Gli Archivi Pallavicini di Genova * ■ L Λ Gli Archivi Pallavicini di Genova i ARCHIVI PROPRI Inventario a cura di Marco Bologna GENOVA MCMXCIV NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA PALAZZO DUCALE - PIAZZA MATTEOTTI, 5 MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI PUBBLICAZIONI DEGLI ARCHIVI DI STATO STRUMENTI CXVIII ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Nuova serie - Voi. XXXIV (CVIII) Fase. I Gli Archivi Pallavicini di Genova i ARCHIVI PROPRI Inventario a cura di Marco Bologna -Ο .. i Tarili Λ GENOVA MCMXCIV NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA PALAZZO DUCALE - PIAZZA MATTEOTTI, 5 SOMMARIO Introduzione Il fondo Pallavicini nel complesso Durazzo-Giustiniani 3 La famiglia 9 La storia dell’archivio 38 L’archivio 54 Archivio del ramo primogenito Archivio generale Carte d’amministrazione 75 Fogliazzi originali 75 Buste non originali 85 Atti di causa 91 Cappella musicale di Sant’Ambrogio 99 Cappella gentilizia di San Pancrazio 103 Scritture contabili 106 Corrispondenza 132 Lettere ricevute 133 Copialettere in partenza 135 Frignano Introduzione 145 Carte d’amministrazione 152 Fogliazzi originali 152 Buste non originali 156 Scritture contabili 158 Corrispondenza 164 Lettere ricevute da Frignano 164 Copialettere in partenza per Frignano 168 Sommario Sicilia Introduzione 169 Carte amministrative e contabili 176 Fogliazzi originali 17(5 Buste non originali 181 1 Q9 Atti di causa Corrispondenza 183 Lettere ricevute dalla Sicilia 183 Copialettere in partenza per la Sicilia 185 Masone Introduzione 187 Carte d’amministrazione 189 Scritture contabili 190 Corrispondenza 191 Lettere ricevute da Masone 191 Copialettere in partenza per Masone 191 Val Polcevera e Val Bisagno Introduzione 193 Val Polcevera, carte amministrative e contabili 194 Val Bisagno, carte amministrative e contabili 197 Archivio del ramo cadetto Archivio generale Carte d’amministrazione 203 Fogliazzi originali 203 Buste non originali 216 Scritture contabili 218 Corrispondenza 227 Lettere ricevute 228 Copialettere in partenza 228 Sommario Sassello Carte d’amministrazione 231 Fogliazzi originali 233 Buste non originali 235 Scritture contabili 236 Registri 236 Buste non originali 238 Corrispondenza 239 Mombaruzzo Introduzione 241 Carte d’amministrazione 252 Fogliazzi originali 252 Buste non originali 256 Scritture contabili 260 Corrispondenza 265 Documenti della famiglia Imperiale Lercari 267 Carte della «famiglia» e di altri rami Palla vicini Introduzione 279 Carte della «Famiglia Pallavicini» Carte d’amministrazione 281 Scritture contabili 283 Carte di altri rami Pallavicini Discendenti di Angelo q.Giovanni Francesco I, conti Pallavicini Centurione di Bologna 289 Discendenti di Giovanni Battista q.Damiano 291 Discendenti di Tobia q.Francesco 296 Sommario Tavole genealogiche e schede biografiche Tavole genealogiche schematiche 305 Schede biografiche 322 Indici 329 Indici dei corrispondenti Ramo primogenito - archivio generale 331 - Frignano 374 - Sicilia 376 - Masone 379 Ramo cadetto - archivio generale 380 - Mombaruzzo e Imperiale Lercari 398 Altri rami - discendenti di Gio. Battista q.Damiano 402 - discendenti di Tobia q.Francesco 404 Indice dei nomi di persona e di luogo 414 INTRODUZIONE Questo lavoro fa parte di un piano di ricerca, diretto da Dino Puncuh, a cui hanno concorso e concorrono varie équipes della Società ligure di storia patria, in collaborazione con gli Istituti di Civiltà classica, cristiana e medievale della Facoltà di Magistero e di Storia economica della Facoltà di Economia e commercio dell’Università di Genova, con finanziamenti parziali del Consiglio nazionale delle ricerche e della Proprietà del complesso archivistico. Il fondo Palla vicini nel complesso Durazzo Giustiniani La denominazione «archivio Durazzo-Giustiniani» che indica convenzionalmente questo complesso archivistico, specifica i due estremi temporali della aggregazione di almeno nove archivi o parti di archivi di varie famiglie che, seguendo percorsi eterogenei, sono confluiti in un unico insieme, come sedimenti di un secolare processo storico. Le sue vicende più recenti sono state determinate dai seguenti fatti: dal matrimonio tra Marcello IV Durazzo e Teresa Pallavicini, unici discendenti delle rispettive famiglie, nasce nel 1848 Giacomo Filippo Durazzo Pallavicini, autorizzato a portare il doppio cognome, che sposa nel 1912, Matilde Giustiniani, figlia del principe Alessandro. Vedova dal 1921, essa contrae un secondo matrimonio con Pierino Negrotto Cambiaso, erede dei Sauli da parte di madre, ma resta ancora senza discendenza diretta. Alla sua morte, nel 1970, le succede la figlia adottiva, in realtà figlia di una sorella, Carlotta Fasciotd Giustiniani, vedova del marchese Maurizio Cattaneo Adorno. Nel palazzo Durazzo Pallavicini di via Balbi 1 a Genova si riuniscono così gli archivi dei Durazzo marchesi di Gabiano, di due rami dei Pallavicini, dei Giustiniani Recanelli, dei Sauli e dei Cattaneo Adorno. I due archivi Pallavicini, come si vedrà più avanti, recano in aggregazione serie molto consistenti, provenienti da altre grandi famiglie genovesi quali i Clavesana, i da Passano, gli Spinola, i Doria, i Gentile, i Lomellini, ma soprattutto i Centurione ed i Grimaldi. Si conservano tre archivi Grimaldi: uno del feudo di Rezzo, uno del ramo dogale ed il terzo dei Grimaldi Oliva. L’archivio di Rezzo è composto da 152 unità con documenti originali dal XIII sec. ed in copia dal X. L’archivio segue la storia del feudo ed i suoi pezzi sono intitolati alle famiglie che ne ebbero la signoria: i Clavesana prima per lungo tempo e poi i da Passano ed i Grimaldi. L’archivio Grimaldi del ramo chiamato «dogale» per aver dato quattro dogi nell’arco di sei generazioni, è giunto nel nostro complesso in seguito al matrimonio di Maddalena Grimaldi q.Giovanni Battista con Paolo Gerolamo IV Pallavicini, avvenuto nel 1795. In esso si ritrova la documentazione delle attività familiari a partire dal bisnonno di Maddalena, Giuseppe Maria Durazzo q.Marcello I, padre di Giulia, 4 introduzione moglie del doge Pierfrancesco Grimaldi q.Giovanni Battista. Fanno parte del patrimonio consistenti beni in Sestri Levante anche di provenienza Gentile. Il terzo archivio Grimaldi è del ramo Grimaldi Oliva che si estin-se nei Grimaldi del ramo dogale col matrimonio di Maria Benedetta (Lilla) q.Battista con Giovanni Battista q.Pierfrancesco. Le carte sono relative alle proprietà ed ai feudi nel regno di Napoli, a Rocca Gri-malda (basso Piemonte) e in Genova, con una prevalenza di documentazione pertinente a cause giudiziarie ed alla successione nei fede-commessi. L’archivio Centurione si è aggregato all’archivio del ramo cadetto Pallavicini discendente da Giuseppe II. In esso troviamo soprattutto atti relativi ad investimenti finanziari, alla gestione di proprietà nel Ponente ligure e all’amministrazione di beni per conto terzi come, ad esempio, per la famiglia spagnola Casado Alvarado. Fanno parte di quest’archivio anche carte e registri provenienti dalle famiglie Lomel-lini e Imperiale, imparentatesi precedentemente coi Centurione. L’ultimo dei nostri archivi aggregati è lo Spinola Pallavicini, che ha origine dalla composita vicenda matrimoniale di Paola Maria Centurione il cui figlio di primo letto, Felice Pallavicini, lascia erede universale il fratellastro Gerolamo Spinola a condizione che abbini i due cognomi. Il figlio di quest’ultimo, Felice Spinola Pallavicini, sposa poi Livia Pallavicini q.Giovanni Francesco II ed ha come unico discendente Barnaba che muore senza prole e lascia tutti i beni e titoli al cugino Giovanni Carlo, padre del già detto Paolo Gerolamo IV. L archivio riguarda numerose proprietà immobiliari in Genova e cinque feudi nel basso Piemonte: Cabella, Fontanarossa, Montaldo, Morbello e Morsasco. L’inventario di tutti questi archivi è già in corso di compilazione e sarà pubblicato entro breve tempo come prosecuzione del presente lavoro. Questa preziosa documentazione è restata quasi totalmente ignorata e inconsultabile sino a vent’anni fa, quando, grazie alla attiva disponibilità della Proprietaria, il prof. Dino Puncuh, presidente della Società ligure di storia patria, si accinse a studiare la storia e la composizione dell’intero complesso. Senza dimenticare il lavoro svolto sulla biblioteca Durazzo (cfr. D. Puncuh, / manoscritti della raccolta Durazzo, Genova 1979; A. Petrucciani, Gli incunaboli della Biblioteca Durazzo, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXVIII/2, 1988), il primo inventario archivistico del complesso Durazzo-Giustiniani dato alle stampe fu L’archivio dei Durazzo, marchesi di Gabiano, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXI/2 (1981). Riordinati gli archivi Cattaneo Adorno, Odone e Giustiniani, Il fondo Pallavicini 5 dei quali non si sono, per il momento, pubblicati gli inventari, restava da por mano agli archivi Pallavicini e Sauli. Mentre quest’ultimo deve ancora attendere perché se ne possa iniziare la schedatura, l’archivio Pallavicini, per le dimensioni e la particolare composizione, vede ora il suo inventario diviso in due volumi: il primo relativo agli arthivi propri e il secondo dedicato agli archivi aggregati. Il presente volume, dedicato ai soli archivi propri, è diviso in due parti corrispondenti ai due archivi Pallavicini. All’interno di entrambe si sono descritte le carte d’amministrazione, le carte contabili e la corrispondenza epistolare, dopodiché sono state poste le serie proprie dei feudi maggiori, ordinate internamente nel medesimo modo. Le serie maggiori si articolano in diverse sottoserie specifiche di ognuna secondo gli schemi seguenti. ARCHIVIO RAMO PRIMOGENITO — fogliazzi originali - fascicoli familiari Carte d’amministrazione — atti di causa - cappella musicale - San Pancrazio Carte contabili - per ogni personaggio - entrate - filze - uscite patrimoniali - uscite domestiche - registri Corrispondenza - per ogni personaggio I— lettere ricevute - copialettere in partenza - fogliazzi originali - buste non originali d'amministrazione Feudi maggiori - buste non originali di contabilità - lettere ricevute - copialettere in partenza 6 Introduzione ARCHIVIO RAMO CADETTO Carte d’amministrazione - fogliazzi originali - fascicoli familiari Carte contabili - per ogni personaggio filze registri — entrate — uscite patrimoniali — uscite domestiche . , I— lettere ricevute Corrispondenza - per ogni personaggio |_ copialettere in partenza Feudi maggiori fogliazzi originali buste non originali d’amministrazione buste non originali di contabilità lettere ricevute copialettere in partenza I due archivi Pallavicini appartengono rispettivamente il primo alla discendenza primogenita di Gerolamo q.Damiano e, quindi, a Giovanni Francesco I q.Gerolamo ed ai suoi figli; il secondo al ramo cadetto discendente da Giuseppe II figlio di Paolo Gerolamo I q.Giovanni Francesco I. Nel 1788 il ramo cadetto si estingue trasmettendo titoli, beni ed archivi al cugino marchese Pallavicini del ramo primogenito. Quasi come terza parte non autonoma, si è collocato l’insieme delle carte non provenienti dai due rami predetti, ma appartenenti comunque ai Pallavicini, pervenute in questo complesso sulla scorta delle motivazioni più varie che saranno illustrate nella loro specifica introduzione. Si tratta di documentazione relativa alla «Famiglia» e ad alcuni personaggi vissuti nel XVIII secolo; su tutta questa parte si dovrà probabilmente tornare in apposita sede. Il fondo Pallavicini 7 Quando ci siamo messi all’opera era ancora tra noi la marchesa Carlotta Cattaneo Adorno, che seguiva con compresa discrezione i progressi dei lavori e mostrava per le antiche vestigia e per la nostra fatica un rispetto che sempre più di rado accade ritrovare ed ancor più accresce 1 amarezza per un destino davvero troppo precoce. Alla Sua memoria e all’esempio che ha lasciato dedichiamo rispettosamente questo libro. 8 Introduzione ALBERO GENEALOGICO SCHEMATICO DEI DUE RAMI PALLA VICINI DAMIANO Nicoletta Gentile q.Ambrogio GEROLAMO Maria Ricci q.Pietro Paolo GIOVANNI FRANCESCO I Livia Balbi q.Pantaleo PAOLO GEROLAMO I M. Maddalena Spinola q.Opizio GIOVANNI FRANCESCO II GIUSEPPE II M. Aurelia Spinola Grimaldi Cebà Placidia Fieschi q.Filippo PAOLO GEROLAMO II Giovanna Serra q.Luciano GIOVANNI CARLO DOMENICO M. Giovanna Grimaldi q.Ranieri M. Gerolama Centurione qGio. Tomaso PAOLO GEROLAMO IV PAOLO GEROLAMO V M. Maddalena Grimaldi q.Gio. Battista Placidia Cattaneo q.Niccolò ramo estinto nel 1788 -1 IGNAZIO ALESSANDRO Eugenia Raggi qGio. Antonio TERESA in Marcello IV Durazzo GIACOMO FILIPPO DURAZZO PALLAVICINI Matilde Giustiniani q.Alessandro PAOLO GEROLAMO III Caterina Imperiale Lercari q.Domenico CARLOTTA FASCIOTTI GIUSTINIANI CATTANEO ADORNO Non vi è legge al mondo che condanni i cittadini di una patria oziosa a vivere oscuramente Giovanni Luca III Pallavicini 28 luglio 1729 LA FAMIGLIA Sarebbe eccessivo proporsi di scrivere qui la storia della famiglia Pallavicini, mentre è necessario presentare alcune informazioni su personaggi e vicende che hanno dato origine a questo archivio. Non ci si può esimere, tuttavia, dall’indicare qualche termine di riferimento della presenza dei Pallavicini nella storia della loro «città base» negli anni precedenti a quelli d’inizio del nostro archivio. Genova come città base della famiglia, anche se non ne è la città d’origine: le origini dei Pallavicini si perdono nella mitologia araldica, come per molte antiche famiglie italiane, immancabilmente discendenti da imperatori o dal loro entourage. I genealogisti convengono, comunque, nel farli provenire dal territorio piacentino-parmense, da feudatari di origine Obertenga1. È certa la presenza in Genova di Giovanni q.Niccolò Pallavicino almeno dal 23 luglio 1203, quando compare in un atto del notaio Lanfranco come acquirente di una casa non meglio specificata, ma dal momento che il 3 agosto seguente risulta già mercante abbastanza affermato da poter ricevere in affidamento una somma di denaro appartenente a dei minorenni allo scopo di trarne una rendita, è sicuro che fosse attivo in città già da un congruo tempo 2. Poco più di un secolo dopo, nel 1315, i Pallavicini compaiono a denominare la «plathea Pillavicinorum et Calvorum» ove rogano notai come Georgius de Ponte e Thoma de Casanova; il notaio Nicoli-nus Sbaratus roga nel 1334 «in fundico Pilivicinorum in contrata pontis Calvi» La famiglia continua a crescere sia economicamente che 1 Cfr. N. Battilana, Genealogie delle famiglie nobili di Genova, Genova 1825, III, p. 1 e AM.G. Scorza, Le famiglie nobili genovesi, Genova 1924, p. 177. 2 Cfr. Lanfranco, a cura di H.C. Krueger e R.L. Reynolds, I, Genova 1952, (Notai liguri del sec. XII e del XIII), nn. 426 e 445. 5 Cfr. G. Costamagna, Cartolari notarili genovesi (1-149), Inventario, I, in due parti, Roma 1956 e 1961, p. 236 (I) e p. 234 (II) (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, XXII e XLI); M. Bologna, Notai ignoti. Frammenti notarili medioevali. Inventario, Roma 1988, pp. 279, 286 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CIV); Id., Cartolari notarili genovesi (150-299), Inventario, II, Roma 1990, pp. 469-470 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXI). 10 Introduzione politicamente e mantiene una posizione centrale nelle vicende cittadine pur non diventandone mai protagonista 4. Vi sono Pallavicini ambasciatori anche in situazioni gravi e importanti, come Damiano (bis-avo del nostro stipite Damiano) che è rappresentante del doge Tommaso Campofregoso a Firenze nel 1436 5. Sarà nel XVI secolo che emergerà con evidenza tutta la forza dei Pallavicini e la posizione da loro occupata nella classe dirigente di Genova. Ben conosciuta è l’attività di monopolisti deH’allume dei domini pontifici 6, come la collocazione politica tra i nobili bianchi 7; splendide le residenze che si costruiscono in città e fuori8, esplicito il sostegno alle leggi del 1528 9. 4 II caso dei Pallavicini è piuttosto particolare anche se non infrequente, perché ci mostra una delle famiglie principali di Genova che occupa di rado le cariche istituzionali di rilievo. Sarà una delle caratteristiche che verranno mantenute per secoli quella di preferire il prestigio economico a quello politico: i nostri Pallavicini avranno sempre, dal tardo medioevo sino alla Restaurazione, quasi un culto del basso profilo ed un corrispondente desiderio di rifuggire il più possibile da ogni forma di esaltazione pubblica della propria immagine. Come altri, essi cercarono di evitare le cariche pubbliche perché improduttive: ma questa presunta irrilevanza economica della politica era tale solo in funzione di un certo modello di vita e di costume, che non tutte la «magnifiche famiglie» avevano. Si può schematicamente affermare che per i Pallavicini i settori produttivi fossero essenzialmente due: quello finanziario e quello immobiliare-terriero. Per entrambi non era di alcuna utilità un impegno politico attivo, oltre il dovuto ed ineludibile tributo in quel senso alla Repubblica. Nel caso fosse possibile, era preferito l’incarico diplomatico dove, infatti, vediamo eccellere non pochi della nostra famiglia; ma la preminenza in città dipende sempre dalla attività economica e dalle proprietà che ne derivano e solo in limitata misura dallo splendore del tenore di vita. 5 Cfr. G. Balbi, Una città e il suo mare, Genova nel Medioevo, Bologna 1991, pp. 290-291. Questo Damiano q.Meliaduce fu giureconsulto di fama e risulta per sei volte anziano e sette ambasciatore. 6 Cfr. J. Delumeau, L’Alun de Rome, XV-XIX siècles, Parigi 1962, pp. 98-99; Id., Vie économique et sociale de Rome dans la seconde moitié du XVI siècle, Parigi 1957. Si veda anche nota 20. 7 A. Pacini, I presupposti politici del «secolo dei genovesi·»: la riforma del 1528, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXX (1990) pp. 353-382; C. Bitos-si, Il governo dei magnifici. Patriziato e politica a Genova fra cinque e seicento, Genova 1990, pp. 79-137 e passim. 8 Basta ricordare i due palazzi che Agostino e Tobia q.Francesco si fecero costruire all’inizio di Strada nuova (ora rispettivamente Banco di Napoli e Camera di commercio) ed in via Luccoli oltre alla villa delle Peschiere e quelle, più fuori Genova, in Sampierdarena e Rivarolo. Vi è amplissima bibliografia in merito, ma, ad esempio, cfr. E. Poleggi, Strada Nuova, una lottizzazione del Cinquecento a Genova, Genova 1972; Catalogo delle ville genovesi, Genova 1967 e 1981. 9 Cfr. Per la coronazione del serenissimo Gian Carlo Pallavicino doge della serenissima repubblica di Genova, orazione dell’abate Francesco Mas sola, Genova 1785, La famiglia 11 L’albergo Pallavicini è tra i «vecchi» e resta sempre «bianco», anche quando aumenta la quota dei popolari al suo interno e giunge con notevole frequenza a candidare un proprio membro all’elezione dogale, pur avendo solo tre dogi nella sua storia I0. Membri della famiglia raggiungono posizioni di prestigio anche in altri settori della vita pubblica, come in quello ecclesiastico ove si ritrova un intenso impegno a favore dei gesuiti e una costante cura di avere sempre un alto prelato Pallavicini presente in Roma u. apud Stamperia Gesiniana, p. 109: «Nel 1528 Agostino Pallavicini è uno de’ Riformatori della Repubblica, nel 1529 Giovanni Battista è uno dei 17 capitani di guardia alla città, nel 1533 Vincenzo è ambasciatore presso Francesco I re di Francia e nel 1538 Damiano è governatore. Queste note sono di lor natura limitate, né possono racchiudere tutti i personaggi celebri della famiglia Pallavicini». Cfr. sempre A. Pacini, I presupposti... cit., e C. Bitossi, Il governo ... cit., passim. Cfr. inoltre, V. Vitale, Breviario della storia di Genova, Genova 1955, pp. 205-206. Si deve ancora lamentare l’inesistenza dei repertori cronologici a stampa delle magistrature maggiori, almeno dei senatori e dei procuratori della Repubblica, nonché dei procuratori di San Giorgio, ufficio quanto mai significativo. Per i primi non vi è alternativa ai «Manoscritti» dell’Archivio di Stato di Genova ed ai «Manoscritti Brignole Sale» dell’archivio storico del Comune di Genova, per i secondi non vi è nulla nemmeno manoscritto e si devono consultare le filze dei «cancellieri» dell’archivio del Banco di San Giorgio, in fase di riordinamento ad opera di Giuseppe Felloni. 10 Cfr. C. Bitossi, Il governo ... cit., p. 108: «Numero di candidature e numero di elezioni a doge non erano affatto proporzionali,... Alcuni oligarchi erano evidentemente candidati di bandiera di schieramenti abbastanza forti da portare un nome sino alla rosa finale, ma non abbastanza da guadagnargli il dogato». Nel periodo 1576-1657 i Pallavicini ebbero tredici candidature, distribuite tra quattro persone, ma un solo doge; uno dei candidati fu Giovanni Battista q.Damiano, figlio del nostro stipite, che nel 1585 riceve 104 voti: cfr. Inventione di Giulio Pallavicino di scriver tutte le cose accadute alli tempi suoi, a cura di E. Grendi, Genova 1975, p. 103. 11 Anche sotto questo profilo la nostra «casa» Pallavicini raggiunge posizioni di prestigio qualche tempo dopo le altre omonime e ben più tardi di alcune famiglie anche, però, più blasonate (ad esempio i Grimaldi). Quando intraprendono questa strada, ottengono subito un ottimo risultato con Opizio di Paolo Gerolamo I. Si deve, a questo proposito, notare una concomitanza di fatti che permettono una lettura più completa del fenomeno: Opizio va a Roma imberbe ed è «sub Innocentio X inter presules Romanae curiae adscriptus» (cfr. M. Guarnacci, Vitae et res gestae pontificum romanorum et S.R.E. cardinalium, Roma 1751, tomo I, pp. 202-203), ma vi è in Roma il cardinale Lazzaro Pallavicino q.Niccolò (cfr. L. Pastor, Storia dei Papi, Roma 1932, XIV1, p. 567 e C. Eubel, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, Padova 1952, V, p. 5) nipote del doge Agostino, che è di un altra «casa», ma non lesina gli aiuti al giovani «cugino». Ad opera anche del cardinale Lazzaro, si conclude un importante matrimonio tra Pallavicini e Rospigliosi (vedi nota 65) e, proprio nel giugno del 1667 viene eletto papa Giulio Rospigliosi, che nomina, nel 1668, nunzio apostolico a Firenze il nostro Opizio, pochi giorni dopo averlo consacrato vescovo del titolo di Efeso. Una volta entrati nel numero degli oligarchi, anche nell’ambito ecclesiastico, i nostri Pallavicini non ne usciranno più, mantenendo sempre posizioni di pri- 12 Introduzione Se si guarda lo sviluppo della genealogia della famiglia e si considerano le attività svolte dai vari personaggi, appaiono abbastanza evidenti alcuni aspetti costanti: la strada principale seguita è quella del commercio in tutti i territori raggiunti dai genovesi, ben presto gli si affianca e poi lo soppianta l’attività bancaria, a cui fa da corollario, anche in rapporto allo schietto filospagnolismo familiare, 1 attività parapolitica di appaltatori e beneficiari di imposte e diritti su concessione delle varie «Camere» spagnole, siciliane, milanesi, romane e napoletane. I Pallavicini, ed in particolare la linea genealogica che seguiamo in questa sede, sono elemento costitutivo e parte eccellente dei gruppi di genovesi operanti in Sicilia, nelle Fiandre, a Napoli, in Spagna ed in tutta Europa, che più compiutamente esprimono le capacita imprenditoriali dell’oligarchia cittadina, fungendo da «capofila nei confronti di una costellazione di imprese sparse per il mondo, con 1 cui titolari sussistono collegamenti societari, affinità parentali, solidarietà di casta per il comune esercizio del potere» 12. Per quanto possibile, hanno avuto poco spazio le attività politiche, sempre vissute come una distrazione dalle attività più consone e utili alla famiglia: la partecipazione alla gestione della cosa pubblica viene considerata un dovere che compete agli oligarchi, ma non un fattore di prestigio nell’ambito di una società appunto oligarchica. È più significativo e prestigioso acquisire posizioni eccellenti nella carriera ecclesiastica o agire in modo da ben meritare da parte della Chiesa cattolica con elargizioni e favori agli ordini religiosi ed ai loro istituti 13. Non pare valga alcuna particolare considerazione, agli occhi delle generazioni dei Pallavicini, la carriera militare, con le uniche eccezioni mario livello: Opizio cardinale nel 1686 (cfr. L. Pastor, Storia ... cit., XIV/2, pp. 88 e sgg.; C. Eubel, Hierarchia ... cit., V, p. 12), Lazzaro q.Giovanni Francesco II, vescovo nel 1721 (cfr. C. Eubel, Hierarchia ... cit., V, p. 374), Lazzaro Opizio q.Paolo Gerolamo II, cardinale nel 1766 e segretario di Stato dal 1769 (cfr. L. Pastor, Storia... cit., XVI/1, pp. 248 e sgg.; C. Eubel, Hierarchia ... cit., VI, p. 302). 12 Cfr. G. Doria, Conoscenza del mercato e sistema informativo: il know hou> dei mercanti-finanzieri genovesi nei secoli XVI e XVII, in La Repubblica intemazio- nale del denaro, Bologna 1986, p. 75. 15 La pratica del sostentamento e della munificenza verso la Chiesa giunge in Genova, nel «secolo dei Genovesi», a livelli di competizione nella ricerca di magnificenza ed anche solo nella dimensione delle elargizioni. Vi era un evidente ritorno sia d'immagine, sia concreto, che poteva essere tutelato, se non garantito, dalla presenza nelle gerarchie ecclesiastiche di qualche rappresentante della famiglia il quale procedeva, a sua volta, nella carriera anche (di certo non solamente) in relazione alla condotta della famiglia (Vedi note Ile 55). La famiglia 13 di Alessandro q.Tomaso q.Damiano 14 che diventa generale delle galee del papa nel 1620 e del più famoso e di ben altro livello Giovanni Luca III, maresciallo di Maria Teresa d’Austria, ma in seguito uomo politico e diplomatico di prim’ordine, sempre ben disposto verso la sua città di nascita, ma ormai lontano da essa per interessi e prospettive 15. Sembra abbastanza certo che, in merito all’educazione ed istruzione da dare ai propri figli, i Pallavicini non si siano discostati dalla consolidata tradizione. Gli istituti che ricorrono con maggiore frequenza sono il Collegio dei nobili di Milano ed il dementino di Roma, non compare il collegio Borromeo di Pavia, mentre si ha notizia del mantenimento di due rampolli della famiglia nel collegio Tolomei di Siena. Non si sono registrate, comunque, biblioteche o raccolte di libri degne di nota; qualche elenco piuttosto scarno compare in occasione delle divisioni dei beni di un de cuius, ma si tratta sempre o di opere religiose o di interesse pratico. Il caso del famoso Giulio Pallavicino q.Agostino ed anche dei suoi fratelli, resta totalmente isolato, almeno nella nostra linea genealogica, che non vanta uomini di lettere, né d’arte 16. Si devono segnalare solo due situazioni in cui compare un atteggiamento diverso; va detto, però, che entrambi i casi non appaio- 14 Cfr. A. Guglielmotti, Storta della manna pontificia, Roma 1892, VII, pp. 239 e sgg. L’incarico veniva venduto al miglior offerente in una apposita tornata d’asta e durava sei anni; per Alessandro Pallavicini inizia il 1 novembre 1620. 15 Giovanni Luca III Pallavicini, fu maresciallo di Maria Teresa d’Austria, ministro prima plenipotenziario, poi delle finanze ed infine governatore della Lombardia (1750-1753). Egli è figlio di Giuseppe III Pallavicini e di Livia Centurione q.Ottavio, nasce il 23 settembre 1697 in Genova, ove ancora risiedeva la famiglia discendente da Angelo Pallavicini che riesce, per pochi mesi, a vedere il bisnipote, futura gloria della stirpe: cfr. A. Costa, Gian Luca Pallavicino e la Corte di Vienna (1731-1753), in «Giornale storico letterario della Liguria», n.s., II (2.3.4). Interessa chiarire il periodo della vita di Giovanni Luca III quando scoppiò l'insurrezione popolare di Genova nel dicembre 1746. In quel frangente egli, ministro plenipotenziario austriaco e governatore dello Stato di Milano, mantiene una difficilissima posizione equidistante da Vienna e da Genova, e non dà soddisfazione a nessuna parte: di conseguenza Giovanni Luca III non rivedrà più la sua città, la famiglia deve scappare da Genova in piena rottura con la maggioranza dei «magnifici», tra cui i cugini Pallavicini. La prima moglie, Anna Maria Pallavicini q.Domenico, muore qualche anno dopo ed egli si risposa nel 1756 con Caterina Fava di Bologna, città in cui decide di stabilirsi, utilizzando, fra l'altro, la tenuta «La Diamantina» che gli era giunta in eredità dalla madre. La scelta del luogo di residenza ed il conflittuale rapporto con Genova lo motiveranno nell’adottare il doppio cognome Pallavicini Centurione (a volte anche all’inverso), col titolo di conte. A seguito di questo trasferimento anche l’archivio della «casa» discendente da Angelo si trova in Bologna, conservato in Archivio di Stato: cfr. A. Ostoja, L’archivio Pallavicini nell'Archivio di Stato di Bologna, in «Notizie degli Archivi di Stato», XI (1951), pp. 75-87. 16 Cfr. Inventione di Giulio Pallavicino ... cit., pp. VII-XXXIV. 14 introduzione no come genuini, ma piuttosto sostenuti dall’acquiescenza verso le mode e le convenzioni. La Cappella musicale di Sant'Ambrogio viene istituita dal gesuita Marcello Pallavicino q.Agostino, fratello del predetto Giulio, con il suo testamento dettato il giorno prima della professione di fede, il 10 aprile 1598 e l’attività musicale inizia la notte di Natale del 1609 17. Il giuspatronato sulla Cappella viene regolato da Giulio, ultimo rimasto dei figli di Agostino, dieci anni dopo: ad esso non chiama nessuno dei discendenti di Damiano o di Tobia, suoi zii, ma solo dei nipoti diretti, figli dei fratelli Francesco e Niccolò. Attorno al 1725 la progenie di Agostino, però, si estingue ed allora entrano nella conduzione della Cappella musicale anche i nostri Pallavicini che gradualmente ne sosterranno sempre più da soli il peso economico e gestionale. In questo caso appare in modo abbastanza evidente come non si potesse lasciar cadere un’istituzione tanto prestigiosa per la famiglia e così benemerita verso la Chiesa. Per non interrompere le tradizioni della famiglia, per essere sempre più i soli eredi dei grandi Pallavicino ed anche per essere ossequienti verso quella religione cattolica a cui tutta la stirpe è sempre stata spiccatamente devota, la Cappella musicale viene tenuta in vita dai nostri vari Paolo Gerolamo e Giovanni Francesco. L altro caso di avvicinamento di questi Pallavicini alle arti, si ritrova nella seconda metà del Settecento con l’affiliazione di Giovanni Carlo e di Paolo Gerolamo V, figlio di Domenico, all’Arcadia: il primo col nome di Aristeo ed il secondo con quello di Paimiro Cidonio. Che composizioni abbiano scritto o che altro tipo di attività poetica abbiano svolto costoro, non risulta dalle carte, ma abbiamo dei panegirici in occasione dell’elezione al dogato di Giovanni Carlo e della morte di Paolo Gerolamo V 18. Vi era, però, in quegli anni, qualche magnifico delle ultime generazioni che non fosse arcade? I Pallavicini della nostra discendenza non amavano, dunque, la cultura e le arti? 17 Cfr. G. Buzelli - G. Costa, Attività musicale alla chiesa del Gesù nel primo seicento. Il periodo di Willem Hermans, in Musica a Genova tra Medioevo e Età moderna. Atti del convegno di studi, Genova 1989, pp. 85-116. 18 In occasione dell incoronazione a doge di Giovanni Carlo Pallavicini viene pubblicato, come d uso, un libro d’encomio che contiene un’orazione e diverse poesie di alcuni più o meno illustri arcadi: Per la solenne coronazione del serenissimo Gian Carlo Pallavicino doge della serenissima repubblica di Genova, orazione dell'abate Francesco Mas sola, già citato alla nota 9. In morte di Paolo Gerolamo V, socio dell'Accademia ligustica degli industriosi con nome di «Paimiro Cidonio», viene stampato un opuscolo che riunisce un orazione di compianto e numerose poesie e sonetti in suo ricordo: Alla memoria di Paolo Girolamo Pallavicini, patrizio genovese, l'Accademia ligustica degli industriosi, Genova s.a., «dagli eredi di Adamo Scionico». La famiglia 15 Tutte le carte viste fanno ritenere che, sotto questo profilo, non fossero diversi dalla quasi totalità dei nobili genovesi e che non avessero, pertanto, particolari propensioni per gli studi oggi chiamati «umanistici», ma non per questo si può dire che fossero alieni dal provar gusto negli aspetti estetizzanti di quegli studi: la pittura e la scultura, ad esempio. Non è il caso di affrontare, in questa sede, il tema del collezionismo pittorico genovese, già ampiamente studiato anche in tempj^recenti 19, ma si deve ricordare che i Pallavicini ebbero in esso, un ruolo di primaria importanza almeno a datare da Paolo Gerolamo I che fa fabbricare nel palazzo di via Luccoli la «galleria» per esporvi i quadri che ha in parte ereditato ed in parte acquistato. I suoi discendenti proseguono in varia misura la collezione di dipinti e si interessano anche al commercio di simili opere, come di statue classiche (almeno così presentate) provenienti dalla Sicilia, ma è pur sempre certo che l’intenzione di fondo, animatrice di tale collezionismo, è quella di possedere un palazzo che desti ammirazione e di confrontarsi — vittoriosamente, se possibile — con le altre grandi famiglie che vantavano una quadreria. Di nuovo, quindi, ragioni di prestigio e interesse scarsamente genuino per l’aspetto culturale della realtà si sottendono alle varie generazioni di Pallavicini che compaiono in quest’archivio. Non si può, tuttavia, fare a meno di pensare che dobbiamo proprio a quelle ragioni ben poco elevate, quanto ci è restato dello splendore di Genova, realizzato e vissuto da quegli uomini tanto prosaici. Abbiamo scarne notizie esatte sugli antenati di Giovanni Francesco I: solo qualche data di morte, nomi di mogli, ricostruzioni genealogiche che si sono riprodotte sulla scorta di altre analoghe precedenti e alcuni fatti che, in genere, ci vengono comunicati dai testamenti; resta al momento piuttosto incerto dove esattamente risiedessero, che specifiche attività svolgessero nell'ambito di quanto prima accennato e che rapporti vi fossero all’interno della parentela. Alcuni matrimoni, come quello di Francesco q.Tobia con Violantina Grimaldi, sorella del grande Ansaldo, primo appaltatore genovese delle miniere di Tolfa, 19 La bibliografia in merito è molto estesa e solo relativamente pertinente a questo lavoro; si può trovare un consistente apparato bibliografico in appendice al catalogo della mostra Genova nell'età barocca, (maggio-luglio 1992), Genova 1992, dove, peraltro, compaiono saggi, sempre in argomento, estremamente interessanti quali quelli di G. Doria, E. Poleggi e soprattutto quello di P. Boccardo, Dogi, magnifici e cardinali: committenza e collezionismo della classe dirigente genovese nel seicento, pp. 459-463; cfr. anche D. Puncuh, Collezionismo e commercio di quadri nella Genova sei-settecentesca. Note archivistiche dai registri contabili dei Durazzo, in «Rassegna degli Archivi di Stato», XL1V (1984), pp. 164-218. 16 Introduzione confermano la buona posizione della famiglia e ancor meglio depone la nomina di Damiano q.Francesco come fedecommissario dello zio Ansaldo Grimaldi. Ma è evidentemente troppo poco anche per avanzare ipotesi. I fratelli di Damiano hanno lasciato tracce esplicite e durature nei loro palazzi di Strada nuova e nelle ville: grande ricchezza per erigerli, magnificenza ed esaltazione del committente nelle decorazioni, illustrazione delle proprietà e dei legami economico-politici con altre città significative. Agostino e Tobia Pallavicini restano tuttora ben presenti in Genova come alcuni dei maggiori imprenditori della sua storia 20. La discendenza di Agostino si estingue abbastanza presto attorno al 1725, mentre Tobia dà origine ad un ramo, tuttora presente in Genova, che ha vari contatti di parentela e finanziari col nostro; un suo figlio, Orazio, trasferitosi per affari in Olanda e poi a Londra, vi fa grande fortuna economica che si forma e si perde in nemmeno .cinquantanni 21. Lo stipite della nostra linea genealogica è Damiano di cui, però, non sappiamo quasi nulla: forse è stato console della Repubblica in Anversa nel 1517, ma pare una data troppo arretrata rispetto ad altre relative ai suoi figli ed a quanto scrive Battilana, che dice la moglie già vedova nel 1573 22. Sui figli di Damiano e di Nicoletta Gentile q.Am- 20 La fortuna economica dei tre fratelli Pallavicini è quasi sicuramente legata al matrimonio del padre Francesco q.Tobia con Violantina sorella di Ansaldo Grimaldi che li introduce, secondo la tipica logica delle «grandi» famiglie, al commercio dell’allume proveniente dalle miniere di Tolfa, nello Stato pontificio. Agostino e Tobia subentrano in seguito allo zio nell’appalto delle miniere e gestiscono l’organizzazione internazionale della vendita in regime di quasi monopolio. Damiano non pare comparire in questo traffico, pur essendo certamente apprezzato da Ansaldo che lo nomina suo fedecommissario. Cfr. J. Delumeau, L’Alun ... cit., pp. 98-99. 21 Contrariamente a quanto dice V. Vitale, Breviario ... cit., p. 242 ed anticipato dallo stesso autore nell'Enciclopedia italiana, «Pallavicini», XXVI, p. 123, Battistina (Battina) Pallavicini, figlia di Orazio, non fu nonna paterna di Oliver Cromwell, né ebbe altro grado di parentela con lui che non fosse quello derivante dal matrimonio che ella contrasse con Enrico Cromwell, figlio di uno zio del futuro Lord Protettore e ne fu, quindi, solo cugina acquisita. Battina mori nel 1618 a 24 anni, assieme all'unica figlia di due anni. Quando Oliver Cromwell nacque, Battina, nata nel 1594, aveva solo cinque anni. Cfr. L. Stone, An Elizabethan. Sir Horatio Palavicino, Oxford 1956; O. Pastine, Orazio Pallavicino e la sua parentela con Cromwell, in «Bollettino ligustico», X (1958), 1-2, pp. 85-89. 22 Di Damiano q.Francesco sappiamo ben poco: si sposa con Nicoletta Gentile q. Ambrogio, è senatore nel 1538, fedecommissario di Ansaldo Grimaldi e fa testamento in notaio Baldassarre Imperiale Garbarino il 5 novembre 1553; la moglie appare già vedova nel 1573. N. Battilana, Genealogia... cit., p, 24, gli assegna sei figli maschi e una femmina: proseguono oltre i primi del Settecento solo le linee discendenti da Gerolamo e da Giovanni Battista. La famiglia 17 brogio emergono ancora pochissimi elementi dalle carte che conserviamo: è interessante la residenza di Domenico in Napoli, ove poi continueranno a vivere i suoi figli che saranno corrispondenti finanziari del cugino Giovanni Francesco I. Sempre Domenico viene nominato, successivamente alla permanenza partenopea, procuratore della Repubblica nel 1585 2}. Un altro figlio di Damiano, Giovanni Battista, è senatore nel 1601 24. Gerolamo sposa Maria Ricci q.Pietro Paolo e pare abbia con lei sette figli: 25 è degno di attenzione come tutti i maschi ed i mariti delle femmine, partecipino alle attività finanziarie e commerciali di quel grande imprenditore che fu Giovanni Francesco I. Anche gli zii materni, Angelo e Giovanni Battista Ricci, sono coinvolti nei traffici del nipote, soprattutto a Milano e Piacenza; inoltre non è da escludere, da quanto si può percepire dalle lettere, che Angelo abbia avuto un ruolo significativo nella formazione dei figli del cognato Gerolamo. Di Gerolamo sappiamo che acquista nel 1562 la villa di Rivarolo 26. Quando finalmente compare sulla scena Giovanni Francesco I, le nostre carte cominciano ad essere più esaurienti e si evidenziano le linee d azione della famiglia. Nasce nel 1567 in Rivarolo nella casa da poco comperata ed a quel luogo resta legato fino al punto di acquistare terreni e case e farvi ristrutturare la propria villa, che resterà come punto stabile di ritorno, anche interiore, per la famiglia nei secoli seguenti. Sara in Rivarolo che si trascorrono le villeggiature, dove ci si ritira da anziani e dove si farà sepellire la maggior parte dei Pallavicini. A venticinque anni, ma vi era già da tempo, lo troviamo in Milano, al centro di un notevole giro d’affari: è presente a tutte le fiere di cambio e svolge a pieno ritmo l’attività bancaria in corrispondenza 25 Cfr. Inventione di Giulio Pallavicino ... cit., pp. 78, 81. 24 Cfr. AM.G. Scorza, Le famiglie... cit., p. 178. 25 Le notizie su Gerolamo sono ancor più scarse di quelle sul padre: si sposa con Maria Ricci q.Pietro Paolo appartenente ad una famiglia con cui i Pallavicini condividevano il giuspatronato sulla parrocchia gentilizia di San Pancrazio. Risulta già vedova nel 1603 (N. Battilana, Genealogie ... cit., Ili, p. 26). 26 La notizia dell'acquisto della villa di Rivarolo non ci viene da un atto specifico, ma lo scrive Paolo Gerolamo I a c. llr. dell’«Indice generale» che si descrive nella parte dedicata alla storia dell'archivio (nota 7): «Il signor Gerolamo Pallavicino morì l'anno del 1570 a 23 dicembre, questo è mio avo per padre e quello che comprò la villa di Rivarolo, che poi restò l'anno del 1 ... a Giovanni Francesco, Giovanni Luca e Benedetto suoi figli, cioè la del fedecomesso e detta casa si comprò del 1562 dal... procuratore di... Ugart». (dove vi sono i puntini non vi è scritto nulla nel testo) Archivio Palla vicini I, n. 436, fase. 31. Questo personaggio potrebbe essere il «Francesco Ugertè Spagnolo abitante quà» di cui parla Giulio Pallavicino nella sua Inventione ... cit., p. 157. 18 Introduzione con le maggiori piazze finanziarie, grazie anche alla presenza sul posto di parenti ed agenti capaci. Era uso di tutte le maggiori famiglie della città distribuire i parenti in Italia ed in Europa, quali emissari dell’attività finanziaria che aveva il suo fulcro in Genova. In questo caso sono esclusi solo una sorella monaca ed il fratello Benedetto, che si ritira a vivere a Finale, apparentemente per ragioni di salute, ma senza riuscire a nascondere una visione del mondo radicalmente diversa dal fratello primogenito che lo considera, pertanto, alla stregua di un rinnegato e gli invia solo il denaro strettamente indispensabile per sopravvivere. Giovanni Luca I è in Spagna fin dagli anni Novanta e sara lo stipite della discendenza spagnola (Palabesin); Tomaso resta a Genova e costruirà la villa di Sampierdarena su cui poi istituirà il fedecommes-so che la vincolerà alla famiglia e provocherà interminabili liti tra i pretendenti; Francesco è a Milano e in diverse fiere di cambio, i cugini Damiano, Francesco e Giacomo Maria q.Domenico sono a Napoli, il cognato Giovanni Benedetto Spinola segue le fiere di Piacenza. I corrispondenti esteri sono spesso imparentati, come i Balbi dalle Fiandre, cugini della moglie di Giovanni Francesco 121 ■ L’altro aspetto fondamentale dell’iniziativa imprenditoriale 1 Giovanni Francesco I è la decisa scelta filospagnola dei suoi investimenti: a parte qualche contatto con Lione, non compare lettera o carta di alcun genere che riferisca di affari non pertinenti a territori del dominio spagnolo, dove la penetrazione dei Pallavicini è capillare. L’impegno più consistente e fruttuoso è negli «asientos» di Spagna, in cui i fratelli Giovanni Francesco e Giovanni Luca investono somme ingenti esponendosi temerariamente 28 e si collocano al medesimo livello delle altre grandi famiglie genovesi già presenti come i Centurione, gli Spinola, i Grimaldi, i Doria, i Balbi e pochi altri. Dobbiamo, però, sempre ricordare che il Consejo de Hacienda de la Corona de Castilla non esitava a rifiutare denaro, pur avendone gran bisogno, da chi non godeva di pubblica reputazione e non dava valide 27 Da Anversa vengono inviate il 25 febbraio 1600 lettere di congratulazioni a Giovanni Francesco I per il suo matrimonio con Livia Balbi da Giovanni Agostino Balbi q.Bartolomeo, Giovanni Battista e Stefano q.Giovanni Francesco, cugini della sposa. A puro titolo di curiosità si ricorda che oggi 1 archivio Pallavicini è conservato in via Balbi, proprio nel palazzo che Giovanni Agostino Balbi, zio di Livia e degli altri sopracitati, si fece costruire da Bartolomeo Bianco. 28 Nel 1609, ad esempio, i due Pallavicini, assieme a Niccolò Balbi, sostituiscono Carlo Strata, affermatissimo asientista, nella stipulazione di un asiento di 750.000 scudi abbassando l’interesse richiesto. Cfr. E. Neri, Uomini d’affari e di governo tra Genova e Madrid, Milano 1989, p. 77. La famiglia 19 garanzie di solvibilità: i nostri fratelli, uno in Spagna e uno in Italia, offrivano evidentemente, già in quegli anni, sicurezze sufficienti a renderli partecipi dell’impressionante giro finanziario del regno spagnolo e, pochi decenni dopo, quando Giovanni Francesco I sarà già morto, Giovanni Luca I, e poi il figlio Giovanni Gerolamo, saranno factores reales della Hacienda, ossia i «direttori generali» del Tesoro spagnolo 29. A conferma di questo impegno e del suo successo, giunge, per Giovanni Francesco I, l’elezione a senatore della Repubblica di Genova nel 1614, che attesta la piena adesione alla politica della sua città, dove è tornato a vivere dopo molti anni di residenza milanese e dove ha acquistato il palazzo di via Luccoli da Francesco Maria e Felice Spinola. Il palazzo, ristrutturato e ingrandito già da Giovanni Francesco I e poi in varie riprese da suoi discendenti, sarà la sede del ramo primogenito della famiglia, sino alla sua estinzione nei Durazzo Pallavicini, agli inizi di questo secolo. Un’altro acquisto, questa volta nel regno di Napoli, è estrema-mente significativo e ricco di conseguenze: nel 1618 Giovanni Francesco I compra il feudo di Frignano piccolo, vicino ad Aversa, che comporta il titolo di «barone» e consacra i legami di Giovanni Francesco I con la Spagna 30. In realtà questo feudo non risulta mai particolarmente interessante, né per le rendite, né per la posizione geo-politica, ma rappresenta una tappa del percorso di ascesa sociale di questi Pallavicini che, dodici anni dopo, saranno nominati marchesi, anche in forza della baronia di Frignano 31. Il possesso di un feudo nel Regno, inoltre, ratifica la loro presenza in quello Stato e consente una più efficace tutelaci ben altri interessi finanziari e commerciali in essere in quelle regioni. Giovanni Francesco I muore a sessantanni esatti, lasciando alme- 29 La Hacienda de la Corona de Castilla riuniva le competenze economico-finanziarie del regno ed era guidata dal re e dal Consejo de Hacienda al cui interno si dibattevano tutte le questioni di competenza, anche più minute. L'amministrazione tecnica delle finanze era affidata alle Contadurias e alle Tesorerias, quali organismi contabili dell'Hacienda. La pratica costante dell’appalto per l’esazione dei tributi si estende anche alla gestione delle finanze regie e persino quella della Tesoreria generai viene affidata per alcuni periodi, nella prima metà del Seicento, a finanzieri di grande prestigio: i factores reales. Su sette, due furono della nostra «casa» Pallavicini: Giovanni Luca I e suo figlio Giovanni Gerolamo. «11 privilegio di maneggiare direttamente il denaro della Corona, al riparo dai rischi presentati dagli asientos, era riservato ai giganti del credito, appartenenti ai rami più illustri delle famiglie genovesi oramai spagnolizzati» (E. Neri, Uomini... cit., p. 119) anche se la «spagnolizzazione» di Giovanni Luca I aveva avuto inizio da poco. 50 A questo proposito si veda l'introduzione alla serie «Frignano». 51 Vedi Archivio Pallavicini I, Frignano, n. 387. 20 Introduzione no dieci figli, di cui due sicuramente illegittimi e un’eredità cospicua di beni e di rapporti a discendenti che non appaiono per nulla inferiori a tanto padre 32. Paolo Gerolamo I nasce nel 1602 e si sposa attorno al 1630 con Maria Maddalena Spinola q.Opizio, dopo essere già stato in Spagna presso lo zio Giovanni Luca I. Nel 1630 viene investito, dietro congruo pagamento 33, del titolo di marchese del Sacro romano impero dall’imperatore Ferdinando II; è senatore nel 1663, procuratore nel 1670. Guida le sorti della casa con intraprendenza, ma con minor rigore del padre: probabilmente la corresponsabilità degli affari assieme al fratello Angelo (chiamato come lo zio materno Ricci) attenua le possibilità decisionali di entrambi e fa comunque percepire una clima mutato rispetto a prima. Fino alla morte di Giovanni Francesco I, i Pallavicini appaiono una «casa» molto unita e compatta attorno alla guida indiscussa del capofamiglia; ora, con Paolo Gerolamo I e Angelo, non solo si legge l’evidente dualismo che si riprodurrà nella discendenza, ma si coglie un nuovo rapporto, anche di carattere economico, tra i componenti della «casa»: se prima Giovanni Francesco I distribuiva quasi autocraticamente i proventi, ora vi è una divisione esatta da rispettare e sorgono subito le questioni, non tanto tra i due fratelli, che appaiono sempre molto uniti e concordi, ma piuttosto con gli altri parenti. Il nucleo centrale dell’attività di Paolo Gerolamo I ed Angelo sarà l’acquisto e la gestione delle isole Egadi con le relative tonnare 34. Per arrivare a questo risultato i due fratelli sono impegnati in Sicilia ed in Spagna, nei famosi «giri» tra Madrid, Milano e Palermo, per importi molto ingenti che la corona spagnola pareggia con cessioni prima 32 In data 30 gennaio 1629 viene ultimato un bilancio dell’eredità di Giovanni Francesco I che presenta come saldo finale le considerevole cifra di L 2.610.752 da dividere secondo il testamento rogato il 3 ottobre 1625. Il confronto tra questo testamento e quello del padre, Gerolamo, è quanto mai indicativo delle realizzazioni finanziarie di Giovanni Francesco I. In detto testamento compaiono come figli ed eredi Paolo Gerolamo, Pietro Antonio, Angelo, Luca, Pietro Maria, Maria Giovanna, Maria Costanza, Francesca e Gerolamo come figlio naturale; N. Battilana, Genealogie... cit., Ili, p. 26, indica un secondo figlio naturale, Giovanni Battista, prete, di cui non si è trovata traccia nelle carte. 33 Per ottenere il titolo di «marchese» del Sacro romano impero, Paolo Gerolamo I spende, tra tasse dovute e «regali» per pagarne di meno, 2185 fiorini, come annota di proprio pugno in calce ad una lettera del suo rappresentante a Vienna, Antonio Genovino, del 17 febbraio 1631 (Archivio Pallavicini I, Frignano, n. 367). 34 Le isole Egadi e le tonnare sono acquistate nel 1648 da Paolo Gerolamo I, che in quegli anni risiede a Palermo, anche per il fratello Angelo; saranno vendute ad Ignazio Florio nel 1874. Per la ricostruzione delle modalità con cui questo bene è giunto ai Pallavicini, si veda l’introduzione alla serie «Sicilia». La famiglia 21 temporanee, poi perpetue ed assolute di beni e di diritti. Il condominio di Sicilia sarà proprietà Pallavicini per 250 anni circa, all’inizio diviso a metà tra i due fratelli e poi in quattro parti, di cui due in posseso dei discendenti di Angelo, i conti Pallavicini Centurione di Bologna. Mentre Angelo, nato nel 1607 e sposato con Anna Maria Raggi q.Giovanni Antonio, resta a Genova, ove sarà senatore nel 1680, Paolo Gerolamo I risiede in Sicilia per dieci anni dal 1646 al 1656, anche come console della Repubblica dal 1650 al 1654 35, vivendo tra Palermo, Trapani e Favignana, e mantiene uno stretto rapporto epistolare col fratello, a conferma della loro unità d’intenti. Nel frattempo erano proseguite tutte le altre operazioni finanziarie consuete e si era stretto sempre più il legame con la Spagna per la quale, ad esempio, i Pallavicini armeranno galee, finanzieranno eserciti, provvederanno agli approvvigionamenti e manterranno rapporti ad altissimo livello come con i governatori dello Stato di Milano ed i viceré di Sicilia 36. Sono splendida testimonianza di questa preminente posizione economica e sociale della famiglia gli arredi di casa ed i quadri, nonché le opere di rinnovamento effettuate nella villa di Rivarolo e nel palazzo di Lucco-li, entrambi pervenuti in fedecommesso al solo Paolo Gerolamo I. Gli altri figli di Giovanni Francesco I hanno collocazione sicura nella Chiesa: due suore, un gesuita e un carmelitano }7. L’unica femmina 55 Cfr. V. Vitale, Diplomatici e consoli della Repubblica di Genova, «Atti della Società ligure di storia patria», LXIII (1934), p. 243. 56 Un rapporto privilegiato, documentato da numerose lettere, vi fu con Francisco de Mello, portoghese di origine, conosciuto in Milano, che dal novembre 1632 all'aprile 1637 fu ambasciatore in Genova e presso i principi italiani, nel 1639 divenne viceré di Sicilia e dal 1641 al 1644 governatore dei Paesi Bassi. Un altro corrispondente di rilievo fu il marchese de Leganes, Diego Felippez de Guzman, governatore del ducato di Milano dal 1635 al 1641. Con entrambi, i Pallavicini della nostra «casa» trattarono consistenti movimenti finanziari collegati a Milano, alla Sicilia e alla Spagna. Col de Mello si instaura anche un rapporto di fiducia personale. Cfr. C. Trasselu, Genovesi in Sicilia, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., IX (1969), pp. 155-178 ed ancor più pertinente al nostro argomento, sempre di C. Trasselli, I Genovesi e la Sicilia durante la guerra dei trent'anni, in «Rivista Storica Italiana», LXXXIV (1972), pp. 978-987. Sempre sulla presenza genovese in Sicilia cfr. inoltre R. Giuffrida, Aspetti dell’attività finanziaria genovese nella Sicilia spagnola, in Atti del III incontro «Genova e i genovesi a Palermo», Palermo 1982, pp. 61-84; sulle relazioni siculo-genovesi più in generale, ma riferite alla situazione politica europea, cfr. sempre C. Trasselli, / rapporti tra Genova e la Sicilia dai Normanni al '900, in «Genova e i genovesi a Palermo», Genova 1980, pp. 15-37. 57 Le suore sono Maria Giovanna e Maria Costanza, monache in Santa Marta a Genova, il gesuita è Luca che per ogni evenienza nomina suo procuratore il fratello Pietro Maria (2 agosto 1649) e muore il 16 gennaio 1664, mentre il carmelitano scalzo è Pietro Antonio che pronuncia la professione di fede il 25 maggio 1632. Questi ì. (^biblioteca) y 22 Introduzione laica sposa Francesco Lomellini q.Pietro ed i due illegittimi divengono uno prete e l’altro corrispondente da Palermo; resta un figlio, Giuseppe I, di cui le nostre carte ci dicono solo che è esistito. Paolo Gerolamo I ed Angelo proseguono il sodalizio anche quando subentrano i figli ed essi si ritirano fisicamente dagli affari: di Angelo risulta solamente che continua a scrivere lettere al nipote Giovanni Francesco II fin quasi alla morte avvenuta a novant anni, nel 1698; di Paolo Gerolamo I si hanno i segni di una serena vecchiaia in Rivarolo ove si spegne a ottant’anni, nel 1682, intento ormai piuttosto all’organizzazione domestica che alle attività finanziarie e politiche, anche se non cessa di consigliare con discrezione il figlio 38. A questo punto le sorti della nostra stirpe si dividono tra i discendenti di Angelo e quelli di Paolo Gerolamo I. I primi scompaiono da questo archivio lasciando solo una corrispondenza epistolare relativa quasi esclusivamente alla contabilità di Sicilia, che verrà sempre gestita dai cugini genovesi39; i secondi, invece, sono all origine delle carte che stiamo esaminando. Il primo dei nostri Pallavicini che nasce già marchese è Giovanni Francesco II; seguito da Opizio (chiamato come il nonno Spinola), da Pietro Antonio, da Giuseppe II e da due femmine che per qualche provvida ragione non diventano suore, ma si sposano entrambe egregiamente. Dei quattro maschi due diventano ecclesiastici: Opizio sara prete, vescovo e nunzio a 36 anni, cardinale nel 1686 e risiederà da allora in Roma ove non lesinerà cure agli affari di famiglia, scrivendo interessantissime lettere al fratello, sempre oggetto di profondo rispetto. Se Opizio sarà visibilmente una delle glorie di famiglia, 1 altro fratello religioso non avrà un ruolo meno importante, anche se non assurgerà a quelle posizioni: Pietro Antonio, gesuita, che vivrà in varie città tra cui Roma, Milano e Parigi, sempre con una prioritaria al momento della vestizione assume il nome di Pietro Maria della Croce e sembra afflitto da una crisi d’identità simile a quella dello zio Benedetto: in una carta del 1631 dice esplicitamente di ritenersi causa di ogni male della famiglia e sceglie 1 ordine dei carmelitani proprio per il suo accentuato rigore. Muore nel 1665 prima del 25 aprile, in Palermo. 58 Archivio Pallavicini 1, Lettere a Giovanni Francesco II, 1676-1682 (nn. 245- 246). 39 La gestione delle isole Egadi procederà senza modifiche per 236 anni secondo un criterio che ricorda quello delle odierne società per azioni: vi è una divisione delle quote, stabilita dalla genealogia, in base alla quale vengono ripartiti utili e perdite e vi è un amministratore unico, munito di procura da parte di tutti i soci che venivano detti «condomini». La proprietà era chiamata «condominio di Sicilia». Questo amministratore è sempre stato il marchese Pallavicini del ramo primogenito, discendente da Paolo Gerolamo I che, tuttavia, possedeva solo il 25% del condominio e del quale non si poteva dare per scontata la capacità imprenditoriale. La famiglia 23 attenzione per la sua famiglia d’origine. Il legame tra i fratelli ed il costante riconoscimento del ruolo guida del primogenito, restano una delle caratteristiche fondamentali di questa famiglia e, probabilmente, una delle ragioni profonde della sua fortuna. Sono restate parecchie filze di lettere ricevute da Giovanni Francesco II, ma un solo copialettere e due filze di conti; conosciamo le date estreme della sua vita ed anche quella del matrimonio con Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà q.Lazzaro, si sa che provvide al restauro della parrocchia gentilizia di famiglia, San Pancrazio, danneggiata dalle bombe francesi del 1684, ma per ora resta una personalità sfuggente, compressa tra quelle del padre e dello zio da un lato e quella della moglie dall’altro. Viaggia parecchio, come tutti i Pallavicini da giovani, va in Sicilia e vi resta qualche anno, agisce in prima persona e per conto del padre e dello zio; di fatto fino alla morte di Paolo Gero-lami I non è autonomo e, dopo quella data, si trova in contrasto con lo zio Angelo per la divisione dei beni ereditati dal padre. Senatore nel 1682, è a Savona tra il 1683-1684 come «commissario generale delle armi della Riviera di ponente per la serenissima Repubblica» ed è di nuovo senatore nel 1690. La moglie è degna figlia di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà, famoso feudatario-padrone di Masone, durissimo signore con tendenze autonomistiche da Genova e primo a tentare un’impresa preindustriale per la produzione del carbone, grazie alla ricchezza di legname delle sue terre, che venivano custodite con pugno di ferro. La Repubblica fermò Lazzaro e tutta l’iniziativa 40. Ma la figlia doveva avere un carattere simile al padre se, come leggiamo nelle lettere che scrive al marito, questi fa di tutto per non starle assieme ed ella pare trarre godimento da quanto per lui è disgrazia 41. Non dove- 40 «Nella seconda metà del Cinquecento Lazzaro Grimaldi Cebà promosse la fondazione di un insediamento compatto — appunto il borgo di Masone — quale "habitazione di ferrieri". Si trattava di un insediamento esclusivamente industriale...»: C. Costantini, La Repubblica di Genova, Torino 1986, p. 163- Come si può vedere nella tavola n. 7, Lazzaro Grimaldi Cebà è lo zio del padre di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà, primo possessore del fedecommesso di Masone e padre di Maria Aurelia, moglie del nostro Giovanni Francesco II. Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà fu il prosecutore dell’opera del primo Lazzaro con particolare fermezza: difende a oltranza il circuito siderurgico-forestale caratteristico dell’azienda, osteggiando qualsiasi tentazione agricola dei Masonesi i quali affermavano che la conservazione dei boschi era utile solo al feudatario e non alla Comunità. Anche il parroco di Masone si schiera con gli abitanti quando l'applicazione dei diritti feudali diventa eccessiva e si appella alla Repubblica che frena Lazzaro, piegandolo all’obbedienza, almeno verso di essa. 41 Nelle numerose lettere che Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà scrive al marito si ritrovano evidenti cenni di malanimo e quasi rancore verso di lui, compensati, nell’animo di lei, dalle difficoltà che Giovanni Francesco II incontra nella sua attivi- 24 introduzione va essere una situazione inusuale, ma è inevitabilmente foriera di questioni che, infatti, non si fanno attendere per la gestione del patrimonio dotale. Né si pensi che con la morte dello zio Angelo il nostro Giovanni Francesco si affranchi da una presenza ingombrante: dopo soli cinque mesi anch’egli muore e lascia il figlio primogenito, Paolo Gerolamo II, in perenne contesa, a volte anche giudiziaria, con la madre 42. Il quartogenito di Paolo Gerolamo I, Giuseppe II, sposa Placidia Fieschi, figlia di Filippo e di Maria Aurelia Doria: dalla loro unione nasce un’altra linea Pallavicini, la seconda «casa» come venivano denominate le discendenze, quella dei Pallavicini di via Lomellini, dall u-bicazione del palazzo in cui risiederanno, a volte detti «Pallavicini neri» 43. Questo ramo della famiglia sarà proprietario di un quarto dei beni di Sicilia e di tutta una serie di feudi che giungeranno prevalentemente per i matrimoni che i suoi pochi rappresentanti riusciranno a contrarre: già da quello di Giuseppe II, grazie alla suocera, pervengono alla discendenza il feudo Doria del Sassello, immobili di piazza S. Matteo in Genova ed estesi terreni al ponente della città. Le carte dell archivio documentano egregiamente questa parte della famiglia che si estinguerà ritornando alle origini, lasciando, cioè, tutti i beni ad un discendente del ramo primogenito, ad un cugino, come si chiamavano tra loro. Il nostro complesso archivistico è, così, costituito da due archivi: quello del ramo primogenito, di via Luccoli e quello del ramo discendente da Giuseppe II, di via Lomellini44. Conviene ora seguire quest’ultima discendenza per tornare in seguito a quella principale. Anche questi Pallavicini svolgono le stesse attività degli altri «magnifici» dell’epoca: investimenti prevalentemente mobiliari nel debito pubblico di diversi Stati ed amministrazione dei beni pervenuti in possesso sotto varie forme, ma questi sono sempre Pallavicini e non smentiscono le loro peculiarità imprenditoriali, almeno per il momento. Tanto Giuseppe II che il figlio Paolo Gerolamo III, che tà: la partenza di un viaggio per mare di questi è impedita dal cattivo tempo ed ella scrive al marito di essere lieta di quanto a lui reca impedimento. Da parte di Giovanni Francesco II compaiono a volte degli accenni aH’«umore» della moglie che incombe su tutto. La questione è piuttosto curiosa se si tiene conto anche del fatto che i due coniugi hanno ben otto figli: numero non trascurabile, anche per una coppia affiatata, pur considerando il tipo di rapporto coniugale che vi era in quell’epoca. Per la genealogia di Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà si veda la tavola n. 7. 42 Archivio Pallavicini I, n. 23. 45 Così li chiama l’abate Sebastiano Vicini in una lettera a Paolo Gerolamo IV, senza dare alcuna spiegazione dell’appellativo. 44 Si veda la «Storia dell’archivio». La famiglia 25 saranno senatori della Repubblica rispettivamente nel 1690 e nel 1723, non si limitano a fare splendidi matrimoni, ma sono anche acuti gestori di un patrimonio che cresce e si espande in tutta Europa. Le proprietà in Genova e dintorni li elevano tra i maggiori proprietari terrieri della città e la loro correttezza spinge molti stranieri ad affidar loro l’amministrazione degli investimenti genovesi e non solo. L’unico figlio maschio di Giuseppe II, Paolo Gerolamo III, sposa nel 1705 Caterina Imperiale Lercari q.Domenico che reca con sé il palazzo di via Lomellini, il feudo di Mombaruzzo e quello di Casalotto; ed il nostro marchese sarà all’altezza di tanto patrimonio sviluppandolo, migliorandolo, rendendolo sempre più produttivo e redditizio. Il palazzo si abbellisce di opere splendide, ora confluite nella raccolta Durazzo Pallavicini e la famiglia si distingue per generosità e munificenza; trae beneficio da questa situazione anche l’archivio che viene ordinato e ricondizionato con cura sotto l’occhio vigile ed un poco maniacale di Paolo Gerolamo III. Il risultato è uno splendido lascito patrimoniale e culturale che i figli Domenico e Giuseppe IV sanno conservare e che si amplia ancora una volta col matrimonio di Domenico con Maria Geronima Centurione q.Giovanni Tomaso. I due figli di Paolo Gerolamo III sono meno attivi del padre, ma questa, del resto, è ormai una generale tendenza e si occupano quasi solo di amministrare il patrimonio che richiede non poche attenzioni 45. Ricoprono alcune cariche di governo e sono molto religiosi in un’epoca che si mostra piuttosto tiepida verso la Chiesa. Anche l’unica sorella, Placida Teresa, sposa un Centurione, lontano parente della cognata, mentre Giuseppe IV, senatore nel 1763, resta celibe. Ma non è una generazione felice, seppur ricolma di ogni fortuna: Domenico ha un solo figlio, Paolo Gerolamo V, nato nel 1740, che risulta erede unico di una serie di parentele, anche lontane, destinate ad aumentar- 45 Paolo Gerolamo III ha due figli maschi ed una femmina, Placida Teresa, che nasce terzogenita il 12 maggio 1721 e si sposa nel 1739 con Giovanni Battista Centurione q.Carlo Adamo. Giuseppe IV nasce primogenito il 13 maggio 1713, non si sposa, non ama la vita pubblica, conduce un'esistenza al fianco del fratello che sembra un poco più energico. Muore il 5 agosto 1781, lasciando erede universale Domenico ed i suoi discendenti. Il secondogenito Domenico, nato il 28 maggio 1715, vive più intensamente del fratello e si sposa con Maria Geronima Centurione q.Giovanni Tomaso ed ha anche un figlio, Paolo Gerolamo V. Vedovo dall'agosto 1783, si risposa con Maria Gabriella Negroni Spinola, che Io lascia di nuovo vedovo il 29 maggio 1785. Quando muore, il 26 dicembre 1788 (testamento 28 aprile 1787), essendo già scomparsi il figlio ed il nipote, si estingue la discendenza di Giuseppe II q.Paolo Gerolamo I. Sia Giuseppe IV che Domenico dispongono di avere sepoltura nella cappella di Nostra Signora della Misericordia in San Francesco di Rivarolo, come i cugini del ramo primogenito. 26 Introduzione ne il patrimonio; egli mostra ben presto un carattere opposto a quello paterno ed a quello dello zio, sempre convivente col fratello. Sposa Placidia Cattaneo q.Niccolò (Placidietta) e conduce assieme a lei una vita dispendiosissima, in giro per l’Italia e l’Europa: il suo bisogno di denaro, anche per la passione del gioco, è insaziabile e lo scontento dei familiari è grande se lo zio Giuseppe IV, morendo nel 1781, non gli lascia nulla, nemmeno un ricordo. Solo la madre e la zia materna paiono non resistere all’istinto e lo lasciano erede dei loro beni, ma e come se il destino fosse già scritto. Paolo Gerolamo V si spegne a Lucca dopo brevissima malattia e viene colà sepolto nella tomba di un’altra famiglia 46, ove si trova tuttora; nel testamento, dettato il giorno prima della morte, lascia tutti i beni alla moglie; il padre, forte del suo diritto, revoca il testamento e lo annulla, assegnando alla nuora una rendita vitalizia ad un alloggio in Genova, ma nessun bene. Quando anch’egli muore nel 1788 nomina erede dei beni liberi il cugino Giovanni Carlo Pallavicini e, invece, investe della sua primogenitura, con tutti i fedecommessi relativi, il figlio secondogenito di questi, Ranieri, con l’obbligo di prendere il nome di Domenico A1. Nel medesimo tempo il ramo primogenito prosegue con gli otto figli che Giovanni Francesco II ha da Maria Aurelia: due maschi e sei femmine, tre sposate e tre in convento 48. Delle tre sposate si deve ricordare Giovanna che andò in moglie a Francesco Grimaldi q.Ranieri 46 Paolo Gerolamo V, nato il 5 dicembre 1740, è l'unico figlio dei suoi genitori e l’unico nipote della zia Maria Centurione Spinola che, senza prole, lo nominerà suo erede (muore il 20 aprile 1783). Si sposa con Placidia Cattaneo q.Niccolò ed ha un figlio chiamato Domenico che muore infans. Come si è detto conduce una vita che non trova l’approvazione dei familiari e viaggia molto: è massone, poeta dell Arcadia, colto e raffinato, palesemente prodigo. Muore in Lucca Γ8 giugno 1785 e viene sepolto nella tomba della famiglia Rustici. 47 L’eredità di Domenico Pallavicini è costituita essenzialmente dal 25% del condominio di Sicilia, dai beni immobili in Genova (tra cui il palazzo di via Lomellini, ove è conservata una raccolta di quadri forse più interessante di quella di via Luccoli), il feudo di Mombaruzzo e quello di Sassello, tenute nel Tortonese (l'Adella) ed, ovviamente, da un consistente capitale finanziario investito nel debito pubblico di diversi Stati. L’erede Ranieri deve assumere, per disposizione testamentaria, il nome di Domenico e da quel momento è denominato «Ranieri alias Domenico», ma con frequenti eccezioni. 48 I maschi sono Paolo Gerolamo II (18 agosto 1677 - 9 dicembre 1746), Lazzaro (13 giugno 1684 - 28 giugno 1744); delle femmine si sono ritrovati i dati solo di alcune: Maria Giovanna (4 febbraio 1679 - 3 febbraio 1749) moglie di Francesco Maria Grimaldi q.Ranieri, Livia (testamento il 20 agosto 1741) che sposa il 16 febbraio 1694 Felice Spinola Pallavicini q.Gerolamo da cui nasce Barnaba, ultimo degli Spinola Pallavicini, Maddalena che sposa Giovanni Agostino Centurione q.Giulio. Di Ginevra, Maria Francesca e Vittoria si conosce solo il nome ed il destino monacale. La famiglia 27 e fu madre del famoso Paolo Gerolamo Grimaldi, grande di Spagna, ambasciatore e primo ministro di Carlo III, uno dei maggiori illuministi genovesi49. Il secondo dei maschi, Lazzaro, segue la carriera ecclesiastica sino a diventar vescovo e nunzio apostolico (Firenze, 1721), ma senza raggiungere posizioni di prestigio. Il nuovo marchese Paolo Gerolamo II è pienamente al passo coi tempi: è terminata l’intraprendenza dei «magnifici» che ormai si dedicano all’amministrazione del posseduto ed alle inevitabili incombenze di governo. Egli è tre volte senatore e tre volte protettore della Casa di San Giorgio, inviato straordinario a Londra nell’autunno 1703 50 e prosegue le tradizionali attività finanziarie ed economiche della famiglia, privilegiando però l’investimento immobiliare e terriero. Questo aspetto va segnalato fin d’ora perché differenzia i Pallavicini da numerose altre famiglie nobili genovesi che si erano impegnate prevalentemente negli investimenti mobiliari del debito pubblico estero, come, ad esempio, i Durazzo in Francia. I nostri non disdegnano certo quel tipo di impiego del denaro, ma non traslasciano mai di ripartire i rischi e gli stessi matrimoni, per caso o per calcolo, contribuiscono sensibilmente all’accrescimento delle proprietà immobiliari51. Sembra però che si possa cogliere un’altra ragione, forse più nascosta e inconsapevole, ma ben radicata nei nostri marchesi: una spiccata tendenza fisiocratica. «Solo dalla terra viene la vera ricchezza» pare comunichino i continui acquisti di terreni e di case nella campagna attorno a Genova 52, la attenta cura che tutti pongono nel ricevere 49 Si veda anche la nota 62. A proposito della dimensione politica e culturale di Paolo Gerolamo Grimaldi cfr. F. Venturi, Settecento riformatore. La chiesa e la repubblica dentro i loro limiti, Torino 1976, p. 45; C. Costantini, La Repubblica ... cit., p. 474. 50 Cfr. V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano 1932, V, p. 66; e V. Vitale, Diplomatici... cit., p. 195. In merito al numero di presenze in Senato AM.G. Sforza, Le famiglie nobili... cit., p. 178, indica solo il 1737. 51 All’epoca di Paolo Gerolamo IV, alcune delle proprietà immobiliari maggiori che la famiglia aveva in città erano i palazzi di via Luccoli (piazzetta de’ Garibaldi), via Lomellini (accanto a San Filippo), piazza San Matteo (palazzo di Domenicaccio Doria), salita Santa Caterina, Piazza San Lorenzo, via San Luca (da Barnaba Spinola Pallavicini) e case in vico del Citrone, vico delle Vigne, vico del Filo, vico Carmagnola e piazza Soziglia. ,2 Le maggiori proprietà terriere appena fuori Genova, con eventuali ville e case che vi insistono sopra, che Paolo Gerolamo IV si trova ad avere a disposizione a seguito deH'ampio intreccio genealogico che si è visto, si trovano in Rivarolo, vai Polcevera, Sampierdarena, Cornigliano, Sestri e Pegli verso ponente, vai Bisagno, Marassi, Quezzi, Albaro e Quarto verso levante. Più lontane ed anche fuori dei confini 28 Introduzione i prodotti delle proprie terre, la preoccupazione per le semine e per i raccolti, la minuziosa descrizione delle piante da collocare e da innestare, le lunghe permanenze nelle dimore del basso Piemonte e del Tortonese e a Novi quando le fiere di cambio non erano nemmeno più un ricordo. Questa passione, a poco a poco, diviene in loro una politica che darà i suoi frutti rigogliosi nei momenti opportuni. Quando la Rivoluzione annullerà i diritti feudali e consoliderà il debito pubblico, solo i proprietari di beni reali saranno ancora possessori di qualcosa di concreto ed avranno ancora effettivamente da mangiare e da vivere anche fuori dello Stato che li proscrive e li prosciuga; solo chi ha potuto resistere fino a Waterloo sarà risarcito almeno in parte dalla Restaurazione che non poteva ovviamente restituire la liquidità finanziaria, ma tutt’al più, i beni reali. Quando poi, nei decenni successivi, cambiano i mercati e tutti i rapporti di produzione e quando essere marchesi significa ben poco se non si possiede più una ricchezza consona, le proprietà terriere continuano ad attestare quella ricchezza ed il primato che ne deriva. I discendenti di costoro godono delle scelte finanziarie dei loro antenati di inizio Settecento che certo non previdero nemmeno lontanamente gli eventi della fine del loro secolo, ma che condussero l’attività finanziaria della famiglia prescindendo dalle mode e dalle maggiori convenienze speculative. Tre dei quattro figli di Paolo Gerolamo li ricoprono ruoli importanti nella loro epoca mentre il quarto, Bruno Maria, muore adolescente: il primogenito Giovanni Francesco III confida di non desiderare il matrimonio 55 ed, ossequiente alle ferree regole non della Repubblica, vi sono le proprietà in Masone, Sassello, Savona, Rezzo, Novi, Mombaruzzo, Cabella, Fontanarossa, Montaldo, Morbello, Tortona e poi Frignano, Napoli, Palermo, Trapani e le isole Egadi. 53 In un atto rogato in Napoli il 28 settembre 1755, si legge: «Siccome io sotto-scritto marchese Gian Francesco Pallavicino del q.marchese Paolo Girolamo q.Gian Francesco, patrizio genovese, come primogenito del medesimo avrei dovuto, secondo l’ordine consueto delle cose, continuare la mia Casa, ma perché per 1 altra parte non mi sono mai sentito inclinato a prendere lo stato coniugale, quando è che con animo deliberato ho desiderato e desidero che si accasi invece il signor marchese Gian Carlo Pallavicini, mio fratello terzogenito,... volendo io dimostrare in effetto e colle pruove quanto sia efficace un tal mio desiderio,... in virtù del presente, di mia spontanea volontà et in ogni altro miglior modo, ex nunc pro tunc e per allora quando detto mio fratello contraerà detto matrimonio, liberamente rinuncio, cedo, trasferisco e dono con titolo di donazione irrevocabile tra vivi al suddetto signor marchese Gian Carlo mio fratello, per sé, suoi eredi e successori dal suo corpo legittimamente discendenti, tutti e qualsivogliano beni et effetti burgensatici et allodiali mobili, stabili, crediti, nomi di debitori, giuri, iussi, ragioni ed azioni e tutto quello e quanto è stato et è nelle eredità del suddetto fu marchese Paolo Girolamo mio padre e della fu signora marchesa Maria Giovanna Serra mia madre ...». La cessione della primogenitura avviene quando La famiglia 29 scritte, cede spontaneamente la primogenitura al fratello terzogenito Giovanni Carlo, dato che il secondo era già prete. Con tutto ciò Giovanni Francesco III sarà ambasciatore a Parigi ed in altre prestigiose sedi 54, senatore nel 1770 e procuratore presso la Repubblica di numerose personalità di prestigio e si occuperà delle varie attività assistenziali e munifiche della famiglia. Il secondogenito, Lazzaro Opizio, ha una folgorante carriera ecclesistica come vescovo e soprattutto nunzio apostolico a Napoli e a Madrid; diviene cardinale a quarantasette anni e, tre anni dopo, segretario di Stato di Clemente XIV e, successivamente, di Pio VI 55. Il suo ruolo nei confronti della famiglia è molto Giovanni Francesco ha 45 anni ed ha già dimostrato di essere uno dei migliori diplomatici della Repubblica (ad esempio durante la guerra di Successione austriaca): si trova in Napoli, probabilmente a fianco del secondo fratello, Lazzaro Opizio, nunzio apostolico in quella città, e viene edotto del potenziale ottimo matrimonio di Giovanni Carlo, già trentatreenne, con Maria Giovanna Grimaldi q.Ranieri. La scelta è generosa, ma soprattutto, ci appare come una delle ultime chiare manifestazioni di un buon rapporto familiare di ancien régime, con buona tolleranza verso le proprie mancanze, ma pari considerazione per le opportunità degli altri parenti, nell’unico dominante obbiettivo della grandezza della stirpe. È sicura, comunque, la notevole stima che il fratello maggiore nutriva verso il minore: il I marzo 1757, sempre da Napoli, scrive queste parole a Giovanni Carlo: «È compatibilissimo il membro operante di una società de signori compartecipi da voi meravigliosamente descritti. Voi siete quel tal membro operante, io lo capisco anche da qui, anzi lo vedo e per conseguenza vi compatisco senza essere a Genova» (Archivio Pallavicini I, Copialettere di Giovanni Francesco III, n. 331). 54 Giovanni Francesco III è inviato straordinario a Francoforte, Augusta, Magonza e Monaco tra il 1742 e il 1745; sempre nel 1744 è, per breve tempo, anche inviato straordinario presso il re di Francia; dal 1745 al 1746 è ministro plenipotenziario a l'Aia e successivamente, fino al 1748, ministro di nuovo presso Luigi XV (Cfr. V. Vitale, Diplomatici... cit., pp. 125, 152, 202). Le date stesse ci dicono che il nostro Pallavicini è stato inviato dalla Repubblica «nell'occhio del ciclone»: la firma nel 1743 a Worms del trattato anglo-austrosardo che sanciva la cessione al Piemonte del Finale, preannunciato da Giovanni Francesco già l’anno prima, pone in gravissimo pericolo la stessa sopravvivenza di uno Stato genovese. Della sua opera viene dato un giudizio ottimo dai contemporanei e V. Vitale nel suo Breviario dice: «Gianfranco Pallavicini non risparmia dalla Germania, ove tenta di difendere gli interessi della patria, ammonimenti e rimproveri: non è tempo di abbandonarsi a scoramenti, occorre che ognuno, dimentico di sè e dei propri interessi, abbia presente soltanto la salvezza della Repubblica. Magnanime parole dalle quali appare che quella oligarchia di governo non era poi tutta così vile e smidollata ...» (p. 341). In verità tutta la nostra famiglia Pallavicini è schierata in difesa della Repubblica (vedi nota 58). ” Lazzaro Opizio, secondogenito di Paolo Gerolamo II e di Giovanna Serra, viene battezzato il 30 ottobre 1719 ed è destinato alla carriera ecclesiastica già dal nome che gli viene imposto, costituito da quelli dei due precedenti cardinali della famiglia (Lazzaro morto nel 1680, Opizio morto nel 1700). Studia al dementino di Roma e diviene doctor utriusque iuris ricevendo, tuttavia, l’ordinazione relativamente tardi, il 17 febbraio 1754, dopo essere stato dal 1751 governatore provvisorio della 30 Introduzione importante, soprattutto per il prestigio che la seconda carica della gerarchia ecclesiastica reca alla storia di una famiglia che ha dato tantissimo in uomini, denaro ed energie alla Chiesa cattolica 56. Gli anni ’70 e ’80 del Settecento sono gli anni del trionfo dei nostri Pallavicini che vedono due fratelli contemporaneamente uno cardinale segretario di Stato e l’altro doge della Repubblica: Giovanni Carlo, già senatore nel 1766, sarà, infatti, il secondo doge Pallavicini, dopo 148 anni dal primo ed a soli due dal terzo, che sarà anche il terzultimo della storia di Genova 57. Non si tratta di un trionfo effimero o di facciata e Giovanni Carlo, pur mantenendo lo stile di Marca anconetana. Prima, nel 1746, lo troviamo a Parigi a fianco del fratello maggiore, probabilmente per essere ammaestrato nell’arte della diplomazia che, infatti, sarà la strada che seguirà nell’ambito della Chiesa: consacrato vescovo di Naupaco il 7 aprile 1754, è inviato il 21 maggio dello stesso anno come nunzio a Napoli, ove risiede, di nuovo, assieme a Giovanni Francesco III. Nel 1760 è nunzio a Madrid, ove è appena giunto il nuovo re, Carlo III, proveniente da Napoli come Lazzaro Opizio, che trova nella capitale spagnola anche Paolo Gerolamo Grimaldi, cugino di primo grado e zio della moglie di Giovanni Carlo, suo fratello. Nominato cardinale del titolo di SS. Nereo e Achilleo nel 1766 e, dal 1778 del titolo di S. Pietro in vincoli, risiede stabilmente in Roma e dal 1769 è segretario di Stato di due papi. Muore il 23 febbraio 1785 e viene sepolto in Roma «in ecclesia Eremitarum Baptistinarum» (cfr. C. Eubel, Hierarchia ... cit., VI, p. 302). Vedi anche nota 11. 56 Non risulta ancora compilato un elenco ragionato delle elargizioni effettuate a vario titolo dalla famiglia Pallavicini alla Chiesa: in genere, si è posta la maggiore attenzione a quanto compiuto in tal senso dai figli di Agostino q.Francesco, che di fatto consumarono il patrimonio paterno per la chiesa del Gesù in Genova, e non pare si sia tenuto in considerazione anche quanto gli altri rami della famiglia realizzarono in favore sia di ordini religiosi, sia del clero secolare. Dalla consultazione della documentazione contabile di entrambi questi archivi Pallavicini possono emergere interessantissimi dati in merito. 57 II primo doge appartenente alla famiglia Pallavicini è stato Agostino q.Stefano, eletto il 13 luglio 1637, membro di una «casa» totalmente diversa dalla nostra, ma con numerosi punti di contatto: un suo nipote è quel cardinale Lazzaro Pallavicini che darà origine ai Pallavicini Rospigliosi di Firenze e Roma (vedi nota 65) e suo fratello Felice sarà lo stipite della «casa» Spinola Pallavicini che confluirà nella nostra nella persona proprio del secondo doge di famiglia. Questi è stato Giovanni Carlo q.Paolo Gerolamo II, della «casa» di cui ci occupiamo, che venne eletto il 6 giugno 1785 (vedi nota 60). L’ultimo doge Pallavicini, eletto il 30 luglio 1789, è stato Aleramo q.Sebastiano, di genealogia lontanissima rispetto alla nostra con la quale non pare vi siano stati contatti di sorta. Bisogna segnalare, però, che questa identità di cognome significa ben poco dal punto di vista politico: Agostino, ad esempio, è stato doge fortemente inviso alla Spagna, in quanto «mal afecto a Su Magestad» secondo l'ambasciatore spagnolo Francisco de Mello, mentre lo stesso ambasciatore intrattiene, nel medesimo periodo, rapporti strettissimi con la nostra «casa» Pallavicini, al punto di nominare Paolo Gerolamo I suo procuratore in Genova, quando andrà come viceré a Palermo. Anche attorno a questo tema vi è una considerevole bibliografia che si ritrova in ampio elenco in C. Bitossi, Il governo ... citata. La famiglh 31 vita pacato, tipico della famiglia, mostra con chiari segni, pubblici e privati, di considerarsi uno dei grandi della città 58. Alcuni anni dopo, 1 ultimo doge, Giacomo Maria Brignole, ebbe a dire ad un procuratore del figlio di Giovanni Carlo, Paolo Gerolamo IV esule per ragioni politiche, che il padre «per quanto fosse sottile ed economo, pure sapeva divertirsi e condurre la sua economia con un’aria di magnificenza» 59, al contrario, evidentemente, del figlio che era tornato ai morigerati e un tantino mesti costumi degli antenati. Ma Giovanni Carlo vive in una delle più splendide epoche della storia moderna e la vive nelle condizioni migliori possibili, con qualche dolore 60, è vero, ma indubbiamente compensato da una sorte che lo fa essere nel punto di convergenze di successioni ereditarie di grande splendore. Sono i medesimi anni in cui, per ricordare solo due parenti di Giovanni Carlo, Giacomo Filippo III Durazzo, suo consuocero, iniziava a costituire la famosa biblioteca omonima 61 e Paolo Gerolamo Grimaldi, suo cugino 58 Da giovane, durante la guerra di Successione austriaca, nel 1745-1746, Giovanni Carlo fu tenente colonnello nel «Nobile reggimento reale Liguria» e «prestò assai utilmente l’opera sua della Patria assediata e molto concorse alla sua liberazione» (Cfr. Per la solenne ... cit., p. 37) e si racconta che, essendo egli accorso al capezzale del padre morente, questi, appena l’ebbe riconosciuto, gli ordinò di tornare a combattere per la Repubblica. Erano i giorni di Balilla: Paolo Gerolamo li muore al quarto giorno dell'insurrezione di Genova, il 9 dicembre 1746. Cfr. P.L. Levati, I Dogi di Genova dal 1771 al 1797, Genova 1916, p. 43. ,9 Archivio Pallavicini I, copialettere di Paolo Gerolamo IV, n. 343, 25 agosto 1798. Giacomo Maria Brignole era già ex doge ed il procuratore di Paolo Gerolamo IV, l’abate Bianchi, ne dà un’acuta descrizione, come spesso gli capita nei confronti dei personaggi più in vista della città: «Il nostro signor Giacomo Brignole se la passeggia per Genova vigoroso, instecchito e snello, fa complimenti a tutti ed è generalmente ben visto ed accolto ...». A conclusione del fortuito incontro e dopo le affermazioni del Brignole a proposito di Giovanni Carlo, l'abate risponde prudentemente: «Io ho guardato in faccia questo nuovo prototipo di generosità, che parlava, e sapendo quanto sia abile a spaccare il zero a paragone di un altro, feci un sorriso e gli risposi che mi rallegravo di vederlo così benestante e che quanto al resto non mi imbarazzavo di questi affari». Sul tenore di vita di Giovanni Carlo e su una certa sua indole conviviale cfr. P.L. Levati, 1 Dogi... cit., pp. 44-45. 60 Giovanni Carlo resta vedovo, a 35 anni, dopo nemmeno due di matrimonio: la moglie muore, ad appena 23 anni, il 27 ottobre 1757, quasi sicuramente per i postumi del secondo parto, sette giorni dopo aver dato alla luce Ranieri. Le nozze con Maria Giovanna (Giovannetta) Grimaldi erano state celebrate il 28 gennaio 1756 con grandi feste e cerimonie, come ci attestano i conti dei ricevimenti offerti. Entrambi gli sposi, pur nell’ambito di un matrimonio comunque «combinato», appaiono lieti di vivere assieme e Giovanni Carlo, infatti, non si risposerà più, anche per quella ragione. 61 Cfr. D. Puncuh, 1 manoscritti della raccolta Durazzo, Genova 1979; A. Petrucciani, Bibliofili e librai nel Settecento: la formazione della Biblioteca Durazzo 32 Introduzione di primo grado, duca e grande di Spagna, fondava la Società patria 62. Sarà il caso di ricapitolare brevemente la situazione patrimoniale di Giovanni Carlo. Tralasciando le proprietà di immobili e di terreni in Genova e fuori, comunque produttrici di reddito, egli è, o Io diviene durante la sua vita, titolare dei feudi di Frignano piccolo, Mombaruzzo, Sassello, Masone, Cabella, Morsasco, Montaldo, Fontanarossa e Morbello, nonché di metà del condominio di Sicilia e di terreni e aziende agricole vicine a Novi ed a Tortona. In forza del matrimonio con Maria Giovanna (Giovannetta) Grimaldi, figlia di Ranieri q.Francesco e di Maria Gabriella da Passano, che era figlia di Giulia Maria Clavesana, ultima discendente di quella antichissima famiglia titolare del feudo aleramico di Rezzo, egli diventa anche signore di Rezzo in seguito alla scomparsa della giovane moglie. La documentazione della sua attività per la gestione di tale patrimonio è molto ricca e sufficientemente integra, anche perché Giovanni Carlo, come prima Paolo Gerolamo III, si era trovato nella necessità di far riordinare e condizionare tutti gli archivi ricevuti in seguito ai vari lasciti. I due soli figli ricevono, dunque, un lascito ereditario poderoso in tutti i sensi, finanziario e morale, culturale e politico. Ranieri, il secondogenito, si mostra da sempre piuttosto malaticcio e procura al fratello maggiore ed alla sua famiglia «i soliti incomodi di Ranierino»; forse anche per questo è nominato erede dal cugino Domenico che, rimasto senza discendenti e non volendo far estinguere la sua «casa», pensa di beneficiare in questo modo il parente più prossimo, privo di patrimonio proveniente da eredità e fedecommessi. Ranieri, però, dà l’impressione di non sapere come utilizzare tanta ricchezza e, tanto meno, di poterla godere. Tutto l’arredamento del palazzo di via Lo- (1776-1783), in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXIV (1984), pp. 291-322; A. Petrucciani, Gli incunaboli della Biblioteca Durazzo, ibid., XXVIII/2 (1988). 62 Paolo Gerolamo Grimaldi (1710-1789) fu uno dei maggiori protagonisti dell’illuminismo ligure, primo firmatario del progetto di costituzione della Società patria per le arti e le manifatture di Genova, e uno degli ultimi grandi politici genovesi impegnati nel governo di potenze straniere. Gerolamo Grimaldi servi per oltre tren-t’anni la corona di Spagna: diplomatico genovese a Madrid, divenne ambasciatore di Filippo V e poi di Ferdinando VI a Vienna, in Baviera, in Svezia, all'Aia. Nel 1761 negoziò, su incarico di Carlo III, il Patto di famiglia e schierò la Spagna dalla parte della Francia nell’ultima fase della guerra dei sette anni. Dal 1763 al 1776 fu a fianco del re come ministro degli esteri, primo ministro e ambasciatore a Roma. Cfr. L. Pessa, Un illuminista in Liguria: Gerolamo Grimaldi, in Gerolamo Grimaldi e la Società Patria, Genova 1990, pp. 11-23. la famiglia 33 mellini viene venduto in un’asta pubblica 63, dopo una scrematura, soprattutto di quadri, effettuata dal fratello Paolo Gerolamo e l’immobile viene affittato, mentre egli preferisce continuare a vivere nel suo appartamento nel palazzo paterno e fraterno assieme alla famiglia di questi che seguirà anche nell’esilio. Le condizioni di salute di Ranieri sono di certo una delle non poche sventure della ricca, ma faticosa vita di Paolo Gerolamo IV. La rivoluzione francese e la sua espansione in Italia colpiscono fortemente i Pallavicini, come tutti gli altri nobili, incrinandone non solo la forza economica, ma la stessa identità sociale. Il nostro Paolo Gerolamo IV non è nemmeno un simpatizzante dei nuovi governanti e mostra, al contrario, un esplicito risentimento nei riguardi dei suoi pari genovesi che fraternizzano coi francesi: proscritto e condannato a pagare un’onerosa penale, lascia Genova nel settembre 1797 per farvi ritorno solo sei anni dopo M. Nel suo viaggiare si ferma soprattutto a 65 La «publica calega» è chiusa il 30 agosto 1792 con la vendita di tutti i lotti a Giovanni Battista Cambiaso per l’importo complessivo di L. 90.000 (Archivio Pallavicini I, n. 201). 64 Paolo Gerolamo IV lascia Genova volontariamente, a seguito dell’evoluzione della situazione politica in senso sempre meno favorevole alla sua posizione economica, sociale ed ideologica. Nei primi giorni del mese di settembre 1797 parte per Firenze assieme a tutta la famiglia: la giovane seconda moglie, Maddalena Grimaldi ventiduenne, Giuseppe, figlio della prima moglie e il fratello Ranieri, oltre ad un congruo, ma non eccessivo numero di servitori. Nel viaggio verso la capitale del Granducato, sosta a Pisa dove si ferma Ranieri che non prosegue oltre; a Firenze arriva il 9 settembre ed alloggia in borgo Ognissanti n. 64, nel palazzo del principe Rospigliosi. La presenza in Pisa del fratello costringe spesso Paolo Gerolamo a recarvisi e già ai primi di dicembre è, infatti, di nuovo in quelle città ove si deve trattenere per qualche mese probabilmente in seguito alla morte di Ranieri avvenuta il 24 gennaio 1798. Rientra in Firenze attorno al 20 giugno, ma ritorna a Pisa il 20 novembre dove sverna e lo ritroviamo nella capitale dal 5 marzo 1799. Per qualche ragione che non appare nelle carte consultate, ma con sicuro riferimento anche alle vicende politiche del Granducato, la famiglia trasferisce la residenza in Milano ove giunge alla fine del novembre 1799. In Milano Paolo Gerolamo IV vive in affitto in piazza Santa Marta, nel palazzo Crivelli, va a messa nella attigua chiesa di Sant’Alessandro e resta fermo per più di tre anni. In questo periodo, il 5 aprile 1800, nasce Ignazio Alessandro, il solo che gli sopravviverà degli almeno sei figli. Dopo sei anni di esilio un po' volontario ed un po' forzato, Paolo Gerolamo IV rientra in Genova il 5 agosto 1803 dove il destino non gli serba lieti eventi: il 6 gennaio dell’anno successivo nasce una figlia che muore entro breve tempo e il 7 marzo dello stesso 1804 scompare il piccolo Giuseppe, poco più che decenne, ultimo figlio superstite del matrimonio con Giovannetta Durazzo (degli altri figli di primo letto Giovanni Francesco, primogenito, era deceduto nel 1787 ed il terzo, Giacomo Filippo, nato il 23 marzo 1788 era anch'egli morto poco dopo la scomparsa della madre, il 23 giugno 1794). Qualcosa continua a non girare per il verso giusto se 34 Introduzione Milano ed a Firenze 65 ed è seguito da tutta la famiglia e da Ranieri che, però, sulla strada per Firenze, si ferma a Pisa dove, qualche tempo dopo, viene colto da nuovi attacchi della sua «febbre epilettica» e muore lasciando al fratello un’ulteriore considerevole patrimonio 66, che rende Paolo Gerolamo IV ancor più oggetto dell’attenzione dei compatrioti rivoluzionari. Costoro, l’anno seguente, gli confischeranno ritroviamo tutti i Pallavicini di nuovo in Milano dal 1 dicembre 1804. Da lì Paolo Gerolamo e famiglia partono il 15 maggio 1805 alla volta di Firenze per la morte del suocero, e rientrano a Milano, passando per Bologna ove fanno visita ai cugini Pallavicini Centurione, il 22 settembre 1806. Solo per raccogliere tutti i bagagli, però, e quanto altro non vogliono abbandonare, perché dall'8 ottobre 1806 Paolo Gerolamo e famiglia ritornano a Genova e vi restano. Almeno per qualche anno. 65 La famiglia Rospigliosi, originaria di Pistoia, ospita Paolo Gerolamo IV e i suoi per tutta la durata della loro permanenza in Firenze. Coi Rospigliosi vi erano da lungo tempo legami ben saldi che traevano origine dal matrimonio di Maria Camilla Pallavicini q.Stefano q.Niccolò con Giovanni Battista Rospigliosi q. Camillo, Questi era principe del Sacro romano impero dal 1658 ed aveva acquistato dalla casa Ludovi-si il ducato di Zagarolo nel 1668. Maria Camilla si sposa nel 1670 ed è nipote e unica erede dello zio cardinale Lazzaro Pallavicini q.Niccolò che, dopo aver acquistato, anch’egli dai Ludovisi, il principato di Gallicano, lo eresse in favore di lei «in un mag-giorasco secondogenito, con l’obbligo al ramo secondogenito, investito del maggiora-sco, di assumere il nome e lo stemma Pallavicini. In caso di estinzione del ramo, il maggiorasco doveva ritornare al primogenito fino a quanto si sarebbe formato un nuovo ramo secondogenito» (cfr. V. Spreti, Enciclopedia ... cit., V, pp. 62, 799)· Grazie a queste regole sono state possibili diverse sostituzioni nella partecipazione al fedecommesso da parte di entrambe la famiglie Pallavicini e Rospigliosi, in modo che una è potuta succedere all’altra: il pronipote di Maria Camilla, Luigi Pallavicini, non ebbe prole ed il fedecommesso passò a Giulio Rospigliosi, figlio del fratello. Questi ebbe due figli, il secondo dei quali, Francesco, prese il nome Pallavicini e fu il capostipite degli attuali Pallavicini, principi di Gallicano, con dimora in Roma. La «casa» a cui apparteneva il cardinale Lazzaro si estingue anche nelle linee discendenti dai fratelli e cugini, tranne nel caso di Felice, fratello di suo padre e primo marito di Paola Maria Centurione q.Barnaba, da cui traggono origine gli Spinola Pallavicini il cui ultimo rappresentante, Barnaba, senza prole, trasmette tutti i titoli, i feudi e le proprietà a Giovanni Carlo Pallavicini, padre di Paolo Gerolamo IV. Sempre sul cardinale Lazzaro e su una significativa disposizione del suo testamento, per la quale l’erede Pallavicini Rospigliosi doveva donare ogni anno un piatto d’argento al granduca di Toscana, cfr. K.A. Piacenti, l piatti in argento di San Giovanni, in «Kunst des Barock der Toskana», Munchen 1976, pp. 188-207: la magnificente usanza perdurò per cinquantotto anni fino all'estinzione dei Medici ed i calchi dei piatti, giacché gli originali vennero fusi dai Francesi napoleonici, sono ora conservati nel Museo degli argenti di Firenze. 66 L’eredità che Ranieri lascia al fratello è, in pratica, la stessa che aveva ricevuto da Domenico Pallavicini dieci anni prima, con le modifiche effettuate in quel lasso di tempo prevalentemente ad opera dello stesso Paolo Gerolamo IV. Le condizioni di salute di Ranieri avevano fatto sì che non si occupasse direttamente del suo patrimonio. La famiglia 35 metà dei suoi beni genovesi per venderli all’asta a titolo di contribuzione per la Repubblica democratica. In questa situazione si mostra l’eccezionale solidità finanziaria dei Pallavicini: all’asta Paolo Gerolamo IV riacquista quasi tutto, tramite dei prestanome che usufruiscono di suoi prestiti fittizi 67. Nulla pare trapelare ed, alla fine, tutto è come prima; solamente Paolo Gerolamo IV ha pagato 670.000 lire per qualcosa che già possedeva, ma non si rileva nessuna tangibile conseguenza nel suo modo di vivere. L’altro fatto essenziale della vita dellultimo marchese Pallavicini settecentesco è stato il matrimonio 68 con Maddalena Grimaldi q.Giovanni Battista: è interessante percorrere a ritroso l’albero genealogico di Maddalena 69 perché ci fornisce la spiegazione della presenza di un altro degli archivi aggregati ai Pallavicini, quello di Giuseppe Maria Durazzo q.Marcello I. Questi, dopo la divisione dell’eredità paterna 70, gestisce direttamente le sue proprietà e costituisce un archivio distinto da quello del fratello maggiore, primogenito e capo della famiglia, Giacomo Filippo II Durazzo: tra i possedimenti di Giuseppe Maria vi erano terreni e ville in Sestri Levante che passeranno alla figlia Giulia, vedova del doge Pier Francesco Grimaldi q.Giovanni Battista, madre di un nuovo Giovanni Battista da cui nasceranno quattro figlie, tutte sposate senza prole tranne una, che le sorelle nomineranno loro erede, 67 In conformità al decreto del Governo provvisorio del 25 agosto 1797 viene imposto agli «ex nobili» un risarcimento straordinario di quattro milioni. Paolo Gerolamo IV deve L. 80.000 e suo fratello Ranieri L. 70.000, aumentate del 20% per i fuorusciti, a cui vanno aggiunte L. 40.000 imposte agli «eredi di Giovanni Carlo Pallavicini». Cfr. A. Clavarino, Annali della Repubblica Ligure dall’anno 1797 a tutto l’anno 1805, Genova, 1852-53,1, pp. 157-163 e pp. 169-170. Successivamente, in base alla legge 4 e 5 giugno 1799, Paolo Gerolamo IV Pallavicini vede confiscato e venduto all'asta un blocco di suoi beni, valutato dal Governo L. 670.000, che egli stesso fa riacquistare da diversi prestanome contattati dal suo procuratore in Genova, l’abate Sebastiano Vicini, tra cui vi è persino il console americano, che affermano, in una scrittura segreta, di agire in nome, per conto e coi soldi di Paolo Gerolamo IV (Archivio Pallavicini I, Scritture contabili, n. 190). Ad onor del vero si deve segnalare che nel 1831 vengono rimborsate a Paolo Gerolamo IV le L. 150.000 della penale pagata nel 1797. 68 II primo matrimonio di Paolo Gerolamo IV, con Maria Giovanna Durazzo di Giacomo Filippo III, dura dieci anni, dal 23 febbraio 1784 all’11 aprile 1794 ed in esso vedono la luce tre figli (vedi nota 64). In tempi molto brevi, pur avendo in quel tempo la discendenza già assicurata, Paolo Gerolamo si risposa il 29 aprile 1795, con Maddalena (Manin) Grimaldi q.Giovanni Battista, a poco più di un anno dalla morte di Giovannetta. 69 Per la genealogia di Maddalena Grimaldi vedi la tavola n. 13. 70 Cfr. L’archivio dei Durazzo marchesi di Gabiano, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXI/2 (1981), pp. 296-297. 36 Introduzione col risultato di unire in lei l’intero patrimonio del padre, del nonno e del bisnonno. La fortunata erede è, neanche a dirlo, la nostra Maddalena moglie di Paolo Gerolamo IV. La reale proprietà dei beni di questa linea successoria si avrà solo in Ignazio Alessandro, figlio di Maddalena e di Paolo Gerolamo IV, ma ancora una volta, appare determinante la genealogia nei passaggi di proprietà dei beni e di archivi tra le famiglie genovesi. Il patrimonio che Maddalena Grimaldi reca con sé è pertanto costituito da Sestri Levante «Durazzo» 71 e Sestri Levante «Gentile» 72, i feudi di Rocca Grimalda e di Val d’Orba, ereditati dalla madre Grimaldi Oliva 73, la grandezza di Spagna con i titoli e le proprietà spagnole del Generalife e di Campotejar 74, nonché l’essere discendente di un ramo della famiglia Grimaldi che nell’arco di sei generazioni, aveva dato ben quattro dogi alla Repubblica 75. Da questo matrimonio sopravvive solo un figlio 76, nato a Milano nel 1800, che non avrà più uno dei soliti nomi di famiglia e sarà 71 Le proprietà in Sestri Levante di provenienza Durazzo giungono ai Grimaldi in seguito al matrimonio di Pier Francesco q.Giovanni Battista con Giulia Durazzo q.Giuseppe Maria nel settembre 1736. Cfr. L’archivio dei Durazzo ... cit., p. 304. 72 Le proprietà in Sestri Levante di provenienza Gentile giungono ai Grimaldi solo di passaggio per il matrimonio di Marina Grimaldi q.Giovanni Battista con Cesare Gentile q.Pietro, che, senza prole e vedova, lascia erede la sorella Maddalena. 73 1 Grimaldi Oliva, che traevano il nome dall’iscrizione degli Oliva all’albergo Grimaldi, si estinguono in Maria Benedetta (Lilla) q.Battista che sposa Giovanni Battista q.Pier Francesco. Il passaggio dei beni in fedecommesso ai Grimaldi prima ed ai Pallavicini poi, sarà fortemente contrastato da altri presunti discendenti (famiglia Serra). 74 I beni ed i titoli a cui si fa riferimento non provengono da altri Grimaldi residenti in Spagna, bensì da una lunga, ma chiarissima discendenza del ramo dogale Grimaldi e, alla fine di tutto, della nostra Maddalena, dall'ultimo re arabo di Granada, Boabdil, attraverso i Lomellini. Si veda la tavola n. 13. 