Marchesio Elefanto. . . .. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 226, c.4iv.). DUI. - 12 settembre - Botacio de Stataria riceve a mutuo da Guglielmo da Lavagna, suo nipote, soldi quaranta di genovini, che restituirà per la Pasqua, lesti Rubaldo de Itaria e Bonvassallo cie Mari. In Genova c. s., tra nona e vespro (N. 227, c. 4™.). DIV. — 13 settembre — Alessandro de ^ Sigestro e Giovanni Quatuoruxerres ricevono a mutuo da Oliveno, scrivano, lire dieci di genovini, che restituiranno prima e-l’ottava di Natale. Testi Guido Piloso, Guido de Molo e Oberto Barberio. In Genova c.s., prima di terza (N. 228, c. 4rv.). DV _ I4 settembre — Ambrosio Caldera riceve una partita di genovini in accomandita, che porta in Oriente. Ego Ambrosius caldera confiteor me Accepisse in Accomendacio-ne A te villAno CAnonico sancti Ambrosii iAnue libras decem lAnue iussu et voluntate et in presencia manfredi patris mei Abrenuncians exceptioni non solute et non accepte peccunie quas deo propicio debeo por tAre ultramAre causa negociandi et inde quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licendam mitendi tibi exhis iAnuam com testibus quam pArtem voluero Ante me et post me et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero vel contrafactum fuerit penam dupli et dampni Anno 1222 τ97 et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. 1 estes presbiter homodeus et petrus ferrarius Actum iAnue in clAu-stro sancti Ambrosii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die quatuordecimo Septembris Ante terciAm (N. 229, c. 42). DVI. — 15 settembre — Torgna, vedova di Gandolfo de Crosigia, dona ad Orsa, moglie di Rainaldo de Rainerio, ogni diritto e ragione, che le compete in pertinen-tiis de camugio prope fosatum de murtedo et subtus celagum, confinante colla terra di Amico de Navone e di Giovanni Vezzoso. Testi Bonsignore de Rainerio, Giovanni da Ca-mogli e Bonvassallo Cararia. In Genova nella casa di Ursa, prima di terza (N. 230, c. 42). DVII. — 15 settembre — Festa da Cremona costituisce un procuratore. Ego festa de cremona serviens domini Amici streiAporci con- 1 stituo te musum de costa mAgnameum procuratorem et certum nuncium Ad petendum et exigendum et recuperandum Apontremulo qui mAnet Apud tripulum unum canonum Auri quem pono in bisancio uno et dimidio et bisAncios tres Auri vel vAlens et sacos tres quos pono in medio bisncio que omnia dimisi dicto pontremulo in custodia ut possis Agere et experiri excipere et replicare et omnia facere sicut egomet possem et etiam iurare super Anima mea ita verum esse in omnibus et per omnia promitens me ratum et firmum habiturum quicquid feceris in predictis et non contraventurum in aliquo Testes domingus et pastorellus de donato Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione • nona die quintodecimo Septembris in hora tercie (Λ. 231, c. 42). DVIII. — 17 settembre — Bonsignore de Rainerio loca una terra in Camogli. Anno 1222 Ego bonus segnorus de rainerio loco et concedo tibi Iohanni ve9oso peciam unam terre quam habeo in camugio ubi dicitur curia iuxta terram fratrum meorum com medietate unius domus ibi supraposite Tali modo quod tu debeas inde dare et solvere mihi vel meo certo nuncio soldos vigenti octo iAnue singulis Annis usque Ad Annos quAtuor proxime venturos per octavam nAtalis domini et facere ibi sex opera AnnuAtim usque ad dictos quAtuor Annos pastinAndo ibi vineam et ficus et olivas et AliAs Arbores ibi magis convenientes et predictam terram meliorare et non deteriorare usque ad dictum terminum quAm terram com medietate domus predicte ego dictus bonus segnorus semper legitime defendere et Autori9are Abomni persona et non impedire nec subtrahere nec pensionem Accrescere usque Ad dictum terminum sub penA centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro penA etc. Testes guirardus cremonensis et hugo de bobio qui stat com domingo Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo septimo septembris Ante terciam (N. 232, c. 42 v.). J3IX _ ιη settembre — Giovanni Grasso del Bisa-gno riceve dalla sposa Guglielmetta lire tre di genovini in acconto di lire dodici promesse in dote. Testi Guirardo Calder ar ius e Oberto fiellifiarius. In Genova, in domo Gnilelmi calderoni, tra tei za e nona (A''. 232 bis, c. 42v.). DX. — 17 settembre — Aiegra, vedova di Rubaldo de Villa dona tra i vivi ad Aldana, vedova di Natale, la metà delle cose, diritti e possessi, che potrà ricuperare da Giacomo da Paravagna e da Arnaldo da Struppa. Testi Oberto Parasaco, ministro dell'ospedale di S. Stefano, Guglielmo bereterius, Rogerio da Fiaccone, e Pagano da Cogorno, giudice. In Genova, sotto il portico del palazzo dell arcivescovo, in qua placilatur dominus opigo consul foritanorum, tra nona e vespro (N. 233, C.42V.). DXI. — 17 settembre — Il ministro dell'ospedale di S. Stefano e Rogerio da Fiaccone si dividono alcure terre. Anno 1222 199 Nos obertus pArasacus minister hospitalis sancti stephAni voluntate et in presencia stephAni Caneph et boni Iohannis fratrum dicti hospitalis et mabilie Adalaxie et symone sororum mearum ex una parte nomine dicti hospitalis et Rogerius de fracono nomine lohAnnete filie quondam resonAti cu ius tutor sum ex Altera facimus divisionem comuni voluntate et Acordio de terris infrascriptis nomine dicti hospitalis et diete Ioannete In primis invenit in pArte predicto hospitali peciA unA terrA castagneti que est in valle sambuci cui coheret superius terra hospitalis de fracono et consortum et Ab uno latere similiter et inferius fosatus et Ab alio terra heredum quondam Rubaldi galli Item pervenerunt dicto hospitali omnia foresta que stephAnus caneph solebat tenere et possidere in felegio plAno in botacolis et in carpeneis et da-lemelle et ubi dicitur castellum de campo de dalbatore et ubi dicitur terra rubea Item predicto Rogerio similiter nomine dicte Iohannete pervenit pecia una terre que est in ceta ubi dicitur bedole cui coheret superius consta montis de ceta inferius strata publica Ab uno latere terra ecclesie de fracono Ab Alio terra heredum quondam Anselmi xAquati Item pervenit dicto rogerio nomine dicte Iohannete peciA una castagneti et piati ubi dicitur linovellei cui coheret superius terra ecclesie sancti gregorii de ceta et inferius fossatus de novellei et Ab uno latere terra rolerii galli et ab alio latere terra rubaldi cave$arii Item pervenit dicto rogerio nomine dicte Iohenete totum illud quod tenebat et possidebat stephAnus caneph 111 novelleis citra fosatum de noveleis et ultra Item pervenit dicto Rogerio nomine Ioha-nete domus una com iAusura que est circa domum cui domui coheret et iAusure Ante via Ab uno latere terra rufini A tercio terra bel-trami et IohAnnini et a quArto latere via QuAm divisionem ratam et firmam habere et tenere et non impedire nec subtrahere sed semper legitime defendere et autorigare Ab omni persona sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens contrafactum fuerit rata mAnente dicta divissione Ad invicem nos stipulantibus promitimus pro pena vero te pro omnibus supradictis Atendendis et observAndis ego predictus obertus omnia bona dicti hospitalis et ego dictus rogerius omnia bona dicte Iohannete nobis Ad invicem pignori obligamus possessionem et dominium unus Alteri ad invicem nobis confitemur nos tradidisse Testes Ansaldus bavArascus et lofredus et Rubaldus 200 Anno 1222 fornArius Actum iAnue in hospitali sancti stephAni millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nonA die decimo septimo septembris in hora vesperi et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris [N. 234, c. 43). DXII-DXIII. —19 settembre — Quattro mercanti romani, a nome del pontefice Onorio III, ricevono alcune somme, che il lessato apostolico, tornando dalla Sardegna avea depositate presso i canonici di S. Lorenzo. Nos LAurencius salAmonus et Iohannes gregorius cives romAni unA confitemur Accepisse et habuisse libras trecentas iAnuinorum denariorum minutorum A vobis presbitero Guillelmo sAciista et presbitero 1A fra neo canonicis iAnue et Capitulo IAnuensi AbrenunciAndo exceptioni non solute et non Accepte peccunie que sunt de libris mille et septuAginta septem et soldos quindecim minutorum quas mAgister bertolomeus CApellAnus domini pape rediens de legacione sar-dinie deposuit penes prepositum et capitulum iAnue in pondere et Adpondus iAnuensium caciarum et hoc dederunt nobis dicti presbiteri Guillelmus et lAfrancus et CApitulum iAnue propter mAndatum et literas domini pApe tenor quarum talis est honorius episcopus servus servorum dei Dilectis filiis preposito et CApitulo iAnue Salutem et Apo-stolicam benedicionem preseneiurn vobis Auctoritate mAndamus quatinus de mille et septuAginta septem libris et quindecim solidis iAnue minutorum in pondere. Ad pondus iAnuensium casiarum et triginta duobus solidis iAnuensium grossorum in numero Ac duodecim libris et octo unciis minus quArtam iAnuensium grossorum in pondere et triginta unum obolis macamutinorum et quAtuormacamutinis duplicibus que dilectus filius magister bartholomeus Capellanus noster rediens de legacione sardiniepenes vos deposuit LAurencio sAIamoni et Iohanni grego-rii civibus romanis lAtoribus presentium trecentas libras iAnue minutorum sine dificultate aliqua integre Assignetis provideatis Attencius ne solucio eiusdem peccunie Aliquatenus differatur quia camera nostra inde posset incurere detrimentum com eidem sit Ab eisdem civibus de pretaxata peccunia integre satisfactum Datum laterani IIII Idus Aprilis pontificatus nostri Anno septimo promitentes vobis predictis Anno 1222 201 presbiteris Guillelmo et lAfranco et CApitulo iAnue quod de cetero de predictis libris trecentis nullam faciemus requisicionem vobis nec alicui pro vobis nec capitulo iAnuenec per dominum papam seu per curiAm romAnam et si dominus papa vel aliquis pro curia predictam peccuniAm A vobis exigeret vel a capitulo iAnue vel a quoquam pro vobis prestabimus vos indempnes omni tempore Alioquin penam dupli de quanto fuerit contrafactum vobis et capitulo i Anue stipulantibus promitimus pro pena vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia nostra bona habita et habenda vobis et capitulo i Anue pignori obligamus tali pacto quod pena etc. Testes presbiter homodeus CAnonicus sancti Ambrosii et presbiter mArtinus custos sancti laurencii et obertus serviens presbiteri Guillelmi sacriste et Nicolaus detesalve et paulus iohannis stephAni cives romani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo nono septembris Ante terciAm Actum iAnue in sacristia sancti lAurencii Nos NicolAus detesalve et paulus Iohannis stephAni cives romAni una confitemur nos Accepisse A vobis presbiteris Guillelmo sacrista et lAfranco et capitulo iAnue libras trecentas triginti iAnue minutorum AbrenunciAndo exceptioni non solute et non accepte peccunie que sunt de Mille et septuAginta septeni libris et quindecim solidis IAnue minutorum in pondere Ad pondus iAnuensium cA9ÌArum et triginti duobus solidis iAnuensium grossorum in numero Ac duodecim libris et octo unciis minus quArta iAnuensium grossorum in pondere et triginta unum obolis mA9amutinorum et quatuor ma9amutinis duplicibus que dilectus filius magisterbArtholomeus cApellAnus noster rediens de legatione sardenie deposuit penes prepositum et capitulum iAnue in pondere et Ad pondus iAnuensium caciArum et hoc dedistis nobis predicti presbiteri Guillelmus et lAfrancus et capitulum i Anue propter mAndatum et literas domini pape tenor quArum talis est honorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis preposito et Capitulo iAnue Salutem et Apostolicam benedictionem preseneiurn vobis Auctoritate MAndamus quAtinus de mille et septuaginta septem libris et quindecim solidis iAnuensium minutorum in pondere Ad pondus iAnuen-sium ca£Ìarum et triginta duobus solidis iAnuensium grossorum in numero Ac duodecim libris et octo unciis minus quArta iAnuensium grossorum et triginta unum obolis mAcamutinorum et quAtuor mA- 202 Anno 1222 9amutinis duplicibus que dilectus filius mAgister bai tolomeus Capel-lAnus noster rediens de legacione sardinie penes vos deposuit Ni-colAo filio Nicolay deus tesalvet et paulo Iohannis StephAni Civibus romAnis lAtoribus preseneiurn trecentas et triginta libras lanuensium minutorum sine dificultate Aliqua integre assignetis provideatis Autem Attencius ne solucio eiusdem peccunie AliquAtenus differatur quiA camera nostra inde posset incurere detrimentum Com eidem sit Ab eisdem civibus de pretaxata peccunia integre satisfactum Datum laterani IIII Idus Septembris pontificatus nostri Anno septimo promitentes vobis predictis presbitero Guillelmo et lafranco canonicis iAnue et CApitulo iAnue quod de cetero de predictis libi is tiecentis triginta nullAm faciemus requisicionem vobis ne alicui pro vobis nec capitulo iAnue nec per dominum pApam seu per curiam romAnam et si dominus papa etc. etc.. Testes presbiter homodeus CAnonicus sancti Ambrosii et presbiter mArtinus custos sancti laurencii et obertus clericus serviens presbiteri Guillelmi sacriste et lAurencius sala-monus et Iohannes gregorii cives romAni Actum in sacristia sancti lAurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo nono septembris Ante terciAm (N. 235, 236, c. 43ν·> 44)· DXIV. — 19 settembre — Raimondo da Ventimi-glia, giudice, promette di restituire a Giacoma, moglie di Si-mone Tornello, la terra sopra cui ha cominciato ad edificare, purché tra un mese gli sborsi le spese già fatte. I esti Ingo Tornello, seniore, Nicoloso figlio di Ottobono della Croce, e Ottobono Tornello. In Genova, dove abita detta Giacoma, fra terza e nona (N. 237, c. 44). DXV. — 19 settembre — Giovanni de Vilimercato e Viviano da Como, lanaiuoli e cittadini di Genova, comprano da Raimondo de Porta una quantità di lana per lire tredici, che daranno per la festa di S. Martino. Testi prete Omodeo, canonico di S. Ambrogio, e Bonaventura. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 238, c. 44 v.). Anno 1222 20; DXVI. — settembre — Benvenuta costituisce un procuratore. Ego benevenuta uxor quondam Guillelmi de sancto donAto constituo dominum Anfusium ArchAntum Absentem meum procuratorem et certum nuncium Ad petendum et recuperandum et recipiendum peccumam illam quam vir meus quondam tempore mortis ahbebat (sic) Apud se in Acri vel alias in illis pertinendis et quam dicitur habuisse obertus ferrarius de suselia ut dictus procurator possit Agere et experiri excipere et replicare et omnia facere que Ad dictam pecuniam exigendam vel recuperandam necesse fuerit contra dictum obertum ferarium et quaslibet Alias personas detinentes de bonis Aliquid quondam predicti viri mei promitens me ratam et firmam habituram quicquid fecerit predictus procurator in predictis et non con-traventuram in aliquo Testes obertus bonifatius et ogerius pAnis et obertus filius octoboni de cruce Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die decimo septembris post vesperum [N. 239, C.44V.). DXVII. — 20 settembre — Ugone Fornari, eletto arbitro in una lite, pronuncia la sentenza. Ego hugo fornArius ellectus et constitutus Arbiter compromissarius de controversia que vertitur^et vertebatur inter lafrancum filium quondam caprine ex una pArte et IAcobam et montanAriAm sorores et filias quondam Ansaldi gambarelli ex Altera ex eo videlicet quod dicte mulieres petebant a dicto lAfranco si possidebat totum hedificium unius domus cum iure soli sicut continetur in lAmenta-cione inde facta que talis est IAcoba et montanAriA filie quondam Ansaldi gambarelli Auctoritate curatoris sui Iohannis de pecagno Agunt contra lAfrancum filium quondam caprine et petunt Abeo si possidet totum hedificium unius domus cum iure soli quod est in fosatello super terra sancti syri positum cui coheret Antea carubium et retro texenda Ab uno lAtere domus Anseimi de canAli Ab alio domus perone et viri eius Ideo quia dictum hedificium dicte domus cum iure soli fuit quondam lAndulfi corsi qui lAndulfus dictum hedi- 204 Anno 1222 fìcium cum iure soli donAvit predicto Ansaldo quondam et quiA dieta Iacoba et montanAriA sunt heredes dicti quondam Ansaldi patris earum Ideo Agunt et petunt ut supra et omni iure quo uti possunt et ponunt in libris decem iAnue pro pignore bAndi visis racionibus positionibus testibus Allegationibus et instrumentis utriusque partis et diligenter inspectis et super his habito conscilio sapientis videlicet domini conraldi de oldanis iudicis et vicarii domini spini de susina (sic) potestatis iAnue et celebrato quoque solempniter coiibcilio sapientis predicti et prestitis iuramentis ab utraque pArte ut in ipso conscilio continetur quod tale est Super peticione quam faciunt IA-coba et montanAria filie quondam Ansaldi gambaielli Auctoritate curatoris sui Iohannis de pecagno quA Agunt contra lAfrAncum filium quondam caprine et quA petunt Ab eo si possidet totum hedificium unius domus cum iure quod est in fosatello super terra sancti syri positum cui coheret ab uno lAtere carubium et retio trexenda Ab uno latere domus Anseimi de canali et ab alio domus perone et viri eius et cetera Ego hugo fornArius arbiter compromissarius et consensu pArcium electus habito conscilio sapientis scilicet domini Conraldi de oldanis iudicis et vicarii domini spini de sina (sic) potestatis iAnue defero sacrAmentum predictis IAcobe et montanArie si pubeies sunt vel si non sunt puberes dicto Iohanni curatori earum vel Alii vdonee persone pro eis ut iurent quod medietas hedificii predicti cum iure soli in qua confessus est lafrancus predictum lAndulfum corsum stetisse pertinet sibi iure dominii quo sacramento delAto et prestito condempno prefactum lafrancum ut restituat eisdem sororibus seu dicto Iohanni curatori earum nomine earum dictam medietatem predicti hedificii cum iure soli Super Alia vero medietate de qua confesse sunt predicte sorores iAm dictam ^aprinam habuisse pensionem defero sacramentum dicto lAfranco ut iuret quod illA medietas hedificii cum iure soli non est ipsarum IAcobe et montanArie in toto nec in parte nec eis pertinet quo sacramento delAto et Ab eo prestito absolvo eum Adicta medietate In presencia dicti lAfranci et vicini mariti predicte Iacobe et procuratoris ipsius et montanArie dicte in predicta causa coram me firmiter Ab eisdem mulieribus et lohanne de pe?agno curatore earum constituti et ordinAti volens observAre predictum conscilium lAudo pronuncio et Affirmo ut in dicto Anno 1222 20) conscilio predicti sapientis continetur discernendo ipsi lAfranco pro medietate dicti hedificii voluntate et consensu sui et dicti vicini procuratoris ipsarum mulierum medietatem superiorem predicti hedificii versus occidentem sicut determinata est per pArietem positum in medio dicti hedificii et Aliam medietatem dicto vicino nomine ipsA-rum mulierum versus orientem sicut determinAta est per pArietem dictum Ita quod dictus pAries sit comuni utriusque pArtis precipiendo dicto lafranco et vicino nomine ipsarum mulierum sub pena lAta in compromisso inde facto per mAnum salmoni notarii Atendere complere et observAre omnia supradicta et in nullo contravenire sed inde stare et permAnere taciti et contenti debeant et quod de cetero nullAm litem vel controversiam seu molestiAm unus versus Alterum faci At nec fieri faciAt nec conseciat inmediate dicti hedificii utrique pArti superius designAta nec occasione predicti hedificii sed utraque pArs de sua pArte sibi superius AssignAta stare et permanere tacita et contenta debeat unde utrique pArti de sua iusticia providens lAudo pronuncio et affirmo ut superius dictum est presente lAfranco et vicino curante pro dictis mulieribus puberibus Testes baldiijonus for-narius et Arduinus de molA9ana et thomas Gallelus Astensis Actum iAnue in contrata fornAriorum sub porticu domus sancti petri de mesema Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo septembris inter nonAm et vesperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris facta est ista carta pro utraque pArte {N. 240, P.44V.). DXVIII-DXIX. — 20 settembre — Raimondo de Porta sancti Andree vende a Mozasco da Marza un quantità di lana per lire otto e soldi sei di genovini, ed a Giacomo da Como una quantità per lire sei e soldi sei, che riscuoterà per la festa di S. Martino. Testi Bartolomeo de Costa, Bonaventura e Viviano da Varese. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio (N. 241, 242, c. 45). DXX. — 21 settembre — Pietro de la menga compra da Raimondo de Porta una partita di lana per soldi cinquan- 20Ó Anno 1222 taquattro di genovini, che darà per la festa di S. Martino, prestando garanzia Giacomo da Como. I esti Oberto de Bro-gio, Tealdo e Margio. In Genova, c. s. (N. 243, c. 45 v.). DXXI-DXXVI. — 22 settembre — Richelda, vedova di Rollando Belmosto, e Rubaldo e Ottone, suoi figliuoli, vendono per lire cinque ad Accorso del qm. Baiamonte de Cella un pezzo di terra in cella cui coheret ab una parte 1 ipa mai is a secunda via a tercia terra Ansaldi borselle a quarta ten a sancti georgii. — Gli stessi vendono per lire diciotto a Giovanni, figlio di Ottone de Mari e ad Arnaldo Gainbeclecane tutto il podere, che teneva Guglielma Mazacaneva a nome di Bei-mosto, Matteo e Simone, altri figliuoli del qm. Rollando Bei-mosto, in finestredo ubi dicitur podium et in claviolis pi esso i fossati sandalascus e celascus. — Gli stessi vendono per lire cinque a Vicineto del qm. Riberto de Maraboto ciò che pos-sedono in summovigo. — Gli stessi vendono pei lire sei a Gandolfo del qm. Martino de Puzolio e ad Oberto Blancardo del qm. Ansaldo Forenzardo tutto ciò, che possedono in pucolio in valle in terricio in Alma in campellis in muraciis et in coleta. — Gli stessi vendono per lire sette ad Enrico figlio di Rubaldo de Puzolio ed Enrico de Puzolio, suo zio terre Ì11 summovigo et pucolio Ì11 valle in col età in campelis in terriciis et in Alma. — Le somme verranno date pei la festa di S. Giovanni di giugno. Testi Guglielmo de Lagneto, Gio vanni de Mercato e Bustarino. In Genova, nella casa del qm. Rollando Belmostro, nell’ora di terza (N. 24;, 244, 246, 24η, 248, 249, c. 45V.-47V.). DXXVII. — 22 settembre — Giovanni Turel compra un ronzino. Ego Iohannes turel de begali confiteor me Accepisse Ate marina uxore Guillelmi de mArico runcinum unum baium rubeum cum omnibus suis maculis si quas habet Ad fortunam meam Abrenun- Anno 1222 207 cians exceptioni non tradite et non Accepte nei vel runcini unde promito et convenio tibi predicte mArine vel tuo certo nuncio libras sex iAnue per hos terminos videlicet medietatem Ad octavAm natalis domini proxime venturi et AliAm medietatem Ad octavam pasce resurrectionis proxime venturum et si terminum vel terminos inde mihi etc. Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito credendo de dampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo sine iuramento et testibus pro pena vero et.c. tali pacto quod pena commissa liceat tibi tua Auctoritate etc. Test.es bonus Ioh'an-nes gastavinus et baldoinus filius henrici de sorbola et trimignonus Actum iAnue in domo diete mArine millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione nona die vicesimo secundo septembris inter nonam et vesperum (N. 250, c. 47 v.). DXXVIII. — 24 settembre — Essendo in lite Oberto de Cerredo, notaio, e Virideta, figlia di Giordano de Frascario, la (pale diceva quod dictus Obertus fecerat dedecus in per sona sua, di comune accordo si eleggono arbitri Nicolosio Ferrario, notaio, Rubaldo Guercio da Struppa, e Delomede Sartorio. Testi Guiberto de Frascario e Guglielmo da Moneglia. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. 251, c. 48). DXXIX-DXXXI. — 24 settembre — Barbara, moglie di Ansaldo de Domo, consegna tre partite di genovini in accomandita. Ego Ido calligp pAllii confiteor me Accepisse in Accomendacione Ate bArbara uxore Ansaldi de domo libras quinquAginta denariorum iAnue implicatas comuniter com Aliis meis implicitis quAs porto que predicte libre quinquaginta sunt viri tui prout confiteris Aftrenun-ciAndo exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare ultramAre causa mercandi et inde quo mihi melius visum fuerit gracia mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto hAbens licenciAm mitendi ex eis per riperiAm ultra-mAris gracia mercandi et iAnuAm Ante me et post me quAm pArtem 20S Anno 1222 voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in neo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. Testes Guillelmus gregorii et lafrancus de oneto Actum iAnue sub domo dicti Ansaldi de domo millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo quArto septembris ante terciAm Ego obertus bonifacius confiteor me Accepisse in AccomendA-tione Ate bArbAra uxore Ansaldi de domo libras vigintiquinque iA-nue que sunt predicti viri tui prout confiteris AbrenunciAndo exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deo propicio debeo portare in syciliAm causa negociAndi vel alio quo mihi deus melius concesserit ex quo de portu iAnue exiero causa mercandi et expendere et lucrari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto hAbens licenciAm mitendi tibi ex his iAnuAm con testibus quAm partem voluero Ante me et post me et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tuA potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pActo etc. Testes Iohannes testa et Guillelmus busceria et Iohannes de sigestro Actum iAnue sub porticu domus dicti Ansaldi de domo Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quArto septembris Ante terciAm Ego Nicolosus fornArius confiteor me Accepisse in Accomenda-tione Ate barbara uxore Ansaldi de domo libras viginti quinque denariorum iAnue implicatas comuniter com meis implicitis quas porto que sunt predicti viri tui prout confiteris quas deo propicio debeo portare ultramAre causa mercandi et inde quo mihi melius visum fue'rit et expendere et lucrari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm mitendi ex eis per riperiam ultramAris causa mercandi iAnuAm quAm pArtem voluero Ante me et post me implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto Anno 1222 209 tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. tali pActo etc. Testes obertus bonifacius et bernArdus delevi et iohannes testa Actum iAnue sub domo dicti Ansaldi de domo Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quArto septembris Ante terciAm (N. 252, 253, 254, c. 48, 48 v.). DXXXII . — 25 settembre — Pietro del qm. Giovanni de Ortexeto dichiara di esser pronto ad ubbidire agli ordini, datigli da maestro Giovanni, arcidiacono di S. Lorenzo. Testi prete Bartolomeo, canonico della cattedrale, e prete Giacomo da S. Quirico. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, tra nona e vespro (N. 255, c. 48 v.). % DXXXIII. — 26 settembre — Ricordo di Giovanni, medico in Acri. Ego benevenuta de corsica filia et nutrix IAcobine filie quondam Iohannis dastur constituo Guillelmum lumbardum procuratorem meum Ad exigendos et petendos bisancios centum quinquAginta sa-racinAles A lohanne medico qui stat modo Apud Ancon in jultramA-rinis pArtibus et qui est distributor testamenti Iohannis dastur pro medietate et quos bisAncios predictus Iohannes medicus mihi debet quinquaginta pro legato meo quod mihi legavit dictus Iohannes dastur qui legavit mihi centum bisAncios quorum medietatem iAm mihi solvit obertus becalA Alios centum mihi debet dictus Iohannes medicus pro iudicato filie mee cui pAter suus iudicavit in testamento scilicet Iohannes dastur bisAncios ducentos quArum medietatem tantum peto A dicto lohanne medico que filia meA mortuA est et erunt tres [menses?] in purificacione sancte mArie proxime ventura cui successi Ab intestato predictos igitur bisancios centum quinquagintA dictus procurator meus exigat et recipiat et cartam Absolucionis faciat dicto Iohanni medico promitens me ratum et firmum habituram quicquid dictus procurator meus fecerit in dictis bisanciis solvendis et recipiendis et cartam finis et refutacionis faciendo dicto Iohanni medico Ferretto 14 210 Alino 1222 faciens hec omnia conscilio Guillelmi traiAtroie et presbiteri Gandulfì canonici sancti georgii quos his voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliatores Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera Magistri hugonis Millesimo vicesimo secundo Inditione decimi die vicesimo sexto septembris inter terciAm et nonam (N. 256, c. 48 v, 97). DXXXIV. — 27 settembre — Guglielmo de Boscheria, cittadino di Genova, riceve da Giovanna, svia sposa, lite quaranta in dote, e le costituisce l'antifato in lire dieci. Testi Musso Ferrario, Oberto Barberio e Alberto, custode di S. Lorenzo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona {N. 333, c. 97). DXXXV .— 27 settembre — Vassallo del qm. Lanfranco Laietto riceve da Giovanni Lungo da Rapallo soldi venti di genovini, dovuti ad Altadonna, sua moglie, lesti Oberto Barberio, Bonaventura e Ardizzone Ferrario. In Genova c. s„ fra terza e nona (N. 534, c. 97). DXXXVI-DXXXVII. — 28 settembre — Oberto deZine-stredo compra per lire tre e soldi quattro di genovini dai coniugi Aimelina e Giovanni Cintraco de Zinestredo, figlio del qm. Guglielmo de Fornacha, una terra in ginestredo tibi dicitur planum e un'altra ubi dicitur plagia de loca, confinante colle terre di Rollando de Albario e di Ingone Guercio. — Lo stesso vende per soldi trenta ad Ugone del qm. Alberto Macia una terra in (iquecio ubi dicitur costegnolium, confinante colla terra di S. Margherita. Testi Giovanni da Piacenza, Albeito da Bergamo e Guglielmo Begino. In Genova c. s., nell’ora di terza (N. 535, 536, c. 97, 97V.). DXXXVIII-DXXXIX. — 28 settembre - Richelda, vedova di Rollando Belmosto, vende a Nicolò de Cella una terra positamin cella, confinante col fossato sandalasco, e colle terre di Anno 1222 211 Giacomo Provenzale e di Giacomo Ascensio. — Nicolò de Cella promette che prima della festa di S. Giovanni di giugno dai a lire sei alla prefata Richelda per la terra acquistata. Testi Guglielmo de Lagneto e Giovanni de Mercato. In Genova, dove abita Richelda, tra terza e nona (N. 53η, 538, c. ()ην., (j8). DXL. — 28 settembre — Ido Calligepalio riceve in accomandita una quantità di panno, che porta in Oriente. Ego Ido CAllige pallii confiteor me Accepisse in Accomendacione Avobis domino Rubaldo de Angnoino libras centum et octo et soldos octo iAnue AbrenunciAndo exceptioni non solute et non Acccepte peccunie que omnes sunt implicate in peciis sedecim pAnni de bruno de mensa quas deo propicio debeo portare causa mercandi ultrAmAre vel quo mihi deus melius concesserit postquam de porto iAnue exiero et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm mitendi ex eis per riperiam ultramAris gracia mercandi et iAnuam cum testibus quam partem voluero Ante me et post me implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate ti^i promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penam et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis etc. tali pacto etc. Testes bartolomeus de costa et symon tornelus et bonaventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo octavo septembris inter terciAm et nonam (N. 539, c.98). DXLI. — 28 settembre — Oberto d’Alessandria dà in prestito una corazza. Nos merlus de curio et Rubaldus eultelerius confitemur nos accepisse mutuo Ate oberto de alexAndria pAnceriAm unam cum mAiA quAra computatas in libris quAtuor iAnue AbrenunciAndo exceptioni 212 Anno 1222 non tradite et non accepte rei quAm tibi dare et consignare tibi prò-mitimus usque ad menses quAtuor proxime venturos vel libias quA-tuor iAnue Ad predictum terminum Alioquin penam dupli tibi stipulanti promitimus prò pena vero quisque in solidum etc. Abre-nunciAndo legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint etc. Tali pacto quod pena commissa etc. Testes domingus et bonus . vasallus de domo Actum iAnue sub domo oliverii notai ii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo octavo septembris inter terciAm et nonAm (A"’. 541, c. 9S v.). DXLII. — 28 settembre — Oberto Bonifacio riceve in accomandita una quantità di genovini, che porta in Sicilia. Ego obertus bonifacius confiteor me Accepisse in Accomenda-cione Ate domino bertoloto CAnonico iAnue libras duodecim iAnue de peccunia nepotum tuorum videlicet lafranchini et eius fratris Abre-nunciAndo exceptioni non solute et non accepte peccunie quas deo propicio debro portare in Syciliam causa mercandi et inde quo mihi melius videbitur gracia mercandi et expendere et lucrari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens hcenciam mitendi tibi ex his iAnuam Ante me et post me quam pArtem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod indi mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quAr-tum lucri habere debeam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes sruAndulfus de brecaneca et lAfrancus de strupa custos sancti georgii Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti bertoloti Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo octavo septembris inter nonam et vesperum (./V. 540, c. 98v.). DXLIII. — 28 settembre — Ricordo di Marchisio Scriba. Nos hugo ferarius et divicia iugales una confitemur nos Accepisse in Accomendatione A vobis mArchesio scriba libras tres iAnue Anno 1222 213 Abrenunciantes exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deo propicio ego dictus hugo debeo portare ultramAre causa negociAndi et inde quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto hAbens licenciAm mitendi tibi ex his iAnuAm quAm pArtem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus prò pena vero et prò omnibus supradictis Atedendis et observAndis omnia nostra bona habita et habenda tibi pignori obli-gAmus quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. Et ego dicta divicia specialiter Abrenun-cio iuri ypothecArum et senatui consulto velleiano et omni iuri quo contra predicta venire possem faciens hec omnia presente et iubente viro meo predicto et conscilio octonis rubei de quArto et Augusti calderarii quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliatores et Iohannes ferarius Actum iAnue in domo in qua habitat dictus mArchesius Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo octavo septembris post vesperum (N. 542, c. 98 v.). DXLIV. — 29 settembre — Pietro de Beltramo, Giovanni da Bergamo e Mafeo da Milano, cittadini di Genova, comprano da Pietro de Vigo una quantità di lana per lire dieci, meno soldi cinque di genovini. Testi Oberto Bonifacio, Domingo e Bonaventura. In Genova, di rimpetto la chiesa di S. Lorenzo (N. 545, c. 99). DXLV-DXLVI. — 29 settembre — Ido Caligepallii riceve da Stefania, vedova di Bonifacio Alpano,lire dieci di genovini in accomandita e da Guglielmo de Mazo lire trenta, che porta Ultramare, tenendo per sè la quarta parte del gua- 214 Anno 1222 dagno. Testi Tommaso Iarelo, Giovanni Fornario de Vegulis e Giovanni Bocabiata. In Genova nella casa di detto Ido, e sotto quella del notaro Oliverio. prima di terza, e tra nona e vespro (N. 546, 543, c. 99 v. e 99). DXLVII. — 29 settembre — U^o l'erra e una quantità di chiavi per balestre, che porta in Oriente. Ego hugo ferarius confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate petro de gareto tantasclAves de balestra Abrenuncians exceptioni non tradite et non Accepte rei que sunt computate in soldis viginti quAtuor iAnue quas deo propicio debeo portare ultramAre et inde quo mihi melius visum fuerit gracia mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licendam mitendi tibi ex his iAnuam Ante me et post me quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Testes presbiter Guillelmus sacrista canonicus i Anue et bonaventura et baitolomeus de costa Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo nono septembris inter nonam et vesperum (N. 547, c. 99 v.). DXLVIII. — 29 settembre - Guglielmo Lombardo riceve in accomandita da Oberto da Langasco, scriba, lire dieci di genovini, che porta Ullramare, tenendosi poi la quarta parte del guadagno. Testi prete Guglielmo, canonico sacrista di S. Lorenzo, Ottone Agacino e Toresanoda S. Siro. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 348, c. 99 v.). Anno 1222 21 ; DXLIX. — 29 settembre — Ugone Fornario riceve un’accomandita per l’Oriente. Ego dominus hugo fornArius confiteor me accepisse in Acco-mendacione Ate barbara uxore Ansaldi de domo libras viginti octo iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non accepte peccunie que sunt viri tui predicti prout confiteris et que sunt implicate in Auro quas mutuavi comuni iAnue et quas deo propicio debeo portare ultramAre causa mercandi et inde quo mihi deus melius concesserit gracia mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm mitendi ex his per riperiAm ultramAris causa mercandi et iAnuam quam partem voluero Ante me et post implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin penam dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. Testes Guillelmus gregorii et Iohannes gardator de porta Actum iAnue Ante domum dicti ansaldi Millesimo ducentesimo vigesimo secundo Indictione decima die vicesimo nono septembris inter vesperum et completorium {N. S44, c. 99). DL. — 29 settembre — Il capitolo di S. Lorenzo di Genova concede in locazione la chiesa, che ha in Acri. Nos Rubaldus prepositus et mAgister Iohannes ArchidiAconus et CApitulum IAnue confitemur nos Accepisse Ate hugone ferario Iuniori libras quinquAginta nomine census ecclesie sancti lAurencii quAm habemus in Ancum Abrenunciantes exceptioni etc. pro quibus dAmus et concedimus tibi plenAm et liberam potestatem locandi Ad-ministracionem dicte eclesie cuicumque sacerdoti ydoneo volueris A proximo festo omnium sanctorum usque ad Annum proxime venturum Tali modo et condictione quod si presbiter homodeus migrasset A seculo quod Absit vel se transtulisset Ad Alium locum vel si nollet tibi satisfacere de predicto censu hoc Autem notum fieri volumus omnibus Ad quos presens pagina venerit ita veruni esse ut predictum est et Ad mAioris roboris firmitatem sigillo nostro presentem cartam 216 Anno 1222 fecimus communi promitentes tibi quod quicquid inde feceris usque ad dictum terminum ratum et firmum habebimus et tenebimus Alioquin penam dupli tibi stipulAnti promitimus prò penA vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omni A bonA diete ecclesie habita et habenda tibi pignori obligamus Testes presbiter Andreas cAnevArius sancti lAurencii et presbiter symon canonicus sancti donAti et obertus ferarius et Guillelmus de bertigario Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo nono septembris inter vesperum et completorium (7V. 549, c. ioo). DLL — 30 settembre — Ricordo di maestro Bartolomeo. Ego bonAguida de monte Alto nepos Iohannis cabrete confiteor me Accepisse Ate pAgano de curia libras quAtuor iAnue et dim idi Am Abrenuncians exceptioni etc. quAs tibi mutuAvi sicut continetur in carta inde facta per mAnum IordAni notarii de Monte Alto prout confiteor quAm cartam non possum tibi redere quiA non habeo eam sed volo quod sit cassa et irrita et nullius valloris si inveniretur promittens tibi redere et restituere totum dampnum et dispendium inde tibi vel alicui pro te Aliquo tempore datum Alioquin penAm dupli tibi stipulAnti promito pro pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omniA mea bona habita et habenda tibi pignori obligo Testes bartolomeus mAgister et Rainerius de monte Alto et sregOrius barberius de monte Alto Actum iAnue sub domo oli- ο O verii notarli millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die ultimo septembris Ante terciAm (N. jjo, c. 100). DLII. — 30 settembre — Ricordo della nave Oliva, che va in Oriente. Ego Guillelmus de porta sancti Andree de campo regasco confìteor me Accepisse Ate mArtino fornArio tantum de tuis rebus in Accomendacione quod bene valet libras quAtuor et dimidiAm denariorum iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quAs deo propicio debeo portare ultrAmAre causa mercandi in nAve que dicitur olivA et inde Anno 1222 217 quo milii melius visum fuerit gracia mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciAm mitendi tibi ex his iAnuAm quAm pArtem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta fecero penam dupli tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Testes cicer et Iohannes de mercato Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione de-cimA die ultimo septembris inter nonAm et vesperum (N. μι, c. 100). DLIII-DLIV. — 30 settembre — Giacomo da Fossatello e Viviano de Predi promettono a Rubàldo ed a Merlo de Curio di fare in modo che Oberto Arnaldo ed Enrico de Predi osserveranno il giuramento a lor fatto, e custodiranno le cose, che a lor diedero in consegna. Testi Botaccio e Augusto. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, tra nona e vespro (A^. μ2, μ3, c. 100, ioov.). » DLV. — 1 ottobre — Oberto Bonifacio riceve in accomandita una quantità di genovini, che porta in Sicilia. Ego obertus bonifacius confiteor me Accepisse in Accomendacione Ate contesiA uxore bAldoini de predono libras quindecim denariorum iAnue que sunt viri tui predicti prout confiteris Abrenuncias exceptioni non solute et non Accepte peccunie quas deo propicio debeo portare in syciliAm causa mercandi vel alio quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quAs porto habens licenciam mitendi tibi ex his iAnuam quAm pArtem voluero cum testibus implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi dederit deus in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contrafecero penAm dupli tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto etc. Testes obertus bararia et Aimerieus gardator Actum 2 IS Anno 1222 iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione decimA die primo octubris Ante terciAm (A/. 554, c. 100 v.). DLVI. — i ottobre — Adalasia Gallea toglie a mutuo una partita di genovini, che restituirà a Malta. Ego Adalaxia gallea confiteor me Accepisse mutuo a te MAbiha uxore vasalli de para9olio libras decem iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie prò quibu's promito et convenio tibi dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio unciAm.unAm Auri boni et pulcri expeditam Ab omnibus dacitis et avAriis per quoslibet soldos quAdraginta septem et dimidium iAnue usque ad integram tocius predicti debiti solucionem infra dies quindecim postquam fuerimus in mAta et Ate vel tuo certo nuncio inde fuero requisita Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. Abrenuncians iuri ypothecarum tali pacto quod pena commissa etc. faciens hec omnia conscilio oberti bonifacii et Ingonis de diselica quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti con-sciliatores Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo octubris Ante terciAm {N. jjj, c. 100 v.). DLVII. — i ottobre — Simone Tornello si dichiara debitore di Raimondo, giudice. Ego symon tornelus confiteor quod debeo dare tibi RAmundo iudici de ventimilia libras duodecim iAnue quAs mihi mutuo gratis dedisti et in quibus fuerunt computati Astur unus et unum osbergum quos Ate habuit (sic) quAs predictas libras duodecim dare et solvere tibi promito usque Ad Annum unum proxime venturum Alioquin pe-nAm dupli etc. pro pena vero etc. tali pActo etc. Testes Rubaldus de rAveca et viviAnus de lAgeto Actum IAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo octubris Ante terciAm cassata est voluntate partium (N. 556, c. roov.). Anno 1222 219 DLVIII. — i ottobre — Due mercanti romani, a nome del pontefice Onorio III, ricevono alcune somme, che il legato apostolico, tornando dalla Sardegna, aveva depositate presso i canonici di S. Lorenzo. Nos pAulus spinelli et stephAnus petri- romanicii mercatores ro-mAni unA confitemur nos recepisse Avobis Rubaldo preposito et mA-gistro lohanne ArchidiAcono presbitero Guillelmo sacrista et RAinaldo et Bertoloto et Bertolomeo et capitulo iAnuensi libras quadrigintas et sexAginta septem denariorum minutorum Ad pondus cajarum iAnue et libras duodecim et unciAs octo denariorum grossorum minus quArta in pondere et soldos triginta duos iAnuensium grossorum innumero et triginta unum obulos matjamutinos et quAtuor macamutinos duplices AbrenunciAndo exceptioni non solute et non Accepte peccunie que sunt de libris mille et septuAginta septem et soldis quindecim iAnuensium minutorum in pondere Ad pondus iAnuensium ca9iArunr et triginta duobus solidis iAnuensium grossorum in numero Ac duodecim libris et octo unciis minus quArta iAnuensium grossorum in pondere et triginta uno obolis mAcamutinis et quAtuor duplicibus que magister bartolomeus capellAnus domini pApe rediens de legacione sardenie deposuit in sacristia iAnue penes capitulum iAnue et hoc dedisti nobis propter mAndatum domini pape et suas literas quAs vobis destinAvit dominus papa tenor quArum talis est honorius episcopus servus servorum dei Dilectis filiis preposito et capitulo iAnue Salutem et Apostolicam benedictionem presentami vobis Auctoritate mAndamus quAtinus de mille et septuAginta septem libris et quindecim solidis IAnuensium minutorum in pondere Ad pondus IAnuensium cajarum et triginta duobus solidis IAnuensium grossorum in numero Ac duodecim libris et octo unciis minus quArta IAnuensium grossorum in pondere et triginta uno obolis macamutinis et quAtuor mA-9amutinis duplicibus que dilectus filius magister bartolomeus capellAnus noster rediens de legacione sardenie penes vos deposuit quorum lAu-rencio Salomonis et Iohanni gregorii trecentas libras et NicolAo filio nicol Ay deutesalvet Ac pAulo iohannis Stephani romAnis civibus trecentas et triginta libras IAnuensium minutorum in numero ut AssignAretis vobis dedimus inmAndatis reliquuum totius peccunie supradicte pAulo 220 Anno 1222 spinelli et stephAno petri romAnicii romAnis mercatoribus lAtoribus presentium sine difficultateAliquAintegreAssignetis provideatis Autem Attencius ne solucio eiusdem peccunie AliquAtinus differatur quiA camera nostra posset inde incurere detrimentum cum eidem sit Ab eisdem mercatoribus depretaxata peccunia integre satisfactum Datum LAterani XVII Ivalend. octubris pontificatus nostri Anno septimo pro-mitentes vobis predictis quod de peccunia predicta Anobis Accepta nullAm inde faciemus vel movebimus litem vel controversiAm Aliquam vobis nec capitulo iAnue nec Alicui pro vobis et quod inde de cetero nulla fìet requisicio per nos vel per dominum pApAm seu per curiAm romAnAm et inde vos extrahere et conservare et capitulum iAnue indempnes sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum vobis predictis stipulAntibus promitimus prò penA vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures etc. Testes presbiter Albertus custos sancti laurencii et lAfrancus bancherius et obertus serviens presbiteri Guillelmi sacriste Actum iAnue in sacri-stia sancti LAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo octubris Ante terciAm (JV. fjS, c. ioo v.). DLIX. — i ottobre — Ricordo di maestro Bartolomeo. grimaldus de suselia est fideiussor Rubaldo cultelerio et merlo de curio prò nicola de vara£enA et prò grimAldo de rapallo ex eo quod faciet ita et curabit quod predicti Atendent et observabunt sicut promiserunt predictis rubaldo et merlo et eciam iuraverunt quod non infraudabunt de bonis ipsorum et hoc promitit sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et inde omnia sua bona habita et habenda dictis rubaldo et merlo pignori obligat Abrenuncians iuri quo cavetur principalem debitorem primo conveniri Testes bartho-lomeus magister et vialis barilarius Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo octubris inter nonAm et vesperum (N. //7, c. zoo v.). DLX. — 1 ottobre — Nicoloso de Raveca riceve in accomandita da Musso Ferrario lire quattro di genovini, che Anno 1222 221 poita ultramare, tenendosi il quarto del guadagno. Testi prete Obeito, custode di S. Lorenzo, e Oberto Camergio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. c. 101). DLXI. — i ottobre — Oberto Ismael costituisce un procuratore per ricuperare una quantità di bisanti, che diede in accomandita in Damasco. Ego obertus IsmAel constituo te Idonem callige pallii presentem et recipientem meum procuratorem et nuncium Ad petentum et recipiendum pro me A Guillelmo guercio de savignono vel AmArchesio de rodoAno bisancios trecentos quinquAginta quos ei Accomodavi Apud damascum implicatos in Auro et in corallo sicut continetur in carta inde facta per mAnum Guillelmi siculi notarii in Acon prò comuni iAnue ut possis agere etexciperiri excipere et replicare et omnia facere sicut egomet possem si essem presens promitens tibi me ratum et firmum habiturum quicquid inde feceris et non contraventurum in aliquo Alioquin penAm dupli de quAnto fuerit contrafactum tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. et ut possis facere ex eis sicut de tuis rebus et implicare et mitere et omnia facere sicut de tuis rebus usque in tuo reditu Testes hugo fornArius et Ansaldus portonArius Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo octubris inter nonAm et vesperum (N. j6i, c. ioiv.). DLXII. — i ottobre — Ricordo di Marchisio Scriba. Ego obertus bonifacius confiteor me Accepisse in Accomendacione Ate mArchesio scriba libras viginti iAnue Abrenuncias exceptioni non solute et non Accepte peccunie quAs deo propicio debeo portare causa mercandi in syciliam vel alio quo mihi deus melius concesserit causa mercandi et expendere et luerari per librAm sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex his iAnuAm cum testibus ante me et post me quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre 222 Anno 1222 capitale et proficuum quod inde michi dederit deus in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta fecero penam dupli tibi stiputanti promito pro .pena vero etc. tali pacto etc. Festes oli-verius scriba et petrus silvanus Actum iAnue sub domo Oliverii notarii millesimo ducentesimo, vicesimo secundo Indictione decimA die primo octubris in nocte (Λ. 561, c.ioiv.). DLXIII. — 2 ottobre — Ambrosio Caldera, figlio di Manfredo Calderario, dichiara che delle lii e sessanta ed un soldo di genovini, che deve ricevere da Giovanni Tigna e da Giovanni Tresmedalia, come in atti del notaio Urebaldo, lire quindici e soldi otto appartengono a sua madre P01-cella. Testi Oberto cultelcrius, Giacomo cultelcrins e Guglielmo Fornario. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 562, c. ioiv.). DLXIV. — 2 ottobre — Guglielmo de Salario riceve lire dieci in società. Ego Guillelmus de salario confiteor me Accepisse in societate Ate morando barilario libras decem iAnue abrenuncians exceptioni etc. cum quibus sAlvis in terra mercari et negociAri debeo bona fide usque Ad Annum unum proxime venturum in quo officio maluero et Ad predictum terminum dare et redere predictas libras decem cum medietate lucri quod inde habuero tibi promito Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo pro penA vero etc. tali pacto etc. Testes Guillelmus grillAcius et Urso de suselia Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die secundo octubris Ante terciAm (N. 363, c.102). DLXV-DLXVI. — 3 ottobre — Rainaldo, canonico della cattedrale, distribuisce le somme dovute dal fu prevosto Ogerio. Anno 12 223 Nos bonus vasallus rapaìinus et Nicolosus pAnis et guirardinus confitemur nos Accepisse et habuisse Ate domino Rainaldo canonico iAnue videlicet ego bonus vasallus predictus libras decem et novem et soldos sedecim iAnue pro debito librarum triginta sex iAnue quod mihi tenebatur ogerius conies quondam prepositus IAnue et ego dictus guirardinus soldos triginta sex pro indicato quod mihi fecit quondam dictus prepositus et ego dictus Nicolosus libras quinque et soldos octo de debito librarum novem quod dictus prepositus date tenebatur Abrenunciantes exceptioni non solute et non Accepte peccunie promitentes vobis quod nullam faciemus litem vel controversiam Alioquo tempore tibi nec alicui pro te occasione predicto-nim denariorum receptorum Anobis ut superius dictum est Alioquin penam dupli tibi stipulAnti promitimus prò pena vero etc. Testes obertus de cruce et Guillelmus calderarius Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii in camera dicti rainaldi millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die tercio octubris inter vesperum et completorium Ego presbiter Iohannes minor ecclesie sancte mArie madalene confiteor me Accepisse et habuisse Ate domino Rainaldo canonico iAnue libras tres iAnue et soldos duodecim de debito quod mihi tenebatur dare prepositus iAnue quondam ogerius Abrenuncians etc. promitens tibi quod nullam inde faciam etc. Alioquin penam dupli etc. pro pena vero etc. Testes bonus vasallus rapAllinus et obertus de cruce et Guillelmus calderarius Actum iAnue in camera dicti rai-nAldi eodem die post vesperum (N. j66, c. 102). I )LXVII. — 4 ottobre — II ministro della chiesa e ponte di Carasco riceve un converso. Ego Guillelmus de monte viridi minister ecclesie sancti Andree de calasco et pontis recipio te Nicolosum filium henrici pAnis pArati in fratrem et conversum et clericum eiusdem ecclesie et pontis promitens tibi te tenere et habere tanquam fratrem eiusdem ecclesie ac pontis Insuper ego dictus Nicolosus do redo et voveo me et omnia mea bona habita et habenda dicte ecclesie sancti Andree Abrenuncians propriis rebus et libero Arbitrio et facio professionem pro Anno 1222 dicta redicione in mAnibus dicti Guillelmi et hec omnia fuerunt facta in presentia domini Bartolomei ministri sancti mArciAni de ca-lasco qui omnibus interfuit et consensit eo quia dieta ecclesia sancti Andree subest immediate diete ecclesie sancti mArciAni et Guillelmus est conversus sancti mArciAni ut dicitur Testes rodegei ius et nicolosus nepos ArchidiAconi mAgistri Iohannis et guAndulfus clericus de brecaneca Actum IAnue sub domo oliverii notarii Millesimo du- _ centesimo vicesimo secundo Indictione decimA die quArto octubris inter nonAm et vesperum (IV. 564, c. 102). DLXVIII. — 5 ottobre — Rubaldo formaiarius cede per soldi quarantacinque di genovini a Giacomo Masoro da Sestri la terza parte d una casa in burgo sigestri, confinante colle case di Boseto de Avernante e di Oberto de 11 eveino. Testi Bonvassallo de Mari, Rodegerio e Oliverio Scriba. In Genova, sotto la casa di detto Oliverio, tra vespro e compieta (N. 56η, c. 102V.). DLXIX. — 8 ottobre — Rodegerio, figlio di Baldovino de Cagaroto, riceve dal notaio Giovanni da Bergamo soldi trenta di genovini a mutuo, che restituirà per la festa d'Ognissanti. Testi maestro Guglielmo, Bonaventura e Al- c> berto da Pontremoli. In Genova c. s., prima di terza (N. 568, c. 102 v.). DLXX. — 8 ottobre — Giacomo Masoro, sotto pena di soldi mille di genovini, promette a maestro Giovanni, arcidiacono di S. Lorenzo, che sua sorella Anna sarà soddisfatta per la sentenza, che detto arcidiacono pronuncerà nella lite, che verte tra Adalasia da Piacenza e il notaio Giovanni da Bergamo. Testi Bartolomeo, canonico di S. Lorenzo, e il priore di S. Matteo. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, prima di terza 1 4 (N. ;6y, c. io2v.). DLXXI. — 8 ottobre — L’abate di S. Stefano costituisce i procuratori nella curia pontificia. Anno 1222 225 Nos R. [amundus] Abbas sancti stephani i Anue consensu et voluntate et in piesencia fratrum nostrorum videlicet domui Iohannis prioris benedicti 1 ogerii thome baldoini et Guillelmi constituimus procuratores nostros presbiterum Guillelmum de rivArolio et NicolAm rociAm Absentes canonicos iAnue utrumque in solidum in curia romAna in causis quas hAbemus vel habere speramus cum domino bonifacio de linguiliA et quibusdam Aliis de pArtibus illis et cum preposito et canonicis sancti Romuli promitentes nos ratum et firmum habituros quicquid inde fecerint et non contraventuros Testes egidius et petrus de vigo Actum iAnue in clAustro sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die octAvo octubris inter nonam et vesperum (N. 570, c.io2v.). DLXXII. — 9 ottobre — Lanfranchino di Val di Trebbia si accorda con Giovanni Francisco. Ego lAfranchinus de valle trebia filius quondam Guillelmi de bolago promito tibi Iohanni francissco de prato quod stabo tecum usque Ad Annos tres proxime venturos causa Iaborandi tuam Artem Ad tuam utilitatem et tibi serviendi et omnia negocia que in domo tua fuerint necessaria faciendi promitens tibi custodire et salvare res tuas bona fide et sine fraude et non infraudare ex eis ultra denarios duodecim usque ad dictum terminum et si forte de domo tua mala voluntate exiero infra dies octo Ad faciendum tuum servicium sicut Antea reversus fuero Alioquin penam centiim soldorum iAnue rato mAnente pacto et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. et confìteor me esse maiorem decem et septem Annis iurans quoque tactis sacrosanctis evangeliis Atendere compiere et observare omnia supradicta et in nullo contravenire faciens hec omnia conscilio gauteri francigene et henrici de rapallo quos hi<^ voco vicinos et propincos meos Insuper ego dictus Iohannes fran-ciscus promito tibi dicto lAfranchino versa vice te docere de Arte mea bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum et te tenere sanum et infirmum et dare tibi victum et vestitum convenienter usque ad dictum terminum Alioquin penam centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero et prò omnibus Ferretto 226 Anno 1222 etc. Testes gauterius francigena et henricus de rapallo predicti con-sciliAtores et ubertus francigenA Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die nono octubris Ante terciam et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (N. jSo, c.104). DLXXIII-DLXXXI. - 9 ottobre - L’abate di S. Stefano concede in enfiteusi alcune tavole di terreno. Nos Ramundus Abbas monasterii sancti stephAni consensu et in presencia et voluntatem fratrum nostrorum videlicet Iohannis prioris benedicti thome baldoini et fratris rogerii locamus et concedimus tibi IAcobo caxArio tuisque heredibus legitimis ex te natis tantum titulo locacionis AnAtali domini proxime venturo usque Ad Annos viginti novem completos proxime venturos duas tabulas et dimidiAm terre iuris dicti monasterii posite prope balneum dicti monasterii cui coheret Antea via et rivusturbidus Aduabus pArtibus terra eiusdem monasterii AquArta terra eiusdem monasterii locata octobono TAli pacto quod tu vel tui heredes ex te nAti tantum debeas inde dare et solvere mihi vel meo successori singulis Annis usque ad dictum terminum infra octavam natalis domini soldos duos iAnue pro unaquaque tabulA Aportando eos Ad dictum monasterium et ibi solvendo et facere in dicta terra hedificium unius domus usque Ad duos Annos proxime venturos quod hedificium non debeat habere ìetro hostium Aliquod nec fenestram nec Aliquam Aperturam unde Aliqua persona posset intrare Aud inspicere in ortum retro positum excepta Alcheria Amplitudinis digitorum quAtuor tantum pro lumine re-dendo neque sedilia sive necessaria retro habere neque clAvicam retro murum dicti hedificii habere et si forte tu vel heredes tui ex te nati vendere volueritis hedificium debeatis denunciAre prius Abbati dicti monasterii qui pro tempore fuerit et si predictum monasterium emere voluerit debeat habere Ad minus soldos decem quamlibet tabulam hedificii predicti quam quelibet Alia persona et si emere noluerit emptor quicumque vel quecumque ipsum hedificium emerit vel insolutum receperit teneatur dare per quamlibet libram denarios duodecim monasterio pro investitura et pro reco[no scendo domi- Anno 1222 227 ilium ipsius soli et si predictum hedificium AlienAretur Ate vel ab heredibus tuis ex te nAtis Aliquo modo ita quod tu vel tui heredes ex te nAti ipsum non hAberetis dieta locacio sit cassa et irrita et nullius valloris et ultra non teneat quAm terram ut superius dictum est semper legittime defendere et Autorigare Ab omni persona et non impedire nec Aufere nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum tibi nec heredibus tuis ex te natis sub pena viginti libra-rum lAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promitimus prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia bona dicti monasterii habita et habenda tibi pignori obligamus possessionem inde nomine locacionis usque ad dictum terminum tibi tradidisse confitemur Et ego dictus IAcobus promito vobis domino Abbati predicto nomine monasterii Atendere compiere et observAre omnia predicta per me meosque heredes et in nullo contravenire et si forte Aliqua persona inhoneste fame vel iniuriosa monasterio in ipso hedificio staret contra voluntatem mAioris dicti monasterii eam exinde exspellAm inira dies decem postquam mihi per Abbatem vel mAio-rem dicti monasterii preceptum fuerit Alioquin si contra predicta in Aliquo contrafecero penam viginti librarum i Anue vobis stipulAntibus promito domino predicto Abbadi pena vero commissa cadAm Ab omni iure predicte locacionis et nichilominus pena exigatur pro pena vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia mea bonA habita et habenda tibi pignori obligo Actum in clAustro sancti stephAni Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die nono octubris in hora tercie et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Testes RolAndus de oriolo et lAfrancus de varesio et robertus fran-cigenA et trucus de sancto stephAno. Eodem modo et condicione eadem ■ locamus tibi octobono de bargalio tuisque heredibus ex te nAtis tantum usque Ad Annos viginti novem proxime venturos tabulAm unam terre iuris dicti monasterii ibi prope positam cui coheret Antea via publica et rivus turbidus retro terra dicti monasterii et Ab uno lAtere terra eiusdem monasterii locata burge et Ab Alio terra predicti monasterii loca[ta] dicto IAcobo pro pensione soldorum quAtuor singulis Annis usque ad dictum terminum Testes predicti eodem die et hora et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris E odem modo et condictione et Ad predictum terminum et die et hora 22$ Anno 1222 coram eisdem testibus et eodem loco locamus et concedimus tibi gui-rardo confectori tabulAs duas terre ibi prope positas pro pensione soldorum quAtuor iAnue pro qualibet tabula cui coheret Antea via et rivus turbidus et retro predicti monasterii terra Ab uno latere terra eiusdem locata burge et Ab alio latere teiia monasteiii locata quArtano et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Eodem modo die et hora et loco et condicione et coram eisdem testibus locamus et concedimus tibi quArtano calegario tabulAm unam terre iuris dicti monasterii ibi prope positam pro pensione soldorum i Anue quAtuor cui coheret Antea rivus turbidus et via publica et ietio terra dicti monasterii et Ab uno latere terra eiusdem monasteiii locata guirardo confectori et Ab alio terra eiusdem locAta Iohanni de Apulia et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Eodem modo locAmus et concedimus tibi Iohanni de ApuliA tabulas duas terre pro pensione soldorum octo iAnue AnnuAtim cui coheret Antea via et rivus turbidus retro teiia monAsteiii piedicti Ab uno lAtere terra eiusdem monasterii locata quArtAno et Ab Alio terra eiudem monasterii locata egidio Testes predicti et eodem loco et hora et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris cassata est ista carta voluntate parcium Eodem modo loco et hora et coram eisdem testibus et eadem con-dicione locamus et concedimus tibi egidio tabulAs duas terre pro pensione soldorum octo iAnue AnnuAtim cui coheret Antea via et rivus turbidus et retro terra monasterii predicti Ab uno lAtere terra eiusdem monasterii, locata petro de vigo et Ab alio terra eiusdem monasterii locata Iohanni de Apulia Testes predicti et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Eodem modo die et hora et condicione et coram eisdem testibus et loco locamus et concedimus tibi petro de vigo tabulas duas terre ibi prope positas pro pensione soldorum octo iAnue singulis Annis cui coheret Antea via publica et retro terra eiusdem monasterii Ab uno latere terra eiusdem monasterii locata egidio et Ab Alio terra eiusdem monasterii locata Guillelmo francigene et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris factum est pro dicto petro Eodem modo et condicione loco et hora et coram eisdem testibus et usque ad dictum terminum locamus et concedimus tibi Guil- Anno 1222 229 lelmo fi ancigene tabulAm unam terre prò pensione soldorum quatuor iAnue cui coheret Antea via publica et rivus turbidus et retro terra eiusdem monasterii locata petro de vigo et Ab alio terra eiusdem monasterii locata vivaldo callegario et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Eodem modo die et hora loco et coram eisdem testibus locamus et concedimus tibi vivaldo callegario tabulam unam et dimidiam terre pro pensione soldorum sex iAnue cui coheret Antea via et rivus turbidus et retro terra monasterii eiusdem Ab uno latere terra eiusdem monasterii locata Guillelmo francigene et Ab alio terra frede-rici de Alberico et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris cassata est voluntate parcium (N. SJi-tft), c. iosv.-iojv.). DLXXXII. —15 ottobre - Enrichetto Panario fa società con Guido. Nos henriguetus pAnArius et guido pelliparius eiusdem burgi (sic) facimus insimul talem societatem In primis ego predictus henriguetus promito et convenio tibi predicto guidoni dividere per medium et dare et consignAre tibi medietatem omnium rerum quas Aquirere potero usque Ad Annos duos proxime venturos Aliquo labore vel Aliquo modo Insuper ego dictus guido promito et convenio' tibi predicto henrigueto versa vice dare et consignAre tibi medietatem omnium rerum quas usque Ad dictum terminum habere vel aquirere potero Aliquo labore vel aliquo modo Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecerimus penam centum soldorum iAnue rato mAnente pacto nobis ad invicem stipulAnti promitimus pro pena vero etc. Insuper ego dictus henriguetus confiteor me esse maiorem decem et septem Annis faciens hec omnia et conscilio petri gardatoris de platea lunga et iordani de lAngasco quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper iuramus Ambo tactis sacrosanctis evAnge-liis Atendere complere et observAre omnia predicta et in nullo contravenire Testes predicti consciliatores Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die decimo quinto octubris inter terciAm et nonAm Cassata est voluntate pArcium (N. fSi, c. 104). 2)0 Alino 12 22 DLXXXIII. — 15 ottobre — Rollando del qm. Dibono riceve da Giovanna, vedova di Buongiovanni Buferio, lire cinque di genovini in accomandita, che porta in Sai degna, tenendo persè la quarta parte del guadagno. Testi Giovanni da Piacenza e Bonvassallo, figlio di India. In Genova, dove abita detta Giovanna, fra terza e nona (N. jS2, c. 104V.). DLXXXIV.—15 ottobre — Ansaldo conte fa testamento. Ego Ansaldus comes per nuncupAcionem ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem in primis iudico et ordino prò Anima mea et uxoris mee berte soldos centum iAnue distribuendos hospitalibus diocesis iAnueindistribucione predicte uxoris mee prout sibi melius videbitur et eam dimito dominAm et usufructuAriAm omnium rerum mearum tam mobilium quAm immobilium Item lego hospitali sancti lAurencii iAnue soldos quinquAginta iAnue Item lego monasterio sive ecclesie sancti remedii de pArodi libras decem iAnue Item lego ermehne pedisece mee Ad mAritandum soldos centum iA.nue de predictis legatis omnibus lego operi ecclesie sancti lAurencii decenum superfruum quod restat volo et commito fi dei predicte uxoi is mee ut ipsa distribuÀt in opere dei et in piis causis et rogo ipsAm uxorem meAm ut ipsa post noticiAm mei exitus in sua sAnitate statini distribueret et ordinAret in scriptis ipsas res superfruAs quAm predictam uxorem meam volo et ordino ut possit ommA debita mea que mihi debentur petere recipere et habere tanquam egomet possem si essem presens Absque contradictione cuiuslibet persone Ί estes RolAndus filius quondam diboni et baldii^onus fornarius et Guillelmus de serra et Nicolosus LAvAninus et Guido de lAvaniA Actum iAnue in domo dicti Ansaldi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die quintodecimo octubris inter terciAm et nonAm et hec est mea ultima voluntas que et si non vAlet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat (N. jyj, c. 106 v.). DLXXXV. — 15 ottobre — Ansaldo conte riceve in accomandita una partita di genovini. Anno 1222 251 Ego Ansaldus comes confiteor me Accepisse in Accomendacione Ate Adalaxia filiAstra mea libras tres iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare mecum causa mercandi quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex his iAnuam cum testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere « debeam Alioquin si contra predicta fecero penam dupli tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes Nicolosus speciArius et bernArdus calegarius Actum iAnue in domo in qua habitat dicta Adalaxia que est in contrata fornAriorum Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die decimo quinto octubris inter nonAm et vesperum Facta est denuo precepto domini Alguisii consulis civitatis et burgi Testes obertus de lAngasco scriba et Guillelmus de quinto iudex die XV marcii M CC XXV {N. f8j, c. io4v.). DLXXXVI. — 16 ottobre — Alberto Ligamusca, ferraio, riceve in società da Giovanni Sarago lire quattro di genovini, che per lo spazio d'un anno impiega nella sua arte, dividendosi poi insieme il guadagno. Testi Pasquale, calzolaio, e Daniele d’Albaro. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra terza e nona (N. 584, c. 104V.). DLXXXVII-DLXXXVIII. - 16 ottobre - I coniugi Richelda e Daniele Bolo d’Albaro per lire otto di genovini vendono a Giovanni Tardito la terza parte d’una casaversus sanctam crucem in castelo cui coheret antea via retro terra Boru-facii minoris de volta ab una laterc terra eiusdem bonifacn et ab alio carubium. Testi Pagano Rapallino, Pasquale, calzolaio, e Pietro da Carignano. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 58;, 586, c. ioj). 2J2 Anno 1222 DLXXXIX. — 18 ottobre — Ricordo di Og-erio Pane. Nos Montanus filius bellibruni de caroAno et hugo de bisani unA confitemur nos Accepisse mutuo gratis Ate tealdo taiAtore soldos vigiliti quinque iAnue Abrenunciantes exceptioni etc. quas vel totidem pro eis tibi \^el tuo certo nuncio dare et redere tibi promitimus usque Ad annum unum proxime venturum in tuo ordine Alioquin penam dupli etc. prò pena vero etc. tali pacto etc. Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures etc. Testes ogerius pAnis et oliverius scriba Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die decimo octavo octubris inter nonam et vesperum (N. jSy, c. 105). DXC. — 18 ottobre — Tommasso Chiarello riceve in accomandita una partita di genovini, che porta in Corsica o Sardegna. Ego thomas clArelus confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate bertoloto clAvonerio libras quinque iAnue Abrenuncians exceptioni non solute etc. quas deo propicio debeo portare Apud portum bo-nifacii vel sArdeniAm causa mercandi vel alio quo mihi deus melius concesserit causa mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto hAbens licenciAm mitendi tibi ex eis per corsicAm vel sardeniAm causa mercandi quAm pArtem vo luero et iAnuAm tibi Ante me et post me cum testibus quAm pArtem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tuA potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta fecero penAm dupli tibi stipulanti promito prò penA vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omniA mea bona habita et habenda tibi pignori obligo tali pacto etc. Testes domingus et bo-nAventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducen-tesimo vicesimo secundo Indictione decima die decimo octavo octubris inter nonAm et vesperum (N. 588, c. ioj). Anno 1222 233 DXCI-DXCII. — 19 ottobre — Dondedeo de Oliva, alla presenza di Ogerio Pane, loca la metà cl’ una bottega a Giovanni de lama, col quale fa società. Ego Dondedeus de olivA loco et concedo tibi Iohanni de iAmA medietatem cuiusdAm Apothece quAm teneo A Guillelmo de clAvAro Ad pensionem et in quA mAneo predictam medietatem dicte Apothece tibi loco et concedo usque Ad festum sancte mArie Augusti proxime venturi titulo locacionis Tali modo quod tu debeas inde dAre et solvere mihi vel meo certo nuncio ad racionem librarum quAtuor in Anno per hos terminos videlicet terciAm pArtem ad octavam nAtalis domini et Aliam terciAm pArtem Ad pascha resurecionis et Aliam ter-ciAm pArtem Ad predictum terminum quAm medietatem diete Apothece usque ad dictum terminum semper legitime defendere et auctoric^are Ab omni persona et non impedire nec Aufere nec pensionem Accrescere usque ad dictum terminum sub penA decem librarum iAnue rato mAnente pActo tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Testes ogerius pAnis et bonAventura et bartolomeus de costa Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die decimo nono octubris Ante terciAm Nos Iohannes de IamA et dondedeus de olivA facimus Ad invicem talem societatem videlicet quod debemus mercari et negociAri bona fide et sine fraude cum rebus nostris mobilibus quas habemus vel aquirere poterimus et com personis nostris usque ad festum sancte mArie de medio Augusti et Ad predictum terminum debemus dividere per medium proficuum deducto cuilibet suo capitali promitentes nobis Ad invicem sub pena decem librarum iAnue Atendere complere et observAre omnia supradicta et in nullo contravenire nisi licencia utriusque nostrum concorditer remAnserit pro pena vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia nostra bona habita et habenda nobis ad invicem pignori obligamus pena vero commissa pacto mAnente rato Eodem die et hora et coram eisdem testibus et eodem loco et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris Insuper iuramus omnes Atendere complere et observAre omnia predicta et in nullo contravenire (N. 5S9, /90, c. ioj v.). 234 Anno 1222 DXCIII. — 20 ottobre — Ottone de Porcili e Alaardo promettono che per la Pasqua daranno lire tie di genovini a Giovanni de Vedereto, ricevente a nome di Alda, moglie di Nicoloso Nepitella. Testi Buongiovanni Respetto e Vassallo de Porcili. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, nell’ora di terza (N. 591, c. 10; v.). DXCIV. — 20 ottobre — Ugone Auricula cede a Bartolomeo de Cicagna alcuni diritti, che gli competono, come da istrumentorogato dal notaio Michele. lesti Andrea, Alberto da Piacenza e Pietrobuono da Sarzano. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, fra tei za e nona (N. 592, c. 106). DXCV. _20 ottobre — Genoardo de Castelletto cede ad Ugone de Bolago un credito di lire quattro e soldi cinque, dovutogli dai coniugi Giovanna e Stefano Rosso, come per atto stipulato dal notaio maestro Anastasio. Testi Giovanni Susena e Bonvassallo de Mari. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (N. 593, c. 106). DXCVI. — 21 ottobre — Marchesio Casario riceve una partita di genovini in accomandita, che porta a Ceuta. Ego mArchesius casarius confiteor me Accepisse in Accomenda-cione Ate presbitero viviAno libras decem iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare septAm vel quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto habens licenciAm mitendi tibi ex his iAnuam cum testibus quAm pArtem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignAre capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tuA potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta fecero penam dupli tibi Anno 1222 235 stipulAnti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes Guillelmus medicus de clAvica et presbiter Guillelmus capelAnus sancti Andree de porta et presbiter Anselmus capellAnussancti tomAi Actum iAnue in canonica sancti lAurencii sub pontili camere mAgistri hugonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo primo octubris Ante terciAm (N. 601, c. 10η v.). DXCVII. — 21 ottobre — Bonizo gauterhis de moga riceve a mutuo da Guidone pellicciaio de eodem burgo soldos viginti duos denariorum medianorum, che restituirà prima dell ottava di Natale. Testi Bonaventura e Mozasco de Marcia. In Genova c. s., prima di terza (N. 594, c. /06.) DXCVIII. — 22 ottobre — Ricordo del giudice Ruffino d’Asti. In presencia infrascriptorum testium Ego leo draperius confiteor et volo quod tu rufinus Astensis iudex ili As libras viginti quinque quAs in tuA potestate deposui debeas dare petro gauterio et beltramo rufo qui presenciAliter de predictis libris viginti quinque quietos et solutos se vocantur A predicto Rufino Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte pecunie Testes Rainaldus canonicus iAnue et Guillelmus de quinto iudex Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo secundo octubris inter terciAm et nonAm (N. $<)6, c. io6v.). DXCIX. — 23 ottobre — L’arciprete di Sestri elegge un procuratore. Ego presbiter Iohannes Archipresbiter plebis de sigestro constituo Iohannem pergamensem notarium meum procuratorem et certum nuncium in causa que vertitur inter me ex una parte et pre-sbiterum Rolandum canonicum sancti petri de porta ex altera super CAnonicatu iAnuensis ecclesie coram dominis AbbAtibus sancti stephani et sancti syri et preposito de vineis ut posset producere testes meos et videre iurare illos presbiteri rolAndi et titulos meos pori- 236 Anno 1222 «■ere iudicibus predictis et cetera facere que sibi videbitur melius expedire promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerit dictus procurator in predictis et non contraventurum in aliquo Testes presbiter symon canonicus sancti donAti et bartolomeus de plecania Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo tercio octubris inter terciAm et nonAm (N. 599, c. /07). DC. — 23 ottobre — L’abate di S. Stefano ordina a Richelda di amovere un edifizio, fatto sulla terra del monastero. Nos Ramundus Abbas Monasterii sancti stephAni consensu et voluntate et in presencia fratrum nostrorum videlicet Iohannis prioris rogerii benedicti thome denunciAmus et precipimus tibi Richelde filie quondam rogerii callegarii ut hinc Ad nAtalem domini pioxime venturum sive usque ad KAlendas IAnuBrii proxime ventui as Auferas et tollAs hedificium quod habes super terra monasterii predicti cui coheret Antea via et retro terra eiusdem monasterii Ab uno lAtere terra eiusdem locata lAfranco bramAcarne et Ab Alio lAtere terra predicti monasterii locata quondam gosmArio hoc ideo denunciAmus et precipimus tibi predicte richelde quia terra ipsa est opus monasterio Adfaciendam utilitatem et quomodum ipsius monasterii unde non est de nostra voluntate quod ibi debeas ipsum hedificium habere nec ipsAm terram de cetero impedire Testes Nicolosus mAcellArius et henricus ferarius et Albertus serviens eiusdem monasterii Actum iAnue in clAustro sancti stephAni Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo tercio octubris inter vesperum et completorium (N. 597, c. 106 v.). DCI. — 23 ottobre — Raimondo, abate di S. Stefano, dà in enfiteusi per ventinove anni a Burga una tavola di terra presso il bagno del monastero, in Rivottirbido, coll’annua prestazione di soldi quattro e cogli obblighi con altri già stabiliti. Testi Enrico, ferrario, e Nicoloso, macellaio. In Genova, nel chiostro di detto monastero, tra vespro e compieta (N. 598, c. 107). Anno 1222 237 DCII. 24 ottobre — Ottolino de Moza accorda suo cognato al servizio di Gauterio. Ego octolinus de moija promito et convenio tibi gauterio fran-cigene quod faciAm ita et curabo quod guidetus cognAtus meus stabit et perseverabit tecum A nAtali proxime venturo usque Ad Annos tres proxime venturos causa laborandi tuAm Artem Ad tuam utilitatem et tibi serviendi etomniA negociA que in domo tuA fuerint necessaria faciendA et quod non infraudabit de rebus tuis ultra denarios duodecim per Annum sed eas salvabit et custodiet bona fide et sine fraude et si forte de domo tuA mala voluntate exierit faciAm ita et curabo quod infra dies octo reversus fuerit Ad dictum servicium faciendum sicut Antea Alioquin penAm centum soldorum iAnue et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. Insuper ego dictus guidetus iuro corporaliter tactis sacrosanctis evAngeliis Atendere complere et observAre omnia predicta preterea ego dictus gauterius versa vice promito tibi dicto octolino recipienti nomine dicti guideti quod ipsum docebo de Arte mea bona fide et sine fraude usque Ad dictum terminum et quod non faciAm ei Aliquam supra-positam quam non posit suffere et eum tenere sAnum et infirmum et dare ei victum et vestitum convenientem usque ad dictum terminum Alioquin penAm centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulAnti promito recipienti nomine dicti guideti prò penA vero etc. Testes obertus grassus et stephAnus curerius Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quArto octubris Ante terciAm facta est pro gauterio (A^. 600, c. ioyv.). DCIII. — 24 ottobre — Ricordo della nave Meliorata, . che va a Tunesi. Ego MArabotus ricius confiteor me recepisse et habuisse Ate presbitero lAfranco canonico iAnue tantum de tuis rebus Abrenuncians • exceptioni non solute et non Accepte rei unde promito et convenio tibi dare et polvere tibi vel tuo certo nuncio bisAncios miliArenses iusti ponderis mundos et expeditos Ab omnibus dacitis et Avariis 238 Anno 1222 dugAne sexAginta Apud tunesim sanAetsalvA eunte illue nAve que dicitur meliorata et que est baldiconis et consortum vel mAiore pArte rerum ipsius uAvis hAbens licenciam mitendi tibi predictos bisancios iAnuAm implicatos in mercibus quibus maluero postquAm fuero tunesim et si forte eos portare voluero possim eos poi tai e in Accomen-dacione Ad quArtum lucri quod inde habuero quo mihi deus melius concesserit gracia mercandi et in meo reditu capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tuA vel tui certi nuncii potestate reducere et consignAre promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeam Alioquin si contra predicta in Aliquo feceio penAm dupli tibi stipulAnti promito pro penA vero etc. I estes RolAndus de nAsio et hugo granAria Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti presbiteri lAfranci Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quArto octubris Ante terciAm (N. 602, c. 10S). DCIV. — 24 ottobre — Giordano de Cauzana costituisce procuratore Beltramo, suo figliuolo, col mandato di 11-scuotere da Oberto Storaria soldi ventisei di denari pavesi. Testi Bonaventura e Guglielmo da Rapallo. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, nell ora di terza (A7. 603, c. 108). DCV-DCVI. — 24 ottobre — Giovanni texitorius riceve dalla sposa Giacoma lire venti di genovini in aumento della dote. - Giacoma, col consenso delle sue parenti Giacomina e Giovannetta, sorelle, dona allo sposo Giovanni texitor io lire venti di genovini. Testi prete Rollando da Marassi, prete Alberto, "custode di S. Lorenzo, e prete Giovanni da Fu-merri. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo tra nona e vespro (N. 604, 603, c. 108). DCVII. — 25 ottobre — Pietro da Recco dichiara di aver dato il possesso d’una terra. Anno 1222 Ego petrus de reco gardator comunis iAnue in presenciA infra-scriptorum testium protestor et confiteor quod precepto et voluntate domine Adalaxie de bruxeto posui te lucAm filiam ipsius inposes-sionem cuiusdam loci que consueta erat dicta AdAlaxia habere in pertinenciis de rApAlIo ubi dicitur castellum et cuiusdam loci ubi dicitur bruxetum in hoc fuit mense Augusti proxime preterito Testes henricus gardator et bonus vasallus cararia Actum iAnue in domo in qua habitat dieta AdAlAxia Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quinto octubris inter terciAm et no-nAm (N. 606, c. 108 v.). DCV1II. — 25 ottobre — Guglielmo Guercio concede in enfiteusi per ventinove anni a Pietro de Vigo una sua terra con casa, posta nel borgo S. Stefano, confinante coll’ edifizio di Giacomo de Carvari coll’ annua prestazione di soldi ven-tisei di genovini, solvibili per Natale. Testi Giacomo da Calvari, Grillo e Tebaldo. In Genova, presso l’edifizio di detto Pietro, tra nona e vespro (N. 610, c. 109). DCIX. — 25 ottobre — Marabotto Riccio loca per dieci anni a Bertolotto de Gatignolio de Sigestro la decima parte d’una terra, che tiene per conto dei canonici di S. Lorenzo, e che trovasi in pertinendis de sigestro ubi didtur bo-scus de montelugo, colla prestazione di soldi trenta per Natale, e altrettanti per Pasqua. Testi Marello del Bisagno e Oberto Barberio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra vespro e compieta (N. 607, c. 108 v.). DCX. — 26 ottobre — Fulco, pescatore, dichiara d’aver avuto in deposito da Giovanni da Tortona soldi diciannove di genovini, che darà prima del Natale. Testi Carlo de Porta, Giovanni Bruno da S. Ambrogio e Oberto Barberio. In Genova, c. s., prima di terza (N. 608, c. ioSv.). 240 Anno 1222 ]3CXI. _ 26 ottobre — Rollando de Corasio, figlio del qm. Debono, riceve in accomandita da Adalasia, sorella di Ansaldo Leccavela, lire sei meno soldi otto di genovini, che porta a negoziare in Bonifacio, restituendo al ritorno il capi-tale e tre parti del guadagno. Testi Guglielmo Clerico e Guglielmo Batifolia. ' In Genova, nella casa di Adalasia, fra terza e nona (N. 609, c. /09). DCXII. - 26 ottobre — Rainaldo, canonico della cattedrale, delegato pontificio, cede la delegazione. Ego RAinaldus CAnonicus iAnue iudex delegAtus A domino pApA in causa que vertitur inter AbbatissAm de mesemA ex unA pArte et muruelum bocaordei et bernArdum fratrem eius ex Altera delego et comito vices meas mAgistro Guillemo presbitero sancti stephAni iAnue Ad dictam causam AudiendAm et Ad cetera Alia facienda reservAta in me difinitivA sentenciA Testes presbiter Guillelmus sacrista et turchetus Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo secundo Indictione decimA die vicesimo sexto octubris inter nonAm et vesperum (N, 611, c. 109 v.). DCXIII. — 27 ottobre — Baldovino Sozafigura promette di fare in modo che Rubaldo Bonvicino restituisca a Pietro de Vigo l’istrumento del mutuo di soldi cento di genovini, fatto ai suoi figli, come in atti di Ambrosio scriba. Testi Giovanni Ferrario e Ricobono notaio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 612, c. 1091'.). DCXIV-DCXV. — 27 ottobre — Prete Bonsignore da Polverara prende in custodia i paramenti ed i libri della chiesa di S. Salvatore di Sarzano. Ego presbiter bonus signA de purveraria promito vobis domino Rubaldo preposito iAnue nomine capituli iAnue quod omnes res quAs .................................Anno 1222 241 ........................................................................»..................................................................................... mihi consignabitis nomine ecclesie sancti salvAtoris de salano pertinentis pieno iure Ad capitulum iAnue per nos vel per nuncium nosti um et de quibus fiet instrumentum publicum salvabo et custodiAm eas bonA fide et eas Augebo et no[n] diminuam bona fide et sine fiafujde Alioquin penAm dupli vobis stipulAnti promito prò penA vero etc. Et nos gallus de portuveneris et lAborantus de coporaria de pi edictis omnibus constituimus nos proprios et principales debitores et pagatores vobis domino preposito predicto in solidum conservandis et restituendis sicut predictus presbiter bonus signa tenetur superius Alioquin penam dupli vobis stipulAntibus promitimus prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia nostra bona habita et habenda vobis pignori obligamus quisque nostrum in solidum Abrenunciantes iuri quo cavetur principalem debitorem primo conveniri et legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. Testes presbiter symon CAnonicus sancti donati et henricus me-lesius et gandulfus de brecaneca et Iohannes de gorino Actum iAnue in craustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo septimo octubris in hora vesperi Ego presbiter bonus signa confìteor me accepisse in deposito sive in custodia A vobis domino Rubaldo preposito iAnue res infrascriptas Abrenuncians exceptioni non traditarum rerum et non Acceptarum que sunt ecclesie sancti Salvatoris de sarcano Res Autem sunt iste in primis ornamenta ecclesie sancti Salvatoris toaliA in primis (s/c) toalie Altaris decem et septem coopertoria tele tria p Alii A quAtuor Callix stagni unus Item Coopertoria crucum tria Item cortine Ad conAs cooperiendas quAtuor Item cortina quAdragesimalis una Item pAramenta cum ornAmentis suis duo Item p.Vineta vilis unA soIA Item Amiti duo Item stola una Item mAnipuli duo ItemmAnutergiA decem Item buxola Avolii una Item misalia duo Item Antiphonarium de die unum Item duo AntiphonArium de nocte unum Item psAlterium unum Item ordo unus Item liber in quo continentur lectiones natalis domini et lAmentaciones unus Item quAternus ubi sunt lectiones sancti Salvatoris et sancte trenitatis unus Item candelAbra Asmati duo Item turibulum Asmati unum Item turibulum fereum unum Item rexentarius Ad Aquam be-nedicendAm unus Ista sunt masaricia domus in primis Arcobancus unus Item orca Item lebetes duo Item parolium unum Item catena Ferretto 16 242 Anno 1222 una Item Arche due item discus unus Item setacii duo item gratula una Item capis una erea Item sacus unus Item coopertorium de lecto vilissimum unum Item una de ramo Testes presbiter Symon canonicus sancti donati et presbiter viviAnus sancti Ambrosii et presbitei IA-cobus et magi ster hugo canonicus iAnue Actùm iAnue in dieta ecclesia sancti Salvatoris Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo octavo octubris in hora vesperi (A^. 613, 614, c. iogv.). DCXVI. — 29 ottobre — Accenno ad una lite, affìda-da dal Pontefice all esame del prevosto e di un canonico della cattedrale. Eo-o henricus Comes CAnonicus sancte mArie de vineis constituo presbiterum Anchisem CAnonicum eiusdem ecclesie pi esentem et recipientem curatorem meum et procuratorem in lite et controversia que vertitur inter me Ab una pArte et CApitulum lunensem ex Altera super prebenda lunensis ecclesie que lis Agitatur sub exAmine Rubaldi nunc prepositi iAnue et magistri hugonis canonici iAnue delegatorum domini pape ut dictus curator et procurator posset Agere et experiri defendere et replicare et omne demum facere que merita et qualitates predicte cause postulabunt promitens me ratum et firmum hAbiturum quicquid iAmdictus curator et procurator legitime fecerit et non contraventurum Testes bonus vasallus de sauro et petrus comes frater dicti henrici et pipinus filius dominici pellipArii Actum iAnue in clAustro sancti laurencii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indicione decima die vicesimo nono octubris in hora vespei i (N. 615, c. no). DCXVII. — 29 ottobre - Fulco, canonico di Rovegno, costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego fulco CAnonicus plebis de rovegio constituo te odonum pre-sentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium in curia romAna Ad impetrandum literas in curia romAna prò me et contradicendum cuilibet volenti contra me literas impetrare promitens me Anno 1222 243 ratum et firmum quicquid feceris et non contraventurum Testes pre-sbitei Symon canonicus sa:ncti donati et Iohannes de gorino Actum lAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo nono octubris inter vesperum et completorium (N. 616, c. 110). DCXVIII. — 2 novembre — II ministro dell’ospedale di S. Stefano dà in locazione una terra. Nos Guirardus minister et frater hospitalis sancti stephAni conscilio et consensu et In presencia domini rogerii et thome monAcorum dicti monasterii et provisorum dicti hospitalis et boni Iohannis et oberti parasaci et stephani caneph fratrum et conversorum dicti hospitalis loco et concedo tibi Ingoni de IArolio tuisque heredibus titulo locacionis A natali domini proxime venturo usque ad Annos quinque proxime venturos peciAm unam terre iuris dicti hospitalis positam in bisAni ubi dicitur braida cui coheret undique terra monasterii sancti stephAni TAli modo quod tu vel tui heredes debeas inde dare et solvere mihi vel predicto hospitali singulis Annis usque Addictum terminum per octavam nAtalis domini soldos quadraginta iAnue et predictam terram non deteriorare et tenere usque addictum terminum Quam terram semper legitime defendere et auctoricare Ab omni persona et non impedire nec subtrahere nec pensionem Accrescere usque addictum terminum sub pena centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. possessionem inde tibi tradidisse confitemur usque ad dictum terminum Et ego dictus Ingo Atendere complere et observAre omnia predicta et in nullo contrevenire sub pena centum soldorum iAnue vobis predictis nomine predicti hospitalis stipulanti promito pro pena vero etc. Testes pascalis de sancto romulo et magister obertus camp An Arius et Ansaldus castaldus sancti stephAni Actum iAnue in ecclesia sancti stephani Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die secundo novembris inter nonam et vesperum (N. 61η, c. 110). DCXIX-DCXX. — 3 novembre - Il rettore di S. Nicolò di Voltri elegge patrono e difensore di detta chiesa l’arcidiacono di S. Lorenzo. I' 244 Anno 1222 Ego presbiter Rubaldus minister ecclesie sancti Nicolai de vulture recolens quanta utilitas mihi et diete ecclesie peivenit de famu-lAtu gracia speciali frAternitate et defensione domini octonis quondam IAnuensis ArchidiAconi pAtroni et protectoris mei et ecclesie memorate quem elegeram in fratrem et CAnonicum ipsius ecclesie Atten-dens quoque Ac sperans mAsimAm utilitam domine mAgister Johannes ArchidiAcone iAnue de providencia vestra conscilio et Auxilio vestro evenire mihi et ecclesie predicte consciderans etiam et desiderans protectionem et defensionem quAm pro me et ipsa ecclesiA facere potestis contrA oppressiones scandalA et iniurias iniquorum pura inten-cione libera et mera voluntate ac devotione multa delibei adone pie-habita propter utilitatem et necessitatem ipsius ecclesie eligo vos sive postulo in fratrem et canonicum Adiutorem defensorem et consol Atorem meum et ecclesie sepedite quanta possum precum instanda et supli-cacione vestram exorans benignitatem quatinus electionem meam Accipere et preces meas propter deum et dicte ecclesie necessitatem et consolAcionem dignemini exAudire Testes presbiter Albertus CAnonicus sancte mArie de castello et presbiter Guillelmus capellAnus sancti systi et octo scutarius et Ambrosius scutarius Actum iAnue retro ecclesiAm sancti systi in orto Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die tercio novembris post rionam paurum E°'o magister Iohannes Archidiaconus iAnue commemorans KA- ο o ritatem et devocionem quam erga bone memorie dominum octonem Archidiaconum quondam iAnue predecessorem meum fratrem et canonicum ecclesie sancti nicolAi de vulturi cuius minister es et eras presbiter Rubalde habuisti et quam erga me habes et habere ho-stendis divine pietatis intuitu tuarumque precum optentu et necessarie utilitatis dicte ecclesie pretextu tue canonice electioni seu postula-cioni quam fecisti de me ut continetur in carta inde facta per mAnum sAlmoni notarii consencio ipsAm recipio non Ad hoc ut bona tua seu bona dicte ecclesie velim Aliqua cupiditate rapere vel aliquid contra beneplAcitum tuum et liberam voluntatem tuam Ate vel Adicta ecclesia extorquere Aut pro Aliquo homine iniuste te vel ipsAm ecclesiAm gravare sed pocius Ad hoc dictam electionem Admito ut kari-tativo Affectu velim et valeam tanto Amplius personAm tuAm et pre-fatAm ecclesiAm secundum deum iusticiAm et honestatem iuvAre con- Anno 1222 245 scilium et Auxilium in spiritualibus et temporalibus exhibendo defendere et consolAri contra scandalA et iniurias persequendum quanto speciali fraternitate et familiari gracia tibi et ecclesie predicte teneor Aligatus I estes presbiter Albertus CAnonicus sancte mArie de castello et presbiter Guillelmus capellAnus sancti systi et Ambrosius et octo scutarii Actum iAnue in ecclesia sancti sisti Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die tercio novembris Ante vesperum (N. 619,620,0. nov.). DCXXI. — 3 novembre — Bonvassallo Calligepalio riceve in deposito una quantità di genovini. Ego bonus vasallus callige pAllii confiteor me habuisse et recepisse in deposito Ate druda uxore opi^nis de berforti libras quinquaginta iAnue Abrenuncians exceptioni non solute etc. que sunt de bonis tuis videlicet de precio terre de quarto quam vendidisti filie tue dulci quArum quinquaginta librarum mutuAvi viginti libras comuni iAnue Ad tuam utilitatem et proficuum quod inde habebitur et residuum debeo collocare Ad tuam utilitatem deo propicio quas predictas i libras quinquaginta promito tibi dare vel tuo certo nuncio et predicto viro tuo lucrum quod inde exierit postquam eas recuperavero Ab eis quibus mutuAvi et mutuabo et ego dicta druda volo et do tibi licenciam quod debeas dare lucrum quod ex eis exierit predicto viro meo postquam illud habueris Testes Iohannes bonus et oli verius scriba Actum iA-nue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die tercio novembris in nocte (N. 618, c. nov.). DCXXII. — 5 novembre — Bonaventura da Pisa riceve lire otto di genovini in dote dalla sposa Aloisa, e le costituisce Γ antifato in altrettante lire otto. Testi Rapallino, Giovanni, figlio di AlbertodaS. Ambrogio,e Ottone deBrugnario. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 621, c. in.) DCXXII1. — 5 novembre — Ambrosio da Como dichiara di non chieder la multa, in che fu condannato Enrico Molasana. 246 Anno 1222 Ego Ambrosius de como facio pActum de non petendo tibi hen-rico molane usque Ad menses sex proxime venturus de illis libris centum triginta iAnue de quibus milii condempnAtus es per dominum Guillelmum filium Agatum consulem iAnue ex pArte pAlacii mediani Testes vivAldus de domo et obertus bArberius Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die quinto novembris in hora tercie (A^. 