75 Vedi la tavola n. 13. I dogi biennali furono: Alessandro q.Pier Francesco eletto il 27 giugno 1671, Giovanni Battista q.Pier Francesco eletto il 7 giugno 1752, Giovanni Giacomo q.Alessandro eletto il 22 giugno 1756 e Pier Francesco q.Giovanni Battista eletto il 26 gennaio 1773. 76 Ignazio Alessandro Pallavicini, unico erede dei suoi genitori, non è il discendente di una famiglia da poter trascurare: questo è il motivo più probabile che ha spinto il governo francese, ovviamente istruito dai suoi rappresentanti locali, ad imporre ai genitori l’iscrizione del figlio al Collegio militare di La Fleche, di prestigiosa tradizione, ma di ben scomoda ubicazione per un genovese. Dal 25 aprile al 17 dicembre 1810 Paolo Gerolamo IV è a Parigi, dove abita in rue de Richelieu ail’Hotel des Princes, con lo scopo di riallacciare buoni rapporti col governo francese, non più rivoluzionario, al quale persino supplica la concessione del titolo di conte e con l’intenzione di evitare la coscrizione del figlio: scrive a Napoleone, da cui era stato ricevuto, chiedendo la grazia di far seguire gli studi ad Ignazio Alessandro nel Liceo di La famiglia 37 campione della nuova epoca sorta sulle ceneri delle precedenti, perché tutto e ormai cambiato ed Ignazio Alessandro mostrerà di averlo ben compreso, come l’aveva percepito suo padre che davvero chiude, con la sua scomparsa, un’intera storia di secoli, mentre il figlio ne apre una nuova che procede tuttora. Genova in considerazione della sua precaria salute e del fatto, che è «l'unique reste de six enfans, que j'ai eu le malheur de perdre, et qui forme la seule consolation de sa merè». Nonostante le più vive insistenze e tutti i tentativi per evitare quest'obbligo, la famiglia deve partire per Parigi il 6 marzo 1811 ed Ignazio entra al Prytanée militaire il 6 aprile. Da quella data padre e madre vivono in un'incessante attività allo scopo di riprendersi il figlio e partire: hanno colloqui con tantissimi notabili, assicurano «concreta riconoscenza» a chiunque abbia potere ed alla fine riescono a vedere Ignazio «radiato per tisi» dal Collegio il 31 marzo 1812. Come ben sappiamo il ragazzo vivrà per altri sessant'anni senza problemi polmonari, ma tutta la vicenda ha indubbiamente condizionato per un anno la vita dei nostri, a conclusione di quindici anni di tribolazioni non indifferenti che sembrano aver lasciato un profondo segno in Paolo Gerolamo IV. LA STORIA DELL'ARCHIVIO In questa sede si prende in esame esclusivamente 1 archivio Pallavicini proprio e si accenna solo di passaggio, per obbligo di chiarezza, agli archivi aggregati che saranno oggetto del secondo volume dell inventario e che, d’altra parte, hanno sempre mantenuto la loro autonomia formale e fisica. Le vicende di questo complesso archivistico sono legate a quelle della famiglia. Esso è composto dalle carte relative alla gestione del patrimonio ed ai passaggi di proprietà dei beni che lo costituiscono. Le modifiche nella sua struttura avvengono prevalentemente in seguito ai matrimoni e alle successioni ereditarie. Conoscere le linee e le modalità dello sviluppo della famiglia introduce alla conoscenza della storia dell’archivio l. Tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento 1 albero genealogico dei Pallavicini si ramifica fittamente: noi abbiamo seguito la linea di Damiano q.Francesco, fratello dei ben noti Agostino e Tobia delle cui fortune sono restate splendide tracce, ma non discendenti per il primo, né archivi di cui si abbia notizia sicura, per entrambi. Di Damiano non è restato nulla. Alcune carte documentano spezzoni dell’attività di Gerolamo, di Giovanni Battista, di Domenico e di Tomaso, tutti suoi figli, ma sono solo frammenti di entità documentarie che restano essenzialmente ignote nella loro tipologia e consistenza. Il nostro archivio cessa di essere episodico con la generazione dei nipoti di Damiano, figli di Gerolamo: Giovanni Francesco I, Giovanni Luca I e Benedetto. Quest’ultimo vive a Finale, al margine dell attività dei fratelli, a cui scrive interessanti lettere, sopravvissute in discreta quantità: unica documentazione restata che parli di lui. Giovanni Luca I agisce sempre in Spagna, in varie città e spesso al centro di transazioni finanziarie, commerci, contatti con la Corte e con gli uomini influenti del regno. Le fila di molte iniziative vengono 1 A questo proposito cfr. M. Bologna, Il complesso archivistico Durazzo Giustiniani: criteri di ordinamento e inventariazione, in II futuro della memoria. Atti del convegno, Capri 9-13 settembre 1991 (in corso di pubblicazione nelle Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi). la storia dell’archivio 39 tratte in Genova e in Milano dal primogenito Giovanni Francesco I, vero artefice delle fortune di questo ramo Pallavicini. Con Giovanni Francesco I iniziano, molto lacunosamente, le serie di questo archivio, non sempre ben definite nella loro provenienza e nemmeno nella pertinenza, ma ormai di dimensioni tali da essere reale documentazione e non solo saltuaria informazione. La residenza della famiglia diventa il palazzo che resterà tale fino all’inizio del nostro secolo ed anche 1 archivio cresce tra quelle mura, confortato dalle cure sufficientemente attente che, fino all’epoca napoleonica, vengono abitualmente riservate agli archivi di famiglia 2. L archivio di Giovanni Francesco I mette in evidenza come il suo autore sia sempre stato uomo d’azione, poco formale e convinto della mera utilità strumentale delle carte scritte: poche note dorsali sulle lettere ricevute, conti usati e riutilizzati per altri conti, brogliacci buttati giù in modo non approssimativo, ma disordinato. Se ne trae l’impressione, difficilmente verificabile, che cercasse di gestire le proprie iniziative in prima persona, senza bisogno di memorie scritte che non fossero dettate dalle regole e dalla consuetudine 3. Forse anche per questa ragione non è molto omogenea la documentazione restata che lo riguarda: numerose carte all’interno dei fogliazzi, due filze e due registri di contabilità, un solo copialettere, ma ben 17 filze di lettere ricevute. La dovizia di lettere permette un’analisi approfondita delle attività e delle relazioni che Giovanni Francesco I teneva in essere, anche in considerazione del fatto che, se la documentazione contabile è decisamente scarsa, la maggior parte delle missive è relativa a questioni finanziarie e consente una puntuale indagine in quel settore. Giovanni Francesco 1 ha diversi figli, di cui due basilari per la 2 Alla metà del XVIII secolo si evidenzia l’attitudine della cultura di quei decenni ad operare sugli archivi con esiti estremamente variati, ma con innegabile perizia e attenzione. Anche nella Repubblica di Genova si intraprendono tali lavori e se ne propongono sia al centro che in periferia. Cfr. G. Costamagna, Un progetto di riordinamento dell'Archivio Segreto negli ultimi decenni di indipendenza della Repubblica, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., IX (1969), pp. 12-142. Gli archivi di famiglia non sono da meno e mostrano tutti di essere stati riordinati, se non strutturati, proprio in quegl'anni. Un secolo dopo, nella seconda metà dell’Ottocento, avviene il contrario: gli archivi familiari cadono in disgrazia presso gli stessi proprietari, vengono smembrati e dispersi. I pochi conservati completi subiscono stravolgimenti radicali della loro struttura storica che viene spesso fisicamente cancellata per dar forma a sequenze cronologiche di documenti ormai privi di spessore. s Sulla serie di scritture contabili da compilare e conservare per le fiere di cambio, ma anche per l'attività finanziaria in genere, cfr. G. Domenico Peri, Il negoziante, Genova 1638, p. 239 e passim. 40 Introduzione storia delle nostre carte: il primogenito Paolo Gerolamo I ed il quartogenito Angelo. I due fratelli guidano in buon accordo le sorti della famiglia e ne aumentano le fortune sia con ottimi matrimoni, sia con la loro intraprendenza e solidità economica. Da quel sodalizio ha, tuttavia, origine la prima spaccatura del nostro archivio: Angelo mantiene un proprio archivio, che seguirà i suoi discendenti nel trasferimento a Bologna, ove esiste tuttora in Archivio di Stato 4. I rapporti tra i fratelli e poi tra i cugini, proseguiranno senza interruzioni, ma a Genova avremo solo la corrispondenza e le copie della documentazione contabile inviate dal marchese ai «condomini» bolognesi della Sicilia. L’attività di Paolo Gerolamo I è, invece, pienamente documentata e pare valga veramente la pena di essere studiata a fondo in tutti i suoi aspetti, molto differenziati e complessi. Egli viaggia parecchio da giovane, probabilmente inviato dal padre e fa esperienza sulle varie piazze finanziarie; ma poi ritorna in Genova e mostra di amare Rivarolo dove trascorre gran parte della sua età matura, senza mai abbandonare la cura attenta degli affari, anche quando suo figlio, Giovanni Francesco II, avrà preso in mano le redini delle aziende. Scrive molto, con una grafia ampia e allungata, mentre quella del padre era piccola, veloce e molto corsiva; scrive quasi dei regesti sul dorso delle carte contabili e su quello di numerosi instrumenti, prepara istruzioni e memorie sui provvedimenti da prendere, si preoccupa che quanto compiuto venga documentato e possa servire a istruire i progetti futuri, pur non perdendo mai i modi asciutti e stringati che gli erano, probabilmente, naturali. Della sua attività individuale è restata una buona quantità di materiale che deve essere distinto concettualmente ed archivisticamente da quello prodotto nell’attività svolta assieme al fratello Angelo. Oltre alle numerosissime carte comprese nei fogliazzi, possiamo contare due filze e quattro registri di contabilità, ma soprattutto 10 pezzi di lettere in partenza e 8 di lettere in arrivo. Come per il padre, le lettere sono di argomento quasi sempre economico-finanziario e permettono di colmare, almeno in parte, le consistenti lacune dei conti. Paolo Gerolamo I ed Angelo sono stati sicuramente artefici di consistenti quantità di documentazione delle loro imponenti e disparate iniziative economiche e quanto è restato pone alcuni problemi non del tutto risolvibili. Primo e quasi ovvio è quello causato dalla assenza di indici o inventari contemporanei ai «produttori»: non si può, 4 Cfr. Guida generale degli Archivi di Stato Italiani, Roma 1981, I, p. 640; A. Ostoja, L’Archivio Pallavicini nell’Archivio di Stato di Bologna, in «Notizie degli Archivi di Stato», XI (1951), pp. 75-87. La storia dell’archivio 41 quindi, avere conferma della consistenza originale delle serie e non si è in grado di affermare la eventuale mancanza di pezzi sulla base di dati certi. Se, nondimeno, la ricostruzione completa delle serie è ipotetica, non lo è la constatazione che non vi sono copialettere congiunti, mentre abbiamo ancora 7 filze di lettere indirizzate ad entrambi i fratelli. Sono numerose le carte che li riguardano unitariamente, conservate nei fogliazzi, ma è episodica la documentazione contabile. Appare chiaro che alcuni aspetti dell’attività venivano svolti distintamente, anche se gli interessi erano comuni e si possono così spiegare certe lacune conseguenti alla conservazione altrove dell’archivio di Angelo, ma non si può avallare passivamente l’assenza di documentazione contabile credendola mai esistita quando, invece, qualche pezzo è rimasto a comunicarci delle transazioni e l’impegno anche politico dei due fratelli. Si può ritenere sicura la perdita non solo dei famosi registri contabili, comune a tutto il fondo Pallavicini, ma anche quella di molte filze, sempre di contabilità e di molti registri copialettere. Proprio i copialettere introducono un'ulteriore questione relativa a Paolo Gerolamo I e Angelo: il primo muore sicuramente il 30 gennaio 1682, eppure continuano a pervenire lettere intestate ad entrambi ancora dieci anni dopo, e ancora dopo la morte di Angelo, arrivano missive indirizzate ad ambedue. Purtroppo è giunto a noi un solo copialettere del figlio di Paolo Gerolamo I, relativo ad anni diversi da quelli interessati da queste intestazioni e, pertanto, non risulta utile al fine di chiarire chi rispondesse a quelle lettere. La soluzione più probabile è che i corrispondenti abbiano continuato a considerare i nomi dei due fratelli come l'intestazione di una azienda, che non muta dopo la scomparsa dei fondatori: veniva chiamata la «ragione cantante». Anche se può apparire un po’ come una forzatura in chiave contemporanea, è un caso non infrequente che si ritrova, ad esempio, anche nell’archivio Durazzo. Tre sono i figli di Paolo Gerolamo I che lasciano un perdurante segno archivistico: il primogenito Giovanni Francesco II, Opizio futuro cardinale e Giuseppe II stipite di un altro ramo Pallavicini. Il matrimonio di quest’ultimo con Placidia Fieschi, figlia di Filippo e di Maria Aurelia Doria q.Giovanni Battista, erede di un gran patrimonio tra cui il feudo del Sassello, prezioso per le ferriere ed i commerci che ne derivano, porta alla seconda divisione nella genealogia e nell’archivio Pallavicini \ Tutta la documentazione relativa a questo ramo non 5 I terreni-e le miniere di ferro di Sassello (provincia di Savona) provengono dall’eredità di Placidia Fieschi q.Filippo moglie di Giuseppe II Pallavicini e figlia di Maria Aurelia Doria proprietaria di quei beni, successivamente ampliati dai Pallavicini. La serie relativa è composta da 23 unità con atti da 1522 al 1833. Vedi tavola n. 8. 42 Introduzione numeroso, ma importantissimo, è conservata nel nostro complesso archivistico, ben distinta e, in molti casi, ancora condizionata come in origine. Si parlerà di essa più avanti mentre ora proseguiamo lungo il ramo primogenito. C’è solo una parentesi da aprire per Opizio Pallavicini che sarà vescovo, nunzio apostolico e cardinale, e svilupperà col fratello maggiore ed i parenti un’intensa corrispondenza. Egli non dimenticherà mai gli interessi della famiglia che seguirà concretamente nelle sedi ove si viene a trovare, con particolare cura in Firenze prima e poi in Roma. Noi oggi abbiamo questa corrispondenza in arrivo a Genova, alcune carte nei fogliazzi prevalentemente relative al suo lascito ereditario e, più che altro, la presenza del suo nome e della sua figura in tantissimi documenti provenienti da altri Pallavicini, a testimonianza del forte significato della sua opera. Giovanni Francesco II vive 67 anni, ma non lascia una grande e visibile traccia documentaria. Sono ormai gli anni della gestione dei patrimoni acquisiti e non più della conquista e dell’intraprendenza: anche il nostro archivio si arricchisce di carte d’amministrazione, di rendiconti della gestione di Sicilia, di ricevute delle spese domestiche. Resta, comunque, poco di questo personaggio, ancorché spesso lontano da Genova, a volte per incarico della Repubblica; non appaiono ragioni oggettive per spiegare come mai, tra i Pallavicini di primo piano, Giovanni Francesco II sia quello che lascia meno segni archivistici. Una delle circostanze che possono contribuire a far comprendere tanto questa assenza di materiale, quanto le frequenti assenze del nostro marchese può essere individuata nel suo matrimonio, piuttosto travagliato; ma è di nuovo un’interpretazione ipotetica ed un po emotiva. Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà si mostra, in effetti, sottomessa solo al cognato cardinale, ma par di capire che lo sia per pura convenienza: questo schietto esempio di potente donna seicentesca, forte e temeraria, é compiutamente documentato dalle molte carte che ha lasciato, grazie alla sua litigiosità e pervicacia, anche se la sua personalità tende a sovrastare l’immagine del marito e del figlio. Vari fogliazzi e registri sono interamente composti da carte provenienti da lei e dalle sue attività; vi sono una sola filza di conti, chiaramente mutila, ma soprattutto lettere in arrivo e in partenza, che spesso ritroviamo tra quelle in arrivo del marito, del figlio e del cognato. La storia dell’ajxhivio di questo ramo Pallavicini non registra in seguito altri eventi che abbiano lasciato il segno, con un normale accrescimento delle serie durante la guida di Paolo Gerolamo II che, finalmente, trasmette materiale in quantità più consistente dei predecessori: fogliazzi per le liti con la madre, filze e registri di contabilità, copialettere in serie quasi completa e lettere in arrivo per cinquanta anni. La conduzione della famiglia da parte del figlio Giovanni Carlo, La storia dell’archivio 43 compreso il suo dogato, non comporta alcun evento di rilievo per l’archivio, sino agli ultimi vent’anni del XVIII secolo, quando accadono alcuni fatti specifici che producono tangibili effetti sulle nostre carte. Nel 1788, con la morte di Domenico q.Paolo Gerolamo III, le carte del ramo Pallavicini di via Lomellini, iniziato con Giuseppe II, ordinate e regestate secondo l’uso dell’epoca, vengono aggregate a quelle del ramo di via Luccoli che, durante quello stesso decennio, viene riordinato e regestato con la compilazione di indici interni ad ogni pezzo. Col suo matrimonio, Giovanni Carlo eredita beni ed archivi del feudo aleramico di Rezzo proveniente dall’antica famiglia Clavesana. E da ricordare la cessione della primogenitura da parte di Giovanni Francesco III al fratello Giovanni Carlo. Giovanni Francesco III lascia filze di conti della sua gestione domestica degli ultimi anni di vita, copialettere e lettere in arrivo, nonché numerose lettere comprese tra quelle inviate ai fratelli. Sono epistole diverse da quelle dei suoi genitori o dei nonni: più umane, si direbbe secondo l’odierna sensibilità, in cui si parla anche di questioni personali, di problemi del mondo circostante, di affetti e non solo di commerci o investimenti; è un microcosmo familiare che ha gli stessi mutamenti del macrocosmo europeo, un bell’esempio di corrispondenza tra rinnovamento culturale di tutta una società e modificazioni nella sensibilità e nel pensiero di alcuni singoli nuclei familiari ed individui. Il periodo di Giovanni Carlo deve essere particolarmente segnalato nella storia del nostro archivio, perché durante quegli anni si forma il complesso che conserviamo tuttora e perché ci siamo coerentemente riferiti a quegli anni il più possibile durante il lavoro di riordinamento effettuato. Questo marchese non era, come alcuni suoi antenati, attento e scrupoloso verso l’archivio; probabilmente non vi ha mai messo mano, ma ad una sua precisa volontà risponde il primo ordinamento globale del materiale allora conservato; a questo si aggregheranno altri archivi e proseguiranno le serie proprie, ma senza mutare più nulla nella struttura data da Giovanni Carlo. Agli anni settanta e ottanta del Settecento risalgono la formazione dei fogliazzi della documentazione generale, delle filze contabili, delle lettere ricevute e della serie dei copialettere; si può ragionevolmente ritenere che anche altre serie, ora perdute come quella dei registri contabili, abbiano avuto in quel momento la loro corretta posizione nella generale struttura di ordinamento. Anche le megaserie della Sicilia e di Frignano hanno avuto allora la conformazione definitiva, sebbene fossero in essere dall’origine dei rispettivi possedimenti 6. 6 Si sono chiamate «megaserie» quegli insieme di pezzi appartenenti al fondo Pallavicini (costituito da entrambi gli archivi) non formalmente determinati, ma co- 44 introduzione Come si vedrà nel capitolo dedicato all’archivio, quest’opera di ordinamento si basò non solo sugli aspetti estrinseci delle carte, ma sviluppò essa stessa una gerarchia tra di esse, in parte facendola rinvenire al fine di ordinare ed in parte producendola direttamente come effetto dell’ordinamento. Qui emerge la peculiarità più intima degli archivi di famiglia che non sono archivi istituzionali, non conservano carte ufficiali, anche se autentiche e originali, ma tutto vi trova posto per ragioni personali e di utilità individuale in funzione di un criterio molto immediato che fa sì che una scrittura qualsiasi sia comunque meglio del niente. Vi hanno poca influenza le esigenze tipiche della pubblica amministrazione, in cui ogni evento deve essere documentato in modo ufficiale seguendo canoni formali generalmente ben precisati; qui basta l’espressione della volontà del capofamiglia per promuovere un’azione della quale in archivio si conserverà, tutt’al più, una scrittura informale. Ad esclusione dei documenti pubblici, presenti per varie ragioni nell archivio familiare, la maggioranza delle carte di questi complessi archivistici ha natura informale e funzione essenzialmente mnemonica, al contrario di quella degli archivi istituzionali che, pur mantenendo, ovviamente, la funzione mnemonica, mostrano una dominante natura giuridico-formale. Non meno importante, sia come esponente della famiglia, sia per il fitto carteggio epistolare che mantiene col fratello minore, è il secondogenito di Paolo Gerolamo II, Lazzaro Opizio, che diverrà cardinale e segretario di Stato. Oltre alle lettere, si conservano varie carte sciolte che furono riunite in tempi passati in alcune scatole, dopo averle estratte dalle filze originali, appositamente smembrate per costituire il corpus dei documenti collegati a questa eminente personalità della «casa». Per riprendere il discorso lasciato in sospeso a proposito del ramo dei Pallavicini di via Lomellini, si deve retrocedere più di un seco- lo, sino al 1679, quando troviamo un «Indice e nota di tutto quanto ha operato il signor Giuseppe Pallavicino per assistenza alla Casa in Sicilia e Genova e altrove con tutte quelle scritture che ha preservato per memorie di detta sua Casa» 7. Questo prezioso elenco (non è un indi- stituiti essenzialmente da scritture pertinenti ad un unico ampio oggetto; al loro interno si distinguono le usuali serie degli atti d'amministrazione, dei conti e delle lettere. Le «megaserie» sono gli insiemi documentari relativi ai feudi maggiori: Sicilia, Frignano, Mombaruzzo, Sassello, Masone. 7 Questo «Indice» è conservato in A.P. I, n. 436, fase. 31. Vi compaiono le grafie di un archivista, tale Giovanni Agostino Varese, di Paolo Gerolamo I e, probabilmente, di Giuseppe II. È un registro di 32 carte più 2 inserti, di mm. 300x220, La storia dell’archivio 45 ce) è l’unica immagine, ancorché parziale, della situazione dell’archivio in anni ancora lontani dai totali lavori di riordinamento che vennero compiuti per ordine di Giovanni Carlo. Compilato ad opera di Paolo Gerolamo I e poi del figlio Giuseppe II, attesta, innanzi tutto, la presenza di molti libri contabili, di diversi volumi formati da scritture varie rilegate assieme, di numerosi inventari di proprietà, di mobili e di scritture. Se ne trae l’impressione che l’archivio fosse conservato in un ordine inesistente, ma con cura: non si riesce, infatti, a individuare alcun criterio d’ordinamento nella sequenza dei «cartoni» in posizione né cronologica, né tematica, né di proprietà o di pertinenza, ma l’esistenza stessa di questo «indice generale» attesta l’attenzione prestata all’archivio che era stato affidato, forse non a caso, al quartogenito Giuseppe II. Giovanni Francesco II aveva da dirigere tutta la «casa», rilegato in cartone originale; in discrete condizioni di conservazione. Sulla copertina reca scritto «1677/ Indice generale/ con il cartone n. 40/ et altri conti formati/ da Giuseppe nel 1677». Sempre sulla copertina, sotto alla precedente indicazione, ma di mano diversa, quella di Paolo Gerolamo I, è scritto «e copia di note cavate dal/ notulario n. 15 dall’anno/ 1655 sino all’anno 1679»· All’interno, sulla prima carta, non numerata, si legge «B/ Indice generale dell’operato da me dall’/anno 1625 sino al presente giorno 20 settembre/ 1677.» e sotto, da Paolo Gerolamo I «Con notamento di quello contengono li cartoni/ notati dal η. 1 sino al n. 40 et/ altri./ 1678». Dalla prima carta numerata inizia la descrizione dei pezzi: tre o quattro per pagina, in modo sintetico ed esatto, ma con correzioni e aggiunte di mano di Paolo Gerolamo I e di altri non identificati che ingarbugliano la presentazione, effettuata, del resto, senza alcun criterio di ordinamento. Giunti al «cartone» 51, a c.6, l’elenco si arresta ed in capo alla c. 7 si legge «Relatione di quelli hanno governato il feudo di Frignano dal 1627 sino al 1673» seguito dal relativo elenco di nomi con rispettive rendite di esercizio fino a c.9. A c. 10 inizia la «Relatione di quelli che hanno tenuto i libri di cassa» con i relativi nomi, ma incompleta e approssimativa. La c.ll reca delle schematiche notizie sui membri della famiglia come nascite, morti, professioni di fede. Bianche le cc.12 e 13, nella c. 14 si trova una «Relatione del stato nel quale calculo di essere in quanto a debiti/ e crediti progetato a 15 giugno e 15 ottobre 1679» che viene chiusa nella stessa carta. Seguono nove carte bianche sino alla c.24 ove inizia la «Relatione delle scritture poste in Guardarobbe» che occupa tutte le carte successive fino alla 30r., ultima carta scritta del registro. Questa «Relatione» descrive il materiale seguendo la sua disposizione nelle diverse stanze e su tre scrittoi: i libri contabili iniziano dal 1585 e viene indicata di volta in volta la coppia formata dal mastro e dal relativo manuale, gli scartafacci e gli spacci di fiera sono raccolti in sacchetti, spesso uno per anno, le lettere sono individuate dall'anno o dal corrispondente e si trovano «sopra il scrittorio bianco di tavola» apparentemente non condizionate, ma quasi sicuramente infilzate. Già da questa sommaria descrizione si vede come l’elenco sia piuttosto confuso e frammisto ad altri tipi di notazioni, ma tutte ugualmente interessanti. Dai confronti che si sono potuti fare in base alle indicazioni che questo «indice» fornisce, si deve lamentare solo la grave perdita dei registri contabili e di fiera avvenuta durante l’ultima guerra; le lettere sembrano esserci ancora e così le altre scritture che si riescono a riconoscere. 46 introduzione Opizio e Pietro Antonio erano religiosi e lontani da Genova, non restava che Giuseppe II che manterrà, da questa esperienza, il sincero rispetto per le carte d’archivio che tutta la sua discendenza mostrerà di avere profondamente acquisito. Alla sua opera si deve la prima impostazione di entrambi gli archivi Pallavicini: quello di via Luccoli, a cui è relativo l’elenco anzidetto e quello di via Lomellini, che nasce con il suo matrimonio. Quando Giuseppe II si sposa con Placidia Fieschi, l’archivio si accresce della documentazione relativa al feudo di Sassello, in seguito all’unione del loro figlio Paolo Gerolamo III con Caterina Imperiale Lercari q.Domenico, giunge quella del feudo di Mombaruzzo e del palazzo di via Lomellini 8. Da questo matrimonio nascono due figli uno solo dei quali, Domenico, si sposa, con Maria Gerolama Centurione che arricchisce il complesso documentario dell archivio Centurione 9 e delle carte Casado-Alvarado 10. Per le vicende genealogiche illustrate, 1 archivio dei Pallavicini di via Lomellini si congiunge a quello del ramo primogenito di via Lucco- li. Ciò avviene in condizioni ottimali, senza danni per le carte, che erano state accudite dalle diligenti cure di proprietari particolarmente 8 II feudo di Mombaruzzo (provincia di Asti) giunge in eredità ai Pallavicini col matrimonio di Caterina Imperiale Lercari q.Domenico con Paolo Gerolamo III e la sua serie di atti dal 1540 al 1841 è costituita da 68 unità. Si veda l’introduzione alla serie «Mombaruzzo». 9 L’archivio Centurione è aggregato all’archivio Pallavicini dei discendenti di Giuseppe II. Un nipote di questi di nome Domenico sposò, infatti, Geronima Maria Centurione che trattenne presso di sé l’intero archivio del padre Giovanni Tommaso Centurione, ricco di documentazione pertinente alla propria attività ed a quella dei suoi antenati. In esso troviamo soprattutto atti relativi ad investimenti finanziari, alla gestione di proprietà nel Ponente ligure ed aH'amministrazione di beni per conto terzi come, ad esempio, per la famiglia spagnola Casado Alvarado. L archivio è giunto a noi in assoluto disordine, privo di mezzi di corredo e di qualsiasi condizionatura: la sua consistenza è di circa un centinaio di pezzi ed è stato schedato da Marta Calieri e Sandra Macchiavello. Il suo inventario farà parte del secondo volume. 10 La struttura portante di questo piccolo complesso di documenti è 1 archivio Casado su cui si innesta, per il matrimonio di don Diego Helguero de Alvarado con Francesca Casado de Acevedo, l’insieme di carte Alvarado. Il titolo di marchese di Monteleone viene concesso ad uno degli ultimi Casado, Isidoro II, che sposa Maria Francesca Velasco. Alla morte di costei il 7 agosto 1716, ne è esecutore testamentario Giovanni Tomaso Centurione, già suo amministratore fiduciario come del defunto marito, ed è probabilmente attraverso questo percorso che tutto 1 insieme ci è pervenuto. Compaiono proprietà in Milano, in Lomellina e nel Finalese. L archivio è giunto nel più totale disordine, privo di alcuna distinzione di provenienza e di qualsivoglia pertinenza. Le carte erano mischiate senza condizionatura e senza tracce delle precedenti sistemazioni. Quest’archivio, con scritture dal 1630 al 1740, benché mutilo e slegato dai suoi prodromi spagnoli, manterrà una piena autonomia d’ordinamento e d’inventariazione dal Centurione come archivio aggregato, ma totalmente originale. Il suo inventario farà parte del secondo volume. La storia dell’archivio 47 solleciti: Paolo Gerolamo III, soprattutto, che le fece riordinare una prima volta provvedendo spesso di persona alla regestazione di numerosissimi documenti, redigendo indici e pandette con la sua scrittura minuta e spezzata. Sarà tale la sua tendenza a registrare e preordinare tutto, che, quasi timoroso di perdere quanto non documentato, lascia persino una carta ove ha scritto la data e l’ora di nascita dei suoi tre figli con relativi nomi al completo e data di battesimo coi nomi dei padrini. Dal complesso delle sue scritture di corredo all’archivio, dalla dimensione dei regesti e da questa registrazione quasi ossessiva, si trae l’impressione che al nostro Paolo Gerolamo III si debba riconoscere una buona dose di pedanteria, ma anche di aver conservato l’archivio in modo perfetto e di averne instillato il culto nei figli. Essi furono, infatti, attenti conservatori tanto delle carte di famiglia come di quelle aggregate e ne proseguirono l’ordinamento e la conservazione con ottimi risultati, tuttora riscontrabili. Quando avvenne l’unificazione dei due rami e dei due archivi, in realtà si realizzò solo l’unificazione del luogo di conservazione, mentre le serie vennero mantenute accuratamente distinte e ordinate come prima. L’archivio così accresciuto è conservato nel palazzo di via Luccoli quando, in relazione al matrimonio di Paolo Gerolamo IV con Maddalena Grimaldi q.Giovanni Battista, gli si aggregano nel tempo anche gli archivi Grimaldi u, Grimaldi Oliva 12, Gentile 13 e quello di 11 Sono due gli archivi Grimaldi: il primo è l’archivio del feudo aleramico di Rezzo che è composto da 152 pezzi con documenti originali dal XIII sec. ed in copia dal X sec. È pervenuto ai Pallavicini in seguito al matrimonio di Giovanni Carlo nel 1756 con Giovannetta Grimaldi q.Ranieri, nipote di Paolo Gerolamo Grimaldi, a sua volta figlio di una Pallavicini. È costituito da tre serie fondamentali: conti, lettere e instrumenti. Ordinato già prima della sua aggregazione al Pallavicini, non ne ha subito alcun contraccolpo ed ha mantenuto un’autonomia metodologica e fisica tuttora intatta. L’archivio segue la storia del feudo ed i suoi pezzi sono intitolati alle famiglie che ne ebbero la signoria: i Clavesana prima per lungo tempo e poi i da Passano ed i Grimaldi. È stato schedato a più riprese da Antonella Rovere, Marina Forlani e Maddalena Giordano. Il secondo è l’archivio Grimaldi del ramo dogale della famiglia che è giunto nel nostro complesso in seguito al matrimonio di Maddalena Grimaldi q.Giovanni Battista col nostro Paolo Gerolamo IV Pallavicini. Delle complicazioni genealogiche e degli interessanti apporti archivistici conseguenti si è già detto a proposito della storia della famiglia. Si vedano le tavole genealogiche relative. 12 II terzo archivio Grimaldi è del ramo Grimaldi Oliva che si estinse nei Grimaldi del ramo dogale col matrimonio di Maria Benedetta (Lilla) q.Battista con Gio. Battista q.Pierfrancesco. È molto lacunoso: composto da 42 pezzi tra buste e filze, con pochissimi conti e nessun registro contabile, copre un periodo di quasi cinque secoli, dal 1347 al 1838. Le carte sono relative alle proprietà ed ai feudi nel regno di Napoli, a Rocca Grimalda (basso Piemonte) e in Genova, con una prevalenza di documentazione pertinente a cause giudiziarie ed alla successione nei fedecommessi. IJ Le carte Gentile sono relative alle proprietà che quella famiglia aveva in Sestri Levante. 48 Introduzione «Spagna» 14, mentre per altre ragioni dinastiche, perviene l’archivio Spinola Pallavicini '5. I loro inventari faranno parte del secondo volume. Paolo Gerolamo IV incarna di sicuro una delle più grandiose occasioni di concentrazione degli archivi familiari genovesi. Non se ne occupa direttamente, come alcuni suoi antenati, né gli sarebbe possibile nelle lunghe peregrinazioni in Italia e Francia, ma dispone che vengano mantenuti in buone condizioni facendo inserire, col dovuto rispetto, anche gli archivi pervenuti al seguito del suo matrimonio ed in eredità. Nell’ambito del fondo Pallavicini egli è il personaggio di cui sono restate più carte, l’unico ad avere ancora qualche registro contabile significativo (scampato per puro caso all’eliminazione ed in ottimo stato), ma nessuna filza originale di scritture, anche se vi sono molte «carte sciolte» che lo riguardano. Figura terminale del nostro lavoro di riordinamento e inventariazione, ha consegnato al figlio un archivio integro come l’aveva ricevuto e completato dalle ultime acquisizioni. Già questa fu opera meritoria 14 L'archivio di «Spagna» è costituito dalla documentazione relativa ai beni e ai titoli spagnoli pervenuti ai Pallavicini dalla successione ereditaria di Maria Caterina (Marina) Grimaldi Gentile, primogenita di Giovanni Battista, morta il 16 marzo 1837 senza prole e testata in favore della sorella Maddalena, madre di Ignazio Alessandro Pallavicini. Il complesso patrimoniale comprendeva i titoli di marchesa del Generalife e di marchesa di Campotejar, con relativi feudi o proprietà fondiarie, immobili in Madrid, Cadice e Granada, nonché il titolo di «Grande di Spagna». La discendenza, che traeva origine dall’ultimo re arabo di Granada, si estingue con Giacomo Filippo Durazzo Pallavicini e la famiglia cede tutti i beni nel 1928, trasferendo presso di sé in Genova l’archivio e la spada da parata di Boabdil. Le carte dell'archivio sono scritte quasi tutte in spagnolo e danno corpo a 67 buste e 53 registri, che abbiamo trovato ordinati e inventariati per materie. 15 L’archivio Spinola Pallavicini ha origine dalla complessa vicenda matrimoniale di Paola Maria Centurione il cui figlio di primo letto, Felice Pallavicini, lascia erede universale il fratellastro Gerolamo Spinola, figlio di secondo letto della predetta Paola e di Tobia Spinola, a condizione che abbini i due cognomi. Il figlio di quest’ultimo, Felice Spinola Pallavicini, sposa Livia Pallavicini q.Giovanni Francesco II ed ha, come unico discendente, Barnaba che muore senza prole lasciando erede di tutti i beni, titoli e fedecommessi il cugino Giovanni Carlo Pallavicini. L’archivio riguarda l'amministrazione di cinque feudi nel basso Piemonte e numerose proprietà immobiliari in Genova. I feudi sono quelli di Cabella, Morsasco, Montaldo, Fontanarossa e Morbello. Su di essi è stata scritta una tesi di laurea in Lettere da Donatella Curletto, Inventario di alcuni feudi appenninici dei Pallavicini confluiti nell'archivio Durazzo Pallavicini di Genova, a.a. 1983-84; questo lavoro non aveva però, giustamente, intenti riordinatori, ma piuttosto di analisi delle carte relative ai feudi. Non è stato, quindi, esaminato il gruppo di atti Spinola Pallavicini non pertinenti ad essi, né le unità inventariate sono state modificate dalla schedatura proposta dalla laureanda. La tesi citata torna, pertanto, utile alla conoscenza di un buon numero di pezzi, ma non interferisce assolutamente col nostro lavoro. La storia dell’archivio 49 se si vede quanto, al contrario, avvenne durante la conduzione di Ignazio Alessandro Pallavicini, che si deve purtroppo segnalare per l’incuria e il disinteresse verso lo splendido patrimonio archivistico posseduto. Si possono trovare varie ragioni, anche psicologiche e sociologiche, che contribuiscono a spiegare l’indifferenza per gli antichi archivi durante gli anni centrali dell’Ottocento, a noi basta tener presente il principio dell’utilità degli archivi per comprendere come quelle carte, nell’ambito delle nuove regole dell’economia e del diritto pubblico e privato, vedano fortemente ridimensionata la loro portata pratica e, di conseguenza, l’attenzione che si doveva prestar loro. Tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, si spengono gli ultimi rappresentanti delle «magnifiche famiglie» nati ancora in ancien regime tutti, chi più chi meno, incapaci di accettare la nuova realtà sociale e politica. Molto spesso si erano drasticamente mutate le condizioni economiche familiari in seguito a diversi provvedimenti adottati sia nei primi anni rivoluzionari, sia nel successivo periodo napoleonico: i Durazzo 16, che poi si imparentarono coi Pallavicini, perdono quasi metà patrimonio, Paolo Gerolamo IV deve impegnarsi fortemente per mantenere buona parte dei suoi beni 17. Si deve cercare di capire i sentimenti di quelle persone, che avevano avuto da sempre la vita tracciata in una prospettiva ben definita tra il pubblico ed il privato, dove tutti avevano partecipato, direttamente o tramite i padri, al governo dello Stato; persone che non amavano il Piemonte, nuovo ed estraneo padrone e che, per metafora, erano le vestigia di se stessi e di un mondo finito che esisteva solo nei loro ricordi e rimpianti. In alcuni casi i figli si convertono alle nuove regole, assieme a quanto restato del patrimonio; in altri i beni immobili mantenuti consentono 16 A questo proposito cfr. D. Puncuh, La famiglia in L'archivio dei Durazzo marchesi di Gabiano, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXI/2 (1981), p. 22. 17 Cfr. G. Felloni, Gli investimenti finanziari genovesi in Europa tra il Seicento e la Restaurazione, Milano 1971, pp. 471-491. L'A. quantifica attorno al 60% del capitale originario la perdita globale degli investipnenti finanziari genovesi in seguito alla rivoluzione francese e al periodo napoleonico: i Pallavicini sembrano contenere questa perdita in limiti più ridotti, anche grazie agli ingenti investimenti immobiliari da tempo effettuati, ma furono ugualmente coinvolti nel pesante ritardo che accumulò in quegli anni l'economia genovese e che la gravò per lunga parte dell'Ottocento. Oltre all’aspetto strettamente finanziario «non bisogna trascurare le ferite che essa (la gravissima mutilazione delle risorse genovesi) lasciò nellorientamento degli imprenditori, allontanandoli da nuovi investimenti finanziari e chiudendoli in uno sdegnoso rancore per il governo piemontese a motivo della perduta indipendenza e della sistemazione del debito pubblico ligure sulle medesime basi vessatorie volute da Napoleone». (cfr. ibid., p. 491). 50 Introduzione la prosecuzione delle attività, ma in modi e luoghi diversi, dopo aver abbandonato le vecchie sorgenti di reddito per attingere ad altre o per farne scaturire delle nuove. In generale le forti perdite subite inducono le «magnifiche famiglie» e l’emergente borghesia cittadina ad una sorta di parsimonioso raccoglimento, col ripristino di costumi morigerati e di misurati consumi nel duplice intento di ricostruire le ricchezze svanite e di attendere l’avvento di nuove e più ampie prospettive di sviluppo. Il nostro Paolo Gerolamo IV è indubbiamente uomo di grandi capacità e, contraddistinto da un tipo di vita molto semplice, riesce a non disperdersi negli sconvolgimenti di quegli anni: conserva strenuamente ed ottimamente, ma non pone in essere nulla di nuovo e al passo coi tempi. Egli è come il liquidatore di un’impresa che abbia cessato di funzionare per mancanza di strategie, pur avendo tradizioni e capitali: è necessario cambiare persone e metodi per far riprendere l’attività. L’archivio è parte di tutto quel mondo e di quei sentimenti; e lo è in modo molto pregnante perché parla, a chi lo interroghi, di persone, di fatti, di stili di vita tanto rassicuranti, ma sepolti per sempre. L’archivio documenta un sistema di agire non più attuale e che deve essere radicalmente mutato; ne consegue, abbastanza intuitivamente, che esso, nella sua vecchia accezione, non è più utile ed ha, quindi, cessato concettualmente di esistere. Da sempre, qualsiasi archivio inutile viene abbandonato 18; per fortuna il nostro complesso conteneva anche documenti e scritture singolarmente utili per la gestione dei cambiamenti che l’erede si accingeva a compiere, ma se le occasioni di utilizzazione delle carte erano diverse, doveva essere parimenti diverso l’ordinamento dell’archivio, da disporre in modo funzionale alle nuove esigenze pratiche. Ignazio Alessandro Pallavicini, unico erede di numerose linee genealogiche e patrimoniali, inizia la nuova gestione nel più totale disinteresse per gli archivi di famiglia: le uniche attenzioni vengono prestate alle carte di immediato uso per la conduzione delle proprietà (ad esempio: affitti, livelli, compra-vendite, riscossioni di crediti). Gran parte delle carte d'ancien regime non servono a questo scopo e sono lasciate deperire come erano, e le nuove serie d’archivio, dopo il 1840, quando muore anche la madre Maddalena Grimaldi e si verifica una reale soluzione di continuità nella Weltanschauung dei nuovi ceti diri- 18 Quanto accade in quegli anni in tutti gli Stati italiani preunitari viene efficacemente descritto da I. Zanni Rosiello, Archivi e memoria storica. La documentazione archivistica, Bologna 1987, pp. 67-76, anche se studia la questione in riferimento pressoché esclusivo agli archivi istituzionali e pubblici. La storia dell’archivio 51 genti, sono totalmente staccate dalle vecchie. Questa è una delle ragioni fondamentali per cui abbiamo posto la data di morte di Paolo Gerolamo IV come termine finale del lavoro 19. Tra il 1830 e il 1840 si spengono, infatti, gli ultimi protagonisti della storia delle nostre famiglie nati ancora in anni d'ancien regime dopo aver tutti mostrato chiaramente la personale incapacità d’adattarsi ai nuovi tempi; ma gli archivi, come le famiglie, proseguono la loro vita con nuovi materiali ed in forme diverse. In realtà sappiamo bene che stavano avvenendo radicali cambiamenti politici ed economici in tutta Europa: nella piccola Genova le poche centinaia di «magnifici» ne colgono la risonanza impreparati e molto impoveriti, non più indipendenti, ma soggetti al malvisto Piemonte, in una prospettiva che non prometteva di certo la rinascita dell’intraprendenza finanziaria dei secoli passati. Il nostro Paolo Gerolamo IV Pallavicini porta a soluzione le precedenti secolari forme che avevano assunto le ricchezze familiari: il patrimonio che esce da questa liquidazione è tutt altra cosa rispetto a quello prenapoleonico ed anche archivisticamente si presenta in modi e condizioni profondamente diverse da prima. Un insieme di fattori non sempre evidenti segna in modo preciso tutti gli archivi di famiglia liguri di quel periodo ed ha creato un ineludibile soluzione nella loro continuità. Dalla fine del secondo decennio del XIX secolo le famiglie abbandonano la cura dei loro archivi, sia antichi che correnti: le carte necessarie alla prosecuzione dell’attività vengono riunite in fascicoli strumentali ed inventariate in funzione dell’aspetto che rivestiva importanza in quel momento, perdendo ogni collegamento storico e archivistico. Solo dopo quarant’anni, attorno al 1870, riprendono i lavori archivistici più degni del nome, ma nuovamente condotti sotto una fortissima influenza delle esigenze pratiche di consultazione anche dei documenti antichi e col chiaro segno del pensiero positivistico dominante: fermo restando l’archivio centrale per gli interessi genovesi, gli altri fondi traggono configurazione e denominazione dai feudi o aziende di proprietà della famiglia. La storia dell’archivio, nondimeno, prosegue, sempre assieme a quella della famiglia e poco dopo registra un nuovo fatto di capitale importanza. Nel 1847 l'unica figlia vivente di Ignazio Alessandro, Teresa, sposa l’ultimo discendente dei Durazzo marchesi di Gabiano, Marcello IV, e l’anno dopo, nel 1848, nasce l'unico loro figlio Giacomo Filippo Durazzo Pallavicini erede universale di entrambe le famiglie. 19 Cfr. D. Puncuh, L’archivio Durazzo-Giustiniani di Genova, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XIX (1979), pp. 335-340. 52 Introduzione Nei primi tempi l’archivio non viene toccato dall’avvenimento: entrambi restano nei rispettivi palazzi, dimenticati dai nuovi amministratori e dalla energica padrona di entrambi, Teresa Pallavicini Durazzo. Non ci si può esimere, a questo punto, dal sottolineare che da quel momento la «casa» viene guidata dalle sue rappresentanti femminili: prima Teresa Pallavicini, poi Matilde Giustiniani e infine Carlotta Fasciotti Giustiniani. Tutte ebbero a cuore, tra l’altro, il destino degli archivi che testimoniavano la lunga storia della famiglia e, col passare degli anni, l’attenzione divenne rispetto ed ammirazione per queste preziose carte. Se ancor oggi si possono studiare gli archivi dei Durazzo, dei Pallavicini, dei Grimaldi, degli Spinola Pallavicini, dei Centurione, dei Sauli, o almeno di una parte di queste famiglie, lo si deve realmente a queste tre Donne che ebbero ben pochi eguali nei loro antenati. A volte, però, le attenzioni non bastano o si manifestano in una direzione sbagliata. Proprio durante il periodo di governo dei beni Durazzo e Pallavicini da parte di Teresa, vien posta di nuovo mano agli archivi e, purtroppo, in modo molto discutibile. Chiuse alcune serie in seguito alla cessione del bene relativo (ad esempio la «Sicilia»), le restanti vennero in buona parte sconvolte e smembrate in funzione di due obiettivi: l’organizzazione di un archivio corrente e di uno di deposito strutturato in base alle «aziende» in cui si articolava l’attività e la formazione di una serie cronologica onnicomprensiva delle carte antiche non più di utilità pratica, ma interessanti come documentazione della grandezza familiare. Per fortuna, quanto non rientrava in nessuna delle nuove compilazioni (non si sa per quale ragione) non venne eliminato, ma abbandonato nel palazzo di via Balbi o nella villa di Pegli, dopo una scarna segnalazione della sua esistenza in diversi elenchi di consistenza di fine Ottocento. Questi elenchi, che si conservano tuttora, sono dei manoscritti di piuttosto misera presenza, su fogli a righe formato protocollo, fincati manualmente, legati in fascicoli di una trentina di pagine, in cui i pezzi vengono individuati da un numero progressivo, dalla data cronica, da una laconica indicazione dell’oggetto che può anche essere comprensiva di un’intera filza o di vari registri. Il tutto senza alcun ordine cronologico, né tematico, né storico, né pratico; sembra venisse rispettato il solo criterio della collocazione fisica dei pezzi, che erano evidentemente conservati in totale assenza di ordinamento. Quando Giacomo Filippo Durazzo Pallavicini sposa, in età piuttosto avanzata, la principessa Matilde Giustiniani e, soprattutto, quando muore la madre Teresa nel 1914, si spegne la preesistente volontà di tenere sempre ben divisi i patrimoni e gli archivi ed, al contrario, si fa strada la tendenza ad unificare la residenza in via Balbi e nella villa La stona dell’archivio 53 di Pegli, ove viene trasferito vario materiale artistico e «storico» dal palazzo Pallavicini di via Luccoli, che aveva continuato ad essere la dimora di Teresa Pallavicini Durazzo. Nel secondo decennio di questo secolo l’archivio Pallavicini lascia le stanze e gli armadi in cui si era formato ed era stato custodito durante tre secoli, per venir collocato in parte a Pegli e in parte nel sottotetto di via Balbi, ove, nel frattempo, era finito anche l’archivio Durazzo, mai uscito, però, dal palazzo in cui si è formato. Rimasta vedova, Matilde Giustiniani si risposa qualche anno dopo con Pierino Negrotto Cambiaso che, archivisticamente parlando, reca con sè il bellissimo archivio Sauli, famiglia da cui discendeva per parte di madre, e l’archivio della basilica dell’Assunta di Carignano, prima opera genovese di Galeazzo Alessi e chiesa gentilizia della famiglia Sauli. Il complesso archivistico antico si accresce così delle carte Giustiniani20, piuttosto slegate e disorganiche, e dell’archivio Sauli-Basilica di Carignano 21, ancora da studiare e inventariare. Questo insieme eccezionale di carte riemerge dall’oblio nel secondo dopoguerra grazie, soprattutto, al rispetto per il patrimonio antico della famiglia che si manifesta nella figlia adottiva, in realtà nipote, di Matilde Giustiniani, Carlotta Fasciotti Giustiniani Cattaneo Adorno 22. 20 Le «carte Giustiniani» non hanno carattere di completezza né di continuità, ma sembrano piuttosto una selezione di atti di vario livello d'importanza. Vi sono pur sempre documenti interessanti sul dominio dei Giustiniani a Chio, cfr. A. Rovere, Documenti della Maona di Chio, secoli XIV-XVI, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XIX (1979) ed i carteggi di epoca più recente del cardinale Alessandro (1816-1845) legato pontificio a Lisbona, del principe Alessandro (1845-1889) padre di Matilde e della stessa marchesa Matilde con diversi corrispondenti anche di prestigio internazionale (1912-1970). È stato ordinato da Dino Puncuh. 21 L'archivio Sauli appare estremamente interessante, ma se ne inizierà lo studio al termine dell’intero lavoro sull'archivio Pallavicini e aggregati. Si può solo anticipare che la documentazione contabile inizia sicuramente dalla metà del Quattrocento e non presenta lacune vistose. 22 La marchesa Carlotta Cattaneo Adorno, scomparsa il 15 dicembre 1989, volle e sostenne con convinzione l'opera che si sta gradualmente realizzando con 1 edizione dell'inventario dell'archivio Durazzo (L'archivio dei Durazzo ..., cit.), e con i cataloghi dei manoscritti e degli incunaboli della biblioteca Durazzo (D. Puncuh, I manoscritti della raccolta Durazzo, Genova 1979; A. Petrucciani, Gli incunaboli della Biblioteca Durazzo, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXVIII (1988). Il presente inventario è la prosecuzione di quel programma di lavoro, preannunciato da D. Puncuh, L'archivio Durazzo-Giustiniani... citata. L'erede del patrimonio artistico e storico della famiglia, il marchese Marcello Cattaneo Adorno, si è parimenti mostrato favorevole alla continuazione delle attività di ricerca e pubblicazione. L’archivio Il materiale che costituisce questo archivio venne riunito e quasi totalmente collocato su scaffali, da Dino Puncuh e Antonella Rovere. A loro veniva consegnato dai camerieri di palazzo Durazzo Pallavicini che, per disposizione della marchesa Carlotta, dovevano recuperare tutto quanto di archivistico rinvenivano negli indefiniti e arcani spazi circoscritti da quelle splendide mura e nelle altre sedi storiche della famiglia. Come si è detto nel capitolo precedente, le carte Pallavicini avevano già peregrinato parecchio ed in quel momento si trovavano divise e variamente conservate. Una parte era ancora nel palazzo originario nella attuale via XXV Aprile (già via Carlo Felice) di Genova, un’altra parte era stata trasferita a Pegli, nella villa costruita da Ignazio Alessandro, dove avevano abitualmente vissuto prima Teresa Pallavicini Durazzo e poi Matilde Giustiniani Durazzo Pallavicini, ed un’ultima parte era stata trasportata a Gabiano, a Masone, o nell alta vai Polcevera anche a causa dei pericoli che questo materiale, come gli altri beni artistici e storici della «casa», poteva correre se fosse restato in città durante gli anni deH’ultima guerra. Fino agli anni Trenta del nostro secolo l’archivio appare ancora integro nella sua consistenza, seppur diviso nella conservazione. Diciamo subito che non è possibile avere certezze sull integrità di quest’archivio, come in seguito si spiegherà meglio, perché non è mai stato compilato un inventario di tutte le sue serie. Al contrario, vi sono stati vari rimaneggiamenti delle carte e alcuni consistenti smembramenti che hanno invalidato ogni possibile attestazione dell originaria posizione del materiale. In via del tutto teorica si potrebbe sapere se un pezzo esisteva ancora alla fine del secolo scorso, attraverso la consultazione degli elenchi sommari che furono compilati in quegli anni, ma che non presentano alcun ordinamento del materiale, né elementi sufficienti alla sua individuazione a causa delle descrizioni estremamente generiche che vengono date e per inconvenienti pratici che ricorrono frequentemente (etichette numerate cadute, cambio di condizionatura, ulteriori mutamenti nella disposizione, ecc.). Tra la L'archivio 55 fine dellOttocento e gli anni Trenta, non si può escludere si siano verificate perdite e dispersioni, ma la certezza della scomparsa di tutti i registri contabili vi fu solamente quando venne iniziata l’opera di unificazione del materiale. Di sicuro i registri contabili non sono stati eliminati perché danneggiati dall’acqua o da altri agenti esterni, né da parassiti o muffe e funghi: almeno uno ogni tanto si sarebbe salvato, come è riscontrabile in numerosi casi simili. Tutto fa ritenere che quei preziosi registri siano stati «scientificamente» selezionati per l’eliminazione, durante l’ultima guerra. Si è ritrovato un appunto dell’archivista di famiglia di quegli anni, il benedettino Ilario Merosi, che dice a proposito dell’archivio Pallavicini che «molti libri mastri antichi furono portati e bruciati nel palazzo della Secca, durante la guerra, da soldati tedeschi e da italiani borghesi». Il palazzo riferito si trova a Serra Ricco ed era dei Negrotto Cambiaso. Non è emersa alcuna prova sicura che i registri Pallavicini fossero stati trasportati per prudenza in quella località, ma non vi è alcuna ragione per non ritenere veritiera l’affermazione del padre Merosi, fra l’altro suffragata dalla conferma orale di un anziano coltivatore della zona, certo della presenza di «carte» in quella villa. Quanto restava fu trasferito alla fine degli attuali anni '70 in locali appositamente preparati e venne effettuata la separazione tra le serie principali delle lettere, dei conti, degli atti di amministrazione, della Sicilia, Frignano, Mombaruzzo e dei diversi archivi aggregati. In quella sede il materiale fu posto su scaffali in base ad una distinzione prevalentemente formale: registri, filze rettangolari, filze quadrate, pacchetti di varie dimensioni. Così si è presentato, cinque anni fa, questo fondo. Con alcune grandi distinzioni effettuate, ma da verificare e completare, assieme a tantissimo materiale ancora da identificare. Doveva essere svolto tutto il lavoro propriamente archivistico di identificazione delle serie, di analisi dei pezzi, di riscoperta dei criteri di formazione dell’archivio e di ricostruzione della sua storia, sia esterna che interna. Non si era in possesso di alcuna traccia inventariale dell’ordinamento originale, né si sapeva, ad esempio, che gli archivi Pallavicini erano due; emergevano consistenti blocchi di materiale certamente di provenienza non Pallavicini, ma ancora non si era a conoscenza di quale famiglia fossero. Tutta da scoprire era ovviamente la consistenza globale del complesso e la sua articolazione, da scoprire gli artefici di quelle scritture e della loro conservazione, come i loro metodi di lavoro e i contenuti stessi della loro attività. Quando ci accingemmo all’opera di schedatura, iniziata col provvidenziale ausilio di Dino Puncuh, unico conoscitore di buona parte 56 Introduzione delle vicende e del materiale conservato fu necessaria una solida perseveranza nel fare e rifare le prime schede man mano che si scoprivano nuovi elementi da indicare o nuovi collegamenti da porre in essere o da ipotizzare. Si giunse in questo modo, dopo un po di tempo e vari esperimenti, all’adozione di una scheda dalla compilazione piuttosto laboriosa ed articolata, ma molto flessibile ed adattabile alle diversità peculiari dei pezzi. Oltre ai dati canonici di ogni schedatura, che pare superfluo ricordare, vennero inseriti in scheda una serie di elementi utili non solo ad identificare la posizione originale del pezzo e la sua storia archivistica, ma essenziali per ricomporre 1 albero genealogico delle famiglie, individuarne i patrimoni e giungere a chiarire i movimenti dei beni e le attività dei diversi autori delle carte d archivio. Ne si poteva tralasciare un aspetto non comune a tutti gli archivi di famiglia e particolarmente interessante in questo: la ricostruzione delle collezioni di quadri attraverso l’individuazione dei tempi e dei modi del loro accrescimento. Sulla scheda si dovevano indicare questi dati, se presenti o riconoscibili, oltre al numero progressivo e all’indicazione della provvisoria collocazione fisica sui ricordati scaffali: date iniziali e terminali, consistenza, tipologia, serie, antica titolazione e numerazione, oggetto, osservazioni. Dovevano, nondimeno, essere indicati gli elementi notevoli pertinenti alla seguente casistica: famiglie (nomi delle famiglie per le quali vi sono notizie nel pezzo), personaggi (come per le famiglie), testamenti, rinunce e addizioni di eredità, fedi di nascita e di morte, fedi di vita, matrimoni e doti, professioni di fede, disegni e mappe, inventari di beni, quadri e libri. Le voci abituali sopra ricordate non dovrebbero richiedere chiarimenti se non a proposito delle «osservazioni» che dovevano registrare tanto le anomalie o mancanze nella costituzione fisica del pezzo, come la presenza di indici o rubriche e, più in generale, quanto non indicabile nelle altre voci della scheda. Dal momento che la schedatura 1 Più di sedici anni fa Dino Puncuh ricevette l’incarico fiduciario dalla compianta marchesa Carlotta Cattaneo Adorno di dirigere l'intera opera di riordinamento e inventariazione degli archivi e di catalogazione della biblioteca. Nell attuazione di questo compito, che ha prodotto già notevoli effetti, egli ha potuto raccogliere ed assimilare un’estrema quantità di dati e notizie su tutti i personaggi che compaiono nei diversi archivi e sulle famiglie che li hanno prodotti. Solo alcune di queste conoscenze sono state rese pubbliche in vari contributi scritti negli scorsi anni e precedentemente citati nelle altre sezioni di questa presentazione, la maggior parte di esse sono affiorate nella conversazione e nello studio in comune. Il primo processo di identificazione e divisione fisica del materiale è stato effettuato da Dino Puncuh e Antonella Rovere. L'archivio 57 dell’intero complesso è stata effettuata da diverse persone 2, sono state riscontrate alcune discordanze in fase di unificazione dei dati, compiuta da chi scrive, e si è dovuto ripetere varie volte l’esame del pezzo. In una futura analoga esperienza si terrà conto di questo inconveniente e si restringerà il più possibile lo spazio delle «osservazioni». Gli «elementi notevoli» si sono rivelati, invece, molto circostanziali nella richiesta ed utili nella risposta: hanno permesso l’apertura degli «oggetti» a vari campi di indagine e la ricostruzione di interessanti e spesso essenziali rapporti tra famiglie non evidenziati da parentele. Gli alberi genealogici sono stati ricostruiti o verificati anche grazie a queste informazioni e si sono ritrovati alcuni inventari di beni di estremo interesse 3. È risaltata la grande quantità di testamenti che erano stati raccolti, quasi sempre in copia, per sostenere le ragioni minacciate e le pretese accampate per beneficiare di fedecommessi istituiti magari secoli prima e in cui i diritti a parteciparvi dovevano essere documentati attraverso ripetuti incroci di alberi genealogici e di testamenti, di persone altresì lontanissime nel tempo e nel sangue 4. La schedatura è durata per più di tre anni partendo dalla situazione di giustapposizione dei pezzi che si era prodotta nei modi prima descritti. Già durante la sua attuazione si sono evidenziate alcune caratteristiche di questo complesso ed alcuni aspetti del suo processo di formazione. Un primo esame quantitativo conferma che circa la metà dei pezzi provengono da archivi di altre famiglie, come già rilevato da Dino 2 Hanno collaborato alla fase di schedatura del materiale oggetto del presente volume le seguenti persone: Maddalena Giordano per «Frignano»; Cristina Soave per «Mombaruzzo»; Elisabetta Madia per le lettere di Giovanni Francesco I; Laura Gam-baro per le lettere di Paolo Gerolamo I; Anna Pedemonte per le lettere di Paolo Gerolamo I e Angelo; le signore Mimma Bongiovanni, Maria Sofia Cambiaggi, Giulietta Cardona e Nini Donaver per le lettere del XVIII secolo. Maddalena Giordano e Cristina Soave hanno scritto anche l'introduzione particolare alla serie rispettivamente schedata; l'ordinamento e l'inventariazione di quelle due serie sono stati effettuati in collaborazione con l’autore. Tutto quanto non altrimenti precisato del presente volume è stato realizzato direttamente da chi scrive a cui tocca, comunque, la responsabilità metodologica e scientifica dell’intero lavoro. * Nella filza delle lettere ricevute da Giovanni Francesco I nel 1605, è conservata, ad esempio, una lettera al cui interno erano allegati 12 frammenti di tessuti per abbigliamento provenienti da Napoli, con relativo elenco (cfr. Genova nell età barocca, catalogo della mostra, 1992, p. 410). Vi sono numerosi inventari di arnesi da cucina, di mobili, di arredi vari, di biancheria ed alcuni di libri. 4 A proposito dei testamenti si può affermare con certezza che, a meta Settecento, esistevano uno o più registri costruiti legando assieme i testamenti che tuttora recano le indicazioni della cartulazione o della paginazione. Altrettanto sicuro è il fatto che questi testamenti non ci sono tutti pervenuti. 58 Introduzione Puncuh e Antonella Rovere: all’interno del complesso archivistico Pallavicini vi sono, infatti, intere serie, a volte molto consistenti, prodotte da altre grandi famiglie genovesi quali i Clavesana, i da Passano, gli Spinola, i Doria, i Gentile, i Lomellini, ma soprattutto i Centurione ed i Grimaldi. In questo volume ci occuperemo dell’archivio Pallavicini vero e proprio, senza gli archivi che si sono aggregati in varie epoche come attorno ad un nucleo centrale. Questo stesso nucleo è il risultato del collegamento dei distinti archivi delle due «case» Pallavicini genovesi: quella discendente da Giovanni Francesco II e quella che risaliva a suo fratello Giuseppe II che, estintasi nel 1788, era confluita in quella dei cugini del ramo primogenito. Le sedi di conservazione degli archivi si unificano e questi formano da allora un unico corpo organico chiamato «archivio proprio», ancora ben riconoscibile nella sua duplice componente per l’esplicita diversità d’origine degli atti e per la differente mano dei due archivisti che procedettero all ordinamento delle rispettive carte, quasi nel medesimo periodo di tempo precedente all’aggregazione. Gli archivi propri sono formati complessivamente da 806 unita cronologicamente comprese tra il 1329 e il 1841 e sono composti dalle serie delle filze degli atti di amministrazione (chiamate fogliazzi), dei conti, delle lettere e da quelle delle proprietà maggiori che avevano un’amministrazione separata da quella della famiglia (Sicilia, Frignano, Mombaruzzo, Sassello, Masone). Le filze degli atti sono costituite dalle due serie analoghe provenienti dalle due «case» anzidette e si mantengono distinte benche accomunate meno di un secolo fa nell'unica numerazione complessiva della serie. Vennero ordinate entrambe, ma separatamente, per la prima volta secondo criteri sicuri e con la compilazione di elenchi, attorno al 1770, al tempo di Giovanni Carlo 5. Il metodo seguito non e 5 È lo stesso periodo in cui viene riordinato e regestato l'archivio Durazzo ed è proposto il riordinamento dell'archivio segreto della Repubblica. I lavori di ordinamento dell’archivio Durazzo iniziano nel 1766 ed hanno la massima intensità negli anni immediatamente successivi fino al 1773, poi proseguono con calma curando la documentazione più recente e la compilazione degli inventari generali che sono ultimati solo nel 1806. Cfr. A. Rovere, L’archivio, in L'archivio dei Durazzo, marchesi di Gahiano, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXI/2 (1981), pp. 26-27. La stessa Repubblica vede sorgere al suo interno un certo interesse archivistico, motivato dalle più varie ragioni pratiche e teoretiche, ma comunque produttivo: il 4 dicembre 1765 i Supremi Sindacatori affidano a Matteo Senarega l'incarico di relazionare al Senato sulla situazione degli archivi della Repubblica. In seguito il Senato richiede a sua volta una «informazione» tecnica, che ci è pervenuta anonima e senza data, di estremo interesse sia storico che propriamente archivistico. Cfr. G. Costamagna, Un L’archivio 59 dissimile da quelli tipici dell’epoca, sia pure con una attenzione maggiore del consueto alla successione storica dei fatti. Non vi è distinzione per tipo di documenti, come accade nell’archivio Durazzo 6, ma la serie delle filze rispetta l’integrità dei fascicoli delle carte pertinenti ad una questione sino alla sua soluzione, per passare poi alla questione che ha avuto inizio dopo la precedente. In questo modo viene seguito l’ordine storico degli «affari» con la riunione in un dossier di tutti i documenti relativi a quell’«affare» in ordine cronologico, senza intromissioni di altri «affari» le cui carte formeranno un successivo insieme di fascicoli che troverà posto secondo una scansione temporale determinata dalla data iniziale dei singoli dossier. Accade quasi sempre che alla conclusione di una microserie 7 di atti pertinenti ad un medesimo oggetto, per iniziare l’esame della microserie successiva, si retroceda nel tempo pur avanzando nella sequenza dell’ordinamento. In ognuna di queste microserie, che possono coprire parecchi anni di vicende, viene rigorosamente rispettato l’ordine cronologico che non si cura delle differenze tipologiche dei documenti. Le carte delle filze sono numerate progressivamente secondo la loro successione nel contenitore senza badare all’appartenenza eventuale a microserie diverse. Le carte delle microserie sono segnate, nella loro progressione, dalle lettere dell’alfabeto, che si raddoppiano dopo la Z e si ha quindi, aH’interno di ogni filza di questa serie, una doppia segnatura: numerica di tutti i documenti ed alfabetica delle microserie presenti nella filza. L’elenco che correda ogni filza rimanda alla segnatura numerica. Al momento della formazione dei fogliazzi sono state compilate per ognuno di essi delle «pandette», termine di uso genovese che sta a significare «indice». Si è ricostruita la procedura di compilazione di progetto di riordinamento dell'Archivio Segreto negli ultimi anni di indipendenza della Repubblica, in «Atti della Società ligure di storia patria», s.n., IX (1969), pp. 128-132. 6 Le serie dell’archivio Durazzo non sono state formate storicamente, ma costruite secondo la tipologia dei documenti: sono cosi riuniti in rigoroso ordine cronologico, senza distinzione tra originali e copie, gli «Instrumenti», gli «Atti di cause», i «Testamenti», i «Carteggi», le «Filze di conti», ecc. (Cfr. L’archivio dei Durazzo ... cit., p. 25). 7 Si sono chiamate «microserie» quegli insiemi di carte relative ad un medesimo oggetto, precedentemente collegate fra loro dagli archivisti settecenteschi o anteriori, che formerebbero, secondo una terminologia moderna, una «pratica»; locuzione che troppo male si addice, a mio parere, al tipo di questioni trattate ed alle procedure di attuazione. La «microserie» è sempre contraddistinta da una propria numerazione interna originale, realizzata con numeri o lettere alfabetiche e difficilmente supera le dimensioni di sette-otto fascicoli di filza. 60 Introduzione questi indici riuscendo, così, a spiegare una serie di indicazioni e segni che compaiono su tutti i frontespizi dei fascicoli dei fogliazzi. L’archivista scriveva l’oggetto nella parte superiore del frontespizio o della prima pagina del fascicolo 8, indicava al centro della carta i cognomi delle persone che comparivano nell’oggetto e, in base a questi elementi, procedeva al primo ordinamento della microserie segnando con lettere alfabetiche i fascicoli che la costituivano, dopodiché componeva il complesso della filza, seguendo l’ordine cronologico dei dossier e numerava tutti i fascicoli, senza badare alla segnatura alfabetica. A questo punto il fogliazzo era formato e si poteva compilare la «pandetta». Vi sono due tipi di «pandette» nel nostro archivio : alfabetica e di posizione. Quest’ultima è la più banale e non è altro che un indice della filza equivalente all’indice dei capitoli che correda ogni libro anche attualmente: viene riportato il regesto di ogni fascicolo seguendo la numerazione progressiva interna al pezzo. A volte questo tipo di «pandetta» è corredato a sua volta di un indice dei nomi di persona che compaiono nei regesti, col rinvio alla solita numerazione interna. L’altro modello di «pandetta» è, invece, un poco più elaborato e utile alla consultazione. In questo caso l’archivista riporta nell angolo inferiore sinistro del frontespizio, l’iniziale della prima parola del regesto e quella dei nomi indicati al centro; queste lettere specificavano sotto quali rubriche alfabetiche doveva essere riportato l’intero regesto o un suo sunto schematico 9. Quel fascicolo compare pertanto alla lettera iniziale della prima parola dell’oggetto ed a quelle dei nomi di tutti coloro che compaiono nel fascicolo. Una volta trascritta la sintetica descrizione del fascicolo nei rispettivi elenchi di ogni lettera, 1 archivista cancellava con alcuni tratti di penna l’iniziale indicata al piede della carta. Anche in questo tipo di «pandetta» il rinvio è alla numerazione interna dei fascicoli e la progressione nella registrazione degli oggetti nell’ambito di ogni singola lettera segue la stessa numerazione. Questo modello di indice risulta particolarmente utile nelle ricerche in cui si sia già a conoscenza di qualche nome o del tipo di atto (testa- 8 Si tenga presente il formato delle carte in una filza genovese: la carta è piegata in due lungo il suo asse maggiore e dà origine ad un fascicolo di circa mm. 300x110, come le filze notarili. 9 Nel caso il fascicolo trattasse, ad esempio, della vendita di un terreno dai Grimaldi ai Pallavicini, troveremmo nella parte alta il regesto che inizierebbe con la parola «Vendita ...» e al centro, poco sotto il foro dell’infilzatura, i cognomi Grimaldi e Pallavicini incolonnati. In basso a sinistra della carta comparirebbero le lettere «V.G.P.» cancellate una alla volta con vari trattini di penna, non di rado con inchiostro diverso, mentre i cognomi e le iniziali sono sempre di uguale colore d’inchiostro; il che spiega i temi di attuazione del lavoro. L'archivio 61 mento, vendita, ecc.), ma non ci indica con esattezza la consistenza globale della filza, mentre l’altro certifica questo dato, ma non aiuta granché nella ricerca. Tra le serie di filze dei due archivi esiste un’unica sostanziale differenza, benché il criterio interno di ordinamento sia uguale. Nell’ordinamento settecentesco le filze del Pallavicini cadetto non hanno alcuna numerazione progressiva, al contrario di quelle del Pallavicini primogenito, né hanno divisioni in sottoserie per feudi o agenzie, ma sono intitolate all’oggetto principale delle carte che riuniscono. In quale successione saranno state conservate e secondo quale criterio? Dato che, come sempre, nell’intitolazione della filza si fa riferimento ad un membro della famiglia, sembra probabile che la collocazione seguisse l’ordine genealogico della stessa famiglia, ma certamente non seguiva quello cronologico, né quello di un’inesistente numerazione. Dopo un attento esame, anche delle grafie, si è appurato che la segnatura alfabetica è precedente a quella numerica che appartiene, invece, con certezza, all’archivista che procedette al riordinamento voluto da Giovanni Carlo. Si ha conferma di un incompleto ordinamento per «affari», relativi soprattutto alle questioni ereditarie, giudiziarie ed agli acquisti di beni, dall’elenco compilato da Giuseppe II 10; a quell’ordinamento si sono aggiunte altre numerose carte, prima non ordinate poiché non specificatamente pertinenti ad una questione o non in numero tale da costituire una microserie, a giudizio dell’archivista. Quest’ultimo ha mantenuto correttamente intatte le microserie ed ha integrato il loro corpus con le altre carte che vi si intercalavano o che le seguivano. Dopo aver numerato progressivamente tutti i fascicoli, ne ha stilato il 10 Di questo «Indice e nota di tutto quanto ha operato il signor Giuseppe Pallavicino per assistenza alla Casa in Sicilia e Genova e altrove con tutte quelle scritture che ha preservato per memorie di detta sua Casa» si veda la descrizione alla nota 7 della Storia dell'archivio. Sempre in merito a quell’elenco si deve sottolineare l’assenza di qualsiasi criterio d’ordinamento che non consista nella grezza prassi di conservare assieme documenti fisicamente analoghi, come le lettere con le lettere, i conti con i conti e cosi via. Sotto questo aspetto il sistema di conservazione attestato in esso non è difforme da quello adottato durante il Medioevo, ad esempio, negli archivi comunali liguri in cui veniva seguito il mero principio dell’economia di spazio con la concentrazione in scatole o in armadi del maggior numero di documenti, senza procedere ad alcuna ulteriore distinzione (cfr. Archivio Di Stato di Savona, Comune antico, inventario del 1316). All’interno di alcuni «cartoni» dell’elenco di Giuseppe II si può ravvisare una certa omogeneità (ad esempio: conti di fiera, testamenti, feudo di Frignano), ma tra un cartone e l’altro non vi è né continuità temporale, né pertinenza di argomenti. Resta, dunque, una preziosa testimonianza che conferma, tra l'altro, il perdurante basso livello archivistico del ceto dirigente genovese che solo un secolo dopo mostrerà qualche accenno di maggior interesse per la questione. 62 Introduzione regesto sulla camicia e l’ha ripetuto nell’elenco che correda ogni filza secondo l’ordine di numerazione dei fascicoli. Quando, alla fine del XVIII secolo, le due serie di filze Pallavicini vennero unite, non fu realizzato alcuno smembramento o pretestuoso assemblaggio, ma la serie del ramo estinto venne semplicemente accodata all’altra senza proseguire la numerazione generale. Stesso destino ebbero tutte le altre serie dei carteggi, mantenute ordinate per personaggi della famiglia, e delle proprietà maggiori, conservate distinte, mentre furono in buona parte sconvolte quelle dei conti. I conti dei Pallavicini di via Lomellini sono giunti pressoché intatti, spesso ancora conservati nelle alette originali e qualche volta ancora infilzati; quelli dei Pallavicini di Luccoli, invece, erano piuttosto in disordine, dispersi e solo in rari casi ancora nelle condizioni originali di condizionamento. La serie della contabilità è stata, inoltre, la più segnata dal passaggio in eredità dei beni di Domenico a Ranieri: le carte relative costituiscono l’effettivo trait d’union tra i due archivi. Nel fondo Pallavicini «proprio» vi era, quindi, una parte ordinata o con chiari segni di un buon ordinamento originale ed un’altra parte, costituita da più della metà dei pezzi, che è pervenuta in disordine o raccolta in fittizie compilazioni cronologiche di miscellanee familiari, come risultati di vari, effimeri tentativi di riordinamenti tardo ottocenteschi di stampo utilitaristico positivista. La scomparsa dei registri contabili e le gravi mutilazioni del corpus delle filze dei conti, che nondimeno mantiene proporzioni di tutto riguardo, rendono non verificabile la corretta consistenza della serie di contabilità. In linea di massima risulta più completa la serie della seconda «casa», quella di Giuseppe II ed i vuoti maggiori sono presenti, come sempre, negli anni più alti. La documentazione dell’attività svolta nelle fiere di cambio è piuttosto disorganica e riunita soprattutto nella serie delle lettere perché le varie cedole giungevano a Genova per corriere postale, spesso simultaneamente a lettere riepilogative delle transazioni compiute; in diversi casi si sono trovati dei mazzetti di cedole cuciti alla lettera Non si poteva, per altro, considerare questa documentazione tra quella di tipo contabile per due ragioni: innanzi tutto si è rivelata sporadica ed evidentemente incompleta, nonché quasi priva di registri o di brogliacci e non si poteva configurare come «serie» autonoma anche se 11 In alcune filze delle lettere ricevute da Giovanni Francesco I la documentazione di fiera è prevalente sulla restante che è comunque anch’essa relativa, nella sua quasi totalità, a questioni finanziarie. Si vedano, ad esempio, le lettere a Giovanni Francesco I degli anni 1617-1618. L’archivio 63 concettualmente ha una sua specificità rispetto al resto delle carte dell’archivio, ma, soprattutto, queste scritture sono sempre state conservate assieme alle lettere fin dall’origine e non vi è ragione per estrarle oggi in fase di prioritaria ricostruzione dell’ordinamento originale. Queste «carte di pago» recano sul dorso il medesimo tipo di note delle lettere, scritte dalla stessa mano e infilzate nella stessa filza in compagnia delle lettere: non possono non essere mantenute insieme a quelle. Da una simile gestione originale di questo tipo di scritture si trae, anzi, l’impressione che la documentazione delle fiere considerata significativa ai fini contabili fosse piuttosto quella in forma di registro, ufficiale o informale, che quella volante e deperibilissima delle «carte di pago», nonostante che in quest’archivio, come detto, si siano conservate più queste di quelli 12. Nel complesso del fondo di contabilità si sono individuate alcune distinzioni effettuate in origine, che si sono riprodotte nel riordinamento attuale. In primo luogo la distinzione tra le serie delle due «case» Pallavicini: all’interno di ognuna si trova la rispettiva documentazione di cassa delle entrate e delle uscite, distinte in uscite per la gestione domestica ed uscite per la gestione patrimoniale 13. Vi erano, quindi, tre sottoserie di contabilità. Tra la possibilità di riordinamento formale (verticale), che determina la costituzione di tre serie cronologiche senza cesure conseguenti al cambiamento di titolare dei conti, e 12 La documentazione di fiera che viene indicata come essenziale da G.D. Peri, Il negoziante, Genova 1638, è costituita innanzi tutto dagli spacci che non sono altro che «spedizione fatta con lettera d’aviso la quale contiene relatione e l’ordine de i negotii indirizzati a quello a cui si scrive» (p. 240) e sono esattamente quanto è restato a noi nella serie delle lettere, poi vi sono gli «scartafacci» o libro di fiera in cui vengono trascritte tutte le negoziazioni, il «libretto dei cambi» e il «libretto del calculo» con le risposte fatte agli spacci. A conclusione della fiera ogni negoziante deve depositare il proprio bilancio presso il magistrato che, controllatane la regolarità, lo approva e lo trattiene presso di sè. Per il negoziante, tornato a casa, restano fonda- mentali gli spacci e lo scartafaccio che gli consentiranno di curare il buon fine di quanto negoziato nella settimana di fiera. Dall’«Indice» di Giuseppe II, citato precedentemente, risultano conservati nell'archivio numerosi sacchetti «con entro li scartafacci e li spacci di fiera dell'anni...» a partire dal 1592 fino al 1635 con l’assenza solo di alcuni anni. 15 Le uscite per la gestione domestica e quelle per la gestione patrimoniale corrispondono in una qualche misura rispettivamente alle attuali spese correnti e spese in conto capitale. Nella stessa denominazione originale che alcune filze riportano ancora sull’aletta superiore è scritto rispettivamente «spese di casa/filza di ricevute» e «filza di scrittura», richiamando una differenziazione già esplicita allora ed un chiaro collegamento con la relativa registrazione. Bisogna tuttavia avvertire che alcuni Pallavicini non effettuano una distinzione rigorosa tra i due tipi di uscite e provocano una dissonanza nella tendenza generale che non si può, ovviamente, modificare. 64 Introduzione quella personale (orizzontale), che produceva tre serie corrispondenti all’attività del titolare dei conti, si è ritenuta più corretta quest’ultima perché sostenuta dalle poche indicazioni originali rimaste e conforme ai «carteggi». Si è così ridato corpo a tutta la documentazione prodotta da uno stesso personaggio nell’ambito della contabilità generale del suo patrimonio, distinguendo all’interno del personaggio i tre tipi di conti. Restano escluse da questa soluzione le carte contabili relative alla gestione delle proprietà maggiori che, come detto prima, formano proprie serie assieme ad altri documenti. La problematica metodologica che questo complesso archivistico ha sollevato è già in parte emersa da quanto spiegato finora, ma resta sempre aperta la questione globale dell’ordinamento degli archivi di famiglia, non risolvibile in modo univoco perché questi archivi, più di tutti gli altri, hanno processi di formazione assolutamente individuali 14. Se l’origine del documento dell’archivio di famiglia è quasi sempre dipendente da interessi relativi ad un bene o ad una questione genealogica, la posizione di quel documento all’interno dell’archivio e la formazione globale dell’archivio di quella famiglia sono del tutto soggettivi e non riconducibili a procedure burocratiche o a norme fisse, ma tutt’al più riferibili a tendenze culturali peculiari dell’epoca di costituzione dell’archivio. Va da sé che ogni qual volta il capo della famiglia ritiene di dover mutare l’ordine delle carte, ciò avviene senza alcuna difficoltà o resistenza e si annullano persino le tracce delle precedenti posizioni. Possiamo così avere sia ordinamenti per materia chè per provenienza e persino ordinamenti in cui si compenetrano i due principi come, ad esempio, nelle filze Pallavicini, oppure può venir adottato un criterio quasi diplomatico come nell’«archivio proprio» del Durazzo 15. Un accurato metodo storico si ritrova, al contrario, nella 14 Si deve tuttora lamentare una scarsa attenzione dell’archivistica teorica per gli archivi di famiglia. La bibliografia che li riguarda è quantitativamente scarsa e quasi esclusivamente costituita da edizioni di inventari non sempre corredati da una congrua introduzione; l’analisi critica attorno a questo tipo di archivi è stata finora molto limitata e solo nei recentissimi anni si sono manifestati segnali di maggiore attenzione. Il convegno di Capri del settembre 1991 «Il futuro della memoria», su gli archivi di famiglie e di persone e la contemporanea uscita del primo volume della quasi-guida («materiali per una guida») di questi archivi, Archivi di famiglie e di persone, I, Abruzzo-Uguria, Roma 1991 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXII), hanno un positivo significato di mutamento di tendenza almeno da parte del Ministero preposto alla loro tutela il quale, tuttavia, nelle sue pubblicazioni, ha mostrato finora di privilegiare in modo sproporzionato gli archivi istituzionali rispetto a quelli privati, compiendo una scelta che, almeno in ambito ligure, andrebbe rimeditata. 15 Vedi nota 6. L’archivio 65 risistemazione settecentesca del Grimaldi Rezzo o all’interno delle serie Pallavicini relative alle proprietà maggiori come la Sicilia. In una situazione così multiforme ed aperta a tante possibili soluzioni si sono presentati vari ordini di questioni da risolvere: in primo luogo è stato necessario individuare un modus agendi unitario ed assolutamente rispettoso di tutti i vari ordini di peculiarità posseduti dai diversi archivi e serie. Ci si è attenuti ad un metodo rigorosamente filologico col rinvio al termine dell’intera schedatura delle carte di ogni decisione relativa ai problemi di ordinamento e, più in là ancora, a quelli dell’inventariazione. Si sono determinate in questo modo le provenienze di tutte le carte, sia come archivio di appartenenza sia come origine propria del documento; attraverso la collazione delle schede compilate per scritti omogenei si sono individuate le serie, che in una certa misura si erano subito evidenziate per l’aspetto fisico dei documenti, e di mano in mano i dubbi sono diminuiti sia di numero che di ampiezza. Completata questa fase di presa d’atto delle carte come erano state consegnate, si è presentato in tutta la sua estensione il problema del riordinamento interno alle serie ove, è ovvio, non vi fossero esatti riferimenti all’ordinamento originale o almeno risalenti al momento della formazione dell’archivio, che consentissero di porlo nuovamente in essere senza interventi attuali di alcun genere e si sono rinviate le proposte che parevano opportune alla sola fase inventariale o, meglio, alla fase di compilazione dei mezzi di corredo sussidiari 16. La difficoltà era, invece, molto grave di fronte ad alcune ricostruzioni arbitrarie in chiave cronologico-familiare, a cui si è già fatto cenno, effettuate estraendo il materiale dalle filze proprie o da preesistenti sistemazioni di cui si è persa traccia 17: nel Pallavicini vi era, ad 16 A questo proposito cfr. A. Romiti, I mezzi di corredo archivistici e i problemi dell’accesso, in «Archivi per la storia», III (1990), 2, pp. 217-246 e P. Carucci, I vari livelli dell’inventariazione, in Gli archivi e la memoria del presente, Roma 1992, pp. 51-52 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi 23). Quest’ultima A. presenta correttamente l’alternativa «se si voglia procedere all’indice dei nomi e soggetti ricavabili dal testo dell’inventario, ovvero si voglia procedere a un indice di nomi e soggetti ricavabili dai documenti» (p. 61). In realtà questo secondo indice, idoneo all’edizioni di documenti, sarebbe piuttosto l’equivalente delle rubriche degli archivi correnti e diverrebbe la chiave ineludibile per la consultazione, a discapito di un metodo storico nella ricerca delle fonti. Nel nostro caso, inoltre, la forte diversità esistente tra le varie scritture, che comporta una più dettagliata descrizione inventariale, impone la compilazione di indici di nomi ricavabili dal solo testo dell’inventario. 17 Dall'«Indice generale» di Giuseppe II viene attestato come vi fosse un cartone di testamenti, un altro di inventari di mobili, un altro di inventari di scritture, uno di note per l’aggiustamento di conti e così via. Quell’elenco è stato profondamente 66 Introduzione esempio, un gruppo di 42 buste composte da fascicoli contenenti carte relative a varie questioni della famiglia, collocate cronologicamente. In prevalenza vi erano testamenti e atti concernenti le successioni ereditarie, ma si trovavano numerosi contratti di locazione, di compra-vendita, di accensione o di remissione di debiti, di istituzione di fede-commessi e di professioni di fede. Si trattava purtroppo di una voluminosa miscellanea di carte che solo in parte si è riusciti a ricollocare nella posizione originaria; le restanti costituiscono una scomoda eredità che, se si può aggirare con indici ed elenchi nella fase terminale deH’inventariazione, non si sarà stati comunque in grado di risolvere in modo corretto nella fase di riordinamento senza potenzialmente reiterare la violenza antistorica compiuta in passato su queste carte. Si è proceduto nella prospettiva di ridurre al minimo la consistenza di questo insieme di carte, si sono ricostruite le antiche unità smembrate e si sono colmate numerose lacune di quelle ancora parzialmente integre, ma la questione resta aperta per un numero non piccolo di pezzi che non consentono la loro identificazione archivistica e che si e risolto di ordinare in funzione del personaggio a cui si riferiscono e di ordinarli cronologicamente all’interno dell’insieme a quello intestato, riprendendo il canone che è sembrato alla base di tutto l’ordinamento originale: Fautore attivo o passivo delle scritture 18. toccato dal riordinamento effettuato attorno al 1770 e ora non abbiamo più alcun segno di quella suddivisione né di una sua eventuale e parziale sopravvivenza, come era accaduto alla collezione di testamenti totalmente smembrata dall’artefice della miscellanea ottocentesca. 18 Questa consistente miscellanea era composta da un numero notevole di fascicoli collocati in ordine cronologico, senza alcuna attenzione per qualsiasi altro aspetto che non fosse la data. Ogni fascicolo era racchiuso in una cartellina che recava sul fronte la data stessa e l’oggetto, molto scarno, del contenuto. La grafia era collocabile tra la fine Ottocento ed i primi decenni del Novecento. Non si è riusciti a capire quale fosse il criterio di scelta delle carte da trasferire in questa collezione estraendole, il più delle volte, dalla loro posizione storica. Parecchie di esse, infatti, mostrano tutti i segni esteriori della loro provenienza, ma non si comprende perché proprio quella carta sia stata presa e non la precedente o la successiva. In questo modo chi ha compiuto quell’impresa ha ottenuto due effetti, entrambi incompiuti ed irrecuperabili: i fogliazzi sono quasi tutti incompleti e la miscellanea è arbitraria. Si consideri, inoltre, che i fascicoli della miscellanea non recano nessuna numerazione, né risulta compilato su di essa alcun mezzo di corredo o strumento di ricerca. Nell’opera di ricollocazione ci si è imbattuti varie volte in fascicoli che portavano un numero non mancante dalle filze pervenute: è possibile che alcune di esse siano state totalmente smembrate? Se così è stato, purtroppo, non siamo più in grado di ricostruirle per la perdita di ogni traccia della loro struttura, ma resta il problema di che fare con quei fascicoli «orfani» in teoria, ma non in pratica. In seguito al criterio di riordinamento che si è deciso di applicare a queste carte ed anche per evitare la perpetuazione di un’immagine che si vuole modificare il più possibile, si è ritenuto di indicare quanto restato di questa miscellanea con la locuzione «Buste non originali». L’archivio 67 Vi sono, dunque, alcune questioni tipiche degli archivi di famiglia che si riscontrano anche nell’archivio Pallavicini e mostrano la loro difficoltà di soluzione: la natura privata di queste formazioni archivistiche fa sì che si sviluppino con procedure non regolari e vincolate all’esclusivo principio di utilità, senza aspetti formali ufficiali o consuetudinari da rispettare. L’ordine con cui nascono e crescono è asistematico e solo a posteriori se ne può vedere la ripetitività, per nulla scontata e spesso solo apparente. Nel nostro caso abbiamo la costante distinzione dei tre fondamentali corpi documentari degli atti di amministrazione, dei conti e delle lettere con i relativi registri, ma vediamo pure tantissime carte che collegano le serie e gli archivi tra loro e che non dichiarano esplicitamente nemmeno la loro provenienza. Dopo la morte di Ignazio Alessandro, la figlia Teresa fece iniziare un generale riordinamento dell’archivio Pallavicini secondo discutibili criteri utilitaristici che non tenevano in nessun conto origine ed antichità, portando così all’unificazione delle serie con lo smembramento di quelle originali e l’ordinamento cronologico delle carte, senza riguardo né per il contenuto né per la provenienza. L’impresa non venne portata a termine e ora siamo parzialmente in grado di riconoscere le serie originali e, teoricamente, di ricomporle, ma vi sono molti documenti che non hanno indicazioni di specifiche provenienze o pertinenze e appaiono indifferentemente collocabili in molteplici posizioni. Nell’ambito del criterio fondamentale adottato di tendere a ricostruire innanzitutto il complesso archivistico di ogni singola famiglia, riscontriamo quell’inconveniente nelle serie dei documenti di amministrazione ove sono numerosi i carteggi provenienti o pertinenti a persone e beni non direttamente collegati alla famiglia e che, privi di elementi esteriori di identificazione e generici nel loro oggetto, non consentono di coglierne l’origine ed obbligano a sospendere un giudizio che diviene sempre più pressante ad ogni successivo esame. Si presenta allora un problema di valutazione del limite di attendibilità che il riordinatore deve richiedere alle indicazioni fornite dalle carte: stabilire quanto è sufficiente a dare una posizione nell’insieme ordinato e quanto non lo è. L’asistematicità degli archivi di famiglia rende l’operazione più complessa e conduce spesso a risultati ancora ambigui. Approdati, anche per il Pallavicini, in questo ambito di ambiguità, si impose la questione se fosse meglio unificare tutte queste carte in un insieme cronologico grezzo e neutrale, che consentisse in un futuro il suo riesame, o se si dovessero subito effettuare delle semplici distinzioni e procedere a qualche accreditamento presso le serie delle lettere, dei conti e degli atti d’amministrazione. Qualunque soluzione si fosse data a tale quesito non avrebbe soddisfatto a livello di ordinamento, pur 68 Introduzione eludendo in fase d’inventariazione le conseguenze del non ordinamento. Questi gruppi di carte disperse che si oppongono ad ogni tentativo di ordinamento storico, possono, infatti, riavere una loro immagine, valida per la consultazione, se si accresce il livello e la consistenza degli indici redatti su di essi. Anche la situazione iniziale della serie della corrispondenza si è presentata non risolvibile schematicamente e piuttosto insidiosa. Le due sottoserie, delle lettere e dei copialettere, procedono parallelamente seguendo la scansione delle vite dei loro rispettivi destinatari ed autori. Al loro interno i copialettere restano di necessità ordinati cronologicamente, mentre le lettere sono ordinate, almeno nella maggior parte dei casi documentati da inventari pubblicati 19, secondo la provenienza, ossia secondo il mittente o corrispondente e l’ordine cronologico è lasciato all’interno del singolo corrispondente, se non è prima intervenuta un’ulteriore distinzione in funzione della località di provenienza. La serie delle lettere si è formata presso il detentore del nostro archivio in esplicito ordine temporale di ricezione, senza alcuna distinzione originale tra le varie provenienze, così come è attestato da quella dei copialettere che si sviluppano in rapporto reciproco con le lettere. Le poche filze di lettere Pallavicini che sono giunte in condizioni originali documentano che nella fase di archiviazione questa serie veniva strutturata nel rispetto dell’ordine di ricezione delle missive se non addirittura della data di risposta, in modo analogo a quello naturale dei copialettere che, in questo senso, si ritrovano a poter quasi svolgere la funzione di indice della stessa serie correlata delle lettere. Il copialettere è usualmente corredato di indice dei corrispondenti e, nella ricerca di una lettera, si può iniziare da quello, individuare la risposta e ritrovare la lettera grazie al costante uso di indicare, in apertura della missiva, la data di quella che si riscontrava. Questa era la situazione di partenza, e si poneva il dilemma se confermare l’antico criterio di ordinamento secondo la cronologia di 19 A questo proposito si può fare riscontro con l’inventario dell’archivio Durazzo (L’archivio dei Durazzo... cit.), da cui emerge chiaramente che le lettere di quel complesso sono state ordinate per destinatario fin dall’origine e cronologicamente all’interno di quello, con alcune distinzioni per provenienza, mentre l’ordinamento per mittente si ritrova, ad esempio, in M. Cassetti, Le carte di Alfonso Ferrerò della Marmora. Spunti per una biografia e un epistolario, Vercelli 1979- Nel secondo caso il destinatario è unico e si passa, quindi, direttamente al secondo livello di ordinamento, ma il criterio seguito di privilegiare il mittente fa perdere il dato della ricezione delle lettere per posizionarle in funzione di una consultazione utilitaristica che, forse, poteva esistere già nel artefice-conservatore dell’archivio, ma che a noi fa perdere il senso storico della sua formazione. L’archivio 69 ricezione delle lettere, corredando la serie di indici dei nomi di persona e di luogo, senza riunire fisicamente le lettere per provenienza di corrispondenti e di località, o piuttosto presentare l’ordine mentale dei destinatari che correlavano idealmente le lettere man mano ricevute, con le precedenti dello stesso mittente, come fossero già in un indice. Si è adottata la prima soluzione per una ragione fondamentale: l’ordinamento cronologico delle lettere è l’ordinamento naturale e storico di questo tipo di documentazione. A questo proposito si potrebbe discutere su quale sia il principio produttore ed ordinatore degli archivi epistolari: le lettere, infatti, sono prodotte e provengono da un corrispondente che, mosso da esigenze di vario tipo, ma comunque rientranti nell’ambito dell’utilità, scrive al destinatario che riceve, registra (protocolla in arrivo, oggi) ed, eventualmente, risponde. La sequenza può anche essere con tempi diversi: il nostro scrive per contattare quel corrispondente che, se lo ritiene opportuno, risponde e così via. Allora l’origine può ritrovarsi tanto nel corrispondente, come nel destinatario-conservatore dell’archivio. Non si può negare che l’origine fisica della corrispondenza possa essere da ambo le parti dello scambio epistolare, ma l’origine pratica, utilitaristica, dell’archivio epistolare risiede esclusivamente in chi riceve (nel destinatario-conservatore): in entrambe le possibili sequenze vi è un’utilità del nostro «conservatore» che determina l’esistenza dello scambio. Solo in questi, almeno dal nostro punto di osservazione, cioè da quello di chi riordina l’archivio, vi è quell’intenzione di perseguire uno scopo per il quale egli conserva quelle lettere ricevute ed i registri in cui sono state ricopiate le sue risposte o le sue prime lettere (lettere iniziali della corrispondenza). Il principio produttore è dunque sempre quello dell’utilità che muove l’autore dell’archivio che stiamo esaminando, ma il principio ordinatore deve essere quello di provenienza delle lettere o quello di pertinenza degli oggetti delle stesse? La questione era probabilmente emersa già per i nostri Pallavicini che decisero di costituire alcune serie particolari per le proprietà maggiori: in esse il criterio ispiratore era chiaramente quello di pertinenza, anche se una volta poste in essere, queste serie venivano accresciute in funzione della provenienza, sia geografica con le carte provenienti da quei territori, sia pratica con le scritture attinenti ai trasporti e al commercio dei loro prodotti. Si manifesta fondata un’ulteriore ragione a sostegno dell’ordinamento per destinatario-conservatore insita nella generale verifica che il principio ordinatore delle lettere è sempre stato, almeno nei grandi archivi, quello di provenienza, non geografica o personale, ma patrimoniale. Se il patrimonio è di proprietà di una persona ed è gestito da quella persona, la «provenienza» della documentazione relativa risiede 70 Introduzione in quella persona, anche quando riceve atti, conti e lettere, perché ogni scrittura è prodotta in funzione del suo patrimonio e dall’intenzione di operare nell’interesse di quello. Per tutte queste ragioni le lettere sono state ordinate prima di tutto per destinatario ed all’interno di ognuno di questi, cronologicamente. L’unica concessione è stata, nelle serie delle proprietà maggiori, l’accorpamento, nell’ambito del medesimo anno, delle lettere dei mittenti principali che si sono indicati pure nell’inventario; tutti gli altri mittenti compaiono, invece, solo negli indici. Si prospetta un altro problema a proposito delle lettere, più ambiguo e di meno chiare origini storiche. All’inizio dei lavori di schedatura si presentavano complessivamente 154 filze di missive individuate come tali nella serie propria; vi erano, nondimeno, numerosi fascicoli sempre di lettere, ma pertinenti alla gestione di un dato bene, conservati assieme alla documentazione relativa a quel bene: nella serie Sicilia, ad esempio, si sono rinvenute 17 filze di lettere pertinenti ai beni siciliani, ordinate e raggruppate per corrispondente e località di provenienza ed in ordine cronologico all’interno dei fascicoli. La questione si mostra nella sua ambiguità a motivo della presenza di numerose lettere dalla Sicilia e pertinenti alla gestione di quei beni, conservate nella serie generale delle lettere, ordinate e riunite secondo i criteri esposti. Non sono restate filze originali preottocentesche per la parte di lettere conservate nelle serie dei beni e quel loro accorpamento non appariva convincente da un punto di vista storico archivistico, perché, se esso fosse stato voluto fin dall’origine, sarebbero stati posti in essere dei copialettere appositi. Appariva piuttosto velleitario cercar di ritrovare l’origine di quella condizione di ordinamento, in assenza di elementi per stabilire quando si era creato questo stato di fatto, pur potendosi nutrire fondati sospetti sugli anni Settanta del secolo scorso in ragione di alcune note dorsali e di alcuni regesti risalenti con certezza a quel periodo. Quel lavoro si ricollegava, inoltre, alla divisione per «aziende» promossa da Teresa Pallavicini. Era più corretto riunire le lettere ovunque fossero conservate, in un’unica grande serie delle lettere e indicizzare tutto il materiale in base ai nomi di persona e di luogo di provenienza? Oppure lasciare tutto come si è trovato e non riordinare le carte, ma procedere solamente a livello di inventariazione sussidiaria, compilando indici che rimandassero alle diverse posizioni di conservazione? Il medesimo quesito si ripresentava tra le serie contabilità e quelle delle proprietà maggiori in cui sono conservati dei pezzi di contabilità relativa a quei beni, né più né meno come nella grande serie generale. In entrambi i casi si è deciso di non modificare le condizioni di conservazione in cui si sono trovati quei pezzi per coerenza filologica L’archivio 71 e per non cancellare i segni di un intervento, anche se errato, che era stato precedentemente effettuato sul nostro materiale. In questo caso potrebbe apparire eccessiva la preoccupazione filologica che sembra qui contravvenire al principio dell’ordinamento storico; in realtà si devono chiarire alcuni aspetti della situazione. In primo luogo non abbiamo alcuna certezza sulla composizione originale dei pezzi né quantitativamente, né tipologicamente; in secondo luogo non sappiamo neppure come fosse originariamente ordinato il materiale: quali distinzioni venissero compiute, quali accorpamenti realizzati, quali criteri concettuali ed organizzativi venissero seguiti. In realtà, nella maggior parte dei casi, se non è pervenuto un inventario originale e non vi sono note o indicazioni sui pezzi in quantità sufficiente a consentire il riposizionamento corretto, noi non possiamo fare altro che registrare questa situazione di non conoscenza, stabilizzarla e ricorrere alla compilazione di indici che consentano la consultazione di un insieme di materiale archivistico che resta, tuttavia, privo della sua peculiare caratteristica: l’ordinamento originale. Troppo spesso nel lavoro d’archivio si perde il giusto equilibrio tra i due momenti del riordinamento e dell’inventariazione che, quando si compenetrano, possono di fatto risolvere tanti aspetti, quasi irre-solvibili se considerati da un solo punto di esame. Bisogna allora distaccarsi dal documento singolo o dalla tipicità specifica di una serie e porsi, invece, nella prospettiva più neutrale e meno puntigliosa, ma più profonda, di chi esamina le carte compiendo un’analisi seriale, ritrovando, cioè, la serie alla fine del percorso o mentre lo si effettua e non in modo aprioristico. Come per il restauro dei beni artistici, anche per quelli archivistici non si deve ricostruire, ma solo ripristinare, ove vi siano vestigia tali da consentire l’opera; altrimenti si deve esclusivamente ripulire eliminando le incrostazioni, il nerofumo, le sovrapposizioni di imbiancatura e quanto di estraneo impedisce la lettura dell’opera, ma non si colmano le lacune se non ritrovando la parte originale distaccata o estratta. In eguale maniera non si deve agire diversamente in un archivio per la ragione elementare, ma ardua da rispettare, che non è ammissibile un atto antistorico quando ci si è prefissi di agire nel rigoroso rispetto del processo storico di origine, formazione e struttura dell’archivio. Non resta quindi che percorrere la lineare strada della filologia, ponendo in risalto ogni elemento che possa essere traccia delle forme autentiche dell’archivio prima della loro perdita, pur dovendo rinunciare, in qualche caso, alla loro ricomposizione. ' . - ■ . INVENTARIO DELL’ARCHIVIO DEL RAMO PRIMOGENITO ARCHIVIO GENERALE Carte d'amministrazione Fogliazzi originali La serie delle filze originali, a cui si è mantenuta l’antica denominazione, è costituita da 3075 fascicoli riuniti in 23 contenitori. Tutti i «fogliazzi» sono ancora contenuti nelle alette originali e legati con lo spago, benché non più infilzati. Le condizioni generali di conservazione delle carte sono ottime, meno buone quelle dei contenitori che in alcuni casi risultano mancanti. Le misure di tutte le filze sono di mm. 320x120, mentre la profondità varia ovviamente in funzione della consistenza. Sulla parte superiore dell’aletta frontale è scritta, diretta-mente sulla pergamena che riveste il cartone, la titolazione antica del pezzo che si ritrova sempre quasi identica come intestazione della relativa pandetta; nessuna ulteriore scritta compare sulle altre superfici né esterne, né interne dei contenitori. Le carte sono piegate, secondo l’uso, longitudinalmente a metà e sulla prima facciata o sulla camicia vi sono le notazioni di cui si è già parlato nell’introduzione generale. Si ricorda schematicamente solo la disposizione di queste varie scritture: in alto a sinistra la segnatura alfabetica, in alto a destra quella numerica, poco sotto al centro la data topica e cronica seguita dall oggetto che di solito occupa tre o quattro righe, appena sotto il foro dell’infilzatura vi sono i cognomi dei personaggi che compaiono nell’oggetto ed in fondo a sinistra le iniziali delle parole d’ordine per l’inserimento nella pandetta. Non vi è alcun fascicolo dell intera serie che non sia corredato da tutte queste scritture. La pandetta manca solo nella prima filza. La tradizione di questi pezzi è già stata illustrata nella parte dell’introduzione dedicata alla «Storia dell’archivio» e si aggiungono ora solo alcune considerazioni marginali, ma piuttosto interessanti. La mano, ad esempio, che scrive le titolazioni di questi fogliazzi è la stessa che scrive quelle della serie «Sicilia» e della serie «Frignano». Anche esternamente le filze di queste tre serie si presentano uguali come 76 Ramo primogenito misure e come materiale, e tutte recano scritta la titolazione diretta-mente sul dorso dell’aletta frontale e non su una carta incollata su quell’aletta, come accade per i fogliazzi dell’archivio dei Pallavicini di via Lomellini. La coincidenza formale delle tre serie conferma la contemporaneità del loro ordinamento tardo settecentesco e la sua unitarietà pur nel rispetto delle distinte provenienze familiari che si sono riproposte in questa sede. L’ordinamento di questi fogliazzi è stato tuttavia problematico, ad onta delle numerose ed esaurienti notazioni originali che li corredavano. Nelle antiche titolazioni di quasi tutte le filze compare una numerazione ordinale del pezzo riferita ad un piccolo insieme di filze, in genere due o tre: appariva doveroso mantenere la compattezza di queste miniserie interne alle serie dei fogliazzi, come si è fatto. Il problema emerge nel momento in cui si devono ordinare queste miniserie, dato che non compare alcuna indicazione originale sulla loro successione formale. Ogni filza, invero, reca sopra la titolazione antica un numero cardinale progressivo sino al 23, scritto con inchiostro diverso da quello della titolazione sottostante e da mano anch essa diversa: con tutta evidenza questa numerazione doveva servire come numerazione generale della serie, ma non appare rispettosa né delle numerazioni ordinali predette, né di alcun criterio di composizione dei pezzi (cronologico o di pertinenza che fosse). Nel medesimo tempo, mentre tutte le filze hanno una precisa pandetta al loro interno, non risulta mai compilato un elenco globale delle filze che costituirebbe una sicura documentazione almeno di una fase della loro storia. Si è deciso, allora, di non seguire la numerazione generale, posteriore all’ordinamento originale e non coerente con esso, per porre alla base dell’attuale riordinamento e inventariazione il rispetto degli insiemi omogenei costituiti dalle miniserie e di procedere alla sistemazione cronologica di queste, considerate come megaunita inventariali. Nella sequenza dei pezzi si verificano dei salti e dei ritorni temporali, comunque inevitabili, ma appare ben salvaguardata l’integrità delle serie e garantita la possibilità di analisi seriale delle scritture. Last but not least la lettura stessa dell’inventario e la ricerca ai fini della consultazione risultano più scorrevoli. Gli estremi cronologici degli insiemi sono indicati tra parentesi e la numerazione generale segue la progressione delle singole filze a cui corrisponde l’indicazione dei rispettivi termini temporali interni, posizionata secondo l’uso, ma scritta in caratteri più piccoli. Archivio generale - Fogliazzi 77 1 1407 - 1741 «Fogliazzo di scritture riguardanti cose diverse che non hanno attinenza né appartengono alla casa Pallavicino e che si conservono per cose vaghe à risalva della prattica di scritture segnata per alfabeto n. 88 fino al 103 che tratta per li effetti di Corsica che si possedevano una volta». Armamenti e gabelle. Beni di M. Aurelia Spinola Pallavicini. Magistrato dell’abbondanza. Magistrato di misericordia. Inquisizione. Comunità di Ovada, Novi, Ranzo, Onzo, Albenga, Sassello. Arte della seta. Dal fase. n. 88 beni in Corsica (1675-1741). Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Centurione, Doria, Spinola. Filza di 103 fasce. Manca la pandetta. 2 - 3 (1429 - 1725) 2 1429 - 1712 «Fogliazzo primo in cui si contengono diverse prattiche e scritture che riguardano colonne e dispense e specialmente quelle de signori Grimaldi». Atti relativi alle controversie tra eredi connesse alla divisione e gestione dei frutti delle «colonne» di Agostino Grimaldi q.Lazzaro, di Lazzaro Grimaldi q.Ansaldo e dello stesso Ansaldo Grimaldi q.Giovanni Battista. Testamenti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Durazzo, Pallavicini e Spinola. Filza di 102 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 4, 5, 13- 3 1437 - 1725 «Fogliazzo secondo in cui contengono diverse prattiche e scritture che riguardano colonne e dispense diverse». Atti relativi alle controversie tra eredi connesse alla divisione e gestione dei frutti delle «colonne» di Giovanni Battista da Passano e Baldassare Lomellini. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Calvi, Doria, Fornari, Gentile, Giustiniani, Lomellini, Imperiale, da Passano, Ricci, Saivago, Spinola, Vernazza. Filza di 161 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 13, 152, 153- 4 - 6 (1454 - 1744) 4 1454 - 1707 «Fogliazzo primo diverso de signori Spinola in cui contengono documenti e scritture per molti interessi occorsi tra essi e diversi altri che 78 Ramo primogenito vengono notati nell’acclusa pandetta con soli parentadi e semplici nomi». Atti relativi a diversi investimenti posti in essere dai Pallavicini assieme ad alcuni Spinola in ragione di legami di parentela o di soli motivi economici. Beni in Arquata, Borgo Fornari, Busalla, Vergagni. Matrimoni e doti. «Asiento» del 1613 di Ambrogio Spinola e finanziamento in Spagna per armare quattro galee. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Grimaldi e Imperiale. Filza di 163 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 37, 48, 50, 66, 69, 86, 87, 88, 89, 96, 108, 111, 112, 116, 137, 150, 153, 158. 5 1596 - 1735 «Fogliazzo secondo de signori Pallavicini in cui si contengono le scritture di cose diverse de medesimi, e specialmente degli interessi e differenze che vertivano nell’aggiustamento de conti fra il conte Angelo Pallavicini e gli eredi del marchese Paolo Gerolamo suo fratello nanti il magnifico Francesco Maria Balbi, giudice compromissario». Procure e polizze tra i figli di Giovanni Francesco I. Bilancio dell eredità sua e della moglie Livia Balbi. Contrasti sulla divisione dei beni. Eredità del fratello Pietro Maria della Croce. Successione ereditaria di Paolo Gerolamo I. Note, pro-memoria, relazioni e sentenza finale per il pareggimento dei conti tra Angelo e gli eredi di Paolo Gerolamo I. Testamenti. Inventari di beni. Frignano. Sicilia. Fiere di cambio. Filza di 116 fascc. Con pandetta. 6 1643 - 1744 «Fogliazzo terzo de signori Pallavicini in cui si contengono tutte le scritture occorse e seguite fra li figli et eredi del q. magnifico Paolo Gerolamo Pallavicino seniore e specialmente per l’interessi ed eredità del q. eminentissimo Cardinal Opizio Pallavicini seniore». Divisione dei beni ereditari di Giovanni Francesco II tra i fratelli Pao- lo Gerolamo II e Lazzaro. Divisione dell’eredità del cardinale Opizio tra i nipoti. Documenti relativi al cardinale Opizio. Testamenti. Inventari di beni. Fedi di vita e di morte, rinunce di eredità. Filza di 97 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 12, 56. 7 - 10 (1456 - 1731) 7 1456 - 1721 «Fogliazzo primo diverso de signori Pallavicini continente documenti e scritture di diversi affari et interessi che riguardano et hanno avu- Archivio generale - Fogliazzi 79 to detti signori Pallavicini colle persone delli infrascritti parentadi». Atti relativi a questioni per interessi finanziari, assicurazioni, fideiussioni, doti, procure, feudi in varie parti d’Italia e Europa. Interessi in Firenze. Galere di Spagna (Doria, 1607). Beni e feudi Doria. Feudo di Pasturana (Trotti Lomellini, 1593-94). Feudo di Sassello (Doria). Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Boccardo, Calvi, Ghisolfi, Imperiale, Lercari, Lomellini, de Mari, Saluzzo, Serra, Staglieno, Trotti, Viganego, l’Ordine di Malta e Andrea Doria. Filza di 150 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 104, 129· 8 1533 - 1730 «Fogliazzo secondo diverso de signori Pallavicini continente documenti e scritture di diversi affari et interessi che hanno avuto detti signori Pallavicini colle persone delli infrascritti parentadi». Atti relativi a questioni per interessi finanziari diversi, successioni ereditarie e gestioni di beni soprattutto con Giustiniani, Grimaldi Cebà, da Passano (1634-1682) e Spinola. Beni in Corsica e in Sicilia. Testamenti, doti e inventari di beni. Documenti relativi anche alle famiglie Bollini, Gentile, Gropallo, Marchelli e Serra. Filza di 200 fascc. Con pandetta. 9 1591 - 1731 «Fogliazzo terzo diverso de signori Pallavicini continente documenti e scritture di diversi affari et interessi che hanno avuto detti signori Pallavicini colle persone delli infrascritti parentadi». Atti relativi a questioni per interessi finanziari diversi e gestioni di beni con varie famiglie genovesi. Commercio con l’America centrale (1660), con la Toscana (legname, 1630). Beni in Corsica. Testamenti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Balbi, Ceva, Chiesa, Fieschi, Gropallo, Maragliano. Filza di 255 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 3, 73. 10 1637 - 1698 «Fogliazzo diverso quarto in cui si contengono le scritture che riguardano le pretensioni della magnifica Maria Francesca figlia del magnifico Paolo Gerolamo Pallavicino e vedova del q. magnifico Gio Lucca Durazzo contro li eredi del detto q. magnifico Gio Lucca suo marito e occorse colle persone delli parentadi notati nell’inclusa pandetta». Atti relativi alle questioni sorte nell’esecuzione delle disposizioni testamentarie di Giovanni Luca Durazzo q.Gerolamo (muore il 29 luglio 1679) in favore della sua vedova Maria Francesca Pallavicini q.Paolo 80 Ramo primogenito Gerolamo I ad opera dei cognati Eugenio e Marcello Durazzo. Testamenti, procure, atti di causa, sentenze, note di conti, ricevute e inventari di beni. Filza di 137 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 44, 51, 52, 64, 65, 66, 121. 11 1488 - 1740 «Fogliazzo in cui si contengono scritture sole et altre unite per pratti-ca in alfabeto che riguardano diversi interessi passati fra le persone nominate nell’inclusa pandetta e colle quali non vengono ad esser nominati i signori Pallavicini e pare piuttosto che riguardano affari di terzi. Si conservano nel presente ad ogni buon uso che potesse col tempo occorrere». Atti relativi a questioni patrimoniali e giudiziarie vertenti tra diverse famiglie senza legami con i Pallavicini: Boncompagni, Crosa, Federici, de Ferrari, Fieschi, Interiano, Lomellini, de Mari, Oderico, Pescia, Raggio, Spinola, Torriglia, Valdettaro e altre. Testamenti, doti, informazioni, relazioni, polizze, procure, pareri legali e sentenze. Filza di 103 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 36, 62, 89. 12 1491 - 1766 «Fogliazzo in cui si contengono tutti li documenti che riguardano li aquisti et altro occorsi fra signori Pallavicini et altri delle case et effetti nella contrada di Luculi e Piccapietra e nel vico del Citrone». Palazzo di Luccoli: atti di acquisto dei terreni e degli immobili per la sua edificazione e varie successive modifiche ed integrazioni (con disegni). Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Borlasca, Doria, de Franchi, Franzone, Garibaldi, de Mari, Ponsello, Spinola. Filza di 109 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 16, 48, 49. 13 - 15 (1522 - 1765) 13 1522 - 1764 «Polcevera fogliazzo primo in cui si contengono le scritture e documenti che riguardano quanto sia occorso per spese e acquisti fatti in Polcevera, in Rivarolo, Costa di Rivarolo e al Garbo procedenti da diversi e pervenuti ne signori Pallavicini». Villa di Rivarolo: acquisti, vendite, locazioni, pagamenti diversi. Fabbrica dell’argine in Rivarolo. Gabella della seta in Sicilia girata ai Bor- Archivio generale - Fogliazzi 81 zone in pagamento di beni in Rivarolo, acquistati dai fratelli Paolo Gerolamo I e Angelo. Testamenti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Borzone, Camilla, della Scerna, Interiano, Lomellini. Filza di 188 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 7, 29, 39, 41, 60, 167, 175. 14 1592 - 1742 «Polcevera fogliazzo secondo in cui si contengono le scritture occorse per li aquisti et altro degli effetti di Polcevera e specialmente per le infrascritte terre sulla parrocchia di Sant’Andrea di Morego e S. Pietro di Cremeno cioè Morego, Mortarolo, Campopiano, Introronco al Tro-glio e Zuffo, Ambrosiana, Cavecchia, Canova, La Villetta, Gazo, Porcile, Cremeno, Zuccarone, Lunette, Tagliata». Beni in Polcevera: diversi atti di acquisto, vendita, locazione ed altre utilizzazioni di terreni e immobili nelle località indicate nella antica titolazione. Testamenti, inventari di beni, elenchi di coltivazioni. Numerosi documenti relativi alla famiglia Porcile ed anche alle famiglie Bassano, Croce, Ghersi, Grondona, Piatti e Vassallo. Filza di 168 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 2, 83, 134, 138, 158. 15 1590 - 1765 «Polcevera fogliazzo terzo in cui contengono le scritture occorse per li aquisti et altro degli effetti di Polcevera e specialmente per le infrascritte terre anche precedenti da Gio. Porcile q.Gerolamo cioè sulla parrocchia di S. Andrea di Morego, casa con villa a Morigallo, Canova, Logetto, Porcile e Gazo. Sulla parrocchia di Manesseno, Pignola. Sulla parrocchia di Seranesi, La Cassinetta. Sulla parrocchia di S. Quilico, Pian de Cambiasi». Beni in Polcevera: diversi atti di acquisto, vendita, locazione ed altre utilizzazioni di terreni e immobili nelle località indicate nella antica titolazione. Testamenti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Cambiaso, Carpasio, Gazzi, Grimaldi, Imperiale, Interiano, Lomellini, Merano, Parodi, Poggio, Porcile, Spinola, Torre, la chiesa delle Vigne e la mensa arcivescovile. Filza di 81 fascc. Con pandetta. Manca nn. 41. 16 - 17 (1547 - 1696) 16 1547 - 1596 «Fogliazzo primo contenente le scritture per li interessi che ha avuto il magnifico Gio. Francesco Pallavicino seniore con li signori Angelo e 82 Ramo primogenito Giovanni Battista Rizzo unitamente a diversi altri che vengono notati per nome e parentado solamente nella pandetta del presente». Atti relativi a numerosi interessi finanziari di vario genere che Giovanni Francesco I aveva in Milano e Bergamo, amministrati da Giovanni Battista Ricci suo zio (fratello della madre Maria Ricci) e procuratore. Testamenti, conti, procure, polizze e atti di causa. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Chiesa, Doria, de Marini, Ricci e Spinola. Filza di 86 fascc. Con pandetta. 17 1596 - 1696 «Fogliazzo secondo contenente le scritture per li interessi che ha avuto il magnifico Gio. Francesco Pallavicino seniore con li signori Angelo e Giovanni Battista Rizzo unitamente a diversi altri che vengono notati per nome e parentado solamente nella pandetta del presente». Atti relativi a numerosi interessi finanziari di diverso genere che Giovanni Francesco I aveva in Milano, Bergamo e Venezia, amministrati dai Ricci suoi procuratori. Questioni ereditarie e giudiziarie. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Doria, Spinola e Ricci. Filza di 87 fascc. Con pandetta. La numerazione dei fascicoli prosegue quella della filza precedente. 18 - 19 (1581 - 1742) 18 1581 - 1742 «Fogliazzo primo che contiene tutte le scritture passate fra signori Spinola e signori Pallavicini e specialmente fra signori Pallavicini e li magnifici Agostino e Cristoffaro padre e figlio Spinola per negoziazioni di fiera e cambi e fra il magnifico Paolo Geronimo Pallavicino e il magnifico Felice Spinola suo cognato per li luoghi de Monti di Roma ceduti et assegnati alla magnifica Livia Pallavicina loro rispettiva moglie e sorella». Atti relativi a diversi interessi finanziari esistenti tra i Pallavicini e gli Spinola e gli Spinola Pallavicini giunti infine per successione ereditaria a Giovanni Carlo Pallavicini. Feudo di Onzo (investitura ai Serra, 1586). Finanziamenti alla Spagna per la guerra d’Olanda e attività nelle Fiandre (1668-1675). Lettere di cambio da Madrid girate nelle Fiandre dai Pallavicini. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Serra, Spinola e Spinola Pallavicini. Filza di 174 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 1, 17, 110, 111. Archivio generale - Fogliazzi 83 19 1585 - 1730 «Fogliazzo secondo che contiene le scritture per li eredi del q. magnifico Lazaro Grimaldi Cebà riguardanti a diversi interessi passati con li signori Centurioni colle persone delli parentadi segnati nella inclusa pandetta per la casa di Marassi e per li interessi avuti con il magnifico Federico de Franchi sopra il credito contro Pedemonte». Atti relativi a questioni giudiziarie connesse all’eredità di Lazzaro Grimaldi Cebà q.Domenico. Investimenti compiuti assieme ad altre famiglie. Armamento di galee per la Spagna (1629). Atti di causa diversi e causa per debiti de Franchi-Spinola. Problemi nella successione ereditaria di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà (suocero di Giovanni Francesco II). Testamenti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Centurione, Fieschi, de Franchi, Lomellini, Serra, Spinola. Filza di 122 fascc. Con pandetta. Manca n. 15. 20 - 21 (1586 - 1723) 20 1586 - 1692 «Fogliazzo primo che contiene le scritture che riguardano li interessi del magnifico Lazaro Spinola Grimaldi Cebà q.Paolo Agostino Spinola e specialmente per l’eredità del q. magnifico Dionisio Gentile con altre persone delli parentadi descritti nell’inclusa pandetta». Atti relativi all’acquisizione di beni da parte di Dionisio Gentile q.Pietro ed alla sua successione ereditaria. Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà ne aveva sposato una sorella, in seconde nozze. Beni in Voltri, Coronata e Andora. Investimenti in Sicilia. Testamenti e inventari. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Gentile, Langeto, Montebruno, Promontorio, Sauli, Serra, Spinola. Filza di 163 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 1, 2, 14, 55, 109, 134. 21 1593 - 1723 «Fogliazzo secondo che contiene le scritture che riguardano li interessi del q. magnifico Lazaro Grimaldi Cebà q.Paolo Agostino Spinola avuti con diverse persone delli parentadi descritti nell’inclusa pandetta». Atti relativi a questioni giudiziarie tra i Grimaldi Cebà e gli Imperiale. Vari investimenti finanziari in Spagna di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà: juros, galee. Questioni connesse alla successione ereditaria di Paolo Agostino Spinola e di suo figlio Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà. 84 Ramo primogenito Testamenti, doti e professioni di fede. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Doria, Grillo, Imperiale, Serra e Spinola. Filza di 129 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 23, 31· 22 -23 (1668 - 1730) 22 1668 - 1728 «Fogliazzo primo continente parte delle scritture occorse nella lite fra la magnifica Maria Aorelia figlia del magnifico Lazzaro Grimaldi Cebà, q.Paolo Agostino Spinola e moglie del magnifico Gio. Francesco q.Gerolamo Pallavicino, con il magnifico Paolo Gerolamo Pallavicino suo figlio a caosa di rendimenti di conti et amministrazione della fede-commessaria del suddetto magnifico Gio. Francesco». Atti relativi alla controversia sorta tra Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà, vedova di Giovanni Francesco II Pallavicini e il figlio Paolo Gerolamo II in merito alla successione ereditaria del defunto manto e padre. Conti, inventari, relazioni, ricognizioni, prò memoria, pareri legali. Filza di 90 fascc. Con pandetta. 23 1719 - 1730 «Fogliazzo secondo continente parte delle scritture occorse nella lite fra la magnifica Maria Aorelia figlia del magnifico Lazzaro Grimaldi Cebà, q.Paolo Agostino Spinola e moglie del magnifico Gio. Francesco q.Gerolamo Pallavicino, con il magnifico Paolo Gerolamo Pallavicino suo figlio a caosa di rendimenti di conti et amministrazione della fede-commessaria del suddetto magnifico Gio. Francesco». Atti relativi alla controversia sorta tra Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà, vedova di Giovanni Francesco II Pallavicini e il figlio Paolo Gerolamo II in merito alla successione ereditaria del defunto marito e padre. Conti, inventari, relazioni, ricognizioni, prò memoria, pareri legali. Filza di 91 fascc. Con pandetta. Buste non originali È difficile stabilire quando si sia creato lo stato di fatto che ha originato questa pseudoserie, sulla cui natura fittizia si vuole fare immediata chiarezza fin dalla denominazione che le si è attribuita. Ci si è imbattuti in scritture estratte dalle posizioni originarie in epoche forse diverse, ma comunque entro la prima metà di questo secolo. Le abbiamo ritrovate raccolte in contenitori, generalmente in disordine con solo qualche caso di sequenza cronologica presto interrotta. La domanda sorta spontaneamente è stata relativa allo scopo che Fautore, o gli autori, di questo lavoro potevano avere: una verosimile risposta è venuta dalla lunga opera di ricollocazione che si è effettuata prima di doverci rassegnare all’esistenza di questi fascicoli. Come si è già detto, il criterio originale di ordinamento delle carte che si ritrova in tutti i pezzi delle altre serie restanti è «per dossier», non per materia, né cronologico; molto accurato nella realizzazione specifica e nella composizione delle unità archivistiche, ma senza dubbio piuttosto casuale nella sua impostazione globale. Non sembra vi fosse un progetto generale nel cui ambito tutti i pezzi avrebbero trovato una esatta posizione collegandosi l’uno all’altro; vi erano, invece, solo piccoli insiemi di pezzi vincolati al loro interno, ma slegati tra di loro. Questa sistemazione comportava evidenti difficoltà nell’in-dividuare le carte di volta in volta ricercate, per la mancanza di un inventario generale; il disegno che doveva avere in mente l’esecutore di questo miscuglio consisteva probabilmente nel tentativo di ottenere una struttura dell’archivio più immediatamente pratica ai fini della ricerca e che non richiedesse la conoscenza della storia familiare per potervi accedere con buone probabilità di riuscita. In altre parole, forse un poco drastiche, si può ragionevolmente pensare che l’archivio antico fosse ormai di scarsa utilità e che solo saltuariamente ne fosse necessaria la consultazione che diventava, però, proprio per questo abbandono, sempre più difficoltosa: che c’è di meglio, allora, per la consultazione di un archivio da parte di inesperti, dell’ordinamento cronologico? Qualche data la masticano tutti e non vi è nessuna difficoltà nel mettere una carta dopo l’altra badando solo all’anno e, se necessario al mese; non solo, ma anche la ricerca è estremamente facile per le medesime ragioni di banalità quotidiana delle «parole d’ordine». 86 Ramo primogenito Nacque presumibilmente con questi scopi la «miscellanea» che ci siamo trovati innanzi e che ora si è riusciti a ridurre a meta come consistenza e a un assemblaggio un po’ meno informe come sistemazione. La riduzione di quantità dei fascicoli è avvenuta, come detto, ritrovando la posizione originaria di un buon numero di essi grazie a varie indicazioni che le carte offrivano in tal senso, ma una consistente parte non presentava alcun elemento che richiamasse un esatto anello della catena sequenziale dei pezzi e non vi è stata alternativa al suo mantenimento al di fuori dell’ordinamento delle serie originarie. Si è voluto, però, non ripetere la scelta di chi costituì la presente miscellanea tendenzialmente cronologica e si è preferito l’impegno di una esatta opera di riordinamento al disimpegno pretestuosamente filologico del «rispetto» di un disordine che resta, comunque, sempre rico-stituibile anche partendo dalla attuale sistemazione che si è data alle carte. I diversi fascicoli sono stati distinti in base al personaggio a cui si riferiscono e posti cronologicamente all’interno dell insieme che gli e intitolato. Molte delle carte della «miscellanea» erano relative a specifiche persone e ne documentavano vari momenti della vita: fedi di battesimo, di matrimonio, di vita, di morte, testamenti, discendenze genealogiche, legami di parentela, ma vi erano anche numerosi atti non relativi all’attività privata delle persone, come ad esempio cappel-lanie, fedecommessi, contratti per la gestione del patrimonio probabilmente estratti una volta per necessità di consultazione e mai più ricollocati; tutti entrati anche casualmente a far parte di quella congerie e tutti riconducibili ad un preciso membro della famiglia. La distinzione per personaggio non ha posto alcuna difficolta ne concettuale, né pratica e la sistemazione cronologica all interno del personaggio corrisponde, per il tipo di documentazione con cui si ha a che fare, al processo di accrescimento originale dell’archivio. L ordine con cui si susseguono i personaggi con i relativi fascicoli e quello della genealogia familiare riscontrabile negli alberi in appendice. 24 1589 - 1767 1. Giovanni Francesco I - Procure e scritture diverse relative a commerci ed impegni finanziari in Spagna. Transazioni di debiti e protesti cambiari. Acquisto della tenuta di Sant’Andrea in Calabria. Locazioni e cappellanie in Genova e dintorni. 1589-1625. 2. Maria Giovanna q.Giovanni Francesco I - «MDCVII» Libro giornale dei movimenti di cassa del monastero di Pavia effettuati da suor Maria Giovanna, «spenditrice» di detto monastero nel periodo indicato. 1607-1610 (Reg. di 96 cc., mm. 350x265). Archivio generale - Buste non originali 87 3. Paolo Gerolamo I - Scritture relative a proprietà immobiliari, gabelle, partecipazioni a prestiti forzosi e a sottoscrizioni di prestiti pubblici. Cessione della villa di Sampierdarena da parte degli eredi di Tomaso q.Damiano Pallavicini per il saldo di un debito paterno con Giovanni Francesco I. Donazioni, cappellanie, gestione dei beni della moglie Maddalena Spinola e copia di parte del suo testamento (1657). Testamento e inventario dei beni ereditari. 1627-1682. 4. Pietro Antonio, poi Pietro Maria della Croce - Vestizione come carmelitano scalzo e testamento. 1631-1632. 5. Pietro Maria - Scritture relative a diverse operazioni finanziarie effettuate in Palermo per conto dei fratelli Paolo Gerolamo I e Angelo. 1640-1650. 6. Giovanni Luca I, memorie illustri della famiglia, in spagnolo (1649). 1649-1767. 7. Angelo q.Giovanni Francesco I - Lascito ereditario e istituzione di cappellanie. 1693. 25 1631 - 1767 1.-2. Giovanni Francesco II - Fede di battesimo, iscrizione alla nobiltà, fede di matrimonio. Procure, convenzioni, relazioni attorno a diversi investimenti finanziari. Affari di Sicilia. Carte relative alla «prelatura Valdina» per capitali Valdina trattenuti in Palermo da Giovanni Francesco II (1695). Eredità. Inventario dei beni e inventario dei mobili ed arredi della casa di Genova (1709). 1631-1695. 3. Opizio, cardinale - Copie di relazioni su diversi affari; rapporti coi fratelli, procure. Lasciti ereditari e questioni relative (non fa testamento). 1658-1701. 4. Paolo Gerolamo II - Fede di battesimo. Matrimonio con Giovanna Serra e beni di lei. Addizioni d’eredità e questioni con la madre per l’eredità paterna. 1677-1742. 5. Lazzaro q.Giovanni Francesco II - Scritture relative alla divisione dell’eredità prima dello zio Opizio Pallavicini e poi della madre M. Aurelia Spinola Grimaldi Cebà. Procura. 1702-1734. 6. Eletta Maria e Felice Maddalena q.Giovanni Francesco II, monache, ricevute del vitalizio. 1749-1767. 26 1710 - 1792 1.-2. Giovanni Francesco III - Fede di battesimo. Esperienza militare (1731). Scritture relative al fedecommesso Lazzaro Grimaldi Cebà. Procure, conti, quietanze. Carteggio da Napoli su questioni di amministrazione domestica (1756). Rinuncia alla primogenitura. Fede di mor- 88 Ramo primogenito te, piccolo inventario dei beni ereditari, pagamenti dei lasciti testamentari. 1710-1792. 3.-4. Lazzaro Opizio, cardinale - Brevi pontifici, donazioni, procure e quietanze. Polizze di carico di navi dalla Spagna e scritture diverse col fratello Giovanni Carlo sempre dalla Spagna (1760-1761). 1755-1785. 5. Lazzaro Opizio, cardinale - Scritture relative alla sua malattia e morte. Spese per medicine, funerali e sepoltura; orazioni funebri. Testamento e legati diversi: inventari dei beni ed esecuzione testamentaria. 1755-1786. 27 1756 - 1794 1. Giovanni Carlo - Copia di fede di matrimonio. Donazioni, prestiti e mutui, vendite e locazioni di immobili. Copia di fede di morte, addizione d’eredità (non fa testamento). 1756-1794. 28 1759 - 1789 1. Giovanni Carlo - Procure. Relazioni varie su richieste e pretese di terzi. Sequestri cautelari e minute di citazioni nei confronti di insolventi o truffatori. Conti d’azienda di terzi. Beni in Corsica (1772). 1759-1789. 2. Giovanni Carlo - Procure, ricevute, vendite di immobili e terreni. Carteggi per concessioni di prestiti. 1769-1773. 3. Giovanni Carlo - Composizioni poetiche per la sua incoronazione dogale. 1785. 29 1792 1. Giovanni Carlo - Prestito al conte Ludovico Segni: la pratica prosegue con Paolo Gerolamo IV. 1792. 30 1757 - 1798 1. Ranieri - Fede di nascita. Concessioni di prestiti, procure e locazioni. Testimonianze di morte e suoi beni ereditari (non fa testamento). 1757-1798. 2. Paolo Gerolamo IV e Ranieri, congiuntamente - Concessioni di prestiti e procure. 1786-1797. 31 1756 - 1799 1. Paolo Gerolamo IV - Fede di nascita. Scritture relative a prestiti, locazioni, procure. Inventario dei quadri del palazzo di Luccoli (1795). Archivio generale ■ Buste non originali 89 Matrimonio con Maddalena Grimaldi. Decreto del governo provvisorio della Repubblica democratica ligure sul rimborso di 4 milioni alla Francia: pagamenti della sua quota. Certificati di residenza in Toscana, sentenza di confisca dei beni (con inventario relativo), vendite fittizie, locazione del palazzo di via Luccoli al console americano Federico Wollaston. 1756-1799. 32 1783 - 1799 1. Paolo Gerolamo IV - Elenchi e scritture relative alle partecipazioni a prestiti pubblici francesi prerivoluzionari. Procure, estimi, ricorsi, tasse diverse, prestiti. 1783-1799. 33 1800 1. Paolo Gerolamo IV - Confisca di metà dei beni. Vendite, procure, accensioni di debiti. Trasferimento a Milano, furto di gioielli (con inventario). Assegnazione di un vitalizio a Placidia Cattaneo vedova di Paolo Gerolamo V. Fede di nascita di Ignazio Alessandro. 1800. 34 1801 - 1804 1. Paolo Gerolamo IV - Scritture relative e locazioni, vendite, quietanze e numerose concessioni di prestiti a privati o in partecipazione ad offerte pubbliche (Camera apostolica, Re d’Etruria, Serra duca di Cassano). Titoli per la successione ad Ambrogio Centurione. Dichiaria-zione del console Wollaston sulla vendita fittizia. 1801-1804. 35 1805 - 1813 1. Paolo Gerolamo IV - Scritture relative a cappellanie, procure, vendite, quietanze, assegnazioni di vendite dotali e vitalizie, partecipazioni ad offerte pubbliche di prestito. Debito pubblico del Regno di Napoli. Capitoli e statuti di società. Trasferimento a Parigi e trattative per la questione del figlio nel Collegio militare de La Fleche. Inventario ed estimo dei quadri del palazzo di Luccoli. 1805-1813. 36 1814- 1822 1. Paolo Gerolamo IV - Riscossioni e concessioni di prestiti. Scritture relative a procure, locazioni, acquisti di immobili, descrizioni degli stabili di sua proprietà. Certificati del debito pubblico. Patente di gentiluomo di camera di Vittorio Emanuele I re di Sardegna. 1814-1822. 90 Ramo primogenito 37 1823 - 1828 1. Paolo Gerolamo IV - Fede di vita (1824). Scritture relative a procure, acquisti, vendite, enfiteusi, cappellanie. Inventari di quadri. Palco al teatro Carlo Felice. Permute e cessioni di immobili e terreni per 1 a-pertura della strada Carlo Felice. 1823-1828. 38 1829 - 1832 1. Paolo Gerolamo IV - Scritture relative a compravendite di terreni, quietanze, donazioni ad opere pie, cappellanie. Risarcimento delle confische e delle penali del 1797. Descrizione degli stabili di sua proprietà (1831). 1829-1832. 39 1832 - 1833 1. Paolo Gerolamo IV - Scritture relative a rendite, quietanze, cappellanie, prestiti. Fede di morte. Messe in suffragio. Asse ereditario, «stato generale dell’azienda», elenco dei capitali e delle rendite. 1832-1833. Atti di causa Questa serie di atti è sempre apparsa piuttosto ambigua per la sua impossibilità di contenere tutti gli atti relativi alle cause giudiziarie intentate dai Pallavicini o contro di essi. Atti di causa, infatti, o scritti relativi a cause, sono numerosissimi nei fogliazzi originali e non sono pochi i procedimenti giudiziari di cui si ritrovano carte tanto nei fogliazzi che nella presente serie. La situazione, però, non è modifica-bile in ragione del vincolo che lega le carte dei fogliazzi, mentre quelle qui riunite sono in discreta misura provenienti da altre posizioni originali, non più individuabili. In parte, dunque, questa serie è costituita da fascicoli spuri che si sono trovati già composti ed in parte è priva, per assurdo, degli atti conservati in altre posizioni dell’archivio. Da qui l’ambiguità che si diceva. Non si è, inoltre, in grado di dire con certezza se la serie in questione sia una serie originale o sia sorta successivamente all’ordinamento di fine Settecento; si hanno, tuttavia, buoni motivi per ritenere che la nascita debba risalire a poco dopo quell’intervento. Quando si è iniziata la schedatura di questa serie si è ben presto visto che la datazione dei suoi fascicoli era in gran misura posteriore al 1833 ed esulava, quindi, dalla attuale fase di lavoro. Non è realistico, però, ammettere che tutte le cause dei Pallavicini, durante quasi quattro secoli di storia, si concretizzino archivisticamente in soli 24 pezzi che a volte travalicano il limite temporale predetto, mentre ve ne sono almeno 12 per gli anni successivi a quel limite sino alla fine del secolo. Se si analizzano le 24 unità di questa serie vediamo, ad esempio, che vi è una miniserie relativa al fedecommesso di Lazzaro Grimaldi Cebà ed è composta quasi interamente da pezzi in condizioni ancora originali, tranne l’ultimo costituito da fascicoli sciolti probabilmente estratti in tempi passati: questo gruppo di scritture era fin dall’origine autonomo e non inseribile nei fogliazzi perché costituito quasi interamente da registri, ma non per questo formava una serie indipendente, slegata da quella dei fogliazzi in cui erano stati ordinati tutti gli altri atti di causa. Si ha ragione di credere che la serie degli atti di causa sia stata formata all’epoca di Paolo Gerolamo IV, probabilmente dal suo procuratore Sebastiano Vicini, per poter seguire queste pratiche che, dopo la caduta della Repubblica, seguivano procedure del tutto diverse da prima. Per questa serie, più che per le altre dei nostri archivi Palla- 92 Ramo primogenito vicini, la fine dell’antico regime ha evidentemente significato una profonda cesura col passato, sia nella gestione, che nella conservazione degli atti che le sono propri. Salta subito agli occhi come tutti i pezzi più antichi siano registri, in genere piuttosto poveri di carte e compilati da mani diverse. Sono quasi interamente atti o copie di atti processuali con relative deposizioni di testi, presentazioni di memorie, elenchi di documenti probatori. Piccole pratiche relative ad una causa che spesso ha pieno sviluppo all’interno di un solo pezzo o di un coerente insieme omogeneo di alcuni piccoli registri. Vien da pensare che questi atti di causa fossero considerati più come un’appendice della principale serie dei fogliazzi, che come autonoma serie documentaria: un’appendice ben configurata e distinta, ma decisamente dipendente dalle carte delle filze, sia nella loro origine, che nella loro stessa conservazione. Le ragioni dell insorgere di una lite si trovano sempre nelle carte d’amministrazione, eventualmente in quelle di contabilità, ma con stretto riferimento alle prime. Le ragioni della conservazione delle scritture relative ad una lite consistono nell’influenza che essa può avere sulle carte dei fogliazzi e dipendono da esse. La conservazione all’interno o all’esterno della serie principale poteva anche derivare dalle dimensioni della pratica giudiziaria, oltre che da eventuali ragioni procedurali. Sta di fatto che sin quasi alla fine della Repubblica ci si imbatte in cause che potremmo dire tendenzialmente importanti per l’entità delle somme coinvolte e per la cura che gli viene prestata e si ha la netta impressione di avere a che fare con la parte vincente. Dopo si respira tutta un altra aria, di sbandamento e di incertezza. La gran maggioranza delle carte qui riunite, a parte le prime più antiche relative al fedecommesso Lazzaro Grimaldi Cebà, riguardano cause per mancato pagamento di pigioni o per mancato rispetto di diritti di proprietà di chiara origine feudale. Sono cause minute, quasi grette per la mentalità odierna, intentate per la raccolta di un po di rami secchi, per un debito d’affitto di poche lire, per l’attraversamento pedonale di un prato, ma i Pallavicini ora procedono senza fare alcuna differenza contro grandi e piccoli, potenti ed inermi: sembra di leggere nel loro comportamento il segno dei tempi mutati, ove non c’è più spazio per la comprensione — la pietas verrebbe da dire — mentre le ferite lasciate dai Francesi e dai democratici non sono dimenticate. Emergono tra queste cause minute gli atti delle due cause contro i Savorgnan (per debiti) e contro la marchesa di Montescaglioso (per Rocca Grimalda), ma emergono per le dimensioni che raggiungono e non tanto per lo specifico interesse della materia trattata. L’ordine in cui sono state poste le varie unità è quello storico della loro origine: per data iniziale della causa, mantenendo ovviamente unite tutte le carte relative al medesimo procedimento giudiziario che in alcuni casi termina ben oltre la data finale del nostro lavoro. Archivio generale - Atti di causa 93 40 1657 - 1658 «Copia di proposte e risposte havute da signori Angelo e Pietro Maria Pallavicini. Per mano del signor Cesare Durazzi. 22». Memoriale delle scritture presentate nella causa tra Paolo Gerolamo I e i fratelli Angelo e Pietro Maria in merito alla divisione dell’eredità paterna ed al rispetto delle disposizioni testamentarie di Giovanni Francesco I favorevoli a detti fratelli minori. Cesare Durazzo q.Pietro è il giudice delegato. Reg. di 30 cc., mm. 320x230. 41 1659 giugno 16 «Scritture di proposte e risposte fate avanti li signori giudici delegati o sia compromisarii Giovanni Antonio Saoli e Neapolione Spinola. Con Balbi». Memoriale di Paolo Gerolamo I e Angelo presentato ai giudici delegati nelle cinque cause che avevano contro Francesco Maria Balbi di cui tre per recupero di crediti, una per la gabella della seta ed un altra per alcune statue di marmo. Reg. di 32 cc., mm. 325x225. A. «Pro magnificis Paulo Hieronimo et Angelo Pallavicinis contra magnificum Franciscum Mariam Balbi etc. Exequtio instrumenti scutorum 72780 auri marcarum. 1659». B. «Fatto e scritture per il credito di scuti 72780 marche contro li magnifici Francesco Maria Balbi et Agostino Ayrolo. 1659. n. 2». C. «Testes ad instantiam magnifici Francisci Marie Balbi. In causa executiva. 1660». D. Privo della copertina. In seguito ad una serie di «giri di cambio» per 72780 marchi doro iniziato da Agostino Airolo (I di cambio), passato a Francesco Maria Balbi (II di cambio) e girato a Paolo Gerolamo I e Angelo Pallavicini (III di cambio), i Balbi falliscono la copertura ai Pallavicini che a loro volta vengono richiesti del pagamento e si rivalgono, allora, sui precedenti cambisti insolventi. Regg. n. 4: A-cc. 74, B-cc. 78, C-cc. 92, D-cc. 144. Tutti mm. 320x230. 42 1659 - 1661 94 Ramo primogenito 43 1661 - 1667 «Processo fatto l’anno 1664 fra l’eccellentissimo Paulo Geronimo Pallavicino da una parte e magnifico Filippo Pallavicino dall’altra per occasione della dispensa della q. magnifica Bannina Pinella registrata nel cartolario O.M. dinanzi l’illustrissimo magistrato della Misericordia, con il voto del magnifico Agostino Solaro consultore nel quale ha riferito doversi ammettere detto eccellentissimo Paulo Geronimo come maggiornato e circonscrivere l’ammissione del magnifico Filippo minornato». Scritture relative alla causa tra Paolo Gerolamo I e Filippo Pallavicini q.Agostino q.Filippo in merito alla successione nel godimento delle rendite dei luoghi di S. Giorgio componenti la colonna di Bannina Pinelli (sorella della suocera di Francesco Pallavicini q.Tobia). Reg. di 18 cc., mm. 315x220. 44 1663 - 1681 «Questo libro è composto di scritture e decisioni nella causa agitata nella Rota Romana per la pretesa sucessione ne beni del padre, col fratello Nicolò Pallavicino q.Caroli ab intestato, dalle sorelle Pallavicine figlie del sudetto Carlo e sorelle di sudetto Nicolò ...». Collezione di scritture diverse, legate assieme, relative alla causa vertente in Roma tra Nicolò, Livia e Maria, figli di Carlo Pallavicini q.Nicolò, per la successione nell’eredità paterna. Alcuni fascicoli sono a stampa. Reg. di 436 cc., mm. 345x225. 45 1664 «1665. Discorso per parte de signori Paolo Geronimo et Angelo Pallavicini nella causa vertente in Roma contro Vincenzo Velluti. Calculo di detti signori Pallavicini per quello sono creditori di detto Vincenzo Velluti. Item calculo di quello sono creditori detti signori Pallavicini di Pandolfo Mallagonelli. Mandate in Roma per il mese di febraro detto anno 1665. E». Riepilogo della causa vertente in Roma contro Vincenzo Velluti corredato dall’elenco della documentazione prodotta in giudizio dal 1643. Calcolo del credito con lo stesso Velluti e con Pandolfo Malagonelli, nonché dimostrazione dell’inaccettabilità della transazione proposta dal Velluti. Reg. di 30 cc., mm. 330x230. __Archivio generale - Atti di causa__95 46 1677 - 1680 «Pro illustrissimo domino Iosepho Pallavicino contra illustrissium Io-annem Baptistam Feretum». Scritture relative alla causa intentata da Giovanni Battista Ferretto q.Stefano contro Giuseppe II Pallavicini per un credito che riteneva di vantare nei confronti di Filippo Fieschi, defunto suocero di detto Giuseppe II. Reg. di 86 cc., mm. 325x225. Successione nel fedecommesso Lazzaro Grimaldi Cebà, nn. 47-49- 47 1688 - 1735 «Pro magnifico Paulo Hieronimo Pallavicino q.magnifici Iohannis Francisci coram illustrissimis Supremis Sindicatoribus». Atti e scritture della causa vertente tra Paolo Gerolamo II e sua madre Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà in merito alla gestione dei beni del fedecommesso istituito dal padre e marito Giovanni Francesco II. Busta contenente 1 reg. di 110 cc., mm. 315x222, e 32 cc. sciolte. 48 1697 - 1717 A: «Giudicio esecutivo mosso nanti la magnifica Rota dal magnifico Francesco Maria Grimaldo q.Rainero contro il magnifico Paolo Girolamo Pallavicino ... come erede per metà del q. magnifico Giovanni Francesco Pallavicino ...». B: «Giudicio ordinario mosso nanti la magnifica Rota civile dal magnifico Paolo Pallavicino q. Iohannis Francisci ... contro il deputato in persona legitima per li beni eredita et eredi del q. magnifico Giovanni Francesco Pallavicino ... e contro il magnifico Francesco Grimaldo q. Rainero associato al detto deputato come creditore ne beni di detto q. magnifico Giovanni Francesco...». C: «Instrumentorum etc». Registri formati da originali e copie di atti relativi alla causa Grimaldi Pallavicini per la gestione della dote di Maria Giovanna Pallavicini q.Giovanni Francesco II, moglie di Francesco Maria Grimaldi q. Ranieri. Reg. 3: A. cc. 82, mm. 320x225 - B. cc. 298, mm. 315x222 - C. cc. 242, mm. 323x227. 96 Ramo primogenito 49 1780 - 1782 Atti e scritture diverse relative alla causa vertente tra Giovanni Francesco III Pallavicini e Giovanni Battista Grimaldi q.Francesco Maria, per la successione a Giovanni Francesco Centurione q.Giovanni Agostino nel fedecommesso istituito da Lazzaro Grimaldi Cebà. Lazzaro Grimaldi Cebà contro Giovanni Francesco III per la primogenitura (1782). Filza di 82 fascc. 50 1689 - 1707 «Pro illustrissimo domino Augustino Pallavicino contra illustrissimum Dominicum Imperialem coram Rota Civili». Causa tra Agostino Pallavicini q.Ansaldo q.Agostino e Domenico Imperiale Lercari per la restituzione di un prestito concesso dal padre del primo al padre del secondo nel 1652. Reg. di 246 cc., mm. 325x230. Scritture relative alla causa tra Paolo Gerolamo II e la madre Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà Pallavicini, nn. 51-54. 51 1717-1728 «Pro illustrissimo domino Paulo Hieronimo Pallavicino contra spectabilem Iohannem Matheum Pettinatum deputatum». Scritture diverse prodotte da Paolo Gerolamo II atte a provare che la madre Maria Aurelia, rappresentata da Giovanni Matteo Pettinati, ha gestito malamente l’eredità del padre e marito Giovanni Francesco II, in qualita di fidecommissaria ed esecutrice testamentaria. Il figlio la accusa di appropriazione e malversazione e ne chiede la condanna al pagamento dei danni subiti (circa L. 150.000). I giudici delegati accolgono totalmente le richieste di Paolo Gerolamo II. Reg. di 511 cc., mm. 320x225. 52 1717 - 1729 «Causa ordinaria prò domino Aquarono nomine contra Dominicum Piccardum deputatum coram magnifica Rota civili genuensi». Istanze alla Rota civile per l’annullamento di alcuni instrumenti che hanno consentito a M. Aurelia di appropriarsi dell’eredità del defunto Archivio generale ■ Atti di causa 97 marito e di usarne illegittimamente i proventi. Bonaventura Acquaro-ne rappresenta Paolo Gerolamo II. Reg. di 194 cc., mm. 300x223. 53 «Pro Pallavicino». Deposizioni e testimonianze relative alla causa. Reg. di 166 cc., mm. 295x210. 1717 54 1718 «Pro illustrissimo Paulo Hieronimo Pallavicino contra magnificam Mariam Aureliam Pallavicinam». Deposizioni e testimonianze relative alla causa. Reg. di 405 cc., mm. 320x230. 55-57 1795 - 1807 Atti e scritture diverse relative alla causa vertente tra i fratelli Paolo Gerolamo IV e Ranieri Pallavicini in solido, e il conte Carlo Bernardo Savorgnan di Udine, per la mancata restituzione del prestito di L. 200.000 contratto in Genova il 30 marzo 1795. Nel 1798 muore Carlo Bernardo e gli subentra nel debito e nella causa il nipote Giacomo Savorgnan. Buste n. 3 di complessivi 35 fascc. Fascicoli relativi alla causa tra Pallavicini e Cambiaso, poi Gambaro, per un debito di L. 33.083 contratto da Giovanni Maria Cambiaso con Paolo Gerolamo IV; suo figlio Ignazio Alessandro Pallavicini chiede il rimborso con gli interessi agli eredi Cambiaso sui cui beni viene iscritta ipoteca. Alcuni di questi beni (ad esempio il palazzo di Strada nuova) vengono venduti a Pietro Gambaro q.Bernardo, ma il Pallavicini non riceve alcun pagamento e cita allora in giudizio anche il Gambaro. Busta di 23 fascc. Causa tra Rosa Cattaneo principessa della Rocca e marchesa di Montescaglioso, vedova del principe don Giovanni Filomarino, dimorante in 58 1803 - 1867 59-60 1831 - 1851 98 Ramo primogenito Napoli e i Pallavicini eredi di Giovanni Battista Grimaldi q.Pier Francesco, ma in particolare contro Paolo Gerolamo IV e poi suo figlio Ignazio Alessandro, per la successione del feudo di Rocca Grimalda. Buste n. 2 di complessivi 6 fascc. Fascicoli di cause diverse 61 1711-1830 Fascicoli relativi alle seguenti cause: 1. Eredi di Ludovico Pallavicini q.Francesco contro i padri Filippini, per eredità. 1711-1712. 2. Paolo Gerolamo IV contro Maria Placidia Cattaneo vedova di Paolo Gerolamo V, per imposizioni fiscali. 1807. 3. Paolo Gerolamo IV contro Francesco Ruspoli, per debiti. 1816-1822. 4. Paolo Gerolamo IV contro Vittorio Spinola q.Luigi Francesco, per eredità di Domenico Pallavicini. 1822. 5. Paolo Gerolamo IV contro Maria Giuseppa Aloi e Filippo Lignola, per un credito. 1823-1825. 6. Maddalena Grimaldi Pallavicini contro diversi. 1826. 7. Paolo Gerolamo IV contro Giuseppe Ghiglino, per danni. 1828-1830. Busta di 7 fascc. 62 1830 - 1831 Fascicoli relativi alle seguenti cause: 1. Pallavicini contro diversi, per servitù di passo in Bassignana. 1830. 2-4. Pallavicini contro diversi, per pigioni in Val Bisagno, Pegli e Val Polcevera. 1830. 5-8. Pallavicini contro diversi, per pigioni in Genova. 1830-1831-9-12. Pallavicini contro diversi, per pigioni in Genova. 1831. Busta di 12 fascc.. 63 1831 - 1838 Fascicoli relativi alle seguenti cause: 1-8. Pallavicini contro diversi, per pigioni in Genova, Masone, Pegli e Val Bisagno. 1832. 9. Pallavicini contro Giuseppe Trincheri di Besa^on, per vendita di cavalli. 1831-1832. 10. Pallavicini contro diversi, per pigioni in Genova. 1833. Busta di 10 fascc. Cappella musicale di Sant’Ambrogio Il 19 agosto 1619 Giulio Pallavicino, ben noto tra gli studiosi di storia genovese come autore della famosa Inventione di Giulio Pallavicino di scriver tutte le cose accadute alli tempi suoi, unico ancora vivente dei figli di Agostino q.Francesco, procede, con atto del notaio Stefano Isola, a confermare la volontà testamentaria del fratello Marcello, gesuita. Questi aveva disposto l’istituzione di una cappella musicale annessa alla chiesa di Sant’Ambrogio in Genova che era stata assegnata alla Societas Jesus nel 1582, imponendole il nome di «Cappella di musici di sant’Agostino e beata Maria Maddalena», i nomi dei genitori. Non è chiara la ragione che pone Giulio nella necessità di confermare l’istituzione della Cappella, anche in considerazione del ruolo fondamentale che i cinque fratelli Pallavicino avevano avuto nell’affermazione dei gesuiti in Genova. È certo che se Marcello aveva disposto la fondazione di una cappella musicale nel suo testamento del 1583, a ventidue anni di distanza, nel 1605, essa non esisteva ancora, mentre nel 1619 lo stesso Giulio afferma che «in gran parte è stato eseguito quello che dice (il testamento di Marcello) intorno alla musica». Vi furono indubbie ritrosie della Compagnia nell’acconsentire una tanto esplicita personalizzazione della propria chiesa, seppur in favore della famiglia che l’aveva ricostruita e che proseguiva ad essere essenziale sostentamento alla sua presenza nella città; dopo i primi anni di probabili timori di apparire troppo legata ai Pallavicini, la Compagnia di Gesù avvalla un’attività musicale nella chiesa, pur astenendosi da un esplicito consenso, ma nel 1619 quelle remore dovevano essere ormai scomparse, come scomparsi quasi del tutto erano anche gli ingombranti fratelli Pallavicini, e Sant’Ambrogio si era ornata di opere e donazioni anche di altre magnifiche famiglie. Non vi erano ulteriori ostacoli all’attuazione del desiderio di Marcello e tocca allora proprio al fratello più colto e protagonista di buona parte della attività culturale della Genova di fine Cinquecento, sancire l’istituzione della Cappella col beneplacido della Compagnia. Da quell’anno la storia della Cappella musicale si sviluppa seguendo la temperie artistica e culturale della città, ma resta legata indissolubilmente, anche per le disposizioni lasciate da Marcello, alla gestione della famiglia Pallavicini che, da quanto si può dedurre dalle 100 Ramo primogenito presenti carte, non sembra si sia in genere fatta notare per la sua apertura culturale, con l’eccezione del suddetto Giulio e del tardo-settecentesco Paolo Gerolamo V. Secondo la volontà di Marcello, la gestione della Cappella spetta, dopo la morte di Giulio, ai discendenti maschi dei fratelli Francesco e Niccolò (unici con progenie maschile) e, comunque, a due patroni con uguali poteri, uno dei quali doveva essere il titolare del fedecommesso del palazzo di Strada nuova costruito da Agostino. La successione nel fedecommesso regolava, di fatto, anche quella nel patronato della Cappella. Tutto procede regolarmente finché vi sono discendenti diretti dei due fratelli predetti, ma sorgono le prime contese quando la genealogia non è più esplicita nel designare i successori. L’amministrazione della Cappella musicale non era un onere, ma una mansione di prestigio nell’ambito della famiglia ed all’interno della città: tutti sapevano bene che in realtà era la cappella musicale dei Pallavicini e non tanto dei gesuiti; ed appunto per questo vi erano stati ingenti e numerosi lasciti familiari in suo favore a cominciare, ovviamente, da Marcello e da Giulio. La Cappella musicale esisteva ancora nel 1914 1 e di certo il patronato venne esercitato, sotto varie forme, anche nel secondo dopo-guerra, proprio dagli eredi del nostro ramo Pallavicini, seppur piuttosto nei confronti della chiesa, dal momento che la Cappella non compare più. La genealogia spiega altresì come la tutela sull istituzione sia passata dai discendenti di Agostino a quelli di Damiano e come l’archivio della Cappella sia oggi conservato presso quello di un ramo che non ebbe alcun ruolo nella sua fondazione. Come si può rapidamente vedere, l’archivio è ridotto a ben poca cosa nella sua parte più antica: i frequenti passaggi da una casa all altra dei patroni debbono aver parecchio nuociuto alla sua conservazione integrale. Non vi erano, tuttavia, alternative ai trasferimenti dato che le carte non potevano essere conservate nella chiesa e dovevano essere facilmente consultabili dai patroni: sino a metà del Settecento l’archivio deve essere restato tranquillamente nel palazzo di Strada nuova, ma quando questo venne venduto iniziarono le peregrinazioni e la dispersione delle carte. Dai primi decenni del XIX secolo diviene patrono anche il nostro Paolo Gerolamo IV e così successivamente suo figlio Ignazio Alessandro e via di seguito secondo la nota genealogia. Da quegli anni la conservazione riappare corretta, ma esula dai limiti cronologici del 1 Cfr. A. Monti, La Compagnia di Gesù nel territorio della provincia torinese, I, Chieri 1914, p. 71. Archivio generale - Sant’Ambrogio 101 presente lavoro ed in realtà la Cappella musicale appare ormai svuotata del valore di modernità e di trasmissione culturale che poteva avere avuto nei precedenti secoli. Le carte sono state trovate riunite in buste, in ordine vagamente cronologico, ma con forti sconnessioni, senza alcuna distinzione tipologica o formale. Si sono effettuate quelle distinzioni e si è ripristinato l’ordine cronologico interno a dette partizioni senza poter presentare un insieme organico sufficiente a dar corpo ad un archivio autonomo, ma solo e a stento, ad una scarna serie dell’archivio proprio di una famiglia a cui fu essenzialmente estranea. A puro titolo informativo si vuole segnalare che assieme a queste poche carte, ma ovviamente senza alcun legame con loro, sono giunti più di trecento spartiti musicali appartenuti alla Cappella. 64 1593 - 1795 Donazioni di beni alla Compagnia di Gesù. Istituzione nel 1619 della Cappella musicale di Sant’Ambrogio. Dotazione di beni alla Cappella. Gestione di essi da parte dei patroni amministratori. Deliberazioni dei governatori. Regolamenti del 1706 ed elenchi delle funzioni religiose con musica. Mandati di pagamento per lavori di manutenzione. Corrispondenza. Busta di 28 fascc. 65 1797 - 1834 Donazioni di beni ed oggetti. Arredi per la Cappella e per la Chiesa di Sant’Ambrogio. Gestione dei beni: locazioni, sottoscrizioni di prestiti, debito pubblico. Deliberazioni dei governatori e nomine dei patroni amministratori. Regolamenti per la cantoria (1803-1830). Mandati di pagamento e corrispondenza. Busta di 18 fascc. 66 1803 - 1848 «Deliberazioni degli illustrissimi signori governatori della cappella musicale in Sant’Ambrogio». Registro delle delibere dei governatori della Cappella musicale. Reg. di 179 cc., mm. 295x215. 102 Ramo primogenito 67 1763 - 1810 Mandati di pagamento per i dipendenti della Cappella. Elenchi dei professori e di collaboratori diversi. Filza di 248 cc. 68 1763 - 1834 Ricevute di pagamento dei dipendenti della Cappella. Elenchi dei professori e delle funzioni religiose a cui hanno partecipato. Busta di 6 fascc. 69 1746 - 1773 «1770. Cappella musicale. Cassa ripresa dal 1746». Mastro generale delle entrate e delle uscite di cassa della Cappella musicale. Reg. di 84 cc., mm. 305x215. 70 1763 - 1846 Giornale generale delle entrate e delle uscite di cassa della Cappella musicale. Reg. di 216 cc., mm. 345x250. 71 1763 - 1846 Mastro generale delle entrate e delle uscite di cassa della Cappella musicale. Reg. di 216 cc., mm. 345x250. Cappella gentilizia di San Pancrazio La piccola chiesa di San Pancrazio fu sempre considerata dai Pallavicini e dalla città come la cappella gentilizia della famiglia. Se essa lo fosse di diritto, oltre che di fatto, è piuttosto dubbio, almeno fino al 1593 quando le venne riconosciuta tale qualifica da un breve di Clemente Vili In ogni caso i Pallavicini di tutti i rami mantennero in San Pancrazio il perdurante e profondo legame con le loro origini medievali, mercantili e «burgensi». Insediata nel centro ideale della «platea Pillavicinorum», a fianco di Fossatello e del palazzo di Cipriano Pallavicino, la chiesa fu l’unico persistente retaggio di quella origine e venne sempre curata con una particolare attenzione sia per il prestigio familiare, sia per la conservazione di una reliquia evocatrice di glorie e potere antico. Per queste ragioni l’edificio fu sempre oggetto di manutenzione accorta e di periodici abbellimenti artistici, anche di notevole rilievo; quando venne gravemente danneggiata dal bombardamento francese, fu riedificata in forme settecentesche ad opera di tutta la famiglia 2. In essa vennero celebrati la maggior parte dei battesimi e dei matrimoni Pallavicini, meno frequenti i funerali, forse anche per ragioni pratiche di spazio e soprattutto di sepoltura, dato che la chiesa non pare accogliere alcuna tomba. La documentazione relativa a San Pancrazio prometteva, quindi, notizie interessanti sulla famiglia nel suo complesso e su gli eventi interni ad essa. Quanto è conservato in questo fondo Pallavicini è, invece, molto scarno di informazioni e prevalentemente relativo all’amministrazione della cappella nel secolo scorso. Poche carte e sintetiche registrazioni sono precedenti alla caduta della Repubblica; non vi è alcun libro parrocchiale 3 e modico l’apporto documentario che si ha 1 Cfr. L.M. De Bernardis, Le parrocchie gentilizie di Genova, in Storia dei genovesi, II, Genova 1981, p. 202. 2 Cfr. F. Franchini Guelfi, Documenti per la chiesa gentilizia di S. Pancrazio, in «Quaderni franzoniani», III (1990), 2, pp. 79-90. 5 Cfr. C. Cattaneo Mallone, La chiesa di San Pancrazio e l’Ordine di Malta in Genova, Genova 1991, p. 23, in cui si afferma che i libri parrocchiali di San Pancrazio 104 Ramo primogenito per il periodo pre-ottocentesco. Ricca e completa appare, al contrario, la documentazione relativa al secolo XIX, con numerose buste e registrazioni contabili. La ragione di questa situazione è presto detta: l’archivio della cappella veniva conservato nella canonica come i registri d’anime, fintantoché la chiesa cessò la sua funzione di cappella gentilizia ed i Pallavicini non ne ebbero più il patronato. Quando avvenne la separazione giuridica tra la famiglia e la chiesa, l’archivio venne diviso e smembrato: restò presso gli ultimi patroni e finanziatori la documentazione amministrativa che, per praticità, veniva conservata presso i titolari di quella mansione, mentre altre carte ed i registri d’anime passarono ad altri rami della famiglia, disperdendosi e frammentandosi. In questo fondo Pallavicini si conserva la documentazione contabile ottocentesca perché i nostri Pallavicini furono gli ultimi patroni della chiesa, mentre i registri d’anime sono anch’essi a Genova, ma conservati in altra sede ed estranei al presente fondo archivistico. In questa fase del lavoro si presentano solo i pezzi anteriori alla morte di Paolo Gerolamo IV, con alcuni sforamenti provocati dalle datazioni dei registri. È decisamente poco, ma purtroppo è anche tutto quanto è restato. 72 1465 - 1801 Scritture diverse relative alla gestione della massaria della chiesa: verbali di riunioni dei rettori, elezioni dei rettori, chierici, organisti, minute di cause e liti, inventari di beni ed addobbi. Busta di 62 fascc. 73 1802 - 1841 Scritture diverse relative alla gestione della massaria della chiesa: verbali di riunioni dei rettori, elezioni dei rettori, chierici, organisti, minute di cause e liti, inventari di beni ed addobbi. Busta di 64 fascc. sono conservati in palazzo Pallavicino di piazza Fontane marose in Genova, come ho potuto verificare di persona. Resta un mistero perché mai una parte dell’archivio sia giunto al nostro ramo ed un’altra ad un altro ramo della grande famiglia. Archivio generale - San Pancrazio 105 74 1688 novembre 16 - 1842 gennaio 7 «Manuale della chiesa di S. Pancrazio, 1688 in». Libro giornale delle entrate e uscite di cassa per l’amministrazione della cappella gentilizia. Reg. di 120 cc., mm. 350x260. 75 1688 novembre 16 - 1841 dicembre 31 «Libro della chiesa di S. Pancrazio, 1688 in». Libro mastro delle entrate ed uscite di cassa per l’amministrazione della cappella gentilizia. Reg. di 232 cc., mm. 350x260. 76 1817 maggio 5 «Cassa a cura del signor marchese Paolo Gerolamo Pallavicini altro dei signori governatori e massari della chiesa parrocchiale di S. Pancrazio in Genova dal 1817, 21 [sic] maggio al». Prima nota delle entrate e uscite di cassa per l’amministrazione della cappella gentilizia mentre sono massari Paolo Gerolamo IV e poi Ignazio Alessandro. Reg. di 60 cc., mm. 310x220. Scritture contabili Mai abbastanza si lamenterà la distruzione bellica dei registri contabili degli archivi Pallavicini. La mutilazione grave e totale di una parte concordemente considerata essenziale alla completezza della documentazione delle vicende familiari, può essere ovviata solo in misura parziale ed intermittente dalle informazioni che forniscono le filze, anch’esse però spesso frammentarie o isolate in anni di totale mancanza di dati. Le vicende e le dimensioni della perdita sono già state accennate nell’introduzione generale; a proposito di questa serie di contabilita si può solo richiamare l’attenzione su alcuni pezzi scampati all oblio che danno già da soli il segno di quanto ricca dovesse essere la documentazione un tempo conservata. Qualche brogliaccio di fiera, qualche filza di lettere di cambio e di «impieghi», partitari di cambi marittimi e commerciali con tutte le parti del globo: attività senza limiti geografici, finanziari e, soprattutto, senza limiti di temerarietà e intraprendenza. Poi la distesa moltitudine di filze per la gestione del patrimonio e per le spese di casa; ma l’assenza dei registri si fa sentire anche tra di esse. All’inizio del lavoro il materiale si presentava in buona parte già distinto dalle altre serie, amministrativa e della corrispondenza, ma totalmente mischiato tra archivio del ramo primogenito e archivio dei discendenti di Giuseppe II, e del tutto privo di distinzioni di provenienza e di tipologia contabile. Questa serie dell’archivio primogenito ha, inoltre, numerosi pezzi conservati come filze, ma in alette contemporanee, frutto di un condizionamento di poco anteriore al nostro arrivo: in quell’occasione si volle evidentemente ripresentare queste carte disperse sotto le antiche forme esteriori riproducendo le condizionature nelle tipiche filze dal prospetto quasi quadrato. Da parte nostra non si ritiene necessario, né opportuno, questo tipo di condizionamento se non esiste più quello originale: la filza deve essere legata e non vi è carta di filza che non mostri i danni della legatura, senza considerare l’accumulo di polvere e gli altri non escludibili danneg- Archivio generale - Scritture contabili 107 giamenti che derivano dalla scarsissima protezione fornita dalle alette, specie se prive di risvolti, come in questo caso. Nei limiti del possibile, dettati anche dalle dimensioni dei pezzi, si sono adottate scatole di formato pari a quello delle buste tradizionali e vi si sono inserite le filze slegate, mantenendo le alette a parte nella stessa scatola, solo se originali. La prima fase del lavoro di ordinamento è consistita nella divisione delle serie dei due archivi. A proposito di quella del ramo primogenito, più consistente, ma forse meno completa dell altra, si deve riprendere un discorso già sviluppato precedentemente. Anche questa serie è stata ordinata secondo il principio di provenienza più intrinseco, considerando principale, rispetto a tutti gli altri elementi presentati dalle carte, quello relativo all’afferenza delle diverse scritture contabili: tutte queste hanno un soggetto che incassa e che spende, che figura come destinatario di rimesse o autore di esse. Si e prioritariamente individuato questo soggetto contabile e gli sono state assegnate tutte le unità in cui compariva chiaramente tale: i vari soggetti si sono rivelati essere i personaggi più significativi della genealogia Pallavicini discendente da Damiano q. Francesco. All’interno di ogni insieme di pezzi afferenti ad un medesimo soggetto si sono effettuati tre livelli di ordinamento, progressivamente interni l’uno all’altro: innanzi tutto la distinzione tra filze e registri, ponendo prima tutte le filze e dopo tutti i registri (anche perché que-st’ultimi sono davvero pochi); in secondo luogo la distinzione tra scritture relative ad entrate di cassa, uscite di cassa e movimenti diversi; da ultima la distinzione delle scritture relative ad uscite di cassa tra quelle per la gestione patrimoniale e quelle per la gestione domestica. Schematicamente si può così indicare: Filze Entrate Uscite per la gestione patrimoniale Uscite per la gestione domestica Carte sciolte di contabilità speciali Registri Libri della gestione patrimoniale Libri della gestione domestica Libri di contabilità speciali Nell’ambito di ogni distinzione si è seguito l’ordine cronologico per data iniziale. Nessun pezzo ha mostrato insofferenza per questo criterio di ordinamento che, infatti, si conformava totalmente ai sistemi contabili 108 Ramo primogenito adottati allora: una conferma esatta in tal senso si trova nella medesima serie dell’altro archivio Pallavicini. I problemi vi sono stati, invece, per la stesura inventariale di questo riordinamento per almeno due ragioni generali: innanzi tutto la già lamentata carenza di completezza della documentazione rende alcune sezioni antiche molto scarne e atomizzate, con un pezzo di un tipo, nessuno di un altro e cosi via. In secondo luogo vi sono stati dei Pallavicini che non hanno posto in essere distinzioni tra spese patrimoniali e spese domestiche (ad esempio Giovanni Carlo) ed allora si sono dovute tenere mischiate le scritture come erano state compilate in origine, pur deviando dalla norma generale. In entrambi i casi si è comunque mantenuto fermo il criterio sopra esposto cercando di evidenziare le varie distinzioni tra le parti di ogni sezione. Non ci si stupisca però, se non si ritrova un immediato ordine cronologico, perché questo è stato seguito solo nell ambito degli insiemi omogenei di scritture (corrispondenti alle singole voci dell’elenco soprascritto). Le definizioni date alle varie distinzioni dovrebbero risultare immediatamente chiare tranne che per la denominazione «contabilità speciali»: sotto questa voce sono state riunite le unità relative a movimenti contabili particolari e straordinari quali ad esempio la n. 116 di Giovanni Francesco III, la n. 182 e la n. 190 di Paolo Gerolamo IV. In genere in queste carte compaiono anche notazioni e registrazioni di carattere amministrativo, prò memoria, scritture private, ma esse conservano preminente natura contabile. GIOVANNI FRANCESCO I q.GEROLAMO q.DAMIANO 77 1594 - 1615 Documenti e atti giustificativi dell’attività finanziaria: fiere, crediti, investimenti in varie piazze tra cui Piacenza, Milano, Madrid e Napoli. Filza di 206 fascc. 78 1599 - 1618 Polizze di carico per la spedizione marittima di merci diverse. Filza di 67 fascc. 79 1584 - 1585 «Manuale del magnifico Gio Francesco Pallavicino dell’anno 1583». Giornale di cassa per la gestione domestica. Reg. di 48 cc., mm. 305x195. Archivio generale - Scritture contabili 109 80 1627 - 1639 Mastro d’amministrazione dell’eredità di Giovanni Francesco I (muore il 1° luglio 1627). Reg. di 192 cc., mm. 305x225. DAMIANO q.DOMENICO q.DAMIANO 81 1608 Conti, lettere di cambio e documenti diversi dell’attività finanziaria nella fiera di Pasqua in Piacenza. Filza di 18 fascc. PIETRO MARIA q.GIOVANNI FRANCESCO I 82 1659 maggio 19 - 1662 settembre 5 «A». Partitario A dei conti relativi ad operazioni finanziarie effettuate con Francesco Maria de Ferrari per cambi marittimi e commerci di generi vari tra cui sete, velluti e cocciniglia, con la Spagna, Cadice, la Nuova Spagna, Lisbona, le Indie e Genova. Reg. di 50 cc., mm. 320x230. 83 1663 Febbraio 15 - 1664 marzo 6 «C» Partitario C dei conti relativi ad operazioni finanziarie effettuate con Francesco Maria de Ferrari per cambi marittimi e commerci di generi vari, tra cui sete, velluti e cocciniglia, con la Spagna, Cadice, la Nuova Spagna, Lisbona, le Indie e Genova. Reg. di 32 cc., mm. 320x230. 84 1660 agosto 1 - 1664 marzo 6 «G» Copia del partitario G, già compreso nel n. 85, riassuntivo dei partitari A, B e C. Reg. di 28 cc., mm. 320x230. 110 Ramo primogenito 85 1659 maggio 19 - 1664 marzo 6 «Copia di tre libri scritti da Francesco Maria Ferrari di sua mano propria delle negoziazioni da esso fatte con l’illustrissimo signor Pietro Maria Pallavicini segnati A. B. C. Ristretto delli stessi libri segnato G.». Copia di tre partitari dei conti relativi ad operazioni finanziarie effettuate con Francesco Maria de Ferrari per cambi marittimi e commerci di generi vari, tra cui sete, velluti e cocciniglia, con la Spagna, Cadice, la Nuova Spagna, Lisbona, le Indie e Genova. Reg. di 106 cc., mm. 320x230. 86 1660 - 1664 «Ristretto delli conti havuti col Francesco Maria Ferrari fatto da Ghio. Tutte scritture concernenti al negozio Ferrari». 1. Brogliaccio delle operazioni intercorse con Francesco Maria de Ferrari, tenuto dal Pallavicini. 1660-1664. 2. Brogliaccio di conti diversi, tenuto dal de Ferrari. 1663. 3. Brogliaccio di partite relative alle operazioni intercorse con Francesco Maria de Ferrari, copia di parte del registro η. 1. 1660-1663. Registri n. 3 di 48 cc. ciascuno, tutti mm. 320x230. 87 1660 - 1668 «1670. Ristretto delli conti del signor Francesco Maria de Ferrari con il signor Pietro Maria Pallavicino». Partitario dei conti relativi alle operazioni finanziarie intercorse con Francesco Maria de Ferrari per commercio di sete, velluti, taffeta e panni tra Genova, Cadice, Lisbona e le Indie. Reg. di 80 cc., mm. 300x223- 88 post 1674 febbraio «Riscontro di tutte le partite contenute nel libro G che è il ristretto delli tre libri A. B. C. che formò Francesco Maria Ferrari delle negoziazioni da esso fatte con l’illustrissimo signor Pietro Maria Pallavicino con il libro formato al presente dell’istesse negotiationi et altro riscontro del libro che lasciò all’ospitale di Pammatone delle suddette negotiationi pure con il formato al presente». Tavole di comparazione delle scritture di due distinti libri contabili relativi alle operazioni commerciali con Francesco Maria de Ferrari. Reg. di 13 cc., mm. 320x230. Archivio generale ■ Scritture contabili 111 PAOLO GEROLAMO 1 q.GIOVANNI FRANCESCO I 89 1610 - 1679 Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate provenienti da vendite di beni domestici e da rendite e vendite di beni patrimoniali: 1. Eredità del suocero Opizio Spinola, 1610-1618. 2. Investimenti in Roma, 1656-1679. Reg. di 2 fascc. 90 1672 giugno 15 - 1679 novembre 20 «Instrumenti di varie scritture del q. signor Paolo Geronimo Pallavicino». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Podere Le Bettole. Filza di 53 fascc. 91 1628 - 1631 «MDCXXVIII Manuale». Copia del giornale generale delle entrate e uscite di cassa in ducati, estratta probabilmente dal mastro e compilata in Napoli. Reg. di 130 cc., mm. 348x254. 92 1631 «MDCXXXI Scartafaccio di fera d’agosto di Paulo Geronimo. Bava-stro fatto in La Spezia». Brogliaccio della fiera di cambio d’agosto in La Spezia. Reg. di 86 cc., mm. 305x225. 93 1655 - 1673 «Conti miei particolari da fiera de santi 1656 in appresso». Partitario degli impieghi nelle fiere di cambio di Pasqua, Apparizione, Agosto e Santi. Reg. di 134 cc., mm. 325x228. 94 1667 - 1678 «Libro de debitori di Lombardia». Partitario dei debitori residenti in Lombardia e soprattutto nel podere Le Bettole (nel Tortonese). Reg. di 148 cc., mm. 286x198. 112 Ramo primogenito 95 1670 «1670. Disegni delle Bettole». Registro descrittivo dei diversi terreni e beni stabili componenti il podere delle Bettole nel territorio di Tortona. Redazione piuttosto informale, ma con numerosi disegni e rilievi. Parecchi appunti di mano di Paolo Gerolamo I. Reg. di 66 cc., mm. 330x250. PAOLO GEROLAMO I e ANGELO q.GIOVANNI FRANCESCO I 96 1636 gennaio 8 - 1636 ottobre 9 Documenti e atti giustificativi di cassa per entrate provenienti da rendite e vendite di beni patrimoniali: operazioni finanziarie diverse effettuate in Madrid e in Londra. Filza di 25 fascc. 97 1638 dicembre 1 - 1640 luglio 20 Documenti e atti giustificativi di cassa per entrate provenienti da rendite e vendite di beni patrimoniali: operazioni commerciali su lane di diversa provenienza. Filza di 50 fascc. 98 1644 - 1657 «Scritture riguardanti li cambi et interessi passati tra gli illustrissimi Paolo Gerolamo et Angelo Pallavicini e li signori Pandolfo Malagonel-li e Vincenzo Velluti». Scritture diverse relative alle attività finanziarie dei due fratelli con Pandolfo Malagonelli e Vincenzo Velluti, soprattutto in Sicilia e in Milano per commerci, lettere di cambio e rimesse di denaro. Filza di 98 fascc. 99 1637 novembre 7 - 1639 ottobre 18 «Libro di note de 1637-1638». Brogliaccio delle registrazioni contabili relative ad emissioni e riscossioni di cambiali («carte di pago»). Reg. di 58 cc., mm. 420x160. Archivio generale - Scritture contabili 113 100 1642 novembre 5 - 1645 agosto 23 «1642. Partite di Tavola de introyto et exito sotto nome di Vincenzo Veluti. Dalli 5 di novembre 1642 per tutti li 23 di agosto 1645». Brogliaccio cronologico dei crediti e dei debiti di Vincenzo Velluti. Reg. di 44 cc., mm. 320x230. 101 1642 novembre 29 - 1645 agosto 23 «1642. Partite di Tavola o introyto et exito sotto nome di Pandolfo Malegonelli. Dalli 29 novembre 1642 per tutti li 23 di agosto 1645». Brogliaccio cronologico dei crediti e dei debiti di Pandolfo Malagonelli. Reg. di 34 cc., mm. 320x230. 102 1643 aprile 13 - 1648 novembre 1 «Conti vecchi con Pandolfo Malegonelle e Vincenzo Velluti». Partitario dei conti di tratte e dei conti correnti di debito di Pandolfo Malagonelli e Vincenzo Velluti relativi a commerci di grani e di tonnine ed a transazioni per sconti di tratte e investimenti presso la regia Camera di Palermo e di Messina. Reg. di 68 cc., mm. 320x230. 103 1643 aprile 30 - 1654 maggio 13 «Conti ultimamente formati di Vincenzo Velluti e Pandolfo Malagonelli». Partitario dei conti relative alle operazioni finanziarie di Pandolfo Malagonelli e Vincenzo Velluti con i fratelli Pallavicini. Reg. di 64 cc., mm. 320x230. 104 1654 ottobre 2 «Informazione delli negozi e conti havuti con Velluti e Mallagonelli. Giuliana delle scritture ad essi attinente». Elenco degli atti e dei documenti pertinenti alla causa per insolvenza contro Vincenzo Velluti e Pandolfo Malagonelli. Reg. di 6 cc., mm. 320x230. 114 Ramo primogenito GIOVANNI FRANCESCO II q.PAOLO GEROLAMO II 105 1684 gennaio 28 - 1689 aprile 9 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 310 fascc. 106 1694 marzo 3 - 1729 dicembre 31 Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e delle uscite per la gestione patrimoniale di Maria Aurelia Spinola Grimaldi Ceba, moglie di Giovanni Francesco II. Filza di 35 fascc. PAOLO GEROLAMO II q.GIOVANNI FRANCESCO II 107 1708 luglio 5 - 1722 novembre 13 «Conti diversi de corrispondenti e impieghi». Documenti e atti giustificativi di cassa relativi alle entrate provenienti da rendite e vendite di beni patrimoniali ed alle uscite per spese personali e familiari. Filza di 144 fascc. 108 1723 gennaio 3 - 1750 luglio 25 «173... in 173... conti di corrispondenti diversi». Documenti e atti giustificativi di cassa relativi alle entrate provenienti da rendite e vendite di beni patrimoniali ed alle uscite per spese personali e familiari. Dopo il 1746 sono intestati a Giovanni Carlo. Filza di 98 fascc. 109 1725 gennaio 10 - 1729 dicembre 31 «1725 in 1729 Conti di cassa pagati». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica e patrimoniale. Filza di 152 fascc. Archivio generale ■ Scritture contabili 115 110 1740 gennaio 12 - 1746 dicembre 7 «1740 in 17...». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica e patrimoniale. Filza di 165 fascc. Ili 1736 - 1741 Mandati e ricevute di pagamento di salari semestrali ai rettori e parroci di diverse chiese. Filza di 65 cc. 112 1727 - 1731 «1727 a primo ottobre». Libro giornale delle entrate e uscite di cassa per la gestione domestica. Reg. di 282 cc., con numerosi inserti, mm. 248x185. LAZZARO q.GIOVANNl FRANCESCO II 113 1723 gennaio 5 - 1724 dicembre 31 «Ricevute dell’anno 1724». Atti e documenti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica di monsignor Lazzaro Pallavicini, nunzio apostolico in Firenze. Reg. di 122 cc. singole legate assieme, mm. 525x225. GIOVANNI FRANCESCO III q.PAOLO GEROLAMO II 114 1785 gennaio 3 - 1788 dicembre 31 «Filza de conti e ricevute dal primo gennaro 1785 a tutto l’anno 1788 del signor Giovanni Francesco Pallavicini». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 280 fascc. 116 Ramo primogenito 115 1789 gennaio 3 - 1791 marzo 5 «Filza di note conti e ricevute dal I del 1789 a 5 marzo 1791 del signor Giovanni Francesco Pallavicini». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 120 fascc. 116 1773 marzo 15 - 1778 marzo 15 «Conti e ricevute per la signora Maria Giovanna Spinola 1773 in 1778». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite disposte da Giovanni Francesco III per il mantenimento di Maria Giovanna Spinola q.Giovanni Battista, sorella del marchese Carlo Spinola. Filza di 68 fascc. GIOVANNI CARLO q.PAOLO GEROLAMO II 117 1767 gennaio 24 - 1775 dicembre 15 «Filza de conti e ricevute 1767 in 1775». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate provenienti da vendite di beni domestici e da rendite di beni patrimoniali. Investimenti finanziari su diverse piazze, soprattutto Palermo, Milano, Venezia, Parigi. Filza di 216 fascc. 118 1785 gennaio 28 - 1792 dicembre 11 «Filza 1785 in 1792». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate provenienti da vendite di beni domestici e da rendite di beni patrimoniali. Investimenti finanziari su diverse piazze, soprattutto Palermo, Milano, Roma, Parigi. Filza di 327 fascc. 119 1755 febbraio 15 - 1762 settembre 27 «1755 15 febbraio sino a settembre 1762. Filza di ricevute de pagamenti». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale e domestica. Spese per il funerale della moglie Giovannetta Grimaldi (ottobre 1757). Filza di 251 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 117 120 1755 - 1786 «1755 primo settembre. Filza di ricevute per il ristoro dei palazzo di Genova e delle spese per il patrimonio del signore Gian Carlo». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la manutenzione del palazzo di Luccoli e per il matrimonio con Maria Giovanna Grimaldi q.Ranieri (1756 gennaio 28). «Filza delle spese al palazzo di Lucoli 1778 in 178...». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la manutenzione del palazzo di Luccoli. Lavori per la galleria (1764). «Spese per il ristoro del palazzo in vicinanza di Lucoli 1778 in 178...». Giornale di cassa delle uscite per la manutenzione del palazzo di Luccoli. Corrisponde ai documenti e agli atti sopra indicati. Busta di 402 fascc. e un registro di 92 pp., mm. 302x212. 121 1762 febbraio 10 - 1776 dicembre 30 «1762 in 1776. Filza di Quarto». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni in Quarto, Castagna e Apparizione. Filza di 58 fascc. 122 1762 dicembre 25 - 1766 dicembre 31 «Filza di ricevute e pagamenti dalli 14 genaro 1763 [sic] alli 31 dicembre 1766». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 215 fascc.. 123 1762 - 1789 «Filza di Savona». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni in Savona. Filza di 117 fascc. 124 1763 gennaio 1 - 1792 dicembre 31 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la manutenzione della villa di Rivarolo. Busta di 326 fascc. 118 Ramo primogenito 125 1772 - 1791 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Conti della villa di Morego, 1772-1775. Conti di beni diversi in vai Polcevera, 1774-1775. Conti della villa di Sampierdarena, 1785-1791· Busta di 496 fascc. 126 1781 gennaio 1 - 1782 dicembre 31 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 749 fascc. 127 1751 giugno 3 - 1754 marzo 13 «1752 in ... Filza di ricevute». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 70 fascc. 128 1760 settembre 10 - 1762 dicembre 31 «Ricevute dal giorno 10 settembre 1760 alli 31 dicembre 1762». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 328 fascc. 129 1761 aprile 7 - 1766 dicembre 31 «Conti e ricevute 1761 in 1766». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 71 fascc. 130 1770 gennaio 2 - 1772 dicembre 29 «Filza di ricevute 1770 in 1772». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 329 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 119 131 1773 gennaio 1 - 1774 dicembre 31 «Filza di ricevute 1773 in 1774». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 643 fascc. 132 1775 gennaio 7 - 1776 dicembre 31 «Filza del 1775 e 1776». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 632 fascc. 133 1777 gennaio 7 - 1778 dicembre 31 «Filza di ricevute del 1777 in 1778». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 636 fascc. 134 1776 gennaio 5 - 1780 dicembre 31 «Filza di ricevute 1779 in 1780». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 663 fascc. 135 1784 gennaio 2 - 1784 dicembre 31 , Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di %8 fascc. 136 1785 gennaio 4 - 1785 dicembre 31 «Filza di conti e ricevute 1785». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Spese per l’elezione al dogato (6 giugno 1785). Filza di 414 fascc. 120 Ramo primogenito 137 1786 gennaio 1 - 1786 dicembre 31 «Filza di ricevute del 1786». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 393 fascc. 138 1788 gennaio 2 - 1788 dicembre 31 «Filza di ricevute del 1788». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 398 fascc. 139 1789 gennaio 2 - 1789 dicembre 31 «Filza di ricevute del 1789». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 356 fascc. 140 1790 gennaio 2 - 1790 dicembre 31 «Filza di ricevute del 1790». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 350 fascc. 141 1791 gennaio 4 - 1791 dicembre 31 «Filza di ricevute del 1791». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 353 fascc. 142 1792 gennaio 2 - 1792 dicembre 31 «1792». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione do- mestica. Filza di 300 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 121 143 1793 gennaio 2 - 1793 dicembre 31 «1793». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 307 fascc. 144 1756 - 1771 Lettere di cambio in favore di Giovanni Carlo Pallavicini provenienti da diverse località italiane (Firenze, Bologna, Palermo). Filza di 104 cc. 145 1789 - 1803 Atti e documenti giustificativi dei movimenti di cassa relativi al «prestito Erdòdy». Scritture diverse inviate da Vienna dai baroni Brentani Cimaroli. Filza di 70 cc. 146 1762 - 1768 «Quarto 1762 in 1768» sul dorso. Partitario dei conduttori dei beni di Quarto, Castagna e Apparizione. Reg. di 120 cc., mm. 288x235. 147 «Libro de redditi di Savona». Mastro dei conti della gestione dei beni in Savona. Reg. di 168 cc., mm. 353x258. 1762 - 1802 148 1773 gennaio 1 - 1778 dicembre 31 «Libro di cassa a cura del reverendo Stefano Vicini 1773 in 1778». Brogliaccio delle entrate e uscite di cassa per la gestione dei beni patrimoniali. Reg. di 240 cc., mm. 345x255. 122 Ramo primogenito 149 1777 - 1788 «Quarto 1777 in 1788» (sul dorso). Due mastri d’amministrazione, uno copia riveduta e corretta dell altro, relativi ai beni in Quarto, Castagna e Apparizione. Regg. n. 2 di 120 cc. ciascuno, entrambi mm. 304x215. 150 1779 gennaio 1 - 1783 dicembre 31 «Libro di cassa a cura del reverendo Stefano Vicini 1779 in 1783». Brogliaccio delle entrate e uscite di cassa per la gestione dei beni patrimoniali. Reg. di 288 cc., mm. 345x255. 151 1784 gennaio 1 - 1787 dicembre 31 «Libro di cassa a cura del reverendo Stefano Vicini 1784 in 1787». Brogliaccio delle entrate e uscite di cassa per la gestione dei beni patrimoniali. Reg. di 288 cc., mm. 345x255. 152 1788 gennaio 1 - 1792 dicembre 31 «Libro di cassa a cura del reverendo Stefano Vicini 1788 in 1792». Brogliaccio delle entrate e uscite di cassa per la gestione dei beni patrimoniali. Reg. di 336 cc., mm. 345x255. PAOLO GEROLAMO IV q.GIOVANNI CARLO 153 1784 - 1806 «Cambiali quittanzate 1784 in 1806». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Vi sono esclusivamente cambiali incassate. Filza di 622 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 123 154 1793 gennaio 23 - 1801 dicembre 31 «Filza di scrittura 1793 in 1801». Documenti e atti giustificativi di 'cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Beni liberi, Sicilia, Napoli, Roma, Parigi, Vienna, Londra. Filza di 300 fascc. 155 1794 aprile 7 - 1801 dicembre 31 «Filza di scrittura 1794. 25. aprile in 31 dicembre 1801». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Beni in fedecommesso. Filza di 179 fascc. 156 1802 gennaio 21 - 1804 dicembre 31 «Filza di scrittura 1802 in 1804 P.G.P. Beni liberi e fedecommesso». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Filza di 150 fascc. 157 1805 gennaio 9 - 1807 dicembre 31 «Filza di scrittura 1805 in 1807 P.G.P. Beni liberi e fedecommesso». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Filza di 80 fascc. 158 1808 gennaio 2-1810 dicembre 31 «Filza di scrittura 1808 in 1810 P.G.P. Beni liberi e fedecommesso». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Filza di 200 fascc. 159 1811 gennaio 3 - 1814 dicembre 31 «Filza di scrittura 1811 in 1814 P.G.P. Beni liberi e fedecommesso». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Filza di 214 fascc. 124 Ramo primogenito 160 1822 - 1825 Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate domestiche e patrimoniali. Filza di 161 fascc. 161 1772 - 1782 «Ricevute e conti 1772 in 1782». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 88 fascc. 162 1782 - 1784 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 96 fascc. 163 1784 aprile 2 - 1801 dicembre 31 «P.G.P. 1784 in 1801 Filza di cassa». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 225 fascc. 164 1792 gennaio 2 - 1795 dicembre 31 «Filza 1794 e 1795». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di ìli fascc. 165 1795 - 1830 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei seguenti beni: 1. Immobili diversi, vico Carmagnola, salita Pallavicini. 2. Stabili in Novi (1795). 3. Proprietà Scalvini (Fontanella, vicino a Bergamo, 1806-1816). 4. Manutenzione palazzo di via Luccoli (1825-1830). Filza di 4 fascc. Archivio generale ■ Scritture contabili 125 *66 1796 gennaio 2 - 1798 dicembre 31 «Filza di ricevute 1796.1797.1798». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 408 fascc. 167 1799 gennaio 2 - 1801 dicembre 31 «Filza di cassa 1799 in 1801». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 358 fascc. 168 1802 gennaio 5 - 1804 dicembre 31 «Filza di cassa 1802 in 1804 P.G.P. Beni liberi». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 418 fascc. 169 1802 - 1809 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la manutenzione della villa di Rivarolo. Busta di 457 fascc. 170 1803 agosto 29 - 1805 gennaio 30 «1805 Conti per il ristoro della casa nella salita Pallavicini eredità D.P.». Conti quietanzati nella casa in salita Pallavicini proveniente dall’eredità di Domenico Pallavicini q.Paolo Gerolamo III. Filza di 60 fascc. 171 1804 - 1830 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la permanenza in Milano (1804-1805), elemosine (1814) e tasse (1824-1830). Filza di 5 fascc. 126 Ramo primogenito 172 1808 gennaio 4 - 1809 dicembre 31 «Filza di cassa 1808 in 1809». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Tassa sulle finestre. Filza di 260 fascc. 173 1810 gennaio 2 - 1813 novembre 27 «Filza di cassa. Conti e ricevute 1810 in 1813». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 289 fascc. 174 1816-1819 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 464 fascc. 175 1820 - 1822 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 316 fascc. 176 1823 - 1824 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 283 fascc. 177 1825 - 1830 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 512 fascc. 178 1794 luglio 1 - 1801 dicembre 31 «P.G.P. 1794 in 1801. Spese di casa» Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 484 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 127 179 1798 gennaio 9 - 1804 dicembre 31 «Filza delle spese di casa 1798 in 1804». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 420 fascc. 180 1805 gennaio 18 - 1813 dicembre 22 «Filza spese di casa 1805 in 1813». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 442 fascc. 181 1814 marzo 1 - 1825 dicembre 31 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 380 fascc. 182 1809 - 1829 Avvisi di imposizione di imposte dirette. Filza di 116 fascc. 183 1773 - 1783 «1773 in 1783. Tratte e rimesse». Giornale di cassa delle entrate e uscite per la gestione patrimoniale. Reg. di 96 cc., mm. 350x130. 184 1794 - 1801 «Cassa P.G. 1794 in ...». Giornale di cassa delle entrate e uscite per la gestione patrimoniale. Nelle ultime carte mastro di alcuni conti. Reg. di 143 cc., mm. 348x254. 128 Ramo primogenito 185 1808 - 1833 Libri contabili della gestione patrimoniale: 1. 15 brogliacci di cassa annuali dei fedecommessi (1808-1822). 2. 8 brogliacci di cassa (1824-1831). 3. 4 giornali di cassa (1830 agosto 28 - 1833 agosto 24). Regg. n. 27, tutti mm. 310x225. 186 1818 - 1830 Giornali di cassa annuali della gestione patrimoniale. Manca il 1824. Regg. n. 11, tutti mm. 310x220. 187 1830 - 1832 Brogliacci di cassa delle uscite del 1830 e di alcune partite della gestione patrimoniale. Regg. n. 2, tutti mm. 310x220. 188 1792 - 1833 Atti pubblici e privati relativi al prestito effettuato dai Pallavicini al conte Alessandro Ottolini di Verona: impegni, transazioni, convenzioni, riparti, elenchi, ipoteche, rendiconti, relazioni, lettere. Il 31 maggio 1792 il conte Alessandro Ottolini q.Antonio di Verona accende con i Pallavicini un debito che, incrementato varie volte ed accresciuto degli interessi non corrisposti, il 31 dicembre 1811 ammonta a L. 636.985. Per la ripartizione del credito si forma un «consorzio Pallavicini», detto anche «consorzio Ottolini», composto da Brignole, Cattaneo, Durazzo, Grimaldi, Pallavicini. Cassetta contenente 425 fascc. Con pandetta. 189 1794 - 1821 Doppia serie degli stati patrimoniali annuali del patrimonio libero e in fedecommesso. Stati patrimoniali dell’eredità di Giovanni Carlo, di quella di Domenico e dei beni genovesi spettanti a Giuseppe V. Filza di 370 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 129 190 1799 - 1803 «Transazione 1800». Partitario dei conti delle operazioni finanziarie effettuate per l’esecuzione dei pagamenti alla Cassa nazionale imposti dalla Legge 4 e 5 giugno 1799. Vendita fittizia di parte del patrimonio. Reg. di 196 cc., mm. 295x210. 191 1801 - 1826 Rendiconti dell’attività finanziaria in Milano redatti dal procuratore in loco Carlo Annoni. Filza di 86 fascc. 192 1804 luglio 2-1814 marzo 15 «Fogliazzo de’ ricapiti per li trapassi de’ capitali di Francia». Scritture diverse relative a cessioni di partite dei prestiti aperti a Genova in favore di alcuni mutuatari francesi (Città di Lione, Città di Marsiglia, Luigi XVI). Filza di 149 fascc. 193 1804 luglio 4 - 1814 marzo 16 «Filza de’ trapassi E». Scritture diverse relative a cessioni di partite dei prestiti aperti a Genova in favore di alcuni mutuatari francesi (Città di Lione, Città di Marsiglia, Luigi XVI). Filza di 252 fascc. 194 1806 - 1836 Atti pubblici e privati relativi al prestito accordato al marchese Antonio Malvezzi Campeggi di Bologna: impegni, ipoteche, stime, riparti, rendiconti, lettere. Il 7 giugno 1808 il marchese Antonio Malvezzi Campeggi di Bologna accende un debito con Paolo Gerolamo IV di L. 338.000, a garanzia del quale viene ipotecata la tenuta denominata «Malalbergo» nell omonimo comune. Nel 1823 lo stesso Malvezzi contrae un ulteriore debito coi Pallavicini per il pagamento degli interessi arretrati. Nel 1836 Antonio Malvezzi cede Malalbergo al principe Ercole Pallavicini di Bologna che si era accollato l’intero debito. Busta di 4 fascc. 130 Ramo primogenito RANIERI, AUAS DOMENICO, q.GIOVANNI CARLO 195 1789 gennaio 7 - 1794 aprile 24 «A. 1789 in 1794. Filza conti e ricevute dell’eredità del fu signor Domenico Pallavicino». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e delle uscite provenienti dalla gestione dell’eredità di Domenico q.Paolo Gerolamo III, effettuata da Giovanni Carlo per il figlio Ranieri titolare di essa. Filza di 418 fascc. 196 1794 aprile 25 - 1801 dicembre 31 «D.P. 1794 in 1801». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e delle uscite provenienti dalla gestione dell’eredità di Domenico q.Paolo Gerolamo III, effettuata da Ranieri e dopo il 1798 da Paolo Gerolamo IV. Filza di 321 fascc. 197 1789 novembre 30 - 1798 maggio 28 «1789 in 1801. Filza di scrittura del fedecommesso del signor marchese Domenico alias Ranieri Pallavicini». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e uscite provenienti dalla gestione dei beni in fedecommesso pervenuti in eredità da Domenico q.Paolo Gerolamo III. Conti di Mombaruzzo, Sassello, Sicilia. Filza di 51 fascc. 198 1783 dicembre 24 - 1801 novembre 19 «R.P. 1784 in 1801». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale, proseguita dal fratello Paolo Gerolamo IV, dopo il 1798, per gli adempimenti testamentari. Spese per la malattia e i funerali di Ranieri. Filza di 391 fascc. 199 1794 agosto 7 - 1795 dicembre 31 «Spese di casa. Filza 1794 in 1795». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica dei fratelli Paolo Gerolamo IV e Ranieri congiuntamente. Filza di 236 fascc. Archivio generale ■ Scritture contabili 131 1796 gennaio 7 - 1797 dicembre 31 «Filza spese di casa 1796 in 1797». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica dei fratelli Paolo Gerolamo IV e Ranieri congiuntamente. Filza di 183 fascc. 201 1790 luglio 5 - 1792 agosto 30 «Estimo di tutti li mobili ritrovati alla morte del fu illustrissimo Domenico Pallavicino q. excellentissimi Pauli Hieronimi nel suo appartamento a tetto del palazzo in strada Lomellina lasciati per legato aH’illustrissimo signor Ranieri Pallavicini excellentissimi Iohannis Caroli». Inventario dell’intero arredamento presente nel palazzo di via Lomellini che Ranieri eredita da Domenico q.Paolo Gerolamo III. Risulta tutto venduto in asta pubblica il 30 agosto 1792 a Giovanni Battista Cambiaso per l’importo di L. 90.000, ad eccezione di alcuni quadri. Reg. di 190 pp., mm. 310x215. Corrispondenza In questa breve introduzione, benché posta in apertura della serie «Corrispondenza» dell’archivio del ramo primogenito Pallavicini, si espongono questioni e soluzioni che riguardano anche la medesima serie dell’archivio dei Pallavicini di via Lomellini. Il materiale delle due serie era mischiato ed era restata integra solo qualche filza del secondo archivio; la maggior parte delle lettere era riunita in filze recenti in base ad una sommaria distinzione cronologica annuale, ma non vi era alcuna distinzione né per provenienza, né per destinatario, al contrario, i frequenti casi di omonimia avevano indotto non poche confusioni di personaggi nelle attribuzioni effettuate. La situazione era piuttosto scoraggiante in considerazione della dimensione del fondo costituito inizialmente da 154 filze: non restava che procedere ad una preliminare distinzione delle serie ed alla loro iniziale approssimativa divisione temporale in secoli di appartenenza. Fatto questo, si è intrapresa la schedatura totale di tutte le lettere indicando per ognuna i seguenti elementi: numero provvisorio di filza, destinatario, mittente, località di provenienza, data. Dopo lungo tempo e lavoro si è stati finalmente in grado di riunire tutte le lettere secondo il criterio di ordinamento stabilito e più .rispettoso della progressione storica di formazione dell’archivio: le lettere sono ordinate in base al destinatario e poi sono disposte in ordine cronologico. Le miniserie delle lettere di ogni destinatario sono numerate, posizionate a scaffale ed indicate in inventario secondo la successione genealogica dei vari titolari. Uguale sistema si è adottato per la sottoserie dei copialettere per i quali la schedatura è stata analoga, ma ovviamente ben più rapida. La serie è corredata dall’indice globale dei nomi dei corrispondenti sia nella veste di mittenti che di destinatari. Di ognuno si è indicato il cognome, il nome, la località in cui si trova e l’anno della corrispondenza: in base all’anno si risale alla filza, o al copialettere, che lo contiene, come indicato in inventario. L’archivio è corredato inoltre dall’elenco completo di tutte le lettere, passaggio obbligato per l’indicizzazione, ma che si mantiene come sussidio alla consultazione in loco, non potendolo pubblicare per le sue dimensioni. Archivio generale - Lettere ricevute 133 Lettere ricevute GIOVANNI FRANCESCO I (1592 - 1629) 202. 1592-1599 208. 1609 214. 203. 1600-1602 209. 1610 215. 204. 1604-1605 210. 1611 216. 205. 1606-1607 211. 1612 217. 206. 1607-1608 212. 1613 218. 207. 1608 213. 1613 1614-1616 1617 1617 1617 1618-1629 OPIZIO SPINOLA, suocero di Giovanni Francesco I 219. 1613-1637 PAOLO GEROLAMO I (1630 - 1680) 220. 1630-1634 221. 1635-1637 222. 1638-1645 223. 1646-1652 224. 1653-1660 225. 1661-1668 226. 1672-1678 227. 1679-1680 PAOLO GEROLAMO I e ANGELO (1636 - 1714) 232. 233. 228. 229. 230. 231. 1636-1637 1640-1645 1673-1678 1679-1680 234. 1701-1706 1706-1710 1711-1714 ANGELO (1640 - 1680) 235. 1640-1645 236. 1646-1668 237. 1673-1680 PIETRO ANTONIO q.Giovanni Francesco I, carmelitano «Pietro Maria della Croce» 238. 1626-1630 PIETRO MARIA q.Giovanni Francesco I 239. 1644-1680 134 Ramo primogenito GIOVANNI FRANCESCO II (1662 - 1698) 240. 1662-1663 244. 1672-1673 241. 1664 245. 1674-1679 242. 1665 246. 1680-1690 243. 1666-1669 247. 1691-1698 MARIA AURELIA SPINOLA GRIMALDI CEBÀ, moglie di Giovanni Francesco II 248. 1702-1727 OPIZIO q.Paolo Gerolamo I, cardinale 249. 1648-1672 PIETRO ANTONIO q.Paolo Gerolamo I 250. 1667-1680 GIOVANNI FRANCESCO q.Gerolamo q.Giovanni Francesco I 251. 1672-1679 PAOLO GEROLAMO II (1698 - 1751) 252. 1698-1705 256. 1726-1730 253. 1706-1712 257. 1731-1737 254. 1713-1718 258. 1738-1744 255. 7192-1725 259. 1745-1751 GIOVANNI FRANCESCO III 260. 1750-1787 GIOVANNI CARLO (1748-1794) 261. 1748-1753 262. 1754-1756 263. 1757-1759 264. 1760-1763 265. 1764-1767 266. 1768-1770 267. 1771-1774 268. 1775-1777 269. 1778-1781 270. 1782-1785 271. 1786-1789 272. 1790-1794 Archivio generale - Lettere ricevute 135 PAOLO GEROLAMO IV (1772 - 1833) 273. 1772-1782 282. 1808-1809 291. 1822 274. 1783-1793 283. 1810-1811 292. 1823 275. 1794-1795 284. 1812-1813 293. 1824 276. 1796-1797 285. 1814-1815 294. 1825 277. 1798-1799 286. 1816-1817 295. 1826 278. 1800-1801 287. 1818 296. 1827 279. 1802-1803 288. 1819 297. 1828 280. 1804-1805 289. 1820 298. 1829-1830 281. 1806-1807 290. 1821 299. 1831-1833 RANIERI, alias Domenico, q.Giovanni Carlo (1761 - 1795) 300. 1761-1788 301. 1789-1795 Copialettere in partenza Sono qui descritti i registri cronologici delle copie delle missive in partenza prevalentemente da Genova per varie destinazioni. All’epoca di Giovanni Carlo vengono intitolati «Registro di Casa» e possono far pensare ad una natura contabile delle registrazioni che vi dovevano essere effettuate, ma continuano ad essere sempre e solo dei copia-lettere. GIOVANNI FRANCESCO I 302 1623 dicembre 15 - 1626 maggio 13 « 1624.YHS.Registro di lettere espaedii principato a genaro 1624». Reg. di 132 cc., mm. 315x230. PAOLO GEROLAMO I 303 1628 giugno 9 - 1634 agosto 25 «1628 a di 15 giugno. Registro delle lettere si scrivono in Spagna al signor Giovanni Luca per conto della sigortà e altre varie. 1628». Reg. di 48 cc., mm. 310x220. 136 Ramo primogenito 304 1634 marzo 10 - 1635 maggio 10 «Registro di lettere che si scrivono in Spagna e parti d’Italia del signor Paolo Geronimo Pallavicino. 1634». Reg. di 144 cc., mm. 310x220. 305 1635 maggio 10 - 1636 luglio 12 «Registro di lettere di Spagna et Italia. 1635 e 1636». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 306 1636 aprile 3 - 1637 giugno 6 «MDCXXXVI. Registro particolare del signor Paolo Geronimo Pallavicino. 1636». Lettere inviate esclusivamente a Madrid o a Milano. Reg. di 40 cc., mm. 310x220. 307 1636 luglio 11 - 1638 aprile 30 «MDCXXXVI. Registro delle lettere di Spagna et Italia. 1637 e 1638». Reg. di 278 cc., mm. 340x260. 308 1643 gennaio 3 - 1643 novembre 19 «MDCXXXXIII». Alcune lettere sono di Francesco Maria Lomellini q.Pietro, marito della sorella Francesca. Reg. di 328 cc., mm. 340x260. 309 1650 gennaio 1 - 1650 dicembre 28 Copie su fogli singoli, non legati, delle lettere inviate da Palermo. Filza di 122 cc. 310 1652 gennaio 2 - 1653 febbraio 28 Copie su fogli singoli, non legati, delle lettere inviate da Palermo. Filza di 198 cc. Archivio generale - Copialettere in partenza 137 311 1667 gennaio 11 - 1667 dicembre 21 «Registro di lettere dell’anno 1667». Copie su fogli singoli, non legati, delle lettere in partenza. Filza di 210 cc. 312 1673 gennaio 24 - 1673 dicembre 20 «Registro del 1673». Copie su fogli singoli, non legati, delle lettere in partenza. Filza di 68 cc. GIOVANNI FRANCESCO II 313 1684 maggio 6 - 1684 luglio 16 «1684. Secondo registro delle lettere dell illustrissimo et eccellentissimo signor Giovanni Francesco Pallavicino commissario per le fortificazioni di Savona della serenissima Repubblica di Genova, scrivendo il notaro Domenico Mutio canceliere». Reg. di 96 cc., mm. 310x220. MARIA AURELIA SPINOLA GRIMALDI CEBÀ 314 1718 Aprile 30 - 1722 aprile 22 «Registro». Reg. di 40 cc., mm. 320x225. PAOLO GEROLAMO II 315 1708 luglio 20 - 1709 dicembre 22 «1708 1709. Registro e note diverse». Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 316 1710 gennaio 4 - 1711 dicembre 31 «1710 gennaro. Registro di lettere». Reg. di 300 cc., mm. 340x260. 138 Ramo primogenito 317 1712 gennaio 2 - 1713 agosto 5 «DOM. 1712. Registro di lettere». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 318 1713 luglio 12 - 1715 marzo 23 «Registro di lettere dalli 12 luglio 1713 alli 23 marzo 1715». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 319 1715 marzo 23 - 1716 ottobre 24 «Registro di lettere dalli 23 marzo 1715 a 24 ottobre 1716». Reg. di 290 cc., mm. 340x260. 320 1724 aprile 22 - 1726 agosto 21 «Registro di lettere da 22 aprile 1724 a 21 agosto 1726». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 321 1724 aprile 22 - 1728 luglio 31 «Registro dalli 22 aprile 1724 sino alli 31 luglio 1728. Registro di lettere». Reg. di 190 cc., mm. 340x260. 322 1728 agosto 4 - 1730 novembre 11 «1728 di agosto. Registro di lettere». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 323 1732 agosto 23 - 1735 dicembre 31 «Registro dalli 23 agosto alli 31 dicembre 1735». Reg. di 282 cc., mm. 340x260. 324 1736 gennaio 7 - 1737 settembre 7 «1736 in 1737». Reg. di 242 cc., mm. 340x260. 325 1737 settembre 14 - 1739 settembre 12 «1737 in 1739». Reg. di 290 cc., mm. 340x260. Archivio generale ■ Copialettere in partenza 139 326 «1739 in 1742». Reg. di 294 cc., mm. 340x260. 327 «1742 in 1745». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 1739 settembre 19 - 1742 novembre 10 1742 settembre 17 - 1745 ottobre 11 328 1745 novembre 27 - 1749 dicembre 27 «Registro di casa. 1745 novembre 1749 dicembre. 1745 in 1749». Dal 3 dicembre 1746 sono del figlio Giovanni Carlo. Reg. di 288 cc., 340x260. GIOVANNI FRANCESCO III 329 Reg. di 42 cc., mm. 320x230. 330 «Ventitreesimo quinterno». Reg. di 104 cc., mm. 320x230. 331 «Trentesimo quinterno». Reg. di 96 cc., mm. 320x230. 1750 novembre 3 - 1750 dicembre 31 1754 agosto 2 - 1754 dicembre 13 1756 ottobre 22 - 1757 marzo 15 332 1784 giugno 6 - 1792 febbraio 3 «1784 in 1792. Registro di lettere del signor Giovanni Francesco Pallavicini». Reg. di 144 cc., mm. 310x220. GIOVANNI CARLO 333 1750 gennaio 3 - 1760 luglio 5 «Registro di casa. 1750 gennaro 1760 luglio». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 140 Ramo primogenito 334 1760 luglio 9 - 1767 ottobre 24 «Registro di casa. 1760 luglio 1767 ottobre / 1760 9 luglio registro di lettere». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 335 1767 ottobre 31 - 1772 agosto 15 «Registro di casa. 1767 ottobre 1772 / 1767 31 ottobre. Registro di lettere». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 336 1772 agosto 15 - 1775 dicembre 30 «Registro di casa. 1772 agosto 1775 dicembre / Registro 1772 agosto». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 337 1776 gennaio 6 - 1779 ottobre 30 «Frignano. Registro di casa. 1776 gennaro 1779 ottobre / 1776 al 1779 30 ottobre». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 338 1779 ottobre 30 - 1785 marzo 1 «Registro di casa. 1779 ottobre 1785 marzo / Registro di casa 1779 30 ottobre sino al primo marzo 1785». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 339 1785 gennaio 1 - 1790 settembre 18 «Registro di casa. 1785 gennaro 1790 settembre / 1785 in 1780 18 settembre». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 340 1790 settembre 20 - 1794 giugno 28 «Casa. Registro di casa. 1790 settembre 1794 giugno / Registro di casa 1790 20 settembre a 28 giugno 1794». Dal 26 aprile 1794 sono del figlio Paolo Gerolamo IV. Reg. di 288 cc., mm. 340x260. Archivio generale ■ Copialettere in partenza 141 341 1788 gennaio 5 - 1802 luglio 31 «1788. Registro di lettere di affari esteri». Copialettere delle missive inviate a Vienna, Buda e Praga da Giovanni Carlo e dai figli per investimenti finanziari su quelle piazze. Reg. di 120 cc., mm. 350x250. PAOLO GEROLAMO IV Paolo Gerolamo IV è assente da Genova dal 9 settembre 1797 e da questa data viene posta in essere una doppia serie di copialettere: la prima qui di seguito è quella compilata dai suoi procuratori ed amministratori genovesi che gli scrivono nelle varie città in cui si trova durante le lunghe permanenze all’estero di cui si è parlato nell’introduzione generale, la seconda (dal n. 345), che inizia il 12 settembre 1797 e prosegue dopo la morte di Paolo Gerolamo IV ad opera del figlio Ignazio Alessandro, è quella scritta, in buona parte di proprio pugno, dal marchese in esilio ai suoi fiduciari di Genova ed anche a numerosi altri corrispondenti italiani e stranieri. 342 1794 luglio 5 - 1798 agosto 25 «Registro di casa 1794 primo luglio a 25 agosto 1798». Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 343 1798 agosto 25 - 1807 gennaio 17 / 1811 marzo 8 -1811 settembre 12 / 1812 marzo 16 - 1813 novembre 20. «Registro di casa 1798 25 agosto al 1807 17 gennajo e 1811 8 marzo». Copialettere delle missive inviate dai procuratori di Paolo Gerolamo IV durante le sue assenze da Genova. Le lettere sono prevalentemente indirizzate al marchese. Reg. di 288 cc., mm. 340x260. 344 1810 aprile 25 - 1810 dicembre 17 «Registro di lettere del prete Sebastiano Vicini a diversi durante il soggiorno in Parigi del signor Paolo Girolamo Pallavicini da 25 aprile a 17 dicembre 1810». Copialettere delle missive inviate dall’abate Sebastiano Vicini durante la permanenza a Parigi di Paolo Gerolamo IV. Reg. di 52 cc., mm. 315x230. 142 Ramo primogenito 345 1797 settembre 12 - 1800 gennaio 8 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Regg. n. 33 di 40 cc. ciascuno, numerati 1-33, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. 346 1800 gennaio 11 - 1802 novembre 24 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Regg. ». 30 di 40 cc. ciascuno, numerati 34-63, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. 347 1802 novembre 24 - 1807 settembre 5 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Regg. n. 9 di 80 cc. e regg. 5 di 160 cc. ciascuno, numerati 64-11, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. 348 1807 settembre 5-1817 gennaio 4 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Regg. n. 13 di 160 cc. ciascuno, numerati 18-90, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. 349 1817 gennaio 4 - 1823 giugno 30 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Regg. n. 14 di 160 cc. ciascuno, numerati 91-104, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. 350 1823 luglio 5 - 1832 gennaio 12 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Regg. n. 14 di 160 cc. ciascuno, numerati 105-118, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. 351 1832 gennaio 14 - 1837 marzo 21 Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV. Dal 20 febbraio 1833 sono del figlio Ignazio Alessandro. Regg. ». 12 di 160 cc. ciascuno, numerati 119-130, paginazione e numerazione delle lettere interne ad ogni registro, mm. 300x220. Archivio generale - Copialettere in partenza 143 352 1797 settembre 12 - 1827 marzo 28 «Pandetta del carteggio 1797 in 18...». Indice alfabetico dei corrispondenti che compaiono nei registri copia-lettere n. 1-127 di Paolo Gerolamo IV esule. Reg. di 40 cc., mm. 295x210. 353 1801 maggio 17 - 1806 ottobre 4 «Lettere al reverendo Vicini. Registro n. ... da ... a ... P.G.P.». Copialettere delle missive inviate da Paolo Gerolamo IV al reverendo Sebastiano Vicini, suo procuratore generale. Regg. n. 12 di 60 cc. ciascuno, tutti mm. 300x220. «Registro di lettere scritte il signor Paolo nostro da Milano a diversi da 10 febbraio 1802». Seconda registrazione di lettere inviate da Milano a Rezzo, Sassello e Masone, già registrate nei rispettivi copialettere. Forse compilato in Genova. Reg. di 20 cc., mm. 310x220. MADDALENA GRIMALDI PALLAVICINI 355 1819 marzo 6 - 1828 dicembre 13 «Registro di lettere». Copialettere delle missive inviate da Genova a Rocca Grimalda e Ovada. Reg. di 54 cc., mm. 310x220. 354 1802 febbraio 10 - 1803 maggio 18 . I FRIGNANO Quando nel 1618 Giovanni Francesco Pallavicini entrò in possesso, attraverso un suo procuratore ^ del feudo o casale di Frignano Piccolo, la famiglia Pallavicini aveva già da diversi anni interessi finanziari nel regno di Napoli2. Il casale si trovava nella provincia di Terra di Lavoro (attualmente in provincia di Caserta), presso la città di Aversa, in una zona di eccezionale fertilità: l’Agro Aversano 3. Esso divenne proprietà della famiglia Pallavicini insieme al picco- lo feudo della Cerqua o di Collacerque (situato nel territorio del casale di Frignano) quando Francesco I lo acquistò per 80.000 ducati ad un’asta indetta per soddisfare i creditori di Muzio Mormile, duca di S. Cesareo, precedente proprietario dei due feudi. Dalla documentazione pervenutaci4 la famiglia Mormile risulta essere stata investita del casale di Frignano Piccolo nel 1389 da Ladislao di Durazzo 5 ed essere entrata in possesso del feudo di Collacerque nel 1538, quando lo acquistò da Giuliano Perez, che ne era stato a sua volta investito nel 1534 dall’imperatore Carlo V. Dopo questa data i due feudi risulteranno essere un’unica entità e quindi nella denominazione «Frignano Piccolo» si intenderà sempre anche il feudo di Collacerque 6. Nel corso del XVI secolo molti genovesi si stabilirono nel regno di Napoli e gradatamente si trasformarono in feudatari meridionali, 1 Quel Paolo Battista Gorfoglietti che sarà il primo amministratore di Frignano (cfr. elenco allegato). 2 Cfr. nn. 362-363. Da questa documentazione, insieme a quello di Giovanni Francesco, risultano frequenti i nomi di suo padre Gerolamo e di suo nonno Damiano, oltre a quelli di altri appartenenti alla famiglia Pallavicini. 3 Cfr. L. Giustiniani, Dizionario geografico del Regno di Napoli, Bologna, ri-st.an. 1969-1970, IV, p. 390; A. Lepre, Terra di lavoro nell’età moderna, Napoli, 1978, p. 24. 4 La documentazione relativa alla proprietà Mormile del feudo risulta tutta in copia del XVII secolo. 5 L'investitura alla famiglia Mormile fu riconfermata nel 1462 da re Ferrante. 6 Nel 1812 il feudo di Collacerque, anche per le sue esigue dimensioni, è ormai considerato solamente un territorio del feudo di Frignano (cfr. n. 371). 146 Ramo primogenito dapprima trattando affari con la nobiltà locale e successivamente ap-proffittando delle difficoltà finanziarie di questa per entrare in possesso dei suoi beni7. E fu proprio ciò che accadde alla famiglia Mormile che, essendo in gravi difficoltà economiche almeno dalla metà del XVI secolo 8, fu costretta nel 1618, incalzata dai creditori, a mettere all’asta i propri beni. Dalla documentazione pervenutaci non risulta che Giovanni Francesco Pallavicini fosse tra il cospicuo numero di creditori della famiglia Mormile 9, la sua scelta quindi di entrare nel numero dei baroni napoletani non fu dettata dal tentativo puramente casuale di far fronte, come nel caso delle tonnare siciliane, all’insolvibilità di un creditore, ma fu una scelta oculata di investimento di capitali: non può inoltre sfuggire il fatto che solamente pochi anni dopo, nel 1630, Pao- lo Gerolamo I, primogenito di Giovanni Francesco, proprio in quanto barone di Frignano Piccolo fu investito dall’imperatore Ferdinando II del titolo di marchese del Sacro romano impero 10. Qualunque sia stata la causa dell’acquisto del feudo di Frignano, la famiglia Pallavicini ne rimase in possesso per ben tre secoli, facendone uno dei cardini dell’economia di famiglia: il feudo fu infatti istituito in fedecommesso da Giovanni Francesco I a favore del figlio primogenito Paolo Gerolamo e quindi, in linea discendente, a tutti i primogeniti, che dovevano però corrispondere ai fratelli una rendita annua sul reddito di Frignano, rendita che era poi ereditata dai discendenti di questi n. Il feudo di Frignano Piccolo, almeno da quanto risulta dalla documentazione 12, era di piccole dimensioni: sembrano, infatti, farne parte solamente quattro territori, per una misura totale di 327 moggia ’3: la Difesa dei Mormili, Griffano e Starzella, corpi feudali di Frignano, e la 7 Cfr. A. Lepre, Terra... cit., p. 57. 8 Nel 1554 Costanza Bonifacio, vedova di Antonio Mormile, fu costretta a vendere il feudo a Giovanni Geronimo Gennaro che a sua volta lo rivendette a Ippolito Reverterio, e proprio dagli eredi del Reverterio lo ricomprò nel 1579 Antonio Mormile, nipote della suddetta Costanza (cfr. albero genealogico allegato). 9 Degli 80.000 ducati pagati da Giovanni Francesco Pallavicini per l’acquisto del feudo di Frignano circa 30.000 furono subito ripartiti tra i creditori dei Mormile. 10 Cfr. n. 367 dove è conservato il privilegio originale. 11 Nel 1634 questa rendita era di 400 ducati; nel 1656 Paolo Gerolamo 1 non intendeva più pagare questa cifra ai fratelli Angelo, Pietro Maria e Luca, aprendo un procedimento giudiziario ancora esistente nel 1689 (cfr. n. 356). 12 Bisogna però tenere presente che la prima descrizione analitica del feudo risale alla fine del XVIII secolo; essa è comunque confermata da quella conservata in un atto di causa del 1812 (cfr. nn. 367, 371). 13 II moggio era la misura di superficie in uso nel Regno di Napoli: 1 moggio = 699,8 mq. Frignano 147 Starza, unico territorio del feudo di Collacerque 14. Difficile è riuscire a stabilire con certezza come i marchesi Pallavicini ne gestissero l’amministrazione. Primo amministratore fu sicuramente quel Paolo Battista Gorfoglietti che nel 1618, come procuratore di Giovanni Francesco I, acquistò il feudo dai Mormile. A lui fece seguito tutta una serie di personaggi il cui ruolo nella gestione del feudo e degli interessi Pallavicini nel Regno è molto difficile da ricostruire I5. Possiamo comunque affermare con una certa sicurezza che il feudo veniva quasi sempre amministrato non da personalità locali, ma da persone scelte dal marchese a Genova, spesso tra i suoi stessi familiari 16; talvolta l’amministratore diventava vero e proprio affittuario del feudo per un periodo di quattro o cinque anni. È interessante notare inoltre come contro quasi tutti i propri amministratori la famiglia Pallavicini si trovi costretta ad intentare cause o per appropriazione indebita o per cattiva amministrazione del feudo. Accanto alla figura dell’amministratore vi era poi quella dell’erario, colui cioè che riscuoteva dagli affittuari dei terreni le rendite, quasi sempre in natura, ma talvolta in denaro, e teneva la contabilità; a differenza degli amministratori questi erano sempre personalità locali17. Dalla documentazione contabile i territori del feudo di Frignano risultano essere intensamente coltivati, in parti-colar modo, a grano ed altri cereali, a legumi, ortaggi, ma vi si trovano anche alberi da frutto, piante utili alla manifattura tessile come la canapa e il lino e piante cedue come i pioppi; degna di nota è inoltre la 14 Ai corpi feudali di Collacerque appartenevano anche due giardini nelle vicinanze del palazzo baronale. Erano poi considerati beni feudali di Frignano il macello, la taverna e il molino. 15 Vedi l’elenco allegato. Questa ricostruzione è resa ancora più complessa dal fatto che non tutta la corrispondenza da Frignano e Napoli è conservata nella serie Frignano Piccolo; un valido ausilio è comunque venuto dall analisi dei copialettere dell'archivio generale. 16 Ad esempio Pietro Antonio e Giulio Pallavicini (cfr. elenco allegato). 17 Proprio la figura dell’erario può spesso ingenerare confusione, insieme ai nomi di eventuali procuratori o curatori degli interessi Pallavicini nel Regno, nella ricostruzione di un elenco completo degli amministratori del feudo di Frignano, perché nella documentazione non ne è quasi mai specificata la funzione. Solamente dagli inizi del XVIII secolo conosciamo con sicurezza il nome degli erari: Antonio della Corte (1708-1715), Alessandro Conti (1716), Giuseppe Quarta (1724-1737), Michele Lazzaro di Bosco (1737-1740), Marcello Toma (1740-1744). Dal 1744 poi apparterranno sempre alla famiglia Carotenuto: Saverio Carotenuto (1744-1769), Carlo Carotenuto (1769-1798), Paolo Carotenuto (1798-1813). Nel XVII secolo invece raramente si specificava questo titolo: un’eccezione è, ad esempio, Giovanni Bernardino Cantile sicuramente erario nel 1627-1629 (cfr. n. 380). 148 Ramo primogenito produzione di vino 18. Completamente assente sembra invece essere l’allevamento del bestiame. Introiti, oltre che dalle rendite in natura, venivano al barone anche dalla riscossione dei diritti feudali e dalle imposizioni fiscali sull’università di Frignano, massima espressione del potere popolare locale 19. Con l’abolizione dei diritti feudali del 1806 20, i Pallavicini persero il titolo di baroni di Frignano Piccolo e Collacerque, ma conservarono la loro proprietà che nel giro di alcuni anni risulterà dalla documentazione essere denominata come agenzia di Frignano. Per esigenze di uniformità con il resto dell’archivio Pallavicini l’ordinamento si è fermato alla data convenzionale del 1833 quando, dopo la morte di Paolo Gerolamo IV, la gestione del patrimonio venne assunta da Ignazio Alessandro 21, ma in realtà i Pallavicini rimasero proprietari di Frignano per tutto il XIX secolo, come è ampiamente testimoniato dalla restante documentazione 22. L’ordinamento e l’inventariazione dell’archivio comprendono 66 unità archivistiche con documenti dal 1530 (in copia dal 1389) al 1833. Essa riprende, per le prime 10 filze di documenti, un precedente ordinamento fatto eseguire probabilmente verso la fine del XVIII secolo da Giovanni Carlo Pallavicini2i. All’interno delle filze la numerazione progressiva dei fascicoli non rispetta un ordine cronologico, bensì un ordinamento tematico, infatti i fascicoli di documenti sono raccolti a formare «dossier» per i 18 Nel 1845 si tentò anche l’impianto della sericoltura. 19 Anche Frignano come le altre comunità del Regno si trovò molto spesso in opposizione al barone nel tentativo di conservare antichi diritti (cfr. A. Lepre, Terra ... cit., passim). L’università di Frignano Piccolo sembra essere stata governata da un capitano, che aveva anche il compito di amministrare la giustizia per conto del marchese, e che successivamente venne definito governatore. Nella seconda metà del XVIII secolo sembra invece prendere sempre più potere il parlamento degli Eletti, un organo collegiale. Va comunque ricordato che la documentazione in merito è molto frammentaria. 20 Cfr. n. 370. A quest’epoca risalgono diverse vertenze giudiziarie, che si protrassero per tutto il XIX secolo, tra la famiglia Pallavicini e la comunità di Frignano Piccolo, la quale tentò a più riprese di rendere demaniali le proprietà Pallavicini. 21 Cfr. Introduzione generale. 22 Nell'archivio di palazzo Durazzo Pallavicini sono infatti ancora presenti e da inventariare, almeno 7 buste di documenti datati sino al 1917, 3 buste di lettere sino al 1880 e 9 registri contabili sino al 1860. 23 Cfr. Introduzione generale. Dell’ordinamento settecentesco esiste un inventario analitico databile dopo il 1781, data dell’ultimo documento inseritovi (cfr. n. 366), che si può considerare come una pandetta generale di tutti e 10 i fogliazzi originali (cfr. nn. 356-365), che infatti sono sprovvisti di pandetta. Frignano 149 diversi affari, questi sì ordinati cronologicamente. Molti fascicoli presentano una segnatura alfabetica nettamente distinta da quella numerica, testimonianza di un precedente ordinamento ormai non più ricostruibile 24. Il resto della documentazione è stato invece conservato in buste composte in un successivo ordinamento (fine XIX - inizi XX secolo) che ha compromesso la ricostruzione dell’ordinamento originale 25. Le lettere ci sono giunte non ordinate e separate da quelle dell’archivio generale, sembra senza criterio alcuno: si è quindi provveduto ad ordinarle cronologicamente 26. Numerose sono poi le scritture di natura contabile: 25 registri e 6 filze. Le filze contabili27 presentano un ordinamento originale legato all’emissione della documentazione 28, a differenza dei primi 10 fogliazzi che furono ordinati alla fine del XVIII secolo secondo criteri che non tennero più conto dell emissione strettamente cronologica dei documenti29. La documentazione relativa all’amministrazione di Frignano fu conservata, come quella di tutte le proprietà maggiori, separatamente dall’archivio Pallavicini vero e proprio, così da costituire un archivio a sé. L’«archivio del feudo di Frignano», come è definito in alcune carte redatte negli ultimi anni di vita di Giovanni Carlo 30, era probabilmente conservato a Genova, non risultando mai dagli inventari dei beni esistenti nel palazzo baronale di Frignano la presenza di carte o registri d’archivio. La prassi inoltre di inviare a Genova mensilmente i rendiconti delle entrate e delle uscite, che venivano in breve tempo trasferiti nei libri contabili generali31, o annualmente un registro con la contabilità relativa all’anno appena trascorso 32, farebbe a maggior ragione propendere per questa ipotesi, diversamente da quanto per esempio accadde per l’archivio del feudo di Gabiano, di proprietà dei 24 Cfr. Introduzione generale. 2’ Cfr. nn. 367-371,403. 26 Cfr. nn. 404-419- 27 Cfr. nn. 372-377. 28 Si tratta, infatti, dei rendiconti mensili inviati periodicamente da Frignano a Genova. I fascicoli sono tutti numerati tranne quelli della filza n. 372. 29 Cfr. più sopra. 50 Vedi n. 367. 51 Prassi ampiamente testimoniata dagli inizi del XVIII secolo (cfr. nn. 372-377). 52 Da alcune carte databili alla fine del XVIII secolo risulta che quest'altra prassi fu in uso per tutto il secolo precedente. Risulta inoltre che esistevano dei libri contabili «con i soli conti di Frignano» per gli anni 1680, 1683, 1686, 1688, 1690-1694, 1705-1707: tutti registri oggi non più ritrovati. 150 Ramo primogenito marchesi Durazzo, conservato in due serie, una a Genova e 1 altra nel castello di Gabiano 33. Le carte conservate nell’archivio di Frignano non riguardano solamente la proprietà e la gestione del feudo, bensì i molti interessi finanziari che i Pallavicini ed altre famiglie genovesi avevano nel Regno di Napoli, tra queste in particolare gli Spinola, che si imparentarono con i Pallavicini quando Paolo Gerolamo I sposò Maddalena Spinola q. Opizio q. Michele 34. Albero genealogico della famiglia Mormile 35 : Andrillo (1389) I Giacomo I Annechino (1462, 1469) I Giacomo (1500-1532) Antonio (1533-1538) + Costanza Bonifacio Vittoria Muzio (|1551) Isabella Antonio (1579-1590) + Laura Capece 1-—1 Muzio (1590-1618) Marcello (duca di S. Cesareo) 55 Cfr. L’Archivio dei Durazzo marchesi di Gabiano, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXI/2 (1981), p. 415. 54 Cfr. nn. 362-363 e 367 dove sono conservate diverse carte relative alle rendite finanziarie nel Regno prima di Michele e poi di suo figlio Opizio Spinola. 55 Le date tra parentesi si riferiscono agli anni in cui è accertata l’esistenza dei diversi personaggi. Frignano 151 Elenco degli amministratori o agenti del feudo di Frignano Piccolo 36: 1618 Giovanni Battista Gorfoglietti 1624 Giovanni Battista de Mari 1629 Pietro Antonio Pallavicini 1631 Giovanni Bernardino Cantile 1634 Benedetto Vassallo 1640 Francesco Orlandini 1641 Giacomo Maria Spinola 1647 Giovanni Battista Tatis 1648 Stefano Merello 1652 Giulio Pallavicini 1655 Stefano Merello 1660 Giovanni Battista Berlingieri e Nicolò Andrea Queirolo 1665 Nicolò Peccietti 1669 Giovanni Guglielmo e Felice Sereni 1673 Giovanni Stefano Bava 1692 Giovanni Francesco Bianchetti 1708 Giovanni Antonio Conti 1719 Giovanni Antonio Conti e Giuseppe Pallavicini 1726 Giovanni Antonio Conti 1736 Giovanni Andrea Boccardo 1738 Carlo Antonio Pescio 1741 Giovanni Battista Assereto 1743 Gaetano Traverso 1744 Lorenzo Olivieri 1774 Bartolomeo Scala 1778 Paolo Covercelli 1806 Giovanni Andrea Romano 1809 Luigi Romano 1817 Paolo Covercelli 1821 Luigi Romano 1832 Gaetano Tubino N.B.: Nella serie del feudo di Frignano Piccolo si devono all’opera di Maddalena Giordano l’introduzione e la compilazione delle schede, mentre l’ordinamento dei pezzi è stato effettuato da Marco Bologna. 56 Di ogni amministratore si dà solo l’anno d’inizio. Fondamentali per la ricostruzione di questo elenco sono un fascicolo conservato nelle carte provenienti dalla Sicilia, che riporta i nomi di tutti gli ammininistratori del feudo fino al 1673 (cfr. Sicilia, n. 438), e i copialettere dell’archivio generale. Per gli anni compresi tra il 1673 e il 1708 la ricostruzione diventa quindi impossibile, per la frammentarietà delle notizie. Carte d amministrazione Fogliazzi originali 356 1618 - 1709 «Fogliazzo η. 1 ossia fogliazzo primo continente tutte le scritture che riguardano tutti li affari diversi occorsi fra signori Pallavicini ed altri riguardo al casale di Frignano Piccolo e feudo di Collacerque nel regno di Napoli». Documentazione attestante la proprietà dei feudi di Frignano Piccolo e Collacerque alla famiglia Mormile e il successivo passaggio ai Pallavicini. Scritture contabili ed amministrative relative alla gestione del feudo di Paolo Battista Gorfoglietti e Nicolò Andrea Queirolo. Atti di alcune cause criminali intentate presso la curia di Frignano. Pianta del territorio di Barca. Copie dell’investitura del feudo di Frignano Piccolo alla famiglia Mormile (1389, 1462) e di quella del feudo di Collacerque a Giuliano Perez (1534). Filza di 39 fascc. Mancano nn. 9/4, 22/2. 357 1619 - 1766 «N. 2 Fogliazzo secondo continente tutte le scritture che riguardano tutti li affari diversi occorsi fra signori Pallavicini et altri riguardo al casale di Frignano Piccolo e feudo di Collacerque nel Regno di Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative alla gestione del feudo da parte di Benedetto Vassallo, Giacomo Maria Spinola, Nicolò Picchetti ed altri. Instrumenti di debito, quietanze, elenchi di affittuari e debitori, imposizioni fiscali sull’università di Frignano, inventari dei beni conservati nel palazzo baronale, locazioni, registri contabili. Vendita di immobili in Napoli. Atti di causa relativi a conflitti d interesse sorti con diversi agenti del feudo di Frignano e con alcuni amministratori degli interessi Pallavicini nel regno di Napoli. Atti di alcune cause criminali intentate presso la curia di Frignano. Ordinanza che equipara i Pallavicini a feudatari del regno di Napoli (1622). Immunità concesse ad Agostino, Giovanni Battista, Stefano e Felice de Mari q. Giovanni Francesco come feudatari del regno di Napoli (1622). Testamento del q. Fruttuoso Vassallo (1634). Filza di 122 fascc. Mancano nn. 68, 70, 71. Frignano ■ Fogliazzi 153 358 1642 - 1778 «N. 3 Fogliazzo terzo continente tutte le scritture che riguardano tutti li affari diversi occorsi fra signori Pallavicini et altri riguardo al casale di Frignano Piccolo e feudo di Collacerque nel regno di Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative alla gestione del feudo da parte di Giacomo Maria Spinola, Stefano Merello, Giovanni Francesco Bianchetti, Giovanni Guglielmo e Felice Sereni, Lorenzo Olivieri e Paolo Covercelli. Istruzioni per la gestione del feudo, inventari dei beni conservati nel palazzo baronale, locazioni, ricevute di pagamenti effettuati con giri bancari. Filza di 79 fascc. 359 1620 - 1766 «N. 4 ossia fogliazzo primo continente tutte le scritture che riguardano li affari occorsi fra li signori Pallavicini solamente riguardo al casale di Frignano Piccolo e feudo di Collacerque nel regno di Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative alla gestione del feudo da parte di Giuseppe Pallavicini (1719, 1726), Pietro Maria Pallavicini ed altri. Imposizioni fiscali sull’università di Frignano, registri contabili, locazioni, progetti per l’acquisto della «bagliva» della città di Aversa (1737, 1766). Documentazione relativa all’istituzione del feudo in fedecommesso da parte di Giovanni Francesco I. Relazione sui diversi passaggi di proprietà del feudo della Cerque. Ordinanze regie a favore del barone Pallavicini, riconosciuto naturale del Regno. Elenco degli abitanti di Frignano Piccolo (1633). Documentazione relativa al legato istituito da Giovanni Francesco I sui redditi di Frignano a favore dei figli Angelo, Pietro Maria e Luca. Copia di un privilegio della regina Giovanna II a favore della città d’Aversa (1419). Filza di 89 fascc. Manca n. 68. 360 1635 - 1776 «N. 5 ossia fogliazzo secondo continente tutte le scritture che riguardano li affari occorsi fra li signori Pallavicini solamente riguardo al casale di Frignano Piccolo e feudo di Collacerque nel regno di Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative alla gestione del feudo da parte di Giulio Pallavicini, Giovanni Francesco Bianchetti, Paolo Covercelli ed altri. Istruzioni per la gestione del feudo. Atti della causa sorta per conflitto di interessi con Giulio Pallavicini. Diverse rileva- 154 Ramo primogenito zioni di terreni: tra le altre le piante dei territori di Barca e Fenile. Documentazione attestante diversi lavori di miglioria dei fondi. Relazione sui confini tra San Marcellino e Frignano Piccolo. Inventario dei beni feudali e i>urgensatici componenti il feudo. Documentazione relativa al catasto generale di Aversa (1760) e alla Buonatenenza, tassa che il barone deve pagare all’università di Frignano (1761). Filza di 64 fascc. Manca n. 38. 361 1683 - 1781 «N. 6 ossia fogliazzo continente tutte le scritture che riguardano li affari occorsi fra signori Pallavicini solamente riguardo al casale di Frignano Piccolo e feudo di Collacerque nel regno di Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative alla gestione del feudo, dalle quali risulta lo stato (rendite, fuochi) della comunità di Frignano Piccolo (1729) e la formazione del catasto (1761). Documentazione relativa alle rendite fiscali provenienti dall’università calabrese di S. Giovanni in Fiore (1749, 1754), ai tentativi di soppressione della collegiata di Frignano, alla «Gran Strada» che conduce da Napoli a Roma (1781). Relazione di Giacomo Maria Spinola sugli affari di Paolo Gerolamo I a Napoli. Documentazione relativa al donativo del 24% sui redditi di Frignano per la nascita dell’arciduca (1718). Interessi Pallavicini in Sicilia e nel regno di Napoli (Terra di lavoro, Capitanata, Terra d’Otranto, Terra di Bari, Molise, Calabria citra e Calabria ultra). Filza di 84 fascc. Mancano nn. 67, 75. 362 1598 - 1730 «N. 7 ossia fogliazzo continente le scritture che riguardano li interessi occorsi fra signori Pallavicini solamente per li affari di Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative agli interessi finanziari dei Pallavicini nel regno di Napoli: Terra di Bari (1598-1636), Basilicata (1608-1614), Terra di lavoro (1610-1712), Terra d’Otranto (1610-1628), Calabria (1610-1628), Molise (1628-1669), Sicilia (1654-1663). Si tratta per la maggior parte delle rendite annue sugli appalti delle imposte e di alcune esazioni fiscali (vedi gabelle del vino, dell’o- lio e del sapone nella città di Napoli, 1602, 1605). Alcune notizie sui feudi di Pisticcio (Basilicata), Palestrina e S. Giorgio (Calabria), sulle comunità di Teano e Casale (Terra di lavoro) e sulle città di Ariano e Paola (Calabria). Atti della causa con Giulio Pallavicini (1656). Documentazione relativa ai possedimenti genovesi della vai Polcevera (1659). Lettere di argomento privato di Paolo Gerolamo I al figlio Frignano - Fogliazzi 155 Giovanni Francesco II e. di M. Giovanna, moglie di Stefano Spinola, al fratello naturale Giovanni Francesco residente a Messina (1663-1665). Copia di un documento del 1400 contenente le penali del Consiglio genovese degli anziani sul giuramento di segretezza. Filza di 89 fascc. 363 1530 - 1760 «N. 8 ossia fogliazzo primo continente le scritture concernenti diversi interessi con signori Pallavicini e diversi altri procedenti dà Napoli». Scritture contabili ed amministrative relative agli interessi finanziari dei Pallavicini (1598-1760) e di altre famiglie genovesi (Spinola, Doria, Imperiale, Fornari, De Franchi, Grimaldi, Serra) nel regno di Napoli. Interessi dei Ballano e degli Spinola in Napoli (gabella della seta, arrendamenti sulla dogana), Calabria, Terra d’Otranto e nelle province di Basilicata e di Capitanata (1530-1650). Atti della causa Spinola - de Sangro presentata presso la curia di Napoli (1564-1670). Interessi Pallavicini - Aquaviva, principi di Caserta (1598-1716): nel 1713 i Pallavicini vendono il loro credito a Carlo Spinola. Atti della causa Pallavicini - Saluzzo e Gorfoglietti (1598-1653). Interessi Pallavicini -Caracciolo relativamente al feudo della Molpa (1531-1721): rinuncia di Giulia Caracciolo q. Baldassarre a favore del fratello Antonio (1531). Interessi Pallavicini - Pinelli relativamente al feudo di Gioia e Aquaviva (1598-1636). Interessi Pallavicini - Lomellini (1607-1608). Interessi finanziari in Terra d’Otranto di Nicolò Doria e Lelia Pallavicini (1613). Documentazione relativa al feudo di Frignano (1619-1653) e ad alcuni interessi Pallavicini in Sicilia. Spedizioni via mare a Lisbona di grano (1711) e a Genova di olio (1718). Filza di 194 fascc. Manca n. 136. 364 1640 - 1660 «N. 9 ossia fogliazzo primo continente parte delle scritture concernenti alle liti, interessi et altro che hanno avuto li signori Pallavicini con Velluti e Malagonnelli in Napoli e Roma, e che hanno origine dalla Sicilia. Vedi altre scritture alli fogliazzi che trattano li affari di Sicilia». Atti della causa per debiti intentata a Napoli da Paolo Gerolamo I ed Angelo Pallavicini contro Vincenzo e Francesco Velluti e Pandolfo Malagonnelli, con i quali avevano diversi interessi in comune, particolarmente in Sicilia. Notizie sul feudo di Pisticcio nella provincia di Basilicata e su quello delle Grottaglie, sempre nel regno di Napoli, di proprietà di Vincenzo Velluti. Filza di 74 fascc. 156 Ramo primogenito 365 1654 - 1677 «N. 10 ossia fogliazzo secondo continente parte delle scritture concernenti alle liti, interessi et altro che hanno avuto li signori Pallavicini con Velluti e Malagonelli in Napoli e Roma, e che hanno origine dalla Sicilia. Vedi altre scritture alli fogliazzi che trattano li affari di Sicilia». Atti della causa intentata sia a Napoli che a Roma da Paolo Gerolamo I ed Angelo Pallavicini, come al n. 364. Filza di 80 fascc. 366 «Indice di 10 fogliazzi continenti tutte le scritture per li interessi occorsi fra signori Pallavicini et altri procedenti da Frignano Piccolo e Collacerque nel Regno di Napoli». «Pandetta di 10 fogliazzi di Frignano» (dorso). Indice alfabetico dei fascicoli componenti le prime 10 filze originali dell’archivio di Frignano Piccolo. Reg. di 198 cc., mm. 315x205. Buste non originali 367 1609 - 1827 Documentazione in copia relativa all’acquisto del feudo di Frignano dalla famiglia Mormile e alla sua istituzione in fedecommesso (copie parziali dei testamenti di Giovanni Francesco I (1625) e di Paolo Gerolamo I (1680) Pallavicini). Diploma dell’imperatore Ferdinando II che concede a Paolo Gerolamo I, barone di Frignano, il titolo di marchese del S.R.I. (1630). Documentazione relativa alla fondazione e alla successiva gestione della cappellania di S. Maria della Pietà (1612-1827) e relativa alla prelatura Valdina, istituzione del principe Giovanni Valdina, verso il quale la famiglia Pallavicini era debitrice (1759). Documentazione relativa ad una azione di sequestro del feudo di Frignano in seguito a proclama reale (1693-1696) e diverse carte contabili. Fascicolo di un registro contabile relativo alle rendite finanziarie di Opizio Spinola nel regno di Napoli (1609). Busta di 11 fascc. Frignano ■ Buste non originali 157 368 1690 - 1792 Scritture di natura amministrativa relative alla gestione del feudo di Frignano (procure, riconoscimenti di debito, locazioni, vendite, acquisizioni di terreni, mutui, istruzioni agli agenti, certificati catastali) e di natura fiscale relative a diversi interessi finanziari dei Pallavicini nel regno di Napoli: Molise, Calabria, Terra d’Otranto, Terra di lavoro (1708-1792). Busta di 65 fascc. 369 1793 - 1833 Scritture di natura amministrativa relative alla gestione del feudo di Frignano: locazioni, vendite, acquisizioni, rilevazioni di terreni, certificati catastali, quietanze, inventari di beni mobili. Elenchi dei coloni a grano con le misure dei terreni e i dati relativi alla produzione (1793-1803, 1806-1814, 1829). Censimento dell’Agro Aversano (1805). Busta di 28 fascc. Atti di causa 370 1637 - 1833 Atti e scritture relativi a diverse vertenze giudiziarie tra i Pallavicini e la comunità di Frignano Piccolo, in merito ad esazioni o imposizioni fiscali, che si protraggono per tutto il XIX secolo. Documentazione relativa alla pretesa soppressione della Collegiata di Frignano Piccolo (1750). Ordinanze regie in merito all’abolizione dei diritti feudali (1806). Causa tra Filippo Grimaldi, barone di Sant’Angelo, e l’arcivescovo di Manfredonia (1647). Busta di 13 fascc. 371 1812 - 1841 Atti e scritture relativi a diverse vertenze giudiziarie intentate dai Pallavicini contro la comunità di Frignano Piccolo per un’infondata richiesta di divisione del feudo di Collacerque (1812), contro le famiglie Tessitore e Coronella per la proprietà di una casa in Frignano (1827-1841), contro l’agente Luigi Romano per appropriazione indebita (1814-1833). Documentazione relativa ad una causa contro Maria Antonia Grimaldi Serra, principessa di Gerace (1831). Busta di 4 fascc. Scritture contabili 372 1708 ottobre - 1723 maggio «1710 Conti di Frignano e sue scritture». Rendiconti mensili delle entrate e delle uscite di cassa compilati da Antonio e Francesco della Corte ed altri. Filza di 400 fascc. 373 1756 febbraio - 1790 dicembre «1756 in 1790 Filza de conti del feudo di Frignano». Rendiconti mensili delle entrate e delle uscite di cassa compilati da Saverio e Carlo Carotenuto. Filza di 416 fascc. 374 1791 gennaio - 1803 dicembre «1791 in 1803 Filza de conti del feudo di Frignano. Instromenti et altro». Rendiconti mensili delle entrate e delle uscite di cassa compilati da Carlo Carotenuto. Scritture di natura amministrativa (contratti di locazione, riconoscimenti di debito, ecc.) relative sempre al feudo di Frignano. Alcune ricevute quietanzate dall’avvocato Giuseppe Galliani. Filza di 191 fascc. Mancano i nn. 60, 141. 375 1804 gennaio - 1811 dicembre Rendiconti mensili delle entrate e delle uscite di cassa compilati da Carlo Carotenuto. Filza di 128 fascc. Mancano i nn. 90-93■ 3J6 1812 agosto - 1822 agosto Rendiconto mensili delle entrate e delle uscite di cassa compilati da Carlo Carotenuto e Luigi Romano. Filza di 133 fascc. Mancano i nn. 1-7. Frignano ■ Scritture contabili 159 377 1823 gennaio - 1831 dicembre «Filza de conti, instrumenti etc. del feudo di Frignano 1823 in 18...». Rendiconti mensili delle entrate e delle uscite di cassa compilati da Luigi Romano. Elenco di pesi, misure e monete usati nel Regno di Napoli. Filza di 124 fascc. Mancano i nn. 79, 86, 94, 96, 100, 107, 110, 111, 120. Registri 378 1619 luglio - 1620 luglio «Libro degli affitti e obligazioni fatte in Frignano Piccolo per il signor Gio. Francesco Pallavicino 1’ anno 1620». Registro dei contratti di affitto e di obbligazione. Reg. di 207 cc., mm. 260x200. 379 1627 «Libro delle due anate di Frignano del 1627 e 1628. Copia». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1627. Reg. di 29 cc., mm. 300x210. 380 1627 - 1629 «t Libro de conti delle anate di Frignano del 1627 e 1628 havuto dall’errario Gio. Bernardino Cantile». Brogliaccio del mastro delle entrate e delle uscite per gli anni 1627- 1628 compilato da Giovanni Bernardino Cantile. Per il 1629 solo alcune registrazioni. Reg. di 24 cc., mm. 265x195. 381 1628 «Libro dell’annata del casale di Frignano del 1628». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1628. Reg. di 34 cc., mm. 300x215. 382 1629 «1629 Libro per la rendita da debitori et effetti di Frignano Piccolo per l’anno 1629». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1629. Reg. di 21 cc., mm. 295x210. 160 Ramo primogenito 383 1629 «f Conti di Frignano dell’anno 1629». Partitario dei debitori e dei creditori per l’anno 1629. Reg. di 21 cc., mm. 300x210. 384 1629 - 1633 «Libro di Frignano sbosato [sic] da Gio. Battista Uliva delli anni del 1629-30-31 e 32». Brogliaccio del mastro delle entrate e delle uscite per gli anni 1629-1632 compilato da Giovanni Battista Oliva. Per il 1633 solo alcune registrazioni. Elenco di debitori a c. 46. Reg. di 51 cc., mm. 275x205. «1630 Libro degli affitti delle terre di Frignano Piccolo et altro». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1630. Reg. di 18 cc., mm. 295x210. «t 1631 Libro de debitori per li affitti degli effetti di Frignano Piccolo dell’anno 1631». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1631. Reg. di 20 cc., mm. 290x210. 385 1630 386 1631 387 1631 «Libro della baronia di Frignano Piccolo dell’anno 1631». Partitario dei debitori e dei creditori per l’anno 1631. Reg. di 29 cc., mm. 315x220. 388 «t 1632». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1632. Reg. di 20 cc., mm. 295x210. 1632 Frignano - Scritture contabili 161 389 1633 «t 1633 e 1634 Libro dell’annata di Frignano de 1633 e di più la vendemmia del vino 1633 che poi si affito tutto il casale à Benedetto Vassallo 1634». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1633. Reg. di 24 cc., mm. 290x210. 390 1640 - 1642 «Libro formato da Benedetto Vassallo della Baronia di Frignano dal 1640 sino al 1641». Mastro delle entrate e delle uscite per gli anni 1640-1641 compilato da Benedetto Vassallo. Per l’anno 1642 solo alcune registrazioni. Elenco di debitori a c. 78. Reg. di 124 cc., mm. 350x230. Pandetta. 391 1641 «1641 Libro per li redditi di Frignano Piccolo». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1641. Il registro contiene un fascicolo di 12 cc. della prima nota del giornale di cassa per il 1641. Reg. di 55 cc., mm. 295x210. 392 1643 «1643 Libro dell’annata di Frignano Piccolo per l’anno 1643». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1643. Reg. di 53 cc., mm. 330x230. 393 1647 - 1648 «f 1647 Libro dell’annata del cazal de Frignano Piccolo dell anno 1647. N. 13». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1647. Per il 1648 solo alcune registrazioni. Reg. di 75 cc., mm. 320x220. Pandetta. 162 Ramo primogenito 394 1648 - 1649 «1649 Conti di prete Stefano Merelo del aministrato in Frignano l’ano del 1649. N. 13». Mastro delle entrate e delle uscite per gli anni 1648-1649 compilato da Stefano Merello. Reg. di 84 cc., mm. 325x230. Pandetta. 395 1648 - 1655 «1654 Libro della amministrazione di Frignano dal 1647 sino al 1654 da don Steffano Merello per conto del marchese Paolo Gerolamo Pallavicino. E». Brogliaccio del mastro delle entrate e delle uscite per gli anni 1648-1655 compilato da Stefano Merello. Conti di cassa per gli anni 1649-1653 alle cc. 51-55. Nota spese di gestione per gli anni 1648-1654 a c. 161. Reg. di 200 cc., mm. 325x225. Pandetta. 396 1675 Elenco in ordine alfabetico per località dei proprietari stranieri nel Regno di Napoli tenuti a partecipare nel 1675 ad un mutuo di 300.000 ducati alla regia corte. Reg. di 200 cc., mm. 310x215. 397 1685 - 1686 «Libro degli introiti di Frignano Piccolo per l’anno 1684 in 1685». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1685. Per il 1686 solo alcune registrazioni. Elenchi di affittuari e debitori alle cc. 3, 23, 33. Reg. di 70 cc., mm. 345x245. Pandetta. 398 1687 «Libro per li redditi di Frignano Piccolo 1686 in 1687». Mastro delle entrate e delle uscite per l’anno 1687. Reg. di 70 cc., mm. 350x255. 399 1708 - 1717 «Frignano 1708 in 1717» (sul dorso) Mastro delle entrate e delle uscite dal 4 maggio 1708 al 29 ottobre 1717. Reg. di 190 cc., mm. 345x245. Pandetta. Frignano - Scritture contabili 163 400 1747 - 1750 «Frignano 1747 in 1750» (sul dorso). Mastro delle entrate e delle uscite dal 1° gennaio 1747 al 28 febbraio 1750 (da c. 23)· Descrizione del feudo con indicazione delle colture e dei nomi dei fittavoli alle cc. 1-16. Reg. di 68 cc., mm. 295x210. 401 1773 «Frignano 1773» (sul dorso). Partitario dei debitori e dei creditori per l’anno 1773. Alcuni conti relativi agli anni 1765-1774 alle cc. 58-85. Reg. di 118 cc., mm. 355x245. Pandetta. 402 1803 - 1831 «Agenzia del feudo di Frignano nel regno di Napoli 1804 in 18...». «Agenzia di Frignano 1803 in» (sul dorso). Mastro delle entrate e delle uscite dal 15 luglio 1803 al 31 agosto 1831, in cui la maggior parte dei conti è intitolata anno per anno a persone fisiche. Il registro è corredato di alcune tabelle di raffronto per pesi, misure e monete. Reg. di 216 cc., mm. 345x250. Pandetta. Busta non originale 403 1676 - 1833 Scritture di natura contabile relative all’amministrazione del feudo di Frignano: elenchi di affittuari e dei raccolti di grano, partitari dei debitori (1756-1784). Due fascicoli di partitari relativi alla produzione e vendita di grano, canapa ed altri prodotti agricoli (1763-1792). Note spese e conti diversi relativi alla produzione di grano e vino (1812-1833)· Fascicolo di copie di lettere relative ai bilanci mensili di cassa dal 1822 al 1830. Busta di 9 fascc. Corrispondenza Lettere ricevute da Frignano 404 1632 - 1657 Lettere in arrivo da Frignano, Aversa a Napoli inviate da: Geronimo Crispo, capitano di Frignano Piccolo (1632, 1640). Carlo Pallavicini (1633). Cesare Pallavicini (1648). Agostino Pesole (1633, 1647-1648). Benedetto Vassallo (1637-1640, 1647). Giovanni Bernardo Cantile (1640). Francesco e Pietro Ventriglia (1640, 1647). Cesare de Martino (1640, 1647-1648). Pietro di Mastrogioanni, notaio (1640, 1647-1648) e da sua moglie Sabba della Corte (1650). Giacomo Maria Spinola (1643, 1646). Tiberio Cacciapuoto, capitano di Frignano Picco- lo (1647). Filippo Quarto (1647-1648, 1650). Vincenzo Traietino (1647-1648, 1650-1651). Carlo Milenzio, capitano di Frignano Piccolo (1650-1651). Antonio Palmieri, parroco di Frignano (1647, 1651, 1657). Giovanni Geronimo Spinola (1648-1652, 1654), anche da Genova e Messina. Stefano Merello (1648, 1651-1652, 1656-1657), anche da Livorno e Rivarolo di Genova. Diversi corrispondenti (1640, 1647- 1648, 1650-1651). Busta di 18 fascc. 405 1674 - 1766 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli e Aversa inviate da: Fortunato Carafa (1677, 1679). Giacomo Drago (1679). Giovanni Stefano Bava (1679). Pietro Paolo Figara (1695). Giovanni Francesco Bianchetti (1695). Enrico Imperiale (1695). Giovanni Antonio Conti (1712). Monsignor Riario (1712). Principe di S. Nicandro (1712). Antonio della Corte (1712). Principessa della Torella (1712). Paolo Geronimo Molinelli (1712). Giovanni Francesco III Pallavicini (1754-1756), anche suo carteggio con Domenico Gnecco di Trapani. Lazaro Opizio Pallavicini (1754-1756), anche da Roma. Giovanni della Corte (1761). Antonio Bruno (1761, 1766). Giovanni Conti (1763, 1765). Lorenzo della Corte (1764). Antonio Cantile (1765). Nicolò Borgia, vescovo di Aversa (1765). Carlo Palenzia, governatore di Frignano Piccolo (1766). Pasquale Quarto (1766). Donato della Corte (1766). Domenico Mirra (1766). Francesco Pasquale de Franchi (1766). Diversi corrispondenti (1674, 1679, 1712, 1760-1766), anche suppliche, spesso non datate. Busta di 26 fascc. Frignano - Lettere ricevute 165 406 1767 - 1771 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli ed Aversa inviate da: Antonio Cantile (1767). Saverio e Carlo Carotenuto (1767-1768). Lorenzo Olivieri (1767-1768). Luigi Molinelli (1767-1771). Domenico Mirra (1768-1769, 1771). Gioachino Mastroianni (1769). Gennaro Ianicelli (1769-1771). Carlo Carotenuto (1769-1771). Nicolò Borgia, vescovo di Aversa (1770). Carlo Maria Calvi (1771). Domenico Vitaliano Truncè (1771). Busta di 11 fascc. 407 1768 - 1772 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli ed Aversa inviate da: Andrea Gallo (1768-1769). Cesare Cavalieri (1768-1770). Pasquale Quarta (1768, 1770-1771). Giovanni della Corte (1768-1772). Antonio Bruno (1768-1772). Lorenzo della Corte (1768-1772). Giovanni Conti (1770-1772). Donato della Corte (1770-1772). Ignazio Conti (1771). Filippo Quarta (1771). Diversi corrispondenti (1768-1772), anche suppliche, spesso non datate. Filza di 11 fascc. 408 1772 - 1777 Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Lorenzo Olivieri e sua moglie Chiara (1772-1773). Antonio Bruno (1773-1774). Gioachino Mastroianni (1774). Donato della Corte (1774-1775). Lorenzo della Corte (1774-1775). Bartolomeo Scala (1774-1775). Pasquale e Filippo Quarta (1774-1776). Pietro Battiloro (1775). Domenico Greco, governatore di Frignano Piccolo (1775). Pietro Conti (1775-1776). Domenico e Pierantonio Mirra (1775-1777). Diversi corrispondenti (1773-1775). Busta di 12 fascc. Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Bartolomeo Scala (1777-1778). Pasquale Vairo e Francesco Saverio Gentile, governatori di Frignano Piccolo (1777-1778). Domenico e Pierantonio Mirra (1778). Carlo Carotenuto (1778-1779). Paolo Covercelli (1778-1780). 409 1777 - 1780 Busta di 5 fascc. 166 Ramo primogenito 410 1780 - 1783 Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Carlo Carotenuto (1780-1783). Gioachino Mastroianni (1781). Paolo Covercelli (1781-1783). Pietro Battiloro (1782-1783), per affari in Sicilia. Filippo Lignola (1783). Domenico Vitaliano Truncè (1783). Domenico Albano (1783). Giovanni Gallo (1783). Busta di 8 fascc. 411 1784 - 1786 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli e Benevento inviate da: Carlo Carotenuto (1784-1786). Paolo Covercelli (1784-1786). Filippo Lignola (1784-1786). Pietro e Paolo Battiloro (1784-1786), anche loro carteggio con Felice Pallavicini. Pierantonio Mirra (1785-1786). Saverio Mattei (1785-1786). Diversi corrispondenti (1785-1786). Busta di 7 fascc. 412 1786 - 1789 Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Gioachino Mastroianni (1786-1789). Pierantonio Mirra (1787-1789). Carlo Carotenuto (1787-1789). Paolo Covercelli (1787-1789). Busta di 4 fascc. 413 1790 - 1792 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli e Capua inviate da: Pierantonio Mirra (1790-1792). Carlo Carotenuto (1790-1792). Paolo Covercelli (1790-1792). Busta di 3 fascc. 414 1792 - 1794 Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Gioachino Mastroianni (1792-1794). Carlo Rizzi (1792-1794). Goffredo de Bellis (1792-1793). Paolo Covercelli (1793-1794). Pierantonio Mirra (1793-1794). Carlo Carotenuto (1793-1794). Busta di 6 fascc. Frignano - Lettere ricevute 167 415 1795 - 1797 Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Pierantonio Mirra (1795-1797). Carlo Rizzi (1795-1797). Paolo Covercelli (1795-1797). Carlo Carotenuto (1795-1797). Busta di 4 fascc. 416 1798 - 1803 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli ed Aversa inviate da: Pierantonio Mirra (1798-1799). Paolo Covercelli (1798-1802). Carlo e Paolo Carotenuto (1798-1803). Giuseppe Galliani (1801-1802). Busta di 4 fascc. 417 1803 - 1805 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli ed Aversa inviate da: Paolo Covercelli (1803-1804). Gioachino Mastroianni (1803-1805). Giovanni Andrea Romano (1803-1805). Giuseppe Galliani (1803, 1805). Busta di 4 fascc. 418 1806- 1813 Lettere in arrivo da Frignano e Napoli inviate da: Giovanni Andrea Romano (1806-1810). Paolo Carotenuto (1806-1810, 1812-1813). Luigi Romano (1809-1813). Busta di 3 fascc. 419 1814-1833 Lettere in arrivo da Frignano, Napoli ed Aversa inviate da: Paolo Covercelli (1814-1815, 1817-1818). Luigi Romano (1814-1816, 1821-1832). Maria Giuseppa Alai Chinigò (1818, 1823, 1826-1827). Gaetano Tubino (1832-1833). Busta di 4 fascc. 168 Ramo primogenito Copialettere in partenza per Frignano 420 1634 novembre 24 - 1640 gennaio 14 «1634 Scartaffacio d’ordini che si danno a Frignano». Copialettere delle missive inviate da Genova a Frignano e Napoli. Reg. di 12 cc., mm. 305x220. 421 1648 giugno 5 - 1648 novembre 28 «Registro di lettere scritte a Frignano Piccolo 1648 da 5 giugno». Fascicolo del copialettere delle missive inviate da Genova a Frignano. Fase, di 18 cc., mm. 320x220. SICILIA Sotto il governo di Filippo IV, quando la vasta monarchia riunita da Carlo V minacciava di dissolversi per le guerre fomentate o sostenute dalla Francia e per le guerre nelle Fiandre ed in Italia e quando il governo di Madrid, in gravissime condizioni finanziarie, si trovava nella necessità di provvedere al suo esercito per far fronte a quelle guerre e particolarmente alle armi francesi nel ducato di Milano, venne ordinata in Sicilia la vendita su larga scala dei beni della corona, delle imposte, degli uffici e delle cariche pubbliche allo scopo di rifornire il tesoro reale. Filippo IV, con editto del 1626 e lettere del 26 luglio 1692, 14 ottobre 1632, 26 e 27 agosto 1636, 6 febbraio e 15 luglio 1639 accordò ai suoi luogotenenti e viceré in Sicilia i più estesi poteri e facolta di dare in pegno, ipotecare e vendere città demaniali, feudi, aziende e qualunque tipo di bene del patrimonio reale. Sulla base di questi ordini sovrani, ebbero luogo anche le contrattazioni oggetto di questa serie. Con atto del 16 novembre 1637 e nell’ambito di un cambio di 130.000 once, la Reai corte vende, in libero allodio, a Camillo Pallavicini q.Giovanni Andrea q.Tobia (Camillo era, dunque, cugino di Giovanni Francesco I), le isole Egadi (Favignana, Levanzo, Marettimo e Formica), le loro tonnare e mari denominati San Vittore, delli Porci, Nubia e Raisgerbi colla piena esenzione da ogni sorta di dazi presenti e futuri e con mero e misto imperio. Si conviene in favore della Regia camera la scelta di mantenere quella vendita perpetua al prezzo di 62.000 once, o temporanea, per la durata di due sole vite, al prezzo di 45.000 once. Nello stesso giorno il viceré Luigi di Moncada, principe di Paterno, col consenso del Tribunale del reai patrimonio, opta per la vendita temporanea al prezzo predetto. Con atto del 5 febbraio 1638, Camillo Pallavicini indica come compratore in sua vece, Giacomo Brignone che paga il prezzo convenuto prendendo la somma a prestito da Domenico Pallavicini q.Da-miano, il quale a sua volta dichiara, in atto 15 gennaio 1639, che quella somma gli era stata prestata dallo stesso Camillo Pallavicini e che quel pagamento si deve pertanto intendere come fatto in nome e per conto di detto Camillo Pallavicini. L’11 aprile 1640 lo stesso Brignone rende 170 Ramo primogenito perenne l’acquisto dalla Reale camera delle isole Egadi con annessi e connessi, mediante l’esborso di altre 17.000 once e, due giorni dopo, ottiene anche il diritto di ricupero dei beni («ius luendi») che la corona aveva mantenuto, al prezzo di 13.000 once. L’intero importo di 75.000 once, pari a 187.500 scudi di Sicilia e a circa 1.218.000 lire genovesi, pare sia stato prestato a Giacomo Brignone, con la mediazione e la copertura di Camillo, da Paolo Gerolamo I Pallavicini, dal momento che l’erede universale di Giacomo, Cristoforo Brignone riconosce in varie «carte di pago» questo debito nei confronti del nostro marchese. Sta di fatto che Cristoforo Brignone non è in grado di soddisfare le richieste di rientro dei suoi creditori ed il 14 ottobre 1648 le isole con tonnare ed altro vengono aggiudicate in sede d’asta ai fratelli Paolo Gerolamo I e Angelo Pallavicini; possesso seguito dall’omologazione del Brignone con atto 11 marzo 1652, rogato dal notaio Ippolito Spanò in Palermo. Da allora i Pallavicini discendenti dei due fratelli godono della piena proprietà, senza che insorgano problemi di sorta fino agli anni della Restaurazione. A scadenze di trenta-quaranta anni vengono, invece, minacciate le esenzioni ed i privilegi accordati al momento dell’acquisto: soprattutto in coincidenza dei periodici «donativi» che devono essere offerti alla Reale camera per sostenere guerre o riparare ai danni dei terremoti, i Pallavicini devono impegnarsi con decisione per difendere i loro diritti innanzi ai tribunali di vario ordine e grado e riescono a restare titolari di tutte quelle franchigie sino al 1813 quando sono aboliti i diritti feudali anche in Sicilia. Da quell’anno è un succedersi continuo di cause intentate ora dal Demanio, ora dai Pallavicini per la riacquisizione delle isole o per la conservazione del bene nelle antiche forme privilegiate. La nostra ricostruzione delle vicende si arresta, come il riordinamento dell’archivio, alla morte di Paolo Gerolamo IV nel 1833: il contenzioso giudiziario è in pieno sviluppo e prosegue con esiti sempre peggiori per la nostra famiglia che, dopo sessantanni di resistenza, decide di non cedere la proprietà allo Stato, ma di venderla nel 1874 a Ignazio Florio, suo ex fattore in rapida ascesa economica. La storia di questi possedimenti siciliani è emblematica ed estremamente interessante perché copre un arco di avvenimenti di più di due secoli e mezzo e su di essa si riflettono vicende anche lontane. È la storia di un consistente investimento industriale effettuato agli inizi del Seicento con i proventi delle attività finanziarie intrattenute dai Pallavicini con la Spagna: è una tappa significativa del voluminoso giro di denaro che si muoveva tra Madrid, Milano, Genova e Palermo. Questo percorso del denaro negli anni della prima metà del secolo XVII è già ben conosciuto e documentato, ma in questa serie di atti si Sicilia 171 viene calati nel vivo della attuazione di quei motivi finanziari, fiscali e patrimoniali con una immediatezza e presenza concreta delle spinte economiche, sociali e politiche di cui si conservano ben pochi esempi altrettanto completi. Si deve segnalare che gran parte della documentazione relativa ad interessi milanesi della famiglia, è conservata in questa serie, strettamente legata a quella degli interessi siciliani e spagnoli e che l’esame di queste carte fa emergere la convinzione che l’acquisto delle isole e tonnare sia stato puramente casuale in una fase di compensazione di un debito: non frutto di una scelta di investimento di capitali, ma unico ripiego in una situazione di insolvibilità del debitore. Dopo qualche tempo, durante la permanenza di Paolo Gerolamo I in Sicilia per dieci anni, dal 1646 al 1656, l’interesse per le potenziali attività produttive delle Egadi, si fece strada ed i Pallavicini si impegnarono a fondo nel loro sviluppo: le isole vennero popolate (prima non vi erano abitanti residenti), si costruirono case, chiese, stalle per gli animali (quasi solo capre) e ripari per le barche e gli attrezzi necessari all’attività delle tonnare. Furono poste in essere anche alcune colture agricole, ma ad uso prevalentemente degli isolani. Il marchese Pallavicini è il padrone di tutto e di tutti, raramente deve amministrare giustizia, ma esercita anche quel diritto, nomina il parroco, poi arciprete di Favignana, dispone per le prediche durante la quaresima, nomina il podestà e il capo delle guardie: ogni aspetto della vita delle isole dipende da lui. La lontananza da Genova è, però, un ostacolo non indifferente per poter svolgere queste funzioni con sufficiente prontezza anche in un’epoca in cui i tempi erano normalmente più lunghi degli attuali. Già a Paolo Gerolamo I appare chiara la necessità della presenza in Sicilia di un rappresentante della famiglia investito di poteri tanto ampi da evitare il ricorso al marchese residente in Genova o almeno da ridurlo al minimo. Sulla scorta di questi criteri e di queste scelte, sorge la prima impostazione del governo del «condominio in Sicilia» che durerà per quasi un secolo: fino ai primi del Settecento i Pallavicini hanno alla guida del condominio un parente prossimo che risiede in Sicilia, tra Palermo, Trapani e le isole; sopra di lui vi è solo il marchese a Genova. Passano atraverso questo incarico tutti i futuri marchesi, un fratello e un cugino di primo grado: essi devono dirigere e disporre tutte le attività delle isole, dalla pesca dei tonni, alla lavorazione, dalla conservazione, alla spedizione ai rivenditori in Napoli, Roma, Livorno ed a Genova, nonché, se capita, da altre parti. Rendiconti mensili e bilanci annuali sono inviati al marchese che provvede a dividere utili e perdite tra i proprietari discendenti di Paolo Gerolamo I e Angelo: il condominio nasce diviso in due parti uguali, poi una di queste viene divisa a metà tra Giovanni Francesco II e suo fratello Giuseppe II, ed il condominio è allora composto 172 Ramo primogenito da tre proprietari (uno del 50% e due del 25% ciascuno). Alla suprema guida del condominio di Sicilia resterà sempre, per tutti i 250 anni della sua durata ed a conferma delle funzioni concrete svolte dalla geneologia, il marchese Pallavicini discendente da Paolo Gerolamo I e poi da Giovanni Francesco II: il rappresentante del ramo primogenito cioè, che tuttavia non possiede la quota maggiore della proprietà, concentrata nelle mani del ramo Pallavicini traferitosi a Bologna nel quarto decennio del '700. Dal 1704 cambia la struttura dell’organizzazione gestionale delle proprietà siciliane: da quell’anno vi sarà in Palermo un procuratore del marchese, con ampi poteri ed in qualità di suo rappresentante, mentre in Trapani vi sarà, dal 1716 con esplicita nomina, ma già da prima senza che a noi risulti un’investitura formale, un amministratore che dovrà svolgere i compiti di un attuale direttore generale di un’impresa, mentre il procuratore svolgeva quelli di un amministratore delegato. Entrambi intrattengono corrispondenza col marchese e non sempre sono in accordo tra loro: in questi casi si è sempre visto prevalere il procuratore suH’amministratore che, infatti, cambia con maggior frequenza del primo. Questi procuratori e più ancora gli amministratori locali non hanno vita facile con i Pallavicini, non si sa se per demeriti di quelli o per malfidenza di questi. Certo è che quasi tutti si ritrovano ad avere in essere cause giudiziarie per appropriazioni indebite o peggio; non pochi si vedono perquisire la casa alla ricerca di oggetti e beni rubati ai padroni o denotanti un tenore di vita che non avrebbero potuto permettersi con i guadagni legali. Sola eccezione, ben rimarcata ed apprezzata dai marchesi, è quella della famiglia Napoli che per tre generazioni, di padre in figlio (Gioacchino, Pietro e Gioacchino junior), sono i procuratori generali in Palermo dal 1704 al 1805, con piena fiducia dei Pallavicini. Non si è in grado di esporre in dettaglio le modalità di gestione formale del condominio, ma vari elementi indicano che questa avveniva in due fasi fondamentali: una prima, più minuta, quotidiana e sbrigativa in sede strettamente locale, ed una riassuntiva, più formale e completa in Palermo e Trapani. La prima fase è contraddistinta da scritture informali, prò memoria, annotazioni incomplete o settoriali, compilate nelle varie località del condominio per essere inviate al superiore rappresentante la proprietà, la seconda è costituita dalle scritture effettuate da questi superiori rappresentanti che registrano, elencano, comunicano e trasmettono a Genova al marchese le loro più formali e riepilogative scritture. Dalla documentazione che abbiamo non si può trarre la sicurezza che vi fosse una generale concentrazione di poteri nel procuratore palermitano, ma non si è nemmeno in grado di dire quali competenze gli fossero esclusivamente riservate, al di là Sicilia 173 di quelle giudiziarie e dei rapporti con l’amministrazione statale centrale, fermo restando il particolare rapporto fiduciario coi marchesi. Le scritture venivano concentrate ed unificate in Sicilia, rielaborate ed inviate, in questa forma compendiata, a Genova ove, molto probabilmente, veniva effettuata la definitiva registrazione e conservazione in archivio. Si è detto «molto probabilmente» perché in realtà non v’è prova di questa registrazione genovese nella serie in esame: ne abbiamo però l’esempio nella serie Frignano ove compaiono sia le originarie scritture campane che le successive registrazioni genovesi. Le due serie sono analoghe per impostazione sia gestionale che archivistica e sono state ordinate, nel tardo Settecento, dalla stessa persona: ne possiamo plausibilmente ipotizzare una analoga gestione am-ministrativa-contabile, pur con le dovute cautele conseguenti, se non altro, alla differente importanza politica ed economica dei due beni. La serie Sicilia è composta dai «fogliazzi originali», dalle «buste non originali» e dalla «corrispondenza». Si è già detto nell’introduzione alla serie dei fogliazzi dell’archivio generale, che tanto quelle filze come queste, assieme alle altre di Frignano, sono state ordinate dallo stesso archivista settecentesco che ha ovviamente operato nel medesimo modo su tutt’e tre. Anche nelle filze di Sicilia non vi è ordinamento cronologico, ma per «dossier», pratica o problema, che viene condotto unitariamente alla sua conclusione per ritornare poi indietro nel tempo e seguirne un altro sino a compimento e così via. Le titolazioni originali sono molto ripetitive, ma recano l’indicazione ineludibile dell’ordine di posizione delle filze all’interno di quattro miniserie, di cui la prima composta da ben undici pezzi. Come nella serie dei fogliazzi, si sono mantenuti internamente integri questi insiemi originali sistemandoli cronologicamente nella loro globalità; ogni filza conserva la posizione indicata dalla numerazione ordinale contenuta nella titolazione antica anche se non rispetta l’ordine cronologico delle carte, i cui estremi temporali vengono indicati secondo la norma, mentre quelli della miniserie sono indicati tra parentesi. La numerazione individua i singoli pezzi nel rispetto dell’ordinamento che si è dato, senza distinzioni delle miniserie. Le cinque «buste non originali» esistenti sono state composte riordinando carte disperse e in disordine trovate allegate alla presente serie. Si sono trovate queste scritture riunite in diverse buste prive di qualsivoglia ordine, senza alcuna traccia della provenienza e per lo più prive di camicie o di contenitori di qualunque tipo. Espletati tutti i tentativi di ritrovare la posizione originaria alle carte che fornivano qualche elemento in tal senso utile, si doveva decidere se sistemare tutto in un grezzo ordine cronologico, o procedere ad alcune essenziali risistemazioni. Alla luce del criterio sempre seguito dal primitivo rior- 174 Ramo primogenito dinatore settecentesco, che non pose alcuna attenzione alla cronologia, si sono riunite le scritture formalmente omogenee ed all’interno di queste distinzioni si sono individuati i filoni di attività documentati da queste. Nel rispetto di questi elementi si sono collocati i fascicoli cronologicamente per data iniziale e le buste che riuniscono i fascicoli, ugualmente in ordine cronologico per data iniziale. In questo modo pare di essere riusciti a salvaguardare la continuità complessiva della serie che vede così costantemente applicato il medesimo criterio di ordinamento, e si è ridato corpo alle sequenze documentarie, altrimenti disperse, con perdurante riguardo alla posizione e all’eventuale ricerca cronologica. L’ultima sottoserie della «Sicilia» è quella della «corrispondenza»: costituita da lettere ricevute a Genova e inviate dalla Sicilia, da Roma e da Napoli, ma tutte di pertinenza siciliana perché relative a commerci di prodotti di quei possedimenti o relative a questioni giudiziarie e fiscali sempre di origine insulare. Sono conservati anche due copialettere che risalgono all’epoca di Giovanni Francesco II, esclusiva-mente per la Sicilia e per affari ad essa inerenti. La questione delle lettere è già stata spiegata nella quarta parte dell’introduzione generale e si ricordano ora solo due suoi aspetti: in primo luogo le lettere ordinate e inventariate in questa sottoserie sono quelle che si sono trovate già riunite sotto la denominazione «Sicilia», ma nella serie «corrispondenza» dell’archivio generale sono conservate numerose altre missive di pari provenienza e pertinenza; in secondo luogo si vuole ricordare come in numerose lettere «siciliane» compaiano argomenti di altre pertinenze e svariati interessi. Il criterio d’ordinamento non poteva non èssere cronologico in una serie già omogenea per provenienza anche fisica ed omogenea pure nella sua destinazione: all’interno della sistemazione cronologica si sono, però, effettuate alcune distinzioni per mittente con l’indicazione già in inventario degli anni coperti dalle rispettive missive. Un analogo criterio si è ritrovato nella riunione fisica delle lettere, spesso già divise per mittente in serie poliennali: in sostanza si è mantenuto questo sistema attuando scansioni cronologiche corrispondenti ad un corretto dimensionamento dei pezzi. Nell’ambito dell’ordinamento cronologico è emersa la miniserie completa delle lettere di un amministratore in Trapani e Egadi, Giacomo Maria Sacco, che si è voluto mantenere unita pur avanzando parecchio nella progressione cronologica: di conseguenza l’ordine dei pezzi è quello della successione temporale delle date iniziali. In questa serie vi sono alcuni pezzi e alcune questioni che meritano qualche parola di chiarimento o di segnalazione. Un caso particolare è costituito dalla filza 436: costituita da novanta fascicoli normal- Sicilia 175 mente numerati ed intitolata sempre come insieme di scritture relative alle questioni siciliane, comprende anche carte di argomento diversissimo dalla Sicilia come il famoso indice dell’archivio del 1679, una relazione sulle fortificazioni genovesi, e varie carte su interessi Pallavicini in Spagna. Il tutto in modo piuttosto slegato ed assemblato senza uno schema che risulti chiaro, ma in una filza di straordinario interesse. Vi sono ancora due vicende che desidero segnalare a chi voglia leggere quest’inventario. Nella filza 430 vi è una «relazione delle 15 statue data dal signor Antoniotto Pallavicino per venderle» del 1643, inviata anche al de Mello perché veda se il re cattolico è disposto ad acquistarne qualcuna: queste statue erano state trasferite a Genova da Roma per conto di Antonio Pallavicini q.Niccolò, il cui zio Alessandro era stato generale delle galee del Papa. Nelle filze 437-438 si dipana la complicata vicenda Cermelli-Toffetti-Pallavicini che, per chiarezza, riassumo brevemente: Michele Cermelli ha l’appalto deH’approvvigionamento del pane per l’esercito spagnolo in Milano (1641), il governatore dello Stato di Milano gli accorda in pagamento la riscossione di qualsiasi partita proveniente dal regno di Napoli o dalla Sicilia sino al saldo del debito. Cermelli nomina suo procuratore ad hoc Paolo Gerolamo I Pallavicini che gli sconta il debito divenendo così egli stesso creditore del governo spagnolo, ma Cermelli aveva un credito anche verso Gaspare San Giovanni Toffetti, mercante di Crema legato anch’egli alle forniture di pane all’esercito. Paolo Gerolamo I rileva anche quello e Toffetti si trova così in debito col Pallavicini che gli intenta causa in Milano per l’assegnazione del feudo di Castellazzo nell’Alessandrino (feudo che otterrà e rapidamente rivenderà) ed in Roma per il possesso di luoghi del debito pubblico di quello stato. Carte amministrative e contabili Fogliazzi originali 422 -432 (1545 - 1734) 422 1640 - 1649 «Primo fogliazzo continente le scritture per li interessi di Sicilia con Arata, Oldoino et Airoldi passati con signori Pallavicini». Documenti e carte di varia natura relative all’attività finanziaria dei Pallavicini in Sicilia con giri di pagamenti, crediti e debiti con gli Airoldi a Milano e gli Arata a Palermo. Cessioni di rendite di imposte e di diritti. Causa per debiti tra Pallavicini, Arata e Airoldi. Diversi creditori cedono ai Pallavicini i loro debiti con la Regia camera di Palermo, che assegna loro in pagamento la riscossione di alcune imposte. Filza di 57 fascc. 423 1620 - 1671 «Secondo fogliazzo continente le scritture procedenti da Sicilia avuti li signori Pallavicini con Arata et Airoldi». Documenti e carte di varia natura relative all’attività finanziaria dei Pallavicini in Sicilia in prosecuzione di numerose questioni già contenute nelle carte della filza precedente. Arata ha l’amministrazione della carta bollata per conto della Regia camera. Varie forme di pagamento del debito ad Arata da parte del Reai patrimonio. Atti della causa tra Pallavicini, Arata e Airoldi (1652-1671). Filza di 49 fascc. 424 1640 - 1670 «Terzo fogliazzo continente le scritture per li interessi procedenti dalla Sicilia avuti i signori Pallavicini con Arata, Oldoino et Airoldi». Documenti e carte di varia natura relative ai rapporti dei Pallavicini con la Regia camera per ottenere la restituzione del prestito descritto nelle filze precedenti. Composizione della questione tra Pallavicini e Airoldi. Arata gira il proprio debito con Airoldi alla Regia camera di Palermo. La Regia camera vende ad Airoldi ed Oldoini delle «tande». I Pallavicini mantengono un ingente credito verso la Regia camera. Filza di 95 fascc. Sicilia - Fogliazzi 177 425 1604 - 1734 «Quarto fogliazzo continente le scritture che riguardano li interessi occorsi con diversi per le isole e tonnare in Sicilia». Atti e carte diverse relative alle tonnare delle isole Egadi in anni precedenti (1604-1628) la loro cessione ai Pallavicini: locazioni della Regia camera ad affittuari diversi, commercio di prodotti delle tonnare. Rapporto col Consiglio di Trapani. Debito di Giacomo Brignone coi Pallavicini e loro acquisizione delle isole di Favignana, Levanzo, Ma-rettimo e Formica con le rispettive tonnare (1648). Commercio della seta tra Palermo e Genova. Atti della causa Pallavicini-Filippo de Amato per commercio di sete. Filza di 98 fascc. 426 1603 - 1675 «Quinto fogliazzo continente le scritture per le isole e tonnare di Sicilia». Carte di varia natura relative al debito di Giacomo Brignone coi Pallavicini e con la Regia camera. Una parte della sua eredità viene acquisita dai Pallavicini in pagamento del credito. Eredità di Cristoforo Brignone q.Giacomo. Scritture attinenti al commercio di grani, di prodotti di tonnara e di merci varie (ad es. nel 1647 vendita di alberi per il sostegno delle velature delle navi). Testamenti e inventari di beni. Filza di 111 fascc. 427 1644 - 1718 Sesto fogliazzo continente le scritture per le isole e tonnare in Sicilia». Carte di varia natura relative alle tonnare: liti e questioni di Giacomo Brignone con propri debitori e creditori (1644-1661). Atti della causa intentata dai Pallavicini, Giulio Semino e Paolo Molinelli contro Giacomo Brignone per il recupero dei loro crediti; i Pallavicini divengono cessionari del credito di Semino e Molinelli (1662). Lite tra Pallavicini e Gerolama Candiotta (1673) che si protestava anch’essa cessionaria del Molinelli per un terzo del credito da questi vantato. Filza di 69 fascc. 428 1545 - 1683 «Settimo fogliazzo continente le scritture di diversi interessi procedenti dalla Sicilia occorse fra diversi». Carte di varia natura relative al commercio di grani dalla Sicilia. Incidente «diplomatico» con la Francia che requisisce una nave dei Palla- 178 Ramo primogenito vicini carica di grano (1638) e la trattiene in Malta, restituendo tutto dopo alcuni mesi. Relazioni finanziarie tra Spinola e Pallavicini (1639): Opizio Spinola vantava un cospicuo credito con la Regia camera di Palermo che gira in dote a sua figlia Maria Maddalena, sposa di Paolo Gerolamo I. Procure Spinola in favore di Paolo Gerolamo I per i loro interessi siciliani. Documenti relativi alla famiglia Grimaldi. Filza di 128 fascc. 429 1620 - 1661 «Ottavo fogliazzo continente le scritture di diversi interessi procedenti dalla Sicilia». Carte e documenti di diversa natura, lettere di cambio, negoziazioni di fiera, cessioni di crediti relativi ai rapporti che Damiano q.Domenico, Paolo Gerolamo I, Angelo e Pietro Maria Pallavicini avevano con diversi operatori finanziari ed in particolar modo con la Regia camera di Palermo. Gabelle della seta, del carlino, delle carte da gioco, della licenza delle armi. Filza di 93 fascc. 430 1638 - 1660 «Nono fogliazzo continente le scritture di diversi interessi procedenti dalla Sicilia». Carte e documenti di diversa natura, lettere di cambio, negoziazioni di fiera, cessioni di crediti relativi ai rapporti che Paolo Gerolamo I, Angelo e Pietro Maria Pallavicini avevano con diversi operatori finanziari ed in particolar modo con la Regia camera di Palermo. Rapporti finanziari con Pandolfo Malagonelli e col viceré Francesco de Mello. Vendita di grani al Magistrato dell’abbondanza di Genova (1650). Trasporto e vendita in Genova di statue antiche (1643-1660). Filza di 119 fascc. 431 1634 - 1677 «10. Fogliazzo continente le scritture di diversi interessi procedenti dalla Sicilia». Carte e documenti di diversa natura, lettere di cambio, negoziazioni di fiera, cessioni di crediti relativi ai rapporti che Paolo Gerolamo I, Angelo e Pietro Maria Pallavicini intrattenevano con diversi operatori finanziari ed in particolar modo con la Regia camera di Palermo. Commercio di grani dalla Sicilia in varie località. Documenti relativi alle famiglie Malagonelli, da Passano, Schiattini, Velluti. Filza di 129 fascc. Sicilia - Fogliazzi 179 432 1646 - 1703 «11. Fogliazzo continente le scritture di diversi interessi procedenti dalla Sicilia». Carte e documenti di diversa natura, lettere di cambio, negoziazioni di fiera, cessioni di crediti relativi ai rapporti che Paolo Gerolamo I, Angelo e Pietro Maria Pallavicini intrattenevano con diversi operatori finanziari ed in particolar modo con la Regia camera di Palermo. Rapporti finanziari con vari personaggi italiani e spagnoli (Airoldi, Ansalone, Bicernò, Oldoini, Queirolo, Ronchiglia, ecc.) e coi viceré di Napoli e di Palermo. Numerosi noleggi di navi, principalmente per commercio di grani. Filza di 186 fascc. 433 - 435 (1592 - 1717) «Fogliazzo primo continente le scritture che riguardano li interessi passati in Milano fra signori Pallavicini, Balbi, Fieschi et altri che procedono dalla Sicilia». Scritture di varia natura, contabili ed amministrative, relative ai rapporti finanziari intercorrenti tra i Pallavicini e la Regia camera di Milano. Richieste di prestiti da parte del governatore del Ducato di Milano: diversi accordi finanziari particolari dei Pallavicini con Balbi, Fieschi, Lomellini, Odone e Spinola. Tutte le partite vengono poi compensate con negoziazioni di fiera e con rimesse dalla Sicilia. Filza di 112 fascc. «Fogliazzo secondo continente le scritture che riguardano li interessi passati in Milano procedenti dalla Sicilia». Scritture di varia natura, contabili ed amministrative, relative ai rapporti finanziari intercorrenti tra i Pallavicini e la Regia camera di Milano. Richieste di prestiti da parte del governatore del Ducato di Milano: diversi accordi finanziari particolari dei Pallavicini con Airolo, Balbi, Brignone, Fieschi, Invrea e Spinola. Tutte le partite vengono poi compensate con negoziazioni di fiera e con rimesse dalla Sicilia. Commercio di grani dalla Sicilia. Filza di 152 fascc. 433 1592 - 1642 434 1641 - 1644 180 Ramo primogenito 435 1644 - 1717 «Fogliazzo terzo continente le scritture che riguardano li interessi passati in Milano procedenti dalla Sicilia». Scritture di varia natura, contabili ed amministrative, relative ai rapporti finanziari intercorrenti tra i Pallavicini e la Regia camera di Milano. Richieste di prestiti da parte del governatore del ducato di Milano: diversi accordi finanziari particolari dei Pallavicini con Airolo, Balbi, Fieschi, Lomellini e Spinola. Tutte le partite vengono poi compensate con negoziazioni di fiera e con rimesse dalla Sicilia. Forniture di armi per l’artiglieria spagnola. Girata dei crediti di Opizio Spinola verso il dazio della mercanzia di Milano a favore della figlia Maria Maddalena, moglie di Paolo Gerolamo I. Filza di 121 fascc. 436 1614 - 1723 «Fogliazzo primo continente le scritture passate fra signori Pallavicini solamente che riguardano diversi interessi procedenti dalla Sicilia per le tonnare, tante et altre». Atti e documenti di varia natura relativi a diversi aspetti della presenza dei Pallavicini in Sicilia. Si presenta piuttosto come raccolta dei fascicoli residuati dopo la composizione delle filze precedenti che come insieme unitario. Relazione sui titoli e possedimenti dei Pallavicini in Sicilia, sulle attività finanziarie, sulle tonnare, su questioni fiscali. Privilegio di naturalità spagnola concesso al figlio di Paolo Gerolamo I (1636). Elenco delle carte d’archivio ed altre scritture inventariali e riepilogative (1679). Relazione sulle fortificazioni di Genova e memoria sulle soldatesche, sulle munizioni e sulle navi (1668). Filza di 90 fascc. 437 -438 (1629 - 1696) 437 1629 - 1648 «Fogliazzo primo continente le scritture che riguardano li interessi passati fra signori Pallavicini, Toffetti et altri che procedono dalla Sicilia». Scritture di varia natura relative al debito di Gaspare San Giovanni Toffetti, mercante cremasco, con Michele Cermelli e fratelli, milanesi, poi ceduto a Paolo Gerolamo I e Angelo Pallavicini, originato dalla fornitura di pane all’esercito spagnolo effettuata dai Cermelli (1641). Sicilia - Fogliazzi 181 La questione è complicata dall’iscrizione nel monte debiti del feudo di Castellazzo, nell’Alessandrino, di proprietà Toffetti, ma promesso al Cermelli e richiesto da Angelo Pallavicini e di numerosi luoghi del debito pubblico romano. Il Toffetti si industria per nascondere i suoi possedimenti. Atti di causa in Milano. Confronta n. 444. Filza di 62 fascc. 438 1645 - 1696 «Fogliazzo secondo continente le scritture che riguardano li interessi passati fra signori Pallavicini, Toffetti et altri che procedono dalla Sicilia». Scritture di varia natura relative al debito di Gaspare San Giovanni Toffetti, mercate cremasco, con Michele Cermelli e fratelli, milanesi, poi ceduto a Paolo Gerolamo I e Angelo Pallavicini, originato dalla fornitura di pane all’esercito spagnolo effettuata dai Cermelli (1641). I tentativi di recupero del credito sono molto articolati e si incrociano con interessi in Sicilia, Genova, Roma e Napoli di diverse famiglie e personaggi (Airolo, Arata, Balbi, Ballano, Oldoini, ecc.). Atti di causa in Roma. Confronta n. 444. Filza di 86 fascc. Buste non originali Carte d'amministrazione 439 1640 - 1819 Scritture di natura amministrativa relative ad alcune imposte: franchigie e gabelle delle tonnare (1640), privilegi ed immunità delle isole (1725), memorie relative alle soggiogazioni di Palermo e Trapani (1809), relazione sull’esenzione dall’imposta fondiaria (1819). Busta di 7 fascc. 440 1724 - 1819 Scritture di natura amministrativa relative a procure per la gestione di alcuni affari in Sicilia: concessione e revoca di diverse procure. Busta di 6 fascc. 182 Ramo primogenito Scritture contabili 441 1571 - 1797 Scritture di varia natura relative alla gestione dei crediti vantati in Sicilia nei confronti dei seguenti debitori: Arrighetti (con testamenti di Fortunio e di Caterina Arrighetti, 1631), Vernagallo ( 1638), Coppola (1649), Firpo (1684), città di Palermo (1797). Busta di 11 fascc. 442 1689 - 1833 Scritture di natura contabile relative alla gestione delle tonnare di Fa-vignana e Formica ed alla vendita dei loro prodotti: rendiconti, relazioni, rese giornaliere, diari di tonnara, elenchi delle «uccise», polizze di carico e rendiconti delle vendite in Roma. Busta di 13 fascc. 443 1699 - 1834 Scritture di natura contabile relative aH’amministrazione dei beni siciliani: conti dei procuratori Pietro e Gioacchino Napoli da Palermo, spese per la chiesa di Favignana, enfiteusi dell’isola di Levanzo, conti e rendiconti dell’amministrazione di Trapani (1809-1834), spese per merci inviate a Genova (1816-1830). Busta di 12 fascc. Atti di causa 444 1629 - 1650 «Scritture per la lite con li Toffetti di Genova e Roma». Atti della causa intentata in Genova e Roma da Angelo Pallavicini contro la famiglia Toffetti in seguito al mancato accordo per l’acquisto del feudo di Castellazzo nel contado di Alessandria, che i Toffetti si erano già impegnati a cedere ai fratelli Cermelli, di cui erano debitori. Confronta nn. 437 e 438. Busta originale di 222 fascc. e regg. 445 1634 - 1815 Atti di causa per alcuni interessi siciliani con le seguenti controparti: Candiota e Brignone (1634), Santo Stefano (1642), Gerace (1644), Supremo senato d’Italia (1661), monastero di Sciacca (1815), Francesco Biaggini (1825). Busta di 7 fascc. Corrispondenza Lettere ricevute dalla Sicilia 446 1639 - 1661 Lettere in arrivo dalla Sicilia inviate da: Camillo e Domenico Pallavicini (1639). Pietro Maria Pallavicini (1640, 1646-1648, 1656-1657, 1661). Cristoforo Brignone (1650). Diversi corrispondenti (1640, 1646-1647, 1656, 1661). 447 1663 - 1675 Lettere in arrivo dalla Sicilia inviate da: Giovanni Francesco Pallavicini q.Gerolamo (1663, 1675). Giovanni Luca II e Pietro Pallavicini (1666, 1668). Diversi corrispondenti (1664, 1666-1668). 448 1676 - 1702 Lettere in arrivo dalla Sicilia inviate da: Giovanni Francesco Pallavicini q.Gerolamo (1979). Pietro Pallavicini (1695, 1702). Diversi corrispondenti (1676, 1679, 1692, 1694-1695, 1701-1702). 449 1704 - 1725 Lettere in arrivo dalla Sicilia inviate da: Pietro Pallavicini (1714, 1716). Gioacchino Napoli senior (1716). Raffaele Massa (1716). Diversi corrispondenti (1704, 1711, 1714, 1725). 450 1727 - 1728 Lettere in arrivo da Favignana inviate da Vincenzo Tramontana, capitano di giustizia dell’isola. 184 Ramo primogenito 451 - 454 (1757 - 1779) 451 1757 - 1761 Lettere in arrivo da Trapani, Favignana e Formica da Giacomo Maria Sacco, amministratore «in loco». 452 1762 - 1765 Lettere in arrivo da Trapani, Favignana e Formica da Giacomo Maria Sacco, amministratore «in loco». 453 17^6 - 1772 Lettere in arrivo da Trapani, Favignana e Formica da Giacomo Maria Sacco, amministratore «in loco». 454 1773 - 1779 Lettere in arrivo da Trapani, Favignana e Formica da Giacomo Maria Sacco, amministratore «in loco». 455 1757 - 1793 Lettere in arrivo da Roma, in merito al locale commercio dei prodotti delle tonnare, da: Pier Francesco Piaggio (1757-1778). Francesco Pavesi (1778-1782). Suppliche e petizioni di abitanti di Favignana (1779-1793). 456 1757 - 1805 Lettere in arrivo da Palermo da: Pietro Napoli, procuratore, muore Γ11 febbraio 1761 (1757-1761). Gioacchino Napoli junior, figlio del precedente, procuratore, (1761-1788, 1790, 1798, 1800-1801, 1803, 1805). 457 1758 - 1798 Lettere in arrivo da Palermo, Trapani e Favignana inviate da Giovanni Battista Rezoagli, alcune assieme a Domenico Gnecco (1790-1797). Lettere in arrivo da Trapani e Favignana da: Domenico Gnecco (1758-1779). Giuseppe e Domenico Gnecco (1788-1795). Diversi corrispondenti da Palermo, Trapani, Marsala, Favignana e Formica (1759-1798). Sicilia - Lettere ricevute 185 458 1760 - 1800 Lettere in arrivo da Napoli inviate da: Giuseppe Maria Diodati, agente di vendita (1760-1762). Luigi Molinelli (1761, 1766-1770). Filippo Lignola, esattore delle rendite (1784-1787). Salvatore Morcelli e Giuseppe Martignani (1788-1791). Giuseppe Galliani, procuratore (1799-1800). 459 1779 - 1790 Lettere in arrivo da Trapani, Favignana e Formica da Domenico Gaetano Rezoagli, amministratore «in loco». 460 1791 - 1795 Lettere in arrivo da Trapani, Favignana e Formica inviate da Giovanni Gerolamo Biaggini, amministratore «in loco» (1791-1794). Lettere in arrivo da Palermo, Trapani e Favignana inviate da Emanuele Biaggini, figlio del predetto (1794-1795). 461 1795 - 1823 Lettere in arrivo da Palermo, Trapani e Formica inviate da Giovanni Gerolamo Biaggini, amministratore «in loco» (1795-1809). Lettere in arrivo da Palermo e Formica inviate da Emanuele e Franco Biaggini, figlio e fratello del predetto (1811-1815). Lettere in arrivo da Palermo, Trapani e Favignana inviate da Domenico Tubino, procuratore di Paolo Gerolamo IV (1823). Copialettere in partenza per la Sicilia 462 1673 gennaio 7 - 1678 ottobre 8 «MDCLXXIII. Registro di lettere». Copialettere delle missive in partenza da Genova per Palermo o altrove (Madrid, Napoli, etc.), su argomenti relativi ai beni siciliani. Reg. di 384 cc. privo della copertina sul dorso ed a tergo, mm. 340x240. 463 1678 ottobre 15 - 1682 settembre 26 «Registro di lettere». Copialettere delle missive in partenza da Genova per Palermo e Trapani su argomenti relativi ai beni siciliani. Reg. di 288 cc., mm. 340x250. Iptpg MASONE Nel 1525 Antonio Spinola q.Nicola risulta «dominus loci et castri Maxoni», ma ventidue anni dopo, il 16 luglio 1547, la Repubblica investe del luogo Adamo Centurione che lo acquista definitivamente il 6 agosto 1556. Dopo dieci anni, il 12 dicembre 1566, Adamo dona il feudo di Masone (località nei pressi del passo del Turchino) alla vedova del figlio Marco, Battina, che muore il 18 maggio 1568 lasciando la figlia Marzia signora di Masone. Il 19 ottobre 1573 Lazzaro Grimaldi Cebà, marito di Marzia Centurione, acquista dai fedecommissari della suocera Battina, per 17.000 scudi d’oro, il feudo e lo istituisce in primogenitura. Destino vuole che restino senza prole e quando nel 1599 Lazzaro Grimaldi Cebà, doge in carica, muore senza discendenza diretta, la primogenitura passa al figlio della sorella Peretta, Paolo Agostino Spinola che si aggiungerà il cognome Grimaldi Cebà. A questi succede il figlio Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà di cui si è detto anche nell’introduzione generale, ma che qui va particolarmente ricordato perché dedicò grandi energie allo sviluppo di Masone ed alle attività produttive del luogo. La primogenitura passa poi alla discendenza di Giovanni Domenico Spinola, fratello del predetto Paolo Agostino, perché Lazzaro non ha prole maschile; quando dopo non pochi anni si estingue la discendenza mascolina di Giovanni Domenico, il fedecommesso torna ai discendenti di una figlia di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà, Maria Aurelia, maritata con Giovanni Francesco II Pallavicini. Il titolare del feudo di Masone diventa Giovanni Francesco III Pallavicini e poi il fratello Giovanni Carlo, nipoti della predetta Maria Aurelia. In questo modo l’archivio del feudo entra a far parte dell’archivio del ramo primogenito Pallavicini e giunge sino a noi. Ovviamente, però, non tutto l’archivio. Durante i diversi passaggi, ogni titolare sembra abbia trattenuto presso di sé le carte relative al proprio periodo e così oggi abbiamo due distinti insiemi cronologici nella serie di Masone: uno più antico relativo al periodo di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà ed uno più recente conseguente al passaggio ai Pallavicini. Se questa seconda parte è più ricca di carte della prima, bisogna però dire che essa inizia solo nel penultimo decennio del Settecento per protrarsi ben oltre il nostro limite del 1833. La prima parte ha, invece, al centro degli eventi che documenta, la personalità di Lazzaro che pare essere stato uno dei personaggi di primaria grandezza della 188 Ramo primogenito sua epoca. Solo alcune carte di varia natura costituiscono il trait d’union tra i due insiemi. La documentazione che abbiamo comprende, al di là dell’astratta divisione cronologica che si è detta prima, dei piccoli insiemi di carte d amministrazione, di scritture contabili e di corrispondenza. Solamente i registri contabili ed i copialettere sono nelle condizioni originali, mentre tutta la restante documentazione è stata trovata dispersa e sciolta. Si sono pertanto costituite delle unità rispettose della tipologia e dell’ordine cronologico delle scritture contenute. Secondo la disposizione adottata nel presente lavoro precedono le 6 buste di scritture amministrative, poi le carte di contabilità composte da filze e registri e chiude la corrispondenza con 3 buste di lettere ricevute da Masone e 3 registri di copie di lettere per Masone. Domenico GRIMALDI CEBÀ Lazzaro Peretta in Domenico SPINOLA i- Giovanni Domenico Giovanni Giacomo Γ 1. Paolo Agostino 2. Lazzaro in Maria Spinola I 3. Federico Faustina I Maddalena in Giorgio CENTURIONE -1 4. Giuseppe 5. Giovanni Agostino Lazzaro Maria Aurelia in Giovanni Francesco II PALLAVICINI Paolo Gerolamo II I 6. Giovanni Francesco 7. Giovanni Francesco III 8. Giovanni Carlo I- 9. Paolo Gerolamo IV N.B. I numeri che precedono alcuni nomi indicano lordine di successione nella primogenitura. Masone 189 Carte d amministrazione 464 1329 - 1647 Passaggi di proprietà, investiture, atti di causa, controversie e memorie relative al feudo, castello e luogo di Masone. Istituzione del fedecommesso Lazzaro Grimaldi Cebà. Busta di 37 fascc. 465 1648 - 1767 Atti di cause diverse. Ferriere e molini. Inventario d’archivio (1637). Relazione sul feudo (1685). Inventario di mobili. Busta di 26 fascc. 466 1778 - 1785 Atti di causa per la successione nel fedecommesso tra Giovanni Francesco III Pallavicini e Giovanni Battista Grimaldi q.Francesco Maria. Ferriere e molini. Locazioni di beni. Busta di 14 fascc. 467 1786 - 1819 Questioni giudiziarie, prestiti, certificati catastali (1798), affitti, cessioni, ferriere, inventario di mobili (1789), chiesa parrocchiale. Busta di 44 fascc. 468 1819 - 1824 Giuspatronato della chiesa parrocchiale. Consegna dei boschi, permute. Busta di 12 fascc. 469 1825 - 1833 Locazioni e vendite. Ferriere e molini. Certificati catastali. Busta di 28 fascc. 190 Ramo primogenito Scritture contabili 470 1607 - 1827 Documenti giustificativi di diverse uscite di cassa pertinenti ai beni in Masone: lavori agricoli, manutenzioni, etc. Filza di 67 cc. 471 1644 - 1657 Tre scartafacci di fiera di cambio di Lazzaro Spinola Grimaldi Ceba degli anni 1644, 1652 e 1657. Regg. n. 3 di 18-24-28 cc., tutti mm. 250x190. 472 1719 - 1728 Fascicoli slegati e non consecutivi del libro mastro di amministrazione dei beni in Masone. Regg. n. 8 di 10 cc. ciascuno, tutti mm. 425x295. 473 1780 - 1782 Mastro d’amministrazione dei beni allodiali e feudali in Masone. Reg. di 34 cc., mm. 425x295. 474 1782 - 1800 Partitario dei conduttori, con rubrica. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 475 1801 - 1823 Partitario dei conduttori, con rubrica. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 476 1801 - 1808 Partitario dei conduttori, con rubrica. Minuta parziale del precedente. Reg. di 120 cc., mm. 340x260. Masone - Scritture contabili e corrispondenza 191 477 1824 - 1833 Partitario dei conduttori, con rubrica. Reg. di 144 cc., mm. 340x260. 478 1824 - 1830 Partitario dei conduttori, con rubrica. Copia parziale del precedente. Reg. di 144 cc., mm. 340x260. Corrispondenza Lettere ricevute da Masone 479 1782 - 1794 Lettere del podestà Giacomo Molinari a Giovanni Carlo Pallavicini o ai suoi amministratori. Busta. 480 1782 - 1800 Lettere dell’agente Carlo Cusani, prete, a Giovanni Carlo Pallavicini prima e a Paolo Gerolamo IV poi, o ai loro amministratori (1782-1784, 1787-1794, 1797-1800). Busta. 481 1800 - 1833 Lettere degli agenti Bartolomeo Odone q.Angelo (1800-1808), Tomaso Ottonello q.Giovanni Battista (1801-1833) a Paolo Gerolamo IV o al suo amministratore Sebastiano Vicini. Alcune lettere di Paolo Gerolamo IV a Sebastiano Vicini (1812). Busta. Copialettere in partenza per Masone 482 1607 - 1635 Registro di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà che alle cc. 1-32 è copialettere dal 14 gennaio 1607 al 21 ottobre 1612 e da c. 50 è giornale di contabilità delle ferriere dal 2 gennaio 1634 al 12 aprile 1635. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 192 Ramo primogenito 483 1654 gennaio 30 - 1656 luglio 6 Registro cronologico di Lazzaro Spinola Grimaldi Cebà delle lettere in partenza per Masone. Reg. di 120 cc., mm. 340x260. 