622, c. ni). DCXXIV. — 7 novembre — Prete Simone, canonico di S. Donato, dichiara di aver tolto a mutuo lire sei e soldi quindici di genovini da Giovanni, tintore a S. Donato. Testi Bartolomeo, maestro, Buonvassallo de Mari e Oberto Bar-berio. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tra nona e vespro (W. 6jo, c. 112). DCXXV. — 7 novembre — Nicoloso de Mari promette di restituire un ronzino al prevosto di S. Lorenzo. Ego dominus Nicolosus de mAri promito et convenio vobis domino Rubaldo preposito iAnue nomine capituli iAnue redere et restituere vobis runcinum unum vel extimAcionem quem habet beltra-mus quondam serviens domini Nicole rocie canonici iAnue et qui runcinus fuit dicti nicole quondam et erat tempore mortis sue si ho-stensum fuerit Aliqua racione quod dictus Runcinus pertineat vel pertinuerit canonice iAnue Alioquin penam decem librarum iAnue vobis stipulanti promito prò pena vero etc. Testes obertus serviens dicti Nicolosi et botarius monacus sancti fructuosii Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die septimo novembris in hora vesperi (N. 62J, c. 111). DCXXVI. — 8 novembre — Pietro de Villanova fa quitanza a Benedetto, coltellinaio. Ego petrus de villanovA procurator Guiberti de mArtello civis mArsilie ut continetur in literis eiusdem comunis sigillo sigiliAtis Anno 1222 247 confiteor me Accepisse A te benedicto cultelerio qui nunc habitas IAnue totum residuum debiti quod tenebaris dare dicto guiberto ut 'continetur in carta inde facta per mAnum Guillelmi charelli notarii quod instrumenturp incissum tibi confiteor me tradidisse et predictas literas bulatas Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie promitens tibi quod dictus guibertus nec alius prò eo occasione predicti debiti litem vel controversiAm Aliquam de cetero faciet tibi vel alicui pro te et te inde indempnem extrahere et con-servAre sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens contrafactum fuerit tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. Testes Rufinus iudex Astensis et bonusvasallus cararia et obertus scriba dicti Rufini Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die octavo novembris Ante terciAm (N. 625, c. iiiv.). DCXXVII. — 8 novembre — II clero di Genova costituisce un procuratore nella curia pontificia. Nos Rubaldus prepositus et Magister Iohannes Archidiaconus pro nobis et capitulo IAnue et daniel sancti syri et Ramundus sancti ste-phAni Abbates, et ArmAnus sancti donAti et petrus sancte mArie de vineis et Rubaldus sancti dalmiAni et conradus sancti nAgarii pre-positi pro nobis et capitulis conventibus et colegiis nostris et clero iAnue et eorum consensu et voluntate constituimus Andream pAri-siensem nostrum procuratorum et certum nuncium in curia romAnA ut possit contradicere quibuslibet volentibus Aliquid impetrare contra ecclesiAm iAnue seu collegia civitatis iAnue vel districtus et ut possit in iudices consentire promitentes nos ratum et firmum habere et tenere quicquid dictus procurator fecerit in predictis et non con-traventuros Testes bartolomeus et MAgister hugo et presbiter lAfran- cus canonici I Anue et presbiter Iohannes CAnonicus sancti don Ati Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti prepositi Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die octavo novembris Ante terciAm (N. 626, c. /// v.). 248 Anno 1222 DCXXVIII-DCXXIX. — 8 novembre — Il capitolo della cattedrale elegge il magiscola e 1 eletto costituisce un procuratore nella curia pontificia. Nos Rubaldus prepositus et mAgister Iohannes Archidiaconus iAnuensis et Guillelmus sacrista et lafrancus et bartholonieus presbiteri et Rainaldus et bertolotus diAconi et symon malus occellus sub-diAconus eligimus concorditer mAgistrum hugonem CAnonicum iA-nue. Ad dignitatem mAgiscoratus seu mAgiscoram iAnue suplicantes et cum devocione rogantes dominum Archiepiscopum iAnue ut ipsum confirmet et instituat sicut moris et iuris est ecclesie iAnue in aliis dignitatibus iAnuensis ecclesie fieri Testes presbiter guido canonicus sancte mArie de castello et presbiter Symon CAnonicus sancti donati et presbiter Albertus custos sancti lAurencii die octavo novembris Ante terciam Ego MAgister hugo CAnonicus iAnue electus in magiscoram iAnue constituo Andream parisiensem meum procuratorem et certum nuncium ut in curia romAna possit contradicere quibuslibet volentibus literas impetrare contra me in Aliquo negocio et specialiter volentibus impetrare Aliquod contra me in curia romAnA super dicta dignitate magiscoratus ita ut possit contradicere pro me et in iudices consentire et confirmacionem Adomino papa super eadem dignitate impetrare et super predictis omnibus facere que merita cause postulabunt promitens me ratum et firmum habiturum quicquid dictus procurator fecerit in predictis Testes baldoinus de celsa et presbiter Iohannes minister ecclesie de monte Actum iAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti MAgistri hugonis millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die octavo novembris inter terciam et nonam (N. 624, 628, c. ///, 111 v.). DCXXX. — 8 novembre — L’arciprete di Sestri costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego Iohannes Archipresbiter plebis de sigestro constituo Andream pArisiensem meum procuratorem et certum nuncium in curia romAnA Ad contradicendum cuilibet volenti contra me literas impe- Anno 1222 249 tiare vel contra dictam plebem et in iudices consentire promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerit dictus procurator in predictis I estes Rubaldus prepositus iAnue et symon canonicus sancti donAti Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die octavo novembris inter terciam et nonam (N. 62η, c.mv.). DCXXXI. — 8 novembre — Simone, canonico di S. Lorenzo, comunica all’arci]irete della chiesa di Sampierdarena una lettera del pontefice Onorio III, inviatagli da due canonici di Tortona. Ego symon CAnonicus iAnue in presentiA infrascriptorum testium represento vobis Guillelmo ministro ecclesie sancti petri de ArenA literas sigillAtas domini magistri octonis et castellAni canonicorum terdonensium prout dico et AppAret quArum tenor talis et MAgister octo et CAstellanus canonici terdonenses dilecto fratri Archipresbitero plebis sancti petri de ArenA Salutem in domino Noverit discretio vestra literas domini pape nos nuper recepisse in hac forma honorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis castellAno et octoni canonicis terdonensibus Salutem et apostolicam benedictionem symon cA-nonicus sancti petri de Arena nobis conquerendo monstravit quod minister ipsius plebis iAnuensis diocesis super plebenda eiusdem plebis et rebus aliis iniuriatur eidem Ideoque discretioni vestre per Apostolica scripta mAndamus quAtinus pArtibus convocatis Audiatis causam et Apelacione remota fine debito terminetis facientes quod decreveritis per censuram ecclesiasticam firmiter observAri Testes autem qui fuerint nominati si se gracia odio vel timore subtraxerint per districtionem eandem Apelacione cessante cogatis veritati testimonium perhibere quo circa vobis Auctoritate predicta mAndamus quAtinus octavo die post receptionem literarum terdone pro dicta causa Ante nos representare curetis Testes RainAldus canonicus iAnue et presbiter homodeus canonicus sancti Ambrosii Actum i Anue in ecclesia sancti laurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die octavo novembris post nonam (N: 629, c. 112). 250 Anno 1222 DCXXXII. — 9 novembre — Guglielmo Guercio dà in locazione per tre anni ad Arivabene da Brescia e ad Opizzone da Monza una casa nel borgo di S. Stetano, e tie tavole di terreno, posto dietro di essa, desti Artusio de Sigeòho, e Pietro de Baelna. In Genova, sotto il portico di detto Guglielmo, tra nona e vespro (N. 6ji, c. 112). DCXXX1II. — 10 novembre — Martino Ca\'alario compra una pelliccia d'agnello. Ego mArtinus cavalarius confiteor me Accepisse Ate pAsta lAne-rio pellem unam tuam Angnelinam Abrenuncians exceptioni etc. pio qua promito et convenio dare et solvere soldos viginti per hos terminos videlicet denarios VI pro qualibet edomada proxime ventura usque • Ad integram tocius predicti debiti solucionem Alioquin penam dupli tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. T. estes Iohannes tinctor de sancto donato et IAcobus lAnerius de porta Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die decimo novembris post vesperum (A7. 632, C. II2V.). DCXXXIV. — II novembre — Ingone de Volta dà in locazione la metà d'un luogo e d una casa. Ego dominus Ingonus de volta loco et concedo vobis Iohanni de sogio et AlAmAndre uxori quondam petri sapientis equaliter nomine locacionis Anatali domini proxime venturo usque ad Annos sex completos proxime venturos medietatem cuiusdam loci quem habeo in carignAno cum medietate unius domus ibi supraposite sicut olim solebatis tenere pro me tali modo quod vos vel vestri heredes debeatis inde dare et solvere mihi vel meo heredi singulis Annis usque ad dictum terminum videlicet tu Iohannes predictus libras tres et dimidiam iAnue et tu AlamAndra libras tres iAnue et dimidiAm per hos terminos videlicet medietatem Ad festum sancti michaelis et aliAm medietatem Ad festum natalis domini et dare in domo meo erbas pro- Anno 1222 251 porcionaliter medietate ter in edomada cum aliis qui tenent medietatem dicti loci usque Ad dictum terminum et predictam terram cum medietate domus tenere usque ad dictum terminum et non deteriorare quam terram et domum ut superius dictum est semper legitime defendere et auctoriiare Ab omni persona et non impedire nec Aufere nec pensionem Accrescere sub pena decem librarum iAnue et predictam domum facere preparari meis expensis rato mAnente pacto vobis stipulAntibus promito prò pena vero etc. possessionem inde nomine locacionis vobis tradidisse confiteor Et nos predicti Iohannes et AlAmAndra Atendere compiere et observare omnia predicta sub pena decem librarum iAnue vobis stipulAnti promito prò pena vero etc. pena vero commissa cadam Ab omni iure diete locacionis Et ego dieta AlAmAndra Abrenuncio iuri ypothecarum faciens hec omnia conscilio domini henrici de mola9ana et AlAmAni gardatoris quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliato-res et ορίςο guercius Actum iAnue sub domo dicti Ingonis Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die undecimo novembris inter terciam et nonam et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris factum est pro dicto lohanne et AlAmAndra equaliter (IV. 6jj, c. ii2v.). DCXXXV. — 12 novembre — Filippo da Levanto riceve una partita di genovini in accomandita, che porta in Sardegna o in Corsica. Ego philipus de levanto confiteor me Accepisse Ate nicoloso fe-rario notario in Accomendatione libras quinque iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare in sardeniam vel in corsicam et inde iAnuam redire causa mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto habens licenciam mitendi tibi ex his ianuam cum testibus Ante me et post me quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena 252 Anno 1222 vero etc. tali pacto etc. Testes domingus et AlAmAnus gardator et bo-naventura Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die duodecimo novembris Ante terciAm (A^. 654, c. //?). DCXXXVI. — 14 novembre - I coniugi Floria e Giacomo de Insulis dichiarano che Vivaldo, drappiere in Ripa, fece garanzia in lire ventuna e soldi sei eli genovini per Giovanni, genero di Martino Picino. Testi Oberto Barberio e Bonaventura. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, dopo terza (N. 6jj, c. iij). DCXXXVII. — 14 novembre — Verde promette di vendere una casa. Ego viridis uxor quondam octonis sAnguinis venti is pi omito et convenio tibi Ardigono ferario facere ita et curare quod habebo et prosequAr lAudem Aconsule comunis iAnue pro dotibus meis in quA-dam domo que quondam fuit predicti viri mei posita in contrata cal-derariorum cui coheret Antea via et retro trexenda Ab uno latere domus guirardi sici et Abalio domus guirardi de rosignAno prò quAnto mihi fuerit extimAta pro dotibus meis et hoc tibi facere promito infra dies quindecim proxime venturos nisi tua licencia remanserit et facta mihi lAude in predicta domo promito tibi vendere dictam domum precio librarum decem et octo iAnuinorum et facere tibi fieri cartam in lAude tui sapientis de predicta domo Tali modo quod tu promitas mihi dare in lAude mei sapientis predictas libras decem et octo iAnuinorum per hos terminos videlicet libras undecim iAnue infra dies quindecim post quam tibi cartam dicte vendicionis vel dicta domo (sic) fecero in lAude tui sapientis et residuum Ad festum pentecostes proxime venturum Alioquin penam quinque librarum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothecarum et senatui consulto velleiano et omni iuri quo contra predicta venire possem faciens hec omnia conscilio Guillelmi gregorii et baldoini censarii quos hoc voco vicinos et propincos meos et confiteor me Accepisse Ate predicto Ardi^no soldos viginti iAnue Anno 1222 253 pio Alio et pagamento de dieta domo Abrenuncians exceptioni etc. lestes pi edicti consciliatores et Iohannes barberius Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die quatuordecimo novembris inter nonam et vesperum (IV. 636, c. 113). DCXXXVIII • — 15 novembre — I coniugi Verde e Giovanni del qm. Giovanni de Bordono de Orto promettono che prima del carnevale venderanno a Rubaldo, scudaio,due terre, poste in plebatu sigestri presso la terra di Guiberto Maxario per soldi quaranta di genovini. Testi Alberto Barilario, Enrico Barilario ed Ogerio Pane. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 63η, c. njv.). DCXXXIX. —15 novembre — Raimondo da Monteolivo, figlio di Maestro Bertramo, riceve soldi ventisette di genovini da Pietro Ferrerio, il quale insieme con Pietro Pugnano e Ardebaldo Trastorno li aveva tolti a mutuo da detto Bertramo per atto, stipulato dal notaio Raimondo Terio. Testi Bonvassallo de Mari, Guglielmo de Maiolio, Ruffino Calia e Giovanni da Piacenza. In Genova, c. s., nell’ora di vespro (N. 638, c. 114). DCXL. — 15 novembre — Anguina, vedova di Ansaldo Fornario, riceve da Giovanni Bucucio lire quindici di genovini, che provengono dalle lire sessanta, date da essa in accomandita a Guglielmo Bucuccio, fratello di detto Giovanni, come per atto, rogato dal notaio maestro Bartolomeo. Testi Simone Bucuccio, Ruffino da Piacenza e Giovanni Fornario. In Genova, dove abita detta Anguina, di sera (N. 639, c. 114). DCXLI. — 16 novembre — Accenno ad una lite, vertente tra le chiese di S. Stefano e di S. Andrea per diritti parrocchiali. 254 Anno 1222 Nos Rubaldus prepositus iAnue conscilio bertoloti et magistri hugonis CAnonicorum iAnue interloquendo difinimus quod dominus Abbas sancti stephAni quiA in iudicio confessus est licet non liteni contestando quod ginbus iuravit mAndAtis suis stare supei eo quod sponsAm suAm duxit Ad ecclesiAm sancti Andree et misAm Audivit et oblAcionem obtulit quod Ad iniuriam monasterii et suAm dicit redundare pro eo quod est in possessione iuris pArochialis illius domus ubi gimbus hAbitatat et Abbas dictus precepi tei ut decetero non Accedat Ad ecclesiAm sancti Andree pro divinis Audiendis usque ad decissionem cause interloquimur quod dictus Abbas AbsolvAt gim-bum Apredicto Iuramento et eum suo Arbitrio relinquat eundi quo vellit usque Ad decissionem cause presentis Testes presbiter Albertus custos sancti lAurencii et stephAnus Archipresbiter plebis de la-vAnia et IAcobus de runco iudex et presbiter rolAndus canonicus sancti petri de porta Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die decimo sexto novembris inter terciam et nonAm (N. 640, c. 114). DCXLII. — 16 novembre — L’arcidiacono di Acqui costituisce un procuratore. Ego MAgister octo ArchidiAconus Aquensis et canonicus teido-nensis constituo te presbiterum Guidonem capellAnum sancti syri pre-sentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium ut vice mea et nomine meo possis facere finem et refutacionem et pActum de non petendo Abbatisse de mesema nomine monAsterii de mesemA de omni iure racione et Accione, et confraternitate quod et quAs habeo in ecclesiA de mesemA et specialiter de beneficio quod ibi habeo nomine cuius Rubaldus quondam prepositus diete ecclesie cum fratribus ibidem residentibus convenit et promisit mihi dare AnnuAtim libras tres IAnue promitens· me ratum et firmum habiturum quicquid tu iAmdictus procurator feceris in predictis et non contraventui um et hoc volo quod tu procurator faciAs et ego facio pure et spontanee prò Anime mee remedio Testes bertolotus et Rainaldus canonici iA-nue et presbiter rogerius capellAnus de mesemA Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Anno 1222 255 Indictione decimA die decimo sexto novembris inter terciAm et no-nAm (N. 644,. c. 115). DCXLIII. — 16 novembre — Giovanni Bello da Milano acquista una quantità di cuoi, provenienti da Ceuta. Ego Iohannes bellus de mediolAno filius mArtini petri iAti confiteor me Accepisse Ate Guillelmo fornArio coriA centum quinquA-gintA et duos que sunt de rebus quAs detulit filius tuus Iohannes de viAtico septe Abrenuncians exceptioni etc. unde promito et convenio tibi dare et solvere tibi libras septuAgintA et sex iAnue usque Ad festum sancte mArie candel Arii proxime venturum Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. tali pActo quod penA commissa etc. Testes bonus vAsallus callige pAllii et obertus bArberius et Iohannes gardator de monte leone Actum iA-nue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die decimo sexto novembris in hora vesperi (N. 645, c. ///). DCLIV. — 16 novembre — Contessa compra da Anguina, moglie di Bonvassallo, macellaio, una pelle di agnello per soldi quattordici di genovini, che darà prima della festa di Natale. Testi Ansaldo Sportae Bresciano, notaio. _ In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio,, nell’ ora di vespro (N. 646, c. 11;). DCXLV. — 16 novembre — Porpora dà a pegno all’ arcidiacono di S. Lorenzo alcuni libri. Ego purpura uxor quondam octonis comitis confiteor me Accepisse mutuo gratis a te mAgistro lohanne ArchidiAcono iAnue libras decem iAnue AbrenunciAndo exceptioni etc. non salute et non Accepte peccunie quAs vel totidem pro eis tibi vel tuo certo nuncio per me vel per meum certum nuncium dare et redere tibi promito usque Ad carniprivium proxime venturum Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito pro penA vero et pro omni- 256 Anno 1222 bus supradictis Atendendis et observAndis omniA bona mea habita et habenda tibi pignori obligo et specialiter librum unum quAtuoi evAn-geliorum IsAyAm geremiAm cum trenis librum Actus Apostolorum cum ecclesiAstico Istorias mAgistri petri niAnducatoris libi uni dAnielis cum Apocalipsi TAli pActo quodpenacommissA expresa tibi necessitate mihi denunciAndi liceat tibi tua Auctoritate sine decreto consulAtus vel potestatis obligare dicta pignora cui mAlueris prò predicta peccunie quAn-titate Insuper promito tibi predicta pignora semper legitime defendere et Auctoricare Ab omni personA et non impedire usque Ad integram totius predicti debiti solucionem sub predicta penA et prò penA veio et omnibus supradictis Atendendis et observAndis omn iA mea bonA hAbita et habenda tibi pignori obligo faciens hec omnia conscilio mAgistri hugonis canonici iAnue et bonifanti (s/'c) dondedei quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliatores et Iohannes filius octonis ususmAris Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera mAgistri hugonis predicti Millesimo ducentesimo vicesimo secundo indictione decimA die decimo sexto novembris in hora vesperi (N. 647, c.iij). DCXLVI. — 17 novembre — Ottone del qm. Rollando Belmosto riceve da Fredenzone de Rosa lire sei di genovini, che doveva a detto Rollando per atto, rogato del notaio Nicoloso Ferraio. Testi Giovanni Blancheta e Oberto Bara-terio gardaioi'cs e Pasquale de Rosa. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, tia nona e vespro (iV. 648, c. 11 jv.). DCXLVII. — 17 novembre — Roberto Caiolo da Milano riceve da Bonaventura Rosso lire trenta di genovini, che Baldinoto, fratello di detto Bonaventura, doveva a Pasquale Marcone. Testi Zaccaria, figlio di Oberto de Mari, e Giovanni, figlio di Pasquale Marcone. In Genova, c. s., nell’ora di vespro (N. 649, c. rijv.). DCXLVIII. — 18 novembre — Nuovo ricordo della lite, vertente tra le chiese di S. Stefano e di S. Andrea della Porta per diritti parrocchiali. Anno 1222 257 Ramundus Abbas monasteri sanctii stephAni iAnue prò se et prò monaster io suo et pArochiAnis eiusdem monasterii AppellAt Asenten-ciA intei locutoria quAm tullit Rubaldus prepositus contra predictum Abbatem in causa que vertebatur vel verti sperabatur inter dictum mo nasterium sancti stephAni et monasterium sancti Andree super iur pAiochiali occasione sponse symonis gimbi et illius domus in quA habitat dictus gimbus hoc vero quiA dictus prepositus dictam sen-tenciAm tullit iniuste AntedAcionem libelli et post protestacionem idem Abbas ne per ea que dicebatfieret sibi Aliquod preiudicium quiA ea non dicebat litem contestando vel tamquAm in iudicio Absolvo tamen dictum gimbum ut vadat Ad quAm ecclesiAm voluerit ita tamen quod quAmdiu steterit super terra monAsterii predicti sancti stephAni in nullo debeat minuere iura ipsius monasterii sed salvAre et custodire illesa bona fide Testes presbiter RolAndus canonicus sancti petri de porta et mAgister hugo et presbiter bertolomeus de plecaniA canonici iAnue Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die decimo octavo novembris Ante terciAm (N. 641, c. 114). DCXLIX. — 18 novembre — Rubaldo, prevosto, maesti o Giovanni, arcidiacono, Lanfranco, Bartolomeo da Cica-gna, Rainaldo, Bertolotto, e maestro Ugo, canonici della cattedrale di Genova, danno in locazione per anni dieci ai coniugi Diana e Giovanni Rebecito da Rapallo una casa del capitolo, posta in Carignano ubi dicitur ad burlatimi coll’annua prestazione di lire tre e mezzo, solvibili nell’ottava di Natale. 1 esti Simone Camilla, I edisio dei conti di Lavagna, Pietro, prevosto di S. Maria delle Vigne, e prete Guglielmo, cappellano di S. Sisto. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, prima di terza (N. 642, c. 114V.J. DCL. — 18 novembre — Guirardo de Perpano riceve da Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, lire sei di genovini, che gli doveva il defunto prevosto della cattedrale. Ferretto γ, 25« Anno 1222 Testi Stefano, arciprete di Lavagna, Nicoloso, figlio di Giordano da S. Olcese, e maestro Atone notaio. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo pi ima di terza (N. 643, c. 114 v.). DCLI. — 22 novembre — Giovanni Saccarello de monte astiano riceve a mutuo da Vassallo de Porcili lire cinque di genovini, che restituirà prima di carnevale, dando a pegno un mulo rosso, prestando garanzia Merlo de Corsio e Guglielmo da Bavari, macellaio. Testi Oberto Barbeno, Bonaventura, Ogerio Festa e Bartolomeo. In Genova, c. s., prima di terza (N. 650, c. 116). DCLII. — 22 novembre — Ricordo del figlio del fu Ottobono Scriba. Ego Nicolosus filius quondam octoboni scribe confiteor quod debeo dAre tibi Ansaldo de quArto soldos quindecim iAnue nomine tuo et nomine Iohannis de quArto consAnguinei tui occasione cuiusdAm lAu-dis facte tibi et dicto Iohanni versus me occasione exhoneratuns nAvis que vocabAtur glAnA de finAli quos denarios dAre et solvere tibi promito usque Ad festum sancti Iohannis de iunio proxime venturum Alioquin penAm dupli et dAmpni et dispendii tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. tali pActo etc. Testes mArinus de rosA et piper bAtifoliA et obertus barberius Actum iAnue sub domo ohveru notarii Millesimo ducentesimo vicesimó secundo Indictione decimA die vicesimo secundo novembris Ante terciAm (N. 651, c. 116). DCLIII. — 22 novembre — Ansaldo de Pino compra una partita di olio. Ego Alda uxor quondam boni Iohannis scribe confìteor me Accepisse Ate Ansaldo de pino de rapAllo tantum de tuis rebus Abrenuncians exceptioni non tradite et non Accepte rei unde promito et convenio tibi dAre et solvere tibi vel tuo certo nuncio bAriles duAs et dimidiam olei boni et pulcri conductas iAnue Ad meas expensas Anno 1222 259 AnAtali domini proxime venturo usque Ad Annum unum inde proxime venturum Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothecarum et omni imi quo contra predicta venire possem faciens hec omnia conscilio mArchi 1 ubei gardatoris et Nicolosi de sancto Ambrosio quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliAtores et bonus vA-sAllus carariA Actum iAnue in domo in quA habitat dieta Alda Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo secundo novembris inter terciAm et nonAm (N. 652, c. ii6v.). DCLIV. — 22 novembre — Vertendo liti tra prete Giurando, arciprete di Nervi, tutore degli eredi della qm. Si-mona, moglie di Rainaldo Purpurerio, da una parte, e detto Rainaldo dall’altra, si eleggono arbitri Marino de Platea-longa e Guglielmo de Burgaro. Testi Bartolomeo, Salvo, e Bonifacio, figlio di detto Marino, e Giovanni. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, tra nona e vespro (N. 653, c. u6v.). DCLV. — 23 novembre — Testamento di Opizzo de Campoplano. « Ego ορίςο filius quondam octonni de campoplAno contemplA-tione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispositionem In primis iudico et ordino pro Anima mea soldos quindecim iAnue de quibus decenum iudico operi ecclesie sancti lAurencii Apud quAm ecclesiAm volo corpus meum sepelliri -Item iudico de predictis soldos quindecim duos soldos ecclesie sancti georgii de portu dAlfino pro misis canendis ibi pro Anima mea et residuum volo quod distribuAtur in obsequiis funeris mei pro AnimA mea contesinAm filiAm meam et ventrem uxoris mee mArgarite mihi equaliter heredes instituo et si Aliquis eorum decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei superstitem et si omnes decesserint sine legitimo herede ex se nato substituo eis uxorem meam mArgaritam quAm predictam uxorem meam volo quod sit domina et usufructuAtrix de rebus meis cum predictis filiis meis donec voluerit stare ut bona mulier et sine viro Ista sunt de- 26ο Alino 1222 bita que debeo solvere in primis debeo dAre soldos quadraginta iA-nue ramunde cognate mee Item soldos tres salvo de ioya de rapallo et hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et omnia testamenta que quondam feci casso et vacuo istam vero confirmo Testes henricus de portu dalfino et IAcobus et caretus et vivaldus et guirardus et corsus de sexto Actum iAnue in domo in quA habitat dictus ορϊςο Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo tercio novembris inter vesperum et completorium (Λ. 654,0. n6v.). DCLVI. — 25 novembre — Ricordo di Ogerio Pane. Ego Guillelmus filius huguconi de pontremulo confiteor me Accepisse a te Guillelmo de crassa pellipArio tantum de tuis rebus Abrenuncians exceptioni non tradite et non Accepte rei unde promito et convenio tibi dare et solvere tibi soldos viginti iAnue usque ad octavam nAtalis domini proxime venturum Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito pro penA vero etc. tali pacto etc. Testes ogerius pAnis et RainAldus canonicus iAnue Actum iA-nuesub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quinto novembris Ante terciAm (N. 655,0. 11η). DCLVII. — 25 novembre - Costanza da Portomau-rizio accorda il figliuol suo con un calzolaio. Ego ConstanciA de portu morisio et Arnaldus eius filius promitimus et convenimus tibi petro de repiA callegario quod faciemus et curabimus ita quod obertinus filius mei dicte constancie stabit et perseverabit tecum usque Ad Annos quAtuor proxime venturos causa lAbo-randi tuam Artem Ad tuam utilitatem scilicet officium callegarie et serviendi tibi hoc Acto inter nos quod debeas ipsum nobis dimitere ad colligendum olivAs et ipse debeat tantum stare tecum ultra predictos Annos quAtuor quAntum ipsum tenebimus eum in nostro servicio Insuper promitimus tibi quod faciemus et curabinus ita quod dictus obertinus custodiet et salvAbit res tuas bona fide et sine fraude et Anno 1222 261 non infiaudabit tibi ex eis ultra denarios duodecim per Annum et si forte de domo tuA mAla voluntate exierit promitimus tibi quod faciemus ipsum redire Ad tuum servicium infra dies duodecim postquam scierimus Alioquin si contra predicta in Aliquo fecerimus penam centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulAnti promitimus pro penA vero et pro omnibus supradictis Atendendis et ob-servAndis omnia nostra bonA habita et habenda tibi pignori obligamus quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. Et ego dicta constancia Abrenuncio iuri ypothecarum et senAtui consulto velleiano et omni iuri quo contra predicta venire possem faciens hec omnia conscilio hugonis de bisAni et bonAventure quos hic voco vicinos et propincos meos Et ego dictus petius promito et convenio vobis predictis docere de Arte mea bona fide et sine fraude dictum obertinum usque Ad dictum terminum et non facere ei Aliquam suprapositam quam non possit suffere Alioquin penAm centum soldorum iAnue rato mAnente pActo vobis stipu-lAntibus promito recipientibus nomine dicti obertini pro pena vero etc. Testes predicti consciliatores Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die vicesimo quinto novembris inter terciAm et nonAm (N. 6j6, c. //7). DCLVIII. — 25 novembre — Ricordo di Ogerio Pane. Ego dominus Octobonus de cruce loco et concedo vobis tomAsio et Guillelme iugalibus nomine locacionis A festo omnium sanctorum proxime preterito usque Ad Annum unum proxime venturum domum meam in qua mAnetis tAli modo quod vos debeatis inde dAre et solvere mihi vel meo certo nuncio libras septem denariorum iAnue per hos terminos videlicet libras tres Ad presens et dimidiAm et Alias libras tres et dimidiAm Ad predictum terminum et predictam domum tenere usque Ad dictum terminum et non deteriorare et non tenere in dicta domo AliquAm personAm publicam que sit mAle fame quAm domum semper legitime defendere et auctoricare Ab omni personA et non impedire nec subtrahere nec pensionem Acrescere usque ad dictum terminum sub penA decem librarum iAnue rato mAnente pActo vobis stipul Antibus promito pro penA vero etc. Testes porcus de porcis 262 Anno 1222 et ogerius pAnis et bonAventura Acti^m iAnue sub domo oliverii no-tarii°millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo quinto novembris inter nonAm et vesperum (N. 65η, c. //7). DCLIX._26 novembre — I coniugi Gauterio e Druda fano società con Savina da S. Stelano. Nos -auterius francigenA et druda iugales unA confitemur nos Eccepisse nomine societatis Ate savina de sancto stephAno uxore quondam homodei libras quAtuor iAnue Abrenunciantes exceptioni etc. cum quibus s Al vis in terra mercari et negociAn bonA fide et sine fraude usque Ad pasca resurecionis proxime venture tibi promitimus et Ad predictum terminum predictas libras quAtuor cum duabus pA,-_ tibus lucri quod inde habuerimus dare et solvere tibi promitimus et terciAm pArtem lucri inde hAbiti nobis retinere Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecerimus penAm dupli tibi stipulAnti promitimus pro pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et obser-vAndis omnia nostra bona habita et habenda tibi pignori obligamus quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint etc. Et ego dieta druda specialiter Abrenuncio iuri ypothecarum et senatui consulto velleiano et omni iuri quo contra predicta venire possem faciens hec omnia presente et iubente viro meo predicto et conscilio nAtalis et guidoti quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti conscii.Atores et bonus vasallus de mAri Actum iAnue sub domo oliveni notarn millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die vicesimo sexto novembris post vesperum (N. 658,0. ιιην.). DCLX. — 26 novembre — Ottobono della Croce riceve dai coniugi Tomasio e Guglielma lire tre e mezzo per fitto duna casa. Testi Bonvassallo de Mari, Gauterio, Druda e Savina. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, dopo il vespro (N. 659, c. ιιην.). DCLXI. — i dicembre - Maestro Bartolomeo riceve la dote della sposa. Anno 1222 Λ 263 Ego bArtholomeus mAgister confiteor me Accepisse Ate Monta-nAriA sponsa et uxore mea libras triginta unAm iAnue nomine tue dotis AbrenunciAndo exceptioni etc. pro quibus facio tibi donAcio-nem nomine tui Antifacti de tanto in bonis meis habitis et habendis quod bene sit valens libras triginta unAm iAnue Ad habendum te- m nendum et possidendum tu tuique heredes et cui dederis pro more et consuetudine civitatis IAnue Absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium prò me prò qua dote et Antifacto omniA mea bona habita et habenda pignori obligo et specialiter tres culcitras et cosinos tres et trapuntas duas et casias duas et sospitale unum et ArcobAncum unum et sex coopertoriA quorum duo sunt de septa et alia lini et unum bArachAmen et due carpite et totani supe-lectilem meam quAm habeo in domo mea et eciAm mobile meum totum TAli modo quod si condicio predicte dotis restituende Advenerit liceat tibi tuA Auctoritate sine decreto consulAtus vel potestatis intrare bonA mea quibus mAlueris et facere ibi existimAri ipsam dotem et exi-stimAtum tenere et possidere nomine proprietatis et dominii Absque omni mea contradictione meorumque heredum et omnium prò me Testes lAfrancus gardator et Al Amanus gardator Actum iAnue in domo in qua habitat dictus Bartolomeus Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo decembris Ante terciAm (iV. 660, c. iijv.). DCLXII. -- 1 dicembre — Ugo Pollino protesta contro l’arcidiacono di S. Lorenzo. Ego hugo pollinus denuncio vobis domine ArchidiAcone iAnue quod non teneor nec debeo representare vobis Andream filium meum MAxime quiA nescio ubi sit unde contradico vobis ex pArte dei et summi pontificis ne Aliquid faciAtis vel statuAtis contra ipsum Andream qui presens non est nec citatus per vos post AppellAcionem Ab eo factam AgravAminibus vestris ut dico et cum obstante Ap-pellAcione non debeatis procedere Testes symon mAlus occellus et presbiter Guillelmus CAnonici sancti lAurencii et Iohannes pergamen-sis notarius Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die primo decembris inter nonAm et vesperum (N. 661, c. 118). 264 Anno 1222 DCLXIII. — 2 dicembre — Giovanni Tigna dichiara che le spese della figlia 11011 sono fatte a titolo di donazione. Ego Iohannes tigna pellipArius in presentia infrascriptorum testium dico et protestor quod quicquid expendi vel expendo seu expendam de bonis meis in fìlia mea AnnA uxore sAnnini vel eius occasione non expendi vel expendo seu expendam Animo donAndi sed pocius Animo recuperAndi et bene volo expensas quas in ea feci vel faciam seu facio recuperare Testes obertus barberius et Guillelmus de roderico Actum iAnue sub domo oliverii notarii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die secundo decembris inter terciAm et nonAm (N. 662, c. 118). DCLXIV. - 3 dicembre — Ingone de Volta per lire otto di genovini vende a Fontana del qm. de Bordo ogni diritto, che ha sopra una terra, posta in pertinendis de Rapallo ubi dicitur fontanella, confinante colla tei ra di 1 ietro Vetulo. Testi Nicola Clerico, Vassallo de Puza e Pietro de Pino. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, prima di terza (N. 663, c. 118). DCLXV. - 3 dicembre — Ricordo di Ogerio Pane. Ego heringuetus pAnArius filius grimaldi pAnArii de burgo de mo?a confiteor me Accepisse et habuisse Ate guidone pellipArio eiusdem burgi mutuo gratis soldos viginti iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quos vel totidem pro eis tibi dare promito usque Ad carnipri-vium proxime venturum Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito credendo de dampno et dispendio indi tibi dato in tuo simplici verbo sine iuramento et testibus pro pena vero etc. tali pacto etc. et confiteor me esse mAiorem decem et septem Annis iurans insuper tactis sacrosanctis evi\ngeliis Atendere complere et observAre omnia predicta et in nullo contravenire faciens hec omnia conscilio opi-^onis de salano et presbiteri boni signe capellani sancti salvatoris de sanjano quos hic voco vicinos et propincos meos 1 estes predicti Anno 1222 265 consciliatores et rubeus de tollArio Actum iAnue sub domo oliverii notarli Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die tercio decembris inter nonam et vesperum casata est in presencia Alberti custodis sancti lAurencii et ogerii pAnis (N. 664, c. u8v.). 1 )CLXVI. — 3 dicembre — Guglielmo da Cogorno fa società con Guisla. Ego Guillemus callegarius filius quondam ArmAni de cucurno confiteor me Accepisse in societate Ate guislA uxore quondam Iohannis ferarii de porta soldos viginti iAnue Abrenunciando exceptioni etc. cum quibus sAlvis in terra mercari et negociAri tibi promito bona fide et sine fraude usque Ad pasca resurrectionis proxime venture et Ad predictum terminum predictos soldos viginti cum tercia pArte lucri quod inde habuero usque Ad dictum terminum dare et solvere tibi promito Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. tali pActo quod penA commissa etc. Testes ogerius de AvernAcia et lAfrancus gardator et Ni-colA clericus Actum iAnue sub domo oliverii notarii millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decima die tercio decembris in hora vesperi (N. 665, c. 118 v.). DCLXVII. — 5 dicembre — Il capitolo di S. Lorenzo emana alcuni statuti. Nos RubAldus prepositus et MAgister Iohannes ArchidiAconus et mAgister hugo MAgiscolAs iAnuenses et presbiter Guillelmus sA-crista lAfrancus bartholomeus et Guillelmus de rivArolio presbiteri et RainAldus bertholotus diAconi symon mAlus occellus subdiAconus CAnonici iAnue proventibus et expensis comodis et utilitatibus et incomodis dicte ecclesie diligenter et mAtura deliberacione pensAtis consideratis quoque scandAlis et odiis que nobis et ecclesie possent pervenire ob promissionem prebendArum non vAcancium statuimus et ordinAmus et firmAmus in mAnibus presbyteri Guillelmi sacriste et ipse presbiter Guillelmus in mAnibus presbiteri lAfranci quod usque Ad Annos viginti prosime venturos non recipiemus Aliquem in ca- 266 Alino 1222 nonicum iAnue nec operam dAbimus conscilium vel Asensum ut Aliquis recipiAtur ultra numerum decem et octo et quandocumque fecerit vel facere voluerit contra predictum statutum conti adicere ei et ob-viAre promitimus unanimiter cum rebus canonice et personis in curiA romAnA et ubicumque Item promitimus non recipere Aliquem Ad prebendAm vacaturam et si Aliquis qui nunc est canonicus vel erit infra predictum tempus contrafecerit et non fumaverit piedictum statutum sicut firmAtum est per nos quAcumque occasione se excuset promitimus non pArticipAre secum in mensA nec in ecclesiA nec in capitulo donec ipse predictum statutum firmaverit sicut superius per nos firmatum est φ salvA tamen in omnibus domini pApe Auctoritate φ post Amonicionem sibi factam A preposito vel AmAiori de capitulo Testes presbiter Guillelmus canonicus sancti Ambrosii et presbiter mArtinus custos sancti lAurencii Actum iAnue in sAcristia sancti lAurencii Millesimo ducentesimo vicesimo secundo Indictione decimA die quinto decembris Ante terciAm (IV. 66η, c. n.). 302 Anno r224 DCCXXII - DCCXXIII. — 10 febbraio-7 marzo — Il magiscola della cattedrale di Genova assegna un termine per rispondere in una lite, mossa dall’ abadessa di Lati ono-rio, che era ricorsa al pontefice Onorio III. die X februarii M CC XXIII MAgister hugo magiscola iAnue dat terminum peremptorium Guillelmo de ture hugucionis prò se et Archipresbitero suo nomine dicti magiscole et presbiteri Guillelmi de rivarolio coniudicis sui usque Ad quartum diem post primam dominicam quadragesime proxime ut tunc debeant se presentare coram eis iAnue responsuri Abbatisse de latronorio vel eius nuncio sicut ius et racio postulabit die septimo mArcii presbiter otto Archipresbiter plebis de hugucione et Guillelmus canonicus eiusdem plebis confessi fuerunt in iudicio coram dominis magistro hugone magiscola et presbitero Guillelmo canonicis ìanuen-sibus iudicibus delegatis domini pape quod monasterium de latreno-rio habet terras in plebatu dicte plebis iAm sunt duodecim Anni per credendam occasione quarum Agitur coram predictis iudicibus delegatis super decimis Item Confessi fuerunt quod perceperunt decimas de pi edictis terris per duodecim Annos preteritos Item predicti Archipresbiter et Guillelmus et IAcobus syndicus de latronorio volunt quod Iudices delegati domini pape videlicet dominus magister hugo magiscola et presbiter Guillelmus de rivarolio canonicus Ianuenses debeant procedere Ad sententiAm Abrenunciantes peticionibus faciendis pro conducioni testium Nos mAgister hugo mAgiscola ianue et presbiter Guillelmus de rivarolio CAnonicus iAnuenses iudices delegati domini pape ut apparet per rescriptum inferius Annotatum in questione decimarum que vei-titur inter Abbatissam de latronorio nomine eiusdem monasterii et fratrem IAcobum syndicum eiusdem monasterii ex una parte et presbiterum otonem Archipresbiterum plebis de turre hugucionis et Guil-lelmum canonicum eiusdem plebis ex altera super decimis quas dicti Archipresbiter et Guillelmus vel eorum Antecessores indebite dicunt percepisse et percipere velle in futurum de terris pertinentibus ad mo- Anno 1224 303 nasterium de latronorio positis in plebatu ipsorum quum dictum monasterium laborabat eas propriis sumptibus vel per se dictas terras quia vero nobis constitit per confessionem parcium quod monasterium predictum tei 1 as predictas Ante concillium tenebat et possidebat per plures Annos diffinitive pronunciAmus ut in futuro quandocumque dictum mo-nastei ium per se vel suis sumptibus propriis laboraverit terras predictas Ad monasterium pertinentes tunc monasterium sit liber et Absolutum a pi estacione decimarum dictarum terrarum vel occasione dictarum teri arum ipsi plebi et Archipresbiter qui pro tempore fuerit et canonici in dicta plebe non Audeant in posterum in supra dictis casibus duobus monasterium nec res monasterii inquietare nec molestare nec impedire quoque modo vel ingenio quominus terre predicte possint lAborari per monasterium vel nuncios monasterii sin Autem predictas terras non laboraverint predictis modis sed dederint eas ad quartum vel ad fictum vel si Alienaverint Aliquo modo plebes predicta ius consuetum habeat nisi in casibus supradictis duobus A decimis vero preteritorum Annorum quas dicti Archipresbiter et Guillelmus vel eorum predecessores perceperunt de terris predictis pro bono pacis dictam plebem et Archipresbiterum et Guillelmum et canonicos et eorum successores A monasterio predicto de latronorio Absolvimus et A fratre IAcobo syndico eiusdem monasterii sicut apparet per literas sigillatas sigillo monasterii ut dicebat ita quod Abbatissa eiusdem monasterii non possit inquietare dictum Archipresbiterum nec Guillelmum vel eorum successores nec Aliquis Alius pro monasterio racione decimarum nunc de predictis terris in preterito perceptarum Insuper Addimus quod si predictus Archipresbiter et Guillelmus vel sui successores contra predicta in aliquo venerint per se vel per alios sint excomunicati et eos excomunicamus nisi rescriptum erit infra quindecim dies sine difficultate qualibet et dispendio dicti monasterii Tenor rescripti domini pape talis est. honorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis mAgistro scolarum et presbitero Guillelmo CAnonico iAnuensi Salutem et Apostolicam benedictionem dilecte in christo filie Abbatissa et conventus sancte mArie de IA-tronorio Cisterciensis ordinis nobis conquerendo monstrarunt quod Archipresbiter turrigonis et quidAm Alii Aquensis diocesis super Anno 12:4 decimis et rebus Aliis iniuritAntur eisdem Ideoque discretioni vestre per Apostolica scripta.........(1·^· 7°X> I2&2> c■ r34 v-> 23&)· DCCXXIV. — febbraio-i marzo — Lite vertente tra l’abate di Precipiano e l'arciprete di Radigabio. ...... die mense ..... loco de[sera] valle Tebaldus Abbas de precipiano. consensu et voluntate CApituli sui constituit piesbiteium Io hannem priorem de savinione suum certum nuncium et piocuratorem Ad Appellandum contra delegatos constitutos A domino papa super causa que vertitur inter dictum Abbatem et petrum dictum Archi presbiterum de radigabio et quicquid circa Appellacionem fecerit dictus Abbas cum suo capitulo totum ratum et firmum hAbebit Ac tenebit et inde hAnc cartulam fieri precepit interfuerunt testes rogati presbiter pAutrus de serravalle bergonus clericus sancti mArtim ber-tolus filius quondam Iohannis draci Rufinus malpartitus paternus Bertramus sacri palladi fecit cartam Autenticam Nos stephAnus Archipresbiter plebis lAvAnie et CAnonicus lAnue et obertus Archipresbiter plebis de celAnisi iudices domini pape delegati et RAinaldus canonicus iAnue subdelegatus A presbitero lAfranco canonico sancte mArie de vineis sicut continetur in carta inde facta per mAnum mAgistri bartholomei notarii in causa que vertitur inter Abbatem de precipiano ex una pArte et petrum Archipresbiterum de raugabio ex Altera non Admitimus per Appelacionem quam fecit Iohannes prior de savignono coram nobis in savignono nomine dicti Abbatis sed eam reprobamus tanquam frivolam et penitus nullam Testes mArtinus de mAraboto et Guido notarius de voltabio et bAldoinus de sAvignono die ultimo februarii in sero sub porticu ecclesie sancti petri de sAvignono [sancti] petri de sAvignono cum Iohannes convenimus AbbA-tem sancti petri de precipiano pro causa que vertitur intei ipsum Abbatem ex una pArte et petrum Archipresbiterum de raudigabio ex Altera et non compAruisset coram nobis per se nec per quAlemcum-que responsalem et dedissemus et constituimus eidem Abbati tei minum peremptorium ultima die februarii ut se representaret coram nobis pi 0 dicta causa Apud sAvignonum in ecclesia sancti petri de sAvignono Arino 1224 diocesis terdonensis que subiAcet ei immediate per se vel sufficientem responsalem quod penitus facere contempsit Unde sicut ius postulat dictum Abbatem condepnamus in soldis quinquAginta iAnuinorum pro expensis factis et precipimus eidem Abbati Auctoritate domini pape quA fungimur in hAc pArte sub pena interdicti, ut dictos solidos L nobis solvAt vel solvi faciAt iAnue usque Ad dies quindecim et Ad reprimendAm eius mAliciAm iterum dAmus ei terminum peremptorium ut se representet per se vel per sufficientem responsAlem coram nobis die quintadecima intrante mArcio pro ratione facienda dicto Archi-presbitero Alioquin in dicta causa procedemus secundum quod ius et racio postulAbit Testes Guido notarius de voltabio et Rubaldus de sAvignono et Baldoinus de savignono et tealdus eius filius die primo mArcii Ante terciam Actum in savignono sub porticu sancti petri de sAvignono (N. 1283, c. 239). DCCXXV - DCCXXVI. — 5 marzo — Valdettaro dei qm. Enrico de Tegia d’Uscio vende a Vivaldo de B'ancilis, figlio del qm. Oddone de Porticu, alcune terre nei luoghi detti cana-van, sparaventum, ad fontem de rovinali, confinanti colle terre di Arnaldo e Guglielmo de lavario e di Marino de Ortario. Testi Giovanni de Costa, Lusio de Cruce, Oberto de Cruce, Giovanni de Casa e Rolando de Aquabona. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 1262,1263, c. 234). DCCXXVII.— 5 marzo — Vassallo gardator e la moglie Altadonna da una parte, e Sigembaldo de Rundanina e Alda, sua sorella, dall’altra, volendo terminare le liti vertenti tra loro, eleggono arbitri Lanfranco da Montoggio, Rollando e Pasquale gardatores. Testi Aridono da Lavagna, Enrico, Bel-lengerio, gardator, ed Enrico da S. Giorgio. In Genova, c. s., sul far di sera (N. 1264, c. 2j4v.). DCCXXVIII - DCCXXIX. - 6 marzo - Salvo de Pa· sarana per soldi cinquanta di genovini vende ad Anna, moglie di Rodegerio, la metà d'una casa. — La somma verrà o “ Ferretto 20 3o6 Anno 1224 sborsata prima del carnevale. Testi Giacomo, calzolaio, Giberto da Chiavari, drappiere, e Rollando da Vignola. In Genova, c. s„ prima di terza (TV. 1263, 1266, c. 234 v.). DCCXXX- — 6 marzo — Dondedeo, tagliatore, deve andare in viaggio per il Comune di Genova. Ego dondedeus taiator et Iohanna iugales confitemur quod tu petrus filius vArii de camparis nostro mandato et precibus debes te constituere proprium et principalem debitorem et pagatorem octo nobilibus comunis iAnue pro me dicto dondedeo occasione viagn in quo deo propicio ire debeo in servicio comunis promitentes tibi te con-servAre indempnem penitus de omni dampno et dispendio quod passus fueris occasione dicte fideiussionis Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. Et ego dicta Iohanna specialiter Abre-nuncio iuri ypothece et omni iuri et senatui consulto etc. faciens hec omnia conscilio Alberti de clAvica et Iacobi de canelis quos hic voco etc. Testes predicti consciliatores et bonus vassallus de mAri Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii 111 qua habitat Guillelmus de feno die sexto mArcii Ante terciam (N. 126η, c. 2jj). DCCXXXI. — 6 marzo — Bocuzzo da Quarto riceve una quantità di genovini, che porta in Sardegna. Ego bocutius de quArto confiteor me Accepisse in Accomenda-tione Ate Aridono de lAvAnia libras quinque denariorum iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare in sarde-niAm causa negociAndi et expendere et lucrari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quas porto habens licenciàm mitendi tibi ex his iAnuam Ante me et post me quam partem voluero et 111 meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucrum habere debeam Alioquin penam dupli tibi stipulAnti pro pena vero etc. Testes ferrus de monteleone Anno .1224 307 et Guillelmus de feno Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat dictus Guillelmus de feno die sexto mArcii Ante terciam cassata est ista carta voluntate partium (N. 1268, c. 233). DCCXXXII. — 6 marzo — Oberto da Chiavari, drappiere, dichiara che deve dare a Rosso de Caneto ed a Bono-anno da Rapallo lire quattordici di genovini, di cui soldi venti darà per la Pasqua, venti per la festa di S. Michele, e la rimanenza fra un anno. Testi Guglielmo de Verzura e Marchesio da Camogli. In Genova, c· s., prima di terza (IV. 1269, c. 233). I )CCXXXIII. — 6 marzo — Bonfante, macellaio, prende in locazione la metà d'un banco in Sosilia. Ego Alda uxor guarachi de sancto lAurencio loco et concedo tibi bono fanti mAcellario nomine locacionis usque Ad Annos decem proxime venturos medietatem unius banche pro indiviso que est dicti viri mei et quam solitus est tenere pro dicto viro meo in macello de suselia sub mAcello Tali modo et condictione quod debeas inde dare et solvere mihi vel dicto mArito meo soldos triginta quinque iAnue nomine pensionis Annuatim usque ad dictum terminum et in fine dicti termini predictam medietatem dicte banche nobis dimitere quiete et non impedire quam medietatem dicte banche tibi semper legitime defendere et Auctorigare Ab omni persona et non impedire nec Auferre nec pensionem Accrescere usque Ad dictum terminum sub pena centum soldorum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothecarum et senatui etc. et omni iuri faciens hec omnia conscilio nicole caudelupi et petri iochi quos hic voco vicinos et propincos meos Et Ego dictus bonus fantus Attendere complere et observare omnia predicta et in nullo contravenire sub pena soldorum centum iAnue tibi predicte alde stipulanti promito pena vero commissa cadam Ab omni iure dicte locationis pro pena vero etc. Actum iAnue in domo dicti guarachi die sexto mArcii inter terciAm et nonAm et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris facta est pro dicto bono infante (N. 1269 bis, C.235V.). Anno 122-}- DCCXXXIV. — 6 marzo — Ottobono della Croce dà in locazione per dieci anni al macellaio Confante la meta d un banco sotto il macello di Sosilia coll annua prestazione di soldi trentacinque di genovini. 1 esti Lamberto Drogo e Alessando Barletta. In Genova, presso la chiesa di S. Lorenzo, fra terza e nona (N. 1270, c. 23/ v.). DCCXXXV. - 7 marzo — Vendita di sei mezzarole di mosto. Ego Aimelina uxor quondam IAcobi treiAstel confiteor me Accepisse Ate belcoco uxore Rubaldi Alberici soldos quadiaginta duos iAnue Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus promito et convenio dare et tradere tibi vel tuo certo nuncio me^arolias musti sex per totum mensem septembris proxime venturum de vinea mea de Albario ita quod debeas ipsum habere Apud Albarium iuxta torcular meum Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothece et omni iuri faciens hec omnia conscilio otonis pelliparii et Iohannis lumbardi servientis domini porci et petri cresperius quos hic voco vicinos et propincos meos Testes predicti conscilia-tores Actum Ianue in domo lohanne uxoris symonis de pallo in qua habitat dicta belcoco die septimo mArcii Ante terciam (N. 1270 bis, C. 2jjV., 2}8). DCCXXXVI-DCCXXXIX. - 7 marzo-4 aprile - Istruzione di processo per una lite, vertente tra Guglielmo Rampone e Guiberto da Sestri. Nos Guilliermus de rampono de sigestro ex una parte et Gui-bertus de Sigestro ex Alia una compromitimus in odonem de sancto syro et Iohannem castaneam cives iAnue et ipsos concorditer nostros Arbitros costituimus et eligimus super eo quod dictus Guibertus dicebat quod dictus Guillelmus debebat ei dare libras novem et soldos tredecim iAnue occasione cuiusdam istrumenti facti per mAnum oberti Anno 1224 309 de bramante notarii quod dictus Guillelmus inficiebatur promitentes nobis Ad invicem sub pena librarum decem iAnue rato manente pacto Attendere et observare et compiere quicquid super predictis rebus dicti Arbitri concorditer dixerint et pronunciaverint per racionem et prosequi modos et terminos quos predicti Arbitri inde nobis dixerint et pronunciaverint et prò pena et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia mea habita et habenda nobis Ad invicem pignori obligamus Testes mArinus de Antegio et Ansaldus capsiArius et obertus capsiArius Actum iAnue sub domo canonico-rum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die septimo marcii Ante terciam Guibertus de sigestro Agit contra Guillelmum filium quondam Alberti de raupono petens Ab eo libras X minus soldis septem, quia ipse Guillelmus Abeo mutuo Accepit libras XX sarracinalium unde promisit ei solvere Apud iAnuAm pro uno quoque bisAncio soldos novem et denarios octo infra dies quindecim post[quam] quedam nAvis que vocabatur sanctus Iohannes in IAnuAm vel in partibus Applicaret sAna causa portum faciendi et discarigandi quare pro predictis et quia per Guillelmum petit quominus condictio Adimpleta fuit unde pro X____habendum Ac si extitisset ut supra et omni iure Testes Guillelmi filii Alberti de rampono Contra Guibertum de sigestro C ° Exeo quod currente Millesimo CC XVIIJ habebat solumodo apud acon Ugo filius dondedei de campo partem in quadam navi que vocabatur Imperatrix et erat ipsa navis quedam leparia Nominam testium. Marchisius de bisanne obertus de sancto donato qui est ultramare. Guillelmus de sancto donato qui est ultramare et frater eius qui est ultramare. Ugo de campo qui est ultramare Bonvassallus et Rainerius eius cognatus qui sunt ultramare Iacobus magister axie qui est in barati Item ex eo quod dicto tempore, ipse Guillelmus habebat solumodo in ipsa navi loca duo. et erat ipsa navis locorum XXVI Nomina testium predicti lteo ex eo quod eo tempore quo confessus fuit Guillelmus se accepisse a Guiberto de sigestro bisancios XX. sarracinalium de syria 3io Anno 1224 mutuo promisit ipse Guillelmus solumodo pro predictis bisanciis solvere ipsi Guiberto soldos VIIII denarios Vili pro unoquoque bisancio infra dies XV. postquam dicta navis que vocabatur Imperatrix Ianuam. portum faceret vel in partibus IAnue causa discarigandi. sana eunte ipsa navi, vel maiori parte rerum Nomina testium, predicti Item ex eo quod dicta navis movit de ultramare pro veniendo IAnuam dicto tempore et cum fuisset in mari de mutono habuit contrarium tempus propter quod tempus IAnuam. venire non potuit Nomina testium predicti Item ex eo quod stetit solumodo quod ipsa navis IAnuam non venit propter fortuitum casum. Nomina testium predicti. Item ex eo quod prefatus Guibertus promisit et convenit ipsi Guillelmo reddere instrumentum dicte confessionis. Sciens quod dicta condicio non extitit propter fortuitum casum et protestatus fuit coram partibus quod ipsum instrumentum reddidisset ipsi Guillelmo si apud Acon ipsum instrumentum ei pervenisset. Nomina testium. Castagna Laborans Item ex eo quod propter fortuitum casum omnes res que erant in ipsa navi amisse fuerunt Testes Guiberti de sigestro contra Guillelmum filium Alberti de rampono Ex eo quod quidam homo qui appellabatur obertus de braibante est publicus notarius Item ex eo quod dictus obertus publice consuevit facere instrumenta in Acri per multa tempora Item ex eo quod publice dicitur et publica et consenciens fama est quod dictus Obertus est publicus notarius et quod publice consuevit in acri facere publica instrumenta Item ex eo quod navis illa que appellabatur sanctus Iohannes que erat Ugonis filii dondei de campo et participum et que erat aput acrim currente M CC XVIII et in qua erat Guillelmus de Rampono particeps fuit vendita voluntate participum seu maioris partis aput acrim in predicto tempore sive anno die VII MArcii datus est terminus mensis utrique parti et ponit Anno 1224 Guibertus de sigestro quod Guillelmus de rampono Accepit et confessus fuit se Accepisse A dicto Guiberto bisancios viginti sarrace-nalium de syria mutuo R[espondit] credit quod fuit confessus sed non Accepit R| espondit] sub calumpnia non credit Item ponit quod Obertus de bramante est publicus notarius et publice consuevit in acri facere instrumenta R[espondi] non credit id sub calumpnia Item ponit quod nAvis que Appellabatur sanctus Iohannes et in qua Guillelmus ramponus partem habebat Vendita fuit in Acri voluntate ipsius Guillelmi et participum post confessionem factam in prima posicione R[espondit] Guillelmus non credit inde Aliquid id sub calumpnia die Vili mArcii iuratum est de calumpnia dAti sunt tituli ex utraque parte infra decem dies die XVI mArcii Iohannes losbertus iuravit et dixit de primo titulo ut in titulo continetur Interrogatus quomodo scit dixit ideo quia vidi ipsium ober-tum de brAmante facere publice cartas et instrumenta in Acri et mihimet fecit plura instrumenta et vidi ipsum in Acri esse scribam consulum ianuensium qui erant Acri et non scit ubi esset factus notarius dictus obertus sed scio quod in Acri nullus Audebat facere instrumenta preter ipsum per iAnuenses et non scit aliter si est notarius vel non Item de secundo titulo dixit ut in titulo Interrogatus quomodo scit dixit quia vidit ipsum sepissione in Acri facere publice instrumenta Item de tercio titulo ut in titulo Item de quArto titulo dixit nichil excepto quod credit quod sunt Anni quinque quod hugo filius dondedei de campo solebat habete nAvem unam cum particibus suis que vocabatui lepAria imperai i\ a et Audivit sed non vidit Obertus de brAbante interrogatus et dixit de primo titulo ut in titulo continetur Item de secundo titulo dixit ut in titulo continetur Item de tercio titulo dixit ut in titulo Item de 1111 titulo dixit ut in titulo per credendam et per Auditum excepto de tempore de quo non recordatur nisi videret instrumenta que tunc faciebat sed credit quod sit circa Annos quin- 312 Anno 1224 que et plus et Audivit hoc dici A dicto hugone de campo et lohanne censArio et Ab Aliis de quibus non recordatur die XVIII mArcii Guillelmus culpa iuravit et dixit nihil de primo Item de secundo nihil Item de tercio nihil Item de quarto titulo dixit Audivi dici in Acri iAm sunt Anni quinque et plus quod hugo de campo emit partem in una nAvi in Acri sed nescio quo nomine Vocabatur illa navis et nescio quam partem ibi emeret et nescio A quo vel a quibus emit dictam partem et hoc fuit quando emit secundum quod Audivit iAm sunt Anni quinque et plus die XVIII1 mArcii dominus Ido lercarius credit in fide sua et legalitate Ab Arbitris et Guiberto dixit de primo titulo bene scio et certus sum quod ego fui consul iAnuensium in Acri et Ego in illo meo consulatu habui eum pro meo scriba per multa tempus (sic) et bene scio quod ipse faciebat cartas et laudes tum in Acri sicut publicus notarius et bene habebantur pro firmo sua intrumenta et hAbeo ego plura de suis instrumentis sed nescio ubi fuit factus notarius nec quando Item de ultimo titulo dixit bene scio et certus sum quod quando ego eram consul in Acri iAnuensium in potestacia domini Rabertini ego vidi quod hugo filius dondedei de campo venit in Acri cum quadam nave in qua habebat ipse hugo partem et scio quod tunc dicta navis fuit vendita in incantu propter debitum quod tenebatur dare dictus hugo sed nescio quomodo vocabatur dictA nAvis die XVII1I marcii Obertus primAveria iuravit et dixit de primo titulo dixit ut in titulo imo quia habet de suis instrumentis que ipsemet obertus scripsit Item de secundo titulo dixit ut in titulo Item de tercio titulo dixit ut in titulo Item de quarto titulo dixit scio et certus sum quod ego eram in Acri bene sunt Anni quinque vel usque in sex Annis et tunc audivi dici Ab hugone filio quondam dondedei de campo quod ipse emerat partem in quadam nAve quAm credo quod AppellAbatur sanctus Anno 1224 313 Iohannes sicut mihi videtur sed non sum inde bene certus et Audivi dici quod ivit in quodam viagio videlicet in romAniam dictus hugo cum predicta nAve et quod in reditu dicti viagii dictus hugo vendidit dictam nAvem cum parcticipibus in Acri sicut Audivi dici et nescio si Guillelmus ramponus hAbebat partem in dieta nAve et nunquam Audivi dici quod ipse haberet partem indicta nAve sed bene credo quod ipse hugo emit partem in dicta nAve sed nescio quam partem haberet in dicta nave Obertus capsiarius iuravit et dixit scio et certus sum quod in mense decembris proxime preterito ego eram iAnue Apud clApam de piscibus et tunc ibi erant Guillelmus de rampono et guibertus de sigestro et tunc dixit eidem Guillelmo Guibertus predictus quare non datis mihi denarios meos et non solvitis michi èt tunc Guillelmus dixit ei nescio quod et postea in continentis dictus Guibertus Interrogavit Guillelmum de rampono dicendo ei quómodo Vocatur navis et tunc Guillelmus de rampono Respondit ei sanctus Iohannes Vocatur Interrogatus si scit de qua nAve dixit dictus Guillelmus dixit quod credit quod dicebat de illa nAve Ad fortunam cuius nAvis debebat ei solvere debitum sicut habet cartam dictus Guibertus Interrogatus si est particeps de dicto debito dixit quod Guibertus portavit de rebus suis tantum quod debet ei dare adhuc soldos VIIII vel usque in decem Interrogatus quo die Audivit hoc dixit non recordatur sed fuit A tercia usque Ad nonam et dixit quo redidit instrumentum dicto guiberto pro quo tenebatur ei dare soldos VIIII vel X die XVII1I mArcii Guibertus dimitit in suo loco stephanum ca-psiarium et suum procuratorem in dieta causa ut posset testes suos producere in dieta causa et omnia facere sicut ipsemet posset si esset presens promitens se ratum et firmum habiturum quicquid fecerit in predictis die XXVI marcii Guillelmus de rampono dimitit in suo loco mArtinum de Antegio et procuratorem suum in dicta causa ut possit testes producere suos in dicta causa et omnia facere sicut ipsemet posset si esset presens promitens se ratum et firmum habiturum quicquid fecerit in predictis et iudicatum solum promitit pro suo procuratore 314 Anno 1224 die XXVI mArcii MArchesius de bisAne iuravit et dixit ut in titulo primo Interrogatus quomodo scit quod' scit Ab Annis sex citra et quod dictus hugo hAbebat partem in dicta nave et que Appellabatur imperatrix et que erat lepAria dixit quod videtur ei quod scit circa sex Annos et scio quod ivit in dicta nAve pro suo mArinario et scit quod ipse emit partem in dicta nAve et scit quod ipsa navis Appellabatur imperatrix Ab illis qui Vendiderunt eam dicto hugoni de campo et postea postquam fuit dicti hugonis et consortum Appellabatur imperatrix et bene scit quod ipsa nAvis erat leparia Interrogatus quot Anni sunt quod dictus hugo de campo emit partem in dicta nAve dixit quod sunt circa Annos sex Interrogatus si erat tunc in Acri testis dixit quod erat et dixit quod postquam nAvigavit ipse testis cum dicto hugo ne in nAve stetit bene per Annum dicta nAvis quod fuit incantata in Acri et bene scit quod tunc erat dictus hugo in Acri Interrogatus si dicta nAvis habebat Aliud nomen scilicet sanctus Iohannes dixit non Audivit ei dici Aliud nomen nisi imperatrix Interrogatus si habebat dictus hugo partem in alia nAvi quam in ista que vocabatur imperatrix nescit Item de secundo titulo dixit ut in titulo Interrogatus quomodo scit quod erat illa nAvis imperatrix viginti sex locorum dixit quod Audiebat dici in predicta nAvi et videbat ibi viginti sex mArinArios et quod pro quolibet loco erat unus mArinArius et bene scit quod dictus Guillelmus de rampono hAbebat duo loca in dicta nAve quia ipse Audiebat hoc dici ab eo Guillelmo et A scriba nAvis et quod ipse Guillemus pascebat duos mArinArios in dicta nAvi Ad suam tabulam videlicet se ipsum et Alium et Audiebam dici A scriba nAvis Guillelme tantum oportet nos facere expensas pro duobus locis Item de tercio titulo dixit nichil Item de quarto titulo dixit nichil excepto quod Audivit dici quod in illo tempore quod dicitur in titulo quod ipsa nAvis movit de ultra-mAre causa veniendi iAnuAm et excepto quod post mocionem dicte nAvis ipse testis erat in portu Afache et tunc dicta nAvis que Appellabatur imperatrix et in qua habebat partem dictus hugo de campo venit in dictum portum et Audivit tunc dici quod ipsa nAvis que Appellabatur imperatrix venit Ad dictum portum propter tempus Anno 1224 315 malum quod habuerat in mAri de mutuo et propter necessitatem viande Item de V titulo dixit nichil excepto quod de Alphachia illa nAvis que Appellabatur imperatrix non movit causa veniendi iAnuAm sed movit causa eundi Ad negrapum Interrogatus quomodo scit dixit quia ivit pro mArinArio in dictA nAve de AlphAchia usque ad negrapum Item de VI titulo nihil excepto quod scit et certus est quod postquam nAvis predicta que Appellabatur imperatrix de dicto viAgio venit in Acri tunc creditores qui mutuAverant participibus dicte navis venerunt et incantari fecerunt dictam nAvem et res participum dicte nAvis que erant in ipsa nAve pro solutione sua facienda Interrogatus quomodo scit dixit quia vidit et erat ibi et dixit quod dicta nAvis tunc erat bene sana die XXVII mArcii Nos predicti Arbitri odo et castanea damus dilacionem dicto Guillelmo de rampono novem mensium Item pronunciamus et dicimus conscilio sapie[n]tis quod dictus Guillelmus non posset producere in testimonium in dicta causa Aliquem nostrum et specialiter me predictum Iohannem castaneam laborans de sigestro interrogatus iuravit et dixit de penultimo titulo nihil excepto quod scio et certus sum quod ego eram in ripa maris iAnue Apud quemdAm bucium supra quo bucio erat Guillelmus ram-ponus et Guibertus de sigestro et castanea et quidam Alii et tunc Audivi dici A dicto Guiberto versus Iohannem castaneam et Guil-elmum predictos si Guillelmus venisset ultramAre Ad me ego redi-dissem sibi instrumentum suum et tunc dixit Guillelmus ego non inca-labam venire Ad te quia ego eram male inductus et verecundabar, et postea in illa eadem edomAda ego inveni dictum Guibertum Apud morum et dixi ei videtur mihi quod facitis derisionem perspiciAtis quicquid dicatis videtur quod fecit vobis solutionem vestram Guillelmus et ipse Guibertus dixit tunc Adhuc dico vobis quod rederem ei cartam si ipse Guillelmus solveret mihi quod debet Interrogatus quo tempore fuit hoc dixit proque cArnis privium proxime preteritimi de hora dixit A tercia usque vesperum Vassallus gallus scriba tale prohibet testimonium de Oberto brai- 316 Anno 1224 bante quod habet ipsum et tenet pro publico notario, et de eius instrumentis videlicet per manum suam factis plura vidit et firmiter credit quod sit publicus notarius non tamen fuit presens quando notarius factum fuit (S. T). Ego Bonvassallus calige palii significo vobis quo habeo Obertum brAmantem pro notario publico (S. T). die XXX mArcii fuit porrectum Ambrosius scriba tale prohibet testimonium de Oberto braibante quod habet ipsum et tenet pro publico notario, et de eius instrumentis videlicet per mAnum ipsius factis plura vidit et firmiter scit quod notarius factus fuit Anno Millesimo Ducentesimo duodecimo. In pote-stacia. Domini Rainerii cothe In iAnua in ecclesia Sancti laurencii in pleno parlamento Ego Ogerius panis firmiter (S. T) credo secundum quod Ambrosius scriba testimonium perhibet die IIII Aprilis fuerunt porrecti (N. 1281, 703, 234, c. 23S, 130V.-133V). DCCXL. — 10 marzo - I Consoli di S. Tommaso condannano Guglielmo de Costa. In burgo sancti Thome prope fontem de canonis sub porticu domus Ottonis Rubei September Otto e Guillelmus de corsi Consules burgi sancti thome condempnaverunt Guillelmum de costa petro bono bAsso in tarinis ducentis quAdraginta boni Auri Ad rectum pondus siracusie lAudantes quod dictus petrus bonus bassus dictam quAntitatem tari-norum de cetero hAbeat et percipere possit in rebus dicti Guillelmi de costa quibus mAluerit sine contradictione dicti Guillelmi et omnium personArum pro eo exceptis tot tarinis qui vAleAnt bene libris quinque iAnue Quod Autem ideo factum est quia cum dicti Consules legitime citassent dictum Guillelmum coram se in iudicio sicut dicebant Ad postulAcionem petri boni bassi predicti qui Guillelmus de costa confessus fuit coram eis se nolle contradictione dicto petro bono basso in predicta quAntitate tarinorum exceptis soldis centum iAnue sicut dicunt predicti consules QuAre predicti Consules Admiss^ dicti Anno 1224 317 Guillelmi solempni confessione volentes dicto petro bono consulere de sua iusticia et eum conservAre indempnem lAudaverunt et statuerunt ut supra Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione Undecim A die decimo mArcii inter terciam et nonAm (N. 843, c. /69 v.). DCCXLI-DCCXLII. — 14 marzo — Guglielmo Chierico de Sexto vende per lire dodici di genovini a Giovanni del qm. Amico de l'urno una terra con casa in pertinentiis de pegio loco ubi dicitur murtedum, confinante colle terre di Guidone Bono e di Pasquale de Murtedo. — Giovanni de Furno promette sborsare la somma in due rate. Testi Guglielmo gardatoi\ Filippo da Montesignano e prete Stabile da Rovereto. In Genova, sotto la casa del notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 840, 841, c. 169). DCCXLIII-DCCXLIV. — 14 marzo — Ianuense, drappiere, dichiara di aver ricevuto lire otto e soldi cinque di genovini per vitto, somministrato per lo spazio di mesi sedici e quindici giorni a Giovanna, cognata di Marchisio Elefante. 1 esti Baldizzone Fornario e Ogerio da Pegli. In Genova, c. s. (N. 842, c. 169 v.). DCCXLV. — 15 marzo — Belengerio de Begato riceve a mutuo da Vassallo de Porcili lire cinque di provini, che restituirà fra sei mesi, prestando garanzia Mangino da Zemignano. Testi Domenico de Molo, Guglielmo gardator, e Ottone da Begato. In Genova, c. s., nell'ora di terza (N. 844, c. 169V.). DCCXLVI. — 15 marzo — I delegati del cardinale Ugolino, vescovo di Ostia, decidono nella lite, mossa per il monastero di S. Maria de Vesola. Nos RAmundus Abbas monAsterii sancti stephAni et Odericus prior sancti Michaelis IAnuensis diocesis iudices delegati A domino hugolifio hostiensi episcopo et sedis Apostolice quondam legato prout Anno 1224 Apparet per literas quarum tenor talis est. hugo miseratione divi-pronunciAmus possessionem terrarum de quibus fit mentio in libello cuius tenor talis est ArnAldus prepositus ecclesie Adiu-dicatum esse ex secundo decreto et eAm Adiudicamus predicte ecle-sie sancte mArie de vesullA et in possessionem earundem teri Aium Mitimus e* secundo decreto nomine prefate ecclesie iAm dictum Ar naldum prepositum Ut in posterum ipsa ecclesia de vesu a sine contradictione petri crassi et eius nepotum filiorum et heredum1 quondam Rufini bordini sive curatoris defensoris eorundem, quod ideo pronuneiamus et facimus quia cum dictus prepositus sancte mAne nomine eiusdem ecclesie coram nobis querimon.Am deposuisset de dicto petro et nepotibus ut in dicto libello continetur et pluries citaremus dictum petrum et nepotes ut coram nobis se represen aren et termino peremptorio Ad hoc constituto et se non representassent sed in sua contumAciA perseverassent iAm dictum prepositum nomine prefate ecclesie et ipsAm ecclesiAm in possessionem ipsarum terrarum et possessionem esse pronunciAvimus et eidem ecclesie ipsAm possessionem Adiudicavimus ex primo decreto constituendo nostrum nuncium Ad possessionem deliberandam corporaliter eidem ecclesie postquam Adiudicacionem dicte possessionis sepedicti petrus et nepotes per transcursum Anni in eadem perseveraverunt contumAci nec coram nobis se representaverunt post cuius Anni transcursum Accedens in nostri presentia ipse prepositus umiliter pecnt nos pre-bere eandem possessionem ex secundo decreto ipsi ecclesie Adiudicare cuius peticionis tenor talis est. ego Arnaldus prepositus ecclesie san- cte mArie de vesolla...... quA peticione percepta habito quoque conscilio sApientum et cognito Annum trAnscursum esse Adie pronun-ciAtionis ex primo decreto super possessione dictarum terrarum pro-nuntiAmus et Adiudicamus possessionem dictarum tei rarum predictos petrum et nepotes et eorum defensores ex secundo decreto quod ipsa ecclesia eas libere teneat et possideat sine contradictione predictorum Testes presbiter Guillelmus de sancto stephano et Rico-bonus et pAganus de cucurno et Guillelmus Vicecomes iudices Actum in clAustro sancti lAurencii die quintodecimo mArcii in hora completorii Millesimo ducentesimo vicesimo quArto indictione undecimA (A. &4S, c. n°)· Anno 1224 319 DCCXLVII. — 15 marzo — Vassallo Grufino e Γ Abadessa di S. Pietro di Mezema dichiarano che osserveranno la sentenza, che pronunceranno i delegati del Pontefice. VassAllus Gruginus ex una pArte et luleta Abbatissa sancti petri de mesemA in presencia conscilio et voluntate domine Contesie de camilla et Aide de murta monacarum eiusdem monasterii ex Altera compromiserunt stare in eo quod diceret dominus Ramundus Abbas sancti Stephani et presbiter Guillelmus de rivArolio canonicus IA-nuensis ludices delegati domini pape et Arbitri A dictis pArtibus sponte et per concordiam electi de omni lite et discordiA que vertitur vel verti posset inter ipsum VAssAllum et ipsum monAsterium et de omni Accione reali et personAli et specialiter de terris quAs ipsum monAsterium tenet in cario et pertinenciis et de accionibus quAs ipse Vassallus dicebat sibi cessas a galla gotoerio quondam et demum de omni peticione quAm usque in presentem diem verti posset Ad invicem Aliquo modo vel aliqua occasione et quicquid per predictos Arbitros dictum fuerit super predictis omnibus promiserunt Atendere una pArs Alteri et observAre sub pena librarum ducentarum iAnue ad invicem stipulAta et promissA rata mAnente s-entenciA et eo quod dixerint et prò penA et omnibus supradictis Attendendis et observAndis omniA bona dicti monAsterii dicta Abbatissa dicto Vassallo pignori obligavit et idem Vassallus diete Abbatisse nomine dicti monAsterii omnia sua bona pignori obligavit et dictum compromissum faciet ratificari dicta Abbatissa A sororibus suis et conventu suo et eo Acto expressim ut delegacio facta A summo pontifice in ipsos Arbitros et rescriptum firmA et in suo statu permAneant et ea que Acta sunt coram eis si dictum eorum non observAretur Ab AliquA parte contra voluntatem Alterius et dicti Arbitri receperunt dictum compromissum retenta in se eorum iurisdictione ut supra determinatum est Testes. Guillelmus pictainus et Guillelmus vice comes iudices et presbiter Guillelmus de sancto stephAno et Guillelmus de quinto iudex Actum lAnue in clAustro sancti lAurencii Millecimo ducentesimo vicesimo quarto Indictione undecimA die quintodecimo mArcii in sero et inde fiunt duo instrumenta eiusdem factum est pro dicto vassallo (Λ^. Sgg, c. 180). 3 20 Anno 1224 DCCXLVIII-DCCXLIX. — 16 marzo — Bonaccorso del qm. Anseimo de Rondanina costituisce procuratore Pietro da Panesi col mandato di vendere o dare in locazione le terre, che ha in Uscio e nel luogo detto in cruce. - Lo stesso dà in locazione a Sigembaldo de Rundanina una sua casa, posta in Fossatello. Testi Bonvassallo de Mari, Vassallo de Porcili ed Ogerio de Gropo. ' In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, ove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 846, 847, c. 171). DCCL-DCCLI. — 16 marzo — I coniugi Dolce e Oberto da Canepa vendono a Rubaldo de Toraria due appezzamenti di terreno in villa de caneva, un dei quali trovasi in loco ubi dicitur iossa cui coheret superius terra barbi de casali et consortum inferius via Ab uno latere terra merli de costa porcilis Ab Alio latere terra mea et filiorum symonis de levarlo, e l’altro è situato ubi dicitur ravarium, confinante con la terra di Giovanni de Figali. - Rubaldo de I oraria promette che per la seconda fiera di Sori, che ivi si farà, sborserà soldi quaranta di gencrvini per detti appezzamenti. Testi Albei to Boterio e Guglielmo da Rivarolo. In Genova, c. s., prima di terza [N. 848, 849, c. 171). DCCXLII. _ marzo — Provinciale da Novi fa fede della sua povertà. Ego provinciAlis de nove In presentia infrascriptorum testium dico et protestor quod ego nihil habeo nec habere possum Aliquo modo Aliquid unde possim solvere debitum librarum quinque et soldorum quinque papiensium quod debeo dare bAssilio de truncano vel eius heredibus prout dico preter indumenta mea quibus indigeo valde et ita iuro tactis sAcro sanctis evangeliis ita verum esse Testes Arlandus de Alexandria et gauterius de sancto yArio Actum sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die XVI mArcii Ante terciam (N. 8;o, c. 171 v.). Anno 1224 321 DCCLIII. — 16 marzo — Bonadonna, vedova di Nicolò, macellaio alla porta di S. Andrea, riceve a mutuo da Ottone Ciliobianco lire quindici di genovini, che restituirà usque ad festum de ramis palmarum, dando a pegno la sua dote assicurata sui beni, stimati dai periti del Comune di Genova. T esti Merlo de Castro e Nicoloso Aldo. In Genova, c. s., fra terza e nona (TV. 8ji, c.iyiv.). DCCLIV-DCCLV. - 16 marzo — Dolce, moglie di Guglielmo Clerico da Sestri, approva la vendita fatta dal marito della casa e terra in pertinentiis de pegio. — Il predetto Guglielmo dichiara che per atto del 1214, 3 maggio, stipulato dal notaio Bresciano, ricevette lire ventitré di genovini per dote della moglie, alla quale ora costituisce l'antifato. Testi Oberto Arnaldi gardator, Giovanni de Fumo da Sestri, Oberto de Pruneto e Ido Nano. In Genova, c. s., fra terza e nona (TV. 8/2, 8jj, c. /7iv.). DCCLVI-DCCLVII. - 16-17 marzo — Locazione di corazze e di barbozze. Nos dondedeus taiAtor et Iohanna iugales et Anna de monteo-blio unA confitemur nos Accepisse Ate facio osberguerio pAnceriam unam et barberiam unam computatam in libris quAtuor iAnuinorum mutuo renuneiantes exceptioni non Accepte [pancerie] et non accepte barbe[rie] quas tibi vel tuo certo nuncio dare et redere tibi promitimus usque ad menses duos proxime venturos et si plus retinuerimus promitimus tibi dare Ad racionem soldorum quinque per mensem ultra dictos duos menses proxime venturos Alioquin si con-trafecerimus penam dupli tibi stipulanti promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. tali modo quod si plura ultra libras quatuor teneris emendare nobis quorum sunt quod debeamus tibi tantum pro dicta panceria et barberia quantum te oportebit dare et solvere Et nos dicte Iohanna et Anna specialiter AbrenunciAmus iuri ypothe-ce et senatui consulto velleiano faciens ego dicta Iohanna presente Ferretto 21 Anno 1224 et volente viro meo predicto et nos Ambe conscilio IAcobi de predono et Guillelmi sartoris quos hic vocamus Vicinos et propincos nostros Testes predicti consciliatores et Albertus de figarolio et Ar-manus de decia Actum iAnue in domo in qua habitat dictus facius die decimo sexto marcii inter nonam et vesperum Ego Marencus de reco confiteor me Accepisse mutuo Ate hennco mAgistro de castro bArberiAm unam computatam in soldis viginti iAnuinorum Item unum ermum conputatum in soldis sedecim lAnui-norum Abrenuncians exceptioni etc. quos omnes dare et redere tibi promito usque Ad menses duos proxime venturos et si forte plus retinuero eos promito tibi solvere soldos duos per mensem de barberia et denariorum duodecim de ermo Alioquin penAm dupli et dampni etc. pro pena vero etc. et Insuper iuro Atendere ut supia nisi tuA licentia remanserit vel iusto dei impedimento Insuper ego garne-rius de predono constituo me inde proprium et principalem debitorem et pAgatorem tibi predicto henrico de omnibus predictis omnibus (sic) Atendendis et observandis si per dictum mArencum non etc. pro pena ‘vero etc. Abrenuncians iuri quo [etc.] Testes Guillelmus banlanus et philipus murator de predono Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die decimo septimo marcii Ante terciam cassata est voluntate pAitium Nos Vivaldus piscator et froria iugales una confitemur nos Accepisse mutuo gratis Ate oberto ?anega ferrario pAnceriam unAm et barberiAm tuAs computatas in libris quinque iAnue Abrenunciantes exceptioni etc. quas tibi vel tuo certo nuncio dare et redere tibi promitimus quando ego dictus Vivaldus reversus fuero de illo viagio quo deo propicio vie debeo in servicio comunis IAnue Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenuncians legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. Et ego dicta fioria specialiter Abrenuncio iuri ypothece et senatui etc. faciens hec omnia presente et iubente viro meo predicto et conscilio lumbardi et oberti piperis quos hic etc. Testes predicti et Iohannes de precherio Actum iAnue in domo in qua habitat dictus obertus <;anega die XVII match Ante terciam Ego bonifacius filius quondam GAndulfi bastoni confiteor me Ac- Anno 1224 323 cepisse mutuo Ate Vassallo de porcili panceriam unam tuam computatam in soldis quinquaginta ianue Abrenuncians exceptioni etc. quam tibi vel tuo certo ìuincio dare et redere tibi promito usque ad menses duos proxime venturos et si forte plus retinuero eam promito tibi dare soldos quAtuor iAnue pro quolibet mense quo retinuero eam usque quo redidero eam tibi Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stiputanti promito prò pena vero etc. et confìteor me esse mAiorem Annis XX faciens hec omnia conscilio stephani capsiarii et Guillelmi culpa quos hic voco Vicinos et propincos meos Insuper iuro Atendere ut supra nisi tua licentia remanserit Insuper [ego] Iohannes bastonus constituo me inde proprium et principalem debitorem et pagatorem tibi predicto vassallo de omnibus predictis Atendendis et observandis si per dictum boni-facium non fuerit observatum ut supra et inde omnia mea bona habita et habenda tibi etc. quisque nostrum in solidum Abrenuncians legi dicenti si duo etc. et iuri qbo cavetur etc. Testes predicti (N. 8j4, 8jj, 8;7, 8j8, c. /72, ij2v.). DCCLVIII. - 17 marzo — Oberto de Valle da Brasile e la moglie Giovanna ricevono a mutuo da Giovanni Calderario soldi trenta di genovini, che restituiranno per Γ ottava della Purificazione. Testi Augusto, Oberto Pevere e Alberto Iarmondo. In Genova, nella casa di Ottone de Murta, dove abita Ottone de Coleto, prima di terza (N. 836, c. 122 v.). DCCLIX-DCCLX. — 18 marzo — Guglielmo figlio di Raimondo Barberio costituisce in lire venticinque l'antifato alla sposa Adalasia, la quale promette dargli detta somma in dote fra lo spazio di tre anni. Testi Guglielmo Culpa, Ansaldo Capsiario, Rodegerio e Guiberto. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, nell’ora di compieta (N. 8jg, 860, c. i7j). 324 Anno' 1224 DCCLXI. — 18 marzo — Pagano da Cogorno fa cessione di alcuni diritti. Ego pAgAnus de cucurno do et cedo tibi stephAno titulo donationis inter vivos omnia iura et rationes que et quas hAbeo vel mihi competunt contra RAmundum priorem de vintimilia occasione domus ipsius Ramundi in qua ego Moratus sum et morari debebam per Annum ita ut ipsam domum et iura que mihi competunt Ad hAbi-tandum in ea usque Ad completum Annum uti et experiri possis et habeas et teneas sine mea contradictione sicut egomet tenere debebam promitens tibi predictam donationem ratam et firmam habere et tenere sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum etc. pro pena vero etc Testes IohAninus de nuxilia et Guillelmus de cerna de elavaro Actum ianue sub porticu in qua tenet consul foritanorum curiam die XVIII marcii post completorium (N. 861, c. DCCLXII. — 18 marzo — L’abate di S. Fruttuoso toglie a mutuo una somma. Nos Albertus Abbas monAsterii sancti fructuosi de capite montis nomine eiusdem monasterii conscilio consensu et voluntate dompm hugo-nis prioris sancti mAthei [et] nicolosi monacorum eiusdem monasterii confitemur nos Accepisse mutuo gratis Ate presbitero Alberto qu. diceris Archipresbiter sancti AlbAni libras triginta octo papiensium et quinque iAnuinorum Abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis dare et redere tibi promitimus usque ad medietatem Augusti proxime venturi et si terminum vel terminos inde nobis etc. Ahoquin penam dupli et dampni et dispendii etc. pro pena vero etc. tali pacto etc. et confitemur predictam peccuniam debet verti pro pArte et esse versam in utilitatem monasterii predicti videlicet in placitis que habe mus et habuimus quondam in curiA romAnA contra Rubaldum monacum Insuper ego ogerius bArilis de rapallo castaldus dicti mo nAsterii constituo me inde proprium et principalem debitorem et pAgatorem tibi predicto presbitero Alberto de omnibus predictis Aten-dendis et observandis si per dictum dominum Abbatem vel dictum monAsterium non fuerit observatum ut supra Insuper promito tibi Anno 1224 325 quod faciam ita et curabo quod dictus Abbas Attendet et observAbit omnia predicta et in nullo contraveniet et prò pena et prò omnibus supradictis etc. et inde omnia mea bona etc. Abrenuncians iuri quo cavetur etc. Testes petrus gardator et grimaldus et IohAninus de nu-xilia et carnegia et boconus et Guillelmus gerbaldi Actum iAnue in claustro sancti mAthei die XVIII mArcii post completorium (N. 862, c. 173 v.). DCCLXIII. — 19 marzo — Marchesio da Chiavari riceve una somma in società. Ego MArchesius callegarius de clAvari confiteor me Accepisse in societate Ate bonAdonA Amita meA soldos quadraginta iAnue Abrenuncians exceptioni etc. cum quibus sAlvis in terra mercari et-negociAri tibi promito usque Ad Annos duos proxime Venturos et Ad dictum terminum predictas libras duas dare et redere tibi promito cum totius lucri medietate quod inde exierit Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato manente pacto etc. prò pena vero etc. tali pacto etc. credendo de dampno etc. et si terminum vel terminos inde mihi etc. Testes Vassallus de porcili et Iohaninus de nuxilia et stephAnus capsiArius Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die decimo nono mArcii Ante terciAm (N. 863, c. 174). DCCLXIV. — 19 marzo — Oberto Pevere riceve la dote della sposa. Ego obertus piper ferrarius confiteor me Accepisse Ate Anna dilecta et legitima sponsa et uxore mea nomine tue dotis sive patrimonii libras quadraginta iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quos volo ut sint tibi salve omnibus meis habitis et habendis et dono et facio tibi nomine Antifacti pura donatione propter nuptias de meis propriis libras quadraginta iAnue eiusdem monete Ad habendum tenendum et possidendum tu tuique heredes et cui dederis pro more et consuetudine civitatis iAnue Absque omni mea contradictione pro qua dote et Antifacto omnia mea bona habita et habenda etc. Te- 4 ,2g Anno 1224 stes obertus de brAmAnte notarius et obertus ?anega ed lumbardetus de monte leone et obertus lAvAginus Actum iAnue in fuxina dicti oberti piperis die XVIII mArcii ante terciAm et ego dieta Anna casso et vacuo cartam dotis mee quam mihi fecisti scriptam per manum mAdii scribe faciens hec omnia conscilio oberti predicti de bramante et oberti ?anega ferrarii quos hic etc. et presente et iubente viro meo (N. 864, c. 174)· DCCLXV. — 19 marzo — Marengo del qm. Giordano de Clapa da Uscio compra da Giovanni Barberio da Sori tanta merce per soldi ventiquattro di genovini, che darà per l'ottava di Natale. Testi Beltramo da Torricella, e Vassallo e Pasquale gardatores. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (A^. 86j, c. 174). DCCLXVI. — 19 marzo — Carlo de Porta promette che per l’ottava di di Pasqua darà soldi sedici di genovini a Marchesio de Rapallo, in acconto dei soldi trentadue, che sua moglie gli consegnò in accomandita. I esti Giovanni Fi andino e Giovanni gardator. In Genova, c. s., (N. 866, c. 174). DCCLXVII. — 19 marzo — Guglielmo del qm. Rollando Barberio riceve dalla sposa Adalasia lire dodici di genovini in acconto della dote promessa. Testi Gazano, Roge rio cagator e Loterio, tintore. In Genova, c. s., nell’ora di compieta ,(N. 867, c. i74v)· DCCLXVIII. - 20 marzo — Il Prevosto e i canonici di di Ambrogio ricevono un canonico, raccomandato dal pontefice Onorio III. Nos ViviAnus prepositus et Guillelmus et homodeus presbiteri et CAnonici sancti Ambrosii iAnue recipimus nicolosum custodem nostrum nomine Guirardi filii oberti grassi de sancto Ambrosio et prò Anno 1224 327 eo in osculo pacis in CAnonicum et fratrem nostrum et diete ecclesie secundum mAndatum domini pape quod tale est honorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis CApitulo sancti Ambrosii IAnuen-sis Salutem et Apostolicam benedictionem pro hiis qui de terra vestra ducunt originem fiducialiter vobis dirigimus scripta nostra eo A vobis libencius execucioni mAndanda quo Ad ipsorum provisionem nAtu-ralis iuris debito estis specialius obligAti hinc est quod pro dilecto filio Girardo paupere clerico qui nullum sicut Asserit ecclesiasticum beneficium est Adeptus universitatem vestram rogamus et monemus Attente per Apostolica vobis, scripta mandantes quAtinus ipsum si est ydoneus nec Adhuc vobis pro Alio scripsimus ob reverenciam Apostolice sedis et nostram recipiAtis in ecclesia vestra in canonicum et in fratrem, prebendam si qua vacat vel quam cito Ad id se facultas obtulerit, ei liberaliter conferentes ita quod idem Assecutum se gaudeat quod intendit et nos devocionem vestram possimus merito comendare Datum lAterani Kalendas marcii pontificatus nostri Anno octavo Testes symon mAlocelus CAnonicus iAnue et Guillelmus for-narius et obertus sicus ferrarius et Iohannes saragus die vicesimo marcii Ante terciam Actum ianue in ecclesia sancti Ambrosii (A^. 868, c. 174 v.). DCCLXIX. — 20 marzo — Mussono figlio del qm. Be-nesia de gera da Levanto dichiara che per la festa di S. Giovanni di giugno sborserà ad Ottone di Val di Trebbia soldi venti di genovini dovuti. Testi Oberto de Vedereto e Guglielmo Ferrario. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza {N. S69, c. 174V.). DCCLXX. — 20 marzo — Vertendo lite tra Lamberto de Verzellato da una parte e Giacoma vedova di Castello Peloso dall'altra per una porpora, che detta Giacoma gli diede in accomandita, di comune consenso si elegge arbitro Nicoloso de Stabili. Testi Oberto de Vedereto e Guglielmo Ferrario. In Genova c. s., nell’ora di terza (N. S70, c. 174V.). 328 Anno 1224 DCCLXXI. — 20 marzo — Ottone da Valdettaro fa qui-tanza di somme, dovute da Mussono della pieve di Ceula di Levanto. Testi Ugonegardator, Pane e Viviano da S. Stefano. In, Genova, c. s., nell'ora di terza (TV. 861, c. /7/). DCCLXXII. — 20 marzo — Prete Gandolfo giura fedeltà all’ abate di S. Stefano per la chiesa di S. Nazaro d Albaro. Ego presbiter Guandulfus Ab hAc bora in Antea ero fidelis et obediens vobis domino RAmundo AbbAti sancti StephAni IAnue vestrisque successoribus catholicis et capitulo huius monAsterii honorem vel raciones huius monasterii non minuam neque minui faciAm possessiones et Alia bona modo vel futuris temporibus Ad ecclesiam sancti na9arii pertinenda non alienabo sine licenciA vestrA vel vestrorum successorum vel capituli vestri sicut sunt libri calices pAra-menta Altaris et ecclesie de rebus ipsius ecclesie redam racionem Abbati monasterii quando ei placuerit in predicta ecclesia sancti na-9arii continuam residenciam faciAm neque occasione Alterius ecclesie vel aliqua Alia occasione eam ultra duos menses deseram vel dimi-tam sine licencia Abbatis vel capituli monasterii omnia predicta faciAm et observabo bonA fide et sine fraude sic me deus Adiuvet ad sancta dei evangelia et ita iuro Atendere et observare ut supia Testes frater dalmiAnus et presbiter Anselmus de sancto Vito de albario Actum in claustro sancti StephAni Millesimo ducentesimo vicesimo quarto Indictione Undecima die vicesimo mArcii inter terciam et nonam (N. 872, c. 17/). DCCLXXIII. — 20 marzo - Bordella accorda il figliuolo suo con un barbiere. Ego Bordella uxor quondam Alberti frexie de monella loco et concedo tibi Rolando barberio filium meum ArgibAldinum usque Ad Annos quAtuor proxime venturos causa lAborandi et Addiscendi de Arte tua videlicet de Arte tonsorie et serviendi tibi et faciendi Alia negocia que fuerint convenientia promitens tibi quod faciam ita et curabo quod perseverabit usque Ad dictum terminum et quod salvabit Anno 1224 329 et custodiet tibi res tuas et eas quas in sua potestate posueris et commiseris et non infraudabit tibi ex his ultra denarios duodecim per Annum et si forte fugerit vel exierit de tuo servicio promito tibi quod faciam ita et curabo quod redierit usque Ad dies octo post' quam scivero Ad tuum servicium faciendum sicut Antea Alioquin penam soldorum centum ianuinorum rato manente pacto tibi stipulanti promito si de predictis in aliquo fuerit contrafactum prò pena vero etc. Abrenuhcians omni iuri faciens hec conscilio baldÌ9onis fornarii et Vassalli grugini quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper ego Rubaldus de sigestro filius quondam bernardi de sigestro de candeasco constituo me proprium et principalem debitorem et pagatorem tibi prò dicto Rolando de omnibus predictis Atendendis et observandis si per dictam bordellam non fuerit observatum ut supra et si contra factum in aliquo luerit et inde omnia mea bona habita et habenda tibi pignori obligo Abrenuncians iuri quo cavetur principalem debitorem primo conveniri Et ego dictus RolAndus versa vice promito et convenio tibi dicto Argibaldino docere te de Arte mea bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum et dAre tibi victum et vestitum convenientem usque ad dictum terminum et non facere tibi Aliquam suprapositam quam non possis sufferre et dare matri tue vel tibi soldos decem ianuinorum Ad octavam pasce proxime Alioquin penam soldorum centum ianuinorum rato manente pacto tibi stipulanti promito prò pena vero etc. Insuper ego dictus Argibaldinus iuro Atendere et observare ut supra Testes predicti consciliatores et RolAndinus sartor Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in que habitat Guillelmus de feno die vigesimo mArcii inter terciAm et nonAm (A^. 873, c. 173). DCCLXXIV. — 20 marzo — Peregrina, vedova di Rubaldo Cavodaso, riceve a mutuo da Rubaldo da Levaggi soldi quaranta di genovini. Testi Marino de Ricio e Giacomo Bombello. In Cenova, c. s. (N. 874, c. 173 v). DCCLXXV. — 20 marzo — Giovanni Bastone e Pietro Ferrario ricevono in prestito per due mesi fiaticeriam unam, 330 Anno 1224 stimata soldi cinquanta di genovini, di proprietà di Vassallo de Porcili, e promettono dargli soldi quattro al mese. Testi Simone de Nigrono e Alamanno gardator. In Genova, c. s. (N. 875, c. /7/ v.). DCCLXXVI. — 20 marzo - Rubaldo de Orto riceve da Giovanni Astesano, abitante a S. Donato, lire tre di genovini per prezzo del panno d’Oriente, che ebbe da Pandolfo da Camogli. Testi Rodegerio, Pietro gardator, Guideto servo del .prevosto della cattedrale di Genova. In Genova, c. s„ tra nona e vespro (N. 876, c. 176). DCCLXXVII. — 21 marzo — Maurino da Piazzalunga costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego MAurinus de plAtea lunga constituo meum procuratorem Guirardinum de sancto Ambrosio et canonicum eiusdem ecclesie Absentem in curia romAna ut possit pro me literas impetrare et contradicere quibuslibet volentibus contra me Aliquid impetrare et omnia facere sicut egomet possem promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerit in predictis nec contravenire Testes Andreas calderari us et obertus calderarius Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno Ante terciAm die vicesimo primo marcii (N. 877, c. 176). DCCLXXVIII. — 21 marzo - Vetendo liti fra Nicolò de Volta e Porco de Porcis, di comune assenso delle parti, vien eletto arbitro Guglielmo de Volta, fratello di detto Nicolò. Testi..... In Genova..... (N. 877 bis, c. 176). DCCLXXIX. — 21 marzo - Il prevosto di S. Lorenzo ordina che Oberto de Sorbola ubbidisca ai suoi comandi. Rubaldus prepositus iAnue In presencia testium infrascriptorum precepit oberto de sorbola presenti sub debito iuramenti quo tenetur Anno 1224 331 ei sicut dicit idem Rubaldus super parendo mAndatis suis que sibi fecerint occasione dampni dati Ab ipso oberto in terris et possessionibus sancti laurencii vel Ab Alio prò eo que terre sunt in sorbola sicut idem obertus confitetur de predicto iuramento quod ipse obertus per totam diem presentem faciat cartam domino magistro hugoni magiscole iAnue recipienti nomine capituli iAnue quod ipse obertus parebit sentencie dicti prepositi super iam dictis et quod solvet illud in quo condempnabit ipsum obertum occasione dicti dampni Testes henricus melesius et Iohannes granaria et bonifacius die vicesimo primo mArcii inter terciam et nonam in claustro sancti lAurencii (N. 878, c. 176). DCCLXXX. — 21 marzo — Vivolo de Fontana del qm. Andrucio de Resemonti dichiara che deve dare soldi venticinque di genovini ad Ottone di Val di Trebbia, e che sono scritti in cartulario consulis foritanorum. Testi Guglielmo e Rubaldo gardatores, e Opizzo de Montemoresino. In Genova, nella casa'dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N, 884, c-177 v.). DCCLXXXI-DCCLXXXII. — 21 marzo — I coniugi Ai-melina e Armaimo calderaio, per soldi trentatre di genovini vendono a Grimaldo Ferrario peciolas duas terre positas in goagio libi dicitur fastinus .uni quarum coheret supernis via inferius terra Richelde et consortum ab uno latere terra redulfi et consortum ab alio latere terra filiorum quondam Guillelmi de pastino alii vero coheret superius terra redulfi et consortum inferius via que vadit ad fontem de valle ab uno latere terra tua ab alia terra imelde et consortum... — Metà del prezzo verrà dato per il Natale, e la rimanenza fra un anno. Testi Manfredo calderaio, Guglielmo Columbo, Rollando, ferraio, e Armanno, calderaio, genero di detto Armanno. In Genova, c. s., tra nona e vespro (N. 8S0, 88/, c. 176 v.). 