484 1792 maggio 17 - 1804 novembre 22 Registro cronologico di Giovanni Carlo e Paolo Gerolamo IV Pallavicini delle lettere in partenza per Masone. Reg. di 144 cc., mm. 340x260. VAL POLCEVERA E VAL BISAGNO Vi sono alcuni raggruppamenti di materiale di pertinenza omogenea, posti in essere un secolo fa, corrispondenti a diversi possedimenti terrieri e immobiliari situati in aree circoscritte che, per ragioni organizzative, furono unificati amministrativamente in «agenzie» specifiche. Nacquero così le agenzie di «Val Bisagno», «Val Polcevera», «Adella», «Retorbido», «Bassignana» e «Pegli». Ad ogni denominazione corrisponde un insieme di carte pertinenti ai beni che si trovano nella zona geografica indicata dalla denominazione. L’archivio di ogni agenzia venne composto estraendo dalle filze antiche le scritture che apparivano attinenti e utili alla conduzione dei beni ad essa affidati e collocandole in ordine cronologico senza provvedere a mantenere traccia dell’ordinamento originale. Gli archivi di queste agenzie iniziavano da anni diversi e non sempre dal documento più antico relativo ai rispettivi beni effettivamente conservato nell’archivio Pallavicini, ma proseguivano nel loro posizionamento cronologico senza scansioni sino alla carte immediatamente precedenti l’archivio corrente. Non si è individuato con chiarezza il criterio di selezione delle scritture adottato a suo tempo per la formazione di queste pseudo serie, ma si possono fare delle ipotesi sulla base di alcune constatazioni. Prima di tutto si deve notare la netta prevalenza di atti di compra-vendita, rispetto ad ogni altro tipo di scrittura; la presenza di pochissimi conti, ricevute, rendiconti o bilanci; quasi nessuna lettera (solo la «Val Polcevera» ne ha qualcuna). Sembrano «archivi» costituiti per avere sotto mano la documentazione immediatamente utile per la gestione di quei beni: titoli di possesso, attestazioni di diritti, elenchi di fittavoli. Sono, allora, piuttosto raccolte che archivi, costituite per rispondere ad un’esigenza specifica subentrata agli scopi più ampi in funzione dei quali si erano formate le serie da cui vennero estratte quelle carte. Nostro dovere era cercare di riportare tutto il materiale alle sue posizioni originarie. In questa fase del nostro lavoro si sono separate le carte successive alla morte di Paolo Gerolamo IV da quelle precedenti, alle quali si è cercato di restituire la posizione originaria. In quasi tutte queste pseudo-serie vi sono, infatti, numerose carte che recano le indicazioni 194 Ramo primogenito tipiche dei «fogliazzi» Pallavicini o delle filze Grimaldi che sono state in buona misura riportate alla posizione storica, ma in non pochi casi quei pezzi non risultano mancanti e hanno fatto sorgere il dubbio che intere filze siano state smembrate durante il processo di formazione degli archivi delle agenzie tardo ottocentesche. Nell’opera di riordinamento di queste compilazioni è accaduto che tutte le carte antiche della pseudo-serie «Adella» siano state ricollocate nelle loro posizioni originali, facendola svanire nella sua parte archivisticamente artificiosa. I beni di «Retorbido» risultano acquistati da Ignazio Alessandro nel 1834 e l’archivio della relativa agenzia è, pertanto, oltre il limite cronologico prefissato. «Bassignana» è una tenuta agricola acquistata da Paolo Gerolamo IV con atto del 28 luglio 1825 in territorio di Rivarone e Alluvioni di Cambiò nelle vicinanze di Alessandria. «Pegli» riguarda la gestione dei beni in Pegli, compresa la villa Pallavicini, ed è composto totalmente da carte posteriori al 1833. Restano, dunque, le sole preudo-serie di «Val Bisagno» e «Val Polcevera» che sono state depurate delle scritture restituibili alla posizione originale e distinte, rispetto al 1833, in parte antica e parte moderna ed hanno mantenuto una consistenza limitata, ma non trascurabile. Si tenga presente che il termine tradizionale di «villa» ha, in numerosi casi, il significato di «podere agricolo». Val polcevera, carte amministrative e contabili Gestione di beni immobili come investimento agricolo produttivo nei luoghi in cui vi è anche la località e residenza di villeggiatura ed il sepolcro di famiglia. Numerosa documentazione di manutenzioni alla villa di Rivarolo ed a quella di Sampierdarena. 485 1459 - 1767 Scritture pubbliche e private relative ad acquisto, vendita e locazione di beni in Rivarolo e Sampierdarena: rapporti con i frati di S. Maria della misericordia, licenze pontifice per messe. Investiture, polizze, locazioni, testamenti riguardanti terreni e ville tra cui quelle denominate Borzona, San Pantaleo, Turbella, Caprile, la Casetta, Roncallino, la Buena e altre ville padronali non specificate. Costruzione dell’argine per il torrente Polcevera a Rivarolo. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Cambiaso e Barabino. Memoria per gli agenti di Sampierdarena (1735). Libro giornale del fedecommesso istituito da Giovanni Battista Cosso nel 1709 su beni in Rivarolo (1709-1738. Reg. di cc. 30, mm. 286x215). Busta di 44 fascc. Val Polcevera 195 486 1770 - 1800 Scritture pubbliche e private relative ad acquisto, vendita e locazione di beni di Rivarolo e Sampierdarena: rapporti con i frati di Santa Maria della Misericordia, varie licenze pontificie per messe in cappelle private. Investiture, contratti, locazioni, testamenti, riguardanti terreni e ville tra cui la Borzona, San Pantaleo, Turbella, Caprile, la Casetta, Roncallino, la Buena e altre ville padronali non specificate. Rapporti con la famiglia Barabino per l’eredità di Giovanni Battista Barabino q.Giuseppe: libro mastro della sua successione (1774-1776. Reg. di 48 cc., mm. 307x230). Busta di 26 fascc. Scritture pubbliche e private relative ad acquisto, vendita e locazione di beni in Rivarolo e Sampierdarena. Investiture, polizze, locazioni, testamenti riguardanti terreni e ville denominate villa Gazzo, 1 Ambrosiana, alli Galli, Turbella, la Buena, la Villetta, Acqua marcia, la Piana, la Lebora, la Costa, Santa Marta, Scassi. Affrancazioni da canoni ecclesiastici. Certificato del Catasto di Rivarolo. Busta di 28 fascc. Scritture pubbliche e private relative ad acquisto, vendita e locazione di beni in Rivarolo e Sampierdarena. Investiture, polizze, locazioni, testamenti riguardanti terreni e ville denominate: alli Galli, la Festa, alla Pietra, Gazzo, al Garbo. Locazione di «palazzo Pallavicini a Rivarolo» nel 1841. Certificati catastali di Sampierdarena, San Quirico e Sant’Olcese. Busta di 39 fascc. Serie di partitari 487 1800 - 1823 488 1823 - 1850 489 1788 - 1807 Partitario dei conduttori dei beni immobili in Sampierdarena e vai Polcevera. Reg. di 286 cc., mm. 358x270. Con rubrica alfabetica. 196 Ramo primogenito 490 1808 - 1815 Partitario dei conduttori dei beni immobili in Sampierdarena e vai Polcevera. Reg. di 276 cc., mm. 355x260. Con rubrica alfabetica. 491 1816 - 1824 Partitario dei conduttori dei beni immobili in Sampierdarena e vai Polcevera. Reg. di 256 cc., mm. 372x255. Con rubrica alfabetica. 492 1825 - 1827 Partitario dei conduttori dei beni immobili in Sampierdarena e vai Polcevera. Reg. di 120 cc., mm. 305x215. Con rubrica alfabetica. Altre scritture contabili 493 1749 - 1779 Partitari annuali dei fittavoli e conduttori di diverse proprietà nella vai Polcevera. Si conservano gli anni 1749-1753, 1757-1758, 1765 e 1767-1779. Busta contenente 19 regg., mm. 305x225. 494 1766 - 1768 Libro contabile di varia compilazione: per l’anno 1766 è libro mastro, per il 1767 e il 1768 è libro giornale, ma sempre dei movimenti di cassa effettuati per lavori a diversi beni in Rivarolo, tra cui la villa Pallavicini. Reg. di 176 cc., mm. 302x222. 495 1793 - 1796 Prima nota del partitario dei conduttori delle ville nella vai Polcevera. Reg. di 80 cc., mm. 310x120. Val Polcevera 197 496 1808 - 1834 Ricevute di pagamenti ed elenchi di spese effettuate per beni diversi in Rivarolo e Sampierdarena. Filza di 168 fascc. 497 1810 - 1821 Prima nota delle entrate di cassa deH’amministrazione dei beni in Sampierdarena e vai Polcevera. Reg. ». 2 di 20 cc. e mm. 310x215 ciascuno. Scritture di varia provenienza 498 1723 Istruzioni della Repubblica al capitano della vai Polcevera. Reg. di 232 cc., mm. 325x230. 499 1748 - 1756 Domande per la concessione di elemosine per il ricovero di poveri nell’ospedale di Rivarolo, munite di attestazione confirmatoria dell’arciprete. Filza di 86 fascc. 500 1797 - 1799 Lettere di Paolo Gerolamo IV all’amministratore di Rivarolo, prete Angelo Bonelli. Filza. Val bisagno, carte amministrative e contabili Il registro n. 508, «Condottori di Stroppa», indica come proprietario Stefano II ed in parte anche il fratello Carlo II. La villa in Prato, capitaneato di Bisagno, risulta di Giovanni Luca IV q.Filippo, già nel 1692, forse attraverso la moglie Giovanna Lomellini. I terreni in Marassi e Staglieno provengono da Livia Centurione Pallavicini (1753-1754). 198 Ramo primogenito 501 1677 - 1788 «Terratici e livelli. Instrumento di enfiteusi perpetua passato al magnifico Battista della Torre per gli orti di Bisagno». Contratto d’enfiteusi stipulato dai fedecommissari del q. Gabriele Adorno con Battista Torre per alcuni campi lungo il Bisagno (1610. Reg. di 30 cc., mm. 295x215). Atti di acquisto, locazione e vendita, e per la gestione di terreni diversi in Marassi e Staglieno di proprietà di Livia Centurione Pallavicini ed in San Desiderio di Bavari di proprietà di Giovanni Francesco II Pallavicini. Busta di 8 fascc. 502 1790 - 1852 Atti e documenti giustificativi relativi al debito degli eredi Ponte, Sias-saro e Peranzola verso Paolo Gerolamo IV Pallavicini, saldato mediante la cessione di beni in San Gottardo (vai Bisagno) e in Sampierdarena. Busta di 1 fase. 503 1792 - 1819 Atti di acquisto, locazione e vendita di terreni diversi di proprietà di Stefano II Pallavicini: sua successione ereditaria, vendita all asta di beni in vai Bisagno a favore di Paolo Gerolamo IV Pallavicini, suo creditore. Busta di 16 fascc. 504 1789 - 1849 Atti di passaggio di proprietà di numerosi beni immobili in Staglieno, località «alle Gavette», provenienti dalla famiglia Carrega, acquistati alla fine da Paolo Gerolamo IV Pallavicini. Busta di 1 fase. 505 1820 - 1826 Atti di acquisto di beni immobili in Staglieno, Struppa, Bavari e Montaggio. Busta di 43 fascc. 506 1826 - 1834 Atti di acquisto di beni immobili in Staglieno, Struppa, Montoggio, San Desiderio. Estratto catastale di Staglieno e di Struppa. Costruzione cimitero di Staglieno. Busta di 32 fascc. Val Bisagno 199 507 1789 marzo 11 - 1794 aprile 12 «Stroppa. Filza di lettere». Lettere del reverendo Giovanni Battista Rivara, «rettore» dei beni in Struppa, a Stefano II Pallavicini. Filza di 36 fascc. 508 1790 - 1798 «Condottori di Stroppa. 1790 in 1796». Partitario dei conduttori dei beni stabili in Struppa, Fontanegli e diverse parrocchie della zona. Redatto per Stefano II Pallavicini. Reg. di 12 cc., mm. 350x260. Con rubrica alfabetica. 509 1806 - 1817 «Conduttori de beni in Stroppa dell’eredità del fu signor Stefano Pallavicini. 1806». Partitario dei conduttori dei beni stabili in Struppa, Fontanegli e diverse parrocchie della zona. Redatto per Paolo Gerolamo IV Pallavicini. Reg. di 96 cc., mm. 310x220. Con rubrica alfabetica. INVENTARIO DELL’ARCHIVIO DEL RAMO CADETTO ARCHIVIO GENERALE Carte d-amministrazione Fogliazzi originali Le filze originali delle scritture d’amministrazione, appartenenti all’archivio dei Pallavicini discendenti da Giuseppe II, si presentano con caratteristiche esteriori ben precise e differenti da quelle degli analoghi pezzi dell’archivio del ramo primogenito. Ferme restando le dimensioni esterne, conformi a quelle di tutte le filze amministrative dell’epoca, sono diversi il materiale e la forma della titolazione. Il materiale è sempre cartone e pergamena, ma quest’ultima è nettamente più fine, sottile, di colore più scuro, le finiture dei risvolti sono accurate, gli spigoli sono netti e ben squadrati; il cartone è anch’esso più leggero, ma più compatto e robusto. La forma esteriore della titolazione appare immediatamente dissimile perché le parole che la compongono sono scritte su un foglio, di opportune misure, incollato sul dorso anteriore della filza, mentre nei fogliazzi del primo archivio, della «Sicilia» e di «Frignano», la titolazione è scritta direttamente sulla pergamena dell’aletta. L’analisi dell’aspetto fisico di questi pezzi mostra delle evidenti pecularità anche nelle carte contenute: il foro dell’infilzatura, ad esempio, è stato effettuato a regola d’arte con un ferro tondo rovente che ha prodotto in tutte le carte un identica apertura esattamente circolare, senza slabbrature e lacerazioni. Attorno al foro si nota una brunitura della carta che varia in funzione del calore del ferro e della durata dell’operazione. L’esame delle grafie della titolazione del pezzo e dei singoli fascicoli fornisce altri elementi archivisticamente utili: la mano che ha scritto all’esterno è estremamente accurata, elegante e nitida, quella dei regesti interni scrive in modo molto scorrevole, con sicurezza e pulizia, ma non col tratto elegante della precedente. Bisogna inoltre notare che i regesti delle carte non sono di una sola mano, perché ne compaiono parecchi compilati direttamente da Paolo Gerolamo III che, come già detto nell’introduzione generale, si dedicò con particolare cura all’archivio. La sua grafia è perfettamente riconoscibile sia per il tratto minuto, verticale e spezzato, sia per la lunghezza dei regesti che scrive. 204 Ramo cadetto Se questi fogliazzi si presentavano esterioramente con maggiore eleganza e rigore rispetto a quelli dell’altro archivio Pallavicini, si poteva sperare che anche il loro ordinamento originale fosse di pari precisione. Diciamo subito che anche in questo caso non c’è un ordinamento totale dei pezzi, ma solo di alcuni gruppi di filze: delle miniserie, come le abbiamo chiamate. Il resto è totalmente privo di elementi che dichiarino l’inserimento del pezzo in un insieme ordinato. Non vi sono nemmeno quei numeri cardinali che vennero successivamente scritti sui fogliazzi del primo archivio. In questo caso le minisene coinvolgono solo 20 pezzi dei 35 che compongono la serie e lasciano scoperti archi di tempo di notevoli dimensioni. Su un totale di 3037 fascicoli, poco meno della metà, esattamente 1422, sono compresi nelle miniserie e di queste tre sono di due pezzi, tre di tre e una di cinque. Il riordinamento di queste filze non ha, allora, posto particolari problemi che non si fossero già incontrati nel lavoro svolto sulla analoga serie del ramo primogenito; al contrario in questo caso si imponeva ancor di più il criterio abbastanza evidente del rispetto delle miniserie originali con la loro sistemazione all’interno del generale posizionamento cronologico di tutte le unità inventariali. Si è pertanto seguito l’ordine temporale delle date iniziali dei singoli pezzi o delle singole miniserie quando se ne incontrava una. Anche qui le date estreme degli insiemi sono indicate tra parentesi, pur mantenendo ogni filza la propria individualità sia cronologica che di numerazione generale. I puntini che compaiono in varie antiche titolazioni indicano una lacuna del testo. Fanno parte di questa serie anche due registri, propriamente dei cartolari, compilati quasi per intero direttamente da Paolo Gerolamo III, in cui sono trascritti i regesti di atti pubblici e privati relativi alla sua persona ed alla propria varia attività. Essi sono stati posti alla fine della serie e non secondo la sequenza cronologica, perché non omogenei formalmente né di origine affine a quella delle filze, pur restando nell’ambito delle scritture che si ritrovano in esse. 1 - 3 (1475 - 1690) 1 1475 - 1669 «Fogliazzo primo di scritture appartenenti alle signore Maria Aorelia D’oria e Placidia, madre e figlia Fieschi» (sul frontespizio della pandetta). Atti e carte di varia natura relativi a beni e interessi finanziari di Placidia Fieschi q.Filippo, moglie di Giuseppe II. Terreni in Savigno-ne. Fedecommissarie diverse. Luoghi di S. Giorgio. Doti e inventari di beni. Filza di 101 fascc. Con pandetta. Archivio generale ■ Fogliazzi 205 2 1670 - 1690 «Fogliazzo secondo di scritture appartenenti alle signore Maria Aorelia D’oria e Placidia, madre e figlia Fieschi» (sul frontespizio della pandetta). Atti e carte di varia natura relativi a beni e interessi finanziari di Placidia Fieschi q.Filippo, moglie di Giuseppe II. Fedecommissaria, contratti, scritture, processi. Suo matrimonio e dote. Inventari di beni. Filza di 91 fascc. Con pandetta. 3 1623 - 1685 «... Placidia, moglie del q. signor Giuseppe Pallavicini proava ed ava materne dei qq. signori Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini loro eredi... del q.eccellentissimo Paolo Girolamo loro padre e figli... q.Pla-cidia e Giuseppe giugali Pallavicini. Conti, note, ricevute ad altro fogliazzo terzo. Anni diversi». Atti di natura diversa e documenti contabili relativi alla successione ereditaria di Filippo Fieschi e di sua figlia Placidia, moglie di Giuseppe II. Numerose annotazioni e regesti di mano di Maria Aurelia Doria Fieschi, loro moglie e madre. Documenti connessi alla famiglia Doria. Filza di 77 fascc. Manca pandetta. Mancano nn. 46, 47. 4 1483 - 1643 «Bianchinetta... q.Filippo d’Oria e Bartolomeo filio iugalio q.Iohannis Baptiste per i tre fedecommessi da essi istituiti de beni al Sassello... e palazzo da S. Matteo e... resulti e scritture. Fogliazzo 1469 in 1643». Pareri legali, relazioni, memorie e atti giudiziari relativi ai fedecommessi istituiti da Bianchinetta Doria q.Filippo, vedova di Giovanni Battista Doria q.Bartolomeo, per le proprietà immobiliari in piazza San Matteo e in Campi (ponente di Genova) e per il feudo del Sassello. Questi beni giungono in possesso di Paolo Gerolamo III attraverso una lunga successione ereditaria. Doti. Albero genealogico Doria. Filza di 93 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 1, 6, 7, 26, 73, 85. 206 Ramo cadetto 5 - 6 (1490 - 1781) 5 1490 - 1655 «Documenti diversi. Codicilli, donazioni, rinoncie ed altri atti d’ultima volontà ed adizioni d’eredità. Fogliazzo primo. 1453 in 1660». Testamenti, codicilli, rinuncie, addizioni disposte da vari componenti della famiglia Pallavicini e da altri personaggi i cui beni pervengono in tempi diversi ai Pallavicini per successione ereditaria. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Doria, Fieschi, di Negro, Spinola. Filza di 49 fascc. Con pandetta. Mancano, nn. 1, 2, 3, 6, 8, 9, 12, 15, 16, 19, 22, 25, 30, 31, 32, 47, 48. 6 1662 - 1781 «Testamenti diversi, codicilli, donazioni, rinoncie ed altri atti di ultima volontà ed adizioni d’eredità. Fogliazzo secondo. 1662 in 17...». Testamenti, codicilli, addizioni disposte da vari componenti delle famiglie Pallavicini, Centurione, Imperiale e Spinola. Filza di 52 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 3, 8, 10, 18, 24, 28, 29, 30, 34, 37, 38, 46, 50. 7 - 11 (1540 - 1777) 7 1604 - 1740 «Bettole di castellan Ponsano spettanti al q.signor Paolo Girolamo Pallavicino q.Joseph, terreni posti nella giurisdizione di Tortona, stato di S.M. Sarda, stati indi da esso permutati colla possessione denominata l’Adella posta ne’ corpi santi di detta Tortona in luogo detto Fraschetta. Aquisti, fitti perpetui ed altro. Fogliazzo primo. 1604 in 1740». Atti e documenti di varia natura relativi ai beni in Tortona, Villalver-nia e Stazzano (Oltrepò pavese) di proprietà di Paolo Gerolamo III: acquisizione del bene, gestione (frazionamenti, migliorie), locazione (enfiteusi, livelli) o cessione. Documenti relativi alla famiglia Balbi. Filza di 127 fascc. Con pandetta. Archivio generale - Fogliazzi 207 8 1540 - 1722 «Bettole di castellari Ponsano spettanti al q.signor Paolo Girolamo Pallavicino q.Joseph, terreni posti nella giurisdizione di Tortona, stato di S.M. Sarda, stati indi da esso permutati colla possessione denominata l’Adella posta ne’ corpi santi di detta Tortona in luogo detto Fraschetta. Editti regii, misure, conti, lettere, relazioni per agravi ed altro. Fogliazzo secondo. 1540 in 1722». Atti pubblici, conti, relazioni e descrizioni relative a beni in Tortona e nel Tortonese di proprietà di Paolo Gerolamo III. Corsi d’acqua e diritti relativi. Terreni acquistati dalla famiglia Balbi. Filza di 76 fascc. Manca pandetta. Manca n. 19. 9 1596 novembre 19 - 1722 dicembre 3 «Cassina l’Adella. Possessione situata ne corpi santi di Tortona in luogo detto Fraschetta pervenuta nel q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph. Atto di permuta fattane la signora Cristierna figlia del q.barone Carlo Giuseppe Guidobono Cavalcino vedova e erede del q.Antonio Adella colli beni nominati le Bettole... Ponzano posti nella giurisdizione di Tortona. Compre, cessioni ed altro. Fogliazzo primo. 1596 in 1722, N.». Atti di vendita, testamenti, cessioni e locazioni, carte diverse per la gestione della tenuta l’Adella, nel Tortonese a ovest dello Scrivia, prima che pervenisse in proprietà di Paolo Gerolamo III. Filza di 50 fascc. Con pandetta. «Cassina l’Adella. Possessione situata ne corpi santi di Tortona in luogo detto Fraschetta pervenuta nel q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph. Atto di permuta fattane la signora Cristierna figlia del q.barone Carlo Giuseppe Guidobono Cavalcino vedova e erede del q.Antonio Adella colli beni nominati le Bettole... Ponzano posti nella giurisdizione di Tortona. Compre, cessioni ed altro. Fogliazzo secondo. 1723 in 1773 N.». Atti di permuta tra la tenuta l’Adella e la tenuta le Bettole, cessioni, locazioni, atti diversi relativi a l’Adella dopo essere pervenuta in proprietà di Paolo Gerolamo III e poi di Giuseppe IV e Domenico, suoi 10 1723 gennaio 1 - 1773 luglio 28 208 Ramo cadetto 11 1715 agosto 15 - 1777 marzo 17 «Cassina l’Adella. Possessione situata ne corpi santi di Tortona in luogo detto Fraschetta pervenuta nel q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph. Atto di permuta fattane la signora Cristierna figlia del q.barone Carlo Giuseppe Guidobono Cavalcino vedova e erede del q.Antonio Adella colli beni nominati le Bettole... Ponzano posti nella giurisdizione di Tortona. Conti, lettere, misure ed altro. Fogliazzo terzo. Anni diversi. N.». Lettere, scritture, minute e atti di varia natura relativi alla gestione patrimoniale de l’Adella. Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e uscite per l’amministrazione della tenuta. Relazioni e appunti sui tipi di colture, sulle tecniche e sui processi di produzione agricola nella tenuta. Filza di 66 fascc. Manca pandetta. 12 - 13 (1576 - 1738) 12 1626 - 1738 «... scritture riguardanti l’eredità della q.signora Cattarina figlia del q.signor Imperiale Lercaro. Fogliazzo primo. Dal 1626 al 1738. N.» (sul frontespizio della pandetta). Atti e documenti di diversa natura relativi alle vertenze sorte per la successione ereditaria di Francesco, Ansaldo e Domenico Imperiale Lercari. Vicende giudiziarie occorse, dopo la morte di Domenico, al fratello Giovanni Carlo e alle figlie Caterina e Giovanna. Feudo di Mombaruzzo, passaggi di proprietà. Carte relative al matrimonio di Caterina con Paolo Gerolamo III Pallavicini. Documenti concernenti le famiglie de Mari, Pinelli e Spinola. Doti, fedi di battesimo e di morte. Filza di 101 fascc. Con pandetta. 13 1576 - 1731 «... scritture riguardanti l’eredità della q.signora Cattarina figlia del q.signor Imperiale Lercaro. Fogliazzo secondo. Anni diversi. N.» (sul frontespizio della pandetta). Atti e documenti di diversa natura relativi a vari personaggi della famiglia Imperiale, in cui si trovano le ragioni del possesso di numerosi beni: feudo di Mombaruzzo, palazzo di via Lomellini, beni in Spagna. Archivio generale ■ Fogliazzi 209 Conti, lettere, minute, relazioni, memorie spesso cronologicamente precedenti le carte del «fogliazzo primo». Testamenti, albero genealogico Lercari. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Giustiniani e Oderico. Filza di 67 fascc. Con pandetta. «Conte di Loreto, don Tommaso de Afflitto, principe di Scanno nel regno di Napoli, per i crediti competenti alla q.signora Catterina Imperiale Pallavicini, madre dei q.q.Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini q.excellentissimi Pauli Ieronimi...». Scritture contabili e carte diverse relative ad un debito contratto nel 1581 da Giovanni Francesco de Afflitto nei confronti di Franco Lercari e passato in eredità di generazione in generazione fino al suo saldo effettuato da Tommaso d’Afflitto, principe di Scanno e conte di Loreto a Caterina Imperiale Lercari, pronipote del detto Franco. Filza di 29 fascc. Con pandetta. Manca n. 6. «Pretese de signori Spinola di Trizobio... Pier Luca Spinola contro l’eredità della signora Maria Doria Mottina e contro l’eredità della q.signora Maria Aurelia Doria Fiesca state esaminate con decisione della magnifica Rota li 11 giugno 1785 a favore del q.signor Domenico Pallavicino q.eccellentissimo Paolo Girolamo e detti respettivi ereditari nomi. Fogliazzo 1586 in 1785». Atti giudiziari, memorie, pareri legali relativi alle controversie sorte tra Domenico Pallavicini ed un ramo della famiglia Spinola per la successione ereditaria nel fedecommesso istituito da Bianchinetta Doria q.Filippo, vedova di Giovanni Battista Doria q.Bartolomeo, per le proprietà immobiliari in piazza San Matteo e in Campi (ponente di Genova) e per il feudo del Sassello. Dote di matrimonio di Bianca M. Doria q.Leonardo moglie di Giovanni Battista Doria q.Niccolò, 1622 (vedi tav. 8). Filza di 30 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 26, 30. 14 1581 - 1741 15 1586 - 1785 210 Ramo cadetto 16 1592 - 1695 «Giuseppe Pallavicino q.Paolo Gerolamo q.Gio Francesco. Contratti e scritture. Fogliazzo 1606 in 1695. N...». Documenti vari e atti giustificativi di cassa relativi alle entrate provenienti da rendite e vendite di beni patrimoniali di Paolo Gerolamo I. Operazioni finanziarie e commerciali in Milano, Venezia, Spagna e altrove. Sua eredità e divisione tra i figli. Testamenti. Doti. Fedi di nascita. Filza di 130 fascc. Con pandetta. 17 1604 - 1703 «Bartolomeo Montanaro q.Gio Battista di Varazze. Causa fatta dal q.Paolo Girolamo Pallavicino q.Joseph come erede della q.signora Maria Aurelia D’Oria Fiesca, sua ava materna per vari crediti contro la stesso Montanaro aquistati dalla stessa. Contratti, processi ed altro. Fogliazzo 1604 in 1703». Atti giudiziari e documenti vari relativi alle cause ed alle controversie sorte attorno ad alcuni beni siti in Varazze provenienti dall eredità di Maria Aurelia Doria Fieschi, nonna materna di Paolo Gerolamo III. Filza di 70 fascc. Con pandetta. 18 1604 - 1785 «Casa e villa fuori del Portello di Strada Nuova nella salita di S. Girolamo di Castelletto procedente dall’eredità del q.eccellentissimo signor Paolo Girolamo Pallavicino q.Joseph padre dei qq.signori Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini. Acquisti ed altro. Fogliazzo 1602 in 1786». Atti e documenti di varia natura relativi ad una villa in Castelletto, di proprietà prima di Paolo Gerolamo III e poi dei figli Giuseppe IV e Domenico, da cui proviene l’acqua che approvvigiona il palazzo Imperiale Lercari in Strada nuova. Carte relative ad interessi finanziari diversi: locazioni di immobili, luoghi di S. Giorgio. Filza di 70 fascc. Manca pandetta. Mancano nn. 1, 4, 12, 42, 62. 19 1614-1757 «... Aorelia figlia del q.signor Giuseppe Pallavicino q.Paolo Geronimo moglie del fu signor Filippo Spinola q.Giulio, indi in seconde nozze del signor Filippo Spinola q.Gherardo. Contratti, scritture ed altro. Fogliazzo 1614 in 1757». Atti relativi alle questioni sorte tra Spinola e Pallavicini per la successione ereditaria di Maria Aurelia Pallavicini q.Giuseppe II a seguito Archivio generale - Fogliazzi 211 dei suoi due matrimoni. Operazioni finanziarie e commerciali in Venezia, Bologna e Ferrara. Matrimoni e doti. Fedi di nascita. Inventari di beni. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Centurione e Rezzonico. Filza di 53 fascc. Con pandetta. 20 1622 - 1788 «Ristretto delle scritture contenute nel presente fogliazzo riguardanti il palazzo in strada Lomellina. 1622 in 1788» (sul frontespizio della pandetta). Atti relativi ad immobili in via Lomellini, piazza del Carmine e nella zona circostante, provenienti dal patrimonio di Ansaldo Imperiale Lercari. Questioni varie e rapporti con i religiosi della congregazione di S. Filippo Neri, residenti nell’immobile posto a fianco del palazzo acquistato dai Pallavicini. Vendite, permute, locazioni, estimi, relazioni. Filza di 12 fascc. Con pandetta. 21 - 22 (1642 - 1751) 21 1642 - 1706 «Eredità del q.signor Domenico Centurione per i crediti competenti alla signora Catterina Imperiale Lercara Pallavicina, madre dei q.q.si-gnori Domenico e Giuseppe fratelli Pallavicini q.excellentissimi Pauli Ieronimi e per la causa fatta contro i fedeicommissari del q.Nicolò Gavi possessori de fondi di detta eredità. Contratti, processi ed altro. Fogliazzo primo. 1642 in 1706». Atti e documenti relativi ai beni di Ansaldo Imperiale Lercari q.Giovanni Carlo e di sua moglie Caterina Centurione q.Adamo. Atti e documenti relativi ai beni di Domenico Centurione q.Adamo, residente in Madrid, fratello della detta Caterina. Successione ereditaria di entrambi in favore di Caterina Imperiale Lercari moglie di Paolo Gerolamo III: beni in Spagna, Napoli, Sampierdarena (famiglia Gavi). Testamenti e doti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Gavi, Grimaldi e Spinola. Filza di 45 fascc. Manca pandetta. 212 Ramo cadetto 22 1707 - 1751 «Eredità del q.signor Domenico Centurione per i crediti competenti alla signora Catterina Imperiale Lercara Pallavicina, madre dei q.q.si-gnori Domenico e Giuseppe fratelli Pallavicini q.excellentissimi Pauli Ieronimi e per la causa fatta contro i fedeicommissari del q.Nicolò Gavi possessori de fondi di detta eredità. Contratti, processi ed altro. Fogliazzo secondo. 1707 in 1751». Atti e documenti relativi alla successione ereditaria di Domenico Centurione q.Adamo, fratello della nonna paterna di Caterina Imperiale Lercari Pallavicini. Prosecuzione della filza precedente. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Durazzo, Gavi, Grimaldi, Rovere e Spinola. Filza di 38 fascc. Manca pandetta. 23 1657 - 1753 «Crediti nel Regno di Napoli e Palermo competenti alli q.signori Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini contro diverse comunità... Merello q...». Scritture contabili ed amministrative relative a diversi interessi nel Regno di Napoli. Feudo di Gioia e Acquaviva, acquistato nel 1592 da Violante Lomellini Doria ed ereditato nel 1699 da Paolo Gerolamo III. Secrezia di Sciacca in Sicilia (1663-1739). Interessi in Calabria, nel contado del Molise, in Terra di lavoro, in Terra d’Otranto, in Terra di Bari, in Provincia di Capitanata e di Taranto (1697-1753). Filza di 14 fascc. Con pandetta. Manca n. 4. 24 1681 - 1736 «Eredità della q.signora Battina Spinola q.Nicolai e moglie del q.signor Luciano Spinola stata amministrata dal q.signor Paolo Girolamo Pallavicini q.Joseph come erede fiduciario della stessa. Contratti e scritture passate anche prima della morte di detta signora Battina fra esso signor Paolo Girolamo e la stessa et indi fra gli eredi di entrambi pel rendimento de conti di detta amministrazione. Fogliazzo 1681 in 1736». Contratti, atti giudiziari, polizze, lettere e memorie relative ai beni di Battina Spinola q.Niccolò, vedova di Luciano Spinola q.Carlo. Suo procuratore generale è Paolo Gerolamo III, che viene nominato erede fiduciario ed esecutore testamentario. Dote di matrimonio e testamento di Battina; fedecommesso del palazzo in Strada nuova in cui abita. Filza di 50 fascc. Con pandetta. * f 213 Archivio generale - Fogliazzi 25 - 26 (1695 - 1735) 25 1695 - 1716 «Eccellentissimo Paolo Girolamo Pallavicino q.Joseph. Contratti e scritture. Fogliazzo primo dal 1695 al 1716». Contratti, atti di causa, procure, locazioni e operazioni finanziarie in Venezia, Bologna e Firenze effettuati da Paolo Gerolamo III. Commercio con navi in Morea ed in altre località. Attività commerciale con Olandesi. Beni immobili in Luccoli e San Matteo. Transazioni finanziarie tra il re di Spagna Filippo V e Paolo Gerolamo III (1712-1721). Fedi di nascita. Breve elenco degli atti d’archivio (1701). Filza di 144 fascc. Con pandetta. In rigoroso ordine cronologico. 26 1717 - 1735 «Eccellentissimo Paolo Girolamo Pallavicino q.Joseph. Contratti e scritture. Fogliazzo secondo dal 1717 al 1735». Atti e documenti di diversa natura relativi a beni immobili in Genova San Matteo, Santa Caterina, San Lorenzo, Luccoli e in Diano. Prestiti in Roma, Vienna e Lione. Commercio con l’Oriente. Atti di causa contro commercianti olandesi. Uffici vacabili in Roma posseduti da Paolo Gerolamo III. Documenti relativi alla famiglia Spinola. Fedi di nascita ed inventari di beni. Filza di 76 fascc. Con pandetta. In rigoroso ordine cronologico. 27 1720 - 1744 «Diversorum». Annotazioni e appunti di argomento diverso scritti in gran parte da Paolo Gerolamo III: note d’attualità, medicinali, quadri, elemosine, celebrazioni di messe, piccole spese, prò memoria. Le carte posteriori alla sua morte riguardano i due figli e sono scritte da terzi. Ordinamento originale per argomenti. Filza di 152 fascc. 28 1729 - 1787 «Scritture riguardanti l’eredità dalla q.signora Maria Centurione Spinola pervenuta nel q.signor Paolo Girolamo Pallavicini riguardo ai capitali Centurione». Atti relativi alle successioni ereditarie di Tommaso Centurione e del 214 Ramo cadetto figlio Ambrogio in favore della figlia e sorella Maria Centurione Spinola che trasmette a sua volta i beni di provenienza Centurione al nipote Paolo Gerolamo V, figlio della sorella Geronima e di Domenico Pallavicini. Inventari di beni. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Lomellini e Spinola. Filza di 50 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 24, 46. 29 1736 - 1787 «Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini q.excellentissimi Pauli Hye-ronimi. Contratti e scritture. Fogliazzo 1736 in 1787». Contratti, polizze, procure, atti di causa, relativi alle operazioni finanziarie effettuate da Giuseppe IV e Domenico in Genova, Torino e Venezia. Doti. Documenti connessi alle famiglie Centurione, Doria, de Ferrari e Spinola. Filza di 110 fascc. Con pandetta. 30 1743 - 1789 «Fidecommissaria del q.Ambrogio Centurione per la causa vertita fra la signora Teresa Cattaneo vedova del q.Gio Francesco Negrone e l’ora q.signor Domenico Pallavicino q.eccellentissimo Paolo Gerolamo per garantirsi dall’intentata esecuzione de’ pretesi crediti dotali della stessa sopra le annate della dispensa del q.Selvaggio Negrone ottenute con deroga dal q.suo marito ed assegnate dallo stesso a detto q.signor Domenico Pallavicino come erede mediante la q.signora Maria Centurione Spinola ed il q.signor Paolo Gerolamo di lui figlio, del detto q.Ambrogio Centurione sino all’estinzione de’ suoi crediti contro esso q.Gio Francesco terminata li 11 luglio 1789 per convegno passato tra l’eccellentissimo signor Giovan Carlo Pallavicino erede di detto q.signor Domenico e detta signora Teresa. Contratti, processi ed altro. Fogliazzo 1738 in 1789». Atti e documenti di varia natura relativi all’eredità del q.Giovanni Francesco Negrone: passaggi di proprietà, contestazioni, debiti e crediti in Milano, Venezia e Parigi. Luoghi di S. Giorgio, beni immobili. Fedecommesso istituito da Ambrogio Centurione: contese tra Domenico Pallavicini e gli eredi di Giovanni Francesco Negrone, tutti beneficiari di esso. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Cattaneo, Centurione e Negrone. Filza di 63 fascc. Con pandetta.' Mancano nn. 1, 28 bis. Archivio generale - Fogliazzi 215 31 1767 - 1786 «Instromenti di debito fatti dal signor Paolo Gerolamo Pallavicini a favore di diversi et altre scritture riguardanti la sua eredità pervenuta nel signor Domenico di lui padre attesa la revoca da esso fatta del testamento fatto da detto signor Paolo Girolamo suo Figlio». Atti e documenti di diversa natura relativi ad uscite di cassa disposte da Paolo Gerolamo V. Scritture contabili e carte d’amministrazione appartenenti all’eredità di Paolo Gerolamo V, le cui disposizioni testamentarie vengono revocate dal padre Domenico. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Durazzo e Spinola. Filza di 62 fascc. Con pandetta. Mancano nn. 40, 41, 42, 54. 32 1774 - 1787 «Fogliazzo B. Scritture diverse riguardanti la tenuta denominata La Diamantina e la possessione detta Chà di Dio poste nel territorio ferrarese pervenute nell’ora signor Paolo Girolamo Pallavicini dall’eredità della q.signora Maria Centurione Spinola e per la causa fatta colà contro il dottor Ottavio Lombardi per lo storno della locazione ad esso fatta di detti beni siccome per li miglioramenti in quella fatti da Marco Rospi già conduttore - 1774 in 1787 -. La pandetta è nel fogliazzo A». Atti relativi alla gestione della tenuta Diamantina, nel Ferrarese, pervenuta a Paolo Gerolamo V in eredità dalla zia Maria Centurione Spinola: relazioni, proposte di migliorie, minute di contratti, procure, locazioni, lettere. Eredità di Lorenzo Centurione q.Gio Battista e di sua figlia Maria. Il «fogliazzo A» a cui fa riferimento la antica titolazione, non è stato trovato. Filza di 23 fascc. Manca pandetta. Registri 33 - 34 (1700 - 1736) 33 1700 luglio 1 - 1726 dicembre 19 «Notularium instrumentorum a die prima iulii 1700 usque ad totam diem 31 decembris 1726». Registro cronologico di regesti di atti pubblici e privati relativi a Paolo Gerolamo III. Dal 1705 compilato direttamente dallo stesso Paolo Gerolamo III Pallavicini. Reg. di 270 cc., mm. 305x225. 216 Ramo cadetto 34 1727 gennaio 31 - 1736 aprile 14 «Notularium instrumentorum et singrapharum a die prima januarii 1727 usque ...». Registro cronologico di regesti di atti pubblici e privati relativi a Paolo Gerolamo III, di mano dello stesso. Reg. di 12 cc., mm. 305x225. Buste non originali Le buste non originali di quest’archivio sono solamente due sia per la minor quantità di carte che compongono il fondo documentario del ramo cadetto, sia per la cura più attenta di cui hanno goduto fin dall’origine rispetto a quelle del ramo primogenito. Sta di fatto che quest’aggregazione spuria è ben poca cosa in rapporto all’insieme ordinato delle filze originali dell’archivio e non influisce percettibilmente sulla sua integrità e sulla completezza della documentazione che vi è riunita. Le carte che si sono conservate in queste due unità inventariali sembrano piuttosto essere state estratte e non ricollocate debitamente, piuttosto che estratte intenzionalmente per dar corpo ad una nuova struttura dell’archivio, come è probabilmente accaduto con le analoghe buste dell’altro archivio Pallavicini. Sono documenti disparati, senza omogeneità formale o sostanziale; vi sono solo i due testamenti di Domenico e di suo figlio Paolo Gerolamo V che possono suggerire una tendenza, ma sembra troppo poco considerando l’esistenza nei «fogliazzi» di una filza costituita interamente da testamenti. Si propende, insomma, per la spiegazione più banale, ma non certo inverosimile, che queste carte si trovino in questa situazione perché non vennero ricollocate dopo una consultazione che ne fece perdere l’indicazione della posizione originale. Per la stessa ragione si ha motivo di credere che detta perniciosa estrazione sia avvenuta in tempi non lontani dai nostri, quando ormai si era persa la coscienza dell’intima costituzione dell’archivio. Per la sistemazione delle scritture si è seguito il medesimo criterio adottato nell’archivio primogenito e si sono ordinati i pezzi secondo la rispettiva appartenenza ad un dato personaggio della genealogia di famiglia e secondo la progressione di quella. All’interno di ogni personaggio si è seguito l’ordine cronologico. Archivio generale - Buste non originali 217 35 1724 - 1781 1. Paolo Gerolamo III - Ricevute di pagamenti, minute di istanze contro presunti soprusi e reclami per inadempienze contrattuali. 1724-1737. 2. Giuseppe IV e Domenico congiuntamente - Scritture relative ad acquisti di terreni, cappellanie e quietanze per messe in suffragio. Ri-partizioni dei capitali investiti. 1737-1781. 3. Livia Centurione Pallavicini, moglie di Giuseppe III -Asse ereditario. Lite con l’Ospedale degli incurabili per un lascito. 1751-1761. 4. Giuseppe IV - Cappellanie, mandati. Suo asse ereditario. Estratti del conto corrente del prestito Bimont (1779). Fede di morte. 1758-1781. 36 1756 - 1788 1. Domenico - Scritture relative a cappellanie, luoghi di monte, prestito sul fedecommesso e partecipazione a colonne del banco di San Giorgio. Testamento. Fede di morte, asse ereditario, inventario di beni. 1756-1788. 2. Paolo Gerolamo V - Partecipazione a colonne del banco di San Giorgio, luoghi di monte, prestiti. Suoi debiti. Eredità della zia Maria Centurione Spinola. Notizie di testamento. Fede di morte. 1770-1785. Scritture contabili Le scritture contabili di quest’archivio sono composte da filze e registri. Anche qui, però, i registri sono pochissimi, a conferma della dispersione avvenuta in entrambi i fondi Pallavicini: sul totale di 26 pezzi, i registri sono solo 8 e di limitato spessore documentario non essendo né mastri, né giornali. Quasi in una proporzione matematica, l’aspetto esteriore delle filze di contabilità sta alle analoghe unità dell’altro archivio, come i fogliazzi dell’uno stanno a quelli dell’altro. Le misure sono uguali (mm. 230x180), ma vi è maggior cura e precisione nella condizionatura e nelle titolazioni: come si può constatare dall’inventario, quasi tutti i pezzi di questa serie sono contenuti ancora nelle alette originali, che riportano indicazioni ben precise sul contenuto e ne indicano già le diverse nature contabili. Da queste titolazioni è stata confermata la distinzione operata fin dall’origine tra entrate e uscite e tra le uscite per l’amministrazione patrimoniale e le uscite per quella domestica. Alcuni Pallavicini non hanno effettuato sulle carte quest’ultima distinzione che risulta comunque chiara anche in essi per la diversa procedura che mostrano di aver seguito i diversi giustificativi di spesa. La titolazione «Conti de corrispondenti e varie scritture...» indica sempre che vi è documentazione di entrate di cassa, quella «Filza di scrittura...» che si tratta di uscite per la gestione del patrimonio, le titolazioni «Conti particolari...» o «Conti pagati...» indicano la presenza di spese per l’amministrazione domestica. Nessuna di esse è esclusiva, dato che assieme alle scritture esattamente indicate ve ne possono essere anche altre, ma in misura esigua e forse per svista dell’antico archivista. Le scritture relative ad entrate e alle uscite di cassa per la gestione patrimoniale erano, inoltre, individualmente sottoposte a registrazione sui libri contabili, mentre quelle relative alle uscite per la gestione della vita quotidiana e per l’amministrazione domestica, o erano registrate su appositi registri, o venivano registrate con indicazioni riassuntive delle spese affini (spese del cuoco, spese per elemosine, ecc.). Anche in questa serie si è proceduto al riordinamento secondo la provenienza genealogica, sistemando cronologicamente tutti i pezzi contenenti le scritture prodotte dal medesimo personaggio e distri- Archivio generale - Scritture contabili 219 buendo i personaggi secondo la genealogia della famiglia. All’interno di ogni personaggio il materiale è stato ordinato seguendo una procedura identica a quella adottata per le scritture contabili del ramo primogenito. Si sono effettuati tre livelli di ordinamento, progressivamente interni l’uno all’altro: innanzi tutto la distinzione tra filze e registri, ponendo prima tutte le filze e dopo tutti i registri; poi la distinzione tra le scritture relative all’entrate di cassa, all’uscite di cassa ed ai movimenti diversi; da ultimo la distinzione delle scritture relative alle uscite di cassa tra quelle per la gestione patrimoniale e quelle per la gestione domestica. Schematicamente si può così indicare: Filze Entrate Uscite per la gestione patrimoniale Uscite per la gestione domestica Carte sciolte di contabilità speciali Registri Libri della gestione patrimoniale Libri della gestione domestica Libri di contabilità speciali Si è seguito l’ordine cronologico per data iniziale solo nell’ambito delle singole distinzioni e non lo si è, pertanto, seguito nell ambito di tutti i pezzi né di un personaggio, né tanto meno di tutta la serie: le ragioni sono state dette e si ricordano soltanto per riaffermare la necessità che venga sempre salvaguardata la specificità del materiale che, nella maggioranza dei casi, non risulta dalla sua mera datazione. La peculiarità delle scritture contabili consiste, infatti, prima di tutto nel loro autore, poi nella loro natura e solo all’interno dell individuazione del primo e della specificazione della seconda ha un senso archivistico e direi anche storiografico, considerare determinante la data. La presente serie purtroppo è fortemente mutila anche nelle filze: mancano completamente scritture dello stipite della famiglia, Giuseppe II; del figlio Paolo Gerolamo III si ha documentazione incompleta e solo degli anni della maturità; di Giuseppe IV e di Domenico si possiede la serie delle scritture delle entrate di cassa, ma quasi nulla nei conti delle uscite; Paolo Gerolamo V, ultimo marchese del ramo, mostra di avere altri criteri di gestione del denaro rispetto agli antenati, ma attraverso sporadiche documentazioni. Se ne trae, comunque, l’impressione di una famiglia molto oculata nelle spese ed estremamente attenta in prima persona alla gestione del patrimonio. 220 Ramo cadetto Come si può vedere nelle serie «Sassello» e «Mombaruzzo» che fanno parte di quest’archivio, la famiglia discendente da Giuseppe II è intensamente impegnata nell’amministrazione dei beni giunti attraverso i matrimoni dei suoi primi due rappresentanti, Giuseppe II con Placidia Fieschi q.Filippo e Paolo Gerolamo III con Caterina Imperiale Lercari q.Domenico (vedi i rispettivi alberi genealogici in appendice). Come per la serie affine dell’altro archivio, può risultare di utile integrazione alla presente documentazione lo studio anche dei copia-lettere in partenza ove si trovano frequenti dati relativi soprattutto alla gestione del patrimonio. PAOLO GEROLAMO III 37 1723 febbraio 16 - 1750 marzo 2 «Fogliazzo del libro de negozi dall’anno 1723 inclusivamente sino...». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione patrimoniale. Dall’aprile 1736 sono dei figli Giuseppe IV e Domenico. Numerose carte relative a interessi finanziari in Olanda. Filza di 290 fascc. 38 1700 giugno 17 - 1711 febbraio 28 «Conti de corrispondenti e varie scritture ricevute dal primo Luglio 1700 sino a tutto l’anno 1710». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione domestica e patrimoniale. Filza di 148 fascc. 39 1711 gennaio 24 - 1716 dicembre 31 «Conti de corrispondenti e varie scritture dal primo Gennaro 1711 sino a 31 dicembre 1716». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione domestica e patrimoniale. Sicilia, Mombaruzzo, Sassello e altre provenienze. Filza di 296 fascc. 40 1716 luglio 22 - 1721 dicembre 17 Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione domestica e patrimoniale. Filza di 302 fascc. Archivio generale - Scritture contabili 221 41 1722 gennaio 22 - 1725 novembre 22 «Conti de corrispondenti e varie scritture dal primo gennaro 1722 sino al 31 dicembre 1725». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione domestica e patrimoniale. Filza di 220 fascc. 42 1733 dicembre 26 - 1737 dicembre 1 «Conti de corrispondenti e varie scritture dal primo gennaro 1734 sino a tutto dicembre 1737». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e uscite per la gestione domestica e patrimoniale. Dall’aprile 1736 sono dei figli Giuseppe IV e Domenico. Numerosi «Conti di vendita» e «Conti di spese» delle tonnare. Filza di 193 fascc. 43 1718 - 1729 Conti della fabbrica del palazzo di Strada Lomellina variato e ampliato». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per i lavori di ristrutturazione, ampliamento ed abbellimento del palazzo di via Lomellini, divenuto residenza della famiglia. Filza di 501 fascc. 44 1725 gennaio 5 - 1729 dicembre 7 Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale. Filza di 231 fascc. Registri 45 1729 «Palazzo in Strada Lomellina. Manuale 1729». Libro giornale dei movimenti di cassa effettuati per diversi lavori di manutenzione, ampliamento ed abbellimento del palazzo di via Lomellini, divenuto residenza della famiglia (pitture, sculture, etc.). Reg. di 22 cc., mm. 348x253. Mancano almeno 3 fascc. 222 Ramo cadetto 46 1729 «Palazzo in Strada Lomellina. Libro maestro 1729». Libro mastro dei movimenti di cassa effettuati per diversi lavori di manutenzione, ampliamento ed abbellimento del palazzo di via Lomellini, divenuto residenza della famiglia (pitture, sculture, ecc.). Reg. di 24 cc., mm. 348x255. Mancano 5 fascc. Con rubrica alfabetica. DOMENICO 47 1740 dicembre 31 - 1784 dicembre 31 Quadri riassuntivi della contabilità personale: 1. Estratti conto annuali del «conto personale» 1740-1782. 2. Bilanci di cassa del «conto personale» 1760-1784. 3. Rendiconti delle «spese di casa» 1753-1781. 4. Rendiconti del «denaro da me speso» 1749-1766. Filza di 92 fascc. 48 1782 novembre 2 - 1788 dicembre 27 «Fogliazzo de conti del libro d’Azienda dal primo gennaio 1783 in 1788». Documenti e atti giustificativi delle entrate di cassa per la gestione domestica e patrimoniale. Tonnare di Sicilia. Filza di 236 fascc. 49 1782 settembre 1 - 1794 marzo 24 «1789 in 1794. Filza di scrittura del patrimonio del q.signor Domenico Pallavicino». Documenti e atti giustificativi delle entrate e uscite di cassa per la gestione patrimoniale. Note relative anche a beni provenienti dall’eredità del fratello Giuseppe IV. Dal 1789 l’intestatario è Giovanni Car- lo. Sicilia, Mombaruzzo, Sassello. Corrispondenze da Parigi negli anni iniziali della Rivoluzione. Filza di 231 fascc. 50 1746 - 1776 Documenti e atti giustificativi delle uscite di cassa per la gestione domestica. Filza di 122 fascc. Archivio generale ■ Scritture contabili 223 51 1777 - 1781 «Conti particolari del signor Domenico dall’anno 1770 a tutto il 1778». Documenti e atti giustificativi delle uscite di cassa per la gestione domestica. Filza di 138 fascc. Documenti e atti giustificativi delle uscite di cassa per la gestione domestica. Filza di 126 fascc. «1789 in... Legatari testamentari del q. illustrissimo signor Domenico Pallavicino q.excellentissimi Paoli Hieronimi». Elenco cronologico delle ricevute dei legati testamentari di Domenico eseguiti dagli eredi. Reg. di 144 cc., mm. 213x160. GIUSEPPE IV E DOMENICO 54 1737 dicembre 1 - 1750 dicembre 30 «Conti de corrispondenti e varie scritture dal primo genaro 1738 sino a tutto dicembre 1750». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione patrimoniale e domestica con particolare riguardo alla Sicilia ed alle rendite fondiarie. Filza di 396 fascc. 55 1751 gennaio 19 - 1762 dicembre 31 «Fogliazzo de conti del libro d’azienda dal primo genaio 1751 per li 31 dicembre 1762». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione patrimoniale e domestica. Filza di 413 fascc. 52 1782 - 1788 53 1789 - 1825 224 Ramo cadetto 56 1756 - 1763 «Conti di spese per l’ingrandimento del palazzo di Strada Lomellina cominciato li 8 marzo 1756». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per i lavori di ampliamento ed abbellimento del palazzo di via Lomellini. Filza di 252 fascc. 57 1763 gennaio 2 - 1772 dicembre 31 «Fogliazzo de conti del libro d’azienda dal primo gennaio 1763 a tutto dicembre 1772». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione patrimoniale e domestica. Filza di 348 fascc. 58 1773 gennaio 16 - 1782 dicembre 31 «Fogliazzo de conti del libro d’azienda dal primo gennaio 1773 a tutto dicembre 1782». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate per la gestione patrimoniale e domestica. Dall’agosto 1781 solo di Domenico. Filza di 309 fascc. 59 1752 gennaio 7 - 1773 agosto 3 «Diversi conti pagati dal primo genaro 1753 sino a tutto dicembre 1773». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale e domestica. Filza di 326 fascc. 60 1774 gennaio 5 - 1787 dicembre 31 «Diversi conti pagati dal primo gennaro 1774 sino a tutto dicembre 1787». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione patrimoniale e domestica. Lavori di varia manutenzione di diversi immobili in Genova. Filza di 98 fascc. y ____Archivio generale - Scritture contabili 225 Registri 61 1732 - 1776 «Libro delle colonne deH’illustrissime compere di San Giorgio a quali restano ammessi tanto alla percezione quanto al gius honorifico l’ec-cellentissimi Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini q.excellentissi-mi Pauli Hieronimi». Elenco delle colonne delle compere di S. Giorgio, distinte per nome del titolare, alle quali risultano partecipi i figli di Paolo Gerolamo III, con la trascrizione dei decreti istitutivi e di ammissione. Reg. di 48 cc., mm. 310x220. 62 1738 - 1781 «Libro di spese particolari del q.magnifico Giuseppe Pallavicino q.ex-cellentissimi Paoli Hieronimi dal 1738 al 1781». Prima nota delle spese personali quotidiane. Reg. di 120 cc., mm. 245x185. 63 1756 - 1763 «Giornale delle spese per l’ingrandimento del palazzo di Strada Lomellina cominciato li 8 marzo 1756». Libro giornale delle spese effettuate per l’ampliamento e l’abbellimento del palazzo di via Lomellini. Reg. di 24 cc., mm. 310x220. 64 1756 - 1763 «Libro de conti delle spese per l’ingrandimento del palazzo di Strada Lomellina cominciato li 8 marzo 1756». Libro mastro dei movimenti di cassa effettuati per i lavori di ampliamento ed abbellimento del palazzo di via Lomellini. Reg. di 188 cc., mm. 305x216. 226 Ramo cadetto PAOLO GEROLAMO V 65 1783 aprile 21 - 1785 aprile 18 «1783 in 1785. Filza de conti del Libro d’azienda del signor Paolo Girolamo Pallavicino dell’eredità Centurione Spinola». Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e uscite per la gestione dei beni provenienti dall’eredità della zia Maria Centurione Spinola (muore il 20 aprile 1683). Filza di 113 fascc. 66 1785 giugno 7 - 1788 dicembre 13 «1785 in 1788 26 dicembre. Filza de libri d’azienda Centurione e Spinola di S.E. del signor Domenico Pallavicini. Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate e uscite per la gestione patrimoniale del q.Paolo Gerolamo V. Carte relative alla sua morte ed alla successione ereditaria. Note di legati e rendite vitalizie, elenchi di redditi e di investimenti. Filza di 185 fascc. 61 1770 dicembre 31 - 1784 dicembre 28 «1784. Conti pagati dal maestro di casa per il signor marchese Paolo Gerolamo Pallavicino Dominici». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Spese per la villa in Sestri Ponente nel 1784. Filza di 326 fascc. 68 1784 luglio 7 - 1784 dicembre 31 «1784 li 31 dicembre. Conti diversi dal η. 1 a 30 pagati dalla signora marchesa Placidia Cattaneo Pallavicini fra tutto il cadente anno». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica di Placidia Cattaneo, moglie di Paolo Gerolamo V. Filza di 30 fascc. 69 1779 - 1783 «1779 in 1783 rendimento de conti del reverendo Angelo Botto». Brogliaccio delle entrate e uscite di cassa per la gestione domestica e patrimoniale. Reg. di 88 cc., mm. 237x176. Corrispondenza Come già illustrato nell’introduzione all’analoga serie dell’archivio del ramo primogenito, le serie dei due archivi erano mischiate e solo alcune filze del secondo archivio erano ancora integre ed infilzate. Ricostruite le serie distinte ed effettuata la schedatura integrale, si sono ordinate le lettere in base al destinatario, all’interno del quale sono state disposte in ordine cronologico. Le miniserie delle lettere di ogni destinatario sono numerate, posizionate a scaffale ed indicate in inventario secondo la successione genealogica dei vari personaggi. Uguale sistema si è adottato per la sottoserie dei copialettere per i quali la schedatura è stata analoga, ma ovviamente ben più rapida. Le sottoserie sono corredate dall’indice globale dei nomi dei corrispondenti sia nella veste di mittenti che di destinatari. Di ognuno si è indicato il cognome, il nome completo, la località in cui si trova e l’anno della corrispondenza: in base all’anno si risale alla filza, o al copialettere, che lo contiene, come indicato in inventario. L’archivio è corredato inoltre dall’elenco completo di tutte le lettere, passaggio obbligato per l’indicizzazione, ma che si mantiene come sussidio alla consultazione in loco, non potendolo pubblicare per le sue dimensioni. La quantità attuale di materiale non è certo pari a quella originale e soprattutto i copialettere dovevano essere più numerosi. Di Paolo Gerolamo III ne restano solo due e piuttosto tardi, mentre non vi è nulla di Giuseppe II, ma va sottolineata la continuità perfetta della sottoserie dal 3 ottobre 1722 al 15 luglio 1801, quando già tutti i discendenti del ramo erano morti, ma continuava in loro nome la gestione della loro eredità da parte del successore, Paolo Gerolamo IV. 228 Ramo cadetto Lettere ricevute PAOLO GEROLAMO III (1698- 1736) 70. 1698-1699 80. 1710 90. 1720 100. 1730 71. 1700-1701 81. 1711 91. 1721 101. 1731 72. 1702 82. 1712 92. 1722 102. 1732 73. 1703 83. 1713 93. 1723 103. 1733 74. 1704 84. 1714 94. 1724 104. 1734 75. 1705 85. 1715 95. 1725 105. 1735 76. 1706 86. 1716 96. 1726 106. 1736 77. 1707 87. 1717 97. 1727 78. 1708 88. 1718 98. 1728 79. 1709 89. 1719 99. 1729 GIUSEPPE IV E DOMENICO (1736- 1794) 107. 1736-1737 111. 1746-1750 108. 1739 112. 1751-1760 109. 1740-1742 113. 1761-1771 110. 1743-1745 114. 1772-1794 DOMENICO da solo (1772 - 1789) 115. 1772-1780 116. 1781-1789 PAOLO GEROLAMO V (1776- 1785) 117. 1776-1785 Copialettere in partenza PAOLO GEROLAMO III 118 1722 ottobre 3 - 1732 dicembre 20 «Registro di lettere scritte dal signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Giuseppe da 3 ottobre 1722 sino a tutto decembre 1732». Reg. di 186 cc., mm. 340x260. Archivio generale - Corrispondenza 229 119 1733 gennaio 3 - 1742 dicembre 28 «Registro di lettere scritte dal signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Giuseppe dal primo gennaio 1733 sino a tutto decembre 1742». Dal 12 luglio 1736 sono dei figli Domenico e Giuseppe IV. Reg. di 240 cc., mm. 340x260. GIUSEPPE IV E DOMENICO 120 1743 gennaio 5 - 1753 giugno 30 «Registro di lettere dal primo gennaio 1743 sino a tutto giugno 1753». Reg. di 238 cc., mm. 340x260. 121 1753 luglio 13 - 1782 dicembre 28 «Registro 1753 13 luglio in 1782 a 31 dicembre». Dal 5 agosto 1781 sono del solo Domenico. Reg. di 296 cc., mm. 340x260. DOMENICO 122 1783 gennaio 7 - 1786 giugno 3 «Registro di lettere 1782 di gennaio in 1786 di giugno. Domenico Pallavicini». Reg. di 144 cc., mm. 340x260. 123 1786 giugno 17 - 1790 aprile 8 «1786 giugno in 1790. Registro di lettere. Domenico Pallavicini». Dal 26 dicembre 1788 sono di Giovanni Carlo. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 124 1790 aprile 10 - 1792 dicembre 31 «Registro di lettere missive del 1790 da 10 aprile al 1792 31 dicembre». Registro cronologico delle lettere relative all’eredità di Domenico, inviate da Giovanni Carlo e Ranieri. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 230 Ramo cadetto 125 1793 gennaio 5 - 1796 dicembre 31 «Registro 1793 in 1796». Registro cronologico delle lettere relative all’eredità di Domenico, inviate da Giovanni Carlo, Ranieri e Paolo Gerolamo IV. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 126 1797 gennaio 5 - 1798 dicembre 29 «Registro 1797 in 1798». Registro cronologico delle lettere relative all’eredità di Domenico, inviate da Ranieri e Paolo Gerolamo IV. Reg. di 192 cc., mm. 340x260. 127 1799 gennaio 5 - 1801 luglio 15 «Registro 1799 in ... ». Registro cronologico delle lettere relative all’eredità di Domenico, inviate da Paolo Gerolamo IV. Reg. di 96 cc., mm. 340x260. SASSELLO Carte d amministrazione Sassello è un comune del Ponente ligure, poco all’interno della costa, all’altezza di Albisola. Come località feudale, non compare mai con evidenza nella storia di Genova, ma ne è sempre partecipe con un ruolo ed un peso piuttosto significativo anche se non appariscente. Il feudo del Sassello sarà, infatti, sempre saldamente tenuto nelle mani della famiglia Doria ed in quelle più ampie della Repubblica per la sua peculiare attività economica: la lavorazione del ferro. Il minerale ferroso giungeva via mare dall’isola l’Elba e veniva trasportato a Sassello da carovane di muli perché fino a metà Ottocento non vi erano strade carrozzabili che unissero la costa con l’entroterra. A Sassello, per l’abbondanza dei boschi, da cui si traeva il carbone vegetale, e la forza dei corsi d’acqua che muoveva i magli e le altre macchine, si forgiava il ferro nelle forme richieste dal governo e dal mercato genovese. Terminata la lavorazione, il prodotto finito veniva ritrasportato ad Albisola per la vendita '. Non luogo di delizie e di villeggiatura, dunque, come è diventato successivamente, ma elemento di primaria rilevanza nel piano degli approvvigionamenti della Repubblica. Le sorti dell’at-tività del Sassello sono legate a quelle di Genova ed infatti, con la perdita di potenza della Serenissima, le ferriere diminuiscono la produzione e la indirizzano verso la fabbricazione di beni di più largo e facile consumo come i chiodi e le verghe piatte. Le ferriere sopravvivono stentatamente alla Repubblica e cessano di funzionare attorno alla metà del secolo scorso dando inizio, così, ad una diversa vocazione del luogo. La storia di Sassello che trascorre nelle carte qui riunite copre gli anni dal 1522 al solito termine prefissato del 1833. In realtà la documentazione ha una corposità sufficiente solo dalla seconda metà del 1 Un proverbio locale dice a proposito della vita che conducevano gli uomini del Sassello che «chi vuol sapere cose l’inferno, faccia il ferro destate e il mulattiere d’inverno». Cfr. P. Rossi, Le ferriere di Sassello, Associazione «Amici del Sassello», 1989; M. Garino, / Penando di Sassello, in «Atti e memorie» della Società savonese di storia patria, n.s. I, 1967. 232 Ramo cadetto Seicento e più ancora da quando il feudo passa nelle mani dei Pallavicini. Questo passaggio avviene nel rispetto delle linee dinastiche e delle volontà testamentarie di Maria Aurelia Doria q.Giovanni Battista il cui bisavo Giovanni Antonio era stato investito del feudo nel 1564, assieme ai fratelli Ceva e Costantino, dall’imperatore Ferdinando I. Maria Aurelia sposa Filippo Fieschi q.Pietro Luca ed ha una figlia di nome Placidia che diviene la moglie del nostro Giuseppe II q.Paolo Gerolamo I. Dal loro matrimonio discende la stirpe che dà origine a quest’archivio e che viene detta dei «marchesi di Mombaruzzo e signori di Sassello». Le ferriere del Sassello che operarono dai primi del Cinquecento sino a metà Ottocento, furono complessivamente 5, di cui 2, quella del Prato (la più grande) e quella della Tripalda, dei Pallavicini. La presente serie è costituita dalle tre canoniche degli atti d amministrazione, della contabilità e della corrispondenza, ma tutte ini dimensioni quantitative ridotte o ridottissime. Non si è in grado di ire perché la documentazione sia stata così scarnificata nel tempo, ma si deve comunque riconoscere che la carte d’amministrazione e la contabilità riescono ugualmente a fornire informazioni più che valide sulle vicende degli anni che coprono. I fogliazzi originali si presentano ne e condizioni di ordinamento che ad essi furono date nel tardo Settecento delle quali si è già parlato nell’introduzione generale e che si sono rigorosamente mantenute, integrandole con i ritrovamenti di carte precedentemente estratte. Si sono dovute costituire due buste spurie composte da fascicoli dispersi, ma sicuramente appartenenti a questa serie; essi sono stati disposti in ordine cronologico per data iniziale, non potendosi ravvisare, in questo caso, altro criterio maggiormente rispettoso della loro provenienza. L’insieme delle scritture contabili è totalmente composto da registri, che purtroppo non sono conseguenti l’uno all altro, ma che lasciano scoperti solo brevi spazi temporali e riescono ugualmente a fornire dati utili su due secoli di attività del feudo. Proprio dalla consultazione di questi registri si può verificare come Sassello diventi progressivamente sempre meno importante per la sua attività industriale e sempre più sfruttato per i suoi boschi cedui, con le relative considerevoli trasformazioni sociali. I pochi registri non hanno consentito alcuna disposizione d ordine più approfondita di quella cronologica, anche perché solo due sono mastro e giornale accoppiati e non tutti sono registri contabili veri e propri. Anche qui si sono costituite due filze di scritture di contabilita trovate sciolte e disperse che appartengono con certezza alla serie: sono di epoca tarda, posteriore al riordinamento che si è detto ed anche al passaggio del feudo dai Pallavicini di via Lomellini a quel- Sassello - Carte d’amministrazione 233 li del ramo primogenito, i quali si occuperanno di Sassello solo per venderlo. L’ultima parte delle carte del Sassello è veramente minima nella sua consistenza di 462 lettere comprese tra il 1784 e il 1822: la media di 12 lettere all’anno è davvero bassa oltre che artificiosa, ma si deve tener conto che, come in tutte le sottoserie di corrispondenza, non tutte le lettere provenienti da questa località sono qui riunite, dato che varie altre analoghe si possono trovare nella serie della corrispondenza dell’archivio generale. Fogliazzi originali 128 1522 - 1650 «Sassello. Fogliazzo primo. Acquisti ed altro. Beni procedenti dall’eredità delle q.q.signore Maria Aurelia Doria Fiesca e Placidia Fiesca Pallavicina rispettive ava e madre dell’ora q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph erede ex testamento delle stesse dal 1522...». Investitura imperiale del feudo ai fratelli Ceva, Costantino e Giovanni Antonio Doria: passaggi di proprietà lungo la discendenza di quest ultimo sino a Maria Aurelia Doria Fieschi. Rapporti con la Repubblica di Genova. Contratti di vendita, polizze di debito, atti giudiziari relativi alla ferriera di Sassello ed a terreni circostanti. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Doria e Fieschi. Filza di 129 fascc. Con pandetta. 129 1651 - 1764 «Sassello. Fogliazzo secondo. Acquisti ed altro. Beni procedenti dall’eredità delle q.q.signore Maria Aurelia Doria Fiesca e Placidia Fiesca Pallavicina rispettive ava e madre dell’ora q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph erede testamentario delle stesse dal 1651 al 1764». Passaggio di proprietà del feudo di Sassello lungo la discendenza di Maria Aurelia Doria Fieschi sino ai fratelli Giuseppe IV e Domenico Pallavicini. Numerosi acquisti di boschi: quietanze di pagamenti, polizze di debito. Inventari di beni. Diverse carte con notizie di interesse anche per le famiglie Doria e Fieschi. Filza di 146 fascc. Con pandetta. Manca n. 55. 234 Ramo cadetto 130 1601 - 1733 «Sassello. Fogliazzo terzo. Locazioni ed altro riguardante i redditi de beni procedenti dall’eredità delle q.q.signore Maria Aurelia Doria Fiesca e Placidia Fiesca Pallavicina rispettive ava e madre dell ora q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph erede ex testamento delle stesse dal 1601 al 1716». Carte di varia natura relative alle ferriere del Sassello e del Prato. Locazioni delle ferriere. Inventari degli attrezzi da lavoro e inventari di quanto contenuto nelle ferriere. Vendite di prodotti. Vendite di terreni e di tagli di bosco. Filza di 144 fascc. Con pandetta. 131 1717-1788 «Sassello. Fogliazzo quarto. Locazioni ed altro riguardante i· redditi de beni procedenti dall’eredità delle q.q.signore Maria Aurelia Doria Fiesca e Placidia Fiesca Pallavicina rispettive ava e madre dell ora q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph erede ex testamento delle stesse dal 1717 al 1789». Inventario della ferriera di Tripalda. Carte di varia natura relative ai tagli di bosco, a locazioni e vendite di appezzamenti boschivi. Pagamenti di pigioni e polizze di debito sempre connesse alla gestione dei boschi di Sassello. Filza di 157 fascc. Con pandetta. 132 1609 - 1783 «Sassello. Fogliazzo quinto. Conti ricevute ed altro riguardante i redditi de beni procedenti dall’eredità delle q.q.signore Maria Aurelia Doria Fiesca e Placidia Fiesca Pallavicina rispettive ava e madre dell’ora q.signor Paolo Gerolamo Pallavicino q.Joseph erede ex testamento delle stesse dal 1609 al 1783». Carte contabili ed inventariali relative alla gestione dei beni del feudo di Sassello. Numerose memorie e relazioni a scopo giudiziario. Elenchi di migliorie e di opere di manutenzione effettuate nelle ferriere. Note di acquisti di boschi e dei loro rendimenti. Inventari di beni e descrizione del palazzo a Sassello di Giuseppe IV e Domenico Pallavicini. Filza di 116 fascc. Con pandetta. Manca n. 67. Sassello - Carte d’amministrazione 235 133 1662 - 1744 «Credito de signori Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini contro gli eredi del q.Giovanni Battista Romano» (sul frontespizio della pandetta). Atti della causa intentata dai fratelli Giuseppe IV e Domenico Pallavicini contro gli eredi di Giovanni Battista Romano, agente di Filippo Fieschi a Sassello e successive cause d’appello. Filza di 12 fascc. Con pandetta. Buste non originali 134 1564 - 1795 Documenti di varia natura relativi ai diversi passaggi di proprietà dei beni in Sassello tra Gio Antonio Doria, il fratello Costantino, Filippo Fieschi e la moglie Maria Aurelia Doria, suo padre Giovanni Battista e i successivi eredi Pallavicini: Giuseppe II, Paolo Gerolamo III, Domenico, Giovanni Carlo e Ranieri. Busta di 35 fascc. 135 1796 - 1833 Elenco dei beni posseduti dai fratelli Giuseppe IV e Domenico Pallavicini provenienti dall’eredità di Maria Aurelia Doria Fieschi. Vendite di boschi e di tagli di bosco. Elenco dei boschi posseduti nella comunità di Sassello. Innovazioni apportate alle ferriere. Causa contro Perrando e Forzano per disdetta ferriere. Busta di 45 fascc. Scritture Contabili Registri 136 1630 ottobre 15 - 1634 dicembre 30 «MDCXXX. Manuale dell’eredità del magnifico Gio Battista D oria dal 1630 sino al 1634». Giornale dei movimenti di cassa effettuati per la gestione del patrimonio ereditario di Giovanni Battista Doria q.Niccolò (muore nel gennaio 1630). Reg. di 54 cc., mm. 310x225. Con pandetta. 137 1635 gennaio 2 - 1645 luglio 10 «MDCXXXV. Libro dell’eredità del q.magnifico Gio Battista Doria». Libro contabile composto da due parti: 1 - Giornale dei movimenti di cassa effettuati per la gestione del patrimonio ereditario di Giovanni Battista Doria q.Niccolò. 2 - Libro mastro in partita doppia delle stesse operazioni. Reg. di 152 cc., mm. 310x225. Con pandetta. 138 1667 - 1668 «Libro dei boschi del Sassello». Descrizione dettagliata dei confini di ogni bosco posseduto dai Pallavicini a Sassello (nessun disegno o mappa). Reg. di 133 cc., mm. 310x225. 139 1691 aprile 16 - 1696 giugno 14 «Conti di Lodovico Ramognino agente in Sassello 1691 ad 1695» (sul dorso). Libro mastro in partita doppia dei movimenti di cassa effettuati per la gestione dell’agenzia di Sassello. Reg. di 228 cc., mm. 345x280. Sassello - Scritture contabili 237 140 1691 aprile 16 - 1696 luglio 4 «Manuale della fattoria del Sassello dell’effetti spettanti all’illustrissi-mo eccellentissimo Giuseppe Pallavicino principiato a 16 aprile 1691». Giornale dei movimenti di cassa effettuati per la gestione dell’agenzia di Sassello. Reg. di 118 cc., mm. 350x255. 141 1714-1763 Indice alfabetico dei boschi di Sassello con rispettive indicazioni delle rendite dei diversi tagli. Reg. di 21 cc., mm. 298x215. 142 1727 «Libro formato nell’anno 1727 de stabili nel luogo e territorio del Sassello». Indice alfabetico delle proprietà Pallavicini a Sassello con rispettiva descrizione dei confini, delle modalità di acquisizione e della produttività. Reg. di 12 cc., mm. 426x325. 143 1735 «Seconda copia del libro del q.Francesco Romano presentata al primo dicembre 1735 all’hora q.eccellentissimo signore Paolo Gerolamo Pallavicino dalli r. pre. magistro Angelo Maria Romano unitamente con Francesco Maria Romano». Libro mastro in partita doppia delle scritture relative al conto di Francesco Romano, agente in Sassello di Filippo Fieschi, presentato dai nipoti di quello all’attuale proprietario Paolo Gerolamo III. Reg. di 44 cc., mm. 315x220. 144 1763 - 1779 Indice alfabetico dei boschi di Sassello con rispettive indicazioni delle rendite dei diversi tagli. Reg. di 29 cc., mm. 298x215■ 238 Ramo cadetto 145 1789 - 1827 «N. 1. 1789 in 1822. Agenzia del Sassello. Vedi quindi N. 2». Libro mastro generale in partita doppia dell’amministrazione delle proprietà di Giovanni Carlo e successivamente di Paolo Gerolamo IV in Sassello. Reg. di 190 cc., mm. 350x250. 146 1822 aprile 30 - 1830 maggio 13 «N. 2. Agenzia del Sassello. 1823 in... continuazione del libro N. 1». Libro mastro generale in partita doppia dell’amministrazione delle proprietà di Paolo Gerolamo IV in Sassello. Reg. di 40 cc., mm. 365x262. Buste non originali 147 1789 - 1807 Carte di varia natura, ma prevalentemente con finalità contabili, relative alla gestione dei beni dell’agenzia di Sassello: locazioni di terreni e vendite all’incanto di tagli di bosco, ricevute di pagamenti, elenchi dei redditi e rendiconti annuali. Filza di 108 fascc. Numerati solo dal 5 al 50. Mancano nn. 17, 27, 34, 39. 148 1808 - 1833 Carte di varia natura, ma prevalentemente con finalità contabili, relative alla gestione dei beni dell’agenzia di Sassello: locazioni di terreni e vendite all’incanto di tagli di bosco, ricevute di pagamenti, elenchi dei redditi e rendiconti annuali. Filza di 164 fascc. Corrispondenza Lettere ricevute da Sassello 149 1784 febbraio 4 - 1797 dicembre 10 Lettere inviate da Sassello a Giovanni Carlo, o al suo amministratore Angelo Varzi ed in seguito a Paolo Gerolamo IV, o al suo procuratore Sebastiano Vicini, dai loro agenti in loco Antonio da Bove (che muore il 20 maggio 1791) e Gerolamo Perrando. Sono comprese 16 lettere indirizzate ancora a Domenico Pallavicini dal suo agente Giovanni Giacomo Ramorino. Filza di 252 cc. 150 1798 gennaio 21 - 1822 dicembre 18 Lettere inviate da Sassello a Paolo Gerolamo IV, o al suo procuratore Sebastiano Vicini, dall’agente in loco Gerolamo Perrando. Manca l’anno 1807. Filza di 210 cc. I I MOMBARUZZO Nel 1705 al già cospicuo patrimonio fondiario della famiglia Pallavicini si aggiunge il feudo di Mombaruzzo portato in dote a Paolo Gerolamo Pallavicini III da Caterina Imperiale Lercari, unica ed ultima erede dei considerevoli beni di un ramo dell’antica famiglia genovese degli Imperiale. Per consentire una migliore fruizione del materiale contenuto in questo fondo, in qualche modo eccentrico rispetto all’asse principale rappresentato dalla famiglia Pallavicini e dai suoi possedimenti tradizionali, è necessario quindi operare una digressione storico-genealogica sul feudo e sulle famiglie Imperiale Lercari e, marginalmente, Centurione e di Negro, sulle quali, almeno per il periodo ed i personaggi di nostra pertinenza, non esiste purtroppo alcuna organica trattazione 2. * Tutte le citazioni archivistiche presenti in questo testo si riferiscono esclusiva-mente all'archivio del ramo cadetto Pallavicini ed i numeri che seguono la / si riferiscono alla posizione interna all'unità archivistica indicata dal numero che precede la / . 1 Con questa denominazione riassuntiva si allude al marchesato di Mombaruzzo, cui è annessa Casalotto, al contado di Quaranti e ad una porzione dell ordinario di Nizza Monferrato, detta Nizza della Paglia. O.A. BiandrA, Mombaruzzo feudo degli Imperiali Lercari, in «Rivista di storia, arte, archeologia per le provincie di Alessandria ed Asti», 1984, p. 239, attribuisce erroneamente la qualifica di contado a Casalotto, sulla scorta di A. Manno, Dizionario feudale degli antichi stati continentali della monarchia di Savoia (1720-1797), Firenze 1895. 2 Non può infatti essere definito «organica trattazione» il citato contributo di O.A. BiandrA, che manca spesso di attendibilità e completezza, come sara segnalato specificatamente di volta in volta. L A. si fonda, per quanto concerne la ricostruzione della genealogia della famiglia Imperiale Lercari, su notizie «tratte dalle ricerche, per ora inedite, di Gian Domenico Oltrona Visconti» basate su non meglio identificati «documenti dell'archivio di famiglia» (p. 240) e, per ciò che riguarda la storia del feudo, sulle informazioni che desume da F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia (dall’epoca carolingia ai nostri tempi) (774-1909), Pine-rolo, 1911; e da A. Manno, cit. La mancanza in entrambe le opere di una precisa indicazione delle fonti (l'esclusione di ogni riferimento documentario è motivata da Ferdinando Gabotto nella prefazione all'opera del Guasco, cit., pp. VI-VII: un «apparato critico-documentario... avrebbe creato un vero ingombro al proposito della sintesi rapida, lucida, perspicua, tanto più che il Guasco ha ragione di chiedere di essere creduto sulla parola») ha quindi vanificato sul nascere ogni possibile sforzo di collazione del materiale, per sanare le eventuali discrepanze. Per notizie più in generale 242 Ramo cadetto La storia del feudo è contraddistinta dunque da numerosi passaggi di proprietà. Il 23 aprile 1624 Ferdinando Gonzaga, duca di Mantova e del Monferrato, per estinguere un debito che il suo casato aveva contratto nei confronti di Ambrogio di Negro, dona a Lelia, sua nipote, il marchesato di Mombaruzzo, con annesso Casalotto e il contado di Quaranti 3. Il 9 agosto 1624 Lelia riceve anche una porzione sull’an- sulla famiglia Imperiale, non sempre utilizzabili in riferimento a questo lavoro, v. V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano 1930, voi. Ili, pp. 677-679; G. Guelfi Camajani, Il «Liber nobilitatis genuensis» e il governo della Repubblica di Genova fino all’anno 1797, Firenze 1965, pp. 258-262; G.D. Oltrona Visconti, Per la genealogia della famiglia Tartaro poi Imperiale (secc. XIII-XV), in «Bollettino ligustico», n. 28 (1976), pp. 3-16 e Andrea Bartolomeo Imperiale e i suoi rapporti con Milano e i Visconti, in «La storia dei genovesi», IV, 1984, pp. 41-54; R. Martinoni, Gian Vincenzo Imperiale, politico, letterato e collezionista genovese, Padova 1983 e Schede liguri secentesche. Per le biografie di Gian Giacomo e Francesco Maria Imperiale, Orazio e Giannettino Spinola, Agabito Centurione, in «La Berio», XXX (1990), n. 2-3, pp. 27-58. 3 V. n. 170. La donazione è inserita in n. 154. Si tenga presente che della filza 154 restano soltanto pochi documenti, a partire dal n. 24. Qualora siano citati i documenti precedenti, si deve intendere l’indicazione come un rinvio agli analitici regesti della pandetta. Il documento, con diversa datazione (20 aprile 1620), è citato anche in n. 13 ed in n. 154, con data 23 febbraio 1624. Non intendiamo ovviamente entrare nel merito della storia di Mombaruzzo anteriore a questa data, non avendone alcun riscontro documentario nel nostro archivio. Per il ricorso da parte dei Gonzaga a denaro prestato da nobili genovesi v. L'archivio dei Durazzo marchesi di Gabiano, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s., XXI/2 (1981), documenti di Gabiano, nn. 59-61, in cui Vincenzo Gonzaga per mezzo del suo procuratore cede allo stesso Ambrogio di Negro, rappresentato fra gli altri dal figlio Orazio, un censo sugli introiti ed i dazi del sale in Monferraro in cambio di un prestito e per una analoga concessione di prerogative feudali alla famiglia Durazzo, v. ibidem, nn. G25, 53, G39, 86-88, G62, 105-107, G69-70. La prassi è illustrata anche da O.A. BiandrA cit. Contrariamente a quanto indicato per errore in n. 13, Lelia è figlia di Orazio di Negro, figlio di Ambrogio di Benedetto, doge dall’8 novembre 1585 al 13 novembre 1587 (su Ambrogio di Negro e per qualche notizia sulla famiglia v. L.M. Levati, Dogi biennali di Genova dal 1528 al 1699. Parte prima dal 1528 al 1633, Genova 1930, pp. 189-202 e V. Spreti, cit., IV, pp. 801-804. Lelia andò sposa a Gerolamo di Negro, che V. Spreti ibidem menziona come «signore di Quaranti e marchese di Mombaruzzo» nel 1624. F. Guasco cit., p. 1024 cita a sua volta Gerolamo di Negro come beneficiario dell’investitura; sua moglie risulterebbe essere però una Lelia Alberigi. Da lui ebbe un figlio, Ambrogio: G. Guelfi Camajani cit., p. 354, ne ricorda, come per l’omonimo bisnonno (p. 352), l'iscrizione all’albo della nobiltà genovese, avvenuta all’età di 18 anni nel 1627. Nel 1642 Ambrogio fu esecutore testamentario di Adamo Centurione ne\Yinstrumentum di dote di sua figlia Caterina, andata sposa ad Ansaldo Imperiale Lercari (n. 154), a testimonianza di un notevole intrecciarsi di interessi fra le famiglie ed i personaggi direttamente coinvolti nel possesso del feudo (per Ansaldo e Caterina Centurione v. nota 6). Il padre di Ambrogio, Gerolamo, in questo anno risulta già morto. V. ancora n. 154, dove è incluso per errore anche il feudo di Maranzana, che è invece chiaramente estraneo all’investitura. Mombaruzzo 243 nuo reddito ordinario sopra la comunità di Nizza 4. Il possesso di questi beni sarà tuttavia di breve durata per la famiglia di Negro. Il 6 luglio 1652 5 infatti, il figlio di Lelia, Ambrogio, a sua volta debitore di una forte somma nei confronti del procuratore di sua madre, Ansaldo Imperiale Lercari6, gli assegna in pagamento i feudi, di cui Ansaldo è prima investito, il 16 agosto 1652, poi immesso nel pieno possesso, il 1 ottobre dello stesso anno, da Carlo II, duca di Mantova e del Mon- 4 V. n. 154. «L’annuo perpetuo censo» resta vincolato ai beni feudali fino al 1792, quando Ranieri Pallavicini, dopo averne fatta riconoscere l’allodialità, lo retrocede alle regie finanze (n. 181). 5 V. la datio in solutum inserta in n. 154, il documento è ricordato anche con data 2 luglio, come nel regesto sulla camicia del n. 154/24, del resto redatto dalla stessa mano. 6 Cfr. n. 154, il debito è quantificato ibidem, nn. 12, 17. L’origine del doppio cognome, Imperiale Lercari, risale al 1586, anno in cui Franco Lercari nominò suo erede testamentario Giovanni Carlo Imperiale, figlio di David e padre di Ansaldo, con l'obbligo di assumere, accanto al suo, anche il cognome Lercari: v. O.A. BiandrA, cit., pp. 240-241; il fatto è ricordato di sfuggita anche da V. Spreti cit., voi. Ili, p. 678. Ansaldo Imperiale Lercari viene iscritto all'albo della nobiltà il 15 giugno 1613, contemporaneamente ai fratelli Franco, Giovanni Battista, Francesco Maria detto Franco e Nicolò, all’età di tredici anni (cfr. G. Guelfi Camajani cit., p. 259); questa indicazione, con altre notizie biografiche, senza segnalazione della fonte, è presente anche in O.A. BiandrA cit., p. 241: l’A. pone tuttavia la nascita di Ansaldo il 19 maggio 1610, anziché nel 1600, come si deduce dall’iscrizione all’albo: la mancanza di un riscontro documentario impedisce però di verificare la notizia. Ansaldo fu agente ed incaricato d’affari della repubblica di Genova, con residenza a Madrid, dal 1655 al 1663 (cfr. V. Vitale, Diplomatici e consoli della Repubblica di Genova, in «Atti della Società ligure di storia patria», LXIII (1934), pp. 179-180 e O.A. BiandrA cit., p. 241. Il 19 aprile 1642 Ansaldo contrasse matrimonio, come accennato, con Caterina, figlia di Adamo Centurione (v. l’instrumentum di dote in n. 21), da cui ebbe due figli, Domenico e Giovanni Carlo: G. Guelfi Camajani cit., p. 260, ne ricorda l’iscrizione all’albo della nobiltà, avvenuta il 18 dicembre 1677, all'età rispettivamente di circa 21 e 18 anni. O.A. BiandrA cit., p. 243, indica come data del matrimonio di Ansaldo il 1693, in grossolana contraddizione con la nascita del personaggio, individuata dall’A. (p. 241) nel 1610. Ansaldo Imperiale Lercari si impegnò attivamente a salvaguardare gli interessi della famiglia della moglie: fu infatti l'esecutore testamentario della suocera, Chiarettina Cattaneo ed amministratore dei beni del cognato Domenico (v. n. 21/4-5, 8-9, 12); viceversa nella gestione del patrimonio della sua famiglia è spesso coadiuvato dal fratello Nicolò (v. n. 151). Altre notizie personali si desumono dalla consultazione dei copialettere del cugino Carlo Imperiale, custoditi nell’archivio, che lo descrive impegnato in pericolosi viaggi sulle galere, alla volta della Spagna (v. n. 215, lettera del 2 maggio 1650 n. 216, lettera del 17 dicembre 1653). Per maggiore chiarezza sui numerosi personaggi appartenenti alle famiglie Centurione e Imperiale Lercari menzionati nei documenti del fondo, rimando agli alberi genealogici inclusi in appendice, che costituiscono una integrazione, sulla base dei documenti conservati, dell albero delle famiglie di Negro, Imperiale Lercari, Pallavicini contenuto in n. 170/1. 244 Ramo cadetto ferrato 7, possesso che manterrà per 21 anni, fino alla morte. Nel suo testamento, rogato il 2 novembre 1673, Ansaldo lascia al primogenito Domenico il palazzo di via Lomellini, sua abituale residenza ed il feudo di Mombaruzzo «con sue ragioni e pertinenze feudali, eccettuati però li miglioramenti et aquisti per esso illustrissimo signor Testatore in detto feudo fatti et aquistati»: di essi, come del resto dei suoi beni, istituisce eredi in parti uguali i due figli, Domenico e Giovanni Carlo 8. La successione dinastica non è però pacificamente salvaguardata: Domenico muore infatti improvvisamente Γ1 febbraio 1693 9, senza lasciare eredi maschi, ma due bambine in tenera età, Caterina e Giovanna, avute dal suo matrimonio con Geronima Pinelli 10, e senza avere redatto alcuna disposizione testamentaria. La vedova dichiara di voler 7 Per l’investitura v. nn. 154 e 170; Per l’immissione in possesso v. n. 13, ove l’investitura è datata invece 6 agosto dello stesso anno. G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino 1842, voi. X, p. 454 segnala in quest’anno l’investitura di «un Scipione Gonzaga, duca di Sabbioneta e principe di Bossolo». 8 Del testamento, ampliamente citato (v. per es. nn. 12 e 13), restano vari esemplari: nn. 158, 159, 172. Per qualche notizia biografica su Domenico e la sua discendenza v. oltre la nota 10: piuttosto scarni e confusi sono invece i riferimenti a Giovanni Carlo: lo sappiamo sposato con Bianca, figlia di Giovanni Andrea Spinola (v. n. 22) e padre di due figli, Ansaldo e Leonardo, ritirati entrambi nel convento di santa Maria Maddalena dei padri Somaschi (v. nn. 13 e 22). O.A. Biandrà cit., p. 241 lo dice erroneamente morto senza prole, come il fratello Domenico. 9 V. n. 12/38. Forse per confusione con la morte del suo primogenito O.A. BiandrA cit., p. 241 fa risalire la morte di Ansaldo al 1693- 10 Per il matrimonio fra Domenico e Geronima Pinelli di Agostino v. il contratto di nozze del 2 ottobre 1677 (n. 12/15). Le due figlie nascono rispettivamente il 4 marzo 1686 ed il 12 marzo 1690 (ibidem/94). Alla morte del padre i loro interessi sono tutelati dai fedecommissari che la madre istituisce: si tratta della stessa Geronima Pinelli, dello zio materno Costantino Pinelli, di Francesco Maria Imperiale Lercari figlio di un fratello di Ansaldo, di Franco e di Ambrogio Imperiale Lercari, figlio di un cugino, Federico (per maggiore chiarezza sulla intricata, in quanto numerosa, parentela di Ansaldo v. in appendice l’albero genealogico della famiglia Imperiale Lercari). Caterina e Giovanna compaiono come sorelle, anziché nipoti, di Ansaldo in F. Guasco, cit., p. 1025 e, probabilmente sulla sua scorta, in O.A. BiandrA cit., p. 241; è quasi superfluo rimarcare le incongruenze che derivano da questa ricostruzione: Giovanna, che dovrebbe essere nata quanto meno nei primi decenni del XVII secolo (il «fratello» Ansaldo nascerebbe infatti nel 1610) viene descritta come ancora vivente e ben attiva, impegnata a ricevere investiture del feudo e ad assicurarne la successione ad un supposto figlio Domenico, che avrebbe avuto dal suo matrimonio con Paolo Gerolamo Pallavicini, addirittura nel 1734 (ibidem, p. 242). Sulla vera esistenza di Giovanna, che morì invece a soli 15 anni ed in convento, v. note 14-15. Moglie di Paolo Gerolamo Pallavicini, e madre di Domenico, fu invece, come già accennato, la sorella macciore Caterina. Mombaruzzo 245 continuare nel possesso dei feudi ", e, grazie alla rinuncia ad ogni diritto formulata dal fratello minore di Domenico, Giovanni Carlo 12, ottiene per le sue due figlie l’investitura dal duca di Mantova il 10 giugno 1693 13. Caterina e Giovanna si trovano così ad essere beneficiarie della grande fortuna paterna 14 che, dopo il ritiro in convento della sorella minore giovanissima 15, Caterina porta in dote nel 1705 a Paolo Gerolamo Pallavicini16. 11 Cfr. n. 12/36. 12 La rinuncia di Giovanni Carlo ad ogni suo diritto sul feudo, con il conseguente, graduale affermarsi del possesso da parte di Caterina, non avvenne comunque nel modo così lineare come indurrebbero a far credere i documenti ufficiali, giustificativi dei possessi acquisiti, custoditi in n. 154, che ci riportano soltanto una lunga ed ordinata serie di investiture, come se si fosse trattato di un processo del tutto naturale ed indolore. In alcune scriture, confinate fra le carte private di famiglia, Giovanni Carlo ci offre una sua versione personale dei fatti, «raccontando» le disavventure che gli sarebbero occorse: «ritrovandosi detto Signor Gio Carlo in Roma al Governo di Terre quando Morì... suo Fratello, la di cui Morte li pervenne a Notitia Molto tempo doppo seguita, assegno che non potté in tempo adimandare essere anesso al posesso de Medemi, onde le... illustrissime Signore Sorelle Imperiali fecero instanza apresso il Serenissimo Signor Ducca di Mantova d’essere amesse in possesso come Figlie del defonto Signor Domenico, Morto senza Maschii et ab intestato, sopra di che furono amesse et investite, però con la conditione senza pregiudicio di detto Signor Gio Carlo alora absente, come dicono aparire dalle investiture medeme. Sia anche vero che detto illustrissimo Signor Gio Carlo, doppo venuto in coteste parti, habbi trovato esser stato surrepito tal posesso in total suo pregiudicio, dovesse ricorrere per farlo revocare, ma ritrovandosi in stato miserabile di facultà, privo di denaro, pensò suprasedere sino a qualche fortuna e intanto crescendole le penurie, e denaro si lascio indurre da parenti di dette Signore Figlie ad accordare e cedere le ragioni sopra detti Feudi, che ritrovandosi in mera necessità fu astretto a cedere sue otime ragioni per la promesa di due Milla scuti d’oro...» (n. 12/83). '5 Cfr. nn. 154/40 e 172/16. 14 Oltre ai feudi, il palazzo di strada Lomellina (cfr. nn. 12-13), gli interessi finanziari in Spagna ed in diverse piazze italiane che gli Imperiale Lercari gestivano (cfr. nn. 210, 211, 214, 215); qualche notizia compare anche in R. Martinoni, Gian Vincenzo Imperiale cit., pp. 6-7, 11. 15 Giovanna entra nel convento di Santa Maria della Passione il 20 novembre 1704 (v. n. 12/69), dove muore ab intestato il 10 febbraio 1705, durante il noviziato (nn. 12/97 e 154/48). 16 Per il matrimonio v. l'instrumentum dotale di Caterina del 17 gennaio 1705, «herede ab intestato... per una metà... e... herede che spera di essere anche per 1 altra metà e quando veramente lo sii, mediante la rinoncia dell illustrissima Signora Giovanna, sua sorella, hora novitia»: la morte, avvenuta a neppure un mese di distanza, rende superfluo ogni atto di rinuncia di Giovanna alla sua parte di eredità (n. 154/38). In F. Guasco cit., p. 1025, la confusione fra Gterina a Giovanna, riscontrata anche in O.A. BiandrA cit., sembrerebbe far attribuire l’investitura toccata a Caterina il 6 maggio 1709 ad un momento successivo alla morte di Giovanna, supposta sposa di Paolo Gerolamo Pallavicini. Il contesto è tuttavia poco chiaro. 246 Ramo cadetto Negli anni immediatamente successivi e precisamente fra il 1709 ed il 1710, Caterina e Paolo Gerolamo sembrano intenzionati a liberarsi del feudo, per motivi che non vengono sufficientemente chiariti dalla consultazione degli atti relativi17. Le carte ci tramandano infatti il progetto di una vendita del patrimonio fondiario a favore del conte Carlo Saluzzo 18 : il 22 novembre 1710 è anzi già pronta la minuta dell’atto 19, ma improvvisamente tutte le trattative in tal senso vengono interrotte. Ed anzi proprio Caterina e Paolo Gerolamo forniscono l’impressione di essere, fra tutti, i feudatari più direttamente coinvolti ed interessati ai loro possedimenti monferrini, tanto da risiedere abitualmente nel palazzo di Mombaruzzo. Anche la produzione documentaria si fa in quegli anni particolarmente continua e consistente. Caterina si prodiga inoltre in ulteriori sforzi per farsi rilasciare 1 infeuda-zione anche da parte di Carlo Emanuele, re di Sardegna: questa zona del Monferrato passa infatti sotto il dominio dei Savoia, che lo strap- 17 Una delle ragioni può essere forse individuata negli sforzi che andava compiendo in quegli anni Giovanni Carlo, che, pentitosi per aver ceduto «il valore di dieciotto milla scuti d’oro per due Milla» (v. n. 12/83), tentava di rientrare in possesso di quanto riteneva gli fosse stato usurpato: il 2 agosto 1706 vende le sue ragioni sopra i feudi all’agente in Mombaruzzo Giovanni Bottero, con il patto che intenti causa a Caterina e «finita la causa et ottenendo sentenza favorevole e non altrimente, otenuto il possesso di detti Feudi e delli Feudali... di tutti li redditi che si scoderanno... darne le due terze parti al detto illustrissimo Signor Imperiale... et il resto sia suo commodo per le spese che si faranno e saranno fatte in qualsivoglia lite... Et queste due terse parti sono convenuti e convengono fra di loro di darle al detto Signor Imperiale durando la sua vita naturale, qual finita cesserà detta obligatione e detti Feudi restino di detto Bottero o suoi sucessori». Il povero agente sarà la vera vittima di tutta la vicenda. Prima di essere giustiziato nelle carceri di Casale, il 29 aprile 1707, rilascia una dichiarazione privata, poi autenticata dal notaio, per annullare la «dichiara» fatta riguardante certi interessi a lui ceduti da Giovanni Carlo Imperiale. L intera questione sembra risolversi soltanto il 26 febbraio 1711, quando il figlio di Giovanni Bottero, Fabrizio, rinuncia a favore di Caterina a tutte le ragioni acquistate da suo padre da Giovanni Carlo Imperiale, il quale esce definitivamente di scena: 1 ultima notizia della sua esistenza in vita risale infatti al 1718. Su tutta la vicenda v. nn. 12/83, 86, 98; 13/10; 153/66. Nell’affermazione di O.A. BiandrA cit., p. 241: «Alla morte di Ansaldo... cerc[ò] di ottenere il feudo... il nipote ex frate (sic! forse per ex fratre?) Gio Carlo» è forse da riconoscersi un accenno a questi tentativi, per quanto inficiato dalla confusione fra Giovanni Carlo, figlio di Ansaldo e Giovanni Carlo, figlio di Francesco Maria, quindi nipote ex fratre di Ansaldo. 18 V. n. 13/36. A questa vendita fornisce il suo assenso anche Giovanni Carlo. Cfr. nn. 12/91 e 153/66. 19 V. n. 13/3, v. anche n. 12/92, dove la minuta è invece datata 8 agosto 1709. Si tratta forse di perfezionamenti successivi. Mombaruzzo 247 pano ai Gonzaga, il 5 marzo 1705 20. Dopo varie suppliche ed una causa, l’investitura è infine concessa il 13 settembre 1734 21. Alla morte di Paolo Gerolamo e Caterina 22 diviene erede del feudo, di cui è investito il 21 giugno 1752 2}, il figlio primogenito, Domenico, il quale, trovandosi senza diretti discendenti poiché gli premuoiono il fratello Giuseppe, il figlio Paolo Gerolamo ed il nipote omonimo 24, istituisce un fedecommesso a favore di Ranieri Pallavicini, figlio cadetto di suo cugino, Giovanni Carlo, e per salvaguardarsi da eventuali complicazioni di ordine dinastico, esprime le sue ultime volontà in un lungo, analitico testamento, rogato il 28 aprile 1787 ed aperto e pubblicato il 26 dicembre 1788, diffondendosi ad enumerare tutte le possibili linee di successione: «Alla goduta di detto Fedecommesso e Primogenitura chiamo e nomino in primo luogo il Signor Ranieri Pallavicini... e dopo di esso ed anche nel caso, che Dio guardi, che lo stesso premorisse, il di lui figlio maschio legitimo e naturale Primogenito... E mancando in qualonque tempo la Linea maschile di detto Primogenito o anco la stessa restando estinta prima di entrare alla goduta chiamo e voglio che succeda in detto Fedecommesso e Primogenitura il secondogenito di detto Signor Ranieri ed il Primogenito di detto Secondogenito... E mancando in qualonque tempo il detto secondogenito., succeda il terzogenito... E mancando detto Signor Ranieri Pallavicino senza maschi, il che Dio non voglia, ovvero queste e le loro discendenze mascoline mancando in qualonque tempo sostituisco e nomino e voglio che succeda al detto Fedecommesso il maschio secondogenito legittimo e naturale del Signor Paolo Girolamo Pallavicino, Fratello del suddetto Signor Ranieri... ossia il Primogenito maschio di detto Secondogenito» 25. In cambio della sua liberalità stabilisce che: «Il Possessore prò tempore di questo Fedecommesso e Primogenitura dovrà nominarsi Domenico Pallavicino e con questo nome scriversi e sottoscriversi in tutte le scritture, pubbliche e private» 26. 20 V. n. 154/53. 21 V. n. 176/22. Per l'investitura v. nn. 154/57 e 176/27. 22 Paolo Gerolamo III muore il 24 aprile 1736; per Caterina un preciso termine ante quem è fornito dalla notizia di una messa celebrata in suo suffragio il 21 maggio 1752 (cfr. n. 153/80). 25 V. nn. 154/59 e 178/17, in pergamena con sigillo. L'investitura è concessa da Carlo Emanuele III, re di Sardegna. 24 Giuseppe IV muore il 5 agosto 1781 nominando erede il fratello Domenico ed i suoi discendenti; Paolo Gerolamo V Γ8 giugno 1785; Domenico il 26 dicembre 1788. 25 V. n. 36, 28 aprile 1787. 26 V. ibidem. 248 Ramo cadetto Ranieri quindi, che verrà d’ora in poi designato come Ranieri alias Domenico, ottiene l’investitura del feudo da parte di Vittorio Amedeo III, dopo complesse procedure preparatorie, il 12 giugno 1790 11. Dopo appena otto anni, però, il 24 gennaio 1798, Ranieri muore improvvisamente a Pisa senza lasciare testamento e discendenti; non potendosi quindi applicare nessuna delle clausole previste da Domenico nelle sue disposizioni testamentarie, e non essendo praticabile neppure la via di istituire come erede il secondogenito di Paolo Gerolamo, fratello maggiore di Ranieri, che non ha a sua volta figli maschi 28, il feudo tocca in eredità allo stesso Paolo Gerolamo, che assumerà a sua volta, almeno per quanto concerne la documentazione relativa al feudo di Mombaruzzo, il nome di Domenico, o meglio di Domenico olim Paolo Gerolamo 29. Per uniformità con l’ordinamento e l’inventariazione della restante, e maggioritaria, parte dell’archivio Pallavicini, abbiamo adottato come data terminale il 18 febbraio 1833, giorno della sua morte 30. Il possesso del feudo di Mombaruzzo garantiva alle famiglie Imperiale Lercari e Pallavicini la proprietà di un numero considerevole di beni immobili e prerogative feudali31, la cui amministrazione compor- 27 Per l’investitura di Ranieri e per i documenti preparatori, cfr. nn. 174 e 181. Ranieri è coadiuvato nell’esercizio delle sue funzioni dal padre Giovanni Carlo fino al 1790. 28 In n. 182/13-14 (17 giugno 1798) è citata una figlia Maria Giovanna. 29 Cfr. nn. 174/8 e 182/12. 30 Nel fondo sono conservati tuttavia anche numerosissimi documenti di epoca più tarda, precisamente fino all’anno 1927, relativi alla gestione dell agenzia di Mombaruzzo da parte dell’unico figlio di Paolo Gerolamo, Ignazio Alessandro, ed, in seguito, di Teresa Pallavicini Durazzo e della nuora Matilde Giustiniani Negrotto Cambiaso. Sull’uso dei termini agenzia ed azienda v. la nota 45. 31 Per un elenco dei beni e delle prerogative feudali assegnate alla famiglia Imperiale Lercari e poi Pallavicini si veda soprattutto nn. 153 e 182. Utili a tal fine si rivelano anche lo stato dei beni feudali al 31 dicembre 1717 in n. 176/4 e 1 elenco dei beni feudali ed allodiali della fine del sec. XVIII in n. 181/22. Altre notizie si traggono dagli atti di estimo dei feudi in n. 181 del 1798, dai registri di consegnamento feudale, cioè di ricognizione dei beni, n. 167 (1767-1780), n. 168 (1823) e n. 178/5 degli anni 1742-1793 e dai consegnamenti feudali di Quaranti e Mombaruzzo in n. 176/23-24 del 1734. Per quanto concerne i rapporti con le case regnanti, dal n. 153/61 desumiamo che i feudatari erano esenti da ogni servigio, difesa, tributo prestazione reale, personale e pecuniaria verso il re di Sardegna. I documenti conservati nell archivio tramandano inoltre alcuni inventari di qualche interesse: n. 181/12: inventario di mobili, suppellettili e biancheria presenti nel castello di Mombaruzzo (1789); n. 182/33: inventario di biancheria; n. 183/2: inventario della cappella di Mombaruzzo. Mombaruzzo 249 tava notevoli proventi derivanti dalla vendita di legna e grano 32, dalla conseguente gestione di mulini e di forni33 ed esazione dei diritti di panetteria e ritaglio, di pedaggi e dei dazi di osteria e di cebrato 34, e dalla concessione in enfiteusi di case, cascine e terreni35 : la cura del patrimonio era affidata ad un agente, a cui era rilasciata procura per l’amministrazione dei feudi36, il quale risiedeva in loco ed informava periodicamente il signore, attraverso una fitta e regolare corrispondenza 37 e la presentazione di rendiconti annuali dell’andamento dei propri affari38. La documentazione permette di stilare un elenco pressoché completo degli agenti che si sono succeduti a Mombaruzzo dal 52 Per i proventi derivanti dalla vendita di legna e grano v. nn. 174, 189, 190 e 200. In n. 176/19 si veda anche il consegnamento feudale dei boschi di Mombaruzzo. In nn. 171, 181 e 183 sono conservate diverse autorizzazioni al taglio dei roveri e la concessione in affitto del taglio di legna. Per il vino v. n. 182 e la documentazione relativa ai dazi di osteria e cebrato alla nota 34. 33 Cospicue le notizie che si ricavano sui mulini: cfr. nn. 171, 178, 180-183- Sui forni cfr. nn. 170, 174, 180-182. 34 Sui diritti di panetteria e ritaglio cfr. nn. 174, 176, 178, 180-182. Per la esazione di pedaggi e per i dazi di osteria e cebrato cfr. nn. 174, 178 e 180. 35 Elenchi di enfiteuti sono riportati in nn. 163, 196-197, 184; per i fittavoli v. nn. 194, 199. Le cascine note sono La Communa Vecchia, Dell’Asino Morto, La Com-muna, La Boana, La Serra, La Gesiana. Per i proventi ricavati da masserie e terreni v. nn. 191-193. 