332 Anno 1224 DCCLXXXIII-DCCLXXXIV. - 21 marzo - Giuliano di Val di Trebbia costituisce un procuratore e fa una donazione a Rainaldino da Savignone. Ego IuliAnus de Valletrebia constituo dominum stephanum Ar-chipresbiterum de lavAnia et canonicum iAnue Absentem meum procuratorem et certum nuncium in causa que vertitur vel verti speratur inter me ex una parte et pascalem fratrem meum ex Alia sub exA-mine dominorum RolAndi presbiteri canonici iAnue et dominici de mesAna et Guillelmi de valletrebia Arbitrorum A nobis sponte electorum ut dictus procurator possit Agere et experiri excipere et replicare pacisci et transigere et testes meos producere et recipere Alterius partis et solvere illud quod poterit vindicare meo nomine Rainaldino de savignono et omnia facere sicut egomet possem si essem presens promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerit in predictis dictus procurator sub ypotheca bonorum meorum Testes...... Ego IuliAnus de Valletrebia dono tibi Rainaldino de savignono pura donatione inter Vivos quicquid devictum fuerit meo nomine in causa que Vertitur vel verti speratur inter me ex una parte et pascalem fratrem meum ex Alia sub exAmine dominorum presbiteri Rolandi canonici iAnue et dominici de mesAna et Guillelmi de Valletrebia Ad faciendum inde de cetero etc. quam donationem ratam et firmam habere etc. pro pena vero etc. Abrenuncians legi dicenti donationem ultra soldos quingentos non valere Testes presbitei Albertus custos sancti lAurencii et obertus de lAngasco scriba die vicesimo primo mArcii in nocte in ecclesia sancti lAurencii (N. 882, 88j, c. 177). DCCLXXXV. — 23 marzo — Nicolò del qm. Riccio, avendo ricevuto in prestito da suo fratello Salvo ventiquattro soldi di genovini, dati a mutuo a Raimondo de Pratolungo, gli cede in compenso l’usufrutto delle terre, che ha in vigomo-lafo. Testi Stefano e Ansaldo capsiarii e Alberto, ferraio. In Genova, nella casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza {N. 883, c. 177V·) I Anno 1224 333 DCCLXXXVI. — 23 marzo — Il rettore della chiesa di Casanova compra una terra. Ego AliAdAr uxor quondam Iohannis de casAnova confiteor me Accepisse et habuisse Ate presbitero beltramo ministro ecclesie sancte mArgArite de casanova libras quatuor ianue Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus Vendo trado et cedo tibi pedam unam terre castagneti positam in villa de casanova loco ubi dicitur taxaria nomine diete ecclesie et quam visa sum ego et vir meus quondam possidere in dicto loco cui coheret superius et Ab uno latere terra ecclesie predicte et inferius fossatus, et Ab Alio latere terra predicte ecclesie et consortum cum omnibus suprapositis et cum omni suo iure commodo et utilitate ingressibus et exitibus suis nichil inde in me retento Ad faciendum inde etc. et quod plus valet dicto pretio pura donatione inter vivos etc. quam venditionem semper legitime defendere et AuctorÌ9are Ab omni persona et non impedire etc. prò pena vero etc. Abrenuncians iuri ypothece et omni iuri possessionem et dominium inde etc. et tandium quod possideo etc. faciens hec omnia conscilio oberti ferrarii de sancto ursesio et Anseimi ferrarii de Valletrebia quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper ego sibilla filia dicte AliadAr huic vendictioni interfui et consensi Abrenuncians omni iuri quod in dieta terra habeo vel habere possem faciens hec omnia conscilio predictorum consciliatorum quos hic voco vicinos et propincos meos et confiteor me esse maiorem Annis decem et septem Testes predicti et Guillelmus de casanova Actum iAnue in domo dicte AliadAr in qua ipsa habitat die vicesimo tercio marcii inter ter-ciAm et nonAm (N. 88j, c. 177 v). DCCLXXXVII. — 25 marzo — Pagano, ferraio a S. Ambrogio, riceve a mutuo da Ambrogio magistro antclami soldi quarantasei di genovini, che restituirà per la festa di S. Michele. Testi Basso e Rubaldo gardatores. In Genova, c. s., prima di terza (N. 886, c. 178). DCCLXXXVIII-DCCLXXXIX. — 25 marzo — Alda, vedova di Simone de Monteasignano. riceve da Boiamonte da Anno 1224 Monteasignano lire tre e mezza di genovini in acconto di lire dodici e mezza, che le spettavano per la sua dote, e che dà a mutuo al genero Giovanni, figlio di Fulcone Negro di Monteasignano. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 887, 887, c. 178). DCCXC._ 25 marzo — Vendita d’una terra in Bana. Ego fredericus filius quondam bonivassalli drogui de bana confiteor me Accepisse Ate Adalaxia uxore Vassalli galli soldos qua draginta iAnue Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus vendo trado et cedo tibi medietatem pro indiviso unius pecie terre castagneti in qua sunt Arbores due olivarum superius que est in bana et quam comunem hAbeo cum fratre meo et extenditur usque Ad maceriam dicti fratris mei iuxta quAm sunt Arbores olive dicte Cui coheret superius terra dicti fratris mei inferius fossatus Ab uno latere versus iAnuam terra peltre et Ab Alio terra Guillelmi de cruce quAm terram liberam et Absolutam Ab omni servitute pio supradicto precio tibi Vendo trado et cedo ut superius dictum est nichil inde in me retento cum omni suo iure comodo et utilitate ingressibus et exitibus suis et omnibus suis pertinenciis Ad faciendum inde de cetero quicquid volueris etc. et quod plus valet dicto precio etc. quAm ven dictionem ratam et firmam hAbere et tenere et non impedire sed sem-per legitime defendere et Auctoricare Ab omni persona tibi tuisque heredibus cui dederis vel habere concesseris tibi tuisque heredibus et cui dederis prout nunc valet etc. pro penA vero etc. possessionem et dominium inde etc. et tandium quod possideo etc. et confiteor me esse mAiorem Annis viginti faciens hec omnia conscilio Anselmi rubei cultelerii et Iohannis cultelerii quos hic Voco vicinos et propin cos meos Insuper iuro Atendere et supra bona fide Testes predicti et hugo grassus cultelerius et obertus cultelerius Actum iAnue in domo dicti Vassalli Millesimo ducentesimo Vicesimo quarto Indictione Undecima die vicesimo quinto mArcii inter terciam et nonam (N. 88), c. 178). Anno 1224 335 DCCXCI. 25 marzo — Oberto Torgio da Langasco dichiara di dover dare una somma a Lanfranco de Corsi. Ego obertus torgius de lAngasco confiteor quod debeo dare tibi lAfianco de corsi soldos duodecim iAnue pro eo quod custodiebas me in domo tua pro comuni iAnue quas tibi dare et solvere tibi promito usque ad octo dies proxime venturos Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. 1 estes Sigenbaldus de rundanina et Guillelmus guercius gardator et henricus gardator de santo georgio die vicesimo quinto mArcii in hora none Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua hAbitat Guillelmus de feno (A^. 890, c, 17811.). DCCXCII. — 26 marzo — Anna dà in locazione ad Isembardo da Davagna un pezzo di terra, che suo marito possiede in abacia tibi dicitur prati mi de canova, coll’ annua prestazione di soldi cinque di genovini, solvibili per l’ottava di Natale. Testi Viviano e Bellengerio gardatoi'es. In Genova, c. s., prima di terza (N. 891, c. 178v.). DCCXCIII. — 26 marzo — Guglielmo de Arcu e Giovanni Marcheimo da Staglieno ricevono a mutuo da Vassallo de Porcili soldi quaranta di genovini, che promettono di resti tuire prima del luglio. Testi Giovanni de Bercogia, e Bellengerio gardator. In Genova, c. s. (N. 892, c. 178V.). DCCXCIV. — 26 marzo — Giunta de Carpeneto e suo figlio Tealdo per lire cento di genovini vendono ad Ingone de Volta le terre, i possedimenti, le case e i diritti, che hanno in limgina in lacu et pertinentiis. Testi Bernardo da S. Lorenzo, Gregorio Maiacio e Lamberto Drogo. In Genova, sotto la casa di detto Gregorio, nell' ora di terza (N. 89j, c. 178 v). 336 Anno 1224 DCCXCV. — 27 marzo — Il prevosto di S. Lorenzo e Γ arciprete di Lavagna sono eletti arbitri in una lite. Cum controversiA Verteretur inter presbiterum hugonem ministrum ecclesie de neo ex una pArte et NicolAum clericum eiusdem ecclesie et propincos eius super prebendA suA ex Altera tandem pio bono pAcis concorditer compromiserunt in dominum Rubaldum prepositum iAnue et dominum stephAnum Archipresbiterum plebis 1A· vAnie et CAnonicum iAnue de omnibus litibus et discordiis que inter eos vertebantur occasione predicta. ut possint dicei e ìacionevel Ad cordio quicquid eis placuerit vel Aliquocumque modo prout eis melius videbitur Et Nos Rubaldus prepositus et stephAnus Archipresbiter prò bono pAcis et concordiA Amièabili compositione concorditer pronun-ciAmus quod dictus presbiter hugo det et dare teneatur AnnuAtim prò prebenda sua et benefìcio diete ecclesie nicolAo clerico et cunca-nonico suo septem libras denariorum iAnue per hos terminos Videlicet medietatem per octavam nAtalis domini et Aliam medietatem infra octavam sancti lohanis de Iunio. et his contentus sit dictus NicolAus quando non fecerit moram in dicta ecclesia de neo et si moram fecerit pro mAiori parte Anni in dicta ecclesia de neo Vitum percipiat de bonis ecclesie de neo et libras tres iAnue teneatui ei dare dictus presbiter hugo pro Vestibus predicta omniA precipimus Atendi et observari A dicto presbitero hugone sub debito ìuramenti prestiti Ab eodem super hoc Item precipimus predicto presbitero hu-goni quod non compellat venire dictum NicolAum Ad dictam ecclesiAm de neo pro facienda residenda continua usque Ad Annos decem proxime Item reservAmus in nobis quod si voluerimus Addere vel diminuere in dicta sentencia quod possimus et sacerdos ita teneatur de Adiun to sicuti esse Absolutus de remoto Testes ogerius de cuciano et Aldevrandus de levi et guidetus serviens dicti prepositi Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti prepositi Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione UndecimA die Vicesimo septimo mArcii Ante terciAm facta est prò dicto NicolAo (N. 8)4, c- Π9)· Anno 1224 337 DCCXCVI. — 27 marzo — Giovanni Botino riceve da Bonadonna del qm. Giordano da Sori lire sei e soldi dodici di genovini in acconto della somma, che gli deve, per acquisto di terre in Sori. Testi Loisio da Pavia, Guglielmo Vicecomite, giudice, e Raimondo da Sori. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno (N. 89;, c. /79). DCCXCVII. - 28 marzo — Aimelina de Cunizo fa testamento. Ego Aimelina de ουηϊςο uxor quondam BAldoini de tao contemplatione ultime mee voluntatis rerum meArum talem facio disposicio-nem In primis ludico et ordino prò Anima mea libras quatuor iAnue quarum decenum operi sancti lAurencii iudico et residuum volo quod distribuatur pro Anima mea in disposicione AlexAndri bArlete pro mea sepultura et pro missis canendis pro Anima mea Apud monAste-rium sancti Andree de sexto Apud quam ecclesiAm sancti Andree volo corpus meum sepelliri drude nepti mee uxori dicti Alexandri et lucheto et bonifAcieto filiis quondam michael de cunico lego locum meum quem hAbeo in coronAto equAliter cum omni suo iure et utilitate et ingressibus et exitibus suis dicto loco pertinentibus ita tamen quod nullus illorum vendat nec vendere debeat pArtem suam dicti loci Item lego libras quAtuor de bonis meis Alde pedicule monache sancti tome Item volo quod dicte libre octo debeant solvi de usufru-ctu dicte terre de coronato hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et omnia testamenta que quondam feci casso et vacuo istud vero confirmo Testes Guillelmus callegarius et nicolosus bastonus et urso callegarius de clavica et lAurencius capsiArius et Guillelmus de cario Actum iAnue in domo Amici straiAporci (sic) in qua habitat dicta Aimelina Millesimo ducentesimo vicesimo quarto Indictione UndecimA die vicesimo octavo mArcii Ante terciAm facta est semel pro druda (N. 896, c. 179V). Ferretto 22 33^ Anno 1224 DCCXCVIII. - 28 marzo — Guafredo, lanaiuolo, si confessa debitore di Vassallo Ballo. Ego GuAfredus lAnerius de portA confiteoi' quod debeo dare tibi VAssAllo ballo de vulturi soldos quAdraginta octo iAnuinorum occasione lignAminum unius tiratoris de quibus pArtem Accepisse confiteor et pArtem debes mihi dare de quibus promito tibi dai e soldos viginti iAnuinorum usque Ad diem veneris sancti pioxime venturum et residuum usque Ad octavAm pAsche resurrectionis proxime Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero etc. tali pacto quod pena commissa etc. Et ego dictus vassAllus promito et convenio tibi dicto guAfredo veisa vice dare et consignAre tibi tantum lignamen sufficientem quod possis bene facere fieri unum tiratorium et hoc facere tibi promito usque Ad diem dominicam proxime preter curium quod debeo tibi dare et promito quando fuerit necesse bonum et grossium (sic) et totum lignamen ita bonum sicut illud quod fuit positum in tiratorio Iohannis de papiA et sicut dicent mAgistri quod sit bonum in ilio opere ita tamen quod si fuerit illud lignAmen melius quAm ili ad quod dedi Iohanni de papiA quod tu debeas mihi tantum dare et restituere quAntum fuerit melius et plus exstimAtum Ab uno bono mAgistio quAm illud Iohannis de papiA et si fuerit deterior vel peius piomito tibi restituere quAntum peius fuerit quam illud dicti Iohannis Alioquin si contra fecero penam dupli de quanto contrafactum fuerit tibi stipulAnti promito rAto mAnente pActo prò penA vero etc. Testes Iohannes capud Angelli et IAcobus medicus et hugo de ilice Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qùA hAbitat Guillelmus de feno Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecima die vicesimo octavo mArcii Ante terciAm facta est pro dicto Vassallo (N. 897, c. 179V.). DCCXCIX. — 28 marzo — Lanfranco, scudaio, elegge procuratore Beltramo da Torriglia nella lite, che ha con Bo-nafede de Lignario da Levanto. Testi Giovanni d’Arenzano. Giovanni Gatto e Lamberto. In Genova, c. s., nell’ora di terza (N. 898, c. 180). Anno 1224 339 DCCC. — 28 marzo — Beltramo de Moda loca l’opera sua con Pietro de Vigo. Ego Beltramus de moda lAnerius promito et convenio titi petro de Vigo lAborare tecum de Arte mea videlicet de bAtere lAnna usque Ad festum nAtalis domini proxime ita tamen quod debeas mihi dare pro quolibet pensio lAne quam lAborabo denarios sex de iAnua de mAtaraso et de lAnna de Arumpe de sardegia et dametere in trame (s/c) denarios quinque et de lAnna de pegenuciis et de lAnna scarpata usque Ad Kalendas Augusti denarios tres et dimidio pro quolibet pensio et inde usque Ad Kalendas octubris proxime denarios quAtuor et inde usque ad festum natalis domini proxime denarios tres et dimidium et Insuper promito tibi lAborare de Arte mea bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum Alioquin penam soldorum viginti iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Insuper ego dictus petrus promito tibi dicto beltramo dare et solvere tibi ut supra sub pena soldorum viginti iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. et dare tibi totam lAnAm meam usque Ad dictum terminum Testes Iohannes de pergamo et loisius et Guillelmus de feno Actum iAnue sub domo Guillelmi de feno die vicesimo octavo mArcii inter terciam et nonAm (N. c. 180). DCCCI. — 21 marzo —I giudici delegati del Pontefice pronunciano la sentenza nella lite, vertente tra Vassallo Grugino, e l’abadessa di S. Pietro di Mezema. Nos RAmundus Abbas monAsterii sancti StephAni et presbiter Guillelmus de rivArolio CAnonicus iAnuensis Iudices delegati A summo pontifice et electi Arbitri A pArtibus super controversiA que vertebatur inter vassallum gruginum ex unA pArte et AbbatissAm monAsterii sancti petri de mesema nomine eiusdem monAsterii ex altera sicut Apparet in compromisso facto per mAnum SAlmoni notarii et per rati hAbicionem moniAlium sancti petri de mesemA sicut Apparet per instrumentum factum per mAnum Attoni plAcentini notarii pronunciAmus concorditer quod dicta Abbatissa nomine mo- 340 Anno 1224 nAsterii de mesemA sub pena posita in dicto compromisso debeat dare et det libras sexAginta dicto Vassallo vel alii prò eo per hos terminos videlicet libras viginti Ad festum sancti Michaelis proxime venturum Item libras Viginti Ad festum pasche resurectionis inde proxime venturum et Alias libras viginti usque Ad Aliud festum sancti michAelis inde proxime venturum et si per predictam AbbAtissAm vel per Alium nomine dicti monAsterii contra factum fuerit in Aliquo predictorum lAudamus et pronunciAmus concorditer quod predictus Vassallus vel Alius pro eo possit intrare bonA dicti monAsterii de mesema que mAluerit tam pro sorte quAm pro penA predicta et hec dicimus et pronunciAmus sAlva iurisdictione delegationis facte nobis A domino papa quA possimus uti cum nobis visum fuerit et si oportuerit et sAlvo omni iure quod dictus Vassallus hAbet vel hAbere posset contra ecclesiAm sancti IAcobi de monte mAuro diocesis SAo-nensis occasione ^liquA et in residuis dictum monAsterium de mese mA Absolvimus A dicto. VassAllo Ab omni peticione quAm movit vel movere posset dictus vassallus contra dictum monAsterium occasione eorum que continentur in predicto compromisso. Testes Rico-bonus judex et magister Atto notarius et presbiter Nicola canonicus sancti Romuli et Nicolosus filius vassAlli de murtedo Actum Apud monAsterium sancti StephAni in domo dicti monAsterii Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecima die vicesimo primo mArcii in hora complectorii et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris factum est pro dicto vassAllo factum est pro monasterio de mesemA (N. 901, c. 180 v.). DCCCII. — 24 marzo — I consoli di S. I ommaso pronunciano un lodo. prope IAnuAm ubi dicitur predi in domo Septembris tintoiis Idem September et Otto botarius et Guillelmus de prementorio Consules sancti Thome lAudAverunt quod sybilia uxor loisii de pApiA Ammodo hAbeAt et nomine proprietatis quiete teneat et possideAt in solutum librarum octuAginta trium et dimidie ex libris centum quAs nomine dotis eius habuit quondam Rogerius bArellus Astricum unum uve domum que fuit eiusdem rogerii in burgo sancti Thome supra Anno 1224 341 terram sancti Thome. Item quod hAbeat in solutum pro libris centum Antifacti quod dictus Rogerius fecit eidem sibille terram que fuit eiusdem Rogerii in costa videlicet peciAm unam oliveti et Aliarum Arborum cum domo supraposita que est tabule centum due minus octena pro libris quAdraginta quinque Cui coheret inferius terra mArchesii de costa et terra sancte mArie de granArolio superius viA A tercia terra bAldoini nAulasci A quArta viA Item peciAm unAm oliveti que est tabule quinquAginta pro libris tredecim iAnue Cui coheret inferius fossatus superius viA A terciA terra monAsterii sancti thome A quarta terra baldoini de nAulasca Item peciAm unAm oliveti et vAcui que est tabule decem et novem pro libris duAbus et dimidiA coheret inferius terra dictorum heredum et consortum superius terra symonis de campo filigoso A tercia terra sancte mArie de granArolio A quArta terra oberti gotoerii Astensis bancherii Item quArtam partem et octenAm pro indiviso unius pecie terre oliveti et vAcui que est tabule triginta sex tota pro libris tribus dictam quArtam et octenAm partem coheret toti inferius fossatus superius terra predicta et terra symonis de campo filigosso A tercia terra RAmAldi ArchAnti A quArta terra sancte mArie de grAnArolio. Item peciAm unAm oliveti que est tabule quAdraginta un A mir\us quArta pro libris viginti novem Cui coheret inferius fossAtus superius viA A terciA terra sancti bartholomei de costa A quArta terra sancti thome Item peciam unAm oliveti et vacui que est tabule triginta novem et dimidia pro libris sex Coheret inferius fossatus superius via A duAbus pArtibus terrA monAsterii sancti thome Item peciAm unAm 9erbi que est tabule viginti minus quArta pro libris viginti coheret inferius terra oberti gotoerii Astensis bAncherii superius terra inferius scripta A duAbus partibus terra sancti thome Item quArtam et octenAm pArtem unius pecie oliveti pro indiviso que est tota tabule septem dictam quArtam et octenAm partem pro solidis decem iAnui-norum coheret toti inferius terra predicta superius terra oberti go-toeri Astensis bAncherii A tercia terra sancti thome Item quArtam et octenAm pArtem unius pecie terre in quA sunt Arbores quinque olivArum comuniter cum calvo de faxolo et consortum et est iuxta terram plAcibilis dictam quArtam et octenAm pArtem pro solidis novem et denariis quAtuor..... et hec hAbeat ut supra sine omni con- 342 Anno 1224 tradictione Rogerini filii et heredis dicti quondam Rogei ii et Rolan-di RAcherii curatoris eius et omnium personArum prò eis quod imo factum est quando cum dieta Sibilia Ageret contra dictum Rogerium filium et heredem dicti Rogerii barelli.quondam viri ipsius sibilie petens Ab eo sub consulibus sancti Thome predecessoribus eorum in Anno preterito proxime libras centum nomine sue dotis et libras centum nomine Antifacti dicendo quod dictus Rogerius receperat libras centum pro dote eius et libras centum fecerat ei pro Antifacto et inde ostendebat publicum instrumentum factum per mAnum bAi-tholomei notarii cum vocatis propincis ipsius Rogerini nullus voluit esse curator vel defifensor unde datus fuit ipsi Rogerino curator Ro-lAndus RAcherius sicut cognoverunt per Ata publica ipsius consulatus et per cartularium ipsorum consulum preteritorum qui RoIAndus RAcherius corAm illis consulibus fuit confessus quod nollebat contradicere ipsi sibilie nomine predicti Rogerii libras centum pio dote et libras centum pro Antifacto et hoc in publico instrumento facto per mAnum lAntelmi notarii quAm confessionem supranominati consules exeeutioni mandare volentes et etiam ipso RolAndo Racherio coram eis ut ipsi dicebant quod nolebat contradicere ut supra dictAm domum sive Astricum publice subAstari fecerunt et incantari et ipsi sibilie plus offerenti in solutum dicte quAntitatis dederunt et ceteras terras de costa in solutum ut supra per publicos extimatores extimatas dari fecerunt. QuAre lAudaverunt et pronunciAverunt ut supra RolAndo RAcherio curante pro Rogerino Testes Guillelmus lAvAgna garda tor predictorum consulum et loisius pApiensis et vicinus sArdus tt IohannA uxor predicti septembris et Iohanna neptis eiusdem septem bris Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecima die vicesimo quArto mArcii in hora vesperi (N. 894, c· [Si)· DCCCIII. — 29 marzo — Giovanni de Volta presta garanzia per Ianuario da Voltaggio, che va a Bonifacio in servizio del Comune. Ego Tedicius terdonensis qui sto in suselia sellarius filius quondam nAsi confiteor quod tu Iohannes de Volta constituisti te proprium et principalem debitorem et pagatorem meo mAndato et precibus Anno 1224 343 de libris septeni iAnuinorum octo nobilibus comunis iAnue nomine comunis pro lAnuArio de voltabio qui debet ire Apud bonifacium in servicio comunis iAnue promitens tibi redere et restituere totum dampnum et dispendium inde vel Alicui pro te datum occasione dicte fìdeiussionis et te inde idempnem extrahere et conservare sub pena dupli et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. tali pacto etc. et confiteor me esse mA-iorem Annis decem et octo faciens hec omnia conscilio Iohannis gar-datoris ei Guillelmi gardatoris de pAroldi quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper promito Atendere et observare ut supra nisi iusto dei impedimento vel tui licencia remanserit Testes pre-dicti et ArmAnus de ponteiaco Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurentii in qua habitat Guillelmus de feno Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecimA die vicesimo nono mArcii inter nonam et vesperum (N. 892, c. 181). DCCCIV. — 30 marzo — Enrico del qm. Testa Macia da Rivarolo compra da Vassallo de Porcili una quantità di merce per lire tre e mezzo di genovini, che darà fra sei mesi. Testi Marchesio magister antelami de sancto Donato e Stabile magister antelami. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 89;, c. 1S2). DCCCV. — 30 marzo — I fratelli Pietro e Guglielmo da Como tolgono a mutuo dal medico Rollando Capellerio una somma, che portano a Messina. Nos Petrus de cumis lAnerius et Guillelmus eius frater una confitemur nos Accepisse et habuisse a te Rolando capellerio medico videlicet ego Petrus libras decem et dimidiAm iAnue et ego dictus Guillelmus libras quindecim minus soldis sex IAnue Abrenunciantes exceptioni etc. quAs deo propicio debemus portare Apud mesAnam et pro quibus ego dictus Petrus promito et convenio tibi cficto Ro-lAndo Apud mesanAm dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio un-ciAs quinque taurinorum bonorum Ad iustum pondus mesAne mundas et expeditas Ab omnibus dacitis et AvAriis et expensis tantum comunis 344 Anno 1224 IAnue quAm mesAne infra quindecim dies proxime venturos postquam nAvis vel bucius vel lignum in quo illuc ibo hoc Anno cicius ibi Apud mesAnAm fuerit sAna eunte illuc predicta nAve vel bucio vel ligno in quo deo propicio ibo cicius hoc anno vel maiore parte rerum ipsius nAvis vel bucii vel ligni Et ego dictus Guillelmus promito et convenio tibi predicto RolAndo dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio Apud mesanam uncias septem Auri tarinoi um bonorum Ad iustum pondus mesAne mundas et expeditas Ab omnibus dacitis et Avariis et expensis infra dies quindecim etc.....Et ego dictus Ro- landus confiteor me habuisse Ate Petro pecias quinque pAnnorum et Ate Guillelmo predicto pecias septem pro pignore dicte peccunie Testes Obertus ferrarius de clavAnno et Rubaldus Albericus Actum iA-nue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die trigesimo mArcii post completorium (A^. Sc/6, c. 182). DCCCVI. — i aprile — Giovanni capicd Angelli dichiara che deve dare soldi nove di genovini al tintore Bo-naccorso per una quantità di lana, che gli tinse in vermiglio. Testi Zucca, pellicciaio, e Giovanni Aborrato. In Genova, c. s., prima di terza (N. 897, c. 182 v.). DCCCVII. -■· i aprile — Giovanni de Valle e Giovanni Ramperto da Busonengo di Sori cedono ad Oberto da Panesi la terza parte d’un molino chiamato molendimus de rampertis posto in langola, e ricevono in permuta una terra, pesta in Sori ubi dicitur in cunio de vignolci e un alti a in f asseto in villa de rupanego et ubi dicitur carpeva in villa de rupanego confinante colle terre di Oberto de Cornaleto e di Noelo de Fumo. Testi Ismaele Spaziano, Ottone reven-ditorius de sancto Ambrosio e [irete Alberto, custode di S. Lorenzo. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 898, c. 182 v.). DCCCVIII. — 1 aprile — Ugone de Prealegra riceve da Adalasia da Savignone lire sei di genovini in acconto di una somma mutuata, in atti del notaio Nicoloso da Chiavari, Anno 1224 345 e per la quale prestò garanzia Vassallo da Voltri. Testi Giovannino de Nuxilia, Giovanni de Carro e Giovanni de Insula. In Genova, dove abita detta Adalasia, poco dopo compieta (N. 1000, c. 899). DCCCIX. — 1 aprile — Ricordo dell' interprete dell' arcivescovo. ..... [in] presencia testium infrasfcriptorum] dixit per torcimanum suum quod obertus bocanigra duxit coram dominum Archiepiscopum mAimonam Ancillam suam octavo die infrante mArcio proxime preterito primA vice Item secunda vice die primo Aprilis qui dominus Archiepiscopus predictus dixit prima die Aprilis per torcimAnum suum quod non videtur ei de terra egipti sed videtur ei de galbo propter loquelam suAm ideo dimisit éam dicto domino oberto boca-nigro ad serviendum ei sicut debet Testes Iacobus boiachesius et ginata cavAruncus et Ansaldus gatoluxius (N. 1284, c. 2J9). DCCCX-DCCCXI. — 2 aprile — Simone de Faraverio da Recco vende per lire dieci di genovini ad Adalasia vedova di Guglielmo de Molino, un appezzamento di terra in Recco in cultur, confinante colla terra dell’ ospedale di S. Giovanni e colla terra di Federico de Suselia. — Adalasia promette che fra due anni restituirà al prefato Simone la stessa terra, qualora le restituisca le lire dieci. Testi Simone da Recco Delomede de Predono e Giovanni da Lavagna. In Genova, nella casa di Guglielmo de Balneo, dove abita Aiana, prima di terza (N. 1001, 1002, c. i8j). DCCCXII. — 2 aprile —Nicoloso Tornello riceve una somma in accomandita, che porta a Bonifacio. Ego Nicolosus fìlius quondam pascalis tornelli confiteor me Accepisse in Accomendatione Ate Isabella sorore mea libras decem et septem et soldos duodecim iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quAs deo propicio debeo portare in bonifacium causa negociandi et expen- 346 Anno 1224 dere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quAs porto hAbens licenciam mitendi tibi ex his iAnuam Ante me et post me quAm partem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et mitendi et portandi per sardeniAm et corsicam quam partem voluero causa negociAndi et in meo reditu reducere etc. et deducto tibi capitali quartum lucri hAbere debeAm Alioquin penAm dupli etc. pio pena vero etc. Insuper ego Ingo tornelus minor constituo me inde proprium et principalem debitorem et pagatorem tibi predicte Isabelle de omnibus predictis Atendendis et observandis si per dictum Nicolosum non fuerit observatum ut supra et inde omnia mea bona etc. Abrenuncians iuri quo cavetur principalem etc. Testes Ingo tornelus maior et mArasius Actum iAnue in domo in qua hAbitat Aidela matei dicti nicolosi die secundo Aprilis inter terciam et nonam Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecima (A. 1003, c. 183 v.\. DCCCXIII. — 2 aprile — Marasio da S. Stefano dichiara di dover dare lire tre e soldi cinque di genovini ad Ingone Tornello giuniore, che impiegò nell’acquisto di una casa. Testi Ingo Tornello seniore, Nicoloso Tornello e Nicoloso Lavagnino. In Genova, c. s., (IV. 1004, c.iSjv.). DCCCXIV. — 2 aprile — Ricordo di Ogerio Pane. Ego Martinus coperius filius quondam GuAndulfi richi confiteor me Accepisse Ate MAbilia sponsa et uxore libras triginta iAnue nomine tue doctis Abrenuntians exceptioni etc. pro quibus facio tibi donationem nomine tui Antifacti de tanto in meis bonis habitis et habendis quod bene sit valens libras triginta iAnue Ad habendum te nendum et possidendum pro more et consuetudine civitatis iAnue Absque omni mea contradictione meorumque heredum et ommi pio me pro qua dote et Antifacto omnia mea bonA hAbita et habenda tibi pignori obligo tali pacto quod si condictio predicte dotis restituende Advenerit etc. Testes odionus de rapallo et ogerius panis et presbiter stabilis de roboreto Actum iAnue sub domo canonicorum Anno 1224 347 sancti lAurencii in qua hAbitat Guillelmus de feno die secundo A-prilis inter terciAm et nomAm (N. ioof, c. 183 v.). DCCCXV. — 2 aprile — Calvo Respetto costituisce procuratore Guglielmo Arnaldo col mandato di chiedere a Bertolotto Lomellino ristrumento del mutuo, fatto ad Ottolino da Framura ed a Diano da Diano. Testi Marchesio da Pegli e Marino de Bulgaro. In Genova, c. s., (N. 1006, c. 184). DCCCXVI. — 2 aprile — Grimaldo Ferrario rinuncia ad ogni ragione, che gli compete contro Berta, vedova di Giovanni de Solario, per le pietre che dal suo muro portò nella sua terra posta, in solario. Testi Oberto Botino ed Enrico Ferrario. In Genova, c. s., (N. 100η, c. 184). DCCCXVII. — 2 aprile — Vendita di terre in Rapallo. Nos henricus de molino et cossa iugales una confitemur nos Accepisse Ate Viviano subdacassa librAs viginti iAnuinorum Abrenun-ciantes exceptioni etc. pro quibus Vendimus tradimus et cedimus tibi peciAm unAm terre de vineA et Arboribus cum domo una ibi supra-posita que terra est in rapallo ubi dicitur Mollinus Cui terre coheret superius terra brune Inferius terra Guillelmi de Molino Ab uno latere viA Ab Alio terra fratris mei dicti Henrici qui vocatur nAnus Item medietatem Alterius pecie terre posite in molino cui coheret superius terra mArie di figallo inferius terra brune et vAssalli Ab uno latere terra Isabelle uxoris quondam IAcobi mAisensus Ab Alio terra brune et consortum Item medietatem minus octena Alterius pecie terre posite in molino ibi prope posite cui coheret superius terra mArie de figalo inferius terra brune et vassalli Ab uno latere terra predicte Isabelle Ab alio terra vendita predicta Item terciam pArtem pro indiviso cuiusdam pecie terre caneti cui coheret superius terra Rubaldi beaque et consortum inferius terra nAni et consortum Ab uno lAtere terra Guillelmi de molino Ab Alio viA Item medie- 348 Anno 1224 tatem unius pecie oliveti posite in molino in plAnis et consortum inferius terra Guillelmi de molino et consortum Ab uno lAtere terra predicta sive canetum ab alio terra heredum Guillelmi drogi quondam Item medietatem unius pecie posite in molino in plAnis cui choeret superius terra Guillemi et consortum inferius terra Guillelmi predicti et consortum ab uno lAtere terra ecclesie sancte MArgarite Ab Alio terra Guillelmi predicti et consortum Idem medietatem Alterius pecie terre posite in molino cui coheret superius terra Guillelmi de molino et consortum inferius terra nAni et consortum Ab uno latere terra IsAbelle Ab Alio terra predicti Guillelmi et consortum Item sextam partem Alterius pecie terre pro indiviso cum Guillelmo de molino et consortibus cui coheret superius terra predicte Isabelle inferius terra sancti fructuosi et consortum Ab uno latere terra sancte margarite et consortum Ab Alio terra brune et consortum Item sextam partem Alterius pecie terre posite in molino cui coheret superius terra Adalaxie medice inferius teri a sancti fructuosi Ab uno lAtere via et Ab Alio fossatus predictas igitur terras cum omni suo iure comodo et utilitate ingressibus et exitibus suis sicut superius dictum est et determinAtum nichil inde in nobis retento et demum totum illud quod infra predictas coherentias prò nobis invenire poteris tibi vendimus tradimus et cedimus Ad faciendum inde de cetero quidcquid Volueris etc. etc. etc. Testes petrus Iochus et Guirardus barbeta de sancto donAto et presbiter Ansaldus de plecania Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurentii in qua habitat Guillelmus de feno Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecima die secundo Aprilis inter nonam et vespe-rum (N. 1008, c. 184). DCCCXVIII. — 2 aprile — Vivaldo Subdacasa dichiara che deve dare ad Enrico de Molino lire sei, meno soldi tre di genovini, delle quali lire tre sborserà per il Natale, e la rimanenza fra un anno. Testi Guirardo Barleta, prete Ansaldo da Cicagna e Ottolino, suo chierico. In Genova, c. s., (N. 1009, c. 184V.). DCCCXIX. — 2 aprile — Adalasia da Savignone fa testamento. Anno 1224 349 Ego AdAlAsiA de sAvignono contemplacione ultime mee Voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem In primis ludico et ordino prò Anima meA libras quAtuor iAnue et dimidiAm quArum decenum operi sancti lAurencii iudico et residuum Volo quod distri-buAtur prò AnimA meA in funere meo et missis canendis et Aliis pus operibus taliter in distribucione filie mee IAcobe et Iohannis de cario si fuerit iAnue dictus Iohannes tempore mortis mee Volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiAm sancti Andree de porta. Item iudico de predictis libris quAtuor et dimidia soldos duos operi sancti salvAtoris de sabano Item soldos duos sacerdoti eiusdem ecclesie Item soldos quinque operi sancti Agnetis Item consorcio sancti Iohannis soldos decem Item operi sancti thome denarios duodecim Item presbitero Iohanni de testana soldos duos Item consorcio pontis de bisAni sancti fructuosi soldos quinque Item consorcio sancti spiritus de roma soldos tres Item consorcio sancti Antoni de viAnesio soldos quAtuor Item presbitero mAnegoldo sancti Andree soldos quinque Item soldos quinque dAndos in pAnno uno emendo et dando ecclesie sancti sAlvAtoris de savignono Item soldos duos operi ecclesie sancti petri de savignono et residuum distribuatur pro fulnere meo in disposicione IAcobe predicte. predicte filie mee IAcobe lego libras viginti duas iAnue de meis bonis solvendo predictas libras quAtuor et dimidiAm quas superius iudicavi Item iudico pro Anima mea et buronis de testana predicte filie mee IAcobe medietatem illius donAtionis quAm mihi fecit predictus bu-ronus sicut continetur in carta inde facta per mAnum lAfranci notarii et Aliam medietatem filio meo Guillelmo guercio iudico pro anima mea et dicti buroni ita quod sit decenum operis sancti lAurencii quem filium meum Guillelmum instituo et dimito mihi heredem in Aliis bonis meis hAbitis et habendis et si forte predictus filius meus decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei in medietate predicta dictum buronum si vixerit tempore mortis dicti filii mei Ista sunt debita que debeo solvere In primis soldos triginta petro tornatori Item nicole filAtori soldos quindecim Item Imegine de pre-dono tres libras Item soldos quatuor provinciali de porta Item imegine de suselia soldos quindecim de quibus hAbet pignora Item Alde picene soldos quatuor quod omnes volo ut predicti hAbeant de bonis meis et hec est meA Ultima Voluntas que et si non Valet iure testa- ,so Anno 1224 ................................. menti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et ommA te-stamentA que quondam feci casso et vacuo istud vero confirmo et volo firmum et ratum in perpetuum perseverare Testes presbiter bArtholomeus de sancto Andrea et philipus ferrator et bernAldus de fossatello et Iohannes de carro et Iunius tornAtor Actum iAnue in domo in qua hAbitat dieta Adalasia Millesimo ducentesimo Vicesimo quarto Indictione Undecima die secundo Aprilis parum post completorium factum est pro dicta adalasia {N. roio, c. iSj). DCCCXX. — 3 aprile — Ricordo d’una galea, che va a Roma. Eo-o IAcobus de villa franca confiteor me Accepisse mutuo Ate ogerio&de pAssano mAgistro Antelami libras decem iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas tibi vel tuo certo nunc.o dare et solvere promito cum soldis tribus iAnue pro qualibet libra infra dies quin-decim postquam gallea Guillelmi muscule et guidoti jurli lAnuam redierit de viAtico rome quo deo propicio ire debet sAnA eunte et redeunte mAiori parte dicte gallee vel mAiore parte rerum ipsius gallee Alioquin penam dupli tibi stipulanti promito et dampni et dispendii pro pena vero etc. tali pacto etc. Testes bArtholomeus de fontana mArosa et bertolotus magister Antelami Actum iAnue sub domo CAnonicorum sancti lAurencii in qua hAbitat ui e mu feno die tercio Aprilis Ante terciAm cassata est voluntate partium (N. ion, c. i8j). DCCCXXI-DCCCXXII. - 3 apige - Viviano da Varese dichiara che deve dare lire tre e soldi tre e mezzo di genovini a Rollando Astesano, e promette di pagarlo fra cinque anni, ottenendo nello stesso tempo formale promessa di non essere inquietato prima che spiri il termine prefisso. 1 esti Ogerio Pane, Baldovino de Fontana e Rodegerio. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 10/2, 1013, c. ja;v.). DCCCXXIII. - 3 aprile — Giacomina, figlia del fu Amato Archerio, riceve da Baldovino de Fontana soldi venti di Anno 1224 genovini in acconto di lire quattro, che gli doveva. Testi Rollando Astesano e Viviano da Varese. In Genova.....(N. 1013, c. i8jv.). DCCCXXIV. — 3 aprile — I coniugi Giacomina ed Ogerio da Vernazza ricevono da Rainaldo da Zoagli soldi trentatre di genovini per aver prestato garanzia per esso a Paganino, genero di Giacomo de Marini, ed a Purante da Portovenere. lesti Vivaldo de Predono, Gandolfo de Predono, Milo da Fon-tanegli, Ogerio da Pegli e Giovanni de Cario. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno (N. 1016, c. 186). DCCCXXV. — 3 aprile — Lite vertente tra il Vescovo d Albenga e Guglielmo da Loano, affidata dal Pontefice a due legati. M CC XXIIII die tercio Aprilis Nos Abbas sancti Stephani et pfetrus] prepositus sancte mArie de Vineis Iudices delegati A domino papa in causa que Vertitur inter dominum episcopum Albiganensem ex una parte, et Guillelmum de lodano Albinganensis diocesis ex Alia dAmus terminum predicto Guillelmo de presbitero Alberto qui dicitur Archipresbiter sancti Albani procuratori dicti domini episcopi sicut dicebat usque ad octavam pAsce resurectionis proxime ut debeant se representare coram nobis iAnue tunc ad cognoscendum An possessio data A nobis domino episcopo predicto sit legitime data eidem episcopo vel alicui pro eo. ita tamen quod dicto Guillelmo tempus Anni non currat date possessionis et si Aliqua pArcium non fuerit iterum tunc presens coram nobis Aliam partem Audiemus secandum iuris ordinem Testes Ri-cobonus iudex et obertus morelus et presbiter bAldoinus de reco (N. 709, c. 141 v). DCCCXXVI. — 3 aprile-24 maggio — Lite vertente fra il rettore e i parrocchiani di S. Maurizio di Neirone. 352 Anno 1224 Isti sunt illi homines qui se representaverunt coram domino bertotolo In primis Ricius de monte finali Item Iohannes de burso Item IAcobus de regoiAto Item NicolA de carpeneto Item Iohannes pecius Item Iohannes peUeranus non vult stare in causa Item trecesilus de carpeneto non vult stare in causa Item parisius Item VAssAllus de nArono Item Rufinus Item obertinus barberius Item ?ulianus Item cornarius Item cirigarda Item Iohannes de ortexeto vult solvere et inde vult stare in causa die tercio Aprilis Nos MAgister hugo mAgiscola et bertolotus CAnonicus IAnuen-sis dAmus terminum utrique pArti ut sint coram nobis iAnue in clAu-stro sancti lAurencii in octava pasche resurectionis proxime die tercio madii Confitentur infrascripti homines quod debent dAre et consueverunt dAre AnnuAtim ministro ecclesie sancti mAuricii de nAurono parochiani ipsius ecclesie medium quartinum frumenti Parochiani predicti sunt isti In primis Iohannes pecius et Ioannes pelleranus et Ricius de monte finali et RolAndinus bursus et Guillelmus guionus et Vassallus de calvino Item trecesilus et Albericus et Iohannes grassus et Vivaldus martini . . Item confitentur predicti parochiani quod erunt tres Anni in e- sto sancti Andree proxime venturo quod dictus presbiter Ansaldus cepit ministrare dictam ecclesiam et quod servivit ibi per septem menses tantum et non plus Item confitentur quod dacita illa consue-vit dari Ad festum vel circa festum sancti mAuricn vel stare in e in voluntate presbiteri ipsius ecclesie Nos infrascripti parochiAni iuramus tactis sacro sanctis evangeli stare et obedire ordinacionibus et preceptis domini mAgistri hugonis mAgiscole et bertoloti sacriste iAnuensis iudicum delegatorum domini pape super litibus et controversiis que vertuntur inter nos ex una parte et presbiterum Ansaldum ministrum dicte ecclesie de nairono ex Alia super reditibus ecclesie predicte ipsi prestando AnnuAtim et securitate persone dicti presbiteri Ansaldi In primis Iohannes pelleranus iuravit Item Vassallus de calvino Anno 1224 353 1 uravit Item Guillelmus guiionus iuravit Item Ricius Item RolAndus bli[r]sus Item Iohannes pecius Item trecesilus iuravit presbiter Ansaldus minister ecclesie sancti mAuricii de narono nomine dicte ecclesie Agit contra ricius (s/c) de montefinali et petit abeo nomine dicte ecclesie Minas VII castAnearum sicarum, que castanee fuerunt de posesionibus ecclesie, hoc ideo quia dictus ricius habuit in custodia sua vel aliius pro eo iam dictas castaneas que ad dictam ecclesiam pertinent. Quare agit et petit ut supra omni iure. et ponit in libras. III. salvo plure. § preceptum dictorum delegatorum tale est Nos magister hugo et bertolotus predicti Iudices delegati preci-pimus vobis predictis iuratis Iohanni et Guillelmo guiiono et vassallo Ricio Rolando et Iohanni pecio ut solvAtis predicto presbitero Ansaldo pro preterito tempore medium quartinum frumenti usque ad Kalendas Augusti proxime venturas et quod non ledatis ipsum pre-sbiterum in persona nec faciatis ipsum offendi et si sciveritis Aliquem volentem ipsum offendere prohibeAtis pro posse vestro sAlvis Aliis pieceptis que facere vobis voluerimus Item quod debeAtis Annua-tim solvere ipsi presbitero ed ministro ipsius ecclesie qui pro tempore fuerit medium quArtinuro frumenti in festo sancti mAuricii in futuro Item precepit dominus bertolotus precepit (sic) trecesilo sicut superius scriptum est Item precepit mAgister hugo pro se et bertoloto colega suo Alberico et Iohanni grasso et Vivaldo mArtini Testes Iohannes de reco et Guillelminus de nAurono die 1111 mAdii post vesperum die XXIIII mAdii Albertus fira lana iurAvit et preceptum est ut supra IAcobus tregueiatus iuravit et ei preceptum est ei ut supra Item pellAtus iuravit ut supra et preceptum est ei ut supra Item bernardus de prato Item obertinus eius nepos Item Albertinus de ecclesia omnes isti iuraverunt Atendere ut supra Item obertus de Rolando iuravit et preceptum est ei ut supra Item vivaldinus iuravit et preceptum est ei ut supra Item Nicola filius quondam bombelli iuravit et preceptum est ei Item Iohannes de burso iuravit et preceptum est ei Item Rufi-Ferretto 23 Anno 1224 354 nus filuislAosi iuravit et preceptum est ei ut supra (N. 706, c. ijj v., ijó). DCCCXXVII. — 4 aprile — Simone da Livellato loca 10-pera sua con un ferraio. Ego symon de livellato filius orie promito et convenio tib. hu-goni grasso ferrario stare et perseverare tecum usque Ad Anno» novem completos proxime Venturos causa lAborandi tuam Artem Ad tuam utilitatem videlicet ferrariam et tibi serviend. in domo et extra in iAnua et extra iAnuam ubi tibi fuerit necesse et conveniens mn. per mAre et terram promitens tibi custodire et salvai e res tu s ona fide et sine fraude et omnes illas quas in mea potestate possuens vel alius pro te et non infraudari de eis ultra denarios duodecim per annum et non Accipere uxorem sine tua licencia usque ad dictum terminum et si forte exiero de domo tua vel de tuo servino infra >· ctum terminum promitto tibi redire usque Ad dies quatuor postquam exiero Ad faciendum tuum servicium sicut Antea Alioquin si de pre-dictis in Aliquo fuerit contrafactum et quociens fuerit contrafactum rato mAnente pacto penam librarum quinque iAnue tibi stipular . promito pro pena vero etc. et confiteor me esse mAiorem Annis decem et septem faciens hec omnia conscilio Guillelmi cacaiu ee e n saldi de vedereto Insuper iuro Atendere et observare ut supra bona 1 e et sine fraude nisi iusto dei impedimento remanserit vel tua licencia vel oblivione Insuper ego IAcobus de livelAto promito et con tibi dicto hugoni quod faciam ita et curabo quod dictus symonetus Atendet et observabit in omnibus et per omnia ut supra et contrafaciet sub pena librarum quinque iAnue rato mAnente pac 0 stipulanti tibi promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri quo cavetur principalem etc. Et ego dictus hugo grassus promito et convenio tibi dicto symoneto doce[re] te de Arte mea bona fide et sine fraude usque Ad dictum terminum et dare tibi vinctum (sic) et Vestitum convenienter usque Ad dictum terminum et non facere tibi Aliquam suprapositam quam non possis suffere et dare tibi in fine dicti termini MArtelum unum et MAciam et par unum tenacium Alioquin si contra in Aliquo de predictis fecero penAm librArum quin- Anno 1224 355 que iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. et custodire te sAnum et infirmum Testes predicti consci-hatores et Iohannes botinus et Ramundus de sauro callegarius Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua hAbitat Guillelmus de feno die quarto aprilis Ante terciam et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (/V. /0/7, c. 186). DCCCXXVIII. -- 4 aprile — Fulcone de subtusripam promette che non inquieterà Bonadonna del qm. Giordano da S01 i per le doti che la fu Anna, madre di detta Bonadonna, possedeva in una terra situata a Sori ad cappellani sancti bartholomei. Ί esti Guglielmo, calderaio, e Guglielmo, medico in Chiavica. In Genova c. s., fra terza e nona (N. 1019, c. 186 ».). DCCCXXIX, — 4 aprile — I coniugi Verde e Cepula de Scandolaiio ricevono a mutuo da Giovanni Calderario soldi venticinque di genovini, che restituiranno per Natale, facendo garanzia Guglielmo Jollator de isacurte. Ί esti Guglielmo de heno, maestro Lazaro de lacoro e Grimaldo Ferrario. In Genova c. s., (N. 1019, c. 187). DCCCXXX. 4 aprile — Acquisto di mezza mezzarola d’olio. Nos GrimAldus ferrarius et bonAventura iugales una confitemur nos Accepisse Ate Guillelmo magagio tantum de tuis rebus Abrenun-ciantes exceptioni etc. pro quibus promitimus et convenimus tibi dare et tradei e tibi vel tuo certo nuncio mediAm mecaroliam olei boni et puleri conductam iAnue Ad nostras expensas usque ad Medium IAnuArium proxime venturum Alioquin penam dupli et dampni et dispendii etc. pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abre-nunciantes legi dicenti si duo vel plures etc. Et ego dicta bonaven-tura specialiter Abrenuncio iuri ypothece et senatui consulto velleiano faciens hec omnia presente et iubente viro meo predicto et conscilio guidonis de parma et sygebaldi de Rundanina quos hic voco vicinos 356 Anno 1224 et propincos meos Testes predicti consciliatores Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Gin le mus e feno die quarto Aprilis inter terciam et nonam (A. 1020, c. n 7 . DCCCXXXI- - 4 aprile - Aldana vende a suo ma rito una casa. Ego Aldana do cedo et trado tibi IAcobo de cevA Viro meo precio librarum viginti quinque iAnue domum meam posiMn, nue in contrata de figali cui coheret AnteA carubium et retto trexenda Ab imo latere domus Iohannis boni et Ab alio domus Roseti cacane Ad faciendum inde de cetero quicquid volueris tuique ere esi e: cu: dederis iure proprietatis et titulo dationis dictione meorumque heredum et omnium pro me in me usufructu predicte domus in vita mea onec vi meum decessum volo qnod sit in te predica domus ^ h bus omni iure QuAm domum tibi semper legitime, defen,dereA-ctoricare Ab omni persona et non impedire nec su ra er ^ ^ dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens fuen rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero . nuncians iuri ypothece e. omni iuri possessionem inde tib. trad, confiteor faciens hec omnia conscilio Rodegerii et errarli quos hic voco vicinos e. propincos meos et hec omma facto t b, tu debes Alimenta prestare filiis meis sicut infernis scnp um predictis libris viginti quinque et Ego dictus IAcobus versa vice p mito et convenio tibi predice Aldane tenere filios tuos henriguetum et Rogerinum et dulcetam usque ad Annos quinque pioxime turos et eis convenienter victum et vestitum usque Ad dictum te-minum sAnis et infirmis quod Absit si fuerint infirmat, et non facer eis Aliquam suprapositam quam non possent sufferre Alioquin si predictis in aliquo contrafecero penam librarum Vigintiquinque 1 nu rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. et nec omnia facio tibi pro dicta dacione et possessione et cessione sive pro dicta domo quam mihi dedisti ut supra dictum est Testes pre consciliatores et Iohannes fornArius de sancto Ambrosio et IAnta-rAme gardator et oliverius de clavica die quArto Aprilis inter nonam Anno 1224 357 et vesperum sub domo canonicorum sancti laurencii et inde fìunt duo instrumenta eiusdem tenoris facta est pro dicto IAcobo facta est denuo prò dicto IAcobo precepto domini Guillelmi filii Agadi consulis iAnue civitatis ab ipso IAcobo prestito iuramento in ordinAmento dicti consulis 1 estes pAganus de cucurno et bonus vasAllus de sAu-10 iudices et bonus vasAllus de oriolio die sexto Aprilis Ante ter-ciAm in palacio domini Archiepiscopi (N. 1021, c. /S7). DCCCXXXII — 4 aprile — Alcuni Bergamaschi tolgono una casa in locazione. Nos petrus de pergamo et Guisla iugales una promitimus ét convenimus tibi oberto rampegollo de pergamo tenere illAm domum et terram quAs Accepimus insimul Ab ορΐςοηε filio quondam Guillelmi de castro ego dictus petrus tecum predicto oberto nomine locationis sicut continetur in carta inde facta per mAnum Anseimi de castro notarii et hoc facere tibi promitimus A festo proxime preterito omnium sanctorum usque Ad Annos quAtuor proxime venturos et dare et solvere predicto ορΐςοηί vel eius certo nuncio AnnuAtim usque ad dictum terminum Ad festum omnium sanctorum libras tres et soldos quindecim denariorum iAnue supra totum nomine pensionis dicte terre et domus et predictam domum et terram non deteriorare et te servare indempnem A dicto ορΐςοηε de eo quod sibi promisimus sicut in quodam instrumento continetur Alioquin penam dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens fuerit contrafactum rato mA-nente pacto tibi stipulAnti promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. Et ego dicta Guisla specialiter Abrenuncio iuri ypothe-carum et senatui consulto velleiano faciens hec omnia presente et iubente viro meo predicto et conscilio petri de vigo molinarii quos hic Voco vicinos et propincos meos Et ego dictus obertus promito vobis predictis iugalibus predictam domum et terram non impedire usque Ad terminum predictum sed eas vobis pacifice dimitere et sine molestia sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum rAto mA-nente pacto pro pena vero etc. Testes predicti consciiiatores et bel-lengerius gardator Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAu- 35^ Anno 1224 rencii in qua hAbitat Guillelmus de feno die quarto Aprilis in hora complectorii factum est prò dicto oberto (N. 1022, c. 187 v.) ΠΓΓΓΥΥΧΙΙΙ _5 aprile — Giovanni de Castaiola co- stitu^ce procuratore Martino de Antegio. Testi Rodegerio e Ugolino. „ 0 . In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 1023,0.187 v.). DCCCXXXIV — 6 aprile — Sibilla Bursera si obbliga di sborsare due bisanti di Siria a Fioria da Varazze, madre di Oberto Bianco, quando detto Oberto tornerà m Genova. Testi Oberto da Piacenza, Giovanni Casale de or corno Lugaro. , In Genova, nella casa dove abita detto Oberto, prima di terza (N. 1024, c. /88). DCCCXXXV. — 6 aprile — Giovanni da Pavia riceve dalla sposa Aimelina lire quindici di genovini, e le costituisce Γantifato in lire quindici. . In Genova, dove abita Gulielmo de Feno, prima (N. 1023, c. 188). DCCCXXXVI-DCCCXXXVII. - 6 aprile - Guglielmo Bo-Spinola riceve e consegna alcune somme a mutuo. Son ricordate le rappresaglie contro gli uomini di Verona. Ego Guillelmus bos spinula confiteor me Accepisse mutuo Ate IAcobo filio domini bonifacii de Volta libras quadraginta quAtuor iAnue Abrenuncians exceptioni etc. unde sive pro quibus promito et convenio tibi dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio bisAnt.os tres minus quArta sArracinalium de suria bonos et obtimos mundos et expeditos Ab omnibus dacitis et Avariis et expensis comunis lA-nue pro qualibet libra et de iActu mAris Apud ultra mare ubi poi-tum fecerit nAvis qua iveris vel quam eligeris infra mensem postquam navis predicta ibi fuerit sAno eunte illuc pignore quod tibi in tua potestate posuero Apud ultramare vel ubi portum fecerit causa Anno [224 359 exonerandi et si forte non moverit.AliquA nAvis de porta iAnue causa eundi ultramare in isto septembre vel octubre proxime Venturis promito tibi dare vel tuo certo nuncio Apud septam vel ubi portum fecerit nAvis quam eligeris vel iveris causa exonerandi bisafn]-cios quAtuor et unum miliArensem bonos et obtimos et iusti ponderis mundos et expeditos A comuni iAnue et dugana septe et omnibus aliis expensis et Avariis pro qualibet libra sAno eunte illuc pignore quod tibi dedero pro predicta peccunia vel mAìore parte dicti pignoris Insuper promito tibi dare bonum et obtimum pignus usque ad Kalendas septembris prò dieta peccunia in tua voluntate vel tui certi nuncii Alioquin si de predictis in aliquo contrafecero vel fuerit contrafactum penam dupli tibi stipulanti promito rato mAnente pacto prò pena vero etc. Testes porcus de porcis et Conraldus de sancto m Atheo et ogerius supa Actum iAnue sub porticu domini oberti Aurie die sexto Aprilis inter nonAm et vesperum Ego porcus de porcis confiteor me Accepisse mutuo Ate domino Guillelmo bove spinulla libras quAdraginta quAtuor iAnue Abrenuncians exceptioni non solute et non Accepte peccunie. Unde sive prò quibus promito et convenio tibi dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum certum nuncium Apud Ultramare vel ubi portum fecerit nAvis causa exonerandi quA iverit IAcobus filius bo-nifacii de volta vel quam eligerit idem IAcobus vel eius heres bisancios sarracinales de siria tres minus quarta mundos et expeditos Ab omi-bus dacitis et Avariis Atque consulatu IAnue et dugana pro qualibet libra infra mensem postquam Aplicuerit ibi dieta nAvis sAno eunte ibi pignore vel mAiore parte pignoris quod tibi dabo causa portandi ibidem vel mandandi quod pignus dare promito tibi in tua Voluntate vel tui certi nuncii Aut tui heredis pro ipsis bisanciis usque Ad Kalendas septembris proxime Venturas et si contingerit quod Aliqua nAvis de portu iAnue non moverit causa eundi ultramare in septembre vel octubre proxime venturis promito tibi dare vel tuo certo nuncio pro qualibet libra bisancios quAtuor miliarenses et unum miliArensem infra mensem unum postquam ibi Applicuerit nAvis in qua dictus IAcobus septam iverit de iAnua vel elegerit causa ibi eundi bonos et iusti ponderis mundos et expeditos Ab omni daeita AvA-riis dugana et consulatu iAnue sAno eunte ibi pignore vel maiore ,5o Anno 1224 .......................................... parte pignoris quod tibi dabo vel tuo misso pro dictis bisancns causa portandi vel mitendi ibi quod pignus tibi dare vel tuo misso promito vel tuo certo misso in tua Voluntate usque Ad Kalendas sePte™bns proxime Venturas quod pignus bona fide et sine fraude Vendi debet in dictis locis et inde de dictis bisanciis tibi satisfieri et si minus dictis debitis Vendideretur ipsum pignus tibi dare promito quolibet bisAncio de ultrAmAre soldos decem iAnue et de quo 1 et bisancio septe si ibi portatum fuerit soldos sex iAnue mun os omni AvAria et consulatu et si plus Venderetur dictis debitis super-fruum mihi debebis restituere et si contrafecero in Aliquo de predictis promito tibi dare penam dupli de quanto contrafecero et quociens contrafecero cedendo tibi omnia iura-et Acciones que et quas habeo vel habere possem in hominibus et rebus verone occasione lAudis scripte per mAnum boni vAssalli callige pAllii quam lAudem t.bi confiteor tradidisse ita quod ipsis rAcionibus et lAude uti possis et exercere in hominibus et rebus verone sicut possem si contrafacerem in Aliquo de dictis vel tibi non satisfacerem de libris centum quas tibi debeo occasione Accomendacionis facte filio meo lAfianchino quas tibi solvere debeo usque ad Kalendas lumi proxime venturas vel per terminum mihi datum quod ius promito tibi sine tua vo untate Alteri non vendere nec Alienare nec remitere sub pena predictorum. sed possis si non observavero ut supra ipsas raciones et lAudem Alienare et remitere in tua vòluntate obligAns tibi pignori pio predictis omnibus Atendendis et observandis omnia mea bona habita et habenda tali pacto quod pena commissa liceat t.bi tua Auctoritate etc. iurans insuper Atendere et observAre ut supra per singula msi tua licencia remanserit Testes Ricobonus iudex et Conraldus Rapa -linus et Ingo de spinulis et lAfranchinus spinula Actum iAnue in domo dicti Ricoboni die sexto Aprilis inter nonam et vesperum facta est denuo Iussu domini henrici de bonovicino Testes Guillemus porcus et lAntermus gArdator M CC XXX die XXX mArcii inter ternam et nonam (N. 1026, 102J, c. 188, 188v.). DCCCXXXVIII-DCCCXXXIX. - 7 aprile - Ingo Tornello, giuniore, riceve da Adalasia moglie di Bancamo da S. Lorenzo lire cinquanta e da Barbara, moglie di Ottobono Anno 1224 Tornello, lire venti di genovini in accomandita, che porta in Bonifacio. Testi Ingo Tornello, seniore, e Guglielmo Gallo. In Genova, sotto il portico di Ingone Tornello, giuniore, tra nona e vespro (N. 1028, 1029, c., 189). DCCCXL. — fra il 3 e 7 aprile — I giudici delegati del Pontefice scrivono al vescovo di Bobbio. Venerabili in Xpisto patri episcopo bobiensi MAgistri Iohannes Archidiaconus et hugo mAgiscola IAnuenses et R. Archipresbiter de lAngasco domini pape delegati salutem et sinceram in domino caritatem. Noverit prudencia vestra quod Rufinetus procurator vester lAnue in presencia nostra constitutus ex parte vestra protestatus est Albertum Archipresbiterum sancti Albani excommunicationis vinculo innodatum esse quare rescriptum Apostolicum per ipsum Ad nos obtentum contra vos et conversum quemdam nullum esse dicebat, quod quidem professus est se posse et velle probare per instrumenta publica et literas vestras et etiam quorundam prelatorum. Nos vero volentes via regia procedere dictam exceptionem Admissimus dAntes eidem procuratori vestro terminum peremptorium usque Ad mediam quadragesimam Ad predictam exceptionem probandam ipse tamem procurator A presentia nostra Absedens propterea non comparuit nobis et nostre iurisdictioni illudendo quia vero dicto Alberto in sua iusticia deesse non possumus nec debemus de vobis multiplicitei que-relAnti ob reverendam episcopalem vobis peremptorium terminum damus in octavis pasche resurrectionis ut illa die iAnuam Ad presen-tiam nostram per vos vel responsalem sufficientem veniAtis Alioquin ex tunc in iudicio sicut de iure poterimus procedemus (N. 709 a, c. 141 v.). DCCCXLI. — 7 aprile - Il giudice delegato del Pontefice assegna il termine in una lite. die VII Aprilis R. prepositus iAnue iudex delegatus A domino papa in causa que vertitur inter Archipresbiterum de bergulio ex una pArte cum suo capitulo, et Anfusium cAnonicum Alexandrie ex 362 Anno 1224 alia dat terminum peremptorium dicto Archipresbitero et eius capitulo de consensu dicti Anfusii qui decebat se esse nuncius dicti Ar-chipresbiteri. ut dictus Archipresbiter et capitulum veniAt corAm se iAnue per se vel sufficientem responsalem usque ad Kalendas madii proxime Responsuri predicto Anfusio sicut racio et ius postulabunt percipiendo eidem Archipresbitero et capitulo ut sicut supra-dictum est debeant observari (./V. 709 b, c. 141 v.). DCCCXLII. — 8 aprile — Gandolfo de Corsio per soldi trentaquattro di genovini cede ad Oberto da Ponzone un credito di soldi quaranta, che gli deve Gualandrio tornitore, come in atti del not. Alberto da S. Michele. 1 esti Settembre, tintore, Ogerio da Lavagna e Rodegerio. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. lojo, c. 189). DCCCXLIII. — 8 aprile — Ricordo di Ogerio Pane. Ego obertus de begali filius quondam benenca de podio confiteor me Accepisse Ate Vassallo de porcili culcitram unam et consinum tuos Abrenuncians exceptioni etc. unde promito et convenio tibi dare tibi vel tuo certo nuncio soldos quinquagintA IAnue per hos terminos videlicet medietatem Ad festum sancti Michaelis proxime et Aliam medietatem usque ad festum natalis domini proxime etc. Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes ogerius pAnis et otto de begali et presbiter Albertus de sancto Albano Actum IAnue sub domo canonicorum sancti lAurentii in qua habitat Guillelmus de feno die octavo Aprilis Ante terciam (N. 10ji, c. i8yv.). DCCCXLIV. — 9 aprile — I delegati del Pontefice scrivono all’arcivescovo e al capitolo di Genova. Venerabili patri et domino. O. [toni] dei gracia IAnuensi Archiepiscopo necnon et Viris discretis capitulo IAnuensi A. [Ibertus]. Al-biganensis et A. [Ibertus] sAonensis episcopi, et O. Abbas de tilieto Anno 1224 363 summi pontificis delegati Reverenciam in domino cum Salute licet super causa ArchidiAconatus que vertitur inter vos Ad instanciam pArcium cuniundici nostro Abbati commiserimus vices nostras ut parceretur lAboribus et expensis quatinus ipse solus in ea procedere non vult nisi Ad instanciam parcium et vos domine Archiepiscope sicut relatione capituli didicimus Ad hoc non potestis induci presentibus literis Apostolica Auctoritate mAndamus utrique parti quAtinus A die sAbAti post festum sancti marcii coram nobis sAone per vos vel responsales ydoneos esse debeatis in causa dicta secundum iuris ordinem processuri Rubaldus prepositus iAnue in presentia testium infrascriptorum representavit literas suprascriptas domino Archiepiscopo IAnue ex parte delegatorum predictorum Testes Rainaldus et bertolotus et presbiter Iohannes CAnonici IAnuenses et Guillelmus massarius domini Archiepiscopi Actum iAnue in pontili novo domini Archiepiscopi die nono Aprilis inter terciAm et nonAm (N. 1032, c. 189 v.). DCCCXLV. - 10 aprile — Rubaldo dei qm. Pugneto da S. Savina toglie, a mutuo da Rodegerio soldi tredici e mezzo di genovini, che restituirà per Natale, lesti Fulco gardator e Bramacarne. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. iojj, c. 189 v.). DCCCXLVI-DCCCXLVII. - 10 aprile - Guglielmo, figlio della fu Irmelina da Matarana, abitante nel luogo detto ad doler am, Lombardo Ferrario e Baldoino del qm. Toesco ricevono a mutuo da Vassallo de Porcili lire cinque e soldi sette di genovini, che restituiranno prima dell ottava di Natale. Testi Sigenbaldo da Rondanina^rrtWflr, Ardizone Ferrario, Mercatore da Moneglia e Oliverio, figlio del qm. Piguo. In Genova, c. s., nell'ora di compieta (N. 1034,1033, c. 190). DCCCXLVIII. - 19 aprile — Viale, barilario a S. Ambrogio, accorda il suo figliuolo con un drappiere. 364 Anno 1224 Ego viAlis barilArius de sancto Ambrosio loco et concedo tibi m Ari no de ricio filium meum RolAndinum usque Ad Annos quinque proxime venturos Ad tuum officium exercendum videlicet officium draparie promitens tibi quod faciAm ita et curabo quod salvabit et custodiet res tuas bona fide et sine fraude quas in sua posueris potestate et si forte fugeret vel absentaverit de tuo officio promito tibi quod faciam ita et curabo quod redierit infra tercium diem postquam scivero preter in mense octubris in quo liceat ipsi et mihi stare in meo servicio Ad colligendum castaneas donec fuerint collecte et poterit collegisse castaneas meas quAs hAbeo sive hAbitu-rus sum in loco ubi dicitur trapanA Alioquin si de predictis in Aliquo fuerit contrafactum rato mAnente pacto penam librarum decem iAnue tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Et ego dictus mArinus versa vice promito tibi dicto Viali dare predicto RolAn-dino vel tibi soldos viginti Annuatim usque ad dictum terminum et non facere ei Aliquam suprapositam quam non possit sufferre Alioquin penam librarum decem iAnue tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. Testes stabilis magister Antelani et obertus de vigo et IAcobus clericus de sarcano Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua hAbitat Guillelmus de feno Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecimA die decimo nono Aprilis Ante terciAm (N. 1336, c. 190). DCCCXLIX.— 19 aprile — Il penitenziere del Pontefice scrive all’abate di S. Stefano. In presentiA testium infrascriptorum Symon canonicus iAnue presentavit literas RAmundo Abbati sancti stephAni quArum tenor talis est sigillatas et clAusas Viro Venerabili.. Abbati santi stephAni IAnue. frater IAcobus domini pape penitenciArius et CApellanus Salutem in domino. Constitutus Apud sedem Appostolicam symon canonicus IAnue licet non hAberet conscientiAm remordentem quod iniciendo mAnus in Aliquem clericum canonice incurrerit sentencie promulgate Attendens tamen quod bonorum mentium est ibi culpAs Agnoscere ubi culpa non est. Absolvi A nobis petiit Ad cautelAm. Nos igitur precibus eius benignum prebentes Assensum, impendi- Anno 1224 365 mus ei Absolutionis beneficium postulAtum. Sigilli vero suprascri-ptio talis erat. Sigillum fratris lAcobi domini pape penitenciArii et hAbebat ymaginem Agni cum cruce Testes lAcobus clericus de sabano et obertus morelus Actum Apud sanctum stephAnum in domo nova die decimo nono Aprilis Ante terciam (N. 1037, c 190 v.). DCCCL. — 21 aprile - Son ricordati i consoli di S. Tommaso. Ego Obertus mAscardus de sancto thoma confiteor me Accepisse et integre habuisse Ate IAcobo de sancto lagaro duos rotulos candelarum et tres cAnnas pAnni tincti et barile unAm cum rebus interpositis et demum totum illud quod pro me habuisti et meo nomine A consulibus sancti thome quondam proxime preteritos Abrenuncians exceptioni etc. promitens tibi nullam inde facere vel movere litem vel controversiam Aliquam contra te vel Aliquam pro me personam per me vel Aliquam pro me personam (sic) sed inde te indempnem extrahere et conservare sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens rato mAnentè pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes otto et september et Guillelmus consules sancti thome Actum in burgo sancti thome sub porticu ottonis rubei die vicesimo primo Aprilis inter terciam et nonam (N. 103η, c. 190v.). DCCCLI. — 21 aprile — Berta del qm. Buttafava de Gropulo dà al Marito Guglielmo Barletta lire \enti di dote, assicurata sulle terre, che possiede in gropulo et in crusula. Testi Giovanni da S. Michele, Michele d’Alba, Manfredo da Gavi e Marchesio da S. Michele. In Genova, nell’ ospedale di S. Giovanni, tra nona e vespro (N. 1039, c. 191). DCCCL1I. - 21 aprile - Guglielmo Magallio tesse l’inventario dei beni del defunto suo zio. Ut tenorem constitucionis sAcratissimi principis IustiniAni observem et eius beneficio hereditatis gravAmina Valeam evitare 366 Anno 1224 Ideo ego Guillelmus magalius volens Adire hereditatem bonorum quondam de porti capitolli patrui mei et fratris quond am pAtris mei preposito venerabili signo crucis et propria mAnu impresso co(n) vocatis testibus loco Absentium creditorum si sunt infrascriptis et duobus tabellionibus infrascriptis inventarium seu repertorium rerum quAs in eius hereditate inveni facere incipio In primis inveni in eius hereditate locum unum et terram cum domo ibi supraposita quAm ipse hAbebat in rapallo in hora sancti Ambrosii Cui coheret superius terra sancti Ambrosii de rapallo inferius terra nicolosi de mercato Ab uno lAtere terra Vivaldi de murtedo Ab alia via publica Item inveni mediatatem pro indiviso unius pecie terra ubi dicitur morinelus Item Aliam peciam in segaroio... f Notarii sunt isti Nicolosus de clAvAro et bonus vassallus de casino Testes guirardus de pApia iudex et NicolA reversus et lAfrancus bramacarne et Iohannes grassus de marasio et Iohannes de corsio Actum iAnue in domo in quA hAbitat dictus Guirardus iudex die Vicesimo primo Aprilis inter nonAm et Vesperum inceptum est hoc inventarium (N. 1042, c. /9/ v.). DCCCLIII. — 21 aprile — Oddone Grillo, ferraio, compra dal notaio Nicoloso Ferrario una quantità di ferro per soldi trenta di genovini. Testi Guglielmo, cassaio, Enrico e Vivaldo ferrai. In Genova, nella casa di detto Nicoloso, nell’ora di vespro (TV. 1040, c. 191). DCCCLIV. — 21 aprile — Raimondo, catalano, promette di dare soldi dodici ad un medico, qualora lo curi del male, che ha. Ego RAdmundus catAlanus promito et convenio tibi IAcobo medico dAre et solvere tibi soldos duodecim IAnue usque Ad festum sancti michaelis proxime Venturum si contigerit quod tunc fuero liberatus de illa infirmitate de quA me debes medicare et curare et si forte contigerit quod non sim tunc liberatus promito tibi dare eos soldos duodecim quando fuero liberatus et si non po- Anno 1224 367 tero liberari ultra debeas mihi redere soldos tredecim Ianue quas tibi dedi pro medicatura Item promito tibi tenere et operari medicinas quas mihi dederis et indicaveris sicut melius potero Alioquin penam dupli tibi stipulanti promito pro pena vero etc. ita tamen quod debeas facere medicinas tuis expensis Testes Iohannes de rapallo clericus et Iohannes de noatale et Guirardus catalAnus die vicesimo primo Aprilis in hora vesperi sub domo canonicorum sancti laurentii in qua habitat Guillelmus de feno (N. 1042, c. 192). DCCCLV. — 21 aprile — Giovanni Bruxabosco fa testamento. Vuol essere sepolto presso la chiesa di S. Salvatore ed istituisce eredi i figliuoli Valentino, Rubaldino e Obertino. Testi Alberto da Lavagna, Stabile da Statale, Guglielmo da Tortona, Rubaldo da Bargone, Ugone Garaventa e prete Tealdo. In Genova, dove abita detto Giovanni, di sera (N· 1044, c. 192). DCCCLVI. — 22 aprile — Guglielmo de Rainerio riceve in accomandita da Adalasia, moglie di Ingone Tornello, giuniore, verubios quatuov fustaneoruwi alborum, che porta a Bonifacio, sulla nave di Bonvassallo Nepetella. Testi Ogerio Testa, Marchesio Dalmacio e Oberto Ferrario. In Genova, sotto la casa di detta Adalasia, prima di terza (N. 1041, c. 191). DCCCLVII. — 22 aprile — Barello de Costa accorda il suo figliuolo con un chiavaio. Ego Barelus de costa de Abbacia de mecano loco et concedo tibi Iohanni clAvonerio filium meum Albertinum usque Ad Annos novem completos proxime venturos CAusa lAborandi de Arte tua ad tu am utilitatem et tibi serviendi in domo et extra ubi volueris et etiam ire prò Aqua si iusseris ei promitens tibi quod faciAm ita et curabo quod ipse salvabit et custodiet res tuas eteas quAs in sua potestate posueris bona fide et sine fraude et quod non infraudabit 368 Anno 1224 tibi ex eis ultra denarios duodecim per Annum et si forte fugeret vel Absentaverit de tuo servicio promito tibi me facturum et curaturum ita quod redierit infra quartum diem postquam scivero et quod faciam ita quod non Accipiet uxorem usque ad dictum tei minum sine tua licencia Alioquin si de predictis in aliquo fuerit contrafactum et quociens fuerit contrafactum penam dupli decem librarum ianue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Insuper ego dictus Albertinus iuro corporaliter Atendere et observare ut supra nisi tua licencia vel oblivione seu iusto dei impedimento remanserit Et ego dictus Iohannes versa vice promito et convenio tibi dicto Albertino te docere de Arte mea bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum et dare tibi victum et vestitum convenienter sano et infirmo quod Absit si fueris infirmatus et non facere tibi Aliquam suprapositam quam non possis sufiei re Alioquin si contrafecero in Aliquo penam librarum decem iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes mi-chael de porta sancti Andree et Iohannes mAcelAtor et Stabilis murator et pascal capsiArius Actum iAnue sub domo Canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die vicesimo secundo Aprilis in hora vesperi factum est pro dicto Iohanne (N. 1043, c.192). DCCCLVIII. - 23 aprile — I coniugi Giacomina e Si-mone da Recco tolgono a mutuo da Enrico de Molino da Rapallo soldi cinquanta di genovini, che restituiranno fra un una nno. Testi Oberto de davano e Filippo da Sestri Levante. In Genova, c. s., tra nona e vespro {N. 1046, c, 192 v.). DCCCLIX. — 23 aprile — Ricasina, figlia del fu Oberto da Monte, toglie a mutuo dal fratei suo Giovanni lire sette di genovini, che restituirà prima dell ottava di Natale, dando a pegno una casa, posta in Genova super terra sancti donati cui coheret antea carubium retro trexenda ab uno latere domus martini gocularii ab alio domus virdilie de reco. Testi Guglielmo Calderario e Nicolò Ferrario. In Genova, c. s-, tra nona e vespro (N, 1074, c. 192 v.). Anno 1224 369 DCCCLX - DCCCLXI. — 23 aprile — Enrico No· scenzia e sua madre Mabilia dichiarano che Zaccaria de Castro prestò per essi garanzia agli otto nobili del Comune. Ego henricus nuxentia confiteor quod vos domine 9acarie de castello meo precepto et precibus debetis obligare octo nobilibus comunis ianue libras ducentas iAnue pro me quas habetis in comuni iAnue nomine potestacie de bisane pro filio vestro Item confiteor quod vos domine lafrance rubee de volta meo mandato et precibus debetis obligare pro me et meo nomine mandato et precibus predi-ctis nobilibus nomine comunis ianue libras centum triginta quinque iAnue videlicet in pignore et triginta quinque in denariis. Nos henricus nuxencia et MAbilia Mater eius una confitemur quod vos domine 9acarie de castello nostro mandato et precibus pro me dicto henrico debetis obligare octo nobilibus comunis iAnue nomine comunis iAnue locum unum quem hAbetis in collecta de uno denario per terram et de duobus per mAre et que collecta colligitur iAnue de qualibet libra per mare duos denarios et de terra denarium unum per libram Item confitemur quod vos domine lAfrance rubee de volta nostro precepto et precibus debetis obligare pro me henrico locum unum et quArtam unius loci quem habetis in dicta colleta Item libras quAdraginta duas iAnue Item confitemur quod vos domine bonifaci de volta debetis obligare nostro mandato et precibus predictis octo nomine comunis ianue locum unum de minoribus quem habetis in dicta collecta et libras decem et septem ianue in denariis promitentes vobis omnibus domino 9acarie et domino lafranco redere et restituere totum dampnum et dispendium unde vobis vel heredibus vestris vel alicui pro vobis Aliquo tempore datum et vos inde indempnes extrahere et conservare sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum et quociens rato manente pacto vobis stipulantibus promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plus etc. tali pacto quod pena commissa etc. Et nos Adalasia uxor dicti henrici huic obligacioni interfui et consensi Abrenuncians iuri 3'pothecarum et omni iuri quo contra predicta venire possemus faciens ego dicta Adalaxia presente et iubente viro meo conscilio botarli Aurie et baldi9onis fornArii et ego mAbilia predi- Ferretto . 24 370 Anno 1224 età conscilio rogerii portonArii et nicole de volta quos hic voco vicinos et propincos meos Testes Rubeus de volta et Iohannes ossus et predicti consciliatores Actum iAnue in ecclesia sancti lAuiencii die vicesimo tercio Aprilis in hora vesperi (N. I49> ijo, c. ipjv.). DCCCLXII. — 24 aprile — Vertendo liti fra Vas saliino Passara e Alda Fornace, vedova di Bertolotto, per avere questa rimosso i termini da una terra, di comune consenso delle parti, vengono eletti arbitri Simone de Carpano e Solimano de Prato, obligandosi Corso de Monteselo a fare in modo che la sentenza sia osservata. Testi Guglielmo Magalio, Cicala e prete Omodeo, canonico di S. Ambrogio. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, nell ora di terza (N. 1055, c. 194V). DCCCLXIII. — 24 aprile — Rainaldo de Raineiro riceve in accomandita da Maestro Giovanni, marito di Aiegra, e da Berisia, moglie di Costanzo, soldi quaranta di genovini, che porta in Bonifacio e Sardegna. Ί esti Odone ligator e Michele de Porta. In Genova, c. s., tra terza e nona (N. 1051, c. 194). DCCCLXIV. — 24 aprile — Bonaccorso promette di tingere una quantità di lana. Ego bonacursus tinctor promito et convenio tibi Atolino de Aplano tingere de tua lana in virmilio et in grano prout tibi placuerit melius usque Ad medium Iunium proxime ita tamen quod debeas mihi dare tantum quod muntet et Ascendat precium diete lAn-ne pro tinctura illius soldos duodecim iAnue Ad racionem denariorum quAtuor et dimidii de qualibet libra de tincta virmilii et de grano denariorum trium et dimidii pro qualibet libra Alioquin penam dupli de quanto fuerit contrafactum rato mAnente pacto etc. pro pena vero etc. Et ego dictus ottolinus promito tibi dicto bo-nAcurso dare et solvere tibi denarios quatuor et dimidium pro Anno 1224 371 qualibet libra de tinctura virmilii et denarios tres et dimidium de tinctura glani pro qualibet libra latine quam mihi tinxeris usque ad dictum terminum et quos denarios promito tibi solvere usque ad dictum terminum Item soldos duos et denarios tres quos confiteor tibi dare debere pro tinctura lanne quam mihi tinxisti quondam Alioquin si contrafecero in aliquo penam dupli etc. pro pena vero etc. Testes Anselmus pelliparius et Iohannes capud Angelle et martinus tinctor et 9uta pelliparius die vicesimo quarto Aprilis in hora vesperi sub domo canonicorum sancti laurencii in qua hAbitat Guillelmus de feno (N. 1048, 0.193). DCCCLXV. — 24 aprile — Giacomo Lanza\^ecchia d’Alessandria riceve a mutuo da Manetto da S. Matteo soldi quarantatre di genovini, che restituità per la festa di S. Bartolomeo. Testi Santarame e Pietro, coltellinaio. In Genova, dietro la chiesa di S. Lorenzo, ubi dicitur domus sive curta domini Archiepiscopi, poco dopo il vespro (N. 1060, c. 193 v.). DCCCLXVI. — 25 aprile — I coniugi Preselda ed Oberto de Agnata tolgono in prestito da Giovanni da Struppa lire tre, che restituiranno prima del settembre. Testi Giovanni de Berizo, Alberto calzolaio, e Guglielmo de Moda. In Genova, dove abitano i coniugi, prima di terza (N. 1032, c. 194.). DCCCLXVII. — 25 aprile — Manfredo Cavallo compra da Giacomo de Mangano alcune pelliccie di coniglio per lire otto, che sborserà prima della Pentecoste. Testi Enrico Dentice e Baldizzone Fornari. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 1033, c. 194). DCCCLXVIII. — 25 aprile — Filippo de Galasio e Oberto Falexano dichiarano che Simone Stancone prestò loro garanzia agli otto nobili del Comune. 372 Anno 1224 Nos phylipus de galasio et obertus falexAnus una confitemui quod tu dominus Symon stanconus iudex obligasti et intercessisti pro nobis videlicet pro me dicto phylipo de libris centum lAnue et prò me dicto oberto de libris centum iAnue Apud octo nobilibus comunis LAnue sicut scriptum est in cartulario comunis et hoc confitemur quod nostro mandato et precibus fecisti promitentes tibi redere et restituere ratum dampnum etc. ette inde indempnem extrahere et conservare etc. prò pena vero etc. quilibet pro pArte sua etc. Insuper volumus etconsetimus quod si questio inde esset inter nos et te quod teneremur tibi respondere iAnue sub consulibus vel potestate iAnue Abrenunciantes iuri fori Testes ogerius panis Guillelmus gallus et Guillelmus gregorii Actum iAnue sub domo canonicorum in qua habitat Guillelmus de feno die vigesimo quinto Aprilis ante terciam. (N. 1054, c. 194V.). DCCCLXIX. — 25 aprile — Giovanni del qm. Alberto Barbo da Comago promette di dare soldi quaranta a Giovanni de Volta fra quindici giorni, se ricupererà lire venti-due, dovutegli da Anseimo, macellaio. Testi Guglielmo Gatto de Campo e Belengerio. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 1036, c. 195)· DCCCLXX. — 25 aprile — Giovanni, figlio di Guglielmo Maggiolo da Boasi, riceve lire dodici per dote della sposa Verde, e colla stessa somma le costituisce 1 antifato Testi Giovanni, Guglielmo e Simone, formaggiai alla Porta. In Genova, nella casa, ove abita detto Giovanni formaggiaio, posta alla porta di S. Andrea (N. iojj, c. 193). DCCCLXXI. — 26 aprile -- Lanfranco da S. Biagio e Giovanni Corso tolgono a mutuo lire tre e soldi dodici di genovini da Giovanni Calderario e promettono di restituirgliele prima del Natale. Testi prete Giacomo da S. Biagio e Giovanni, che abita a S. Maria Maddalena. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, nell’ora di terza (N. io;8, c. 19;). Anno 1224 373 DCCCLXXII. — 26 aprile — Giovanni del fu Ful-cone Granara, dà in locazione per cincjue anni ai coniugi Contesia e Guglielmo Molassana de Viola una terra con casa, posta in tisane loco ubi dicitur pedes montis per Γ annua prestazione di soldi quaranta di genovini. Testi prete Lanfranco e Alberto, servo di prete Guglielmo, già sacrista eli S. Lorenzo. In Genova, nella camera di prete Lanfranco, fra terza e nona (N. 10J9 c. /9/ v.). DCCCLXXIII. — 29 aprile — Ricordo di Ogerio Pane. Ego Conraldus de rovegio filius Arduini de rovegio pellipArius promito et convenio tibi Aidele de murino dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio soldos quadraginta iAnue Annuatim donec nutrieris et tenueris filiam tuam et meam quam ex me substulisti solvendo eos per hoc terminos videlicet denarios quadraginta quolibet mense Alioquim penam dupli dampni et dispendii etc. pro pena vero etc. et hec omnia facio et promito tibi pro nutrimento dicte filie nostre ita tamen quod non debeas nec possis petere michi Aliquid ultra dictam partium occasione filie nostre predicte et si peteris michi ultra quod supradictum est in iudicio non tenerer tibi de aliquo Insuper iuro Atendere ut supra nisi tua licentia vel oblivione seu iusto dei impedimento remanserit. Testes lAfrancus Qapa et ogerius pAnis Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die vicesimo nono Aprilis Ante terciam (N. 1062, c. 196). DCCCLXXIV. — 29 aprile — Marino de Ricio e Mon-tanario de Rozo danno in locazione per tre anni a Giovanni da Roccatagliata una casa, posta in Genova in platea lunga per l’annuo fitto di soldi trentaquattro, solvibili ogni semestre. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 1061, c. 195 v.). 374 Anno 1224 DCCCLXXV. - 29 aprile - Oberto da Moneglia del fu Arnaldo de Lupinacio riceve dalla sposa Giovanna lire trentatre di dote e le costituisce l’antifato colla stessa somma. Testi Guglielmo de Feno, Bonvassallo de Mari e Giovanni Salimbene. In Genova, nella casa, dove abita detto Bonvassallo, nell’ora di terza (N. 1063, c. 196). DCCCLXXVI. - 29 aprile - Giovanni de Frorana loca l’opera sua con Oberto Pevere. Ego Iohannes filius quondam stephAni de frorana promito et convenio tibi oberto piperi stare et perseverare tecum vel cum herede tuo sive cum tua uxore A festo beati michaelis proxime Venturo usque Ad Annos octo inde proxime venturos causa lAboraridi tuam Artem Ad tuam utilitatem et tibi serviendi promitens tibi custodire et salvare res tuas bona fide et sine frande et eas quas in mea posueris potestate et non infraudare tibi ex eis ultra denarios duodecim per Annum et si forte de domo tua mala voluntate exiero promito tibi redire usque Ad dies quAtuor ad faciendum tuum servicium sicut Antea Insuper promito tibi non Accipere uxorem usque Ad dictum terminum sine tua licentia Alioquin penam decem librArum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Insuper iuro atendere et observare ut supra bona fidé et sine fraude nisi tua licencia remanserit vel oblivione vel iusto dei impedimento Insuper ego ogerius frater dicti Iohannis promito et convenio tibi dicto oberto quod faciam ita et curabo quod dictus Iohannes Atendet et observabit ut supra in omnibus et per omnia Alioquin si fuerit contrafactum in Aliquo penam decem librarum iAnue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri quo cavetur principalem etc. Et ego dictus obertus versa vice promito et convenio· tibi dicto Iohanni docere te de arte mea bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum et dare tibi victum et vestitum convenientem usque ad dictum terminum preter in primo Anno in quo debeas te induere et dare tibi in fine dicti termini maciam unam ferream et unum martelum et duas tenaces Anno 1224 375 et non facere tibi aliquam suprapositam quam non possis sufferre Alioquin si contra fecero in Aliquo de predictis promito tibi et stipulanti penam librarum decem iAnue rato manente pacto prò péna vero etc. Abrenuncians iuri de principali Testes lAfrancus bramacarne et Guirardus ferrarius et bAldoinus guercius Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die vicesimo nono Aprilis inter terciam et nonam Millesimo ducentesimo Vicesimo quarto Indicione Undecima (N. 1064, c. 196v). DCCCLXXVII. — 29 aprile — Bergundia per lire diciannove di genovini rinuncia a Guirardo Zocolario tutte le ragioni, che gli competono per società, contratta in atti dal notaio Alberto da S. Michele, per fitto di casa, e per provvigione di alimenti a lui, ed alla sua famiglia. Presta garanzia Bertolotto da Voltri. Testi Ruffino dAsti e Bonvassallo da Sori. In Genova, c. s. (N. 1065, c. iyóv.). DCCCLXXVIII. — 29 aprile — Maestro Bartolomeo, notaio, consegna una somma in società. Nos MArtinus de pergamo et Guillelmus niger de Bobio et Gui-rArdus Rimpo de gravaego et Rolandus eius frater una confitemur nos Accepisse in solidum Ate Magistro Bartholomeo notario nomine societatis libras tredecim iAnue Abrenunciantes exceptioni etc. cum quibus iAnue promitimus et convenimus tibi mercari et negociari tibi promitimus (s/c) usque ad Kalendas Iunii proxime et A.d dictum terminum predictas libras tredecim dare et redere tibi promitimus cum totius lucri medietate quod inde habuerimus vel inde exierit. Alioquin etc. Testes baldoinus clericus de marasio et pascal gardator et henricus maracais Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die vicesimo nono Aprilis inter terciam et nonam (N. 1066, c. 197.). DCCCLXXIX. — 29 aprile — Pasqualino da Valle-trebbia si appella al Pontefice per una causa matrimoniale. 376 Anno 1224 Ego pascalimus de ValletrebiA Appello Avobis domine Archie-piscope iAnue Ad dominum papam ne procedatis in causA MAtrimonii quAm habui quondam cum Adalaxia primo coram vobis postea coram Abbate sancti MArciAni terdonensis et que terminata fuit per ipsum Abbatem ex delegatione domini pape, quare Appello ut supra ne occasione diete cause seu controversie debeatis me gravare in aliquo neque in ipsa causa procedere hoc immo quia terminata est per dominum papam ut superius dictum est et sicut continetur in publico instrumento inde facto Testes Guillelmus et nicola lercarius CAnonici sancte mArie de Vineis et hugo Archipresbiter plebis de sigestro Actum iAnue in palacio domini Archiepiscopi die vicesimo nono Aprilis inter nonam et vesperum (/V. 1067, c. /97). DCCCLXXX. — 29 aprile — Balduino de Celsa riceve una somma in accomandita, che porta a Ceuta. Ego baldoinus de celsa confiteor me Accepisse in Accomenda-tione Ate lAfranco de turca curatore heredum quondam Guillelmi de monteleone de peccunia ipsorum libras sexAginta quatuor iAnuino-rum Abrenuncians exceptioni etc. quAs deo propicio debeo portare septam causa negociAndi implicatas cum Aliis meis implicitis quas porto in nAve que dicitur paradisetus et inde quo mihi deus melius concesserit gracia mercandi et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto habens licenciam mittendi Ante me cum testibus quam partem voluero implicatam in mercibus quibus maluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin penam dupli etc. pro pena vero etc. Testes guirardus de va-rencia et paganus de curia et tebaldus de rapallo Actum iAnue sub domo dicti lAfranci et consortum videlicet fratris et nepotis sui die vicesimo nono Aprilis in sero (N. 1068, c. 197)· DCCCLXXXI. - 1 maggio — Manfredo Pellipario riceve dal ferraio Bertolotto di Oberto Grasso lire quattro e soldi quattro di genovini in accomandita, che porta a Ceuta, ove Anno 1224 377 è diretto colla nave, chiamata Lupa. Al ritorno restituirà il capitale, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Giovanni da Bobbio, ferraio, e Rubaldo daFramura. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 1069, c■ I97v·)· DCCCLXXXII. — 1 maggio — Il sindaco d’una chiesa d’Alessandria si presenta al cospetto del prevosto di S. Lorenzo. provincialis CAnonicus et syndicus ecclesie sancte mArie et Ioannis de porta bergulii civitatis AlexAndrie representavit se iAnue in canonica sancti lAurentii coram domino Rubaldo preposito iAnue nomine predicte ecclesie et fratrum suorum pro causA que est inter dictam ecclesiam et confratres ex una parte et Anfuxium de gallo ex Altera Ad terminum in Kalendis madii statutum peremptorie dicens se paratum fore responsurum secundum iuris ordinem Testes presbiter MArchesius de mAcena et Rubaldus de carancia et nico-laus de galla Actum iAnue in camera dicti prepositi die primo mAdii post vesperum Millesimo ducentesimo vicesimo quArto Indictione undecima (A^. 1070, c. 197 v.). DCCCLXXXIII. — 2 maggio — Il vescovo d'Albenga conferisce la tonsura a maestro Bartolomeo ed a Guirardo Rosseto. In presencia infrascriptorum testium dominus Obertus episcopus Albinganensis titulAvit et fecit clericum mAgistrum bartholomeum filium lAmberti Testes presbiter RolAndus et presbiter Iohannes et RAinaldus et Symon malocellus canonici Ianuenses et presbiter Rai-nerius de bargono Actum IAnue in canonica sancti lAurencii in CA-mera dicti Symonis Millesimo duecentesimo Vicesimo quArto Indictione Undecima die secunda mAdii ante terciam. die eodem loco et hora et coram eisdem testibus supradictis titulavit Inguetum filium Guirardi de Rosseto dictus episcopus (A^. 107/, c. 197 v). 378 Anno 1224 DCCCLXXXIV. — 2 maggio — Guirardo da Massasco toglie a mutuo da Guglielmo da Rivarolo, canonico di S. Lorenzo, lire tre di genovini, che restituirà fra quindici giorni. 1 esti prete Rainerio da Bargone, Bergognone da Voltri e Guglielmo de Pastine. In Genova, nella camera di detto prete Guglielmo, nell’ora di terza (N. ιοηι, c. 197 v.). DCCCLXXXV-DCCCLXXXVI. — 2-17 maggio — Lite vertente tra Oberto da Montoggio e il ministro della chiesa di S. Maria delle Trefontane. Ego obertus de montobio constituto opiconem et obertum filios meos procuratores meos in solidum Ambos in causa que vertitur inter me et predictos filios ex una parte et ministrum sancte mArie de tribus fontibus ex Altera super quibusdam possessionibus sub exAmine domini mAgistri hugonis magiscole IAnue delegati domini episcopi terdonensis ut possint Agere et experiri et excipere et omnia facere que merita cause postulabunt promitens me ratum etc. Testes symon buferius et Iohannes de reco et predictus masfiscola die secundo mAdii in hora vesperi in camera dicti mA-giscole Obertus filius Oberti de montobio suo nomine et nomine dicti patris sui. et nomine fratris sui Ορϊςοηΐβ Agit contra ecclesiAm sancte mArie de tribus fontaneis seu contra ministrum vel deffensorem def-fendentem ipsAm ecclesiAm et petit A dicta ecclesia seu A dicto defensore pro ea. terras omnes quas dicta ecclesia vel alius pro ea emit Ab Alberio de rocha et A CilioblAncho et A IohAnne mAlbe-cho. et que terre sunt in territorio ville que Appelatur Casale, hoc imo quia diete terre sunt predictorum Agencium et Ad eos pertinent, quare agit et petit ut supra omni Iure et ponit in libris. XX. salvo plure. die XVII madii dominus magister hugo dedit terminum partibus ut die iovis proxima post pentecostem coram eo se debeant presentare super libello pA-rate respondere sicut ius postulabit (;V. ioyj, loyj bis, c. /97 v.). Anno X224 379 DCCCLXXXVII. — 3 maggio — Pietro de Caminata e Guglielmo de Sugaro, procuratori dell’università degli uomini della villa di Caminata, ricevono a mutuo da Giovanni Calderario in due rate lire sette e soldi tredici, e soldi quarantacinque di genovini, che restituiranno prima del Natale. I esti Rubaldo da Bargagli, calzolaio, e Giovanni Sturgerio. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 1074, 1075, c. 198). DCCCLXXXVIII-DCCCXXXIX.— 4 maggio — Oberto de Castagneto riceve da Marchesio de Porta lire venti di genovini in accomandita, che porta a Buzea. — Bruiono de Porta riceve da'Giovanni, formaggiaio alla Porta, lire cinque, che porta in Sardegna, promettendo di consegnare al ritorno il capitale, tenendosi la quarta parte del guadagno. Testi Rollando e Pietro, e Guglielmo da Parodi gardatores, e Balduino Guercio. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 1076,1077, c. 198). DCCCXC. — 4 maggio — L’abate di S. Stefano fa registrare una lettera ricevuta dal vescovo di Acqui. RAmundus Abbas sancti stephAni recepit literas infrascriptas ex parte domini episcopi Aquensis A petro bArilo qui dicebat se esse nuncium suum sigillatas sigillo ipsius episcopi in quo sigillo erat supra-scriptio talis Sigillum Anseimi Aquensis episcopi Tenor quarum litera-rum talis est Reverendo in Xpisto fratri et Amico Rarissimo., dei gratia Abbati Sancti StephAm Ianue. Ans[elmus] permissione divina Aquensis Episcopus. Salutem et sinceram in domino caritatem: ve-stre fraternitati harum serie facimus manifestum, quod multis et variis negociis impliciti et Maxime nostri Sindici infirmitate statuto termino super causa que vertitur coram nobis inter nos et universitatem Seijadii per nos vel sindicum nostrum interesse non possumus; Ideoque benignitatem vestram multepliciter rogitamus! quatinus terminum usque in medio Madio si placet vobis digneminy prorogare; Nos RAmundus Abbas sancti stephAni iAnue Ad peti- 38ο Anno 1224 cionem domini episcopi Aquensis secundum quod idem episcopus rogavit nos per literas suas quas nobis presentavit petrus bai ilus eius nun-cius. dAmus terminum dicto domino episcopo seu dicto petro pi 0 ipso ut debeat esse coram nobis sexto decimo die madii presentis vel tran-smitat responsalem sufficientem Ad satisdandum et Ad omnia facienda que fuerint necessAriA in causa que vertitur inter episcopum et comune se?aidii et damus peremptorie dictum terminum dicto petro presenti pro ipso episcopo die quarto madii intei terciam et no nam Testes presbiter oliverius prepositus de castellario et Guillelmus de viola M° duecentesimo XXIV Indictione XI nichil solvit episcopus de termino predicto (N. 1079, c. 199)· DCCCXCI. _ 4 maggio — Giovanni de Casasuprana, da una parte, e Alda vedova di Darcogno de Casasuprana, dall’altra, si dividono terre e case nel luogo di Darcogna nei luoghi detti casale, ripa de Armoino, cavanuga, casasuprana, in pastino, noeletum, in sor iva, maxerelum, in plams de trapana, confinanti col fiume Bisagno, colle terre della chiesa di San Nicolò de Darcogna, coi possedimenti degli uomini di Marsiglia, colle terre di Alberto Casella, Anseimo Barbavara, Giacomo Traverso, Gandolfo Tiraborsa. Testi maestro Giovanni de Darcogna, Marchesio da Camogli, Guglielmo Gre- gorii e Guglielmo Gallo. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 1078, c. 198V.). DCCCXCII. — 4 maggio — R cordo del marchese Ma-laspina. In presencia infrascriptorum testium Symon de paravanico et symon filius quondam lenti mosi protestantur et dicunt coram vobis Ru-baldo de paravAgna et bernardo scarpa de sigestro pAribus electis quod pArati sunt secundum iuris ordinem iusticiam et racionem fa-cere Merlo maiori de castello et symoni vento et Conraldo bAlico et cuilibet Alii coram mArchione mAlaspina vel eius curia de terris quas tenent et hucusque tenuerunt pro eo mArchione in feudum et Anno 1224 381 que terre sunt posite in villa ursesia et eius pertinentiis et eum nominant pro domino coram vobis iAm dicto Bernardo et Rubaldo et denunciAnt vobis quod coatra ipsos de dictis terris inrequisito mAr-chione procedere non debeatis cum non credant nec sciAnt dictum merlonem et symonem et conraldum neque aliquem Alium Aliquod ius hAbere A dicto marchione contra ipsos Testes...... non fuit testata (N. 1080, c. 199). DCCCXCIII. — 4 maggio — Pasqualino da Valletreb-bia si appella di nuovo al Pontefice. Ego Pascalimus de VAlle trebiA Appello A vobis domine Ar-chiepiscope iAnue Ad dominum papam ne procedatis in causA mA-trimonii quam hAbui olim cum AdalAxia. primo coram vobis. deinde per appellacionem coram domino episcopo et coram Abbate sancti mArciAni terdonensis qui vestram sentenciAm inritavit et male sentenciAtum A vobis protulit quiA A sentenciA vestra Appellavi et Adhuc instanter Appello hoc imo quia suspectum vos hAbeo quiA estis factus palAm Advocatus Alterius pArtis et Allegator pro dicta AdalAxia et quia in prima causa sentenciAstis prò Adalaxia et ego Ab illa sentenciA appelavi et Appellacio mea fuit recepta quia dominus papa delegavit meam Appellacionem cognoscendAm ut supra et cum Apelatum sit Avobis non potestis de ipsA causA Amplius cognoscere cum vestra sentenciA sit irritata per sentenciAm vestri superioris sicut dico nec de sentencia vestri mAioris cognoscere potestis quod quidem facere vultis prout dico et facitis et sic sentenciAm pro me lAtam A delegato summi pontificis A quA non est Ap-pellAtum vultis irritare quod est contra ius Itaque pro omnibus supradictis in quibus pArtem meam leditis Appello ne vos intromitatis Amplius de causA supradicta quia sublAta est A vobis et ne me in supradictis et in ceteris si qua sunt gravetis Appello et instanter Apelos peto cum instancia Testes mAgister hugo magiscolA IAnue et presbiter sAlAmonus et presbiter pagamus CAnonici sancti petri de porta et Nicola lercArius Actum iAnue in palacio domini Archiepiscopi predicti die quarto mAdii inter nonam et vesperum (N. 1081, c. 199V.). 382 Anno 1224 DCCCXCIV. — 5 maggio — Guglielmo, calzolaio, riceve dalla sposa Castellana lire sei in dote, e le costituisce l'antefato in altrettante lire. Testi Rodegerio, Guglielmo Corderio, Bernardo Bianco, e Zilio, macellaio. In Genova, nel borgo di S. Tommaso prope fontem de canonis, sotto il portico della casa di Ottone Rosso, fra terza e nona (N. 10S2, c. 199 v.). DCCCXCV-DCCCXCVH. -6 maggio — Rubaldo de Toraira vende ai fratelli Rubaldo e Guglielmo del qm. Armanno de Veta per soldi cento di genovini un prato posto in pertinendis de moelanego ubi dicitur pratum de confignali e per soldi venti un pezzo di terra castagnativa in villa de moelanego ubi dicitur pastinum, confinanti colle terre di Giovanni de Denario, di Merlone de Castro e colle terre della chiesa di S. Colombano di Moranego. Testi Vassallo gardator, Pasquale suo fratello e maestro Passano, medico. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona, (N. 1083, 1084, io8j, c. 199, v. 200)· DCCCXCVIII. — 6 maggio — Alda riceve dalla madre sua Belzoco lire quaranta di genovini, che promette di restituire fra due mesi, obbligandosi di somministrare gli alimenti ad essa ed al patrigno Rubaldo Alberico. Testi Marino da S. Ambrogio, Oberto da S. Pier d Arena e Rubaldo gardator. In Genova, nella chiesa di S. Ambrogio, nell ora di nona (N. 1086, c. 200 v.). DCCCXCIX-CM. - 6 maggio — Muto de Claviago da Bergamo vende due mule. Ego Mutus de clAviAga bergamensis constituo te henricum de insulis presentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium ad petendum et recipiendum in iudicio et extra libras decem et octo et dimidiAm iAnue contra Odericum de caminata et eius bona que Anno 1224 383 restant mihi Ad habendum de precio unius mule rascacie quod mihi debet dare sicut continetur in istrumento inde facto per mAnum Alberti de sancto michaele notario ut dictas libras decem et octo dimidi Am et dictam mulAm quam vendidi ipsi oderico possis petere et recipere in iudicio et extra contra dictum oldericum et contra omnes demum personas tam de sorte quam de pena et generaliter te constituo meum procuratorem et muncium Ad omnia meA negociA pertractanda in Agendo et replicando et in Approbando et exigendo et ut possis Agere utiliter ei directe realiter et personaliter contra omnes personas sicut egomet possem promitens tibi quod quicquid inde feceris me ratum et firmum habere et tenere et in nullo contravenire Testes paganus iudex de cucurno et vivAldus eius scriba et Iohannes guercius Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua hAbitat Guillelmus de feno die sexto madii inter nonam et vesperum. Ego mutus de claviagobergamensis constituo te henricum de insulis meum procuratorem presentem et recipientem contra Aidelam uxorem villani et contra omnes Alias personas Ad petendum mullam unam falA-vam que habet spinellam in clure sinistro et quam vendidi oberto de langasco sicut continetur in carta inde facta per manum Alberti de sancto michAele notarii ita ut possis agere et experiri in iudicio et extra Ad petendam dictam mullam et contra omnes personas detinentes eam sicut egomet possem promitens me ratum et firmum habere quicquid inde feceris et non contravenire in aliquo Testes Iohannes cassina et Guillelmus de paroldi gardator Actum iAnuesub domo canonicorum sancti laurenci in qua habitat Guillelmus de feno die sexto madii in hora vesperi (N. 1087, 1088, c. 200 v.). CMI. — 7 maggio — I coniugi Montanaria e Merlo de Corsio ricevono a mutuo da Guglielmo de Premontano soldi venti di genovini, che restituiranno prima dell’agosto. Testi Guglielmo Vallano e Giovanni da Voltri, calzolaio. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. ioSg, c. 201). CMII. — 7 maggio — Giovanni de Canedelo compra da Musso, ferraio, tantum de acutis et ferramentis 384 Anno 1224 per lire tre e soldi quattro di genovini, che darà prima dell’agosto. Testi Pietro e Ugone gardatores. In Genova, c. s., fra nona e vespro (N. 1089, c. 201). CMIII-CMIV. — 8 maggio — I coniugi Benvenuta e Giovanni Pignolo dei qm. Pietro de Valexela de Pino, e Adalasia, madre di detto Giovanni, per lire cinque vendono ad Ogerio de Solario, accettante a nome di Giovanni de Lavagno, un pezzo di terra con vigne, querele e fichi, posta in Pino, ubi dicitur nuxetum. La somma verrà data prima di Natale. Testi Boninfante, macellaio, Guirardo da Mo-lassana, Ricobono Merloni, e Pietro, calzolaio. _ _ _ In Genova, nella casa, dove abitano detti coniugi, prima di terza (N. 1090, 1091, c. 200, 2orv.). CMV. — 8 maggio — Anseimo, pellicciaio del borgo di Monza, e Comexano dichiarano di dover dare soldi \renti di genovini ad Albertino de Aver dello stesso bor^o per lavori fatti. Testi Maza de Oltrada, Oliviero suo fratello e Guglielmo da S. Stefano. _ In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 1092, c. 201V.). CMVI. — 8 maggio — Il Vescovo d’Albenga costituisce un procuratore. Ego obertus episcopus Albinganensis constituo te symonem stan-conem iudicem meum procuratorem sive curatorem syndicum et Actorem in omnibus causis et discordiis que moventur inter me ex una parte et Guillelmum de lodano ec quosdam Alios ex altera et specialiter in omnibus causis meis que moventur sub examine dominorum RA mundi Abbatis sancti stephAni et petri prepositi de vineis ut possis Agere et experiri excipere et replicare et appellare si necesse fuerit et omnia facere in predictis causis que ego facere possem si essem presens promitens me ratum et firmum habiturum quicquid feceris in predictis et in nullo contravenire Testes stephAnus CAnonicus iAnue et Anno T224 385 Guillelmus berrò blancus et durbecus de onegia Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii die octavo madii Ante terciam. (N. 1104, c. 203 v.). CMVII. — 8 maggio — Vertendo lite tra Germana, da una parte, e Ottone Bonico, dall’altra, vengono eletti arbitri Giovanni Leccavela e Bartolomeo de Fontemaroso. Testi Vassallo de Porcili e Vassallo, chiavaio. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 1093, c. 201 v.). CMVIII. — 8 maggio — Vassallo, chiavaio, promette di dare lire ottanta di genovini per dote della figlia Giovanna, che va sposa a Pasquale da Sori. Testi Guglielmo, calderaio, Leone, drappiere, e l’Arciprete di Sori. In Genova, nella sacristia di S. Lorenzo, prima di terza (N. 1094, c. 201 v.). CMIX. — 8 maggio — Agnesia, moglie di Guglielmo da Lavagna, riceve da Bernardo da S. Stefano soldi nove di genovini, per i quali gli consegnerà per la festa di Natale un barile d’olio. Testi Dalfino, sarto, e Simone de Corsio, mugnaio. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 1095, c. 202). CMX. — 8 maggio — Guglielma, vedova di Bonvassallo Tosico, e Guglielmo Muscula, giudice, promettono di vendere a Nicoloso Bucuccio una casa, che è in platea marmorea, che apparteneva al qm. Bonvassallo. Testi Baldovino Sardena, Giacomo de Belamuto, Ugone Cancelliere e Bonvassallo da Sori. In Genova, di rimpetto la casa di Enrico Tossico, tra nona e vespro (N. 1096, c. 202). CMXI. — 8 maggio — L’arciprete di Ceranesi cede la delegazione, ricevuta dal Pontefice. Ferretto 25 386 Anno 1224 Ego obertus Arehipresbiter de celAnisi commito vicem meam domino presbitero Guillelmo de rivArolio canonico iAnue in causa que vertitur ex una parte inter Gualfredum ministrum ecclesie de mercarolio'et Guibertum clericum ex alia que causa fuit mihi commissa A Domino papa ut possit dictam causam Audire et exAminare et diffin.-tivam sentenciam ferre et demum omnia facere que ego possem facere in dieta causa nichil inde in me retento cum in ea non possum superesse diversis negociis propeditus Item committo vices meas dicto presbitero Guillelmo coniudici meo in causa que vertitur ex una parte inter Rubaldum balaterium ex una parte et priorem sancti incoiai de capite montis ex Altera que est mihi et ipsi commissa A domino papa ut possit dictam causam Audire et exAminare et sentencias interlo-cutorias pronunciare si necesse fuerit reservata nobis diffinitiva sen-tencia promitens me ratum et firmum hAbiturum quicquid feceiint in predietis Item committo vices meas eidem coniudici meo presbiteio Guillelmo in causa que vertitur inter Abbatem sancti benigni ex una parte et villAnAm ex Altera super confirmacione vel infirmacione sentente lAte pro ipsa villana A preposito sancte marie de vineis et ber-tolomeo de plecaniA canonico iAnuensi ut possit causam Audire et exAminare et omnia facere ut ego possem cum eo preter diffimtivam sentenciam in qua volo interesse cum in dictis causis non potero interesse diversis negociis propeditus promitens me ratum etc. Testes ogerius de vernacia et francellus Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurentii in qua habitat Guillelmus de feno die octavo mada inter nonAm et vesperum (N. 1097, c. 202 v.). CMXII. — 8 maggio — Ogerio da Vernazza riceve una somma da Francello. Ego ogerius de vernacia confiteor me Accepisse Ate francello pro te et patre tuo soldos quindecim iAnue Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus remito tibi et predicto patri tuo omnes raciones et Acciones et omne ius quas et quod habeo contra te et dictum patrem tuum occasione rescripti cuiusdam impetrati Ad presbiterum Guillelmum de rivArolio canonicum iAnue A domino papaoccasione cuiusdam molendini seu occasione Alicuius mutui facti quam remissionem Anno 1224 387 per me meosque heredes ratam et firmam hAbere et tenere tibi promito sub pena librarum viginti iAnue rato mAnente pacto prò pena vero etc. Testes presbiter Guillelmus de rivarolio canonicus iAnue et Archipresbiter de celAnisi et bonus vassallus de mAri die octavo mdAii inter nonam et vesperum sub domo canonicorum sancti laurencii in quA hAbitat Guillelmus de feno (N. 1098, c. 202 v.). CMXIII. — 8 maggio — Ricordo di Nicolò da Bologna, console di giustizia. Ego VAssalIus de porcili confiteor me Accepisse et habuisse A te Rubaldo scutario libras novem IAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas mihi dare debebas sicut continetur in lAude inde facta per mAnum Anseimi de castro notarii precepto domini nicolAi bononiensis consulis IAnue de iusticiA civitatis et quAm lAudem habui occasione cuiusdam instrumenti quod mihi fecisti una cum Ansaldo nigrancio de libris quAtuor et dimidia ianue quod instrumentum non hAbeo nec hAbere possem nec in venire nec scio ubi sit. Testes bonus vassallus de mAri et obertus pestellus et bonaiuncta de moneliA Actum IAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die octavo madii in hora vesperi (N. c. 202 v.). CMXIV. — 8 maggio — Giovanni da Sambuceto, scudato, dichiara che deve dare lire sette ad Enrico de Vedano, scudaio, per una quantità di scudi. Testi Oberto Bara-tiero, gardator, e Guglielmo de Marico. In Genova, c. s., nell’ora di vespro [N. 1100, c. 20J). CMXV. — 9 maggio — Ricordo di Ogerio Pane. Nos ogerius de insulis et lAfrancus de mAri una promittimus et convenimus tibi henrigacio de orco de corno dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio libras quAdrAginta iAnue prò Andrea de caphAro et nomine ipsius pro telis quas ipse Andreas Ate habuit ed confitetur Accepisse Ate quas libras quadraginta dare et solvere tibi promi- 38S Anno 1224 timus usque Ad festum sancti Iohannis de Iunio proxime Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitimus prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omnia mea bona ha[bita] et habenda tibi pignori obligamus quisque pro pArte sua Abrenuncians iuri quo cavetur principalem etc. Testes ogerius pAnis et Guillemus de feno Actum iAnue sub domo canonicorum santi lAurencii in quA hAbitat Guillelmus de feno die nono mAdii inter nonam et vesperum (N. 1102, c.20jv.). CMXVI. — 9 maggio — I coniugi Anna e Ansaldo Corsio dichiarano che Belfogio prestò loro garanzia in lire dieci agli otto nobili del Comune. Testi Giovanni da Fontanegli e Giovanni Pesagno. In Genova, c. s. (N. 1103, c. 203 v.). CMXVII. — 9 maggio - Ricordo di Dato Conforto, console di giustizia. Ego Guillelmus natarellus de sigestro confìteor te Accepisse mutuo gratis Ate Ambrosio mAgistro Antelami de sancto Ambrosio libras sex et soldos quinque iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis dare et redere tibi promito usque Ad Annum proxime venturum et si terminum vel terminos ind Alioquin si contrafecero etc. prò pena vero etc. rato manente pa etc. credendo de dampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo etc. tali pacto etc. Insuper nos confortus eius frater et martinus fambra constituimus nos inde proprios etc. prò pena etc. Testes Gu’ lelmus de feno ed Iohannes de monte Actum ianue sub domo dicti Guillelmi de feno die nono madii inter vesperum et completorium factum est denuo precepto dAti conforti consulis IAnue civium foritanorum (noi, c. 203). CMXVIII. — io maggio — Nicolò, monaco di S. Fruttuoso, presenta a Rubaldo monaco di detto monastero, una lettera del Vescovo di Brugnato. Anno 1224 389 NicolAus Monacus sancti fructuosi de capite montis in presencia infrascriptorum testium representavit literas infrascriptas Rubaldo monaco sancti fructuosi de capite montis quarum tenor talis est sige-baldus dei gracia bruniAtensis episcopus et delegatus domini pape et executor Rubaldo monaco sancti fructuosi de capite montis spiritum sanioris conscilii A sede apostolica nuper literas domini pape recepimus continenentes quod tibi super prioratu et regimine AbbAcie sancti fructuosi de capite montis perpetuum silendum imponamus qua propter Autoritate Appostolice sedis tibi districte precipiendo mandamus quatinus visis literis Ad octo dies coram nobis Apud bruniatum Venire non postponas Alioquin secundum quod ius postulaverit mandatum domini pape Ad finem perducere curabimus Testes symon barionaet mArco-Aldus monacus sancti fructuosi et presbiter Rubaldus de molo die decimo madii in hora tercie Actum iAnue in molo sub porticu sancti mAr-chi (N. 1105, c. 20J v.). CMXIX. — 10 maggio — Giovanni Leccavela e Bartolomeo de Fontemaroso, eletti arbitri dai coniugi Germana e Ottone, sentenziano che si debba fare stimare una casa, posta nella parrocchia di S. Ambrogio, aggiudicandola a detto Ottone per dote della moglie. Testi Viale da S. Ambrogio, Oberto magister antelami, Matteo Balbo d’Albaro, Rode-gerio e Lanfranco. In Genova, dove abiia il notaio Oliverio, fra terza e nona (N. 1106, c. 204). CMXX. — 10 maggio — Ricordo di Ogerio Pane. Ego petrus de Vedereto confìteor quod filius meus Guido de ve-dereto mea voluntate et iussu Accepit in Accomendatione Ate Guillelmo boasio macellario libras decem Ianue promitens tibi quod faciam ita et curabo quod ipse portabit eas septam causa negociandi vel quo deus ei melius concesserit et expederit et lucrabit per libram sicut de suis rebus et de Aliis quas portat habens licenciam mitendi tibi ex his iAnuAm Ante se et post se quam partem voluerit implicatam in mercibus quibus maluerit et in suo reditu redu- 390 Anno 1224 cere et consignare capitale et proficuum quod inde deus dederit ei in tua potestate vel tui certi nuncii tibi promito et deducto tibi capi-tali quArtum lucri habere debeat dictus filius meus Alioquin penam dupli etc. pro pena vero [etc.] Testes Guillelmus de feno et ogei ius pA-nis Actum ianue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die decimo madii inter nonam et vesperum (N. 1107, c. 20j). CMXXI. — io maggio — Locazione delle chiese di Tasso e Tolceto. Ego Ioannes minister ecclesiArum de ta?o et toceto concedo ti-bi presbitero Oberto filio quondam Syri de reiano piacentine dio-cesis usque ad Annos duos proxime venturos proventus et reditus et Administrationem predictarum ecclesiArum ita quod ecclesias et pArochiAnos in officio sacerdotali fideliter et honeste serviAs predictarum ecclesiarum pAramenta et libros et utensilia ecclesiarum que in potestate tuacommitam in presencia testium custodies et salvabis Ad usum et utilitatem ecclesiArum vineas et alias possessiones ecclesiarum meliorabis et non peiorabis collectas et Aha honera consuetas impositas Ab Archipresbitero seu A domino Archiepiscopo iAnue substinebis et soldos duodecim mihi dabis que debentur domino Archiepiscopo pro presbitero oberto quondam ministro dictarum ecclesiarum promitens tibi solempni stipulatone quod predictas ecclesias et reditus ipsarum usque ad dictum terminum non Auferram tibi nec aliquam suprapositam tibi faciam usque ad dictum terminum Alioquin penam librarum decem Ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Et ego prefatus presbiter obertus promito tibi Iohanni predicto omnia predicta facere sicut superius dictum est nec de ecclesia recedere sed eas servire fideliter et honeste usque ad predictum tempus et parochiAnos ipsarum et utensilia ecclesiarum non diminuere nec libros nec paramenta sedaumentare Alioquin penamde-cem librarum iAnue si de predictis in aliquo contrafecero rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Insuper ego placentinus campanarius constituo me inde proprium et principalem debitorem et pagatorem de omnibus predictis Atendendis et observandis tibi dicto Anno 1224 391 Iohanni curaturus ita quod dictus presbiter obertus Atendet complebit in omnibus et per omnia ut supra Alioquin penam decem librarum ianue rato manente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri quo cavetur principalem debitorem primo conveniri Testes mAgister hugo mAgiscola IAnue et henricus melesius et hu-guetus filius quondam Guillelmi de monteleone Actum Ianue in canonica sancti laurentii in camera dicti magiscole die decimo madii in hora vesperi (N. 1108, c. 20;). CMXXII. — ii maggio — Pietro de Caminata toglie a mutuo da Giovanni Calderario soldi venticinque di genovini, che restituirà per la festa d’Ognissanti. Testi Vivaldo Pasatorio, Oberto da Brasile e Giovanni da Castelletto di Tortona. In Genova, dove abita Gulielmo de Feno, fra terza e nona {N. 1109, c. 205 v.). CMXXIII. — 11 maggio — Il notaio Ottone riceve in prestito da Bonaccorso soldi trentanove, che restituirà prima dell’agosto, dando a pegno una corazza. Testi Vassallo de Porcili, Giacomo, canonico della pieve di Sestri. In Genova, c. s. tra nona e vespro (N- mo, c. 205 v.). CMXXIV-CMXXV. - 11 maggio - Balduino da Marassi è eletto procuratore nella Curia pontificia. Nos beAtrixia et Agatha sorores constituimus nostrum certum nuncium et procuratorem in curia romA [na] bAldoinum clericum de marasio Ad literas impetrandum pro nobis contra ministrum ecclesie sancti ςεηϊ (?) de segaiario et clericos illius et contra presbiterum thebaldum ministrum ecclesie de monte^ogo et contra quosdam Alios ut possit Agere et experiri et excipere et replicare et omnia facere et literas impetrare sive commissiones A sede Apostolica promitentes nos ratum et firmum habituros quicquid fecerit dictus procurator in f predictis et in nullo contravenire Testes otto de sancto panclacio et Guillelmus de monte morisino et ορίςο eius frater Actum iAnue in 392 Anno 1224 domo in qua hAbitant dicte mulieres die undecimo madii inter nonam et vesperum Nos Guillelmus ferrarius de monte morixino et ορϊςο fratres constituimus nostrum procuratorem et et certum nuncium baldoinum clericum sancte margarite de marasio in curia romAna ut possis ibi literas impetrare et iudices consentire et omnia facere promitens nos ratum et firmum habituros quidquid feceris in predictis Testes Rubal-dus scutarius et petrus sartorius Actum iAnne sub domo canonicorum sancti laurencii in quA habitat Guillelmus de feno undecimo madii inter vesperum et completorium (N. ////, nij, c. 205 v., 206). CMXXVI. — 11 maggio — Vertendo liti tra Guglielmo Grilloto e il capitolo di S. Pietro della Porta, si eleggono tre arbitri. Nos presbiter Iohannes prepositus baldiconus salamon paganus pies-biteri et Iohannes de cucurno CAnonici sancti petri de porta ex una pArte et Guillelmus grillotus filius lohannis tinctoris ex alteia compromitimus in bar[tolemeum] et presbiterum R. et Rai[naldum] CA-no nicos iAnuenses quos Arbitros suos sponte eligunt super controvei-sia et lite quam dictus Guillelmus movet contra predictum capitulum et ecclesiam sancti petri de porta occasione rescriptorum que ipse impetravit Asede Apostolica in quibus continetur quod predictum capitulum recipiat eum in canonicum et in fratrem et compromiserunt Ad invicem una pars Alteri stare in ordinamento et voluntate pi edictorum trium Arbitrorum ita quod quicquid ipsi Fres concorditei dixerint vel ordinaverint de receptione dicti Guillelmi in canonicum ipse partes observAbunt et in nullo contravenient quovis ingenio et Ad quam prebendam et de promocione ipsius Ad ordines et super renunciacione rescriptorum sedis Apostolice que Ab ipsis partibus vel Ab Aliqua partium impetrata sunt vel impetrari possent occasione dicte litis vel controversie Insuper dictus Guillelmus iurat corporaliter Atendere ut supra et si non observaverit cadat Ab omni iure dicte controversie Testes Guillelmus filius Agadi et symon canonicus sancti donAti et mAgister Iohannes Archidiaconus Actum iAnue in camera dicti Rainaldi die undecimo mAdii in hora vesperi (N. 1112, c. 20JV.J. Anno 1224 393 CMXXVIl. — 12 maggio — Maestro Bartolomeo costituisce un procuratore nella Curia pontificia. Ego mAgister bartholomeus notarius filius lAmberti constituo baldoinum clericum sancte margarite de mArasio Absentem meum procuratorem in curia romanA ut possit ibi literas A sede Apostolica impetrAre prò me et iudices eligere et contradicere omnibus volentibus contra me aliquid impetrare et procuratorem pro me constituere ad predicta omnia faciendum promitens me ratum et firmum habiturum quicquid feceris in predictis Testes Iohannes sagimbene et Symon de castro et Guillelmus de feno die duodecimo madii parum post vesperum sub domo dicti Guillelmi de feno (N. 1114, c. 206). CMXXVIII. — 12 maggio — Giovanni da Cecina approva la vendita d’una terra, fatta da sua moglie Benensigna a prete Viviano, prevosto, ed ai canonici di S. Ambrogio. La terra è posta nella parrocchia di S. Ambrogio. Testi Giovanni da Piacenza, Alamanno e Nicolò Navone. In Genova, a Castello, nella casa del predetto Giovanni (N. 1115, c. 206 v). CMXXIX-CMXXX. — 12 e 13 maggio — Giovanni Granara e Guglielmo da Sori ricevono somme, elmi e scudi in accomandita, che portano a Tunisi. Ego Iohannes granAriafilius quondam fulconis granarie confiteor me Accepisse in Accomendacione Ate presbitero lAfranco canonico iAnue libras quAdraginta et soldos tres ianue implicatas quarum sunt soldi quadrAgintA mei prout confiteris et libre decem oberti primavere Abrenuncians exceptioni etc. quas deo propicio debeo portare tunexim causa negociandi in nave que dicitur sanctus benedictus oberti maniasal et IAcobi elie et consortum et inde'quo predicta navis iverit causa negociAndi et luerari per libram etc. habens licenciam mitendi tibi ex his iAnuam cum testibus Ante me et post me quam pArtem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo reditu reducere et consignare capitale et proficuum, etc. 394 Anno 1224 et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeAm Alioquin penam dupli etc. prò pena vero etc. Item confiteor me Accepisse Ate me9arolias octo minus medio quArtino vini cum vegete cumpu-tatas cum vegete in libris tribus et soldis quinque iAnue Item me-«jarolias sex et dimidiam cum vegete computatas in soldis quinquaginta octo cum vegete que me9arolie sex et dimidia est fiatris tui Ansaldi de infantibus prout confiteris Testes lAmbertus fornarius et bonAcursius et Iohannes filius dicti lAmberti Actum iAnue in camera dicti presbiteri lafranci die duodecimo mAdii in nocte post campanam Ego Guillelmus de sauro confiteor me Accepisse in Accomen-dacione Ate Rubaldo scutario duo paria Arma scutorum et ermorum computata in soldis triginta uiium iAnue Abrenuncians etc. quAs deo propicio debeo portare tunesim causa negociandi et inde quo michi deus melius concesserit et lucrari per libram sicut de meis rebus et de aliis quas porto hAbens licienciam mittendi tibi ex his ianuam cum testibus quam partem voluero et in meo reditu reducere et consignare etc. et deducto tibi capitali quartum lucri habere debeam Alioquin penam dupli etc. pro pena vero etc. Testes Guillelmus de mercato et Albertus de libroria Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die terciodecimo madii inter terciam et nonam (N. 1116, 1118, c. 2o6v., 207) CMXXXI. — 13 maggio - Contessa del qm. Rosso della Volta costituisce procuratore Pagano da Cogorno. Testi Guglielmo de Legio e il notaio Rodolfo. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. ///7, c. 20η ). CMXXXII-CMXXXIII. - 13 maggio — Giovanna del qm. Giovanni Lavagnino d’Albaro dichiara che deve ricevere dal suocero Giovanni de Beta lire diciotto e soldi tredici di genovini per restituzione della dote, che il qm. Ambrogio suo marito ebbe in atti del notaio Azone. — I coniugi Giovanni de Beta e Adalasia promettono di restituire alla nuora Anno 1224 395 Giovanna la dote, metà per la festa di S. Michele, e metà fra un anno. Testi Enrico Maraccio e Pietro de Cella. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 1119, 1120c. 20η, 20η v.) CMXXXIV. — 13 maggio — Aidela, Giovanna ed Alda, figlie del qm. Opizzone de Zocoli per lire cinquanta di genovini vendono a Provinciale Botarlo una casa in Genova, di rimpetto la chiesa di S. Nazaro, confinante colla casa di Nicolò de Volta. Testi Marchisio da Camogli e Giovanni, drappiere. In Genova..... (N. 1121,0.207 v.). CMXXXV. — 13 maggio — Il chierico Guglielmo riceve una somma, che pone in società nella bottega di suo fratello. Ego Guillelmus clericus sancti Nagarii confiteor me Accepisse et habuisse Ate IoannA uxore morandi barilArii libras viginti ianue de peccunia filii tui Ianuini prout confiteris Abrenuncians exceptioni etc. promi-tenstibi quod faciam ita et curabo quod frater nieusbonuslohannes mer-cabitet negociabit cum eis nomine societatis bona fide et sine fraude in apotheca usque Ad Annum proxime Venturum iAnue A IAnua usque Ad Albinganam et usque sigestrum causa negociandi et Ad dictum terminum predictas libras viginti cum totius lucri medietate quod inde exierit vel habuerit dare et redere tibi promito Alioquin penam dupli tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. Testes Andreas serviens domini Archiepiscopi iAnue et Rubaldus scutarius Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die tèrciodecimo madii inter nonam et vesperum (N. 1122, c. 20S). CMXXXVI. — 13 maggio — Il Prevosto di San Pan taleone di Pavia riceve una somma da un canonico di San Lorenzo. 39^ Anno 1224 Ego forniAnesius prepositus sancti pAntaleonis papiensis confiteor me Accepisse A vobis domino presbitero la'ranco canonico iAnue nonime cleri et ecclesie ianue libras tres ianuinorum minoris monete in presentia dominorum Arcidiaconi et Abbatis sancti syri et prepositi de vineis volentium et consentientium Abrenuncians exceptioni etc. occasione literarum domini episcopi papiensis et Abbatis deripata transmissarum domino Archiepiscopo et capitulo iAnue in quibus continebatur quod clerus iAnuensis mihi provideret loco presbiteri oberti de sAlA pro quibus libris tribus et etiam quia provisum est dicto presbitero oberto per abbatem et monasterium sancti syri iAnue tandiu quousque discordia inter clerum et laicos papienses duraverit sicut dico facio vobis finem et refutationem et pactum de non petendo vobis de predictis videlicet Archidiacono Abbati et preposito de vineis et presbitero lAfranco nomine cleri et ecclesie iAnue de omni eo quod vobis petere possem vel ecclesie ianue occasione provisionis mihi faciende loco dicti presbiteri Oberti et insuper promito vobis quod de cetero non molestabo Aliquo modo vos nec clerum iAnue per verba vel literas seu nuncium nec petam quod mihi provideat dictus clerus iAnue loco seu vice Alicuius clerici papiensis qui sit minor me nec loco Aichipresbi-teri Arnulfi nisi vellem esse contentus prebendA minoris me Alioquin si contrafecero penam librarum centum iAnue rato manente pacto vobis stipulantibus promito nomine cleri iAnue propena vero etc. Tester henricus de vineis et Guillelmus et henricus monaci sancti syri die XIII madii in hora vesperi in camera presbiteri lafranci (N. H2j, c. 20S v.). CMXXXVII. - 13 maggio — Simone da San Lorenzo riceve da Berta, vedova di Giovanni de Manica, soldi quaranta di genovini in accomandita, che porta in Sardegna, restituendole al ritorno il capitale e tre parti del guadagno. Testi Gaialdo e Guglielmo de Feno. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, nell’ ora di vespro. (N. 1124, c. 208 v). CMXXXVIII. — 13 maggio — Lanfranco Cavalargio per soldi venticinque di genovini cede a Giovanni de Apulia la metà d’un muro, che trovasi tra le case di essi, poste Anno 1224 397 in Rivoturbido. Testi Guglielmo de Feno, Nicoloso Barbavara e Stabile, maestro muratore. In Genova, c. s., pcco dopo il vespro. [N. 1123, c. 208v.). CMXXXJX. - 14 maggio — Vendita di scudi parmigiani. Ego Iohannes de sAmbuxeto scutarius confiteor me Accepisse Ate henrico de vedano scutario tantum de scutis tuis pArmexAnis Abrenuncians exceptioni etc. unde promitto et convenio tibi dare et solvere tibi vel tuo certo nuncio libras tres iAnue usque Ad medium Augustum proxime et si terminum vel terminos etc. Alioquin penam dupli etc. prò pena vero etc. tali pacto etg. credendo de dampno et dispendio inde tibi dato in tuo simplici verbo sine iura-mento et testibus Testes IAcobus de oliva et obertus de puncio et Guillelmus de monella Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno die quatuordecimo mAdii inter terciam et nonam (N. 1126,0.209.). CMXL. — 14 maggio — Pietro de Nuxeto e Bonaora comprano da Guglielmo Sapiente, scrivano, un mulo per lire tredici di genovini, un terzo di cui daranno ad ogni quattro mesi fino alla totale estinzione del debito. Testi Rosso da Sosiglia e Rainaldo da Levaggi. In Genova, dove abita Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 1127,0.209). CMXLI-CMXLII. — 14 maggio — Pasquale de Curio riceve lire diciasette di genovini per dote della sposa Alda, sorella di Benesia del qm. Rolando di Septa da Framura. Testi Giovanni de Vigo, Bondie de Vigo e Oberto Ferrario da Framura. In Genova c. s. (N. 1128, 1229,0.209). CMXLIII. — 14 maggio — Alda del qm. Rolando de Septa da Framura cede al fratello Benesia i diritti, che le 398 Anno 1224 competono nei beni dei propri genitori. lesti Giovanni Capellerio da Parigi e Bonvassallo Sardena. In Genova, nella casa di detto Bonvassallo, nell’ ora di vespro (N. 1130, C.209V.). CMXLIV. — 15 maggio — Rainaldo Sardena annulla un contratto. Ego Rainaldus sardena remito tibi magistro Iohanni pergamensi notario et refuto cessionem quAm mihi fecisti et vendictionem de Astrico sive de parte Astrici et plAcibilis uxoris quondam oberti pillosi tibi extimAto et lAudato per publicos extimAtores et per consulem civitatis et burgi casAns etvAcuans instrumentum factum per mAnum henrici notarii de serra de cessione et venditione predicta Testes ς3ηί3Γ3ΐηε gardator et baldÌ9onus fornarius die XV madii Ante terciam sub domo canonicorum sancti lAurencii in qua habitat \\ illelmus de feno (A^. 11βΐ, c. 209 v.) CMXLV. — 15 maggio — Ricordo d’una tarida, proveniente dalla Sardegna. Ego IAcobus de villa franca confiteor me Accepisse Ate ogerio de paxAno libras decem iAnue mutuo Abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis dare et redere tibi promito cum soldis tribus iAnue pro qualibet libra infra quindecim dies postquam gallea sive tarida durantis de porcellana et consortum iAnuAm venerit de viatico sardenee quo deo propicio parata est ire sana et salva eunte et 1 edeunte predicta tarida iAnuam vel mAiore parte rerum ipsius taride Alioquin penam dupli etc. pro pena vero etc. Testes mArtinus fornArius et obertus de bargagio Actum iAnue sub domo canonicorum sancti lAurencii in quA habitat Willelmus de feno quinto decimo madii inter terciam et nonam (N. /ijj, c. 209 v.). CMXLVI. - 15 maggio — Giovanni di San Pietro della Porta acquista una quantità di olio. Anno 1224 399 Ego Albertus 9a?ara de levAnto promito et convenio tibi Iohanni de sancto petro de porta dare et tradere tibi vel tuo certo nuncio me9arolias quAtuor olei boni et pulcri Ad iustam mensuram comunis iAnue conductas iAnue ad meas expensas usque ad festum natalis domini proxime venturum et hoc tibi facio prò libris sex iA-nue et soldis quAtuordecim quas debebam dare presbitero Rogerio de mesema sicut scriptum erat in cartulArio comunis foritanorum et de quibus recipiendis dimisit te suo loco et suum procuratorem Alioquin si contrafecero in aliquo penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito rato mAnente pacto et omnibus instrumentis que sunt inter me et dictum presbiterum in sua firmitate mAnenti-bus prò peria vero etc. ita tamen quod Ad dictum terminum mihi debeas redere et tradere omnia instrumenta facta inter me et ipsum presbiterum et scripturas cartulArii cassari tali pacto quod pena co-missa [etc.] Insuper iuro corpolariter Atendere ut supra Testes henricus de rapallo et beltramus de turrigia Actum IAnue sub domo CAnonicorum sancti lAurencii in qua hAbitat Willelmus de feno die quintodecimo madii inter nonam et vesperum (N. 1134, c. 210). CMXLVII. — 15 maggio — La serva dell'Abbadessa di S. Andrea della Porta consegna una somma in società. Nos Willelmus formaiArius et symon eius nepos una confitemur nos Accepisse in societate Ate viride serviente Abbatisse sancti Andree de porta libras sex iAnue cum quibus in terra mercari et ne-gociari tibi promitimus bona fide et sine fraude usque Ad Annum proxime venturum et plus quantum tibi placuerit et Ad dictum terminum vel Alium productum predictas libras sex cum totius lucri medietate quod inde exierit dare et redere tibi promitimus Alioquin penam dupli etc. prò pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum etc. tali pacto etc. Testes marcoaldus et Willelmus presbiteri capellani sancti Andree et presbiter bartolomeus de parma die XVI madii in hora vesperi Actum iAnue Apud monasterium sancti Andree in parlatorio (N. iijj, c.210). 400 Anno 1224 CMXLVUI. — 16 maggio — Marchesio promette di non recare ingiuria alcuna a Lucia. Ego MArchesius callegarius promito et convenio vobis lucie presenti et recipienti quod de cetero non dicAm vel faciAm vobis per me vel Aliam personam Aliquam iniuriam sive aliquod verbum .mu-riosum Aliquo modo neque in aliquo loco Aliquo ingenio vobis neque alteri persone pro vobis Alioquin si de predictis in Aliquo contrafecero penam librarum quinque iAnue vobis stipulanti promito et quociens contrafactum fuerit rata mAnente dicta promissione pro pena vero etc. Et ego dicta lucia versa vice remito vob.s causa con-cordie et pacis omnes iniurias quas huc usque mih. fecistis nec pro eis faciam Aliquam requisicionem sive lamentacionem Aliquo modo coram potestate vel consule Testes paganus ludex de cucurno et sy-gebaldus de rundanina et henricus gardator et oliverius formAiAnus Actum iAnue Ante domum in qua hAbitat dictus paganus die deamo sexto mAdii inter vesperum et completorium et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris factum est pro dicto mArchesio (N. uj , c. 210). CMXLIX. — 17 maggio — Giacomo del qm. Giovanni Sachetti da Traso riceve a mutuo da Verde del qm. Gm-rardo Molasana lire ventuna di genovini, che pron restituire per il primo d’agosto. Testi Vassallo Grugno, G,a-corno suo figlio, e Rubaldo Baraterio. In Genova, sotto la casa dei canonici di San Lorenzo, nona e vespro (N. ιΐβ7> c.2iov.). CML. - 18 maggio - Lanfranco Berrò de Sexto toglie a mutuo da Ambrogio, maestro muratore lire cinque di genovini, che restituirà fra un anno, prestali o garanzia Guglielmo Cavarnio e Gioffredo, maestri muratori. Testi Enrico de Insulis, Giacomo da Pegli e Guido da Levanto. In Genova, c. s., tra nona e vespro (N. 1138, c. 210. ©.). Anno 1224 CMLI. - 20 maggio - I coniugi Ottone e Germana danno mandato ad Opizzone da Sosilia e Giovanni da b. Ambrogio di stimare una casa posta nella contrada di S. Ambrogio. - Germana cede al marito Ottone una casa del valore di lire 28, posta super terra sancti Ambrosii de medio-lano cui coheret antea carubium et retro trexenda ab uno latere domus Rolandi capelleri ab alio domus detesalve de platea-long a. lesti Marchisio da Pegli e Giovanni Leccavela. In Genova, c. s. tra nona e vespro (N- 1139, 1140, c. 210 v.). CMLII. 21 maggio. — Il Vescovo di Brugnato dà esecuzione ad una bolla del Pontefice Onorio III, che ordina di deporre un Abate intruso e ribelle di San Fruttuoso di Capodimonte. Nos Sigebaldus dei gratia pruniAtensis episcopus Apostolice sedis delegatus et domini pApe mAndati executor. ut Apparet per rescriptum Apostolicum inferius Annotatum. RubAldo MonAcho sancti fi uctuosi de capite montis super prioratu et regimine Abbacie ipsius monAsterii iusticia exigente iuxta mAndatum domini pApe nobis iniunctum diffinitive silencium perpetuum imponimus et quicquid super iAm dictis prioratu et Abbacia per literas Apostolicas prò eo factum Attenus extitit. et specialiter processus cantoris terdonensis et suoi uni coniudicum et quicquid ex eis Iudicibus vel ob illos seu occasione illorum secutum est. et specialiter literas obtentas lAntermo de becariA CAnonico pApiensi et preposito de castro novo prò ipso Rubaldo subreticie. A RomAnA sede super confirmanda sentenciA cantoris terdonensis et suorum coniudicum iniquA et irritata in irritum pi orsus revocamus. Iudices supradictos Auctoritate delegationis quA iungimur imo domini pApe expressim proibentes ne in Aliquo contra Albertum Abbatem sancti fructuosi seu ipsum monasterium et monachos occasione litterarum prefatarum eis obtentarum procedere presumant. Alioquin ex tunc sint excomunicati et ipsos excomu-nicamus ex nunc si contra prohibicionem nostram supradietum Abbatem seu monasterium sancti fructuosi et monachos Aliquo modo turbare presunserint et vexAre. dictum etiam Rubaldum incor- Ferretto 26 402 Anno 1224 rigibilem et nequAm A monAehatu et beneficio predicti monAsterii perpetuo separavimus et monasterium Ab ipso et iugo suo impoi tabili diffinitive Absolvimus, hoc imo facimus quia cum predictus Rubaldus per venerabilem pAtrem nostrum hostiensem episcopum tunc Apo-stoiice sedis legatum in lumbardiA prioratu monasterii sancti fructuosi suorum fuerit enormitate scelerum exigente orivAtus. pro Abbate se in dictum monAsterium tanquAm mAgnoribus dignus esset. Cui minus fuerat interdictum procuravit dei timore posposito intrudi, quem cum venerabilis pAter noster Archiepiscopus iAnue eiusdem Auctoritate legati Ab ipsius monasterii regimine Amovisset, et ipse Rubaldus post modum in mAnibus predicti Archiepiscopi si quid iuns hAberet in predictis sponte et devote resignasset. dicto Alberto Abbati sicut vero Abbati pAriter cum Aliis obedientiam prestitit mAnualem. demon beemoht versuciis et iniquitatibus inspiratus mAliciis suis provisuri eidem Rubaldo in Alio monasterio iuxta mAndatum apostohcum postquam Ad matrem ecclesiAm cum satisfacione canonica umihter et cum devotione redierit mores suos et vitam in melius commutando monAsterium iAm dictum multipliciter vexans Abbatem iAm dictum Albertum diversis et variis molestiis indebite in preiudicium mon. sterii et periculum Anime sue provocavit. Vocato quoque solemnmter prenominato Rubaldo ex habundAnti literis nostris sicut apparet per publicum instrumentum Ad maliciam eius superandAm Ad certum terminum Ad presenciam nostram iAm nunc elApsum se super iAm dictis si vellet, qui nec venit nec responsalem quAIem quAlem (sic) destinavit. quAre nos omnem mAlignandi A predicto RubAldo precludere iuxta mAndatum Appostolicum cupientes quieti Abbatis et monAsterii providendo sentencialitei diffinimus et pronunciAmus per omnia ut super dictum est. I enoi rescripti dom pApe talis est honorius episcopus servus servorum dei. Venerabi 1 fratri.. Episcopo pruniAtensi Salutem et Apostolicam benedictionem dilectum filium. Albertum Abbatem sancti fructuosi de capite montis Ianuensis diocesis qui Ad nostram presentiAm nuper Accessit, benigne plenam ei super hiis que circa diversa et vAria monasteiii sui giavA mina nobis exposuit AudientiAm tribuentes. Et quidem nisi mitigas-semus iustum Animi nostri motum. Rubaldum illum vel Ribaldum 'verius ut nomen huius modi ex suis despicabilibus Actibus sorciAtur Anno 1224 •403 Acriter punissemus. et in complices et fautores ipsius necnon et in quosdam quos A nobis veritatem supprimens et suggerens falsitatem iudices impetravit ne multis ei favorabiles contra deum AggravAs-semus fortiter mAnus nostras, predicti enim non tantum in prefatum Abbatem et monasterium suum sed in nos et RomAnAm ecclesiAm graviter delinquere comprobantur dum subcommissionum pAllio A sede Apostolica subreptarum iniquitatis non metuunt ministerium nobis etiAm scientibus et prohibentibus operari, denique dictus Rubaldus minime vel modicum erubescens, quod prioratu eiusdem monAsterii per venerabilem fratrem nostrum., hostiensem episcopum tunc Apostolice sedis legatum suorum fuerit enormitate scelerum exigente privatus, pro Abbate se in dictum monAsterium tanquam mAioribus dignus esset cui minus fuerat interdictum procuravit intrudi, quem cum venerAbilis frater noster.. Archiepiscopus IAnue eiusdem Auto-ritate legati Ab ipsius monAsterii regimine Amovisset, non quievit post modum mendicatis maliciis multipliciter monAsterium vexare predictum et Abbatem eundem diversis et vAriis molestiis provocare. AsociAtis etiam sibi fautoribus et complicibus suis libris ornAmentis et rebus Aliis violenter interdum et quandoquoque furtive spoliAvit ut dicitur monAsterium memoratum. Porro sicut Accepimus inter fautores eius Alios Arestanus et sanso loci eiusdem monAchi qui et idem RubAldus tanquam squAme veemoth se Ad invicem completentes de vAnitate conveniunt in idipsum illius mAliciAm confovendo tur-bacioni et vexAcioni fratrum insistunt ita quod ceteris lapis offensionis et petra sunt scandali, eorumque occasione ordo ibi dissolvitur et religio AnnullAtur. preter id quod ipsius monAsterii spirituAHA et tem-porAliA graviter Alias cotidie collAbuntur sed iudices ipsi ex certa scientia in multis contra eundem Abbatem suAm proficie (sic) illius ponentes perperam processerunt, licet Autem dudum.. Archidiacono maioris ecclesieet.. preposito et WillelmoCAnonico sancte mArie in vineis IAnuensis mAndAvimus ut revocato in irritum quidcquid esset Ab universis iudicibus obtentis Ab illo in prefati Abbatis preiudicium Attemptatum. Apostolicasliterasde premissismentionem non hAbita impetratas et in posterum impetrAndAs invAlidas publice nunciArent et facerent Ab aliis nunciAri et illi mAndAtum nostrum fuerint executi quiA tamen sepeditus Rubaldus et memorati Iudices et fautores ipsius 404' Anno 1224 prefatis monAchis iniquitatis Adipem ministrantibus mAndatis Apo-stolicis resistere molliuntur, nos eis omnem malignAndi additum precludere cupientes fraternitati tue per Apostolica scripta mAndamus. quAtinus sublato cuiuslibet contradictionis et Appelacioms obstaculo iAm dicto RubAldo super prioratu et regimine Abbacie ipsius monAsterii perpetuum silencium imponAs quicquid super hiis per literas Apostolicas prò eo factum constiterit et specialiter processus., cantoris terdonensis et suorum coniudicum et quidcquid ex eis est vel ob illos secutum necnon et literas ipsAs in irritum revocando Ac Iudices quoscumque sedes Apostolica sibi concessit ne procedAnt in Aliquo per censuram ecclesiasticam compescendo. Ad hec prefatos monAchos ne illorum contagio grex pereat universus si sunt tales et incoi regibiles dinoscantur. A monasterio removeas sepedito collocaturus eos Autoritate nostra in locis Aliis prout saluti AnimArum suArum vider.s expedire, super facienda vero restitucione bonorum quibus pie atus Rubaldus cum cumplicibus et fautoribus suis furtive ac violentei ipsum monAsterium spoliAvit sicut iustum fuerit piocedere omitas contradictores per censuram ecclesiAsticAnr ApelAcione post posita compescendo DAtum lAterani VI Idibus Aprilis pontificatus nostri Anno octavo Testes RubAldus prepositus et magister Iohannes Archidiaconus et mAgister hugo mAgiscola et stephAnus et 0 n us et lAfrancus presbiteri canonici IAnuenses et botarius et Ansaldus monAci sancti fructuosi de capite montis Actum .Anue in clAustro sancti lAurencii Millesimo ducentesimo Vicesimo quArto In ìctione UndecimAdie vicesimo primo mAdii Ante terciAm (N. 1141, c. 2111 . CML1II. - 21 maggio - Adalasia, vedova di Giovanni Paneranno, promette di vendere a Giovanni Sarago ferraio, la parte, che le spetta, d’una casa del qm. Raimondo Medico, notaio, cui coheret antea via et retro trexenda ab uno latere domus quondam Nicola barbavarie et ab alio domus ehoms. lesti Armanno da Cogorno e prete Stabile da Rovereto. In Genova, sotto la casa dei canonici di S. Lorenzo, prima di terza (N. 1142, c. 212 v.i. Anno 1224 405 CMLIV. — 21 maggio — Rubaldo de l'oraria acquista una quantità di olio. Nos Iohannes punctius de besamerego et Armanus eius filius confitemur nos Accepisse mutuo gratis Ate Rubaldo de toraria soldos undecim ianue Abrenunciantes exceptioni non solute et non Accepte peccunie unde promitinus et conveniemus tibi dare et tradere tibi mediAm bArilem olei boni et pulcri conductAm iAnue Ad nostras expensas Ad iustam mensuram comunis iAnue per totum mensem IAnuarii proxime venturum Alioquin penam dupli et dampni et dispendii rato mAnente pacto tibi stipulanti'promitimus pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint etc. Et ego dictus Armanus facio hec omnia iussu predicti patris mei Testes Willelmus de feno et symon de ripata Actum iAnue sub domo CAnonicorum sancti lAu-rentii in qua hAbitat Willelmus de feno die vicesimo primo mAdii inter terciam et nonam (N. 114], c. 212 v.). CMLV. — 21. maggio — Bernarda, moglie di Simone Ligalupo, essendo stata ingiuriata da Catania, moglie di Enrico de Bernardo da Struppa, costituisce procuratore Rodolfo. Testi Guidone, fratello di detta Bernarda, e Ottone di Val di Trebbia. In Genova c. s-, tra nona e vespro [N. 1144, c. 212 v.). CMLVI. — 1-26 agosto — Lite insorta per una fontana d’acqua in Rapallo. die primo Augusti ponit vassallus quod Aqua quA vult uti dictus vassallus et de qua fit mencio in lamentacione dicti vassalli est versus orientem et retro domum Rolandi de cerrea que domus est in rapallo in qua habitat dictus Rolandus Respondit Rolandus sub calumpnia non credit Item ponit quod tempore quo erat Aqua in dicto loco sive retro domimi in qua ipse rolandus habitat habitatores qui prò tempore 4o6 Anno 1224 consueverunt habitare in domo dicti vassalli posita in tapallo ubi dicitur cela in qua consuevit stare Albertus pigatus consueverunt ire prò Aqua ad dictum locum videlicet retro domum in qua habitat dictus Rolandus Respondit RolAndus non credit suo tempore sed tempore quo non erat terra sua consueverunt sed pro bonitate Item ponit quod dictus vassallus tempore quo stabat in domo sua predicta de rapallo Aportabat de Aqua cum persona sua de dicto loco videlicet de illa que erat retro domum in qua habitat ipse rolandus Respondit non credit quod portaret nisi per bonitatem illorum qui stabant in domo in qua habitat ipse rolandus Item ponit quod homines et mulieres qui habitabant in domo dicti vassalli predicta ibant tempore quo erat Aqua in dicto loco videlicet retro domum dicti rolAndi descendenbat desuper domum dieti rolAndi in qua ipse habitat Respondit rolandus non credit postquam terra fuit sua Item ponit quod tempore quo bonAvia parolius stabat in domo in qua habitat dictus rolandus mAnentes et habitatores domus dicti vassalli ibant prò tempore quAndo Aqua erat 1 etro domum in qua habitat dictus Rolandus Ad portandum Aquam de loco posito retro domum dicti RolAndi sine Alicuius contradictione Respondit non credit quod portarent Aquam nisi pro bonitate ipsorum qui stabant in domo in qua habitat rolAndus ponit RolAndus quod tres mAcerie sunt super terra dicti rolandi A loco de quo dicit vassallus qui solitus est aportare Aquam usque Ad summum versus ponentem sive occidentem Respondit Vassallus credit de una Item ponit quod dicta mAceria de qua confessus est vassallus erat ibi ubi est Ante quam terra est ipsius RolAndi Respondit vassallus credit die primo Augusti dulcis de rundo iuravit et dixit scio et certa sum quod sunt Anni XX et plus quod ego stabAm in rapallo ubi dicitur pinus et steti ibi bene per Annos VI et plus et scio quod tunc stabat ibi Albertus pigatus pater altadone uxoris vassalli et in domo dicti rolandi in qua ipse nunc habitat stabat tunc bonAviA robelus pro tempore et bo-navia parolius pro tempore et scio et certa sum quod familia dicti Alberti pigati videlicet filii sui et uxor et vassallus et pediseca ibant Anno 1224 407 pro Aqua et Ad portandum de Aqua de domo sua que nunc est vassalli Ad locum illum qui est retro domum in qua habitat rolandus de cerea et hoc faciebant tempore quo erat ibi Aqua et nunquam vidi quod Aliquam personam (sic) ipsis contradiceret sed tempore quo terra fuit rolr\ndi de qua Accipiebant aquam non vidi Aliquem portare et vidi quod dicta familia ibat pro Aqua Ad dictum locum pro Aqua desupra domum in qua habitat nunc rolAndus juxta orivale quod tunc ibi erat Nubelotus iuravit et dixit scio et certus sum quod pro tempore quando erat Aqua retro domum in qua habitat nunc rolandus in una fovea vidi quod mater Altadone uxoris vassalli et ipsa Altadonna quandocumque ibant pro Aqua et Aportabant Aquam de loco posito retro domum dicti rolandi in qua nunc habitat rolandus et ibant desuper domum predictam dicti rolandi prope olivaie ibi positum et bene transiebant per mAcerias illud id vidi de bordella que stat in domo dicti vassalli preter quam vidi quod bordela ibat desubtus domum et non vidi quod aliquis contradiceret et scio quod bonAviA robelus stabat in domo in qua stat rolandus nunc et vidi bene quod bordella portavit tempore rolandi postquam terra fuit sua supra qua est domus rolandi Ansaldus felegerius iuravit et dixit scio et certus sum quod domus rolandi et vassalli sunt prope et scio et certus sum quod familia patris Altadone qui vocabatur Albertus pigatus ibAt pro Aqua Ad fontem unum qui pro tempore habebat Aquam et qui solitus est esse retro domum dicti rolandi et scio quod familia dicti Alberti ibat ad dictum fontem pro Aqua desupra domum rolandi in qua ipse nunc habitat et ibat per unum senterium quod ibat per terram dicti rolandi et ibat prope olivAle et non vidi quod aliqua persona contradiceret dicte familie ire pro dicta aqua et vidi quod bordella Aportavit de Aqua dicte fontis iAm sunt circa Annos duos que bordela stabat in domo dicti Vassalli predicti et non vidi quod aliquis contradiceret bordelle ire pro Aqua et scio quod dictus fons est super terra rolandi die octavo Augusti Willelmus de viali iuravit et dixit scio et certus sum quod ego eram in domo Alberti pigati patris Altadone que domus est rapalli prope domum rolandi de cereo causa faciendi oleum 40 8 Anno 1224 sive olivAs et scio quod ego unA nocte tunc ivi cum MAcio uno de cannis sicis Accensis causa faciendi lumen Ad fontem qui erat tunc prope domum dicti rolAndi et retro dictam domum et ivi tunc cum serviente uno qui stabat cum dicto Alberto pigato vel cum filio suo et ipse filius vel vassallus Aportavit inde Aquam plenum vA-sculum quod habebat et hoc est bene iam sunt Anni XLIIII et plus die XXVII Augusti Adalasia uxor nubeloti mihi iuravit et dixit scio et certa sum quod ego vidi familiam Alberti pigati quondam videlicet filias suas et neptes et servientem ire pro Aqua Ad unun fontem qui erat retro domum rolandi de cereto et ibant prò dieta Aqua tempore quo ibi erat Aqua desuper domum dicti rolandi et iuxta fractorium desubtus et non videbAm quod Aliquis contradiceret et hoc vidi per multos Annos et post mortem, dicti Alberti vidi quod habitatores dicte domus deportabAnt Aquam de dicto fonte scarsela iuravit et dixit id ut dieta Adalaxia excepto quod dixit quod bene vidit per Annos XX et plus familiam dicti Alberti uti dicto fonte quando ibi erat aqua sine Alicuius contradictione et bene ibat per dictum locum desuper domum et desubtus fractorium per unum senterium bene batutum MAbilia uxor dureveri iuravit et dixit id ut AdAlAxia et plus quod ipsamet portavit multocies Ad domum dicti Alberti pigati tempore quo ipse vivebat et bene vidi quod familia sua portabAt de dicto fonte Aquam sine contradictione alicuius per XX Annos die eodem Iohannes lungus iuravit et dixit scio et certus sum quod ego steti per tres Annos cum Alberto pigato prò suo serviente et scio quod ego ivi multociens tunc Ad dictum fontem qui est retro domum rolandi predicti et deportabant AquAm inde et similiter faciebat familia dicti Alberti pigati et non vidi quod aliquis contradiceret et scio quod ibam prò dieta Aqua desupra domum rolAndi et desubtus fractorium unum... (N. 707, c. i]6 v.). CMLVII. — dopo il 26 agosto — Ricordo di accomandite fatte in Acri. Anno 1224 409 difitetur Iulianus quod non habuit Aliquid de rebus pascalis fratris sui quando ivit in viatico ultramaris Item difitetur per iuramentum quod non habuit nec recepit cum dicto pascale libras XL A iacobo mAlono nec fuit ei obligatus in Aliquo cum dicto pascale nec ipse pascal Accepit ipsas libras XL voluntate nec precepto dicti IuliAni et confitetur quod ipse IuliAnus rogavit dominum IAcobum malonum quod mutuaret ei ipsas libras XL et consuluit sibi sed non se obbligavit Item confitetur IuliAnus quod bene obbligavit se in instrumento. lAfranco fornario de libris IIII prò vernigatis et cupis sed dictus pascal ipsos vernigatos et cupas portavit et vendidit et non habuit inde proficuum IuliAnus et... Item confitetur quod IAcoba uxor pascalis Accomendavit dicto IuliAno pecias IIII fustaneorum computatas in sol XXXII1I et non plus sed ipse pascarius non Item confitetur quod ipse non debet pascali Aliquid pro indumento quod habuit quando venit de sancto IAcobo quia bene solvit dicto pascali illud quod debebat pro dicto indumento Item confitetur quod non debet pascali Aliquid de sutulAribus nec de caligis quìa bene solvit eis denarios XXVIII pro duAbus pAribus sotularium Item dicit quod non solvit nigre Aliquid pro ipso IuliAno Item dicit quod non solvit Aliquid tiburgie eius precepto nec voluntate Item dicit quod nichil solvit pro eo in tunica nec gascapo quando ivit ultramAre IuliAnus Item dicit quod non debet ei aliquid de gasapiis duAbus Item dicit quod bene solvit sol. VI uxori Iacobi mAloni sed ipse pascal debebat ipsos sol. VI IuliAno Item dicit quod non solvit Aliquid pro eo ogerio mAlono Item dicit quod non Accomendavit ei in Acri Aliquid Item dicit quod non debet ei aliquid pro gascapo nec pro canis quAtuor canavAcii nichil dixit pascal per iuramentum quod nichil debet IuliAno pro bi-sanciis XX quos dicit IuliAnus in suo scripto sibi Accomendasse Item dicit quod'nichil ’debet IuliAno pro bisanciis LII quos dicit 4io Anno 1224 sibi accomendasse preter quod sibi Accomendavit ultramAre tantas dalmasenas sicas de quibus habuit sol. V de denariis Acri Item de peciis quAtuor cendati dixit quod non habuit ipsas nec aliquam ab eo Item dicit quod non habuit A Iacobo malono pro ipso IuliAno libras X nec aliquid Item dicit quod nichil recepit A montagna pro ipso IuliAno Item dicit quod nichil dedit IuliAnus pro eo Adalaxie eius pre-cepto nec voluntate Item dicit quod nihil habuit de bove Item dicit quod bene habuit sol. XXIIII dicti IuliAni pro precio vache sed propterea redidit ipsos dicto IuliAno in precio unius tu-nice de carne pista Item dicit quod nihil habuit de bombecino nec pipere nec de boconino A dicto IuliAno preter cannAm unAam de caratino Item dicit quod non expendidit pro ipso IuliAno sol. X causa eundi romam alicui eius precepto nec voluntate Item de mefena dixit quod non dedit suo precepto nec voluntate Item dixit quod non habuit Aliquid Ab ogerio de albario prò dicto IuliAno Item dicit quod nescit si Accomendavit uxori sue Iacobe Aliquid Item dicit quod habuit Ab ogerio mAlono libras III quas ipse dicebat quod de [be] bat IuliAno sed postea redidit dicto ogerio solidos XL precepto consulis et Alios tenet licencia ogerii Item dixit de Archeta quod nichil habuit de parte sua (N. 707 a c. ij8 v.) CMLVIII. — 15 ottobre — I giudici delegati del Pontefice assegnano un termine in una lite agli uomini di Vezzano. ..... de Ve9ano scilicet Ugolinum et RolAndinum et petit Abeis dicto nomine sextaria frumenti CCCC Ad sextarium de brugnAto de frumento districtus castri de suvero. hoc imo quia dictus quondam Guillelmus fecit Vendictionem dicto episcopo dicto nomine Anno 1224 411 iuris percipiendi AnnuAtim sextarium unum dicti frumenti Ad dictam mensuram de quolibet vilAno existente in curia dicti castri et possessorem se constituit nomine dicti monAsterii et quia post ipsAm vendictionem inter ipsos heredes et dictum Guillelmum perceperunt sextaria CCCC de dicto frumento pertinenti ipsi monAsterio ex ipsa vendictione imo Agunt et petunt ut supra et omni iure vel ponunt extimAtionem dicti frumenti si non extat quAm ponunt in libris LX iAnue die XV Octubris Nos mAgister hugo mAgiscola et bertolotus sAcrista iAnuenses iudices delegati domini pape dAmus terminum peremptorium predictis pArtibus ut sint coram nobis iAnue in octavA epiphAnie proxime et dedimus libellum et exemplum rescripti predictis hominibus de νεςβηο [N. 707. b., c. 140) CML1X. — 2 dicembre — L’ Abate di S. Stefano da in locazione una tavola di terreno. Φ In nomine domini nostri ieshu Xpisti. Nos RAmundus Ab-bAs MonAsterii sancti stephAni de iAnuA consensu et Voluntate et in presentiA fratrum nostrorum Videlicet dompni Iohannis prioris. Benedicti Rogerii. Nicolosii et Gregorii. Locamus et concedimus tibi MArchesio de minuta nomine locationis A festo nAtalis domini proxime venturo usque Ad Annos viginti novem completos proxime venturos et tuis heredibus ex te nAtis tantum tabulAm unAm terre positAm prope BAlneum dicti MonAsterii. Cui coheret Ante viA et rivusturbidus et retro terra monAsterii predicti Ab uno lAtere hedificium quArtani Ab Alio hedificium Alberti de lAvAniA. TAli pActo quod tu vel tui heredes ex te nati tantum debeas inde dAre et solvere nobis vel successori nostro singulis Annis usque Ad dictum terminum infra octavAm nAtalis domini soldos quAtuor iAnue Aportando eos Ad dictum monAsterium et ibi solvendo et quod hedificium ibi suppositum 11011 debeat hAbere retro hostium. Aliquid nec fenestrAm nec AliquAm Aperturam unde Aliqua per-sonA posset intrare Aut inspicere in orto retro posito excepta Al-cheriA Amplitudinis digitorum quatuor tantum pro lumine redendo 4t2 Anno 1224 neque sediliA sive necessAriA retro hAbere neque clAvicam retro murum dicti hedifieii hAbere. et si forte tu vel tui heredes ex te nAti vendere volueritis hedifìcium debeas denunciAre prius Abbati dieti monAsteri qui prò tempore fuerit, et si predictum monAsterium emere voluerit debeat hAbere Ad minus soldis decem quAm quelibet AliA personA et si emere noluerit emptor quicumque vel quecumque ipsum hedifìcium emerit vel in solutum receperit teneatur dAre per quAmlibet libram denarios duodecim monAsterio predicto pro investitura et pro recognoscendo dominum ipsius soli et si predictum hedifìcium Alienaretur Ate vel Ab heredibus tuis ex te nAtis Aliquo modo ita quod tu vel tui heredes ex te nAti ipsum non hAberetis. dicta locatio sit cAssA et vAcuA et nullius vAlloris et ultra non teneAt. QuAm terrAm ut supradictum est semper legitime defend[ere] et Auctorare Ab omni personA et non impedire nec pensionem Accrescere usque Ad dictum terminum tibi nec heredibus tuis ex te nAtis sub penA librarum viginti iAnue rato mAnente pActo tibi stipulAnti promitimus. pro penA vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observAndis omniA bonA dicti monstAerii hAbita et habendA tibi pignori obligamus, possessionem inde nomine locationis usque Ad dictum terminum tibi tradidisse confiteor. Et ego dictus MArchesius promito vobis domino AbbAti predicto Atendere complere et observare ut supradictum est per me meosque heredes et in nullo contravenire et si forte Aliqua personA in honeste fame vel iniuriosa monAsterio predicto in ipso hedificio staret contra voluntatem mAioris dicti monAsterii eAm exinde expellAm infra dies decem postquAm mihi per AbbAtem vel mA· iorem dicti monAsterii preceptum fuerit. Alioquin si de predictis in Aliquo fuerit contrafactum penAm Viginti librarum iAnue vobis stipulantibus promito dicto AbbAti pro penA vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia mea bonA hAbita et habendA vobis pignori obligo. penA vero commissA cadAm Ab omni iure dicte locationis et nichilominus penA exigi possit 1 estes Odo de sacto syro et Iohannes de Verrubio et Ricobonus de lAva-niA Actum Apud MonAsterium predictum sub pontili dicti AbbAtis. Millesimo ducentesimo vigesimo quArto Indictione duodecimA die secundo decembris inter nonam et Vesperum et inde fiunt duo in- Anno 1224 413 strumenta, eiusdem tenoris istud· vero factum est pro dicto MAr-chesio (S. Γ.) Ego SAlmonus Notarius Rogatus scripsi (r) CMLX. — ..... Scongiuro fatto dal notaio. In nominis pAtris et filii et spiritus sancti Arnen Ego te incanto ad honoiem dei et virginis domine sancte mArie de serpe et de scorcon de tarantola de cesaro de saiton de lAxerton de stras de bu9 de scorfano de lupo de cane rabioso de fasene et de mAia et de omni mAla umbra In nomine patris et filii et spiritus sancti. Ad honorem salvatoris et groriosi dei patris qui de virgine fuit nAtus ad mortuos donavit requiem eternam et Ad vivos pAcem sancta corpora que in roma iAcent sancta duodecim Altaria sancti duodecim compatres fontai sancte misse que canuntur in pAscha et in nAtali sanctus petrus sanctus pAulus sanctus mArcus sanctus mAtheus sanctus luca et sanctus Iohannes per istos quAtuor evangelistas et per corpus Ihesu Cpristi liga lo serpente cum lo veneno ardente liga lo scor9on cum lo veneno maiori liga la tarantora quante de et quante naxerne de et omnia mala fiscula qui venenum et tosicum in buca portant quod in nullo tempore possint farmare petro Innomine patris et filii et spiritus sancti Amen. Sicut virgo beatissima sancta mAria non habuit malum nec doliam de suo filio in ventre portare ita per nullum tempus de mundo possit hAbere mAlum petrus de serpe de scorono de tarantora de lupo de cane rabioso de iasene de mAia et de omni mala umbra In nomine patris et filii et spiritus sancti Amen et debet accipi filum filatimi primo die veneris marcii a femina virgine et debentur facere tres nodo in filo et postea comburi et non tibebis postea venenum predictorum incantando (N. 70S, c. 140 v). (l) Pergamene di S. Stefano, Mazzo II, Ardi, di Stato. ■ 1 . . ■ _ - CMLX1I. — 19 aprile. — L’Abbate di S. Stefano dà in locazione una terra. ^ In nomine domini nostri ìhesus Xpisti Amen. Nos RAmundus Abbas monasterii sancti stephAni iAnue in presencia consilio et consensu fratrum nostrorum videlicet dompni Iohannis prioris benedicti et Rogerii locamus et concedimus tibi Anjirofo de strupa formAiArio A festo nAtalis domini proxime preterito usque Ad Annos viginti sex quamdam terram vAcuAm dicti monAsterii positam retro hedificium tuum quod habes supra terram [dicti monAsterii] prope viAm in podio de sancto stephano sicuti est Amplum dictum hedificium tuum retro Cui terre coheret inferius hedificium tuum A duAbus partibus terra eiusdem monAsterii et superius terra dicti monAsterii locata denArio. Ut possis ibi facere quicquid volueris usque Ad dictum terminum ita tamen quod debeas recipere AquAm pruviAlem que ibi venerit et non proicere super terram Alicuius vicini quAm terram non impedire nec Auferre nec subtrahere nec pensionem petere usque Ad dictum terminum sub pena librarum quinque iAnue rato manente pActo tibi stipulanti promitimus pro pena vero et pro omnibus supradictis Atendendis et observAndis omniA bonA dicti monAsterii tibi pignori obligamus possessionem inde nomine locationis usque Ad dictum terminum tibi tradidisse confitemur et hec omniA facimus tibi Ad complementum terre supra quA est dictum hedificium tuum que est minus quAm tibi promisimus et quAm continetur in carta locacionis eius Et predictus Abbas et A^irofus predictus confitemur nobis Ad invicem quod murus positus in medio dicti hedificii ΑΓςΪΓοΑ et domus dicti monAsterii iuxta posite, est comunis mei Anjirofi et dicti monA- 4i 6 Anno 1225 sterii equAliter prò indiviso Et ego dictus Argirofus confiteor me Accepisse terram predictam yAcuAm pro suplemento predicto Testes VivAldus callegarius et lAfrancus cavAlArgius et Guillelmus de bAlneo et bonus vAssAllus bAvArascus Actum Apud dictum monAsterium sub pontili dicti Abbatis Millesimo ducentesimo vicesimo quinto Indictione duodecimA die decimo nono Aprilis post vesperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris istud vero factum est prò dicto monasterio Ego SAlmonus Notarius Rogatus ScripSi (r). C) Pergamene di S. Stefano, Mazzo II. CMLXII. — 31 maggio — I coniugi Bonadonna e Giovanni, fornaio, figlio del qm. Giovanni Forte de Vegoli, ricevono a mutuo lire dieci da Guglielmo, medico alla Chiavica. Testi Pietro da Valdettaro e Oberto de Beiforte. In Genova, presso la casa, dove abitano detti coniugi, nel forno di Bonvassallo de Domo, tra vespro e compieta (A. ηΐ4 e, c. 14J bis). CMXIII. — 2 giugno — Testamento di Giovanni de Crosa, tessitore. Ego Iohannes texitorius de crosa contemplAtione ultime mee voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem. In primis volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiAm sancti stephAni IAnue prò AnimA meA iudico soldos vigiliti quAtuor iAnue quorum decenum operi sancti lAurencii iudico Item de predictis denarios duodecim operi ecclesie sancti michAelis dicti monAsterii Item soldos tres campAuili et residuum pro meA sepultura iudico. uxori mee IAcobe lego lectum meum garnitum scilicet culcitrAm sAconum cosinum et linteAminA triA coopertorium et origerium ultra raciones suAs Item lego eidem medietatem hedificii mei in quo hAbito in vita su A Ad morandum et usufructandum et post suum decessum volo quod redeat et sit dicta medietas predicti hedificii ricoboni filii sui et ogerini IAcobini et lAfrancini nepotum meorum equaliter et Alia medietas sit filie mee Giullie in vita suA ad usufructandum donec vixerit et post eiusdem decessum redeat ipsa medietas predictis ricobono oge- Ferretto 27 Anno 1226 lino Iacobino et lAfranchino et si dictus Ricob’onus decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei predictos nepotes meos equa liter et si predicti nepotes mei decesserint sine legitimo herede ex se nAto substituo ei superstites. Item lego eidem lAfranchino iupo-nem meum et mAciam et spatam et scutum et cacetam et sArabulam et camisiam Item lego guilie filie mee linteAmina duo Item lego, dicte uxori mee pelles AngellinAs meAs coopertas de stamine torti virmilio Item mAntellum meum blaveti et garnagiam blAveti et pArutellas tres et iupam blancam et viridem iupam et Aliam iupam ruptam et camisias tres et orales quatuor et bombecinum unum et Annullos suos Item Aide pedisece mee lego indumenta suA quibus utitur et unum tellarium bene garnitum et frasatam unam lAfranchino et saconem Item oberto de lAvAniA tunicam unam meam Item Willelmo fran-cigene soldos tres et hec est mea ultima voluntas que et si non valet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et si qua testamenta feci quondam illa casso et vacuo et nullius valloris esse iubeo Testes rogati presbiter bonisigna capellanus sancti stephani et Albertus canonicus sancti georgu et quartanus callegarius et rollandus ferrarius et Iohannes de Apulia et mArtmus Actum Ianue in domo dicti Iohannis textoris die secundo Iunii inter terciam et nonam (A. 714 J., c. 144)· CMLXIV-CMLXV. — 3 giuSn0 - Candolfo Astabella costituisce i procuratori nella lite, che il Pontefice affidò all’ esame di Ugone, magiscola della Cattedrale, e di Pietro, prevosto di S. Maria delle λ igne Gandulfus AstabellA sAonensis In presentia domini mAgistn hugonis mAgiscole et domini petri prepositi sancte MArie de vineis domini pape delegatorum prout dicunt confitetur in iudicio de boms quondam Amedei Albertengi nec boni Iohannis filii quondam et heredis dicti Amedei Aliquid possidet nec tenet nec Alius prò eo nec idem desiit possidere vel tenere nec est nec curator dicti boni Iohannis nuncius nec executor est bonorum dicti boni Iohannis nec Amedei predicti nec defende [re] vult bona predictorum Ameidei nec boni Iohannis contra AbbAtem sancti IAcobi de latrenorio Testes Anno 1226 419 RainAldus canonicus IAnuensis et nicolA lercarius canonicus de vineis et mAgister berrardus canonicus sAonensis Actum IAnue in clAustro sancti lAurentii die tercio Iunii Ante terciam Ego GAndulfus AstabellA sAonensis constituo vos Airaldum servientem domini SygebAldi novAriensis canonici IAnue et IAcobum clericum sancti sAlvAtoris de sA^ano presentes et recipientes utrum-que in solidum meos procuratores in causa que vertitur et habeo vel habere spero contra AbbAtem de lAtrenorio sub examine domi-noi um mAgistri hugonis mAgiscole et petri prepositi de vineis ut possitis Ambo insimul vel uterque in solidum Agere et experiri excipere et replicare et defendere et AppellA re et omnia facere que merita causArum vel cause postulabunt promitens me ratum et firmum habiturum quidquid feceritis Ambo insimul vel uterque in solidum in predictis et promito de indicato solvendi relevAndo vos A satisfactione Testes Rainaldus canonicus Ianue et mAgister ber-1 ardus canonicus saonensis Actum Ianue in clAustro sancti lAurencii die tercio Iunii Ante terciAm (N. 7/7, ηι8, c. 144, 144 v.). CMLXVI. — 4 giugno — Adamo, canonico della pieve di Moneglia, riceve da prete Giovanni, ministro della chiesa di Agio, una somma, che gli avea data a mutuo. Testi Antonio Porcello, maestro Ugone, magiscola. ed Oberto Cavarunco. In Genova, nella camera del Magiscola, nell'ora di terza (N. 7/9, c. 144 v.). CMLXVII. 5 giugno — Nicolò de Volta toglie a mutuo una somma Ego Nicola de volta filius quondam RAmundi de sesa confiteor me accepisse Ate henrico de levagio libras quinquAginta duAs IA-nue Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus vendo trado et cedo tibi omnes terras iura raciones et Acciones que et quas habeo vel visus sum habere ut continetur in laude facta michi per homobonuni de basiano iudicem et vicarium domini baldoini Advocati facta per mAnum stephAni notarii currente millesimo ducentesimo vicesimo 420 Anno 1226 secundo Indictione nona die vicesimo secundo Marcii... 1 estes Ru-finus Astensis iudex et Ansaldus filius Guillelmi maioni et Iohannes de bisanne draperius Actum Ianue in ecclesia sancti Laurentii die quinto Iunii Ante terciam. (N. 720, c. 144 v.). CMLXVIII-CMLXIX. — 5 giugno — Enrico de Levagio loca per dieci anni a Mirata, vedova di Giovanni da Libiola ed ai fratelli Lavagnino, Stefano e Bonaventura le terre, che oggi ha acquistato.. 1 esti c. s. In Genova c. s. {N. 721, 722, c. 143). CMLXX-CMLXXI. — 5 giugno - Mirata, vedova di Giovanni da Libiola, e i fratelli Stefano e Lavagnino dichiarano che per il primo di settembre daranno soldi quaranta a Nicolò de Volta. — La stessa dichiara che darà al figliuol suo Obertino ciò che conseguirà da Enrico de Levagio. Testi Giovanni del Bisagno, drappiere, Ansaldo Malone, Rodegerio, giudice, e Ruffino d Asti, giudice. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, prima di terza e fra terza e nona 744> 145> c- r49< IS0)· CMLXXII-CMLXXIII. - 6 giugno — Marino del qm. Gandolfo de Casali, da Struppa riceve lire diciannove per dote della sposa Anna e dal suocero Opizzone de Saliceto una casa, posta in Struppa. Testi Marchesio Elefante, Mar-chesio da Camogli, Rollando de Boni e Giovanni Saliembene. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N- 746) 741> c■ IS0)· CMLXXIV. — 8 giugno — Il Prevosto di S. Eusebio di Gambalate costituisce un procuratore. Ego presbiter hugo prepositus ecclesie sancti eusebii de gambolato constituo te presbiterum Arnulphum presentem et recipientem procuratorem meum et meum certum nuncium speciAIem in questione vel questionibus que vertitur vel verti speratur inter P. cie- Anno 1226 421 ricum dicte ecclesie de gambolato Ab una pArte et me presbiterum Ugonem ex altera super quadam domo et rebus Aliis sub exAmine venerabilis prioris ecclesie sancti gervAsii pApiensis domini pape delegati ita quod tu dictus procurator possis defendere et excipere et agere et experiri contra dictum P. et omne demum facere que merita negociorum seu negocii postulabunt promitens sub ypotheca bonorum meorum quod ratum et firmum hAbebo quicquid feceris in predictis Testes mAgister Iohannes frater dicti Arnulfi Actum Ianue in camera dicti mAgiscole die VIII Iunii inter nonam et vesperum (N. 748, c. ijo). CMLXXV. — 9 giugno — Tancredo de Pisina da Valdettaro vien accordato per imparar l’àrte del tornitore. Ego Guirardus de pocolasco ferrarius promito tibi Iohanni de fraxaweto et Andree filio tuo quod faciam ita et curabo quod tan-credus filius quondam stephAni de pisina de vAldetario stabit et perseverabit vobiscum usque Ad Annos octo proximos causa lAbo-randi de Arte tornArie Ad vestram utilitatem et vobis serviendi in domo et extra domum de serviciis convenientibus que poterit et sciverit facere et quod custodiet et salvAbit vobis res vestras et eas quas in sua potestate posueritis et quod non Accipiet uxorem sine vestra licentia infra dictum terminum Alioquin si in aliquo fuerit contrafactum penam librarum decem ianue rato manente pacto vobis stipulantibus promito pro pena vero etc. Abrenuncians iuri quo cavetur principalem debitorem primo conveniendum Insuper ego dictus tancledus iuro corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis Attendere et observAre ut supra dictum est et promissum per dictum Guirar-dum bona fide et sine fraude nisi iusti dei impedimento vel oblivione vel vestra licentia remanserit Et ego dictus Iohannes promito tibi dicto tancledo docere te de dicta Arte nostra bona fide et sine fraude et dAre tibi vitum et vestitum convenienter et non facere tibi Aliquam suprapositam quam non possis sufterre et dare tibi soldos decem iAnue et octo ferramenta de torno de Arte nostra in fine dicti termini Alioquin penam librarum decem Ianue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes berto- 422 Anno 1226 linus de saneto donAto et IAcobus mAcellarius et obertus custos sancti lAurencii Actum IAnue sub domo in qua hAbitat Willelmus de feno die nono Iunii inter terciam et nonam et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris (ΛΓ. 7-/Ρ» c- 15° ν· ■ CMLXXVI. — 10 giugno — Raimcndo, borghese di Montpellier, e Guglielmo Pasteca. battifolio. essendo in lite, eleo-crono arbitri Guirardo Elie ed Anseimo Mercerio. Testi oc* Guglielmo, \ incenzo Beltramo, battilolio, e Giacomo Elie. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, nell ora di terza. (-V- 7)0, c. 130 ».). CMLXXYII. — 10 giugno — Ricordo d'un accomandita per il Principato. Ego Willelmus mAdA de clAvica confiteor me Accepisse in Accomendacione A te Aridono de lAvAniA libras quAtuor iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quAs deo propicio portare debeo in principAtum vel quo mihi deus melius concesserit et expendere et luerari per libram sicut de meis rebus et de Aliis quAs porto hA-bens licencL\m mitendi tibi ex hiis IAnuAm Ante me et post me cum testibus quam pArtem voluero implicatam in mercibus quibus mAluero et in meo redditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri hAbere debeam Alioquin penAm dupli tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. Testes dondedeus de sauro et Iohannes gardator Actum iAnue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua hAbitat illelmus de feno die decimo Iunii inter terciam et nonam |Λ. 730 bis, c. 131Ì. CMLXXYIII CMLXXIX. — io giugno — Giacomo Xer-vegno toglie in affitto da Oliverio. coltellinaio, corei ium unum del valore di soldi quaranta, dandogli soldi tre per diritto di prestito. Testi Bonvassallo Caligepalii. Pagano Scorza e Guaraco. — Giovanni Pisis de Gabella e la moglie Soliana da una parte. Raimondo de Bardi e Giulia. \'edova di Be- Anno 1226 423 rardo de Bardi dall'altra, essendo in lite, eleggono arbitro Guglielmo de Albocapite. Testi Bonvassallo de Bardi. Giovanni gardator, e Guirardo da Pavia, giudice. In Genova, di rimpetto la casa, dove abita Guglielmo Fornario, e presso quella dove abita Guglielmo de Feno. tra nona e terza I 714 a, 7// b, c. 143 bis). CMLXXX. — 10 giugno — Giovanni Lavagnino fa testamento. Ego Iohannes lAvAninus contemplacione ultime voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis volo corpus meum se-pelliri Apud ecclesiAm sancti Andree prò Anima meA iudico soldos viginti quArum decenum operi sancti lAurencii iudico et residuum pro meA sepultura sorori mee Guillie lego denarios duodecim pro falcidiA de his sit contenta reliqua bonA meA lego lucie filie quondam pecardi et in hiis eam mihi heredem instituo predictam luciam et hec est meA ultima voluntas Testes symon form Ai Arius et s\ ruon rubeus et bonAventurA de fontanegi et symon de sancto ci priAno et iAfranchinus de ole Actum IAnue in domo in qua hAbitat dictu» Iohannes die X Iunii in hora vesperi l-V. J14, c. 14] bis). CMLXXXI. — 10 giugno — Fazio Osbergero riceve a mutuo da Aidelina de Cerro lire diciassette, che restituirà fra un anno. Testi Marchesio. ferraio in Piazzalunga, e Stefano Osbergero. In Genova, nella casa dove abita detto Fazio, nell ora di vespro (A. 751, c. iji). CMLXXXII-CMLXXXffl. — n giugno - Simone, formaggiaio alla porta di S. Andrea, riceve lire novantadue per dote della sposa Simona. computata una terra, posta in Casamavari. Testi Marchisio da Carignano. Giovanni Sarago. ferraio, e Guglielmo de Pomario. In Genova, nella casa dove abitano detti sposi, nell ora di nona (Λ- 7i2, 753> c- I5I> I5‘ ' -*· 424 Anno 1226 CMLXXXIV. — 12 giugno — Lorenzo del qm. Viale de Fossatello riceve lire sei per dote della sposa Bonaventura. Testi Siinone, Giovanni e Ottobono, formaggiari, e Gandolfo da Bavari. In Genova, alla porta di S. Andrea, dove abita detto Giovanni, prima di terza. (N· 723, c. 143 v.). CMLXXXV. — 12 giugno — Simone Malocello, canonico della cattedrale di Genova, d’ordine del pontefice Onorio III, decide nella lite, vertente tra il monastero di S. Quintino di Spigno e l’Arciprete di Cortemiglia. In presencia testium infrascriptorum Ego symon malocellus Canonicus Ianue iudex delegatus A domino papa honorio in causa que vertitur seu verti speratur inter monAsterium sancti quintini de spigno ex parte una et Archipresbiterum de curtemillia ex Altera secundum tenorem commissionis infrascripte quia dictus Archipresbiter peremptorie citatus et post peremptorium terminum diutius expectatus neque venit per se neque per aliquem responsalem coram me pro causa predicta comparere curavit Iacobo embrono syndico prefati monasterii Ante me sepius veniente et instantius postulante Ut in eadem causa deberem procedere secundum quod postulat ordo iuris habito sapientum conscilio propter contumaciam partis Adverse per sen-tenciam dico et pronuncio quod nominatum syndicum vel Abbatem nomine dicti monasterii causa rei servande mitendum in possessionem vel quasi possessionem vel rerum petitarum in libello infra-scripto predictam igitur possessionem vel quasi prefato syndico Adiu-dico ut supra et priorem sancti Syri iAnue nuncium meum constituo quod predictum syndicum Aut Alium pro monasterio supradicto in possessionem mitat predictarum rerum et de mandato meo ipsum causa rei servande constituat possessorem et turbantes dictam possessionem Auctoritate Apostolica et mea et meo mandato per censuram ecclesiasticam compescat Tenor libelli talis est IAcobus imbronus syndicus monAsterii santi quintini de spigno seu Abbatis ipsius monAsterii nomine ipsius monAsterii Agit contra Archipresbiterum de cortemiliA coram domino Symone mAiori IAnuensi canonico iu- Anno 1226 425 dice A summo pontifice delegato et petit Ab eodem Archipresbitero ut dimitat sibi ecclesiam santi michAelis de curtemiliA quAm dicit Ad ipsum monasterium pertinere petit edam decimam duorum molendinorum existentium in curtemiliA quam decimam similiter dicit Ad dictum monasterium pertinere unde petit ut supra et hoc omni iure Item petit Ab eodem dicto nomine decem sextaria frumenti Ad mensuram curtemilie que mAnfredus de turre monachus dicti monAsterii sibi mutuAvit et ipsum granum iniuste redere contradicit unde Agit et petit ut supra et hoc omni iure salvo iure Addendi et Alterius peticionis Tenor rescripti talis est honorius episcopus servus servorum dei dilecto filio symoni mAlocello canonico IAnuensi sAlutem et Apostolicam benedictionem dilecti filii Abbas et conventus sancti quintini de spigno nobis conquerendo monstrarunt quod Archipre-sbiter de curtemilia et homines loci eiusdem Albensis diocesis super ecclesia sancti michAelis de curtemiliA et rebus Aliis iniuriantur eisdem Ideoque discretioni tue per Apostolica scripta mAndAmus quatenus pArtibus convocatis Audias causam et Appelacione remota debito fine decidas faciens quod decreveris per censuram ecclesiasticam firmiter observari Testes autem qui fuerint nominati si se gratia odio vel timore subtraxerint etc. Testes RAinaldus et sygem-bAldus novArienses canonici IAnuenses et RAinAldus subdiAconus sancti luche et Guirardus placentinus Actum Ianue in castro sancti laurencii die XII Iunii inter nonam et vesperum (N. 741, c. 14S i\). \ CMLXXXVI. — 12 giugno — Bartolomeo, canonico della Cattedrale di Genova, riceve da Pietro da Scurtabò, drappiere, soldi quaranta di genovini dovuti da Peragallo per pensione della decima del Taro. Testi Rollando di Rollando Mantello, Pietro, cuoco, e Giovanni di Lamberto For-nario. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, tra nona e vespro (N. 154, c. 151 v). CMLXXXV1I. — 12 giugno — Simone Contardo, di Albaro, riceve da Aiguina, madre di Balduino Bisaccia, lire otto in accomandita, che porta in Principatum, tenendo per 426 Anno 1226 sè la quarta parte del guadagno. Testi Oberto de Bobio, gardator comunis /anue, e Guglielmo de Benenorita. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, poco dopo il vespro {N. 714 d, c. 143 bis). CMLXXXVIII. - 13 giugno - Il pittore Stefano paga la pensione della casa, dove abita. Ego stephanus pinctor promito et convenio vobis domino Magistro h 11 goni magiscole Ianue nomine canonice Ianue dare et solvere vobis sol. triginta duos et denarios tres Ianue usque ad Kalendas Augusti proximas pro pensione cuiusdam domus dicte canonice quam confiteor tenuisse per annum et dimidium que domus est posita in muro rupto Alioquin penam dupli et dampni et dispendii vobis stipulanti promito pro pena vero etc. et si terminum vel terminos inde michi produxeritis etc. Insuper iuro Atendere et observare ut supra Testes presbiter Guillelmus de rivarolio et presbiter Iohannes canonici Ianuenses die XIII Iunii Ante terciam Actum Ianue in camera dicti mAgiscole (N. 724, c. 145 v.). CMLXXXIX- — 13 giugno - Bergamo, eletto arbitro in una lite, condanna Giovanni Artusio, da T estana, a risarcire il danno fatto a Guibertino de Cerro, il quale, lo citò per avergli tagliato un albero di castagne, nella località detta pastini. Testi Oberto da Sori, Giacomo Rosso, da S. Cipriano, e Bonavia da Bogliasco. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 7//, c. 144). CMXC. — 13 giugno — Guglielmo da Savona presenta una lettera del ponteficie Onorio III. in presentia testium infrascriptorum Willemus saonensis ex parte episcopi saonensis representavit literas infrascriptas Iohanni filio lafranci draperii ianuensis TenorquArum talis est Albertus episcopus saonensis A summo pontifice delegatus dilecto filio Iohanni filio lafranci draperii ianuensis salutem et omne bonum dilectioni vestre Anno 1226 427 significacione presencium innotescat nos A domino papa suscepisse literas in hAc forma honorius episcopus servus servorum dei venerabili fratri episcopo sAonensi sAlutem et Apostolicam benedictionem Ad Audiendam nostram Iohanne ermenerio conquerente pervenit quod licet ipse beatricem mulierem ianuensem legitime in ecclesie iacie desponsasset et sit primodum inter eos carnali copula subsecuta venerabilis frater Archiepiscopus lanuensis cohabitacionem tamen et carnalem copulam eisdem interdixit propria voluntate propter quod ipsi nostram Audientiam Apelarunt unde nos eidem Archiepiscopo nostris dedimus literis in mandatis ut si est ita interdictum huiusmodi relaxare procuret Quocirca fraternitati tue per Apostolica scripta mAndamus quAtinus si dictus Archiepiscopus mAndAtum nostrum neglexerit Adimplere tu vocatis qui fuerint evocandi et inquisita super hiis diligentius veritate quod canonicum tuerit Apelacione remota decernas faciens quod decreveris Auctoritate nostra firmiter observari datum Reate III nonis septembris pontificatus nostri Anno decimo Ea propter mAndAmus vobis Auctoritate qua fungimur quatenus per vos vel per vestrum ydoneum responsalem saonam A die dominico proxime Ad octo dies Ante nostram presentiam Accedatis memorate beatrici de i usticia responsuri Testes Guirardus ermenerius et lafrancus draperius Actum Ianue 111 caneto die XIII Iunii parum post vesperum (N. 72/, c. 143 v.) CMXCI. — 14 giugno — I coniugi Berisia e Simone Gimbo, calzolaio a S. Stefano, Giovanna e Oberto, calzolaio, vendono a Bonfante Fornario, da Lorsica, ed a sua sorella Simona terre in Lorsica, condotte da Guglielmo Guercio e da Vetulo e Lanfranco da Lorsica Testi Oberto, scudaio, Giovanni, calzolaio, e Matteo da Como, lanaiuolo. In Genova, nel borgo di S. Stefano, dietro la casa, dove abita detto Oberto, nell'ora del vespro (N. 764, c. 154). CMCXII. — 15 giugno — Enrico de Costa de Sor-boia dichiara che osserverà la sentenza, che pronuncieranno i preti Giovanni e Guglielmo da Rivarolo, canonici di S. Lorenzo, super eo quod incidi arborem unam castanee viridem 42S Anno 1226 sperdufam. Testi Guglielmo de Feno e prete Pietro, cappellano di S. Lorenzo. In Genova, presso la casa, dove abita detto Guglielmo, nell' ora di terza ( N. 718, c. 144 v.ì. CMXCIII-CMXCVIII. - 15 giugno - Rubaldo Rosso, da Levaggi, per diciotto denari di genovini vende ad Anseimo de Levario, ferraio, una terra posta in levario, nel luogodetto campus bonus. Testi Enrico Melesio e Rodegerio, giudice. — Giordano, (ocolarius de suselia, riceve a mutuo da Toberga soldi quaranta, che restituirà per la festa di S. Martino. Testi Rollando Frescura, da Brugnato, e Giacomo de Aquicio — Pasquale da Bargone, figlio del qm. Alberto Barbo de Paterna, riceve da Guglielmo Musso, da Bargone, lire sette e soldi quattro a mutuo, che restituirà per il Xa-tale. Testi Vivaldo, scudaio, Vivaldo Cortese e Giovanni da Bargone. — Rollando da Brugnato riceve per dote della sposa Savia lire venti, delle quali undici verran pagate fra due anni. Testi Oberto, focolarins, Guglielmo da Bargagli, ferraio, Giovanni de Castaiola, da Sori. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 733- 759, c. 14S, 14S v.). CMXCIX. — 15 giugno — Giovanni da Struppa, cittadino di Genova, promette di dare soldi venti a maestro Ugone, magiscola della cattedrale, per pensione d una casa, condotta da Stefano Gorsado de Proino. I esti Ugo da Mon-leone, Oberto gardator ed Arduino, servo dell’ Arcivescovo. In Genova, nella camera del Magiscola, tra nona e vespro (N. 740, c. 148 v.). M-MI. — 15 giugno — Alberto Augusti, da Soriana, dichiara che per l’ottava di Natale darà soldi tredici al figliastro Giovanni, calzolaio, e che provennero da robbe della qm. Soliana, sua moglie, madre di detto Giovanni, il quale rilascia la debita quitanza. Anno 1226 429 In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de l*eno, tra nona e vespro (N. 769, 760 bis, c. 155 v.). MII. — 15 giugno — Il notaio Nicoloso Ferrari fa testamento Ego Nicolosus ferrarius notarius contemplAcione ultime voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiAm sancti Ambrosii in capsA et in terra prò AnimA meA iudico libras decem IAnue quArum decenum operi sancti lAurencii iudico et pro mea sepultura de predictis iudico sol. quadraginta et residuum volo quod distribuatur pro Anima mea prò missis canendis et in piis et sanctis operibus in distribucione mAtris mee Item lego libras septem minus sol. duobus ianue comuni Ianue quas habet dominus bonus vassallus callige pallii de meis propriis et confiteor quod debeo recipere A comuni IAnue libras novem IAnue de meo feudo pro tribus mensibus quibus servivit ipsi comuni petrus segnere pro me et confiteor quod dictus petrus debet mihi dare libras quatuor ianue quas ei mutuo dedi . Item confiteor quod Iohannes rubeus debet mihi libras tres Ianue de quibus est carta Item confiteor quod benedictus de levanto debet mihi dare libras tres ianue quas ei mutuavi in presencia begini callegarii Item confiteor quod dulcis soror mea debet mihi dare soldos quatuordecim Item confiteor quod martinus baiator debet mihi dare soldos tredecim ianue unde est carta per manum bartholomei scribe potestatis Ianue Item confiteor quod candeascus de candeasco debet mihi dare libras septem et sol . duodecim Ianue et volo quod si dictus candeascus voluerit solvere meo heredi dictas libras septem et sol . duodecim quod sit Absolutus A vino sive musto quod mihi dare debet sicut in carta facta inde continetur per mAnum SAlmoni notarii Item confiteor quod phylipus de levanto mihi debet dAre libras quinque IAnue Vnde est carta per mAnum SAlmoni notarii et confiteor quod debeo dare cognAte Willelmi blAncheti soldos quinque Item Willelmo tigne pellipario soldos sex Ianue Item confiteor quod to-pacium quod habeo ad collum est bernardi fabri. Rosete pedisece mee lego soldos decem Item confiteor quod hAbeo medaliam unam 430 Anno 1226 Auri ogerii pAnis in pignore soldorum decem Ianue lohanne nigre lego soldos duos iAnue fratri meo presbitero duranti lego prò falcidia de bonis meis soldos viginti et de bis volo quod sit conten-etus et nichil Amplius petere posset in bonis meis et si peteret Amplius non debeat ipsos habere residuum bonorum meorum volo quod inAter meA berta hAbeat in vita suA Ad usufructandum donec vixerit et si forte bona sua non essent sibi sufficientia ad victum et vestitum et deficerent ei ita quod non haberet Aliquid posset omnia mea bona vende[re] et habere si vellet Ad voluntatem eius pro victu et vestitu suo sufficienter ita quod debeat tenere secum et nutrire filium meum michaelem si ipse voluerit secum stare quem michaelem filium meum mihi heredem instituo in omnibus meis bonis post mortem dicte mAtris mee et si forte dictus michaei decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei dictam mAtrem meam si tunc temporis vixerit et si non vixerit volo quod monasterium sancti spiritus de bisamne et hospitale sancti Stephani et sancti Iohannis et infirmi de capite fari equAliter ei succederent pro Anima meA et parentum meorum et confiteor quod hAbeo in domo libras decem IAnue in denariis et hec est meA ultima voluntas que et si non vAlet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et omnia testamenta que quondam feci casso et vacuo et nullius vAlloris esse iubeo Testes rogati Iohannes filius capsiarii et Iohannes rubeus et dondedeus de rapallo et rolandus botarius et Armanus botarius et Iohannes botarius et Iohannes tornator Actum iAnue in domo dicti nicolosi in quA ipse hAbitat die X\ Iunii in hora vesperi (,/V. 742, c. 149). MII1. — 16 giugno — Rainaldo da Leivi si obbliga di dare per Γ ottava di Natale, e per il prezzo di soldi quaranta, ad Anselice, sorella di Lanfranco, scudaio, sei mine di frumento, mondo, secco e bello de montanesco, sive lombardo, secondo la misura del Comune di Genova, e franco da qualsiasi gabella. Testi Lanfranco, Ruffino e Rollando, scudai. In Genova, nella bottega di detto Lanfranco, fra terza e nona (N. 743, c. 149 v.j. Anno 1226 431 MIV. — 16 giugno — I coniugi Contessa ed Argiroffo da Struppa dichiarano che Manfredo Cazollo fece per essi garanzia per il fitto delia casa dove stanno, e che è di proprietà di Raimondo de Volta. Testi Vivaldo Cortese, Gui-rardo da Pavia, giudice, e Fulco Morello. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, nell’ora di vespro (N. 755, c. 151 v.). MV. - i7 giugno — Ricordo della compera della gabella del Comune. Ego Romanus draperius de caneto promito et convenio tibi domino stephàno Archipresbitero plebis lAvAnie et canonico IAnue dAre et solvere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum certum nuncium usque Ad Kalendas Augusti proximas nomine gai/ sini nepotis tui recipienti libras quAdraginta octo minus soldis quAtuor denariorum lAnue quAs libras quAdraginta octo minus soldis quAtuor debebam comuni IAnue pro compAra cabelle pro secunda pagatura sive solutione et quAs mihi preceperunt octo nobiles comunis Ianue ut vobis solverem pro ipso galAsino Alioquin penam dupli et dAmpni et dispendii tibi stipulAnti promito pro penA vero etc. tali pActo etc. Testes otto scutarius de Valdetario presbiter Albertus de framula et presbiter Albertus de carancia custodes sancti laurentii Actum iAnue iuxta domum in quA hAbitat Willel-mas de feno die decimo septimo lunii Ante terciAm (/V. 756, c. 152). MVI. — 17 giugno — Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, essendo in lite coll’Arcivescovo, per la Pieve di Serra, costituisce due procuratori. Ego RAinaldus CAnonicus lAnue constituo Archipresbiterum ecclesie terdonensis et Archipresbiterum de novis Absentes meos procuratores utrumque in solidum et omnes insimul in causa que vertitur inter me ex una pArte et dominum Archiepiscopum IAnue ex Altera sub exAmine Abbatis sancti mArciani et prepositi et ca-stellAni canonicorum terdonensium ut dicti procuiatores mei omnes 432 Anno 1226 insimul vel uterque per se possint vel possit Agere et experiri et petere excipere et replicare et specialiter petere et recipere possessionem corporalem ex secundo decreto plebis de serra et omnia facere que in dicta causa fuerint necessAria taciendA promitens me ratum et firmum hAbiturum quicquid dicti procuratores mei vel unus illorum fecerint vel fecerit in predictis et in nullo contraventurum Testes presbiter Albertus custos sancti lAurencii et Willelmus gallus Actum lAnue iuxta domum in qua hAbitat Willelmus de feno die XVII Iunii Ante terciAm (N. 7/7, c. 152). MVII. — 17 giugno — Guglielmo da Monleone riceve da Oberto Bonifacio lire tredici e i\2 in accomandita, che porta Ultramare, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Giacomo di Arenzano, Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, ed Ogerio Pane. In Genova presso la casa, dove abita Guglielmo de beno, fra nona e vespro (N. 738, c. 132). MVIII. — 17 giugno —Rechelda de Faxalata, da 7oa-gli, per il prezzo di lire undici, vende a Rubaldo, figlio di Arnaldo da Rovereto, un pezzo di terra con olivi, fichi e vigne, posta in Zoagli, nel luogo detto Faxalata. 