36 V. in nn. 181/10 la procura rilasciata a Giovanni Andrea Romano il 6 gennaio 1789 e le nomine successive (rispettivamente del 6 aprile 1804 e dell’8 ottobre 1822) di Giuseppe Ceretti in n. 182. 37 La parte numericamente più cospicua delle lettere conservate nel fondo è rappresentata proprio dalla corrispondenza inviata dai vari agenti ai signori: si vedano a questo proposito in n. 201 le lettere di Ambrogio Pino (1722); e poi, quasi senza soluzione di continuità, in nn. 203-208 le lettere di Giorgio Bottino (1757-1764, 1777-1778), Giuseppe Antonio Scoffone (1778-1779), Giovanni Andrea Romano (1779-1803) e di Giuseppe Ceretti (1805-1822). La cadenza pressoché quotidiana nell’invio di queste missive lascia presumere che si trattasse di una pratica oltremodo consolidata e corrente, e che le lacune temporali riscontrabili nell'elenco derivino quindi dalla perdita della documentazione, e non da una originaria carenza. In n. 202 si può rintracciare invece qualche esempio di lettere inviate all’agente, nel caso specifico Giorgio Bottino, dal signore, Paolo Gerolamo Pallavicini (1774, 1776). 38 Più lacunosa la conservazione dei rendiconti presentati dagli agenti: qualche traccia è rintracciabile in nn. 195, 200. 1665 al 1841: Fabrizio Bottino Gaspare Cavanna Giovanni Bottero Giorgio Bruno 1665-1678 1685 1685-1690 1702-1704 250 Ramo cadetto Giovanni Ambrogio Pino 1706-1738 Lorenzo Dacia 1738 Giorgio Bottino 1749-31 agosto 1778 nominato procuratore generale il 15 ottobre 1751 Giuseppe Antonio Scoffone 1778-1779 agente ad interim Giovanni Andrea Romano 3 settembre 1779 - 31 agosto 1803 nominato procuratore il 6 gennaio 1789 Giuseppe Ceretti 31 agosto 1803 - 16 agosto 1841 nominato procuratore il 6 aprile 1804 Ci è sembrato infine di qualche interesse accludere in appendice un elenco 39 dei maggiorenti locali, ovvero di quei personaggi che ricoprivano cariche quali podestà, sindaco, consigliere e segretario della comunità e del tribunale, che tradiscono, dalla stessa denominazione, un evidente retaggio di origine comunale 40. Non è del tutto chiaro, né questa è la sede opportuna per investigare su quali fossero esattamente i compiti connessi con queste attribuzioni, che paiono comunque molto ambite 41. Ed anche se, almeno inizialmente, non mancano i casi 39 Dall’elenco, frutto di uno spoglio necessariamente non esaustivo dei documenti, sono state ricavate due liste, l’una ordinata per nome (ed utile quindi da una parte per permettere a chi consulterà i documenti una più agevole individuazione del ruolo e della carica di alcuni dei personaggi citati, dall’altra per studiarne più da vicino evoluzione politica e carriera professionale), l’altra ordinata per titolo. 40 Per approfondire l’aspetto della origine comunale di Mombaruzzo può rivelarsi forse di qualche utilità la consultazione degli statuti di Mombaruzzo, la cui edizione a stampa del 1896, per i tipi di Jacquemond, Alessandria, curata da Francesco Gasparolo, è stata molto opportunamente inserita, quasi ad introdurre l’intero materiale documentario, in n. 170, immediatamente a seguire l’illustrazione dei complessi intrecci dinastici delle famiglie. Altre citazioni degli Statuti sono riscontrabili in nn. 151-152. V. Piergiovanni, Statuti e riformazioni, in Civiltà comunale: libro, scrittura, documento, Atti del Convegno, Genova 1988, in «Atti della Società ligure di storia patria», n.s. XXIX/2 (1989), pp. 79-98 ci informa in ogni modo che «Le quaestiones (di Alberto da Gandino) attestano la liceità che anche villae et castra si diano norme nell’ambito ristretto della propria sovranità» (p. 87). Mombaruzzo sembra appartenere proprio alla categoria dei castra·, alla p. 53 degli Statuti si parla espressamente infatti di castrum Montisbarucii, anche se la intitolazione complessiva è capitula communis et hominum Montisbarucii. 41 Si veda a questo proposito per esempio la supplica indirizzata da Giovanni Alberto de Giorgis, podestà di Quaranti, a Domenico Pallavicini nel 1787, perché abbia la compiacenza di nominarlo podestà anche di Castelletto Molina, o la intercessione dell’agente Giovanni Andrea Romano a favore di Alessandro Boccaccio, per ottenere la riconferma a podestà di Mombaruzzo, o la lettera del 1793 di Guido Fiorini, aspirante segretario del tribunale di Quaranti, quella di Giovanni Battista Rivera, aspirante segretario del tribunale di Mombaruzzo nel 1794 e quella di Gerolamo Durazzo, aspirante podestà. Mombaruzzo 251 di scontro fra il feudatario e la comunità di Mombaruzzo 42, la circostanza che la elezione dei maggiorenti e quindi un indiretto controllo sul loro operato, fosse assoggettato alla volontà del signore 43, lascia molto perplessi sul grado di autonomia e sul potere decisionale che ad essi potesse essere attribuito. Un’ultima precisazione merita la avvertenza che il sistema feudale resta in vigore a Mombaruzzo fino all’imposizione del governo re-pubblicano ed al varo della legislazione conseguente alla rivoluzione francese, comune ovviamente a tutti i feudi in Piemonte, su cui è presente documentazione nell’archivio (oltre a Mombaruzzo, Morbello, Montaldo, Rezzo) 44. Al termine feudo va gradualmente sostituendosi il termine agenzia, in concorrenza con azienda 45. Ma l’investigazione della natura economica e della organizzazione strutturale del possedimento piemontese e della sua evoluzione gestionale, esula dai compiti che si impongono all’introduzione ad un inventario archivistico. L’introduzione della presente serie è stata scritta da Cristina Soave che ha parzialmente curato anche la compilazione delle schede. L’ordinamento dei pezzi è stato effettuato da Marco Bologna. 42 Per citare un solo esempio fra i tanti reperibili negli atti giudiziari si veda la controversia che oppone Caterina Imperiale Lercari e la comunità di Mombaruzzo per lo ius sindicandi il podestà (n. 152/22) ed i giudici di Mombaruzzo (n. 152/26), od ancora la causa fra la stessa Caterina e la comunità istruita per comprovare il diritto della marchesa di proibire a chiunque la vendita del pane (n. 153/41, del documento resta purtroppo la sola camicia). 45 V. le patenti emanate dal feudatario per la elezione delle cariche (n. 153/33)· 44 Sulla imposizione del governo repubblicano e sulla legislazione conseguente v. n. 182 ed i luoghi citati nell'inventario. 45 Per quanto concerne il termine agenzia va precisato che esso compare in concorrenza con feudo già nel testamento di Domenico, in cui parla di «Libri di Struttura di quelI’Agenzia» (n. 36, 28 aprile 1787) e si impone definitivamente a partire dalla fine del sec. XVIII (v. la titolazione del n. 195, il termine agenzia è utilizzato nella titolazione del n. 197, degli anni 1826-1830, mentre in quella del precedente n. 196, degli anni 1789-1827, si preferisce ancora il termine feudo; all’archivio dell'agenzia di Mombaruzzo si fa riferimento in n. 170). Accanto ad esso è da registrare la presenza del termine azienda (v. titolazione n. 187). Carte d’amministrazione Fogliazzi originali 151 - 153 (1540- 1780) 151 1540 - 1693 «Mombaruzzo. Quaranti ed ordinario di Nizza in Monferrato. Fogliazzo primo...» (titolazione molto rovinata). Atti amministrativi ed obbligazioni di natura finanziaria relativi alla gestione del feudo da parte di Ansaldo e Domenico Imperiale Lercari. Filza di 74 fascc. 152 1702 - 1780 «Mombaruzzo. Quaranti ed ordinario di Nizza in Monferrato. Fogliazzo secondo. Contratti e Scritture de Feudi procedenti dall’Eredità della q.Signora Marchesa Catterina, figlia del q.Signor Domenico Imperiale Lercaro q.Ansaldo e moglie del q.Eccellentissimo Paolo Gerolamo Pallavicino q.Ioseph e madre dei qq.Signori Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini, di lei Eredi dal 1702 al 1780». Atti amministrativi ed obbligazioni di natura finanziaria relativi alla gestione del feudo da parte di Caterina Imperiale Lercari e Paolo Gerolamo III, suo marito. Atti di causa. Filza di 78 fascc. 153 1660 ca - 1761 «Mombaruzzo. Quaranti ed ordinario di Nizza in Monferrato. Fogliazzo terzo di Note, Suppliche ed altro procedenti dall’Eredità della q.Si-gnora Marchesa Catterina, figlia del q.Signor Domenico Imperiale Lercaro q.Ansaldo e moglie del q.Eccellentissimo Paolo Gerolamo Pallavicino q.Ioseph e madre dei qq.Signori Giuseppe e Domenico fratelli Pallavicini, di lei Eredi. Anni diversi n...». Note diverse di natura contabile relative alla gestione del feudo da parte di Domenico e Caterina Imperiale Lercari. N. 20: elenco dei beni di Caterina Imperiale nel feudo di Mombaruzzo. Filza di 81 fascc. I documenti sono per lo più senza data (nn. 3-16, 18-22, 27-39, 47, 49-53, 64-67) e non si susseguono, presumibilmente, in ordine cronologico. Del n. 41 resta la sola camicia. Mombaruzzo - Fogliazzi 253 154 1591 . 1752 «Ristretto delle Scritture contenute nel presente Fogliazzo riguardanti la provenienza de feudi di Mombaruzzo e Quaranti ne Signori Imperiali Lercari e Successive Investiture. 1591 in 1752» (sul frontespizio della pandetta). Atti di investitura dei fondi a favore di Ansaldo Imperiale Lercari (16 agosto 1624), Caterina e Giovanna Imperiale Lercari (10 giugno 1693), Caterina Imperiale Lercari (13 settembre 1734), Domenico Pallavicini (21 giugno 1752). Filza di 59 fascc. Con pandetta. Mancano i nn. 41-42. 155 - 157 (1628 - 1712) 155 1643 - 1711 «Causa vertita fra la q.signora Catterina Imperiale Lercari Pallavicina marchesa di Mombaruzzo ed il signor conte Guido Scati d’Acqui per il ritratto della masseria la Gesiana sulle fini di detto Mombaruzzo stata esercitata per debito di taglie e da esso conte pretesa come donativo del q.Gio. Paolo Chiesa, erede del q.Clemente suo zio. Atti, instrumenti, decreti ed altro. Fogliazzo primo. 1643 in 1711. N...». Atti di causa e documenti diversi relativi alle controversie giudiziarie sorte tra i fratelli Imperiale Lercari da una parte e Clemente e Paolo Chiesa dall’altra prima e, poi, tra Guido Scatti da una parte e Domenico Imperiale e in seguito Caterina Imperiale Lercari Pallavicini, dall’altra, per il recupero di crediti connessi alla masseria la Gesiana, nel territorio di Mombaruzzo. Filza di 79 fascc. Con pandetta. 156 1683 - 1711 «Causa vertita fra la q.signora Catterina Imperiale Lercari Pallavicina marchesa di Mombaruzzo ed il signor conte Guido Scati d’Acqui per il ritratto della masseria la Gesiana sulle fini di detto Mombaruzzo stata esercitata per debito di taglie e da esso conte pretesa come donativo del q.Gio. Paolo Chiesa, erede del q.Clemente suo zio. Suppliche, fatti legali ed altro. Fogliazzo secondo. Anni diversi. N...». Atti di causa e documenti diversi relativi alle controversie giudiziarie sorte tra i fratelli Imperiale Lercari da una parte e Clemente e Paolo Chiesa dall’altra prima e, poi, tra Guido Scatti da una parte e Domenico Imperiale e in seguito Caterina Imperiale Lercari Pallavicini, dal- 254 Ramo cadetto l’altra, per il recupero di crediti connessi alla masseria la Gesiana, nel territorio di Mombaruzzo. Prosecuzione della filza precedente. Filza di 26 fascc. Con pandetta. 157 1628 - 1712 «Causa vertita fra la q.signora Catterina Imperiale Lercari Pallavicina marchesa di Mombaruzzo ed il signor conte Guido Scati d’Acqui per il ritratto della masseria la Gesiana sulle fini di detto Mombaruzzo stata esercitata per debito di taglie e da esso conte pretesa come donativo del q.Gio. Paolo Chiesa, erede del q.Clemente suo zio. Conti, memorie ed altro. Fogliazzo terzo. Anni diversi. N...». Conti, lettere e memorie diverse relative alle controversie sorte tra i fratelli Imperiale Lercari da una parte e Clemente e Paolo Chiesa dall’altra prima e, poi, tra Guido Scatti da una parte e Domenico Imperiale e in seguito Caterina Imperiale Lercari Pallavicini, dall’altra, per il recupero di crediti connessi alla masseria la Gesiana, nel territorio di Mombaruzzo. Filza di 38 fascc. Con pandetta. Manca η. 1. 158 1628 - 1737 Contratti di cessione in enfiteusi di beni in Mombaruzzo. Testamento di Ansaldo Imperiale Lercari (2 novembre 1673). Filza di 130 fascc. 159 1673 - 1781 Atti di natura amministrativa, in prevalenza contratti di affitto e di vendita di beni in Mombaruzzo. Testamento di Ansaldo Imperiale Lercari (2 novembre 1673). Filza di 19 fascc. Registri 160 1637 - 1710 Registro contenente copie di decreti di imposizione di taglie da parte dei consoli della comunità di Mombaruzzo. Reg. di 143 cc., mm. 273x188. Mutilo (mancano le cc. 72-214). Danni da umidità. Mombaruzzo - Fogliazzi 255 161 1647 - 1702 «Liber in quo registrabuntur instrumenta dominorum notariorum... per summarium...». Registro contenente regesti di documenti inerenti Mombaruzzo, ordinati per rogatario. I documenti rogati dallo stesso notaio sono raggruppati secondo un approssimativo ordine cronologico. Reg. privo di copertina, di 141 cc., mm. 418x282. 162 1667 - 1699 «Libro delle Condanne di Mombaruzzo e Quaranta»; «Condanne di Mombaruzzo» (sul dorso). Registro delle condanne di Mombaruzzo e Quaranti. Reg. di 154 cc., mm. 307x221. Paginazione e cartulazione originale. 163 1707 - 1714 «Consegnamenti dell’anni 1707 e 1708». Registro in cui sono riportate, in ordine cronologico, le copie di concessioni in enfiteusi di beni feudali in Mombaruzzo. Reg. di 136 pp., mm. 301x226. Paginazione originale. Con pandetta. 164 1709 - 1712 «Processus Guidi Scati contra marchionissam Catherinam Imperialem Pallavicinam, actitato coram Senatu Montisferratis [sic] et iudicibus postea adiunctis, annis 1709, 1710, 1711 et 1712. Volumen primum (secundum)». Copia integrale degli atti della causa vertente tra il conte Guido Scatti e la marchesa Caterina Imperiale Lercari, moglie di Paolo Gerolamo III, attorno a diversi pagamenti di taglie e gabelle nel feudo di Mombaruzzo. Regg. n. 2: 1 cc. 560, Il cc. 492, entrambi mm. 280x195. Nel primo registro mancano le cc. 1-215. Danni da umidità. 165 1739 «Registro de Consegnamenti dell’anni 1739 e 1740. 1759»; «Registro De Reconsignamenti De Beni Feudali fatti da Particolari Di Mombaruzzo, Quaranta, Bruno, Castelletto Molina, e Maranzana L’Anno 1739». Registro in cui sono riportate, in ordine cronologico, le copie degli atti di restituzione di beni feudali, precedentemente concessi in enfiteusi a privati. Reg. di 113 cc., mm. 315x227. Cartulazione originale. Con pandetta. 256 Ramo cadetto 166 1762 - 1784 Registri di atti amministrativi e giudiziari. Pianta della chiesa di S. Ambrogio in Mombaruzzo. Busta di 9 regg., tutti mm. 310x230. 167 1767 - 1780 «1767. Libro de nuovi Instromenti Per Li Consegnamenti de Terreni Feudali». Atti di ricognizione dei beni concessi in enfiteusi, con indicazione di luoghi, coerenze e canoni. Reg. di 107 cc., mm. 306x212. Cartulazione originale. Copertina in pergamena. 168 1823 «Atti di consegnamento di Beni Enfiteotici dipendenti dal Feudo di Mombaruzzo datti nell’anno 1823». Atti di ricognizione dei beni concessi in enfiteusi, con indicazione di luoghi, coerenze e canoni. Reg. di 100 cc., mm. 283x189. Cartulazione originale. Con rubrica. 169 1825 - 1836 Registri di copie di atti giudiziari relativi alla causa Lazzarino Gandol-fo contro Ceretti, procuratore dei Pallavicini, per la locazione di alcuni mulini. Regg. ». 3 di cc. 290-340-38, tutti mm. 290x200. Buste non originali Le seguenti buste non originali sono state trovate già composte nel modo in cui compaiono qui, con numerazione progressiva dei fascicoli, tutti forniti di camicia e di regesto. L’ordine di successione di questi fascicoli era genericamente quello cronologico, con alcune anche visto- Mombaruzzo - Buste non originali 257 se eccezioni che non ne modificavano, però, la natura. Per questa ragione si è conservata la situazione trovata, senza interventi di sorta, a documentazione di una risistemazione ottocentesca, anche se non ne condividiamo né i principi, né l’attuazione. 170 1624 - 1870 Notizie storiche sulla provenienza dei feudi di Mombaruzzo, Casalotto e Quaranti con alberi genealogici delle famiglie interessate. Statuti e decreti delle Comunità. Investiture feudali a Lelia di Negro e poi ad Ansaldo Imperiale Lercari. Testamenti, cappellanie, enfiteusi. Acquisto, vendita e gestione di mulini e di forni. Elenchi di documenti relativi al feudo spettanti a Paolo Gerolamo III (1630-1802) ed esistenti nell’agenzia di Mombaruzzo (1820-1870). Busta di 18 fascc. 171 1649 - 1856 Locazioni, acquisti e vendite di terreni ed immobili. Taglio dei boschi. Cause e liti. Busta di 15 fascc. 172 1673 - 1833 Testamento di Ansaldo Imperiale Lercari. Investitura dei beni a Caterina e Giovanna Imperiale Lercari, atti giudiziari relativi, giuramento di fedeltà a Vittorio Amedeo II da parte di Caterina. Breve storia dei passaggi di proprietà del feudo. Censi e crediti. Busta di 12 fascc. 173 1696 - 1814 Documentazione relativa ai beni del conte Spirito Francesco Roberti, ceduti a Ranieri Pallavicini nel 1792. I nn. 1-37, relativi a precedenti affari intercorsi fra i conti Roberti e le famiglie Busca, Dacia, Guasto presentano un ordinamento preesistente, con indice del contenuto, che è stato mantenuto, anche se non rispetta l’ordine cronologico. Busta di 49 fascc. 174 1706 - 1833 Diritti di panificazione e ritaglio, acquisto e gestione di mulini e forni. Elenchi dei fittavoli, locatari, enfiteuti e salariati. Piante, disegni, 258 Ramo cadetto estimi e inventari di beni del feudo. Scritture relative alla gestione delle masserie (La Gesiana, Communa vecchia, Communa nuova). Pedaggi e liti relative. Investitura a Ranieri Pallavicini e testimoniali di addizione al suo testamento. Busta di 11 fascc. 175 1708 - 1801 Documentazione varia, di natura giuridica e processuale, relativa al feudo di Mombaruzzo: 1. Documenti relativi alle cause Dacia, Fontana, Prasca, contro Pallavicini e documenti vari di natura giudiziaria: 1708-1801. 2. Documenti relativi alla causa Girolamo Rota Calasso d’incisa contro Domenico Pallavicini: 1753-1773. 3. Ordinanze senatorie relative alla copertura delle spese carcerarie da sostenersi a carico del feudatario di Mombaruzzo: 1782-1792. 4. Documenti relativi alla causa Valerio Prato, notaio, contro Domenico Pallavicini: 1787-1788. 5. Documenti diversi di atti di causa: 1801. 6. Suppliche diverse, per lo più senza data (ma secc. XVIII-XIX) e senza luogo di provenienza. 7. Suppliche di Paolo Gerolamo Pallavicini e del conte Roberti al re. Busta di 7 fascc. 176 1713 - 1763 Locazioni, acquisti e vendite di terreni. Consegnamenti feudali di Mombaruzzo e di Quaranti. Diritti di panificazione, consuetudini, controversie. Elenchi dei beni feudali e dei titoli di possesso. Procure, cause e liti. Busta di 23 fascc. 177 1724 - 1752 Verbali del tribunale di Mombaruzzo relativi a procedimenti civili e penali; registri di atti amministrativi a giudiziari del tribunale. Busta di 13 fascc. 178 1740 - 1794 Locazioni, acquisti, vendite e permute di masserie, mulini e terreni. Convenzioni con le Comunità per diritti di passaggio. Investitura dei Mombaruzzo - Buste non originali 259 feudi a Domenico Pallavicini. Cause e liti soprattutto per il diritto di panificazione e ritaglio (vendita al minuto). Busta di 35 fascc. 179 1750 - 1767 Verbali del tribunale di Mombaruzzo, relativi a cause civili e penali; registri di atti amministrativi e giudiziari del tribunale. Busta di 59 fascc. 180 1761 - 1868 Locazioni, acquisti e vendite di terreni, diritti e crediti. Questioni relative alla decadenza di diversi possedimenti feudali. Cause e liti che si protraggono lungamente. Busta di 23 fascc. 181 1781 - 1792 Locazioni ed acquisti di terreni ed immobili. Scritture relative a prestiti ed alla loro gestione. Inventario dei mobili, suppellettili e biancheria esistenti nel castello di Mombaruzzo (1789). Diritti e rendite feudali. Cause e liti. Busta di 27 fascc. 182 1793 - 1840 Locazioni, acquisti e vendite di terreni ed immobili. Imposizione di imposte e contribuzioni. Gestione di debiti e crediti con privati e con le varie Comunità. Documentazione relativa a diversi diritti feudali. Procure, cause e liti. Busta di 57 fascc. 183 1831 - 1833 Locazioni, acquisti e vendite di terreni ed immobili. Taglio dei boschi. Inventario dei beni mobili della cappella di Mombaruzzo. Procure e liti. Busta di 10 fascc. Scritture Contabili 184 1652 - 1663 «Libro Degl’Effetti di Mombaruzzo. 1652 a 21 settembre». Inventario di beni siti nel feudo di Mombaruzzo. Partitario e matricola di debitori. Reg. di 72 cc., mm. 360x272. Copertina in pergamena. 185 1665 - 1733 Costituzioni di debito nei confronti di Caterina Imperiale Lercari e Paolo Gerolamo III. Filza di 63 fascc. Mancano nn. 9, 17, 22, 29, 37, 38, 52, 56, 60, 62. 186 1690 - 1704 «Libri De Debitori Diversi nel mio Feudo di Mombaruzzo e Casalot-to»; «Conti di Mombaruzzo» (suldorso)', «Iesus Maria Ioseph. Libro De Debitori Diversi nel mio Feudo di Mombaruzzo e conti correnti a Moneta di Milano» (sul frontespizio). Partitario dei debitori del feudo di Mombaruzzo. Reg. di 191 cc., mm. 324x223. Cartulazione originale. Con rubrica. 187 1705 - 1816 «Fogliazzo del libro dell’amministrazione dell’azienda della signora Catterina Imperiale Pallavicina dall’anno 1700 inclusivamente sino all’anno...». Documenti e atti giustificativi delle entrate e delle uscite di cassa disposte per la gestione dei beni in Mombaruzzo, presentati dall’agente Giovanni Ambrogio Pino (1706-1734) e da diversi operatori. Filza di 139 fascc. Mombaruzzo - Scritture contabili 261 188 1710-1716 «1710 a 9 giugno. Libro C. Del Maneggio del Reverendo Don Giovanni Ambrogio Pino, Agente deH’Illustrissima Signora Marchesa Catterina Imperiale Pallavicina, Marchesa di Mombaruzzo e Contessa di Quaranta. Terminato a ultimo ottobre 1715». Partitario dei debiti contratti dalle comunità di Mombaruzzo, Quaranti e Nizza e da privati, riscossi da Giovanni Ambrogio Pino, agente in Mombaruzzo. Reg. di 191 cc., mm. 307x213. Cartulazione originale. 1 corrispondenti registri A e B non si sono trovati. 189 1712 - 1724 «1716 sino al 1724. D. 1716 a primo Genaro. Libro D. Del maneggio di Don Giovanni Ambrogio Pino, Agente in Mombaruzzo e Quarante per l’illustrissima Signora Cattarina Imperiale Pallavicina, Marchesa e Contessa respettivamente di detti Luoghi». Partitario dei debiti contratti dalle comunità di Mombaruzzo, Quaranti e Nizza e da privati, riscossi da Giovanni Ambrogio Pino, agente in Mombaruzzo. Alle cc. 117-118 e cc. 150-170: partitario delle entrate riscosse rispettivamente per la vendita delle legna dei boschi di rovere e del grano negli anni 1715-1724. Reg. di 237 cc., mm. 357x253- Cartulazione originale. 190 1722 - 1744 «1725. Libro E. 1725 a primo Genaro. Libro E. Del Maneggio di Don Gioanni Ambroggio Pino, Agente in Mombaruzzo, Casalotto, Quarante e Città di Nizza della Paglia in Monferrato per l’illustrissima Signora Cattarina Imperiale Pallavicina, Marchesa di Mombaruzzo e Casa-lotto, e Contessa di Quarante». Partitario dei debiti, contratti dalle Comunità di Mombaruzzo, Quaranti e Nizza e da privati, riscossi da Giovanni Ambrogio Pino, e, dopo la sua morte (1738), da Lorenzo Dacia, agenti in Mombaruzzo. Alle cc. 135-137 e cc. 174-187, 275-277 partitario delle entrate riscosse rispettivamente per la vendita della legna dei boschi di rovere e del grano negli anni 1724-1735 e 1736-1737. Reg. di 283 cc., mm. 353x258. Cartulazione originale. 262 Ramo cadetto 191 - 193 (1751 - 1795) 191 1751 - 1765 «1751 in 1765. Libro delle Masserie e Terreni situati nel Marchesato di Mombaruzzo, Casalotto e Contado di Quaranti, a utile di Sua Eccellenza il Signor Marchese Domenico Pallavicino q.excellentissimi Pauli Hieronimi, siccome de Capitali da esso impiegativi de suoi proprii denari e redditi annui al medemo spettanti sopra detto Marchesato» (sul frontespizio); «1751 in 1765. Libro d’Agenzia del Marchesato di Mombaruzzo» (sul dorso). Libro mastro delle masserie e dei terreni del feudo di Mombaruzzo, Quaranti, Casalotto. Reg. di 214 cc., mm. 290x223- Cartulazione originale. Con rubrica. 192 1766 - 1795 «Libro Secondo delle Masserie e Terreni situati nel Marchesato di Mombaruzzo, Casalotto e Contado di Quaranti, a utile di Sua Eccellenza il Signor Marchese Domenico Pallavicino q.Excellentissimi Pauli Hjeronimi, siccome dei Capitali da esso impiegativi de suoi proprii denari e de redditi annui al medemo spettanti sopra detto Marchesato» (sul frontespizio); «1766 in 1788. Libro Secondo. Redditi ed Agenzia di Mombaruzzo. 1766 in 1788» (sul dorso). Libro mastro delle masserie e dei terreni del feudo di Mombaruzzo, Casalotto, Quaranti. Reg. di 284 cc., mm. 357x258. Copertina in pergamena. Cartulazione originale. Con rubrica (solo fino alla c. 233). 193 1755 - 1778 «Libro delle Masserie e Terreni situati nel Marchesato di Mombaruzzo, Casalotto e Contado di Quaranti, a utile di Sua Eccellenza il Signor Marchese Domenico Pallavicino q.excellentissimi Pauli Hjeronimi, siccome de capitali da esso impiegativi de suoi proprii denari e de redditi annui al medemo spettanti sopra detto Marchesato». Libro mastro delle masserie e dei terreni del feudo di Mombaruzzo, Casalotto e Quaranti. Il registro è pressoché identico al registro precedente: alcuni conti risultano però aggiornati fino al 1788. Reg. di 209 cc., mm. 292x224. Copertina in pergamena. Cartulazione originale. Con rubrica. Mombaruzzo - Scritture contabili 263 1780 - 1839 «Libro de Redditi di Sua Eccellenza II Signor Marchese di Mombaruzzo nel Monferrato, Liquidato nel Corrente anno 1780». Partitario dei debitori di affitti di beni posti nel feudo di Mombaruzzo. I conti dei debitori sono disposti secondo l’ordine con cui sono desunti dai registri 191-193, ai quali si fa riferimento con la dicitura «libro antecedente». Reg. di 236 cc., mm. 358x251. Cartulazione originale. Con rubrica. 195 1787 - 1822 «Agenzia di Mombaruzzo. 1787 in 1821. Conti di Amministrazione». Conti delle entrate e delle spese relativi alla gestione del feudo presentati dagli agenti in Mombaruzzo, Giovanni Andrea Romano e Giuseppe Ceretti. Filza di 37 fascc. 196 - 197 (1789 - 1830) 196 1789 - 1827 «N. 1. Redditi del Feudo di Mombaruzzo e Quaranti. 1789 in 1825. Vedi quindi N. 2» (sul frontespizio)·, «1789 in 1825. Agenzia del Feudo di Mombaruzzo. 1789 in 1825. N. 1» (sul dorso). Libro mastro del feudo di Mombaruzzo, Casalotto e Quaranti. Reg. di 239 cc., mm. 354x251. Cartulazione originale. Con rubrica, comune col registro seguente. 197 1826 - 1830 «N. 2. Agenzia di Mombaruzzo. 1826 in. Continuazione del Libro N. 1» (sul frontespizio)·, «N. 2. Mombaruzzo. 1826 in» (sul dorso)·, «Prosecuzione dal Libro N. 1 cominciando perciò il presente N. 2 dalle carte 239. La Pandetta è nel detto Libro N. 1». Libro mastro del Feudo di Mombaruzzo, Casalotto, Quaranti. Reg. di 142 cc.; prosegue, anche nella cartulazione originale, il reg. precedente. Mm. 352x259- Copertina in pergamena. 264 Ramo cadetto 198 1792 - 1793 «Registro Consegnamenti 1792 in 1793». Registro delle concessioni feudali di Mombaruzzo, relativo agli anni 1792-1793. Reg. di 57 cc. Con rubrica. «B. Libro Nuovo dei Fitti perpetui e Censi» (sul dorso). Registro composto dalla fusione di: - un libro mastro dei debitori di affitti di beni in Mombaruzzo (cc. 1-50); - una matricola dei debitori di affitti, con relativi importi da corrispondere (cc. 1-66), preceduta dalla intitolazione: «Registro e situazione dei fitti perpetui in granaglie al 1 Gennaio 1837». I debitori sono elencati in approssimativo ordine alfabetico; quelli che hanno esaurito le loro pendenze risultano depennati. Reg. di 116 cc., mm. 357x254. Busta non originale Scritture contabili esibite dagli agenti Giorgio Bottino, Giuseppe Antonio Scoffone, Giovanni Andrea Romano e Giuseppe Ceretti nel periodo di rispettiva competenza. Parcelle di avvocati. Ricevute di tasse pagate alla tesoreria di Acqui (1742-1797). Rendiconti annuali della gestione del feudo (1756-1776, 1779-1781, 1783) e giustificativi di spese minute (1764-1830). Busta di 12 fascc. 199 1823 - 1840 200 1735 - 1832 Mombaruzzo - Corrispondenza 265 Corrispondenza Lettere ricevute da Mombaruzzo 201 1722 Lettere per Paolo Gerolamo III in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Ambrogio Pino, agente. Lorenzo Satragno. Lorenzo Dacia. Filza di 3 fascc. 202 1756 - 1790 Lettere per Domenico Pallavicini in arrivo da Mombaruzzo, Torino e altre località del basso Piemonte inviate da: Giovanni Antonio Scoffone, procuratore generale (1776). Giacomo Gentile, avvocato e procuratore della famiglia Pallavicini presso la Regia camera di Torino. Michele Atanasio Prasca. Diversi. Filza di 6 fascc. 203 1757 - 1764 «Lettere dell’Agente di Mombaruzzo ed altre relative a detto Feudo dal 1 Gennaro 1757 a tutto Dicembre 1764». Lettere per Domenico Pallavicini in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Giorgio Bottino, agente. Diversi, anche da altre località del Piemonte. Filza di 6 fascc. 204 1777 - 1781 «Lettere di Mombaruzzo». Lettere per Domenico Pallavicini in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Giorgio Bottino, agente (1777-1778). Giuseppe Antonio Scoffone, agente ad interim (1778-1779). Giovanni Andrea Romano, agente (1779-1781). Diversi, anche da altre località del Piemonte. Filza di 6 fascc. 205 1782 - 1788 «Mombaruzzo. Lettere del Signor Domenico Pallavicino dal 1782 fino». Lettere per Domenico Pallavicini in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Giovanni Andrea Romano, agente. Diversi (1782-1785) da altre località del basso Piemonte. Lettere inviate al conte Roberti da Torino da Michele Atanasio Prasca (1782-1783). Filza di 5 fascc. 266 Ramo cadetto 206 1789 - 1794 Lettere per Giovanni Carlo Pallavicini (fino al 1794) e per Ranieri Pallavicini in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Giovanni Andrea Romano, agente (1789-1794). Lettere da Torino inviate da: Carlo Giuseppe Antonio Crosa, avvocato, procuratore della famiglia presso la Regia camera di Torino (1789-1794). Diversi (1789-1794), anche da altre località del Piemonte. Filza di 5 fascc. Lettere per Ranieri Pallavicini (fino al 1798) e per Paolo Gerolamo IV in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Giovanni Andrea Romano, agente (1795-1799). Carlo Antonio Bosio, Ferdinando Basile, Domenico e Pietro Roveglia, Marco Antonio Bosio, Agostino Roveglia e Ottavio Fontana, rispettivamente sindaco, consiglieri e segretario della comunità di Mombaruzzo (1795-1796). Lettere da Torino inviate da: Carlo Giuseppe Antonio Crosa, avvocato (fino al 1796) e Angelo Crosa, avvocato, suo figlio, (1797-1799), procuratori della famiglia presso la Regia camera di Torino (1796-1798). Diversi, fra cui il re Carlo Emanuele IV, anche da altre località del basso Piemonte (1796). Filza di 5 fascc. Lettere per Paolo Gerolamo IV, per il suo procuratore Sebastiano Vicini (1805-1816) e per Ignazio Alessandro Pallavicini (1822) in arrivo da Mombaruzzo inviate da: Giovanni Andrea Romano, agente (1800-1803). Giuseppe Ceretti, agente (1805-1832). Diversi, anche da altre località del basso Piemonte (1810-1829). Paolo Gerolamo IV Pallavicini a Sebastiano Vicini (1816). Busta di 4 fascc. 207 1795 - 1799 208 1800 - 1832 Documenti della famiglia Imperiale Lercari 209 1631 - 1637 «MDCXXXI». «Libro maestro 1631 in 1637» (su una linguetta). Libro mastro di Carlo Imperiale. Reg. di 288 cc., mm. 413x292. Copertina in cuoio. Cartulazione originale. Con rubrica. 210 1640 - 1700 Scritture contabili relative agli interessi in Spagna, Taggia, Mombaruzzo di Giovanni Carlo, Ansaldo e Domenico Imperiale Lercari. 1. Scritture contabili di Giovanni Carlo Imperiale ed atti relativi alla sua eredità: 1640-1668. 2. Scritture contabili relative agli interessi della famiglia Imperiale Lercari in Spagna e Mombaruzzo, curati da Nicolò Imperiale Lercari: 1651-1666. 3. Scritture contabili relative agli interessi della famiglia Imperiale Lercari curati da Ansaldo Imperiale Lercari: 1653-1671. 4. Scritture contabili relative agli interessi della famiglia Imperiale Lercari in Spagna, curati da Ansaldo Imperiale Lercari: 1660-1670. 5. Scritture contabili relative ad affari fra Ansaldo Imperiale Lercari e Giovanni Tomaso Bianco: 1663-1669. 6. Scritture contabili di Domenico Imperiale Lercari: 1676-1700. 7. Scritture contabili relative ad affari fra Domenico Imperiale Lercari e la comunità di Taggia: 1679-1682. 8. Conti di minute spese di Mombaruzzo e Novi: 1680-1686. 9. Due elenchi di fittavoli di Mombaruzzo, Quaranti e Castelletto Molina: 1653-1654. 10. Documenti di David Imperiale (1650-1651) e Chiarettina Cattaneo, moglie di Adamo Centurione (1663). 11. Testamento di Galeazzo Prato (1630); frammento di un partitario dei debitori (cc. l-6r, l6v.-22r). Busta di 11 fascc. 268 Ramo cadetto 211 1658 - 1673 «IHS. Caxa». Mastro dei conti delle operazioni commerciali e finanziarie di Ansaldo Imperiale Lercari in Spagna nel periodo indicato. Reg. di 118 cc., mm. 360x270. 212 1645 - 1691 Lettere ricevute da Giovanni Carlo, Ansaldo e Domenico Imperiale Lercari. Giovanni Carlo Imperiale Lercari: 1660-1667 Lettere inviate da: diversi corrispondenti da Milano e Palermo (1660, 1665-1667). Ansaldo Imperiale Lercari: 1645-1673 Lettere inviate da: Ottavio Centurione da Madrid (1645). Domenico Centurione da Madrid (1653-1655, 1658). Ambrogio di Negro da Napoli e Marano (1656). Francesco Imperiale Lercari da Genova (1657-1660). Suor Giovanna Vittoria (M. Francesca Imperiale Lercari) da Genova (1662-1663). Andreas Escuela, amministratore, da Madrid, Siviglia e Valencia (1664-1665). Diversi da Alicante, Cadice, Livorno, Madrid, Venezia (1666, 1669-1673). Ansaldo e Domenico Imperiale Lercari: 1670-1682 Lettere inviate da: diversi agenti in Cadice (1670, 1672-1673). Andreas de Mera, amministratore, da Madrid (1672-1682). Domenico Imperiale Lercari: 1675-1691 Lettere inviate da: Filippo, Massimiliano e Carlo Spinola da Genova, Novi e Tassarolo (1675, 1678, 1680, 1682-1687). Diversi corrispondenti da Madrid e Siviglia (1676-1683, 1685, 1687). Diversi corrispondenti da San Remo e Taggia (1679-1687). Marco Antonio Calzia, amministratore, da Madrid (1685-1688). Giovanni Battista Uzardi, procuratore, da Madrid (1688-1691). Giovanni Battista Lomellini da Granada (1690-1691). Busta di 18 fascc. Mombaruzzo - Imperiale Lercari 269 213 1624 gennaio 13 - 1630 aprile 6 «Registro di lettere di Carlo Imperiale per il 1629» (sul frontespizio)·, «Registro di lettere di Carlo 1629» (sul dorso)·, «Registro di lettere del-1 anno 1624 in 1629» (su una linguetta). Registro cronologico delle lettere in partenza. Negli anni 1625-1626 anche lettere di Maddalena Spinola, marchesa d’Oyra, madre di Carlo. Al registro è allegato un fascicolo slegato di 32 cc. di lettere inviate dal 8 settembre 1629 al 6 aprile 1630 da Carlo Imperiale. Reg. di 126 cc., mm. 303x214- 214 1630 aprile 26 - 1634 giugno 30 «1630 fino al 1634. Registro di lettere» (sul frontespizio)·, «Registro di lettere di Carlo Imperiale per il 1634» (sul dorso)·, «Registro 1630 in 1633» (su una linguetta). Registro cronologico delle lettere in partenza di Carlo Imperiale, Giovanni Battista Imperiale e Maddalena Spinola, marchesa d’Oyra, madre di Carlo. Reg. di 192 pp., mm. 346x253- 215 1641 maggio 4 - 1647 aprile 28 1652 aprile 17 - 1654 marzo 28 «Registro... dal 1641 al 1654». Registro cronologico delle lettere in partenza. Reg. di 145 cc., mm. 309x222. 216 1649 aprile 2 - 1651 agosto 26 «1651 1649. Registro di lettere al 1651» (sul frontespizio)·, «Registro 1649 in 1651» (su una linguetta). Registro cronologico delle lettere in partenza. Reg. di 94 cc., mm. 312x219. 217 1653 dicembre 4 - 1656 dicembre 31 «1654. Registro di lettere dal 1654 al 1656» (sulfrontespizio)·, «Registro di Lettere 1654 in 1656» (su una linguetta). Registro cronologico delle lettere in partenza. Reg. di 190 cc., mm. 317x219- 270 Ramo cadetto 218 1657 gennaio 13 - 1660 gennaio 31 «1657. Registro Dal Primo Gennaro. Registro di lettere dal 1657 uno al 1660» (sul frontespizio)·, «Registro di Lettere 1657 in 1660» (su una linguetta). Registro cronologico delle lettere in partenza. Reg. di 188 cc., mm. 315x214. 219 1664 settembre 13 - 1668 febbraio 11 «1664. Registro di Lettere dell'illustrissimo Signor Carlo Imperiale» (sul frontespizio)', «Registro 1664 in 1668» (su una linguetta). Registro cronologico delle lettere in partenza. Reg. di 143 cc., mm. 331x274. Tavole genealogiche relative al feudo di Mombaruzzo * Imperiale Andrea IMPERIALE marchese d’Oyra I Davide Michele Andrea I Davide Davide Filippo Giovanni Battista Carlo + Giovanna Michele Andrea Domenico I Franco I Giovanni Carlo IMPERIALE LERCARI Federico 1 1 T-”1 Ambrogio Michele Giulio Cesare Imperiale Lercari Giovanni Carlo IMPERIALE LERCARI Maria Maddalena Franco Anna Maria suor Teresa Maddalena Maria Francesca suor Giovanna Vittoria Maria Teresa suor Paola Vittoria Francesco Maria (Franco) — sp. Maria Caterina de Franchi Anna Caterina suora Ansaldo__ sp. Caterina Centurione . Alessandrino . Francesco Maria — . Giovanni Agostino . Giovanni Carlo . Domenico Maria . Giovanni Batta . Giovanni Carlo . Giovanni Cristoforo . Domenico . Giovanni Carlo . Franco Nicolò Mombaruzzo Ansaldo IMPERIALE LERCARI + Caterina CENTURIONE Domenico + Geronima PINELLI (*) Caterina sp. Paolo Gerolamo III PALLAVICINI Giovanna suora Giovanni Carlo + Bianca Ansaldo Leonardo prete prete Felice DE MARI Costantino PINELLI Giovanna + Agostino Felice Costantino Geronima (*) Centurione Adamo CENTURIONE + Chiarettina CATTANEO Marchese di Monasterio Ansaldo IMPERIALE + Caterina LERCARI Francesco Maria Domenico + Chiara Marchese di Monasterio Cristoforo + Barbara Marchese di Monasterio Domenico Giovanni Carlo Domenico Silvia + Ambrogio Spinola Mombaruzzo - Magistrature di Mombaruzzo 273 Magistrature delle Comunità di Mombaruzzo e Quaranti · COMUNITÀ DI MOMBARUZZO catastatore Fontana Francesco Ottavio 1789-1791 consiglieri e rappresentanti dell’U- niversità Calvo Stefano 1718 Capella Tomaso 1718 Corso Francesco 1718 Dacia Lorenzo 1718 Gibello Ludovico 1718 Lanza Giovanni Antonio 1718 Pertusato Giovanni Antonio Laverito Antonio 1724 Fiorini Giovanni Maria 1741 Fiorini Guido 1741 Isertola Francesco 1741 Lanza Giovanni 1741 Leonotto Carlo Alessandro 1741 Scovazzo Antonio 1741 Scovazzo Francesco 1741 Bosio Bartolomeo 1760 Calvo Giuseppe 1760 Lanza Luca 1760 Roveglia Lorenzo 1760 Prato Marco Antonio 1764 Bottino Antonio 1770 Calco Giuseppe 1770 Guasto Giuseppe 1770 Roberti Angelo 1770 Roveglia Lorenzo 1770 Spandenaro 1770 Dagna Carlo Paro Gerolamo 1779 Prato Valerio 1779 Rivera Matteo 1779 Roveglia Lorenzo 1779 Scarampi Giovanni Francesco 1779 Rebuffo Michele 1780 Rivera Matteo 1780 Roveglia Giovanni Antonio 1780 Barile Ferdinando 1789 Chiesa Carlo Giuseppe 1789 Ivaldi Giovanni 1789 Leva Giuseppe 1789 Bosio Giovanni Domenico 1790 Calvi Stefano 1790 Dacia Lorenzo 1790 Negri Lorenzo 1790 Bosio Marco Antonio 1795 Roveglia Agostino 1795 Roveglia Domenico 1795 Bosio Marco Antonio 1795-1796 Roveglia Domenico 1796 Roveglia Pietro 1796 Bosio Antonio 1798-1799 Dacia Giovanni Battista 1798-1799 Roveglia Giovanni Antonio 1798-1799 Pesce Matteo 1819 Quaglia Giovanni 1819 consoli Bosio Cristoforo 1718 Bottino Giovanni Filippo 1718 Capella Tomaso 1725 Corso Fabrizio 1727 Prato Antonio 1728 Cavalero Michele 1741 Zavotto Giacomo 1741 Bottino Alessandro 1744 Bottino Giovanni Battista 1744 Dagna Carlo Maria 1745-1746 Prato Marco Valerio 1758 deputati e provveditori Bosio Matteo 1766 Lanza Luca 1766 Rivera Matteo 1779 intendenti ed intervenienti per il fi- SCO Castelli di Costiglione 1747 Fiorino 1751 Robusto Francesco Antonio 1752 Bottino Tomaso 1755 Bottino Giovanni Battista 1756 Bottino Pietro Giuseppe 1756 Bottero Lorenzo 1759-1761 Prato 1761 Satragno Carlo 1761 Bordino Bartolomeo 1762 274 Ramo cadetto Scardo Domenico 1762 Calvi Giovanni Stefano 1762-1764 Prato 1762-1764 Roveglia Domenico 1764 Leone Giovanni Battista 1764 Rovegli Giovanni Antonio 1764 Bosio 17 66 Calvo Giuseppe 1766 Guasto Pietro Carlo 1766 Lanza Giuseppe Antonio 1766 Bottero Lorenzo 1767 Cristiani 1778-1780 podestà Gardino Giovanni Andrea 1704 Terragno Marco Antonio 1706 Pozzo Antonio Francesco 1708 Rabachino Giacomo 1724-1726 Soave Giovanni Battista 1727-1735 Rabachino Giuseppe 1744-1746 Maraldi Giacomo Filippo 1746-1748 Maraldi Giovanni Andrea 1749-1752 Maraldi Giacomo Filippo 1752-1755 Boccaccio Alessandro 1755-1764 Robusto Francesco Antonio 1765-1767 Boccaccio Alessandro 1767-1770 Giolitti 1771-1772 Boccaccio Alessandro 1778-1781 Boccaccio Alessandro 1787 Fiore Guido Antonio 1789 Boccaccio Alessandro 1791 De Giorgis Giovanni Alberto 1791-1792 Boccaccio Alessandro 1792-1793 Fiore Guido Antonio 1794-1798 Boccaccio Alessandro 1798-1800 segretari Fontana 1724-1727 Satragno Lorenzo 1725-1727 Satragno Rocco Maria 1735-1767 Fontana Cristoforo 1739 Fontana Cristoforo 1741 Saraceno 1744 Fiumeri 1747 Fontana Cristoforo 1749-1751 Reggio Giuseppe 1750-1751 Robusto Francesco Antonio 1751-1752 Fontana Cristoforo 1752-1753 Prato 1755-1757 Fiorini Giovanni Antonio 1757 Prato 1757-1761 Satragno Rocca Maria 1760 Rivera Matteo 1765-1768 Satragno Rocco Maria 1770-1771 Rivera Matteo 1771-1773 Fontana Francesco Ottavio 1775-1782 Gardini Carlo 1778-1780 Rivera 1782 Fontana Francesco Ottavio 1783-1800 Reggio Giuseppe 1793 Fontana 1819-1821 sindaci Bottino Giovanni Filippo 1718 Prato Stefano 1718 Bottino Alessandro 1745 Roveglia Lorenzo 1750 Prato Valerio 1758 Bosio Matteo 1760 Cavatore Sebastiano Antonio 1760 Doglio Francesco 1760 Calvo Giuseppe 1761 Roveglia Domenico 1764 Doglio Francesco 1770 Bosio 1779 Prato Gerolamo 1779 Prato Valerio 1780 Scarampi 1781 Roveglia Giovanni Antonio 1789 Zanotti Giuseppe 1789 Chiesa Carlo Giuseppe 1790 Dacia Tommaso 1793 Roveglia Domenico 1794 Barile Ferdinando 1795-1796 Bosio Carlo Antonio 1795-1796 Roveglia Pietro 1798-1799 Bosio Antonio 1799-1800 Bosio Ottavio 1819 procuratori fiscali Chiesa Antonio 1725-1726 Bosio Marco 1726-1728 Chiesa Antonio 1727-1750 Spandenatoro Antonio 1727 Scarrone Domenico 1728-1729 Doglio Antonio 1750-1751 Doglio Antonio 1755-1767 Mombaruzzo - Magistrature di Mombaruzzo 275 giudici del feudo Boccaccio Alessandro 1791-1794 Fiore Guido Antonio 1791-1794 COMUNITÀ DI QUARANTI podestà Dacia Lorenzo 1741 Canavese Pietro Maria 1742 De Giorgis Giovanni Alberto 1779-1782 De Giorgis Giovanni Antonio 1785-1789 De Giorgis Giovanni Alberto 1793 Rivera Giovanni Battista 1796 procuratore fiscale Fiorini Guido segretario Reggio Giuseppe giudici del feudo De Giorgis Giovanni Alberto Boccaccio Alessandro Rivera Giovanni Battista 1739 1789 1790-1793 1793-1796 1793-1796 # a cura di Cristina Soave CARTE DELLA «FAMIGLIA» DI ALTRI RAMI PALLAVICINI SCRITTURE RELATIVE ALLA «FAMIGLIA PALLAVICINI» ED A RAMI DIVERSI NON DISCENDENTI DA PAOLO GEROLAMO I Durante il lavoro di schedatura e di ricostruzione dell’ordinamento originario dei due archivi Pallavicini sono emersi, di tanto in tanto, dei pezzi esplicitamente non appartenenti ad alcuno di essi. A volte questi pezzi erano di notevole consistenza, a volte erano singole carte o fascicoli. Si è preferito allora costruire questa appendice, finale ed esterna ai due archivi, ma non aggregata come gli archivi che saranno oggetto del secondo volume, bensì con funzione integrante e di apertura, sia pur fugace, verso tutti gli altri rami della Famiglia, che sono sempre esistiti accanto ai nostri due, ma forse offuscati anche dalla loro ricchezza documentaria. Una parte di questi pezzi riguardava tutta la Famiglia, o meglio, la Famiglia nel suo complesso, come quell’unico prezioso «Libro della famiglia Pallavicina...» in cui compaiono tutti i Pallavicini degli ultimi decenni del XVII secolo, ricchi e poveri, di un ramo e di un altro, potenti e sottomessi, uomini e donne. Queste carte sono state riunite all'inizio facendole seguire da altre sempre attinenti al complesso della Famiglia, come i registri delle colonne di San Giorgio. Si sono unite a questa prima parte anche delle carte isolate relative a personaggi di cui non è restato che quella singola carta o di cui non si sa nulla, sempre distinti per discendenza genealogica. I pezzi successivi sono stati distinti in base al ramo di provenienza nell’ambito del grande albero genealogico dei Pallavicini di Genova, iniziando dai più vicini. Per primi i cugini Pallavicini Centurione di Bologna, non genovesi solo dalla metà del Settecento e che discendono da Angelo, fratello di Paolo Gerolamo I; poi i discendenti da Giovanni Battista, fratello di Gerolamo q.Damiano, con le cospicue scritture contabili di Stefano II; da ultimo il ramo discendente da Tobia q.Francesco, fratello di Damiano, con la mirabile serie di copialettere dei suoi lontani successori Nicolò Ignazio q.Alessandro ed i figli di costui Alessandro, Rodolfo e Michele Camillo. Di volta in volta si sono brevemente illustrati i gruppi di scritture restanti e se ne sono chiarite, ove possibile, le ragioni della presenza in questa sede, unitamente ai criteri di ordinamento ed inventariazione che si sono seguiti. 280 Carte di altri rami Vi è poi una busta di testamenti di diversi personaggi, Pallavicini e non, che si sono ritrovati dispersi e non hanno consentito 1 individuazione della loro antica posizione: li abbiamo disposti in ordine cronologico, tranne un piccolo gruppo di essi che mostrano ancora i numeri della cartulazione avuta al tempo in cui vennero evidentemente legati in un unico volume; questi sono stati sistemati in base a quella cartulazione. Si deve infine dare una spiegazione alla numerazione dei pezzi che sono stati sistemati in questo insieme. Essa prosegue, infatti, quella dell’archivio del ramo cadetto per varie ragioni di diversa portata. Innanzi tutto non è parso il caso di dare numerazione propria ad un gruppo di scritture che non trova altra ragione della sua esistenza se non nella casualità e nell’incuria: non si voleva, insomma, dare la forma di serie a quanto non lo era nemmeno in modo fittizio. In secondo luogo è risultata ineludibile la decisione di porre quest insieme alla fine degli inventari di entrambi gli archivi Pallavicini sia perche esso è apparso nella sua consistenza definitiva solo al termine di tutto il lavoro, sia perché potenzialmente attinente in pari misura ad ambedue 1 fondi. Da ultimo, posto che non si voleva numerarlo autonomamente e che era indifferente posizionarlo dopo il primo od il secondo archivio, ma con preferenza per quest’ultima posizione, e che nello stesso tempo non si poteva di certo considerare queste carte come un archivio aggregato sui generis, si è deciso di sistemare l’insieme di scritture relative alla Famiglia nel modo che segue: nettamente distinto dal resto, ma con numerazione continua rispetto al secondo archivio, senza propria specifica identità, ma non confondibile col resto; collegato, ma chiaramente distinto. CARTE DELLA «FAMIGLIA» PALLAVICINI Carte d amministrazione 220 1525 - 1812 1. Famiglia Pallavicini - Estratti di decreti delle assemblee della famiglia. Elenco degli iscritti nei cartolari di S. Giorgio. Cappellanie diverse. 1582-1737. 2. Famiglia Pallavicini - «Libro della famiglia Pallavicina principiatomi in occasione della caosa del padre Leone col padre Calvi». 1671-1701. Registro dei verbali delle riunioni della famiglia e dei decreti dei suoi governatori: notizie relative all’amministrazione dei luoghi di S. Giorgio di proprietà della famiglia, alla distribuzione dei sussidi, al mantenimento agli studi di giovani, alla gestione della chiesa di S. Pancrazio. (reg. di 92 cc., mm. 295x110). 3. Agostino q.Domenico - Copia posteriore di parte del testamento. 1525. 4. Lorenzo - Lettera (da Genova ?) al fratello Antonio in Saragozza, attorno alla vittoria di don Giovanni d’Austria a Lepanto (a stampa). 1571. 5. Mario q.Cesare - Ricorso al Senato per tutelare i privilegi della famiglia Pallavicini. 1592. 6. Discendenti da Agostino q.Pietro - Giacomo Filippo q.Stefano, testamento (1913). Maddalena Grimaldi q.Giovanni Battista, vedova di Stefano q.Simone, testamento (1631). Nicolò q.Stefano, sentenza (1641). Carlo q.Nicolò, cessione di credito (1648). Lazzaro q.Nicolò, cardinale, lettera (1679). Nicolò q.Carlo, testamento e scritture relative (1679-1688). Stefano q.Simone q.Giovanni Stefano, lascito testamentario (1741). 1613-1741. 7. Discendenti da Agostino q.Francesco - Placidia q.Agostino in Battista Spinola, testamento (1644). Teresa Maddalena q.Giulio, monaca, 282 Carte della «Famiglia» Pallavicini fede di vita (1686). Marcello q.Agostino, gesuita, conti e pagamenti effettuati dagli esecutori testamentari coi proventi del giurì di Spagna (1730-1762). 1644-1686. 8. Nicolò q.Battista q.Luigi - conti. 1646-1649. 9. Discendenti da Domenico q.Damiano - Vincenzo q.Damiano q.Domenico, prò memoria di disposizioni che la famiglia Pallavicini deve seguire per entrare in possesso dell’eredità di questi. 1687. 10. Discendenti di Tomaso q.Damiano - Emilia q.Nicolò Pallavicini in Giovanni Domenico Lomellini, contratto di matrimonio e costituzione di dote. 1721. 11. N. 66 autenticazioni di reliquie di santi. 1724-1812. Busta di 11 fascc. 221 1586 - 1777 Testamenti e parti di testamenti, in originale e in copia, dei seguenti personaggi: Pedralbes Lomellini, 1586; Marcello q.Agostino Pallavicini, 1589; Stefano q.Simone Pallavicini, 1599; Faustina Raggi Pallavicini, 1605; Orazio q.Ambrogio di Negro, 1611; Gaspare Bracelli, 1622; Lelia Spinola, 1622; Giovanni Francesco I, 1625; Gerolamo q.Damiano Pallavicini, Pietro Antonio Pallavicini, Benedetto q.Gerolamo Pallavicini, 1633; Tomaso q.Damiano Pallavicini, M. Maddalena Spinola Pallavicini, Fruttuoso Vassallo, 1636; Gerolama Pallavicini Bozzo, 1641; Camillo q.Nicolò Pallavicini, 1642; Livia Balbi Pallavicini, 1655; Vincenzo q.Damiano Pallavicini, 1663; Paolo Gerolamo I, 1675-1680; Placidia Fieschi Pallavicini, 1676; Francesco M. Doria, 1683; Bianca M. Doria Pinelli, 1696; Nicolò Gavi, 1701; Ludovico q.Francesco M. Pallavicini, 1708; Paolo Francesco Nobile, 1714; M. Giovanna Nobile Ottone, 1721; Giovanni Francesco Tavarone, 1724; Niccolò Tavarone, 1756; Giuseppe IV Pallavicini, 1777. Busta di 22 fascc. Scritture contabili Questo piccolo gruppo di registri ha posto problemi pur mostrando con assoluta chiarezza la sua natura. Sono tutti registri di compilazione tardo secentesca o dei primi decenni del secolo XVIII; tutti si riferiscono ai luoghi delle compere di S. Giorgio; nessuno è proprio di una sola famiglia, ma tutti riportano dati relativi a varie e numerose famiglie. Si individua rapidamente, dunque, il loro oggetto e l’epoca di formazione, ma resta molto difficile chiarire altri aspetti essenziali per la valutazione critica della fonte. Innanzi tutto nessuno di essi fornisce elementi di alcun genere che consentano 1 individuazione della provenienza: non si sa nemmeno se fossero realmente Pallavicini. Di alcuni si può ritenere siano delle copie riassuntive delle matricole delle compere di S. Giorgio, ma è necessario che in quell o-pera di sintesi della matricola annuale e di sua trasposizione in un elenco pluriennale e plurisecolare, vi sia stata una precisa discriminante da seguire. Di questa scelta e dei suoi criteri non sappiamo nulla e non sappiamo nulla, allora, su come sono stati composti questi registri. Sfugge ugualmente la ragione per cui siano stati compilati: si può ipotizzare con verosimiglianza che lo scopo consistesse nell avere una sicura documentazione delle «colonne» delle compere esistenti ancora ai primi del Settecento, o almeno di quelle in cui i Pallavicini erano ammessi. L’intrico delle partecipazioni a quelle colonne secolari era pari solo a quello dei fedecommessi e tale da provocare continue ed interminabili liti giudiziarie: tornava, dunque, utile avere una documentazione affidabile anche in casa. In questa situazione solo parzialmente chiaribile, si e ritenuto più corretto ordinare ed inventariare questo materiale al di fuori di entrambi gli archivi Pallavicini, ipotizzando un’appartenenza dei registri all’archivio del ramo primogenito unicamente per alcuni aspetti formali, ma non potendo assolutamente escludere che essi facessero parte o dell’archivio Centurione o di quello Grimaldi che compariranno nel secondo volume dell’inventario. Meglio allora attribuire una posizione neutrale a questi pezzi estremamente interessanti e inserirli in quella parte del fondo archivistico Pallavicini che riguarda tutta la Famiglia nel suo complesso, per- 284 Carte della «Famiglia» Pallavicini ché in questo modo, di certo non si fa torto a nessuno dei rami che la componevano, né alle altre magnifiche famiglie che ne entrarono a far parte. Con l’intenzione di restare totalmente neutrali nei confronti di queste carte, non è parso il caso di adottare altra struttura di ordinamento che non fosse quella cronologica per data iniziale. Si ricorda che i nomi Borgo, Castello, Maccagnana, Platea longa, Porta, Porta nuova, San Lorenzo e Soziglia indicano gli otto antichi quartieri di Genova. 222 1350 - 1498 «N. Comperarum veterum. Compere antique ante 1400» (sul dorso). Elenchi alfabetici per nome, distinti per compera, dei luogatari delle compere antiche di S. Giorgio compresi nel periodo indicato. Compilati nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 344 cc., mm. 330x230. 223 1358 - 1690 «L» (sul dorso). Registro costituito da carte di filza rilegate, stampati ed estratti di documenti concernenti l’ammissione alla partecipazione a diverse colonne di luogatari Pallavicini. Compilato nella prima metà del XVIII secolo. Reg. di 282 cc., mm. 320x225. 224 1409 - 1596 «M Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Macagnana compresi nel periodo indicato, compilata agli inizi del XVII secolo. Reg. di 197 cc., mm. 320x225. 225 1409 - 1650 «SL Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di San Lorenzo compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 410 cc., mm. 320x225. Scritture contabili 285 226 1409 - 1701 «Nomina omnium illorum qui habuerunt et habent loca in cartulario P. columnarum comperarum Sancti Georgii ab anno 1409 in 1730». «P Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Porta compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 190 cc., mm. 320x225. 227 1409 - 1718 «PN Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Porta nuova compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 280 cc., mm. 320x225. 228 1409 - 1726 «Nomina omnium illorum qui habuerunt et habent loca in cartulario P.L. columnarum Sancti Georgii ab anno 1409 in 1730». «PL Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Platea longa compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 197 cc., mm. 320x225. 229 1409 - 1727 «B Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Borgo compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 362 cc., mm. 315x215. 230 1409 - 1727 «Nomina omnium illorum qui habuerunt et habent loca in cartulario C. columnarum comperarum Sancti Georgii ab anno 1409 in 1730». «C Columnarum» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Castello compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 334 cc., mm. 320x225. 286 Carte della «Famiglia» Pallavicini 231 1429- 1473 «S» (sul dorso). Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio, iscritti nei cartulari di Soziglia compresi nel periodo indicato, compilata nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 516 cc., mm. 320x225. 232 1445 - 1702 «Q» (sul dorso). Registro composto da elenchi dei luogatari di alcune compere antiche di S. Giorgio; originali e copie di atti di ammissione a diverse colonne; mandati per il trasferimento di luoghi; ricostruzioni di genealogie e carte inerenti a questioni giudiziarie sempre relative ai luoghi di S. Giorgio. Compilato ed assemblato nei primi anni del XVIII secolo. Reg. di 280 cc., mm. 330x230. 233 1493 - 1515 «V» (sul dorso). Elenchi semestrali dei luogatari delle compere di S. Giorgio compresi nel periodo indicato, probabilmente desunti dai mastri. Compilato nei primi decenni del XVIII secolo. Reg. di 396 cc., mm. 325x225. 234 1497 - 1782 Memorie di atti relativi a diverse compere di S. Giorgio; mandati e copie di mandati per il trasferimento di luoghi di banchi diversi; scritture giustificative di disposizioni su diverse colonne di varie famiglie. Busta di compilazione recente con l’utilizzazione di materiale disperso, un tempo destinato probabilmente alla rilegatura. Busta di 3 fascc. 235 1588 - 1602 Repertorio delle partecipazioni alle compere di S. Giorgio sottoscritte da membri della famiglia Doria compresi nel periodo indicato, compilato nei primi decenni del XVII secolo. Reg. di 184 cc., mm. 345x245. Scritture contabili 287 236 1660 «Selva di varie note per giustificazione di nomi e descendenze con titolo, con sua pandetta infine et insieme qualche altra cosa notabile fuori de nomi come nell’infrascritta pandetta». Libro di note su avvenimenti e questioni araldiche; estratti da cartolari; ricostruzioni genealogiche ai fini delle successioni nei fedecommes-si. Tutto della stessa mano tardo secentesca, con rubrica alfabetica molto dettagliata. Reg. di 200 cc., mm. 510x215. 237 1737 «Prima Tariffa di tutte le colonne nel cartulario O.M.» Matricola cronologica dei luogatari delle compere di S. Giorgio iscritti nei cartolari deH’Ufficio della misericordia, con l’indicazione del capitale e del relativo interesse spettante ad ognuno al 13 agosto 1737. Reg. di 28 cc., mm. 420x290. 238 1737 «Tariffa delle colonne spettanti ai Poveri di Cristo e particolari in diversi cartularii». «Seconda tariffa spettante a Poveri di Cristo» (scritto su c.lv). Matricola cronologica dei luogatari a scopo di beneficenza, delle compere di S. Giorgio iscritti nei cartolari delle otto «compagne» con l’indicazione dei capitali, dei relativi interessi e delle destinazioni a specifiche opere di carità per il 1737. Reg. di 32 cc., mm. 420x290. 239 1761 Scritture estratte da diversi cartolari delle colonne di S. Giorgio relative ad alcuni componenti della famiglia Pallavicini. Fase. 1. CARTE DI ALTRI RAMI PALLAVICINI Discendenti di Angelo q.GiovANNi Francesco I, conti Pallavicini Centurione di Bologna I quattro pezzi seguenti, che appartengono ai Pallavicini Centurione di Bologna, cugini di Giovanni Carlo e di Paolo Gerolamo IV, devono probabilmente la loro presenza in quest’archivio alla procura generale che i conti bolognesi avevano dato ai marchesi genovesi o, meno probabilmente, ad un errore compiuto dai loro contabili. Carte d’amministrazione 240 1730- 1821 1. Giovanni Luca III, maresciallo - Procure, ricevute, cappellanie, conferme di privilegi. Testamento. 1730-1773. 2. Giuseppe V - Procure, minute di lettere e relazioni. 1771-1805. 3. Eredi di Giuseppe V - Attestazioni di diritti ereditari; quietanze e prestiti. 1809-1821. Busta di 3 fascc. Scritture contabili GIOVANNI LUCA III q.GIUSEPPE III 241 1739 gennaio 15 - 1746 dicembre 31 «G.L.P. Filza del libro maggiore del anno 1739, 1740, 1741, 1742, 1743, 1744, 1745, 1746». Atti e documenti giustificativi delle uscite di cassa per l’amministrazione patrimoniale e domestica disposte da Giovanni Luca III e dalla sua prima moglie Anna Maria Pallavicini q. Domenico q. Giovanni Stefano. Filza di 425 fascc. Carte di altri rami Pallavicini 290 GIUSEPPE V q.GIOVANNI LUCA III 242 1761 febbraio 28 - 1821 novembre 30 1. Estratti trimestrali del conto personale del maresciallo Gian Luca III. Dall’ottobre 1773 il conto è di Giuseppe V e riguarda la gestione dei beni ereditati dal padre. I Pallavicini di Genova erano loro procuratori. Mancano gli anni 1789 e 1790. 2. Documenti e atti giustificativi di cassa delle entrate provenienti dalla gestione dei beni di proprietà comune del conte Giuseppe V e di Paolo Gerolamo IV, nonché da rendite di investimenti finanziari effettuati congiuntamente. Busta di 211 fascc. 243 1789 - 1805 «Fontanelli 1789 in 1804 spettante al signor conte Giuseppe Pallavicino di Bologna». Partitario dei conduttori della proprietà Scalvini (Fontanella, provincia di Bergamo), ceduta nel 1806 a Paolo Gerolamo IV. Reg. di 54 cc., mm. 355x257. Discendenti di Giovanni Battista q.DAMiANO Desta qualche interrogativo la massiccia quantità di carte presenti in quest’archivio provenienti da Stefano II q. Giovanni Luca V, di ben lontani legami con il nostro ramo Pallavicini, molto più intimo, invece, dei Durazzo come fratello della prima moglie di Giacomo Filippo III, Maria Maddalena. Forse proprio da questa parentela coi marchesi di Gabiano passa la traditio delle carte di Stefano II che è morto senza discendenza diretta: una strada potrebbe essere quella del matrimonio di una figlia di Giacomo Filippo III e di Maria Maddalena, Maria Giovanna Durazzo, che è la prima moglie di Paolo Gerolamo IV Pallavicini; un’altra strada, più lunga, ma più verosimile potrebbe seguire sempre le vicende matrimoniali Durazzo ', ma passando attraverso i Grimaldi. Clelia Durazzo, figlia sempre di Giacomo Filippo III e Maria Maddalena Pallavicini, risulta molto legata allo zio tanto da pagargli il funerale e da essere sua coerede assieme alla vedova Margherita Duri-ni; ella si sposa con Giuseppe Grimaldi q. Pier Francesco e non ha figli, ma ne ha quattro suo cognato Giovanni Battista Grimaldi ai quali perviene anche l’eredità degli zii Giuseppe e Clelia. Questi eredi sono le quattro sorelle Grimaldi di cui solo una ha prole ed è la seconda moglie sempre del nostro Paolo Gerolamo IV Pallavicini al quale giungerebbero, attraverso questo percorso, non solo l’archivio Grimaldi, quello di Giuseppe Maria Durazzo e quello di Sestri Levante, ma anche le carte di Stefano II Pallavicini. Pare di poter escludere altri motivi per spiegare la loro presenza nel nostro archivio, perché non risultano legami significativi di alcun tipo tra Stefano II ed i Pallavicini di entrambi i rami qui presenti: non vi sono debiti, né beni in comune tranne quelli pervenuti nel 1815 alla morte di Carlo II, fratel- lo di Stefano II ed ultimo discendente del ramo. Il fedecommesso di Tomaso Pallavicini q. Gerolamo, di cui era titolare Carlo II, passa a Paolo Gerolamo IV: assieme ad esso sarebbero potute passare anche le 1 Si segnala a questo proposito, che nell’archivio Durazzo, nn. 92-93, vi sono vari documenti relativi a questo ramo e soprattutto a Stefano II ed alla sua eredita: cfr. L’archivio... cit., p. 190. 292 Carte di altri rami Pallavicini carte di Stefano II, ma non si capisce, allora, perché non ve ne sia quasi nessuna dello stesso Carlo II. Nessuna delle ipotesi convince del tutto, né vi è la possibilità di fare piena luce sulla questione. Non si può escludere, tuttavia, che da una totale lettura di queste carte emergano indizi di una plausibile e chiara giustificazione della loro presenza. 244 1688 - 1815 1. Giovanni Battista q.Nicolò - quietanza. 1688. 2. Stefano I q.Giovanni Luca IV - Donazione e testamento (muore senza prole). 1744. 3. Giovanni Luca V q.Carlo I - Questioni per l’eredità paterna, prestito. 1764-1775. Ricevute. 1785. 4. Stefano II - Debiti, iscrizioni ipotecarie, partecipazione a colonne di debito pubblico, vendite. Divisione dell’eredità paterna. Fede di morte. 1775-1807. 5. Giulia q.Giovanni Battista q.Felice Pallavicini - vedova di Giovanni Pietro Annoni di Milano, cessione di credito. 1776. 6. Carlo II - Testamento, fede di morte. 1815. Busta di 6 fascc. 245 1807 - 1825 1. Stefano II - Atti e scritture relative alla successione ereditaria. 1807-1825. 2. Margherita Durini Pallavicini - Vedova di Stefano II: atti e scritture relativi ai suoi crediti dotali. 1809-1812. Busta di 2 fascc. STEFANO II q.GIOVANNI LUCA V 246 1772 marzo 17 - 1786 agosto 30 «Ricevute e conti dal 1772 al 1787 di Stefano Pallavicino Iohannis Lucae». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni patrimoniali. Filza di 238 fascc. Discendenti di Giovanni Battista q.Damiano 293 247 1787 gennaio 15 - 1788 maggio 24 «Ricevute e conti dal 1787 in... di Stefano Pallavicino Iohannis Lucae». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni patrimoniali. Filza di 19 fascc. 248 1788 giugno - 1791 dicembre 31 «Scrittura. Filza di ricevute 1788 in giugno a tutto il 1791. N. 1». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni patrimoniali. Filza di 183 fascc. 249 1792 gennaio 3 - 1795 agosto 21 «Scrittura. Filza di ricevute 1792 in 1795». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni patrimoniali. Filza di 240 fascc. 250 1796 gennaio 2 - 1800 dicembre 18 «Scrittura. Filza di ricevute 1796 in 1800». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni patrimoniali. Filza di 261 fascc. 251 1804 gennaio 5 - 1807 febbraio 18 «Scrittura 1804 in 18...». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dei beni patrimoniali. Spese per la manutenzione del palazzo in Strada nuova in cui viveva col fratello Carlo II. Filza di 213 fascc. 252 1807 marzo 1 - 1816 marzo 29 «Filza di scrittura dell’eredità del q.signor Stefano Pallavicini 1807. 3. aprile». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione dell’asse ereditario di Stefano II (muore il 28 febbraio 1807), da parte 294 Carte di altri rami Pallavicini della vedova Margherita Durini e dei nipoti Clelia e Marcello III Durazzo (figli della sorella Maddalena). Filza di 361 fascc. 253 1788 maggio 16 - 1791 dicembre 24 «Spese di casa. Filza di ricevute 1788 al primo giugno a tutto dicembre 1791». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 178 fascc. 254 1792 gennaio 8 - 1795 dicembre 23 «Spese di casa. Filza di ricevute 1788 in...». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 185 fascc. 255 1796 gennaio 8 - 1806 dicembre 31 «Spese di casa. Filza di ricevute 1796». Documenti e atti giustificativi di cassa delle uscite per la gestione domestica. Filza di 253 fascc. 256 1766 dicembre 17 - 1797 luglio 4 «Ricevute di frutti di capitali a mutuo». Quietanze di pagamento di interessi maturati su diversi mutui contratti da Stefano II. Filza di 40 cc. 257 1780 dicembre 31 - 1788 aprile 23 «Assicurazioni conti e ricevute dal 1780». Quietanze di pagamento per liquidazione di sinistri relativi a polizze assicurative di diversi contraenti con Stefano II. Numerosi rapporti con l’estero. Filza di 249 fascc. Discendenti di Giovanni Battista q.Damiano 295 258 1779 maggio 1 - 1780 ottobre «Rolli ricevute ed altro dell’anno 1779 in 1780». Documenti e atti giustificativi di cassa della gestione amministrativa di Stefano II come governatore di Novi, fortezza di Gavi e Voltaggio. Filza di 86 fascc. 259 1788 giugno 1 - 1794 giugno 30 «Libro di cassa A». Giornale generale delle entrate e uscite di cassa dell’azienda libera e dei beni in fedecommesso. Reg. di 120 cc., mm. 345x260. 260 1794 luglio 1 - 1800 dicembre 31 «Libro di cassa B». Giornale generale delle entrate e uscite di cassa dell’azienda libera e dei beni in fedecommesso. Reg. di 144 cc., mm. 349x250. 261 1804 gennaio 2 - 1807 gennaio 25 «Libro di cassa C». Giornale generale delle entrate e uscite di cassa dell’azienda libera e dei beni in fedecommesso. Reg. di 144 cc., mm. 336x255. Corrispondenza Lettere ricevute da diversi corrispondenti 262. 1777-1783 265. 1789-1792 263. 1784-1785 266. 1793-1796 264. 1786-1788 267 1777 gennaio 20 - 1784 giugno 4 «Registro di lettere di S.P.I.L. dall’anno 1777 in 1784». Registro cronologico delle lettere in partenza. Le prime 13 cc. riportano conti di vari corrispondenti. Reg. di 144 cc., mm. 295x210. Discendenti di Tobia q.FRANCESC0 Tralasciando le poche carte sciolte che si sono riunite all’inizio di quest’insieme e che devono la loro presenza quasi sicuramente alla loro antica ed incauta estrazione dalla posizione originaria, salta subito all’occhio la quantità considerevole dei copialettere di Nicolò Ignazio q.Alessandro q.Michele Camillo e la completezza della loro serie. Dal 1767 al 1802, quasi senza interruzioni, si sviluppa la doppia serie di Italia e di Spagna-Francia-Inghilterra, seguita da quella dei suoi figli ancora minorenni, Alessandro, Rodolfo e Michele Camillo. Contemporaneamente si apre, però, il problema irrisolto di queste carte: perché ci sono? Non si riesce a stabilire con certezza né i modi, né le ragioni dell’ingresso di questa serie nel nostro fondo Pallavicini; non se ne sanno i tempi, anche se sono individuabili con buona approssimazione; non se ne conoscono gli artefici né le sedi in cui è avvenuto. Non ci si spiega, inoltre, perché ci siano tanti copialettere in partenza e nemmeno una lettera in arrivo; perché questi copialettere siano solo di Nicolò Ignazio e dei suoi figli finché son giovani e non anche di altri membri della «casa». Questi sono alcuni dei dubbi che ci sono sorti e che non si è riusciti a chiarire se non con ipotesi ancora in attesa di conferma. Un possibile percorso dei registri potrebbe essere collegato alla morte di Nicolò Ignazio quando i figli erano ancora minorenni in collegio a Parma: in seguito ad essa Paolo Gerolamo IV avrebbe potuto avere la tutela dei lontani nipoti, dato che loro padre non aveva parenti più prossimi o più fidati ed avrebbe così avuto quelle carte per documentarsi su gli affari del defunto; ma si tratta di una pura ipotesi. Un altro percorso potrebbe passare per la trasmissione genealogica in seguito al matrimonio di Alessandro q.Nicolò Ignazio con una cugina di Paolo Gerolamo IV (Teresa Grimaldi figlia di Gerolamo Francesco, fratello di Giovannetta, madre di Paolo Gerolamo IV), ma non si comprende perché avrebbe dovuto lasciare i suoi copialettere ad un cugino solo in ragione di questa parentela. Si può solo sperare che dalla lettura completa dei registri emerga qualche elemento utile a dar risposte valide a queste domande. I registri sono stati ordinati rispettando le distinzioni originarie tra «Copia lettere d’Italia» e «Copia lettere di Spagna, Francia ed Inghilterra», seguendo l’ordine cronologico all’interno delle due serie. Discendenti di Tobia q.Francesco 297 268 1637 - 1813 Discendenti di Tobia q.Francesco: Giovanni Andrea q.Tobia, tasse (1644). Camillo q.Giovanni Andrea q.Tobia, scritture relative all’approvvigionamento di sale ed al suo lascito ereditario (1637-1650). Maria di Negro vedova di Ottavio q.Tobia, codicilli (1664). Maria Gero-lama q.Tobia, fede di vita (1686). Alessandro q.Michele Camillo, iscrizione alla Confraternita della buona morte (1738), scritture contabili (1751-1756). Nicolò Ignazio q.Alessandro, testamento e necrologio (1798). Domenico q.Stefano Ludovico, consigliere municipale (1813). Busta di 7 fascc. NICCOLÒ IGNAZIO q.ALESSANDRO Registri copialettere delle missive in partenza. 269 1767 gennaio 3 - 1769 gennaio 5 «Registro d’Italia». Reg. di 240 cc., mm. 340x260. 270 1770 giugno 23 - 1771 maggio 4 «Copia lettere d’Italia NIP». Reg. di 592 pp., mm. 340x260. 271 1774 giugno 18 - 1775 giugno 10 «Copia lettere d’Italia. Commencé le 18 juin 1774 e fini le 10 juin 1775». Reg. di 574 pp-, mm. 340x260. 272 1775 giugno 17 - 1776 luglio 20 «Copia lettere d’Italia. Commencé le 17 juin e fini le 20 juillet 1776». Reg. di 574 pp-, mm. 340x260. 273 1776 luglio 27 - 1777 agosto 23 «Copia lettere d’Italia a 25 luglio 1776 a 23 agosto 1777». Reg. di 574 pp-, mm. 340x260. 298 Carte di altri rami Pallavicini 274 1777 agosto 30 - 1778 novembre 28 «Copia lettere d’Italia». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 275 1778 dicembre 5 - 1780 aprile 29 «Copia lettere d’Italia». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 276 1781 ottobre 27 - 1783 febbraio 8 «Copia lettere d’Italia. 1781 a 27 ottobre sino a 8 febrajo 1783». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 277 1786 aprile 8 - 1787 novembre 24 «Copia lettere d’Italia. 1786 a 8 aprile sino a 24 novembre 1787». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 278 1787 dicembre 1 - 1789 agosto 15 «Copia lettere d’Italia. 1787 a primo dicembre sino a 15 agosto 1789». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 279 1789 agosto 22 - 1791 aprile 16 «Copia lettere d’Italia. 1789 a 22 agosto sino a...». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 280 1791 aprile 23 - 1793 febbraio 23 «Copia lettere d’Italia. 1791 a 23 aprile sino a 23 febraro 1793». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 281 1793 marzo 2 - 1794 novembre 21 «Copia lettere d’Italia. 1793 a 2 marzo sino a 21 novembre 1794». Reg. di 572 pp., mm. 340x260. Discendenti di Tobia q.Francesco 299 282 1794 novembre 22 - 1796 settembre 3 «Copia lettere d’Italia. 1794 a 22 novembre sino a 3 settembre 1796». Reg. di 574 pp., mm. 340x260. 283 1796 settembre 10 - 1798 marzo 17 «Copia lettere d’Italia... a 10 settembre sino a 17 marzo 1798». Reg. di 566 pp., mm. 340x260. 284 1772 agosto 3 - 1774 febbraio 14 «Copia lettere di Francia e Spagna. NIP. 1772 li 3 agosto sino a li 14 febraro 1774». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 285 1774 febbraio 19 - 1775 agosto 7 «Copia lettere di Francia e Spagna. Commencé le 19 fevrié 1774 et fini le 7 aout 1775». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 286 1781 settembre 3 - 1783 agosto 11 «Copia lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1781 a 3 settembre sino all agosto 1783». Reg. di 384 pp., mm. 340x260. 287 1783 agosto 18 - 1786 gennaio 16 «Copia lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1783 a 18 agosto sino a 16 gennaro 1786». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 288 1786 gennaio 23 - 1787 ottobre 29 «Copia lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1786 a 23 gennaro sino a 29 ottobre 1787». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 300 Carte di altri rami Pallavicini 289 1787 novembre 5 - 1789 agosto 17 «Copia Lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1787 a 5 novembre sino a...». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 290 1789 agosto 24 - 1791 maggio 16 «Copia Lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1789 a 24 agosto sino a...». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 291 1791 maggio 16 - 1793 gennaio 14 «Copia Lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1791 a 16 maggio sino a...». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 292 1795 gennaio 5 - 1797 maggio 29 «Copia Lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1795 a 5 gennaro sino a...». Reg. di 382 pp., mm. 340x260. 293 1797 giugno 1 - 1802 febbraio 22 «Copia Lettere di Spagna Francia ed Inghilterra. 1797 a primo giugno sino a 22 febraro 1802». Dal 7 dicembre 1798 compilato dai figli Alessandro, Rodolfo e Michele Camillo. Reg. di 574 pp., mm. 340x260. ALESSANDRO, RODOLFO E MICHELE CAMILLO q.NICCOLÒ IGNAZIO Registri copialettere delle missive in partenza 294 1800 marzo 1 - 1802 novembre 13 «Copia lettere d’Italia. 1800 1 marzo sino a 13 novembre 1802». Reg. di 566 pp., mm. 340x260. Discendenti di Tobia q.Francesco 301 295 1802 novembre 20 - 1806 giugno 21 «Copia lettere d’Italia. 1802 20 novembre sino a 21 giugno 1806». Reg. di 572 pp., mm. 340x260. 296 1802 marzo 1 - 1805 agosto 19 «Copia Lettere di Francia Spagna ed Inghilterra. 1802 a 1 marzo sino a 19 agosto 1805». Reg. di 575 pp., mm. 340x260. 297 1805 agosto 24 - 1826 aprile 1 «Copia Lettere di Francia Spagna ed Inghilterra e Vienna e Italia. 1805 a 24 agosto». Reg. di 375 pp., mm. 340x260. TAVOLE GENEALOGICHE E SCHEDE BIOGRAFICHE Tavole genealogiche schematiche Tavola 1 - Primogeniti Pallavicini discendenti da Francesco q.Tobia Tavola 2 - Pallavicini: discendenti di Damiano q.Francesco Tavola 3 - Pallavicini: discendenti di Gerolamo q.Damiano q.Francesco Tavola 4 - Pallavicini: discendenti di Giovanni Battista q.Damiano q.Francesco Tavola 5 - Pallavicini: discendenti di Giovanni Luca I q.Gerolamo Tavola 6 - Balbi-Pallavicini Tavola 7 - Spinola Grimaldi Cebà: Maria Aurelia moglie di Giovanni Francesco II Tavola 8 - Fieschi-Doria-Pallavicini: Placidia Fieschi moglie di Giuseppe II Tavola 9 - Imperiale Lercari: Caterina moglie di Paolo Gerolamo III Tavola 10 - Centurione: Geronima moglie di Domenico q.Paolo Gerolamo III Tavola 11 - Battina Spinola q.Niccolò Tavola 12 - Grimaldi, discendenti di Francesco Maria q.Ranieri q.Tomaso Tavola 13 - Grimaldi, discendenti di Alessandro q.Pier Francesco, ramo dogale e Granada Tavola 14 - Pallavicini-Durazzo-Grimaldi Tavola 1 - Primogeniti Pallavicini discendenti da Francesco q.Tobia ALESSANDRO (1622) MICHELE CAMILLO (1667) ALESSANDRO (1676-1762) NICCOLÒ (1154) I GIOVANNI (1200) I OGERIO (1268-1324) DAMIANO t!352 I MELIADUCE (1390) DAMIANO (1454) TOBIA (1470) FRANCESCO (1525) DAMIANO fl573 (v. tav. 2) TOBIA GIOVANNI ANDREA (1594) GEROLAMO |1605 GIOVANNI FRANCESCO I fl628 PAOLO GEROLAMO I fl682 GIOVANNI FRANCESCO II fl698 GIOVANNI CARLO f!794 STEFANO LODOVICO tl813 PAOLO GEROLAMO II fi746 DOMENICO tl839 STEFANO LODOVICO fl878 PAOLO GEROLAMO IV fl833 DOMENICO tl928 STEFANO LODOVICO fl974 DOMENICO IGNAZIO ALESSANDRO fl871 I TERESA f 1914 -1 AGOSTINO I FRANCESCO I FILIPPO I AGOSTINO FILIPPO s.p. linea estinta nel 1725 GIACOMO FILIPPO DURAZZO PALLAVICINI f!921 ψ Tavola 2 - Pallavicini: discendenti di Damiano q.Francesco DAMIANO 1 I GIO. BATTISTA DOMENICO (tav. 4) I I 1 I GEROLAMO LUCA FRANCESCO TOMASO MARIA (tav. 3) DAMIANO FRANCESCO GIO. DOMENICO ALESSANDRO NICOLÒ VINCENZO s.p. GIULIO TOMASO GIULIO TOMASO s.p. ANTONIO Tavola 3 - Pallavicini: discendenti di Gerolamo q.Damiano q.Francesco GEROLAMO q.DAMIANO GIO. FRANCESCO I MARIA I TOMASO I-1- PAOLO GEROLAMO I GIO. BATTISTA FRANCESCA GIUSEPPE I MARIA GERONIMA o GIOVANNA GIO. FRANCESCO II OPIZIO PIETRO ANTONIO MARIA GIOVANNA FRANCESCA MADDALENA LAZZARO VITTORIA GINEVRA GIOVANNA PAOLO GEROLAMO II LIVIA FRANCESCA -1 GIO. FRANCESCO III LAZZARO OPIZIO BRUNO MARIA GIOVANNI CARLO -1 PAOLO GEROLAMO IV RANIERI (alias DOMENICO) GIO. FRANCESCO IV GIUSEPPE GIACOMO FILIPPO IGNAZIO ALESSANDRO I I I MARIA MADDALENA TERESA PAOLO GEROLAMO VI GIO. LUCA I BENEDETTO | I I I MARIA COSTANZA LUCA PIETRO ANTONIO ANGELO GEROLAMO GIUSEPPE II GIUSEPPE III GIUSEPPE IV DOMENICO PLACIDIA FAUSTINA GIO. LUCA III PAOLO GEROLAMO V GIUSEPPE V DOMENICO GIUSEPPE VI PIETRO ERCOLE DOMENICO ANTONIO Tavola 4 - Pallavicini: discendenti di Giovanni Battista q.Damiano q.Francesco DAMIANO I i-1-1- GEROLAMO LUCA TOMASO MARIA GIOVANNI BATTISTA Vittoria Grimaldi q.Luca T I FRANCESCO DOMENICO AGOSTINO i- LUCA Benedetta Grimaldi q.Agostino FILIPPO Pellina ? NICCOLÒ CAMILLO GIULIO Felicina Balbi q.Pantaleo OTTAVIO VITTORIA in Gerolamo Pallavicini q.Giovanni Luca I OTTAVIO altri GIOVANNI LUCA IV Giovanna Lomellini q.Stefano STEFANO I s.p. —i- CARLO I Maddalena Spinola GIOVANNI LUCA V Giovanna Spinola GIOVANNA MADDALENA suora FILIPPO gesuita MARIA MADDALENA in Giacomo Filippo III Durazzo CARLO II s.p. STEFANO II Margherita Durini q.Giacomo, s.p. linea estinta nel 1814 Tavola 5 - Pallavicini: discendenti di Giovanni Luca I q.Gerolamo I-- GIOVANNI FRANCESCO I i- TOBIA in Anna Ramirez de Guevara - GIOVANNI -1- FRANCESCO prete f!646 - LUIGI FRANCESCA in Giacomo M. Spinola q.Giovanni Luca DAMIANO GEROLAMO GIOVANNI LUCA I in Francisca de Rojas, a Toledo GIO. GEROLAMO in Vittoria Pallavicini q.Giulio, già 11649 - GIOVANNI LUCA MARIA in Gio. Benedetto Spinola VITTORIA suora *— VITTORIA - CARLO prete in Toledo - GIORGIO - GIOVANNI FRANCESCO FRANCESCA in Ansaldo Pallavicini q.Agostino - PAOLA -TERESA — LUISA in Vicente Blanes a Valencia Tavola 6 - Balbi-Pallavicini BALBI PALLAVICINI — LIVIA — sposa — GIO. FRANCESCO I-GEROLAMO — — PANTALEO - NICCOLÒ — FELICINA — sposa -- GIULIO-ζ-GIO. BATTISTA —' GIO. AGOSTINO — GIO. FRANCESCO - — STEFANO !— GIO. BATTISTA DAMIANO Tavola 7 - Spinola Grimaldi Cebà: Maria Aurelia moglie di Giovanni Francesco II Domenico GRIMALDI CEBÀ in Chiara Calvi Peretta in Domenico SPINOLA Lazzaro doge, s.p. Benedetto GENTILE Paolo Agostino SPINOLA GRIMALDI CEBÀ in Ginevra Grillo q.Agabito Cosmo Ambrogio Pietro M. T Ί Marcantonio Tomaso LAZZARO I - M. Faustina SPINOLA...... sposa —■ q.Leonardo Γ T // - M. Aurelia Dionisio Γ Giacomo M. 11616 T Ί M. Paola M. Giovanna M. Ginevra Francesca M. Aurelia SPINOLA GRIMALDI CEBÀ in Giovanni Francesco II PALLAVICINI Tavola 8 - Fieschi-Doria-Pallavicini: Placidia Fieschi moglie di Giuseppe II Filippo DORIA Bartolomeo DORIA Bianchinetta........ sposa ........Giovanni Battista Filippo DORIA Bartolomeo Placidia sposa Filippo Giulio FIESCHI Pietro Luca Bartolomeo Giovanni Antonio sposa Niccolò Giovanni Battista Maria Aurelia Γ Placidia in Giuseppe II PALLAVICINI Paolo Gerolamo III PALLAVICINI Pietro Luca Tavola 9 - Imperiale Lercari: Caterina moglie di Paolo Gerolamo III David IMPERIALE Franco LERCARI -1 Giovanni Carlo IMPERIALE LERCARI Adamo CENTURIONE Francesco Leonardo Ansaldo -----sposa----- Caterina Domenico Cristoforo Giovanni Carlo Domenico sposa Geronima Pinelli q.Agostino Giovanni Carlo Giovanna suora -1 Caterina sposa Paolo Gerolamo III PALLAVICINI I Placidia in Gio. Battista Centurione I Domenico sposa Geronima Centurione Giuseppe IV Paolo Gerolamo V Tavola 10 - Centurione: Geronima moglie di Domenico q.Paolo Gerolamo III CENTURIONE Giovanni Battista sp. Geronima di Negro Lorenzo sp. Maria Serra Giovanni Tomaso................... sposa Ambrogio IMPERIALE sp. Marzia CENTURIONE Maria Francesca Maria in Giorgio SPINOLA q.Luciano Geronima in Domenico PALLAVICINI q.Paolo Gerolamo III Tavola 11 - Battina Spinola q.Niccolò Francesco SPINOLA Niccolò sp. Giovanna ? Battina Carlo SPINOLA sposa Luciano (t 1713) I Niccolò gesuita i- Gio. Battista somasco --1- Gio. Vittoria suora I Carlo Silvia GRIMALDI q.Gio. Giacomo M. Felice suora 1 Giorgio Maria Centurione q.Gio. Tomaso Tavola 12 - Grimaldi, discendenti di Francesco Maria q.Ranieri q.Tomaso Tomaso GRIMALDI Ranieri Paolo Gerolamo I PALLAVICINI Giovanni Francesco II Francesco Maria.........sposa.........Giovanna I Paolo Gerolamo GRIMALDI Ranieri GRIMALDI Γ 1 Maria Giovanna sposa Giovanni Carlo PALLAVICINI I Paolo Gerolamo IV Ranieri Gerolamo Francesco Maria sposa Laura Spinola Teresa —I Anna sposa Lanfranco Grimaldi Cebà sposa Alessandro PALLA VICINO q.Niccolò Ignazio Ignazio Alessandro sposa Eugenia Raggi Teresa sposa Marcello IV DURAZZO i- Niccolò Ignazio -1—; Francesco Camillo sposa Luisa Sauli Giuseppe Camillo Teresa sposa Lazzaro NEGROTTO CAMBIASO Giacomo Filippo DURAZZO PALLAVICINI Pier Francesco NEGROTTO CAMBIASO sposa _ sposa " ' II Matilde GIÌJSTINIANI Tavola 13 - Grimaldi, discendenti di Alessandro q.Pier Francesco, ramo dogale e Granada Sidi Yahja Al-Nayar (cugino di Boabdil) poi PEDRO I DE GRANADA sposa Maria Venegas Alonso de Granada Venegas Pedro II de Granada Venegas sposa Maria Rengifo, signora di Campotejar Caterina de Granada Venegas, signora di Campotejar sposa Stefano LOMELLINI Pietro Lomellini sposa Silvia Imperiale q.Davide Aurelia Lomellini sposa Pier Francesco GRIMALDI q.Alessandro q.Gio. Battista Alessandro - doge I Γ 1 Camilla Pier Francesco Giovanni Giacomo I I Giovanni Battista - doge Alessandro Pier Francesco - doge Giovanni Giacomo - doge sposa Clelia Durazzo q.Giuseppe i ; ' | Giovanni Battista Giuseppe sposa sposa Lilla Grimaldi Oliva Clelia Durazzo q.Giacomo Filippo III 1 ^ I I I Maria (Marina) Teresa Maddalena (Manin) Angela sposa sposa sposa sposa Cesare GENTILE Giovanni Carlo SERRA Paolo Gerolamo IV PALLAVICINI Ferdinando LAND! s.p. s.p. Ignazio Alessandro PALLAVICINI Tavola 14 - Pallavicini-Durazzo-Grimaldi Giovanni Battista GRIMALDI Alessandro Pier Francesco Daniiano PALU Giovanni Battista GRIMALDI Tobia PALLAVICINI Alessandro Agostino DURAZZO Giacomo Filippo I Marcello I Gerolamo f I Luca Giulio Giovanni Francesco I I Giovanni Luca I Γ-"- FÌ1ÌPP° VÌtt°LrÌ:________A„;,0 Paolo Gerolamo. GiovanniGero.amo Tobia Pier Francesco Giuseppe M. Giacomo Filippo II Giovanni Luca IV Giovanni Battista Giulia / / / / / / Pier Francesco / Maddalena Giovanni Uni Giovanni Francesco II Giuseppe II Marcello II 1 k Francesco Tomaso Ranieri Francesco Maria I Giovanni Andrea Alessandro Carlo! Stefano I Giuseppe Hi Paolo Gerolamo II Giovanna Paolo Gerolamo III Ranieri Michele Camillo Alessandro Γ i-r Giacomo Filippo III Giovanni Luca V \ \ \ \ “1 \ r- Ί Γ Ί Γ Giovanni Luca III Giovanni Carlo Giovanni Francesco III Giuseppe IV Domenico M. Giovanna Francesco M. Nicolò Ignazio Giovanni Battista Giuseppe Clelia Marcello III Maria Giovanna \ Maddalena Stefano II Carlo II Giuseppe V Paolo Gerolamo IV Ranieri I------------------------J I Γ Paolo Gerolamo V sposa in I nozze i-1-1 ' Marina Teresa Angela Maddalena I Giacomo Filippo IV I___l sposa in II nozze Ignazio Alessandro Teresa-----Alessandro Francesco Camillo Marcello IV. t--------- I < I Giacomo Filippo DURAZZO PALLAVICINI I I I I I_________ r _ Teresa I Paolo Gerolamo VI „sposa e — —---— _ Matilde GIUSTINIANI q.Alessandro. Teresa in Lazzaro NEGROTTO CAMBIASO Pier Francesco NEGROTTO CAMBIASO I I I I . sposa in II nozze------1 Schede biografiche di alcuni personaggi Si notano qui di seguito alcuni cenni biografici dei personaggi che più frequentemente, o con maggior spicco, compaiono nelle carte di questi archivi e nel nostro inventario. Si è voluto fornire un mero strumento di sussidio pratico alla ricerca, indicando qualche dato nella vasta e lunga storia della famiglia Pallavicini, senza proporci di essere esaustivi. Tutte le notizie che si riportano sono state ricavate dalla documentazione conservata in questo fondo. Si è omessa la ripetitiva indicazione del cognome Pallavicini. Sono scritti in maiuscolo i nomi dei personaggi di cui è stata compilata la scheda. Angelo - f. di Giovanni Francesco I e Livia Balbi q.Pantaleo, quarto-genito. N. 1607 circa. Sp. Anna Maria Raggi q.Giovanni Antonio (f agosto 1648). Titolo di «conte». Test. 12 maggio 1698 in notaio Alberto Marcenaro. f 25 maggio 1698. Barnaba Spinola Pallavicini - f. di Felice Spinola Pallavicini q.Gerolamo e Livia q.Giovanni Francesco II. Test. 7 maggio 1754 in cui lascia unico erede il cugino Giovanni Carlo, f 22 febbraio 1772. Benedetto - f. di Gerolamo q.Damiano e Maria Ricci q.Pietro Paolo. Sp. Battina Arnaldi q.Giovanni Battista, s.p. Vive in Finalborgo. Test. 18 ottobre 1615 e 15 febbraio 1633, erede universale la moglie, f 3 gennaio 1634 in Finalborgo. Carlo I - f. di Giovanni Luca IV e Giovanna Lomellini. Discendente da Giovanni Battista q.Damiano. Sp. Maddalena Spinola q.Francesco. Già t nel 1744. Damiano - f. di Francesco q.Tobia e Violantina Grimaldi q.Giovanni Battista q.Luca. Sp. Nicoletta Gentile q.Ambrogio. Test. 5 novembre 1553 in notaio Baldassarre Imperiale Garbarino. Già | nel 1573. Schede biografiche 323 Damiano - f. di Domenico q.Damiano. Console della Repubblica in Napoli dal 1591 al 1598. Risiede sempre in Napoli fino al 1630 quando è nominato gentiluomo residente in Palermo. Domenico - f. di Paolo Gerolamo III e di Caterina Imperiale Lercari q.Domenico q.Ansaldo, secondogenito. N. 28 maggio 1715. Sp. prima Maria Geronima Centurione (f agosto 1783) e poi Maria Gabriella Negroni Spinola (f 29 maggio 1785). Inviato straordinario della Repubblica in Spagna dal 1747 al 1749. In ragione del primo matrimonio diviene marchese di Mombaruzzo. Test. 28 aprile 1787, essendo premorti sia il figlio che il nipote, lascia erede dei beni liberi il cugino Giovanni Carlo e della primogenitura coi fedecommessi relativi il figlio di questi Ranieri. Con la sua morte si estingue la Casa Pallavicini discendente da Giuseppe II, residente in via Lomellini. f 26 dicembre 1788. Felice I - f. di Stefano q.Simone e di Maddalena Grimaldi q.Giovanni Battista q.Gerolamo. N. 1586. Del ramo discendente da Agostino q.Pietro. Primo marito di Paola Maria Centurione q.Barnaba da cui traggono origine gli Spinola Pallavicini. Test. 3 dicembre 1615, con erede universale il «ventre pregnante» della moglie da cui nascerà Felice II. Felice II - f. di Felice I e di Paola Maria Centurione q.Barnaba. N. 1616. Nel 1647 acquista da Giovanni Andrea Doria il feudo di Cabella e Cremonte. Sp. la cugina Maria Pallavicini q.Agostino q.Stefano, s.p. Test. 18 agosto 1654, con erede universale il fratellastro Gerolamo Spinola Pallavicini. Felice Spinola Pallavicini - f. di Gerolamo Spinola Pallavicini q.Tobia Spinola e Giovanna Centurione q.Barnaba. N. 1662 circa. Sp. il 16 febbraio 1694 Livia q.GiovANNi Francesco II. Eredita dal padre i feudi di Cabella e Cremonte e dalla madre quelli di Morbello, Montal-do, Fontanarossa e Morsasco. f 14 luglio 1736. Maria Francesca - f. di Paolo Gerolamo I e di Maria Maddalena Spinola q.Opizio. Sp. il 6 febbraio 1663 Giovanni Luca Durazzo q.Gerolamo che muore il 29 luglio 1679. f luglio 1688. Francesco - f. di Tobia e Maria Saivago q.Aleramo. Sp. Violantina Grimaldi q.Giovanni Battista q.Luca. Già f nel 1534. Gerolamo - f. di Damiano e di Nicoletta Gentile q.Ambrogio. Sp. Maria Ricci q.Pietro Paolo (f 1612). Nel 1562 acquista la villa di Rivarolo. Test. 24 dicembre 1571 in notaio Giovanni Andrea Monaco; muore probabilmente lo stesso giorno. 324 Schede biografiche Gerolamo Spinola Pallavicini - f. di Tobia Spinola q.Gerolamo e di Paola Maria Centurione q.Barnaba, in seconde nozze. Erede universale del fratellastro Felice II. Sp. Giovanna Centurione q.Barnaba (t 1712) che porta in dote i feudi di Morsasco, Montaldo, Fontanarossa e Mor-bello. Test. 31 maggio 1697. Maria Giovanna - f. di Giovanni Francesco II e Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà. N. 4 febbraio 1679. Sp. il 12 febbraio 1700 Francesco Maria Grimaldi q.Ranieri, rinuncia all’eredità paterna in favore dei fratelli il 9 febbraio 1700. f 3 febbraio 1749. Giovanni Carlo - f. di Paolo Gerolamo II e Giovanna Serra q. Luciano, terzogenito. N. 5 ottobre 1722. Nel 1753 è nominato erede dei beni Spinola Pallavicini. Il 28 settembre 1755 il fratello maggiore Giovanni Francesco III gli cede la primogenitura. Sp. il 28 gennaio 1756 Maria Giovanna (Giovannetta) Grimaldi q.Ranieri (t 27 ottobre 1757) che reca in dote il feudo aleramico di Rezzo. Dal 5 dicembre 1785 doge della Repubblica. Erede dei beni liberi del cugino Domenico q.Paolo Gerolamo III del ramo di via Lomellini. f senza testamento il 25 aprile 1794. Giovanni Francesco - f. di Gerolamo, f. naturale di Giovanni Francesco I. Risiede a Palermo ed è corrispondente del cugino Giovanni Francesco II dal 1666 al 1681. Giovanni Francesco I - f. di Gerolamo e Maria Ricci q.Pietro Paolo. N. 12 settembre 1567, in Rivarolo. Risiede a Milano dal 1592 al 1594. Sp. nel febbraio 1600 Livia Balbi q.Pantaleo (f 4 febbraio 1656). Acquista il palazzo di via Luccoli da Francesco Maria e Felice Spinola. Senatore nel 1614. Nel 1618 acquista il feudo di Frignano piccolo. Test. 3 ottobre 1625 in notaio Giovanni Andrea Celesia. f 29 giugno 1627. Giovanni Francesco II - f. di Paolo Gerolamo I e Maria Maddalena Spinola q.Opizio, primogenito. Battezzato il 28 aprile 1631. Sp. il 28 novembre 1668 Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà q.Lazzaro (f 14 gennaio 1730). Dal 1671 è procuratore del padre e dello zio Angelo per gli affari di Sicilia. Nel 1683-84 è a Savona come «Commissario generale delle armi della Riviera di ponente per la Serenissima Repubblica». t 21 ottobre 1698. Giovanni Francesco III - f. di Paolo Gerolamo II e Giovanna Serra q.Luciano, primogenito. Battezzato il 10 aprile 1710. Non si sposa. Dal 1744 al 1748 inviato straordinario e poi ministro della Repubblica presso il re di Francia. Inviato straordinario a Francoforte, Augu- Schede biografiche 325 sta, Monaco tra il 1743 e il 1745. Ministro plenipotenziario a L’Aia nel 1745-46. Il 28 settembre 1755 cede la primogenitura al fratello Giovanni Carlo che si sposa. Dal 1750 al 1760 vive assieme al fratel- lo cardinale Lazzaro Opizio nunzio in Parigi e Napoli, f 6 marzo 1792. Giovanni Luca I - f. di Gerolamo e Maria Ricci q.Pietro Paolo. Batti-lana lo dice sposato con Francesca Sivori q.Gerolamo, ma non si sono trovate tracce di questo matrimonio, mentre è documentato quello avvenuto in Toledo con Francisca de Roxas (f 11 marzo 1648) che è la madre di tutti i suoi figli. Risiede stabilmente in Spagna tra Valladolid (1606), Toledo, Siviglia e Madrid (già nel 1607 e poi ininterrottamente dal 1624 al 1642). Fu uno dei factores reales della Tesoreria spagnola, f 15 luglio 1644. Giovanni Luca II - f. di Angelo e di Anna Maria Raggi q.Giovanni Antonio. N. 1633. Sp. Faustina di Negro q.Quilico. È in Sicilia nel 1663. t 11 aprile 1679, in Genova, premorendo al padre. Giovanni Luca III - f. di Giuseppe III e Livia Centurione q.Ottavio. N. 23 settembre 1697. Eredita dalla madre e dalla nonna materna Veronica Fieschi, moglie di Ottavio Centurione. Sp. prima Anna Maria Pallavicini q.Domenico q.Giovanni Stefano (| ante 1756), poi Caterina Fava nel 1756 (f 1786). Uomo politico di primaria grandezza europea, legato alla corte di Vienna. Ministro plenipotenziario austriaco, governatore del ducato di Milano nel 1746-1753, maresciallo di Maria Teresa. La famiglia deve fuggire da Genova durante i moti del 1746 e si stabilisce in Bologna dove continuerà a risiedere dando origine al ramo «bolognese» dei Pallavicini, che uniscono il cognome Centurione ed hanno il titolo di conte. Test. 5 agosto 1773. f 27 settembre 1773, in Bologna. Giovanni Luca IV - f. di Filippo q.Luca e Pellina. Sp. Giovanna Lomellini q.Stefano il 30 gennaio 1674. Giovanni Luca V - f. di Carlo I e Maddalena Spinola q.Francesco. Sp. Giovanna Spinola q.Carlo q.Stefano. Test. 25 gennaio 1785. t giugno 1788. Giuseppe II - f. di Paolo Gerolamo I e di Maria Maddalena Spinola q.Opizio, quartogenito. N. forse nel 1635. Console a Palermo dal 1670 al 1672. Sp. nel 1672 Placidia Fieschi q.Filippo (test. 27 maggio 1676). Dà origine al ramo qui denominato «cadetto». Test. 12 aprile 1695 in notaio Alberto Marcenaro. f 8 agosto 1695. 