1 esti Beltramo da Torriglia, maestro Bartolomeo Lamberti, notaio, e prete Giovanni di San Nazaro. In Genova, c. s. (N. 760, c. 152 v.). MIX. — 17 giugno -- Mabilia da Rapallo fa testamento. Ego mAbiliA uxor mArchixii de rapallo contemplAcione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem In primis volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiam sancti donAti pro Ani-mA meA iudico libras quinque ianue quArum decenum operi sancti laurencii iudico Item de predictis ludico soldos Viginti pro mea sepultura in disposicione mAtris mee Item soldos quAdraginta prò missis canendis Apud dictam ecclesiAm sancti donAti Item de pre- Anno 1226 433 dictis indico soldos quinque hospitali sancti Iohannis et infirmis de capite fari soldos quinque Item hospitali sancti stephAni et monA-sterio sancti spiritus de bisamne et ecclesie fratrum predicatorum Ianue et fratrum minorum soldos quinque pro quolibet mAtri mee lego libras decem IAnue de bonis meis lAfranchinum et IAcobi-nAm filios meos mihi equaliter heredes instituo in Aliis bonis meis et si Aliquis eorum decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei superstitem et si omnes decesserint sine legitimo herede ex se nA.to substituo eis mAtrem meam si vixerit tunc temporis et si tunc vixerit substituo eis fratrem meum Symonem et si non vixerit volo quod dentur pro Anima mea hospitali sancti Iohannis et infirmis de capite fari et in Aliis piis locis et religiosis et confiteor quod RolAndus de pomArio mutuavit mihi gratis libras quatuor et soldos undecim Ianue quas pro meis necessariis et pro vitu et vestitu meo et Aliis necessitatibus domus mee expendi Item confiteor quod mutuAvit mihi Iohannes rubeus de raveca soldos quAdraginta IAnue quos dedi comuni Ianue ideo quod mAritus meus non fuit in exercitu Item confiteor quod dedi comuni lAnue mutuo soldos tres IAnue domino detesAlve Item denarios duodecim pro gardiis civitatis Item confiteor quod mAter meA mutuAvit mihi soldos centum Ianue pro vitu meo et vestitu ed Aliis meis necessitatibus et domus mee Item soldos quinque in Alia pArte Item fulco de pomArio denarios duodecim et hec est meA ultimA voluntas que et si non vA-let iure testamenti sAltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat Testes rogati symon formAiArius et bAldoinus de lAngasco et obertus de fontanegio et obertus sArdus ed Iohannes mAgister Ante-lAmi nepos mArchexii Actum IAnue in domo in qua hAbitat mAter dicte mAbilie die XVII Iunii in nocte Ante campanaro (N. ~j6i bis, c. rjj v.). MX. — 18 giugno — 11 notaio Salmone compra due mezzarole d'olio. Ego stephAnus de tiricio de sancto quirico de sigestro confiteor quod tu obertus de mandrela de sigestro meo precepto et precibus Atque mandato constituisti te proprium et principalem debitorem et Ferretto 434 Anno 1226 pAgatorem sAlmono notario de mesaroli is duabus olei sicut continetur in carta inde facta per mAnum mAgistri bArtholomei lAmberti notarii promitens tibi te inde extrahere et conservAre indempnem sub pena dupli de quAnto fuerit contrafactum et dApnum et dispendium tibi restituere quod perinde passus fueris Alioquin penam dupli et dAmpni et dispendii tibi stipulanti promito rato mAnente pA-cto prò pena vero etc. Testes Willelmus pega£anus gardator et Ia-cobas de cogoleto et Iohannes de barberete Actum Ianue iuxta domum in quA hAbitat Willelmus de feno die XVIII Iunii in bora tercie (N. 759, c. 152 v.). MXI.— 18 giugno —Alessandria, vedova di Giovanni de Benevero, riceve a mutuo da maestro Ottone da Cremona, medico, lire sette e i[2, che restituirà fra un anno. Testi Ottone, scudaio, e Tommaso de Brolio, Giovanni da Bergamo e Viviano da Santo Stefano. In Genova c. s., fra terza e nona (N. 761, c. 132 v.). MXII. — 20 giugno — Vendita di allume. Nos Nicola de frumo frigido et Iohannes de oliva et Iohannes rubeus de rapAllo unA promitirijus et convenimus vobis W illelmo sapienti scribe et Ansaldo plAcentino dAre et consignAre et tradere vobis usque per totum mensem Augusti proxime venturi cantariA quAdrigenta Aluminis virmilii de lepara boni et legalis Ad instimi pondus IAnue expedito Ab omnibus dAcitis et AvAr.is et hoc iAnue in ripa iAnue solventibus vobis nobis sol quAtuor iAnue pro quolibet cantario usque ad integram totius debiti solucionem Alioquin si in Aliquo contrafecerimus vel fuerit contrafactum penam dupli de quanto fuerit contrafactum vobis stipulantibus promitimus prò pena vero etc. Testes philipus fìlius guirardi iudicis de papia et Rubaldus revenditor et Ancainus de salÌ9ora Actum IAnue iuxta domum in quA li Abitat Willelmus de feno die XX Iunii Ante terciam [N. 763, c, 154). MXIITMXIV. — 20 giugno — Giovanni Rosso de Salino Anno 1226 435 per soldi quaranta vende al fratei suo Arnaldo una terra nel luogo detto fracte sive liscarmm, ed altra nel luogo detto prato rotondo, confinanti colle terre della chiesa di S. Olcese, tenendosi per sè 1 usufrutto degli alberi di castagne, col di-1 itto di rientrare nel possesso delle terre, fra tre anni, qua-loia ìestituisca la stessa somma, l esti Guglielmo de Feno, Rubaldo, scudaio, ed Ogerio Pane. In Genova c. s., fra terza e nona (763, 766,0.154V., 153). MXV. — 20 giugno — Lanfranco Giudice di S. Maria del Campo loca 1 opera del figliuol suo con un cassaio. Ego lAfrancus iudex de sancta mAriA de campo loco et concedo tibi Willelmo capsiArio filium meum vAlentinum Usque Ad Annos duodecim proximos causa Iaborandi de Arte tuA et tibi serviendi Ad tuam utilitatem in domo et extra domum ubi volueris et tibi plAcuerit et faciendi tuA negocia in IAnua et extra IAnuAm sicut melius poterit promitens tibi quod faciam ita et curabo quod dictus filius meus vAlentimus stabit et perseverabit tecum tuoque herede usque Ad dictum terminum causa lAborandi de tua Arte et tibi serviendi prout melius poterit et sciverit in IanuA et extra IAnuam quo velles ipsum mitere et quod salvAbit et custodiet tibi bona fide et sine fraude res tuAs et eas quAs in sua posueris potestate vel Alius pro te et quod non infraudAbit tibi ex eis ultra denarios duodecim per Annum et si forte se Absentaverit de tuo servicio faciendo promito tibi quod faciam ipsum redire usque Ad dies octo Ad faciendum tuum servicium sicut Antea postquam scivero et quod non Accipiet uxorem infra dictum terminum sine tuA licencia liAoquin si in Aliquo predictomm fuerit contrafactum et quociens penam librarum duodecim Ianue rato mAnente pActo tibi stipulAnti promito pro penA vero etc. Insuper ego dictus valentinus iuro corporaliter Atendere et observAre ut supra nisi iusto dei impedimento vel oblivione vel tuA licenciA vel tui heredis remAnserit et quod non faciam Adulterium in domo tua. Et ego dictus Willelmus versa vice promito tibi dicto vAlentino dAre tibi usque Ad dictum terminum vitum et vestitum convenienter et docere te de Arte meA bonA fide et sine 436 Anno 1226 fraude et non facere tibi Aliquam suprapositam quAm non possis sufferre et dAre tibi in fine dicti termini de quolibet ferramento meo unum ita quod bene possis IAborare de dieta Arte meA Alioquin penAm librarum duodecim iAnue si in Aliquo fuerit contra factum et quoeiens rato mAmente pActo tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. Testes Iohannes nAronus et rApallus callegarius et Iohannes fornArius et Willelmus pellipArius Actum IAnue in clAvica in Apotheca dicti Willelmi die XX lunii inter nonam et vesperum et inde fiunt duo instrumenta eiusdem tenoris factum est pro dicto Willelmo (A;. 767, c. ijj). MXVI. — 20 giugno — Michele da Mezzano fa testamento. ■ Ego michAel de me9ano filius Alberti de n^ano contemplacione ultime mee voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiam sancti lAcobi de cAlignano prò AnimA meA iudico soldos viginti in disposicione mArchisii de calignAno predictum pAtrem meum et fratres meos lAfranchinum et sAlvetum sybilinAm et brunAm sorores meAs milii heredes equAliter instituo in bonis meis que sunt extra districtufm] Ianue Item mArchesium de calignAno predictum mih: heredem instituo in Aliis bonis meis et Ad petendum raciones et iura que et quas hAbeo et mihi competere possent contra uxorem meam Auti-lietam filiam Guisle quondam et volo quod ipsa iura habere et petere possit sicut ego possem vel unquam potui et confiteor quod nichil habeo mencio de bonis meis preter indumenta de dorso et hec est mea ultima voluntas que et si non vAlet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat Testes bonus Iohannes et Symon formAiArius et ferretus et obertus de ςεΗί et Willelmus de diano Actum in Albario in domo Ansaldi sporte in qua h Abi tat dictus mArchexius die XX lunii in sero (N. 762 bis, c. //6). MX\ II. — 22 giugno — Guglielmo Becunerio riceve una somma dovuta da Rubaldo, scudaio. Testi Oberto da Libiola, prete Durante da Levanto e Guido de Licia. Anno 1226 437 In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, prima di terza (N- 768, c. /// v.). MXVIII. — 22 giugno — Ugo del qm. Guglielmo da Monleone dà in locazione ad Oberto Zopo, suo zio, per lo spazio di cinque anni, tutti i possessi, che ha in plebatu ple-canie, specialmente in territorio vergeri et truni et orei. Testi Ugone, magiscola della cattedrale, Ugone, priore di San Matteo, e 1 ancredo, monaco di S. Fruttuoso di Capo di monte. In Genova, nella camera del magiscola, tra nona e vespro (N. ηβ} bis, c. 156). MXIX. — 22 giugno — Elezione d’ un canonico nella chiesa di Santo Stefano di Rapallo, d’ordine del pontefice Onorio III. In presencia testium infrascriptorum presbiter Iohannes prepositus ecclesie sancti stephani de rapallo et Iohannes canonicus eiusdem ecclesie Ad Admonicionem domini magistri hugonis mAgiscole iAnue domini pape Admonitoris sicut in literis infrascriptis plenius edocetur receperunt in osculo pAcis presbiterum mAnegoldum filium quondam Rubaldi burleli in fratrem et canonicum predicte ecclesie sancti stephAni propter preceptum domini pape Tenor literarum domini pape talis est honorius (*) Testes phylipus serviens dicti domini mAgiscole et nicolosus grillus Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti mAgiscole die XXII Iunii inter nonAm et vesperum (N. 764 bis, c. 156 v.). MXX. — 22 giugno — Il Rettore della chiesa di S. Margherita di Rapallo elegge un chierico. In presentia testium infrascriptorum Ego benevenutus clericus et minister ecclesie sancte margarite de pisino de rapallo non vi nec coActus neque illectus eligo et nomino te Willelminum rubeum filium (') Segue una colonna in bianco Anno 1226 montanari) de vicheria in fratrem socium clericum et canonicum dicte ecclesie de pisino Testes presbiter Ugo prior sancti ni Athei et pAulus custos sancti mAthei et presbiter RAmundus capellanus .sancti mA-thei et presbiter Albertus Archipresbiter sancti AlbAni Actum IAnue in ecclesia sancti mAthei die XXII lunii inter nonam et vesperum (N. 764 bis, c. i)6 v.) ΛΙΧΧΙ. — 22 giugno — Peracio Lovo, da Pavia, riceve da Guglielmo da Lavagna l'importo dei fustagni, venduti a Ranucio Sardo. Testi Alberto da Monleone, gardator, Stetano precursor, e Perone Salerdo da Sestri Levante. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 766 bis, c. 156 v.). jNEXXII. — Dopo il 22 giugno — Enrico, lanaiuolo, si accorda per tessere panni. - Ego henricus lanerius promito et convenio vobis petro de vigo et Alguisio de pergamo laborare in domo vestra de Arte texendi pAnnos de lAnna usque Ad festum nAtalis domini proximi Ad vestram utilitatem et custodire et salvare res vestras et eas quAs in mea posueritis potestate dando vos michi sicut inferius continetur Alioquin penam soldorum decem iAnue rato manente pActo vobis stipulantibus promito pro pena vero etc. nisi iusto dei impedimento remanserit Et nos dicti petrus et Alguisius promitimus tibi dicto enrico dare tibi Ad lAborandum de Arte nostra predicta usque Ad dictum terminum sufficientem in domo nostra et dare tibi de quindecim in quindecim dies pro tuA mercede et lAbore denarios viginti octo ianue de qualibet peciA in quA laborabis continue A principio usque in fine et concedere tibi tellarium et domum inquA debeas laborare (') (iV. 767 bis, c. i)7). ΜΧΧ1ΙΙ. — 23 giugno — Oberto Ferrario de Castello, da una parte, e Ugone Provinciale, colono di Rubaldo Corvo (’) L’atto è monco. Anno 1226 439 e la moglie Adalus'a, dall’altra, litigando per un orto, posto al Bisagno, eleggono due arbitri. Testi Oberto Lombardo. Alberto de Nazario, e Giovannino del qm. Rubaldo de Quarto. In Bisagno, sotto il portico della casa di Rubaldo Corvo, tra terza e nona (N. 779, c. 159). MXXIV-MXXV — 23 giugno— Guglielmo de Feno, a nome del Comune di Genova, dichiara che prima dell’agosto darà a Stefano, canonico della cattedrale di Genova, ed arciprete di Lavagna, stipulante a nome del nipote Galasino, lire quarantasei, e detto Stefano rilascia la debita quitanza. Testi Guido, servo di Singebaldo da Novara, e Bartolomeo, servo di detto Stefano. In Genova, nella canonica di S. Lorenzo, nella camera di detto Stefano, tra vespro e compieta (N. 780, 781, c. 159 v.). MXXVI-MXXVII. — 24 giugno — Giacomo Ricio del Bisagno riceve lire dieci per dote della sposa Beldi da Saona. Testi Oberto Bonifacio, Bonfantino del Bisagno e Rollando da Lavagna. — Armanno, figlio del qm. Pietro de Casarza de Sigestro compra merce dal giudice Rodegerio, prestandogli garanzia Bernardo de Ramella ed Alessandrio, entrambi di Sestri. Testi Lanterino gardator, e Guglielmo de Feno. In Genova, presso la casa di detto Guglielmo, fra terza e nona, e dopo il vespro (N. 768 bis, 769 bis, c. 137). ΜXXVIII. — 24 giugno — Verde, moglie di Oberto Ferrario, fa testamento. Ego Viridis uxor oberti ferrarii de sAlino contemplacione ultime mee voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem Inpri-mis volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiam sancti Ambrosii pro Anima meA iudico libras quinque iAnue quArum decenum operi ecclesie sancti lAurencii iudico Item de predictis iudico operi ecclesie sancti Ambrosii soldos decem iAnue Item lAcobo quArterio consanguineo meo iudico soldos viginti Item hospitali sancti Iohannis in- 440 Anno 1226 firmis de capite fari et operi ecclesie sancte mArie de monte denarios duodecim pro quolibet Item filiociis meis filiis mArtini lAnerii denarios decem et octo Item filio Undabelle filiocio meo denarios duodecim et residuum volo quod detur pro Anima meA in mea sepoltura et missis canendis et Aliis piis operibus in disposinone dicti viri mei predictum virum meum in Aliis bonis meis mihi heredem instituo volo quod debeat solvere dicta indicata meA infrA Annum post meum decessum si poterit et hec est mea ultimA voluntas que et si non valet iure testamenti sAltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat et si qua testamenta feci attenus casso et vacuo istud vero confirmo Testes rogati mArchexius de camugio et Albertus cavAnArius et Iohannes rovegius et vivaldus ferrarius et obertinus de sancto ursesio Actum iAnue in domo dicti Oberti in quA ipsA hAbitat die XXIIII lunii in sero (N. 7S2, c. 159 v.). MXXIX-MXXX.— 25 giugno - Ogerio de Albara e Bi-sacia de Solario, eletti arbitri da Oberto Perrario de Castello da una parte, ed Ugone Provinciale dall altra, pronunciano la sentenza, l esti Rubaldo e Guglielmo, entrambi di Recco, Oberto de Nazario, Oberto gardator, Manfredo da S. Giorgio, e Rollando Caiolio. — Guglielmo del qm. (Ottone di Orerò riceve lire dieci per dote della sposa \ erde. Testi Bonvassallo de Monticello, da Rapallo, prete Pagano, cappellano di S. Andrea della Porta, e Rainerio de Candeasco. In Genova, c. s., prima di terza (N. 770, 771, c. 157 v., 158). MXXXI-MXXXIII. — 25 giugno - Drudo da Fontanegli riceve a mutuo da Agnese da S. Ambrogio soldi tredici, che restituirà prima della festa di San Martino. 1 esti Giovanni Rosso, da Vicolungo e Pasquale Saladino, da Bavari. — Il notaio Giovanni da Bergamo, a nome di Alessandria, vedova di Buongiovanni de Bonevero, dichiara che fra un anno darà lire sette e ([2 al medico maestro Ottone da Cremona. I este Guglielmo, cassaio. — Oberto Ferrario de Castro cede ad Ugone Provinciale i diritti, che ha su Pietro Atanolfo, acqui- Anno 1226 441 siti il 24 novembre 1225 in atti del not. Giacomo Isembaldi. lesti Ogerio Pane, Guido da Novara,e Bertolino da Lavagna. In Genova, c. s., fra terza e nona (N. 772-774, c. 138). MXXXIV-MXXXV. — 25 giugno — Giovanni Mulo costituisce procuratore Arduino Ascherio nella lite, che ha con Adalasia Caiola. 1 esti Oberto Bonifacio, Ogerio Pane ed Ugo Provinciale del Bisagno. — Montalino da Lunigiana riceve da Bertolotto, sacrista della Cattedrale, e da Raimondo de V olta, fideconnnissari del qm. suo fratello prete Guidone, lire quattro, lasciategli in testamento. Testi prete Bonagiunta da San Siro, Pietro, chierico di S. Siro, Morello da Santa Maria Maddalena ed Alberto de Nirano. In Genova, c. s., e nel chiostro di San Lorenzo, tra nona vespro (N. 77/, 776, c. i;8 v.). MXXXVI. — 26 giugno — Società commerciale per lavorare in rame. Ego obertus calderarius sAonensis confiteor me Accepisse et habuisse A te lohanne clAvonerio libras sexAginta novem de ramo Abrenuncians exceptioni etc. cum quibus debeo ponere de meo proprio libras triginta unam de ramo quod ramum totum promito tibi lAborare bona fide et sine fraude usque Ad kalendas Augusti proximas taciendo ex ipso ramo pArolios bonos et stagnos et bene lAboratos et sAnos sine manicis quos pArolios promito tibi dAre et consignAre in tua potesfAte vel tui certi nuncii iAnue usque ad dictum terminum quomodolibet solvente te mihi denarios tres et dimidium pro qualibet libra dicti rami de tanto quantum ponderabunt dicti pArolii et redente mihi libras triginti unAm rami quAs tibi prestare debeo in dicto opere faciendo Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum penam librarum quAtuor iAnue rato mAnente pActo tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. Insuper ego vallArius ferrarius constituo me proprium et principalem debitorem et observA-torem de omnibus predictis Atendendis et observAndis si per dictum Obertum non fuerit observAtum ut supra et inde omniA meA bonA 442 Anno 1226 hAbita et habendA tibi pignori oblilo Abrenuncians iuri quo cavetur principalem etc. et ego dictus Iohannes promito tibi dicto oberto dAre et solvere tibi vel dicto villAno denarios tres et dimidium pro quAlibet librA de dicto ramo lAborato et redere tibi libras triginta unam rami Ad dictum terminum quAs in dicto opere faciendo ponere debes Alioquin penam librarum quAtuor ianue rato mAnente pActo tibi stipulAnti promito pro penA vero etc. Testes Willelmus index de sigestro et Willelmus de parodio gardator et Iohannes vetulus Actum ianue iuxta domum in quA hAbitAt \\ illel-mus de feno die XXVI Iunii inter terciAm et non Ani factum est pro dicto Iohanne (N. 777, c. ijS v.). MXXXVIIMXXXVIII. - 26 giugno - Prete Durante dichiara che per diritti d’ eredità non inquieterà sua madre Berta. Testi Giovanni clavoiierius e maestro Lantranco. Armanno Cartagenia dichiara che tarà in modo che Ma· telda Celebrina non inquieterà più i figli del qm. Giovanni Celebrino, e che desisterà dalla lite, che fu affidata all esame di Enrico de Volta, podestà di Voltri. lesti Porro Mosta-rabi, Bernardo de Signaego e Rosso de Celasco. In Genova, nella casa di Berta, e presso quella, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona, e Ira nona e vespro (N. ySj, 779, c. 160, 159 v.). MXXXIX. — 27 giugno — Giovanni del ponte del Bi-sa«jno, figlio di Guilienzone, riceve da Bellengerio Provinciale lire sette, come restituzione di dote della moglie An-gelasia, e già vedova del qm. Marino de Aqualunga, suo iratello, e madre di Giovannino e Divizia. Testi Ogerio de Albario del Bisagno e Vassallo Ballesterins del Bisagno. In Genova, sotto la casa, dove abita Guglielmo de I-eno, tra nona e vespro (N. 784, c. 160). MXL. — 28 giugno — Bonsignore Cece, da Ci-pressa, dona alf Abbate di S. Stefano la metà d’un edilizio, Anno .'226 443 posto nel borgo di S. Stefano, sulla terra del monastero. 1 esti Guglielmo de Balneo, e Ansaldo, castaido del monastero. In Genova, nell’orto del monastero, di serafA. 793 >c■ l(>i v.). MXLI. — 30 giugno — L’abbate di Cella costituisce un procuratore. Ego dompnus Guirardus AbbAs monAsterii sancti michAelis de celA sive de petra mArtinA constituo et dimito te pAganum de cucurno iudicem presentem et recipientem meum procuratorem nomine dicti monAsterii generalem Ad omnia negocia ipsius monAsterii pertractandA in iudicio et extra et Ad omnia demum faciendA que ego pro ipso monAsterio facere possem promitens me ratum et firmum habiturum quicquid feceris in predictis et in nullo contra-venturum. Testes henricus scriba dicti pAgani et dompnus Ansaldus monachus sancti fructuosi de capite montis et bAiamons de gropo Actum IAnue in domo in qua habitat dictus pAganus die ultimo iunii Ante terciAm (N. 78j, c. 160). MXL1I-MXLIV. —30 giugno — Guiberto de Cagaroto costituisce procuratore Rodegerio, giudice, nella lite che ha con Fulco de Comorgano nel consolato dei forestieri. Testi Alberto Montocio e Manfredo Strucio. — Guirardo tìglio di Giovanni de Clapeto del Curio riceve lire trenta per dote della moglie Giovanna, figlia del qm. Enrico Merlo da S. Maria del Campo, assicurate in una terra da prete Gandolfo, ministro della chiesa di S. Maria del Campo, e fratello del detto qm. Enrico. Testi Guilienzone, Rubaldo suo figlio, Merlo del Curio e Domenico da Lavagna. In Genova, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 786, 794, 793, c. 160, 161 v.J. MXLV. — 30 giugno — Simone de Castello dà a mutuo una somma a Rainaldo Bolano de Piscino de Rapallo ed a Conforto Buróni da Rapallo, i quali si obbligano di restituirla, quando fra sette giorni il barco di Ogerio Beaqua e dei suoi 444 Anno 1226 consorti tornerà dalla Maremma e da Pisa. 1 esti Giovanni del mercato del grano, e prete Pietro, cappellano di S. Lorenzo. In Genova, c. s., tra nona e vespro (N. 787, c· MXLVI — 30 giugno — Ricordo di Belmosto Lercari, console dei Genovesi in Oriente. Ego Willelmus de mari confiteor me Accepisse et habuisse A te Willelmo de mAcio cive IAnue £uras quinque piperis que sunt cantarla..... Ad cantarium Achonis occasione Accomendacionis bisan- ciorum octingentorum miliArensium quas AccomendAvi Guirardo caspio sicut in carta inde facta continetur de quibus ςιιπ'β piperis A te nomine dicti Guirardi quietum et solutum voco Abrenuncians exceptioni non tradite et non Accepte rei unde promito et convenio tibi quod ego vel Aliqua persona prò me versus te vel dictum Gui-rardum vel Aliquam personam pro vobis sive vestros heredes de cetero faciemus ullo modo vel ulla occasione occasione dicti piperis recepti Alioquin si in aliquo fuerit contrafactum et quociens rato mAnente pActo tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Item promito tibi et convenio nomine dicti Guirardi quod laciam finem et refutactionem et pactum de non petendo tibi nomine ipsius Guirardi de dicta AccomendAcione et proficuo ipsius AccomendAcionis secundum modum et formam instrumenti facti sive ordinAti A belmu-sto Lrcario constituto consule civium Ianuensium in ultramArims pArtibus et hoc infra dies octo postquam dictum instrumentum A te vel Ab Aliqua personA pro te mihi hostensum fuerit A pai te Alioquin penAm ducentarum librarum iAnue rato mAnente pActo tibi stipulanti promito pro pena vero etc. Testes Nicola mAlus infans et Ingo tornelus Iunior et ginata cavAruncus et bonusvAssallus callige pAllii Actum IAnue iuxta domum in quA hAbital Willelmus de feno die ultima Iunii inter nonam et vesperum. (N. 788, c. 160 v.). MXLVI-MXLVIII. — 30 giugno — Contessa, moglie di Oddone da Graveglia, costituisce procuratore Bernardo de Signaego. Testi Giovanni del mercato del grano, e Guirardo da Pavia, giudice. — Guglielmo Caiaccio del qm. Pietro Anno 1226 445 Crasso de Porta rinuncia a Guglielmo Magalio del qm. Giovanni Gimbo ogni diritto, che ha sulle terre poste in parochia sancti Ambrosii da Rapallo. Teste Lanfranco Grancio. In Genova, c. s. tra nona e vespro, e nell’ora di vespro. {N. 789, 790, c. 160 v.). MXLIX. _ 30 giugno — Presentazione d’una lettera del Vescovo di Savona. In presencia testium infrascriptorum Willelmus sAonensis voluit ìepresentare et porrigere et porrigebAt ex pArte domini episcopi sAonensis IohAnnino filio lAfranci draperii literas quasdam sigil-lAtas sigillo ipsius episcopi in quo sigillo erat ymago episcopalis tenens baculum in mAnu sinistra et erant ibi litere tales Sigillum A. episcopi sAonensis set tamen ipse Iohanninus ipsas literas recusavit et accipere noluit immo fugit et ipse Willelmus cum dictis literis cucurebat retro dictum Iohanninum et volebat ipsAs sibi dAre et ipse fugebat Testes obertus cafaraina et mArinetus rubeus et froretus Actum Ianue in caneto die ultimo Iunii post vesperas (N. 798, c. 162). ML. — 1 luglio — Mabilia, moglie di Andrea Purpure-rio, fa testamento. Ego MAbilia uxor Andree purpurerii contemplacione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio disposicionem. In primis volo corpus meum sepelliri Apud ecclesiAm sancti laurencii. prò Anima meA iudico libras duas ianue quArum decenum operi sancti laurencii iudico et pro mea sepultura de predictis iudico soldos viginti Item ecclesie sancti Iohannis de sexto iudico soldos quinque pro missis canendis pro Anima meA Item infirmis de capite fari soldos tres i Anue Item hospitali sancti Iohannis soldos duos Item nepti mee MAbilie soldos quinque, in Aliis bonis meis filiAm meam iAcobinam mihi heredem instituo cesarine filie Ansaldi maioni lego iupam cen-dati grani Item ermegine nepti mee lego duo oralia de septa et unum de septa et bombecini et Aliud de lino et AvarelAm unAm Anno 1226 Item mAbiliàe servienti mee lego garnAgiAm meam viridis cum penna que ibi et duas camisias unam novam et Aliam vetulam Item sororibus meis Aimeline et Alde lego pArutelum unum pro quAIibet et hec est meA ultimA voluntas que et si non vAlet iure testamenti saltim volo quod vim Alicuius codicilli obtineat Testes ginata et pAscal de lAvAniA et sAlvus et henricus de porcili et Alegrus Actum ianue in domo in quA hAbitat dicta mAbilia die primo Iulii Ante terciAm (N. 79/, c. 161). MLI._1 luglio — Cavarunco dei qm. Milio Cavarunco fa testamento. Ego CAvAruncus filius quondam milii qm. cavarunci contempla-cione ultime voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis iudico pro AnimA meA libras decem IAnue quAs sic distribuo In primis sol. centum hospitali sancti Iohannis de acri pro subsid.o terre sancte ultrAmArine Item operi ecclesie sancti IAcobi de clA-vAro iudico de predictis sol. quAdraginta vel qui dentur in libris vel paramentis Altaris si ibi non esset opus in quo possent dari Item ponti de lavania de mAri sol. decem ianue Item ponti de calA-sco sol. quinque Item infirmis de coMorganA sol quinque Item ho-spitali sancti Iohannis sol viginti Item operi ecclesie sancti spiritus de bisAmni sol. quinque Item ecclesie sancte Marie cruciferorum de bisamni sol. quinque Item infirmis de capite fari sol. quinque item operi ecclesie fratrum predicatorum de iAnuA sol. quinque. Ai-dete nepti mee lego domum meam de clAvAro que est iuxta domum Armani pAtris sui scilicet medietatem totius domus mee de clAvAro ita quod debeat hAbere medietatem dicte domus versus domum pAtris sui et illAm medietatem speciAliter quAm tenet ArmAnus pAter eius A me Ad pensionem Guirardum filium MArtini moresci pro tercia pArte et GAndulfum de SAnguineto filium domine Amirate pro Alia terciA pArte et filios ArmAm de riciA nepotes meos scilicet IohAnninum Aldetam lAcobinAm et Aimeli' nAm pro AliA terciA pArte equaliter mihi heredes instituo et si forte aliquis dictorum nepotum meorum tam mAsculus quAm femina decesserit sine legitimo herede ex se nAto substituo ei superstites Anno 1226 447 et si omnes decederent sine legitimo herede ex se nAto substituo eis dictum Gtiirardum et GAndulfum equAliter et si Aliquis predictorum scilicet (iiiirArdus et GAndulfus decederet AntequAm ego volo quod quilibet posset dimitere pArtem suAm dicte hereditatis cui voluerit vel quod eius heres posset eam hereditatem sibi contingentem li Abere et volo quod dicti heredes mei omnes debeant dimitere pArtem suAm dicte hereditatis dicto Guirardo si voluerit ipse Gui-iaidus dAre eis denArios quAntum fuerit extimAtA quelibet pArs dictorum heredum et hoc infra Annos tres post meum decessum et postquam fuerit extimAtA dictA hereditas per publicos extimAtores lAvAnie scilicet terciA pArs infra Annum et AliA terciA in secundo Anno proximo tunc venturo et AliA terciA in tercio Anno et hec est mea ultimA voluntas etc. Testes petrus gardAtor et mAgister Andreas de cellAnisi et rAmundus mercerius et presbiter mArtinus custos quondam sancti lAurencii et merlus de VAldetario et mAgister bArtholomeus lamberti Actum iAnue iuxta domum in qua hA-bitAt Willelmus de feno die primo Iulii inter terciAm et nonam (N. 792, c. 161). MLII. — i luglio — Rubaldo, scudaio, da una parte, e Bonanata, dall’altra, essendo in lite, compromettono in Bonvassallo de Mari e Lanfranco da Montaggio. l esti Oberto gardator ed Ogerio Pane. In Genova, c. s., tra nona e vespro (N. 796, c. 162). MLIII. — 2 luglio — Presentazione di una lettera del pontefice Onorio II. * In presenti A testium infrascriptorum presbiter homodeus canonicus sancti Ambrosii representavit literas domini pape bullAtas in-trascriptas presbiteris Symoni sancti donAti et Guidoni canonico sancte mArie de castello Tenor literarum talis est honorius episcopus servus servorum dei venerabili fratri episcopo sAonensi et dilectis filiis sy[moni] sancti donAti et G[uidoni] sancte mArie de castello canonicis IAnuensibus sAlutem et Apostolicambenedictionem Iohannes de pontedecimo lAicussuA nobis peticione monstravit quod cum in- 448 Anno' 1226 ter ipsum et A muliere Ianuensis diocesis super eo quod ips A mulier in virum petebeAt eumdem coram venerabili fratre nostro Archiepiscopo lAnue non ex delegatione nostra questio verteretur idem index perperam procedens in causa iniquAm tuliit diffinitivam sentenciAm contra eum A quA ipse nostrAm Audientiam Appellavit Ideoque discretioni vestre per Apostolica scripta mAndamus quAtenus de sen-tenciA ipsA legitime cognoscentes quod canonicum fuerit Appella-cione postposita statuAtis facientes quod statueritis per censuram ec-clesiAsticam firmiter observAri quod si non omnes hiis exequendis potueritis interesse in ea frater episcope cum eorum Altero nihilominus exequAris dAtum IAterani VII Id. MAii pontificatus nostri Anno decimo Testes presbiter petrus capellAnus sancti lAurencii et \\ il-lelmus canonicus sancti petri de porta et ardiponus minister sancte mArie cruciferorum de bisAnni die secundo Iulii Ante terciAm Actum IAnue iuxta domum in quA hAbitat Willelmus de feno (Λ. 797> c- ,CJ2)· MLIV. — 2 luglio. — Adalasia Restagno fa una donazione alla chiesa di San Matteo. Ego AdAlaxiA restagna uxor quondam restagni pura donA-tione inter vivos et prò remedio Anime mee facio donAtionem nomine ecclesie sancti mAthei iAnue tibi presbitero Ugoni piiori eiusdem ecclesie de tanto in bonis meis hAbitis et habendis quod bene sit vAlens librarum decem iAnue Ad habendum tenendum et possidendum sine omni meA contradictione et omnium prò me post meum decessum sAIvo et retencto in me usufructu in vita meA diete donAtiones donec vixero QuAm donAtionem me ratam et tìrmAm hAbere et tenere et non impedire nec subtrahere sub pena dupli de quanto fuerit cotrafactum et quociens rAto mAnente pActo tibi stipulAnti promito prò penA vero etc. faciens hec omniA conscilio lAcobi de mercato grani et pAuli de sancto mAtheo quos hic voco vicinos et propinquos meos, hoc Acto et intellecto expressim inter me et te quod debeas michi dAre et concedere in vita meA donec vixero stallum et hAbitacionem ex dono domus que fuit quondam bensevegue que est prope campetum de fabris et hoc inferius Ab uno carubio usque Ad Alterum et quod debeatis mihi providere co- Anno 1226 449 tidie in vitu competenter et quod debeatis me sepellire Apud dictam ecclesiAm expensis dicte ecclesie Alioquim dieta donAtio nullA esset set esset cassa et vAcuA Insuper cAsso et vAcuo et nullius vAlloris esse iubeo omniA testamenta que quondam feci Testes predicti et presbiter rAmundus capellAnus sancti mAthei Actum iAnue in domo heredum Willelmi bregundii die secundo Iulii inter terciAm et no-nAm (N. 804, c. i6j). MLV. — 2 luglio — Corrado del qm. Nazaro di Alharo riceve da Giacomina, moglie del fratel. suo Simone di Ai-baro, lire quattro e soldi tredici, dovute per atto rogato dal notaio Lanfranco da Pavia. Testi Guglielmo, cassaio in Clavica, Armanno de Ave, bottaio. In Genova, nella casa di Berta, ava di detta Giacoma (A^. 809, c. 16} v.). MLVI-ML1X. — 2 luglio — Giuliana, vedova di Gandolfo da Mazasco, di consenso del giudice Guglielmo de Si-gestro, suo curatore, costituito dal console dei forestieri, dichiara che non inquieterà Lanfranco de Maiolio per un pezzo di terra, posta in Mazasco, nel luogo detto Volta. Testi Ottone di Valditrebbia, formaggiaio, Stefano, cassaio, ed Ansaldo Busserio. — Il predetto Lanfranco si dichiara debitore di Giuliana. — Guirardo de Carubio, da Ri, essendo in lite con Alda da Graveglia, costituisce procuratore Bernardo de Signaego. Testi Guirardo da Pavia, giudice, ed Armanno da Cogorno. — Guglielmo da Quarto riceve da Guirardo da Recca, calzolaio, una quantità di merce, dovuta in compenso prò giara una ole/. Testi Beltramo da lorriglia, Bartolomeo, calzolaio, e Marchesio da Castello. In Genova, tra nona e vespro, presso la casa, dove abita Guglielmo de Feno (N- 799-802, c. 162, 162 z>.). MLX. — 3 luglio — Maestro Bartolomeo, canonico di San Damiano, accorda una dilazione per la soluzione della sua prebenda. Ferretto 29 450 Anno 1226 Ego mAgister bArtholomeus canonicus sancti d Am i An i prolungo terminum vobis presbiteris Willelmo preposito et ορΐςοηϊ canonico sancti damiAni usque Ad proximas Kalendas IAnuArii solvendi mihi prebendAm meAm in dicto termino quAm mihi dAre te[ne]mini pro vitu meo cotidiAno sicut continetur in sentencia dominorum mA-gistri Ugonis mAgiscole et bertoloti sAcriste et BArtholomei canonici IAnuensis scripta per manum sAlmoni notarii ita tamen quod in dicto termino mihi dictam prebendAm solvere debeatis integram Alipquin dicta prolungacio et licencia nichil prosit vobis quin in dicta sentencia incidatis nisi de mea licencia remanserit Testes IA-cobus de coronArio scriba et Willelmus gardator et Willelmus oculus regis Actum iAnue iuxta domum canonicorum sancti laurencii in quA hAbitAt Guillelmus de feno die tercio Iulii inter terciAm et nonAm (N. So 3, c. 163 <■.). MLXI-MLXIII. — 3 luglio - Filippo Borserio riceve lire settanta per dote di Giovanna, figlia di Enrico de Rango de S/gestro, che va sposa al ligliuol suo Marino. 1 esti Guirardo Rosso de Sigerò, Rodegerio, giudice, Marchesio da Camogli e Guglielmo iupoiierius. — Raimondo da \ ercelli, calzolaio, abitante in Genova, riceve da Pietro Bergognono, abitante a Santa Savina, tantum de cordvano afactato per lire cinque. Testi Guglielmo de Benvenuta, Guglielmo gardator, e Giacomo de Coronario. — Ί irono da Monza, abitante a Piacenza, vende per lire dodici a prete Guglielmo da Rivarolo un mulo rosso stellatimi in fronte. lesti ( lUglielmo de Parodio e Rubaldo de Puteo. In Genova c. s., tra terza e nona (N. 803, 806, Soy, c. 163, 163 v.). MLXIV-MLXV. — 3 luglio — Guglielmo Catalano riceve lire trentaquattro per dote della sposa Ermegina. Testi Guglielmo, cassaio in Chiavica, Guglielmo Botino, calzolaio, e Belengerio da Marsiglia. In Genova, in Chiavica, nella casa, dove abitano detti coniugi (N. 810, 82η, s. 164, 166 v.). Anno 1226 451 MLXVI. — 4 luglio — Ricordo di un'accomandita, fatta a Cagliari. Ego bonus vAssallus de raiedo confiteor tibi mArchesio elephAn-to quod ego et frater meus Willelmus quondam habuimus et recepimus A domino Anseimo de fontAnA consule Ianue tunc temporis de bonis quondam Willelmi de 9ocolis post eius decessum libras triginta tres IAnue pro solucione cuiusdAm AccomendAtionis viginti glAriArum olei quas AccomandAvimus ego et frater meus predictus dicto W illelmo de gocolio apud CalAri Abrenuncians exceptioni etc. 1 estes Ambrosius caldera et ogerius panis et hugo bonicia Actum Ianue iuxta domum in quA hAbitat Willelmus de feno die quArto Iulii Ante terciAm (N. 808, c. 163 v). MLXVII-MLXVIII. — 4 luglio — Rollando da Pavia, abitante in Genova, ed Obertino de Berigia, da Langasco, comprano per lire tre runcinum unum ferrandum cum suis maculis et viciis da Oberto da Chiavari, speziale. Testi Rubaldo di Arnaldo da Rovereto, Bonamico da Varese ed Opizzo Ardizzone. — Guirardo de Ultramare e Manfredo de Gal-lareto, essendo in lite, eleggono arbitro Gandolfo de Sexto, scrivano. Testi Rodegerio, giudice, Oberto de Campis ed Aimarico de Sorbula. In Genova, c. s., e sotto il portico della casa di Ruffino di Asti, giudice, fra terza e nona (N. 811, 812, c. 164). MLXIX. — 4 luglio — Approvazione di patti, stipulati tra Ogerio da Vernazza e Balzano da Carpena. Ego IAcobA uxor ogerii de vernAciA presentis et iubentis et consentientis firmo et confirmo et ratum hAbere et tenere promito tibi bertoldo filio balani de carpena omnia pActa et convencta que continentur in sentencia sive laude lAta inter dictum bA^anum de carpena et dictum ogerium virum meum A tignoso de lAgneto de 452 Anno 1226 tota tenuta de coegiA que est loco quo dicitur serra pollila cum omnibus suis pertinendis et usariis pertinentibus ipsi tenute sicut continetur in dicta sentencia sive lAude per mAnum obeiti de casta· gnolA notarii facta currente millesimo ducentesimo vicesimo quinque mense octubris et sicut ogerius dictus inde tenetur iui amento ut Apparet in carta inde facta per mAnum vicedomini notarii que omnia per me meosque heredes libi dicto bertoldo tuisque heredi bus firmo et confirmo nomine pAtris tui et ratum tenere et habere omni tempore promito et contra non venire Aliquo modo Alioquin penam librarum quinquAginta iAnue tibi dicto bertoldo nomine pAtris tui stipulanti promito pro penA vero etc. Abrenuncians iuri ypothece et senatui consulto velleiano faciens hec omnia [consilio] Willelmi de feno et Ansaldi lecavele quos hic voco vicinos et propincos meos Insuper nos ogerius predictus et lAcobA iugales unA confitemur nos Accepisse et habuisse A te bertoldo filio balzani de carpena libras quAtuor iAnue quAs dictus balanus date tenebatur mihi predicto ogerio sicut continetur in sentencia supradicta de quibus omnibus quietos et solutos nos vocamus Testes predicti conciliatores Actum IAnue iuxta domum in qua hAbitat Willelmus de feno die quArto Iulii inter nonAm et vesperum (N. S21, c. 166). MLXX. — 5 luglio — Oberto Piteto fa testamento. Ego obertus pictetus ferrarius contemplatione ultime mee \olun-tatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis volo cor pus meum sepelii Apud ecclesiam sancti Ambrosii, pro Anima meA iudico soldos quAdrAginta iAnue quArum decenum operi sancti lAurencii iudico. et residuum volo quod detur pro AnimA meA pio mea sepultura Apud dictam ecclesiAm. pro septenis et trentenis et Anniversario faciendo meo pro Anima mea et uxoris mee quondam iudico libras octo iAnue dicte ecclesie sancti Ambrosii ita quod quilibet fratrum dicte ecclesie sancti Ambrosii in die Anniversarii mei faciendi hAbeat denarios tres pro pietanciA qui presens fuerit in dicto AnniversArio meo. filie mee symone lego decem libras iAnue quAs volo quod capere possit de pensione mee domus que hAbet introitum in carubio Anselmi cultelerii donec plenArie de dicta pen- Anno 1226 453 sione soluta fuerit usque in libris decem IAnue et volo quod possit ipsAm domum locare cui voluerit et concedere donec bene fuerit soluta de dictis libris decem et volo quod si filius meus bertolinus voluerit dare dicte filie mee libras octo iAnue quod dieta Symona nichil capere possit de dieta pensione in Aliis bonis meis hAbitis et habendis dictum bertolinum filium meum mihi heredem instituo et volo quod si dictus filius meus bertolinus vendiderit domos meas de sancto Ambrosio quod debeat Addere dicte Symone libras tres iAnue ultra libras decem predictas et si Aliquis dictorum filiorum meorum decesserint sine herede legitimo ex se nAto substituo ei superstitem et confiteor quod debeo dare filio Willelmi de lAgneto soldos novem Item Ardito denarios sedecim servienti IAcobi de caneto denarios octo Item castage venaterio sol duos Item denarios viginti unum cuidam Alii de lAvAniA Item lego Imelde que apor-tabat michi Aquam denarios duodecim et hec est mea ultima voluntas etc. Testes presbiteri viviAnus et Willelmus canonici sancti Ambrosii et Willelmus custos sancti Ambrosii et mArtinus piscator de tontanela et obertus de vAlletrebiA et lAborans bene de fontanela Actum iAnue in domo caren9one in quA hAbitat dicta symona die quinto Iulii inter terciam et nonam (N. 8ij, c. 164 v.). MLXXI. — 5 luglio — Giacoma, nipote del qm. prete Guidone, riscuote lire tre, lasciatele in testamento da detto suo zio. I esti Bald!zzone Fornari, Oberto Bonifacio e prete Alberto, custode di San Lorenzo. In Genova, nella chiesa di San Lorenzo, tra nona e vespro (N. 82S, c. 166 v.). MLXXII-MLXXIII. — 5 luglio — Maria, moglie di Ugolino Malone, dà in locazione per dieci anni ad Astolfo da Carignano ed a suo figlio Guglielmo una casa con terra, posta in Carignano, coll' obbligo di trahere ibi annuatim fossas vigiliti quinque de propaginibus. — Ermelina, moglie di detto Astolfo, approva la locazione. Testi Ansaldo Castaldo, Oberto de Puncio, ed Enrico Bruxedo, Ugone da Monleone, ed Oberto de Maregia. In Genova, presso la porta di S. Andrea, presso il muro. •154 Anno 1226 nell'orto di Guglielmo Embriaco, e in Carignano nella casa di Gervasio, nell’ora di vespro (N. 814, S14 bis, c. 164 v., i6j). MLXXIV-MLXXV. - 6 luglio — Enrico, calzolaio, dichiara che il qm. Azone, calzolaio, suo padre, ricevette lire quindici per dote della sposa Aidelina. — Detta Aidelina rinuncia al figlio la sua dote. 1 esti Raimondo, calzolaio, Rodegerio, giudice, e Guiberto da Chiavari. In Genova, sotto la casa, dove abita Guglielmo de I eno, fra terza e nona (N. Sij, Si6, c. 165). MLXXVI. - 7 luglio - Vassallo di Vexina, da Recco, riceve una somma in società. Ego vAssAUus de reco de viixina confiteor me Accepisse A te IohannA filiA quondam mArini cicade de porta libras viginti iAnue in societate Abrenuncias exceptioni etc. cum quibus in terra mercari et negociari tibi promito bona fide usque ad prefatum terminum et Ad dictum terminum predictas libras viginti cum duAbus pArtibus totius lucri quod inde exiverit dAre et redere tibi promito in pAce et sine molestia Alioquin penAm-dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. Testes Willelmus de teno et Willelmus de vulpAria et Willelmus gardator Actum iAnue iuxta domum in qua hAbitat Willelmus de feno die septimo Iulii inter terciam et nonam (N. 8/7, c. 16j v.). MLXXVII-MLXXIX. - 7 luglio - Martino de Bercelo, figlio di Ugone de Raza, compra una quantità de cacctis et ermis per lire sei da Lanfranco, scudato. Testi Guercio de Cultura e prete Alberto, custode della Cattedrale. — Mabilia, vedova di Rodolfo Gerbino, ripudia l’eredità dei figli Idone e Guglielmino. Testi Giacomo de Cruce, figlio di Enrico, pellicciaio, ed Alessandro Bari età. — Giovanni de Fondola dichiara che Oberto Pistello deve prestare per lui garanzia ad Enrico Con tardo, podestà del Bisagno. Testi Oberto de Cruce e Carlo de Cruce. Anno 1226 455 In Genova c. s. tra terza e nona, e nella casa di Mabilia, e in quella dove abita detto podestà, tra nona e vespro (N. 818 820, c. 165 v.). MLXXX. — 8 luglio — L'Arciprete di Recco presenta una lettera del Penitenziere del pontefice Onorio III. In presenciA testium infrascriptorum Iohannes Archipresbiter plebis de reco obtulit literas domino IAnuensi Archiepiscopo ex pArte domini IAcobi penitenciArii domini pape que sigili Ate erant sigillo ipsius penitenciArii in quibus literis idem Archipresbiter dicebat contineri quod predictus dominus IAcobus Absolverat ipsum Ab excomunicatione quA tenebAtur propter mAnuum iniectiones quAm fecerat in presbiterum bAldoinum et quemdAm lAicum in clAustro sancti lAurencii et quod inde iniuxerat ei penitenciAm et quod mAndat eidem domino Archiepiscopo ne occasione dictorum criminum ipsi Archipresbitero de cetero AliquAm molestiAm faciAt Item peciit Ab eodem domino Archiepiscopo utdAret ei vel dari faceret vel mittat domino episcopo sAonensi et eius comiudicibus sentenciAs et pre-cepta que fecit eidem et ceterarum causarum Acta pro quibus ipse ApelAvit Ad dominum papam et dominus papa cognicionem et diffi-nicionem earum transmisit iudicibus memoratis et petiit quod faceret scribi per mAnum publicam predictas literas et dictus dominus Archiepiscopus dixit quod non dAret nec faceret scribi set faceret quod deberet Testes Iohannes rubeus de cabalino et bonusvAssAllus notarius filius quodam hugonis de podio et ορίςο canonicus sancte mArie de vineis Actum iAnue in pAllacio dicti domini Archiepiscopi die octavo Iulii Ante terciAm (N. 822, c. 166). MLXXXI-MLXXXII. — 8 luglio — Alberto Pipione, da Levaggi, costituisce procuratore il fratello Mazucco nella lite, che gli muove dominus Iohannes Bisia potestas lavante. — Mazzucco da Levaggi costituisce procuratore Marino de Cagaroto nella lite, che ha con Ottone de Meleto. Testi Ruffino d'Asti e Rodegerio, giudice, e Guiberto da Chiavari. 456 Anno 1226 In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Peno, tra nona e vespro (N. 823, S24, c. 166)· MLXXXI11-MLXXXIV. - 9 luglio — I coniugi Adalasia e Michele da Cogoleto dichiarano di dover dare lire cinque a Guglielmo Gallo per prezzo d’una quantità di vino. Testi Ansaldo Rosso, da Voltri, Giovanni Leccavela, Ingo Tor nello, seniore, e Montanaro della porta di S. Andrea. Alberto del qm. Alberto Lupo dichiara che parecchi anni or sono ebbe in accomandita dal cugino Marino de Cagaroto lire ventiquattro, che portò in viatico Provincie. I esti prete Alberto da Caranza, custode della Cattedrale, Alberto I ipione ed Alberto, servo di Bartolotto, sacrista della Cattedrale. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, nell ora di terza, e presso Γ abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 823, S26, c. 166 v.). MLXXXV-MLXXXVI. - 9 luglio - Rainaldo de Grossa, cittadino di Genova, vende all’Abbate di S. Stefano una casa con orto prope civitatem Saone ubi dicitur fontanile. Raimondo, abbate del monastero di S. Stefano, col consenso dei monaci Benedetto, Tommaso, Bonilacio, Balduino, Enr.co e Guglielmo, promette che per la lesta del Natale darà lire cinquanta per prezzo di detta terra ed orto, avendone ora ricevute soltanto venti. Testi prete Oliverio, cappellano di S. Luca, Guglielmo de Balneo, Giovanni, cuoco, e Ruffino, canonico della pieve di Novi. In Genova, nella casa nuova di detto monastero, tra nona e vespro (N. 829, 830, c. 16η). MLXXXVII. — 9 luglio — Pietro Tuscano, abitante a Genova, riceve a mutuo da Fioria, vedova di Oberto Maniasal, lire sedici, che restituerà prima del settembre. Testi Guglielmo de Sigestro, giudice, Martino de Antegio e Marchisio da Portovenere. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno (N. 8)1, c. 16η). Anno 1226 457 MLXXXVIII. — n luglio — L'Arcidiacono della Cattedrale costituisce un procuratore. Ego mAgister Ioannes Archidiaconus lAnue constituo te Gili-bertum servitorem presbiteri Willelmi de ripArolio canonici IAnue presentem et recipientem et dicentem te romAm esse pAratum proficisci pro capitulo IAnue incontinenti meum procuratorem et certum nuncium in curiA romAnA Ad literas Apostolicas impetrandAs contra CApitulum plebis de framulA prò me et contradicendum cuilibet contra me impetrare volenti et in iudices conveniendum promitens me ratum et firmum hAbiturum quidquid feceris in predictis et in nullo contraventurum Testes RubAldus de guercio de clavAro et Albertus canonicus plebis de reco Actum lAnue in clAustro sancti lAurencii die undecimo lulii Ante terciAm (N.'8j2, c. /67 v.). MLXXXIX-MXC. — 11 luglio — I coniugi Ber-narda e Simone Ligalupo, da Struppa, vendono per soldi quaranta a Michele da Viganego quattro parti d’un ottavo d’un mulino detto serravalis, posto in Bisagno, ubi dicitur cauzolium supra pontem de cauzolio. Testi Simone de Solario, da Struppa, Bavaro de Vetulo e Iosolame suo figlio. ~-Raimondo da Montpellier, litigando con Guglielmo Pasteca, battifolio, costituisce procuratore il giudice Guglielmo da Quinto. Testi Giovanni de Albareto e Rainaldo di Oberto Bonifacio. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra terza e nona, e tra nona e vespro (N. 8jj, 834, c. ιβη υ.). MXCI-MXC1I. — 11 luglio — I coniugi Aimelina del qm. Imegia da Passano e Baldovino da Leivi, e le loro figlie Diamante e Giacomina ricevono da Bonaventura del qm. Giovanni de Feleto, da Fontanegli, soldi trenta, che Virdilia, moglie di detto Giovanni lasciò loro in testamento. — Detto Bonaventura per dote della sposa Giacoma riceve soldi 20 e vende terre in Dercogna nei luoghi detti in forma, ad 45S Anno 1226 mai olimi, ad vincas. confinanti colle terre di Giovanni de Casuprana, Oberto Casello, Guglielmo Mastrello, Gandolfo Tagliaborse. In Genova, nella casa di Guglielmo Negrino, dove abita detta Giacoma, tra nona e vespro (N. Sjj, Sj6, c. /67 *'·> /6S)· MXCIII. — 11 luglio — Testamento di Giovanna Tevere. Ego IohAnnA fili A quondam lAfranci piperis timens dei iudic.um contemplacione mee ultime voluntatis rerum meA rum talem facio disposicionem In primis eligo sepulturam corporis mei Apud ecclesiam saneti Siri et de bonis meis pro Anima meA iudico et statuo debere dari libras trecentas iAnue de quibus volo et statuo quod fratres minores et fratres predicatores de lAnuA debeAnt distribuere et ordinare pro Anima meA ecclesiis et Aliis locis miserabilibus et pAuperibus libras ducentas IAnue quod michi et eis melius visum fuerit AliAs vero centum reservo in meA voluntate distribuendAs filiam meam Nicolinam et Alios filios si quos de cetero habuero de nicola Embrono viro meo mihi heredes equAliter in falcidiA instituo et precipio ut ipsa falcidiA sint contencti et non possint Amplius petere in bonis meis nec hAbere debeant residuum vero quod supei est de bonis seu dotibus meis deductis libris dictis trecentis et dicta falcidiA volo et statuo quod hAheant sorlionus piper et socus et Iohannes fratres ubicumque invenerint pro voluntate et beneplacitu ipsorum sine alicuius contradictione et hec est mea ultima voluntas... testes lAfrancus pignolius et henricus piper et pAganus de cucurno iudex et Guirardus de castello novo et Guisulfus de fin AI i et Rolandus di lAmora Actum IAnue in domo dicti Sorlioni piperis in quA ipse hAbitat die undecimo Iulii parum post vesperum (A. 8jJ, c. 16S). MXCIV-MXCV. — 12 luglio — Rubaldo de Ri, da Lavagna, riceve lire cinquanta per dote della sposa Sibilia, sorella di Gilioma del qm. Rubaldo Giliomo, d’Asti. 'Festi Rubaldo e Pietro Bono, drappieri, Merlo del Curio e, Bergamo. In Genova, nella casa di Guglielmo da Ravecca, dove abita Segnorile, madre di detta Sibilia, dopo il vespro (N. 8j9, 114J, c. 168 v., 211). Anno 1226 459 MXCVI-MXCV1II. — 13 luglio — I coniugi Fioria ed ( )pizzo di Bonfante, da Rivoturbido, ricevono a mutuo da Guisla Salandra soldi venti. Testi Marchisio da Camogli, Oberto Boccaccio e Guglielmo Serrator. — Prete Corrado, ministro della chiesa di San Nazaro di Genova, essendo in lite con prete Giovanni, chierico di detta chiesa, costituisce procuratore nella curia pontificia Giliberto, servo di prete Guglielmo da Rivarolo, canonico della Cattedrale- Testi Giov-vanni, battifolio, Enrico de Sigestro, e Corrado, chierico di San Nazaro. — Stefano de Grillo de Sigestro compra da Ogerio de Solimano, della pieve di Lavagna una quantità di grano. Testi Giacomo Saliceto, tintore, Guglielmo de Guerra e Simone de Prato, da Voltri. In Genova, presso Γ abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, fra terza e nona, fra nona e vespro {N- 8)8, II46, 1147, C. l68 V., 21)). MXCIX. — 13 luglio — Alberto, canonico di S. Giorgio, accetta il patrocinio della chiesa- di S. Michele di Mei mi. Ego Albertus CAnonicus sancti giorgii iAnue consensu et Voluntate presbiteri mArini sancti michAelis de melmi recipio defensionem eiusdem ecclesie sancti michaelis de causa sive questione quAm movet presbiter otto sancti Eusebii nomine eiusdem ecclesie Adversus dictam ecclesiAm sancti michaelis sub exAmine domini presbiteri Iohannis mAioris ecclesie iAnuensis et domini mAgistri Raimundi sancte MArie de vineis et domini presbiteri Iohannis sancti donAti iu-dicum delegatorum domini pape de facto promitens me curaturum et facturum ita quod quicquid luerit de iure pronunciAtum predicta ecclesiA sancti michaelis et eius minister observabit Testes Rufinus Astensis iudex et presbiter Willelmus monacus sancti StephAni iA-nue Actum IAnue iuxta donum in quA hAbitat Willelmus de feno die terciodecimo Iulii inter nonam et vesperum (N. 1148,0. 213). 463 Anno 1326 MC-MCII. — 14 luglio — Giovanni Multerio magister antelami cede ai fratelli Giacomo Bonaventura e Bononiense figli del qm. Giovanni del Taro i diritti, che gli competono sopra Alavenna, vedova di Giovanni Cavaturta, acquisiti il 21 maggio 1225 per atti del not. Simone Donati. Testi Enrico He Sigestro, Bertolotto clavonerius, Guglielmo remularius e Giovanni barilarius. - Alberto, abbate di S. Fruttuoso di Capodimonte ed i monaci Nicoloso ed An saldo tolgono a mutuo da maestro Ugone, magiscola della Cattedrale, lire dieci, che restituiranno prima dell agosto, prestando garanzia Guglielmo de Girbaldo, castaido del monastero. Testi Guglielmo, massaro del palazzo arcivescovile, ed Alberto, arciprete di S. Albano. In Genova c. s., e nella camera del magiscola, prima di terza. (N. 11 50, nji, 1152, c. 21 j v., 214), MCIII. — 14 luglio — Il Prevosto e i Canonici di S. Ambrogio si obbligano di fare un anniversario. Nos presbiteri Vivianus prepositus Guillelmus et homodeus canonici sancti Ambrosii iAnue confitemur nos accepisse et habuisse A te Iohanna uxore quondam vAssalli ferrarii solidos quAdraginta ιΑ-nue Abrenunciantes etc. unde promitimu? et convenimus tibi per nos nostrosque successores facere in dicta ecclesiA AnnuAtim de cetero in perpetuum Annuale pro AnimA dicti viri tui quondam solempniter ita tamen quod quilibet fratrum dicte ecclesie qui in ipso officio fuerit debeat habere de bonis ipsius ecclesie ultra prebendam suAm in ilio AnnuAli AnnuAtim denarios tres pro pientancia que omnia Atendere et observAre imperpetuum per nos nostrosque successores tibi solempniter promitimus et facere hAnc promissionem scribi Ad memoriam retinendam in mArtirologio ipsius ecclesie et confitemur dictos denarios expendisse in hedificatione unius domus posite Ante dictam ecclesiAm Testes Willelmus custos dicte ecclesie et Willelmus cocus dictorum canonicorum Actum iAnue in ecclesia sancti Ambrosii die XIV Iulii Ante terciam (N. 1149, c. 21} v.). Anno 1226 MCIV-MCV. — 14 luglio — Giovanni de Fondola e Giacoma, vedova di Oberto de Fondola,'dichiarano che Fnr ico, pellicciaio, diede in pegno lire sei ad Enrico Contai do, podestà del Bisagno, per la lite,'che hanno con Oberto e Guglielmo de hondola. Testi Guglielmo, calzolaio, Rubaldo de 1 oraria. — Begino, calzolaio in Chiavica, compra da Arnaldo da Lavagna una quantità di grano. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, fra terza e nona, e fra nona e vespro (A’· 1153, 1134, c. 214). MCYI-MCVII. — 15 luglio. — Mabilia, vedova di Guglielmo Capellaio, vende una quantità di merce per lire trenta alla figlia Aimelina ed al genero Pietro de Brolio, e loro cede i diritti, che ha sopra una barca, chiamata Angello. T esti Giovanni del Bisagno, drappiere, Lazaro de Murtedo, Montario da Marassi e Guirardo da Pavia, giudice. In Genova, c. s., fra nona e vespro (W. 1136,113η, c. 214 v.). MCVIII. — 16 luglio — Testamento di Alda da Sori. Ego AldA de sAuro uxor quodam Iohannis de monteobio con-templacione ultime mee voluntatis rerum mearum talem facio dispo-sicionem Imprimis eligo meAm sepulturam Apud eeclesiAm sancti Ambrosii pro Anima meA iudico pro meo sepellire quorum decerium operi sancti lAurencii iudico filie mee care lego pecias tres de tella lanne et unam de lino scilicet illAm quAm hAbet Arnulfus de rave-ca et illam quAm habet tinctor de sancta m Ari A mAgdalene et illAm quAm hAbeo Apud mArasium Ad curandum et illAm quAm hAbeo mecum in domo in quA hAbitat dicta cara Item dicte care lego omnes pAnnos meos filium meum pAscalinum mihi heredem in Aliis bonis meis heredem instituo et si forte ipse pAscalinus decesserit sine legitimo herede ex se nato substituo ei filiAm meam predictam caram Item volo quod dicta cara possit et debeat Usufruetare dictam hereditatem pAscalini donec ipse pAscalinus IAnuAm venerit et confiteor quod debeo dare Willelmo de clAvanno soldos tredecim et 462 Anno 1226 denarios quAtuor et hec est mea ultima ultimA voluntas... Testes Guido ferrarius et vivAldus urso ferrarius et obertus ciivelus et Gandulfus formaiarius et Anselmus ferrarius Actum iAnue in domo in quA hAbitat dicta cara die XVI lulii in bora tercia (uf ii6j, c.215 v., 2/6). MCXIV-MCXV. - 17 luglio - I coniugi Bonanata ed Alberto del qm. Donato de Campoplano comprano da Oberto de Straela nove mezzarole di vino, in ragione di soldi sei per mezzarola, dando l'importo per Pasqua presso il borgo di Chia\rari. Testi Fulco da Bargagli, ed Oberto Bonitacio. — Raimondo riceve lire sei e soldi cinque per essere stato al servizio di maestro Giovanni, arcidiacono Anno 1226 463 della Cattedrale, per tre anni ed otto mesi. Testi Bondie, barbiere, e Giovanni da Chiavari. In Genova, c. s., e nella camera dell'Arcidiacono, dopo il vespro (N. 1164, 1163, c. 216). MCXVI-MCXVIII. — 18 luglio — Ianuino Talosso, da S. Ambrogio, riceve da Oberto Secco, ferraio, lire sei e da Giovanni Sarago, ferraio, lire otto in accomandita, che porta a Napoli, tenendo per sè un quarto del guadagno. 1 esti Marchisio da Camogli, Enrico da Rapallo magister lignaminis, ed Armanno Clavano. — Ingo T ornello e Bonvassallo Calligepalii, distributori dell’ eredità della qm. Druda, vedova di Guglielmo Tornello, cedono a Guglielmo Parpa-ione il dominio delle terre, che detta Druda possedeva in Livellato, nel luogo detto Travi, coll’obbligo di sborsare lire dieci all’Abbate di S. Siro. Testi Riccardo, giudice, e Balduino de Predono. In Genova, presso l’abitazione del Feno, e nella Cattedrale. fra terza e nona (N. 1166, ir 6η, ii6g, c. 216, 216 v.y MCXIX. — 18 luglio — Maestro Guido Zoccolino, medico, riceve a mutuo una somma, e dà in pegno libri e quaderni. Ego mAgister Guido medicus ςοΰοΐίηυβ confiteor me Accepisse mutuo gratis A te ορίςοηε Ardiqiono de plAcenciA soldos sexAginta iAnuinorum Abrenuncians exceptioni quos vel totidem pro eis eiusdem monete dAre et solvere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum certum nuncium tibi promito usque Ad menses duos proximos Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito prò penA vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omniA meA bonA hAbita et habend.Atibi pignori obligo et speciAliter viginti sex quAternos et libros inter quaternos et libros quos tibi nomine pignoris tradidisse confiteor tali pacto prò penA commissa etc. Abrenuncias privilegio fori. Testes ogerius de vernAciA et merlo de carnegiA Actum IAnue iuxta domum in quA Anno 1226 hAbitat Willelmus de feno die XVIII Iulii inter nonam et vesperum (.ìV. ii68, c. 216 v.). ■ MCXXMCXXI. - 18 luglio - Alberto PeneUo e Duchessa, figli del qm. Raimondo Penello, conte di Lavagna e della qm Adalasia, vendono per lire cento a redisio Fieschi, conte di Lavagna, tutte le terre col diritto delle decime, che insieme col loro fratello Enrico posseggono nei vescovati di Genova, Piacenza, Bobbio, cioè terre in San Salvatore, nel luogo detto Insula de sancto triar tino, in Borzone, nel luogo detto in maionica, in oneto presso le terre di Guirardo Ravaschieri, in Sopralacroce, nei luoghi detti vallisplana, pccialunga, pontexeli, avertuti, pollarmi, capiti ursi, dovega, in quilanis, castagna culinegna, confinanti colle terre dei conti Andrea ed Ambrogio, col monte grefoli, col curtius de 1nanfilis, colle terre della chiesa de C'az'icano, di Guidone da Nasci e del qm. Pagano da Cogorno. lesti Matteo Eremita, Martino Tornello, Guglielmo Pitta\ ino, giudice, Giacomo Archerio, i fratelli Ingo, Giovanni e Oltobono Tornello. In Genova, nella casa di Rubaldo de Noatali, dove abita Alda de Scotis, fra nona e vespro -V. 1175,1176, c. 217 v.t 218 v. . MCXXII. - 20 luglio - I coniugi Mabilia e Guglielmo Tartaro, detto boti fichino, cedono a frate Rubaldo ed a Giovanni Pessagno. sindaci del monastero di Santo Spirito del Bisagno, l’usufrutto delle terre, che hanno in Rapallo, e che comprarono dal detto monastero, fino alla totale estinzione del debito, colla condizione che due buoni uomini per il giorno di San Martino stimino il vino e 1 olio, ricavato da dette terre. Testi Ansaldo Sporta, giudice, e Guglielmo da Sampierdarena. In Genova, nell’abitazione di detti coniugi ('V. 7/7°-c. 216 v). Anno T226 465 MCXXIII 20 luglio — Maestro Giovanni da Parigi promette di curar bene l’occhio sinistro di Guglielmo Ferrario. Ego mAgister Iohannes de pArixio promito et convenio tibi Wil-lelmo ferrario facere ita et curare meis expensis quod tu videbis bene de oculo sinistro tuo removendo inde omnem mAcuIam et oscuritatem et facere ita et curare quod te medicabo meis expensis de guta quam habes in capite et in celebro. Et ego dictus Willelmus premito et convenio tibi dicto mAgistro Iohanni dare et solvere tibi libras quinque Ianue quando incepero videre de dicto oculo meo sinistro ita quod bene possim ire et reddire pro meis negociis faciendis et libras quinque quando penitus fuero sAnatus et liberatus de dicta guta et de infirmitate dicti oculi et hoc prò tua mercede et labore ita quod debeas facere tuis expensis quicquid necesse fuerit in predictis Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò penA vero etc. Testes Iohannes clavonerius et mAnfredus calderai ius et rolandus ferrarius Actum Ianue in domo in qua habitat dictus \\ illelmus Actum Ianue die XX lulii inter nonam et vespe-rum (N. ιιηι, c. 21η). MCXXIV-MCXXV. — 20 luglio Giovanni de Macio, macellaio, avendo ingiuriato Martorina, figlia di Adalasia da \ oltri, promette di darle soldi dieci per la metà di agosto, e venti per la festa di Sant’Andrea, ed ottiene promessa di non essere più inquietato. Testi Martino de Ante-gio e Giovanni de Verubio. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. n-jj, ιιη4> c. .217 v.J. MCXXVI. — 20 luglio — 11 Custode della Cattedrale cede la sua delegazione per istruire un processo. Ego presbiter Albertus de caranciA custos sancti lAurencii commito vices meAs in omnibus et per omniA domino presbitero Guillelmo canonico plebis monelle Ad recipiendum testes litis et contro- Ferretto 30 / 466 Anno iaa6 versie que vertitur inter presbiterum bAldoinum canonicum plebis de reco ex una pArte et presbiterum Iohannem de rovegno ex Altera sub meo exAmine et dicti presbiteri \\ illelmi ut possit pro me et loco mei recipere testes utriusque pArtis et exAminAre ipsos testes citare et videre iurare et ipsos tacere iuiare promitens me ratum et firmum hAbiturum quicquid ipse presbiter W illel mus fecerit in predictis Testes Rodegerius et presbiter petms ca pellAnus sancti lAurencii et presbiter vivAldus de nioegio Actum iAnue iuxta domum in quA hAbitat \Y illelmus de feno die XX inter nonAm et vesperum. (N. 1172, c. 21η). MCXXVII-MCXXVIII. - 20 luglio - Guglielmo da Bargone del qm. Musso riceve lire sei per dote de a sposa Verdina, figlia dei coniugi Ermelina e Guglielmo o ione, da Bargone. La dote è assicurata sopra una terra, posta in sigestro in villa de bargono ad costoni, confinante colle terre di Andrea de Maiolo e di Guglielmino de Case a. Testi Enrico de Rango, da Sestri, e Guglielmo de arto, calzolaio. In Genova, c. s., tra nona e vespro (N. n77> /J7S>1 2,9 · MCXXIX. — 29 luglio - L’Arcidiacono della Cattedrale dichiara che restituirà due cofani e due coperte. Ego mAgister Iohannes Archidiaconus IAnue promito et con venio vobis presbitero GAndulfo canonico sancti georgi iAnue et presbitero lAfranco canonico plebis de lAngasco quod duos cophA nos et duAs carpitas quAs et quos dominus bArtholomeus cAnoni cus IAnue vicarius domini Archiepiscopi iAnue saxivit pio debito quod presbiter lAcobus prepositus diete ecclesie sancti geoigii debet mihi dare restituAm ipsos cophinos et carpitas cum venerit IAnuAm dictus presbiter iAcobus sAluo debito meo et sAlvo sAximento predicto si presentes eritis de quo debito factum est instrumentum scriptum per mAnum nicolosi de claAvAro prout dico Testes Alber-tus canonicus plebis de reco et Iohannes de clAvAro Actum iAnue Anno 1226 _)67 in canonica sancti lAurencii in camera dicti Archidiaconi die XX Iulii in ter nonam et vesperum (N. 1181, c.2iijv.). MCXXX. _ 20 luglio — Iacoba, figlia di Adalasia, da una pai te, ed Oberto Sasso, da Sampierdarena, dall’altra, si promettono reciprocamente di non inquietarsi. Testi Lanfranco da Montaggio, gardator, Rollando, barbiere, e Bal-doino da Langasco, In Genova, in Cattedrale, nell’ ora del vespro (N. 1179, C. 2I9). MCXXXI-MCXXXII. - 21 luglio — Guirardo de Cambio, da Ri, promette di dare ad Alda, moglie di Iacobo Campione, una mezzarola di vino ed una di mosto a Lavagna, quando farà le vendemmie. Testi Giovanni da Chiavari e Rubaldo de Toraria. — Andrea del qm. Guirardo I arasco promette di vendere alcune terre, poste in Gra-veglia, nel luogo detta tibia, a Giovanni de Casano, chiavaio, tutore del nipote Giovannino del qm. Andrea, calderaio. 1 esti Manfredo, calderaio, e Vassalto, chiavaio. In Genova, presso 1’ abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro, e nell' ora del vespro (N. 1180, 1182, c. 219 v., 220). MCXXXIII-MCXXXIV. - 22 luglio - Il chierico Guglielmo, figlio di Gandolfo Censario, riceve da prete Alberto da Caranza, custode della Cattedrale, diciassette canne di tela di lino e due tovaglie in accomandita, che porta a Ceuta, tenendosi il quarta del guadagno. Testi Arnaldo gardator e Giovanni Blancheta. — Marino di Guidone, ferraio, riceve da Simone, figlio di Alberto Caranza, ferraio, soldi venti in accomandita, che porta a Tunisi, tenendosi il quarto del guadagno. Testi prete Alberto da Caranza e Guglielmo de Feno. In Genova, c. s., tra nona e vespro, e tra vespro e compieta (N. ////, ii8j, c. 214 v.,22o). |6S Anno 1226 MCXXXV. — 22 luglio — Mabilia, vedova di Lamberto capitis imici, promette che per dote della figlia Agnese cederà al genero Viviano da Voltaggio tante tei re per il valore di lire cinquanta. Testi Guglielmo, cassaio, e Guglielmo, pellicciaio. In Genova, in Chiavica, nell’abitazione di detta Mabilia, tra nona e vespro (N. 1184, c. 220). MCXXXVI-MCXXXVII. — 23 luglio — Prete Alberto, ministro della chiesa di Sant’Ambrogio de Trasol, nipote di prete Bernardo da San Pancrazio, promette di dare una somma a Giovannino, figlio della qm. Giovanna, vedova di Filippo da Montesignano, e questi promette di non più inquietarlo. - lesti Giovanni Carlo, da Montesignano, Giovanni Tigna, pellicciaio, e Giacomo da Vercelli. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Peno, nell’ora del vespro (N. //8j, 1186, c. 220 v.). MCXXXVIII. - Dopo il 23 luglio — Un chierico della chiesa di Santo Spirito di Zinola presenta un libello contro il suo rettore. Rainaldinus filius Iohannis vace de saona clericus ecclesie sancti spiritus de ?inola agit contra Gulielmum dictum Messiam ministrum dicte ecclesie et petit ab eo sive ab ipsa ecclesia ut det ei victum et vestitum de bonis diete ecclesie annuatim in futurum secundum posse et facultates ipsius ecclesie et ut dictus minister vocet eum ad contractus dicte ecclesie faciendos et ut faciat secum rationem de redditis et proventibus sive fructibus et gaudimentis dicte ecclesie annuatim semel in quolibet mense predicta idem petit quia est clericus et frater dicte ecclesie quare ut supra Iuie canonum salvo iure alterius petitionis. (N. //86 bis, c. 22/). MCXXXIX-MCXLII. — 24 luglio - Verde, vedova di Guglielmo da Zerli, per soldi cinquanta, solvibili prima del Natale, vende ad Armanno de Grillo la meta d una terra, Anno 1226 469 posta nelle pertinenze di Lavagna apud sanctum Salvatorem in capetlama sancti Martini ubi dicitur vattis sur da, confinante colle terre di Alberto Paximusca, Enrico Cardinale, Mdssoneto da Passano. Testi Rubaldo Bastone, Gualtiero Gallo, Ugo di Alberto Fieschi e Aldebrando di Ugone Balbo. I coniugi Alda e Viviano del qm. Rubaldo Botarlo, Sibilia e Guirardo, fratello di Viviano, e Pasquale e Guglielmo, figli di Viviano, cedono a Musso del qm. Enrico de Lagneto ciò che hanno nelle pertinenze di Lagneto e specialmente ubi dicitur porcile, e detto Musso annulla ogni istrumento di debito. Testi Martino de Antegio, Ugone Bo-nacia e Pasquale da Caperana. In Genova, nella casa di Verde, dopo terza, e presso 1 abitazione di Guglielmo de Feno, fra terza e nona (N. 1191, 199, 1189, u9o, c. 219. 22} v.J. MCXLIII-MCXLVIII. - 24 luglio - I coniugi Fioria e Lanfranco del qm. Guglielmo Bocca, e Richelda, madre di Lanfranco, vendono per lire quaranta a Guisiana, vedova di Bartolomeo Boterico, una terra in Langasco, nel luogo detto Gadeloguo, presso il fossato de coventino e la terra di Fulco de Planis, e rilasciano quitanza, quantunque debbano ricevere ancora lire dieci prima della festa di Natale. Testi Giovanni da San 1 ommaso, Guglielmo de Sigestro de mercato grani, Giovanni de Solario, e Rollando de Tepolio. — Vassallo de Clavanno riceve da suo padre Armanno lire trentasei in accommandita, che porta in Messina, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Oberto Sicco, ferraio, e Bonvassallo de Mari. — I coniugi Alda del qm. Beidie e Bonvassallo de Campo vendono per lire quindici, solvibili metà per-Natale, e metà tra un anno, a Guglielmo Magalio una terra, posta in Rapallo in villa de borgese, confinante colle terre di Verde de Muris e di Augusto de Borgese. Testi Paisio, macel'aio. Alamanno, Americo e Bonizo gardatorcs, e Guirardo da Pavia, giudice. — Detto Buonvassallo dichiara di aver ricevuto lire venti per dote di sua moglie. 490 Anno 1226 In Genova, nella casa di Lanfranco Bocca, e presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro, e nell’ora del vespro (N. 1187,11SS, 1192, 119}, 1206, 1207, c. 221, 222,2241'.). MCXLIX. — 24 luglio — 11 Prevosto e i Canonici di S. Ambrogio si obbligano di fare un anniversario. Nos presbiteri ViviAnus prepositus et Willelmus et homodeus canonici ecclesie sancti Ambrosii unA confitemur nos Accepisse et habuisse A te Berta uxore quondam Guirardi lerraiii libias tres iAnue Abrenunciantes exceptioni etc. pro quibus promitimus et convc nimus tibi lohanne filie eiusdem berte per nos nostrosque successores nomine ipsius ecclesie fAcere de cetero AnnuAle in dicta ecclesiA solempniter prò AnimA dicti viri quondam diete berte et nico filii eius quondam eundo Ad monumenta et sepulturis utriusque solvere et dAre in quolibet AnnuAli cuilibet fratrum dicte ecclesie qui in ipso AnnuAli fuerint denarios tres pro pietancia ultra prebendAm suAm et confitemur dictam pecuniAm versam esse in utilitatem ipsius ecclesie in hedificacione unius domus nove posite Ante dic ecclesiam Testes symon de cabella et Willelmus custos ipsius eccles’ Actum iAnue in ecclesiA predicta die ΧΧ11Π Iulii inter vesperum et completorium (N. 1194, c. 222 v.). MCL-MCLIII. - 25 luglio - Ogerio de Solario, di Pino, per sè e per i nipoti Guglielmo, Guirardo e Giovanni, cede ad Amarico di Oberto Clerico una terra in silla, c sancta margarita nel luogo detto Carega, ricevendo in cambio una terra in pertinenciis de carega in valle de cainporotun 0. Testi Marchisio da Camogli, e Bonvassallo de Zinestredo. - Ogerio, figlio d’Ingone d’Albaro, riceve da Guglielmo da Torriglia, ferraio, soldi cinquanta ed una quantità di ferramenti per soldi venti, che porta in Sicilia, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. — Martino da Nervi, figlio del qm. Giacomo Caceta, riceve lire quindici per dote della sposa Simonetta, figlia di Sopergia e di Buongiovanni da Rapallo, Anno 1226 471 abitanti in Carignano. 1 esti Marchesio da Carignano, Pietro e Guglielmo gardatores. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, nell ora di terza, fra terza e nona, fra nona e vespro (N. 119}· injS, c. 222 V., 22J v.). MCLIV. — 25 luglio -- I coniugi Giovanna ed Alberto Pugneto dichiarano che Giacomo de Solario diede loro un pezzo di terra per edificare una casa in burgo clavari. Testi prete Alberto, custode di San Lorenzo, prete Giovanni, canonico della pieve di Framura, e Simone Agostino. In Genova c. s., tra nona e vespro (N. 1214, c. 22$ v.). MCLV-MCLVI. — 27 luglio — Baldoino e Drudo del qm. Drudo da Fontanegli da una parte, e Giovanni e Archerio del qm. Martino de Curia, da Fontanegli, dall’altra, litigando per alcune terre, poste in Fontanegli, nel luogo detto Tombeto, confinanti colle terre di Marchisio de Podio e della chiesa di S. Pietro, eleggono arbitri prete Giacomo, arciprete di Molassana, e prete Oberto, arciprete della pieve di Bavari. Testi Rogerio de Valle, Rubaldo de Podio e Gandolfò de Pastine. — Giovanni Malbattezzato, da Missano, litigando con Marino de Rosa per un albero di nave, costituisce procuratore Rogerio Ascherio. Testi Manfredo Strucio, Pasquale di Campo e Bonvassallo de Mari. In Genova, nella Cattedrale, fra terza e nona, e c. s., fra nona e vespro (N. 1200, 1201, c. 22j v., 224). MCLVI-MCLVII. - 28 luglio — Ricordo di rappresaglie contro gli uomini di Corniglia e Vernazza. Ego otto de vAlletrebia civis IAnue facio tibi timonerio filio quondam galgani de vernAcia recipienti nomine universitatis et comunis corii'gie de omni iure racione et Accione utili et directa reali et perso-nAli Imeni et refutacionem et pActum de non petendo quod et quAs hAbeo et mihi competunt vel competere possent contra dictum co- 472 Anno 1226 mune et universitAtem cornigie occasione unius lAudis lacte per mAnum bertoloti Alberti notarii de libris quindecim i Anue conti a ipsum comune et comune vernacie currente millesimo ducentesimo die XXV novembris quAm lAudem et quicquid iuris occasione ipsiufe lAudis habeo versus dictAm universitatem casso et vacuo et nullius valloris esse iubeo quAntum prò pArte dicti comunis cornigie et universitatis ipsius predictam finem et refutacionem et omnimodAm remissionem et pActum de non petendo ratam et firmam hAbere et tenere et non impedire nec subtrahere per me vel meos heredes sub penA dupli de quAnto fuerit contrafactum et quociens rato mAnente pActo tibi stipulAnti promito nomine dicte universitatis cornigie recipienti prò pena vero etc. et hec omniA facio tibi pro soldis triginta quinque iAnue quos A te perinde nomine dicti comunis Accepisse confiteor Abrenuncians exceptioni etc. Testes ogerius de vernacia et ArmAnus pillosus et GuirArdus de pApiA iudex Actum iAnue iuxta domum in quA hAbitat Willelmus de feno die XXV111 lulii inter nonAm et vesperum Nos Timonerius filius quondam galgani de vernAciA et beneve-nutus de cornigiA unA promitimus et convenimus tibi ottoni de vAlle trebiA rivi iAnue dAre et solvere tibi vel tuo certo nuncio per nos vel nòstrum certum nuncium soldos viginti quinque iAnue usque Ad festum sancti mArtini proximum occasione finis et refutacionis quAm fecisti mihi dicto timonerio pro universitate cornigie pro soldis trigin-taquinque non obstante tibi quAntum Ad dictos sol. viginti quinque quod te quietum et solutum inde vocasti in carta diete finis et iefu-tationis Alioquin penAm dupli etdAmpni et dispendii iato mAnente pActo tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. Abrenuntians privilegio fori et iuri quo cavetur principalem debitorem primo convenii i et legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint etc. Insuper ego timonerius dictus iuro Atendere et observAre ut supra et si terminum vel terminos etc. Testes ogerius de vernAcia et ArmAnus pillosus et Guirardus de pApiA iudex Actum iAnue iuxta domum in quA hAbitat Guillelmus de feno die XXVIII lulii inter nonAm et vesperum (N. 1210, 1211, c. 223). MCLXIX-MCLXXV. — 28 luglio — Lanfranco di Gu- Anno '226 473 glielmo Caffaro riceve in accomandita da Baldoino Osbergato dieci pezze di panno di mezzalana, che porta a Tunisi. Testi I olomeo da San Matteo e Rubaldo Malons. — Lanfranco de Marzano per soldi nove vende mezza mezzarola d’ olio, buono, giusto, bello e nitido secondo la misura del Comune di Genova, '['esti Oberto Sicco, ferraio, Omodeo, tagliatore, e Giovanni Francigena. - Oberto Capello, da Frascati, dichiara a Rollando de Casaregio che spenderà in collecta comunis Ianne soldi trentasei per tutte le terre, che ha in Frascati. I esti Pagano da Castiglione e Marino da Bavari. — Oberto de Sala toglie a mutuo dal giudice Rodegerio lire tre. lesti Guglielmo gardator, Pasquale de Perleco, e Gu glielmo da Sant’Agnese. - Oberto Septeincoria per lire quattro e */2 vende dieci ligacia di lana ai coniugi Giusta e Gui-tredo da Como, lanaiuolo, e sei ligacia a Pasta, lanaiuolo, per il prezzo di soldi quarantaquattro. Testi Bissoto, Corrado da San Matteo, Guirardo da Pavia, giudice, e Giacomo da Monleone. — Elena, vedova di Giovanni Canale, e Giovanna, moglie di Alberico de Curtecremona, riscuotono da Simona, moglie di Guglielmo Porco, un legato, fatto ad esse da Adalasia, vedova di Amico Navarro. Testi Omodeo, tagliatore, Giacomo da Monteleone, ed Ugo, figlio di Enrico, pellicciaio. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, dopo terza, fra terza e nona, fra nona e vespro (N. 1202-120I2oS, 120p, 1212, C. 224, 22/ V.). MCLXXVI. — 29 luglio — Il ministro della chiesa di Sant'Ambrogio di Rapallo elegge un chierico. Ego presbiter obertus minister ecclesie sancti Ambrosii de mA-olixi constitute in plebeio rApalli intuitu dei et Ad preces mAgi-stri hugonis magiscole IAnue eligo in fratrem et socium meum in dicta ecclesiA GAiAldinum nepotem dicti domini mAgistri ugonis et constituo tibi AnnuAtim pro vestibus tuis soldos decem iAnue hAbendos de bonis ipsius ecclesie in kalendis februArii AnnuAtim Testes presbiter petrus capellanus sancti lAurencii et Ugo de mon- 474 Anno 1226 teleone et dictus dominus mAgister Ugo niAgiscola iAnue Actum iAnue in camera dicti mAgiscole in canonica sancti lAurenci die XXVII1I Iulii Ante terciAm (N. 1213, c. 225 v.). MCLXXVII-MCLXXXII. — 29 luglio - Bernardo del qm. Frexone de Ragono cede al giudice Guglielmo de Sige-stro una terra, confinante colle terre della chiesa di Santa Maria del Taro, e posta in pertimentiis de ragono. 1 esti Bonvassallo de Pallareto, Ogerio Pane e Guito, macellaio. Martino de Oxeia, da Varese, fa testamento, e desidera essere sepolto presso la chiesa di Sant Ambrogio, cui lascia meta dei suoi beni, e l’usufrutto di essi alla moglie Anna. Testi Guglielmo, custode di detta chiesa, Nicoloso Terrario, Raimondo da Nervi e Vivaldo Ferrario. — Oberto Septemcoria per lire cinque e soldi otto vende a Tebaldo de Corbogna, abitante in Rivoturbido, dodici ligacios di lana, e per lire otto ne vende diciotto a Viviano, lanaiuolo, a Gentedona, sua sorella, ed ai coniugi Otta e Benvenuto da Como, lanaiuolo. — Lo stesso vende otto cantari e venti rotuli di formaggio a. Tedesco de S10estro. Testi Bisoto, Anomato Croto. Guglielmo de Monte. — Martorina, figlia di Adalasia Celebrino, da Voltri, dichiara che non vuole procedere contro Giovanni de Macio, macellaio, non avendole fatto ingiuria alcuna, e, se ebbe una somma, l ebbe amore dei et intuitu pietatis quia steti tecum prò mea mercede. Testi Anseimo, macellaio, e Stefano de Pastino. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, fra terza e nona, nell ora di nona, e fra nona e vespro (N. 1219-bis, 1215-1219, c. 22η, 226, 226 v.). MCLXXXIII. — 30 luglio — La moglie di Giovanni Sal-vatico fa testamento. Ego IAnuA uxor Iohannis sAlvAtici conteplaeione ultime mee voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis volo corpus meum sepelii Apud ecclesiAm sancti lAurenci prò Anima Anno 1226 475 meA indico libras tres iAnue quArum decenum operi ecclesie sancti lAuiencii iudico Item de predictis iudico soldos viginti pro meo se-pelliri Item hospitali sancti Iohannis et infirmis de capite fari iudico soldos duos pro quolibet de predictis Item sol. duos ponti inferiori bisannisltem sol. quinque pro missvs canendis Apud ecclesiAm sancti donati Item denarios duodecim promissis canendis Apud ecclesiAm sancti sAlvAtoris Item hospitali sancti stephAni sol. duos Item hospitali sancte mArie cruciferorum et monAasterio sancti spiritus de bisAn-m et hospitali sancti lAurentii denarios duodecim IAnue pro quolibet Item ponti de pulcifera denarios duodecim Item ecclesie fratrum predicatorum et fratrum minorum de IAnuA iudico sol. duos pro quAlibet et residuum volo quod distribuAtur pro Anima meA in di: spositione mAtris mee berte Cui mAtri mee iudico et lego libras tres iAnue Item symone filie rose lego iupAm meam virmiliam Item pAruelum meum lego AdAlAxine filios meos Angelinum et lAco-binum mihi heredes instituo in Aliis bonis meis equAliter et si forte Aliquis eorum decesserit sine herede legitimo ex se nAto volo quod succedAt Alter qui supersteterit et si omnes decesserint sine herede legitimo volo quod mAter meA succedAt eis si tunc temporis vixerit et si non vixerit tunc volo quod frater meus IAcobus succedAt eis si tunc temporis vixerit et si non vixerit volo quod detur pro Anima meA hospitali sancti Iohannis et infirmis de capite fari et monAsterio sancti spiritus de bisAnni et hospitali sancti stephAni et confiteor quod debeo dAre sol. viginti ricie de quibus in pignore cultram cendati virmilii et grani et duos pomelos de AmbrA Item sol. quinque contesse pro quibus habet in pignore gonellAm viridis Item libras tres iuste quas mihi mutuo gratis dedit et hec est meA ultima voluntas..... Testes Iohannes correrius et obertus calle- garius et rolandus callegarius et Wilielmus pellipArius et Iohannes de reco tinctor et bAldoinus pelliparius et symon fornArius Actum iAnue in domo in quA hAbitAt dicta IAnuA die XXX Iulii Ante terciAm (N. 121) a, c. 22 v.). MCLXXXIV. — 31 luglio — I giudici delegati dal Pontefice assegnano un termine in una lite. 476 Anno 1226 In presentia testium infrascriptorum dominus Albertus sAonen-sisepiscopus et presbiteri symon sancti donAti et Guido sancte mArie de castello CAnonici iudices domini pape delegati dederunt terminum octo dierum Annet? filie Willelmi de romAnis Absenti solvendi sol. duodecim iAnue predictis presbiteris symoni et Guidoni pro expensis quas fecerunt in causa que movetur coram dictis iudicibus inter dictam Annetam ex unA pArte et IohAnninum filium Quini de pontedecimo ex Alia eundo et reddeundo Apud sAo-nAm pro dicta causA Alioquin ex tunc sit excommunicata dicta Anneta Testes stephanus Archipresbiter plebis lAvAnie et nicolosus canonici lAnuenses et prepositus sancti donati die ultimo Iulii Ante terciam in clAustro sancti lAurencii (N. 1220, c. 22η). MCLXXXV-MCLXXXVI. — 31 luglio e 1 agosto Roberto de Aiata compra da Oberto Septemcoria, abitante a San Matteo, una quantità di lana per soldi cinquantatre. Testi Oberto Bonifacii, Bixoto, Pasta e (juitredo. kica, vedova di Giacomo de Miroaldo, riceve soldi trentadue dal cognato Giovanni, spettanti al figliol suo Bartolino. 1 esti Martino, drappiere, e Bosso da Carasco. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra terza e nona, e nell ora di nona (A. 1221,1222, c. 22η, -2~j 1.). MCLXXXVII-MCLXXXIX. - 3 agosto - Bonavia del qm. Simone de Cuparo, da Sant'Olcese, per lire cinque vende due buoi a maestro Ugo, magiscola della cattedrale, e 1 ettor e della chiesa di Santa Margherita di Morigallo. Testi Ugo da Monleone, Pietro da Morigallo e Filippo, servo del magiscola. — Martino del qm. Bianco da San Michele di Ossegna dona a prete Viviano, prevosto di Sant Ambrogio, la metà di tutte le terre, che possiede in pertnientus de osegna e nella podesteria di Sestri. 1 esti Andrea de Serra, Martino da Susilia, Guglielmo, custode di Sant’Ambrogio, e Americo da San Donato. — Giacomo de Laqua, da Mignanego, essendo stato emancipato, dona a suo padre Amico soldi venti. I esti Rodegerio, e Guirardo da Pavia, giudici, e Rubaldo, scudaio. Anno 1226 477 In Genova, nella camera del Magiscola, nella chiesa di Sant Ambrogio, e presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, fra terza e nona, e fra nona e vespro (N. 1223, 1224, 122j-, C. 22η V., 228). MCXC. — 4 agosto — Guglielmo de Balneo dà in locazione una terra. Ego Guillelmus de bAIneo loco et concedo tibi Iohanni de sancto michAeli usque Ad Annos sex proximos locum meum cum domo su-praposita que est in sancto thoma ubi dicitur molinelus Cui coheret superius terra verdAne inferius fossAtus Ab uno lAtere terra erosa Ab alio terra rubAldi corvi quondam Item AliAm peciam in dictis pertinenciis ubi dicitur insurela Cui coheret superius terra Iohannis de porta inferius et Ab uno lAtere fossatus Ab alio terra nostra et dividitur per mAceriam ibi positam TAli modo quod inde debeas mihi dAre et solvere AnnuAtim usque Ad dictum terminum soldos quinquaginta quinque IAnue Ad festum nAtalis domini et dictam domum continue hAbitare et dictam terram meliorare et non deteriorare et collere AnnuAtim et dAre Medietatem totius olei olivArum de insurela predicte pecie faciendo tu oleum tuis expensis et coli-gendo olivas similiter tuis expensis de dicta pecia insurele et ponere ibi quAtuor plAntas ficuum AnnuAtim et ipsAs Adultire bona fide et cavAre AnnAtim olivAs ipsius pecie insurele et ponere ibi leta-mc.i de tercio in tercio Anno ita quod incipiAs hoc Anno dictum letamen ponere ibi et clAudere dictas terras de spinis et ηιΑςεπβδ relevare et reficere ubi rupte fuerint de cetero Quam loeacionem ratam et firmam hAbere ct tenere et non impedire... Testes symon de sancto michAele et symon ferrarius de porta Actum iAnue iuxta domum in qua hAbitat Guillelmus de feno que est canonicorum sancti lAurencii die quArto Augusti Ante terciAm (N. 1226, c. 228). MCXCI-MCXCIII. — 4 agosto — I fratelli Vassallo ed Alberto Laieto giurano che non inquieteranno più Simone de Sorexeto per il feudo, avuto da Giovanni da \ erzi. I esti Alberto da Tribogna, gat'dator, Giovanni Fricadente, del Anno 1226 Bisagno, Bernardo della Valle di Sturla ed Airaldo. Guglielmo de B/asi/i, aóorator, compra da Oberto Septemcoria una quantità di lana per lire nove. 1 esti Alberto de Braida, scudaio, e Vassallo gardator. — Rubaldo de I oraria loca a Guglielmo del qm. Alberto Coardo le terre, che comprò da Viale de Insurela, in pertinenciis de clàvanno e tutte le castagne, che ha in fontanabonesonte. 1 este Musso, ferraio. In Genova c. v., fra terza e nona (N· 1228, 1229, 12J0, c. 22S, τι.). MCXCIV. — 4 agosto — Il ministro della chiesa di San Felice di Bramile assegna la prebenda ad un chierico. Ego presbiter obertus ministrator ecclesie sancti felicis de blA-sili constituo tibi presbitero Iohanni patruo meo clerico diete ecclesie pro vestibus tuis AnnuAtim libras tres iAnue quAs hAbeas de bonis diete ecclesie in Absentia et presentiA pro vestibus tuis predicta promito tibi solvere AnnuAtim circa festivitatem nAtalis domini de bonis ipsius ecclesie sub pena dupli et obbligatione bonorum ipsius ecclesie Testes mAgister Ugo mAgiscola IAnue et gaialdinus eius nepos canonicus sancte mArie de castelo Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti mAgiscole die quArto Augusti inter terciAm et nonAm (N. 1227, c. 228). MCXCV. — 4 agosto — Giovannino, figlio di Pietro Frealdo, dà soldi venti per la sua sepoltura a prete Omo-deo, canonico di Sant'Ambrogio. Testi Giovanni Corigora, Ugo, formaggiaio, Guglielmo, custode di Sant Ambrogio, ed Ansaldo Corso, In Genova, nell· abitazione di detto Pietro, fra nona e vespro (N. i2ji, c. 229). MCXVI. — 4 agosto - Protesta dell’Arciprete di Recco. In presentia testium infrascriptorum ego presbiter Iohannes Anno 1226 479 Archipresbiter de reco prout dico protestor dico et peto A vobis domine ArmAne preposite sancti donAti iudex domini pape delegate et domine mAgister Ugo mAgiscolA IAnue subdelegate dominorum sAonensis episcopi et Abbatis sancti eugenii eius diocesis iudicum delegatorum domini pape quAtenus Acta et cartulArios vel cartulA-rium cause vel causarum que vertitur vel vertuntur inter dominum IAnuensem Archiepiscopum et petrinum ex unA parte et me ex Altera Ab Anno citra Ad vestram presenciAm faciAtis AportAri et in ipsis diligenter inquirere precepta et ordinAmenta que dictus dominus Archiepiscopus dicit se mihi fecisse occasione quorum precepto-rum dictus dominus Archiepiscopus produxit titulos contra me coram vobis quos mihi porrexit vel Alius pro eo et hoc fActo mihi copiAm inde faciAtis et postea de iure procedAtis Alioquin si in Aliquo con-trafeceritis de predictis Ad dictos episcopum sAonensem et AbbAtem cum instanciA Appello Testes mAgister Iohannes ArchidiAconus IA nue et mAgister bArtholomeus canonicus sancti d Ami Ani et presbiter Iohannes rubeus de testana Actum iAnue in pAIlAcio dicti domini Archiepiscopi die quArto Augusti inter nonAm et vesperum (Ar. 1246, c. 2Jl). MCXCVII. — 4 agosto — Giovanna, moglie di Guglielmo Ferrario, fa testamento. Ego IohAnna uxor Willelmi ferrarii in presentia et voluntate pAtris mei 9enoardi contemplAcione ultime mee voluntatis rerum meArum taiem facio disposicionem In primis volo corpus meum se-pelliri Apud ecclesiAm sancti Iohannis de hospitali. Item pro AnimA meA iudico libras quAtuor iAnue quArum decenum operi sancti'lAu-rencii iudico pro meA sepultura de predictis iudico sol. quAdraginta iAnue Item pro septenis et trecesimo iudico sol. quinque iAnue Item operi sancti Ambrosii sol. quinque Item infirmis de capite fari sol. duos Item ecclesie sancti systi scilicet operi sol. duos Item denarios duodecim hospitali sancti Antonii Item ponti de pulcifera denarios duodecim Item ponti de lAvAniA et de calAsco denarios duodecim pro quolibet Item monAsterio sancti spiritus de bisAnni scilicet operi sol. duos Item hospitali sancti stephAni denarios duo- Anno 1226 decim Item denarios duodecim ecclesie sancti benigni et sancti mi-chAelis de monte de sancto toma pro qualibet Item susAnete denarios duodecim Item domino presbitero Willelmo canonico sancti Ambrosii sol. duos Item Virdete sol. quAtuor Item sol. duos pAupeiibus in pAne. filiAm meam IAcobinAm in Aliis meiis bonis mibi heredem instituo et hec est mea ultimA voluntas... I estes Willelmus tleiicus custos sancti Ambrosii et Anselnms ferrarius et ορϊςο pApiensis fei-rarius Actum iAnue in domo dicti Willelmi mAriti diete Iohanne die qurAto Augusti inter Vesperum et completorium (Λ. /2j2, c. 229). MCXCVIII-MCXCIX. — 5 agosto - Simone, canonico di San Lorenzo, e ministro della pieve di S. Martino di Sampier-darena, dà in locazione perdue parti a Guglielmo Marino e per un terzo a Rubaldo de Caneva, tutte le castagne della Pieve, poste nelle pertinenze di Paravanico, coll annua prestazione di soldi quaranta per la festa di San Michele, lesti Guido da Murta e Giovannino, barbiere, servo di Simone, barbiere. — Pietro da Murta riceve da Mabilia, vedova di Marino Simone, lire sei in accomandita, che porta in Sardegna, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. I esti Guglielmo de Clavica, medico, e Bonvassallo Rapallino. In Genova, nel chiostro di San Lorenzo, e sotto il portico di Richelda, figlia del qm. Guglielmo de Porticu, tra terza e nona (N. 123}, 1234, c. 229, 229 v.). * MCC. - 5 agosto — Enrico Vicecomite, canonico di Novara, cede la delegazione, commessagli dal Pontefice. Ego henricus vice comes canonicus novAriensis com sum modo diversis negociis propsditus et Apud IAnuAm constitutus Apud pia-cenciAm modo Accedere nequeo ideo vicem meAm in omnibus et per omniA domino rogerio preposito sancte bregide commito ut possit per me et vice meA facere et procedere et quicquid ei melius videbitur expedire super rescripto domini pape mihi et ipsi pAriter destinAto promitens me ratum et fìrmum hAbiturum quicquid ipse fecerit occasione dicti rescripti quod Ad nos rufinus pillosus A Sede Anno 1226 481 Apostolica impetravit contra Archipresbiterum et capitulum plebis brone l'estes dominus sygebAldus novAriensis canonicus lAnue et presbiter Iohannes de cornignAno Actum IAnue in clAustro sancti lAurentii die quinto Augusti inter nonAm et vesperum (.V. 1235, c· 229 v.). MCCI-MCCII. — 5 agosto — Rubaldo de Bonevero si obbliga di denunciare tutte le persone, debitrici del qm. Giovanni de Bonevero, suocero di Simone Belmosto. Testi Giacomo Gallo ed Oberto de Bobio. — Cece da Framura riceve da Giovanni, formaggiaio alla Porta, lire tre in accomandita, che porta in Maremma, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Guirardo da Pavia, giudice, ed Armanno da Cogorno. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno tra nona e vespro (N. 1236, 123η, c. 229 v.). MCCIII-MCCV. — 6 agosto — Giovanni Muro, essendo in lite con Altilia de Badalaxio, con Giovanni Pulvino e con Adalasia de Volta, per le terre comprate da Oberto Remulario 2 3 giugno 1222, come in atti del not. Enrico de Serra, costituisce procuratore Armanno da Cogorno, promettendogli la metà di c.ò che gli perverrà dopo la sentenza. Testi Opizzo Guercio, Giordano de Volta e Guglielmo, figlio di Giovanni de Volta, Buscarino e Alamanno gardator. — Opizzo, figlio di Rubaldo de Montealto riceve lire tre, dovute dal not. Giovanni da Bergamo. Testi Guirardo da Pavia, giudice, Ugone Bove, notaio. In Genova, sotto il portico della casa di Bonifacio de Volta, di rimpetto la chiesa di S. Lorenzo, e presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 1238, 1239, 1240, c. 230). MCCVI. — 7 agosto — Rubo de Caneto, da Rapallo, riceve a mutuo una somma. Ferretto 31 4S2 Anno 1226 Ego Rubus de caneto de rapAllo confìteor me Accepisse mutuo A te symone de castelo sol. quAdraginta iAnue Abrenuncians exceptioni etc. quos vel totidem pro eis dAre et redere tibi vel tuo cei to nuncio per me vel meum certum nuncium tibi promito quando tibi plAcuerit et mihi pecieris cum denariis Viginti quolibet ViAgio quo iveris ganςera meA et consortum Apud mAritimAm vel corsicam vel cum denariis duodecim quolibet viAgio quo fecerit dicta ganyera in niciam vel cum denariis noveni in omnibus Aliis viagiis que feceiit dieta gan C. 2)8). MCCLXI-MCCLXV. - 28 agosto — Guglielmo de Fabrica, da Nervi, dichiara che per la festa del Natale darà a prete Guglielmo da Rivarolo, canonico di San Lorenzo, il fitto della casa e della terra, spettanti al Capitolo, reste Oberto Bonifacio. — Giulia, vedova di Alberto Ferrai io, vende a Raimondo, abbate di Santo Stefano, tanta casa per lire otto, posta in burgo sancti stephaniy confinante colle case del qm. Ugone Ferrari, di Enrico Begino e di Federico Alberico. Testi prete Manegoldo, Rainaldo e Simone, canonici di San Lorenzo. — Maestro Giovanni, arcidiacono della Cattedrale, e prevosto di Santa Maria di Castello, Marchisio, prete Guido, maestro Ugo e Gaialdino, canonici, danno in locazione per dodici anni ai coniugi Bonadonna e Guglielmo Anno 1226 495 Bianco una casa con orto presso la chiesa di Santo Spirito del Bisagno, confinante colla strada pubblica e la via que vadit versus murtedum per Γ annua prestazione di lire quattro al Natale, e coll’obbligo piantare ibi ficus et brumestas et adol-ttre. 1 esti Vassallo de Langasco, Giacomo Scriba e Giovanni da Bergamo. — Verde figlia di Giovanna e del qm. Guglielmo Scriba toglie a mutuo lire quattro da Lanfranco Cava-largio. lesti Nicolò Barbavara, Lanfranco de Malis e prete Andrea da Santa Giusta. — Rollando, macellaio, e Stabile de hossatello eleggonoarbitroGuglieimoSpeculo. Testi Oberto de Predono, e Rodegerio, giudice. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno e nel chiostro di San Lorenzo, nell’ora di terza, nella camera del Magiscola, fra terza e nona, in Cattedrale e presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (A. 1292-1296, c. 2jS v., 259). MCCLXVI-MCCLXVIII.— 29 agosto — Ansaldo Se-gneri loca per due anni a Giovanni Oterio da Marassi, tres fitulas unius molendini posto in Bisagno, nel luogo detto Ca-guefango, che ha in comune con Ingone Lungo, e che comprò da Enrico Gerundio, coll’ annua prestazione di nove mine di frumento macinato. Testi Montanario da Marassi, Giordano da Marassi, Guglielmo gardator, e Giovanni Rosso da Bavari. Guglielmo Speculo, arbitro eletto, sentenzia che Stabile cardoanenus restituisca una coperta ed un lenzuolo, che la qm. Imelda, sua sorella, gli trafugò, portando il tutto in casa del marito Rollando da Rapallo, macellaio. Testi Astolfo, Pietro gardator, e Bergamo. — Raimondo, abbate di Santo Stefano, dà in locazione per dieci anni ad Ogerio de Carignano le terre, che ebbe già a livello dal qm. abbate Guido, poste in Carignano, coll’annua prestazione di lire sette, e coll’obbligo di porre ogni anno in dette terre sei piante d’ulivo. In Genova presso l’abitazione di Guglielmo de Feno fra terza e nòna, e nell’ora di vespro, e presso il detto (96 Anno 1226 monastero nell ora di vespro (N. 1300, ijoi, 1317> c· 2S9 v.,260, 262). MCCLXIX. — 29 agosto - L’Abbate di Santo Stefano dà in locazione una parte di mulino. Nos Ramundus Abbas monAsterii sancti stephAni iAnue con-seilio et voluntate et impresentiA Iratrum nostrorum scilicet dompni rogerii benedicti thome et bonifaeii locamus et concedimus tibi ìa-mundo de ηιΑυςβηο A kalendis octubris proxime venturis usque Ad Annos quinque proximos fetam unam molendini de mAuceno que Appelatur octenum cum omni suo iure et utilitate et AquAricio TAI i modo quod inde solvAs nobis minAs quinque frumenti de mol· tura eiusdem molendini vel eque boni per hos terminos scilicet minAs duAs Ad festum sancti Andree et minAs duAs Ad festum sancti stephAni et minAm unAm in capite Anni et nobis dictum molendinum redere molentem et preparatum ita sicut et modo est et ipsius ArtificiA ita bonA et tantum vAlentiA sicut modo sunt et vAlent predictam vero locationem ratam et firmam hAbere et tenere et non impedire nec subtrahere nec pensionem Accrescere usque Ad dictum terminum sub penA librarum quinque iAnue... 1 estes AnsAldus et ogerius de calignAno et Guillelmus de bAlneo et cicer et s_\mon de ripAriA Actum Apud dictum monAsterium iuxta donum novAm die XXVIIII Augusti in hora vesperi (N. /jr8, c. 262 v.). MCCLXX. — 31 agosto — Simone Respetto riceve, in accomandita da Iacoba, vedova di Lgone Mantello. ,£<>-nell am tt supracotum cum cnulato gl ano .7 uè sunt de btastio del valore di lire, che porta in Sicilia, tenendo perse la quarta parte del guadagno. Testi Iacobo de Pichinino, e Iacobo Zacca. In Genova, nell'abitazione di detta Iacoba, prima di terza (N. 130S, c. 261). MCCLXXI. — 31 agosto - Il Prevosto di San Lorenzo cede la delegazione, avuta dal pontefice Onorio III. Anno 1226 497 In presentia testium infrascriptorum dominus RubAldus prepo-situs iAnué index delegatus domini pape unA cum domino AbbAte sancti syri iAnue et domino bertholoto sAcrista iAnue in causa que veititui [int ;r] AbbAtem et conventum de tilieto ex unA pArte et intei bonAviAm de fantinA et filionum et vAssAllum de pertusA nAulenses et quosdam Alios ex Altera quiA diversis negociis occu-pAtus diete cause interesse non potest vices suAs dictis collegis suis commissit in omnibus reservAta sibi diffinitivA sentenciA et quicquid 1 estes Albertus serviens dicti bertoloti et rolandus porto-nAiius et phylipus filius Guirardi de pApiA iudicis Actum iAnue in clAustro sancti lAaurentii die ultimo Augusti in hora tercia (N. 1309, c. 261). MCCLXXII-MCCLXXIV. — 31 agosto — Gisolfo de Setima, da Nervi, toglie in locazione per quindici anni da prete Guglielmo da Rivarolo, canonico di San Lorenzo, sei appezzamenti di terreno, posti in detta villa, coll’ obbligo di piantarvi sei alberi di oliva ed otto di fichi, ogni anno, e coll annua prestazione di soldi diciotto e d un paio di polli. 1 esti Oberto Bonifacio, Opizzo gardator, e Rai-nei io de Clavasco. — Guglielmo, figlio di Baldizzone Ferrari, per lire quattro promette, di non inquietare più Guglielmo del qm. Pietro da Panesi per i beni del qm. Oberto del qm. Guglielmo Bontempo, da Susisa. lesti Oberto Sicco, Armanno de Clavano e Tassio, ferrai. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo di Feno, tra terza e nona, e fra nona e vespro (N. 1313-1313, c. 261 v., 262). MCCLXXV. — 1 settembre — Vivaldo, tornitore, figlio del qm. Merlone de Costa de Porcili de Caiieva per dote della sorella Divizia cede al cognato Pietrobono terre in per linentiis de caneva nel luogo detto óocus, confinante colla terra di Giovanni de Furno, Guglielmo Daniele, Guglielmo de Figario ed il fossato: cede pure altre terre, poste in fontanascura, in novelletis, confinanti colle terre di Madio de Cor-tino, Anseimo de Levario, Cuglielmo de Podio, e tutto ciò Ferretto -12 che possiede superius a costi de poforio versus bocum usque ad curiliforam inferius fossatus de lacu seniario usque ad fossatum de pane grosso ab uno latere fossatus de cur lu fora ab alio fossatus de fontana scura usque in pofolium. In Genova, c. s., fra terza e nona (Μ c· 262 7'·»· MCCLXXVI. — a settembre — Vassallo Grufino costituisce un procuratore nella curia pontificia. Ego VAssAllus gruginus civis lAnue constituo te G:libertum servientem presbiteri Willelmi de rivArolio canonici iAnuensis pre-sentem et recipientem meum procuratorem in curia lomAnA Ad i petrandum literas Apostolicas prò me contra monAsterium et conventum de mesemA et contradicendum omnibus volentibus contra me Aliquid impetrare et speciAliter possis contradicere conventui vel Alicui pro conventu de mesena sive monAsterii sancti petri de mesemA et in iudi ces convenire promitens me ratum et firmum quicquid inde feceris et in nullocontraventurum Testes presbiter Willelmus de rivArolio cano-nicus IAnueet Willelmus de feno et montanArius de mArasio Actum iAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno die secundo septembris parum post terciam (N. IJ22, C. 26J). MCCLXXVII-MCCLXXXII. - 2 settembre - Candea- sco de Candeasco de Sigestro riceve lire quindici per prezzo di cento mezzarole di musto vendutegli. Testi Baldizzone Sca-pacacia, Giovanni de Savignono, e Guglielmo da Monleone. — I coniugi Giovanna ed Oberto de Pagio, abitanti in Albaro, ricevono a mutuo soldi (luaranta da Toberga pancogolla, e le danno a pegno una terra, posta in corelia, nel luogo detto pia nus de man fi, confinante colla terra de Oberto de Coi olio e co fiume Lavagna. Testi Baldoino de Sigestro, figlio di Guglielmo Advulterii, e Guglielmo gardator. — Montanaria, vedova di Dondedeo de Camergi eia nuora Giovanna, moglie di Oberto, cedono a Bartolomeo del cjm. Amico Ferrario la terza parte d’una terra posta in Camergi. Testi Simone frener ius, Don- dedeo de Capile Pagane, da Rapallo, e Azone Crivello, freno ms. - Bartolomeo del qm. Amico Ferrario per soldi venti cede a Giacomo Mallone i diritti, che ha sopra un appezzamento di terreno, posto in camergi nel luogo detto scagneli. I esti Marino de Fontanella, Guglielmo Beruto, balestriere, e ieti o de 1 orta. I coniugi Anna e Giovanni Punzio per lire ventiquattro vendono a Bucacio ferrario, figlio del qm. Giovanni spater io, terre poste in plebeio sauri, nel luogo detto feleti, confinante colle terre di Amigone de Ripanico, Guglielmo de Iosa, Rubaldo de Toraria, Anoele de Fumo e di Oberto de I-axi, da Bogliasco. Testi Pagano da Cocorno, giudice, Guglielmo Capra e Manfredo macellaio. — Detti coniugi dichiarano che Giovanni Pennavaria prestò garanzia per essi. Testi Lanfranco da Monleone e Bombello da Camogli. In Genova, c. s., prima di terza e fra terza e nona, nella casa di Filippo Cintraco; dove abita Montanaria, fra terza e nona; presso 1 abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespr o ; e presso la chiesa di San Lorenzo in pontili pallaca mediani, tra nona e vespro [N. 1321, 1323, 1324, 1323, 1326, 132η, c. 263, 264 v.). MCCLXXXIII-MCCLXXXVII.— 3 settembre — Ben venuto de Zinestra de Sigcstro riceve de Oberto Septenco-ria lire tredici, che impiega in società sino adcarnisprivium, dividendosi il guadagno. Testi Simone Burone, Montanaro del qm. Sigembaldo Doria e Gugl.elmo Bocone. — Giacomo di Giovanni de Pichigino riceve da Mabilia Ultramar ina lire dieci implicatas in canonis viginti duobus auri filati, che porta in Sicilia. 1 esti Marino de Pichigino, e Alberto de Albario, sarto. - Prete Viviano da Sant’Ambrogio costituisce procuratore Armanno de Clavano per esìgere il lucro della società fatta con Salvo, ferraio a Sant’Ambrogio, come in atto del not. Oberto de Cerredo del 20 sett. 1221. Testi Oberto Sicco, Guglielmo, cuoco di Sant’ Ambrogio, e Guglielmo, custode di San Lorenzo. — Guglielmo de Alboca- 500 Anno 1226 pite, arbitro eletto, sentenzia che Giovanni Pesce dia a Giulia de Bardi soldi quaranta. Testi Vivaldo, pescatore, Guglielmo Barbo, Ogerio Pane, e prete Pietro, cappellano di San Lorenzo. — Giacomo Saliceto e Andrea, tintori a San 1 om-maso, comprano da Antonio Porcelo una quantità di allume per soldi trenta. Testi Stefano Osbergero, Riccio Marzocco, e Rainaldo, canonico di San Lorenzo. In Genova, nell'abitazione di Oberto, prima di terza; e in quella di Mabilia, fra terza e nona ; e presso quella di Guglielmo de Feno, fra terza e nona, e fra nona e vespro (N. Ij2S-Ijj2, c. 264 V., 26j). MCOLXXXVHI. — 3 settembre — Protesta di Rubaldo Zurlo. In presentia testium infrascriptorum RubArdus yurlus dixit et protestatus fuit coram domino Archiepiscopo IAnue quod pAratus erat facere plenArie racionem presbitero Conrardo sancti nAyarii sub examine consulis pAllAcii civitatis iAnue et rogavit et dixit dicto domino Archiepiscopo quod non deberet ipsum cogeie sub eius e. stare nec procedere in causis quAs movet vel movere \ellet dictus presbiter corardus contra dictum rubAldum occasione legati IAcobe quondam uxoris sue Testes hugulinus de tao et trencherius Ismael et Ido lercarius et Willelmus canonicus de vineis Actum IAnue in pAllacio dicti Archiepiscopi die tercio septembris inter nonAm et vesperum \N. ijjj, c. 265). MCCLXXXIX-MCCXC. - 4 settembre — I coniugi Giulia e Giovanni Vesula ricevono a mutuo lire sei da Alda, moglie di Oliviero Arnaldo, e rinunciano al diritto sopra una terra, posta in Borzoli nel luogo detto clapolt, e per la quale pronunciò sentenza il console Lanfranco de Caravagio, come in atti del not. Ugone di Guglielmo de Salario. Λ esti Alberto Grillo, Maestro Pietro, Enrico Dentice, Guglielmo Muscola, giudice. Anno 1226 501 In Genova, nella casa dei canonici di San Lorenzo, dove abita Richelda de Spalla, fra terza e nona (N. 1334, 1335, c. 263, 263 v.). MCCXCI-MCCXCIJI. — 5 settembre — I coniugi Giovanna e Viviano da Varese ricevono da Marchesio da Camo-gli lire otto, che pongono in società, durevole un anno, dando dopo sei mesi la metà del guadagno, e alla fine dell’ anno il capitale con due parti del guadagno. Testi Guglielmo Pregni, Pmrico de Braida e Giovanni, scudaio. — Guglielmo Pomario loca per dieci anni a Manfredo Vesola un bosco in Borzoli supra celavi a patto dietimi boseuvi non cepare non runcare me devastare nisi ramos et frascas. Testi Lorenzo Starasio, Marasio da Santo Stefano e Oliverio da Borzoli. - Rubaldo de Toraria loca per cinque anni ad Ottobono de Camaxencio una terra posta in Sori, nel luogo detto feleti, confinante colla terra dell'ospedale di San Giovanni di Prè. I esti Giovanni Puncio, da Sori, e Rollando da Valdettaro. In Genova, nella casa di Viviano, prima di terza ; in quella del Pomario, e presso l'abitazione di Guglielmo de Feno, fra terza e nona [N. 1136, 133η, 1338, c. 263 v.,266). MCCXCIV. — 5 settembre. — 11 Massaro dell’opera del Duomo riscuote il deceno d’un legato. I-go ορϊςο guercius mAssArius operis ecclesie beati lAurencii confiteor me Accepisse et habuisse nomine dicti operis A te Ansaldo filio quondam bonivAssAlli lomellini libras triginta iAnue pro deceno dicti operis de iudicatu dicti boni vAssAllini de quibus omnibus nomine dicti operis A te quietum et solutum me voco Abrenuncians exceptioni etc. Testes mAtheus lomellinus et AlAmAnus gardAtor ipsius operis et Willelmus gardator dicti operis Actum iAnue Ante ecclesiAm sancti lAurencii iuxta turrim berte gaurache die quinto septembris inter nonAm et vesperum (N. 1339, c. 266). MCCXCV-MCCXCVII. — 6 settembre — Boccaccio fer- 502 Anno 1226 rarius riceve lire centocinquanta e tanta robba per lire cinquanta come dote della sposa Adalasia. I esti Guglielmo Musso, drappiere, Guglielmo, scudato, e Oberto Amore. — Guglielmo Tirono de / rìg0tn0la(0 riceve a mutuo soldi trenta da Giacomo da Fontanegli, figlio del qm. maestro Baldo, facendo garanzia Oberto media medalia, ferraio. I esti Salvo da Vicomorasso, Vivaldo de Maioliis, Rainaldo di Oberto Bonifacii, e maestro Bartolomeo da Langasco. In Genova, nella casa di Boccaccio, nell ora del vespro, e presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra vespro e compieta (N. c. 266, 266 v.). MCCXCVI1I. — 6 settembre — Guglielmo Spinola, scomunicato dal vescovo di Tortona, costituisce un procuratore. Ego Guillelmus spinulA filius oberti spinule civis IAnue constituo te Symonem de felegario presentem et recipientem procuratorem meum et certum missum Atque responsalem in questione et questionibus que vertuntur et verti poterunt inter me ex unA pArte et dominum episcopum terdonensem ex Altera Agendo et defendendo sub exAmine pApiensis et plAcentini episcoporum et mAgistri hu gonis mAgiscole IAnue delegatorum domini pape et specialiter super Absolucione excomunicacionis quam iniuste dico dictum episcopum terdonensem contra me tulisse ita ut tu dictus procurator Agere pos sis et defendere excipere et replicare et 111 Anima meA mrare mAn-dato et preceptis dictorum delegatorum obedire si opus fuerit et Ate nomine meo exigetur promitens tibi dicio procuratori me ratum et firmum hAbiturum quicquid feceris sub exAmine iudicum predictorum et hoc sub penA librarum quingentarum et vpotheca bonorum meorum imo bobium personaliter non Accedo ut ibi sim in termino con stituto scilicet decima die intrantis septembris quiA discrimen guei re que vertitur inter terdonenses et lanuenses et Adiutores terdonen-siutn timeo, et specialiter insidias opiyonis mAlaspine coadiutoiis terdonensium qui potens est per se et amicos suos in pArtibus bobien-sibus et in pArtibus vallis trebie quare compulsus procuratorem destino supradictum Testes Nicola lercarius canonicus sancte marie Anno 1226 de vineis Willelmus pictainus iudex et IAcobus bArilarius et IAcobus taraburlus notarius Actum IAnue in ecclesiA sancti laurencii die sexto septembris inter nonam et vesperas (N. IJ42, c. ?66 v.). MCCXCIX-MCCCII. — 7 settembre — Ottobono de Langasco riceve da prete Corrado di San Nazaro, dante a nome del fratei suo Guglielmo, chierico, lire undici, dovute il 26 agosto 1225 per atti del not. maestro Anastasio. Testi Corrado, chierico di San Nazaro, Zilio de Scalea, Oberto de Roblano, e Rubaldo da Cogorno. — Oberto del qm. Oberto de Buxinasco, da Matarana, cede a Riccio del qm. Armanno de Buxinasco, i diritti, che gli competono sopra alcune sue terre. Testi Giovanni Rosso, da Rapallo, e Bustarino da Milano. — Guglielmo, figlio di Baldizzone Ferrario, vende ad Airaldo, figlio di Rubaldo de Toraria, terre in pecie de crosa de valle, ad pirum, super lacum morum, in plamliss\in segarono, in fontana de insula, confinanti colle terre di Simone de Rivalta, Guglielmo Temporale, Marchisio de Valle, Opizzo Alfachino, Marchisio Melchio, e colla terra della chiesa di Santa Margherita di Sori. Testi Oberto Secco e Alberto Imperiale, ferrai, e Pagano Musso. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza e fra terza e nona, e presso la fucina di detto Baldizzone (W. 1343, ij4f, ij4i, c. 267, 26η v.). MCCCIII — 9 settembre. — Il Prevosto e il Capitolo della Chiesa di Santa Maria di Castello costituiscono un procuratore. Nos mAgister Iohannes prepositus Albertus et Guido presbiteri et mArchesius diAconus canonici ecclesie beAte mArie de castello una fAcimus et'constituimus te presbiterum Arnulfum cuncanonicum nostrum presentem et recipientem syndicum et procuratorem et Actorem dicte~ecclesie in omnibus litibus controversiis et causis quAs dicta ecclesiA hAbet et hAbitura est tam in iudicio ecclesiastico quam seculAri exceptA causa quorundA.11 hominum de bArgalio in quA ego Anno 1226 dictus mArchesius sum syndicus eiusdem ecclesie sicut in quodam instrumento continetur facto per mAnum BArtholomei lAmberti notarii et in petendis et recipiendis pensionibus condictionibus et proventibus dicte ecclesie in indicio et extra ut possis Agere et experiri excipere et replicareet Apelare et omniA facere tempore mAssArie tue que merita ipsArum causArum et racio postulAbunt promitentes ratum et firmum nos habituros quicquid super predictis teceris et in nullo contra ventu ros Testes bonus speciArius et presbitci pAganus canonicus sanctis petri de porta Actum IAnue in clAustio sancti lAu rencii die nono septembris inter nonAm et vesperas (ÌV. tj4^< c· v·)· MCCCIV-MCCCV. — 9 settembre — Guglielmo Carimelo, calzolaio, dichiara di dover dare lire sei a Bonvassallo Carana perii fitto della casa, che tiene in locazione presso San Martino de ircli. Testi Rubaldo. tornitore, e Giovanni de Porcili, ferraio. - Detto Carana rilascia la debita qui-tanza Testi Oberto Bonifacio, Raul e Simone gardator. In Genova, presso l'abilazione di Guglielmo de Feno (N. ij4j-bis, 1346-bis, c. 268). MJCCVI. — xo settembre — Pietro Landollo costituisce un procuratore nella Curia pontifìcia. Ego petrus lAndulfus de diAno constituo Gilibertum servientem domini presbiteri Guillelmi de rivarolio iAnuensis Absentem meum nuncium et procuratorem in curia romAnA ad impetrandum liteias et iudices petendos super lite Aut causa quAm spero hAbere contia bonAnnAtum de cerreta et quosdam Alios Albinganensis et IAnuen sis diocesis super usuris ac rebus Aliis promitens me latum hAbi turum et firmum quicquid dictus procurator fecerit supei predictis Testes obertus contardus et Iohannes balbus de sancto stephAno die decimo septembris Ante terciAm Actum prope monAsterium sancti stephAni iAnue iuxta torculAr (N. 1348, c. 268). MCCCVII-MCCCX. —io settembre - Oberto Asinario, ferraio, compra da Guidone de Molo una quantità di Anno 1226 505 ferro per lire quattro. 'Pesti Enrico, drappiere, Bensevenia, e Belengerio, coltellinaio. — Ansaldo Lavezio dichiara di esser creditore, per lire tre, del notaio Giovanni da Bergamo, e contemporaneamente, riceve da Bonvassallo di Domo lire venticinque m accomandita, che porta a Messina, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. 'Feste Giordano de Casavetula, de Voltri. — Vassallo, ferraio, dona alle figlie Iacopina e Giovannetta tanti beni per lire venticinque, quanta fu la dote della defunta Rosa, sua moglie. Testi Vassallo de Campo, balestriere, Marabotto de Ripalta, Pasquale ed Oberto de Feleto, gardatores. In Genova, presso 1 abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, e fra terza e nona {N- V47-bis, 1)49-1351, C. 2ÓS, 2ÓS, V.)' MCCCXI-MCCCXIV — 11 settembre — I coniugi Giovanna ed Oberto de Pagio tolgono a mutuo soldi dieci da Riccardo, marito di Toberga. Testi Oberto Bonifacio e prete Alberto, custode di San Lorenzo. — Nicoloso del qm. Ottobono Scriba riceve da Richelda de Porticu lire nove in accomandita, che porta fuori a negoziare, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Martino da Comago e Ugo de I ravi. — Adalberto da Levanto riceve da Al da, figlia di I-'ilippo Rosso soldi cinquanta, che promette di negoziare sino a Pasqua a porla pisano citra usque niciam, dividendosi il guadagno. lesti Simone de Castello e Viviano da Varese. — Oberto de Gandulfo, calzolaio, toglie a mutuo lire tre di Stefano, scriba Testi Ansaldo, notaio, Giacomo de Predono, e Alessandro de Sigestro. In Genova c. s., prima di terza, e fra terza e nona (N. ilp-I354, c· 268 v., 269). MCCCXV-MCCCXX. — 12 settembre — Guglielmo de Monterosato dichiara che il qm. Rubaldo, suo padre, doveva soldi ventotto a Giovanni Collia de Col/ereto, e questi promette di non inquietarlo, lesti Rollando e Giovanni Bono 5o6 Auno 1226 de Monterosato e Vivaldo de Colereto. — Giovanni Passante magister lignaminis e la moglie Contesia del qm. Stefano de Borchi vendono per soldi quindici ad Anseimo Laselo, de Borchi, una terra in borchi ubi dicitur pastini de fossato, confinante colla terra di Guglielmo Fronzio. Testi Bonifacio e Fulco, entrambi di Bogliasco, e Riccardo. In Genova c. s., fra terza e nona (USS> rJ5(>< 1)60,0.269, 269 v., 270). MCCCXXI. - 13 settembre — Ferro de Valletrebia, figlio di Lanfranco de extra serra, riceve lire tredici per dote della sposa Senaperia. I esti Buongiovanni da Rapallo e Pietro de Canavario, abitanti in Carignano. In Genova c. s., nell'ora di vespro (W. i)>9. c· 37°)· MCCCXXII. — 15 settembre — Alcuni scudai costituiscono una società· Nos nAburus scutarius et vener scutarius filius niArtini ile vAcA unA promitimus et convenimus nobis Ad invicem lAborare insimul bonA fide et sine fraude usque Ad Annum proximum de Arte nostra et custodire et sAlvAre res omnes et dAre operam bona fide et sine fraude Ad lucrandum de Arte nostra Insuper ego dictus verner promito tibi dicto nAburo quod faciAm ita et curabo quod filius meus busAronus lAborAbit nobiscum de dieta Arte bona fide usque Ad dictum terminum et quod sAlvabit et custodiet res omnes et non infraudabit ex eis et nos predicti promitimus nobis ad invicem dividere lucrum ita quod ego dictus vener prò (ilio meo predicto et prò me debeam habere duAs pArtes lucri et tu dictus nAburus terciAm pArtem sAlvo capitali Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum et quociens rato mAnente pActo penam librarum quinque IAnue nobis stipulantibus promitimus prò pena vero etc. Insuper nos predicti nAburus et vener confitemur nos Accepisse mutuo A te henrico de vedAno scutario libras sex lAnue Abrenunciantes exceptioni etc. promitentes tibi quod dAbimus tibi prò quAli-bet duodenA de scutis que Abtabimus et faciemus usque Ad dictum Anno 1226 507 terminum soldos duos Ianue et quod dAbinus t'bi tantum precium quod liAbebimus de scutis que vendemus in solutum librarum pre-dictarum sex usque Ad integram tocius predicti debiti solucionem Alioquin etc. Testes Iohannes de porcili et mussus ferrarius et Guirardus de vArexiodie XV septembris inter terciam et nonam Actum lAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurentii in qua habitat Guillelmus de feno (N. /j6i, c. 270). MCCCXXIII-MCCCXXV. - 15 settembre — Nubilono de Camilla dichiara aver ricevuto lire trecento per dote della sposa Giovanna. — Detta Giovanna confessa di aver ricevuto dai fratelli Enrico e Guglielmo Doria eredi di Enrico Doria, monaco di Santa Maria di Peroallo, lire centocinquanta. — Detti fratelli ricevono dal Camilla lire cinquanta pro redemptione terre de campis, facendo sicurtà Ansaldo de Mari. Testi Lanfranco Doria, Guido da Brescia, Ricardo da Valenza, Giovanni Casina, da Sai Tomaso, e Pietro de Pino, di Promontorio. In Genova, sotto il portico dei Camilla ; nel borgo di ■San Tommaso; presso la chiesa di San Michele, dopo nona [IJÓ2, Ijtf, Ijf8, C. 270 V., 2Ó9 v.). MCCCXXVI. — 16 settembre — Lo scudaio Guglielmo Pregno riceve una somma in società. Nos Guillelmus pregnus scutarius et ImeldA iugales unA confitemur nos Accepisse in societate A te mAgistro IAnuino Astense nepote mAgistri Guillelmi medici de clAvicA libras sex lAnue Abrenunciantes exceptioni etc. cum quibus in terra mercari et nego-ciAri tibi promitimus bonA fide et sine fraude in Arte nostra A festo sancti MichAelis proxime venturo usque Ad Annum inde proximum et dAre operam bona fide in Arte nostra Ad Aumentum dicte societatis et Ad dictum terminum predictas libras sex cum totius lucri medietate quod inde exierit dare et redere tibi promitimus faciendo racionem de lucro ipsArum in festivitate pAsche re-surectionis tibi vel dicto Willelmo prò te et in capute Anni et in Anno 1226 illis duobus terminis dare tibi vel dicto Willelmo pro te lucrum quod inde exierit Alioquin si in Aliquo contra fecerimus penam dupli et dAnipni et dispendii tibi stipulAnti promitimus rato mAnente pacto pro pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo etc. tali pacto etc. Et ego dicta ImeldA specialiter Abrenuntio iuri ypothece et senAtui consulto velleiano faciens hec omnia presente et iubente dicto viro meo et conscilio viviAni de vAresio et nicole spAerii quos voco vicinos et propincos meos Testes predicti consciliAtores et Iohannes filius Guillelmi capsiarii Actum iAnue retro domum philipi cintraci die XVI septembris inter no-nAm et vesperum. (N. 1363, C.270V.) MCCCXXVII-MCCCXXVIII. — 16 settembre — Giorgio Greco dichiara di ricevere lire quindici per dote della sposa Maria, la quale promette dargliene tre per l’ottava del Natale. Testi Oberto Bonifacio, Guglielmo da Voltaggio, gardator, e Guglielmo da Rivarolo, canonico di San Lorenzo. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de I eno, tra nona e vespro (A. 1364, 1363, c. 270 v., 271.). MCCCXXIX. — 17 settembre — Martino de Porta, fornaio, accorda per lo spazio di un anno il figliuol suo Pietrino nella bottega di Simone Morello, drappiere, colla retribuzione di lire quattro, solvibili alla fine dell anno. 1 e-sti Stefano Manganello e Bartolomeo, drappiere. Martino Pane riceve da Nicoloso Pane lire trentasette in accomandita, che porta a negoziare. Testi Oberto Bonifacio e Giovanni, chiavaio. In Genova, c. s., prima di terza, e tra nona e vespro (N. 1366, 1367, c. 271). MCCCXXX. - 17 settembre. - Martino Pane riceve una somma in accomandita. Ego MArtinus pAnis confiteor me Accepisse in AccomendAcione A te nicoloso pAne libras decem IAnue implicatas coniuniter in meis Anno 1226 5°9 implicitis quAs porto que sunt IsAbelle uxoris boni Iohannis filatoris sicut dicis Abrenuncians exceptioni etc. quAs deo propicio portare debeo causa negociAndi pro granno quo mihi deus melius concesserit postquam de portu IAnue exiero in nAvi que dicitur pAradi-setus et in meo redditu reducere et consignare capitale et proficuum quod inde mihi deus dederit in tua vel tui certi nuncii potestate vel diete IsAbelle vel eius nuncii certi tibi promito et deducto tibi capitali quArtum lucri habere debeAm Alioquin penAm dupli tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. Testes obertus bonilacius et Iohannes clavonerius Actum IAnué juxta domum canonicorum sancti laurencii in qua habitat Guillelmus de feno die XVII septembris inter nonam et vesperas Facta est denuo precepto dominorum civitatis Ianue de placitu Willelmi mAloni et Ingonis castanee Testes ramundus volta et henricus scriba die XV decembris inter terciam et nonam in pallacio dictorum consulum MCCXXVII Iudicione (N. 1368, c. 271). MCCCXXXI.— 18 settembre — Oberto Scardino del qm. Martino Capello de Covario dà in enfitensi per ventinove anni a Giovanni da Chiavari terre in furca coll’ annua prestazione, che solea dare il qm. Vincenzo, suo fratello. 1 esti prete Ansaldo, rettore di San Maurizio di Neirone, e prete Alberto, custode di San Lorenzo. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza (N- /369, c. 271 v). MCCCXXXI). — 18 settembre — Ricordo di una barca genovese catturata presso la foce di Roma. Nos AnsAldus nomine mArini spAte frigide prò quArterio et Guil’elmus de castelleto prò octeno et bonus seniorius prò me et pAscale carmergio de pegi prò quArterio et vAssAllus montavaca prò oliverio guenero meo prò octeno et Guirardus de monteleone prò oberto de bobio prò octeno unA constituimus te vivAldum cragiAm presentem et recipientem nostrum procuratorem et certum nuncium et supradictorum Absentium loco quorum sunuis in hoc Anno 1226 cassu prout dicimus Ad recuperAndum quicquid potei is in iudicio et extra occasione cuiusdam bucii qui vocatur Angelletus et qui captus tìiit Apud fucem de romA minorem et qui erat comunis supra-dictorum et tui pio octeno ut possis Agere et experiri excipere et replicare pacisci et transigere et omnia facere sicut nos possemus et predicti participes presentes promitentes tibi quod nos ratum et firmimi hAbebimus et tenebimus et quod faciemus et curabimus ita quod dicti pArticipes ratum et firmum hAbebunt et tenebunt quicquid feceris in predictis et in nullo contravenire sub pena dupli de quanto fuerit contrafactum tibi stipulanti promitimus rato mAnente pacto pro pena vero etc. Testes symon de dAndAra et petrus gardAtor Actum iAnue iuxta domum cAnonicorum sancti lAurencii in quA habitat Guillelmus de feno die XVIII septembris inter terciAm et non Am (N. ijjo, c. 271 v.). MCCCXXX1II-MCCCXXXVI. - 19 settembre - Maestro Ugo, magiscola, e Bertolotto, sacrista di San Lorenzo, massari della Canonica, danno in locazione per due anni a Taliaporco una casa, posta in suselia, dove era solito stare Oddone Tosico per l’annua prestazione di lire cinque. Testi Petraccio de Musso, Guglielmo de Rapallo, Baldmno de Lavagio, e Pietro, cuoco. — I coniugi Giovanna e Martino del qm. Giovanni Pichino de Beoganno de Solario ed i coniugi Maria e Guglielmo Botino, fratello di Martino, vendono per soldi trenta a Guglielmo del qm. Giovanni de Guiso de Savagna de Rapallo una terra con roveri ed altri alberi posta in Rapallo in Savagna nel luogo detto Loti gora, confinante colla terra di San Tommaso. lesti Ansaldo da Trenzasco e Giovanni da Multedo. — Arduino de Mur-tedo vende per lire quattordici a Giordano de Murtedo del qm. Vassallo Garberio una terra in Castelletto, presso la terra dei Lomellino e dell ospedale di San Giovanni. Il predetto Giordano rivende la terra a Giovanni, figlio di detto Arduino. Testi Pergamo, Guirardo di Pavia, giudice, e Giacomo Bonaventura. Anno 1226 In Genova, nella camera del Magiscola, prima di terza; e c. s., tra nona e vespro (N. 1371-1374, c. 271 v.,272 v.). MCCCXXXVII-MCCCXXX1X. — 19,20 e 21 settembre — Armanno de Zopo per lire quattordici compra da Guglielmo, figlio d Ogerio de Casali, ventinove mezzarole di vino. I este Raimondo da Chiavari, figlio di Martino de Strama-dezio. — I fratelli Oberto e Buongiovanni de Vico, da Bargagli, locano per tre anni al macellaio Murino la metà d una casa posta in podio prope ecclesiam sancti vincentii de bisanm coll' annua prestazione di lire tre in festivitate sancte Marie augusti. 'Pesti Balduino de Buta da Bargagli, Guglielmo di Rubaldo Vetulo, e Stabile del Bisagno, Guglielmo del Bisagno e Nicoloso del qm. Serravalle. — I coniugi Sibilia e Pietro da Staglieno per soldi nove vendono a Salvo da Staglieno una terra con roveri, posta a Staglieno, nel luogo detto Cava, confinante colle terre di Guglielmo de Insula e con quelle della Chiesa di San Torpete. Testi Giovanni, calderaio, Giovanni Sturgerio, ed Iriberto da Chiavari, calderaio. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro; dietro la casa dei de Vico, nell’ora di terza; e presso l'abitazione del de Feno, prima di terza (N. 1376, 1377, 1374 bis, c. 273, 272 v.). MCCCXL-MCCCXLI. — 21 settembre — Pietro de Caminata, Giovanni Sturgerio, Guglielmo de Suaro e Guglielmo de Gazo ricevono a mutuo lire cinque da Giovanni de Carexedo, calderaio. Pesti Amico de Lambroxana e Stefano, cassaio. — Guglielmo de Girbaldo, da Recco, castaldo di San Fruttuoso 4i Capodimonte, dichiara che prima della festa di Ognissanti sborserà a Placenzia da Voltaggio lire undici, date a mutuo ad Alberto, abbate del monastero. Testi Guirardo Barleta e Giovanni Murferio. In Genova, presso l'abitazione del de Feno, prima di terza (N. 1375, 137S, c. 273, 273 v.). 5i2 Anno 1226 MCCCXLII. — 21 settembre — I Castaldi del monastero dì San Fruttuoso si obbligano restituire una somma. Nos bonus vAssAllus de caselis de camugio et Guillelmus de girbAldo castaidi monAsteri sancti Iructuosi de capite montis quisque nostrum in solidum promitimus et convenimus tibi oberto septem coriA de sancto mAtheo dAre et solvere tibi vel tuo c^ito nuncio per nos vel nostrum certum nuncium libras tredecim iAnue nomine dicti monAsteri usque Ad festum sancti Iructuosi proximum scilicet ego Guillelmus predictus libras septem et ego dictus bonus vAssAllus libras sex iAnue sAna tamen reddeunte de sardenea lAnuAm vel in partibus iAnue ubi portum fecerit causa exhonerandi nAve que est lAcobi mussi vel mAiore pArte rerum ipsius nAvis Alioquin etc. Testes Andreas Aurie filius domini dAnielis Aurie et placencia de vultabio et nicolosus monAchus eiusdem monasterii die xxi septembris Ante terciam Actum iAnue in clAustro sancti mAthei (N. ijjS bis, c. 27/ v.). MCCCXLIII. - 22 settembre — Rainaldo del qm. Giordano Malone riceve da Giuliano de \ alletrebia soldi venti, e l'ottava parte d una saettia provenzale, chiamata Bonaventureta, in comune con Guglielmo de \ olta. 1 ornato da Pisa, dove recasi a negoziare, restituirà il capitale e tre parti del guadagno, l esti prete Alberto, custode di San Lorenzo, e Bertolotto magister antelami. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de l'eno, tra nona e vespro (N. 1379, c. 2η} v.j. MCCCXLIV-MCCCXLV. - 22 e 23 settembre - Dondedeo, canonico di San Lorenzo, costituisce due procuratori nella Curia pontificia. Ego dondedeus canonicus lAnue constituo Willelmum clericum de berceto meum procuratorem in curiA romAnA Ad impetrandum literas Apostolicas contra dominum Archiepiscopum iAnue et omnes AliAs personAs prò me et pro prebistero nAtali sancti Antonini l Anno 1226 5 Γ3 Auri pAUacii promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecei it in predictis Testes ogerius pAnis et prebister Albertus custos sancti lAurencii die XXII septembris inter nonAm et vesperum Actum iAnue iuxta donum in qua hAbitat Willelmus de feno Kgo dondedeus canonicus IAnue constituo meum procuratorem et certum muncium dominum obertum ottonis notarium canonicum de burgo sancti doni ni absentem in causa que vertitur inter me ex una parte et dominum Archiepiscopum Ianue ex alia occasione ecclesie sancti Antonini Auri p All Acii ut possis agere et experiri et excipere et replicare et opponere et exceptionem proponere et Apro-bare et omniA facere sicut possem si essem presens promitens me ratum firmum hAbiturum quicquid fecerit in predictis dictus meus procurator I estes Guillelmus canonicus veronensis et pAganus de cucurno Judex Actum IAnue iuxta donum canonicorum sancti laurentii in quA hAhitat Guillelmus de feno die XXIII septembris inter terciAm et nonAm (N. 1jSo, 1381, c., 273 v., 274). MCCCXLVI-MCCCLXIX. — 23 settembre — Simone Malocello, canonico di San Lorenzo, e minister plebis sancti martini de sancto petro arene loca ad Amico de Fari per anni dieci una terra nel luogo detto Rainetum, presso il lido del mare, l esti Guglielmo Pittavino,giudice, ed Ansaldo Cicala. — \ assalto da Sant’ Ambrogio, figlio di Martino Strenzicorne, riceve da Bertolotto, chiavaio, soldi quaranta in accommandita, che porta a Messina, tenendo per sè la quarta parte del guadagno, l esti Guglielmo de Care, calzolaio, Giovanni Rosso, da Rapallo, e Giovanni da Monleone. — Corrado Matalafo ta quitanza di lire trentatre per dote della sposa Agnesina, figlia del qm. Bavaro de Prato. Testi Si-mone de Cabella, claviger, Opizzo da Zoagli, Giacomo de Sigestro, Matteo da Savona, pigna far ius. — Simone, formaggiaio alla porta di S. Andrea, promette al predetto Corrado che la dote verrà data prima della festa di San Martino. In Genova, nel chiostro di San Lorenzo, nell'ora di nona; e presso Γabitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro e nell'ora del vespro (N- 1JS2-13S5, c. 274, 274 v.). Ferretto 33 5I4 Anno 1226 MCCCL-MCCCLI. — 24 settembre — Martino Pane riceve in accomandita da Nicoloso Pane canonos quadraginta auri filati, appartenenti al nipote Nicoloso Reca, e che porta fuori a negoziare. Testi Casale, pellicciaio, e maestro Bartolomeo da Langasco. - Alberto de Puteo, da Chiava», e la moglie Verde promettono di vendere a Guilberto del qm. Balduino de Cagaroto alcune terre in Levaggi- lesti Giovanni Carbone, tagliatore, Giovanni, macellaio, e Alberto Pipione, da Levaggi. . In Genova, presso l’abitazione del de Feno, prima eli terza, e fra terza e nona 6'v· IJS6> lJ87> c- 3Ί4 ν·)· MCCCLII. — 24 settembre — I Giudici delegati in una causa dal pontefice Onorio III cedono la delegazione. Nos presbiteri Symon CAnonicus sancti donAti et guido CAno-nicus sancte mArie de castello domini pape iudices delegat. unA cum domino Alfbertoj episcopo sAonensi in CAusa mAtrimomal. que ver-titur inter lohAnninum filium Quini de pontedecimo ex una pArte et Annetam filiAm Guillelmi de romAnis ex Altera et super quA rece pimus testes de consensu pArtium et mAndAto coniudicis memorat, commitimus Vices nostras plenArie domino episcopo sAonensi con.u-dici nostro Ad senteciAm proferendAm et quicquid ipse mde d.xeri et promulgaverit firmum ratumque habebimus reptes dominus lotus sacrista IAnue et Guillelmus CAnonicus sancti petri c e por a et presbiter petrus capellAnus sancti lAurencii Actum iA domum canonicorum sancti laurencii in quA hAbitat Guillelmus e feno die XX1III septembris inter nonam et vesperum (N. 1)88, c. 27/ · MCCCLIII. — 25 settembre - Protesta fatta da un medico cremonese. Ego ottobellus cremonensis medicus Inpresencia testium infra scriptorum dico et protestor et iuro corporaliter tactis sacrosan evAngeliis quod de cetero ullo modo vel occasione pio AliquA pc sonA non fideiubebo nec mAnulevabo nec obligabo infra annos Anno 1226 S15 decem proximos nisi licenciA et voluntate domini rubei de volta ultra sol. quinque IAnue Testes ορϊςο de Ardeionis plAcentinus et Guil-lelmus pelliparius Actum IAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurjntii in quA liAbitat Guillelmus de feno die XXV septembris inter terciAm et nonAm (N. 1389, c. 273). MCCCLIV-MCCCLV. — 25 e 26 settembre — Giovanni Botarlo, da Lavagna, figlio di Alberto de Supracruce, riceve lire sei per dote della sposa Giacoma. Testi Guglielmo, macellaio, e Simone da Pavia, lanaiuolo. — Simone Maio-cello, canonico della cattedrale di Genova, riceve a mutuo da Alinerio Panzano lire venti, che promette di restituire per il Natale, dando a pegno lire sei, dovute da prete Andrea, cappellano della pieve di S. Martino di Sampierdarena, ed il vino, che ha nella cantina di detta pieve. Testi Ogerio Bolerato, Ottone de Insulis, prete Alberto, custode di S. Lorenzo, e prete Ugo, priore di S. Matteo. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Peno, fra terza e nona; e nella camera di prete Rollando, canonico di S. Lorenzo, tra nona e vespro (N. 1390,1392,0.273,2731'.). MCCCLVI. — 26 settembre — Il cuoco dei Canonici di S. Lorenzo dà in società due vacche. Nos oliverius de boralo de cella et IAcobA iugales una confi-temus nos Accepisse et habuisse A te petro de vAragino coco canonicorum sancti lAurencii iAnue in societate vAcas duAs rubeas pre-gnantes Abrenunciantes exceptioni etc. cum quibus debemus ponere de nostris vAcam unAm pregnAntem nomine societatis et ipsAs tres promitimus tibi custodire et sAlvare bonA fide et sine frAude et nutrire et pAscare Atque tenere usque Ad sex Annos proximos fAciendo tibi vel tuo certo nuncio racionem AnnuAtim usque Ad dictum terminum de caseo et de feto ipsarum sive de vitulis ipsarum de quo caseo et fetu promitimus tibi dAre medietAtem AnnuAtim usque Ad dictum terminum et in fine dicti termini promitinus tibi dare et concedere medietatem dictarum trium vAcarum nisi morte fatali mori- 5ió Anno 1226 rentur et si forte morte fatali Aliqua ipsArum vAcarum morte preo-eupata fuerit promitimus tibi dAre medietatem ipsius vel tuo certo nuncio Alioquin si in Aliquo contrafactum etc. Testes presbiter Albertus custos sancti laurentii petrus de platea lunga gardator et A1A-mAnus gardAtor Actum iAnue iuxta domum canonicorum sancti lAu rendi in quA hAbitat Guillelmus de feno die XXVI septembris inter terciAm et nonAm (N. 1391, c. 273). MCCCLVII-MCCCLVIII. - 27 settembre — Giacomo Bonaventura e Bono Mese figli del qm. Giovanni de Cairo si fanno reciprocamente quitanza. Testi Buongiovanni de Pallareto, Rubaldo, tornitore alla porta di S. Andrea e Giovanni magister lignaminis de Snudo Ambrosio. — Simone Bo-caccio riceve da Bonvassallo Calligepalii lire novantasette in accomandita, che porta a Tunisi, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Giordano da Marassi, Lanfranco de Oneto e Viale da S. Donato. In Genova, c. s., fra terza e nona; e nell’abitazioue di detto Bonvassallo. tra vespro e compieta (N. /392, 1393, c. 37S)· MCCCLIX-MCCCLX. - 28 settembre — Cara, figlia del qm. Pietro Amore da Pratolongo, della Vallescrivia, riceve da Giovanni Vetulo, di Agio, soldi venti, per conto di Anseimo de Castello, il quale li prese ad usura a detto qm. Pietro. Testi Idone, macellaio, prete Alberto, custode di S. Lorenzo, ed Alamanno, gardator. — Simone Malocello canonico di S. Lorenzo, e minister plebis sancii martini de sancto pclro de arena promette di dare soldi sei ad Oberto Scanapreve per ciascuna cannella di muro, che tara nelle terre di dette pieve. 'Testi prete Rollando, canonico, e prete Cataldo camvarius di S. Lorenzo. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra terza e nona, e.....fra nona e vespro (X. 1393,1396, c. 276). Anno 1226 517 MCCCLXI. — 28 settembre — Un Canonico di Diano costituisce un procuratore nella curia pontificia. kgo Obertus de AbiAticis canonicus de diAno Albinganensis diocesis constituo Guillelmum clericum de molAyanA Absentem meum procuratorem Ad impetrAndum pro me literas Apostolicas contra pre-positum et canonicos plebis de diano et contra Alios diocesis Albinganensis et iudices conveniendum et contradicendum omnibus volentibus contra me Aliquid impetrare et possit pro me porrigere literas Apostolicas prò me impetratas iudicibus Ad quos fuerint impetrate lestes presbiter symon canonicus sancti donAti et baldoinus rubeus lucensis (N. 139η, c. 276). MCCCLX1I-MCCCLXIV. — 29 settembre — I coniugi Cara e Guglielmo Guercio, ferraio, tolgono a mutuo lire quattro da Pietro, ferraio. Testi Ansaldo da S. Martino de irchis, e Pietro da Brescia, lanaiuolo. — Le sorelle Fioria. Donolla a Giovanna, vedova di Giovanni de Mari, ricevono da Marchisio Elefante lire tre, loro lasciate a titolo di legato. Ί esti Enrico Scaiono, Giacomo d’Arenzano e Manfredo Caldera. — Alberto, figlio di Bernaldo de Casali, da Chiavari, riceve da Giovanna, moglie di Morando Barilario, lire venti in società, durevole un anno. Testi Lanfranco Cavalargio e Dolzano de Ri, da Lavagna. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Peno, e sotto il portico di Marchisio Elefante fra terza e nona ; e presso l'abitazione del de Feno, nell’ora di vespro (N. 1398-1400, c. 276, 276 V.)· MCCCLXV. — 1 ottobre — Il Prevosto di S. Lorenzo cede la delegazione avuta dal Pontefice. Rubaldus prepositus lAnue domini pape iudex delegatus unA cum Archipresbitero plebis sigestri et Archipresbitero plebis de mo-neliA in causa que vertitur inter Iohannem rectorem plebis sancti AlbAni ex unA pArte et Guisulfum et berixiAm et bertAm conversos Anno i2?6 eiusdem plebis et Anselmum de Asino et quosdAm Alios ut possint dicti coniudices mei dictam causAm exAminAre et omni A facere que merita cause predicte postulAbunt reservAta in me diffìnitivA sentenciA et hoc facio quiA diversis negociis propeditus diete cause interesse non possum promitens me ratum et firmum hAbiturum quid-quid dicti iudices mei fecerint in predictis Testes Albertus de AbiA-ticis et presbiter pAgAnus canonicus sancti petri de porta die primo Octubris Ante terciAm Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii (N. 1401, c. 2ηη). MCCCLVI-MCCCLV1I. - 1 ottobre - Un Canonico di S. Margherita di Rapallo riceve una somma e costituisce un procuratore. ligo CAngelarius canonicus ecclesie sancte mArgarite de pisino site in plebAtu rapAlli confiteor me Accepisse A te benvenuto prelato ipsius ecclesie libras quinque iAnue quas mihi dAre tenebAris pro vestibus meis presentis Anni Abrenuncians exceptioni etc. et confiteor me esse mAiorem Annis XXV etc. I estes mAgister Ugo mA· giscolA IAnue et bAIdoinus de celsA Actum iAnue in canonica sancti lAurentii in camera dicti mAgiscole die primo octubris in hora vesperi Ego camelarius cAnonicus ecclesie sancte mArgarite de pisino constituo magistrum ottonem medicum fratrem meum procuratorem meum et nuncium certum Ad recipiendum soldos centum lAnue pro vestibus meis A benvenuto ministro et rectore dicte ecclesie qui eos mihi debet AnnuAtim sicut continetur in carta inde facta per mAnum sAlmoni notarii et si forte dictus frater meus non esset IAnue in octava sancti michAelis qum predictos denarios pro vestibus debeo recipere liceat predicto ministro meo nomine et pro me ponere et consignare dictam peccuniam in cimiliArco ecclesie IAnue in mAnu secriste ipsius ecclesie cum testibus per se vel suum nuncium promitens me predicta rata et-firma hAbiturum et in nullo contravenire et confiteor me esse mAiorem Annis viginti quinque Testes mAgi-ster Ugo mAgiscolA IAnue et bAIdoinus de celsa Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti mAgiscole die primo octubris in hora vesperi (N. 140j, 1404, c. ιηη). Anno 1226 519 MCCCLXVIIl-MCCCLXXI — 1 e 2 ottobre — Anseimo de Canali rilascia quitanza ad Alberto de Puteo, da Chiavari calzolaio. 'Pesti Pasquale cordoanerius, Giacomo Bonaventura e Bergamo. — Vicino de Predi, Donato de Castello e Oberto da Piacenza, che sta con Ansaldo di Negro, ricevono da Oberto Sicco, ferraio, tre partite di genovini in accomandita, che portano fuori a negoziare, tenendosi ciascuno di essi la quarta parte del guadagno. Testi Martino da S. Tommaso, Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, Oberto macellaio al Molo, Pietro de Platealonga, gardator, Vassallo P'errario, Oliverio Scriba e Giovanni Meliorato. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro, prima di terza, e tra vespro e compieta (N. 1402, 1405.140η, c. 2ηη, 2ηη v.). MCCCLXXII-MCCCLXXIII. - 4 ottobre — Dolce, moglie di Giacomo Paramuro, riceve da Anna, moglie di Oberto Pevere, ferraio, lire tre dovute. Testi Oberto Baratelo e Guirardo da Pavia, giudice. — Guglielmo, medico in Chiavica, riceve da maestro Ianuino, suo nipote, lire dodici, che promette di porre in società, e di darle in accomandita per un anno. Testi Guglielmo, cassaio in Chiavica, Giovanni, suo figliuolo, e Rollando, calzolaio. In Genova, c. s., tra nona e vespro; e nell abitazione di detto medico, tra vespro e compieta (N.408,410, c. 277 v., 278). MCCCLXXIV-MCCCLXXVI. - 5 e 6 ottobre - Arduino di Gandolfo de Ceresia, ferraio, dichiara che otto anni or sono in atti del not. Nicoloso Ferraio ricevette lire diciotto per dote della sposa Bonanata. lesti Giovanni de Faxia, ferraio, Guglielmo de Sarzano e Rainaldo da Levaggi. Buongiovanni, medico, figlio delqm. maestro Gerardo, medico, dichiara che il suo procuratore Marchisio Elefante vendette a Guglielmo de Quinto, giudice, un edilìzio a S. Donato, presso la casa di Giacomo T. araburlo. Testi Enrico Scaione e Viale da S. Donalo. 5*o Anno i2’6 In Genova, nell’abitazione di detto Arduino, prima di terza: e nell’abitazione del medico Buongiovanni, nell ora di terza (N. 1409, 141 r, 1413, c. 278, 27S v.J. MCCCLXXVII-MCCCDXXVIII. - 6 ottobre — Guglielmo Macia de Clavìca riceve da Marchisio Elefante decem canonos auri filati, del valore di lire cinque, che porta a Napoli a negoziare, tenendo per sè la quarta parte elei guadagno. Teste Enrico Scaione, prete Alberto, custode di S. Lorenzo, e Guglielmo del qm. Balduino Guercio. — Sigem-baldo da Pontedecimo folator, promette ad Opizzone de Porta, lanaiuolo, follare bona fide bene et optime trentasei pezze di panno e portarle da Genova ad folium, in ragione di denari diciotto per ciascuna pezza. I esti Guirardo da Pavia, giudice, ed Enrico, pellicciaio. In Genova, presso 1 abitazione di Guglielmo de I eno, tra terza e nona e poco dopo il vespro (N. ,4I4> c- 278 v., 279 . MCCCLXXIX. — 7 ottobre — Daniele Doria promette che sua figlia sposerà il figlio di Merlo de Castello. Ego dAniel Aurie promito et convenio tibi merloni merlonis de castelo quod tradAm et concedAm in uxorem filiAm meAm petrinAm filio tuo dAvit usque Ad Annos sex proximos vel in capite dictoi uni Annorum predictorum in tua voluntate quod faciam ita et curabo quod dicta petrina dimitet et consentiet se desponsAri et traduci in uxorem A dicto filio tuo dAvid infra dictum terminum legitime sine molestia et quod dAbo tibi vel dicto dAvid filio tuo nomine dotis diete filie mee petrine libras quadringentas per hos terminos sine molestia et difficultate scilicet libras ducentas IAnue in desponsA-cione dicte filie mee petrine sive ili A die quo fuerit desponsAta A dicto filio tuo dAvid et Abindi libras centum IAnue AnnuAtirn usque Ad integram totius predicti debiti solucionem. Alioquin si in aliquo fuerit contrafactum de predictis vel contrafecero penam librarum sexcentarum IAnue rato mAnente pActo tibi stipulanti promito pro pena Anno 1226 521 vero etc. Abrenuncians iuri quo cavetur principalem etc. et omni iuri quo contra predicta venire possem Insuper iuro corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis Atendere compiere et observAre ut supra in omnibus et per omnia nisi tua licencia remAnserit vel oblivione vel iusto dei impedimento Et ego dictus merlo versa vice promito et convenio tibi dicto dAnieli Aurie quod faciam ita et curabo quod dictus dAvid filius meus desponsAbit in uxorem dictam filiAm tuAm petrinAm et in ipsAm consentiet legitime tanquAm vir in uxorem et predictAm petrinAm non refutabit desponsare infra dictum terminum sicut superius dictum est solvente te mihi predictam pec-cuniAm per terminos supradictos et Attendente te mihi omnia supradicta Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum de predictis vel jon-trafecero penam librarum sexcentarum iAnue rato mAnente pActo tibi dicto dAnieli stipulAnti promito prò pena vero etc. Abrenuncians iuri de principali et omni iuri quo contra predicta venire possem Insuper iuro corporaliter tactis sacro sanctis evangeliis Atendere compiere et observAre ut supra nisi tuA licencia vel tui certi nuncii remanserit mihi vel meo certo nuncio data et concessa vel oblivione vel iusto dei impedimento Testes Ansaldus de mAri et mAnuel Aurie et 9acaria de castello et Iohannes de bArgagio et conrardus de castello Actum iAnue in ecclesia sancti lAurencii die septimo octubris inter terciAm et nonAm (N. 1415, c. 279). MCCCLXXX-MCCCLXXXI. - 7 ottobre - Simone de Castello cede a Domenico Barilario una somma, dovuta dai coniugi Giovanna e Guido da Moneglia per atto rogato il 23 ott. 1225 dal not. Nicolo;o da Cliiavari. Testi Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, Fulco Barilario e Guglielmo de Si-gestro, giudice. — Prete Viviano prepositus et minister della chiesa di S. Ambrogio, prete Guglielmo ed Omodeo, canonici, vendono ai fratelli Albertino, Cristiano e Guirardino, figli del qm. Oberto Omodei de plebe sigestri terre in garelo, nei luoghi delti cararia e morinelus, confinanti colle terre del monastero di Libiola. Testi Giovanni, spadaio, e Giovanni da Sestri, tornitore. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno. 522 * Anno 1226 tra nona e vespro, e nella camera di Ugone, magiscola di S. Lorenzo (N. 1417, 1416, c. 279, v. 278). MCCCLXXXII. - 8 ottobre — Bonadie da Sestri coste-tuisce un procuratore. Ego BonAdii de sigestro constituo te RAmundum qui stas curii domino tedicio comite de lAvaniA presentem et recipientem meum procuratorem et certum nuncium Ad petendum exigendum et recipien dam libras quinque A comuni IAnue vel Ab octo nobilibus comunis IAnue prò ipso comuni quAs peto de illa peccunia quAm dictum comune IAnue debet et tenetur dAre et solvere Andree mArchiom de pAroldo siue de mAssA ut possis Agere et excipere experiri et replicare et petere et recipere et omnia lacere sicut ego possem si essem presens promitens me ratum et firmum hAbiturum quicquid feceris in predictis sub obligacione bonorum meorum Testes Guirardinus et Willelmus clericus mAssarius pAllAcii domini JAnuensis Archiepiscopi et Gandulfus de stramAdecio ile clA\Aro Actum lAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat \\ illelmus de feno die Vili octubris Ante terciAm (N. 1418, c. 3S0). MCCCLXXXIII-MCCCLXXXVI. - 9 Ottobre - Armanno, calderaio, costituisce procuratore Ardizzone, ferraio, per riscuotere ciò che era di proprietà del qm. Guglielmo Calderone, suo figlio. Testi Rainaldo di Oberto Bomlacio e Giovanni Saliembene. - Nicoloso, canonico di S. Lorenzo, toglie a mutuo soldi quaranta de prete Pagano. Testi Oberto de Lageto e Vassallo, figlio di Nicolò de Tarbonia. - Oberto, macellaio, dichiara che di sua volontà Michele e Galasio diedero lire venti ad Oberto del qm. Guidone de Nuce da Varese. Testi Rodegerio, giudice, e Guglielmo de Rainerio. In Genova c. s., tra nona e vespro, e nell’ora di vespro (N. 1419-1422, c. 280, 280 v.). MCCCLXXXVI1-MCCCLXXXVIII.—12 e 13 ottobre — Giovanni de Carbonaria, da Bargagli. riceve da Buongiovanni, Anno 1226 523 filatore in Sarzano, lire cinque in accomandita, che porta in Sardegna, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Rodegerio, giudice, e Vialino da S. Donato. — Guglielmo da Terrarossa riceve da Manegoldo da S. Ambrogio lire dieci e soldi sei implicatas in bucaranis et in una purpura et in una pecia ciuciati virmilii, che porta a Napoli, tenendo per sè il quarto del guadagno. Testi Siinone Tauro, Enrico de Brolio e Giovanni da Monleone. In Genova c. s., nell’ora di nona, e fra terza e nona (N. 142j, 1424, c. 280 v., 281)· MCCCLXXXIXMCCCXCI. - 14 ottobre - Pellegrina, figlia di Angioina da Rapallo, per lire sette vende a Rainaldo de Levagio la metà d’un edifizio, posto nella parrocchia di S. Ambrogio, presso la casa del monastero di S. Andrea della Porta e presso quella di Oberto de Calignano. — Detta Pellegrina con il predetto Rainaldo vendono per lire sette la metà dello stesso edifizio, rimasta in comune, al medico Rollando Capelerio. Testi Guglielmo del bagno di Rivotorbido, Enrico de Vedano, scudaio, e Guglielmo Pittavino, giudice. In Genova, c. s., prima di terza, e fra terza e nona (N. 1425-142η, c. 281, 281 v.). MCCCXCII. — 15 ottobre — Maestro Giovanni da Cogorno dà a mutuo una somma. Ego bernardus fAber confiteor Accepisse et in veritate Accepi A te mAgistro Iohanne de cucurno de tua propria peccuniA mutuo gratis libras triginta lAnue Abrenuncians etc. quas vel pro eis eiusdem monete dare et redere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum certuni nuncium tibi promito usque Ad octavam epiphAnie proxime venturam Alioquin penam dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promito prò pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia meA bonA hAbita et habenda tibi pignori obligo et specialiter siphos septem Argenteos quorum sex sunt deaurati et 5^4 Anno 1226 unum sine Auro et siphum unum coopertum deauratum vAlde Artificiosum cum columpna et Aquilla et tres calices Argenteos quorum unus est sine pAtena tAli pActo quod penA commissA liceat tibi tuA Auctoritate sine decreto consulatus vel potestatis vendere dieta pignora et tuam solucionem de precio ipsorum pro duplo retinere et prò dispendio quod occasione diete peccunie recuperando leceris Testes presbiter Albertus et presbiter Guido canonici ecclesie sancte mArie de castello et dominus bertolotus sAcrista IAnue Actum Ianue in canonica sancti lAurencii in camera dicti mAgistri Iohannis die XV octubris in hora nona cassata est voluntate pArtium (N. 1429, c. 281 v.). MCCCXCIII-MCCCXCIV. - 16 ottobre — Alberto da Cremona per lire dieci vende a Guglielmo Marcio, macellaio, un edifizio ubi dicitur predonunt sul suolo di S. Lorenzo. 1 esti Roberto, drappiere, e Guglielmo da Lavagna. — l’rete Andrea, canonico della pieve di S. Cipriano, costituisce procuratore prete Rollando, canonico di S. Lorenzo, per riscuotere una somma dovutagli. Testi Rubaldo, prevosto, e Bertolotto, sacrista di S. Lorenzo. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Peno, prima di terza; e nel chiostro di S. Lorenzo, fra terza e nona (N. 1429, 1431, c. 281 v., 282). MCCCXCV-MCCCXCVI. - 16 ottobre - I delegati del pontefice Onorio III scomunicano i detrattori dei beni dell' Abbate del Tiglieto. Nos RubAldus prepositus et bertholotus secrista lAnuensis domini pape iudices delegati domini pape (sic) una cum domino Abbate sancti Syri IAnue dAmus terminum pro nobis et cum iudice nostro filiono de mAuro presenti et recipienti A dominica die proxime ventura usque ad edomAdas quaAtuor inde proxime venturas ut sit tunc IAnue coram nobis Ad respondendum et Ad faciendum ra-cionem dono dAlfino syndico monAsterii de tilieto Testes Guirardus de pApiA iudex Guillelmus vicecomes iudex Actum IAnue in eccle-siA sancti lAurencii die veneris XVI octubris Ante terciAm Anno 1226 525 Nos RubAldus prepositus et bArtholotus secrista IAnuensis prò nobis et AbbAte sancti syri IAnue cuius viceni gerimus iudices domini pape delegati super cau^a que vertitur inter Abbatem et conventum de tilieto ex una pArte et h. et quosdAm Alios sAonensis IAnuensis et Albensis diocesis ex Altera sicut in rescripto Apostolico continebatur cuius tenor talis est honorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis Abbati sancti syri preposito et bartholoto canonico lAnuensi sAlutem et Apostolicam benedictionem dilecti filii AbbAs et conventus de tilieto cisterciensis ordinis nobis conquerendo monstrAvit quod h. et quidam Alii sAonensis IAnuensis et Albensis diocesis super quAdAm summa peccunie et rebus Aliis miuriAntur eisdem Ideoque discretioni vestre per Apostolica scripta mAndAmus quatenus pArtibus convocatis AudiAtis causAm et Apel-lAcione remota fine debito terminetis facientes quod decreveritis per censuram ecelesiAsticam firmiter observAri Testes autem qui fuerint nominAti si se gratia odio vel timore subtraxerint per censuram eAndem cessante ApellAcione cogatis veritati testimonium perhibere quod si non omnes hiis exequendis poteritis interesse duo vestrum ea nichilominus exequAntur dAtum Reate V halendas octubris pontificatus nostri anno decimo. Cum Bonam viAm defantina et vivAldum de pertusA nAulenses sAonensis diocesis Ad nostram presentiAm legitime citavissemus ipsi vero nec per se nec per sufficientem responsAlem venerunt immo quod peius est mandatum nostrum respuerunt et literas recipere contempxerunt quare Ad instanciAm pArtis Alterius propter contumaciam ipsos excomunica-mus et eos precipimus evictari donec reddierint ad sinum mAtris nostre ecclesie Testes RAinAldus et bArtholomeus et presbiter Willlelmus de rivArolio CAnonici lAnuenses et presbiter homodeus minister ecclesie sancti lAurencii Acconensis Actum iAnue in claustro sancti lAurencii die XVI octubris inter terciAm et nonAm (N. 1430, 1432, c. 282, 282 v.). MCCCXCVII-MCXCVIII, —16 ottobre — Isaia, figlio e-mancipato di Morino de Platealonga approva la vendita d'una casa con orto, fatta dai suoi genitori a Giovanni de Bartolomeo de Lundres, bat(folio, come in atti del not. Stefano 536 Anno 1226 di Giovanni Guiberti. Testi Guglielmo Bonaventura batifo· liiwi, Pietraccio de Musso, notaio dell Arcivescovo, e maestro Ugo, magiscola della Cattedrale. Sibilia, abbadessa del monastero di S. Andrea della Porta, col consiglio di Ada-lasia, priora, e delle suore Mabilia, Adalasia, Maria, Alda, Anna e Fiorimonda, vendono ad Ottone de V aldetrebia la sesta parte d’una terra in villa de coronario, nel luogo detto in segaralio, presso il fossato e la terra di Andrea Grillo. Testi Ansaldo Cicala, Nicolò de Porta, Macia, lana iuolo, ed Ansaldo da S. Stefano. In Genova, nella camera del Magiscola, tra terza e nona; e nel parlatorio del monastero, tra vespro e compieta (N. 1433. *435, 282 v.). MCCCXCIX. — 16 ottobre - Lite per l'amministrazione della pieve di Recco. Nos presbiter petrus bonus Archipresbiter plebis rapAlli et ορίςο canonicus plebis de RapAllo et sancti dAlmiAni de lAnuA delegati sedis Apostolice cum priore decucurno diocesis lAnuensis in questione que vertitur inter Archiepresbiterum plebis de reco Ab una pArte et AnsAldum canonicum eiusdem plebis ex Altera super Administracione plebis de reco et rebus Aliis concorditer conutimus vices nostras praedicto priori absenti cumiudici nostro in questione predicta ut totum ipsum negocium tractet et dirimat promitentcs nos ratum et firmum habituros quidquid fecerit in predictis Tenor commissionis domini pape talis est honorius episcopus servus servorum dei dilectis etc. Testes mAgister Ugo mAgiscola IAnue et gaiAldi-nus canonicus de castello et rubaldus serviens dicti Archiepresbiteri de rapallo die XVI octubris inter terciAm et nonAm in camera dicti mAgiscole (N. 1452, c. 285 v.). MCD-MCDI. — 17 ottobre — Prete Giacomo, arciprete della pieve di S. Siro di Molasana, riceve da prete Giovanni Boniardo, canonico di detta pieve, lire tre a mutuo. Testi prete Marino, ministro della chiesa di S. Michele de Anno 1226 527 Menni, Giacomino, figlio di Corrado de Cerro, ed Ogerio Pane. — Simona, vedova del notaio Raimondo, riceve da Giovanni Pennavaria lire cinque per una vendita di terre fatta 1 11 febbraio 1226 in not. Oberto de Langasco. Testi Giovanni 1 ornello e Lorenzo da Sori. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, e nella casa di detta Simona, nell’ora di vespro (N. i4j4, i4j6, c. 282 v., 283). MCDII. — 18 ottobre — Lite vertente tra i coniugi Baldizzone de Mari e Aiana da S. Remo. Titilli baldicionis de mari, et de Aiana. ex eo quod stetit in habitu matrimonii cum Iacobo axencio ante quam veniret ad habitandum cum ipso baldicione et prolem habuit ex eo. Item ex eo quod publica fama erat quod ipsa erat uxor eiirs. Item ex eo quod XII Anni sunt quod ipsa hàbitavit cum eo et prole. Item ex eo quod Enricus gaselmus desponsavit eam et retinuit pro uxore. Item eo quod ipsa placitavit cum enrico predicto ante dominum episcopum. Albinganensem quia ipse volebat dimittere eam et hoc fuit ante quam veniret ad habitandum cum baldicione. Item ex eo quod est minus VII annorum quod ipsa cepit habitare cum baldicione. Baldicio Aristol. iuratus dixit. De primo titulo sicut continetur in eo interrogatus quod scit respondet quod ipse vidit et audivit et quod ipsa dicebat propter potentiam suam Iacobus axentius non vult esse mecum. De secundo titulo idem interrogatus quod est publica fama dixit quod vicinia dicunt. De tercio dixit, quod bene sunt XII anni et plus. Interrogatus quomodo scit dicit quod bene computat annos quibus stetit extra sanctum romulum et quantum est quod rediit et quantum est quod accepit uxorem suam. 52S Anno 1226 De quarto titulo bene vidit propterea habitare eam cum Enrico et quod tenebat eam pro uxore. De V. idem ut in eo De. VI. De. VII. dixit. quod ipse habitavit in domo que est iuxta domum suam. Oto calafatus. idem, et plus, quod baldicio attinet Iacobo in tercio gradu consanguinitatis. Richelenda porcia. de fama et habitacione idem sicut audivit et vidit. . . ... Ugo asinellus iuratus dixit [de titulis] sicut in eis continetur. Interrogatus quomodo scit dixit, quare audivi et vidi et desponsa-cioni enrici interfuit et quod propterea placitavit. Mildona oberti guercii dixit, de titulis sicut baldicio anstol. de desponsacione Enrici dixit quod ipsa interluit et nescit quod iudicio ecclesie propterea esset separata ab em ico. Iuraverunt Baldicio et Aiana stare mandato ecclesie, et datus est terminus utrique parti veniendi Ianuam ad octavam, sancti Mi chaelis Causam Matrimonii que vertitur inter baldicionum de mari et Aianam de sancto Romulo Albinganensis diocesis Nos Magister Willelmus frater et sacerdos sancti Stephani Ianue delegatus super hoc domini pape taliter diffinimus. Cum vero pie dicta causa ante Rubaldum Ministrum curie domini Archiepiscopi Ianue qui ex delegatione Albinganensis episcopi cognoscebat laretur auditis quibusdam rationibus ab ipsa Aiana productis, contra baldicionem idem Rubaldus sentenciam tulit, a qua sentencia Baldicio appellavit. Super qua appellaciones tales littere apostolice emanarunt. honorius etc. venerabili fratri Saonensi episcopo tt Dilecto G. priori Sancti Romuli Albinganensis diocesis etc. Cum vero apud spotornum castrum episcopi partes in presencia episcopi et mea sent constitute ex parte viri propositum est contra eum perpeiam esse iudicatum. ideo quare raciones suas idem Rubaldus admittere noluit, dicens ipsam Aianam suam uxorem esse non posse, quare ante quam cum ipso Baldicione habitaret, virum haberet. Iam autem per aliquod tempus super ipsa causa fuerat litigatum, et in longum pro.... iterum dominus papa nobis eiusdem iudicibus piecepit ut ipsi cause finem imponoremus sic honorius etc. Quia \ero do Anno 1226 529 minus episcopus infirmitate gravatus ipsi cause interesse non poterat. \ ieem suam nobis commisit sic. Albertus humilis Saonensis episcopus. Dilecto in domino fratri Magistro Willelmo de sancto Stephano de lanua. Salutem et sinceram in domino Karitatem. Causam Baldicionis et Aiane de sancto Romulo nobis iterum delegatam vobis committimus quantum in nobis est audiendam et terminandam, tunc quare liis interesse non possumus et habetis exinde sicut credimus noticiam pleniorem. Nos vero probaciones Baldicionis admittentes plene cognovimus ipsam Aianam a quondam Enrico fore desponsatam et transductam Ante quamcum Baldicione inciperet habitare, et quia per longum tempus ante cohabitacionem quam habuit con predicto Bal-diciono. cum Iacobo axentio in habitu matrimonii stetit. Unde cognitis cause meritis iudicamus iuste fore appellatum, et sue appel-lacionis causam Baldicionem iuste esse prosecutum, ipsum a peticione aiane absolventes, ipsi Aiane sub debito iuramenti facti precipientes quod de cetiro ipsum Baldicionem non debeat super hoc molestare. 1 estes Iohannes pergamensis notarius et rodegerius et RainAldus pAi^a rasa et Rainerius de falexano die XVIII Octubris circa terciam iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in qua habitat Guillelmus de feno (N. 1452 bis, c. 286). MCDIII-MCDV. — 18 e 19 ottobre — Musso de Co-stamagna riceve da Berta de Manica lire otto e da Bonaventura, moglie di Anseimo de Cortemiglia, una dozzina e mezza de manuter.giis in accomandita, che porta a Napoli, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Guirardo da Pavia, giudice, e Oberto Bonifacio. — Prete Arnolfo, canonico di S. Maria di Castello, costituisce procuratore Pietro da Vercelli per riscuotere lire venti da Manfredo Caballo e da suo figlio Rubaldo. l esti Ianuario de Turre ed Alberto, canonico di Brugnato. In Genova, presso Γ abitazione di Guglielmo de Feno, tra vespro e compieta; e nella camera di Ugo, magiscola della Cattedrale, nell’ ora del vespro (N 1437-1439, c. 283, 2S3 v.J. Fkrrktto 34 Anno 1226 MCDVI-MCDVIII. - 19 ottobre — Oberto, cassaio, riceve da Berta, vedova di Guirardo Pisano, terraio, lire t*re in società, durevole un anno, dividendosi il guadagno. 1 esti Alberto Pipione da Levaggi, Giovanni toaiator, e liuiiardo Rosso caravellator. — Giovanni clavonerius, fìgli° Qm· Giovanni Curleto, riceve lire tredici per dote della sposa Clareta, figlia dei coniugi Claro e Iacoba, i < inali si obbligano che fra un anno gli daranno altre lire dieci, lesti Opizzo da Chiavari, Simone l auro e Bellobono bambagarius. In Genova, al Prione nella casa di Berta ; e nell abitazione di detti coniugi, fra vespro e compieta (Ν· c-2Sj, 2S6 v.). MCD1X. — 20 ottobre — Bartolomeo da Cicagna, canonico di S. Lorenzo, riceve in deposito una quantità di libri ed altre cose. Ego bArtholemeus de plecania CAnonicus IAnue confiteor me Accepisse et in veritate Accepi in deposito Ate mAgistro lohanne de cucurno tuo proprio nomine deponenti libros et res inlrascriptas abrenuncians exceptioni etc. quos libros et quas res promito tibi fideliter custodire servAre et sAlvAre et tibi vel tuo certo misso redere et solvere quando volueris promito et mihi pecieris Alioquin penAm dupli tibi stipulAnti promito de tanto de quAnto contrafactum fuerit semper rato mAnente pActo prò pena vero etc. I Ali pacto etc. et ego dictus mAgister Iohannes in continenti constituo meos certos nuncios nicolAum canonicum lAnue et W illelmum rubeum eius fratrem ad recuperandum predictam pecuniAm quando ipsi voluerint vel eorum heredes et eAm recipiant in presenciA pre sbiteri \\ illelmi de sancto Svsto si lAnue fuerint presentes libri et res sunt isti videlicet IstoriAs quAs habes in pignore ut dicis qui liber IstoriArum pignus est pro libris tribus et pro soldis septuAginta Item decretum Nicolosii Item psAlterium continuum ecclesie I Anue quod pignus est Item psalterium continuum presbiteri Iohannis prepositi sancti petri de porta et non est ecclesie sancti petri Item psalterium con tinuum sancti Syri pignus est. Item lucam glosAtum Archipresbiteri Ia- Anno 1226 531 vAnie Item librum sentenciarum theologie Item tres partes Iohannis de casAlegio pignus est Item librum totius phisice preciosum et librum Alexandri phisice preciosum Item librum genesis glosatum Willelmi de vineis pignus est Item mArcum unum glosatum Item decretales domini ottonis de canturio iudicis rapalli si te voluerint expectare redAm ei gratis Item capapellium cuniculorum copertum de brunA quod hAbes in pignore Ab Archipresbitero monelis pro libris quA-tuoi si redimere voluerit debeo illi reddere et denarios custodire Item capitularium comunis IAnue Item librum sacramentorum nAr-bonensium Item Artem predicandi cum multis sermonibus Item librum in quo est summa belleti et librum contra hereticos et multa AliA Item pellem grisiam et cultram violetam Archipresbiteri IAvAnie pignore Item gunellAm rubeAm muliebrem Item gArnAccAm novAm de morer cum pelle Agnina Item gArnAccAm de clAmeloto cum pelle vAriA Item prioris sancti mAthei plAnetAm de xAmito rubeo dAlmAticAm croceAm pAllium deauratum Item plAnetam purpure Albe Item pIAnetAm deAuratam que non sunt illius prioris Item peciAm unam integram xamiti Albi Item ista vassa Argenti bernardi labri videlicet siphos septem Argenteos quorum sex deAuratos et unum sine Auro et siphum unum deAuratum et valde Artificiosum cum columpna et Aquilia interius et tres calices Argenteos quorum unus est sine paterna in pignore ab ipso Bernardo pro libris triginta sicut continetur in instrumento inde facto per mAnum sAlmoni notarii millesimo ducentesimo vicesimo sexto mense octubris et debeo illi redere vAsa sua predicta [si sol] verit mihi numeratas libras triginta Item osbergum cum cofa quod est in forello de Albace domini pAgani de cucurno pro libris tribus et si solverit reddam sibi Item pAnceriAm in bArili Item pAnceriAm et bArbAriAm et gam-beriAs in Alio b Arili Item duos testus Argenti Item librum evan-gelii sancti dAlmiAni IAnue et est in pignore Item decretum unum et librum institucionum et Autenticorum prioris sancti mAthei in pignore Item librum Autenticorum Item verbAle unum bonum Testes presbiteri Albertus et Guido cAnonici ecclesie sancte mArie de castello et presbiter Willelmus prepositus sancti dAlmiAni Actum IAnue in cAnonica sancti lAurencii in camera dicti Archidiaconi die XX Octubris Ante terciam (N. 1442, c. 284). 5λ2 Anno 1226 MCDX. - 20 ottobre — Maestro Ugo, magiscola di S. Lorenzo, riceve in deposito da maestro Giovanni da Cogorno, arcidiacono, lire cento di genovini, soldi tredici e denari quattro sterlingoruni. I esti c. s. In Genova, nella camera del Magiscola, prima di terza (N. 1440, c. sSj v.). MCDXI. - 20 ottobre - Ansaldo Bolleto riceve in deposito una quantità di argenterie e di libri. Ego Ansaldus bolletus confiteor me Accepisse et inventate Ac cepi in deposito a MAgistro Iohanne de cucurno suo proprio no mine deponenti et de suis propriis rebus res infrascriptas Abienun cians exceptioni non traditarum et non Acceptarum rerum quAs res promito et convenio tibi Willelmo rubeo nepoti dicti mAgistii Io hannis voluntate et precepto et iussu ipsius mAgistri Iohannis pre sentis dAre et redere et consignare tibi quando volueris et pecieris mihi Alioquin penAm dupli tibi stipulanti promito de tanto de quanto fuerit contrafactum prò penA vero etc. res Autem sunt iste videlicet calices Argenti decem quorum quidAm sunt mediocriter mAgni et quidAm mediocriter pArvi Item siphi Argenti decem quorum tres sine pede et alii cum pedibus sunt Item decretum vAIde preciosum Item liber decretalium vAIde preciosus Testes presbite! Albertus et Guido CAnonici sancte MArie de castello et dondedeus canonicus IAnue Actum lAnue in canonica santi lAurentii in camera dicti mA gistri Iohannis die XX octubris inter terciAm et nonAm (N. '44S, c. 284 v.). MCDX1I. - 20 ottobre - Lo scudaio Armanno prende un garzone al suo servizio. Nos RubAldus callegarius et dulcis iugales unA promitimus et convenimus tibi ArmAno scutario quod facicmus et curabimus ita quod Willelminus filius Iohannis cAlvi de silvA stabit et perseve rabit tecum causa lAborAndi et Addiscendi de Arte tuA scutane usque Ad Annos decem proximos et quod sAlvAbit et custodiet ics Anno 1226 533 tuas bona fide et sine fraude usque ad dictum terminum et non in-haudabit tibi de bonis tuis nec de illis quAs in suA potestate tu vel Alius pro te posueris et non infraudAbit tibi ex ipsis ultra denarios duodecim per Annum et si forte de domo tua vel de tuo servicio exierit vel se Absentabit sine tuA licentiA infra dictum terminum quod faciemus et curabimus ita quod ipse redibit infra dies octo postquam se absentabit et quod non Accipiet uxorem usque Ad dictum terminum sine tuA licentiA Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum et quociens penam librarum decem iAnue rato manente pActo tibi stipulanti promitimus prò pena vero etc. quisque nostrum in solidum Abrenunciantes etc. Et ego dicta dulcis speciAliter Abre-nuncio iuri ypothece et senAtui consulto velleiano faciens hec omnia presente et iubente dicto viro meo et conscilio Rubaldi de strupa gardatoris et AIAmAui gArdatoris quos voco vicinos et propincos meos Insuper ego dictus Guillelminus iuro corporaliter tactis sacrosanctis evangeliis Atendere et observare ut supra Et ego dictus ArmAnus promito et convenio tibi dicto Willelmino quod docebo te de officio meo bona fide et sine fraude et quod dabo tibi vitum et vestitum convenienter et non faciam tibi Aliquam suprapositam quAm no:i possis sufferre et custodire et salvAre te sanum et infirmum si forte quod absit fueris infra dictum terminum infirmAre Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum vel contrafecero de predictis penAm decem librarum iAnue rato mAnente pacto tibi stipulanti promito pro penA vero etc. Testes predicti consciliatores et Rubaldus de levAgio gardator Actum iAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in qua hAbitat Willelmus de feno die XX octubris inter nonan et vesperum (N. 1441, c. 284/. MCDXIII. — 21 ottobre — Ambrosio, scriba, dichiara che se sposerà Beatrice, sorella di Richelda, moglie di Marino di Clavica, darà a detto Marino in accomandita lire duecento per lo spazio di quindici anni ad quartum proficui. Testi Piacenza da Voltaggio, Nicolò, suo patrigno. In Genova, dove abita detto Piacenza, fra terza e nona (N. 1436, c. 286). 534 Anno 1226 MDCXIV. — 22 ottobre — I canonici di S. Maria di Castello danno facoltà al Prevosto di eleggere un canonico. Nos presbiteri Albertus Guido Arnulfus mArchesius diAconus mAgister ugo subdiAconus gaiAldus Acolitus et bAIdoinus ho-stiArius et lector canonici ecclesie sancte mArie de castello Aten-dentes quAntum honus domine mAgister Iohannes preposite noster pro regimine ipsius ecclesie substinuisti sine perceptione beneficii illius ecclesie et quAnta bonA eideni ecclesie contulisti et Adhuc te collAturum speramus volentes quoque Animum tuum redere beni-volum intentum et mAgis Accensum Ad procurandum utilitatem ipsius ecclesie et subveniendum eidem in multis et mAgis necessitatibus omnes nos et singuli conferrimus tibi dicto mAgistro Iohanni preposto nostro spontanea voluntate et non illecti nec seducti vota nostra et dAmus tibi Auctoritatem et potestatem quAm hAbemus vel hAberemus vel hAbere possenms si vAcaret locus vel beneficium in predicta ecclesia in electione canonici et fratris eiusdem ecclesie ut tu solus plenam hAbeas potestatem et Auctoritatem eligendi quem volueris et de quo tibi videbitur in fratrem et canonicum ipsius ecclesie quAm cito locus in dieta ecclesiA vAcaverit promitentes tibi omnes et singuli predicti in fide et ordine nostro et oscido pAcis quod dictani collAcionem prime prebende vAcature de canonico ut supradictum est ratam et firmAm hAbebimus et tenebimus et quovis modo vel ingenio in Aliquo non contraveniemus et nullAm AliAm electionem Ad dictum locum faciemus nec in Alium electum Ad d -ctam prebendam nisi electum A te consentiemus Nos predicti presbiteri Albertus guido mArchisius GAiAldinus et bAIdoinus videlicet gaiAldimus et bAIdoinus corporaliter tactis sacro sanctis evAngeliis nos vero presbiteri Guido et Arnulfus et mArchisius ponendo mAnus nostras in mAnibus tuis presbiteri Alberti et ego presbiter Albertus ponendo mAnus meAs in manibus tui presbiteri Guidonis nomine veri iuramenti iuramus Testes bArtholomeus et Dondedeus canonici IAnuenses Actum IAnue in camera dicti mAgistri Iohannis in canonica sancti laurencii die -XXII Octubris in hora tercia (N. 1457> c. 286). Anno 1226 535 MCDXV-MCDXVI. — 22 ottobre — Armanno Calvo, da Cogorno, riceve a muto soldi quaranta da Gandolfo da Breccanecca, chierico della chiesa di S. Giulia di Lavagna. I esti Guglielmo Botino, calzolaio, ed Arnaldo Stirpo. — Prete Arnolfo, canonico di S. Maria di Castello, costituisce procuratore Alberto, canonico della pieve di Recco, per impetrare per lui nella curia pontificia un benefizio nella chiesa di S. Michele maggiore di Pavia. Testi prete Guido, canonico di S. Maria di Castello, e Pietro de Platealonga. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno (N. 1444, 1445*0. 284 v.t 28/). MCDXVII MCDXXI. — 22 ottobre — Opizzo Guercio, massaro dell’ opera di S. Lorenzo, riceve da Rubaldo Zurlo, per il deceno dei legati, soldi cinquanta, lasciati dalla qm. Iacoba, moglie di detto Rubaldo. Testi Giacomo Elia, Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, e prete Omodeo di Acri. — Dondedeo, canonico di S. Lorenzo, essendo in lite con prete Natale per la chiesa di S. Antonino de Aurifialatio, costituisce procuratori nella curia pontificia maestro Giovanni, arcidiacono, Guglielmo de Veneis, ed Alberto, canonico della pieve di Recco. Testi Oberto Bonifacio e Giacomo d Aren-zano. — Giovanni de Volta per lire quattro compra da Giovanni, maestro a S. Tommaso, due mole per molino, prestandogli garanzia Giovanni Busario, da Sturla, cui cede i diritti sopra i suoi molini di Sturla, obligandosi il Busario a dargli una mina di frumento all'anno. Testi Guglielmo Gallo e prete Arnolfo da Castello. In Genova c. s., tra nona e vespro (N. 1446-1450, c. 285). MCDXXII-MCDXXIII. - 22 e 24 ottobre - Oberto Septemcoria riceve una somma dovuta da Benvenuto da Como, lanaiuolo, l esti Giacomo da Como, lanaiuolo, e Giovanni da Piacenza. — Merlo, figlio di Merlone da Castello, riceve da Ambrosio, scriba, lire venti avute già a mutuo per Porco de Porcis, il quale dovea darle per i danni tatti 5.V5 Anno !2 26 a Guglielmo Spinola, seniore. Testi Guglielmo di Merlone e Giacomo Bucuccio. In Genova, c. s., nell'ora di vespro; e in domo lignaminis Ogerìi Panis, nell'ora di vespro (N. 1451,1458>l· l'-> 286 v.). MCDXXIV-MCDXXIX. - 22 e 25 ottobre — Prete Viviano, prevosto, e prete Guglielmo, canonico di S. Ambrogio, cedono a Glarolio del qm. Bianco de Osigna i di ritti, acquisiti da Martino, fratello di detto Glarolio. Questi promette di dare lire quattro, e presta garanzia Ogerio, figlio emancipato di Balbo de Ecclesianova, da Moneglia, abitante a S. Tommaso. Testi Rodegerio, giudice, Giovanni, tornitore, Enrico, coltellinaio, Guglielmo, custode di S. Am brogio, Ansaldo d'Arenzano, Giovanni de Albareto, Giacomo Campione e Giacomo da S. Olcese. - Buongiovanni de Mediano dichiara di aver ricevuto lire quaranta per dote della moglie Fioria. la quale gli cede pure una casa del valore di lire dodici, posta nella parrocchia di S. Donato, e che acquistò da Ansaldo Guxolo. lesti Guirardo Barleta magi ster lignaminis e Marchisio magister ante lami, e Bonus homo magister antelami. In Genova nella chiesa di S. Ambrogio, dopo il vespro; e nella casa di detto Guirardo, prima di terza (N. i45l) I4^>3 c. 286 v., 287 V.). MCDXXX. — 26 ottobre — Ricordo del console dei Genovesi in Acri. Ego Iohannes so9obonus confiteor me Accepisse et habuisse Ate domine streliaporco unum osbergum et bArberiAm et cAlcias ferreas cognosenti Am cendati virmilii et bisAncios saiacinales septem et ermum unum quAs habui Ab Olderico scribA comunis IAnue Apud Acri et quAs res ego dimisi in potestate et bAIliA domini petri de mAri consulis tunc temporis in Acri de quibus rebus omnibus quietum et solutum me voco Abrenuncians exceptioni etc. promitens tibi quod nullAm inde faciaAm vel fieri faciAm requisì- Anno 1226 537 cioneni tibi vel alicui prò te vel tuo heredi sed inde te et bonA tu A conservAre indempnem sub penA dupli et obbligacione bonorum meorum Testes IAcobus strilla porcus et blasius castanea et Iohannes de AlbAreto Actum IAnue iuxta domum canonicorum sancti LAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno die XXVI octubris inter nonAm et vesperum (Ar. 1464, c. 287 v.). MCDXXXI. 26 ottobre — Giovanni del Bisagno, drappiere, per lire trenta vende a Raimondo de Volta quarterium unum et dimidium di un mulino, posto a Marassi nel luogo detto inalar agum, munito di un tetto, e che possiede in comune colle chiese di Castello e di Paverano. Testi Lanfranco da Pavia, notaio, e Pietro Segnere. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Peno, nell’ora del vespro (N. 1465, c. 287 v.). MCDXXXII. — 27 ottobre — I fratelli Rubaldo ed Anseimo de Corsio promettono che per quattro anni staranno in pace. Nos RubAldus de corsio et Anselmus fratres promitimus et convenimus nobis Ad invicem sub penA librarum quinque IAnue qnod de cetero usque Ad Annos quAtuor proximos non faciemus AliquAm percussionem nobis unus Alteri nec uxoribus nostris ita quod unus faciAt uxori Alterius cum ferro vel bAculo vel lApide vel ligno vel cum Aliqua re si contigerit quod steterimus usque Ad Annos quAtuor super terra sancti benigni vel ipsAm terram retinuerimus pro pena vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observandis omniA nostra bonA hAbita et habendA nobis Ad invicem pignori obligarrus Insuper iuramus Ambo Atendere et observAre ut supra Insuper promitimus tibi presbitero viviAno preposito sancti Ambrosii quod stabimus in tuo ordinamento et voluntate et domini AbbAtis sancti benigni de capite fari qui prò tempore fuerit de omni discordia et controversia que inter nos vertentur vel verti poterint usque Annos quAtuor proximos Aliquo modo vel occasione et quod sentenciam vel sentenciAs quAm et 53S Anno 1226 quAs dixeris cum dicto AbbAte vel eius voluntate Atendemus et observAbimus tanquAm sentenciAm Arbitrorum nostrorum et quod predicta omniA Atendemus sicut nobis promisimus vicissim et sicut tibi promitimus Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum penAm librarum quinque IAnue rato mAnente pacto tibi stipuIAnti promitimus pro penA vero etc. Testes rogerius de corsio et Willelmus custos sancti Ambrosii et Willelmus cocus sancti Ambrosii Actum . IAnue in ecclesiA sancti Ambrosii die XXVII octubris inter tei -ciAm et nonAm (N. 1468, c. 288 v.). MCDXXXIII. — 27 ottobre — I giudici delegati dal Pontefice in una lite pronunciano la sentenza. Nos RubAldus prepositus et RAinAldus canonici IAnuenses domini pape iudices delegati in causa que vertitur inter presbiterum Iohannem ministrum ecclesie de pontecorono ex unA pArte et bu-scarinum et Willelmum ex Altera de consensu pArtium talem dAmus diffiniendo sentenciam precipimus enim dicto presbitero Iohanni sub debito iuramenti quo nobis tenetur quod ipse solvAt predicto buscarino civi IAnue soldos triginta sex IAnue usque Ad octavAm pAsche resurrectionis proximam quos confessus fuit se debere dicto buscArino in presentiA nostrA in iudicio Ifem picvi-pimus dicto presbitero Iohanni quod ipse solvAt usque Ad dictum terminum soldos decem et octo IAnue quos confessus fuit in iudicio coram nobis se debere ei Alioquin si contrafecerit ex tunc sit ex-comunicatus et ipsum excomunicamus Auctoritate Apostolica quA fungimur in hAc pArte Testes nicola lumbArdus et oriolus et presbiter Rolandus canonicus IAnue Actum IAnue in castro sancti lAurencii die XXVII octubris inter nonAm et vesperum (N. 1469, c. 288 v.). MCDXXXIV. — 28 ottobre — Giovanni de Mediano loca l’opera del nipote Amedeo, figlio di Ugone de Barbo, con Resonata, moglie di maestro Giacomo da Rivoturbido, la quale per otto anni promette insegnargli 1 arte de panuis Anno 1226 539 texendis et faciendis de lana. Testi Marchisio de Calignano, Giovanni da S. Martino de Pastinello e Michele de Mediano. In Genova presso l’abitazione di Guglielmo de Feno (N. 1466, c. 288). MCDXXXV. — 29 ottobre — Prete Ugo scrive al Vescovo di Pavia rinunciando un benefizio. Reverendo in Xpisto pAtri Ac domino dei gratia et suis meritis exigentibus. F. pApiensi episcopo, presbiter hugo prepositus ecclesie sancti eusebii de gambollAto devotam cum subiectione reverendam. Qum propter guerrarum discriminA que civitAtem IAnue undique circumdAnt et propter imbecillitatem et infirmitatem corporis mei pApiam Ad presenciAm vestram Absque multo gravAmine Accedere non possumus quiA propter Absentiam meam dicta ecclesia de gambollAto in spiritualibus et temporalibus substinet detrimentum si plAcet vobis pAter reverende proposituram conferre cui vultis et qum vultis retineo tamen in me canonicatum quem prius habui quAm preposituram et dictam preposituram vobis resigno et pro canonicatu quem retineo cedo vobis ius meum in electione facienda futuri prepositi promitens predicta omniA me ratum et firmum hAbiturum et non contraventurum et ut predicta robur firmitatis mAgis hAberent ea per mAnum publicam feci Annotari Testes mAgister Ugo mAgiscola FAnue et Willelmus traiAtroia scriba Actum lAnue in canonica sancti laurencii in camera dicti mAgiscole die XXVIII octubris in hora nona (N. 1467, c. 288). MCDXXXVI-MCDXXXIX. - 30 ottobre - Guglielmo de Pastino de plebe sigestro, riceve da Guglielmo de Nasio, garda/ore, lire tre a mutuo. Testi Amato da Portovenere e Giacomo, barilaio. — Guglielmo de Nasio dà in locazione per anni sei a Pietro de Viali, da S. Quirico, un suo luogo, posto in pertinentiis de sigestro, nel luogo detto campo, a patto fossas de propaginibus ibi extraltere annuatim decem ad mimis et vegetas meas ibi positas stringere et cirgiare bene. Pesti Michele da Fossalupara. — Ugo de Montelungo del 54° Anno 1226 qm. Guglielmo de Monterosato per soldi trenta vende a Giacomo da Struppa una terra in monterosato nel luogo detto planus, confinante colle terre di Ogerio de V egoli e di Sibilia, vedova di Guglielmo Embriaco. Prima della festa di S. Michele verrà restituita la terra per lo stesso prezzo. Testi Rainaldo, canonico di S. Lorenzo, Marchisio da Ca· mogli, Rollando de Monterosato e Giacomo Budelo. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, e fra terza e nona (N. 1470-1473 c. 288 v., 289). * MCDXL. - 30 ottobre — Bonvassallo de Pallareto dà a pegno un libro di romanzi. Ego bonusvAssAllus de pAHAreto confiteor me Accepisse mutuo gratis A te lAfrAnco fratre meo libras tres et dimidiAm IAnue Abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis dAre et re dere tibi promito in pAce et sine molestiA usque Ad kalendas mArcii proximas Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulAnti promito pro pena vero etc. et specialiter emsem unum et librum unum de romAnciis et Aliis racionibus Actum lAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in qua hAbitAt Willelmus de feno die XXX octubris inter nonam et vesperum. Testes obertus bArilArius et mArchexius de camugio et Guirardus de casanova et IAcobus de Aurego (N. 1174, c. 289). MCDXLI. — 30 ottobre — Giovanna del qm. Raimondo Moretti e vedova di maestro Simone dona a sua figlia Bo-veta una casa nella parrocchia di S. Matteo, riservandosi l’usufrutto finché vivrà. Testi Rubaldo de Struppa gardator comunis latine e Guirardo de Casanova. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Peno, nell’ora del vespro. (N. 1475, c. 289 v.). MCDXLII. — 31 ottobre — Il ministro della chiesa di Pontecurone si dichiara debitore duna somma. Anno 1226 54 f Ego presbiter Iohannes de pontecorono minister ecclesie sancte brigide de pontecorono confiteor me debere tibi Giliberto servienti presbiteri Willelmi de rivArolio canonici lAnue soldos quAdraginta duos IAnue quos mihi gratis mutuo A te habui et recepi Abrenuncians exceptioni etc. quos vel totidem pro eis dAre et solvere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum certum nuncium tibi promito usque ad kalendas Augusti proximas Alioquin etc. et confiteor dictam pecuniam expendisse Apud romam pro literis impetrandis Ad utilitatem dicte ecclesie mee Insuper ego dominus ορ'ιςο Archipresbiter de rivArolio et vicedominus pAUAcii IAnue constituo me inde proprium et principalem debitorem et pagatorem tibi dicto giliberto quAm peccuniam promito tibi solvere et dAre Ad dictum terminum si dictus presbiter Iohannes minime solverit ut supra Alioquin penAm etc. Insuper ego dictus presbiter Iohannes promito tibi dicto Giliberto dAre tibi Apud civitatem terdone modiA duo frumenti usque Ad dictum terminum ad modium terdone quod granum tibi promissi tibi dAre pro bono servicio et utili quod mihi fecisti ad utilitatem ecclesie mee Apud romam et in itinere eundo . et reddeundo Alioquin penAm etc. Testes presbiter Willelmus de rivArolio Canonicus IAnue et presbiter petrus capellanus sancti lAurencii IAnue et phylipus filius Guirardi iudicis de pApiA Actum IAnue in ecclesiA sancti laurencii die ultimo octubris Ante terciam (N. 1476, c. 289 v.). MCDXLIII. — 30 ottobre — Annetta riceve lordine di presentarsi al cospetto del Vescovo di Savona. In presentia testium infrascriptorum Guido presbiter CAnonicus ecclesie sancte mArie de castello dixit et precepit ex parte domini episcopi saAonensis et suA Auctoritate domini pape quA tunguntur Anneie ut sit coram domino episcopo predicto Apud sAonam die martis post festum omnium sanctorum proximum pro causa que vertitur inter ipsAm Anrietam et Iohannem filium £uini de ponte-decimo et insuper dedit eidem Annete terminum perentorium usque Ad dictum diem ut debeat Atendere et observAre ut supra Testes dominus hertolotus sacrista IAnue et presbiter petrus cappellAnus 5|2 Anno 1226 sancti lAurencii IAnue die XXX octubris in bora none iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA li Abitat Willelmus de feno (N. 1477, c. 290). MCDXLIV. — 31 ottobre — Il Massaro dell'opera della Cattedrale ordina la fattura di un grifo. Ego Ορϊςο Guercius mAssArius operis sancti lAaurencii IAnue nomine ipsus operis promito et convenio tibi mAgistro oberto dAre et solvere tibi soldos duos IAnue pro quolibet die quo lAborabis Ad faciendum grifum unum de brundio in dicto opere prò tua mercede et lAbore et dAre tibi in festivis diebus pro te et pro tuo serviente in ordinAmento domini bonivAssAlli caliigepAllii Alioquin penam dupli et dAmpni et dispendii tibi stipulAnti promito prò penA vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis ornniA bonA dicti operis tibi pignori obligo Insuper ego dictus obertus promito vobis dicto domino ορϊςοηϊ lAborare in tuo ordinamento et voluntate Ad dictum grifum faciendum ultra festum sancti Ioannis de lunio proxime venturum Alioquin non tenearis mihi in Aliquo de predictis Testes dominus bertolotus sacrista IAnue et presbiter petrus cappel-lAnus sancti lAurencii IAnue die XXX octubris in hora none iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno (N. 1478, c. 290). MCDXLV-MCDXLVI. - 31 ottobre — Ottone da Montesignano toglie a mutuo lire tre da Musso, ferraio. Testi Guirardo da Pavia, giudice. — Leo de Masalia, lanaiuolo, figlio di Pietro de Monte, riceve lire quattro per dote della sposa Bruna, sorella di Giovanni de Bernate. Testi Giovanni, tintore in Rivoturbido, e Giacomo da Castiglione, lanaiuolo. In Genova c. s., dopo nona, e sul far di sera ante cam-panam (N. 1479, 1480, c. 290). MCDXLVII. — 2 novembre — Rodolfo de Mediola-nico accorda il figliuol suo con 1111 filatore. Anno 1226 543 Nos Reduifus de mediolAnico loco et concedo tibi Willelmo muto filatori filium meum RolAndum usque Ad Annos quAtuor et dimidium proxime venturos causa lAborAndi et Addiscendi de Arte tuA promitens tibi quod faciAm ita et curabo quod dictus filius meus stabit et perseverabit tecum usque ad dictum terminum causa labo-i andi et Addiscendi de tua Arte et quod sAlvAbit et custodiet tibi bonA fide res tuAs et eas quAs in suA potestate vel Alius pro te posuei is et non infraudAbit tibi ex eis ultra denarios duodecim per Annum et si forte de tuo servicio se Absentabit promito tibi quod faciAm ita et curabo quod reddibit Ad tuum servicium faciendum sicut Antea usque Ad dies octo proximos Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum de predictis penam librarum quinque IAnue rato mAnente pActo tibi stipulAnti promito pro penA vero etc. Abrenuncians iuri de principali Et ego dictus Willelmus promito tibi dicto RolAndino quod dccebo te de meA Arte bonA fide et sine fraude usque ad dictum terminum et non faciam tibi Aliquam suprapositam quam non possis sufferre et quod dabo tibi denarios duos quolibet die quo lAboi abis de meo servicio in primo Anno et denarios tres in secundo Anno et in tercio tres denarios et dimidium et in quarto denarios quAtuor et Alio medio Anno denarios quAtuor et dimidium quolibet die quo lAborabis de meA Arte Alioquin etc. Testes mArchexius de camugio et mArtinus de Antegio et Iohannes de AlbAreto Actum lAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno die secundo novembris inter terciAm et nonAm (N. J481, c. 229 v.). MCDXLVIII-MCDXLIX,— 3 novembre — Pasta, lanaiuolo, si dichiara ancor debitore di soldi dieci per acquisto di lana, vendutagli da Oberto Septemcoria. Testi Oberto Bonifacio e Guglielmo de Clavica, notaio. — Opizzo, arciprete della pieve di Rivarolo, e vicedomino del palazzo arcivesco\dle, e Guglielmo, massaro e ministro dello stesso palazzo, danno in locazione per un anno ad Andrea Bergognone una casa in Bisagno in braida. In Genova, c. s., prima di terza; e nel pontile del palazzo arcivescovile, nell’ora del vespro (N. 1482,148j, c. 290 v.). 544 Anno 1226 MCDL-MCDLV. — 4 novembre - Rollando del qm. Rubaldo Moro de Murtedo, da Rapallo, macellaio, vende per lire dieci e soldi cinque a Borga, figlia del qm. maestro Rollando da Rapallo, terre in Rapallo nei luoghi detti in murtedo, in valle de murtedo, in v adar io, ad lenoxe, in ro-boreto, confinanti colle terre di Rollando de Raimundo, di Bartolomeo de Ripa e coi beni della chiesa di S. Maria del Campo. Testi Guglielmo de Iugo, Guido de 1 redono, Giovanni Vetulo, e Guglielmo de Paroldio, gardator. — Ber-tramo da Nervi dà mandato alla moglie Maria per esigei e alcuni crediti. Testi Enrico de Verdura, Ugo de Silgulfo, e Oberto Donati. - Giovanna del qm. Marino de Porta riceve a mutuo lire tre da Ingellenda da Piacenza. I esti Enrico, monaco di S. Bartolomeo del Fossato, prete Alberto, custode di S. Lorenzo, e Pietro di Brolio, calzolaio. — Dondedeo magister antelami arbitro eletto nella lite, vertente tra Bonvassallo gardator, da una parte, e Sofia Tedi-xane, per un muro innalzato tra le case dei due contendenti, pronuncia la sentenza. Testi Merlo di Carlo e 1 ietro de Platealunga curerius. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, nell'ora di terza, fra terza e nona, fra nona e vespro (N. /484-1489, c. 2 8yv. - 291 v.). MCDLVI. - 4 novembre - Rollando da Firenze prende a pegno un libro per canto. Ego VirdeliA filiA Iohanne uxoris ottonis de cremona confiteor me Accepisse mutuo gratis A te Rolando de frorenciA filio quondam pAgani libras quinque et sol. quindecim Ianue Abrenuncians exceptioni etc. quas vel totidem pro eis eiusdem monete dAre et redere tibi vel tuo certo nuncio per me vel meum certum nuncium tibi promito usque Ad dies quindecim proximos in pAce et sine molestia Alioquin penAm dupli dicte sortis et dAmpni et dispendii tibi stipuIAnti promito pro penA vero etc. Abrenuncians iuri ypo-thece et omni iuri et speciAliter tibi pignori obligo pelles duas cu- Anno 1226 54S niculoium coopertas pAnno viridi et duAas pelles variAs coopertas pAnno viridi et plAnetam unAm purpure et librum de cantare et psalterium et iupAm unAm cendati glAni et toAlioram de testa Tali pacto quod pena commissa liceat tibi tuA Auctoritate sine decreto consulatus vel potestatis vendere dieta pignorA et tuAm solucionem de precio ipsorum hAbere et retinere faciens hec omnia conscilio merli de curio et Aimerici de petra quos voco vicinos et propincos meos etc. Testes predicti consciliatores die quArta novembris inter nonam et vesperas Actum ianue sub domo canonicorum sancti laurencii in qua habitat Willelmus de feno (N, 1490, c. 292). MCDLVII. — 5 novembre — Giovanni Bastardo de Pe-trascremona e Giovanni clavonerius, litigando tra loro per aver questi dato in accomandita lire tre a Ingheto da Piacenza, figlio di detto Giovanni, eleggono arbitri Rainaldo, diacono, ministro della chiesa di S. Luca in Genova, e il chierico Stabile de cela. Testi Buonuomo magister antelami, Giovanni Bordono e Bonaventura. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Peno (N. 1491, c. 292). MCDL\ III. — 5-6 novembre — Il Vescovo di Savona cede la sua delegazione, avuta dal Pontefice. Venerabili in Xpisto fratri et domino R [aimundo] dei gratia sancti stephAni IAnue AbbAti Albertus humilis episcopus sAonensis synceram in domino caritatem de discretione vestra et prudentia plurimum confidentes vobis sicut possumus suplicando mandAmus quAtenus dignemini cognoscere vice nostra causAm mAtrimonii que inter IohAnnimum filium lAfranci draperii IAnue ex pArte unA et bertam eius mulierem ex Altera ex delegatione summi pontificis vertitur coram nobis et cum previa iusticia fine debito terminAre qum propter necessitates multiplices eidem cause non possumus comode superesse nec pArtes propter discordiAm IAnue et sAone se possunt Ad nostram presentiAm sine incomoditate multimoda presentare (N. 1492, c. 292). Ferretto 35 546 Anno 1226 MCDLIX-MCDLXIII. - 6 novembre — Viale, pellicciaio, riceve soldi quaranta per dote della sposa Margherita. Testi Guirardo de Casanova, Pietro da Caminata e Balduino da Rivarolo. — Antolino da Vernazza costituisce procuratore Pagano de Dentua per riscuotere un credito. Testi Benaldo e Segnorello. - Lanfranco de Marzano costituisce procuratore Beltramo da Torriglia. lesti Loienzo e Giunta, barilai. - Maria, vedova di Idone Moresco, vende per lire ventidue a Giacomo Archerio una terra posta m co-sigarici, nonché ogni diritto su detta teira, acquisito 15 nov. 1208, come in atti del not. Armanno. lesti Lanfranco Gaetano, Idone Vicedomini, Pagano da S. Pietro di Chiavari, Ansaldo Segner e Montanaro Fornario. — notaio Ottone da S. Remo promette che pei il primo m g gio darà lire quattro a Bartolomeo da Cicagna, canonico di S. Lorenzo, che gli fu garanle per una quantità di panni, comprati da Giovanni, drappiere in Bisagno, e, se no p trà pagare, ΓArcivescovo di Genova al suo ritorno conse gnerà lire quattro a Nicoloso Pane, e questi a suo no soddisferà. Testi Lanfranco da Monleone, maestro meo Precivita e Giacomo, canonico della pieve Levante. p In Genova; presso l’abitazione di Guglielmo de 'e , prima di terza, fra terza e nona; nell abitazione di Giacomo Archerio, fra nona e vespro; e nella camera del canonico Bartolomeo, sul far di sera (N. i493-I497> c- 29a v->293. ■ MCDLXIV-MCDLXV. - 7 novembre — Opizzo, arciprete di Rivarolo, e massaro del palazzo arcivescovi e, e Valentino Trasero si dividono una terra posta a · · ~uir co ; inoltre compra dallo stesso alcune terre in ti > > do) 10 sa Onirici de ineolico presso la valledonica, in casasublanci, cunio. Testi Giovanni Rosso da Zemignano, Enrico, suo fratello, Ansaldo, canonico della pieve di Recco, Pietro loco e Taliacane. Anno 1226 547 In Genova, nel palazzo arcivescovile dopo terza (1499, ijoo, c. 29J V.). MCDLXVI-MCDLXVIII. — 9 novembre — Montalino del qm. Rusteghello de Bragalli si accorda per quattro anni al servizio di Pietro, calzolaio alla Porta, il quale promette d insegnargli l'arte del calzolaio. Testi Zantarame, Aime-ric^, e Pietro da Rapallo. — Filippo Cavalargio riceve da Giovanni, formaggiaio alla porta di S. Andrea, lire quattro e da Maria, vedova di Fulcone tornitore lire dieci in accomandita, che porta in Sardegna, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Giovanni Castagna e Martino de Mercato, Marchisio de Porta, pellicciaio, e Pesante de Porta. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, fra terza e nona, e nella casa di detta Maria, tra vespro e compieta. (N. 1501,1502, i;o6, c. 294, 295). MCDLXIX. — 9 novembre — Il ferraio Oberto Me-dalia prende un garzone al suo servizio. Nos Albertus de vigo molAcio et Iohannes bertramus de vigo molAcio quisque nostrum in solidum promitimus et convenimus tibi oberto medAliA ferrario quod faciemus et curabimus ita quod Willelminus filius quondam symonis de fontana stabit et perseverabit tecum usque Ad Annos sex proximos causa lAborandi de Arte tuA Ad tuAm utilitatem et Addiscendi ex ea et serviendi tibi in domo et extra domum de omnibus serviciis que poterit et quod sAlvAbit et custodiet tibi res tuas bonA fide et sine fraude et eas quAs in sua potestate posueris vel Alius pro te et non infraudAbit tibi ex eis ultra denarios duodecim per Annum et si forte se Absentaverit de tuo servicio faciendo promitimus tibi quod faciemus ipsum red-dire usque Ad dies quArtum postquam hoc fuerit Alioquin si in aliquo fuerit contrafactum et quociens penam librarum quinque iAnue rato mAnente pActo tibi stipulAnti promitimus prò pena vero etc. quisque nostrum in solidum etc. Insuper ego dictus Willelminus 54S Anno 1226 iuro corporaliter tactis sacrosanctis evangeliis Attendere et observAre ut supra nisi tuA licenciA remanserit vel iusto dei impedimento vel tua licencia et quod non Accipiam uxorem nisi tuA licencia infra dictum terminum vel tui heredis Et ego dictus obertus ferrarius promito tibi dicto Willelmino docere te de arte mea bona fide et sine fraude et non facere tibi Aliquam suprapositam et dare tibi in fine dicti termini mAciam unam ferri et mArtelum et taliA-torium et tenAgiAs duAs et joeriam unam et dare tibi vitum et vestitum convenienter usque Ad dictum terminum preter in primo Anno in quo te debeas induere tuis expensis Alioquin etc. 1 estes obertus de gandulfo callegarius et rodegerius et Iohannes filius vAs-salii pellipArii et Willelmus de gratino de rivarolio Actum IAnne iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno die VIII novembris inter terciA et nonAm (N. 1503, c. 294). MCDLXX-MCDLXXI. - 9 e 10 novembre - Gu-glielmino dè Fontana dichiara che Alberto e Giovanni de vicomolacio gli prestarono garanzia. I esti c. s. —^ erto’ abbate di Borzone, e Giovanni, priore del Taro, ricevono in prestito da Oberto Primavera lire quattrocento per ristori della chiesa del Taro, e per pagare i piacentini ao de Roberto, Rivaguro, Arduino de Vallezago, Pietro, pellicciaio, ed altri. , In Genova, c. s., fra terza e nona; e nella casa di detto Primavera, prima di terza (N. 1504, 1511, c. 294 <·, 296)· MCDLXXII. — 10 novembre — L'Abbate di Borzone ed il Priore del Taro eleggono un amministratore. Nos Albertus Abbas monAsterii sancti georgii de brosono et dompnus Iohannes prior ecclesie sancte mArie de tario quiA predictum monAsterium de tario gravatum est multipliciter ere Alieno seu peccunie honeribus et credimus firmiter quod lApsus et honus et honor predicti monAsterii per curAm et solicitudinem puram domini obeiti primAverie relevAbitur et restituetur. Qum homo est providus utique et discretus et industrius circa temporAlia regendA et AccrescendA Anno 1226 549 ipsum concorditer de voluntate et mAndato conventuum monAste-riorum de brosono et de tario sicut AppAret in carta inde facta per mAnum Willelmi notarii in temporAlibus ministrum perpetuum et rectorem eligimus rogantes ipsum dominum obertum supliciter quAtenus Amore dei et pro remedio Anime sue dictum honus et Adminitracionem recipiAt gratanter Insuper nos promitimus ipsum dominum obertum tenere et obedire ei in temporalibus sicut ministro et rectori sAlvA iurisdictione et consuetudine monAsterii de brosono quAm hAbet et hAbere consuevit in dicta ecclesia de tario ita tamen quod Administracio predicta non possit Ab eo removeri A predicto Abbate vel A quacumque personA nec super ea inquietari in Vita suA Item si Aliquod dubium fuerit super predictis Aliquando relinquimus decidendum et diffiniendum in Arbitrio domini mAgistri hugonis mAgiscole IAnue et tenebimur de Addito et diminuto semper in suA voluntate Ad hec tactis sacrosanctis evAn-geliis iuramus nos predicti AbbAs et prior predictA omniA Atendere et observare ut supra nisi tuA licenciA remanserit vel tui certi nuncii nobis vel nostro certo nuncio dAta et concessA remAnserit Testes predictus mAgister Ugo mAgiscolA IAnue et Iohannes pri-mAveriA et dondedeus de capite pAgano de rapAllo Actum IAnue in domo dicti oberti primaverie die decimo novembris Ante terciAm (N. 1512, c. 296 v.). MCDLXXIII-MCDLXXIV. - 10 novembre - I coniugi Giovanna e Rollando da Sambuceto, scudaio, ricevono da Anselixia, sorella di Lanfranco, scudaio, lire due, che pongono in società, durevole un anno, dividendosi il gua dagno. Testi Enrico de Braida e Lanfranco, scudai. — Raimondo di Guglielmo Blaco de Coedano riceve lire dodici per dote della sposa Sibilia. Testi Roberto, pellicciaio, e Martino d'Albenga. In Genova, nella casa di detto Lanfranco, nell’ora di nona; e nell’abitazione di Bonavia da Portofino,tra nona e vespro (N. ijoj, ijoy, c. 294 v., 29; v.J. 55° Anno 1226 MCDLXXV. — 10 novembre — I Canonici di S. Donato formano alcuni statuti per il loro Capitolo. Nos presbiter Willelmus et presbiter hugo ecclesie sancti donAti iAnue CAnonici concorditer et unanimiter dAmus et conce dimus preposito nostro et presbitero Iohanni cuncanonico nostro presentibus et recipientibus Auctoritatem et potestatem et ius et voc nostras et vota nostra ut possint in primA et secundA electione faciendA eligendi duos CAnonicos in predicta ecclesiA sancti donAti ItA tamen quod quilibet istorum praedictorum scilicet prepositus et presbiter Iohannes unum quemcumque voluerit possit eligeie quod sit ydoneus et in sAcris ordinibus constitutus volentes et con-sencientes quod illi qui fuerunt electi nominAti sive postulAti A predicto preposito et presbitero lohanne sint in una prebenda d AliA prebendA fuerit expedita sive ApertA in dicta ecclesia sancti donAti et postea quilibet istorum qui fuerit vel qui erit electus no minAtus seu postulatus A predicto preposito et presbitero lohanne supradicto integram recipiAnt prebendAm Et si ille qui fuerit minAtus postulAtus sive electus A dicto preposito erit mAior etate illo qui fuerit electus postulatus sive nominAtus A presbitero lohanne sit mAior in capitulo in choro et mensa et primo debeat recipi sin Autem minor. Item promitimus et convenimus .eisdem pre posito et presbitero Iohanni quod illAm liominAcionem postulAcio nem sive electionem quAm Ab hAc die in Antea fecerint \el Altei illorum fecerit et quandocumque fecerint vel Alter illorum fecerit eam fìrmAm ratamque hAbebimus et tenebimus et nullo modo con traveniemus et quamcicius poterimus eAm ApprobAbimus Et ego dictus ArmAnus prepositus promito tibi supradicto presbitero Iohanni in omnibus et per omnia sicuti presbiter \\ illelmus et presbitei hugo supradicti fecerunt et ego presbiter Iohannes promito vobis domino preposito supradicto sicuti predicti presbiteri Guillelmus et Ugo vobis promiserunt supra Insuper nos omnes scilicet prepositus presbiter Iohannes presbiter Willelmus et presbiter hugo supi adicti promitimus et convenimus inter nos vicissim quod si Aliquis nostrum contra hoc Attentare Aliquo modo presunsjrit vel facere voluerit Ad hoc ut illud quod fecimus semper robur obtineAt firmitatis opem Anno 1226 551 et Adiutorium in personA si opus fuerit et in expendendo de bonis predicte ecclesie sancti donAti in quAntum poterimus bona fide et sine fraude dAbimus sAlvA tamen in omni Alioquin si nos predicti presbiter Willelmus et presbiter Ugo in Aliquo de predictis contra-fecerimus vel fuerit contrafactum per nos penam librarum decem IAnue vobis domino preposito et presbitero Iohanni predictis recipientibus nomine ecclesie sancti donati predicti stipulAntibus promitimus prò penA vero et prò omnibus supradictis Atendendis et observAndis omnia nostra bona habita et habendA nobis pignori obligAmus quisque nostrum in solidum Abrenunciantes legi dicenti si duo vel plures in solidum se obligaverint etc. ponentes nos omnes vicissim mAnus nostras in mAnibus Alterius nomine iuramenti et predicta omnia in omnibus et per omnia sicut supradictum est et determinAtum Atendemus et observAbimus et in nullo contraveniemus salvA tamen in omnibus supradictis Auctoritate Apostolica Testes hugo Archipresbiter plebis sigestri et Guillelmus grillotus canonicus’ sancti petri de porta et Iohannes tinctor pater eius et obertus nepos dicti prepositi et obertus clericus pruniAtensis Actum iAnue in canonica sancti donAti in camera dicti presbiteri Iohannis die decimo novembris inter vesperum et completorium (N. 1507, c. 295). MCDLXXVI-MDCLXXVII. - 10 e 11 novembre Giovanni, tintore a S. Donato, promette di far in modo che prete Simone, canonico di S. Donato, approverà 1 atto precedente. Testi C· s. — Oberto del qm. Giovanni de Pastino riceve a mutuo lire tre da Guglielmo de Nasio. Testi Rainaldo di Oberto Bonifacio e Pietro de Viali. In Genova, c. s.; e presso Γ abitazione di Guglielmo de Feno,nell'ora del vespro (N. 1508, 1498, c. 295 v., 293). MCDLXXVili-MCDMXXIX. — 13 e 14 novembre — Alberto Laietto gardator comunis Ianue promette che il fratello suo Bonvassallo approverà la sentenza di arbitrato, pronunciata da Dondeo magister antelami. Teste Alberto de Servo. - Enrico de Stabulo, figlio del qm. prete Filippo da Ba- 552 Anno 1226 vari, vende per soldi cinque a Guglielmo Guaraco la metà d'una quinta parte di terra, che ha in comune con Daniele Doria, posta in Bavari, nel luogo detto stura. 1 esti Bonvassallo de Domo, Ingo Streliaporco e Guglielmo da Lavagna. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Beno, prima di terza; ed in Mortedo, nella casa di Guglielmo Scotto, fra terza e nona (N. ijio, 1513, c. 296, 296 v.j. MCDLXXX. — 15 novembre — La Conversa d un ospedale di Piacenza vende alcune case e terre. Ego IohannA clarelA conversa domus dei plAcentine diocesis licencia mihi dAtA A priore et fratribus dicte domus sicut continetur in carta facta per mAnum lAnfranci de philipo notarii confiteor me Accepisse et habuisse nomine ipsius domus A vobis domino RAimundo Abbate monasterii sancti Stephani Ianue" prò ipso monAsterio solvente libras triginta quinque IAnue abrenuncians exceptioni etc. pro quibus vendo trado et cedo vobis nomine diete domus domos et terras quAs dieta domus dei hAbet in IAnuA in castelo que fuerunt quondam henrici matalafi quondam viri mei sicut mihi fuerunt extimAte et tradite per publicos extimatores Ianue et lAudate per consules et demum quicquid habui ut continetur in instrumentis inde factis cum omni suo iure comodo et utilitate etc. Testes Rainaldus canonicus Ianue et rufìnus Astensis iudex Actum lAnue in clAustro sancti lAurencii die quintodecimo novembris inter terciAm et nonam (N. 1516, c. 29 j). MCDLXXXI - MCDLXXXV. - 15 novembre — Ardengo del qm. Guercio da Carrodano cede a prete Viviano, prevosto di Sant’Ambrogio, tanti beni per lire dieci, riservandosi l’usufrutto, finché vivrà. Testi Giacomo Campione e Guglielmo da Lavagna, chierico e custode di San-t’Ambrogio. — Lorenzo del qm. Valente de Pontemaiori, del Bisagno, dichiara che ,pgni anno deve pagare un censo all-Abbate di S. Stefano per la terra de insula, che è di Anno 1226 553 rimpetto l’ospedale dei Crociferi. Testi Ansaldo Castaldo, Bonvassallo Bavarasco, Oberto de Punzio ed Ansaldo Bava-rasco. - Frate Enrico, ministro dell’ ospedale di S. Stefano, loca per undici anni ad Ingo de Glarolio una terra con casa posta al Bisagno. Testi c. s. — Simone da Montedonico, da Sestri, riceve lire dodici per dote della sposa Maria, figlia di detto Ingo. 'Pesti Giovanni da Soglio, Ansaldo Castaldo e Oberto de Punzio. — Ingo de Glarolio e la figlia Alda promettono di dare lire tre al predetto Simone. Testi c. s. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra terza e nona; sotto il pontile dell’Abbate di S. Stefano, tra nona e vespro (N. ijij, 151J-1520, c. 297-298). MCDLXXXVI — 15 novembre — Giovanna Pevere dichiara che non era in piena libertà di mente, quando, promise di abbracciare la religione dei cavalieri gerosolimitani. In presencia testium infrascriptorum Ego Iohanna fili A quondam lAfranci piperis dico et protestor quod si Aliquando vel Alicubi Aliqua verba dixi per que pure viderer me reddere Ad hospitale sancti Iohannis vel Ad religionem dicti hospitalis extra mentem meAm eram posita et ultra modum turbata de eo quod maritus meus noviter et recenter erat interfectus illA dixi vel protuli et decepta et maliciose et quasi violenter Actracta fui Ad huiusmodi verba dicenda si Aliquando dixi et si huiusmodi verba protuli ea protuli cum non hAbebAm plenam libertatem mentis mee et corporis meiimmosi Aliqua verba dixi que Ad reddicionem pertinerent semper in mente hAbui et expressi et protestata fui quod si non plAceret mihi dictum hospitale vel religio hospitalis non starem in illo hospitali vel in religione ipsius hospitalis sancti Iohannis Cum ergo non plAceat mihi status talis vel religio talis hospitalis sancti Iohannis nolo illAm tenere vel in huiusmodi esse maxime cum ea que dicuntur facta inter me et dominum scagiam vel hospitale sancti Iohannis non possint observari sine periurio meo quiA volo penitus observAre iuramentum meum et nolo esse in hospitali sancti Iohannis vel teneri Astricta religione ipsius Testes dominus sorlionus piper 554 Anno 1226 et dominus so?ius eius frater Actiun in capella sancti leonardi dicti hospitalis die XV novembris in hora vesperi MCCXXVI indictione terciadecima (N. 1522, c. 298 v.). MCDLXXXVII-MCDLXXXVIII. - 16 novembre — Dondedeo, canonico delle chiese maggiori di Genova e di Bergamo, costituisce un procuratore. Ego dondedeus canonicus lAnue constituo gandulfum clericum de brecaneca procuratorem meum et nuncium speciAlem Ad petendum et recipiendum confirmacionem rectorie sive Administracionis ecclesie sancti Antonini de Auro pAllAcio et Ad petendum missionem possessionis eiusdem Administracionis dompno Alberto de cuxi-iAno vel Ab Archipresbitero de saliceto promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerit dictus gandulfus in predictis Testes Guillelmus canonicus veronensis et berardus et ςληίβ^ιηε gardator Actum IAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno die XVI novembris Ante terciam Ego dondedeus CAnonicus pergamensis constituo Gandulfinum servientem meum meum procuratorem et certum nuncium speciAlem Ad petendum et recipiendum libras octo imperialium Ab Alberto de potrono custode sancti Alexandrii pergamensis de prebendA meA promitens me ratum et firmum hAbiturum quicquid fecerit in predictis Testes RAinAldus canonicus IAnue et rodegerius iudex et presbiter petrus capellAnus sancti lAurencii IAnue die X\ I novembris inter terciAm et nonAm Actum IAnue sub domo canonicorum sancti lAurentii in quA hAbitat Willelmus de feno (N. ijif, IJ2I, C. 297, 298). MCDLXXXIX-MCDXC. - i5 novembre — I fratelli Tedisio e Opizzo de frisco pregano Lanfranco Rosso d indurre la sorella Contessa, vedova del loro fratello Alberto Fieschi, a restituire tutti gli istrumenti, che possedeva prima della morte del marito. Testi Simone de Camilla, Guglielmo Pittavino, ed Alberto, notaio. — Giacomo Musso riceve da Lanfranco Rosso lire duecento sessanta a mutuo, che resti- Anno 1226 555 tuirà per la Pentecoste, e gli cede ogni diritto che ha colligendi et percipiendi in compara facta pro duobus locis in collecta compare denariorum unius collecte maris et oboli unius collecte de terra et que loca duo et ius ipsorum locorum habui occasione collecte inde facte a comuni Ianue tempore potestacie domini Pecorarii potestatis Ianue. Testi, c. s. In Genova, nel chiostro di S. Lorenzo, sul far di sera (1323-1525. c. 238). MCDXCII-MCDXCIII. — 17 e 18 novembre — Vertendo lite per due vacche, che Giovanni Croso diede a Giovanni Hoxia, di comune consenso di entrambe le parti, vien eletto arbitro maestro Ugone, magiscola di San Lorenzo, e presta garanzia prete Rubaldo del Molo. Testi Rubaldo, drappiere. Guirardo da Valenza e Sorleone de Tiba. — Pietro Cabuzano dichiara che Sofia, vedova del fratei suo Guidone da Lavagna, ebbe in dote lire ventiquattro, e che non la disturberà in nulla. Testi Oberto de Predono, Giacomo d’Asti, e prete Pietro, cappellano di S. Lorenzo. In Genova, nella camera del Magiscola, tra nona e vespro; e presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, dopo terza (N. 152η, 1526, c. 299 v., 299). MCDXCIV. — 18 novembre — Enrico de Braida patteggia per la fattura di scudi. Nos lAcobus Al Amanus et garnerius eius frater promitimus et convenimus tibi henrico de braida scutario dAre et tradere tibi iAnue usque Ad Annos quindecim proximos tot imbla9aturas de corio grosso bene prepArAtas de scutis quot poteris operari in tuA Apotheca in scutis tuis quArum medietatem debeAmus et promitimus tibi dAre rotundAm et AliAm medietatem quAdratam dando et solvendo nobis denarios octo iAnue pro qualibet garnitura septem clavorum de quolibet scuto quod garnibis ex ipsis et si forte garnituras vel imbla-^aturas de nostris volueris cariores vel miliores promitimus tibi dare sufficienter et debeas tu nobis dAre et solvere 111 lAude duorum bo- 556 Anno 1226 noruni hominum Artis scutarie Item promitimus tibi dare duodenAm de cusiis bonis de cacetis sicut solite sunt operari hinc retro comuna-les pro denariis viginti sex iAnue usque Ad dictum terminum quamtum ex eis volueris operari in tua Arte Item de stachis duodecim pAriA de corio cAmusii pro denariis octo usque Ad dictum terminum quAntum volueris ex eis operari in tuA Arte Item duodecim pAriA de stachis de montolinis camoxAtis pro denariis septem Item garnixones de scuetis de coriis montoninis pro sol. duobus pro quAlibet duodenA Item AliAm duodenam de garnixon de scuetis de corio vAcino grosso et nigro de foris pro denariis triginta duobus Item pro denariis triginta duobus quAmlibet duodenAm de garnixo-nibus de scuetis de corio montoline virmilie de foris et intus de vA-cheta et non sit de pArtex corium virmilium ibi positum de predictis rebus quAntumcumque operari poteris vel operari volueris m tua Apotheca per te vel per Alium pro te sicut superius dictum est et determinatum et pro tanto precio supradicto usque Ad Annos quindecim proximos promito et convenio tibi dAre et vendere ut supra sufficienter Alioquin si in Aliquo fuerit contrafactum etc. Testes Guillelmus de pontori scutarius et bonus homo de mortedo et gandulfus de stramAdefio actum iAnue iuxta domum canonicorum sancti lAu-rencii in qua hAbitat Willelmus de feno die XVIII novembris inter nonam et vesperum (N. 1528, c. 299). MCDXCV-MCDXCVI. - 18 novembre — Ugo Provinciale costituisce procuratore Stefano Negro, cittadino di Marsiglia, per riscuotere ciò che gli deve Pietro Atanolfo, come in atti del not. Giacomo Isembardo. Testi Guirardo da Pavia, giudice, e Ansaldo, sensale. — Atilia, vedova di Rollando Barberio, cede ad Imegia, moglie di Alberto da Varese, un credito di lire cinque, date a mutuo a Sibilia, sorella di Oberto de Volta, come in atti del not. Giacomo Taraburlo. Testi Rodegerio, giudice, e Guglielmo, gardator. In Genova, c. s., tra nona e vespro, e nell’ora del vespro (N. 1529, 1530, c. joo). MCDXCVII-MDII.—19 novembre — Lombardo, ferraio a Anno 1226 557 S. Ambrogio, riceve da Pietro figlio di Aidelina, nipote di Vassallo Gallo, lire quattro in accomandita, che porta in Sardegna, tenendo per sè la quarta parte del guadagno. Testi Guglielmo, pellicciaio, e Giacomo Merzario vaginerius. — Enrico de Camaxinasca assegna lire centoventicinque per dote della figlia Ermegina, che va sposa a Marchesio da Sori I esti Bonvassallo Caligepalii, Guglielmo Rosso e Ottobono Rosso. — Giovanni Vecia de Cruce, da Struppa, accorda per anni dieci il figliuol suo Guglielmo con Giovanni de Apulia. 'Pesti Giovanni Begalino, del Bisagno, e Rainaldo, calzolaio alla Porta. — Giacomo Alamanno e Guarnerio, suo fratello ripetono con lo scudaio Lanfranco la stessa obbligazione fatta il 18 nov. con Enrico de Braida. Testi Alberto de Braida e Guglielmo de Pontori, scudai. - Opizzo, arciprete di Rivarolo e vicedomino del palazzo arcivescovile, e Guglielmo, massaro dello stesso palazzo, locano per anni dieci a Giovanni Begalino ed ai fratelli Vitale ed Ottone una terra, prima condotta da Giovanni Cortese e da Rainaldo da Marassi, posta al Bisagno nel luogo detto Braida, coll’annua prestazione di lire sei nel giorno di S. Stefano. — Contemporaneamente cedono agli stessi una tavola e mezza di terreno per farvi un’ edifizio nel luogo detto Braida, presso la strada e la casa del qm. Guglielmo Guercio, e la chiusa del molino versus irisulam. Testi Guirardo de Marco, Turchello revendexerius de porta e Aldino da Parma. In Genova, c. s-, prima e dopo di terza e fra terza e nona; e nel palazzo arcivescovile, fra terza e nona (N. ijji-'533. 1541. i$35> *536> c- 300 v-, 3°3v., 3°0- MDIII-MDIV. —20 e 21 novembre — Avanto del qm. Armando de Loreto, da Lavagna, riceve da Ogerio de Al-bara del Bisagno lire cinque, che pone in società, durevole un anno, dividendosi il guadagno. Testi Guirardo de Ca-rubio, da Ri, e Marchesio da Pegli. — Enrico de Braida, scudaio, riceve da Giovannino da Monleone, scudaio, dante a nome di Deliana, figlia del qm. Guglielmo Bocone da Fi- 55« Anno i’ 26 garolo, lire quattro, che pone in società, dividendosi il guadagno. Testi Guglielmo Calignano gardator e Oberto Bonifacio. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno (N. 1534, 1537, c. 301, 301 v.). MDV-MDVII. — 21 novembre — Oberto Medalia, ferraio, per lire 8 e mezza compra da Stefano Pertigerio decem cantarla acutorum minus duobus rotulis. I esti Oberto Bonifacio, Giovanni Saliembene, e Gilio, lanaiuolo. — Guirardo da Pavia, giudice, dichiara di aver ricevuto lire cen-tossettantacinque per dote della nuora Sibilia, moglie di Rainaldo, suo figliuolo. Testi Enrico da Quarto, Giacomo e Pietro Bono. — Giovanni de Podio da S. Olcese e Guirardo de Cavana comprano da Pasquale da Valditrebbia tanto panno per soldi dicianove. Testi Stefano gardator e prete Pietro, custode di S. Lorenzo. In Genova, c. s., e nell' abitazione di detto. Guirardo, tra nona e vespro e di sera (N. i53^'1S4°> c- 303)· MDVIIL — 21 novembre — L’Abbate di S. Stefano da in locazione terre, prati e boschi. Nos RAmundus AbbAs monAsterii sancti stephAm IAnue conscilio et voluntate et in praesentia fratrum nostrorum scilicet dompm rogerii Thome gregorii bAldoini et henrici locamus et concedimus vobis hugoni tortorino montanArio pro tercio et rAnmndo de mau-ςεηο pro Alio tercio et bertoloto de campo plAno pro alio tercio A festo sancti michAelis proxime preterito usque Ad Annos decem proximos omnia prata et terras que et quAs dictum monAsterium hAbet in bogaleto et in vAlle crosA TAli modo quod inde debeatis nobis solvere AnnuAtirn libras decem iAnuinorum et iuncatas quatuor per hos terminos scilicet libras quinque iAnue ad festum sancti Iohannis de iunio et Alias quinque Ad festum sancti michAelis Item primAm iuncatam in Ascensione domini AliAm in pentecostes terciam in festo sancti Iohannis de iunio quartam in festo Assumptionis Anno r226 559 beate mArie et dare nobis medietatem castanearum viridum que colligentur de predictis terris et inserere et adoptire serumina quAdraginta de seruminibus castaneArum AnnuAtim et nemus positum ibi custodire et non incidere nisi prò tortaneis et baculis Ad fenum portandum preter ligna facere et perticas et pAIos cum de nostra fuerit voluntate et tunc medietatem dictorum lignorum pAlorum et perticarum Apportare Ad dictum monAsterium vestris expensis quando voluerimus debeatis et non dimitere nec concedere nec locare Alicui consorti sine nostra licentia debeatis de predictis rebus Alioquin etc. Testes presbiter bonus signa capellAnus santi stephAni et turciis et viviAnus servientes dicti AbbAtis et Willelmus de bAlneo Actum Apud dictum monAsterium sub porticu pontilis dicti Abbatis die XXI novembris pArum post vesperum (N. 1342,0.302v.). MDIX-MDXII. — 23 novembre — Guirardo de Cavana, da Mongiardino, e Giovanni de Scarazaro, da S. 01-cese, ricevono a mutuo lire sette da Giacomo magistro antelami. I esti Andrea, ferraio, Viviano da S. Stefano, e Buongio-vanni, medico. — Alberto Canevario, ferraio, e Vivaldo Orso da S. Olcese, e Fulco collia nigra, ferraio, comprano da Oberto Medalia una quantità de acutis veteribus. Testi Oberto de Clavanno, ferrario, Giacomo dArenzano, e Giovanni de Albareto. — Mabilia Texeraxe riceve da Iacoba, sorella eli hm ico Scravina, soldi venti, che pone in società, durevole un anno, dividendosi il guadagno. — Filippo Cavalar-gio riceve da Enrico da S. Stefano lire trentotto in accomandita, che porta in Sardegna, dividendosi il guadagno. Testi l_ go Basso, da Casanova, e Lanfranco da Montoggio gardator. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza, tra terza e nona, fra nona e vespro e di sera (N. 1340, 1343, 1344, 1357, c. 302, 303, 303 v.) MDXIII. — 23 novembre — Prete Alberto fa testamento. Anno 1226 Ego presbiter Albertus custos sancti lAurencii contemplacione ultime mee voluntatis rerum meArum talem facio disposicionem In primis volo corpus meuin sepelliri Apud ecclesiAm sancti lAurencii si obiero IAnue prò mea AnimA iudico soldos viginti quorum de-cenum operi ecclesie sancti lAurencii et residuum predicte ecclesie pro mea sepultura iudico Item usufructum omnium bonorum meo rum immobilium lego bonagide cognate mee in vita sua donec vixerit et post eius decessum proprietatem solidAm cum usufructu lego pre diete ecclesie sancti lAurencii scilicet partem meam loci de ioboreto cum omnibus suis pertinentiis et Apendiciis in quo habeo quArtam pArtem que mihi pervenit ex pArte mAtris mee quondam Item le siduum quod in dicto loco hAbeo ex donatione quAm mihi fecit dieta bonAgida lego nepotibus meis mAsculis et feminis filiis quondam Iohannis et Willelmi fratrum meorum Item pratum meum positum in A9ero lego nepoti meo filio sybilie Item comparam quam feci Ab AnsAldeto de pAxAno et terram meam totam quAm hAbeo in vAlle erosa lego predictis nepotibus meis et volo quod canonici sancti lAu rencii debeant facere AnniversArium AnnuAtirn pro Anima meA pio dicta terra quam dicte ecclesie sancti lAurencii dimisi ut supra et hoc post mortem bonAgide postquam dictam terram habuei it et beat quilibet canonicorum de pensione dicte tene in die Anniv sarii mei denarios tres et Ambo custodes denarios tres et eoi uni pueri duos scilicet quilibet unum Item meum pAramentum lego clesie sancti lAurencii de castaiola lego predictis nepotibus meis in stipitem non in capud Item relinquo meum fidei commissArium minum bertolotum secristam Ianue Ad predicta iudicata mea solvenda et exigenda Testes dominus mAgister Ugo mAgiscola IAnue et ber tolotus secrista predictus et hugo de monteleone et facius de sancto donato et gaialdinus canonicus sancte mArie de castello Actum iAnue in canonica sancti lAurencii in camera dicti mAgistri ugonis dic XXIII novembris ante terciam (N. 1541, c. 302). MDXIV-MDXV. — 24 novembre - Guglielmo de Rubeis de Sigestro per lire otto e soldi sei compra da maestro Pietro, medico, diciasette mezzarole di vino. I esti Rodege-rio, giudice, Guglielmo de Iugo, e Ottone da Sturla. \ i Anno 1226 valdo, bottaio a S. Stefano, accorda per nove anni il nipote I ietiino del qm. Guglielmo de Busco, da Framura, con Giovanni de Bernario, lanaiuolo. Testi Guirardo de Faxoliis, e Giovanni Capellerio. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, prima di terza (N. 1343, 1346, c. joj). MDXVI. — 24 novembre — 11 ministro della chiesa di Calvari nomina un chierico. 1 lesbiter Ventura minister ecclesie sancti Andree de carvAri In presentia domini presbiteri Iohannis Archipresbiteri plebis de bar-galio et eius consensu et Voluntate elegit IAnuArium filium quondam Anseimi de robeto de villA certenoli in fratrem et clericum dicte ecclesie sancti Andree et suum et hoc in presentia domini mAgistri hugonis mAgiscole IAnue vicarii domini ottonis IAnuensis Archiepiscopi Absentis pro negociis sui pAllAcii Testes hugo de monte-leone et philipus serviens dicti mAgiscole die XXIII novembris in hora none (N. c. joj). MDXVII. — 24 novembre — Riscossione di censi dovuti in Camogli alla chiesa di Milano. Ego vivAIdus de mArufo decamugio castaldus domini Iohannis Advocati civis Ianue confiteor me Accepisse et habuisse nomine dicti Advocati A domina Ermegina de cavalexi uxore quondam rubAldi pro quAtuor Annis proxime preteritis denarios octo iAnue pro condictione terre de cavalixi quAm tenetur AnnuAtim solvere dicto Advocato pro sancto Ambrosio de mediolAno Abrenuncians etc. promitens tibi Iohanni filio diete ermegine conservAre ipsAm indempnem Ab omni persona de dicta condictione sub pena dupli et obligatione bonorum meorum Testes Ugo de monteleone et rubAldus de roboreto die XXI1II novembris inter nonam et vesperum Actum iAnue iuxta domimi canonicorum sancti lAurencii quA hAbitat Willelmus de feno λ'. (1348, c. 304). Ferretto 36 562 Anno 1226 MDXVIII-MDXXI. - 24 novembre - Oddone da S. Siro, sindaco del monastero di S. Siro, da una parte (come da sindacato in atti del not. Giovanni de Galiciaì e Giovanni, chierico della chiesa di S. Ambrogio di Fegino, dall altra, essendo in lite per la quantità di vino e di^ grano, che devono dare a Verde, vedova di Vaioso, costituiscono aibitri Ugone, magiscola di S. Lorenzo, e maestro Raimondo, canonico di S. Maria delle Vigne. Testi Oberto, monaco di S. Siro, Ugo da Monleone, e Giovanni, servo di detto maestro Raimondo. — I coniugi Alda e Rubaldo, mulattiere alla porta di S. Andrea, ricevono da Guglielmo de Isacurte, fo-latore, lire otto a mutuo, che restituiranno tra cinque anni, dandogli contemporaneamente in locazione pei detto tempo una casa posta sulla terra di S. Ambrogio di Milano, nella quale entreranno di nuovo in possesso, quando pagheranno il debito. Testi Alberto da Brescia e Pietro da Bergamo, lanaiuoli, Giacomo Mascardo, Guglielmo de Parodio, e Giovanni da Berna. In Genova, nella camera del Magiscola, ira terza e nona, e presso l’abitazione del de Feno nell ora di vespro (N· t$49 i)52, c. 304, 304V.). MDXXXII. — 24 e 25 novembre - Filippo Cavalargio riceve da Altadonna, moglie di Guglielmo Grillaccio lire dieci in accomandita, che porta in Sardegna. I esti Oberto, tintore al Prione, e Giovanni sarto. In Genova, nell'abitazione di Altadonna, fra vespro e compieta. (N. 1559, c. 305 v.J. MDXXXI1I. —25 novembre — Il Prevosto di S. Stefano di Rapallo costituisce un procuratore. Ego presbiter Iohannes prepositus et minister ecclesie sancti stephAni de rapAUo constituo nomine ipsius ecclesie et meo procuratorem meum et diete ecclesie Gilibertum servientem presbiteri guil-lemi canonici lAnue in curiA romAnA Ad contradicendum omnibus Anno 1226 563 volentibus contra me vel contra dictam ecclesiAm meAm literas impetrare et in iudices convenire promitens me ratum et firmum habiturum quicquid fecerint in predictis actum IAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurencii in quA hAbitat Willelmus de feno die XXV novembris Ante terciAm (N. 1333, c. 305). MDXXXIV-MDXXXV. — 25 novembre — Guglielmo Alexii, da Montoggio, accorda per lo spazio di sette anni la figlia Sibilia con Giovanni de Crosa, tessitore, il quale promette di insegnarle l'arte, tenendola in sua casa, nutrirla e vestirla. Testi Quartano e Rainaldo, calzolai, e Giovanni da Lavagna, chierico. — I coniugi Benvenuta e Giovanni de Garibaldo, scudaio, per soldi cinquantadue comprano corelhnn unum. Testi Ruffino e Rollando, scudai, e Guglielmo de Pontori. In Genova, nel borgo di S. Stefano, nella casa di detto tessitore, prima di terza; e nell’abitazione di detti coniugi, tra terza e nona (N. 1336, 1334, c. 303). MDXXXVI-MDXXXVII. — 26 novembre - Alberto Guercio, da Portovenere e Nubilone eleggono arbitro Merlo de Curio. Testi Achino de Clavica e Tagliaferro. — Oberto de Salino accorda per sei anni il figliuol suo Bombello con Musso, ferraio. Pesti Manerio, fabbro, Giovanni de Brolio, e Bertolotto da S. Donato. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Peno fra terza e nona (N. 1361'1362, c. 306). MDXXXVIII. — 26 novembre — Merlo de Curio, eletto arbitro, pronuncia la sentenza. Ego Merlus de curio arbiter electus spontaneus Ab Alberto guercio de portuveneris ex una pArte et nubilono ex Altera sicut continetur in compromisso inde facto per mAnum sAlmoni notarii odie dico et pronuncio et condempno dictum Albertum guercium predicto nubilono in libris quAtuor lAnue occasione iniuriArum et grAvAmina quAs Anno 1226 et que dictus Albertus fecit predicto nubilono quAs predictas hbras quAtuor dico et pronuncio et precipio quAtenus dictus Albertus guer-cius solvAt et solvere teneAtur odie per totani diem dicto nubilono predictas libras quAtuor IAnue occasione dictarum iniuriArum sub penA decem librarum iAnue posita in dicto compromisso et totius pene posito in ipso compromisso Item precipio et dico quod dictus nubilonus sit contectus de omnibus iniuriis quAs ei fecit dictus Albertus et contra dictum Albertum de cetero non faciAt requisicionem occasione dictarum iniuriArum sub pena librarum decem lAnue predicta precipio et dico Atendi et observAri Ab utraque pArte sub penA predictarum librarum decem IAnue sAlvis in omnibus Auctoritate domini potestatis iAnue Testes mAntredus iudex et bonAviA de prementorio et mediolAnus de portuveneris Actum iAnue iuxta domum canonicorum sancti lAurentii in qua hAbitat \\ illemus de feno die XXVI novembris inter terciAm et nonAm (N. 1563, c. joóv.). MDXXXIX-MDXL. — 26 novembre — I coniugi Anna e Giacomo de Oliva ricevono a mutuo lire dieci da Bernardo, mugnaio de molendino de barca, e promettono di vendergli una casa, posta in Bisagno, presso la strada pubblica. Testi Rubaldo de Bonevero e Oberto de Castello, ferraio. — Marchesio da Santa Giulia di Lavagna accorda per lo spazio di nove anni il figliuol suo Bonaventura con Guar-nerio, scudaio. Teste Filippo Rosso, abitante a S. Andrea della Porta. In Genova, c. s., tra nona e vespro, e nell’ora del vespro (N. 1564,1567, c. 306 v., 307). MDXLI-MDXLII. — 27 novembre — Ginata, abitante al Bisagno, riceve lire quindici per dote della sposa Castellana, figlia del qm. Ogerio de Carpeneto, e vende a Guglielmo Plecagnino de Carpeneto per soldi trenta la metà d’una terra, che è in comune con Verdetta, sorella di detta Castellana. Testi Rubaldo de Volta, Nicoloso de Volta e Ugo da Monleone. In Genova, c. s., prima di terza (1565,1566, c. 306 v., 307). Anno 1226 565 MDXLIII. — 27 novembre — Alda, vedova di Oberto Bardosso, riceve alcune somme dovute da Rubaldo Rosso. Testi Alberto de Lincisso, Merlo de Castro, Pagano da Cogorno, Enrico Camergio, ed Oberto Passio, giudice. In Genova, nella chiesa di S. Lorenzo, prima di terza (N. 1569, c. joy v.). MDXL1V. — 27-28 novembre — Ricetta-enigma, scritta dal notaio Salmone. Cicader fepAr splen capere idest radix que vocatur caper stoma gallange pulino rechiticia mAcer fros nucis muscate celevrum quoque musco (N. 1569, c. 30η v.). MDXLV-MDXLVI. — 28 novembre — Bonvassallo de Campo riceve lire tre dovute da Guglielmo Magalio. Testi Guglielmo da Piacenza e Giacomo da S. Ambrogio. — Guglielmo Lercari assolve Giovanni Caguennudo, da Struppa, da un obbligo contratto. Testi Forcherio da Molassana, Giovanni Binello e Fulco da Montoggio. In Genova presso l’abitazione di Guglielmo de Feno (N //7/, ij72, c. J47)· MDXLVII. — 28 novembre — Percivalle Doria compra terre a Monleone. Ego bartholomeus de plecania canonicus IAnue vendo tibi per-civAli Aurie in villa montis leonis duAs peciAs terrarum in loco ubi dicitur pendelAscus uni quArum coheret superius strata inferius frumen lAvAnie Ab utroque lAtere terra tuA Alteri vero coheret superius strata inferius frumen lAvanie A duAbus pArtibus terra que fuit illorum de pendola predictas igitur duAs peciAs terrarum cum omni suo iure comodo et utilitate ingressibus et exitibus suis iure comodo et utilitate ingressibus et exitibus suis vendo tibi eo precio quo Arbitrati fuerint Rubaldus et berrardus de diselica et ipsas terras pro eo precio promito tibi legitime defendere et 56 6 Anno Γ2"!ίί auctorare Ab omni persona et non impedire sub pena dupli prout nunc valet vel prò tempore vAluerit et sub extimAcione meliorate fuerint in consimili loco tibi stipulAnti promito prò pena vero etc. Testes symon de camillA et tedicius coines lAvAnie et RubAldus prepositus IAnue et Willelmus pictainus iudex Actum iAnue in clAustro sancti lAurencii die XXVIII novembris in hora vesperi (N. 1571, c. 347). MDXLVIII-MDL. -28 novembre - Guglielmo de Ma-iolio, da Bavari. riceve a mutuo soldi quaranta da Guaraco, prestando garanzia Giacomo de Favali. Testi Marino de Fa-xedo e Guirardo da Pavia, giudice. — Giovanni Caguen-nudo. da Struppa, si accorda per lo spazio di tre anni con Guaraco. Testi prete Pietro, cappellano di S. Lorenzo, e Pietro gardator. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra vespro e compieta (N. 1574-1576 c. 347 v.). MDLI-MDLII. — 29 e 30 novembre — Arduino, ferraio a Sant’Ambrogio, riceve da Pietro Gambacurta magistro antelami, soldi quaranta, che pongono in società, durevole un anno, dividendosi il guadagno, e prestando garanzia Rubaldo magister lignaminis. Testi Ruffino Canef, Guglielmo d’Alessandria, e Ferrario de Sigeslro. — Tebaldo de Cor-boma, lanaiuolo, compra per tre lire peciam imam panni fa-colini integram. Testi Guglielmo da S. Siro, Giovanni Roberto, Pergamo advocator, e Roberto de Lover. In Genova, c. s., nell'ora di vespro, e dopo terza (N. 1577, 1578, c. 348). MDLIII-MDLV. — 30 novembre — I coniugi Mabilina e Giovanni Iosberto, e la suocera Druda, figlia di Dondedeo de Campo, per lire centotrentotto vendono una casa propc Clavicam a Martino da S. Giorgio, promettendo che fra otto giorni porranno lire ottanta di detta somma in comuni Ianue. Testi Guglielmo de Porta, Boso da Lunigiana, Marino Gal- Anno 1226 567 letta, Baalardo Porco, Giovanni del qm. Ingone de Volta, ed i fratelli Carlo e Bocaccio de Porta. — Vivaldo del qm. Giordano Mallone toglie in prestito da Giuliano de Valle-trebia soldi quarantatre e denari quattro, che restituirà col· l’interesse di diciotto denari per ciascuna lira, quando tornerà da Pisa la saettia, chiamata Bonaventura. Testi Guirardo da Pavia, giudice, e prete Ansaldo, rettore della chiesa di S. Maurizio di Neirone. In Genova, nella cattedrale, e c. s., tra nona e vespro (I579'1581, c. J48 v. - 349 v·)· MDLVI. — 30 novembre — Un Canonico di S. Maria delle Vigne dà a pegno il suo Digesto. Ego ArmAnnus penellus canonicus sante mArie de vineis confiteor me Accepisse mutuo gratis A te BArtholomeo cAnonico lAnue sol. quAdraginta septem lAnue Abrenuncians etc. quos vel totidem pro eis eiusdem monete dare et redere tibi promito usque Ad Kalendas madii proximas Alioquin penAm dupli et dampni et dispendii tibi stipulanti promitto pro pena vero etc. et speciAliter digestum novum meum Testes obertus casariva et Iacobus canonicus plebis sigestri et Iohannes de sancto Ambrosio Actum Ianue in canonica sancti lAurencii in cAmera mAgistri Martini die ultimo novembris in hora vesperi (1382, c. 340 v.). MDLVn-MDLVIII. — 30 novembre, 1 dicembre — Iacoba, moglie di Settembre da Santo Stefano fa testamento. Benefica la chiesa di S. Michele a S. Stefano, 1 ospedale di S. Stefano, la moglie diGuglielmo Colombo, dichiarando di dover dare soldi trentacinque a Simona de Collumbo. — Filippo Borserio costituisce procuratore Rogerio Ascherio col mandato di riscuotere ciò che gli deve Ottone Ruspaldo, da Ventimiglia. Testi Rodegerio, giudice, e, prete Guglielmo da Rivarolo. In Genova, nell'abitazione di detta Iacoba, nel borgo di S. Stefano, di sera ante campanam e.... prima di terza (rj8j, 158;, c. J49 »·. 35°)· 56$ Anno 1226 ìMDLIX. — i dicembre — Il Prevosto di Sant Ambrogio vieta la costruzione d’un portico. Nos presbiteri ViviAnus prepositus et A\rillelmns et homodeus canonici ecclesie sancti Ambrosii IAnue In presentia testium infra-scriptorum dicimus et protestamus unAnimiter et cornimi voluntate quod nolumus ut Aliqua personA faciat vel fieri laciAt iuxta domum diete ecclesie posite iuxta cimiterium ecclesie supradicte Aliquem porticum vel Aliquod coopertorium de foris iuxta murum ipsius domus quam tenet Ad pensionem A nobis petrus de vedereto et eius frater Ambrosius Actum IAnue in canonica sancti Ambrosii in pontili Testes symon de cabella et Willelmus cocus sancti Ambrosii et Willelmus custos eiusdem ecclesie die primo decembris Ante ter-ciAm (N. 1584, c. 350). MDLX-MDLXIII. — 1 dicembre — Richelda, vedova di Rogerio da S. Stefano, riceve a mutuo soldi quaranta da Guglielmo Morello, da Molassana. Testi Nilo da I-ontanegli ed Ansaldo da S. Stefano. — I coniugi Giovanni e Vassallo da Monterosso promettono di consegnare a Birisia, moglie di Costanzo, taverniere, tante terre in Monterosso del valore di lire nove, secondo il giudizio degli estimatori di Levanto, le quali terre verranno restituite fra cinque anni. Testi prete Pagano, cappellano, e Giacomo, chierico di S. Andrea della Porta. — La predetta Berisia fa quitanza di somme ricevute da Lanfranco de Marzano, calzolaio. Testi, Beltramo da Torrigliaed Enrico de Vedano, scudaio. In Genova presso l'abitazione di Guglielmo de Feno, dopo terza; e nella casa di Beresia, nell’ora di vespro (N. 1386-1589, c. 350, 350 v.). MDLXIV. — 1 dicembre — Filippo del Bisagno, figlio del qm. Giovanni de Bruxeto, da Bavari, e Verde, sua sorella, per soldi diciotto vendono alcuni diritti sulle terre poste in Bavari, nei luoghi detti, in rivario de villa, iti claparoliis, inclapa, aliposaor, clepraiidasce, verainn, plagium, capeasca, ri- Anno 1226 569 vasca, cere ana, sublegaris, moluganasca, castagna, castagnola, graiagnola, post serram, insurela, vauanago, zVz li carugi, in cavanis, m bruxedo, a le canoe, elipanigni, in costaposa, in scicala, in axareto, confinanti colle terre illorum de villa, illorum de prato, illornm de nespulo, illorum de caneto, illorum de pastino, illorum de ripa, e colle terre dei Bellando, di Detesalve de Platealonga, di Rogerio de Vicolongo, di Guglielmo de Clapeto, di Giovanni Salamoile e della pieve di Bavari. Testi Giacomo de Favali, Rollando de Villa e Baldoino de Villa. In Genova, presso l’abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 1642, c. j6o v.), MDLXIV-MDLXVI. — 2 dicembre - Giovanni de Planis, da Sori, e Alberto Laieto, essendo in lite, costituiscono arbitri Simone de Ianuario e Vassallo gardatorem. Testi Marino de Ortario, Godale, Omodeo de Cruce, e Marino de Ianuario. — I coniugi Druda e Simone Capanigra de Corsio vendono per soldi venti a Guirardo Ungelia, ferraio, una terra, posta in Corsi nel luogo detto mortedum. Testi Oberto Bonifacio, e Guglielmo de fugo. — Oberto, battifolio, costituisce procuratore Durando, da Montpellier, battifolio, per riscuotere una somma da Michele Sala e da Guglielmo Borgesio. Teste Giacomo d’Arenzano. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Peno, dopo terza, e fra terza e nona (N. 1390-1392,1593, 0.331, 331 v.). MDLXVII-MDLXX. — 3 dicembre — Prete Viviano, prevosto di Sant Ambrogio, riceve da Rainaldo di Buongiovanni de Pino, da Moneglia, il fitto duna casa, posta in parochia sancti Ambrosii. Testi Ogerio Pane e Guglielmo de Balneo· — Lorenzo, battifolio, cede ad Ansaldo Cicala, le ragioni che gli competono su Meliorato, sellaio. Testi Bonvassallo de Razedo e Guglielmo de Clavarezza gardator. — Preposito riceve da sua madre Pulsia lire sei a mutuo. Testi Fulcone Negro, da Montesignano, e Guglielmo Cavacia, da Terpi. — Ianuino per sè e per sua madre Maria riceve da Marina 570 Anno 1226 de Porta lire venti in accomandita, che porta per mare ad fortunam et resegum, tenendosi la quarta parte del guadagno. Testi Marino de Porta e Delomede da Chiavari. In Genova, c. s., prima di terza, nell’ora di terza, fra terza e nona, e fra nona e vespro (i594'IS9^> lS9!< c· 3S1 v·> 352’ 35° v·)· MDLXXI. — 4 dicembre — Gottifredo Prefetti, legato apostolico, dà a mutuo una somma. Ego garmAeius de fuscardis filius Willelmi de fuscardis civis bo-noniensis prò me et meo nomine et pro mea societate confiteor me Accepisse et habuisse et in veritate Accepi in presencia testium in-frascriptorum supradicto nomine A vobis domine Gotifredo prefeti domini pape subdiAcono et capellAno Apostolice sedis legato nomine vendictionis libras centum octuAginta IAnuinorum bonorum Abrenuncians exceptioni etc. pro quibus promito et convenio vobis dAre et solvere vobis vel vestro certo nuncio per me vel meum certum nuncium bononie in securo loco si vobis placuerit libi as trecentas decem et novem minus soldos quinque senensium bonorum usque Ad dies tredecim proximos si vero vobis non placuerit ut dicta quantitas peccunie senensis Apud boniniAm solvAtur Ad dictum terminum promito et convenio vobis dAre et solvere vobis vel vestro certo nuncio per me vel meum certum nuncium tantam quAn-titatem Auri boni et obtimi Apud bononiAm Ad dictum tei minum quod vAleAt bene et lArge dictam quAntitatem denariorum senensium et illud Aurum sit vobis obligatum nomine pignoris pro ipsa quantitate denariorum predictorum senensium TAli pacto quod vestra Auctoritate sine decreto consulatus vel potestatis vel Apostolice sedis liceat vobis vendere dictum Aurum qum Rome fueritis bonA fide et de precio ipsius vestram solutionem plenArie retinere et hAbere sine omni mea contradictione et omnium pro me et quod superabit de precio dicti Auri Aurea solucione facienda debeAtis mihi redere et restituere Alioquin si in Aliquo predictorum fuerit contrafactum vel contrafecero penam dupli dicte quantitatis et dampni et dispendii tibi stipulanti promito rato mAnente pActo pro pena vero etc. et specia- Anno 1226 571 liter libras XLI1 Argenti Ad libram iustam Ianue quod estat in quinque peciis iectatis quod pignus debetis mihi redere quando vobis datum fuerit Aurum vel senenses si tibi placeret ut predictum est Insuper promito vobis in osculo pAcis nomine iuramenti predicta omnia Atendere et observAre Testes presbiter benvenutus de sancto michAele bononiensi et presbiter ottobonus de pArmA et bonAven-tura bogeti lucensis et lAcobus castanea et bAIdoinus bAncherius et sAlvus filius quondam montis frorentini Actum IAnue in pAUAcio Archiepiscopi IAnue die quArto decembris inter terciAm et nonam (N. 1605, c. j$j v.). MDLXXII. — 5 dicembre — Armanno Pineilo presenta una lettera del pontefice Onorio III. In presentia testium infrascriptorum ArmAnus penellus CAno-nicus sancte mArie de vineis representavit rescriptum domini pape domino ArmAno preposito sancti donAti IAnue Tenor cuius rescripti talis est honorius episcopus servus servorum dei dilectis filiis preposito et capitulo sancti donAti IAnuensis salutem et Apostoli-cam benedictionem suscepti cura regiminis nos inducit ut eorum provisionibus intendAmus qui licet in dominicam sint sortem Assumpti nullum tAmen sunt hActenus ecclesiAsticum beneficium Assecuti quiA tunc diligencius Atque decentius officiis divinis insistunt cum se viderint ecclesiastice provisionis emulumento donAtos hinc est quod pro dilecto filio G. clerico de IAnuensi diocesi oriundo nullum Adhuc sicut Asserit ecclesiAsticum beneficium Assecuto universitatem vestram rogandAm duximus Attencius et monendAm per ApostoHca vobis scripta mAndAntes quatenus eum si est ydoneus et nondum est ecclesiA vestrA de mAndAto nostro super Alterius receptione gravAta ob reverenciAm beati petri et nostram in canonicum vestrum recipiAtis et fratrem in prebendAli beneficio si quid vAcat Ad presens vel quAm cito vAcare contingerit providentes eidem liberaliter et benigne dAtum lAterani VI Kalendas novembris pontificato (s»ic) XI die V decembris inter terciAm et nonAm Actum IAnue in canonica sancti donAti Testes Andreas de <;erli et AIA- v 572 Anno 1226 mAnus de lAvAniA et bAldoinus cAnonicus aeclesie sancte mAiie de castello (N. 162J, c. JJ7). MDLXXIII. — 5 dicembre — Guglielmo Frassagraria, da Struppa, rinuncia alle ragioni, che gli competono.su .Marino de Ruina per una terra posta in Struppa, nel luogo detto in Clapario. Testi Simone de Solario, da Struppa, Baldizzone de Agio, e Merlo de Curio. In Genova, presso l'abitazione di Guglielmo de Feno, tra nona e vespro (N. 1597, c. 352 v.). MDLXXIV. — 5 dicembre — Un mansionario di San Lorenzo consegna una somma. Nos presbiter petrus mAnsionarius santi laurencii pono et consigno libras tres IAnue in mAnibus domini mAgistri hugonis mAgiscole IAnue et mAgister bArtholomeus scribA instrumentum et IAu-dem que hAbeo contra fulconem bArlarium consigno similiter in mAnibus dicti domini mAgiscole. eA condicione consignAmus Ambo predicta quod si dictus fulco infra sextum diem postquAm IAnuAm intraverit Ad presentiAm dicti domini mAgistri hugonis Accesserit et Adcordium mecum dicto bartholomeo fecerit in lAude et Arbitrio dicti mAgistri hugonis tunc dictus mAgister Ugo predictas libias tres mihi dicto bArtholomeo dAbit et consignAbit et dAre teneatui et predicta instrumentum et lAudem det et dare teneatui dicto lui-coni vel mihi dicto presbitero petro prò ipso fulcone. si Autem predictus fulco non venerit infra predictum terminum nec Adcordium fecerit tunc dictus mAgiscolA michi dicto bArtholomeo reddAt instrumentum et lAudem et michi dicto presbitero petro dictas libras tres et sint tunc omnia in eodem statu in quo erant Ante confectionem huius instrumenti Testes hugo de monteleone et bArtholomeus serviens Archipresbiteri lAvAnie die quinta decembris inter nonam et vesperas Actum Ianue (N. //biteri et rainAldus et bertolotus diAconi et dondedeus et nicolosus subdiAconi CAnonici IAnuenses dicimus et confitemur vobis Ardiqono et vetrano nunciis comunis de plAnosA recipientibus nomine ipsius comunis non esse bene solutos et quietos de omni eo quod dictum comune usque in odiernum diem nobis vel ipsi canonice debebat Abrenunciantes exceptioni etc. promitentes vobis prò ipso comuni recipientifbus] nullAm inde facere requisicionem eidem comuni vel Alicui pro eo sub pena dupli de quanto foret contrafactum rato mAnente pActo et obligatione bonorum dicte canonice Testes IAcobus diAconus ecclesie de sabano et Willelmus rubeus et rainAldus et ugo nAvArrus in claustro sancti lAurentii die XXIII decembris inter nonam et vesperum (W. 1649, c. 362 v.). INDICE GEOGRAFICO -»- N. B. I numeri romani segnano le pagine della Prefazione, gli arabici quelli dei Documenti e Regesti. A Abacia 335. Abatua lai. Acero 560. Acquamortua 137. Acqui 20, 254, 303, 379. Acri 32, 209, 215, 221, 309-3x6, 409-410, 444i 446, 525, 536, Omodeo de, 535. Afaca e Alfachia, porto di, 314, 315. Agio 516, chiesa di, 419, Baldizzone de, 572, 575. Giordano, 84. Alba 38, 425, 525, Michele de, 365, Oberto 271, Sodano 38. Albara, Ogerio de, 557. Albaro 93, 231, 308, 389, 394, 425, '436, 498, San Martino di, 83,504, San Nazario di, 87, 328, San Vito 328, Santa Giusta 495, Alberto di, 499, Ansaldo 98, 136, 517, Corrado 449, Daniele 98,231, Fre-denzone 136, Giacomina 449, Gugliel, ino 576, Ingo 470. Nazario 51, 98, 449, Oberto 39, 169, 178, Ogerio 4T0, 442, 470, Rollando 210, Simone 51, 449. Albenga 32, 105, 351, 362, 377, 384, 395, 5°4, 5ll, 5a7'5'29. S- Calogero di, 105, S. Lorenzo di, 105, 176, Martino di· 485, 549· Albocapite (Arbocò presso Rtpalio) 107, Alda de 107, Giovanni 107, 108, Guglielmo 423, 499, Maglio 107. Alessandria d'Egitto XVII, 98. Alessandria della Paglia 361, 371, 377, 573, Cardo de, 125, Guercia .">82, Guglielmo 566, Guirardo ut, Lantelmo 151, Oberto 2ti, Orlando320, Stefano72, 73, 576, 583. Aliposaor 568. Alma 206. Aniandolesio XXI, Giovanni di, XXI, XXII. Apulia, Giovanni de, 228, 396, 418, 557. Aquicium cfr. Quezzi. Arenzano, Ansaldo de, 536, Giacomo 432, 489, 517. 535, 559, 569, Giovanni 338. Arzulio 96. Assereto (presso Bavari) 64, 569. Asti 23, 71, 205, 341, 4Ò8, Giacomo de, 555, Giovanni 330, Guglielmo 507, 519, Ian-nino 507, 519, Pietro 584, Rollando 350, 351, Ruffino 33, 40, 82, 235, 247, 375, 420, 451, 455, 459, 552. Auropalatium cfr. Casamavari. Avegio 61, Bonafada 58o. Berccto 454, 512. Bergamo 357, 382, 383, 504. Alberto da, aio, Andrea 585, Giovanni 2Γ3, 224, 235, 265, 297, 339, 398, 434, 438i 44°; 48ti 485i 486. 505, 529, Guiscardo 585, Guisla 857, Martino 375, Pietro 297, 357, 495- 56a· Bergulio 361, 377. Besamerego 405. Bestagno 186. Betlemme 392, 298-301. Bisagno 40, 72, 87, 198, 243. 290, 369, 373, 380, 439, 441, 442· 454. 46t· 478> 495- 543» 546,553. 557,564,568, San Fruttuoso del, 89, 90, Santo Spirito 80, 149. 43°> 433> 446. 464, San Vincenzo 149, 511, consor- v zio del ponte di San Fruttuoso 349· ponte inferiore e superiore, 64, 442, 475, Ansaldo del, 575, Belengerio 581, Bonfante 439. Boso 43, Enrico 71· Giovanni 123, 420, 461, 537, 576, Guido 582, Lorenzo 552, Marello 239, Marchisio 90, 309, 314, Stabile 511, Ugo 232, 261, Valente 552. Boasi 372. Bobbio XII, XXXIX, 69, 112. 113, 114,361, 464,488, 502, Bozino da, 117, Giovanni 377, Lanfranco 278, Oberto 426, 481, 509, Ruffino 278, Ugo 159, 198. Boco 497, 498. Bogliasco 499, Asevera da, 49, Bonavia 426, Bonifacio 506, Bonsignore 165, Fulco 506, Recovero 49, 93. Bolago (presso Fino) 482. Bologna IX, XV, 570-571, Nicolò da, 387, Rafanello 573, Rainerio 573. Bolzaneto, Bozaneto e Bosaleo, 48, 84, 126, 127, 185. 485. 558, Giordano da, 37. Bonifacio 50,232,240,343, 345, 361, 367, 37°. 493- Borchi 506, Contesia da, 506, Stefano 506. Borgo de Fornari 74. Borgo San Donnino 513. Borzese 469,Augusto da, 469,Guglielmo, 569. Borzoli 28, 69, 157, 277, 500, 501,577, 01'· verio da, 501, 515. Borzone Vili, XI, 88. 464, 548-549, 574, . Amico da, 92, Giovanni 31, 92, Oberto 130, Tecio 31, 92. Borzonasca VIII. Botazolis in, 199. Braida 40, 343, 543, 557· Brazile 323, San Felice di, 478, Bertolomeo da, 86, Giacomina 86, Giovanni 287, Guglielmo 478, Oberto 391, Safrana 86. Ugo 103. Breccanccca, Gandolfo da, 164, 212, 224, 493. 535· 554· Brescia, Alberto da, 562, Arivabene 250, Guido 507, Pietro 5:7. Brevenna 124. Broni 481. Brugnato2Ó,33,389, 401,402, 410, 428, 529, Ottone da, 245, Rollando 428, Savia 428. Bruxeto (presso Bavari) 569. Bruxeto (presso Rapallo) 239. Burgos 3. Burlatum ad, 257. Busonengo 344, San Bartolomeo di, 355. Buzea 70, 379. Buzero 36. C Cabella 422. Cagliari 451. Caguefango 495. Cairo 319, Giovanni del 348,351, Guglielmo 337. Calamandrina 31. Caloria 147. Calcinaria (presso Rapallo) 107. Calcinaria (presso Recco) 89. Calvari 92, 561, Giacomo da, 239, Giovanni 155· Camarino 272. Camaxenza, Ottobono da, 50Γ. Camaxinasca, Enrico da, S57, Ermegina 557, Camergi 408, 499, Dondedeo da, 498, Enrico 565, Giovanna 498, Montanaria 498, Oberto 498, Pasquale 599. Caminata 124, 378, Oderico da, 382, Pietro 378- 391, 5ir’ 546. Camogli 92, 148, 197, 198, 512, 561, Bom-bello da, 497, Enrico 37, Giovanni 197, Marchisio 28. 35, 39, 42, 97, 104, 1 ig, 120, 140, 144, 175, 380. 395, 420, 440, 450, 459, 463, 470, 491, 493, 540. 543, 577. Oberto 63, Pandolfo 330. Camorga (presso Rivarola) 446, Fulchetto da, 492. Campellis 206. Campi 507. Campo 372. Indice geografico 593 Campo, Santa Macia del, 435, 543, 544. Campo (presso Sestri Levante) 539. Campobono 428. Campolivi 54. Camporesasco, Guglielmo da, 216. Camporczio 29, 76, 273, 273. Camporotundo 470. Campostella, San Giacomo di, 409. Campotcaldo 39. Canae a le, (presso Bavari) 569. Canavar 163. Canavari 305. Candiasco 43, Bernardo da, 329. Candiasco 429, 498, Rainerio 440, Rubaldo 329. Canepa [4, 320, 497, Divizia da, 497, Dolce 320, Oberto 14, 320, Ottobono 14, Merlo 497, Vivaldo 497. Caneto (presso Bavari) 569. Canizone 54. Canonis, fonte de, 316. Canova, pratum de, 335. Cantii, Ottone da, 531. Caorsi 487, Gandolfo da, 487, Giovanni 492. Capeasca 568. Caperana IX, 78, Alberto da, 295, Pasquale 469. Capite de Porcilis 483. Capiteursi 464. Capodimonte, San Fruttuoso di, 24,39, 45, 51, 72> 75- 246, 324, 348, 389, 401-404, 437, 443, 460, 488, 491, 492, 511, 513, 574, 584, San Nicolò 33, 386. Capo di Pagana cfr. Pagana. Capreno 478, 484. Armanno da, 49, 463, 469, 497, 499, Giacomo 155, Guglielmo 461, 578, Lorenzo 155, Oberto 344, 368, 559, Vassallo 499. Capriata 369. Caranza 138, 160, 165, Alberto da, 431, 45^1 465, 467. Oberto 49, 62, 467, Rubaldo 137, 371, 377, Simone 467. Carara (presso Carrodano) 46. Cararia (presso Sestri) 531. Carasco Vili, San Marziano di, 82,224, San-t’Andrca 223, 234, ospedale e ponte 64, 78, 323, 446, 479, Bosso dii, 476, Pasquale 90. Carcare, Gandolfo da, 6. Carcga 470. Carino de Drcvenio gr. Carnela, monte de, 91. Carpena (Lunigiana), Balzano da, 451, Bertoldo 451. Carpena (presso Sori) 344). Carpenalbo 91. Carpcneis in, 199. Carpeneto 564, Castellana de 564, Giunta 335, Nicolò 352-353, Ogerio 564, Tealdo 335, Trecesilo 352-353. Carro, Giovanni da, 345, 350. Carrodano inferiore 46, Ardengo da, 552, Bellobruno 232, Druda 177, Guercio 177, 352, Montano 232. Carugi in li, 569. Casale (presso Bargagli) 380. Casale (presso Montoggio) 378. Casale donico 42. Casaletum 402. Casamavari 195, 423, 486, 512-513, 535, 554, Giacomo da, 195, Vassallo 195. Casanova 559, 576, Santa Margherita di, 333, Aliadar da, 333, Giovanni 49, Guirardo 540, 546, 333, Guglielmo 333. Casasuprana 380, Alda da, 380, Darcogno 380, Giovanni 380. Casasuptana 546. Casarza 439. Casella (presso Mesema) 54. Casella (presso Rapallo) 41, 583. Casigaria 546. Casine 82, 580. Castagna culinegna 464. Castagnedellum 61. Castagneto, Amico da, 94, 107, 153, Gio-vanm 95, Guido 94, 153, Villano 107. Castagno 569. Castagnola (presso Bavari) 569. Castagnola (presso Recco) 89. Castagnola, San Lorenzo di, 360. Castellerò 380. Castelletto d’Orba 391. Castello. 94, 239. Castellum de Campo de dalbatore 199. Castellum de Curia 51. Castelnuovo 401, Guirardo da, 458. Castiglione, Giacomo da, 552, Pagano 473. Casuli 276. Catalogna, Guirardo da 367, Raimondo 366. Cavanis in, 569. Cavanuza 380. Cavassolo 457. Cavizzano, chiesa di, 464. Cecina, Balduino da, 493, Benensigna 393. Giovanni 393. Celago 197. Cella, abbazia de, 443. Ferretto 38 504 Indice geografico Cella (presso Borzolì) 501, 515. Cella (presso Rapallo) 138, 406. Cella (in Poleevcra) 206, aio. Cellasco 33, Rosso da, 442. Cellasco fossato de. 206. Cembrano, Montanara da, 115, Oberto 114, 115, Rubaldo 114. Ceranesi 192-194, 3041 380· 3^7. 493> 578. Andrea da. 447, Stefano 31. Cereana 569. Ceresa 492, Arduino 519, Gandolfo 491. Guisla da, 491, Vassallo 491. Cero 37. Cerosara 42. Certenoli 561, Armanno da, 147. Cervo, Alberto del, 551· Cesino 7, 31. 41· Ceta 49, 199. Ceula 328. Ceuta 22. 71,93, 100, 158, 234, 255, 359» S6». 376, 389. 467· Ceva, Aldana da, 356, Giacomo 356, Guglielmo 138. Chiavar! VIII-XXV, 54, 90. 105, 153, 289, 324, 446, 457, 462, 471, 511, 5*4· 5I7>5T9. 522, San Giacomo di, 105, 446. San Gio-_ vanni 105,288, San Pietro 54^, Alamanno da. 286, Delomede 570, Ermegina 52, 173, Giovanni 463, 466. 467, 509, Guglielmo 233, Guiberto 454, 455, Iriberto 511, Mar-chesio 325, Marino 483, Nicoloso 22, no, 344, 366, 521, Oberto 306, 307, 451, Omodeo no, Opizzo 530, Pietrobuono no, Raimondo XIII, 105, Rubaldo 5ai l13' Sei· mone VIII-XXV, Zoppo 148. Chignero (presso Rapallo) Lanfranco da 107. Cicagna 62, 94, 437, Ansaldo da 348, Bartolomeo XII, 149, 234, 236, 257,367, 284, 386, 392, 530, 546, 565, 574. Cipo de Somalia 493. Ci pressa 442. Clapa (presso Bavari) 568. Clapamala 493. Claparia 54. Clapario (presso Struppa) 573. Claparoliis in, 568. Clapela (presso Recco) 23. Clapella 89, 121, 130. Clapeto, Ansaldo de, 582. Clavanno cfr. Capreno. Claviolis in, 206. Clausa 63. Coedano 549. Coegia 4')2. Coelia 135, Bambo da, 135· Cogoleto, Adalasia da 457> Giacomo 434, Guglielmo 39, 151, Michele 457, Ottone lai. Cogorno IX-XIV, 26, 63,116, 185, 186, 482, 492, 493, 526, 535, Aimerieo da, 142, 143, Alberto 486, Alpesino 90, Armanno 265, 404, 449, 481, 483, 491, 49a> Artemisio 489, Balduino4, 21, Filippo 63, Giovanna 19, Giovanni 76, tl6, Giovanni, canonico e arcidiacono della Cattedrale XIII-XIV, 3, 10, n, 20, 36, 32, 47, 50, 63, 104, 136, 140-141, 363, 403, 523, 530, 533, Giovanni, canonico di San Pietro della Porta 393, Guglielmo 365, 489, Guido 19, Ogerio 336, Orientina 144, Pagano, giudice, 4,9, 21, 41. 53, 69, 117, 136> i4i» r43> 185> i86, 318, 334, 357. 383. 394. 400. 443, 458. 464. 499, 513. 531, 565, Peloso 78, Pietro XIV, Pisano 116, Rubaldo 3^» n6, 144. 5®3. Simona 116, Viviano 493. Cogozario 8!t. Coleta ao6. Collereto 505, Giovanni da, 120, Vassallo 120, \ ivaldo 506. Comago 373, Guirardo da, 152, Martino 505, Oliviero 85. Como 24, 387, Ambrogio da, 246, Benvenuto 474, 535. Giacomo lai, 305. ao6, 535. Giusta 473. Guglielmo 343, Gui-fredo 473, 489, 584. Matteo 427, Otta 474, Pietro 343, Viviano 203. Confignali pratum de, 383. Coreglia 498. Corneto XVII, 33, 33,576, Croscio da, 576. Corniglia 135, 471-472, Benvenuto da 471. Cornigliano 481. Cornoravalle 89. Coronario 352-253, 526. Coronata 337. Corsio 569, Anseimo da, 537, Gandolfo 362, Giovanni 366, Merlo 258, 383, Montanara 383, Rogerio 125, 462, 538, 569, Rubaldo 537, Simone 385. Corsica 2, 25, 27, 30, 103, 232, 251, 482, Benvenuta da, 209. Corte, S. Giacomo di, 45. Cortemiglia 424-425, 529. Cortexella 89. " ^ Corvara, Beatrice da, 275, Begino 274, 577, Diamantina 160, Federico 160. 271, Fi- Indice geografico 595 lippa 275, Galliana 275, Giliberto 160, 271, 275, Marcoalda 274. Costa 6, 24, di Bargone 466, di Capreno 484, di Lerta 6t, di Porcile 320, di Po· zolo 498, di San Bartolomeo 341, di San Tommaso 573. Costamezana 107. Costaposa 569. Costignolio 210. Covario 509. Cravasco 492, Rainerio da, 497. Cremona, Alberto da, 524, Altobello 514, Festa 197, Giovanna 544, Guiiardo 198, Ottone 434, 440, 544, Virdelia 544. Croce di Camogli 148, di Orerò 57, di Rapallo 107, di Sommovigo 82, di Struppa 557, di Uscio 320. Crosa di San Fruttuoso 82. Cruscula 365. Cultur 345. Cunio (Polcevera) 546. Cunio de Vignola 344. Cunio stretto 296. Cunius de Manzilis 464. Curia 198. Curio 443, Ansaldo 187, Mabilia del, 4. 31, Merlo 93, 97, 211, 217, 219, 443, 458, 544, 563. 572> Pasquale 4. 31, 397, Verde 4. Curlozora 498. D Damasco 221. Darcogna 380, 457, Giovanni da, 380. Davagna, Iscmbardo da, 335. Desclica cfr. Zerega. Diano 504, 517, Bartolotto da, 62, Diano 347, Guglielmo 436. Doleram ad, 363. Dovega 464. Drcverio 91. E Egitto 345. Eleprandasce 568. F Faenza XIX. Fasseto 344. Fegino, Sant'Ainbrogio di, 562, Stefano da, 128. Felegio plano 199. Feleti 499, 501. Fiaccone 74, 75, 199, Rogerio da, 74, 75, >99- Figaro 86, 136. Figaro bianco £07. Figarolo 557. Figuris in, 43. Finale 258, Ghisolfo del, 458, Guido 5. Firenze, Monte da, 571, Pagano 544, Rollando 544, Salvo 571. Fontanabona XII, Oberto da, 492. Fontanabonesome 478. Fontana de insula 503. Fontanascura 497, 498. Fontane de pisola 575. Fontanegli 457, 471, chiesa di San Pietro di, 471, Baldoino da, 471, 502, Bonaventura 423, 489, Drudo 420, 47T, Giacomo 502, Giovanni 388, Isembardo 63, 575, Maria 63. 575. Milo 351, 568, Oberto 433. Fontanella 6r, 264. Fontanile 456. Fontem apud, 54. Forma 457. Fossalupara 42, Bernardo da, 42, Imelda 42, Michele 539, Tealdo 42, Viride 42. Fossato, San Bartolomeo del, 188, 544. Fracte 435. Framura 397, 457, 471, 561., Alberto da, 431, Cece 481, Ottolino 347, Rubaldo 377· Francia, Arnolfo XVIII, Druda di, 262. Gauterio 225, 226, 237, 262, Giovanni 61, 473, Guglielmo 228, 229, 418,Martino 104, Riccardo 484, Roberto 227, Umberto 226. Frascati 473. Frassineto, Anflrea da, 268, 461, Giovanni 119, 461. Freecia 54. Fumeri 116, 238. Fundega 56. Furca 82, 509. Fuxia 151. G Gadario 544. Gadeloguo 469. Gaeta XXIII. Galello, Filippo da, 94, Tommaso 205. Gallaneto, Manfredo da, 153, 451. Gambolate 420-421, 539. Garbo 19, 69, 345. Garesio, Adalasia da, 581. Garibaldo IX, 91. 596 Indice geografico Gasto 82. Gatalisca 30. Gava 511. Gavi 107, Giovanni da, 170, Guglielmo 108, Guido 170, Manfredo 365, Mignono 108, Opizzo 171. Gazzo 295. Genova, Aqucdotto 195, Arcivescovo XII-XIV, 11, 47, 84, 132, 181, 182, 185, 188, 189,191, 248, 345, 362, 363, 390,395, 402, 403, 427, 428, 431, 448. 455, 466, 479, 486, 500, 511, 513, 526, 546, 561, 585, Borgo Incrociati 291, 446, 448, 475, 553, Borgo Sacco, XVII, XVIII, XIX, XL, 20, 30, Borgo Santo Stejano 17, 18, 45, 64, 76, 239, 350, 427. 443, 486, 494, 561, 563, 067, Ansaldo da, 7, 526, 568, Bernardo 385, Enrico 293, 559, Giovanna 7, Giovanni 7, Guglielmo 318, 319, 384, Iacoba 567, Lamberto 65, Marasio 346, 501, Omodeo 262, Opizzo 55, Raimondo 15, Ri-chelda 7, Rogerio 568, Rollando 57, Savina 81, 262, Settembre 567, Trucco 227, Viviano 328, 434, 559 : Canneto 87, 137, 296, 427, 431, 445; Carceri, 1 ; Carignano, 138, 250. 257, 453, 454, 471, 486-487, 495, 506, 523, chiesa di San Giacomo di, 184, 436, Astolfo da, 453, Ermelina 453, Guglielmo 183, 453, Marchisio 423. 436, 471, 539, Ogerio 495, 496. Pietro 331 ; Castelletto. Sant'Onorato di, 188, 510, Frati Minori di, 433, 458, 475, Genoardo da, 234; Castello in, 231,393,438,440, 554, Santa Maria di, XII, XIII, 7, 9, 10, 133,136,182,188, 244, 345, 248, 447,476, 478, 485, 494, 503, 514, 524, 526, 529, 531, 534, 535, 537· 500, 573, 576,; Chiappa dei pesci, 313; Chiavica, 27, 31, 161, 168, 417, 422, 436, 449. 450, 461, 491, 507. 519. 520, 566, Achino da, 563, Guglielmo 235, 355, 462, 480, 543, Marino 533, Oberto 27, Oliverio 356, Richelda 27, 533, Urso 237; Comune, VIII, XI, XII, 84, 97,100, no, 166, 181, 182, 188, 189, 191, 215, 339, 306, 321, 322, 343, 369, 371, 386. 388, 399, 426, 429-431, 439, 473, 489, 522, 536, 540, 551, 555, 564, 575 ; Consolato 9, 33, 37, 52, 53, 55, 56. 80, 106, 140, 142, 153, 160, 185, 231, 246, 252, 254. 279, 281, 292, 331, 357, 387, 388, 398, 451, 488, 5°°· 552; Consorzio di San Giovanni, 349; Do -moculta, XVIII, 20. 9. 76, Adalasia de, 583, Luca 583, Oberto 583; Fontema-roso, Bartolomeo de, 167, 350, 385, 389; Fossatello, 6, 145, 203, 304, 330, Bernardo de, 350, Bonaventura 434, Giacomo 317, Lorenzo 434, Stabile 495, Viale 434; Macello, 44; Mercato del grano, 444, 448, 469, 493, 542; Molo, 389, 519, Iosbertino del, 575, Rubaldo 555 ; Mur cento, 580, Giordana de, 61, 131, Giuseppe 61, 131, Guglielmo 131, Lava-gnina 61, 131; Ora, dei ferrai 13, di Vaioria 161, 168; Ospedale, di San Giovanni di Pre, 35, 64, 78, 80, 178, 196, 43°, 439, 446, 475- 479, 485, d· San Lazzaro del Faro 35, 44, 64· 67, 78, 8o, 365, 43°, 433, 44°, 446, 475· 479· 482, 5or, 553, 554, 584, di San Lorenzo 8, 330, 475, di Sant’Antonio di Pre, 188, di Santo Stefano 64, 74, 75, 78, 151. *52, 198, 199, 200, 343, 377, 430, 433, 475, 567, Agnese dell'ospedale, 78, 479, Antonio 78, 479, Vassallo 134; Palazzo dell'Arcivescovo, 5, u, 32, 33, 38, 106, 143, 145, ip5, 376, 381, 431, 455- 460, 479, 486, 500. 532, 541, 543, 546, 547. 557, 561, 572, 574, 578, 585; Palazzo lo, S. Nazaro di, 73, 181, 182, 188, 189, 191, 347, 395, 432, 459, 5°°, 5°2, Bonvassallo de, 61, 318, Guerisio 287, Mabilia 218; Piazzalunga, 193, 296,373, 423; Piazzantarmorea 385 ; Porta di Sant1 Andrea, 8, 32, 44, 57, 76, 131, 139, 174, 181, 183, 305, 316, 335, 354, 257. 295, 331, 348, 349, 350, 368, 373, 379, 399, 423, 424, 44°, 453, 456, 484, 487, 492, 513. 5i6, 533, 526, 547, 557, 563, 564, 581, 582, di San Pietro, 46, 181. 182, 184, 188-192, 194, 335, 354, 257. 274, 381, 393, 448, 462, 504, 514, 518, 530, 551, Giovanni da. 289, 399; Guglielmino XXXI ; Porto 2 ; Pre 340, Enrico da, 217, Vicino 519, Viviano 217; Prione 524, 530, 562, Baldoino del, 52, 96, ioi, 102,463, 492, Contessa 217, Delome-de 345, Filippo 322, Gandolfo 351, Guar-nerio 322, Giacomo 322, 505, Guido 145, lanuino XVI, Imegina 349, Oberto 495, 555. Vivaldo 351; Ravecca, 89, 90, 155, 298. 433, Arnulfo da, 461, Nicolò 220, Rubaldo 218; Ripa, 24, 44, 49, 57, 252, 315, 584; Rivoturhido, 129, 226-229, 236, 397, 41 r, 459, 474, 489. 523, 577, Giacomo da, 538; Sant'Agiuse, 190, 348, Guglielmo da, 473, Pietro 492; Sant’Am- Indice geografico 597 brogio, XXIII, 26, 39.41, 48, 55, 70, 80, I3I> T33, i35i 177,178, 181, 182, 189-191, 196, 197, aot, 202, 242, 249, 266, 281, 326, 327, 330, 332, 344, 356, 364, 370, 3®3> 389. 393, 4°r, 429» 439, 447, 460, 461, 463, 470, 474, 476-478, 487, 499, 521, 524, 53°, 536-538, 552, 557, 566, 568, 569, 575, Agnese da, 440, Alberto 245, Ambrogio 388, Giacomo 565, Giovanni 245, 401, 567, Giovanni Bruno 239, Lazario 194, Manegoldo 523, Mar-rino 382, Montanario 159, Nicolò 56, 259, Rufino 106, 295, Stabilino 159, Trufo 578, Vassallo 181, 513, Viale 389; S. Benigno, 64, 188, 282, 386, 480, 537: S. Cosmo e Damiano, 181, 188, 189, 191, 247, 45°, 479, 526, 531, 532; S. Croce, I9°> 231; S. Domenico, XV1I1, XIX, 75, 188, 189, 433, 446, 458, 475,S. Donato, 23, 26, 72, 139, 161, 162, 181,182,184,188, 189,190, 191, 216, 236, 241-243. 246-249, 286, 330, 343, 348, 368, 392, 430, 432, 447, 459, 475, 476, 482, 492, 514, 517, 519, 536, 55t-552, 571, Americo da, 476, Ansaldo 70, Benvenuta 203, Bertolino 422, 575, Bertolotto 563, Enrico 56, Facio 560, Giacomo 70, Giovanni, tintore, 246, 250, Guglielmo 203, 309, Oberto 57, 151, 190, 309, 580, Omodeo 30, Simone 4, Viale 516, 518, 523; S. Gcnesio, Ambrogio da, 24; S. Giorgio, 188,193,194, 210, 212, 296, 297, 418, 459, 466, Enrico da, 335, Martino 566, Ugo 145 ; S. Leonardo a Prè, 544 ; S. Lorenzo, canonici, cattedrale e chiostro, XII, XIII, 3, 7,8, 9, 11-14,19, 20, 22, 23, 25, 26,30, 82, 35,41, 44- 46-48, 50, 51, 53, 54, 58, 59, 62-64, 67, 69, 71-74, 78-82, 86, 87, 94, 96-98, io3·^, 108-110, 113,114,116,117,120-i'4, 127, 131, 132,134-137,139-143, 149, 15°, 152-159,164167, 169, 173, 175, 176, 178-183, 186-193, 200-303, 207, 309-313, 314-321, 233-225. 234-244, 246-249, 254· 260, 263, 265, 267, 270, 274, 275, 278. 282-286, 291-294, 296, 298, 301, 302, 304, 305, 3o8, 309, 312-322, 325-339,343-352, 355 357. 361364, 367,368. 370-373, 375, 377-379, 381, 383-388, 390-394· 396-400, ^ 403, 404, 4ii, 417-432, 437, 439, 44t, 444, 445, 447, 448, 450, 552-461, 463, 473, 474, 476, 479-485· 487, 488,491-522, 524-526, 529-535, 537-546, 548, 549, 552, 554. 555, 558, 560-563, 565-567, 572-574, 576, 579-587, Alda da, 307, Amico 67, Baucano 360, Bernardo 335, Enrico 70, Guaraco 307, 587, Ocello 80, Simone 396; S. Luca, 188, 425, 456, 545; S. Marcel-lino, 49, 188; S. Marco, 389; S. Maria delle Vigne, 26, 35, 46, 79,136,181, 182, 186, 188, 189, 235, 242, 247, 257, 304, 351, 376, 384, 386, 396, 403, 418, 419, 455, 500, 502, 562,567, 57i; S. Maria Maddalena, 188, 223, 372, 461, Morello da, 441; S. Martino, 485, Giovanni da, 46, Morando 46; S. Matteo, 35, 5, 72, 73, 113, 114, 188, 224, 324, 325, 437, 438, 448, 449, 47<>, 485, 491, 492, 512, 515, 531, 540, 573, Corrado da, 359, 473, Enrico 58, Giovanni 62, 66, 67, 69, 70, Manetto 375, Paolo 448, Tolomeo 473: S. Michele a S. Stefano, 64, 164, 417; S. Michele a S. Tommaso, 18, 269, 317, 584, Alberto da, 103, 138, 362, 375, 382, Balduino 79, Giacoma 16, Giovanni 16, 18, 365, 477, Marchisio 365, Simone 477; San Pancrazio 188, Ansaldo da, 494, Bernardo 468, Ottone 391; S. Salvatore di Sarzano, 107, 240, 242, 264, 349, 364, 365, 419, 475, 484, 523, 578, 587, Guglielmo da, 134, 519, Opizzo 264, Pietro-buono 234 ; S. Savina, 188, 189, 450, Pu-gneto da, 363, Rubaldo 363; S. Silvestro, 288; S. Siro, 46, 56, 73, 145, 181, 182, 188, 189, 191, 203, 304, 235, 347, 254, 396, 424, 429, 441, 452, 453, 458, 463, 497, 5ϊ6, 524, 530, 562, 580, Angelino da, XIV, Bonagiunta 441, 580, Ghirbo 78, Guglielmo 566, Oddo 137, 412, Tore-sano 214, 563; S. Sisto di Prè, 48, 103* 188, 3i4, 245, 357, 479, 530 ; 5. Spirito 80, 149, 430, 433, 446, 464, 475, 479, 485, 495, Giacomo da, 149, cfr. Bisogno ; S. Stefano, 16-18, 25, 23, 39, 40, 45, 46, 64, 76, 81, 83, 125-127, 131-133, 144, 146, 151, 152, 163, 176, 181, 182, 188, 189, 190, 191, 225-229, 235, 236, 340, 243, 247, 254, 357, 369, 290, 294, 317, 319, 338, 339, 340, 364, 365, 379, 384, 411, 415, 417, 428, 442, 456, 459, 479. 494, 495, 496, 504, 529, 545, 552, 553, 558, 559, 567; 5- Teodoro, 30, 53, 194; S. Tommaso, 80, 335, 316,337, 340, 342, 349, 365, 382, 477, 480, 507, 536, 573, Andrea, tintore a, 500, Giovanni, maestro 535,469, Giovanni, tintore, 393, 469, Pel-lerino da, 6; S. Torpcte 511, 580; S. Vin- 59S Indice geografico censo 149; S. Viliore 15, 189; Sosilia, 160, 307, 342, 428, 484, 510, Federico 345, Grimaldo 220, Guglielmo 169, Ime-gina 349, Martino 476, Opizzo 401, Rosso 397, Urso 222; Sotlorif>a, Fulco da, 355; Via calderariornm 252, 279, dei Cebà 56, erbariorum 583, dei fgali 356, fornario-rum 116, 145, 235, speiatorvm 56; Vice-dominato, 57. Ginestra 54,?_Bernardo da, 89. Godano 5, Mazono da, 5, Signori di, 5. Graiagnola 569. Granarolo, costa di, 341, Santa Maria di, 341-Gravaego 375. Graveglia 467, 574. Alda da, 449, Contessa 444, Oddone 444, 488. Grezoli (monte) 464. Gropario 82. Groppo, Baiamonte del, 443, Ogerio 320. Grappolo 365, Berta de, 365, Buttafava 365. Guersa 28. I Ianteno 124. laparorie 29. Idi e Irchis (S. Martino di Albaro) 83, Ber-torello da, 88, Bonoanno 87, Guglielmo 87, 88, Ogerino 88. cfr. Albaro. Insula (al Bisagio) 552, 557. Insula (a Lavagna) 464. Insula (a Rapallo) 50. Insnrela 137, 477. Insurela (presso Bavari) 569. Iossa 320. •Isacurte, Guglielmo de, 355. Iserona 43, 100. Isoverde 30, 53. L Lacummorum 503. Lacuseniario 498. Lagneto 33, 469, Balduino da, 33, Enrico 469, Guglielmo 206, 211, 453> Musso 469, Oberto 583, Oddone 33, Tignoso 33, 136, 451, 577· Lago 33, 335· Lagolungo 107. Langasco 30, 31, 53, 59, 335. 36ti 451, 406· 469, Baldoino da, 433, 467, Bartolomeo 298, 502, 514, Giordano 229, Iunio 578, Oberto 106, 214, 332, 383, 527, Otto-bono 97, 108, 503, Vassallo 130, 495. Lanzola 344. Laterano 200, 202, 2Ι9· 3a7, 4°4, 448, 486, 571- Latronorio 302 303, 418-419. Laurcgo (fossato) 61. Lavagna IX, XL, ir, 38, 40, 43, 63, 100, 105, 122, 169, i92-t95, 254, 358, 288, 304,332, 356> 431. 439. 453. 455. 458. 459, 461, 464. 467, 469, 476, 487, 491, 5l5. 5!7> 531, 557, 573, 576, Alberto dei conti di, 554, Arduino 133, Armanno 133, Ansaldo 169, 178, 184, 330, 231, Berta 169, 184, 230, 331, Contessa 554» Ogerio 223, 362, Opizzo 554, Stetano 133. ledisio 357, 522, 554, 566, Agnese da, 385, Alamanno 572, Alberto 366, 413. Alnardo 177, Aridono 305, 306, 422, Ansaldo 573, Bertolino 441, Domenico 443, Giovanni 345, 563, Guglielmo 49, 54, ^3, x78, i9^< 385, 438, 524, 553, Guido 134, 330, 555, Merlo 573, Nicolò 330, Oberto 418, Pasquale 446, Ricobono 412» Roberto 50· Rollando 439, Sofia 555, fiume di- V111> 498, 565, ponte di, 64, 105, 446, 479, Santa Giulia di, 169, 535, 564, Malodcntc da, 575- Lavamasca 137. Leivi 492, 573, 577. Aimelina da, 154, Al-devrando 336, Andrea 11, Baldoino 154» 457, Bernardo 103, 209, Conno 573, Conte 492, Diamante 154, Giacoma 154, Granello 492, Rainaldo 43°, ^ erdana 573* Lenoxe 544. Lerici, Ugo da, 338, Villano 77, 94· Levaggi 100, 428, 455, 514. 53°, Alberto da, 100, Alda 93, Aldevrando 153, Bai-duino 510, Castellano 39, Enrico 419, 420, Landolfo 152, Rainaldo 89, 92, ia7, 397,5ι9ι 523· Rubaldo 339, 533. Levanto 77, 96, 337, 328, 338, 399, 483> 568, Adalberto da, 505, Anfossino 96, Benedetto 429, Durante 436, Enrico 113, Filippo 251. 429. Guglielmo 25. 113. 159· Guido 400, Mostarolia 159. Levario (Leva presso Canepa) 428, Anselmo de. 428, 497. Lanfranco 491, Simone 320. Libia 467, Guglielmo de. Libiola 42. 190. 521. Alberto da, 394. Giovanni 420. Lavagnino 420. Mirata 420. Obertino 420. 437, 483. Lignaro, Bonafede de. 338. Lignono 435. Indice geografico 599 Liscarium 435. Livellato 463, 578, Giacomo da, 354, Guirardo 578, Oria 354, Simone 354. Loano, Guglielmo da, 351, 384. Lodi 3, 136, 300. Lombardia 30, 402, Londra 525. Loneo 107. Longora 510. Lorexeto (fossato) 82. Lorsica, 427, Lanfranco da. 427. Lucca 517. 571. Lunguia 335. Luni 242. 486. Liinigiana. Boso della, 566, Montalino 441. M Maiolium (presso Bargagli) 458. Maionica 464. Maiorco 86. Malta 2j8. Malvaro 43, 100. Marassi 10, 73, 193, 366, 375, 391, 492, 495, 537, Santa Margherita di, 149. 154, 210, 238. 392. 393. Alberto da, 126, Balduino 391, 392, 393, Giordano 495, 516, Merlo 45, Montanario 461, 495, 498. Rainalda 557. Vivaldo 45. Marcarolo 386. Maremma 444. 481, 482. Marencp 107. Marsiglia XXXI, 19, 195. 246, 556. Belengerio da, 450. Martinasco 39, Ormanno de, 39, Stefania 39. Massa 522. Matarana 503. Ardingo da 575, Guglielmo 363, Irmelina 363. Mataregium 10. Manzcno 496, Raimondo de, 496, 558. Maxena, Marchisio da, 377, Raimondo 78. Maxcrelum 380. Mazasco 27, 449, Berardo da, 126, Gandolfo 449, Giovanni 120, Giuliana 449, Guirardo 378. Medolico cfr. Morego. Megli, prete Vivaldo da, 466. Mele, Vassallo de, 493. Melle da le, 199. Menada costa de, 107. Mermi, S. Michele di, 459, 527, Vivaldo de, 179. Mesema, Rogerio da, 399. Mesema, S. Pietro di, 54, 145, 178, 205, 246, 254, 319· 339-340, 494. 498· Messina 343, 344, 469, 505, 513, 572, Domenico da, 332. Mezano 367. Migavero 27. Mignanego 476. Milano 255, 256, 287, 292, 300, 401, 561, 562, 481, Bustarino da, 503, Enrico 95, Mafeo 213, Rodolfo 543, Rollando 543-Milazzo 31. Missano 471. Moconesi 137. Modena 300. Molasana in, 132, 462, San Siro di, 526, Arduimo 205, Enrico 42, 246, Forcherio 565, Guirardo 384, 400, Verde 400. Molinello 477. Molino 89, 347. Moluzanasca 569. Monbaruzzo 186. Moneglia XVIII, 328, 374, 419, 465, 494, 531, 536, 569, Alberto da, 577, Bonagiunta 387, Castellino 296, Giovanna 521, Guglielmo 207. 397, Guido 36, 521, Maria 36, Mercatore 363, Pagano 577, Rollando 296. Mongiardino 560. Monleone 565, Alberto da, 438, Ferro 306, Giacomo 473, Giovanni 255, 485, 513, 523, 557. Guglielmo 158, 376, 391, 432. 437, 498, Guirardo 509, Lanfranco 499, 546, Lonibardeto 326, Ugo 391, 426, 428, 437. 453. 473< 476. 564- 57^· Montanesi, Castagna da, 387, Iacobina487. Marchesia 487. Monte 492. Monte Cornule 57. Monte de Panesio 57. Monte San Martino del, 85. Monte Santa Maria del, 85, 194, 440. Montealto, Bonaguida de, 216, Giordano 216, Gregorio 216, Opizzo 481, Rainerio 216, Rubaldo 481. Montedonico 42, Simone da, 553. Montelungo 239. Montemoresino392, Guglielmo da, 391-392, Opizzo 391-392. Montemoro, S. Giacomo di, 340. Monterosato 54°· Gio. Buono da, 579, Guglielmo 540, 579, Rollando 540, Rubaldo 579· 6oo Indice geografico Monterosso 568, Donato da, 485, Fiore 485, Gadagio 485, Giulia 50, Vassallo 160. Montesignano 120, 258, 334, 468, 569, Alda da 333, Boiamonte 333-334. Filppo 317, 468, 493, Giovanni 468, 493, Giovanni 468, 493, Ottone 542, Rainaldo 127, Rubaldo 127, Simone 333. Montezogo 391. Montoggio 378, 559, 563, Anna da, 321, Fulco 565, Giovanni 461, Lantraneo 305, 447, 467, Opizzo 378, Ugo 119. Montpellier, Durando da. 509, Giovanni 49, Raimondo 422, 457. Monza 264, 384, Anseimo da 384, Bonizo 236, Comexano 384, Guido 235, Opizzo, 250, Ottolino 237, Pietro 103, 296, Ti-rono 450. Morancgo 382. Morano 11. Morego 546, Giacomo da, 84, Atonello84, Morigallo 170, Pietro da, 476, chiesa, ospedale e ponte 8, 13, 47, 48, 476· Molinello 521. Mortara 194, 488. Monza cfr. Monza. Multedo 56, 89. Murolungo 62. Muraciis in, 206. Murorupto 426. Murta, Alda da, 319, Enrico 97, Guglielmo 101, 109, Ottone 84, 323, Pietro 483, Villano 6, 63, 107, 153, 196. Murtedo (fossato di) 197. Murtedo presso Corsi 569. Murtedo presso Pegli 317. Murtedo presso Rapallo 544. Murtedo presso S. Spirito 495, 552. N Napoli 159, 166, 266, 463, 520, 523. 529. Nasci, Ferrano da. 3, 69, Guglielmo 539, 551, Guido 464, Rollando 164-165, 238. Ne 91, 936, Tedisio da, 31. Negroponte 315. Neirone 352-353, 509, 567, Giovanni 352-353, Guglielmo 353. Nervi 38, 145, 146, 153. 185. 259, 269, 470, 494, 497, Sant' Ilario di, 145, 146, Beltramo da, 544, Maria 544, Raimondo 474· Nizza 505. Noceto, presso Pino, 384. Noeletum 107, 380. Noli na, 497, 525, Guido da, 293. Nosilia, presso Cicagna, 12. Nosilia, presso Rapallo, 107. Novara 269, 425, 480. Alberto da, 290-300, Filippo 298, Guido 441. Sigembaldo 419, 435, 439. 481, 483· Novella XI. Novelleti 199, 497. Λ Novi 431, 456, Provinciale da. 320. o Ole cfr. Orerò. Oliva, valle de, 282. Olivastro, Rubaldo de, 154. Onee 82. Oneglia, Durbeco da, 385. Onetó 464. Orerò 43, 57, 100, 283, 437, Ambrogio da 11, 50,57, 150, 177, Corvo 57, Giacomo 177, Guglielmo 440, Lantraneo 423, Ottone 440. Oriente 19, 96, 99, ior, 116, 180, 196,207-208, 211, 213-216, 221, 294, 309-3Γ6. 358, 360, 409-410, 432, 444· Orto 253. Ossegna 474, 476, S. Michele di, 476, Bianco da, 476, 536, Glarolio 536, Martino 476, 536. Ostia 269, 300, 317, 402. 403· P Pagana, Dondedeo da, 499, 549· Paggi, Fulchetto da, ni, Guaraldo, in, Guglielmo ni. Palermo, Bonaventura da, 183, Rogerio X1 \ . Palizono 122. Panegrosso 498. Panesi (Chiavari) IX. Panesi 57, Santo Stefano di, 483, Catalano il, Giovanni 483, Cuglielmo 483, 497, Oberto 92, 344, Pietro 320, 483, 497. Panigaie, Giovannone da, 266. Paniani, e li, (Bavari) 569. Paraggi, Peculio da, 70. Paravanico 480, San Martino di, 270, Simone da, 330. Parigi XX, 398, Andrea 247, 248, Giovanni 465, 490. Parma, Aldino da, 557, Bartolomeo, 399, Giordano 103, Guido 355, Guirardo 482, I 493, Ottobono 571. Indice geografico 601 Parodi 79, 522, San Remigio di, 230, Guglielmo 343, 379) 383, 544, 562. Pascuum 116. Passagì li, 195. Passano XI, 2r, Aimelina 457, Alinerio, 46, Imegia 457, Ogerio 350, 398. Pastenus lo, 196. Pastinello 29. Pastini de fossato 506. Pastinus (a Bargagli) 380. Pastinus (a Bavari) 569. Pastinus (al Chiappeto) 582. Pastinus (a Moranego) 382. Pastinus (a Zoagli) 331. Paverano 194, 537. Pavia XIII, XXXIX, 98, 189, 396,401, 421, 4381 535, 539, Aimelina da, 128, 358, Bernardo 42, 45, 49, 69, 112, 138, 175, 176, Enrico 121, Filippo 434, 497, 541, Giovanni 121, 128, 338, 358, Guirardo, 8, 69, 102, 116, 128, 366, 423, 431, 434, 449, 46i> 462, 469, 472, 473, 476, 481, 483, 497, 5°2, 510, 5x9, 520, 541, 542, 556, 558, 566, 567, 577, Lanfranco 29, 131, l6°, 449, 537, Loisio 121, 331, 337, 340, 342, Maionica 121, Nicoloso 42, Opizzo 480, Rainaldo 8, 102, 116, Rollando 451, Sibilia 340, Simone 121, 515. Paviano 36. Pecialunga 464. Pede di casa de valle 503. Pedemonte (Bisagqo) 72, 373, Ogerio de 72. Pcg'· 7, 317, 3al, 493, 5°9i Giacomo da, 400, Marchesio 347, 401, 557, Nubilone 493- Ogerio 24, 39, 41, 51, 121. 3:7, 351, Valente 493. Pendola 565. Pendolasco 565. Peraldo 162. Perencoro 107. Peroallo, Santa Maria di, 507· Pezolia 82. Piacenza IX, XXXIX, 94, 390, 450, 463, 464, 4^°, 502, 515, 54®, 552, Adalasia da, 26, 187, 224, Alberto 62, 234, Ansaldo 434, Attone 339, Giovanni 210, 230, 253, 393, 535, 545, Guglielmo 565, Guirardo 425, Ingellenda 544, Ingo 545, Oberto 358, 519, Pietro 43, 548, Ruffino 253. Pian de Manzi 498. Pianosa 587. Pictracalantia 89. Pictracolice 54, Oberto da, 301. Pietramartina 443. Pietralavezzara, Beltramo da, 73, Pietrascremona 545, Pietro da, 49. Pino (Bisagno) 384, 482. Pino (Fossalupara) 42. Pino (Rapallo) 406, 470. Piruin ad, 503. Pisa XXXI, 266, 444, 512, 567, Aloisa da, 245, Bonaventura 245, Chilbo 66, Forte 148, Rainuccio 266. Piscino 437-438, 443, 518, Bonaventura de, 52, Giovanni 50, Iachino 50, 52. Planelis in, Planelum, 16, 503. Planus, Planum, 210, 540. Piatelo 109. Plazia de laca 210. Plazium 568. Plazolio 54. Plecania cfr. Cicagna. Podium 107, 206. Polanesi, Nicolò da, 171. Polcevera 6t, ponti della, 64, 475, 479. Pollanni 464. Polverara, Boninsegna da, 240-241. Pontecurone 538, 541. Pontedecimo 7, 476, Giovanni da, 541, Si-gembaldo 520, Zuino 514, 541. Pontegiacomo IX, 82, Alberto da, 82, Armanno 343, Oberto 82, Ugo 289. Pontexeli 464. Pontori 152, Guglielmo da, 556, 557, 563. Pontremoli, Alberto da, 224, Guglielmo 260, Ugezzone 260. Ponzolo, Pasavante da, 271. Ponzone, Pietro marchese di, 91, Umberto da, 299, 362. Porcile 483, Enrico de, 446, Giovanni 504, 507, Guglielmo 492, Ottone 234, Pietro 483, Vassallo 168, 184, 234, 258, 317, 320, 323, 325, 330, 343, 362, 363, 385, 382, 391. Porcile (presso Canepa) 497. Porcile (presso Lagneto) 469. Portofino, San Giorgio di, 259, Bonanato da, 36, Bonavia 549, Enrico 27, 260, Giovanna 23, Rollando 23. Portomaurizio, Arnaldo da, 260, Costanza 260. Portopisano 505. Portovenere 563, Amato da, 539, Durante 351, Gallo 241, Marchisio 456, Milanese 564, Pendibene 574. Pozzona (Monte) 82. 6ΰ2 Ìndice geografico Pozzarello, Stefano dn, 165, 166. Pozzo dell’amico 63. Pozzolo 498. Praclo 29. Prata ad, 94. Prato 225. Prato (presso Voltri) 459. Prato (presso Bavari) 569. Pratolongo 516. Precipiano 44, ioo, 304. Predeli 282. Prìano 146, Dolce del, 165, Guglielmo 165. Principato 422, 425. Proino 428. Promontono 507, Bonavia da, 564. Guglielmo 340, 383. Provenza 30, 456. Provins 428. Puzolio 206. Quartiere 82. Quarto 109, 245, 581, Ansaldo da. 258, Antonio XXXIII, Bocuzio, 306, Enrico 568, Giacomo 57, Giovanni 258. 439, Guglielmo 70. 449, Ottone 149, Rubaldo 439· Quezzi 210, Giacomo da, 428. Quilanis 464. Quine cfr. Chignero. Quinto, Guglielmo da, 33. 46, 97, 105, 108, 173, 177, 235, 319, 490· 5'9· R Radigabio 304. Ragono 474. Rainetum 513. Ramperti 344. Rapallo XI, XVI, XXI, XXIII, ai, 36, 41. 45, 50, 51, 58, 72, Τ47τ 150, 175, i8°. 194, 210, 239, 257, 258, 264, 324. 347, 366, 368. 405-408, 434, 440, 443, 448, 464, 469, 482, 491, 499, 5°3. 5l°, 513, 518, 526, 531, 544, 577, 583, Sant'Ambrogio di, 366, 445, 473, San Lorenzo 137-138, San Pietro XI, Santo Stefano J47, 437, 562, San Tommaso 510, Adalasia da, 348, Alamandra 270, Alberto 39, Altadonna 405-408, Ambrosio XIV, Angiolina 523, Bonoanno 307, Bonvassallo 223. Borga 544, Buongiovanni 470, 506, Corrado 360, Dondedeo 430, Enrico 225, 399, 463, Fulco 107, Giovanni 69, 367, Graziadeo 270, Grimaldo 220, Guirardo 120, Guglielmo 180, 238, 510, Mabilia 432, Marchesio 326, 432, Odiono 8, 9, 43. 346. 347, Paga"0 a3*> Pelle· grina 523, Pietro 547, Rainaldo 87, Rollando 281, 495, 544· Salvo 81, 87, Simonetta 470, Sopergia 470, T ebaldo 376, Vassallo 30, 347, 405-408, Vivaldo 120. Ravarium 320. Recco 23, 57, 89, i2i, 130, 345, 454, 455, 457, 466, 479, 51 r, 526, 535, 546, Adalasia da, 582, Anseimo 130, Baldoino35i, Bartolomeo 168, Enrico j68, Gastapanc 582, Giacoinina 368, Giovanni 297, 353, 378, 475. Guglielmo 440, Guirardo 449, Marengo 322, Marino 86, Oliva 21, Pietro 180, 239, Rubaldo 44°, Simona 23, Simone 21, 43, 124, 345, 3^8, \ irdelia 368. Recloso 122-125. Repia 138, Pietro da 260. Resemonti 331. Rezzano, Oberto da, 390, Siro 390. Ri 449, 467, 557. Dolzano da 517, Giacomo 166, Rubaldo 458. Riardo, Andriano da, 483, Imelda 483. Rieti 427, 525. Ripa di Annoino 380. Ripa di Bavari 569. Ripalta 396. Rivario de Villa 568. Rivarola IX, 9r> Galea da, 8r. Rivarolo 343, 541, 543, 546, 5.48, 557, 573, 578, 581, 585, Ansaldo da, 582, Balduino 541, 546, Ceresa 44, Enrico 582, Giovanni 44, Guglielmo 3, 7, 3°, 31, 4r< 58, 113, 114· 149, '51, r58, 164, Ι90Ί94, 265, 302. 319, 320, 339, 343, 378. 386-387, 426, 427, 450, 457, 459, 482, 494, 497, 498, 508, 525, 567, 580, Rubaldo 489, Simone 578. Rivasca 569. Rizolio 163. Roaza 54. Roccaforte 122-125. Roccatagliata, Giovanni da, 373. Roiano 54. Roma XXII, 80, 200, 203, 219, 220, 374, 350, 410, 510, 574, Curia Pontifìcia cfr. Onorio III ; Santo Spirito di, 349. Romania cfr. Oriente. Indice geografico 603 Ronco, Giacomo da, 254. Rosarino de Cornario 57. Rosso u-jo. Rovegno 193, Arduino da, 373, Corrado 373, Giovanni 466. Rovereto 29, 76, 107, ι8η, 272, 273, 297, 544ι 560, Arnaldo da, 432, Guglielmo 64, Ogerio ii6, Rubaldo 432, 561, Sirnona 116, Stabile 317, 346, 404. Rovereto (presso Struppa) 34. Rovinali, ad fontem de, 305. Rozama 270. Rupanego 344. Ruta 24, San Michele di, 148. S Sac'ieti 282. Salegio 54. Saliceto 486, 554. Salino 282, 435, 43^ Bombello de, 563, Oberto 563. Sambuceto, Giovanna da, 549, Giovanni 387, 397, Rollando 549. Sambuci valle, 199. Sampierdarena 117, 249, 467, 480, 513, 5:5i 5Guglielmo 464, Oberto 382. San Biagio, Lanfranco da, 372, prete Giacomo 372. San Cipriano 6r, 426, 524, Simone da, 423. Sandalasco, fossato di, 206, 210. San !· luttuoso cfr. Capodimonte. San Martino d'Albaro cfr. Albaro. San Pietro 86. San Pietro di Novella XI. San Qniniino, Guglielmo da, 76, Margherita 76. San Quirico in Polcevera 61, 84,209, 546. San Quirico a Sestri Levante 462, 539. San Remo 225, 340, 528, chiesa di S. Stefano 103, Aiana da, 527, 529, Nicolò 294, Ottone 546, Pasquale 243. San Salvatore di Lavagna, 50, 464, 469, Alberto da, IX, Stefano 156. Santa Giulia di Lavagna 24, 492, 493, Berterio da, 178, Guglielmo 178; cfr. Lavagna. Sant'Albano 112, 278, 282, 324, 351, 361, 36a, 438, 460, 476, 484, 517. Santa Margherita di Rapallo 348, 437, 470, 4881 518; cfr. Piscino. Sant’Eugeuio 479. Sant'Eusebio 459. Sant’Ilario, Cauterio da, 320; cfr. Nervi. Sant’Olcese 20, 333. 435, 558, 559, Giacomo da, 536, Giordano 258, Maiolio 45, Nicoloso 258, Oberto 440. Santo Stefano, Bernardo da, 385. Sardegna 77, 129, 130, 150, 200-203, 219, 230, 232, 251, 370, 379, 396, 398, 492, 512, 547, 557. 559. 562, 574, Vicino da, 342. Sarissola, Ancaino da, 434, 585. Savagna 510. Savignone 122-125, 221, 268, 304, San Pietro di, 349, San Salvatore, 349, Ada-lasia da, 344, 349, Baldoino 304, 305, Giovanni 498, Guglielmo 349, lacoba 349, Lanfranco 173, Pautro 304. Rainaldo 332, Rubaldo 305. Savona XXXIX, 152, 292, 298-301, 340, 362-363, 418-419, 426-427, 441, 445, 447. 455. 456, 468, 476, 479. 514, 525, 529. 541, 545. Anseimo da, 575, Beldi 439, Buongiovanni 152, Guglielmo 60, 426, 445, Guirardo 575, Lanfranco 575. Matteo 513, Verde 193. Scagneli 499. Scicala 569. Scurtabó, Pietro da, 425. Segaiario e Segaralio 391, 503. 526. Segaroio 366. Senasio 24. Serra 68, 431-432, 585. Serram extra 506. Serram post 569. Serra pollita 452. Serravalle (Bisagno) 457. Sesadio (Sezzè) 379. Sestri Levante XIV, XVII, 42, 46. 65, 72, 89. 117, 135, 138, 164, 166, 172, 173, 176, 177, 190, 194, 224, 235, 239, 248, 253. 296, 308-316, 329, 376, 380, 388, 391, 395. 433. 438. 439. 442, 450, 459, 462, 466. 469. 474, 498. 499, 517, 521, 539. 546, 551. 552. 560, 567, 577. 581, Alessandro da, 196, 505, Artusio 250, Balduino 498, Bonadie 522, Conforto 88, Enrico 459. 460, Ferrario 566, Filippo 368, Giorgio 4, Giovanni 160, 208. 521, Guglielmo 442, 449, 456, 474, 489, 52:, Giliberto 308-316, Ioserame 88, Labo-rante 315, Moisio 89, Piccamiglio 42, Tedesco 474, Timone 73. Urso XIV. Sestri Ponente 28, 88, 299, 317, 321,400, 404, 498. Ansaldo da, 190, Corso 260, 6o4 Indice geografico Gandolfo 451, Palodino XI, XX, San Gio. Battista di, 445, Sant’Andrea di, XXX, 337. 585· Sextuni (presso Pontegiaeoino) 8a. Sicilia XXII, 38, 57, 67, 69, 102, 157, 174, aia, 317, 231, 379, 470, 483. 496, 499, Guglielmo da, 221. Siracusa 316. Siria ioi, 309, 358. Soglio, Gandolfo da, 57, Giovanni 553. Solario 347. Sopralacroce 464, 515. Sorbola 427, 582, Aimerico de, 451, Bai-doino 207, Benneta 582, Enrico 307, Oberto 330, 582, Rubaldo 582. Sori 16, 27, 70, 326, 337, 344, 428, 501, 503, 569, 580, Alda da, 461, Bernardo 19, Anna 355, Bonadonna 337, 355, Bonvassallo 242, 357, 375, 385, 462, Don-dedeo 422, Enrico 161, Giordano 337, 355. Guglielmo 393, 394, Lorenzo 527, Marcliisio 557, Oberto 426, Ottobono 97, 108, Pasquale 385, Raimondo 19, 337, 355, Simone 155. Sori, Pieve di 15, 385, 299; fiere di, 320. Soriva 380. Soriana 428, Bernardo da, 63. Sparato 295. Sparaventum 305. Speronus de Grin 50. Spigno 424-425, Spotorno 528. Staglieno 335, 511, Balduino da, 69, Pietro 511, Salvo 511, Sibilia 511. Statale, Stabile da, 367. Stelario 124. Stobela 492. Stoble 107. Struppa 8, 34. 163, 185, 207. 280. 405, 42o.[ 457. 557, 565, 5É6, 572, Amarico da, 4, 88, Angeleria 174, Argiroffo 415. 431, Arnaldo 198, Balduino 4. Contessa 431, Giacomo 540. Giovanni 9, 174,371. 428, Guarnierio 32, Guglielmo 34, Lanfranco 2x2, Richelda 4, Rubaldo 533.540, Simone 9, 34. Stura 552. Sturla, fiume, Vili, 29, 39. Sturla 54, 535, Ottone da. 560. Sublegaris 569. Suinmovigo 82, 206. Susisa 497. Suvero 410· T. Tapetum 492. Taro XXXIX, 425, 460, 548-549, Santa Maria del, 474. Tassaria 333. Tasso 390. Telagio 169, Martino da, 169. Tericio 306, 493. 580. Terino 52. Terpi 659. Terralba Maria da, 106, Nicolò 36, roó. Terrarubra 199. Terrasanta 394, 446. Testana 169, 436, 479, 483, Burone da. 349, prete Giovanni 349. Tiglieto 362, 497, 534-535. Tolceto 390, 483, Guglielmo da, 13, Oberto 12. Tombcto 471. Torre Uzzone 302 303. Torriglia, Beltramo da, 338, 399, 432, 449, 546, 568, 582, Guglielmo 470, 578. Tortona XXXIX, 20, 81, 249. 354. 369, 300, 301, 305, 378, 381, 391, 4°4· 431, 503, San Marziano di, 3, 136, 37^, 38*» 431, Arnobaldo da, 8r, Beltramo 399, Giacomo 81, Giovanni 184, 186, 239, Guglielmo 81, 367. Naso 343, Tcdicio 342, Verde 184, 185. Trapana 270, 380. Trapani 99, 101, 102. Traso 400, Sant’Ambrogio di, 468. 493. Trasta, Giacomo da, 277. Travi 463. Trefontane Santa Maria di, 378. Trenzasco Ansaldo da, 510. Tribogna XXXVII. 477. Nicolò da, 5aa· Vassallo 522. Tripoli 149. 197· Trisobio 295. Truno 437. Tunisi 66, 67, 68. 238. 393. 394· 467· 473. 487. 516. U. Ultramare cfr. Oriente. Uscio 61, 106, 169. 305, 320, 326. Alda da, 115, Giovanna 115, Rollando 106. Vassallino 482. 493. Indice geografico 605 V. Vaccarezza, Marchesino da, 268, Ober-tino 268, Oberto 268. Valdettaro 421, Azzone da, ni, Ottone 328, 431 ? 482, 487, Rollando 501, Pietro 417. Valditrebbia XXXIX, 337, 502, Adalasia da, 376, 381, F erro 506, Giovanni 177, Giuliano 332, 512, 567, Guglielmo 225, 332, Lanfranco 225, 506, Oberto 453, Ottone 327, 331, 405, 449, 472-473, Pasquale, 333, 376, 381, 558, 577. Valenza, Guirardo da, 158, 376, Riccardo 5°7· Valle 28, 52, 206, 282. Vallecrosa 126, 124, 558, 568. Valle de Balaraxum 61. Valle di Barbera XXXIX. Valle de Murtedo 544. Valle di Sturla Vili, IX, Bernardo della, 478. Valledonica 546. Valle, fontana della, 331. Vallescrivia XXXIX, 74, 516. Vallismerlana 492. Vallisplana 464. Vallis sflrda 469. Varazze 292, 298, 301, Fioria da 358, Iacopo XIV, Nicola 2, 230, Pietro 515. Varese 139, 474, 523, Alberto da, 556, Giovanna 462, 501, Giovanni 462, Guirardo 482, 507, Iinegia 556, Lanfranco 227, Ottone 577, Sibilia 462, Viviano 2°5> 35°, 354. 462, 493, 501, 505, 508. Varzi, Alberto da, 139. Vavanazo 569. Vegoli 214,417, Forte da. 580, Ogerio 540. Veleia XXXVII. Velletri 269. Ventarola 43, 100. Ventimiglia XXI, XXII, 83,324,485,567, 575, Raimondo da. 202. 218. Veraina 568. Vercelli 11, Giacomo da, 468, Pietro 529, Raimondo 450. Vernazza 135, 471-472, Antolino 546, Bc-reto 577, Bonizo 577, Galgano 471-472, Giacomina 135. 177, 351, 451, Ogerio ®3· i35> 177, »95- 265, 266, 351, 386, 451· 462, 473, 575. Timonerio 471-472. Veroli 114. Verona XXXIX, 360, 513, 554, Guglielmo da, 94. Verzema, costa de, 89. Verzi, Vcrgeri e Vergili, 94, 95, 153, 437, Bruna da, 28, Giovanni 28, 477, Oberto 28. Verzurasca 148. Vesola 269, 318. Vetula 29. Vezzano 410-411, Guglielmo dei signori di, 410, Rollando 410, Ugolmo 410. Vexina 454. Viarasca 299. Vicolungo 440 Vicomorazzo 332, 505, 547, Giovanni da, 548, Salvo 502. Vienne, Sant’Antonio di, 349. Viganego, Gandolfo da, 270, Michele 457. Vigevano Pietro da, 298, 299. Vigna sottana 96. Vignola, cunio de, 314. Vignolo IX. 28, 29. Villa (presso Bavari) 569. Villafranca, Iacobo da, 350, 398. Villanova, Arnaldo da, XXII. Villaregia 133, 134. Villaursesia 381. Vineamediana 483, Ogerino da, 483. Vineasad, 458. Voghera 438. Volta 449. Voltaggio 170, 171, 172, Guglielmo da, guardia, 508, Guglielmo, giudice 5, 14, 28, 33, 49, Guido 304. 305. Ianuario 343, Placenzia 493. 511. 512, 533, Viviano 468 Voltri 338, 442, 456. 459, 474, 493, chiesa di Sant’Ambrogio 25, 40, 44, chiesa di S. Nicolò 244, pieve di Santa Maria 35, 40, 109, Adalasia da, 465, Bergognone 378, Bcrtolotto 375, Enrico 483, Giovanni 383, Martorina 465, Ogerio 74, 75, Vassallo 345. Z. Zarela 521. Zeiro, Benesia da, 327, Mussone 337. Zemignano 546. 573, Mangino da, 317. Zerega XII, 178, Benincasa da, 39, Be-rarda 565, Gaialdo 29, Giovanna 86, Giovanna 86, Giovannettta 29, Ingo 218, 6o6 Indice geografico Marchesio 86, 298, Rubaldo 383, 284, 565, Ugo XII, 29, cfr. Ugo. Zerli, Andrea da, 185, 186, 571, Guglielmo 468, Oberto 436, Verde 468. Zinestra, Benvenuto da, 499, cfr. Ginestra. Zinestredo 206, 210, Bonvassallo de, 470, Enrico 144, Filippo 489, Gandolfo 489. Zinola 468. Zoagli XVI, 331, 432, Imelda da, 331, Magno XVI, Opizzo 513, Pasquale 387, Rainaldo 266, 269, 351, Redulfo 331, Ri-chelda 331. Zocolis in, 54. Zoventino, fossato de, 469. INDICE ONOMASTICO ---- A Abellino, ferraio, 289. Abiaticis Oberto 517, 518. Aborrato Giovanni 344. Abrazaben 36. Accame Paolo XV. Achileo Giacomo 57, 60. Acquabona Alberto 85, Mindonia 85, 86, Rollando 305. Acquafredda Rubaldo 48. Acqualunga Marino 442. Adalasia 39, 40, figliastra di Ansaldo, conte di Lavagna, 231, medica, 348, monaca e priora di S. Andrea della Porta. *a6, moglie di Alberto Pigati, 177, di Bartolomeo da Recco, x6i, 168, di Bocuccio, ferraio, 502, di Contardo 141, di Giacomo 467, di Giovanni, chiavaio, 65, 66, di Nubeloto 408. Adamo 136, inglese, 6, canonico di Mone-glia 419. > Advocato Balduino 419, Giovanni 561, Lanfranco 286. Ad v ulterii Guglielmo 498. Agacino Ottone 214. Agati Guglielmo 28, 246, 357, 392. Agata, sorella di Beatrice, 391. Agiata e Agnata Prcselda 371, 584, Roberto 104, 371, 584. Agnese, vedova del giudice Guarnerio 99, 102, vedova di Vassallo, 134. Agnesia, consorella e ministra dell'ospedale di Morigallo, 8, 47. Agostino Simone 471. Aidela, moglie di Gandolfo, 105, moglie di Villano, 383. Aidelina, moglie del fu Azzone, calzolaio, 454, nipote di Vassallo Gallo, 557. Aidelina Giacomo 133. Aidisia, figlia di Aidela, 105. Aimelina. moglie di Armanno, calderaio, 331, moglie di Giovanni, calafatto, ιοί, moglie di Servideo, 155, sorella di Ma-bilia, 446. Aimerico cfr. Americo. Aiorio Vivaldo 34. Airaldo, servo di Sigembaldo da Novara, 419. Alaardo 234. Alamanno 393, figlio di Panecampo, 184, 185, guardia, 251, 252, 263, 330, 481, 490. 5OI> 533- Alamanno Giacomo e Guarniero 557. Albara Giovanni 37. Albareto Giovanni 457, 536, 537, 543, 559, 58n. Alberico 352-353. Alberico Bclzocco 308, Federico 229, Guglielmo 110, Rubaldo 138,308,344,382. Albertengo Amedeo e Buongiovanni 418. Alberti Bertolotto 472. Albertino, notato, 33. Alberto 50, 87, 150, abbate di Burzon :, 548-549, abbate di S. Fruttuoso di Ca-podimonte, 45,72, 75, 322,400,491,511, 574, arciprete di S. Albano, 10, 112, 119, 278, 282, 324, 351, 361, 362, 460, 484, 503, barilaio, 253, bottaio, 283, calzolaio, 371, canonico di Brugnato, 529, di Ca stello, 503, 524, 531, 532, 535, canonico di Recco, 457, 566, di S. Giorgio, 418, 459, custode di S. Lorenzo, 32, 137, 192, 210, 219, 238, 248, 254, 332, 344, 361, Ferretto 39 * 610 Indice onomastico 433, 454, 47 c, 493, 493, 505, 509, 513, 5*3, 515. 5r6,'520, 544, 560, ferraio, 333, guardia, 491, 577, maestro notaio, 107, 553, medico, 141, 143, nipote di prete Umberto, 31, rettore di S. Ambogio di Traso, 468, 493, servo, 336, servo del sacrista Bertolotto, 456, 535, vescovo di Albenga cfr. Oberto; vescovo di Savona, 298, 363, 436, 437, 445, 476, 514, 539, 545· Alda, figlia di Belzoco, 382, figlia di Omodeo, 34, madre di Guglielmo, 39,40, madre di Piasevera, 106, moglie di Guaraco 99, monaca di S. Andrea, 536, serva 418, sorella di Mabilia, 446, suocera di Ottone Giudice, 485, suocera di Stefano d’Al-vernia, 66, vedova di Buongiovanni, 358. Aldana 80, 356, vedova di Natale. 198. Aldebrando, tintore, 14. Aldeta 59, nipote di Cavarunco, 446. · Aldo Nicoloso 351. Aiegra, moglie di maestro Giovanni, 370. Aiegro, arciprete, 61. Alessandria, 59, consorella dell' ospedale di Morigallo, 8, 47. Alessi Guglielmo 563. Alfachino 16. Alfachino Opizzo 503. Alferio 96. Alguisio 43, console, 231. Aliata Oberto 174. Alighieri Dante Vili, XL. Alio Giordano 74, 75, 84. Alpano Bonifacio e Stefania 313. Altadonna, moglie di Lanfranco Laietto, 210, moglie di Vassallo, guardia, 50, 137, *47, 177, 305· Alvernia 52. Alvernia Maria e Stefano 66. Amarico Guglielmo 37. Amati XXII. Amato, tintore. 14. Ambrogio, muratore, 146, 333, 388, 400, notaio 79, 103, 113, 240, scriba, 316, 489, 490, 533, 535, 583, scudaio, 344, 345, suocero di Giovanni da S. Matteo, 69. Americo 18, 54, 92, 547, guardia, 217. Amico 49. Amigheto, figlio di Rainerio, 179. Amirata, madre di Gandolfo de Sangui-neto, 446. Amore Cara 516, Oberto 503, Pietro 516. Anastasio, maestro e notaio, 334, 286, 503. Anchise, canonico di S. Maria delle Vigne, 342. Andrea 76, 334, calderaio, is, 293, 330, evi-nevarius di S. Lorenzo, 63, 80, 193, ai6, canonico di S. Cipriano, 534, ferraio, 483, 489, 559, marchese dì Massa e Parodi, 523, notaio e maestro XXXII, prete a Santa Giusta, 495, piirpurtriiis, 283, 445, servo dell'Arcivescovo, 395, tintore, 14, ,ψ 138, 500, 577, 578. Andriolo 68. Anelda Guglielmo 148. Anfosso, canonico di Alessandria, 3Ór. Angello Enrico 574. Angcloto Giacomo 49. Anguina, figlia di Cortese, 139, moglie di Buonvassallo, macellaio, 355. Anioino Rubaldo 311, 395. Anna 335, figlia di maestro Oberto, 80, madre di Sopergia 179, moglie di Ro-degerio 305, monaca di S. Andrea, 536, vedova di Dondedeo 151. Annetta 541. Annocle, calafatto. 381. Ansaldo 57, 103. 496, calzolaio, 105, canonico di Rocco, 526, 546, cassaio, 309, 323. 332, chierico di Morigallo, 8, 47, 48, conte, 145, 169, 178, 184, 330, 33r, ga· staldo del pionastero, 151, 343, 443, monaco di S. Fruttuoso, 404, 443, 460, mulattiere, 134, notaio, 505, rettore di S. .Maurizio di Ncironc, 352-353, 509, sensale, 556. Ansclice, sorella di Lanfranco, scudaio, 43°· Anselmo 20, 129, 137. cappellano di S. Io-m a so 235, coltellinaio, 34, 452> macellaio, 372, monaco di S. Siro, 181, 182, pellicciaio, 371, prete di S. Vito, 328, priore di S. Maria del Monte, 85, scrivano, -136, scudaio, 150. vescovo di Acqui, 379· Ansuina Guglielmo 107. Antegio Marino e Martino 55, 3°9· 3*3, 358. 456, 465, 469, 543- Antonio, canonico di Noli, 112, tagliatore alla porta di S. Andrea, 582. Aplano Atolino 370. Arcanto Anfosso 203, Rainaldo 341. Archerio Amato 350, Giacomina 350, Giacomo 464, 546. Arcu Guglielmo 336. Ardito 61, patrigno di Adalasia Bruneto, 42. Indice onomastico 611 Atdìzzone, ferraio, 147, 489, 522, rettore dell’ospedale dei Crociferi, 29r. Ardizzone Opizzo 451, 515, Aldilino, conte di Lavagna, 133, ferraio a Sant’Ambrogio, 566, mulattiere, 80,93, 117, servo dell'Arcivescovo, 428. Aregordato 133. Arembaldo, notaio, 133, 125. Aiestano, monaco di S. Fruttuoso, 403, 491. ArgirolTo 4. Aridbno 33, 55) 77. Aristol Baldizzone 527. Armannino, chierico, 7, 31. Armanno, calderaio, 147, 331, 489, 522, conte di Lavagna, 133, ferraio, 179, notaio, 546, prevosto di S. Donato, 19Γ, 347· 479, 571, scudaio, 532. Arnaldo, canonico di Acqui, 20, 109, guar-dia, 467, prevosto di S. Maria di Ve-zola, 318, rettore di S. Ilario di Nervi, 146. Arnaldo Alda 500. Guglielmo 293, 294, 347, Oberto 217, 321, Oliviero 500. Pietro 2, Rubaldo 45Γ. Arnoboldo 81. Arnulfo, arciprete, 396, prete e canonico di Castello, 420, 421,503,529, 534,539, 576. Artusio Giovanni 426. Ascensio Giacomo aie, 529. Aschieri Arduino 6o, 87, 130, 195, 441, Rogerio 471, 567. Asinario Oberto 504. Asinelio Ugo 528. Asino Anseimo 518. Astabella Gandolfo 418-419. Astagucrra Beatrice 74, Beltramo 74. Astesano, pellicciaio, 56. Astesano Giovanni, abitante a S." Donato, 530, a S. Matteo, 192, Rollando 350,35Γ. Astolfo 495. Asture Giacomina 209, Giovanni 209. Asscrcto Biagio XXIII. Atanolfo Pietro 440, 556. Atilia, madre di Adalasia Bruseto, 43. Attone, maestro notaio, 358, 340. Augusti Alberto 428, Soliana 428. Augusto 217, 323, calderaio, 313, padre di Rufino, 107. Auricula Ugo 234. Ave Armanno 54, 449, Dolce 54. Aver Alberto 384. Avernante Boseto 324. Avicenna IX. Azzone, calzolaio, 454, canonico di S. Maria delle Vigne, 136, 181, 183, notaio, '73, 394· B Bacile Gandolfo 57, Guglielmo 57. Badafico Martino 492. Badalasio Altilia 481. Baelna Pietro 350. Baiamonte Guido 107. Baiator Martino 429. Baiolo Guinico 5, Pasquale 5. Balbo Alberto 372, Aldebrando 469, A-inedeo 538, Giovanni 56, 372, 504, Guglielmo 88, 11 r, 395, 500, 57J, Matteo 389, Ugo 469, 538. Baldizzone, canonico di San Pietro della Porta, 374, 392, monaco di S. Siro, 181, 183, padre di Lanfranco, 101, patrono di navi, 338. Baldizzono Baldizzone 125. Baldo 157, arciprete, 25, maestro, 489. Baldo Remo 170. Baldoino 42, 74, 75, 132, 163, 325-339. calzolaio 30. canonico di Castello, 576. canonico di Recco, 455, 466, monaco, 17, 76, 82. 125, 133. 456. 558, ostiario della chiesa di Castello, 534, patrigno di Giacomo, 155, sensale, 253. Balico Corrado 380. Ballestricre Vassallo 442. Ballo Vassallo 338. Balneo Giacomo 151, Guglielmo i8. 83. 345, 416. 443· 456, 477· αΦ· 5^9-Balzano 135. Banchclla Bernardo 297. Rodoldo 297. Bancherio Baldoino 571. Enrico 140-143. Lanfranco 140-143. 219, Oberto 97. 108. 185. Banchis Vivaldo 305. Bantoto Martino 67. Baracio Guglielmo 19. Barale Oberto 32. Baralia Lanfranco 52. Bararia Oberto 217. Baraterio Enrico 195, 485, Oberto 95. 256. 277, 279, 382. 519, Rubaldo 380. 400. 485· Barbarosa 170. 6l 2 Indice onomastico Barbavara Amico 122. Anselmo 380. Nicolò 4, 103, 397. 404, 495. Barbereto Giovanni 434. Barberio Adalasia 223, 326, Atilia 556, David 99, Giovanni 326, Giriberto 148, Guglielmo 323, 326. Obertino 352 353. Oberto 16. 19. ai, 23. 27, 30, 34. 39, 43, 50. 52, 53, 55. 61, 62. 72, 81, 86, 103, 107, 119, 129, 130, 144, 148, 153, 160. 161, 169, 171, 174, 175, 196, 210, 239. 246, 252, 255. 358, 264, 271, 273, 280, 296, Rollando 326, 556. Bardi Berardo 422, Bonvassallo 41:3, Giulia 422. 500, Raimondo 422. Bardosso Alda ed Oberto 565. Barello Rogerino 342, Rogerio 340-342. Barilario Alberto 253, Buongiovanni 79, 93. Domenico 521, Enrico 253. Fulco 521, Giacomo 56, 503, Giovanna 395, 517, Guglielmo 49, 322, Ianuino 395, Morando 395· 5Γ7· Oberto 540. Pietro 24. Rogerio 340-342, Rollandino 364. Viale 2x9, 364 Barile Ogerio 324, Pietro 379. Bariona Guglielmo 584, Simone 389. Barlara in, Fulco 572, Guido 580, Riccio 85, 86, 91. Barletta Alessandro 308, 337, 454, Guglielmo 365, Guirardo 6, 25, 348, 511, 536, 575· Barili Anton Giulio VII, X. Bartolomeo 34, 39, 40, 87. 118, 130, 135, 175. 176, 258, abitante a S. Andrea, 350, arciprete di Cicagna, 62, 94, 153, batti-folio, 37, calzolaio, 449, canonico di Bor-zoli 28. 69, canonico di S. Damiano 450, 479, canonico di S. Lorenzo 3, 20, 25, 79, 114, 134, 158, 209, 219, 224, 247, 248, 267, 425. 45°, 466, 525, 530, 534, 536, 567, 574, drappiere 508, maestro e cappellano apostolico 200, 201, 219, maestro e notaro 27, 41. 55,73, 114, 119, 131, 139, 143. 147. 175. 195. 216, 219, 246, 253, 263, 265,^304, 375,"429, marito di Adalasia 161, marito di Giovannetta 178, rettore di S. Andrea d’ Isoverde 30,53, rettore di S. Marziano di Carasco 224, servo dell' Arciprete di Lavagna, 192-195, 439, 572· Bartolomeo Giovanni 525. Barundeto 53. Basiano Omobono 419. Basso, guardia, 333. Basso Pietro 316, Ugo 559, 576. Bastardo Giovanni 545· Bastone Bonifacio 322, Gandolfo 322, Giacoma 38, Giovanni 138, 3a3» 329, Guglielmo 38, Opizzo 38, Nicolò 106, 337, Rubaldo 469, 493, Vassallo 280, 493. Batalia Oberto 575. Batifolia Guglielmo 240, 271, Pepe 258. Bavarasco Ansaldo 199, 4*6» 553, Bonvassallo 4x6, 553. Baxavctula Giovanni 159. Beacqua Ogerio 443, Rubaldo 347- Beatrice, sorella di Agata, 39r» sorella di Sibilia Casario 35, sposa di Giovanni Ernicnerio 427. Becario Giovanna 86, Marchcsio 86, 178, Oberto 86. Beccarla Lantelmo 401. Beccorosso Guglielmo 109. Beccovero Rollando 9. Becuncrio Guglielmo 436. Begalino Giovanni 27, 557· Begazio Guirardo 42. Begerio Bonvassallo 58. Begino 461. Enrico 494, Guglielmo 42,210. Belamuto Giacomo 385. Beldic 117, padre di Alda 469. Belenzone Alda 96, Giovanni 96. Belfogio 388. Belfortc Dolce 109, 245, Druda 109, 245, Oberto 417, Opizzo 109, no, 245. Belgrano Luigi Tommaso VII, XIV, XX, XXI, XXXI. Bellando 569. Bcllengerio 7, 25, 372, coltellinaio 505, 584, guardia 305, 335, 357· Bello Boncfada 153, Bordella 153, Giovanni 573, '53- 255, Marchesio 153, Martino 255. Bellobono, bambafariits, 530. Bellobrùno, padre di Montano, 232. Belmosto Belmosto 206, Matteo 206, Ottone 206, 256, Richclda 206, 210, Rollando 206, 210, 256, Rubaldo 206, Si-mone 206, 481. Beioso Guglielmo 1x2. Belrisa o Berisia moglie di Costando, 134, 37°, 568. Beltramo 199,' 246, maestro 353, priore di S. Michele, 584, rettore di S. Margherita di Casanova 333, zio di Giovanni Sarago, 275. Beltramo Giovanni 547, Paterno 304, Pietro 213, Vincenzo 422. Indice onomastico 6ì3 Bclzoce, madre di Alda, 383. Bcnaldo 546. Bene Plenus de, 575. Benedettina, figlia del fu Dondedeo, speziale, XXVI. Benedetto, coltellinaio, 2,7, monaco 16, 45. 76, 133, 151, 163,225-229, 236, 4ir, 4r5, 456. Beneima Halem-Maometto, 100. Benenorita Guglielmo 426. Benevero e Bonevero Alessandria 435, Giovanni 440, 481, Rubaldo 481, 564. Benigno, calzolaio, 429. Benincasa, madre di Ugo, canonico, 29. Bensevenia 505. Benvenuta 170. Bibvenuta Guglielmo 450. Benvenuto, chierico c ministro di S. Margherita di Rapallo, 437, 488, 518, prete di S. Michele di Bologna, 571. Benvenuto Guglielmo 19, 23, 71. Beogano Manfredo 83. Beorgia Guirardo 90. Berardo 550, maestro e canonico di Savona, 419, Bercio e Bergio Anselmo 65, Ottone 192, Sofia 65. Bercogia Giovanni 335. Bordo 264. Borgognone Guglielmo 90, i9t, Pietro 45°· Bergamo 426. Bergondia 375. Bergondio, figlio di Pulsia, 573, Renaio, 52, 84, 87. Bergondio Guglielmo 449. Bergonc, chierico. 304. Bcrigia Oberto 451. Bcrisia, conversa dolla pieve di S. Albano, 5I7. Berizo Giovanni 371. Bermiragio Pere 63. Berna Giovanni 562. Bernardo 83, l34i calzolaio 97, 231, dell'ospedale di Prè r 78, fabro argentiere, 4-5, 523, 531, lavefarius, 275, mugnaio l8, 564. Bernardo Catania ed Enrico 405. Bernario Giovanni 261. Bernatc Bruna 542, Giovanni 29·; 542. Bernocco 275. Bcrorso Ugo 170. Berrò Lanfranco 400. Berroblanco Guglielmo 385. Berta, contessa di Lavagna, 169, 184, 230, conversa della pieve di S. Albano 517. Bertigario Guglielmo, 9, 159, 178, 216. Bertolino, figlio di Iofredo, 64. Bertolotto 55, barilaio 583, canonico di Bavari, 73, canonico di S. Lorenzo, 30, 53, '35, 173, 180-182,212,219,248,257, 265, 274, 275, 278, 292, 298, 301, 352- 353, 363, 587, chiavaio 129, 332, 460, 513, cognato di Balduino da Staglieno, 69, guardia, 69, maestro muratore, 350, 512, sacrista di S. Lorenzo 411, 450, 456, 497, 51°, 5[4, 524, 525, 54r, 542. Bertolotto Beltramo e Giovanni 175. Beruto Guglielmo 499. Besano Guglielmo 100. Beta Adalasia, Ambrogio e Giovanni 394. Bezigia Giacomo 139. Bianco Alberto 29, 272, 273, Bernardo 382, Bonadonna 494, Gandolfo 30, Giovanni 76, 88, 272-274, Guglielmo 29, 272,494, Oberto 358, Ugo 30. Biavelo Giovanni 28. Bieio Guglielmo 6r. Binello Giovanni 565. Bisaccia Aiguina 425, Ardizzone 57, Baldoino 56, 425. Bisia Giovanni 455, Rapallo 87. Bisoto 474, 476. Blaco Guglielmo e Raimondo 549. Blancardo, drappiere, XVIII, Oberto 206· Blancheta, Blancheto e Brancheta Giovanni 167, 177, 256, 467, Guglielmo 429. Blazolo Enrico 102. Blazorio Ugo 92. Boasio Guglielmo 389. Bocabiada Giovanni 7, 1x9. Bocaordei Bernardo 240, Moruele 240. Bocario Pietro 137. Bocca Fioria 469, Guglielmo 469, Lanfranco 469, 479, Richelda 469. Boccaccio, ferraio, 501. Boccaccio Oberto 459, Simonc 516. Boccanegra Oberto 345. Bochetta Giovanni 168. Bochetto Giacomo 55, 56. Bocone 325. Bocone Deliana 557, Guglielmo 499, 557. Bocsella Giovanni 10, Marchesino 10. Bogeti Bonaventura 571. Boiachesio Giacomo 345. Boiario Arnaldo 24. 6i4 Indice onomastico Boiago Guglielmo 325, Lanfranco 225, Ugo 234. Bolanno Oberto r77, Rainaldo 177, 443. Bolerato Ogerio 515. Boleto Achilleo 103, Ansaldo 533, Alda 57, 60, 103, 276, Guglielmo 63, Matelda 96, Onorato 96. Bolo Daniele 231, Richelda 231. Bombello, padre di Nicolò, 353. Bombello Giacomo 329, Giovanni 484. Bomprando, lanaiolo, 573. Bonaccia Ugo 37, 57, 113, 159, 469. Bonaccorso 391, 394, notaio, 27Γ, tintore, 88, 370. Bonadonna, moglie di Giovanni, fornaio, 417, parente di Marchisio, macellaio, 325, vedova di Nicolò, macellaio, 325. Bonafede, ebreo in Pisa, XXXI. Bonaguia 195, Bonaora 397. Bonaventura 6, 19, 27, 30, 50, 55, 57, 61, 7°, 77» 93, 94. 98. i°7. 108, 109, ii8, I3t> 144. 145. 153. 166, 173, 202, 205, 210, 21Γ, 313, 214, 224, 232, 233, 235, 238, 252, 258, 261, 262, 273, 274, 282, 42°, 545. moglie di Grimaldo, ferraio, 355· Bonaventura Bonomense 460, 516, Come-sano 55. Giacomo 460, 516, 519, Giovanni 460, 516, Guglielmo 460, 516. Bonavia, calderaio, 283, 284. Bondie, barbiere, 463. Bonemane Oberto 108. Bonfante, macellaio, 307, 308, 384. Bonfante Fioria 459, Opizzo 459. Bongiovanni cfr. Buongiovanni. Boniardo Giovanni 526, 578. Bonico Ottone 385. Bonifacio 331, frate dei PP. Predicatori 75, monaco di S. Stefano 456. Bonifacio Oberto 15, 49, 52, 88, 99, 120, 127, 160, 203, 208, 209, 212, 213, 217, • 2i8> 22I> 432, 497. 502, 5°4. 505, 5°8. 522, 529, 535. 543. 55 r, 558, 569/577, 583, Ramaldo'432, 439, 441, 453, 457, 462, 476, 484, 493, 494, 502, 522, 551, 583. Bonifangelo Verde 52. Bonifredo Tommaso 24. Boninsegna 264, cappellano a S. Stefano, 418. Boni za 294. Bonizo, guardia, 25, 469. Bono cfr. Buono. Bonoanno 19. Bonomino n^. Bonoparente 88. Bonotomao Simone 36. Bonsignore, barilaio, 283, a86, fratello di Dolcetto, 52. Bontempo Guglielmo 497. Bonuomo, magister hgnaminis, 536, 545. Bonvassallo 166, 309, figlio di India, 230, guardia, 50, marito di Anguina 255» no_ taio, 61. Bonvicino Enrico 360, Rubaldo 240. Borbonino 283. Bordela 407. Bordino Rufino 269, 318. Bordono Giovanni 253, 545. ^ erde 253. Borgesio cfr. Borzese. Borgognone cfr. Borgognone. Borlasca Rollando 148. Bormio Ansaldo 173. Borsella Ansaldo 206. Borserio Filippo 450, 567, Marino 450, Si-bilia 358. Boscheria Giovanna 2to, Guglielmo 210. Bosco Fulco 184. Bosia Giovanni 555, Ugo r2i. Bosinello Stefano 42. Boso 143. Botaccio 217. Botario, monaco, ”45, 246, 404. Boterico Bartolomeo 469, Guisiana 469. Botei io Alberto 320. Botino Giovanni 48, 103, 337, 355> Guglielmo 450, 513, 535, Maria 510, Martino 510, Oberto 347. Bottaro Alda 469, Armanno 430, Botano 155, Giacoma 515, Giovanni 430, 515, Giulia 155, 156, Guirardo 469. Guglielmo 155, 469, luleta 155, 156, Ogerio 155, Ottone 340, Pasquale 469, Pietro 155, Provinciale 395, Rollando 430, Sibilia 469, Simone 155, 156, 163,267, Villano 94, Viviano 469. Bove Ugo 481. Bozone Giovanni 26, 27. Bozzo XXII. Bracelli Iacopo X. Braida Alberto 478, 557, Enrico 63, 501, 549/ 555· 557· Bramacarne 363, Lanfranco 36, 95, 106, 236, 366, 375, Stefania 36. Bramante Oberto 32. 309-316, 327. Indice onomastico 6rs Bresciano, notaio, 9, 56, 6r, 255,321,491. rsresio 169. Briquet G. Μ. χχχι. Brizzolara Giovanni VIII. Brodo Armanno 87, Brogio Oberto 206. Brolio Enrico 5a3)' Pictro 46l> 544. 1 ugna e Brina Filippo 79, 96, 145, i47, Kainaldo 79, 9q Brugna rio Ottone 245. ®runa 347, moglie di Pestello, 68. Brunicardo 66, 67. Bruno Giovanni 339, Pietro 54. mxabosco Giovanni 367, Oberto 367, Rubaldo 367, Valente 367. ruxcdo Adalasia 41, 51, 180, 239, Alda 585, Bonvassallo 585, Enrico 453, Fi lippo 568, Giovanni 568, Luchina 41, 51, '80, 239, Oberto 4 r, 51, Verde 568. Bnburcio Aidela 158, Giacomo 158, Si-inone 158. Bucuccio, calzolaio, ir3. Bucuccio Giacomo, 536, Giovanni 353, Guglielmo i39) a53i Nicolù 3g5| Simone 253· Budelo e Rutello Giacomo 540, 581. Butcrio Buongiovanni 230, Giovanna 230, Guglielmo 58, Merlo 93, Simone 58, 68, 378. Bulgaro Guglielmo 259, Marino 347. Buongiorno 95, Buongiovanni 75, 273, 274, 395, chierico d'Ila chiesa di Vairasca, 299, filatore, 522, 579, fi stello dcH'Ospedale di S. Stefano, *99, 243, 278, medico, 5Γ9, 520, 559, scriba, 258. Buongiovanni Rainaldo 569. Buono Adalasia 64, Adanina 27, Giovanni, 245, 356, Guido 107, 317, Ottone e 1 ietro 6o, Rollando 420, 573. Burbalia Guglielmo 493. Burga 236. Burgazio Anselmo 4, Oberto 4. Burgio Giovanni 65, 168. Burckhardt XV. Burlando Ansaldo 585. Burlelo Manegoldo 437, Rubaldo 437. Burone Conforto 443, Simone 499. Burso G.ovanni 352-353. Busario Giovanili 535. Buscarino, guardia, 481, 538. Buscarono Giovanni 22. Busco Guglielmo 561, Pietro 561. Busserio Ansaldo 449, Guglielmo 208. Bustarino 206. Buta Balduino 511. Buterio Guglielmo 68. Buxnasco Arinanno 503, Oberto 503, Riccio 503. Buzatelo 29, Giovanni 76, 272, 273. c Caballo cfr. Cavallo. Cabella Giovanni 493, Guglielmo 153, 190, 268, Simone 160, 470, 513, 568. Cabrata Giovanni 216. Cabuzano Cabuzano 27, Guido 555, Guirardo 27, Pietro 555, Sofia, 555. Caceta Giacomo 470, Martino 470. Cafaro Andrea 387, Guglielmo 472, Lanfranco 472, Nicolò 147, Siro 46, Ugo 105. Cagaroto Adalasia 187, 288, Baldoineto ■ 288, Balduino 26, 39, 59, 87, 152, 187, 224, 288, 289, 514, Guiberto 288, 443, 514, Marinctto 288, Marino 87, 152, 187, 288, 455, 456, Rodegerio 26, 187, 224. Cagnolo, Caiolio e Caiollo Adalasia 441, Roberto 256, Rollando 4, 34, 71, 83. 88. 171, 177, Rubaldo 440. Cagnennudo Giovanni 565, 566. Caiacia Giacomo 281, Guglielmo 444. Calcia Lanfranco 581. Caldera Ambrosio 196, 222, 451, Manfredo 196, 222, 517. Calderaio Giovanni 355, 372, 379, 391, Guglielmo 368, Manfredo 465, Oberto 441. Calderone Guglielmo 489, 522. Calegario Imelda 83, Ugo 83. Calia Rufino 253. Caligepalii Bonvassallo 162,245, 255,316, 360, 422, 429, 444, 463. 516, 542, 557, Guglielmo 493, Ido 32, 81, 96, 147, 207, 2ii, 213, 221. Calignano Guglielmo 134, 558. Calvino Lanfranco 170, Vassallo 352-353. Calvo Armanno 535, Giovanni 28, 88, 120, 533, Guglielmo 88, 533, Opizzo 28. Calzarubca Guglielmo 92, 354. Camaxencio Ottobono 501. Camaxinasca Enrico 557. Camilla Contcsia 319, Giovanna e Nubi-Ione 507, Simone 20,257, 554, 560, Tc-disio 20. Cainisolio Pictro 13. 6ι6 Indice onomastico i Campanario Federico 71, Oberto 343, Piacentino 390. Camparle Pietro 306, Vario 306. Campedello Campo 23. Campello Armanno 59, Avosto 97. Stefania 59. Campione Giacomo 467, 536, 552. Campis Oberto 160, Opizzo, Pietro e Stefano 62, Vassallo 489. Campo Bonvassallo 469, 565, Dondedeo 566, Druda 566, Pasquale 471, Vassallo 505, Ugo 309-313. Cainpofregoso Simone 341. Campoplano Alberto 462, Bonanata 462, Contessa 259, Donato 462, Margherita 259, Opizzo 259, Ottone 259. Canali Anselmo 145, 203, 519, Elena 473, Giovanni 473, Rubaldo 270. Canavanova Giacomina 49, Giovanni 48, 88, Ienuina 49, Richelda 49, 88. Canavario e Canevario Alberto 559, Giovanni 160, Ingo 160, Pietro 506. Cancellario, canonico di S. Margherita, 518. Cancelliere Ugo 385. Cane Atto e Bisaccia 33, Rubaldo 42. Canedelo Giovanni 383. Canefri Oberto 573, Ruffino 566, Stefano 74. 75. 199, 243. Canelis Giacomo 306. Caneto Rosso 138, 307, 482. Caneva Rubaldo 480. Capanera Simone 569. Capellaio Aimelina, Guglielmo e Mabi-lia 461. Capellerio Giovanni 398, 561, Rollando 343- 401, 573, 523· Capello Ansaldo 89, Giovanna 130, Giovanni 23, 121, 130, Martino 509, Oberto 473. 5°9. Riccia 89, Vincenzo 509. Capo di bue 94, 153. Capone 159. Cappa 19. Capra Guglielmo 499. Caput Angelli Giovanni 338, 344, 371. Caput ludei Enrico 166, Lamberto 468, Mabilia 468. Cara 59, moglie di Guglielmo Guercio, r43> 517· Carana Bonvassallo 504. Cararia Bonvassallo 34, 197, 239, 247, 259. Caravagio Lanfranco 500. Carbonaria Giovanni 65 493, 514, O-berto 27. Carbone Giovanni 165, 493. 5r4· Cardinale Enrico 469. Care Guglielmo 513. Carello Giovanni 56, Guglielmo 247. Carenzona 453. Carcseto Bernardo 12, Giacomo 12, Giovanni 5 c r. Careto 260. Carlaxario Andrea 577· Carlo Giovanni 468, Simonc 194. Carmandino Andrea 485. Carmangnario Giovanni, 76, 272, Guglielmo 372, 273. Canno Martino 492. Carnegia 325, Alberto 574» Merlo 463, Oberto 19. Carpano Simone 370. Cartagenia Ansuisio 493. Armanno 139. 443, 493, Mabilia 493, Ogerio 173. Cambio Giovanni 61, Giurardo 449. 4^7> 557· Caruncio Guglielmo 504. Carvo Armanno 492. Casa Giovanni 305. Casale 130, pellicciaio, 514. Casalcgio Giovanni 53 r. Casali Alberto 517, Anseimo 57, Balbo 330, Bernaldo 5c7, Gandolfo 8, 420, Giovanna 8, Giovanni 35®. Marino 8 420, Ogerio 511, Vassallo 276. Casanio e Casano Giovanni 4^7» Ra·" mondo 18. Casaregio Rollando 473. Casario cfr. Cassarlo. Casariva Oberto 567. Casavetula Giordano 505. Casella Alberto 380, Bonvassallo 5Ϊ2> Buongiovanni 586, Guglielmo 466. Casinis Guiberto r, Marchisio x, Rollando i. Casora Casino 51. Caspio Guirardo 444. Cassario Anseimo 56, Giacomo 226, 227, Giovanni 430, 508, Giulia 35, Guglielmo 106, 508, Marchesio 234 Moruello 35. Oberto 44, Pandolfo 35, [Pasquale 92, 137, 368. Settembre 137, Sibilia 35, Tommaso 35. Cassicio Pasquale 100. Cassina e Cassino Bartolomeo XI, 22, Bonvassallo 366, 488, Contessa 22, Giovanni 383. Marchesino XI, Ogerio 30. Cassinense Guglielmo IX, 144. Indice onomastico 617 Castagna Alda 45, Biagio 537, Enrico 377, Giacomo 571, Giovanni 547, Guglielmo 45, •"go 509, Ugo 94. Castagneto Oberto 379. Castagnola e Castaiola Giovanni 358, 428, Oberto 453. Castaldo 66, Ansaldo 453, 543. Castciono Giacomo 298. Castellana, moglie di Guglielmo, calzolaio, 382. Castellano, canonico di Tortona, 20, 249, 43'· Castelletto Genoardo 234, Guglielmo 509. Castello c Castro Alda 38, Ansaldo 177, Anselmo 357, 387, 516, Baracio 18, Corrado 18, 91, 270, 521, 573, David 520, Donato 519, Enrico 332, Guglielmo 71, ri®, 357, Giidia 118, Marchesio 38, 156, 449, Merlo 331, 380, 382, 520, 535, Merlone 520, 535, Oberto 115, 564, Opizzo 71, 357, Pietro 71, Pienovestito 97, Rogerio 106, Rosolino 97, Sergio 269, Simone 18, 393. 413,492, 505,521, Zaccaria 136, 369, 521. Casterno Beltramo 581. Casuptana Nubilono 493, Valente 493. Cavalargio Filippo 547, 559, 563, Lanfranco 396, 416, 495, 517. Cavalario Martino 350. Cavalcxi Erinegina 561. Cavalino Giovanni 455. Cavallo e Caballo Manfredo 371,529. Rubaldo 529. Cavana Guirardo 558, 559. Cavanario Alberto 440. Cavarasa Bernardo 160. Cavario Ambrogio 62. Cavarnio Guglielmo 400. Cavarunco Cavarunco 446, Filippo 125, Ginata 345, 444, Guglielmo 135, Millo 446, Oberto 419. Cavaturta Alavenna e Giovanni 460. Cavazza Guglielmo 569. Cavezario Rubaldo [99. Cavodaso Peregrina 339, Rubaldo 339. Cazo Enrico 94, Giunta 77, Guglielmo 77, Venturina 77. Cazollo Manfredo 435. Ccba 56. Cccc 217, 496, Bonsignorc 442. Celebrino Adalasia 474, Giovanni 443, Martorina 474, Matclda 442. Cella Accorso 306, Baiamonte 306, Già coma 515, Nicolò 210, 21 r, Oliviero 515, Pietro 395. Celsa Balduino 248, 376, 518. Cenerelo Giovanni 274. Ccnsarino Gandolfo e Guglielmo 467. Ceponeo Giovanni 82. Cepnlla Ansaldo 149, Cicala 149, Cortesino 149, Rubaldo 149. Cerasco Falco e Pietro 96. Ccrbino Mabilia e Redulfo 67. Ceredo Oberto i6r, 163, 307, 499. Ceresola Oberto 573. Cerexario Vassallo 96. Ceriolo Alda e Guglielmo 96. Cerrea Rollando 405, 407. Cerreto Ambrosio e Giovanni 87, Stefano 59, Rubaldo 87. Cerro Aidelina 423, Corrado 527, Don-dedeo 57, Giacomo 527, Guglielmo 57, Guiberto 426, Rogerio 57. Chiarello Tommaso 232. Chiavarezza Guglielmo 76, 569. Cicala Ansaldo 513, 526, 569, Cicala 32, 372, Giovanna 454, Lanfranco 32, Marino 454. Cichero e Plecherio Giovanni 322. Ciliobianco 378, Ottone 331. Cintraco Filippo 499. Cipriano 108, 139, 176. Cirigarda 353-353. Cirino Giovanni 33. Clapa Gaialdo 1, Giordano 336, Guglielmo 484. Lanfranco 484, Marengo 326, Oberto 484. Clapara Gazio 492. Clapcto Ansaldo 582, Giovanni 423, Gu glielmo 569. Clarela Giovanna 552. Claro,' padre di Clareta, 530. Claviaga e Claviago Muto 382, 383. Clavonerio Bartolomeo 163, Guglielmo 150, Merlo 163. Clerico Alberto 44. 86, Amarico 470, Anseimo 86, Benincasa 86, Dolce 321, Giacomina 86, Giovanni 55, Guglielmo 187, 240, 295, 317, 321, Lanfranco 6, Montanaria 86, Nicolò 264, Oberto 25, 470, Simona 86. Virdilia 55. Coardo Alberto 478, Guglielmo 478. Cogna Pietro 95. Coiono Guido 33. Cola Giovanni 482. Coleto Ottone 323. V 6iS Indice onomastico Colla Giovanni 403. Collia Giovanni 505. Colombo Guglielmo 05, 66. 331, 567, Si mona 567. Coinexano 159 384, Guglielmo 480. Coneuario Bernardo 296, Giovanni 29Ó. Conforto 15, Conforto 388, Dato 388. Constancio Sardo 96. Contardo Enrico 454, 461, Pietro 101, Simone 435. Conte Enrico 246, Guirardo 179, Ottone 255, Pietro 242, Porpora 255, Rubaldo 72. Contessa 47, 255, moglie di lofredo, 62. Coperio Martino 346. Coporaria Laborante 241. Corasio Dibono 240, Rollando 160, 240. Corbello 132, Giovanni 16, 17. Corboia e Corbogna Tebaldo 471, 480, 566. Corderio Guglielmo 382. Cureria Martino 268. Corizora Giovanni 478. Comaleto Oberto 344.- Comasca Ugo 42, 161. Comeguario Giovanni 43, Settembrino 43. Cornelio Lanfranco 583. Corolo e Cororio cfr. Queirolo. Coronario Giacomo 450. Corradi Alfonso XX. Corrado, prete di S. Nazaro, 73, 450, 500. 503. prevosto di S. Nazaro, 191, 247, 459, 500. 5°3- Corrado Gio. Negro 270. .Corregiario Giovanni 489. Correrlo Giovanni 475. Corsi, Corsio c Corso Anna ed Ansaldo 3S8. Giovanni IX, 366, 372, 383. Guglielmo 316, Landolfo 203, 204, Lanfranco 335. Cortese, padre di Agnina, 139. Cortese Giovanni 557. Vivaldo 428, 431. Cortino Maiiio 497. Corvo Adalasia 439, Rubaldo 438. Cosicano Gandolfo 9. Costa Alterto 367, Andrea 402, Armanno 78, Aprile 175, Barello 367, Bartolomeo 93, 205. 211, 214, 233. 580. Buongio-vanni 493, Divizia 497, Enrico 427. Giovanni 305, Guglielmo 316. Marchesio 341. Merlo 497. Ogerio 90, 491, Rico-bono 493. Rollando 107, 17;, Ugo 14, 32, Vivaldo 497. Costama^sriore Andrea e Giovanni 116. Costamagna Musso 197, 529· Costanzo, marito di Belriso, 134, 370, 568. Costato Cuglielmo 77. Cotta Rainerio 316. Craia Vivaldo 177. Crassa Guglielmo 260. Crasso Pietro 445. Crespa Ogerio 169. Cresperio Pietro 308. Cresto Balduino iót. Crispino Bonvassallo 94, Guglielmo 45. Cristo Giovanna 115, Giovannni 115. Crivelo Azone 499, Oberto 462, 578. Croce e Cruce Amodeo 569, Enrico 454, Giacomo 454, Guglielmo 170, 334, Lusio 108, 305, Marco 157, Oberto 203, 223, 3°5< 577, Ottobono 94, 202, 203, 361, 262, 29Γ, 308, Ugo 24. Crosa e Croso Giovanni 417, 555, 5^3» Giulia 417, Iacoba 417. Croseto 99. Crosigia Gandolfo e Torgna 197· Croto Anomato 71, 121, 159· 296. 474-Crucelegia Raspito 454. Cuiada Pietro 30. Cultura Guercio 454. Culpa Guglielmo 323. Cunizo Aimelina, Bonifacio. Druda, Lu-chetto e Michele 337. Cuparo Bonavia 476, Simone 476. Curerio Stefano 237. Curia Archerio 471, Giovanni 471, Lanfranco XXVI, Martino 471, Oberto 97, Pagano 216, 376. Curleto Clareta 530, Giovanni 530. Curtccremona Alberico e Giovanna 473-Curto Guglielmo 107. D Dal fino, sarto, 385, sindaco del monastero del Tiglieto, 524. Dalmazzo 18, 77. Dalmazzo Marchesio 367, Damasco 67. Damiano, monaco, 40. 328. Dandala Anseimo, 32, Simone 510. Daniele, abate di S. Siro, 191, 247. Daniele Guglielmo 481, 497. Datilo Amigone 161. David, barbiere, 143. Decia Armauno 322. Denario 415, Giovanni 382. Indice onomastico 619 Dentice Enrico 321, 500. Desimoni Cornelio XXX'. Detesalve Nicolò 201, 203, 219. Dexedata 71. Diano Oberto IX. Dibono, padre di Rollando 230, 231. Dodo Filippo 78. 88. Dolcetto, fratello di Bonsignore, 52. Dolio Giacomo 76. Dolzorina 57. Domenico, pellicciaio, 242. Domingo, interprete, 15, 6r, 86, 93, 100, •31, *59. 181, 197, I98, 2t2, 213, 232, 252,301. Domo Ansaldo 101, 102, 207-209, 215, Barbara 207, 208, 215, Bonvassallo 147, 175, 212, 418, 493, 505, Rainaldo 94, Vivaldo ri8, 246. Domomerlata Luchiua ed Oberto 162, Octa 52. Donato, marito di Sofia, 393. Donato Oberto 54 4i Pastorello 197. Dondedeo 43, 151,canonico di S. Lorenzo e di Bergamo 3, 134-136. «S8· *64. 513· 535, 554, 587, chierico di S. Lorenzo 485, maestro muratore 544, 551, speziale XXVI, 73< tagliatore 87, 117, 138, 147, 305, 32 Dondedeo Botifante 256. Rondino, figlio del fu Dondedeo, XXVI. Dordoio Oberto 482. Doria Andrea 512, Andrea, iuniore, XV, Bottario 369, Daniele 51α, 520, Enrico 485, 5°7. Enrico, monaco, 507, Giacomo i6t, Giovanna 507. Guglielmo 485, 507, I-anfranco 507, Manuele 9t 485, 521, Montanaro 45, 499, Nicolò 71, 76, Oberto 359. 485. Perei va Ile XII, 565, Pietrina 520, Pietro i6t, 485, Sigembaldo 499. Drago Bettolio e Giovanni 304. Drago Bonvassallo 334. Federico 334, Guglielmo 162, 348. Ijunbcrto 5, 308, 33£. Durante, prete, 36, 430, 4-42- Durevero, marito di Mabilia, 408. E Ecclesia Albertino 353. Ecclesianova Balbo 537. Egidio 225, 228. Elefante Marchisio 94, 119. 196, 381,286, 317. 420. 45 r, 517, 519, 520. Elia Giacomo 393, 422, 535, Guirardo, 96, 422, Ogerio 22. Elione 404. Embriaco Guglielmo 454, 540, Sibilia 540. Embrone Giacomo 424. En..., prete di Savona, 298. Enrichetto 80. Enrico 6r, 305, arcidiacono di Savona, 298. barilaio 253. calzolaio, 454, coltellinaio, 536, drappiere, 505, ferraio. 236, 366, 487, 489, fratello di Ogerio, 65, 66, guardia, 239, 235, 400, monaco di S. Bar, tolomeo del Fossato, 544, monaco di S. Siro, 336. monaco di S. Stefano, 456, 458, notaio, 31, 273, pellicciaio 520, scriba, 509, scudaio, 283, tessitore 17. Enriguozio Guglielmo 89. Enurardo Giovanni 109, 186. Equale Giovanni 89, Ι2Γ. ; Eremita Matteo 464. Ermegina 8j, nipote di Mabilia, 445. Ermelina, moglie di Astolfo, 453. serva 330. Ermenerio Giovanni e Guirardo 427. F Fabrica Guglielmo 494, Oberto 287. Facio pescatore, 95. Facto Pietribono 173. Falabanda Giacomo 155-Falexano Oberto 372, Rainerio 529. Fambra Martino 388 Fantibus Nicolò 157. Fantina Bonavia 497, 525. « - Faraverio Simone 345-Fari Amico 518. Partano Guglielmo t· Fasolis Guirardo 25, 68, 561. Fava Alberto 91, Armanno 90. Favaie Giacomo 566, Marchesio 486. Faverio Castellano 90· Faxalata Richelda 432. Faxi Oberto 499-Faxibus Giovanni 57®* Felegario Simone 502. Felegerio Ansaldo 4°/· Feleto e Fereto 436, Alberto 2S7, Bonaventura e Giacoma 457, Giovanni 457, 483. Oberto 50;, Yìrdilia 457. Feno Guglielmo 293, 296, 305-307, 309, 320, 332. 323. 325-ϊ17, 330-332, 337-339, 343· 347, 31®, 35°, 35*. 356, 35®, 620 Indice onomastico 362-364, 367, 368, 370-375, 377, 379, 380, 382-388, 390-399, 405, 420-472, 426, 428, 429, 431, 432, 434, 435, 437- 439. 442, 443. 447-452, 454, 456, 457, 459. 461-474 . 476, 477. 481-484, 487, 489-529. 533, 333. 535. 537 . 539-555, 558-585. Fenugio Giovanna e Guglielmo 55. Fcrizollo Vino XXXI. Ferrario, calzolaio, 356. Ferrario e Ferrari Ainulina 120, Alberto 494, Amico 498, 499, Andrea 489, Anselmo 333, 462, Ardizzone ni, 138, aio, 252, 279, 363, Armanno 82, Baldizzone 70, 145, 482, Bartolomeo 498, 499, Berta 470, Bertolotto 583, Blancardo 87, Bonaventura 297, 375, Buongiovanni 24, Divida 212, Dolce 429, Durante 430, Enrico 6, 29, 82, 236, Ermellina 79, Fioria 120, Giacomina 480, Giovanna 460, 479, Giovanni 23, 42, 81, 213. 240, 265, Giulia 494, Grimaldo 6, 30, 50, 297, 331, 347. 355. Guglielma 79, Guglielmo XVI, 38. 49, 93. 139. 327. 375. 390, 39*. 465, 479, 497. 503. Guido 462, Guirardo 79, 8i, 120, 173, 375, 470, Guisla 265, Lombardo 363, 493, Marchisìa 24, Martino 79, Michele 430, Musso 210, 220, 507, Nicolò 70, 96, 160, 207, 251, 256, 366, 368, 429, 474, 519, Oberto 24, 62, 81, 84, 93, 216, 333, 367, 397, 438-440, 484, Ogerio 484, Opizzo 390, 391, Ottone 87, Pietro 112, 167, 168, 197,329, Riccio 140, Rollanda 418, 465, Sibilia 24, 120, Si-inone 477, Ugo 145, 212, 214, 215, 494, Vassallo 460, 519, Verde 439, Vivaldo 440, 474- Ferrerio Pietro 253. Ferretto Arturo XI, XXIII. Fieschi Vili, Alberto 554, Ambrogio 4*4, Andrea 464, Contessa 554, Opizzo 554. Tedisio 257, 464, 554. Figallo e Figali Alda 36, Giovanni 320, Maria 347. Figari e Figario Adalasia 169, Aimelina T34- Guglielmo 497, Montanaria 86, Oliverio 86, 87, Ugo 169. Figarolio e Figarorio Alberto 322, Guglielmo 90. Filalana Alberto 353. Filippo, canonico di S. Maria delle Vigne, 79. converso dell'ospedale di Morigallo, 8, ferrator, 350, figlio di Rainaldo, cal- zolaio, 582, prete, 69, servo del magiscola 437. 476. Filippo Lanfranco 552. Fìlunzo Caracosa 1, Gaialdo 8, Guglielmo 1. Fioria, moglie di Giorgio. 281, moglie di Vivaldo, 322, sorella di Donolla, 5*7· Fiorimonda, monaca, 526. Fondola Giacoma 461, Giovanni 454, 461, 582, Guglielmo 461, Oberto 461, 580. Fontana 264, Alda 34, Andruccio 33[. Anselmo 55, 140, 160, 279, 281, 451. Baldoino 350, Giovanni 28, Guglielmo 547, 548, Guido 87, Nicolò 14, 34- Perleta 26, Rubaldo 26, Simone 547, Vassallo 87, Vivolo 331. Fontananova Leona 146, Rubaldo 146. Fontanella Dolce fo, 6r, Giovanni 287, Meliore 60, 61, Ogerio 172, Vassallo 60, 6r. Fontanellis Giovanni 270, Rubaldo 270. Foppiano Enrico 95, Giovanni 95, Luchi-na 95. Forenzardo Ansaldo 206. Forma Ai selmo 31. Formaggio Alberto 54. Formanesio, prevosto di Pavia, 396· Fornaca Aimelina 210, Giovanni 210, Gu glielmo 210. Fornace Alda 370, Bertolotto 370. Fornari e Fornario 30, 116, 145, 23r· Alberto 7, Alda 51, Anguina 253, Ansaldo 253, Baldizzone3r, 36, ιι&· 205,230, 317, 328, 369, 371, 398, 453, Baldoino 398, Bartolomeo XVI, Bonfante 427. >ia corno 87, Giordano 37, Giovanni 2Γ4, 253, 254. 394- 425, 436- Guglielmo 98, TOl, 120, 147, 157, 221. 225, 327, 423· 50Γ, Lamberto 394, 425, Lanfranco 409, Lantelmo 5,9, Martino 216, 398, Michele 116, 138, Montanaro 492. Nicolò 103, 116, 145. 208, Oborto 51, 294, 295, Rubaldo 199, 200, 277, 278, Simona 427, Simone 125, 462, Tommaso 2, 25, Ugo 144, MS, 147, 203 204; 215, 221. Forte Bonadonna e Giovanni 417. Fortunati Bartolomeo 33. Fossato Adelasia 22, Bucuccio 22, Guglielmo 70. Francello 386. Francisco Giovanni 225, Guglielmo 65. Frandino Giovanni 326. Frascario Giordano,Guibertoe \ irideta 207, Frassaiara e Frassagraria Guglielmo 34, 572, 582. Indice onomastico V 621 Frealdo Giovanni 478, Pietro 478. Fregoso Tommaso XXIII. Frescura Rollando 428. Irexia Alberto, Argibaldo e Bordella 328. Fricadente Giovanni 477. Froiuio Guglielmo 506. Frorana Giovanni e Stefano 374. Froreto 445. Fi ugone 33, Giovanni 24. Frumofrigido Nicolò 434. Iuleo, calzolaio, iai, canonico di Rovegno, 242, ferraio 575, guardia 32. 106, 363, tornitore 297, 547, pescatore 81, 239, vescovo di Pavia, XIII, 539. Furno Amico 295, 3^ Anoelc 499, Giovanni 295, 3J7i gaTi ^97_ Guirardo 295, Noelo 344. luscardi Germano e Guglielmo 570.· Fusco Fortunato, 33. G Gaialdino, nipote di maestro Ugo, canonico, 473, 478, 494, 526, 534. Gaialdo, 396, fratello di maestro Ugo. 29. Gaiano Bernardo 31, Guglielmo 31. Gaieta, madre di Plascvcra, 64. (■aitano e Gaetano Giovanni 266, 267, Lanfranco 546. Galasino, nipote dclPArciprcte di Lavagna. 439· Galasio 522, Filippo 372. Galicia Giovanni 156, 162, 180, 562. Galla Nicolò 377. Gallca Adalasia 217. Galletta Ansaldo 61, Marino 567, Ottone 281. Gallo Adalasia 23, 334, Anfosso 377. Benvenuta 582, Giacomo 481, Giovanni 483, Gualtiero 469, Guglielmo 63, 361, 372, 38°. 432, 456, 535, Marchesio 582, Role-rio 199, Rubaldo 199, Simone 483, 581, Vassallo 15 23, 24, 315, 334. 483. 557-Gambacurta Pietro 566. Gambaldo Adalasia e Gandolfo 53. Gambarclli Ansaldo, Giacoma e Montana-ria 144, 203. Gambedicane Arnaldo 206. Gambedipccora Armanno 82. Gambone Giovanni 293. Gandolfo, canonico di S. Giorgio, 188, aio, 466, chierico di Breccanecca, 554. ^or" maggiaio, 462, 578, marito di Aidela, 105, ministro della chiesa di Veltri, 44, mugnaio, 95, prete di S. Nazaro di Alba ro, 87, 328. Gandolfo Arduino 519, Oberto 505, 548. Garaventa Castellana 128, Oliverio 128. Ugo 298, 367. Garberio Vassallo 510. Gareto Ottobono 147, Pietro 147, 214. Garibaldi e Garibaldo Benvenuta 563, Bor-dcla 29, 52, Carlo Vili, IX, Giovanni 563, Giusta 118, Guirardo 118, Marchesio 30, 52, Martino 29, 52, Ugo 41. Garino, pellicciaio, 393. Garsancto Guglielmo 578. Garsione Ogerio e Rollando 169. Gaselmo Enrico 527. Gaterio 63, Bonicio 182, Gatignolio Bertolotto 239. Gatignosa Bertoso 138· Gattilusio Ansaldo 345. Gatto Giovanni 6, 90, 338, 579* Guglielmo 372, Rainaldo 577. Cauterio Pietro 335. Gazano 326, Simone 131, 132· Gazaro 12. Gazo Guglielmo 511· Gerardo, maestro, 519, notaio, 271. Gerbaldo e Girbaldo Guglielmo 92, 108, 325, 460· 5n> 512· Gerbino Guglielmo, Ido, Mabilia e Rodolfo 454· Germana, moglie di Ottone, 385, 389, 401, Gerundio Enrico 495. Ghiglini Ottone XII. Ghisolfo, converso della pieve di S. Albano, 517· Giacoma 15, consorella dell'ospedale di Morigallo, 8, 47, figlia di Servidco, t55. moglie di Pasquale, 409, moglie di Ruffino de S. Ambrosio, 295, nuora di Stc fania de Cappello, 59, sposa di Giovanni, tessitore, 338, 418. Giacomino 83, figlio di Omodeo, 34, nipote di Giovanni de Crosa, 417. Giacomo 68, 260, 558, 574, abate di S. Maria de Perogallo, 12, arciprete di S. Siro di Struppa, 536, barilaio, 539, calzolaio 306, canonico della Pieve di Sestn Levante, 391, 54^, 5^7, chierico di S. Andrea della Porta, 563, chierico di S. Salvatore di Sarzano, 364. 365, 4 «9. 578, ,87 coltellinaio,! 221, del mercato del grano, 448, Catello di Arnoboldo, 81, 622 Indice onomastico giudice, 269, macellaio, 422, maestro d'ascia, 309, 487, 550, medico, 338, 366, monaco, 12, 125, 132, 151, penitenziere del Pontefice. 364, 365, 455, prete, 63^ 90. 242, prete di S. Biagio di Polccvera, 373, prevosto di S. Giorgio, 466, rettore di S. Martino di Paravanico, 270, rettore di S. Quirico di Polccvera. 209-scriba, 33, sindaco del monastero di Latronorio, 302, 303, sottocustode di S. Lorenzo, 26, 103. Giardineta, consorella dell'ospedale di Morigallo, 8. Gilberto, servo, 457, 459, 498. 450, 541, 562. Gilio 173, lanaiuolo, 558, tonditore di bol-drùi.i, 36. Giliomo Gilioaia, Rubaldo, Segnorile e Si-bilia 458. Gimbo 254. Berisia 427, Giovanni 445. Si-mone -252, 427. Ginata, abitante al Bisagno, 564. Ginata Ginata 62. 446, Guglielmo 62. Gioffredo cfr. Iofredo. Giordano, focolarius, 428. Giorgio 172, 281. Giovanna 86, cognata di Marcliisio Elefante, 3Γ7, figlia di Resonato, 74, 75. 199, figlia di Vassallo, fer.aio, 385, 505, moglie di Bartolomeo, 178, moglie di Dondedeo, tagl atore, 306. 321, 11 o^lic di Morando, 147, 159, 166, moglie di Oberto, calzolaio, 427, 498, moglie di Settembre, 3(2, nipote di Benincasa, 29, nipote di Settembre 342. Giovanni, abitante al mercato 444, abitante a S. Maria Maddalena, 372, ajaclator, 104, arcidiacono e canonico d S. Lorenzo, e prevosto di S. Maria di Castello, 3, 8, 10-13. 26, 32, 47, 50, 63, 134, 136, 140, 141, 158, 164, 187, 189, i9I. I93- 209, 215. 224, 244. 247, 248, 255, 257. 263, 265, 283, 284, 361, 363, 377, 392, 404. 457. 459- -462, 466. 479, 494, 5°3. 534. 535. cfr. Cogorno; arciprete di Bargagli. 561, arciprete di Recco, 455, arciprete di Sampierdarena, 249, arciprete di Sestri Levante, 46, 72, 117, 173, 176, 190, 235, 248, 287. barilaio 460, battifolio, 459, 492, bottaio 430, calafatto, ior, calderaio, 51, 113, 121, 295, 323, calzolaio, 117, 169, 427, 428, canonico di Framura, 471, canonico di S. Donato, 139, 247, 385, 459, 550, cappellano dell’ospedale di Morigallo, 47, chiavaio, 65, 367, 443, 508, 509, 530. 545. chierico 7, 113, 114, chierico di Bobbio, 69, 404, chierico di S. Ambrogio di l· egino 563, chierico di S. Nazaro, 459. coltellinaio, 334, cuoco 456, drappiere, 395, 546, fer-^ raio 23, figlio di Guglielmo 519, figlio di Lanfranco, drappiere, 426, figlio di Ogerio, 42, formaggiaio 372, 379, 424, 481, 492, 547, fratello dell ospedale di Morigallo, 8, 47, fratello di Arnulfo, 421, fratello di Guiterino, 37, fratello di Pia-severa, 64, genero di Martino Picino, 252, guardia, 326, 343, 422, 423, macellaio 64, 368, 514, maestro, 370, maestro a S. Tommaso, 535, maestro muratore, 433. 516, marchese di Gavi, 170, marito di Alegra, 370, medico in Acri, 309, monaco di S. Maria di Perogallo, 12, prete, 8, prete dell'ospedale ili S. Lazaro, 44, prete di S. Maria Maddalena. 1^9. 223, prete di S. Nazaro‘432, priore di S. Gio-Battista di Pavcrano 194, priore di S. Maria del Taro, 548, priore di S. Pictro di Savignone, 304, priore di S. Stefano, 16. 81, 125, 133. 157, 163, 225-229, 236, 411, 415, prevosto di S. Pictro della Porta, 184, 191, 352, prevosto di S. Stefano di Rapallo, 437 562, rettore della chicca di Agio, 419, rettore della chiesa di Fumerri nò, 338, della chiesa di S. Martino dei Monti, 248, rettore della chiesa di S. Sisto. 48, rettore delle chiese di Tasso e Tolccto, 390. sarto, 562, scriba, 3, 10, 20, 93, 121, scudaio, 501, sensale, 312, servo, 8i, 93, 122, 295, 562, spadaio, 499, *21, 584, tessitore, 55 65, 238, tintore 129, 246, 250, 542, 55 tornitore, 179, 430, 536, zio del rettore della chiesa di'Brasile, 478. Giovanni Oliverio 85. Giovannino 199, barbiere, 480, figlio della fu Giovanna, 468, figlio di Lanfranco, drappiere, 445, nipote di Giovanni de Casano, 467. Giovo cfr. Iugo. Giudice Bartolomeo 577, Lanfranco 435, Nicolò 577, Obei to 485, Otto.ic, 485, Raimondo 485, Valentino . 35. Giugno, tornitore, 350. Giulia, monaca di S. Andrea della Porta 174, nuora di Ogerio Pane, 174- Indice onomastico 623 Giuliano 409-410. Giulietta, suocera di Beltramo Astaguer-ra, 74. Giunta 94, barilaio 546. Glarolio 574, Alda 553, Ingo 553. Gleogerio, prevosto di Savona, 298. Godale 564. Godio Vivaldo 34, 88. Gorino Giovanni 241, 243. Gorsado Stefano 428. Gosmario 236. Gota Pietro 33. Gotoerio Galla 319, Oberto 341. Granara l· ulco 373, 393i Giovanni 331, 373, 393. Ugo 23, 69, 71, 157, 167, 238 Grancio Lanfranco 44·;. Grasso Bertolotto 371, 376, Giacoma 27, Giacomo 33, Giovanni 33, 198, 352-353, 3^3? Guglielinetta 198, Guglielmo 16, 27, 48· 152. Guirardo 3263-27, Mabilia 48, Oberto 6, 4Γ, 237, 326, 376, 474, Pie-tro 269, 318. 445, Ugo 334, 354. Gratirio Guglielmo 548. Grego Giordano 508, Maria, 508. Gregorio IX, pontefice, XII, monaco di S. Stefano, 411, 558, speziale, XIX. Gregorio Bernardo 136, Giovanni 200, 202, 219. Guglielmo rot, 109, 153, 155, 171, 184, 208, 215, 252, 279, 372, 380, 577. Grillacio Altadonna 562, Guglielmo 222, 562. Grillo 239, Alberto 500, Andrea 526, Ar· inanno 468, Guglielmo 577, Nicolò 437, Oddone 366, Stefano 459. Grilloto Giovanni 392, 551, Guglielmo 392, 551· (■rimaldo 45, 325, Oberto 44. Grocolo Giovanna c Giovanni 78, Guintc-rino 88, Marchesio 79, Nicolò 78, Oberto 78, 88, Richelda 78, Sifcilina 78. Grondona Giovanni 49. Grossa Rainaldo 456. Grosso Giovanna e Giovanni 178. Grugino Giacomo 400, Vassallo 319, 329, 339. 400, 494, 498. Gruia Alda 165. Guafredo 67, lanaiuolo, 338. Guaitano Leo 42. Gualandrio, tornitore, 362. Gualfrcdo, rettore della chiesa di Marca-rolo, 386. Guaraco 422, 566, marito di Alda, 99. Guaraco Guglielmo 552. Guaragnino 41. Guarnerio 23, 24, giudice, 99, 102, maestro muratore, 109, scudaio, 564. Guarnerio Guido 102. Guasco Guglieimo 167, 168, Simona 167, 168. Gustavino Adalasia 24, Buongiovanni 24, 207, Romana 24. Guercio Alberto 563, Baldovino 120, 375, 379, 520, Cara 5x7, Enrico 44, Giovanni il, 383, Guglielmo 52, 120, 131, 145, 221, 239, 250, 335, 427, 517, 520, 557, Ingo 210, Mildona 528, Oberto 528, O-pizzo 122, 481, 501, 535, 542, 573, Origo 130, Rubaldo 63. 70, 138, 207, 280, 457, Vassallo 160, 165. Guerra Guglielmo 459. Guezo Biagio e Girardo 33, Guglielmo 58. Guglielmo 94, 261, 262. Guglielmo 77, 86, 133, arciprete di Sam-pierdarena, 117, barilaio, 322, battifolio, 277, berrettaio 198, calderaio, 198, 223, 255. 385, calzolaio, 47, 143. 337. 382, 461, canonico cassinense 269, canonico della Pieve di Bavari, 73, canonico della Pieve di Torre Uzzone, 302, canonico della chiesa di Verona, 513, 554, della chiesa di S. Ambrogio, 131, 266, 453, 460, 521. 536, 563. di S- Donato, 184, 550, di S. Giorgio, 193, 194, 326, di S. Lorenzo, 263, 302, 376, di S. Maria delle Vigne, 3:6, 403, 500, di S. Maria di Castello, 7, 9, 10, di S. Pietro della Porta, 448, cappellano di S. Andrea della Porta, 174» 235· 399* 5C4» di S. Sisto, 103, 244, 245, 257, 530, di S. Stefano, 132, 176, 240, 318, di S. Vittore, 189, cassaio, 366, 435, 440, 449, 450, 468, 508, 519, chierico, 48, di S. Ilario, 146, di S. Nazaro, 395, 5°3 console di S. Tommaso, 365, cuoco a S. Ambrogio, 463, 470, 499, 538, 563, custode di S. Ambrogio, 453, 460, 47°. 478. 480, 536, 538, 575. custode di S. Lorenzo, 499, drappiere, 9, 84, figlio di Alda, 39, 4°. fig*io di Americo, 18, figlio di Rubaldo, 282, formaggiaio, 76, 187, 372, 399. fiatello di Alberto, custode di S. Lorenzo, 560, fratello di Arnoboldo, 81, fratello di Piasevera, 64, guardia, 4, 8, 66, 68, 317, 331. 45°. 471. 473. 495. 498, 556, gwrdia del1' °Pera-di S. Lorenzo, 501, juponerius, 450. 624 Imlice onomastico macellaio, 515, maestro, 324, massaro dell’Arcivescovo, 363, 4Ó0, 543, 557,· 578, massaro dì S. Maria di Castello, 136, medico, 335, 355, 4x7, 5x9, ministro della chiesa di S. Croce, 19«^ monaco di S. Siro, 396, monaco dì S/Stefano, 225, 456, 457, nipote di Giardina da S. Lorenzo, 80, notaio, 549, pellicciaio, 51, 68, 415, 515, 557, prete di S. Stefano, 528, 529, prevosto di S. Cosiino, 450, 475, rettore di S. Marcellino, 49, sacrista di S. Lorenzo, 87, 131, 201, 2x4. 219, 240, 248, 373, sarto, 333, scudaio, 82, 502, senator, 459. tintore. 88. Guiberto 61,333,chierico di Marcarolo, 386. Guiberto Giovanni 63, 97, Stefano 63. Guideto, cognato di Ottolino, 237, nipote di prete Guido, 580, servo, 46, 330,336. Guido, canonico di Castello, 135, 148,447, 476, 494. 503, 5t4. 534, 531. 532> 534, 535, 541, cappellano di S. Siro, 254, ferraio, 462, fratello di Bcrnarda Liga-lupo, 405, guardia, 169, marchese di Gavi, 170, pellicciaio, 183, 229, 264, prete, 89, 90, 453, rettore di S. Torpete, 580, servo di Sigembaldo da Novara, 439. Guidobono, nota:o, 96. Guidone Iacobo 66, 67, Marino 467. Guidoto 262. Guifredo 476. Giulienzone, padre di Rubaldo, 443. Guiono Arduino e Giovanni 54, Guglielmo 353> 353· Guirardino 476. Guirardo 27, 45, 120, 260, abate del monastero di Cella, 443, arciprete di Nervi, 38, 146, 153, 259, calzolaio, 198, confector, 228, converso di S. Maria di Castello, 136, maestro, 70, ministro dell’ospedale di S. Stefano, 243, 277, notaio, 145, prete di S. Maria del Monte, 85, rettore di S. Pietio di Noli, ixa. Guiso Giovanna 84, Giovanni, 14, 84, 510, Guglielmo 510. Guiterino. fratello di Giovanni, 37. Guito, macellaio, 474. Guxolo Ansaldo 536. I lama Giovanni 233. Iandino Giovanni 170. Iantarame 11, 34, 356, 371, 398· lanuardo, padre di Opizzo, 163. Ianuario Bartolomeo 37, Marino 564, Si-mone 564. Ianuense, drappiere, 317· lanuino, figlio di Maria, 569, maestro 519. Iarelo Tommaso 124, 129, 214. laritore Bonvassallo 277. Iarmondo Alberto 323. Iarollo Ingo 243. lavario Arnaldo 108, 305, Baldo 57, Bartolomeo xo8, Guglielmo 305, Martino 92. Idi Bertorello, Bonanno e Guglielmo 87, Ogerino 88. Idone 28, macellaio, 8r, 516. Ilice Ugo 338. I incida 7, 294. Imperiale Alberto 503, Cesare XII, Gian Vincenzo XII. India, padre di Bonvassallo, 230. Infante Ansaldo 394, Lanfranco canonico, 393, Nicolò^ 167. Ingo 39, formaggiaio, 78, monaco, 45. Innocenzo, notaio, 20. loco Oberto 121. Iofredo 64, 199, maestro muratore, 400. Iofredo Merlo-585. Verde 5®5· Iosbcrto, figlio di Maria, 294. Iosbcrto Giovanni 311, 566, Mabilina 560. Ioza Martino 37, Salvo 260. Isabella 153, 165, sorella di Alda, 131. Isacurte Guglielmo 355, 563. Iscmbardo, porpora io, 192. Isembardo Giacomo, 441. Ismaele Oberto 221, Trencherio 500. Isnardo 109. Isola Enrico -io, 382, 383, 387, 400, 573, Fioria e Giacomo 252, Giovanni 345, Guglielmo 511, Ottone 515. Itaria Rubaldo 196. lugo Guglielmo 3r, 119, 541, 5^°, 5^9i RichelJa ix6, Ugo 119. Iulicta, badessa di S. Pietro di Mezema, 315· lurgia 585. Iusorio Marino 580. L Lageto e Laieto Alberto in, 551, 5*9, Altadonna 210, Iudicino ili, Lanfranco 210, Oberto 522, Pasquale e Rollando in, Vassallo ixr, 210, 551, Viviano 2x8. Ìndice onomastico 625 Lamberti Bartolomeo 377, 393, 433, 434, 477, 5°4· Lambrosana Amico 511. Lamoia Rollando 458. Landolfo, notaio, 483. Landolfo Pietro 504. Lantraneo 152, 177, 385, canonico di San Lorenzo, 3, 19, 22ι ^ ιο,^ I22| i34'i36, 157, 158, 164, 166, 200, sol, a37> 338, 247, at8, 257, 265, 367, 286, 292, 3°4, 393, 396, 404, canonico di S. Maria delle Vigne, 186, canonico di S. Stefano di Langasco, 466, chierico di Repia, 138, drappiere 426, 427, 545, figlio del fu Baldizzone, 101, figlio di Zaprina, 144, 203, guardia 263, 265,577, maestro 169, 442. nipote di Giovanni de Crosa, 417, notaio 349, prete 373, prete di S. Lazaro, 44, SCudaio 338, 430, 454, 549, 557, scriba, 179, tornitore, 487. I.antelmo, guardia, 360, 439, scrivano, 119. Lanzavecchia Giacomo 371. Laoso, padre di Ruffino, 354. Laqua Amico 476, Giacomo 476. Lascio Anseimo 354. Laso Giovanni 14. Laticula Vivaldo 82. Lavagino Obert, 326. Lavagio Balduino 510. Lavagna Guglielmo 342. Lavagnino 420, Ambrosio c Giovanna 394, Giovanni 394, 423, Giulia 433, Montanara 169, Nicolò 230, 346, Pasquale 169. Lavezio Ansaldo 505. Lavorabcnc Natale 84. Lavorante Alda ed Amico 131. Lebegio Lanfranco 153. Lcccabozema 94. Leccanozzc Filippo 39, Sofia 39, Tren-chcrio 39. Leccavela Adalasia 340, Ansaldo 240, Giovanni 385, 389, 401, 456, Ottone 133. Lcccazucca Giovanni 27. Lcgio Guglielmo -77, 78, 394. Lelio Guglielmo 63. Lencisa e Lincisa Alberto 565, Ugo 276. Lencisella Giovanni 276. Lcntomoso Simone 380. Leone, drappiere, 235, 385. Lercari Bclmosto 444, Guglielmo 462, 565, Ido 3T2, 500, Nicolò 376,381, 419, S02· Lcvani Fulco ed Oberto 144. Ligalupo Bernarda 405,457,Siinone 405,457· Ligamusca Alberto 118, 231, Giovanni 578, Guglielmo 130. Ligna Giovanni 289. Loco Pietro 348. Lodoro Guglielmo e Ido 53. Loisio 339. Lomaro Gandolfo 279. Lombardo 322, ferraio, 556. Lombardo Giacomo 164, Giovanni 308, Guglielmo 209, 214, Nicolò 538, Oberto 439. Lomellino 510, Ansaldo 501, Bertolotto 347, Bonvassallo sor, Cartagenia 180, Giovanni i8r, Matteo 501, Ugo 180. Longo e Lungo Alda e Fulco 36, Giovanni 106, 137, 210, 408, Ingo 495. Lorenzo, battifolio, 569, 574, cassaio, 337, padre di Gilio, 36. Loreto Armando ed Avanto 557. Loterio, tintore, 326, Alberto 287. Lotrice Adalasia 35. Lovo Alberto XI, Peracio 438. Luchetto 125. Lucia 400, figlia del fu Pezardo, 423. Lugaro Giacomo 358. Lunense Boso 489. Luparo Beltramo iti. Lupinacio Arduino 494, Arnaldo 374, Giovanna 374, Giulia 494, Guirardo 494, Oberto 374, 494, Oldizone 494, Ottone 494. Lupo Alberto 54, 87, Oberto 54, 87. Lusio 52, 169. M Mabellone 294. Mabilia 64, moglie di Andrea, 445, moglie di Durovero, 408, moglie di Martino, 346, monaca, 526. Macarone Guglielmo 79. Macia, MacioeMazo, lanaiuolo, 526, Alberto 210, Enrico 343, Giovanni 465, 474, Guglielmo 213, 422, 444, 520, Testa 343· Ugo 310. Magagio e Magalio Capitolio 366, Guglielmo 138, 147, 355, 37°, 445, 469, 565· 579· Maggio, scrivano, 6, 15, 286. Maggiolo e Maiolio 45, Andrea 466, Gandolfo 131, Giovanni 372, Guglielmo 253, 372, 566, Lanfranco 449, Marco 24, Oli-vcrio 37, Verde 373, Vivaldo 45, 503. Maiaccio Gregorio 335. Ferretto 40 6a6 Indice onomastico Maimona, schiava, 345. Maisenso Giacomo 347, Isabella 347. Malaspina Giovanni 3, 25, a6, 30, marchesi XII, XXXIX, 380, Opizzo 502. Malaurea e Malourea 174, Armando 1.85, 180. Malbatezato Giovanni, 53, 471. Malbecco Giovanni 378. Malerba Nicolò 123, 124. Maltante Nicolò 444. Malis Lanfranco 495. Malocello 9r, 156, 186, Carbone 32, Mo-ruello 32, Rollando 181, Simone 14, 32. 6o, 173, 248, 249, 263, 265, 291, 301· 337, 364, 377, 424-425. 484, 5*3. 5r5’ 516. Malocor Enrico 295. Malone Ansaldo 420, 445, Cesarina 445, Giacomo 409-410, 499, Giordano 512, 567, Guglielmo 430, 509, Maria 453, O-gerio 410, Rainaldo 512. Rubaldo 473, Ugo 453, Vivaldo 567. Malpartìto Ruffino 304. Malusdens Guglielmo 492, 493. Mamberto Martino 83. Mandrela Oberto 433. Manegoldo, prete, 349, 494. Manente Guglielmo 60. Manerio, fabbro, 563. Maniasal Floria 45Ó. Oberto 393, 456. Manfredo 65, 66, 79, calderaio, 196, 293, calzolaio, 331, canonico di Mortara, 488, cuoco, 7t, converso, 67, giudice, 564, macellaio, 499. Manganello Stefano 508. Mangano Giaaomo 371. Mangiaporro Villano 70. Manica Berta 396, 539, Giovanni 396. Mannucd Francesco XV, XXXVIII. Mantegacio Stefano 147. Mantello Iacoba 493, 496, Rollando 425, Sibilia 493, Ugo 493, 496. Manzanario Oberto 579-580. Marabotto 133, Giovanni 132, 124. Mabilia 134, Marabotto 132, 124, 135, Martino 123, 134, 304, Nicolo 133, 134, Nicoloso 132. Γ24, 125, Pietro 124, Riberto 206, Rogerio 124, Vicineto 206. Maracio Enrico 116, 170, 375, 395. Marasio 346. Marcheimo Giovanni 335. Marchis Fioria 54, Nicolò 54. Marchisio 36, 90, 147, calzolaio, 400, cano- nico di Castello, 494. 5°3. 534. ferraio, 423, figlio di Omodeo, Π3. muratore, 343. 536> scriba, XIII, 65, 66, 162, 313, 321, tagliatore, 45, zio di Giovanni, muratore, 433. Marcia, Marcio e Marza Giovanni 54, Guglielmo 524, Mosasco 127, 139, i8a, ao5, 235· Marco Guirardo 557, Richelda 1, 3i 9. 34. Marcoaldo, cappellano, 399, monaco, 73, 389· Marcone Giovanni 356, Pasquale 165, 166, 356. Maregia Oberto 453. Margherita, sposa di Viale, pellicciaio, 546· Margio ao6. Margnavello Perizo 61. Mari Ansaldo 33, 91, 507, 531, Baldizzo 527-539, Bonvassallo 7, 37» 3®> 42> 53. 55, 56, 61, 71, 101, 116, 118, 131, 145. 160, 169, 170, 196, 334, 334, 346, 353, 362, 371, 3-H^tfir- 3°6> 322, yft, 387, 447, 469, 471, Giovanni 206, 5l7i Guglielmo 440, Lanlranco 387*- 485. Nicolò 37, 84. 346, Oberto 356, Ottone 306, Pietro 536, Zaccaria 356. Maria, moglie di Fulco, tornitore, 297, 547-Marico Guglielmo 206, 387, Marina 306. Marignano Lanfranco 53. Marino, ministro del ponte di Lavagna,. 40, ministro di S. Michele di Melini, 459. 526, padre di Giovanni 177. Marino Giacomo 351, Guglielmo 480, Ma-rinctto XXXIII, 484, Mariscotto 71, Ugo 484. Mario Giovanni 71, 81. Mariscotto Giacomo 130. j Martello Guiberto 246. ; Martinasio Timono 577. ! Martini Vivaldo 352-353. Martino, 137, 418, 575. cappellano e custode di S. Lorenzo, 26, 59, 80, 8r, 146, 201, 202, 266, 267, 294, 447, drappiere, 475, lanaiuolo, 440, notaio, 38, prete, 294, servo, 193, 194, tintore 371. Marufo 64, Vivaldo, 561. Marzano Lanfranco 473, 546, 568. 577. Marzocco Argilo 50, 163, Arnaldo 1, 3, Fulco 163, Riccio 71 503, Rubaldo 1, 3. Masalia Leo 542. Mascardo Giacomo 562, Oberto 365. i Masoro Anna e Giacomo 234. I Mastrello Guglielmo 458. Indice onomastico 627 Matalafo Corrado 513. Matelda, suocera di Marino de Casali, 8. Matteo, priore dei l’P. Predicatori, 188, 189. Maurino 176. Maverio Giovanni 61, 95. Maxanto Giovanni 177, Oberto 177. Maxario e Mazario Guiberto 253, Oberto 58. Mazacaneva Guglielma 206. Mazaccio Gregorio 22. Mazucco Alberto 69, Ansaldo 94, Ogerio 69. Mazzaferrata Giovanni 58. Medalia Oberto 462, 547, 558, 559. Medeco Vitale 287. Mediamedalia Oberto 502. Mediano Buongiovanni e Fioria 536, Giovanni 538, Michele 486, 539. Medici e Medico Giulia 109, Simona 109, *55· t84, Raimondo 109, 155, 184, 404. Meladio Guglielmo 293. Melchio Marchisio 503, Simone 72. Melesc e Melesio Enrico 151, 241, 331, 39*> +28, 49t. Meleto Beltramo 137, Ottone 545. Meliorato, sellaio, 569, Giovanni 519. Meliore, prete, 113. Menkc XV. Menza Pietro 205. Mercato Giovanni 205,211,217, 491, 493, Guglielmo 394, Martino 547, Nicolo 366. Mercerio Anselmo 422, Raimondo 447. Merenda Facio 490. Merlo, 4, 50, chiavaio, 106, 195. Merlo Enrico 443, Gandolfo 443, Giovanna 443- Merlone e Merloni Guglielmo 536, Rico-bono 384. Merzario Giacomo 557. Messia Guglielmo 468. Mezzano Alberto 436, At'lia 436, Bruna 436, Lanfranco 436, Michele 436, Salvo 436. Sibilia 436. Mezzobotega Rubaldo 58. Michele, notaio, 234, Giordano 192. Milio Pietro 94. Mindonia 56, Giovanni 55. Minuta Marchesio 52, 63, 411. Miroaldo Bartolino, Giacomo, Giovanni e Rica 476. > Misinasca Ugo 18. Moarnecio Guaraldo37- Mocia Beltramo 328, Guglielmo 371. Moelio Nicolò 134. Molinario 51, Bernardo 18, Simone 114, 115, Ugo 126. Molino Adalasia 345, Bencncasa 53, Bonvassallo 53, Cosa 36, 347, Enrico 36, 347. 3I8, 368, Guglielmo345, 347, Nano 347- Molo Domenico 317, Guido 177, 196, 504. Rubaldo 389. Montagna 410. Montanara, sposa di maestro Bartolomeo, 263. Montanaro 169, 291, 456, Ugo 558. Montano 232. Montavacca Vassallo 153, 509. Monte Giovanni 179, 368, 388, Guglielmo 474, Oberto 368, Ottone 163, Ricasina 368, Sardo 492. Montebono Enrico 186. Montefinale Rido 352-353. Montelungo Gandolfo 294, Ugo 539. Monteolivo Raimondo 253. Monteselo Corso 370, 484. Monteverde Guglielmo 223. Monticello Bonvassallo 440. Montocio Alberto 443. Morando 489, barilaio 79, 119, 147, 159, calzolaio 129. Morello 441, Fulco 431, Guglielmo 568, Oberto 351, Simone 508. Moresco Guirardo 446, Ido 546, Maria 546, Martino 11, 238, 446. Moretti Giovanna 540, Raimondo 540. Moro, Muro e Mora Giovanni 30, 481, 486, Rubaldo 544. Moruello 293. Mosio Guglielmo 2. Mostarabi Porro 442. Mostoia Guido 15. Mulferio e Murferio 460, 511, 583. Mulo Giovanni 441. Multedo e Murtedo Aduino 510, Ansaldo 127, Bonushomo 55®> Giordano 510, Giovamna 121, Giovanni 510, Lazzaro 125, 126, 151, 461, Martino 152, Nicolò 340, Simone 63, Vassallo 340, Vivaldo 366. Murino, macellaio, 511, Aidela 373. Muris Enrico 1. . Muroco Giovanni 138. Muscula Guglielmo 52, 156, 350, 385, 500, 587· Musso, ferraio, 82, 83, 383, 483, 462, 478, 5°7, 542, 563- 628 Indice onomastico Musso Giacomo 554, Giovanni 73, Guglielmo 27, 78, 438, 484, 503, Nicolò 73, 484, Ogerio 87, 103, Pictraccio 510, 536. Muto Guglielmo 533. N Nanfo Ido 331, 483. Narone Giovanni 436. Natale 363, marito di Alda, 198, rettore di Casamavari, 535. Natarello Guglielmo 388. Naulasco Baldoino 341. Navarro Adalasia 473, 584, Amico 473, Guglielmo 585, Simona 585, Ugo 587. Navone Amico 197. Nicolò 393. Nazario Alberto 439, 440. Negaforniagio Alberto 90. Negrino 40, Guglielmo 458. Negro Ansaldo XXV, 519, Fulco 334, 509, Giovanna 430, Giovanni 107, 177, Guglielmo 375, Stefano 556. Negrone Simone 330. Nepitella Alda 334, Bonvassallo 367, Enrico 281, Isabella 381, Nicolò 334. Nervegno Giacomo 433. Nicolò 45, 174, arciprete di Langasco, 30, 31, canonico di S. Lorenzo, 35, 178, 180, 186, 533, 530, 576, 587, canonico di S. Remo, 340, canonico di Voltri, 35, chierico, 365, chierico di Ne, 336, figlio del fu Bombello, 353, figlio del fu Serra-valle, 511, figlio di Ricccio, 333, filatore, 349 macellaio, 336, 33T, monaco e priore di S. Fruttuoso, 73, 324, 389, 460, 488, 49 r, 512, 584, monaco di S. Ste. fano, 311, nipote dell' Arcidiacono, 324. patrigno di Piacenza da Voltaggio, 533, scriba, 15, 33, 29, 186, 358, speziale, 97, 193, 331. Nigra 409. Nigrancio Anseimo 387. Nirano Alberto 441. Nivigio Enrico 38. Noatale Giovanni 367, Rubaldo 464. Noataria Enrico 33. Noceto Bonaora e Pietro 397. Noione Guglielmo 466. Noscenzio 137, Adalasia 369, Enrico 19, 369, Mabilia 369, Pasquale 148, 171, 173. Nosilia Giovanni 324, 325, 345, 489. Nova Pietro 129. Novali Francesco X. Nubeloto 407, 408. Nubilone 563. Nuce Guido e Oberto 523. O O., abate del Tiglieto, 363. O.. cantore di Savona, 298. Oberto 13, 45, 66, 83, 150, 583, abitante a S. Donato, 190, 191, arciprete di Ba-vari, 47Γ, arciprete di Ceranesi, 193, 194, 304, 386, 493» barbiere, 16, 19, aT, 23, battifolio, 569, calderaio, 330, calzolaio, 164, 437, canonico di Burgos, 3, canonico di Mombaruzzo, 186, cassaio, 309, 313, 530, chierico di Caranza, 138, 160, 165, coltellinaio, 333, 334, custode di S. Lorenzo, 98, 331, 423, formaggiaio, 446, genero di Richelda de baxalata, 491, guardia, 428, 447, macellaio, 519, 522, maestro 80, 542, ministro della chiesa e dell’ospedale di Fiaccone, 74ι 75, ,nu' ratore, 389, nipote del Prevosto di S. Donato, 551, nipote di Adalasia Bruxedo, 41, nipote di Bernardo de Prato, 353, pellicciaio, 198, prevosto di Albcnga, 176, rettore di S. Ambrogio di Rapallo, 473, rettore di S. Felice di Brasile, 4781 rettore di Tasso, 390, servo, 2or, 302, 219, 246, scrivano, 247, scudaio, 427, speziale. XXVII. tintore 97. 562· vescovo di Al-benga, 362, 377, 384, zoccolaio, 428. Oculus regis Guglielmo 450. Oderico, priore di S. Michele, 269, 3*7 scrivano, 536. Odone 69, 83, 343, 370. Ogerio, arciprete di Bavari, 73, canonico di Lavagna, 11, fratello di Enrico, 65, fratello di Piasevera, 64 marito, di Ri-chelda, 64, notaio 140, prevosto di S. Lorenzo, 333, remaio 146, tornitore, 157· Oldanis Corrrado 204. Olexeto Opizzo 2, 3, 83. Virdelia 3. Oliva Anna 564, Dondedeo 131, I34> *3^, 233, 277, 278, Giacomo 89, 170. 397, 5^4, Lorenzo 14, Novella 6, Omodeo 6, Roba 81, Simone 89. Oliviero 363, cappellano di S. Luca, 456, coltellinaio, 422, formaggiaio, 400, genero di Guirardo da Brescia, 98, nipote di Guglielmo, formaggiaio, 187 notaio, 2> 3, 4, 6, 8, 9, 15-16, 19, 2i, 33, 25, 27, Indice onomastico 629 a9, 39, 43, 43, 49, 5°, 52, 53-57, 6n, 62, 67, 69-71, 77( 81-88, 90-94, 96-99, 103, 103, 106-108, 113, nò, 118-122, 124, 128, I3°, 134, 138, 142, 144, 145, 146, 147, T48, 151, 153, 127,159-162, 166, 169-171-I73-I75, 177-179, [84, 192-203, 210-212, 2:4, 216, 217, 218, 223-222, 224, 23C-235, 333, 238-240, 243, 245 247, 25O, 252, 253, 355, 356, 258, 25o-262, 264, 265, 267, 268, 270, 27:, 273-275, 280, 282, 287, 387,317.389, prevosto di Castellare, 380. Oltrada Maza ed Oliviero 384. Omodei Alberto, Cristiano, Guirardo ed Oberto 521:. Omodeo 34, canonico di S. Ambrogio, 178, 197. 3oi, 202, 249, 326, 370, 447, 460, 47°. 479- 531, 568, marito di Savina. 262. padre di Marchesio, 113, prete di Acri, ar5, 535, 535, tagliatore, 42, 97, 160, 473· Oneto Lanfranco 208, 516. Onorio IH, pontefice, XII, XIII, XXV, XXXVIII, 3, n, j2, 20. 25, 26, 30, 32, 45, 46, 53, 68, 73, 76, 113. 136, 158, 176, r77, t8[, 182, 186, 193-195, 200-202, 219, 240, 242, 247, 249, 263, 266. 269, 291, 393, 391-301, 302-303, 334-305, 317, 319, 324, 327, 33°, 339· 351, 3ót, 363-363, 364-365, 376, 381, 386, 389, 391-393, 401, 404, 411, 4'8-419, 421, 424-427, 447, 455, 456, 459, 476, 479, 480, 486. 494, 497, 498, 5Γ2-5Ι4, 518, 524-525. 535, 538, 539, 545, 554, 570, 571, 574, 58c, 584- Opizzo 6, 76, 159, arciprete di Rivarolo, 541, 543· 546, 557, 578, 585, canonico di Rapallo, 526, canonico di S. Damiano, 45°, figlio di lanuardo, 163, guardia 497, marchese di Gavi, 171. Ora Guglielmo 56. Orco Enrigacio 387. Oriolo 538, Bonvassallo 357, Guglielmo 195. Rollando 227. Ornicla 133. Orso Vivaldo 559. Ortario Marino 305, 569, Oberto 14. Ortexeto Druda 284-286, Giovanni 209, 284-286, 352 353, Pietro 209, 284286, Ugo 286. Orto Ansaldo 156, 181, Ottone 194, Rubaldo 194. 330, Simone 58. Osbergato Baldoino 473. Osbergero Fazio 32Γ, 423, Oberto XVIII, Stefano 433, 5,00. Osso Giovanni 28, 87, 9Γ, 370. Oterio Giovanni 495. Ottobono 226, arciprete, 20, formaggiaio, 424, scriba, 258. Ottolino 149, chierico, 348. Ottone 149, 244, 245, arcidiacono di Acqui 254, arcidiacono di Genova, 244, arciprete di Torre Uzzone, 302, arcivescovo di Genova, XIV, 47, 367, 585, cfr. Genova; calafatto, 528, canonico di Tortona, 249, console di S. Tommaso, 365, folator, 85, fratello di Vitale, 557, japucius, 97, marito di Germana, 389, 401, medico, 54, 488, 518, notaio, 391, pellicciaio, 308, prete, 68, prete di S. Eusebio, 459, rivenditore, 344, scudaio, 26, 50, 284, 431, 434, 462, 485· Ottone Oberto 513, Settembre 316. P. P., arciprete di Savona, 298. P., chierico di Gambalate 420-421. Paganacio Gregorio 576. Paganico, figlio di Raineiro, 179. Pagano, calzolaio, 166, canonico di San Pietro della Porta, 188, 192, 381, 392, 440, 462, 504, 518, 568, canonico di Sestri, 173, 176, 178, ferraio, 333, giudice, 9, 195, prete, 522. Paisio, macellaio, 469. Palercto e Pallareto Bonvassallo 474, 516, 540, Guglielmo 175, 294, Lanfranco 540. Palio Giovanna 308, Ogerio 171, Simone 308. Pamparato Enrico 223, Nicolò 223. Panario Enrico 183, 229, 264, Grimaldo 264. Pancia 17. Pandolfo 66, 67. Pane Martino 508, 514, Nicolò 223, 508, 5t4, 546, 583, 586, Ogerio XI, XVIII, 16, 21, 30, 34, 37, 39, 5°, 62, 70, 74, 77, 96, 104, 107, 108, 109, 119. T39, HO, 145, 157, 166, 168, 174, 303, 232, 333, 353, 360, 265, 273, 273, 282, 316, 346, 35°, 362, 372, 373, 388, 39°, 43°, 432, 435, 441, 447. 451. 474, 5°°· 513, 527, 569, 579· 583, 584, 586, Verde 583, 586. Panecampo 18;. Panesi Angelerio 37, 38, Ot>el'to 93· Panzano Alincrio 483, 515, Giovanni 51. Panzarasa Rainaldo 529. -- 630 Indice onomastico Panzone Nicolò 129. Paolo, custode di S. Matteo, 438, -148. Papasale Giovanni ed Oberto 172. Papazola Guglielmo 31. Paramuro Dolce e Giacomo 519. Parasacco Adalasia e Mabilia 199, Oberto 74. 75. r98. r99, 243> 277. 278, Simona 199. Parasnl Giovanni 483. Paravagna Alberto 146, Giacomo 8, 198, Rubaldo 380. Parisio 396, 353, 353. Parolio Bonavia 406. Parpaione Guglielmo 463. Pasarana Salvo 205. Pasatorio Vivaldo 391. Pascarino 8r. Pasitano Alda e Giacomo 117. Pasquale 89, 95, 293. calzolaio, 231, cor-daniere, 519, fratello di Giuliano, 409, 410, guardia, 305, 336, 375, 382. Passalacqua Pietro 161. Passano, medico, 128, 382. Passante Contesia e Giovanni 506. Passara Vassallo 370. Passio Oberto XXX, 565. Pasta, lanaiuolo, 250, 473, 543. Pasteca Guglielmo 422, 457. Pastine 569, Gandolfo 471, Giovanni 551, Guglielmo 331, 378, 539, Oberto 551, Pasquale 94, Stefano 474, Vassallo 94, Pastinello Alberto 296, Bonvassallo 296. Giovanni 539, Januario 296. Paterna Alberto e Pasquale 428. Paximusca Alberto 469. Peccatore Marino 82. Pecia e Pedo Giovanni 352, 353, Ottone 36, 46. Pedecino 33. Pedemonte Ogerio 72. Pedesoche Guglielmo, Novella ed Ogerio 484. Pedicula Oberto 145, Ogerio 60, 145. Pegazano Guglielmo 434. Peietto Rollando 107. Pellato 353. Pelle Giacomo 132. Pellegrino 80. Pellerano Giovanni 352-353. Pelliccia 32. Pellipario Anseimo 371, Bernardo 121, Bonaventura 6, Fiore 150, Giovanna 159, Guglielmo 159, 436, Imelda 121, Man- fredo 6, 376, Oberto 44, Pietro 150, Richelda 6. Pelloco Pietro 536. Peloso Armanno 89, 473, Bernardo 89, Castello 337, Conforto 296, Giacoma 327, Giovanni 78, Guglielmo 49a. Guido 89. 196, Oberto 398, Placibile 398, Simone 296. Peltra 334. Pendola 565, Gandolto 95. Pendio e Pinello Adalasia ed Alberto 464, Armanno 567, 571, Duchessa, Enrico c Raimondo 464. Pennavaria Giovanni 499· Pera Guglielmo 28. Peragallo 425. Percivalle 19. Pereta e Pereto Bernardo 94, Guido 292, 299. Perleco Pasquale 473. Perona 145, 204. Perpano Guirardo 257. Pertirgerio Stefano 558. Pertusa e Pertuso Balduino 61, Vassallo 497, Vivaldo 525. Pesce Giovanni 500. Pescetto Gio. Battista XX. Pessagno Giovanni 293, 204, 388, 464. Pestello 62, 132, Oberto 387, 454· Petrarca Francesco XXIII. Pevenzola Parisio 145. Pevere Anna 325, 519, Giovanna 458, 553, Giovanni 458, Lanfranco 29, 458, 553. Oberto 322, 323, 325, 374, 462, 519> Ogerio 97, 108, Sorleonc e S0Z0458, 553. Pezardo, padre di Lucia, 423. Piacentino Pietro 43. Piaggio Oberto 54. Pialoca Giovanni 295. Piazzalunga Adalasia 192, Bonifacio 192, 259, Detesalve 4, 5, 401, 569, Giulia 192, Isaia 192, 525, Mauro 46, 104, 138, t75, 192, 253. 330, 525, Nicolò 123, Omodeo 25, 27, Pietro 180, 195, 239, 296, 516, 519. 535. 544· Piccamiglio 379, Pietro 122-124. Picena Alda 349. Pichenello Giovanni 155. Piehenetto Giovanna 277. Pichenotto Buongiovanni 4. Pichcto Simone 485. Pichigino e Pichinino Giacomo 496, Giovanni e Marino 499. Indice onomastico 631 Pichino c Picino Giovanna 510, Martino 253, 510. Picio Adalasia 171, Rollando 109, 17r, 172, Sibilia 171, 172. Pietra Aimcrico 545. Pietro 15, 76, 33, 109, no, 413, arciprete di Radigabio, 304, calzolaio, 384, 547, canonico di Ceranesi, 578, cappellano di S. Matteo, 73, cappellano di S. Lorenzo, 428, 444, 448, 466, 500, 541, 542, 554, 555, 558, 566, 572, 581, chierico, 152, chierico di S. Siro, 441, 580, coltellinaio, 371, confratello dell'ospedale di Mori-gallo, 13, 48, cuoco, 425, 510, guardia, 69. 325, 33°, 379- 384, 447, 495- 510, ferraio, 517, maestro, 500, 584, marchese di Ponzone, 91, medico, 560, monaco di S. Stefano, 45, 76, 125, 132, 151, 152, pellicciaio, 548, prete di S. Onorato di Castelletto, 188, prevosto di S. Maria delle Vigne, 351, 2*7, 418, 384, rettore di S. Quirico, 61, scodellalo 127, scudiere, 171, vescovo di Torlona, 378, 381. Pietrobono, arciprete di Rapallo, 150, 526, cognato di Vivaldo, 497. Pigati Adalasia 177, Alberto ed Altadonna 177, 406-408. Pignattaro Giovanni 87. Pignolo 20, Benvenuta e Giovanni 384, Lanfranco 458. Pigno, padre di Oliverio, 363. Pilato Pietro 73. Rinasca Rubaldo 161. Pino Ansaldo 258, Anselmo 9, Buongio-vanni 569, Pietro 264, 507, Rainaldo 569. Pipino, figlio di Domenico, 242. Pipione Alberto 455, 456, 512, Marzucco 455- Piris Amico e Giovanni 151. Pisano Berta e Guirardo 151. Pisina Stefano e Tancredo 421. Pisis Giovanni e Soliana 412, Ugo 487. Piteto 487, Bertolino 453, Oberto e Si-mona 452. Pittavino Guglielmo 22, 319, 464, 503, 513, 523. 564, 566, 573· Pizagnono Giovanni 144. Placibile 341. Plaelo Donato 125, 126. Planis Fulco 469, Giovanni 569. Plateis Musso 462. Plazevera 64, 106. Plaziis Musuto 577. Plazolo Guglielmo 107. Plebe Vivaldo 121. Plecagnino Guglielmo 564. Podio Benenca 362, Bonvassallo 455, Giovanni 36, 558, Guglielmo 56, 147, 159, 497, Guido 36, Marchisio 471, Oberto 362, Rubaldo 471, Villano 36, Ugo 455. Policino Ugo XVIII, 96, 587. Pollino Andrea ed Ugo 263. Pomario Bernardo 94, Fulco 433, Giacomo 71, Guglielmo 423, Rollando 433, Vivaldo 87. Pometo Bernardo 289. Poncio, Puncio e Ponzio Armanno. 405, Giovanni 405, 499, 501, Oberto 126, 397, 453· Ponte Monaca e Rubaldo 288. Pontemaiori Lorenzo e Valente 552· Pontremulo 197. Porara Baldo 93. Porcellana Durante 398. Porcello 63, Antonio 482, 489, 493, 500, Baldovino 99, 101-102. Porcia Richelenda 528. Porco Baalardo 63, 567, Fulco 168, Guglielmo 360, 473, 581, Michele 57, Porco 261. 308, 330, 359, 535, Simona 473, 581. Porta Agnese 14, Boccaccio 567, Bruiono 379, Carlo 239, 326, 567, Enric0 XIV-Giacomo 250, Giovanna 544, Giovanni 215, 477, 579, Giulia 45, 275, Guglielmo 14 36. 109. 566, Mabilia 106, Marchesio 77’, 379, 547, Martino 544. Martino 36. 508, Michele 370, Nicolò 526, Omodeo 55l Opizzo 520, Pietro 499, 508, Raimondo 36, 45- 71, 76, 103, 109- 186, 202, 205, 275, Savina 55· Simone 15,27, Vassallo 580. Portico Giovanni 92, 169, Oddone 305, Richelda 505. Portonario Ansaldo 221, Giovanni 162, Maria 294, Rogerio 370, Rollando 497, Vivaldo 56. 294. Potthast XXXVIII. Pozolasco Guirardo 421· Pozzo e Puteo Alberto 90, 514, 5^9, Guglielmo 38, Rubaldo 450, Verde 514. Prato Agnese e Bavaro 513, Bernardo 353, Giovanni 581, Guglielmo 295, Guido 128, Pietro 295. Simone 287, 459, Solimano 37°· Pratolongo Raimondo 332. Prealegra Ugo 344· 632 Indice onomastico Preci vita Bartolomeo 546. Predomo Giovanni 23. Profeti Gottifredo 570. Pregni e Pregno Guglielmo 50T, 507, Imelda 507. Preposito 569, 573. Pressuti XXXVIII. Prete Giacomo 55. Preveino Oberto 244. Primavera Giovanni 549, Oberto 44. 67, 3ta. 393. 548. Priore Raimondo 334. Provenzale Anfelice 28S, Belengerio 442, Giacomina 288, Giacomo 6t, 211, Giovanni 278, Raimondo 59, Ugo 438, 440, 441, 556. Pruneto Oberto 321. Pugnano Pietro 253. Pugneto Alberto e Giovanni 471. Pulsia 569, 573. Pulvino Giovanni 181. Purpurerio Andrea, Giacomina e Mabilia 445, Rainaldo e Simona 259. Puteobonello Berardo 292. Prino Giovanni 161, 162. Puza Vassallo 264. Puzolio Enrico, Gandolfo, Martino e Rubaldo 206. Q Quartano, calzolaio, 65, 228, 411. 563, 576. Quarterio Giacomo 439. Quatuoruxores Giovanni 196. Queirolo Gandolfo 158, Guaialdo e Rollando 12. R R.. arciprete di Langasco, 361. Rabia Guglielmo 113. Racherio Rollando 342, 494. Ragono Bernardo e Frexone 474. Raibo Guglielmo 184. Raimondi Rollando 544. Raimondo 31. 43, abbate di S. Stefano, l6> 4°, 45i T6, 81, 125, 131-133, 151,152, 163. 191, 225, 226-229, 236, 257, 269. 291, 3t7· 319, 328. 339, 364. 379, 384. 4«. 415· 456, 493-496, 545, 552, 558· abitante coi Fieschi. 522, calzolaio, 454, canonico di S. Maria delle Vigne. 459, 562, cappellano di S. Matteo, 438, 449, folator, 36, 85, formaggiaio. 486, maestro notaio, 153, ministro di S. Antonio i83, monaco, 15, pittore, 7, servo, 20. Rainaldo, 184, calzolaio, 557, 5^3, 582, canonico di S. Lorenzo, 32, 69, 73, 81, 178, 186, 2(9, 223, 235, 240. 348, 249. 254, 257, 260, 265, 393, 298, 301, 304, 363, 377, 392, 419, 4a5> 431» 43a. 494, 500, 519, 521, 525, 538, 540, 552, 554, 585, 587, canonico e ministro di S. Luca, 425, 545. diacono 44, fabbro, 144, scrivano, 19. Raineiro 148, 309, calzolaio, 297, marito di Sopergia, 179, pretedi Bargone,377, 378, vescovo di Betlemme, 293. Rainerio Bonvassallo 197, 198, Guglielmo 367, 532, Orsa 197, Rainaldo 98, 197, 279, 37°· Raizasca Alberto 289. Rambertino, podestà di Genova, 312* Ramella Bernardo 439, 577. Rampegollo Oberto 357. Ramperto Giovanni 344. Rampone Alberto 309, Guglielmo 3^8-3l<>- Rango Anna 187, Enrico 45°, 465, 580, 581, Giovanna 450, Pietro 30, Martino 6. Rapallino 245, Corrado 360, Bonvassallo 480, Pagano 231. Rapallo, calzolaio, 436. Rasperio Buongiovanni XIX. Ratto Oberto 375, Ottone 90. Ravaschieri Guirardo 464. Ravenna 294. Ravino Simone 37. Raul 504. Raza Martino ed Ugo 454. Razagua Giovanna 2r, 23, 121, Giovanni 2t, 23 121, 124, 131. Razeto Alberto 281, Bonvassallo 281, 451, 569, Guglielmo 281, 451, Sibilia 281. Razo Bonvassallo 280. Rebecito Diana e Giovanni 257. Reca Nicolò 514. Recia Vassallo 78. Recovero Guglielmo 15. Redoano e Rodoano Bonifacio 46, 192, Marchisio 221, Ottone 46, Sibilia 46, 192. Redulfo Alda 294, Giovanni 2. Reeborcio Ginata 81. Kegoiato Giacomo 352 353. Regrigno Giovanni 121. Reiano Guglielmo I2t. Rernulario Oberto 481 Indice onomastico Renio 170. Resato Guglielmo ed Ob;rto 167. Resegosa 78. Resonato, padre di Giovannetta, 199, sposo di Sibilia, 74> 75. Respetto Calvo 347, Giovanni 36, 46, 184, 234» limone 495. Restagno Adalasia e Restagno 448. Reverso Nicolò 366. Rezza Pietro 63. Riant XXXI, 293. Riccardo 506, giudice, 463, marito di To-berga, 505. Riccio 28, 79, 122-124, 439, Guglielmo 15, 492/ Marabotto 237, 239, Oberto 79. Richelda, figlia di Rogerio, 236, moglie di Marino, 533, moglie di Ogerio, 64. Richerio Giordano 136, 177, Lanfranco IX· Ricia 475, Aimelina, Alda ed Armanno 44*>, Camugio 23, Giacoma e Giovanna 446. Ricio 332, Marino 270, 364, 373, Vassallo 329. Rico Gandolfo 346. Ricobono, figlio di Iacoba, 417, figlio di Merlo, 106, giudice, 318, 340, 351, 360. Ricomo 12. Rimpo Guirardo 375, Rollando 375. Ripa 569, Bartolomeo 541, Oliverio 44, Ottone 78, Rainaldo 14. R'Palta, Ripata e Rivalla Federico 493, Marabotto 505, Pedecino 587, Simone l6> 405, 503. Ripanico Amigone 499. Riparia Alberto 131, 151, Simone 496. Rivaguro 5)8. Rivarolio B;rnardo 57, Giovanni 47. ) Rizi Raineiro 576. Rizacollo Guirardo 19. Ro., prete di Savona, 298. Robelo Bonavia 405, 407. Robeto Anseimo, Giovanni t- Ianuario 561. Roberto, drappiere, 527, pellicciaio, 549. Roberto Tao 548. Robino 68. Roblano Alessandria 492, Oberto 492, 503. Rocca Alberio 378. Rocezia Giovanni 494. Rocio, Rosia e Rosio Giacomo 274, 276. Giulia 275, Nicolò XIII, 3, 26, 40, 173, 225, 246. 274, 275, 278, Nicoloso 577. Rodegerio 324, 323. 330, 350, 357. 358. 362, 363. 382. 389, 420. 450. 451, 454. 455. 465. 473. 376, 529. 536, 548, giudice, 428, 442, 485, 495, 522, 523, 554, 556, 560, 567, 577, 578, 580, 582, marito di Anna, 305. Rodcreo Giovanni 575. Roderico Guglielmo 264. Rodolfo, notaio, 394. Rodredo, padre di Umberto, 31. Rogerio, 94, calzolaio, 236, 326, cappellano di S. Pietro di Mezena, 178, 254, figlio di Giovanni, 28, monaco di S. Bartolomeo del Fossato, 188, monaco di S. Stefano, 17, 40, 45, 76, 82, 125, 132, 133. 15c. 152, 163, 225-229, 236, 243, 411, 415, prevosto di Pavia, 480. Roia Bartolomeo 287. Roibroco Nicolò, Lavagnina e Rubaldo 9. Rollando, barbiere, 467, calderaio, 13. calzolaio, 475, 519, canonico di S. Lorenzo, 377. 404, 5Γ5, 5i6, 538, 587, canonico di S. Pietro della Porta, 46, 190, 192, 194, 235, 254, cappellano di S. Silvestro, 288, ferraio, 331, figlio di Dibono, 231, fratello di Piasevera, 64, guardia, 184, 3°5. 377. 483, macellaio, 495, parroco di Marassi, 73, 154, 193, 238, 257, 332, sarto, 329, scudaio, 430, 563. Romacia Giovenale, Marino e Sofia 103. Romanicio Pietro e Stefano 219. Romanis Anna 514, Guglielmo 476, 514. Romano, drappiere, 431. Rondanina 66, Alda 305. Anseimo 320, Bonaccorso 320, Sigembaldo 305, 320, 335. 355. 363- Rosa, madre di Simona, 475. moglie di Vassallo, 505. Rosa Fredenzone 256. Marino 258. 471. Montanario 270. Pasquale 256. Roseta 429. Rosignano Guirardo 252. Rosolino 121. Rosseto Guirardo ed Ingo 377. Rossi Gerolamo XXIII. Rosso 130, Alda 505. Ansaldo 456. Anseimo 334. Baldinoto 256. Bernardo 12Γ. Bonaventura 256. Contessa 554. Filippo 505. 564. Gandolfo 34. Giovanna 234. Giovanni 88. 152, 173, 189. 429. 433. 43t, 440, 455, 479, 483, 495· 5°3· 5l3, 546, Guglielmo 96, 437, 450, 532. 557. 560, 587, Guiberto 121, Guirardo 530, Iufrana 577, Lanfranco 554, Marco 259, Marino 445, Montanaro 438, Oberto 27, 634 Indice onomastico 173, 420, 579, Ottobono 557, Ottone 213, 382, Raimondo 30, Rubaldo 428, 483, 565, 577, Stefano 234, Ugo 62. Rovegio Arduino 373, Bernardo 104, Corrado 373, Giovanni 440. Rovegizio Alberto 289. Rozia, Rozio e Rozo Guglielmo 195, 236, Montanaiio 373. Rubadagia 160. Rubaldo 217, calzolaio, 106, 282, 532,581. 587, canonico e poi prevosto di S. Lorenzo 3, 13, 26, 46. 50, 116, Π7, 134, 132, 158, 164, 176, 181, 182, 188, i8o( 191, 215, 219, 240, 241, 242, 246-249^ 254, 257, 265, 291, 330-331, 336, 361, 363. 377» 497, 5Π, 524, 525, 538, 560, chierico, 145, coltellinaio, 211, 219, drappiere, 458. 555, figlio di Guilienzone, 443, formaggiaio, 224, frate, 464, guardia, 4, 331, 333. maestro, 54, ministro deH‘Arcivescovato, 528, monaco di San Fruttuoso, 324, 389, 40[-404, mulattiere, 562, muratore, 566, prete del Molo, 555, prevosto di S. Damiano, 191, 247, pre‘ vosto di S. Pietro di Mezema, 254, rettore di S. Nicolò di Voltri. 244, rivenditore, 43), scudaio 253, 387, 392, 394, 395» 435, 436, 447, 476, 483- tornitore, 504, 5t6. Ruffo Amico 74, Beltramo 235, Facio 74 Pietro XXV, 14, 86. Rufino 199, canonico di Bestagno, iSó, canonico di Novi, 456, figlio di Augusto, 107. figlio di Laoso, 353, procuratore del Vescovo di Bobbio, 361, scudaio, 5, 430, subcustode di S. Lorenzo, 190, igr. Ruina Guglielmo 179, Marino 572, Nicolò 34, 38, Purpura 34. Ruimasa Giovanni 92. Runco Giacomo 56. Rundo Dolce 406. Ruscala Filippo 169. Rusigiona Gerardo 279. Ruspaldo Ottone 567. S Saccarello Giovanni 258. Sacchi Quilico XXIII. Sachetti Giacomo e Giovanni 400. Safrano Cecilia 490, Giacomo e Guglielmo 489, 490. Sagimbene Giovanni 393. Saia Michele 569, Oberto 396, 473. Saladino 136, Pasquale 440. Salamoile, canonico di San Pietro della Porta, j88, 38c, 392. Salamoile Giovanni 5Ó9, Lorenzo 200, 202, 219. Salario Guglielmo 222, 500, Opizzo 33, 39, 79, 80, 185, 186, 198, Ugo 500. Salcrdo Perone, 438. Salice Giacomo, Giovanni e Verdilia 486. Saliceto Anna 420, Giacomo 459, 500, Opizzo 420. Salimbcne Giovanni 374, 420, 522, 558. Salinario Pietro e Raimondo 50. Salino Bombello 563, Giovanna e Russo 282, Oberto 282, 563, Simone e Villano 282. Salmone, notaio, VII-XL, 13, 2f, 26, 40, 65, 90' roo, 154, 165, 244, 273, 286, 292, 339, 4r3> 4*6, 429, 434, 45°, 531, 5^3, 566, 576, Vassallo XVII, XXV. Selvatico Angelino e Giovanni 474, Guglielmo 54, Iacobino e Anna 474· Salvo 446, ferraio 499, figlio di Riccio 332. Sangucdivcntre Ottone e Verde 252, 279. Sanguineti Alberto 76, 272, 273, Amirata 446, Corrado 66, 272, 273, Gandolfo 446, Oria 273. Sannino, marito di Anna de Tigna, 264. Sansone, monaco di S. Fruttuoso, 4°3· Sapa Giacomo iot. Sapama Giovanni e Villano 22. Sapiente Guglielmo 102. 397, 431, Oborto i°5- Sarago Giovanni 231, 275, 327, 404, 423, 463· Sardena Baldovino 385, Enrico 173, Rainaldo 398. Sardo Guglielmo 492, Oberto 433, Tietro 18, Rainuccio 438, Vicino 342. Sartorio Delomede 207, Pietro 392, Raimondo 170, lealdo, 273, 274. Sasso Guglielmo 62, Oberto 467. Sato Azzonc 54. Scafacia Enrico 161. Scagcllo Guglielmo 65. Scaiono Enrico 517, 519, 520. Scalea Zilio 503. Scanapreve Oberto 516. Scandolario Cepula e Verde 355. Scapacacia Baldizzone 498. Scarazaro Giovanni 559. Scardino Oberto 509. Indice onomastico 635 Scarpa Bernardo 380. Scarsella 408, Alda 52, Guirardo, 52 583, Simone 35, 5I. Scarso Giovanni XVIII. Sclaratini Nicolò XXVI. Scorza Pagano 422. Scotto Balduino 141, 143, Guglielmo 141 M3. 552. Scravina Enrico e lacoba 559. Scriba Ambrogio 489, 490, Caracosa 490, Enrico 509, Giacoma, Giovanna e Guglielmo 490, Marchisio XIII, Nicolò 505, Olivcrio 519, Ottobono 505, Verde 495. Secco e Sicco Guirardo 252, 279, Oberto 327, 463, 469, 573, 497, 499, 503, 519· Segneri Ansaldo 52, 98, 99, roi, 102, 495, 546, Pietro 429, 537, 583, Vassallo 52, 98, 99, τοι, io2. Segnorando Giacomo e Guglielmo 156. Segnorello 546. Segnorio Bono 14. Senasio Alberto e Guisla 24. Sentili Baldoino c Bonanno 88. Septa Alda, Benesia e Rollando 397. Septemcoria Oberto 473, 474, 476- 478, 499, 535, 543· Serra Andrea 476, Armanno 577, Enrico 52, 398, 481, Giovanni 137, Guglielmo 230, Manfredo 139. Sirnone 174. Serravalle 511. Servideo 155. Servo Alberto 551, Bertolino 65. Sesa Raimondo 419. Sescgia Pietro 138. Sctara Pietro 183. Setima Gisolfo 497. Setrone Opizzo 121. Settembre 87, console di S. Tommaso, 365, tintore, 340, 362. Sibilia, badessa di S. Andrea della Porta, 484, 526, figlia di Aidela, 105, figlia di Remo, 170, vedova di Resonato, 74. Sigembaldo (da Novara) canonico di San I.orcnzo, 158, cfr. Novara ; vescovo di Brugnato, 389, 401. Signaego Bernardo 442, 444, 449, 488. Silgulfo Ugo 544. Silvano Pietro 222. Simona, conversa dell' ospedale di Mori-gallo, 47, figlia di Rosa, 475, moglie di Barlaro, in, moglie di Odiono da Rapallo, 9, moglie di Simone, formaggiaio, 423- Simone, calzolaio, 576, canonico di S. Donato, 26, 72, 190, 191, 216, 236, 241, 243, 246, 248, 249, 285, 286, 392, 447, 476, 482, 514, 517, 551, canonico di San Lorenzo, 480, 494, cfr. Malocello Simone ; ferraio, 477, formaggiaio, 372, 423, 424, 433, 436, 513, fornaio, 475, frenaio, 498 guardia, 487, 504, maestro, 540, maestro di grammatica, IX, ministro della chiesa di S. Agnese, 188, 190. nipote di Guglielmo, formaggiaio, 398, pittore, 47, scrivano, 4, scudaio, 150. spadaio, 129, tintore, 105. Siinone Marino 480. Siinonetto, parente di Oliverio de Ripa, 14. Sivelone Giovanna e Nicolò 76. Sivori Nicolò 272. Sofia, vedova di Donato, 293. Solario Beltrame 492, Berta 347, Bisacia 440, Giacomo 9, 87, Giovanni 15, 347. 469, 492, 578, Guirardo 145, 288, Ogerio 384, 470, Simone 34, 457, 572. Solimano Oberto 156, Ogerio 459. Sopergia 179. Sordo Giacomo 64. Sorexeto Simone 477. Sozafigura Baldovino 240. Sozaviso 100. Sozobono Giovanni 536, 582, 584. Spalla Richelda 501. Spatafrigida Marino 509. Spavaldo Guglielmo 163, Ido 43. Spaziano Ismaele 344. Specaiara Guglielmo 34. Speculo Guglielmo 495. Spinelli Ansaldo 267, Paolo 219. Spinola Ansaldo 101, Giacomo 100, Giovanni 101, 125, Guglielmo 122-124, 502. 536, Guglielmo-Bò 358·36°· Guido 43, 44, 100, 125, 286, Ingo 360, Lanfranco 77, 360, Nicolò 130, Oberto 125, 502, Tommaso 91. Sporta Ansaldo 28, 39, 108, 195, 255, 464. Stabile, cordanierc, 495, chierico, 44, 72, maestro muratore, 343, 364, 368, 397, ministro della chiesa di Rovereto, 187, 3i7> 483· Stabili Nicolò 327. Stabulo Enrico e Filippo 551. Stancone Alda 139, Ido 155, 184, Simone 56, 86, 125, 139, 269, 372, 384. Stasaiara Guglielmo 138. Stataria Botacio 196. 636 Indice onomastico Stefani Giovanni e Paolo aor, 203, 319. Stefano 324, arciprete di Lavagna e canonico di S. Lorenzo, 122, 354, 358, 301 , 3 336.384· 4°4, 431) 439. 487, 491, 587, cassaio 56, 313. 333, 335, 333, 449, 51 r, conte di Lavagna, 133, fratello di Lavagnino, 420, guardia 558, lanaiuolo 104, notaio, 160, 383, 384, 419, 505, 573, pittore, 436. Stella Guglielmo 584, Oberto 71. Stezardo Enrico 6. Stirozo Bernardo 577. Storasio Lorenzo 500. Storaria Oberto 338. Straela Oberto 463. Stramadezio Gandolfo 533, 556, Martino 511, Raimondo 511. Strega Giovanni 50. Strenzicorne Martino e Vassallo 513. Strigliaporco 536, Amico 197, Giacomo 537, Giovanni e Guglielmo 288, Ingo 553, Simone 50, 287. Strinato Giovanni 487. Strucclo Manfredo 433, 471, 573, 575. Sturgerio Giovanni 379, 51 r. Suaro Guglielmo 511. Sudacasa Ottone 194, Vivaldo 318, Viviano 347· Sugaro Guglielmo 379. Supa Ogerio 359. Supracruce Alberto 515. Susina Giovanni 234. Susino Spino 204. T Tagliaborse Gandolfo 458. Tagliaferro 563, Guglielmo 92. Tagliaporco 510. Taiatroia Guglielmo 210, 539. Talosso Ianuino 463. Tana Giovanni 277. Tancredo 53, monaco di S. Fruttuoso, 437. Tao Baldoino 337. Taraburlo Giacomo 503, 519, 556. Tarasco Andrea e Guirardo 467. Tardito Giovanni 231. Tartaro Guglielmo 462, 464, Mabilia 464. Tartosino Giovanni 169. Tasanaria Levantino e Mazardo 96. Tassio 16, ferraio, 497. Tasso Martino 482. Tauro Simone 523, 530. Tavernago Oberto 86. Tealdo Opizzo 13. Tebaldo 239, abbate di Precipiano, 304 ministro della chiesa di Montezogo, 391 Tedesco Balduino 494. Tedisio (Camilla) so. Tedixane Sofia 544. Tegia Enrico e Valdettaro 305. Telagno Martino 169. Temporale Guglielmo 503. Temposana, figlia di Aidela, 105. Teotonico, servo, 398. Tepolio Rollando 469. Terio Raimondo 253. Terrarossa Guglielmo 533. Testa Giovanni 42, 109, 180, 208. Ogerio 43, 55. 109. IIO> a58, 367· Texeraxe Mabilia 559. Tiba Enrico 84, Sorlcone 555. Tiburgia 409. Tigna Anna 264, Uiovanni 54, 22 c, 264, 468, Guglielmo 439. Timone, monaco, 72. Tiraborsa Gandolfo 380. Tiricio Stefano 433. Tirono Guglielmo 503. Toberga 428. 498, 505. Todesca, sorella di Sopergia, 179. Toesco, padre di Baldoino, 363. Tolario Rosso 265. Tolomeo Roberto 94. Tolomino 163. Tommaso 281, converso di S. Maria di Castello, 136, marito di Guglielma. 261, 263, monaco di S. Stefano, 16, 76, 82, 135, 133, 151, 163, 325-229, 336. 243, 456, 558. Toraria e Toraira Airaldo 503, Giovanni 484, Rubaldo 14, 320, 382. 405, 461, 467, 478, 484· 499, 5°'. 5°3· Torgio Oberto 335. Tornello Adalasia 367, Aidela 346, Barbara 360, Druda 463, Giacoma 202, Giar-dina 279, Giovanni 464, 527, Guglielmo 279, 463. Ingo, giuniore, 360, 367, 444. 463, Ingo, seniore, 148, 202, 361, 456, Isabella 345. Lanfranco 492, Martino 464, Nicolò 345, 346, Ottobono 202. 282, 360. 464, Pasquale 345. Simone 302,211, 218, 346. Torre Abino 158, Baldoino 137, Enrico XXIV, Giovanni 44, Ianuario 271, 275, 529, Manfredo 445, Pasquale 137, Ugo Indice onomastico 637 r49. 275, Ugolino 271, 275, Valvencrai 271. 1 orricella Beltraino 326. 1 orto Amadeo. Belengerio, Burgundio, Enrico ed Ottone 79. Tortorino Ugo 558. losico Bonvassallo, Enrico c Guglielmo 385, Oddone 510. Traserio Valentino 546. T rastorno Ardcbaldo 553. Traverio Enrico XXX. 1 raverso Giacomo 380. Travi Ugo 505. 1 raxano Ansaldo e Guglielmo 270. I recastelli Aimelina e Giacomo 308, 490. Tregueiato Giacomo 353. I resmcdalia Giovanni 222. 1 rimignone 207. I robadorio, servo, 46. Trovatore Giovanni 14. Trucco 32, Fulco 575. Trufo Giovanni 578. Trunzano Basilio 320. Turbido Leonardo 88. Turca Lanfranco 158,376, Miroaldo XXX. Turchello e Turchetto 240, 489, 557. Turco 82, 559. 1 urello Giovanni 38, 206. I urgio Amico 73. Turisio 76. 1 urpefigura Baldovino e Rubaldo 44. 1 uscano Pietro 456. U Uga, moglie di Andrea, 283. Ugo, arciprete di Sestri, 376, 551, canonico di S. Donato 550, canonico di S. Giorgio 193, 194, canonico e magiscola di S. Lorenzo e canonico di Castello, 3, 8, 12, 13. 29. 32, 35, 44, 47, 67, 69, 72- 74, 94, 109, no, 114, I34-I36, T42, 143, 146, 153, 154, 158, 176, 178. 190, 193. alo> 235, 242, 247, 248, 25, 256, 257, 265, 287, 302, 33Γ, 352, 361, 378, 381, 391, 404, 411, 418, 426. 428, 437. 45°, 473, 474, 476, 478, 479. 488, 494. 502, 5[°, 518, 522, 526, 529, 532, 534, 539, 549, 555· 560, 572, canonico di Sestri I35, 173, cappellano di S. Savina. 189, figlio di Enrico, 473, formaggiaio 478, guardia 113, 328, 384. prevosto di Pavia, 420, 539, priore di S. Matteo, 35. 72, 113, 1x4, 324, 437, 438, 491, 515, ret-toro della chiesa di Ne, 336, servo, 9, la, 38, 59, 67, 85, 100, 109, 122, 146, 190, vescovo di Ostia, legato apostolico, 269, 300, 402, 403, tornitore, 7, zoccolaio, 6, 82. Ultramare Guirardo 451. Ultramarino Mabilia 499. Umberto, figlio di Rofredo, 31, parroco 31. Undabella, figlioccio di Verde Ferrari, 440. Ungelia Guirardo 569. Urebaldo, notaio, 222. Urseto 165, 166, Guglielmo e Verde 4T. Urso, calzolaio, 337. Ursone, tintore, 14. Usodimare Giovanni 256, 274, Oberto 180, Ottone 256. V Vacca Giovanni 468, Martino 506, Rainaldo 468, Vener 506. Vaccaro Alberto e Giovanni 29. Valdcleca Pietro 82. Valente 87. Valeriano XV. Valcxela Adalasia c Pietro 384. Vallarlo, ferraio, 441, Guglielmo 383. Valle Fulco 574 Giovanna 323, Giovanni 344, Marchesio 16, 503, Oberto 323, Rogerio 471. Vallcmara Enrico 109. Vallerino Rollanduccio 96. Vallezago Arduino 548. Vaioso 562. Varni Oberto e Roverorio 49. Santo XXXI. Vassallo, balestriere, 143, calzolaio, 41, canonico di Rapallo, 154, chiavaio, 385, 467, drappiere, 24, ferraio 505, fratello dell’Arciprete di Sestri, 72, guardia, 12, 87, ri r. 137, Ϊ47, Π7, 326, 382, 478, 569, 577, marito di Altadonna Pigati, 405-408. monaco, 45. Vccia Giovanni e Guglielmo 557. Vedano Alberto 387, Enrico XXI, 387, 397, 49°. 523, 568· Vedereto Ansaldo 354, Giovanni 234, Guido 389. Oberto 327. Pietro 83, 389. Vegio Giovanni XVII, Guglicmo 292. Vegonis Giovanni 84. Venaterio Castaga 453. Vento Giacoma 155, 163, Lanfranco 573, 6jS Indice onomastico Ogerio 18, 155, Pietro e Sibilia 573, Simone 18, 19, 380. Ventura, rettore della chiesa di Calvari, 561. Verde, figlia di Panccampo, 184, moglie di maestro Guirardo, 70, moglie di Vaioso, 562, 185, serva, 399, sorella di Sopergia, 179. Verdelia e Verdcta 544, 480. Verdura Enrico 544. Verìano Arembaldo 44. Vernacio Ogerio 33. Verono Bonvassallo XVI, 165, 166. Verubio Giovanni 412, 465. Verzelario e Verzellato Lamberto 56, 161, 327· Verzura Guglielmo 92, 307. Vesula Giovanni e Giulia 500, Manfredo 501- Veta Armanno 382, Rubaldo 44, 382. Vetrano 587. Vetulo Bavaro 457, Carlo 81, Giovanni 65, 66, 296, 442, 516, 544, Guglielmo 511, Iosolame 457, Montanaria 81, Pietro 264, Rubaldo 511, Simone 3. Vezzoso Giovanni 197, 198. Viale, barilaio, 219, 364, 489, 519, 523, pellicciaio, 546. Viale Guglielmo 407, Pietro 539, 551. Vicecomite Bcccorosso 100, Enrico 480, Guglielmo 28, 176, 282, 318, 319, 337, 524· Yicedomini Ido 546. Vicino 174, 192, marito di Giacoma Gambarelli, 144. 205. Vico cfr. Vigó. Vicolongo Rogerio 569. Vigna Amedeo XXXI. Vignana Oberto e Pagano 96. Vignola Rollando 306. Vignolo Giacomo 103, Guglielmo 29. Vigo e Vico Bondie 397, Giovanni 397, Guglielmo 584, Oberto 364, Pietro 2x3, 225, 239. 240, 288, 289, 298, 339, 357, 438· Vilimercato Giovanni 202. Villa Aiegra 198, Baldovino 569, 575, Rollando 569, Rubaldo 198. Villana 386. \illano, canonico di S. Ambrogio, 70,177. 196, marito di Aidela, 383. Villano Ottobuono e Vassallo 462. Villanova Arnaldo XXII, Pietro 246. Vinca mediaua Ogerio 483. Vincis Enrico 396, Guglielmo 535. Vino in sacco Oberto 127. Viola Guglielmo 380. Virmilio Stefano 2, 25, 37, 30. Viso de Becuna Ogerio 33. Vitale, fratello di Ottone, 557· Vivaldi Bonaventura ed Enrico 94. Vivaldo 34, 60, 61, 360, 353- calzolaio, 6, 229, drappiere, 84, 352, ferraio, 366, genero di Enrico, tessitore, 17, lanaiuolo, 573, pescatore, 322, 500, 487, 489, prete della chiesa di Megli. 466, scrivano, 383, scudaio, 63, 428, tornitore, 497. Viviano, abitante a S. Stefano, 434, 559, canonico di S. Ambrogio, 26, 133, 240, 336, 453, 460, 575, guardia, 335, lanaiuolo, 474, monaco, 45, prevosto di S. Ambrogio, 39, 40,190, 191, 234,393, 460, 476, 531, 536, 553, 568, 569, servo, 559- Volpe Alberto, Armanno, Francesco ed Ugo 37. Volta Adalasia 481, Bertolotto 33, Bonifacio 231, 358-359. 481* Contesia 373, 394, Enrico 172, 443, Giacomo 358-359, Giacomo Rosso 118, Giordano 481, Giovanni 173, 343, 372, 481, 535, 567. Giovanni Rosso 38, Ougliclmo 330, 481, 512, Guglielmo Molassana *72> 373» Ingo 33, 136, 145, 148. 350, 264, 335, 567, 580, Lanfranco Rosso 118, Nicolo 38, 148, 33°. 395, 419, 420. 564, Oberto 91, 556, Raimondo 431, 441, 5°9, Rosso 37°, 394, Rubaldo 564, Sibilia 556. Vulparia Guglielmo 454. X. Xaquato Anselmo 199. Z Zacca Giacomo 496. Zaccaria Roseto 356. Zanega Oberto 332, 326. Zapa Lanfranco 373. Zaprina 144, 203. Zatara Alberto 399. Zema Guglielmo 324. Zilio, macellaio, 382. Zinestredo Bonvassallo 470, Filippo c Gandolfo 489, Oberto 210. Indice onomastico 639 Zoccolarlo Guirardo 375, Martino 368, Ugo 6. Zoccolino Guido 463. Zocolis Alda, Aidela e Giovanna 395, Guglielmo 281, 451, Opizzo 395. Zopo Armanno 51 (, Oberto 437. Zucca e Zuta, pellicciaio 344, 371. Zuliano 352-353. Zurlo Giacoma 500, 535, Guido 350, Rubaldo 500, 535. ERRATA. CORRIGE. Pag. 13 linea 10 Guilie/mus Guiliehno » |2 » 9 ogeriis leste filius ogerii testes » 42 » 24 sanctae margaritae sancte margarite » 71 » 24 Coioto Caiolo » 74 » 17 ospdeaìe ospedale » 92 » 4 Cakarubea Calfarubea 1> 117 » 13 quinquaginta nam quinquaginta unam » 134 > \η moglie di Costanza moglie di Costanzo » J47 » 23 Giovanni Giovanna :> 30S » 5 Alessando Alessandro » 321 » 15 Nano Nati/o » 3lS » 22 barbela bar/eia » 351 » 7 Furante Durante » 357 » 6 Aprilis quarto Aprilis » 565 » 22 Marito marito » 371 p r t Santarame Jantarame » 373 » 3 ώ Kio/a de Volta > 334 » 5 dei qm. del qm. 3S4 » S Lavagno Lavagna » 399 » 1 {arara $atara » 410 » 15 una Ani unAm » 413 7 i/i de striis » 425 » 21 novarietises novari ensis » 451 » 18 Gali areto Gallanelo » 458 > 31 Curio e, Curio e » 492 I I sposa » * 495 » io Guglieimo Guglielmo » 498 » 14 merena mesema » 501 13 Starasio Storasio > 544 » 19 di Cario del Curio » 348 » 12 vAss alii v Assalii » 566 » 23 Cor bo in a Corboia » 568 » 16 Nilo . Milo » 568 » 17 Giovanili Giovanna.