326 Schede biografiche Giuseppe III - f. di Giovanni Luca II e Faustina di Negro q.Quilico. N. nel 1672. Sp. Livia Centurione q.Ottavio (t 20 aprile 1758). f nel 1726. Giuseppe IV - f. di Paolo Gerolamo III e Caterina Imperiale Lercari q.Domenico q.Ansaldo, primogenito. N. 13 maggio 1713, battezzato il 17 giugno 1713. Non si sposa. Test. 29 agosto 1777 in notaio Francesco Rolandelli. | 5 agosto 1781. Giuseppe V - f. di Giovanni Luca III e Caterina Fava, unico figlio. N. il 25 gennaio 1756 in Bologna. Sp. il 3 aprile 1777 Carlotta Fibbia q.Giovanni Carlo. | 1 marzo 1818. Ignazio Alessandro - f. di Paolo Gerolamo IV e Maria Maddalena (Manin) Grimaldi q.Giovanni Battista. N. il 5 aprile 1800 a Milano. Al collegio militare de La Fleche dal 6 aprile 1811 al 31 marzo 1812. Sp. il 27 aprile 1824 Eugenia Raggi q.Giovanni Antonio (η. 1 ottobre 1805 - t 7 dicembre 1870). Senatore del regno, f 16 settembre 1871. Lazzaro - f. di Giovanni Francesco II e Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà. N. 13 giugno 1684. Prete, abate nel 1706, nunzio a Firenze 1721. Arcivescovo di Tebe, t 28 giugno 1744, in Roma. Lazzaro Opizio - f. di Paolo Gerolamo II e Giovanna Serra q.Luciano, secondogenito. Battezzato 30 ottobre 1719. Studia al dementino di Roma. Prete. Nel 1746 è a Parigi col fratello Giovanni Francesco III. Vescovo di Naupaco nel 1754. Nunzio a Napoli nel 1754, a Madrid nel 1760. Cardinale nel 1766 del titolo di S. Nereo e Achilleo, dal 1778 di S. Pietro in vincoli. Segretario di Stato del papa nel 1769· Test, e t 23 febbraio 1785. Livia - f. di Giovanni Francesco II e Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà. Sp. il 16 febbraio 1694 Felice Spinola q.Gerolamo. Test. 20 agosto 1741, in notaio Francesco Saverio Porcile. | 20 febbraio 1751. Luca - f. di Giovanni Francesco I e Livia Balbi q.Pantaleo. Gesuita, t 16 gennaio 1664. Nicolò - f. di Carlo q.Nicolò e Salvagina Centurione q.Giorgio. Sp. Maria Serra q.Antonio, s.p. Nipote del cardinale Lazzaro Pallavicini. Nomina erede lo zio cardinale ed il lontano cugino Agostino, f 13 agosto 1679. Opizio - f. di Paolo Gerolamo I e Maria Maddalena Spinola q.Opizio, secondogenito. N. 13 ottobre 1632. Prete. Vescovo del titolo di Efeso nel 1668, nunzio a Firenze dal 1668, a Colonia dal 1672, in Polonia dal Schede biografiche 327 1780. Cardinale del titolo di S. Martino ad montes nel 1786, vescovo di Spoleto dal 1789, di Osimo dal 1691. f 11 febbraio 1700, in Roma. Paolo Gerolamo I - f. di Giovanni Francesco I e Livia Balbi q.Panta-leo. N. 9 febbraio 1602. Sp. Maria Maddalena Spinola q.Opizio (test. 23 settembre 1657, f 4 ottobre 1663). Il 2 novembre 1630 investito del titolo di marchese del S.R.I. Acquista nel 1648 le isole Egadi assieme al fratello Angelo. In Sicilia dal 1646 al 1656. Console della Repubblica a Palermo 1650-1654. Senatore nel 1664-65 e 1776-78. Testamenti diversi: 30 agosto 1627 a Madrid, 26 febbraio 1675, 17 gennaio 1682 a Genova, f 30 gennaio 1682. Paolo Gerolamo II - f. di Giovanni Francesco II e Maria Aurelia Spinola Grimaldi Cebà. N. 18 agosto 1677. A Palermo nel 1702. Inviato straordinario della Repubblica a Londra nel 1703. Sp. Giovanna Serra q.Luciano (f 1727) il 28 aprile 1709. Test. 8 marzo 1744 in notaio Gulio Saettone. f 9 dicembre 1746. Paolo Gerolamo III - f. di Giuseppe II e Placidia Fieschi q.Filippo. Sp. il 17 gennaio 1705 Caterina Imperiale Lercari q.Domenico q.Ansaldo (t 15 settembre 1751) marchesa di Mombaruzzo e di Casalotto. Risiede nel palazzo di via Lomellini di proprietà della moglie, f 24 aprile 1736. Paolo Gerolamo IV - f. di Giovanni Carlo e Maria Giovanna Grimaldi q.Ranieri, primogenito. N. 20 novembre 1756. Studia al Collegio dei nobili di Milano. Sp., prima, il 23 febbraio 1784 Maria Giovanna (Giovannetta) Durazzo f. di Giacomo Filippo III (| 11 aprile 1794), e poi il 29 aprile 1795 Maria Maddalena (Manin) Grimaldi q.Giovanni Battista (f 14 gennaio 1840). Procuratore generale del cugino bolognese Giuseppe IV dal 15 maggio 1794. Resta esule dalla Repubblica per ragioni politiche dal 1797 al 1806, vivendo prevalentemente a Firenze e Milano. Gentiluomo di camera del re di Sardegna Vittorio Emanuele I. f 18 febbraio 1833. Paolo Gerolamo V - f. di Domenico e Maria Geronima Centurione. N. 5 dicembre 1740. Sp. il 3 febbraio 1768 Placidia Cattaneo q.Nicolò (f 13 maggio 1813) con la quale ha tre figli morti tutti infanti. Eredita dalla madre e dalla zia Maria Centurione Spinola (f 20 aprile 1783), vedova di Giorgio Spinola. Uomo di cultura, arcade col nome di Paimiro Cidonio. Test. 7 giugno 1785 con erede universale la moglie, f 8 giugno 1785, in Lucca. Il padre Domenico revoca il testamento. Pietro Antonio poi Pietro Maria - f. di Giovanni Francesco I e Livia Balbi q.Pantaleo, quintogenito. Carmelitano scalzo col nome di 328 Schede biografiche Pietro Maria della Croce. Vestizione 1 giugno 1631- Professione di fede e test. 25 maggio 1632. f aprile 1665, in Palermo. Pietro Antonio - f. di Paolo Gerolamo I e Maria Maddalena Spinola q.Opizio, terzogenito. N. forse nel 1634. Gesuita. Rinuncia ai beni il 21 aprile 1666. Pietro Maria - f. di Giovanni Francesco I e Livia Balbi q.Pantaleo, terzogenito. Non si sposa. A Roma nel 1636. Dal 1649 è procuratore del fratello Luca gesuita. Tra il 1665 e il 1675 è a Milano, t attorno al 10 marzo 1692. Ranieri - f. di Giovanni Carlo e Giovannetta Grimaldi q.Ranieri, secondogenito. Battezzato 20 ottobre 1757. Non si sposa. Descritto sempre come malaticcio. Nel 1788 eredita la primogenitura e i fede-commessi dal cugino Domenico. Nel 1797 segue il fratello Paolo Gerolamo IV nell’esilio e si ferma a Pisa, t 24 gennaio 1798, in Pisa. Stefano I - f. di Giovanni Luca IV e Giovanna Lomellini q.Stefano. Non si sposa. Test. 1 maggio 1744, erede universale il nipote Giovanni Luca V. | 4 gennaio 1745. Stefano II - f. di Giovanni Luca V e Giovanna Spinola q.Carlo q.Stefano. N. nel 1753. Sp. Margherita Durini q.Giacomo di Milano, s.p. Lascia eredi i figli della sorella Maddalena moglie di Giacomo Filippo III Durazzo. f 28 febbraio 1807. Tomaso - f. di Damiano e Nicoletta Gentile q.Ambrogio. Sp. Geronima Doria q.Nicolò q.Giovanni Giacomo. Incaricato d’affari per la Repubblica a Roma nel 1578-80. Test. 13 maggio 1617, con fedecommesso sul palazzo di Sampierdarena. INDICE DEI CORRISPONDENTI Archivio del ramo primogenito Archivio generale Abbiati Amelio (Cabella, 1771-1777); Abbondanza, magistrato della (Genova, 1663, 1665-1679-1680); Accoramboni Giuseppe, cardinale (Roma, 1744); Ac-cugna (d’) Francesco, (Genova, Roma, 1605-1606, 1618); Achinger Giovanni (Aia, 1690); Achthoven (van) Hector (Messina, 1649, 1652); Acibatore Antonio (Napoli, 1673, 1676); Acqua, magistrato della (Genova, 1780); Acquarone Domenico (Civitavecchia, 1822); Acquarone Ferdinando (Roma, 1786-1791); Acquarone Tomaso (Portomaurizio, 1771-1774, 1783, 1785-1787); Acquarone Fenoglio Caterina (Portomaurizio, 1777); Acqui, sottoprefetto di (Acqui, 1813); Adami Antonio (Sestri L., 1808); Adami Francesco Raimondo (Roma, 1771); Adorno Alessandro (Pavia, 1794); Adorno Battista (Pavia, 1794); Adorno Luigi (Pavia, 1765, 1771, 1774); Adorno Pasquale (Genova, 1785); Adragna Domenico (Trapani, 1705); Adragna Francesco (Civitavecchia, 1752); Aflitto (d’) Fernando (Palermo, 1663); Aflitto (d’) Giovanni (Torino, 1712); Agazini e Alber-tazzi (Piacenza, 1795); Agazzi Giovanni (Varese, 1817); Agliata Dario (Prato, 1739); Agliata Giovanni (Messina, Palermo, 1662, 1667, 1672); Agras Alonso (Palermo, Taormina, 1650, 1664-1665); Aiaccio, vescovo di (Aiaccio , 1672); Aicardi Carlo Domenico (Pieve, 1781); Aicardi Gerolamo (Pieve, 1803-1809); Aicardi Giacomo (Pieve, 1812-1813); Aicardi Giovanni Domenico (Vezalico, 1774); Aicardi Lorenzo (Pieve, 1808, 1812-1813); Aicardi, Approsio, Fava (Genova, 1680); Airaldi Giovanni Battista (Alassio, 1625); Aire (d') Francesco (Roma, 1773); Airoldi Cesare (Milano, 1662); Airoldi Giacinto (Milano, 1672); Airoldi Marcantonio (Milano, 1643); Airoldi Marcellino (Milano, 1637); Airo-lo Agostino (Novi, 1652); Airolo Cipriano (Bari, 1616); Airolo Giovanni Battista (Savona, 1691); Airolo Giovanni Francesco (Palermo, 1663-1664); Airolo Giovanni Paolo (Toledo, 1611-1613); Airolo Giovanni Stefano (Toledo, 1611-1613); Airolo Luca (Roma, 1610); Airolo Simone (Roma, 1610); Airolo Cattaneo, duchessa (Napoli, 1709, 1715, 1720, 1726); Airolo e Belomo, Cipriano e Domenico (Bari, 1613, 1617-1618); Alai Chinigò Maria Giuseppa (Napoli, 1826); Ala-mandini Gerolamo (Bologna, 1699, 1712); Alamani Angelo (Roma, 1694); Alarcon (d’) Bartolomeo (Roma, 1617); Alarcon (d’) Luigi (Madrid, 1624-1626); Alasaro Gerolamo (Augusta, Genova, Napoli, Ragusa, 1665); Albani Annibaie, cardinale (Roma, 1740); Albenga, vescovo di (Albenga, Taggia, 1691-1694, 1696, 1794); Albergo Marzio (Madrid, 1665); Albertazzi e Agazini (Piacenza, 1795); Alberti Ponzio (Triora, 1777); Albertini Diodiede (Napoli, Savona, 1693, 1705); Albora Francesco (Sanremo, 1823-1826); Albuquerque (d’), duca (Genova, Palermo, 1667-1668); Alciatore Francesco (Alassio, 1751-1752); Aleseri Giovanni Benedetto (Finale, 1710-1711); Alessan-droni Giacomo (Roma, 1798); Alfani Simone (Lucca, 1739); Alifia Giuseppe (Messina, 1663, 1674); Allegretti Giovanni Battista (Masone, 1633); Allegretti Paolo Agostino (Vienna, 1786-1790); Allegria Giovanni Battista (1702); Almeida (de) Gerolamo (Milano, 1636); Aloisi 332 Indice dei corrispondenti Protasio (Roma, 1778); Altamura, marchese di (Messina, 1650, 1652); Altieri Paluzzo, cardinale (Roma, 1670-1673); Altoviti Luigi (Firenze, 1625); Alvarez Eugenio (Madrid, 1611, 1624); Alvigini Giovanni Tomaso (Garbagna, 1813); Al-vito, duca di (Napoli, 1710); Amadei Giovanni (Palermo, 1663-1664); Ambrosi Niccolò (Sanremo, 1777); Ambroso (d') Antonio (Lipari, 1702); Amico (d’) Giulio Antonio (Napoli, 1635-1636); Amina (de) Juan (Milano, 1609); Amolas Francesco (Madrid, 1652); Amore (d') Andrea (Livorno, 1676); Amoretti Alessandro (Roma, 1775); Amoretti Francesco (Napoli, 1713-1714); Amoretti Giovanni Battista (Nizza, 1777); Amoretti Giuseppe (Oneglia, 1761-1783); Amoretti Ludovico (Napoli, 1713-1714, 1726, 1729, 1735); Amoretti Niccolò (Napoli, 1713-1714); Anastasi Niccolò (Fabriano, 1722); Anderlini Benedetto (Firenze, 1754); Andrea (d’) Giovanni Maria (San Pietro in Galatina, 1629-1630, 1634); Andreocci Giovanni Francesco (Casti-glion Fiorentino, 1724-1725); Andreotti Filippo (Alicante, 1617); Andria Giovanni Maria (Messina, 1609); Andusar, vescovo (Tortona, 1755); Anelli Giuseppe (Torino, 1753, 1759); Anfossi Alfonso (Napoli, 1636, 1638); Anfossi Cristoforo (Bologna, 1795-1796); Anfossi Giovanni Maria (Livorno, Milano, 1638, 1642, 1644); Anfossi Sebastiano (Sciacca, 1650); Anfossi Stefano (Chiavari, 1642); Angeletti Francesco (Bologna, 1745); Angeletti Giacinto (Alessandria, Genova, 1643); Angeli Paolo Emilio (Malta, 1680, 1682); Angeli (d’) e Carrara, Vito e Niccolò (Trapani, 1643); Angelis (de) Antonio Francesco (Bastia, Livorno, 1717); Angelo (d’) Niccolò (Palermo, 1669); Angiolella Domenico (Frignano, 1745); Angiolini Domenico (Milano, 1817- 1818); Annoni Carlo (Milano, 1803- 1825); Annoni Giacomo Antonio (Milano, 1611); Annoni Giovanni Pietro (Milano, 1611); Anseimi Andrea (Morbello, 1771-1774, 1777); Anseimi Giorgio (Morbello, 1801); Anseimi Giovanni Battista (Napoli, 1650); Antaldi France- sco Maria (Roma, 1672); Antici Tomaso, cardinale (Roma, 1796); Antola Angelo (Roma, 1793); Antoni Giulio (Napoli, 1638); Antoni (degli) (Bologna, 1805); Anziani di Portomaurizio (Portomaurizio, 1771); Api (dell') Francesco (Palermo, 1663); Appietti Matteo (Palodio, 1680); Approsio, Fava, Aicardi (Genova, 1680); Aragona (d’) Pietro (Madrid, Pavia, 1676-1680, 1682-1685, 1689); Arata Giovanni Agostino (Palermo, 1643, 1650); Arbore e Prasca (Cadice, 1784-1792); Arce (de) Tomaso (Tortona, 1638); Archinto Carlo (Milano, 1725); Arcos (d'), duca (Napoli, 1647); Ardis-soni Luigi (Roma, 1780); Arena Francesco Maria (Savona, 1722); Arespucocha-ga Giovanni Battista (Barcellona, 1652); Arezzo, vescovo di (Arezzo, 1726); Ar-feno Giovanni Francesco (Ascoli, 1667); Argumento Carlo (Palermo, 1664); Ar-merigo Carlo (Bonifacio, 1734); Armeri-go Giovanni Battista (1777); Armerigo e Piano (dal), Giovanni Oberto e Giacomo (Napoli, 1672-1673, 1676-1677); Arnaldi Alessandro (Finale, 1613, 1636-1637, 1644); Arnaldi Alessandro (Finale, 1777); Arnaldi Pallavicini Battina (Finale, 1634); Arnolfi Francesco (Milano, 1663); Arnusi Francesco (Milano, 1662); Arpe Giovanni Agostino (Genova, 1669, 1683); Arquata, marchese di (Vienna, 1690); Arrighetti Fortunio (Palermo, 1624); Arrighi Pietro (Ancona, Firenze, Foligno, Roma, 1715-1728, 1731, 1734); Arrighi, vescovo di Acqui (Acqui, Casanova, 1808); Arze (de) Pietro (Madrid, 1639); Ascoli Angelo (Carrara, 1737- 1738); Asdente Clemente (Multedo, 1773); Assereto Giovanni Battista (Frignano, Napoli, 1741-1743); Assereto Giulio Antonio (Cabella, 1771, 1777); Aste (d’) Selvaggio (Fassolo, 1690-1691); Astima Giovanni Andrea (Bastia, Genova, 1672-1673, 1676); Astudillo Baldassarre (Firenze, 1596, 1598, 1602); Atanasio Filippo (Napoli, 1709); Atanasio Orazio (Napoli, 1712); Atkinson e Smith (Londra, 1793); Aubert Alessandro (Londra, 1792-1805); Aubert e Mello (Londra, 1784-1790); Avalos (d’) Andrea Ramo primogenito, Archivio generale 333 (Troia, 1706); Avedoz, prefetto (Genova, 1811); Avellino Giuseppe (Bologna, Venezia, 1724-1726); Averna Francesco (Madrid, 1661-1667). Baccalario Guido (Acqui, 1819-1820); Baccini Giovanni Battista (Bordighera, Ventimiglia, 1774, 1777); Baciocchi Giu- lio (Alessandria, 1789); Badano Giuseppe (Albenga, Madrid, 1773, 1782, 1786, 1789, 1807); Badano Lorenzo (Sassello, 1826); Bado Agostino (Genova, 1648); Baffico Giacomo (Roma, 1795); Baffile Aniello (Napoli, 1712); Bagatti Giuseppe (Milano, 1789); Baglioni Camillo (Venezia, 1611); Baglioni Donato (Venezia, 1611); Bagni, marchese dei (Palermo, Siracusa, 1702, 1727); Bagno (di) Stefano (Frignano, 1733); Balbari, Veneri e Pao-lini (Livorno, 1676); Balbi Antonio (Genova, Madrid, Novi, Roma, 1615, 1618, 1641-1643, 1650); Balbi Bartolomeo (Genova, Madrid, Milano, Novi, 1624, 1640-1645, 1650, 1663-1667); Balbi Camillo (Firenze, Roma, 1774, 1786-1789, 1791); Balbi Francesco Maria (Genova, Novi, Pioverà, Sestri L., 1650-1652, 1672-1685, 1689, 1701); Balbi Genesio (Venezia, 1607-1609, 1612-1613, 1616- 1617); Balbi Giacomo (Genova, 1630); Balbi Giacomo (Genova, 1680, 1685); Balbi Giacomo Maria (Venezia, 1772); Balbi Giovanni Agostino (Anversa, Milano, Piacenza, 1600, 1609-1612, 1615- 1617); Balbi Giovanni Battista (Anversa, Genova, Madrid, 1600, 1613, 1615-1618, 1624, 1648); Balbi Giovanni Carlo (Milano, 1812); Balbi Giovanni Francesco (Madrid, 1645); Balbi Niccolò (Anversa, Milano, Piacenza, 1609-1617); Balbi Ottavio (Madrid, 1613-1618, 1624); Balbi Pantaleone (Genova, 1630, 1633); Balbi Paolo (Milano, 1617); Balbi Stefano (Anversa, Genova, Milano, Piacenza, 1600, 1609-1626, 1636-1643,1650); Balbi e Besio (Genova, 1792); Balbi e Lomelli-ni, Pantaleo e Maria (Genova, 1629); Baldasseroni Pompeo (Vienna, 1799- 1800); Baldini Francesco (Genova, Riva-rolo, 1699, 1673, 1676-1682, 1687-1696); Baldini Teodoro (Venezia, 1673); Baldi- sone Giulio Cesare (Genova, 1692, 1696); Balducci Pietro Ignazio (Novi, 1777); Balestra Giovanni Battista (Valloria, 1777); Balestreri Tomaso (Favignana, 1722, 1742); Balestrino, marchesa di (Balestrino, 1690); Ballano Bernardo (Bastia, 1679); Ballano Carlo (Sarzana, 1690); Baliano Giovanni Battista (Madrid, 1609); Baliano Giovanni Battista (Genova, 1648, 1665); Baliano Pietro Francesco (Genova, Roma, 1636-1637, 1641); Balletti Giacomo (Trieste, 1786); Baltuzzi Giuseppe (Incisa, 1794); Bambacari, Micheli e Cinacchi (Messina, 1665); Bam-baccari Cesare Niccolò (Lucca, 1724); Bandeira e C. (Lisbona, 1781-1784); Bandinelli Angelo (Lucca, 1689); Bandini Carlo (Messina, 1689); Banuelos (de) Fernando (Madrid, 1611); Barabino Cipriano (Rivarolo, 1667, 1673); Barabino Giovanni Battista (Rapallo, Rivarolo, Santa Margherita, 1710, 1712, 1715-1716); Barabino Giovanni Benedetto (1709); Barabino Giovanni Carlo (Lisbona, 1725); Barabino Giovanni Stefano (Genova, 1624); Barabino Giuseppe (Sestri P., 1794); Barabino Niccolò (Formica, Trapani, 1732-1745, 1748-1754, 1757); Barabino Paolo Gerolamo (Cabel-la, Genova, Rapallo, Roma, Trapani, 1695, 1702-1704, 1708-1732); Barabino e Isola (Trapani, 1751); Barabino e Noli, Giovanni Andrea e Giovanni Domenico (Livorno, 1692); Barabino e Serravalle, Giovanni Agostino e Giovanni Paolo (Genova, 1615-1616); Baracca Giovanni Antonio (Genova, 1683); Barbarigo Paolo (Venezia, 1679); Barbati Niccolò (Frignano, 1743); Barbetta Annibaie (Lerici, 1771-1774,1777); Barbieri Giuseppe Antonio (Fiorenzuola, 1771-1772); Barbieri Luca (Roma, 1720, 1722); Barbieri Luigi (Roma, 1720); Barca Giovanni Battista (Novi, 1692); Barcello Giovanni Tomaso (Napoli, 1598); Bardi Agostino (Rapallo, 1634, 1638, 1640, 1642-1644); Bardi Antonio (Rapallo, 1629); Bardi Caterina (Genova, 1795-1801); Bardi Gerolamo (Firenze, Pisa, Roma, Siviglia, 1617-1618, 1634, 1663); Bardi Niccolò (Agrigento, 1645); Bardi Paolo (Agrigento, 334 Indice dei corrispondenti 1645); Bardi sorelle (Genova, 1798-1799); Baresi Vincenzo (Termini, 1663-1665); Baretti Antonio (Mondovì, 1775); Bargagli Giovanni Battista (Bastia, 1673); Barillaro Bartolomeo (Madrid, 1629); Barletti Giovanni Battista (Firenze, 1724-1725); Barone Agostino (Barcellona, 1643); Barone Antonio (Diano, 1782, 1792); Barrettini Benedetto (Vienna, 1817-1818); Bartolelli Giovanni Andrea (Palermo, 1666); Bartoli Ottaviano (Marsiglia, 1715-1716); Bartoli Serafino (Savona, 1824-1830); Bartolo Domenico (Morego, 1749); Bartolotti Francesco (Genova, Napoli, 1663, 1667, 1669); Bartolotti Giovanni Battista (Napoli, 1664); Basco (di) Michele Lazzaro (Frignano, 1738-1740); Basco (di) sorelle (1731); Basco (di) Stefano (Frignano, 1742, 1745); Basili Dionisio (Milano, 1596, 1605-1618); Basilio Guido (Urbino, 1608); Basio (de) Giovanni Tomaso (Napoli, 1644); Bassi Bartolomeo (Milano, Pontecurone, Ronco, 1667, 1673, 1681, 1689); Bassi Carlo (Roma, 1772- 1777, 1780); Bassi Gerolamo (Milano, 1595-1596); Bassi Giovanni Francesco (Rivarolo, 1689-1690, 1698-1699); Bassi Giovanni Giacomo (Zuccarello, 1689); Bassi sorelle (Roma, 1790); Bassi Tomaso (Roma, 1772-1775); Bathia (Madrid, 1786); Battaglino Giovanni Battista (Savona, 1679-1680, 1685, 1689); Battiloro Antonio (Palermo, 1785); Battiloro Pietro (Napoli, 1775-1787); Battiloro Tomaso, vescovo (Napoli, 1774); Battini Francesco (Genova, 1702); Battista (di) Giacomo (Messina, 1645); Bava Agostino (Rivarolo, 1712); Bava Bernardo (Rivarolo, 1676, 1679); Bava Giovanni Battista (Firenze, 1721); Bava Giovanni Stefano (Napoli, 1673, 1676-1682, 1685-1691); Bavetti Antonio (Mondovì, 1777); Bayo-na, marchese di (Messina, 1650); Beccaria Carlo (Carpeneto, 1810-1811); Beccaria Giuseppe (Roma, 1797); Beccuto e Martellini, Tobia e Cosimo (Livorno, 1644); Belgrano (Oneglia, 1816); Bellando Sebastiano (Ingolstadt, 1632); Belli (de) Giovanna (Voghera, 1771-1775); Bellini Francesco (Firenze, 1815-1817); Bellis (de) Goffredo (Napoli, 1793); Bel-loc Pietro (Barcellona, 1785); Belloni Gerolamo (Roma, 1715-1716, 1720- 1724); Belloni Gerolamo (Roma, 1783-1785); Bellotto Benedetto (Taggia, 1685); Beimondo Giuseppe Antonio (Torino, 1758); Belmonte Agostino, (Napoli, 1609, 1617); Belomo Domenico (Bari, 1611-1612); Belomo e Airolo, Domenico e Cipriano (Bari, 1613, 1617- 1618); Belomo e Nove, Domenico e Nic-colù (Bari, 1605-1606, 1608-1609); Be-losso e Pallavicini, Agostino e Ortensio (Siviglia, 1605-1606); Benamati Fabrizio (Foligno, 1722); Benassi Giacomo (Piombino, 1794-1798); Benedetti Alessandro (Lerici, 1726); Benedetti Francesco (Savona, 1685); Benedetti Giuseppe (Ferrara, 1689); Benedetti Isidoro (Spoleto, 1692); Benedetto XIV, papa (Roma, 1744); Beninvieni e Sini, Antonio e Cosimo (Firenze, 1617); Benipasci Francesco (Genova, 1632); Benso Antonio (Genova, Quiliano, 1663); Benso Giovanni Bernardo (Ovada, Pieve di Teco, 1672, 1691); Benso Giovanni Maria (Quiliano, 1670); Benzio Bernardino (Venezia, Verona, 1635-1636, 1638); Berardi Bartolomeo (Genova, 1626); Berardi Francesco (Barcellona, 1610); Berardi Giuseppe, cardinale (Trapani, 1792); Berardi Pelegro (Barcellona, 1635-1638); Berardi Tomaso (Frignano, 1698-1699, 1713, 1727); Berchmann Giovanni (Livorno, 1638); Beretta Gaspare (Milano, 1673); Berghini Pasquale (Sarzana, 1772); Ber-gonzo Francesco (Roma, 1611-1616); Beri Griffi Maria (Venezia, 1824-1826); Berio Francesco (Napoli, 1737, 1740- 1741); Berio Francesco Maria (Napoli, 1795-1798); Berlengeri Niccolò (Novi, 1624-1625); Bernardi Giovanni Battista (Barcellona, 1617); Bernardini Domenico (Roma, 1691); Bernisone e Naselli, Giovanni Francesco e Bonifacio (Napoli, 1598); Bernucci Domenico (Chiavari, Sarzana, 1810, 1812); Berruti Giacinto (Taggia, 1679); Bersani Vincenzo (Roma, 1794-1795); Bertacchini Pietro (Lucca, 1679); Bertamini Francesco (Fioren-zuola d'Arda, 1689); Bertarelli, sindaco Ramo primogenito, Archivio generale 335 (Sestri L., 1809); Bertarello Sebastiano (Roma, 1643-1645, 1667, 1672-1673); Bertè Francesco (Livorno, 1769); Bertelli Gaspare (Livorno, 1796-1798); Bertelli Prospero (Livorno, 1797-1798); Berti Giacomo (Firenze, Venezia, 1598); Ber-tolacci e Piane (delle) (Livorno, 1821); Bertolini Bartolomeo (Lucca, 1608-1612); Bertolini e Franciotti, Lorenzo e Alessandro (Venezia, 1605); Bertolino Rocco (Civitavecchia, 1782); Bertoni Giovanni Battista (Rivarolo, 1687); Bertora (Albenga, 1772); Besante Flaminio (Napoli, 1634); Besio e Balbi (Genova, 1792); Betta Cesare (Roma, 1792); Beymont e Piatti (Civitavecchia, 1788); Biaggini Emanuele (Trapani, 1802-1816); Biaggini Francesco (Favignana, 1801-1824); Biaggini Giovanni Gerolamo (Formica, Palermo, Trapani, 1793, 1797-1814); Bianchetti Giovanni Francesco (Napoli, 1689-1705, 1709-1711, 1722); Bianchi Emanuele (Novi, 1676); Bianchi Giovanni Battista (Carpeneto, Montaldo, Nizza, 1749-1750, 1772); Bianchi Giovanni Battista (Acqui, Torino, 1817- 1820); Bianchi Giovanni Dionigi (Montaldo, 1796, 1818); Bianchi Giovanni Francesco (Carpeneto, 1772); Bianchi Giuseppe (Genova, 1797-1802); Bianchi Pietro (Calizzano, 1806-1807); Bianchi Pietro Francesco (Carpeneto, Sanremo, 1772, 1777); Bianchi Prospero (Savona, Tortona, 1800-1804); Bianchini Rosalia (Calvizzano, 1754); Bianco Domenico (Genova, 1613); Biase (di) Francesco (Frignano, 1701, 1712); Biassa Giuliano (Mazara, Palermo, 1650, 1662, 1664); Bicchierai Riccardo (Livorno, 1814- 1815); Bichi Giovanni (Roma, 1665); Biffi Antonio Luigi (Venezia, 1761); Biffi Giacomo Maria (Venezia, 1785-1786, 1792-1795); Biffi Giuseppe (Venezia, 1751, 1754); Biggini Lazzaro (Pisa, 1798); Bignami Pietro (Bologna, 1789, 1794, 1797); Biguglia Ignazio (Bastia, 1676); Bigurri Giuseppe (Gravedona, Tortona, 1667); Binona e Perez, Teresa e Anna (Palermo, 1705); Bisignano Desiderio (Messina, Portovenere, 1667, 1678); Bitti Giacomo (1783); Biasio (de) Carlo Antonio (Napoli, 1745); Blen Antonio (Madrid, 1705-1706); Boasio Giovanni Battista (Genova, 1624); Bobbio Giovanni Antonio (Gavi, 1773); Bocane-gra e Merello, Angelo e Scipione (Madrid, 1595-1596, 1598); Boccadiferro (Bologna, 1776); Boccardo Francesco (Vari-gnano, 1783); Boccardo Giovanni Andrea Bastia, Frignano, Milano, Napoli, 1731- 1739); Boccardo Giuseppe (Bologna, Ferrara, 1738); Bodda Carlo (Udine, Verona, 1826-1829); Bodini Raffaele (Torino, 1818-1833); Boero Giovanni Antonio (Napoli, 1699); Boero Marcantonio (Napoli, 1645); Boggero Giacomo Maria (Cabella, 1771-1774, 1777); Boggero Giovanni (Torino, 1717); Boggero Giuseppe (Roma, 1774, 1788); Boggiano Niccolò (Parigi, 1786); Boggiano e Soprani, Bartolomeo e Giovanni Battista (Napoli, 1610); Boglia Giovanni Battista (Novi, 1689); Boglio (de) Francesco (Pozzuoli, 1644); Bolasco Niccolò (Roma, 1805); Bolle Francesco (Messina, Palermo, 1649-1650); Bologna Domenico (Vienna, 1738); Bolognetti Giovanni Battista (Portomaurizio, 1673); Bona Giovanni Battista (Barrile, 1705); Bonac-corsi Niccolò (Firenze, 1595, 1598); Bo-nafede Giovanni Battista (Novi, 1679); Bonafour (Lione, 1785); Bonamici Gaspare Andrea (Voghera, 1731); Bonanato Giacomo (Savona, 1685); Bonanno Giovanni Battista (Messina, 1662); Bonaso- lo Pietro (Venezia, 1598); Bonati Celerio (Mantova, 1625); Bonavolti e Bracele, Marco e Leonello (Firenze, 1605, 1613- 1618); Bonazzi Pietro (Parma, 1785); Boncompagni Giacomo, cardinale (Bologna, 1713, 1720, 1726); Bonelli Angelo (Quiliano, Rivarolo, Rossiglione, 1771- 1773, 1789-1792, 1797-1803, 1815); Bon-fante Giovanni Maria (Triora, 1816); Bonfanti Giuseppe (Formica, Trapani, 1679-1680); Bonfiglio Giovanni Stefano (Rivarolo, 1750); Bonfioli Agesilao (Bologna, 1689); Bonino Giacomo (Madrid, 1617-1618); Bonissani Biagio (Torino, 1816-1817); Bono Giovanni Antonio (Anversa, Milano, 1595-1596, 1605, 1608-1609, 1615); Bono (del) Agostino 336 Indice dei corrispondenti (Quiliano, 1679); Bono (del) Cristoforo (Termini, 1663, 1665); Bono (del) Francesco (Trapani, 1669, 1674); Bono (del) Gaetano (Genova, 1798); Bonsolari Niccolò (Firenze, Livorno, 1713); Bontadini Petronio (Ferrara, 1794-1799); Bontadosi Gerolamo (Frosinone, 1739, 1745); Bon-visi Stefano Antonio (Venezia, 1602, 1605-1608); Bonzi Pietro (Firenze, 1629); Boos (de) e Wollaston (Londra, 1803); Boracca Bartolomeo (Santa Margherita, 1724-1735, 1738); Boracca Domenico (Santa Margherita, 1724-1735, 1739); Borea (Savigliano, 1777); Borea Olmo (Nizza, 1823); Borello Antonio (Triora, 1804); Borello Bernardino (Triora, 1771); Borello Francesco Antonio (Triora, 1771); Borello Giovanni Giacomo (Triora, 1777); Borello Tomaso (Pieve, 1763); Borgarelli Vitale (Pozzolo Formigaro, 1807-1809); Borgarini Filippo (Ortovero, 1808-1812); Borgata Antonio (Mombaruzzo, 1821); Borghese Giovanni Gerolamo (Cervara, 1672); Borghese Marcantonio (Roma, 1691-1693); Borgia, monsignore (Aversa, 1778); Borgia (de) Melchior (1650); Borgo San Donnino, vescovo di (Borgo San Donnino, 1692); Borione Giovanni Francesco (Pavia, 1612-1613); Borlasca Francesco (Genova, 1800); Borlasca Luigi (Oneglia, 1828); Borlotti e Maruffo, Michelangelo e Giovanni Francesco (Venezia, 1606); Borno Bernardino (Verona, 1643); Borone Paolo Vincenzo (Madrid, 1624); Borra Maria Peretta (Arenzano, 1693); Borracca Giovanni Antonio (Genova, Trapani, 1673); Borromeo Trivul-zio Lucrezia (Milano, 1710); Borroni Bartolomeo (Pavia, 1777); Borsay (de) Melchiorre (Messina, 1650); Borsota Violante (Genova, 1625); Borzone Bartolomeo (Genova, Napoli, 1606, 1624- 1625); Borzone Giovanni Cesare (Roma, 1645); Borzone e Diana, Giovanni Maria e Giacinto (Roma, 1644-1645); Boschi Agostino (Colonia, 1617); Boschi Francesco (Colonia, 1617); Boschi Giovanni Battista (Colonia, 1617); Boschi e Decio, Agostino e Pietro Paolo (Anversa, 1609, 1611-1613, 1615-1619); Bosco (di) An- drea (Frignano, 1790); Bosco (di) Antonio (Frignano, 1778, 1790); Bosco (di) Michele Lazzaro (Frignano, 1737-1740); Bosco (di) Stefano (Frignano, 1742, 1744-1746); Bosio Carlo (Breglio, Nizza, 1818-1823); Bosio Felice (Savona, 1773); Bossado Giuseppe (Genova, 1637); Botta Luigi (Firenze, 1764-1765); Bottaro Giovanni (Genova, 1800); Bottero Giovanni Battista (Campofreddo, Masone, 1818-1828); Botti Luigi (Stoccarda, 1778); Botti e Maffei (Roma, 1693); Botticini Agostino (Ferrara, 1730-1737); Botticini Francesco (Ferrara, 1737-1739); Bottini Bartolomeo (Roma, 1687, 1689-1691); Bottini e Guinigi, Prospero, Giuseppe e Orazio (Venezia, 1613); Bottoni Domenico (Ferrara, 1793-1807); Bottoni e Rocci (Ferrara, 1785-1793); Bove Adamo (Frignano, 1726); Bove (di) Gabriele (Sassello, Savona, 1672, 1685); Bozolo Gaspare (Palermo, 1664); Bracco Antonio (Sanremo, 1777); Bracele e Bonavol-ti, Leonello e Marco (Firenze, 1605, 1613-1619); Brambilla Augusto (Novi, 1789); Brancoli Francesco (Gavi, 1691- 1692); Brancoli Salvatore (Parma, Napoli, 1789-1790); Brandi Giovanni Pietro (Como, 1685); Brandi Giovanni Stefano (Genova, 1679); Brasik Pasquale (Genova, 1797); Bratis Niccolò (Costantinopoli, 1784); Brea Giuliano (Alassio, 1773, 1777); Brea Lazzaro (Alassio, 1789); Breglia Francesco Maria (Napoli, 1765-1768); Breglia e Lancellotti Giuseppe e Lazzaro (Napoli, 1762-1765); Brentani Cimaroli (Vienna, 1791-1798); Briano Antonio Maria (Genova, 1692-1695); Briceno Antonio (Messina, 1650); Brice-no Maria (Genova, Madrid, Messina, 1650-1653); Brignole Emanuele (Genova, 1651); Brignole Giovanni Carlo (Genova, 1683); Brignole Giovanni Carlo (Milano, Vienna, 1806-1825); Brignole Giovanni Giacomo (Genova, 1673, 1679); Brignole Lucrezia (Genova, 1667); Brignole Sale Giovanni Francesco (Roma, 1685); Brignole Sale Giovanni Francesco (Parigi, 1738); Brignone Antonio (Palermo, 1643-1645); Brignone Cristo-foro (Palermo, Trapani, 1650, 1663); Ramo primogenito, Archivio generale 337 Brignone Giacomo (Palermo, 1643); Bri-gnone Niccolò (Madrid, Palermo, 1672, 1674); Briones (de) Gabriel (Roma, 1606); Brioschi Camillo (Milano, 1818- 1827); Briotti Claudio (Roma, 1714-1716); Brivio Giovanni Ambrogio (Milano, 1598); Brocchetti Gerolamo (Firenze, 1722); Brocco Antonio (Napoli, 1701, 1703-1707); Brocco Cristoforo (Napoli, 1663-1665, 1691); Brocco Domenico Maria (Roma, 1701); Brocco Giovanni Battista (Napoli, 1701, 1703-1707); Brocco Niccolò (Napoli, 1701, 1703-1707); Brocco Ortensio (Augusta, 1636, 1638); Brondi Chiara Maria (Sarzana, 1724); Brondi Francesco (Sarzana 1731, 1733-1734); Brondi Giovanni Battista (Sarzana, 1715, 1724-1727, 1732); Brunani Alberto (Pisa, 1631); Brunati e Uboldi (Milano, 1808); Bruni Giovanni Battista (Acqui, 1806-1807); Bruni Odoardo (Venezia, 1636); Bruno Antonio (Frignano, 1744, 1763-1774); Bruno Francesco (Frignano, 1749); Bruno Francesco (Frignano, 1791, 1794); Bruno Francesca Maria (Genova, Savona, 1685, 1687, 1696); Brusa Alberto (Novi, 1637-1638); Bruzzo Giovanni (Torino, 1817-1818); Bufalini Lorenzo (Livorno, 1613); Bufalini e Ru-cellai, Lorenzo e Raffaello (Livorno, 1617); Bufalini e Sera (del) Bartolomeo e Paolo (Venezia, 1672); Buggeri Giuseppe (Roma, 1788); Bugna Alessandro (Portomaurizio, 1796); Burlamacchi e Mansi, Carlo e Raffaele (Messina, 1651-1653); Busca Giovanni Battista (Savona, 1677); Buscaglione Carlo (Torino, 1817-1828); Buscagno Niccolò (Trapani, 1791); Bu-soni e C. (Parigi, 1785-1799, 1804-1822); Busoni e Spontone (Parigi, 1776-1790); Busseti Bartolomeo (Milano, Tortona, 1673, 1680); Busseti Carlo (Tortona, 1673); Bussoni Niccolò (Tortona, 1667); Bustanzo Giovanni Battista (Genova, Novi, Rivarolo, Savona, 1669,1672-1673, 1676-1679, 1687); Busti Angelo (Milano, 1792-1794); Busti Giulio Cesare (Milano, 1759-1796); Buti Giacomo (Calvi, Savona 1685, 1690); Buti Sebastiano (Fabriano, 1739, 1742); Buzzi Regina (Calvi, 1693); Buzzo Bartolomeo (Genova, Novi, 1679); Cabaldoni Vincenzo (Rivarolo, 1784); Caballoni Francesco (Triora, 1774); Ca-bella e Levanti, Giovanni Ambrogio e Niccolò (Napoli, 1605); Cabiate Ludovico (Milano, 1610-1611); Cacciamani Santi (Roma, 1638); Cacciani Giuseppe (Bologna, 1780); Cacciapuoti Vespasiano (Frignano, 1699, 1710); Cademartori Giovanni Battista (Genova, 1716); Caffarelli Rospigliosi Eleonora (Roma, 1777); Calami Emanuele (Roma, 1678-1680); Calcagni Michele (Palermo, 1794); Caleagnini Carlo (Roma, 1738); Calderaio Bartolomeo (Novi, 1816); Calderaio Bernardo (Novi, 1816); Calisano de Villanova Pantaleo (Madrid, 1635-1636); Calisano e Torre, Giacomo e Giovanni Stefano (Genova, 1615); Calieri, vescovo di Lepanto (Napoli, 1754); Calvi Carlo (Napoli, 1773); Calvi Giacomo (Genova, 1679); Calvi Niccolò Maria (Napoli, 1739-1740); Calvi Pietro Giorgio (One-glia, 1783, 1785); Calza Romualdo (Bologna, 1824); Camberini Prospero (Roma, 1722); Cambiaggi Lazzaro Maria (Lisbona, 1720); Cambiaso Agostino (Savona, 1685); Cambiaso Giovanni Maria (Genova, 1673, 1705); Cambiaso Giovanni Maria (Genova, Livorno, 1764, 1768-1769, 1789, 1793-1798); Cambiaso Giuseppe (Genova, Ovada, 1798-1803); Cambiaso Lazzaro Maria (Lisbona, 1716); Cambiaso Santino (Venezia, 1722-1733, 1737-1738, 1742-1756); Cambiaso e Piuma, Santino e Giovanni Battista (Venezia, 1711, 1714, 1719- 1721); Camerlingo Cesare (Frignano, 1771); Caminati Giovanni Tomaso (Milano, 1689); Campana Giovanni (Livorno, 1682); Campana Redi (Lione, 1604- 1605); Campanile Francesco (Frignano, 1725); Campanatico Giovanni Carlo (Novi, 1755); Campasso Giovanni Bartolomeo (Genova, 1667); Campi Francesco (Napoli, 1774); Campi Giovanni Domenico (Roma, 1738-1739); Campione Francesco Maria (Napoli, 1687, 1701, 1703-1707); Campione Paolo Andrea (Roma, 1691); Campione Paolo Antonio (Roma, 1663, 1667, 1672-1685, 1689- 1691); Campione e Maffei (Roma, 1709- 338 Indice dei corrispondenti 1715); Campitelli, conte (Napoli, 1784); Campolongo Francesco (Mantova, 1673); Campora Tomaso (Bastia, Savona, 1673, 1676); Camprognago Ottavio (Milano, 1595); Camusso Francesco (Novi, 1789-1794); Camusso Giovanni Antonio (Novi, 1745); Canale Clemente (Toledo, 1637); Canale Francesco (Genova, 1831); Cancellieri Antonio (Roma, 1712); Cancellieri Diego (Palermo, Polizzi, 1663-1667); Canefri, sindaco (Novi, 1820); Canepa Benedetto (Aiaccio, 1637); Ca-nepa Giuseppe (Sestri P., 1797); Caneto Giovanni Battista (Cervo, 1771-1773); Caneto Giuseppe (Cervo, 1773, 1777); Caneto Lorenzo (Cervo, 1767, 1772); Caneva Giovanni Battista (Genova, 1798); Canino Nicola (Palermo, 1814); Canneva Antonio Maria (Trapani, 1739); Cantalono Giulio (Madrid, 1598); Canti Giovanni (Frignano, 1739); Cantile Antonio (Frignano, 1768); Cantile Giovanni (Frignano, Genova, 1739, 1744-1746); Cantile Giovanni Benedetto (Frignano, 1635); Cantile Giovanni Bernardo (Frignano, 1633-1635); Cantile Onofrio (Frignano, 1749); Cantile Paolo (Frignano, 1744); Cantile Salvatore (Frignano, 1702, 1708-1715); Cantile Vincenzo (Frignano, 1775); Cantone Giacomo (1613); Canzano, duchessa di (Napoli, 1719-1720); Canzio Giovanni Lorenzo (Genova, 1679); Capalti Gerolamo (Civitavecchia, 1741, 1743, 1750-1752); Capalti Livio (Civitavecchia, 1751); Capalti e Capra (Civitavecchia, 1712-1713, 1726, 1740-1745); Capasso Tomaso Antonio (Napoli, 1708-1714, 1724-1727, 1731, 1737); Capecci Tomaso (Roma, Siena, 1691-1695, 1699); Capello Giovanni Battista (Favignana, Trapani, 1722, 1724-1725); Capello Giovanni Battista (Al-benga, 1777); Capizzi, marchese di (Palermo, 1650); Caposso Domenico (Napoli, 1710); Cappelli Bassi Luca (Firenze, 1742); Cappone Antonio (Triora, 1770-1777); Cappone Giovanni Battista (Triora, 1772-1773); Cappone Gramigna Maria (Triora, 1772); Capponi Amerigo (Firenze, Piacenza, Venezia, 1616-1618); Capponi Andrea (Firenze, 1618); Cap- poni Bernardino (Firenze, Piacenza, 1624-1625, 1629); Capponi Filippo (Firenze, Pisa, Venezia, 1602, 1608-1614, 1618); Capponi Francesco (Firenze, Piacenza, Pisa, Venezia, 1596, 1608-1614); Capponi Giovanni Battista (Pavia, 1644); Capponi Giovanni Battista (Triora, 1814-1820); Capponi Niccolò (Piacenza, 1596); Capponi Piero (Firenze, Piacenza, Pisa, Venezia, 1602, 1608-1617); Capponi e Venieri, Neri e Andrea (Firenze, 1609); Capra e Capalti (Civitavecchia, 1712-1713, 1726, 1740-1745); Capurro Giovanni Maria (Novi, 1676); Capurro Rosa (Novi, 1798); Caracciolo Giovanni (Madrid, Valencia, 1709-1710, 1713); Ca-rafa Cesare (Palermo, 1662); Carafa Fortunato, cardinale (Aversa, Messina, Napoli, Portici, 1662-1667, 1672-1685, 1689-1694); Carafa Francesco (Malta, 1663, 1665, 1672-1673); Carafa Marcello (Trapani, 1663); Carafa Paolo (Napoli, 1662-1663); Carafuente, marchese di (Carpaneto, 1691); Caranza Luigi (Parma, 1803-1804); Caranza Teofilo (Varese, 1803); Caravaggio Pietro Paolo (Milano, 1714); Caravasal (de) e Pinson (de), Pedro e Antonio (Siviglia, 1624); Carbonara Giorgio (Genova, Milano, 1667, 1680); Carbone Giovanni Battista, (Piacenza, Savignone, 1762, 1774); Car-casio Giuseppe (Savona, 1689); Cardese Carlo Maria (Milano, 1635-1636); Cardese Francesco (Milano, 1634-1635); Cardese Orazio (Milano, 1635-1636); Cardi Felice (Bastia, 1728-1730); Cardoso Alfonso (Madrid, 1636-1637); Caresani Ottavio (Strevi, 1680); Caresta Ignazio (Genova, 1734); Carestini Giovanni (Roma, 1727); Cariglio Luigi (Madrid, 1672); Carli Giuseppe Maria (Milano, 1667); Carmagnola Ambrogio (Chiavari, 1636-1637); Carmagnola Maria (Genova, 1624-1626); Carminati Gerolamo (Roma, 1693); Caroccio Gerolamo (Milano, 1637); Caroggio Lorenzo (Torino, 1770- 1778, 1784); Carotenuto Angelo (Frignano, 1692-1693, 1710); Carotenuto Carlo (Frignano, 1767-1799, 1810); Carotenuto Francesco (Frignano, 1772- 1774, 1777, 1779); Carotenuto Niccolò Ramo primogenito, Archivio generale 339 (Frignano, 1713, 1724); Carotenuto Pao- lo (Frignano, 1799-1813); Carotenuto Pietro (Napoli, 1679); Carotenuto Saverio (Frignano, 1733, 1742-1754, 1757- 1771); Carotenuto Tomaso (Frignano, 1667); Carotenuto e Mastroianni, Angelo e Giovanni (Frignano, 1699); Carpegna (di) Gaspare (Roma, 1803); Carrante Giovanni Battista (Vezalico, 1774); Carrara e Angeli (d’), Niccolò e Vito (Trapani, 1643); Carrega Giovanni Battista (Genova, 1806); Carrega Giuseppe (Voltaggio, 1637); Carretto (del) Filippo (Savona, 1691); Carretto (del) Ottavio (Savona, 1691); Carriali Corradino (Quarto, 1674); Carro e Niccolini, Lazzaro e Giovanni Battista (Alicante, 1616); Carrozzo Quilico (Genova, 1647); Cartes (de) Juan Lopez (Genova, Madrid, Milazzo, Toledo, 1665-1666); Cartoni Silvestro (Livorno, 1679); Casa Giovanni Antonio (Ortovero, 1771-1772); Casado Rosales Isidoro (Salamanca, 1689); Casale Francesco (Piacenza, 1595-1596); Casale Giovanni (Roma, 1743-1744); Casale Giulio Cesare (Milano, 1595-1596); Casale Giuseppe (Mantova, 1625); Casale Giuseppe (Roma, 1745); Casanova Antonio Francesco (Ovada, Savona, 1685, 1693); Casanova Giacomo (Genova, 1648-1649); Casanova Orazio (Triora, 1613); Casaretto Niccolò (Napoli, 1708); Casazza Giacomo (Fontanarossa, 1771-1774); Casbels Giuseppe (Livorno, 1797); Cascione Bernardo (Celle, 1683, 1693); Cascione Giacomo (Bor-gomaro, 1772-1774); Casella (Sarzana, 1725, 1727); Casella Antonio (Napoli, 1636-1637); Casella e Levanti, Giovanni Ambrogio e Niccolò (Napoli, 1606); Casella e Masola, Antonio e Giovanni Andrea (Napoli, 1637); Caserta, principe di (Cisterna, 1673); Casini Giuseppe Maria (Firenze, 1713); Casoni Lorenzo (Roma, 1683, 1689-1690); Casoni Lorenzo (Sarzana, 1774); Cassano, duca e duchessa di (Napoli, 1788, 1791); Cassiani Niccolò Maria (Madrid, 1707-1709, 1715-1722); Cassiano Lazzaro (Genova, 1647); Cassi-na Giovanni Battista (Livorno, 1682); Cassini e Ullioni, Mariano e Giovanni Andrea (Alicante, 1606); Cassione Gio- vanni Francesco (Venezia, 1642-1643); Cassione Niccolò (Venezia, 1690); Cassione e Tagliacarne, Giovanni Francesco e Francesco (Venezia, 1636-1638, 1640, 1643); Cassis, conte (Trteste, 1788); Castagneti Innocenza Maria (Roma, 1784, 1788-1794); Castagnino Giovanni Battista (Roma, 1636-1637); Castagnola Baldassarre (Spezia, 1821); Castagnola Giuseppe (Ancona, 1772); Castaldo Andrea (Roma, 1720); Castelferrato, principe di (Palermo, 1662-1664); Castellani (Alessandria, 1789-1790); Castellani e Palma (di), Giulio Cesare e Giovanni Domenico (Napoli, 1616-1618); Castelli Giovanni (Trapani, 1793); Castelli Giuseppe (Trapani, 1797); Castelli Niccolò (Firenze, 1635-1638, 1643-1645); Castelli Ottavio (Firenze, 1637); Castelli Raffaele (Firenze, 1635-1638, 1643-1645); astello Gregorio (Palermo, 1625, 1636, 1643); Castello Niccolò (Monterosso, 1616); Ca-stiglio (del) Carlo (Palermo, 1663); Castiglione Giovanni (Genova, 1610); Castiglione Giovanni Tomaso (Serrerò, 1727); Castiglione Niccolò (Bastia, 1693); Casulli Luca (Mallare, 1819); Catalani Andrea (Roma, 1605); Catalano Matteo (Napoli, 1785-1786); Catalano Niccolò (Palermo, 1674); Catalanotto Piero (Sommacco, 1650); Catta, Pirria, Dalmares (Barcellona, 1711); Cattaneo (Roma, 1701); Cattaneo Baldassarre, principe di S. Nicandro (Napoli, 1673, 1676, 1691); Cattaneo Carlo Maria (Vol-tri, 1734); Cattaneo, conte (Favignana, 1776); Cattaneo Domenico (Casale, Genova, Sarzana, 1663, 1665, 1669, 1672); Cattaneo Domenico (Genova, 1818- 1821); Cattaneo Francesco (Anversa, 1609-1613); Cattaneo Gerolamo (Alessandria, 1684); Cattaneo Marco (Genova, Novi, 1667, 1673); Cattaneo e Centurione, Filippo e Adamo (Piacenza, 1596); Cattaneo Pallavicini Placidia (Genova, 1797-1805); Cattanei Cattaneo (Roma, 1645); Cattolica, principe della (Palermo, 1650); Cauda Franco (Torino, 1804); Ca-vagnaro Giovanni Agostino (Genova, 1691); Cavagnaro Niccolò (Genova, 1757); Cavalieri Cesare (Frignano, 1754); 340 Ìndice dei corrispondenti Cavalieri Luigi (Frignano, 1756-1757); Cavalieri Pellegro (Acqui, 1820); Cavalli Antonio Maria (Senigallia, 1727); Ca-vanna Giacomo (Montaldo, 1773, 1777); Cavanna Giovanni Tomaso (Novi, 1789); Cavanna Niccolò (Palermo, 1606); Ca-vassa Giovanni Battista (Genova, 1680); Cavassa Ignazio (Arenzano, 1732); Cavezza Gerolamo (Bologna, 1689-1690); Cavi Francesco (Roma, 1774); Ceba Dionisio (Palermo, 1643); Cebà Lazzaro Giovanni (Masone, 1690); Celentani Niccolò (Napoli, 1823-1828); Celesia Giuseppe (Cadice, 1785); Celesia Pietro Paolo (Madrid, 1785-1786, 1790, 1792); Celestri Tomaso (Palermo, 1757); Cella Giovanni (Bastia, 1679); Cella (della) Anna Irene (Roma, Todi, 1794-1796); Celle Giovanni Maria (Genova, 1798); Cenami Lorenzo (Lucca, 1611); Cento Battista (Madrid, Piacenza, 1609-1610); Centurione Agostino Maria (Firenze, 1682); Centurione Antonio (Genova, 1801); Centurione Benedetto (Lecce, 1614-1618); Centurione Cristoforo Battista (Savona, 1673); Centurione Domenico (Genova, 1803); Centurione Francesco (Orbetello, 1642); Centurione Francesco Maria (Pietra, 1691); Centurione Giovanni Agostino (Bastia, Genova, Milano, Novi, Parigi, 1685, 1690, 1693, 1696-1699, 1705); Centurione Giovanni Andrea (Madrid, 1636); Centurione Giovanni Battista (Bologna, Parma, 1716, 1722, 1727); Centurione Giovanni Battista (Castelnuovo, Ovada, 1774, 1777); Centurione Giovanni Francesco (Masone, 1771-1772); Centurione Giovanni Stefano (1652); Centurione Giulio (Genova, 1679, 1682); Centurione Giuseppe (Vi-glietto, 1724); Centurione Ippolito (Genova, Savona, 1665, 1683, 1685); Centurione Lazzaro (Novi, Piacenza, Siena, 1680, 1690, 1692); Centurione Lazzaro (Como, Masone, 1716-1717, 1722); Centurione Lazzaro (Genova, 1750); Centurione Maddalena (Aiaccio, 1717); Centurione Maria Francesca (Tortona, 1644); Centurione Maria Giacinta (Tortona, 1644); Centurione Pietro Agostino (Genova, 1702); Centurione Teresa (Genova, 1665, 1678); Centurione Vincenzo (Venezia, 1595-1596); Centurione e Cattaneo, Adamo e Filippo (Piacenza, 1596); Centurione e Imperiale, Benedetto e Marcantonio (Lecce, 1613); Centurione e Spinola, Ottavio e Baldassarre (Lisbona, 1598); Centurione Pallavicini Maddalena (Genova, 1722); Cenvente Dionisio Lorenzo (Valencia, 1606); Ceresola Antonio Maria (Milano, 1680); Ceresola Giuseppe Maria (Genova, 1679); Ceretti Antonio Francesco (Novi, 1717); Ceretti Giovanni Battista (Novi, 1818); Ceretti Giuseppe (Mombaruzzo, 1803-1832); Ceretti Vincenzo (Novi, 1817-1818); Ceretti Guasconi Angela (Novi, 1821); Ceri Ernesto Gaetano (Camaiore, 1744); Ceriolo Pietro Francesco (Cremona, Milano, 1605- 1606); Cernezo Costantino (Valencia, 1610-1611); Cernezzi Antonio (Venezia, 1673); Cernezzi e Odescalchi (Piacenza, Venezia, 1629-1630, 1635-1636); Cernezzi e Rezzonico, Francesco e Aurelio (Venezia, 1673, 1676-1677, 1679); Cernezzi e Sebregondi, Giovanni e Ascanio (Valencia, 1643-1644); Cerni Vincenzo (Barcellona, Vienna, 1711-1714); Cerri Ernesto Gaetano (Camaiore, 1740); Ceruti Giovanni Battista (Triora, 1807, 1811); Cerveteri, principe di (Vignanello, 1816); Cervino Sebastiano (Novi, 1716); Cervoni Patrizio (Colle, 1644); Cesarea (di) Lorenzo Antonio (Napoli, 1693); Cesaroni Romano (Livorno, 1712); Ce-schetti Giuseppe (Bologna, 1819-1825, 1831-1833); Cesena Ignazio (Piacenza, 1793, 1796); Cesino Giuseppe (Tortorici, 1664); Ceva Carlo (Milano, 1629-1630, 1634-1635); Ceva Francesco (Milano, 1616); Ceva Niccolò (Milano, 1616, 1629-1630, 1634-1635); Cevasco Gerolamo (Valenza, 1738-1741); Cheri Francesco (Serravalle, 1598, 1620); Chianese Muzio (Frignano, 1653); Chiappara e Lazzana (Novi, 1766); Chiapparino Carlo Maria (Savona, 1690, 1692); Chiappe Giacinto (Lisbona, 1791-1793); Chiappo-ri Emanuele (Genova, 1805-1806); Chiara Francesco (Bastia, 1676); Chiavari Giovanni Stefano (Toledo, 1595); Chiesa Galeotto (Genova, 1798); Chiesa (della) Ramo primogenito, Archivio generale 341 (Genova, 1826-1830); Chighisola Antonio (Genova, 1679-1680); Chighisola Filippo (Genova, 1673); Chinato Cesare (Milano, 1595-1596); Ciafaglione Filippo (Palermo, 1666); Ciambri Giuseppe (Capri, Palermo, 1663-1664); Cicala Giovanni Battista (Alassio, 1716, 1727); Ci-gala Filippo (Bastia, Messina, Roma, 1667, 1669, 1673, 1676); Ciglia e Piazza, Francesco e Benedetto (Cartagena, 1608); Cimbaioni Raffaele (Bologna, 1822- 1824); Cimelli Pietro Antonio (Milano, 1612-1613); Cinacchi, Bambacari e Micheli (Messina, 1665); Cinaglia Francesco (Roma, 1698); Cioffi Domenico (Firenze, 1727); Ciomei Niccolò (Lucca, 1690); Cipollini Visconte (Albenga, 1694); Cipriano Gregorio (Trapani, 1674); Cirelli Bartolomeo (Genova, 1663-1665, 1669); Cirelli Francesco (Roma, 1638); Cittadella e Saminiati (Lione, 1637); Cittadelli Domenico (Livorno, 1724); Cittadelli e Guidelli (Livorno, 1724-1725); Ciuffardo Domenico (Recco, 1672); Ciuffardo Giovanni (Genova, 1673); Ciuffarini e Sesti, Niccolò e Domenico (Livorno, 1673); Clavarino Francesco Maria (Genova, 1751); Clavarino Giovanni Stefano (Granada, 1608); Clavarino e Rapallo, Giovanni Stefano e Pietro Francesco (Granada, 1610); Clavesana (Genova, 1680); Clavesana, marchesa di (Torino, 1776); Clerici Antonio (Milano, 1739); Clerici Giorgio (Milano, 1611); Cleteler Lorenzo (Bastia, 1737); Cleter Giovanni Pietro (Roma, 1783-1785, 1788, 1790); Coccapani Luigi (Modena, 1823); Coccia Giacomo (Foligno, Montefalco, 1771); Cocorno Ercole (Roma, 1711); Cocorno Francesco (Roma, 1678-1680, 1711); Codeviola Carmine, vescovo (Albenga, 1822); Coen Felice (Ferrara, 1762); Col-lareta e Mongiardino (Napoli, 1809-1813); Collareta e Moro (Napoli, 1812- 1828); Collegi serenissimi (Genova, 1650, 1652); Colombani Angelo Maria (Corsica, 1786); Colombara Giacomo (Borghetto, Morbello, 1771-1773); Co-lomodio Terenzio (Civitavecchia, 1643); Colonna Gerolamo, cardinale (Roma, 1652); Colonna Giuliano (Napoli, 1702); Coltellazzo Giovanni Battista (Roma, 1732); Comlenovich Michele (Livorno, 1785); Compagni e Libri, Giovanni e Gerolamo (Firenze, 1744, 1747*1771); Comparato Bartolomeo (Masone, 1771); Compere di S. Giorgio, procuratori delle (Genova, 1680); Comunità, magistrato di (Genova, 1680); Conca (della) Francesco (Madrid, 1790); Condi Giovanni Battista (Bastia, 1750); Conforti Venanzio (Napoli, 1709-1710); Contardi Andrea (Genova, 1667, 1673, 1676); Contarmi Giovanni Battista (Venezia, 1644); Contarmi Soranzo Contarina (Venezia, 1690); Conte (del) Francesco Maria (Roma, 1692); Conti Alessandro (Frignano, Napoli, 1708-1714, 1716); Conti Bartolomeo (Cortona, 1671); Conti Felice (Bastia, Frignano, 1725,1727, 1731); Conti Francesco (Roma, 1606); Conti Giovanni Antonio (Avellino, Frignano, Napoli, 1708-1716, 1719-1735); Conti Marco (Bologna, 1722); Conti Matteo (Bologna, 1690- 1692, 1694, 1716-1722); Conti Niccolò (Frignano, 1693, 1714, 1722, 1724, 1727, 1731); Conti Pietro (Frignano, Napoli, 1775, 1779); Conti Doria Antonia (1710); Controni Ruggiero (Messina, 1659); Cope William (Dublino, 1800); Coppola Carlo (Casal dei Principi, 1745); Coppola Giovanni (Cagliari, 1712); Coppola Giovanni Francesco (Capo d’Orlan-do, 1650); Coppola Mariano (Frignano, 1758, 1763); Coppola Onofrio (S. Cipriano, 1709); Coquille (Bruxelles, 1789); Corboli Pompilio (Urbino, 1689); Corbo- li Sinibaldo (Firenze, 1712-1713); Corbo- li e Montanti, Sinibaldo e Orazio (Firenze, 1689, 1692-1693, 1699); Cordara Pasquale (Alessandria, Torino, 1825-1832); Cordiglia Domenico (Napoli, 1793-1794); Corigliano, duca di (Napoli, 1709-1710, 1720-1745, 1756); Cornice Giacomo (Chiavari, Levanto, 1807-1809); Coronata Camillo (Genova, 1647-1648, 1652); Coronella, Salvatore e Michelangelo (Frignano, 1745); Corsanego (Venezia, 1702,1707); Corsanego e Granello (Roma, Venezia, 1691-1696, 1701-1711); Corsiglia Bartolomeo (Civitavecchia, 1792); Corsiglia Eletta Teresa (Roma, 342 Indice dei corrispondenti 1797-1800); Corsini Bartolomeo (Firenze, 1606, 1608); Corsini Lorenzo (Livorno, 1637); Corso Angela (Alessandria, 1820-1821); Corso Rebuffo Maddalena (Alessandria, 1820-1821); Corte, sindaco di Novi (Novi, 1819); Corte (della) Antonio (Frignano, 1701-1702, 1708-1716, 1720, 1726-1727); Corte (della) Domenico (Frignano, Napoli, 1737-1742); Corte (della) Donato (Frignano, 1731, 1745, 1749, 1757-1758, 1774); Corte (della) Filippo (Frignano, 1739); Corte (della) Francesco (Frignano, 1719-1720, 1722, 1744-1745); Corte (della) Giovanni (Frignano, 1768); Corte (della) Giovanni Bernardino (Frignano, 1711, 1713); Corte (della) Giuseppe (Frignano, 1745, 1748); Corte (della) Guglielmo (Frignano, 1708); Corte (della) Leone (Frignano, 1673, 1679); Corte (della) Lorenzo (Frignano, 1710); Corte (della) Lorenzo (Frignano, 1744-1746, 1768-1781); Corte (della) Niccolò (Frignano, 1699); Corte (della) Onofrio (Frignano, 1740, 1742); Corte (della) Scipione (Frignano, 1714); Corte (della) Vincenzo (Frignano, 1714); Corte (della) e Petrillo, Antonio e Carlo (Frignano, 1720); Corte (della) e Petrillo, Niccolò e Carlo (Frignano, 1713-1714); Corte (della) e Petrillo, Niccolò e Niccolò (Frignano, 1713, 1739, 1745); Cortina Benedetto (Mondovì, Nizza, 1775, 1781, 1784-1786); Corvesi (Nizza, 1776); Cosenza (di) Pietro (Napoli, 1640); Cosmi (de) Paolo Felice (Alicante, 1676); Cosso Giovanni Domenico (Orerò, 1692); Costa Agostino (Genova, 1625); Costa Bonifacio (Chiavari, 1761, 1772-1773); Costa Giacomo (Genova, Rapallo, 1618, 1625); Costa Giacomo Antonio (Cabella, 1771-1774, 1777); Costa Lorenzo (Barcellona, 1596); Costa Niccolò (Genova, 1663- 1665); Costa Ottavio (Roma, 1632); Costa Paolo (Genova, 1673); Costa Pietro Tomaso (Messina, Palermo, 1642-1643); Costa Vincenzo (Genova, 1665); Costa (della) (Nizza, 1774-1777); Costa e Her-rera (de), Giovanni Antonio e Enrico (Roma, 1607, 1613, 1615-1618); Costa-guta Ascanio Prospero (Roma, 1613, 1624-1626); Costaguta Giovanni Battista, cardinale (Roma, 1652); Costaguta Giovanni Giorgio (Roma, 1613, 1624-1626); Costaguta Luigi (Roma, 1808-1813); Costantini Gaspare (Aiaccio, 1745); Cotrino Niccolò (Alcamo, 1650); Cotta Agostino (Pieve, 1774); Cotteletti Giovanni Battista (Genova, Milano, 1737, 1741, 1750), Cottone Vittorio Felice (Palermo, 1667, 1674); Cova Paolo (Bergamo, 1793); Covercelli Paolo (Frignano, 1778-1818); Craffeo Domenico (Palermo, 1662- 1663); Crema Francesco (Valladolid, 1625-1626); Crena e Visconti, Giovanni Angelo e Pirro (Milano, 1595-1596); Cresceri, barone (Palermo, 1799-1802), Cresta Francesco (Genova, 1831); Crigo Cesare (Napoli, 1633); Crispo Gerolamo (Frignano, 1634); Cristiani Francesco (Avella, 1772); Cristiani Lorenzo (Venezia, 1727); Cristiani di Ravarrano, conte (Nizza, 1787); Croce Cornelio (Milano, 1596); Croce Giovanni Domenico (Genova, 1672); Croce llario (Venezi*- 1634); Croce Luciano (Venezia, 1634); Crosa Angelo (Chivasso, Torino, 1800- 1804); Crosa Carlo Antonio (Torino, 1778-1798); Crosa Gioacchino (Tonno, 1805); Crosa Giovanni (Tortona, 1667), Crosa Giovanni Niccolò (Genova, 1776); Crosa Teresa (Roma, 1809-1817); Crosa Teresa Violante (Roma, 1809-1817); Crova Luigi (Acqui, 1794); Cruz (de la) Gerolamo (Barcellona, 1651); Cuneo Francesco Maria (Savona, 1711), Cuneo (da) Alberico (Savona, 1675-1680, 1693, 1711); Cunico, conte (Genova, 1777); Curletto, duca di (Napoli, 1716); Curio Lorenzo (Genova, 1652); Curio Paolo Battista (Taggia, 1773-1774); Curzio (da) Bernardo (Novi, 1680, 1690); Cusani Carlo (Masone, 1795, 1798-1800); Cutelli Mario (Palermo, 1650); Cuttica Francesco (Alessandria, 1819); Cuttica Pio (Cassine, 1819). Dabbi Francesco Maria (Genova, 1692); Dacorsi Antonio (Sestri, 1789); Dagnino Giovanni Luca (Bologna, 1793- 1794, 1800-1801); Dainetto Placido (Palermo, 1667); Dalmares, Catta, Pirria (Barcellona, 1711); Danesio (Torino, Ramo primogenito, Archivio generale 343 1823); Dania, vescovo (Albenga, 1807-1817); Dania e Merlo (Parigi, 1789); Daniele Francesco (Frignano, Napoli, 1702); Daniele Niccolò (Palermo, 1666-1667); Daniele Pietro (Perugia, 1720); Dardi Agostino (Rapallo, 1637); Dari Antonio (Savona, 1606); Davia e Marchesini, Giovanni Francesco e Giacomo (Bologna, 1672-1673, 1678-1680, 1682, 1685); David, vedova (Marsiglia, 1716); Decani Giacomo (Superga, 1796); Decio Pietro Paolo (Anversa, Milano, 1608-1613, 1617-1618); Decio e Boschi, Pietro Paolo e Agostino (Anversa, 1609-1619); Degola Giorgio (Napoli, 1709); Deles-sert (Parigi, 1790); Delfino Giovanni Battista (Genova, 1608); Delprimo Giuseppe (Rocca Grimalda, 1819-1820); Denente Israel (Nizza, 1676); Deneri Mario (Albenga, 1818); Dente Vincenzo (Palermo, 1667); Denti Pietro Cipriano (Milano, 1689-1696, 1709-1716); Deodati, Fabio e Lelio (Napoli, 1598); Descalzo Leonardo (Calvi, Sartene, 1680, 1692); Desiderati Giovanni Bernardo (Genova, 1689, 1702); Desiderati Giuseppe Maria (Trapani, 1705); Desiderio e Segni, Giovanni Agostino e Giovanni Francesco (Palermo, 1616-1618); Desplay Francesco, eredi di (Civitavecchia, 1819); Diamanti Giovanni Mauro (Perugia, 1739); Diana Giovanni Battista (Rezzo, 1805-1813); Diana Crispi Giuseppe (Roma, 1771-1774); Diana e Borsone, Giacinto e Giovanni Maria (Roma, 1644-1645); Diano Giacomo (Savona, 1765-1771, 1777, 1782-1789); Diano Luigi (Savona, 1794-1820); Diece (da) Giovanni Ambrogio (Novi, 1624); Dighe Niccolò (Savona, 1685); Digheri Francesco (Carta-gena, 1613, 1617-1618, 1635-1638); Dini Agostino (Piacenza, 1608); Dini Giovanni Battista (Messina, Palermo, 1608-1609, 1612); Diodati Nicola, eredi di (Piacenza, 1616); Doge e Governatori della Repubblica (Genova, 1629, 1630, 1672, 1680); Dogliotti Francesco (Ve-sme, 1771); Domenech Gerolamo (Palermo, 1667); Domenichetti Domenico (Genova, 1760); Domi (de) Maurizio (Milano, Pavia, 1617); Domiciliis Do- menico (Napoli, 1768); Donato (Frignano, 1774); Donaud Ignazio (Marsiglia, 1785); Dorchi Giovanni Paolo (Anversa, 1635-1638, 1643); Doria Alessandro (Genova, 1798); Doria Alessandro, erede di (Roma, 1613); Doria Antonio, cardinale (Roma, 1788-1789); Doria Antonio Maria (Alassio, 1774); Doria Brancaleo-ne (Pisa, 1798); Doria Camillo (Genova, 1784); Doria Carlo (Barcellona, Genova, Livorno, Napoli, 1665); Doria Clemente (Vienna, 1727-1728, 1730); Doria Domenico Antonio (Cerro Maggiore, 1713); Doria Domenico Giorgio (Vico, 1724); Doria Francesco (Napoli, 1624); Doria Francesco Maria (Bastia, 1690); Doria Francesco Maria (Parigi, 1745); Doria Gerolamo (Genova, Madrid, 1615-1616, 1624-1625); Doria Gerolamo (Novi, 1676); Doria Giovanni Carlo, principe d'Angri (Acquaviva, Napoli, 1712-1713); Doria Giorgio, cardinale (Bologna, Francoforte, 1743-1744); Doria Giovanni Agostino (Gioia, 1653); Doria Giovanni Battista (Milano, 1613, 1637-1640); Doria Giovanni Battista (Genova, 1682); Doria Giovanni Gerolamo (Bastia, 1676); Doria Giuseppe Maria (Roma, 1815- 1816); Doria Marcantonio (Sampierda-rena, 1680); Doria Orazio (Madrid, 1625); Doria Paolo (Napoli, 1709-1710, 1714, 1731); Doria Placidia (Genova, 1648); Doria Stefano (Genova, 1615- 1616, 1622); Doria Vittoria (Genova, 1625-1626); Doria Zaccaria (Malta, 1650); Doria e Spinola, Gerolamo e Agostino (Madrid, 1617); Doria Fieschi Maria Aurelia (Genova, 1673); Doria Lamba Francesco Maria (Milano, 1817); Doria Pinelli Catetta (Genova, 1625); Dortu e C. (Nijon, Svizzera, 1793, 1796); Dotto Giovanni Battista (Palermo, 1770-1774, 1777-1779, 1784, 1788); Dragalizza Niccolò (Smirne, 1782-1783); Drago Giacomo (Napoli, 1679-1680); Drago Niccolò (Novi, 1624); Drazenio Francesco (Cairo, 1619); Dugnani Francesco Maria (Milano, 1595-1596); Durandi Ignazio (Marsiglia, 1785); Durando Peliegro (Barcellona, 1637); Durante Lorenzo (Napoli, 1635); Durante Lorenzo (Sanremo, Indice dei corrispondenti 344 1808-1812); Durazzo Angela Maria (Genova, 1648); Durazzo Battista (Genova, 1682); Durazzo Carlo Emanuele (Genova, 1648, 1652); Durazzo Eugenio (Genova, 1673, 1680, 1682, 1685); Durazzo Gerolamo (Genova, Novi, 1636, 1650, 1663); Durazzo Giacomo Filippo 1 (Genova, Milano, Novi, 1609, 1636, 1648, 1650); Durazzo Giacomo Filippo II (Genova, Milano, 1712, 1714-1715, 1720); Durazzo Giacomo Filippo III (Genova, 1794, 1797-1801); Durazzo Giovanni Agostino (Costantinopoli, Genova, 1665, 1672); Durazzo Giovanni Antonio (Palermo, 1650); Durazzo Giovanni Luca (Genova, Parigi, Reims, Roma, Savona, 1663-1674, 1678); Durazzo Giovanni Luca (Genova, Milano, 1732, 1734); Durazzo Giuseppe Maria (Genova, Sestri P., 1667, 1670, 1689); Durazzo Ippolito (Parma, 1689); Durazzo Marcello, cardinale (Faenza, 1699); Durazzo Marcello Francesco (Genova, 1797-1813); Durazzo Marcello I (Genova, Savona, 1672, 1680); Durazzo Marcello III (Genova, 1797); Durazzo Niccolò (Parigi, 1714); Durazzo Pietro (Genova, 1655, 1685); Durazzo Stefano (Ischia, 1727); Durazzo Vincenzo (Genova, 1683); Durazzo Durazzo Ci-chetta (Albisola, 1795); Durini Giovanni Giacomo (Milano, 1636). Eloisi Giovanni Francesco (Torino, 1713); Emerico Giovanni Luca (Oneglia, 1725); Enrico Clemente (Albenga, 1725); Enrile Giovanni (Ovada, 1819); Enriquez Teodosio (Firenze, 1612-1613); Erba (dall’) Giovanni Matteo (Rezzo, 1772); Esplanada (de) Juan (Palermo, 1662); Esterhazy, conte (Palermo, 1800). Fabbri Roberto (Sant’Agata, 1772); Faber Francesco (Innsbruck, 1776); Fabiani Gerolamo (Alicante, 1724, 1738); Fabiani Giovanni Battista (Genova, 1673, 1676); Fabiani Giovanni Battista (Alicante, 1724, 1738); Fabiani Giovanni Battista, vedova di (Alicante, 1760-1764, 1783-1801); Fabiani Niccolò (Rezzo, 1807-1816); Fabozzi Luca (Frignano, 1740); Fabozzi Paolo (Frignano, 1744- 1745, 1749); Fabris Giovanni Pietro (Venezia, 1733, 1740-1741); Faery Pietro (Firenze, Genova, Livorno, 1800-1803); Falconi Giovanni Battista (Piacenza, 1676); Falconieri Andrea (Parma, 1634- 1635); Falconieri Niccolò (Firenze, 1820); Fallabrino Benedetto (Carpeneto, 1800-1811); Fallabrino Domenico (Cre-molino, 1773); Fallabrino Pietro (Carpeneto, 1811-1815); Fallabrino Stefano (Carpeneto, 1810); Faraggiana Antonio (Genova, 1757); Faranda Pietro (Torto-rici, 1664); Faraone Pietro (Messina, 1674); Fardella Andrea Diego (Frignano, Trapani, 1734, 1740); Fardella Vincenzo (Trapani, 1705); Farina Angelo (Frignano, 1777); Farina Corrado (Napoli, 1790); Farisano Giovanni Battista (Napoli, 1746, 1754, 1756, 1761, 1772); Fasano Antonio (Barcellona, Napoli, 1706, 1708-1709); Fasano Francesco (Napoli, 1708-1714, 1724, 1727); Fatta (di) Francesco (1665); Faulisi Rocco (Polizzi, 1664); Fava Giovanni Battista (Genova, 1679-1680); Fava Pietro (Madrid, 1762, 1767); Fava, Aicardi, Approsio (Genova, 1680); Fava Pallavicini Caterina (Bologna, 1778-1784); Fava Pallavicini Maria (Bologna, 1768, 1773-1786); Favali Giovanni Agostino (Genova, 1680); Favisano Giovanni Battista (Napoli, 1773); Fa-vretti Ippolito (Ferrara, Genova, 1807- 1821); Fazio Pantaleo (Napoli, 1648); Federici Domenico (Spezia, 1689); ^ec|e’ rici Federico (Sanremo, 1683); Federici Gerolamo (Spezia, 1693); Federici Leandro (Ventimiglia, 1771); Fenga Silvestro (Livorno, Messina, 1667); Fenoglio Acquarone Maria Caterina (Portomaurizio, 1791); Fenzi Francesco (Firenze, 1790- 1791); Fernelli e Lusardo, Agostino e Marcantonio (Lione, 1605); Ferni Gerolamo (Milano, 1598); Ferrari (de) Alessandro (Genova, 1662-1664, 1679); Fef· rari (de) Andrea (Venezia, 1615-1616); Ferrari (de) Antonio (Chiavari, Varese, 1793-1808); Ferrari (de) Bartolomeo (Ortovero, 1825-1833); Ferrari (de) Car- lo Francesco (Venezia, 1762-1796, 1804); Ferrari (de) Federico (Milano, 1752-1765); Ferrari (de) Francesco (Bologna, Ramo primogenito, Archivio generale 345 1809-1817); Ferrari (de) Francesco Maria (Genova, 1667); Ferrari (de) Giacomo (Novi, 1790, 1795); Ferrari (de) Giovanni Battista (Venezia, 1617-1618); Ferrari (de) Giovanni Battista (Genova, Novi, 1651, 1672); Ferrari (de) Giovanni Battista (Caprauna, 1776); Ferrari (de) Giovanni Pietro (Palermo, 1654); Ferrari (de) Lazzaro (Castelnuovo, 1771); Ferrari (de) Lina, (Novi, 1793); Ferrari (de) Maurizio (Finale, Vienna, 1766, 1776); Ferrari (de) Pietro (Venezia, 1808, 1820- 1821); Ferrari (de) Pietro Antonio (Cenale, 1685); Ferrari (de) Pietro Francesco (Milano, 1634); Ferrari (de) Pietro Maria (Milano, 1667); Ferrari (de) Raffaele Andrea (Novi, Venezia, 1615-1626, 1651); Ferraris Lucio (Alessandria, 1713); Ferrer Francesco (Anversa, 1600); Ferreri, marchese (Palermo, 1803); Ferrerò, conte (Nizza, Tortona, 1776, 1822); Ferretti Leonardo (Civitavecchia, 1743); Ferretti Ottavio (Ancona, 1698-1699); Ferretto Filippo (Genova, 1673); Ferro Alessio (Trapani, 1756); Ferro Marco (Genova, 1714); Ferro Niccolò (Genova, 1683); Ferro (del) Giovanni Francesco (Roma, 1673); Fialle Francesco Maria (Roma, 1713); Fiallo Giovanni Battista (Sassello, 1685); Ficano Giacomo (Palermo, 1666-1667); Fieschi Agostino (1637); Fieschi Anna Teresa (Genova, 1786); Fieschi Barbara (Crocefieschi, 1717); Fieschi Carlo Maria (Milano, 1672-1673); Fieschi Gerolamo (Savigno-ne, 1773-1776); Fieschi Giovanna (Genova, 1717); Fieschi Giovanni (Savigno-ne, 1772); Fieschi Giovanni Battista (Genova, Milano, Pozzuoli, 1636-1645, 1663-1667, 1672); Fieschi Giovanni Maria (Madrid, Parigi, 1634, 1639-1640, 1643); Fieschi Giuseppe Maria (Milano, 1636); Fieschi Lorenzo (Viterbo, 1676); Fieschi Urbano (Barcellona, Milano, 1708-1709, 1722); Fieschi e Giustiniani, Sinibaldo e Giovanni Battista (Madrid, Valladolid, 1595, 1602, 1605); Fieschi Pallavicini Placidia (Novi, 1676); Figara Pietro Paolo (Frignano, Rapallo, 1692-1694, 1698-1702); Figari Domizio (Roma, 1795-1812); Figari Giacomo Maria (Roma, 1682); Figari Marianna (Roma, 1812-1815); Figari Serafino (Roma, 1758-1796); Fighera Bernardino (Aversa, 1682); Filion Vincenzo (Roma, 1788, 1795, 1797); Filippi Giovanni Agostino (Torino, 1715-1716); Filippi Giovanni Battista (Pieve, 1759, 1771-1774, 1777); Filomarino Ascanio, cardinale (Roma, 1652); Finita Pietro (Roma, 1725); Fi-nocchio Giovanni Gerolamo (Bastia, 1692); Fiore Antonio (Nizza Monferrato, 1794); Fiore Onofrio (Bologna, 1683); Fiore (di) Tomaso (Napoli, 1786); Fiori Bartolo (Verona, 1805-1808); Firmatura Carlo (Palermo, 1662); Firpo Giacomo Maria (Genova, 1691); Firpo Giuseppe (Genova, 1784-1786); Firpo Niccolò (Senigaglia, Vado, 1689); Fizzarotti Daniele (Napoli, 1713); Flangini Andrea (Venezia, 1642-1645); Flangini Antonio (Venezia, 1642-1645); Flangini Gerolamo (Venezia, 1633-1635, 1637); Flangini e Oste (dell'), Gerolamo e Cosimo (Venezia, 1617-1626, 1630, 1634-1640); Florio Antonio (Napoli, 1710); Foccari Gerolamo (Madrid, 1631); Foezi Giovanni Pietro (Genova, 1801); Foglia Carlo Antonio (Milano, 1769-1770); Foglia Giuseppe (Milano, 1754); Foglietta Tomaso (Giovi, 1740); Folti Rodolfo (Genova, 1734); Fondacci Antonio (S. Reparata, 1679); Fontana Matteo (Firenze, 1643); Fontana Pietro (Spoleto, 1810, 1826- 1830); Fontanabuona Carlo (Borghetto, 1817); Fontani Luigi (Pisa, 1798); Foresti Francesco (Palermo, 1666); Fornaciari Ludovico (Firenze, 1725, 1727); Fornari Cristoforo (Milano, 1636-1637); Fornel- li e Luxardo, Agostino e Marcantonio (Lione, 1606); Forno Giovanni Battista (Parigi, 1636-1637, 1643); Forno (del) Giovanni (Milano, 1605-1608, 1613); Forte e Valle, Benedetto e Domenico (Venezia, 1602); Fossati Giovanni Battista (Finale, Lucarello, 1771, 1773); Fossati Niccolò (Genova, 1803); Fracchia Antonio (Napoli, 1772-1773); Fraettino Vincenzo (Napoli, 1635); Fragnito, duca di (Napoli, 1793); Francalanza e Sola (Lisbona, 1733); Franceschi Alessandro (Venezia, 1614); Franceschi e Serragli, 346 Indice dei corrispondenti Francesco e Giuliano (Firenze, Napoli, 1605-1613); Franchi (de) Bernardo (Roma, 1606-1609, 1611); Franchi (de) Carlo (Iaci, 1652); Franchi (de) Donato (Milano, 1667); Franchi (de) Federico (Genova, Lione, 1616, 1624); Franchi (de) Federico (Genova, 1685); Franchi (de) Francesco (Sestri P., 1691); Franchi (de) Francesco (Aversa, 1754); Franchi (de) Gerolamo (Genova, 1678); Franchi (de) Giacomo (Genova, 1625); Franchi (de) Giacomo Maria (Finale, 1734); Franchi (de) Giovanni (Genova, 1629); Franchi (de) Giovanni Battista (Tortona, 1790); Franchi (de) Giuseppe Maria (Bastia, Quarto, Savona, 1678-1680, 1690); Franchi (de) Marco (Levanto, Novi, Sanremo, 1636, 1667, 1673); Franchi (de) e Mari (de), Niccolò e Giacomo (Napoli, 1609, 1611-1612); Franchi Pascali Francesco (Aversa, 1777); Franchini Gian Matteo (Lerici, 1738); Franciotti Curzio (Lucca, 1691); Franciotti e Bertolini Alessandro e Lorenzo (Venezia, 1605); Franciotti Guinigi Giulia (Lucca, 1717); Franco (di) Antonio (Napoli, Pietra, 1738-1745); Franzeri Antonio (Torino, 1783); Franzone Spinola Maria Brigida (Genova, Piacenza, 1683, 1687); Fravega Alessandro (Cartagena, 1667); Fravega Eufrasia Maddalena (Roma, 1794-1797, 1803-1806); Fravega Niccolò (Cartagena, 1667); Frediani Antonio (Roma, 1712- 1713); Fregoso Antonio (Novi, 1772); Fresia Stefano (Genova, 1754); Frondella Giacomo (Frignano, 1748); Fucari Pallavicini Maria Adelaide (Parma, 1720); Funi (delle) Giovanni Giacomo (Firenze, 1724); Furlani Gerolamo (Parma, 1616); Fumo Giovanni Battista (Palermo, 1666); Furse (Londra, 1820-1829). Gabaleone e Lorenzi (de), Bernardo e Enrico (Anversa, 1605); Gabriele Angelo (Genova, 1663); Gabrielli e Gandolfo, Giacomo e Giovanni Giuseppe (Bologna, 1611); Gaeta, vescovo di (Gaeta, 1727); Gaetani Bianco Francesco (Favignana, Palermo, 1789, 1793, 1795); Gaforio Gerolamo (Genova, 1692); Gagliardi Niccolò (Genova, 1685); Gagliardo e Viale, Giuseppe e Paolo (Genova, 1664); Galdo Francesco (Napoli, Trapani, 1783, 1787); Galee, magistrato delle (Genova, 1652, 1665, 1680); Galesi Niccolò (Savona, 1693); Gallarati Agostino (Pavia, 1689); Gallarati Andrea (Pavia, 1690); Gallese Agostino (Genova, Novi, Spezia, 1672-1673, 1678); Gallesio Giorgio (Savona, 1812-1813); Gallesio Giovanni Battista (Finale, 1774); Galli Giovanni Francesco (Savona, 1679); Galli Valentino (Mon-tecchio, 1701, 1706); Galliani Antonio (Ovada, 1698); Galliani Antonio (Zucca-rello, 1774); Galliani Damiano (Parma, 1765); Galliani Domenico (Calvi, Sam-pierdarena, 1740, 1774); Galliani Domenico (Morbello, 1818); Galliani Francesco Maria (Sassello, Zuccarello, 1683, 1689); Galliani Giuseppe (Bologna, Livorno, Lucca, Napoli, 1773-1774, 1779-1811), Gallio Tolomeo (Alvito, 1709-1710); Gallo Andrea (Frignano, 1768, 1772); Gallo Angelo (Frignano, 1789); Gallo Benedetto (Frignano, 1784); Gallo Cesare (Frignano, 1740); Gallo Erasmo (Sarzana, 1771); Gallo Giacomo (Nizza, Torino, 1759-1760, 1768, 1771-1774, 1777, 1779); Gallo Ippolito (Rapallo, 1676); Gallo Luigi (Piacenza, 1741); Gallo de Cueva Giovanni (Madrid, 1608-1609, 1611); Gallo e Petrillo, Cesare e Carlo (Frignano, 1740); Galvani Pietro (Bologna, 1809-1821); Gamba Giacomo (Genova, 1803); Gambardella Niccolò (Napoli, 1774, 1784-1785); Gambarini Alessandro (Livorno, 1679); Gambarini Pietro Lodovico (Livorno, 1644); Gambaro Giovanni (Parigi, 1827); Gambavara Giuseppe (Pavia, 1683); Gambiraghi Antonio (Roma, 1731); Gandolfo Carlo (Genova, 1624); Gandolfo Francesco (Genova, 1797-1798); Gandolfo Giacomo Filippo (Piacenza, 1774); Gandolfo Giovanni Stefano (Siviglia, 1636-1638, 1640, 1643); Gandolfo Rolando (Siviglia, 1636-1638, 1640, 1643); Gandolfo e Gabrielli, Giovanni Giuseppe e Giacomo (Bologna, 1611); Gapia Francesco (Bastia, 1676); Garbarino Angelo (Marsala, 1702); Gar-barino Emanuele (Spezia, 1685); Garbarino Giacomo Maria (Novi, 1663); Gar- Ramo primogenito, Archivio generale 347 barino Giovanni Battista (Albisola, 1771-1774, 1777, 1789); Garbarino Giovanni Giacomo (Genova, 1598); Garbarino Paolo (Genova, 1705); Garbarino e Giustiniani, Bartolomeo, Paolo e P. Vincenzo (Venezia, 1613-1616); Garbarino e Giustiniani, Francesco e Agostino (Venezia, 1616-1617); Garelli Giorgio (Pieve, 1777); Garelli Giuseppe (Pieve, 1777); Garello Giovanni Battista (Genova, 1683); Garibaldi Angelo (Cabella, 1774); Garibaldi Giovannettino (Genova, 1663-1665); Garibaldi Giuseppe Maria (Genova, 1664); Garibaldi Ignazio (Genova, 1695); Garibaldi Niccolò (Piacenza, 1676); Garofoli Boniforte (Tortona, 1638); Garofoli Maria Crocifissa (Roma, 1829-1831); Garpano (de) Vincenzo (Ragusa, 1650); Garrina Traglietta Francesca Maria (Genova, 1679); Garuccio (Sassari, 1794); Gasopi Pietro (Genova, 1803); Gaspano (di) Alessandro (Ragusa, 1665); Gasparini Agostino (Genova, Rio maggiore, 1702, 1716-1722); Gasparini Domenico (Napoli, 1709-1714); Gastaldi Giovanni Battista (Londra, 1745); Ga-staldo Giovanni Antonio (Torino, 1667); Gatti Antonio (Acqui, 1801); Gatto Giorgio (Milano, Novi, 1717); Gatto Giovanni Francesco (Tortona, 1667); Gatto Michele (Genova, 1683); Gavan-zana, marchese di (Torino, 1775); Gavi Bartolomeo Domenico (Livorno, 1724, 1729-1735, 1739, 1750, 1759); Gavi Giovanni Andrea (Livorno, 1679-1680, 1690-1694, 1710-1715); Gavi Giovanni Antonio (Livorno, 1699, 1712); Gavi Giovanni Antonio jr. (Livorno, 1776, 1779, 1782-1788, 1793); Gavi Giovanni Domenico (Livorno, 1663-1664, 1672, 1679); Gaviglio Giovanni Antonio (Tortona, 1734); Gavino Giovanni Battista (Bastia, 1734); Gavino Luigi (Savona, 1771-1774); Gavino Maria Battistina (Genova, 1798); Gavotti Agostino Maria (Roma, Savona, 1689, 1693); Gavotti, barone (Roma, 1788); Gavotti Giovanni Carlo (Roma, 1630); Gavotti Ottavio (Savona, 1689, 1691-1693); Gavotti e Multedo (Savona, 1733); Gavotti e Poz-zobonelli, Lorenzo e Ambrogio (Roma, 1600, 1602, 1605-1619); Gazzino Francesco (Marsiglia, 1774); Gazzo Luigi (Genova, 1798-1802); Geddo Niccolò (Ortovero, 1774); Gelais Ottavio (Genova, Portomaurizio, 1672-1673); Gennaro (di) Antonio (Frignano, 1745); Genova (da) Giovanni Giacomo (Frignano, Rivarolo, Roma, 1638, 1640, 1642); Genova (da) Lorenzo Maria (Genova, 1672); Gentile Ambrogio (Genova, Piacenza, 1593, 1596); Gentile Cattaneo (Piacenza, 1596); Gentile Cesare (Genova, 1676, 1678-1680); Gentile Cesare (Genova, 1799); Gentile Deodato (Milano, 1598); Gentile Filippo (Savona, 1692); Gentile Francesca Benedetta (Genova, 1683); Gentile Francesco Maria, vescovo (Sestri L., 1774); Gentile Francesco Saverio (Frignano, 1777-1778); Gentile Gaspare (Genova, 1617); Gentile Giovanni Battista (Milano, 1629); Gentile Luigi Benedetto (Sarzana, 1732); Gentile Luisa (Novi, 1624-1625); Gentile Marcantonio (Genova, Lecce, 1622-1625); Gentile Michelangelo (Bastia, 1676, 1679); Gentile Niccolò (Genova, 1672); Gentile Pietro Maria (Genova, 1652-1653, 1683); Gentile Stefano (Chiavari, Savona, 1685, 1691); Gentile Tomaso (Genova, 1624); Gentiioni Giustino Antonio (Napoli, 1699); Genzano, marchese di (Genzano, Napoli, 1706, 1712-1713, 1719, 1723- 1727); Gerace, marchese di (Castelbuono, Palermo, 1662, 1665, 1667, 1674); Gerace Serra, principi di (Napoli, 1798, 1817, 1825); Gettoli Gregorio (Verona, 1808); Gherardi Andrea (Cadice, 1790-1792); Gherardi Camillo (Genova, 1608); Gher-si Giovanni Battista (Genova, Rivarolo, Roma, Torino, 1676-1680, 1685, 1690- 1693, 1701); Ghiara (Genova, 1798); Ghiara (di) Luca (Frignano, 1720); Ghie-risani Iacopo (Lucca, 1645); Ghigliero Battista (Milano, 1598); Ghiglione Carlo (S. Nicola, 1710); Ghigliotti (Oneglia, 1785); Ghini Ghino (Roma, 1613); Ghio Giovanni Ambrogio (Genova, Novi, Sestri L„ 1667, 1672-1673, 1678-1693); Ghisolfo Giuseppe (Favara, 1665); Gia-comini Giovanni Vincenzo (Messina, 1636); Giamari Bastogi (Livorno, 1816); 348 Indice dei corrispondenti Giambone Ottavio (Parigi, 1756-1793); Giancone Marcantonio (Casalnuovo, 1634, 1635); Gianini Francesco Maria (Bastia, 1672); Gianni e Segni, Niccolò e Lorenzo (Firenze, Piacenza, 1616-1619, 1624); Giannotti Giacomo (Ferrara, 1819); Gianrossi Giovanni Battista (Falcinello, 1777); Giarre Giovanni Battista (Genova, 1683); Giastri Stefano (Bologna, 1699); Giauberino Giacomo (Roma, 1670); Giauni Pasquale (Triora, 1771-1774, 1777); Giavarini e Vitali (Livorno, 1712-1714); Giglio Giuseppe (Palermo, 1667); Gilardi Carlo (Milano, 1690); Gil-dart e Reid (Londra, 1789-1790); Ginestra Salvatore (Bastia, 1687); Gini Antonio (Milano, 1609); Ginnetti Marzio, cardinale (Roma, 1666); Ginocchio Giovanni Giacomo (Milano, 1663); Giordani Paolo (Montefusco, 1757); Giorgi Francesco Maria (Sarzana, 1727); Giorgino Dionisio (Venezia, 1625); Giorni Carlo Agostino (Nizza, 1768, 1771-1774, 1785- 1786); Giorni Niccolò (Genova, Nizza, 1785, 1803); Giosfino Andrea (Palermo, 1608); Giovanni (di) Domenico (Favi-gnana, Palermo, 1708-1709); Giovanni (di) Francesco (Messina, 1665-1667); Giovanni (di) Giovanni Gerolamo (Finale, 1717); Giovi Angelo (Rivarolo, 1731); Giovi Giovanni Battista (Genova, 1643); Giovi Giovanni Luigi (Lione, 1640, 1644- 1645); Giovi Giovanni Paolo (Genova, Lione, 1634-1638, 1643-1644); Giovi Giovanni Tomaso (Lione, 1634-1638, 1644); Giovi Pietro Giuseppe (Lione, 1640, 1644-1645); Giovo Ambrogio (Lione, 1612); Giovo Angelo (Ventimi-glia, 1773); Giovo Giuseppe Maria (Savona, Sestri, 1685, 1687); Girardengo Alessandro (Novi, 1680); Girardengo Enea (Chiaravalle, Novi, 1679, 1684-1685, 1689); Girati Giovanni Lorenzo (Frignano, Napoli, 1708-1711); Girgenti, vescovo di (Agrigento, 1663-1664); Gi-solfo Giuseppe (Favara, 1664); Gissarelli Giuseppe (Roma, 1820); Giubega Francesco Saverio (Capraia, 1725); Giudice Agostino (Barcellona, 1609); Giudice Sebastiano (Barcellona, 1637); Giuliani Giovanni Battista (1789); Giuliani Luigi (Tolone, 1783); Giuliotta Giovanni Tomaso (Napoli, 1634); Giuntini e Morelli (Firenze, 1809-1811); Giupponi Pietro (Farfa, 1772); Giurato Antonio (Madrid, Messina, Palermo, 1666-1674, 1680, 1683, 1693); Giusiana Bartolomeo (Torino, 1795); Giussano Giovanni Battista (Trapani, 1708); Giussano Giulio (Roma, 1608); Giustenice, consoli di (Giustenice, 1774); Giusti Giuseppe (Milano, 1813, 1823); Giustiniani Agostino (Madrid, 1625-1626); Giustiniani Annibaie (Palermo, 1611); Giustiniani Bernardo (Roma, 1773); Giustiniani Carlo Fabrizio, vescovo (Bastia, 1676, 1679-1680); Giustiniani Filippo (Rivarolo, 1734); Giustiniani Giacinto (Genova, 1798); Giustiniani Giovanni Antonio (Chiavari, Genova, 1690, 1705, 1710-1711); Giustiniani Giovanni Battista (Madrid, 1607); Giustiniani Giulio Cesare (Genova, 1652); Giustiniani Luca (Genova, 1648); Giustiniani Marcantonio (Genova, 1680); Giustiniani Niccolò Maria (Genova, 1682); Giustiniani Paolo (Madrid, 1625- 1626); Giustiniani Paolo Vincenzo (Venezia, 1610-1613); Giustiniani Paride (Roma, 1774, 1777); Giustiniani Pietro (Napoli, Salerno, Tabarca, 1649-1650, 1676); Giustiniani Pietro (Genova, 1705); Giustiniani Raffaele (Genova, Rivarolo, 1685, 1691); Giustiniani Saverio (Genova, 1803); Giustiniani Stefano (Sestri P., 1724); Giustiniani Vincenzo (Messina, Palermo, Roma, 1605-1606, 1609); Giustiniani e Fieschi, Giovanni Battista e Sinibaldo (Madrid, Valladolid, 1595, 1605); Giustiniani e Garbarino, Agostino e Francesco (Venezia, 1616- 1617); Giustiniani e Garbarino, Paolo, P. Vincenzo e Bartolomeo (Venezia, 1613- 1616); Giustiniani e Moneglia, Paolo e Lucio (Venezia, 1605-1609); Giusto Ludovico (Alessandria, Cogoleto, Palermo, 1637-1638, 1643); Gnecco Domenico (Trapani, 1752-1758, 1760, 1769); Gnecco Giovanni Carlo (Favignana, 1793); Gnecco Giuseppe (Favignana, 1802); Gnecco Martino (Genova, 1798); Gnecco Vincenzo (Favignana, Livorno, 1806, 1815); Gnocchi Carlo Gerolamo (Milano, Ramo primogenito, Archivio generale 349 1685); Gnudi Angelo (Bologna, 1788-1789); Gnudi Antonio (Bologna, 1760- 1797); Gnudi Raffaele (Bologna, 1754-1755, 1758-1760); Gobotti (Tortona, 1774); Godano Niccolò (Savona, 1685); Godano (da) Battista (Genova, Rivarolo, 1616-1617); Gonzaga Ercole (Milano, 1620); Gonzales Tomaso (Madrid, 1609); Goragia Francesco (Alessandria, 1771); Gori Alberto (Venezia, 1689); Gorino Ottone (1629); Gosio Pietro Paolo (Ma-ranzana, 1792); Gozzi Alberto (Venezia, 1694); Granara Giovanni Stefano (Genova, 1679); Granara Giuseppe Maria (Roma, 1692); Granello Bartolomeo (Genova, Roma, 1679, 1683, 1689, 1693- 1694, 1696); Granello Francesco Maria (Venezia, 1694); Granello Michele (Roma, 1701-1702, 1709-1710); Granello e Corsanego (Roma, Venezia, 1691-1696, 1701-1711); Granello e Tuvo (Venezia, 1690-1693); Grasso Angelo (Genova, 1680); Grasso Giovanni Battista (Genova, 1663); Grattarola Alessandro (Pon-zone, 1772); Gravina, duca di (Napoli, 1804); Gravina Margherita (Palermo, 1791); Graziani Alessandro (Parma, 1722); Graziani Giacomo (Barcellona, 1617, 1622); Graziani Lelio (Marsiglia, 1605); Grazie, duca delle (Palermo, 1709); Graziosi Angelo (Civitavecchia, 1761); Graziosi Filippo (Civitavecchia, 1793, 1797-1799); Greco Domenico (Frignano, 1775); Gregori Tomaso (Messina, 1662); Griffi Marcantonio (Albenga, Venezia, 1798-1824); Griffi Salvatore (Parma, 1689); Griffo Giuseppe (Napoli, 1806); Grilli Giovanni Battista (Bologna, 1815); Grillo Carlo (Milano, Napoli, Parma, Venezia, 1705,1710,1715,1745); Grillo Giano (Rivarolo, 1712); Grillo Giovanni Battista (Bologna, 1814); Grillo Niccolò (Napoli, 1625-1626); Grillo Paolo (Napoli, 1607-1611,1613-1615, 1618); Grillo Vincenzo (Napoli, 1613); Grillo Cattaneo Domenico (Vienna, 1802, 1805-1806); Grillo Cattaneo Gerolamo (1717); Grillo Cattaneo Niccolò (Genova, 1798); Grillo e Grofoglietti, Vincenzo, Giulio e P. Battista (Napoli, 1617-1618); Grimaldi Agostino (Genova, 1663); Grimaldi Andrea (Genova, 1676, 1683); Grimaldi Angelo (Madrid, Milazzo, 1664, 1666-1667); Grimaldi Ansaldo (Genova, 1649); Grimaldi Cristoforo (Novi, 1797); Grimaldi Dario (Madrid, 1610); Grimaldi Domenico (Genova, Savona, 1680, 1691); Grimaldi Enrico (Genova, 1750); Grimaldi Francesco (Genova, 1665); Grimaldi Francesco, fedecommissari di (Genova, 1624); Grimaldi Francesco Maria (Chiavari, Genova, Napoli, Vienna, 1705, 1710, 1714, 1727-1746); Grimaldi Francesco Maria (Genova, 1791-1792, 1797); Grimaldi Gerolamo (Roma, 1701); Grimaldi Gerolamo (Madrid, 1743-1746); Grimaldi Giovannetta (Chiavari, Nervi, 1716-1727); Grimaldi Giovanni Battista (Madrid, Napoli, Roma, 1713, 1720, 1722, 1724-1726); Grimaldi Giovanni Battista (1763); Grimaldi Giovanni Battista (Firenze, Padova, Venezia, 1798- 1803); Grimaldi Giovanni Pietro (Aiaccio, 1679); Grimaldi Giuseppe (Genova, Napoli, Novi, 1663, 1665, 1671, 1673); Grimaldi Ignazio (Genova, 1702); Grimaldi Luigi (Bologna, 1822-1824); Grimaldi Maria Benedetta (Padova, 1798- 1818); Grimaldi Orazio (Genova, 1683, 1690); Grimaldi Pellina (Padova, Roma, 1798, 1816); Grimaldi Ranieri (Vienna, 1728); Grimaldi Silvestro (Roma, 1692); Grimaldi Sulpicia (Bologna, 1689, 1691); Grimaldi Cebà Antonio (Genova, 1625); Grimaldi Cebà Carlo (Levanto, 1663); Grimaldi Doria Maddalena (Genova, 1624); Grimaldi Landi Angela (Piacenza, 1819-1828); Grimaldi Pallavicini Maddalena (Manin) (Firenze, Genova, Pisa, 1798-1814); Grimani Vincenzo, cardinale (Napoli, 1710); Grizoldi Niccolò (Sestri L., 1722); Grofoglietti Francesco (Napoli, 1624); Grofoglietti Giulio (Lecce, 1616- 1617); Grofoglietti Paolo Battista (Napoli, 1617-1618); Grofoglietti e Grillo, Giulio, P. Battista e Vincenzo (Napoli, 1617- 1618); Grofoglietti e Lagomarsino, Francesco e Giovanni Giacomo (Napoli, 1605-1606); Grofoglietti e Saluzzo, Paolo Battista e Orazio (Napoli, 1624-1626); Grondona Bartolomeo (Ronco, 1682); Grondona Giovanni Natale (Bastia, 1717, 350 Indice dei corrispondenti 1720); Gropallo Giovanni Battista (Roma, 1663-1667, 1673); Gropallo Orazio (Piacenza, 1610); Groppo Giuseppe Maria (Genova, 1673, 1683); Groppo e Rat-tara, Giovanni e Giacomo (Palermo, 1598, 1601-1602, 1605, 1624); Groppo, Nigalli, Rossi, Onisto (Palermo, 1608); Grossi Pantaleone (Ovada, 1693, 1716); Grossi (de) Giulio (Genova, 1798); Guala Giovanni Antonio (Morbello, 1771); Guano Giovanni Niccolò (Cabella, 1773-1774, 1777); Guaracco Seyssel Laura (Alessandria, 1793-1797); Guarini Francesco (Assisi, 1774); Guasco Giacomo (Lione, 1629); Guasco Giovanni Battista (Torino, 1774); Guasconi Gerolamo (Messina, 1649); Guasconi Gioachino (Venezia, 1635); Guasconi Lorenzo (Pa-sturana, 1745); Guasconi Orazio (Novi, 1731-1732); Guasconi e Verrazzano (Venezia, 1689-1690); Gueglio Pietro Vincenzo (Sestri L., 1794); Guemes (de) Giovanni (Barcellona, 1624); Guerini Ottolini Margherita (1823); Guerra Antonio Maria (Arenzano, 1692); Guerra, magistrato di (Genova, 1680); Guerrero Pietro (Madrid, Napoli, 1672-1673, 1705-1706); Guglielmotti Giulio (Civitavecchia, 1771, 1774); Guidelli e Cittadelli (Livorno, 1724-1725); Guidi Antonio (Bologna, 1791-1795); Guidi Luca (Roma, 1713); Guidi Luigi (Bologna, 1817- 1827); Guinigi Pietro (Lucca, Viareggio, 1678, 1687, 1689); Guinigi e Bottini, Orazio, Prospero, Giuseppe (Venezia, 1613); Gustavo Gerolamo (Savona, 1772); Gutierrez Sebastiano (1625); Guzman (de) Luis (Toledo, 1600). Heath Giovanni (Genova, Londra, 1805-1833); Henikstein e C. (Vienna, 1819-1830); Henriquez (Madrid, 1616); Herrera (de) e Costa, Enrico e Giovanni Antonio (Roma, 1607, 1613-1618); Hol-lanonda Josep (Cadice, 1689); Holst Enrico (Livorno, 1797); Horra (di) Marcantonio (Napoli, 1606). Iaconetti Francesco (Roma, 1712); Iaconetti Lorenzo (Roma, 1712-1713); lannicelli Gennaro (Napoli, 1769, 1771- 1772); Imperiale Agostino (Gavi, 1692); Imperiale Bartolomeo (Genova, 1630); Imperiale Enrico (Sant’Angelo, 1682, 1705-1706); Imperiale Francesco Maria (Genova, Sampierdarena, 1679-1680, 1687); Imperiale Giovanni Battista (Francavilla, 1635); Imperiale Giulio (Napoli, Roma, 1698, 1731); Imperiale Giulio (Napoli, 1796); Imperiale Giuseppe Maria (Genova, 1789); Imperiale Giuseppe Renato, cardinale (Roma, 1689-1690); Imperiale Marcantonio (Lecce, 1614-1622); Imperiale Michele (Roma, 1672-1673); Imperiale Ottavio (Sanremo, 1663); Imperiale Silvia (Genova, 1680); Imperiale Doria Maria Vittoria (Genova, 1680); Imperiale e Centurione, Marcantonio e Benedetto (Lecce, 1613); Imperiale e Mari (de), Marcantonio, Lazzaro e Benedetto (Lecce, 1612-1613, 1626); Imperiale Lercari Franco (Genova, 1722); Imperiale Lercari Giuseppe (1785, 1789); Incontri Ferdinando (Firenze, 1754); Inia Francesco (Civitavecchia, Napoli, 1783-1794); Inia Giuseppe (Civitavecchia, Carloforte, 1783- 1797); Inquero Andrea (Madrid, 1663); Invrea Antoniotto (Genova, 1624); In-vrea Carlo (Genova, 1624); Invrea Gerolamo (Siviglia, 1610); Invrea Gerolamo (Madrid, 1679); Invrea Giovanni Paolo (Madrid, 1645); Invrea Giovanni Stefano (Madrid, 1643-1644); Invrea Marcello (Genova, 1680); Invrea Nevio Maria (Anversa, 1643); Invrea Niccolò (Genova, 1624-1625); Invrea Pompeo (Milano, 1643); Iorio (de) Giovanni Antonio (Napoli, 1815-1826); Ippolito (d’) Vincenzo (Palermo, 1662-1664, 1666); Irelle Benedetto (Napoli, 1653); Isnardi Agostino (Roma, 1699); Isola Angelo Maria (Roma, 1758-1772); Isola Antonio Gaetano (Favignana, Frignano, Trapani, 1731-1734, 1737-1745, 1749-1752); Isola e Barabino (Trapani, 1751). Joffrey junior (Dublino, 1800). Krohne (de), barone (Berlino, 1787). Lagomarsino Andrea (Quarto, 1798); Lagomarsino Francesco (Genova, 1806); Ramo primogenito, Archivio generale 351 Lagomarsino Giovanni Andrea (Quarto, 1773); Lagomarsino Giovanni Giacomo (Napoli, 1611); Lagomarsino e Grofoglietti, Giovanni Giacomo e Francesco (Napoli, 1605-1606); Lagrua Gerolamo (Madrid, 1788); Lalli Carlo (Ferrara, Lucca, Roma, 1724-1733); Lalumia Carlo (Palermo, 1664-1665, 1667); Lamberten-go Giovanni Pietro (Bastia, 1672-1673); Lamberti Marcantonio (Voltaggio, 1680); Lamberti Pietro Giovanni (Albenga, 1790-1793, 1796-1798, 1810-1811); Lambertini Prospero, cardinale (Firenze, Roma, 1711, 1724-1725, 1727); Lambru-schini Luigi (Roma, 1818); Lancellotti e Breglia, Lazzaro e Giuseppe (Napoli, 1762-1765); Landi e Roncadelli (Bologna, 1818); Landolina Francesco (Catania, 1787); Laneri Giovanni Battista (Acqui, 1771); Langlois Alberto (Sanremo, 1817); Langueglia Giovanni (Albenga, 1794); Lanier (Siena, 1673); Lante Alessandro (Roma, 1806-1807); Lanza Ottavio (Palermo, 1667); Lanzavecchia Giovanni Stefano (Ovada, 1706, 1722); Lanzavecchia Negrini (Rivarolo, 1727); Lanzi Antonio (Napoli, 1713); Laplaca Giuseppe (Palermo, 1680); Lari Tomaso (Milano, Sarzana, 1807); Lasagna Giovanni Battista (Genova, 1629); Lasagna e Maggiolo, Vincenzo e Lorenzo (Anversa, 1616-1618, 1622); Lasco (de) Giuseppe (Frignano, 1711); Latti Antonio Carlo (Lucca, 1724-1725); Laura Giovanni Antonio (Bastia, 1672); Laureri Giacomo (Rezzo, 1796, 1806-1812); Laureri Giovanni Battista (Albenga, 1819-1825); Lavaggi Domenico (Roma, 1783, 1804-1815); Lavaggi Gerolamo (Savona, 1689); Lavagna Giovanni Battista (Savona, 1731); Lavagna Giovanni Paolo (Madrid, 1650); Lavagna Giuseppe (Savona, 1771); Lavarelli Francesco (Roma, 1739); Lavezuolo Antonio Maria (Palermo, 1663-1664); Lavia Alberto (Trapani, 1825); Laviosa Bartolomeo (Lisbona, 1635-1636, 1643); Laviosa Bernardo Andrea (Palermo, 1748-1750, 1762); Laviosa Giovanni Battista (Lisbona, 1635-1636, 1643); Laviosa Niccolò (Palermo, 1750); Laviosa Sebastiano (Palermo, 1750, 1762); Laynes Filippo (Trapani, 1734); Lazzana e Chiappara (Novi, 1766); Lazzari (de) Giovanni Battista (Messina, 1611, 1613, 1616-1617); Lazzari (de) Giuseppe (Messina, 1598); Lazzari (de) Tomaso (Messina, 1598, 1611, 1613, 1616-1617); Leca Antonio (Spezia, 1685); Leganes (de), marchese (Madrid, Milano, Novara, Pavia, 1636-1638, 1653); Leghia (de) Gregorio (1650); Lengueglia, canonico (Albenga, 1771-1774); Lengueglia Serafina (Alassio, 1774); Lenzi Antonio (Bologna, 1805); Leone Gerolamo (Livorno, 1746, 1749); Leone Giovanni Battista (Livorno, 1746, 1749); Leonetti Giovanni Antonio (Quaranta, 1792); Leoni Lorenzo (Bologna, 1797-1800); Leoni Teresa (Bologna, 1792); Leprotti Antonio (Roma, 1744); Lercari Ansaldo (Anversa, 1637); Lercari Francesco (Genova, 1633); Lercari Francesco Saverio (Taggia, 1727); Lercari Gerolamo (Genova, 1629); Lercari Giovanni Carlo (Genova, 1609); Lercari Giustiniani Gerolama (Genova, 1624); Lercari Stalburger Pellina (Sampierdarena, 1608); Lercaro Ansaldo (Anversa, 1635- 1637); Levanti e Cabella, Niccolò e Giovanni Ambrogio (Napoli, 1605-1606); Levanto Antonio (Palermo, 1650); Levanto Tomaso (Frignano, 1709); Levreri Giovanni Stefano (Pieve, 1764-1766, 1771-1772); Levreri Giuseppe (Pieve, 1774, 1787); Liberati Carlo (Ancona, 1817-1818); Libri Leonardo (Roma, 1710); Libri Lorenzo (Firenze, 1767); Libri e Compagni, Gerolamo e Giovanni (Firenze, 1744, 1747-1771); Licoltelli Mario (Madrid, 1643); Lignola Filippo (Napoli, 1784-1793, 1796-1821); Lipari, vescovo di (Lipari, Roma, 1663-1664, 1672); Lobe Antonio Maria (Bastia, 1734); Logero Salvatore (Palermo, 1771); Lombardi Antonio (Roma, 1712-1730); Lombardi Domenico (Roma, 1715-1730); Lombardi Filippo (Roma, 1712-1717, 1722-1727); Lombardo Francesco (Milazzo, 1648); Lombardo Gerolamo (Milazzo, 1664-1666); Lombardo Guglielmo (Milazzo, 1665); Lomellini Agostino (Genova, 1798); Lomellini 352 Indice dei corrispondenti Agostino Maria (Rivarolo, 1712); Lomel-lini Andrea (Genova, Sampierdarena, 1679-1680, 1690); Lomellini Carlo (Novi, 1689); Lomellini Filippo (Rivarolo, 1695); Lomellini Francesca (Sampierdarena, 1679); Lomellini Francesco Maria (Chiavari, Genova, Madrid, Napoli, Roma, 1629-1633, 1638-1652, 1663, 1673); Lomellini Giovanni Andrea (Roma, 1732); Lomellini Giovanni Battista (Genova, Madrid, 1669, 1679-1683); Lomellini Giovanni Francesco (Genova, 1649); Lomellini Giovanni Raffaele (Genova, 1665); Lomellini Giulio (Genova, 1662); Lomellini Giuseppe Maria (Novi, 1672); Lomellini Gregorio (Genova, 1678- 1680); Lomellini Laura (Pisa, 1798); Lomellini Livia Maria (Genova, 1680); Lomellini Lorenzo (Pisa, 1806); Lomellini Maria (Genova, 1629, 1631); Lomellini Pietro (Sarzana, 1647); Lomellini Raffaele (Genova, 1629); Lomellini Raffaele (Genova, Palermo, 1663); Lomellini Stefano (Genova, 1610); Lomellini Stefano (Genova, 1672); Lomellini Stefano (Genova, 1750, 1754, 1756-1757); Lomellini, vescovo (Sarzana, 1771, 1774); Lomellini e Balbi, Maria e Pantaleo (Genova, 1629); Longo Bernardo (Albenga, Ortovero, 1771, 1778); Lonzi Francesco (Roma, 1613); Loredan Andrea (Venezia, 1689-1690); Loredan Francesco (Novi, Venezia, 1689); Lorenzani Giovanni (Pisa, 1799); Lorenzi (de) Andrea (Acqui, Morbello, 1771-1772); Lorenzi (de) Biagio (Savona, 1683); Lorenzi (de) Giovanni Antonio (Carpeneto, Morbello, 1809-1818); Lorenzi (de) e Gabaleone, Enrico e Bernardo (Anversa, 1605); Lo-renzini Giuseppe (Bologna, 1727); Lorenzo (di) Mariano (Noto, 1663-1664); Los Veles, marchese de (Napoli, 1678); Lossada, duca di (Caserta, 1756-1757); Lottieri Marcello (Napoli, 1714); Luca (de) Carlo Francesco (Roma, 1648-1649); Luca (de) fratelli (Trapani, 1793); Luca (de) Pietro (Bologna, 1789); Lucchese Domenico (Milano, 1726); Lucchetti Francesco (Civitavecchia, 1785, 1789); Lucchini Vincenzo (Bologna, 1598, 1602, 1605); Luciano Alessandro (Melfi, 1630); Lucini Cesare (Milano, 1605); Ludovisi Giovanni Carlo (Anzio, 1751); Lumaga Francesco (Venezia, 1636-1637, 1643); Lumaga Giovanni Andrea (Venezia, 1636-1637, 1643); Lumaga Marcantonio (Norimberga, Parigi, 1618, 1633); Lumaga Ottavio (Norimberga, 1618); Lumaga e Mascranico (Lione, 1637-1638); Lumaga e Stampa, Marcantonio e Francesco (Milano, 1643); Lunghi Giovanni Battista (Albenga, 1804-1807); Lurei Salvatore (Bastia, 1673); Luri Giuseppe Maria (Bastia, 1735); Lurico Giovanni Domenico (Borghetto, 1693); Lurico Giovanni Francesco (Borghetto, 1691- 1692); Luxardo Giovanni Battista (Genova, 1754, 1772); Luxardo e Fernelli, Marcantonio e Agostino (Lione, 1605- 1606); Luxoro Ambrogio (Civitavecchia, Livorno, Napoli, 1710, 1713); Luxoro Giacomo (Favignana, Lisbona, 1710, 1733, 1742). Maccaggi Pietro Francesco (Pieve, 1774); Maccarini Luigi Andrea (Novi, 1679); Maccioli Giacinto (Napoli, 1712- 1713, 1722, 1725); Madau Salvatore (Barcellona, 1712); Maddalena Giovanni Battista (Parigi, 1612); Maderna Diego (Milano, 1673); Maffei Carlo (Portomaurizio, 1672); Maffei e Botti (Roma, 1693); Maffei e Campione (Roma, 1709- 1715); Magalotti e Tornaquinci, Marcello e Giovanni Antonio (Venezia, 1598); Maggi Agostino (Savona, 1610); Maggi Camillo (Savona, 1610); Maggi Giacomo (Barcellona, 1611-1613); Maggi Giovanni (Ancona, 1606); Maggi Giovanni Maria (Genova, Portoferraio, Rivarolo, 1712, 1722, 1734); Maggi Giuseppe (Barcellona, 1611-1613); Maggi Giuseppe Alfonso (Pisa, 1771); Maggi Graziano (Barcellona, 1611-1613); Maggiolo Agostino (Sestri L., 1808); Maggiolo Agostino, fede-commissari di (Genova, 1624); Maggiolo Giovanni Battista (Cartagena, 1598); Maggiolo Giovanni Pietro (Palermo, 1617); Maggiolo Lorenzo (Anversa, 1600, 1605-1606, 1609); Maggiolo Luigi (Sassello, 1796); Maggiolo Niccolò (Palermo, 1617); Maggiolo Prospero (Favi- Ramo primogenito, Archivio generale 353 gnana, Formica, Trapani, 1756, 1779, 1784, 1790-1793); Maggiolo e Lasagna, Lorenzo e Vincenzo (Anversa, 1616- 1618, 1622); Maglietti e Vernaccia (Livorno, 1695); Magliocco Giovanni Battista (Messina, 1650); Maglione Biagio (Napoli, 1713); Magno Antonio (Milano, 1811-1812); Maier Antonio Francesco (Vienna, 1764-1783); Mainardi Tomaso (Livorno, 1636-1638, 1640, 1643-1645); Maineri Francesco (Savona, 1720); Maineri Stefano (Messina, Piacenza, 1602); Mainerò Felice (Napoli, 1679); Malacrida Defendino (Palermo, 1663, 1667); Malagonelli Pandolfo (Palermo, 1645-1647, 1650); Malaspina Azzolino (Napoli, 1736); Malaspina Carlo Gerolamo (Col-leri, 1771); Malaspina Gian Galeazzo (Piacenza, Santa Margherita, Voghera, 1764-1766, 1772-1778); Malaspina Pietro (Innsbruck, 1644); Malato Angelo (Civitavecchia, Livorno, Napoli, Roma, 1762-1763, 1790-1791, 1796-1797); Malato Salvatore (Trapani, 1817-1826); Melfitano Gabriele (Genova, 1648); Mallet fratelli (Parigi, 1792-1794); Malpiccone Francesco (Campomorone, 1724); Malta, priore della Rocca (Malta, 1665, 1680); Malvasia Francesco (Finale, 1611-1613); Malvasia Vincenzo (Finale, 1602, 1611- 1613); Malvezzi Campeggi Antonio (Bologna, Firenze, 1808-1830); Malvezzi Campeggi Carlo (Bologna, 1824-1828); Malvezzi Campeggi Emilio (Bologna, 1823-1833); Mambilla Augusto (Novi, 1790-1792); Mancinelli Decio (Todi, 1771); Mancini Antonio (San Bartolomeo, 1690); Mandelli Niccolò (Livorno, Messina, 1643, 1653); Mandini Domenico (Bologna, 1808-1818); Manelli e Ratti, Tomaso e Simone (Messina, Palermo, 1624-1626, 1629, 1631); Manelli e Ricciardi, Ottavio e Cesare (Messina, 1643); Manfredi Antonio (Rezzo, 1797, 1801- 1830); Manfredi Augusto (Lucca, 1739); Manfredi Federico (Milano, 1762); Manfredi Giacomo (Pieve di Teco, 1784); Manfredi Giovanni Battista (Roma, 1772-1774, 1777); Manfredi Paolo Andrea (Pieve di Teco, 1771-1774, 1777, 1784); Manfredi Pietro Francesco (Fri- gnano, 1696); Mangiamarchi Vincenzo (Trapani, 1652); Mangini Antonio (Londra, 1786); Manica Paolo (Frignano, 1793-1795); Manlio Giuseppe (Roma, 1735); Mannelli Filippo Piero (Firenze, 1617); Mannone Antonino (Trapani, 1773); Mannucci Lorenzo (Madrid, 1600); Mansi Luigi (Lucca, 1691-1692); Mansi Ottavio Raffaele (Lucca, 1682, 1689); Mansi e Burlamacchi, Raffaele e Carlo (Messina, 1651-1653); Mantica Angelo (Roma, 1738); Manuei Antonio (Bonifacio, 1673); Manzi Giorgio (Milano, 1812-1813); Marafoschi Francesco (Montesanto, 1713); Marchelli Bartolomeo (Voltri, 1806); Marchelli Gerolamo (Genova, 1679-1680, 1683, 1687, 1690); Marchelli Giovanni Battista (Sarzana, 1782); Marchelli Marco (Frignano, Napoli, Rossiglione, 1690-1693); Marchesini e Davia, Giacomo e Giovanni Francesco (Bologna, 1672-1673, 1678-1682, 1685); Marchi (de) Marcello (Pisa, 1811- 1812); Marchio (Livorno, 1799); Marefoschi Fernando (Montesanto, 1713); Ma-renco Cesare Gaetano (Novi, 1685); Ma-renco Gerolamo (Bettole, Novi, 1673); Marenco Giovanni (Bettole, Novi, 1673, 1678); Marenco Marco (Bastia, 1679); Marenda Francesco (Civitavecchia, 1712); Marganetti Gerolamo (Ancona, 1692); Margotti Pietro Francesco (Roma, Sanremo, 1771, 1774); Mari (de) Agostino (Genova, 1624); Mari (de) Ansaldo (Genova, 1624); Mari (de) Benedetto (Lecce, 1622-1624, 1626); Mari (de) Carlo (Napoli, 1689); Mari (de) Felice (Genova, 1624); Mari (de) Francesco (Genova, Milano, 1606, 1614); Mari (de) Francesco (Madrid, 1693); Mari (de) Giovanni Battista (Lecce, Napoli, 1621-1629, 1645); Mari (de) Giovanni Vincenzo (Genova, 1663); Mari (de) Niccolò (Genova, Vado, 1676, 1683); Mari (de) Stefano (Napoli, 1624-1629); Mari (de) e Franchi (de), Giacomo e Niccolò (Napoli, 1609, 1611-1612); Mari (de) e Imperiale, Lazzaro, Benedetto e Marcantonio (Lecce, 1612-1613, 1626); Mari (de) e Pinelli, Francesco e Tomaso (Madrid, 1600); Mariani Benedetto (Bologna, 354 Indice dei corrispondenti 1605); Maricone Giovanni Battista (Alicante, 1711); Maricone Ottavio (Genova, 1676, 1680); Marini (de) Francesco (Anversa, Casale, Genova, 1600, 1608); Marini (de) Francesco, vescovo (Genova, Roma, 1683, 1687); Marini (de) Gerolamo Francesco (Venezia, 1598, 1602); Marini (de) Giacomo (Genzano, Napoli, 1709-1713); Marini (de) Giovanni Agostino (Venezia, 1598, 1602); Marini (de) Giovanni Antonio (Piacenza, 1596, 1600); Marini (de), intendente generale (Genova, 1825); Marini (de) Paolo (Genova, 1663); Marini (de) e Serra, Francesco e Gerolamo (Anversa, 1598); Marini (de) Spinola Vittoria (Genova, 1680); Marino Giovanni Giorgio (Roma, 1610); Marino Giuseppe (Venezia, 1689, 1694); Marino (di) Manica Rosa (Frignano, 1806); Marsiglia Cristoforo (Favignana, 1736); Marsili Giuseppe (Ferrara, 1742- 1743); Marsucco Giovanni (Oneglia, 1819, 1823-1828); Marsucco Tomaso (Oneglia, 1817); Martellini e Beccuto, Cosimo e Tobia (Livorno, 1644); Marti-gnoni Ottavio (Siviglia, 1613, 1617); Martignoni Stefano (Siviglia, 1613, 1617); Martinelli Giacomo (Spezia, 1771); Martinelli Giovanni Battista (Sarzana, 1785-1797, 1808); Martini Antonio, vescovo (Roma, 1678); Martini Pao- lo Gerolamo (Roma, Viterbo, 1743, 1745); Martino (de) Cesare (Frignano, 1640); Martino (de) Luigi (Benevento, 1785); Martorello Giulio (Napoli, 1634); Marucelli Giovanni Filippo (Firenze, 1672); Marucelli Orazio (Firenze, 1663, 1673, 1676); Maruffo e Borlotti, Giovanni Francesco e Michelangelo (Venezia, 1606); Marulli Giacomo (Bologna, 1758- 1759); Marvaldi Domenico (Firenze, Pe-scia, 1724-1733); Marziano Pietro (Augusta, 1664-1665); Marzucco Tomaso (Oneglia, 1817); Mascardi (Sarzana, 1727); Mascardi Carlo (Genova, 1691); Maschio Giacomo Antonio (Genova, 1669); Mascranico e Lumaga (Lione, 1637-1638); Masola Giovanni Andrea (Napoli, Venezia, 1634-1638, 1640-1642, 1644-1645); Masola e Casella, Giovanni Andrea e Antonio (Napoli, 1637); Maso- la e Saluzzo, Antonio e Angelo (Lecce, 1605); Massa Alessandro (1722); Massa Angelo Maria (Diano, Ortovero, 1771-1774, 1777); Massa Giovanni Andrea (Messina, Palermo, 1643-1644); Massa Giovanni Battista (Trapani, 1714, 1722-1733); Massa Ignazio (Torino, 1725, 1738); Massa Niccolò (Napoli, 1806); Massa Paolo (Graniti, 1702); Massa Raffaele (Favignana, Formica, Genova, Trapani, 1687, 1692, 1696, 1701-1714); Massa e Penco, Ambrogio e Ambrogio (Civitavecchia, 1693); Massardo Giovanni Battista (Genova, 1798-1799); Massardo Giovanni Maria (Genova, 1798- 1799); Massardo Giuseppe (Sassello, 1817); Massarengo Marco Aurelio (Napoli, 1624-1625); Massei Agostino (Bastia, 1718-1722); Massei Bernardino (Bastia, 1726-1727); Massena Gerolamo (Messina, 1610); Massena Giovanni Mattia (Messina, 1610); Masserano (di) Giuseppe Maria (Roma, 1796); Massiglia Carlo (Nizza, 1775-1782); Massola Antonio Maria (Genova, 1679); Massola Giovanni Andrea (Napoli, 1635-1638, 1643); Mastroianni Francesco (Frignano, 1749); Mastroianni Gennaro (Napoli, 1819); Mastroianni Gioacchino (Napoli, 1693); Mastroianni Gioacchino (Napoli, 1787-1794, 1803-1815); Mastroianni Marcantonio (Frignano, 1722, 1739, 1742); Mastroianni Pantaleone (Frignano, 1750); Mastroianni e Carotenuto, Giovanni e Angelo (Frignano, 1699); Matheu Claudio (Genova, Valencia, 1592, 1596, 1598); Mattei Mario (Senigaglia, 1760); Mattei Saverio (Napoli, 1786); Mattioli Gioacchino (Lucca, Macerata, 1771-1789); Mattone di Benevello (Nizza, 1771-1783, 1789); Maumari Montil-hon (Milano, 1807); Mauri Carlo (Milano, 1597-1598, 1605-1618, 1624-1625); Mavalle (Genova, 1673); Mavilio Pietro Paolo (Roma, 1726-1768); Mayer Francesco Antonio (Vienna, 1768, 1771-1772, 1779-1784); Mayer Marcantonio (Genova, 1620); Mazeri Francesco (Udine, 1816-1826); Mazza Pietro Vincenzo (Genova, 1734); Mazzacani Clemente (Cabella, 1771); Mazzarosa Maria, (Lue- Ramo primogenito, Archivio generale 355 ca, 1682, 1690); Mazzianda Iacopo (Molini di Prela, 1796); Mazzolini Giuseppe (Cesena, 1727); Meda Gerolamo (Milano, 1667); Medi (de) Meda (Novi, 1643); Medici Tomaso Gaetano (Firenze, 1741); Medici e Segni (Firenze, 1630); Medina Bartolomeo (Favignana, 1674); Medina (de) Filippo (Madrid, 1611-1613); Medina (de) Juan Antonio (Siviglia, 1624); Migliardi Matteo (Rocca Grimalda, 1819); Mei Massimiliano (Ferrara, 1689, 1691); Melisso Vincenzo (Finale, 1609); Mello (de) Francesco (Bruxelles, Genova, Milano, 1636-1637, 1644); Mello e Aubert (Londra, 1784-1790); Mena (di) Lorenzo (Milano, 1643); Menici Giovanni Battista (Sarzana, 1790); Meos (de) Gabriele (Madrid, 1639); Merani Giacomo (Rapallo, 1771); Mercante Giovanni Bartolomeo (Genova, 1687); Mercante Lelio (Roma, 1629-1630); Merello Filippo (Genova, Rapallo, 1596, 1606, 1608- 1609); Merello Giovanni Antonio (Zuc-carello, 1669); Merello Giovanni Battista (Albenga, 1636-1637); Merello Giovanni Giacomo (Genova, Piacenza, Siviglia, 1606-1613, 1617-1618, 1624-1626); Merello Marcantonio (Rapallo, 1620, 1634); Merello Stefano (Frignano, Rapallo, Rivarolo, 1645-1653, 1662, 1666-1667, 1673, 1676); Merello e Bocanegra, Scipione e Angelo (Madrid, 1595-1596, 1598); Merenda Francesco (Civitavecchia, 1712); Mereta Alessandro (Gavi, 1680); Merighi Niccolò (Favignana, 1762-1764, 1775-1776); Merigo e Parent (Parigi, 1790); Merlo e Dania (Parigi, 1789); Messina Antonio (Favignana, 1773); Messina, arcivescovo di (Messina, 1667); Messina, senato di (Messina, 1667); Miceli (de) Leonardo (Palermo, 1662-1663); Micheli, Cinacchi e Bamba-cari (Messina, 1665); Micillis (de) Domenico (Napoli, 1763-1766); Migliacci Agostino (Napoli, 1740-1742); Milenzio Carlo (Frignano, 1649); Minelli Enea (Venezia, 1673); Minerbetti e Veneri, Tomaso e Francesco (Livorno, 1672- 1673); Minucci Giovanni Battista (Roma, 1743); Mirra Domenico (Napoli, 1771-1772, 1776-1779, 1782); Mirra Pietro Antonio (Napoli, 1771-1796, 1799); Misericordia, magistrato della (Genova, 1624-1625); Missarelli Salvatore (Roma, 1762-1767); Moconesi Domenico (Cabel-la, 1679); Moddelli Bernardo (Livorno, 1645); Modoi Gaspare (Livorno, 1751); Mola Antonio Maria (Tortona, 1673); Molinari Giacomo (Novi, 1678, 1680); Molinari Giovanni Antonio (Cosola, Dova, 1771, 1774, 1777); Molinari Giovanni Battista (Dova, 1772, 1777); Molinari Giovanni Domenico (Fontanarossa, 1777); Molinari Giuseppe (Livorno, 1709); Molinelli Idelfonso (Genova, 1680); Molinelli Luigi (Napoli, 1738- 1772); Molinelli Paolo Gerolamo (Napoli, 1711-1712,1724, 1731); Molinelli Pietro Paolo (Napoli, 1727); Molini Maria (Bologna, 1795); Molla Lorenzo (Bassi-gnana, 1825-1827); Molli Francesco Antonio (Napoli, 1679); Monaco, principe di (Monaco, Parigi, 1785-1788); Mone-glia Agostino (Madrid, 1635); Moneglia Benedetto (Genova, 1622); Moneglia Benedetto (Genova, 1683); Moneglia Bonaventura (Piacenza, 1606); Moneglia Giovanni (Lione, 1616); Moneglia Lucio (Piacenza, 1606); Moneglia, prete (Roma, 1699); Moneglia e Giustiniani, Lucio e Paolo (Venezia, 1605-1609); Moneglia Pinelli Nicoletta (Genova, 1625); Monge Manuel (Gaeta, Madrid, Palermo, 1666- 1667, 1672-1673, 1676); Mongiardino Giuseppe (Napoli, 1807-1811, 1813); Mongiardino Lazzaro (Pisa, Roma, 1774, 1794-1798); Mongiardino Leonardo (Napoli, 1679-1680); Mongiardino Pietro (Genova, 1797); Mongiardino e Col-lareta (Napoli, 1809-1813); Monreale (da) Basilio (Monreale, 1665); Monserrat Michele (Roma, 1720); Montacuto Giovanni Stefano (Perugia, 1637); Montagna Giulio (Gavi, 1679-1680); Montalbano Giuseppe (Palermo, 1674); Montaldo Bartolomeo (Madrid, 1701); Montaldo e Salzedo, Bartolomeo e Diego (Madrid, 1701); Montallegro, marchese di (Madrid, 1650-1653); Montanana Pedro (Praga, 1611); Montanari Francesco Antonio (Bologna, Milano, 1805); Montani Francesco Maria (Fabriano, 1664); Mon- 356 Indice dei corrispondenti tani e Corboli, Orazio e Sinibaldo (Firenze, 1689, 1692-1693, 1699); Montedonico Giovanni Battista (Genova, 1797); Mon-temerli Carlo (Novi, 1690); Montenegro (di) Ioseph Ioachim (Napoli, 1734); Montepiano, vescovo di (Montepiano, 1672); Montesanto, conte di (Vienna, 1712, 1714, 1724, 1731); Montesisto Orazio (Palermo, Pisa, 1797-1823); Montesoro Carlo Maria (Gavi, 1692); Montesoro Domenico (Gavi, Genova, 1683, 1685); Monti Giovanni Battista (Milano, 1720-1726); Monti Giuseppe Teodoro (Milano, 1804-1820); Monti e Ratto (Messina, 1703); Monticelli Bernardino (Milano, 1679); Montobio Raffaele (Milano, 1638); Montorfani Raffele (Genova, 1676); Montoro Niccolò (Trapani, 1745); Morandi Niccolò (Bergamo, 1595-1596); Morando (Milano, 1784); Morando Felice (Piacenza, 1743); Morando Michele (Ronco, 1682); Morati Giovanni Decio (Bastia, 1676); Morelli Francesco Maria (Frignano, 1791-1792); Morelli Vincenzo Maria (Firenze, 1792, 1796-1798); Morelli e Giuntini (Firenze, 1809-1811); Morello Bartolomeo (Giu-stenice, 1774); Morgante Francesco (Messina, 1726); Morici e Sabatucci (Roma, 1808); Morino Francesca (Palermo, 1662); Moro Angelo (Napoli, 1821-1825); Moro Leonardo (Napoli, 1807, 1813); Moro Stefano (Osimo, Roma, 1699); Moro e Collareta (Napoli, 1812-1828); Morone Giovanni Benedetto (Ventimiglia, 1715); Morteo Bernardo (Alassio, 1777); Morteo Pietro (Genova, 1680); Mortola Tomaso (Genova, 1606); Mostacci Luciano (Favignana, 1794); Mottini Marcantonio (Lerici, 1635); Mul-tedo Agostino Maria (Firenze, Prato, 1744-1747); Multedo e Gavotti (Savona, 1773); Murialdo Carlo (Torino, 1807); Mussitelli Giovanni Battista (Alicante, 1643, 1645, 1663); Musso Domenico (Chiavari, Ortovero, 1798); Musso Francesco (Ortovero, 1807-1808, 1810, 1812); Mussomeli, duca di (Mussomeli, 1665); Mutarelli Giuseppe (Benevento, 1785); Muxica (de) Martino (Genova, 1638); Muzio Angelo (Tortorici, 1665); Muzio Angelo (Cadice, Londra, Parigi, 1787- 1791); Muzio Domenico (Savona, 1685, 1689); Muzio Vincenzo (Roma, 1722); Muzzi Angelo Luigi (Bologna, 1819). Nannicelli Gennaro (Napoli, 1772); Nano Vincenzo (Cartagena, 1592); Na-pione Giuseppe (Rezzo, 1772); Napoli Gioacchino (Palermo, 1698-1741); Napo- li Gioacchino jr. (Palermo, 1761-1806, 1811); Napoli Giovanni (Palermo, 1742); Napoli Giovanni jr. (Palermo, 1805-1823); Napoli Pietro (Favignana, Palermo, 1741-1760); Nappi Filippo (Roma, 1635); Nappi Giovanni (Ancona, 1605-1606, 1609); Nardi Giovanni Battista (Livorno, 1784-1788); Narillo Giovanni Francesco (Napoli, 1602); Naselli Bonifacio (Napoli, 1608-1618); Naselli Giovanni Antonio (Savona, 1663, 1676, 1679); Naselli e Bernisone, Bonifacio e Giovanni Francesco (Napoli, 1598); Naselli Spinola Maddalena (Genova, 1647, 1673, 1679); Natali Giovanni Battista (Spezia, 1636-1637, 1640-1641, 1644), Nava Gaspare (Favignana, 1814); Navone Domenico (Albenga, 1823); Negri Antonio (Nervi, 1672); Negri Giovanni Battista (Milano, 1806, 1809); Negri Sebastiano (Bologna, 1739-1742, 1745- 1746, 1751-1756); Negro (di) Andrea (Novi, 1685); Negro (di) Giacomo (Barcellona, 1635); Negro (di) Gianettino (Anversa, 1635); Negro (di) Giovanni Battista (Barcellona, Genova, 1608, 1635); Negro (di) Giovanni Battista (Genova, Savona, 1679, 1687); Negro (di) Giuseppe (Genova, 1710); Negro (di) Giuseppe Maria (Trapani, 1698); Negro (di) Matteo (Argaiola, 1672); Negro (di) Niccolò (Madrid, Valladolid, Venezia, 1605-1606); Negro (di) Pietro Paolo (Lerici, 1774); Negro (di) Quilico (Napoli, 1638); Negro (di) e Spinola, Giovanni Gerolamo e Camillo (Lione, 1598); Negro (di) Pallavicini Gerolama (Genova, 1648); Negrone Antonio (Finale, 1605, 1607); Negrone Bendinelli (Genova, 1734); Negrone Cesare (Saragozza, 1635); Negrone Giovanni Francesco (Roma, 1680); Negrone Giuseppe Ramo primogenito, Archivio generale 357 (Bastia, 1722); Negrone Melchiorre (Genova, 1673); Negrone Cattaneo Delia (Genova, 1634, 1636); Negrone Serra Benedetta (Venezia, 1712-1713); Ne-grotto Gerolamo (Barcellona, 1616- 1617); Neppi Giovanni (Ancona, Finale, 1607-1608); Nesci Antonio (Roma, 1724-1726); Nespoli Pietro Agostino (Chiavari, Roma, 1774, 1777-1787); Nespolo Orazio (Piacenza, 1692); Neve (de) Juan (Siviglia, 1624); Niccolini Giovanni Battista (Alicante, 1624); Niccolini Matteo (Firenze, 1645); Niccolini e Carro, Giovanni Battista e Lazzaro (Alicante, 1616); Niccolò (di) Vitale (Bastia, 1673); Nicolas Antonio (Roma, 1673); Nigalli, Rossi, Onisto, Groppo (Palermo, 1608); Noberasco Tomaso (Ceriale, 1771-1773); Nobili Giuseppe (Trapani, 1792); Noirot Melchion (Venezia, 1617); Noli Giacomo (Mombaruzzo, 1824); Noli Sebastiano (Alicante, 1708); Noli e Barabino, Giovanni Domenico e Giovanni Andrea (Livorno, 1692); Norati Giovanni Bartolomeo (Rivarolo, 1687); Norati Giovanni Battista (Bastia, 1683); Norcino (Messina, 1662); Notarbartolo Giuseppe (Po-lizzi, 1664); Notari Giuseppe (Intra, 1793); Noti Pietro Tomaso (Napoli, Piedimonte, 1608, 1689); Novales y Ro-cas Diego (Milano, 1643); Nove e Belomo, Niccolò e Domenico (Bari, 1605- 1606, 1608-1609); Novella Giacomo (Rezzo, 1816-1832); Novella (de) Yague Diego (Palermo, 1666); Noverini (Sanremo, 1771); Novi e Pastore (Napoli, 1634); Nozzoli Filippo Maria (Napoli, 1741); Nuvolone Antonio (Oneglia, 1778). Oca Carlo (Palermo, 1726); Oderico Giovanni Battista (Torino, 1789-1792); Odescalchi e Cernezzi (Piacenza, Venezia, 1629-1630, 1635-1636); Odoardo Giovanni Agostino (Napoli, 1683); Odone Bartolomeo (Masone, 1801-1808); Of-fley Antonio Francesco (Roma, 1699); Ognis Francesco (Bastia, 1713); Oldoini Francesco (Messina, 1642-1643, 1650, 1652); Oldoini Francesco (Spezia, 1817- 1820); Oldoini Gaetano (Genova, Spezia, 1802-1811); Oldoini Giovanni Battista (Palermo, 1650, 1666); Oldoini Grimaldo (Spezia, 1791); Oldoini Lanfranco (Palermo, 1663-1664); Oldoini Orazio (Spezia, 1685); Oldoini Arata Rosalia (Palermo, 1666); Olina Giulio (Sciacca, 1665); Oliva Giacomo (Voltaggio, 1680); Oliva Giovanni Battista (Genova, 1629- 1630); Olivares (d’), conte duca (Madrid, 1636-1637); Oliveri Agostino (Milano, 1608); Oliveri Alberto (Milano, 1689); Oliveri Cristoforo (Tortona, 1663, 1667); Oliveri Giovanni Giacomo (Milano, 1689); Oliveri Marcantonio (Milano, 1690); Olivieri Bernardo (Granada, 1625); Olivieri Domenico (Parma, 1824); Olivieri Giuseppe (1715); Olivieri Lorenzo (Frignano, 1744-1773); Olivieri Luigi (Parma, Valdorba, 1815); Olivieri Marcantonio (Milano, 1608); Olmeta Orazio (Genova, 1650); Ornati e Puster-la, Giovanni Francesco e Orazio (Milano, 1595); Omodei Alessandro (Piacenza, 1596); Omodei Alfonso (Piacenza, 1596); Omodei Carlo (Milano, 1608-1609); Omodei Emilio (Milano, Piacenza, 1598, 1600-1602, 1605-1618); Omodei Luigi (Milano, 1600, 1602, 1605-1617); Onda Giacomo Maria (Sanremo, 1693); Onda Giovanni Battista (Genova, 1673); Oneri (Roma, 1701); Oneto Giovanni (Livorno, 1751); Oneto Giovanni Stefano (Palermo, 1663); Onisto Vincenzo (Palermo, 1608); Onisto, Groppo, Nigalli, Rossi (Palermo, 1608); Onorati Francesco Maria (Firenze, 1737-1743); Orengo Giovanni (Ventimiglia, 1771-1774, 1777); Orengo Pasquale (Ventimiglia, 1774); Orezoli Luigi (Genova, 1798-1805); Ori-gone e Pallavicini (Milano, 1750); Orlandi Carlo (Palermo, 1664); Orlandini Fabio (Livorno, Pisa, 1609, 1616-1618, 1623, 1630-1645); Orlandini Francesco (Firenze, 1629, 1634-1638, 1640, 1643); Orlandini Giovanni (Firenze, 1629, 1634-1638, 1640, 1643); Orlando Giuseppe (Novi, 1777); Orsi Alessandro (Bologna, 1689); Orsi Antonio (Firenze, 1774); Orsi Domenico (Livorno, 1731); Orsi Federico (Montaldo, 1698); Orsi Giovanni Battista (Montaldo, 1771- 358 Indice dei corrispondenti 1772); Orsi Giovanni Niccolò (Montaldo, 1698); Orsini Carlo Maria (Pisa, 1744); Orsini Giovanni Battista (Napoli, 1713); Orto (dall') Ferdinando (Milano, 1795); Oste (dell’) Cosimo (Venezia, 1629, 1630, 1633-1635, 1637); Oste (dell’) e Flangini, Cosimo e Gerolamo (Venezia, 1617-1626, 1630, 1634-1640); Ortaggio Francesco (Roma, 1613); Ottoboni Pietro, cardinale (Roma, 1735); Ottolini Alessandro (Venezia, Verona, 1798-1799, 1808-1812); Ottolini Lorenzo (Verona, 1807-1808); Ottolini Paolo (Lucca, 1685); Ottone Bernardo (Genova, 1797); Ottonello Giuseppe (Masone, 1821 - 1825); Ottonello Tomaso (Masone, 1794, 1797, 1801-1833). Paceco, principi di (Palermo, 1754, 1756); Pacini Michelangelo (Firenze, 1725); Pacini Tomaso (Firenze, 1819- 1828); Padovani Antonio (Faenza, 1745); Paganetto (Genova, 1798); Paganini Domenico (Genova, 1699); Paganini Giulio (Genova, 1832); Pagano Niccolò (Marsiglia, 1789); Paglioni Paolo Francesco (Foligno, 1771); Palaggio Guido (Roma, 1716-1717); Palagi Giovanni (Osimo, 1698); Palagio (del) Guido (Roma, 1718); Palazzi Giovanni Francesco (Genova, 1797-1802); Palermo, arcivescovo di (Palermo, 1666-1667); Palermo Giuseppe (Napoli, 1709-1710); Pallavicini Agostino (Genova, 1645); Pallavicini Agostino (Sampierdarena, 1691); Pallavicini Agostino (Granada, 1712); Pallavicini Alessandro (Firenze, Gavi, Madrid, Napoli, Roma, 1617, 1634-1640, 1643-1645); Pallavicini Alessandro (Napoli, 1692); Pallavicini Alessandro (1734); Pallavicini Andrea (Ovada, Palermo, Taggia, 1664, 1678-1679); Pallavicini Angelo (Genova, Lavagna, Madrid, Milano, Novi, 1616, 1626-1665, 1672-1683); Pallavicini Angelo (Roma, 1788, 1796); Pallavicini Anna Maria (Genova, 1647, 1652); Pallavicini Annetta (1731); Pallavicini Antonio (Milano, 1689); Pallavicini Battistina (Finale, Pietra, 1617, 1636, 1641); Pallavicini Benedetto (Finale, Loano, Milano, Rivarolo, 1597-1598, 1605-1609, 1615-1619); Pallavicini Camillo q.Giovanni Andrea (Livorno, Novi, Palermo, 1609, 1636-1638, 1643); Palla-vicini Carlo (Genova, Napoli, Novi, 1633, 1650-1653); Pallavicini Carlo (Genova, 1722); Pallavicini Carlotta (Bologna, 1819-1820); Pallavicini Cesare (Milano, 1600-1602); Pallavicini Damiano (Genova, Milano, Napoli, Palermo, 1595-1615, 1624-1625, 1630); Pallavicini Domenico (Napoli, 1631-1632, 1635- 1637); Pallavicini Domenico q.Giuseppe V (Bologna, 1819-1832); Pallavicini Domenico q.Innocenzo (Genova, 1798); Pallavicini Domenico q.Paolo Gerolamo III (Mombaruzzo, Novi, Pisa, 1750, 1784-1786); Pallavicini Elena (Genova, 1648); Pallavicini Felice (Genova, 1615); Pallavicini Felice (Milano, 1692); Pallavicini Felice (Madrid, 1783); Pallavicini Felice, fedecommissari di (Genova, 1624); Pallavicini Francesca (Genova, 1627); Pallavicini Francesca Maria q.In-nocenzo (Genova, 1676); Pallavicini Francesco (Milano, Napoli, 1595, 1598, 1600, 1602, 1605-1609); Pallavicini Francesco (Genova, Roma, 1644, 1652), Pallavicini Francesco (Marsala, 1701- 1702); Pallavicini Francesco Maria (Bastia, 1691); Pallavicini Galeotto (Genova, 1683); Pallavicini Gerolama (Genova, 1609, 1638); Pallavicini Gerolamo (Madrid, Roma, Valladolid, 1605-1606, 1614); Pallavicini Giacomo Maria (Napoli, 1605-1609); Pallavicini Giacomo Maria (Genova, 1734); Pallavicini Giorgio Giulio (Piacenza, 1596); Pallavicini Giovanna (1712); Pallavicini Giovanni (Madrid, 1724, 1745, 1748-1749); Pallavicini Giovanni Andrea (Venezia, 1609); Pallavicini Giovanni Andrea (Palermo, 1638); Pallavicini Giovanni Battista (Alicante, Genova, Milano, Napoli, Pavia, 1595-1600, 1605-1615, 1638, 1643); Pallavicini Giovanni Battista (Palermo, Sanremo, 1669, 1691); Pallavicini Giovanni Bendinelli (Milano, 1638); Pallavicini Giovanni Carlo (Bologna, Genova, Roma, Vienna, 1734, 1739, 1750, 1754- 1757, 1784); Pallavicini Giovanni Carlo, prete (Firenze, 1733, 1735-1737); Palla- Ramo primogenito, Archivio generale 359 vicini Giovanni Carlo q.Ignazio (Genova, 1801); Pallavicini Giovanni Domenico (Genova, Roma, 1625-1626, 1630, 1650); Pallavicini Giovanni Francesco I (Genova, Novi, 1594, 1615-1616, 1626-1634); Pallavicini Giovanni Francesco II (Genova, Rivarolo, 1670, 1679); Pallavicini Giovanni Francesco III (Firenze, Genova, Napoli, Parigi, 1722-1734, 1746, 1750- 1758, 1763); Pallavicini Giovanni Francesco q.Antonio (Genova, Savona, 1679, 1687); Pallavicini Giovanni Francesco q.Gerolamo (Favignana, Messina, Palermo, 1666-1668, 1673-1681); Pallavicini Giovanni Gerolamo (Genova, Madrid, Novi, 1629, 1633, 1644, 1650-1651, 1663); Pallavicini Giovanni Luca I (Genova, Madrid, Medina, Parma, 1592- 1638, 1643-1652); Pallavicini Giovanni Luca II (Genova, Messina, Roma, Palermo, 1647-1648, 1662-1668, 1673, 1676); Pallavicini Giovanni Luca III (Bologna, Genova, Madrid, Torino, Vienna, 1716, 1722, 1727-1732, 1745, 1758-1773); Pallavicini Giovanni Pietro (Viareggio, 1744); Pallavicini Giovanni Stefano (Genova, 1635-1638, 1643, 1652); Pallavicini Giulia (Genova, 1609); Pallavicini Giulio (Napoli, Piacenza, Sampierdarena, 1610, 1620, 1650-1653); Pallavicini Giuseppe Francesco (Bologna, 1818-1833); Pallavicini Giuseppe I (Alicante, 1605-1606); Pallavicini Giuseppe II (Bologna, Genova, Napoli, Novi, 1663-1667, 1670-1683, 1687-1691); Pallavicini Giuseppe III (Milazzo, 1702); Pallavicini Giuseppe IV (Genova, 1750); Pallavicini Giuseppe V (Bologna, Napoli, Venezia, 1760-1817); Pallavicini Ignazio Alessandro (Genova, 1831); Pallavicini Ignazio q.Giuseppe (Ceva, Genova, 1798, 1803); Pallavicini Lazzaro (Firenze, Macerata, Perugia, Roma, Spoleto, 1693-1705, 1710-1716, 1724-1732, 1738, 1741); Pallavicini Lazzaro Opizio, cardinale (Genova, Madrid, Napoli, Parigi, Roma, 1733-1740, 1748- 1759, 1762, 1766, 1770-1781); Pallavicini Lilla (Genova, 1702, 1706); Pallavicini Livia (Genova, 1626, 1630, 1633, 1648); Pallavicini Livia (Bologna, 1829-1831); Pallavicini Lorenzo Maria (Genova, 1650); Pallavicini Luca (Firenze, Genova, Milano, Piacenza, 1610, 1628-1643, 1647-1648, 1654); Pallavicini Ludovico (Roma, 1649-1650); Pallavicini Luigi, (Messina, Milazzo, Tortona, 1663, 1691); Pallavicini Luigi, principe (Roma, 1784- 1795, 1798); Pallavicini Maria (Bologna, 1819-1820); Pallavicini Maria Aurelia (Genova, 1674, 1696); Pallavicini Maria Costanza (Genova, 1633); Pallavicini Maria Francesca (Genova, 1648, 1680); Pallavicini Maria Giovanna (Genova, 1618, 1626-1633, 1647-1648, 1657); Pallavicini Maria Giovanna (Genova, Novi, Padova, Ronco, 1663-1669, 1673, 1679, 1687, 1693); Pallavicini Maria Maddalena (Genova, Rivarolo, 1647-1648, 1663, 1683); Pallavicini Maria Serafina (Genova, 1679); Pallavicini Maria Teresa (Genova, 1669); Pallavicini Mario (Bastia, 1671-1672); Pallavicini Niccolò (Genova, Piacenza, Savona, 1596, 1600-1604, 1605, 1608, 1610); Pallavicini Niccolò (Genova, 1798); Pallavicini Niccolò Maria (Gavi, Novi, Pavia, 1650, 1679-1680); Pallavicini Opizio, cardinale (Colonia, Firenze, Roma, Varsavia, 1650-1652, 1662-1685, 1689-1699); Pallavicini Ora-zio (Madrid, Valladolid, 1605-1606); Pallavicini Ottavio (Madrid, Novi, Roma, 1617, 1650, 1664); Pallavicini Paolo Battista (Argaiola, 1672); Pallavicini Paolo Gerolamo I (Genova, Milano, Novi, Rivarolo, 1624-1634, 1645-1653, 1662- 1680); Pallavicini Paolo Gerolamo II (Messina, Osimo, Palermo, Roma, 1691- 1696, 1701-1704, 1722-1726); Pallavicini Paolo Gerolamo III (Castelnuovo, Genova, Orerò, 1699, 1705-1706, 1712, 1714, 1716); Pallavicini Paolo Gerolamo IV (Firenze, Livorno, Milano, Parigi, Pisa, 1772, 1797-1801, 1811, 1813); Pallavicini Pietro (Genova, Madrid, Napoli, Palermo, 1654-1682, 1691-1693, 1698-1727); Pallavicini Pietro Antonio (Genova, Palermo, Parigi, Roma, 1663-1673, 1679- 1682, 1687,1695, 1699-1706); Pallavicini Pietro Ercole (Bologna, Napoli, 1814- 1829); Pallavicini Pietro Maria (Genova, Madrid, Milano, Perugia, 1636-1637, 1647-1652, 1669-1682, 1687); Pallavicini 360 Ìndice dei corrispondenti Pietro Maria della Croce (Genova, Lione, Napoli, Palermo, Parigi, 1629-1630, 1633, 1636-1639, 1641-1643); Pallavicini Ranieri (Firenze, 1796); Pallavicini Sebastiano (Finale, 1732); Pallavicini Serafina (Genova, 1669); Pallavicini Simone (Genova, 1624-1625); Pallavicini Stefano (Genova, Novi, 1721-1722); Pallavicini Stefano, fedecommissari di (Genova, 1624-1625); Pallavicini Stefano, principe di Gallicano (Roma, 1663, 1665, 1676- 1683); Pallavicini Tobia (Genova, Madrid, 1613, 1616-1624, 1632-1644, 1652); Pallavicini Tomaso (Genova, 1600, 1606-1609, 1615-1616, 1619); Pallavicini Castellani, vedova (Alessandria, 1793); Pallavicini Centurione fratelli (Bologna, 1827-1831); Pallavicini Durazzo Maria Francesca (Genova, Novi, Padova, Roma, 1669-1673, 1678-1687); Pallavicini e Beioso, Ortensio e Agostino (Siviglia, 1605- 1606); Pallavicini e Serra, Niccolò e Paolo Battista (Genova, 1609); Pallavicini e Suchetto, Giuseppe e Gaspare (Alicante, 1643); Pallavicini Fontana Maria (Spoleto, 1811); Pallavicini Grimaldi Giovanni (Madrid, 1724); Pallavicini Lomellini Francesca (Genova, 1633); Pallavicini Rospigliosi Maria (Roma, 1685, 1687, 1689-1690, 1693); Pallavicini Serra Giovanna Francesca (Oneglia, 1672); Pallavicini Spinola Livia (Cabella, Voghera, 1722, 1727-1728); Pallavicini Spinola Maria Giovanna (Genova, Ronco, 1664, 1680-1682, 1692); Pallavicini Spinola Virginia (Genova, Ronco, 1616); Palliani Ludovico (Roma, 1785); Pallidoro, marchese di (Messina, 1662); Pallotta Guglielmo, cardinale (Roma, 1789); Palma Gerolamo (Lucca, 1712); Palma Vincenzo (Carini, 1702); Palma (di) Giovanni Domenico (Napoli, 1613); Palma (di) e Castellani Giovanni Domenico e Giulio Cesare (Napoli, 1616-1618); Palmerino Domenico (Milano, 1722); Palmerino Pietro (Finale, 1773); Palmieri (Bologna, 1829); Palomba Bernardino (Civitavecchia, 1768, 1779-1794); Palomba fratelli (Civitavecchia, 1794); Paluzzi e Ruggia (Roma, 1722, 1724-1730); Pammatone, protettori dell’ospedale (Genova, 1665, 1680); Panario Antonio Francesco (Novi, 1682, 1689); Panario Giovanni Tomaso (Novi, 1673, 1678-1682); Panario Lorenzo (Novi, 1672-1673, 1678-1679); Pancotti Carlo (Pavia, 1679); Panerazi Antonio Maria (Napoli, 1742); Panesi (Car-tagena, 1626); Panichi Carlo (Pisa, 1771); Panizzi Giovanni Francesco (Triora, 1767-1772); Pantelleria, principe di (Palermo, 1801); Paoli Paolo (Genova, 1679); Paoli Quilico (Gavi, Savona, Spezia, 1678, 1685, 1692); Paolini, Bai-bari e Veneri (Livorno, 1676); Paolucci Giuseppe (Roma, 1692); Papagalli (Pisa, 1771); Papaggi Pietro (Napoli, 1775); Paparatti Antonino (Rosarno, 1751- 1752); Papini Romolo (Napoli, 1643-1645, 1648); Papon Niccolò (Oneglia, 1804); Paponi Bernardino (Venezia, 1689); Parent Carlo Felice (Parigi, 1830- 1831); Parent Giovanni Carlo (Parigi, 1806-1830); Parent e Merigo (Parigi, 1790); Parenti Alessandro (Livorno, 1725); Parenzi Lorenzo (Roma, 1689); Pareti Antonio (Napoli, 1788); Parise Mario (Fiumidinis, Pagliara, Palermo, 1663-1664, 1666); Parodi Domenico (Genova, 1727); Parodi Filippo (Firenze, Genova, Padova, Roma, 1676, 1683, 1689-1690, 1693); Parodi Francesco (Bastia, Calvi, 1732, 1734); Parodi Giovanni Battista (Genova, 1798); Parodi Giuseppe (1793); Parodino Giovanni (Monterosso, 1794); Parodino Vincenzo (Finale, Sanremo, 1774, 1777); Paroldo Giovanni Battista (Genova, 1798); Parravicino e Origone (Milano, 1750); Partenopeo Gerolamo (Bastia, 1719, 1733, 1743); Partenopeo Paolo Francesco (Bastia, 1731); Partiti e Simoncini (Viareggio, 1782); Pascalone Antonio (Frignano, 1692, 1698); Pasqua Bonifacio (Taggia, 1644); Pasqualino Domenico (Roma, 1676, 1678); Passaggio Filippo (Gamalero, 1797); Passalacqua Antonio (Castelbor-go, 1764-1765); Passalacqua Domenico (Cantalupo, 1773); Passalacqua Domenico (Cabella, 1805-1821); Passalacqua Luigi (Tortona, 1691); Passano (da) Agostino (Cassano, 1637); Passano (da) Bartolomeo (Bastia, 1718); Passano (da) Ramo primogenito, Archivio generale 361 Filippo (Genova, Milano, Torino, 1605- 1609, 1611-1612, 1633); Passano (da) Giovanni Battista (Genova, Torino, 1608-1609, 1611); Passano (da) Giulio Cesare (Albenga, 1691); Passano (da) Niccolò (Genova, 1679); Passano (da) Stefano (Madrid, 1593); Passarmi Domenico, (Roma, 1689); Pastore e Novi (Napoli, 1634); Pastori Giovanni Battista (Genova, 1630); Pastorino Benedetto (Genova, 1798); Pastorino Daniele (Mesone, 1813); Pastorino Francesco (Pietra-lavezzara, 1691); Pastorino Giovanni Andrea (1777); Pastorino Giovanni Benedetto (Roma, 1786); Pataloni Benedetto (Genova, 1798); Paterno, principe di (Madrid, 1643); Patrico Antonino (Trapani, 1795, 1816); Patrico Carlo (Trapani, 1773); Patrocli Francesco (Pisa, 1679- 1680); Patrone Stefano (Chiavari, 1798- 1824); Pattino Diego (Alessandria, Milano, Tortona, 1635-1636, 1638); Paulino Michele (Messina, 1663); Pavarelli Francesco Antonio (Roma, 1732-1735, 1739- 1743); Pavese Ottavio (Napoli, 1609); Pavesi Francesco (Roma, 1779-1782); Peccari Luigi (Venezia, 1636); Pecchietti Niccolò (Napoli, 1672-1673); Pecci Antonio (Gaeta, 1724); Pedemonte Antonio (Genova, 1626); Pedemonte Aurelio (Genova, 1626); Pedemonte Carlo (Genova, 1679); Pedemonte Carlo Francesco (Milano, 1715, 1727, 1729, 1736-1738); Pedemonte Giacinto (Palermo, 1624- 1626); Pedemonte Niccolò Maria (Napoli, 1732-1735, 1737); Pedemonte e Porta, Paolo e Antonio (Milano, 1616-1618); Pedesina Antonio Maria (Messina, Palermo, 1622-1663); Pedevilla Antonio (Genova, 1798); Peirano Niccolò (Savona, 1810-1823); Peire Giovanni Agostino (Savona, 1635); Pelago (di) Lorenzo (Firenze, 1772); Pellegrini Andrea (Palermo, 1823-1827); Pellegrini Carlo (Lucca, 1712); Pellegrini Carlo (Livorno, 1787); Pellegrini Giovanni Battista (Rocca Grimalda, 1819-1823); Pellegrini Giovanni Giacomo (Firenze, 1725, 1727, 1731, 1734); Pellegrini Giuseppe (Milano, 1784-1787); Peloso Francesco (Genova, 1794, 1797-1801); Peloso Giovanni Battista (Novi, 1822-1825); Penco e Massa, Ambrogio e Ambrogio (Civitavecchia, 1693); Pensa Giovanni Bartolomeo (Spezia, 1713); Pensi Bartolomeo (Roma, 1644); Pepe Domenico (Frignano, Napoli, 1708-1715, 1726-1727); Pe-ragallo e Strafforello (Marsiglia, 1757, 1760, 1766); Perazzi Giovanni (Roma, 1771); Perazzoli Natale (Livorno, 1712- 1713); Peregalli Giovanni Luca (Milano, 1596); Perego Pietro Antonio (Bastia, 1676); Peretti Saverio (Pavia, 1789, 1802); Perez Antonio (Roma, 1613); Perez e Vinona, Anna e Teresa (Palermo, 1705, 1708-1709); Peri Francesco (Nancy, 1673); Peri Giacomo (Milano, 1636); Peri Raffaele (Oneglia, 1774); Perlongo Ignazio (Vienna, 1730); Perna Marcantonio (Frignano, 1709); Perrando Antonio Michele (Sassello, 1804-1819); Perrando Gerolamo (Sassello, 1800- 1804); Perrando Giacomo (Sassello, 1819-1833); Perrando Giovanni Antonio (Sassello, 1810); Perrando Giovanni Battista (Sassello, 1685); Perrando Pietro (Rocca Grimalda, 1819-1820); Perri Alessandro (Milano, 1613); Perrone Sammarco Carlo (Milano, 1606-1613, 1618); Perrone Sammarco Delia (Milano, 1616-1617); Perroni Carlo Giuseppe (Genova, 1787); Persico Ludovico (Genova, 1798); Pertusato Gerolamo (Pon-zone, 1818); Perucca Giovanni Alberto (Torino, 1760); Perrucco Gaetano (Genova, 1797); Perzolio Niccolò (Acqui, 1789); Pesanti Ignazio (Finale, 1774); Pescintini Michelangelo (Sansisto, 1810); Pescio Carlo Antonio (Frignano, Napoli, 1738-1741,1745, 1751); Pesole Agostino (Frignano, 1641); Pessagno Stefano (Genova, 1802-1803); Pessi Davide (Barcellona, 1662); Pestalossi Giovanni Battista (Vienna, 1635-1638, 1643); Pestalossi Stefano (Vienna, 1635-1638, 1643); Pe-triconi (de) Cesare Matteo (Antibes, Bastia, 1774, 1777); Petrillo Carlo (Anversa, Frignano, 1726, 1731, 1739-1741, 1745); Petrillo e Corte (della), Carlo e Antonio (Frignano, 1720); Petrillo e Corte (della), Carlo e Niccolò (Frignano, 1713-1714); Petrillo e Corte (della) Nic- 362 Indice dei corrispondenti colò (Frignano, 1713, 1739, 1745); Petrillo e Gallo, Carlo e Cesare (Frignano, 1740); Petrozzi Bonaventura (Livorno, Pisa, 1676-1677); Piaggio Francesco (Genova, 1624-1625); Piaggio Giacinto (Genova, 1637); Piaggio Giovanni Battista (Genova, 1688); Piaggio Pietro Francesco (Roma, 1750-1778); Piaggio Rinaldo (1690); Piana Michelangelo (Bologna, 1810); Piane (delle) e Bertolacci (Livorno, 1821); Piano (dal) Giovanni Battista (Genova, 1632); Piano (dal) e Armerigo, Giacomo e Giovanni Oberto (Napoli, 1672-1673, 1676-1677); Piastri Stefano (Bologna, 1692); Piatti e Bey-mont (Civitavecchia, 1788); Piatti e Suardo, Giovanni e Giovanni Antonio (Venezia, 1611); Piazza Giuliano (Palermo, 1653); Piazza e Ciglia, Benedetto e Francesco (Cartagena, 1608); Picasso Diego (Roma, 1609); Piccaluga Alessandro (Parigi, 1806); Piccaluga Francesco Maria (Parigi, 1784-1805); Piccardo Giulio (Genova, 1716); Picchetti Niccolò (Frignano, 1666); Piccini Giovanni (Venezia, 1642-1643); Piccone Domenico (Savona, 1679); Piccone Giacomo Battista (Savona, 1720); Pichenotti Andrea (Anversa, Madrid, 1624-1625, 1635-1643, 1663, 1667); Pichenotti Benedetto (Anversa, 1616-1625, 1635-1638, 1643); Pichenotti Giovanni Battista (Bruxelles, 1643); Pichenotti Lazzaro (Anversa, 1616-1619, 1636-1638, 1643); Picino Giovanni (Venezia, 1643); Picone Francesco (Palermo, 1663, 1667); Pierazzoli Natale (Livorno, 1715-1716); Pietra, marchesi della (Napoli, 1736-1739, 1742-1745); Pieve, consoli di (Pieve, 1771- 1773); Pignatelli Ferdinando (Napoli, 1742); Pignone Ambrogio (Napoli, 1624); Pinceti Francesco (Palermo, 1650); Pinceti Giovanni Maria (Messina, 1650); Pinelli Agostino (Genova, 1648); Pinelli Battina (Genova, 1609); Pinelli Castellino (Roma, 1596, 1598); Pinelli Caretta (Napoli, 1614); Pinelli Cattaneo (Novi, 1624); Pinelli Giovanni Agostino (Roma, 1595); Pinelli Giovanni Agostino (Novi, 1637); Pinelli Giovanni Antonio (Toledo, 1616); Pinelli Niccolò, fede- commissari di (Genova, 1624-1625); Pinelli Tomaso (Genova, Napoli, Valencia, Valladolid, 1602, 1605, 1607-1618, 1625); Pinelli Vincenzo (Genova, Napoli, 1596, 1609); Pinelli Vittoria (Chiavari, 1689); Pinelli e Mari (de), Tomaso e Francesco (Madrid, 1600); Pino Bruno (Bellana, 1666); Pinson (de) e Caravasal (de), Antonio e Pedro (Siviglia, 1624); Pinza Giovanni Battista (Spezia, 1713); Pioverà, marchese di (Alessandria, 1611); Pir-ria, Dalmares, Catta (Barcellona, 1711); Pisani Lorenzo (Venezia, 1699); Piscitelli Niccolò Maria (Roma, 1695); Piuma Giovanni Battista (Venezia, 1722-1727); Piuma e Cambiaso, Giovanni Battista e Santino (Venezia, 1711, 1714, 1719- 1721); Pizzorno Pietro Francesco (Genova, 1774); Planes Aloisio (Barcellona, 1639); Pianta Pietro (Genova, 1673); Pioti Giovanni Andrea (Palermo, 1650); Pocobelli Pietro (Palermo, 1737, 1741); Podestà Caterina (Novi, 1821); Podestà Giovanni Battista (Novi, Roma, 1773, 1777, 1792-1817); Podio Giuseppe (Napoli, 1709); Poggi Carlo Andrea (Ovada, 1672); Poggi Pietro (Bastia, 1758); Poggio Giovanni Francesco (Genova, 1650); Poggio Vincenzo (Milano, 1613-1614); Polignac (di) Luigi (Vienna, 1797-1802); Polizzi Francesco Maria (Cipro, Gerusalemme, 1665); Polleri Agostino (Savona, 1741); Ponte Benedetta Maria (Roma, 1785-1788); Ponte Giacomo (Marsiglia, 1687, 1692); Ponte (del) Luigi (Milano, 1609-1612); Ponzo Giuseppe (Madrid, 1784-1786); Porcelli Isidoro (Frignano, Napoli, 1699, 1704, 1708-1716, 1722); Porcelli Lucia (Frignano, 1739); Porcile Ottavio (Rivarolo, 1678); Porpora Giacinto (Genova, 1679); Porrata Giovanni Vincenzo (Genova, Palermo, 1674, 1680); Porri Alessandro (Milano, 1595); Porro Giovanni Battista (Ventimiglia, 1771-1772); Porro Giuseppe (Ventimiglia, 1773-1774); Porro Paolo (Genova, 1772); Porta Giuseppe e figli (Milano, 1816-1825); Porto (della) Alessandro (Milano, 1679); Porta e Pedemonte, Antonio e Paolo (Milano, 1616-1618); Por-tovenere (di) Michelangelo (Portovene- Ramo primogenito, Archivio generale 363 re, 1676); Poveri, magistrato dei (Genova, 1664); Pozzi Carlo (Milano, 1689, 1692-1693); Pozzo Giovanni Battista (Genova, 1637); Pozzo Giuseppe (Palermo, 1824); Pozzo Plinio (Finale, 1602); Pozzobonelli Alessandro (Savona, 1709); Pozzobonelli Ambrogio (Roma, 1607, 1611, 1624); Pozzobonelli Gaudenzio (Roma, 1611); Pozzobonelli Giovanni Giacomo (Roma, 1607); Pozzobonelli Giuseppe, cardinale (Milano, 1772); Pozzobonelli e Gavotti, Ambrogio e Lorenzo (Roma, 1600, 1602, 1605-1619); Pradelli Luigi (Bologna, 1801); Prado (de) Rodrigo Messia (Napoli, 1662-1663); Prandi (de) Carlo (Santa Cruz de Tenerife, 1783); Prasca e Arbore (Cadice, 1784- 1792); Prato Francesco (Campofreddo, 1808, 1818); Prato Giovanni (Bastia, 1691); Prato Giuseppe Maria (1793); Prato Niccolò (Siviglia, 1637); Prato Niccolò (Genova, 1667); Pretis (de) Carlo (Mentone, 1817); Preve Pier Antonio (Milano, 1629); Primi Roberto (Roma, 1608, 1612-1618); Profumo Carlo (Firenze, 1726-1727); Prosetti Cipriano (Lisbona, 1711); Protasio Aloisio (Roma, 1778); Pucci Alessandro (Firenze, 1645); Puccio Giuseppe (Petralia, 1664-1665); Puggiolo Giovanni Battista (Bastia, 1673); Pugioli Francesco (Livorno, 1751); Puisserner Antonio (Maiorca, 1711); Pusterla Carlo (Bologna, 1673); Pusterla e Ornati, Orazio e Giovanni Francesco (Milano, 1595). Quaini Giacomo (Roma, 1610); Quarantotti Clemente (Pisa, 1606-1613); Quarantotti Marcantonio (Livorno, Pisa, 1598, 1602, 1604-1613); Quarta Filippo (Frignano, Napoli, 1699, 1701, 1708-1716, 1724-1739); Quarta Filippo (Frignano, 1763, 1765); Quarta Francesco (Frignano, 1749, 1758); Quarta Giuseppe (Frignano, 1720-1739); Quarta Niccolò (Frignano, 1698); Quarta Niccolò (Frignano, 1744); Quarta Pasquale (Frignano, 1768); Quartara Giovanni (Parigi, 1811); Quartino Giovanni Battista (Vol-tri, 1786-1793); Queirazza Niccolò (Genova, 1692); Queirazza Tomaso (Livor- no, 1799); Queirolo Antonio (Genova, Madrid, 1662-1663); Queirolo Benedetto (Trapani, 1679-1681); Queirolo Giovanni (Genova, Napoli, 1663, 1665, 1669); Queirolo Lucrezia (Rapallo, 1705); Queirolo Niccolò Andrea (Palermo, 1650, 1652); Queirolo Fasciati Maria Lucrezia (Rapallo, 1708); Quirini Giovanni Bartolomeo (Spezia, 1693). Radavero Bartolomeo (Roma, 1798, 1801); Radavero Maddalena (Roma, 1798); Raffo Giacomo (Napoli, Porto Ercole, 1733, 1735, 1738); Raggio Agostino (Spezia, 1605); Raggio Ferdinando (Roma, 1663); Raggio Francesco (Genova, 1624,1629); Raggio Giacomo (Genova, 1648); Raggio Giovanni Andrea (Genova, 1687); Raggio Giovanni Battista (Genova, Napoli, Spezia, 1652, 1672); Raggio Ilario (Roma, 1633); Raggio Lorenzo, cardinale (Ravenna, Rimini, Roma, Savona, 1636-1652, 1662, 1665, 1676-1685); Raggio Ottaviano (Roma, 1632-1633, 1636-1637); Raggio Pallavicini Anna Maria (Genova, 1647); Ram-baldi Giovanni Stefano (Sanremo, 1773); Rambaldo Giacomo (Sanremo, 1750-1757, 1767); Ramondetta Giovanni (Palermo, 1667, 1669); Ramorino Antonio (Genova, 1695, 1701-1702); Ramorino Emanuele (Frignano, Genova, Roma, 1828-1833); Ramorino Giovanni Battista (Genova, 1789); Ramorino Ludovico (Sassello, 1692); Ramorino Pietro Maria (Sassello, 1789); Rapallo Ambrogio (Genova, 1608); Rapallo Cesare (Genova, 1608); Rapallo Giovanni Luca (Genova, 1679-1680, 1683); Rapallo Pietro Francesco (Genova, Granada, Toledo, 1595- 1596, 1609); Rapallo e Clavarino, P. Francesco e Giovanni Stefano (Granada, 1610); Rattara e Groppo, Giacomo e Giovanni (Palermo, 1598, 1601-1602, 1605, 1624); Ratti Luigi (Roma, 1795); Ratti Opizzone (Tortona, 1798); Ratti e Manelli, Simone e Tomaso (Palermo, 1624-1626); Ratto Francesco (Genova, 1786); Ratto Giovanni Pietro (Granada, 1635-1636, 1643); Ratto Giuseppe (Bologna, 1795-1796); Ratto Niccolò (Ra- 364 ìndice dei corrispondenti palio, 1673); Ratto Paolo Giacinto (Siviglia, 1710); Ratto e Monti (Messina, 1703); Ratinisi Settimio (Genova, 1798); Ravano Giovanni Battista (Anversa, 1610); Ravano Raffele (Anversa, 1610); Ravara Antonio Maria (Genova, 1682); Ravasi Giuseppe Antonio (Milano, 1735); Ravasio (de) Antonio (Cordova, 1608); Ravazzano Francesco (Alessandria, 1826); Ravazzano Giovanni Battista (Novi, 1817, 1819); Ravello Benedetto (Cadice, 1791-1794); Razzanti Carlo (Matelica, 1699); Re Vincenzo (Cabella, 1777); Reale Tomaso (Bologna, Vienna, 1809-1818); Reboult Luigi (Lione, 1789); Rebuffo Giovanni Battista (Aiaccio, Bastia, 1672, 1676); Recupo Giuseppe (Trapani, 1732); Redoano Niccolò (Napoli, 1628); Redono Antonio (Napoli, 1782); Regaino Cesare (Milano, 1595); Reggio Francesco (Nizza, 1777, 1782, 1785-1789, 1798); Reggio Francesco Maria (Bastia, 1708); Reggio Lorenzo (Quaranta, 1794); Reid e Gildart (Londra, 1789-1790); Rem Picci Agostino (Roma, 1814-1833); Remondino Giorgio (Venezia, 1608-1613); Remondino Giovanni Battista (Borgofornari, 1680); Remorini Francesco (Savignone, 1772); Repetto Bartolomeo (Sestri L., 1823); Repetto Filippo (Genova, 1676); Repetto Sebastiano (Roma, 1595); Resini Giovanni Battista (Madrid, 1645); Restori Giovanni Pietro (Bastia, 1673); Restori Pietro Paolo (Genova, Novi, Portomaurizio, Savona, 1673, 1679, 1682-1685, 1693); Reta Vincenzo (Novi, 1817-1827); Revello Benedetto (Cadice, 1791-1793); Revello Giuseppe (Taggia, 1777); Revello Ignazio (Cadice, 1791-1793); Rezoagli Domenico Gaetano (Trapani, 1779-1787, 1790); Rezoagli Giovanni Battista (Palermo, Spezia, 1794-1795, 1802); Rezzo-nico Aurelio (Venezia, 1673, 1680-1689- 1690); Rezzonico Carlo Luigi (Como, 1701); Rezzonico Quintiliano (Venezia, 1687, 1689); Rezzonico e Cernezzi, Aurelio e Francesco (Venezia, 1673, 1676- 1679); Riario Gerolamo (Napoli, 1663- 1667); Riario Niccolò (Bologna, Firenze, Napoli, Roma, Savona, 1708-1716); Ri- ario Paolo (Napoli, Roma, Savona, 1709, 1714, 1720); Ribera (de) Francesco (Roma, 1606); Ricca Antonio (Genova, Sarzana, 1771-1777, 1791); Ricca Giovanni Antonio (Genova, 1683); Ricca Guglielmo (Roma, 1727); Ricca Sebastiano (Roma, 1673); Ricci Angelo (Finale, Genova, 1594, 1597-1598); Ricci Antonio Maria (Lucca, 1713); Ricci Antonio Placido (Albenga, 1811); Ricci Domenico (Sarzana, 1724); Ricci Domenico (Cabella, 1771-1774, 1777); Ricci Francesco (Palermo, 1636); Ricci Giovanni (Castelnuovo, 1598, 1605); Ricci Giovanni (Novi, 1667); Ricci Ippolito (Pieve, 1777); Ricci Paolo Gerolamo (Albenga, 1774-1777, 1784-1785); Ricci Vincenzo (Pieve di Teco, 1771); Ricci Pallavicini Maria (Genova, 1605-1608); Ricci Zanotti Maria (Savona, 1777); Ricciardi Lorenzo (Frignano, 1794); Ricciardi Marcantonio (Frignano, 1749); Ri-chaut Pietro (Londra, 1635-1637, 1643); Richini Giovanni Battista (Novi, 1716); Riciardi e Manelli, Cesare e Ottavio (Messina, 1643); Riesta Stefano (Alassio, 1685); Rietmeir Francesco (Livorno, 1757); Riggio Stefano (Messina, 1650); Rimella (di) Filippo (Lecco, 1771); Rini Francesco Maria (Torino, 1671); Riolfo Francesco (Calizzano, 1767, 1771); Riolfo Luigi (Calizzano, 1808); Rispoli Aniello (Napoli, 1719, 1721, 1727); Rispoli Ignazio (Napoli, 1804); Rispoli Nicola (Napoli, 1804); Riva Giovanni Francesco (Algaiola, 1687, 1689); Rivadeneyra Alvaro (Palermo, 1625); Rivanegra Niccolò (Tolone, 1643); Rivarola Agostino (Roma, 1814-1817); Rivarola Stefano (Chiavari, 1798, 1810); Rizzardi Giuseppe (Madrid, 1665); Rizzo Angela Vittoria (Palermo, 1615, 1619); Rizzo Benedetto (Castelnuovo, Portovenere, 1614, 1617); Rizzo Carlo (Napoli, 1778, 1787-1796); Rizzo Francesco (Monreale, Palermo, 1619, 1636); Rizzo Francesco (Palermo, 1789); Rizzo Giovanni Angelo (Napoli, 1763); Robello Pietro Maria (Lisbona, 1786-1790, 1794); Roberti Giovanni Battista (Bologna, 1802); Roberti Teresa (Acqui, 1815-1816); Robiani Gaspare Ramo primogenito, Archivio generale 365 (Anversa, 1605); Robotti, vescovo (Tortona, 1772-1773); Roccatagliata Giovanni Battista (Palermo, 1624-1626); Roccatagliata Ludovico (Sestri, 1606); Rocchetti Giuseppe (Palermo, 1679); Rocci e Bottoni (Ferrara, 1785-1793); Roccia Bernardino (Roma, 1641); Rodano Niccolò (Vernazza, 1636); Rodi, arcivescovo di (Alicante, 1692); Rodino Carlo (Diano, 1777); Rodriguez Juan (Salamanca, 1624); Roggero Giacomo (Cabella, 1773); Roggero Marsucco Giovanna (Nizza, 1825); Rolandelli Rolando (Sassello, 1685); Rolandi Alfonso (Albenga, 1772); Rolandi Francesco (Borgio, 1772); Rolandi Giovanni Battista (Villanova, 1773); Rolando Francesco (Borgio, 1782); Rolando Valerio (Torino, 1804-1811); Rolando Vittorio (Albenga, 1828); Romairone Gerolamo (Livorno, 1797-1799); Romairone Giovanni Tomaso (Genova, Novi, 1628-1638, 1643); Romairone Giuseppe Maria (Genova, Rivarolo, 1687); Romani Apollonia (Albenga, 1771-1773); Romani Niccolò (Napoli, 1777); Romano Annibaie (Tor-torici, 1664); Romano Giovanni Andrea (Frignano, Mombaruzzo, 1789, 1791, 1794, 1797-1810); Romano Giovanni Antonio (Adella, Civitavecchia, Mombaruzzo, 1784, 1793-1798); Romano Giovanni Matteo (Torino, 1818); Romano Luigi (Frignano, 1809-1830); Romano Pantaleo (Palermo, 1666); Rombi Gerolamo (Milano, 1598); Rombo Lorenzo (Rivarolo, 1726); Romero Gregorio (Napoli, 1653); Roncadelli e Landi (Bologna, 1818); Roncallo Rocco (Genova, Rivarolo, 1667, 1669, 1673, 1676-1680, 1687); Ronchiglio Antonio (Messina, 1650); Ronchiglio Giuseppe (Messina, 1650); Ronco Antonio Maria (Genova, 1683); Rondinelli e Verrazzano, Antonio e Francesco (Palermo, 1663); Ronquillo (de) Giuseppe (Genova, 1651); Rosales (de), marchese (Milano, 1638); Rosis (de) Leandro (Monreale, 1705); Rospigliosi Giuseppe, principe (Firenze, Pisa, Roma, Vienna, 1773-1782, 1797-1821); Rospigliosi Pallavicini, principe (Roma, 1744); Rossani Antonio (Granada, 1598); Rossani Giovanni (Granada, 1598); Rossetti Giuseppe (Milano, Nizza, Trieste, 1777, 1785-1789, 1813, 1818- 1819); Rossi Angelo Battista (Adella, Novi, 1812); Rossi Antonio (Savona, 1685, 1711); Rossi Carlo (Pavia, 1774); Rossi Filippo (Milano, 1629); Rossi Gerolamo (Novi, 1680); Rossi Gerolamo (Roma, 1787); Rossi Giacinto (Calizza-no, 1761, 1771-1774, 1777); Rossi Giacomo (Finale, 1795); Rossi Giovanni Battista (Palermo, 1643); Rossi Giovanni Battista (Falcinello, 1771); Rossi Giovanni Benedetto (Alassio, 1774); Rossi Giuseppe (Calvi, Osimo, 1673, 1699); Rossi Ottavio (Madrid, 1629); Rossi Paolo Alfonso (Fabriano, 1724); Rossi Stefano (Firenze, 1772); Rossi, Onisto, Groppo, Nigalli (Palermo, 1608); Rossi Ricci Anna (Genova, 1799); Rossi Vac-cari Giovanni Battista (Roma, 1782, 1785-1789, 1807-1808); Rossiglione Niccolò (Napoli, 1693); Rostagni Gioacchino (Napoli, 1775); Rovatti (Bologna, 1793); Rovere Marcello (Alicante, 1679); Rovere (della) Lelio (1683); Rovere (della) Simone (Piacenza, 1600); Rovereto Giovanni Tomaso (Roma, 1613); Roveri Alfonso (Livorno, 1662); Roveti Camillo (Calizzano, 1676); Rovigo, duca di (Parigi, 1811); Rubeo Gii Martinez (Palermo, 1666); Rubini Agostino (Bologna, 1727); Rubini Carlo (Bologna, 1748-1753); Ru-cellai e Bufalini, Raffaello e Lorenzo (Livorno, 1617); Rue (de) fratelli (Genova, 1800); Ruffino (Oneglia, 1781); Ruffo Pietro (Francavilla, 1665); Ruggia Gerolamo (Roma, 1744-1745); Ruggia Stefano (Roma, 1713-1715); Ruggia Stefano jr. (Roma, 1744-1745); Ruggia e Paluzzi (Roma, 1722, 1724-1730); Ruschi Pietro (Pisa, 1796); Rusconi Giacomo Filippo (Bologna, 1818-1824, 1832); Ruspoli Francesco (Albano, Roma, 1806-1815); Rustici Benedetto (Pieve, 1771-1774); Ruterla Carlo (Ovada, 1672); Ruyte (de) Pier Luigi (Roma, 1689, 1692). S. Mauro, principe di (Napoli, 1731- 1745); S. Nicandro, principe di (Napoli, 1673, 1708-1716, 1720-1738, 1743); S. 366 Indice dei corrispondenti Pietro di Galatina, duca di (Napoli, 1772- 1773); S. Rosalia, principe di (Palermo, 1708); Sabatucci e Morici (Roma, 1808); Saccarello Giovanni Antonio (Savona, 1685); Sacco Giacomo Maria (Trapani, 1754-1757, 1761-1773, 1778); Saccomano Domenico (Genova, 1650); Saettone Giulio (Genova, 1734); Saffetti Benedetto (Venezia, 1716); Safri Francesco (Roma, 1740); Sagromaso Orazio (Verona, 1806-1808); Salamone Pasquale (Savona, 1760); Salazar Diego (Sorcino, 1690); Sa-lemine Gioacchino (Napoli, 1777); Salerno Giacomo (Torre del Greco, 1710); Saimeri Giuseppe (Algeri, 1706); Sal-mieri Antonino (Palermo, 1820-1823); Salredo Diego (Madrid, 1701); Saluzzo Agostino (Genova, Voltaggio, 1683); Saluzzo Alessandro (Bastia, 1727); Saluzzo Angelo (Napoli, 1609-1612); Saluzzo Bartolomeo (Napoli, 1598); Saluzzo Giovanni Battista (Genova, Savona, 1683, 1685); Saluzzo Giovanni Filippo (Moneglia, 1692); Saluzzo Giovanni Francesco (Anversa, Milano, 1598, 1608); Saluzzo Giuseppe (Napoli, 1602); Saluzzo Pietro Francesco (Napoli, 1598); Saluzzo e Grofoglietti, Orazio e Paolo Battista (Napoli, 1624-1626); Saluzzo e Masola, Angelo e Antonio (Lecce, 1605); Saluzzo e Spinola, Giovanni Battista e Francesco (Valladolid, 1605); Saivago Ambrogio (Lisbona, 1628-1629); Saivago Bernardo (Genova, Milano, 1683, 1694); Saivago Gerolamo (Venosa, 1650); Saivago Giacomo Maria (Genova, 1679); Saivago Leonardo (Moneglia, 1771); Saivago Violante (Campi, Genova, Milano, 1676, 1679-1682, 1687); Salvaterra Giovanni Andrea (Bologna, 1801); Salvemini Giuseppe (Firenze, 1725); Salvi Francesco (Roma, 1745); Salvi Gaetano (Roma, 1779, 1782-1783); Salvi Michelangelo (Novi, 1793); Salviati Antonio (Firenze, Pisa, 1605-1609, 1611); Salviati Filippo (Firenze, Pisa, 1605-1609); Salviati Luisa (Firenze, 1819-1820); Salzedo e Montaldo, Diego e Bartolomeo (Madrid, 1701); Sambiagio Carlo (Parigi, Torino, 1827); Sambuca, marchese della (Napoli, 1785); Samengo Carlo (Genova, 1803); Saminiati Ascanio (Venezia, 1635); Saminiati Giovanni Battista (Lucca, 1692); Saminiati e Cittadella (Lione, 1637); Sancez de Luna Emanuele (Longone, 1757); Sandio Gaspare (Genova, 1640); Sanfermo Giovanni Battista (Venezia, 1689); Sangiovanni Giovanni Battista (Varazze, 1685); Sangiuliano Giovanni Battista (Madrid, 1607); Sanguine-ti Giuseppe (Toledo, 1624); Sanità, magistrato di (Genova, 1652, 1680); Sanore Carlo (Lipari, 1665); Sansa (de) Manuel (Palermo, 1667); Sanseverino Pallavicini Ippolita (Roma, 1787); Sansone Giovanni Paolo (Roma, 1663); Sansone Stefano (Orbetello, 1757); Sant’Angelo Francesco (Palermo, 1662, 1664); Santagata Giacomo (Roma, 1737-1738); Santi Antonio (Palermo, 1663); Santini Cesare (Livorno, 1640, 1643-1644); Santini Niccolò (Lucca, 1682, 1687, 1692); Santini Mas-sarosa Maria (Lucca, 1712, 1716-1718); Santolello Benedetto (Roma, 1652-1653); Santoro Giovanni Battista (Frignano, 1644); Santoro Pietro (Napoli, 1710); Sanzi Loreto Antonio (Napoli, 1713); Sapio Giovanni Battista (Frignano, 1698, 1710); Sapio Giuseppe Antonio (Frignano, 1742, 1745); Sapio Michele Lazzaro (Frignano, 1722); Saporiti Antonio (Anversa, Bruxelles, Colonia, Milano, 1598, 1602, 1605-1607, 1609, 1611); Saporiti Francesco (Monterosso, 1607); Sappia Giacomo (Bastia, 1680); Sardegna, re di (Torino, 1794); Sardi Cesare (Amsterdam, 1770); Sarentkin Luigi (Innsbruck, 1776); Sarmeni Giuseppe (Algeri, 1706); Sarmoria Chiara (Roma, 1800-1829); Sarri Luigi (Bastia, 1717); Sarri Paolo Francesco (Ancona, Genova, Spoleto, 1714-1717); Sarte (de la) Juan (Alessandria, 1687, 1689-1690); Sartorio Agostino Maria (Napoli, 1715, 1720); Sartorio Pompeo (Sestri L., 1818-1820); Sartorio Rocco Francesco (Rapallo, 1676); Sarzana, vescovo di (Sarzana, 1692, 1773- 1779); Sassetti Ottavio (Pisa, 1617); Sassi Anteimo (Bastia, 1750); Sassi Francesco (Roma, 1738, 1743-1744); Sattis Francesca Colomba (Sale, 1663); Sattis Maria Benedetta (Sale, 1663); Sauli Cri- Ramo primogenito, Archivio generale 367 stoforo (Piacenza, 1596); Sauli Ersilia (Piacenza, 1798); Sauli Francesco Maria (Genova, Roma, 1664, 1673); Sauli Paolo (Genova, 1609, 1615, 1624); Sauli Tomaso (Roma, 1624-1625); Sauli Vincenzo (Roma, 1624-1625); Savarese Agostino (Napoli, 1752); Savi Giovanni Andrea (Livorno, 1709, 1713); Savi e Scaglia, Leone e Emanuele (Palermo, 1805); Savi-gnone Giovanni Battista (Genova, 1630); Savignone Giovanni Pietro (Marsiglia, 1636-1637, 1640, 1643); Savona, vescovo di (Savona, 1669, 1774, 1779); Savorgnan Giacomo (Venezia, 1807-1811); Savorgnan Giulio (Venezia, 1795-1799); Sa-voure Bonville (Parigi, 1805); Scaglia Agostino (Roma, 1625); Scaglia Andrea (Roma, 1625); Scaglia Filippo (Rivarolo, 1687); Scaglia e Savi, Emanuele e Leone (Palermo, 1805); Scaglioso Lazzaro (Genova, 1624-1625); Scala Bartolomeo (Frignano, Genova, 1774-1778); Scani-glia Giovanni Battista (Rivarolo, 1687); Scaniglia Giovanni Tomaso (Genova, 1657); Scaniglia Lorenzo (Borzoli, Rivarolo, 1667, 1679-1680); Scannavini Luca (Bologna, 1831); Scarella Innocenzo (Pieve, 1827-1830); Scarpa Oliviero (Venezia, 1596); Scassi Angelo Vincenzo (Roma, 1788-1797); Schenardi Giovanni (Rezzo, 1771); Schenardi Guglielmo (Rezzo, 1775); Schiaffino Battistina (Camogli, 1734); Schiappapietra Niccolò (Albisola, Pesaro, 1797-1798); Schiarra Pio Tomaso (Roma, 1735-1739, 1741, 1745); Schiattini Giovanni Battista (Palermo, 1636-1640, 1643, 1650, 1663- 1664); Schiattini Giovanni Stefano (Palermo, 1636-1638, 1640, 1643); Schiavina Giacomo (Montaldo, 1777); Schiavone Giovanni Battista (Palermo, 1636); Schiavone Giovanni Stefano (Palermo, 1636); Schinchino Domenico (Marsiglia, 1750); Schinchino Giacomo (Marsiglia, 1737); Schira Giovanni Carlo (Milano, 1790-1791, 1794); Schira Pietro Antonio (Milano, 1745-1794); Schrotter (Vienna, 1774); Scichiii Giacomo (Civitavecchia, 1777); Scoffero Carlo Giacomo (Genova, 1680); Scoffero Giovanni Gerolamo (Alassio, 1672, 1685); Scofone Antonio (Acqui, 1792); Scofone Paolo (Acqui, 1792); Scorza Giacomo (Madrid, Milano, Voltaggio, 1665, 1676, 1678-1680, 1685); Scotto Giovanni Battista (Napoli, 1597); Scotto Scipione (Bastia, 1691); Scovazzi (Rivarolo, 1709); Scribani Ettore (Messina, Palermo, 1611-1613, 1636); Scribani Giovanni Ambrogio (Messina, 1643); Scribani Giovanni Antonio (Messina, Palermo, 1636); Scribani Giovanni Gerolamo (Messina, Palermo, 1636, 1643); Scribani Marcantonio (Messina, 1611- 1613); Scribani e Segni, Lorenzo e Giovanni Agostino (Palermo, 1610-1614); Sebregondi e Cernezzi, Ascanio e Giovanni (Valencia, 1643-1644); Seghessa Niccolò (Roma, 1608-1609); Segni Lorenzo (Firenze, 1625-1626); Segni Ludovico (Bologna, 1801-1805); Segni e Desiderio, Giovanni Francesco e Giovanni Agostino (Palermo, 1616-1618); Segni e Gianni, Lorenzo e Niccolò (Firenze, Piacenza, 1616-1619, 1624); Segni e Medici (Firenze, 1630); Segni e Scribani, Giovanni Agostino e Lorenzo (Palermo, 1610-1614); Selvi Benedetto (Genova, 1670); Semeria Giovanni Tomaso (Genova, 1673); Semino Ambrogio (Granada, 1609); Semino Andrea (Madrid, 1730); Semino Antonio (Madrid, 1727, 1733); Semino Giacomo (Venezia, 1602, 1605-1606); Semino Giovanni Battista (Alicante, Siviglia, 1608-1611); Semino Giovanni Francesco (Roma, 1596); Semino Giovanni Maria (Genova, 1595-1598); Semino Lorenzo (Alicante, 1608- 1609); Semino Paolo Gerolamo (Siviglia, Venezia, 1602, 1605-1606, 1610-1611); Semino Landi Lelia (Milano, 1624); Se-morrile Giacomo (Voltri, 1620); Sempronii Sempronio (Ferrara, 1689-1690); Senarega Giovanni Francesco (Roma, 1614-1615); Senarega Ilario (Genova, 1643); Senato della Repubblica (Genova, 1650, 1652); Sepessi Paolo Maria (Mantova, 1678); Sepozza Pietro (Vienna, 1630); Sera (del) Paolo (Venezia, 1673); Sera (del) e Bufalini, Paolo e Bartolomeo (Venezia, 1672); Seranzo Sebastiano (Venezia, 1692); Sermoneta, duca di (Genova, Palermo, Roma, 1667, 1669, 368 Indice dei corrispondenti 1672-1680, 1682); Serra Battista (Madrid, Milano, Napoli, Valladolid, 1598-1606, 1609, 1618); Serra Francesco (Anversa, Madrid, Piacenza, 1602, 1605- 1609, 1615, 1617); Serra Francesco (Venezia, 1710); Serra Giacomo (Novi, Trapani, 1817-1830); Serra Giacomo, cardinale (Roma, 1610-1611); Serra Giovanni (Piacenza, 1596); Serra Giovanni Andrea (Roma, 1676, 1679); Serra Giovanni Battista (Genova, Roma, 1648, 1679); Serra Giovanni Carlo (Prato, 1727, 1732-1733); Serra Giovanni Francesco (Cassano, Genova, 1629-1630); Serra Giuseppe (Napoli, 1762); Serra Ignazio (Firenze, Genova, Livorno, Napoli, Pisa, 1796-1822); Serra Marcello (Genova, Novi, 1722, 1725-1726, 1731, 1734); Serra, marchese (Napoli, 1709); Serra Ottavio (Napoli, 1617); Serra Paolo Battista (Lione, Madrid, Piacenza, Roma, Novi, 1596, 1610, 1621, 1623, 1624); Serra Cassano Giuseppe (Napoli, 1809-1833); Serra e Fieschi, Battista e Sinibaldo (Valladolid, 1602); Serra e Marini (de), Gerolamo e Francesco (Anversa, 1598); Serra e Pallavicini, Paolo Battista e Niccolò (Genova, 1609); Serra e Spinola, Ottavio e Antonio (Napoli, 1607-1613); Serra Gerace, principi di (Napoli, 1798, 1817, 1825); Serra Gref-fier Antonio (Portomaurizio, 1811); Serra Pallavicini Giovanna (Genova, Rivaro- lo, 1702, 1722); Serragli e Franceschi, Giuliano e Francesco (Firenze, Napoli, 1605-1613); Serravalle Giovanni Agostino (Milano, 1595, 1605-1606, 1608- 1609); Serravalle Giovanni Battista (Milano, 1595); Serravalle Giovanni Paolo (Genova, 1610); Serravalle Gregorio (Alicante, 1605-1606, 1608-1609, 1611); Serravalle Matteo (Alicante, 1596, 1598, 1602); Serravalle Paolo (Alicante, 1605-1606, 1608-1609, 1611); Serravalle Salvatore (Bastia, Genova, 1673, 1676-1677, 1679, 1682); Serravalle e Barabino, Giovanni Paolo e Giovanni Agostino (Genova, 1615-1616); Servaghi Francesco Giuseppe (Firenze, 1606); Serventi Alessandro (Parma, 1790, 1801-1802); Servi Isaac (Livorno, 1795); Sesti e Ciuffarini, Domenico e Niccolò (Livorno, 1673); Sestri Angela (Parma, 1722); Sestri L., sindaco di (Sestri L., 1823); Sestri Persano Angela Maria (Parma, 1722); Sgricci Sabatino (Firenze, Milano, Roma, 1724- 1734, 1739, 1745); Sguanci Bernardo (Bologna, 1789, 1792, 1796); Sibilla Niccolò (Pieve, 1777); Siffredi Filippo (Albenga, 1693); Siliquini Carlo (Roma, 1689-1694); Siliquini Giovanni Andrea (Pesaro, 1690); Silva (de) Alfonso (Livorno, 1637); Silva (de) Michele (Milano, 1636); Silvano Alessandro (Genova, 1624); Silvestri Ascanio (Napoli, Osimo, Roma, 1699, 1702, 1706); Silvestri Giovanni Battista (Verona, 1814-1833); Silvestri Niccolò Antonio (Livorno, 1694); Simbro Giuseppe (Mazzara, 1663-1664); Simoncini e Partiti (Viareggio, 1782); Simone Giovanni Antonio (Sassello, 1800); Simone (de) Giovanni Battista (Napoli, 1606); Simonetti Giovanni Battista (Milano, 1643); Sinagra (di) Luca (Naso, 1663); Sines Giuseppe (Roma, 1819); Sini e Beninvieni, Cosimo e Antonio (Firenze, 1617); Sinibaldi Orazio (Napoli, 1605); Sinopoli Raffaele (Napoli, 1722); Sirena Domenico (Finale, 1692); Sivori Agostino (Chiavari, 1810); Sivori Giovanni Lorenzo (Napoli, 1709); Sivori Giovanni Niccolo (Ravenna, 1679); Sivori Paolo (Venezia, 1595); Sivori Sivorio (Genova, Madrid, 1633, 1644-1645); Smith e Atkinson (Londra, 1793); Smitner fratelli (Vienna, 1755, 1764-1820); Sobremonte Gaspare (Madrid, 1652-1653); Sobreri Giacomo (San Quirico, 1772); Sodi Alfonso (Roma, 1738); Sola e Francalanza (Lisbona, 1733); Solari Bernardo (Madrid, 1815- 1829); Solignac (de) Giuseppe Luigi (Vienna, 1788-1802); Solimano Giovanni (Savona, 1771); Solimano Ottavio (Piacenza, 1598); Solini Silvestri (Varese, 1818); Soprani e Boggiano, Giovanni Battista e Bartolomeo (Napoli, 1610); Soragna, marchese (Palermo, 1756); So-ranzo Sebastiano (Venezia, 1689-1690); Sorba Giovanni Battista (Parigi, 1727, 1735, 1737); Sordi (Malta, 1650); Soresi-no Niccolò (Mondovì, 1679); Sorrino Ramo primogenito, Archivio generale 369 (de) Pietro (Cagliari, 1712); Sovera, con-te (Nizza, 1776); Sozi Alfonso (Roma, 1739); Spadafora Federico (Messina, 1667); Spanochia Angelo Agostino (Roma, 1743); Speltra Aniello (Napoli, 1714); Sperone Pietro (Genova, 1718); Spina Benedetto (Pisa, 1806); Spina Carlo (Palermo, 1662-1669, 1674); Spina Gaspare (Sestri, 1689); Spinelli, abate (Briga, 1771-1774); Spinelli Antonio (Novi, 1731); Spinelli, frate (Firenze, 1718); Spinelli Giacinto (Masone, 1818); Spinelli Giacomo (Novi, 1716); Spinelli Giovanni Battista (Montaldo, 1777); Spinelli Tomaso (Napoli, 1744-1745); Spinola Agostino (Genova, Madrid, 1605, 1619, 1624-1625); Spinola Agostino (Genova, 1665, 1673, 1679); Spinola Alvaro (Piacenza, 1596); Spinola Ambrogio (Madrid, 1612, 1615); Spinola Ambrogio, fedecommissari di (Madrid, 1624-1626); Spinola Andrea (Sarzana, 1617); Spinola Antonio (Roma, 1692); Spinola Arcange-la Fustina (Genova, 1678); Spinola Baldassarre (Siviglia, 1605-1606); Spinola Barbara (Napoli, 1637); Spinola Barnaba (Cabella, 1722); Spinola Bartolomeo (Madrid, 1635, 1637); Spinola Battistina (Roma, 1724); Spinola Benedetto (Genova, 1624); Spinola Biagio (Cassano, 1672); Spinola Camillo (1614); Spinola Camillo (Alassio, 1777); Spinola Camillo, fedecommissari di (Genova, 1625); Spinola Carlo (Milano, Roma, Ronco, 1692, 1699, 1727); Spinola Cesare (Genova, 1624); Spinola Claudio (Madrid, 1600); Spinola Cornelio (Napoli, 1633-1637, 1643); Spinola Cristoforo (Rivarolo, 1667); Spinola Cristoforo (Parigi, 1788); Spinola Daniele (Messina, 1653); Spinola Domenico (Malta, Vienna, 1667, 1699, 1713-1714); Spinola Eletta Cecilia (Novi, 1636, 1643-1644); Spinola Federico (Genova, 1609); Spinola Federico (Rivarolo, 1693); Spinola Felice (Genova, 1626); Spinola Felice (Genova, 1680, 1701-1702, 1706); Spinola Filippo (Alessandria, 1629); Spinola Filippo (Arquata, Genova, Maiorca, Vienna, 1680, 1683-1684, 1691- 1693); Spinola Francesco (Pisa, 1798); Spinola Francesco Maria (Genova, 1652, 1669, 1683, 1690); Spinola Francesco Napoleone (Padova, 1687); Spinola Gerardo (Genova, 1683, 1686); Spinola Ge-rolama Maria (Genova, 1687); Spinola Gerolamo (Madrid, Novi, Roma, 1599- 1606, 1619, 1624); Spinola Gerolamo (Francavilla, Novi, Savona, 1672, 1676, 1680); Spinola Gerolamo (Genova, 1750); Spinola Giacomo (Savona, 1816); Spinola Giorgio (Genova, Napoli, 1638, 1643, 1647, 1652); Spinola Giorgio (Genova, Lucca, Napoli, Roma, 1680, 1682, 1687-1691, 1711); Spinola Giorgio, cardinale di S. Agnese (Roma, 1724-1726); Spinola Giovanna Francesca (Genova, 1683); Spinola Giovanni Andrea (Bastia, 1672-1673); Spinola Giovanni Andrea (Cremona, Napoli, 1731-1732); Spinola Giovanni Battista (Milano, Napoli, 1605- 1617); Spinola Giovanni Battista (Malta, Roma, 1689-1693); Spinola Giovanni Battista (Finale, 1771-1777); Spinola Giovanni Battista, cardinale (Napoli, Roma, 1722, 1727, 1738-1739, 1743-1744, 1750); Spinola Giovanni Benedetto (Genova, Madrid, Milano, Novi, Piacenza, 1596, 1624, 1630, 1636-1643, 1648-1652); Spinola Giovanni Domenico (Genova, 1617); Spinola Giovanni Domenico (Genova, Sestri, 1679-1680, 1683); Spinola Giovanni Francesco (Madrid, 1613) ; Spinola Giovanni Francesco (Genova, Novi, 1673,1679); Spinola Giovanni Gerolamo (Napoli, Palermo, 1649-1652); Spinola Giovanni Giacomo (Savona, 1663); Spinola Giovanni Luca (Gavi, Genova, Rivarolo, Roma, 1722-1734); Spinola Giovanni Maria (Saragoza, 1616); Spinola Giovanni Niccolò (Genova, Milano, 1679-1680); Spinola Giovanni Stefano (Napoli, 1680); Spinola Giulio, car-dinaie (Lucca, Roma, Vienna, 1679, 1685, 1687, 1689-1692); Spinola Giuseppe (Milano, 1662, 1672-1673); Spinola Giuseppe (Vienna, 1745); Spinola Giuseppe Domenico (Varazze, 1692); Spinola Goffredo (Napoli, 1680); Spinola Lelio (Roma, 1724); Spinola Livio (Cabella, 1710); Spinola Luca (Voltaggio, 1680); Spinola Luciano (Novi, 1624); Spinola Luciano (Genova, 1665, 1680); Spinola 370 Indice dei corrispondenti Luigi (1806); Spinola Maddalena (Genova, 1610); Spinola Maddalena (Genova, 1667); Spinola Maria Arcangela (Genova, 1679); Spinola Maria Giovanna (Padova, 1687); Spinola Massimiliano (Novi, 1685); Spinola Napoleone (Genova, Novi, Ronco, Roma, 1625, 1657-1659); Spinola Neapolina (Genova, 1662); Spinola Niccolò (Genova, Roma, 1600, 1614); Spinola Niccolò (Anversa, 1669); Spinola Niccolò, cardinale (Roma, 1726, 1732, 1735); Spinola Opizio (Genova, 1633-1634, 1642); Spinola Orazio (Napoli, Novi, 1624, 1630, 1633, 1634, 1636); Spinola Ottavio (Valladolid, 1606); Spinola Paola Francesca (Genova, 1679); Spinola Paola Maria (Novi, 1643- 1644); Spinola Paolo (Napoli, 1637- 1644); Spinola Paolo Agostino (Genova, Livorno, Napoli, Roma, Venezia, 1672- 1673); Spinola Pasquale (Teglia, 1745); Spinola Pellegrino (Bastia, 1734); Spinola Pietro (Piacenza, 1608); Spinola Pompeo (Madrid, 1600); Spinola Prospero, vescovo (Sarzana, 1638, 1663); Spinola Raffaele (Bologna, Genova, Malta, Novi, 1663-1667, 1672-1673, 1681-1683, 1689); Spinola Stefano (Genova, 1608, 1624); Spinola Stefano (Sestri L., 1717); Spinola Stefano, vescovo (Genova, Novi, Rivaro- lo, Roma, Ronco, 1647-1648, 1657, 1662- 1665, 1669-1682); Spinola Vincenzo (Genova, 1676, 1683, 1689); Spinola Cattaneo Vittoria (Napoli, 1676, 1682, 1692); Spinola Centurione Maria Aurelia (Genova, 1683); Spinola Centurione Maria Maddalena (Genova, 1672-1673, 1676, 1679-1682); Spinola e Centurione, Baldassarre e Ottavio (Lisbona, 1598); Spinola e Doria, Agostino e Gerolamo (Madrid, 1617); Spinola e Negro (di), Camillo e Giovanni Gerolamo (Lione, 1598); Spinola e Saluzzo, Francesco e Giovanni Battista (Valladolid, 1605); Spinola e Serra, Antonio e Ottavio (Napoli, 1607-1613); Spinola e Squarciafigo, Quilico e Francesco (Napoli, 1606); Spinola e Torriglia, Ercole e Giorgio (Piacenza, 1595); Spinola Fieschi (Milano, 1722); Spinola Marini (de) Ippolita (Genzano, 1710); Spinola Negro (di) Gerolama (Genova, 1624-1625); Spinola Negro (di) Giovanni Battista (Genova, Savona, 1683, 1685); Spinola Pallavicini Livia (San Michele, 1750); Spinola Pallavicini Maria Angela (Genova, Novi, Piacenza, Rivarolo, Ronco, 1672, 1676, 1679-1683, 1712-1722); Spinola Pallavicini Maria Maddalena (Genova, Rivarolo, 1633, 1637, 1641, 1643, 1647-1652); Spinola Pinelli Aurelia (Genova, 1609- 1610); Spinola Serra Maria (Merate, 1727); Spinotti Giovanni (Palermo, 1782); Spinotto Clemente (Palermo, 1774, 1778-1789); Spontone Giuseppe (Lione, 1716); Spontone Lorenzo (Lione, 1770); Spontone e Busoni (Parigi, 1776- 1790); Sponzelli Pietro Maria (Polizzi, 1665); Squarciafigo Francesco (Milano, 1605); Squarciafigo Vincenzo (Madrid, 1619); Squarciafigo Centurione Andrea (Madrid, 1679); Squarciafigo e Spinola, Francesco e Quilico (Napoli, 1606), Squatriti Raffaele (Napoli, 1809-1833); Staffella Francesco (Sarzana, 1790); Sta-glieno Camillo Maurizio (Albenga, 1690); Stampa e Lumaga, Francesco e Marcantonio (Milano, 1643); Stefani Domenico (Venezia, 1803); Stefani Guglielmo (Venezia, Vienna, 1802-1806); Stella Bernardino (Triora, 1819); Stella Giovanni Bartolomeo (Busserò, 1673), Stiviano, principe di (Napoli, 1724); Strongoli, principessa di (Napoli, 1756); Strada (de) Sancho (Napoli, 1611, 1624); Strafforello e Peragallo (Marsiglia, 1757, 1760, 1766); Strafforello e Verde (Genova, 1786); Straserra Giovanni Francesco (Genova, 1673); Strata Carlo (Madrid, 1623-1626, 1634-1638); Strata Giovanni Andrea (Madrid, 1623-1624, 1637); Strata Giovanni Francesco (Madrid, 1624, 1635-1636); Stremona Sebastiano (Roma, 1608); Strozzi Alessandro (Firenze, 1610-1616); Strozzi Alessandro (Firenze, 1726); Strozzi Alfonso (Firenze, Venezia, 1610-1618); Strozzi Carlo (Firenze, Venezia, 1610-1614); Strozzi Filippo (Firenze, 1610-1618); Strozzi Leone (Firenze, Venezia, 1610-1614); Strussieri Giacomo (Favignana, 1701); Strussieri Silvestro (Favignana, 1701); Studiosi Rai- Ramo primogenito, Archivio generale 371 mondo (Roma, 1735-1739); Suardo e Piatti, Giovanni Antonio e Giovanni (Venezia, 1611); Suchetto e Pallavicini, Gaspare e Giuseppe (Alicante, 1643); Suzzi Giuseppe (Venezia, 1813); Sveglia Carlo (Milano, 1739). Tagliacarne Antonio (Granada, 1636, 1640, 1643); Tagliacarne Francesco (Levanto, Venezia, 1636-1637); Tagliacarne e Cassione, Francesco e Giovanni Francesco (Venezia, 1636-1638, 1640, 1643); Tanari Francesco (Bologna, 1731); Ta-nucci Pietro (Roma, 1778); Tanzi Antonio (Ferrara, 1758, 1767-1774, 1783, 1790-1791); Tanzi Carlo (Ferrara, 1758); Tarretto Sebastiano (Roma, 1595-1596); Tassistro Giacomo Francesco (Langasco, Novi, 1680); Tasso Carlo (Genova, 1683); Tassorello Andrea (Genova, 1680, 1683, 1685, 1692); Tassorello Felice (Genova, 1657); Tassorello Giovanni Antonio (Savona, 1685); Tassorello Giovanni Francesco (Palermo, 1664); Tealdo Giacomo Orazio (Genova, 1712); Teodo-rovich Paolo (Venezia, 1699); Teodosia, arcivescovo di (Roma, 1724); Terenzi (de) Andrea (Morbello, Novi, 1774); Termoli, duca di (Napoli, 1739-1740, 1750); Terranova, duca di (Palermo, 1643); Terrarossa Michele (Recco, Roma, 1745); Terrassano Giovanni (Cervo, 1771); Tessera Carlo (Milano, 1797); Tessieri Stefano (Casale, 1760); Tessitore Mauro (Frignano, 1699); Tessitore Niccolò (Frignano, 1698); Tessitore Onofrio (Frignano, 1714); Testa Giuseppe Domenico (Varazze, 1689, 1691, 1695); Te-stori Giovanni Battista (Venezia, 1793); Testori Ignazio (Venezia, 1779, 1783- 1787); Testori Pietro (Venezia, 1789- 1792); Tiboldi Giovanni Paolo (Novi, 1716, 1733); Tipa Antonino (Napoli, 1676, 1678); Tiragallo Paolo (Oneglia, 1822); Tiscornia Giovanni (Sant'Anna, 1798); Tizzone Pietro (Savona, 1685); Tobia Simone (Trapani, 1726); Todesco Pietro (Frignano, 1735-1736); Toffetti Carlo (Novi, 1650); Toffetti Francesco Giovanni (Napoli, 1640-1641); Toffetti Gaspare (Genova, 1640); Tognini Gero- lamo (Genova, 1802); Toledo (de) Pedro (Finale, 1602); Tolomei Cesare (Lucca, 1598); Toma Marcello (Frignano, Napo- li, 1736, 1740-1744); Tomasini (Venezia,. 1802); Tondi Benedetto (Livorno, 1712); Tondi Carlo Antonio (Livorno, 1712); Torelli Antonio (San Terenzio, 1774); Torlonia Marino (Roma, 1816); Torna-quinci e Magalotti, Giovanni Antonio e Marcello (Venezia, 1598); Tornielli Antonio (Molare, 1794); Torralia, conte di (Madrid, 1653); Torre Saverio (Favignana, 1820); Torre, vescovo (Portomauri-zio, Roma, 1771, 1773); Torre (della) Felice (Genova, 1683); Torre (della) Francesco (Malta, 1665); Torre (della) Orazio (Milano, Palermo, 1672-1674); Torre (della) Tomaso (Roma, 1732); Torre e Calisano, Giovanni Stefano e Giacomo (Genova, 1615); Torrella, principi della (Napoli, Sorrento, Venosa, 1705, 1709-1714, 1726-1727); Torrente Giuseppe (Favignana, 1793); Torriani Luca, erede di (Napoli, 1610-1611); Torrigiani Carlo (Firenze, 1687, 1689); Torriglia e Spinola, Giorgio e Ercole (Piacenza, 1595); Tortona, vescovo di (Tortona, 1765-1766, 1770, 1777); Tortosa Francesco (Parma, 1766); Toscano Giacomo (Genova, 1672); Toso Giacomo Maria (Rivarolo, 1619); Traettino Francesco (Aversa, Frignano, 1772, 1775, 1777); Traettino Lorenzo (Frignano, 1744); Traili Felice (Roma, 1710-1711); Traverso Gaetano (Frignano, 1743-1744); Traverso Giacinto (Roma, 1801-1805); Traverso Giacomo (Roma, 1801, 1805-1806); Trevisani Carlo (Venezia, 1777-1789); Trevisani Giovanni Giacomo (Venezia, 1807); Trevisani Giovanni Maria (Venezia, 1796-1797); Trevisani Nadal q.Alessandro (Venezia, 1777, 1779-1787); Trin-cheri Antonio (Nizza, 1777, 1781, 1786, 1789); Trincia Benedetto (Roma, 1768); Trivulzio Borromeo (Milano, 1710); Troilo Giorgio (Ancona, 1699); Trombetti Pietro Maria (Pegli, 1710); Trombetti Salvatore (Milano, 1722); Trotta Andrea (Frignano, 1709); Trucco Giovanni Battista (Alicante, 1634-1638); Truffa Antonio (Genova, 1687); Trulli 372 Indice dei corrispondenti Gaspare (Roma, 1713-1714); Truncè Domenico Vitaliano (Napoli, 1772-1784, 1787); Truqui Giovanni (Livorno, 1797- 1798); Tubino Domenico (Palermo, Trapani, 1820-1833); Tubino Gaetano (Frignano, 1833); Tursi, duca di (Napoli, 1750); Tuti Prospero (Perugia, 1725); Tuvo Antonio (Venezia, 1689-1692); Tuvo Giuseppe (Venezia, 1682-1683); Tuvo e Granello (Venezia, 1690-1693). Uboldi e Brunati (Milano, 1808); Ugazzo Pietro (Genova, 1773); Ullioni e Cassini, Giovanni Andrea e Mariano (Alicante, 1606); Ulloa Pietro (Napoli, 1740); Università di Frignano (Frignano, 1642, 1698); Unzo, consoli di (Unzo, 1777); Urries Fernando (Madrid, 1679, 1693); Urtado Eugenio (Ferrara, 1598). Vaal Miguel (Napoli, 1606); Vacca Angelo Luigi (Ferrara, 1689-1693); Vacca Antonio (Borghetto, 1773); Vacca Carlo (Morbello, 1774); Vaccaro Antonio Maria (Gavi, 1680); Vaderno Zaccaria (Genova, 1614); Vaimer Giuseppe (Savona, 1774); Vairo Pasquale (Frignano, 1778-1779); Valdebella Francesco (Agrigento, Alcamo, 1650); Valdebella Giovanni Battista (Genova, 1683); Valdes (de) Giuseppe (Monreale, 1650); Valde-taro Benedetto (Napoli, 1690); Valdetaro Giovanni Antonio (Genova, 1717); Vai-dina Carlo (Mussumeli, Palermo, 1662-1663, 1665); Valdina Giovanni Battista (Genova, Messina, Palermo, 1662-1667, 1674, 1679-1685, 1689-1692); Valdina Gioieni Pietro (Roma, 1759); Valenciano Melchiorre (Valencia, 1596); Valerio Marco (Novi, Rivalta, Villalvernia, 1680, 1689); Valguarnera Giuseppe (Palermo, 1796); Vallarino Domenico (Genova, 1665); Valle Giovanni (Struppa, 1824); Valle Giovanni Battista (Agrigento, Sicu-liana, 1650); Valle (della) Giuseppe (Casale Monferrato, 1774); Valle e Forte, Domenico e Benedetto (Venezia, 1602); Vallotta Francesco (Milano, 1680); Vaisecchi Giovanni Battista (Torino, 1788); Van Eick (Parigi, 1750); Varese Gregorio (Genova, 1664); Varzi Angelo (Genova, Livorno, 1785, 1794-1803); Varzi Niccolò (Genova, 1804-1806); Vassallo Angelo Maria (Rapallo, 1676); Vassallo Benedetto (Barletta, Napoli, 1629-1630, 1634- 1637, 1640-1644); Vassallo Clemente (Napoli, 1635); Veitrano Andrea (Palermo, 1662); Vela Juan (Palermo, 1667); Velluti Vincenzo (Firenze, Napoli, Palermo, Pisa, 1643-1645, 1665); Venanzi Arcangelo (Castiglion Fiorentino, 1725- 1726); Venditoria e Proveditoria, magistrato della (Genova, 1680); Veneri e Minerbetti, Francesco e Tomaso (Livorno, 1672-1673); Veneri, Paolini e Balbari (Livorno, 1676); Venieri e Capponi, Andrea e Neri (Firenze, 1609); Ventimiglia Carlo (Castelbuono, 1665); Ventimiglia Francesco (Palermo, 1667); Ventimiglia Giovanni (Milazzo, Palermo, Piazza Armerina, 1664-1665, 1667); Ventimiglia, vescovo di (Lipari, 1702); Vento Pietro (Livorno, 1667); Ventriglia Francesco (Frignano, 1663); Ventriglia Leonardo (Frignano, 1635); Ventura Francesco Maria (Bastia, 1676); Ventura Giovanni Giacomo (Novi, 1677); Ventura Giuseppe (Novi, 1680, 1689-1694); Venturelli Gregorio (Roma, 1738); Venturi Stefano (Verona, 1811-1816); Venturini Francesco (Livorno, 1679-1682); Venturini Giovanni (Monaco, 1739); Venturini Giovanni (Sarzana, 1771-1772); Venturini e Vernaccia (Livorno, 1689); Venuto Nunzio (Trapani, 1791); Verano Francesco (Madrid, 1664); Verde e Strafforello (Genova, 1786); Verdese Angelo (Firenze, 1724); Verdina Zaccaria (Genova, 1696); Verdura Giovanni Battista (Genova, 1679-1680); Verezzi, console di (Verezzi, 1772); Vernaccia e Maglietti (Livorno, 1695); Vernaccia e Venturini (Livorno, 1689); Vernazza Andrea (Napoli, 1696, 1701); Vernazza Chiara, suora (Roma, 1776-1783); Vernazza Maria Battistina (Napoli, 1771); Vernazza Matteo (Napoli, 1691-1692, 1694, 1696, 1699); Vernazza Pietro (Firenze, Livorno, 1637-1638); Verrazzano e Guasconi (Venezia, 1689-1690); Verrazzano e Rondinelli, Francesco e Antonio (Palermo, 1663); Verzura Niccolò (Parigi, Ramo primogenito, Archivio generale òli 1749-1776); Veterio Giovanni (Palermo, 1662); Viale Agostino (Firenze, 1744- 1745); Viale Giovanni Battista (Trapani, 1643, 1650); Viale Giuseppe (Genova, 1679); Viale e Gagliardo, Paolo e Giuseppe (Genova, 1664); Viani Francesco Maria (Lucca, 1682, 1689, 1691); Viano Giacomo (1724); Viceti (Londra, 1726); Viceti Francesco Maria (Genova, Messina, Portomaurizio, 1672, 1676, 1680, 1683); Vicini Luigi (Sarzana, 1773, 1777); Vicini Niccolò (Nervi, 1830); Vicini Sebastiano (Bologna, Genova, Novi, Roma, 1798-1828); Vicini Stefano (Genova, 1786, 1797-1803); Vicino Agostino (Genova, Zoagli, 1679, 1682,1692, 1698- 1699); Vidua, conte (Torino, 1777); Vi-ganego Giovanni Bartolomeo (Madrid, 1703-1705); Vigevi Carlo (Messina, 1667); Vigevi Gregorio (Messina, Palermo, 1652, 1663, 1665, 1667); Vigevi Paolo (Messina, 1667); Vignareca Gerolamo (Milano, 1596); Vignolo Francesco Saverio (Trapani, 1817-1826); Vignolo Giuseppe (Rapallo, 1817); Viguglia Goffredo (Bastia, 1734); Villa Francesco (Genova, 1614); Villar (de) Michele Gerolamo (Finale, 1637); Villasor, marchese di (Cagliari, Francoforte, Vienna, 1705, 1711, 1730); Villavecchia Felice (Spezia, 1739); Villavecchia Giovanni Agostino (Genova, 1673); Villavecchia Giovanni Battista (Genova, Novi, 1638, 1663-1664); Villavecchia Niccolò (Bastia, Rivarolo, Spezia, 1724, 1733-1737); Vincendis (de) Donato (Aversa, 1741); Vincenzi Niccolò (Genova, 1750); Vincione Giacinto (Lucca, 1724); Vinona e Perez, Teresa e Anna (Palermo, 1708-1709); Vinzone Vittorio (Genova, 1610, 1626, 1629); Viscardi Giovanni Battista (Macerata, 1739); Visconti Fabio (Milano, 1617); Visconti Michele (Genova, 1683); Visconti e Crena, Pirro e Giovanni Angelo (Milano, 1595-1596); Vitali e Giavari-ni (Livorno, 1712-1714); Vitali Restori Caterina (Bastia, 1673); Vitelleschi Muzio (Roma, 1635-1637, 1641-1643); Vivaldi (Roma, 1636); Vivaldi Gerolamo (Sarzana, 1617); Viviani Giovanni Francesco (Piacenza, 1615, 1617); Vivoli Pietro (Livorno, 1825); Volta Gregorio (Bologna, 1825-1833). Wollaston Federico (Genova, 1800); Wollaston e Boos (de) (Londra, 1803). Yeres, conte di (Madrid, 1749). Zaccarolo Giovanni Battista (Vado, 1676); Zagarolo, duca di (Roma, 1779); Zampieretti Giacomo (Venezia, 1801- 1802); Zanata Francesco Maria (Milano, 1739-1742); Zanoja Antonio Maria (Bologna, 1805-1806); Zattara Cesare (Napoli, Roma, 1605-1606); Zatti Cosmo (Palermo, 1643); Zatti Simone (Palermo, 1643); Zatti e Manelli, Simone e Tomaso (Palermo, 1629, 1631); Zenaglios (de) Giovanni (Napoli, 1640); Zenzano Giuseppe (1816); Zerbi Gerolamo (Portomaurizio, 1673); Zerbino Giovanni (Siviglia, 1635-1638, 1643); Zigno Marco (Padova, 1808); Zino Giovanni Stefano (Rivarolo, 1679); Zuccaro Francesco (Savona, 1685); Zunino Pietro (Sassello, 1801). 374 Indice dei corrispondenti Frignano Quando non altrimenti specificate, si intendono come località di partenza della corrispondenza Frignano, Napoli o Aversa. Questo indice è stato compilato da Maddalena Giordano. Alai Chinigò Maria Giuseppa (1818, 1823, 1826-1827); Albano Domenico (1783); Angelo (d') Pietro (1640); Arici Carlo (1679). Battiloro Paolo (1784-1786); Battiloro Pietro (1775, 1782-1783, 1784-1786); Bava Giovanni Stefano (1679); Bellis (de) Goffredo (1792-1793); Bianchetti Giovanni Francesco (1695); Bocchiano Antonio (1640); Bonito Giulio Cesare (1648); Borgia Niccolò, vescovo d’Aversa (1765, 1770); Brentano Cimaroli Giuseppe (1786); Bruno Antonio (1761, 1766, 1768-1774); Bruno Francesco (1785-1786). Cacciapuoti Giuseppe (1775); Caccia-puoti Tiberio (1647); Calvi Carlo Maria (1771); Campanile Antonia (1771); Cantile Antonio (1765, 1767-1768); Cantile Giovanni Bernardo (1634-1635, 1640); Cantile Luca (1651); Caracciolo Luigi (1639); Carafa Fortunato (1677, 1679); Carotenuto Carlo (1767-1771, 1778- 1803); Carotenuto Domenico (1647); Carotenuto Francesco (1772, 1774); Carotenuto Paolo (1798-1803, 1806-1810, 1812-1813); Carotenuto Saverio (1767- 1768); Catalano Matteo (1786); Cavalieri Cesare (1768-1770); Cavalieri Luigi (1770); Conti Giovanni (1763, 1765, 1770-1772); Conti Giovanni Antonio (1712); Conti Ignazio (1771); Conti Pie- tro (1775-1776); Corte (della) Andrea (1648); Corte (della) Antonio (1712); Corte (della) Biagio (1770); Corte (della) Donato (1766, 1770-1772); Corte (della) Giovanni (1761, 1768-1772); Corte (della) Gregorio (1769, 1771); Corte (della) Leone (1674); Corte (della) Leone (1786); Corte (della) Lorenzo (1764, 1768-1772, 1774-1775); Corte (della) Minichello (1650); Corte (della) Onofrio (1650); Corte (della) Sabba (1650); Corte (della) Salvatore (1772); Cosenza (di) Pietro (1639); Covercelli Paolo (Capua, 1778-1804, 1814-1815, 1817-1818); Crispo Geronimo (1632, 1640). Drago Giacomo (1679). Farizani Giambattista (1768); Figara Pietro Paolo (1695); Fiore (di) Tommaso (1786); Franchi (de) Pasquale (1766); Frignano, università di (1634, 1640, 1647, 1769-1771, 1773-1775); Frondella Giacomo (1769). Galletta Nunziante (1640); Galliani Giuseppe (1801-1803, 1805); Gallo Andrea (1768-1769); Gallo Giovanni (1783); Gambardella Niccolò (1786); Gentile Francesco Saverio (1777-1778); Gnecco Domenico (Trapani, 1754-1756); Greco Domenico (1775); Guarino Vincenza (1647). Ianicelli Gennaro (1769-1771); Imperiale Enrico (1695). Ramo primogenito, Frignano 375 Licata Antonio (1648); Lignola Filippo (1783-1786). Maccioli Giacinto (1712); Magliocco Giovanni Battista (1651); Martini (de) Luigi (1785); Martino (de) Cesare (1640, 1647-1648); Massola Giovanni Andrea (1639, 1648); Mastrogioanni (di) Pietro (1640, 1647-1648); Mastroianni Francesco (1769); Mastroianni Gioachino (1769, 1774, 1781, 1786-1789, 1792- 1794, 1803-1805); Mastroianni Giovanni Stefano (1769); Mattei Saverio (1785- 1786); Melegari Giovanni Battista (1647); Merello Stefano (Livorno e Rivarolo, 1648, 1651-1652, 1656-1657); Micileis (de) Domenico (1768); Milenzio Carlo (1650-1651); Mirra Domenico (1766, 1768-1769, 1771, 1775-1778); Mirra Pierantonio (1775-1778, 1785- 1799); Molinelli Luigi (1767-1771); Molinelli Paolo Geronimo (1712); Mutarelli Giuseppe (Benevento, 1785). Olivieri Chiara (1772-1773); Olivieri Lorenzo (1767-1768, 1772-1773): Orlan-dini Franceco (1648). Palenzia Carlo (1766); Pallavicini Carlo (1633); Pallavicini Cesare (1648); Pallavicini Felice (1784-1786); Pallavicini Giovanni Francesco III (1754-1756); Pallavicini Lazaro Opizio, cardinale (Roma, 1754-1756); Palmieri Antonio (1647, 1651, 1657); Passeggi Pietro An- tonio (1770); Pellegrino Ciro (1770- 1771); Pellegrino Giovanni Antonio (1640, 1647); Pesole Agostino (1633, 1639, 1647-1648). Quarta Filippo I (1647-1648, 1650); Quarta Filippo II (1695, 1712); Quarta Filippo III (1771, 1774-1776); Quarta Pasquale (1766, 1768, 1770-1771, 1774-1776). Riaro Paolo (1712); Riccardo Antonio (1640); Ricciardi Domenico (1768); Ricciardi Lorenzo (1768, 1771); Rizzi Carlo (1792-1797); Romano Giovanni Andrea (1803-1810); Romano Luigi (1809-1816, 1821-1832). Saisano Marcello (1786); Santoro Battista (1647); Scala Bartolomeo (1774- 1775, 1777-1778); Spinola Giacomo Maria (1643, 1646); Spinola Giovanni Geronimo (Genova e Messina, 1648-1652, 1654); S. Nicandro, principe di (1712). Torella, principessa della (1712); Traiettino Graziosa (1647); Traiettino Marco (1648); Traiettino Vincenzo (1647-1648, 1650-1651); Truncè Domenico Vitaliano (1771, 1783); Tubino Gaetano (1832-1833). Vairo Pasquale (1777-1778); Vassallo Benedetto (1635-1640, 1647); Ventriglia Francesco (1640-1647); Ventriglia Pietro (1640, 1647). 376 Indice dei corrispondenti Sicilia Adragna Niccolò (Livorno, Trapani, 1773); Aghilar, marchese di (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Agrat Giuseppe (Messina, Palermo, 1661); Agrigento, vescovo di (Agrigento, 1664); Airolo Giovanni Francesco (Palermo, 1664); Albuquerque, duca di (Palermo, 1667- 1668); Aleria Francesco (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Alifia Giuseppe (Messina, 1668); Aloisio Francesco (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Arata Giovanni Agostino (Palermo, 1640); Arici Carlo (Napoli, 1678-1679); Arme-rigo Gerolamo (Civitavecchia, 1679); Armerigo e Piano (del), Giovanni Oberto e Giacomo (Napoli, 1673-1674); Amol-fini Giovanni (Messina, Palermo, 1657); Arnolfini e Orsicci, Giacomo e Orsuccio (Messina, 1668); Asumar, conte di (Palermo, 1640); Averna Francesco (Messina, 1668). Balbani, Veneri, Paolini (Livorno, 1673-1674, 1679); Balestrieri Tomaso (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Bambacari Giuseppe (Messina, 1668); Bandini Carlo (Messina, Palermo, 1661, 1668); Barabino Paolo Gerolamo (Formica, 1725); Barbagallo Benedetto (Palermo, 1668); Barca Giovanni Stefano (Napoli, 1678); Bardet Giuseppe (Trapani, 1760-1764); Bartolotti Giuseppe (Palermo, 1668); Bava Giovanni Stefano (Napoli, 1679); Beretta Angelo (Palermo, 1668); Biaggini Emanuele (Favignana, Palermo, Trapani, 1794-1795, 1811-1815); Biaggini Francesco (Formica, Palermo, 1811-1815); Biaggini Giovanni Gerolamo (Favignana, Formica, Palermo, Trapani, 1791-1809); Biassa Giuliano (Mazara, Palermo, 1645-1646, 1664); Bianco Francesco (Palermo, 1668); Bolo-rino Giovanni Battista (Livorno, 1679); Bonanno Giovanni Battista (Messina, 1664); Bonfanti Giuseppe (Trapani, 1673-1674, 1678-1680); Brignone Cristo-foro (Palermo, Trapani, 1650, 1668); Brignone Giacomo (Palermo, 1640), Brignone Niccolò (Madrid, 1673-1674), Brocco Ludovico (Palermo, 1668); Buono (del) Francesco (Palermo, Trapani, 1668, 1676); Buscaino Stefano (Civitavecchia, 1762); Bustanzo Carlo (Palermo, 1664); Buzolo Gaspare (Palermo, 1676). Calasibetta Giuseppe (Palermo, 1668); Campanile Ortensio (Messina. Palermo, Trapani, 1704); Campione Paolo Antonio (Roma, 1673-1681); Campofranco, principe di (Palermo, 1664), Cancilleri Diego (Palermo, 1668); Canicotti Francesco Maria (Favignana, 1765); Canino Salvo (Favignana, Marsala, 1763, 1766-1767); Carafa Carlo (Trapani, 1762); Carafa Fortunato (Messina, Napo- li, 1668, 1674, 1678); Cardani Carlo (Messina, 1668); Cardona Giovanni (Madrid, 1674); Cariglio Giovanni (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Cariglio Luigi (Madrid, 1673); Caserta, principe di (Roma, 1682); Castelferrato, principe di (Palermo, 1668); Causa Antonio (Valenza, 1680-1681); Ciantro Giacomo (Favignana, Palermo, Trapani, 1701); Cicala Filippo (Messina, 1668); Cinacchi Stefano (Messina, 1668); Contorni Ruggero (Messina, Palermo, 1656); Cordua Isabella (Palermo, 1666, 1668). Ramo primogenito, Sicilia 377 Dainotto Placido (Palermo, 1668); Damiani Marco (Marsala, 1647); Daniele Francesco (Favignana, Palermo, Trapani, 1701); Daniele Niccolò (Palermo, 1666- 1667); Daniele Pietro (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Darbod Giovanni (Favignana, 1769); Denti Vincenzo (Madrid, Palermo, 1668, 1675); Diego (di) Andrea (Trapani, 1763); Diodati Giuseppe Maria (Napoli, 1760-1762); Do-menech Gerolamo (Palermo, 1668); Dotto Giovanni Battista (Palermo, 1773- 1785); Drago Giacomo (Napoli, 1679- 1680); Durano Ignazio (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Durazzo Giovanni Luca (Roma, 1667). Fede (di) Caterina (Palermo, 1668); Federici Domenico (Favignana, Messina, Palermo, Trapani, 1695, 1701, 1704); Federici Francesco (Palermo, Trapani, 1695); Federici Giovanni Battista (Palermo, 1668, 1681-1682, 1694-1695); Fenzi Silvestro (Messina, 1668); Fernan-dez Gabriele (Palermo, 1668); Ferrante Giuseppe (Trapani, 1768); Ferrari Pietro (Palermo, 1664); Ferro Salvatore (Trapani, 1769-1772); Ferro Toscano (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Figara Settimio (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Finocchiaro Vincenzo (Palermo, 1668); Franzone Agostino (Genova, 1681); Furno Giovanni Battista (Palermo, 1664, 1666). Gaetani Bianco Francesco (Favignana, Trapani, 1792-1796); Galliani Giuseppe (Napoli, 1799-1800); Gavi Domenico (Livorno, 1677, 1679); Gerace, marchese di (Palermo, 1667); Ghersi Giovanni Battista (Roma, 1679); Giordano Ambrogio (Bastia, 1679); Giudice Francesco, cardinale (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Giurato Antonino (Messina, Palermo, 1668, 1673-1674, 1678-1681); Giurba Giuseppe (Messina, 1668); Gnecco Domenico (Favignana, Trapani, 1758- 1795); Gnecco Giuseppe (Favignana, Trapani, 1788-1795); Gonzales Alberto (Trapani, 1770); Gonzales Vincenzo (Trapani, 1764); Grimaldi Angelo (Ma- drid, 1667); Grisani Niccolò (Palermo, 1668); Guerrasi Andrea (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Guerrasi Giuseppe (Favignana, 1759-1760); Guerrero Pietro (Napoli, 1673). Incardola Domenico (Palermo, 1766); Invrea Gerolamo (Madrid, 1678); Ippolito Vincenzo (Messina, Palermo, 1661, 1664). Labruna Barbara (Trapani, 1766); La-francesca Giovanni Battista (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Lalumia Carlo (Palermo, 1664); Laviosa Bernardo (Palermo, 1762); Leone Paolo (Palermo, 1764); Licalsi Agostino (Marsala 1647); Lignola Filippo (Napoli, 1784-1787); Lomellini Giovanni Battista (Madrid, 1666, 1673-1680); Lucchese Domenico (Messina, Palermo, Trapani, 1704). Maggiolo Filippo (Formica, 1797); Maggiolo Prospero (Formica, Trapani, 1771-1772); Malato Giuseppe (Trapani, 1760); Manca Antonino (Trapani, 1761); Mannone Antonio (Favignana, 1768); Martigianni Giuseppe (Napoli, 1788- 1791); Massa Raffaele (Favignana, Messina, Palermo, Trapani, 1701-1704, 1711, 1714, 1716); Matera Francesco (Trapani, 1761); Mazzino Francesco (Palermo, 1668); Mendola Giuseppe (Palermo, 1664); Merighi Niccolò (Favignana, 1759-1767); Messina Antonio (Trapani, 1763, 1772); Micheli Ottaviano (Messina, 1668); Moconesi Giovanni Battista (Palermo, 1664); Molinelli Ildefonso (1675); Milinelli Luigi (Napoli, 1761, 1766- 1770); Monge Manuel (Madrid, Palermo, 1668, 1674-1675); Mongiardino Leonardo (Napoli, 1679); Montalbano Giuseppe (Favignana, Palermo, Trapani, 1668, 1701); Morcelli Salvatore (Napoli, 1788- 1791); Morello Francesco (Trapani, 1792, 1798). Napoli Gioacchino (Messina, Palermo, Trapani, 1695, 1704, 1714, 1716); Napoli Gioacchino jr. (Palermo, 1761- 1805); Napoli Pietro (Palermo, 1757- 378 Indice dei corrispondenti 1761); Nasello Giuseppe (Vizzini, 1647); Negri (de) Giannettino (Palermo, 1640); Negri (de) Giuseppe (Palermo, Trapani, 1692, 1695); Nobili (de) Angelo (Trapani, 1797); Noceti Bernardino (Palermo, Trapani, 1692). Oca (dell’) Carlo (Favignana, Messina, Palermo, Trapani, 1701, 1704); Oldoini Francesco (Messina, Palermo, 1656); Oldoini Giovanni Battista (Palermo, 1667); Omodei Francesco (Trapani, 1763); Oneto Giovanni Stefano (Palermo, 1664); Orsicci e Arnolfini, Or-succio e Giacomo (Messina, 1668). Palancas (de) Diego Moreno (Favignana, 1763); Pallavicini Camillo (Messina, Palermo, 1639-1640); Pallavicini Domenico (Messina, Palermo, 1639- 1640); Pallavicini Giovanni Francesco q. Gerolamo (Messina, Palermo, 1663, 1666-1668, 1673-1681); Pallavicini Giovanni Luca II (Messina, Palermo, 1656, 1661, 1666, 1668); Pallavicini Giuseppe Emanuele (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Pallavicini Pietro (Favignana, Messina, Palermo, Trapani, 1681-1682, 1692-1695, 1701-1704, 1711, 1714, 1716); Pallavicini Pietro Maria (Messina, Milazzo, Palermo, 1640, 1646-1648, 1656-1657, 1661, 1666); Paolini, Balbani, Veneri (Livorno, 1673-1674); Parades, conte (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Patuccio e Rivanegra, Giovanni Battista e Paolo (Alicante, 1673-1674); Pavesi Francesco (Roma, 1778-1782); Pensibene Niccolò (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Pere Pietro (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Piaggio Pietro Francesco (Roma, 1757-1778); Piano (del) e Armerigo, Giacomo e Giovanni Oberto (Napoli, 1673-1674); Piazza Leonardo (Messina, Palermo, 1661); Piccone Francesco (Palermo, 1668); Pignatelli Giulio (Trapani, 1676); Prossimi Antonino (Messina, 1668). Queirolo Giovanni Benedetto (Trapani, 1679-1682). Rallo Giuseppe (Favignana, 1797); Ranieri Barbara (Palermo, Trapani, 1714); Reggi Stefano (Palermo, Trapani, 1692); Rezoagli Domenico Gaetano (Favignana, Formica, Trapani, 1779-1790); Rezoagli Giovanni Battista (Favignana, Palermo, Trapani, 1790-1797); Rezzoni-co Aurelio (Venezia, 1681); Rivanegra e Patuccio, Paolo e Giovanni Battista (Alicante, 1673-1674); Rizzo Antonino (Palermo, 1664); Rocchetti Giuseppe (Palermo, 1676, 1681-1682); Romairone Pantaleo (Palermo, 1666); Rossi Leandro (Favignana, Messina, Palermo, Trapani, 1702, 1704); Rovere Marcellino (Alicante, 1678-1679). Sacco Giacomo Maria (Favignana, Formica, Trapani, 1757-1779); Sala Francesco (Palermo, 1664); Salari Lorenzo (Messina, 1668); Salvarezza Maddalena (Palermo, 1681); Sancez Pasquale (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Santangelo Francesco (Palermo, 1664, 1676, 1681); Scala Giacomo (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Schiattini Angelo Maria (Messina, Palermo, 1656, 1664); Schiattini Giovanni Battista (Palermo, 1640); Schiattini Giovanni Stefano (Palermo, 1640); Schifaldo Francesco (Marsala, 1647); Scialla (di) Giuseppe (Palermo, 1666); Sciortino Carlo (Palermo, 1674); Sciscio Natale (Palermo, 1664); Scribanis Giovanni Ambrogio (Palermo, 1640); Sebregondi, eredi (Valenza, 1679); Sermoneta, duca di (Palermo, 1666); Sgroy Gerolamo (Siracusa, 1646-1647); Simonetti Giovanni Battista (Palermo, 1640); Sivori Giovanni Niccolò (Ravenna, 1679); Spadafora Federico (Messina, 1668); Sperandeo Giovanni Andrea (Palermo, 1664); Spina Carlo (Palermo, Trapani, 1666, 1673, 1676-1678); Spina Ferdinando (Termini, 1647); Spinola Aurelia (Favignana, Messina, Trapani, 1702); Spinola Giovanni Andrea (Madrid, 1675-1676); Spinotto Paolo Francesco (Palermo, 1769); Stabili Giuseppe (Trapani, 1762); Stella Paolo (Vizzini, 1647); Strusieri Silvestro (Favignana, Messina, Trapani, 1702). Ramo primogenito, Sicilia - Masone 379 Tassorello Giovanni Battista (Messina, Palermo, Trapani, 1704); Testa Giovanni Gregorio (Messina, Palermo, 1661); Testagrossa Francesco Maria (Trapani, 1763); Tilotta Giovanni Antonio (Favignana, Palermo, Trapani, 1701); Tipa Antonino (Napoli, Trapani, 1674-1678); Tipa Simone (Napoli, Trapani, 1674, 1676); Todaro Antonio (Viz-zini, 1647); Tramontana Vincenzo (Favignana, 1727-1728); Truxillo Pietro (Favignana, Palermo, Trapani, 1701); Tubino Domenico (Favignana, Palermo, Trapani, 1823). Valdina Carlo (Messina, Palermo, 1661, 1664); Valdina Giovanni (Palermo, Trapani, 1674, 1681, 1692); Veneri, Pao-lini, Balbani (Livorno, 1673-1674); Ven-timiglia Francesco (Palermo, 1666-1667); Venturini Francesco (Livorno, 1679); Viale Giacomo Maria (Messina, Palermo, 1656, 1661); Viale Giovanni Battista (Trapani, 1668, 1673); Vigevi Carlo (Messina, 1668); Villavecchia Giovanni Battista (Palermo, 1664). Zaccarello Giovanni Battista (Vado, 1675); Zizola Angelo (Palermo, 1664). Masone Adorno, marchese (Masone, 1654); Alvigini Carlo (Cabella, 1794). Boltadone, marchese (Masone, 1654). Campoligure, podestà di (Campoligure, 1655); Canobbio Domenico (Ovada, 1792);Castello Giuseppe (Masone, 1797); Curio Domenico (Voltri, 1792); Cusani Carlo (Masone, 1782-1784, 1787-1800). Franchi (de) Luigi (Varazze, 1792). Masone, podestà di (Masone, 1654-1656, 1792-1797); Molinari Giacomo (Masone, 1782-1794); Moroni, vicario vescovile (Acqui, 1795). Neirat Camillo (Masone, 1795); Novara Luigi(Masone, 1792-1797). Odone Bartolomeo (Masone, 1800- 1808); Ottonello Tomaso (Masone, 1796-1833). Pallavicini Paolo Gerolamo IV (Masone, 1812); Piana Antonio (Rossiglione, 1792); Piombino Andrea (Mele, 1796- 1797); Pizzorno Giovanni Battista (Rossiglione, 1796-1798). Quartino Luigi (Voltri, 1792-1796). Romano Ambrogio (Campoligure, Masone, 1654-1656); Rossi Giovanni Andrea (Masone, 1656); Rovereto Antonio (Voltri, 1654-1656). Scretti Giovanni Carlo (Masone, 1656); Simonetti Giovanni Battista (Masone, 1654); Spinola Filippo (1792); Straserra Salvatore (Masone, 1655-1656); Sturla Giovanni Stefano (Masone, 1654). 380 Indice dei corrispondenti INDICE DEI CORRISPONDENTI Archivio del ramo cadetto Archivio generale Abondano Giovanni Battista (Novi, 1717); Accorso (di) Giovanni Battista (Novi, 1708); Acerbo Giovanni Maria (Bettole, Novi, Villalvernia, 1707-1709, 1712, 1717); Acquarone Ferdinando (Roma, 1778); Acquarone Giovanni Battista (Madera, Portomaurizio, Ventimiglia, 1715-1737); Acquarone Tomaso (Portomaurizio, 1782-1784); Acqui, capitano di giustizia (Acqui, 1707); Acqui, vescovo di (Acqui, 1705-1706); Adorno Alessandro (Acqui, Silvano, 1707, 1710- 1716, 1722-1723); Affarosi Camillo (Roma, 1748-1750); Ageno Francesco Maria (Ovada, 1726); Agliari Antonio Maurizio (Portomaurizio, 1707); Agneri Alberto (Trapani, 1727); Aguilar (de) y Sanches Giuseppe (Serravalle, 1718); Aicardi Lorenzo (Finale, 1800); Airoldi Carlo Domenico (Milano, 1713); Alario Giacinto (Milano, 1708, 1723, 1730); Albano Domenico (Napoli, 1779-1784); Albertis (de) Giovanni Luigi (Milano, 1783); Alessandro (d') Liberato (Napoli, 1705-1708); Alessi Giovanni Francesco (Vienna, 1729); Alfarosi Camillo (Roma, 1748-1750); Aliberti Antonio (Savona, 1714); Aliberti Francesco (Savona, 1737); Alizeri e Schinchino, Domenico e Domenico (Marsiglia, 1714); Allegretti Paolo Agostino (Vienna, 1776-1789); Ambrosi (de) Giuseppe (Novi, 1777); Ambrosio (d’) Giovanni Battista (Chiavari, Lavagna, 1722-1734); Ambrosio (d’) Santino (Centaura, Cartagena, 1737); Ambrosioni e Guitti (Ferrara, 1726); Amici Alimento (Roma, 1715-1716); Amici Ilario (Roma, 1702); Amoretti Francesco Antonio (Napoli, 1711-1714); Amoretti Ludovico (Napoli, 1714-1735); Amoretti Santino (Napoli, 1713); Ando-ra Alberto (Civitavecchia, 1728, 1731); Andrea (d’) Giovanni Antonio (Anversa, 1704); Andrea (d’) Giovanni Battista (Macerata, 1728-1735); Andrea (d') Niccolò (Anversa, 1705); Andriani e Rubini (Madrid, 1714-1718); Anfossi Cesare (Favignana, 1735); Anfossi Cristoforo (Bologna, 1796); Anfossi, Balbi e C. (Lisbona, 1710-1719); Angelieri Leandro (Acqui, 1706); Angrogna, abate (Lucerna, 1729); Anguissola Bernardo Gaetano (Roma, 1721); Annoni e Perego (Milano, 1729); Anseimi Giorgio (Morbello, Vol-tri, 1708, 1710); Anseimi Giovanni Antonio (Sanremo, 1702); Anseimi Giuseppe (Casale, 1706); Antoni Agostino (Lucca, Montemagno, Napoli, Siena, 1723, 1726-1734, 1742-1743); Ardizzone Cesare (Mantova, 1706); Ardizzone Francesco Antonio (Arentino, 1731- 1732); Ardizzone Giacinto (Alicante, 1715, 1717); Ardizzone Giacomo Andrea (Diano, 1746); Ardizzone Giovanni (Arentino, 1718-1719, 1723); Ardizzone Giovanni (Diano, 1782); Ardizzone Lelio (Casale, Mantova, Piacenza, Roma, 1706- 1734); Arduino Stefano (Diano, Sassello, 1751); Arena Giovanni Domenico (Rec-co, 1724); Areste (d') e Bona (Lione, 1730); Arias (de) Paride Emanuele (Madrid, 1705); Aricordo Giulio (Novi, 1705, 1710, 1712); Armaleoni Domenico Ludovico (Siena, 1734); Armirotti Francesco Maria (Chiavari, Saint Florent, 1732, 1734); Arnaldi Maurizio (Firenze, 1734); Artori Agostino (Montemagno, 1736); Asquasciati Francesco Saverio (Sanremo, 1775); Assereto Gerolamo (Milano, 1732-1733); Aste (d') Niccolò (Albenga, Ramo cadetto, Archivio generale 381 1707); Atkinson e Smith (Londra, 1792); Aubernon (d') (Antibes, 1784); Aubert Alessandro (Londra, 1792-1794, 1796- 1799); Aubert Claudio (Londra, 1731); Aubert, Boissier, Sellon (Londra, 1730-1735); Aureli Antonio (Roma, Sinigallia, 1709); Avondano Giovanni Battista (Novi, 1712-1713). Baciocchi Giulio (Alessandria, 1789); Badan Antonio Lorenzo (Sassello, 1729); Badano Biagio (Sassello, 1765); Badano Cesare (Sassello, 1759, 1786, 1792); Badano Clemente (Albissola, 1735); Badano Francesco Maria (Albissola, Sassello, 1712-1744); Badano Gabriele (Albissola, Sassello, 1712, 1728-1729, 1733); Badano Giovanni Battista (Albissola, Sassello, 1723, 1732-1733); Badano Giovanni Maria (Albissola, 1699, 1709-1715, 1722); Badano Giuseppe (Madrid, 1789); Badano Michele Antonio (Albissola, Sassello, 1753, 1766); Badano Niccolò (Sassello, 1712, 1735); Badano Pietro Francesco (Albissola, Sassello, 1711-1736); Badano e Bove (da), Gabriele e Antonio (Sassello, 1708); Badano e Perrando, Pietro Francesco e Michele (Sassello, 1711, 1713); Bado Bartolomeo (Voltri, 1778); Bagatti Giuseppe (Milano, 1785, 1789); Bagliani Teresa (Alessandria, 1788); Ba-gnesio Ferdinando (Siena, 1739); Bagni (delli) Antonio Maria (Palermo, 1724, 1726-1727); Baiardo Carlo (Mombaruz-zo, 1715-1716, 1721, 1733); Baiardo Francesco Maria (Albissola, 1723-1724, 1726); Balbi Camillo (Roma, 1748); Balbi Costantino (Roma, 1721); Balbi Costantino (Vienna, 1793); Balbi Francesco Maria (Genova, Madrid, 1700, 1714, 1721-1723); Balbi Francesco Paolo (Milano, 1708); Balbi Giuseppe Antonio (Mombaruzzo, 1710-1715); Balbi, Anfossi e C. (Lisbona, 1710-1719); Baldovino Giacinto (Ferrara, 1730); Balestrieri Tomaso (Favignana, 1714); Balliani Giulio Cesare (Casale, 1706); Banditi Niccolò Gaetano (Venezia, 1744); Barabino Niccolò (Formica, Trapani, 1738-1754); Barabino Paolo Gerolamo (Formica, Palermo, S. Margherita, Trapani, 1707, 1709, 1724-1732); Barattino Carlo (Novi, 1712); Barattino Giuseppe (Novi, 1722); Barberi Agostino (Pavia, 1749-1750); Barbieri Aurelio Antonio (Venezia, 1699); Barbieri Luca Giovanni (Roma, 1718, 1721); Barbone Giovanni Giacomo (Pozzolo Formigaro, 1716); Bardi Giovanni Battista (Genova, 1784); Bardi Gregorio (Sarzana, 1728); Bardi Pietro Battista (S. Margherita, 1724); Barello Giovanni Guglielmo (Quaranta, 1718); Bark, conte (Stoccolma, 1776); Barlocci Tomaso (Roma, 1784); Barone Giovanni Antonio (Diano, 1781-1787); Barone Tomaso (Acqui, 1792); Barsanti Pier Maria (Roma, 1745, 1750); Bartolaccini Marco (Civitavecchia, 1717); Bartoli Ottaviano (Marsiglia, 1704-1705); Bartolini e C. Antonio Francesco (Londra, 1708, 1713-1715); Bartolini e Foley (Londra, 1707-1708, 1711); Baruchino Paolo Gerolamo (Trapani, 1725); Basadona Giovanni Raffaele (Sarzana, 1724); Bassi Carlo Francesco (Roma, 1747); Bassi Tomaso (Roma, 1747-1750); Bavattini Carlo (Novi, 1710); Beffa Giulio Cesare (Roma, 1784-1786, 1792); Bellati Bartolomeo (Quaranta, 1709-1716, 1721-1733); Bello (del) Gaetano (Novi, 1735- 1739); Belloni Antonio Francesco (Piacenza, 1717); Belloni Gerolamo (Roma, 1716-1723); Bellusso Giovanni (Sestri P., 1718); Benassi Giacomo (Rio, 1794- 1798); Benevolo Pietro Giuseppe (Alice, 1717-1718); Bensa e Strafforello (Portomaurizio, 1717); Benvenuti Francesco (Cesenatico, 1713); Benvenuti Giuseppe (Lucca, 1785); Berardi Giovanni Valente (Livorno, 1722, 1724, 1729); Berio Francesco Maria (Napoli, 1728-1741); Bernabò Carlo Antonio (Napoli, Roma, 1707, 1724-1726, 1736); Bernabò Gerolamo (Madrid, 1705-1706); Bernardi (de) e Notte (Torino, 1760-1763); Bernardi e Bonguglielmi (Venezia, 1718-1719); Bertone Lorenzo (Gavi 1718); Bertuccini Giovanni Battista (Bologna, 1699); Besio Michele (Sassello, 1795-1796); Besso Michele (Palermo, 1711); Bettini Giovanni Domenico (Favignana, 1743-1744); Biaggini Marco Maria (Genova, 1715); 382 ìndice dei corrispondenti Biale Giacomo (Sassello, 1731); Bianchetti Giovanni Francesco (Napoli, 1702, 1704); Bianchi Francesco Maria (Savona, 1716); Bianchi Giuseppe (Tolone, 1765); Bianchi Prospero (Tortona, 1800); Bia-stretti Giovanni Francesco (Napoli, 1699); Biffi Antonio Luigi (Venezia, 1754); Biffi Giuseppe (Venezia, 1751- 1752); Bignami Pietro Maria (Bologna, 1779-1797); Bigurra Ercole (Tortona, 1700); Bilancini Giuseppe (Roma, 1724); Biliato Giacomo (Sassello, 1731, 1733-1735); Bisio Giuseppe (Sassello, Voltaggio, 1712-1713); Bizzarrino Giovanni Battista (Livorno, 1709); Blackwell (Firenze, 1704); Blathunait (Londra, 1704); Blen Antonio (Madrid, 1705-1706); Blesi Luca (Acqui, 1731); Bo Giovanni Bartolomeo (Sassello, 1706, 1708-1710); Bo Giovanni Battista (Sassello, 1729); Bo Pietro Francesco (Pavia, 1724); Bo e Quaglia, Francesco e Antonio (Mombaruzzo, 1706); Boasi Battista (Genova, 1735); Bobio Giovanni Maria (Algaiola, 1723); Boccaccio Alessandro (Mombaruzzo, 1791); Boccardo Giovanni Gerolamo (Borgo Fornari, 1739); Boccardo Sebastiano (Loano, 1727); Bocchini (Parigi, 1778); Bocconi Domenico (Porto-maurizio, 1713-1714); Boero Domenico (Tassarolo, 1783, 1788); Boggiano Niccolò (Parigi, 1770-1778, 1786); Bogo Angelo (Biserta, 1713, 1715-1716, 1723); Boissier, Sellon, Aubert (Londra, 1730- 1735); Bolla Giovanni (Parma, 1721); Bologna Domenico (Vienna, 1736); Bona e Areste (d’) (Lione, 1730); Bonarota Francesco (Roma, 1719); Bonarota Giuseppe (Lisbona 1722); Bonfante Agostino (Albenga 1726); Bongiovanni Pietro Gaetano (Sassello 1792); Bonguglielmi e Bernardi (Venezia, 1718-1719); Boni (di) Pietro Francesco (Sassello, 1723); Bonio Antonio Maria (Genova, 1705); Bonis Vincenzo (Casale, 1712); Bonneval, conte di (Tortona, 1707); Bontempo Giovanni Gerolamo (Rapallo 1725); Bonvino Giovanni Battista (Milano, 1713); Borello Giorgio (Torino, 1718); Borgarina Giovanni Bernardo (Pieve, 1723); Borgarina Rosa Domenica (Pieve, 1723); Borgaviva Giulia (Siena, 1716); Borgese Francesco Maria (Rapallo, 1722); Borghini e Valle (Livorno, 1788); Borio Giovanni Francesco (Diano, 1745); Boschetti Filippo (Roma, 1712); Boschi Vincenzo Maria (Savona, 1725); Boselli Vincenzo Maria (Savona, 1717); Bosello Giuseppe (Venezia, 1704, 1707); Bosi Giuseppe (Firenze, 1784); Bosi Vittorio (Firenze, 1784); Boso Giovanni Angelo (Biserta, 1720); Bossia Agnese (Casalotto, 1708); Botta Francesco (Savona, 1798); Botta Giuseppe Maria (Tortona, 1723); Bottero Giovanni (Mombaruzzo, 1705); Botti Luigi (Innsbruck, 1776); Botti, Campione, Maffei (Roma, 1699-1722); Bottini Bartolomeo Prospero (Siena, 1731- 1733); Bottino Antonio (Mombaruzzo, 1728); Bottino Fabrizio (Mombaruzzo, 1721); Bottino Francesco (Mombaruzzo, 1721); Bottino Giorgio (Mombaruzzo, Novi, 1748-1750, 1758); Bottino Giovanni (Mombaruzzo, 1722, 1729); Bottino Giovanni Filippo (Mombaruzzo, 1705-1709); Bottino Paolo (Alzano, 1724); Botto Giovanni Andrea (Ovada, 1727); Bottoni Domenico (Ferrara, 1784-1787, 1789); Bottoni e Rocci (Ferrara, 1783-1789); Bourbon (de) Charlotte (Londra, 1704-1705, 1707); Bourdin Louis (Parigi, 1704); Bove (da) Alessandro (Sassello, 1716); Bove (da) Antonio (Sassello, 1705, 1707-1709); Bove (da) Antonio (Sassello, 1771-1772, 1789- 1791); Bove (da) Francesco Maria (Sassello, 1713-1717, 1734-1736); Bove (da) Gerolamo (Sassello, 1716)); Bove (da) Giacomo (Sassello, 1736); Bove (da) Se-bastano (Ovada, 1736); Bove (da) e Badano, Antonio e Gabriele (Sassello, 1708); Bovio Giovanni Bartolomeo (Sassello, 1706, 1710); Bovio Giovanni Battista (Savona, 1752); Bovio Michele Francesco (Casale, 1709); Bovio Vincenzo (Casale, 1711-1712); Bovio e Ramorino, Giulio e Luigi (Sassello, 1734); Bozeili Vincenzo Maria (Savona, 1716); Bozzo Giovanni Angelo (Biserta, Tunisi, 1714, 1718-1719, 1723); Bracelli Giacomo Maria (Pieve, 1716); Bracheri Deodato (Tortona, 1707); Brancoli Salvatore Ramo cadetto, Archivio generale 383 (Parma, 1784-1789); Brandano Faldella (Trapani, 1733); Brandi Filippo Maria (Siena, 1718); Brandi Giovanni Stefano (Genova, 1707, 1709); Bregante Giuseppe (Civitavecchia, Palermo, 1717); Brentani Cimaroli (Vienna, 1791-1798); Brentano e Forni (Francoforte, 1704); Brignet (Antibes, 1782); Brignole Domenico (Sestri L., 1729); Brugnone Domenico Bernardino (Visone, 1725-1726); Brunasco Giuseppe (Napoli, 1727); Brusco Giacomo (Sassello, 1783); Brusco Giovanni Battista (Alassio, 1717-1718); Buffa Pietro (Genova, 1718); Buonarota Giuseppe (Lisbona, 1723); Burgagnina Giulia Maria (Pieve, 1716-1717); Burgio Gaspare (Trapani, 1726-1729); Burlando Francesco (Palermo, 1712-1721); Burlando Germano (Palermo, 1712-1721); Busca Anastasio (Casale, 1711-1715); Busca Antonio (Mombaruzzo, 1719); Buschiamo Lorenzo (Arquata, 1718, 1720); Busoni e C. (Parigi, 1778-1788, 1790- 1793); Busoni e Spontone (Parigi, 1775-1790); Busseti Carlo Antonio (Milano, Tortona, 1719-1723); Busseti Niccolò Maria (Tortona, 1702-1718); Busti Giulio Cesare (Milano, 1758-1759, 1762-1763, 1767-1794); Buttari Caccianemici Filippo (Monterotondo, Osimo, Roma, 1702- 1737); Buttari Caccianemici Vincenzo (Osimo, Roma, 1700-1701, 1704-1705). Cabella Agostino (Novi, 1705); Cabra (de la) Antonio (Tortona, 1704); Cabrini Pietro Giovanni (Piacenza, 1721); Caccia Gerolamo (Casale, 1709-1711, 1715); Caccio Giuseppe Maria (Favignana, 1707); Cagnoni Carlo (Amsterdam, Napoli, 1722, 1724-1727, 1733-1735); Cagnoni Giuseppe (Firenze, Livorno, Londra, Napoli, 1706-1735); Cagnoni Simone Benedetto (Lisbona, 1749-1754); Cagnoni e Calvet (Lisbona, 1742-1749); Caini Maria Placidia (Pontremoli, 1707); Calderoni Antonio Gabriele (Faenza, Ferrara, 1698-1699, 1704-1705); Calice Giuseppe Maria (Sassello, 1741); Calori Antonio (Casale, 1706); Calvello Gerolamo (Palermo, 1718); Calvet e Cagnoni (Lisbona, 1742-1749); Calvi Andrea (Pa- via, 1711); Calvi Carlo Maria (Napoli, 1772-1778); Calvi Giovanni Battista (Diano, 1718); Calvi Gottardo (Milano, 1733-1734); Calvi Michele Maria (Roma, 1745); Calvi Pietro (Montoggio 1787); Calvi Simone (Milano, 1733-1734); Calvi Stefano (Mombaruzzo, 1714-1716); Calvino Antonio (Milano, 1719); Calza Antonio (Verona, 1721); Camagni Antonio (Milano, 1780); Cambiaso Domenico (Livorno, 1780); Cambiaso Giovanni (Novi, Livorno, 1750-1757, 1767-1777, 1794-1798); Cambiaso Giovanni Battista (Arquata, 1735); Cambiaso Giovanni Bernardo (Arquata, Tolone, 1704); Cambiaso Santino (Venezia, 1723-1724, 1727-1738, 1744-1754); Cambiaso Vincenzo (Tortona, 1777, 1782); Cambiaso e Piuma, Santino e Giovanni Battista (Venezia, 1711-1726); Campantico Francesco Maria (Novi, 1718); Campantico Giorgio (Novi, 1753); Campi Giacomo (Parigi, 1778-1787); Campione Antonio Maria (Napoli, 1710-1711); Campione Francesco Maria (Napoli, 1699-1709); Campione, Maffei, Botti (Roma, 1699-1722); Camusso Francesco (Novi, 1781-1796); Canale Natalina (Albissola, 1717); Cane-pa Defendente (Cadice, 1788); Canevelli Candida Rosa (Alessandria, 1713); Canini Giacomo Camillo (Borgofranco, Casale, Morsasco, 1704-1709); Canneva Antonio Maria (Trapani, Favignana, 1741); Canobio Paolo (Torre de Beretti, 1709); Canonici (Venezia, 1784); Canonieri (Roma, 1714); Canoniero Andrea (Londra, 1704); Cantelmo Giacomo, cardinale (Napoli, 1701); Canto (del) (Lisbona, 1742); Capalti e Capra (Civitavecchia, 1712-1736); Capati Simone (Alassio, 1715); Capello Michelangelo (Mombaruzzo, 1708-1711); Capello e Lanza, Tomaso e Antonio (Mombaruzzo, 1719); Capitani Giuseppe (Sarzana, 1786-1787); Capra e Capalti (Civitavecchia, 1712- 1736); Capra a Casarza (Civitavecchia, 1724); Capriata Giuseppe (Sciacca, 1733); Capurro Andrea (Barcellona, 1712); Capurro Antonio (Alicante, Maiorca, 1706-1710); Carate y Quebedo Giuseppe Antonio (Madrid, 1714-1715); 384 Indice dei corrispondenti Carbonara Ignazio Gaetano (Genova, 1731); Carcassola Antonio Maria (Milano, Rivalta, Tortona, 1721-1722); Car-cherelli e Libri (Firenze, 1779-1783); Cardano Gerolamo (Novi, 1724); Caren-zo Paolo Battista (Arentino, Diano, 1759-1764, 1766, 1768, 1770-1780); Carli Giovanni Stefano (Novi, 1718); Carli Tomaso (Milano, 1704, 1712-1716); Carnevale Dionigi (Tortona, 1723-1730); Carnevale Giovanni Francesco (Tortona, 1723-1724); Carnevale Lorenzo (Mombaruzzo, 1708, 1713); Carnevale Niccolò (Tortona, 1718-1719); Carnevale Vincenzo (Mombaruzzo, 1719); Carolis (de) Domenico (Roma, 1717); Carolis (de) e Recanati, Domenico e Antonio (Roma, 1717); Carrera, conte (Trapani, 1733); Carretto (del) Giuseppe (Nizza Monferrato, 1729); Carretto (del) Baglioni Teresa (Alessandria, 1788); Cartabona Giovanni Tomaso (Savona, 1733); Casa Calenda, duca di (Napoli, Torino, 1709- 1723); Casale, capitano di giustizia (Casale, 1706); Casaregi Giuseppe Maria (Firenze, 1722); Casati Bartolomeo (Piacenza, 1709); Casazza e Capra (Civitavecchia, 1724); Casoni, arcivescovo (Roma, 1705-1706); Cassiani Niccolò Maria (Madrid, 1707-1722); Cassili Giovanni (Amsterdam, 1704-1708); Cassini Giacomo (Savona, 1713); Cassioni Alberto (Cremolino, 1707-1708); Castagna Giovanni Battista (Casale, 1706-1710); Castagnola Antonio (Rapallo, Spezia, 1710-1717); Castagnola Giovanni Antonio (Napoli, 1724); Castellani Lorenzo (Alessandria, 1779, 1789-1792); Castellani Sejssel Laura (Alessandria, 1793-1797); Castelli Francesco (Milano, 1709, 1711); Castellini Domenico (Alessandria, 1784, 1788); Catta, Piria, Dalmasses (Barcellona, 1719-1720, 1731-1733); Cattaneo Cesare (Vienna, 1736); Cattaneo Giulio Francesco (Genova, 1731-1732); Cattaneo Pallavicini Placidia (Lucca, Mombaruzzo, 1784, 1785); Causa Antonio (Valencia, 1714); Causa Giovanni Battista (Valencia, 1715-1718); Cavalchino Bartolomeo (Milano, Tortona, 1719-1727); Cavalchino Adella Cristina (Tortona, 1721, 1723-1724, 1727); Cava-leri Domenico (Novi, 1712); Cavanna Bernardo (Novi, 1705, 1710, 1712); Cavanna Giovanni Francesco (Novi, 1777); Cavanna Tomaso (Novi, 1789); Cavassa Michelangelo (Savignone, 1713); Cavia Gerolamo (Casale, 1712); Caviglia Domenico (Mombaruzzo, 1789); Caviglia Michele (Sassello, 1745); Cavo Antonio (Bettole, 1714); Cavo Giovanni Maria (Pozzuolo Formigaro, 1717); Cecchi Antonio Maria (Milano, Roma, 1729-1730); Celesia Giuseppe (Sestri, 1788); Cella Niccolò (Napoli, 1713-1715); Cella (della) Anna Irene (Todi, 1794-1795); Ceneri Carlo (Bologna, 1779-1782); Centurione Carlo Adamo (Novi, 1729); Centurione Giovanni Agostino (Milano, 1729-1730); Centurione Giovanni Pietro (Torino, 1708); Centurione Giuseppe Maria (Taggia, 1724); Centurione Ignazio (Fano, 1784); Centurione Lazzaro (Savona, 1714-1715); Centurione Luigi Antonio (Cervara, 1783, 1787); Cepollina Ricci Paola (Albenga, 1723); Ceppone Francesco (Palermo, 1711); Cervasco, conte (Torino, 1707); Cesena Ignazio (Piacenza, 1780-1784, 1787, 1791, 1793-1796); Ceva Antonio (Bettole, Novi, 1713, 1717); Chiaia (della) Annibaie (Venezia, 1733-1736); Chiapella Giuseppe (Roma, 1721); Chiapparino Domenico (Savona, 1724); Chiari Ottaviano (Civitavecchia, 1700); Chiesa (dalla) Giuseppe Maria (Portovenere, 1714); Chiesa (dalla) Marcantonio (Alessandria, Mombaruzzo, 1708-1734); Chiesa Solimano Anna Maria (Genova, 1720); Chulliat (Vienna, 1786-1788); Ciappelloni Giovanni Francesco (Livorno, 1729); Cicala Niccolò Maria (Chiavari, 1724, 1726, 1728); Cic-coperi Francesco Antonio (Civitavecchia, 1725); Ciottone Clemente (Matelica, 1710); Ciparello Giuseppe Giovanni (Novi, 1723); Cipriani e Valery (Nizza, 1710-1714, 1728); Citterio Carlo Antonio, cardinale (Abbiategrasso, Milano, 1708-1712, 1717-1718); Clerca Guglielmo (Amsterdam, 1729); Clerici Antonio (Milano, 1731); Coardi Niccolò (Torino, 1704); Coardi Paolo (Roma, 1702, 1704); Ramo cadetto, Archivio generale 385 Cogorno Filippo (Genova, 1718); Co-lombani Antonio (Forlì, Meldola, 1714, 1715); Coltellero Carlo Francesco (Alassio, 1710-1720); Coltellero Francesca Maria (Alassio, 1733); Colusio Giuseppe (Palermo, 1727); Como Giuseppe (Livorno, Londra, 1715-1723); Coniero Giovanni (Roma, 1741-1743); Conti Domenico (Bologna, 1787); Conti Matteo (Bologna, 1698-1719); Copello Giovanni Battista (Favignana, Trapani, 1721-1725); Copello Tomaso (Mombaruzzo, 1721-1722); Copero Pietro Francesco (Tortona, 1700, 1708-1709); Cor-boli Sinibaldo (Bettole, Firenze, 1704, 1712-1720); Corboli e Montanti (Firenze, 1699-1712); Cordara Francesco (Nizza Monferrato, 1732); Corneli (de) Cornelio (Casale, 1710); Cornuelle (Parigi, 1704, 1710); Correa Gama Giovanni (Roma, 1731); Corsanego e Granello (Roma, Venezia, 1699-1711); Corso Antonio (Nizza Monferrato, 1727); Corso Domenico (Mombaruzzo, 1705-1706); Corso Giovanni (Londra, 1705); Corso Rolando (Marenzana Quaranta, 1708, 1710); Cor-tanze, marchese di (Torino, 1707); Corte (della) Guglielmo (Frignano, 1703); Cor-teron (Lione, 1780); Corti Angelo Maria (Novi, 1748); Corti Giacomo (Novi, 1777); Corti Maria Caterina (Tortona, 1723); Corvinello Vincenzo (Trapani, 1713); Costa, Sanguineti, Cucco (Cadice, 1699, 1701-1703, 1706); Cottu Marcantonio (Livorno, 1743-1744); Couvreur, Santini, Seignoret (Londra, 1706-1709, 1714); Crema Ferdinando (Verona, 1721, 1723); Cresta Alessandro (Mombaruzzo, 1705); Croce Francesco (Albenga, 1800); Crosa Angelo (Torino, 1799); Crosa Carlo Giuseppe (Torino, 1789-1798); Crosa Giovanni Niccolò (Genova, 1776);Crova Ascanio (Nizza Monferrato, 1719, 1730); Crova Giuseppe Antonio (Nizza Monferrato, 1734); Crova Ludovico (Nizza Monferrato, 1705); Cucco, Costa, Sanguineti (Cadice, 1699, 1701-1703, 1706); Cugna (da) (Parigi, 1704); Curio Giovanni Gerolamo (Taggia, 1699, 1714- 1726); Curio Paolo Battista (Taggia, 1735-1736); Cutis Giovanni Antonio (Alassio, 1712). Dacia Lorenzo (Mombaruzzo, 1792); Dacorsi Antonio (Sestri P., 1784-1785); Daglio Giacomo (Serravalle, 1735); Dal-lera Andrea (Milano, 1718); Dalmasses, Catta, Piria (Barcellona, 1719-1720, 1731-1733); Dani Ludovico (Casale, Torino, 1710-1711); Dania Andrea (Ovada, 1716); Dania Benedetto (Ovada, 1705- 1717, 1745); Daniele Antonio (Palermo, 1717); Daniele Francesco Maria (Siracusa, 1707); Dazia Lorenzo (Mombaruzzo, 1720-1723, 1728-1738); Dazia Stefano (Voltri, 1783); Decotto Antonio (Livorno, 1706); Decotto Francesco (Messina, 1713); Deneloux Vincent (Marsiglia, 1712); Denti Pietro Cipriano (Milano, 1698-1723); Desiderato Giovanni Bernardo (Favignana, Genova, Sassello, 1708-1727); Desiderato Giuseppe Maria (Favignana, Genova, Trapani, 1706, 1712-1729); Desio Michele (Sassello, 1790); Devia Francesco Maria (Napoli, 1730); Devoti Fabio (Roma, 1748); De-voulx Vincenzo (Marsiglia, 1727); Diano Luigi (Savona, 1794-1800); Diego Andrea (Trapani, 1741-1742); Dietrich Ottone (Vienna, 1734-1735); Doglio Giuseppe Maria (Casalotto, 1733); Dolema Placido Maria (Moneglia, 1714, 1730); Donna Giovanni Pietro (Casale, 1707); Doria Anna Maria (Levanto, 1730); Doria Bianca Maria (Pontremoli, 1699); Doria Brancaleone (Fortezza S. Maria, 1702); Doria Clemente (Milano, Novi, Vienna, 1715-1735); Doria Domenico Antonio (Cerromaggiore, 1713-1714); Doria Francesco Maria (Sassello, 1740); Doria Maria Angela (Roma, 1735); Doria Sinibaldo (Macerata, Roma, 1702, 1719); Doria Ceiani Angela Francesca (Bonifacio, 1733); Dotto Giacomo (Patrasso, Trapani, 1709); Dotto Giovanni Battista (Palermo, 1784-1788); Dugnani Giulio (Milano, 1735); Durando Carlo (Torino, 1743, 1750-1760); Durazzo Giovanni Luca (Milano, 1726-1728, 1733); Durazzo Marcello (Bettole, 1713); Dusseigneur, Wollaston e C. (Genova, 1799). Elisei Francesco (Foligno, 1738, 1740, 1741); Emanuel (Torino, 1751). 386 Indice dei corrispondenti Fabiani Gerolamo (Alicante, 1730- 1736); Fabiani Giovanni Battista (Alicante, 1730-1736, 1748-1750); Fabre Guglielmo (Marsiglia, 1704); Fabris Giovanni Pietro (Venezia, 1740-1741); Falcetti Marcantonio (Ferrara, 1726-1728); Falcetti Pietro Paolo (Ferrara, 1728); Fantoni Ludovico (Firenze, Fivizzano, 1707-1708, 1715, 1724); Fardella Diego Andrea (Napoli, Trapani, 1729-1730, 1740-1742, 1749); Farina Corrado (Napoli, 1790); Farinola Niccolò (Novi, Ovada, 1727-1734); Fava Michele Maria (Madrid, 1774-1775); Fava Pietro Maria (Madrid, 1751, 1753-1759, 1763-1766); Fazio Giovanni Battista (Genova, Sassello, Torrazza, 1716-1717, 1733); Federici Domenico (Palermo, 1698-1705); Federici Giovanni Battista (Ovada, 1731); Federici Leandro (Sassello, 1715-1719); Fe-driani Carlo (Vienna, 1703); Fedriani Paolo (Vienna, 1704); Ferber Paolo Goffredo (Osimo, 1700-1715); Ferrari Alessandro (Novi, 1773-1781); Ferrari Domenico Antonio (Casalotto, 1738); Ferrari Giacomo (Novi, 1782, 1785-1789, 1790, 1795); Ferrari Livia (Novi, 1784-1787, 1791, 1793); Ferrari Niccolò (Por-tomaurizio, 1783); Ferrari (de) Antonio Maria (Milano, 1704); Ferrari (de) Antonio Maria (Varese, 1795-1796, 1798, 1800); Ferrari (de) Benedetto (Algeri, 1729); Ferrari (de) Carlo Francesco (Venezia, 1762-1763, 1778-1793); Ferrari (de) Francesco (Levanto, 1709-1710, 1725); Ferrari (de) Giulio Cesare (Mombaruzzo, 1709-1713); Ferrari (de) Lorenzo (Genova, 1720); Ferrari (de) Ottavio (Acqui, Castelnuovo, 1705-1706, 1708); Ferraris Giacinto (Ricaldone, 1705); Ferrerò Pietro Francesco (Alassio, 1714-1715, 1718); Ferretti Ottavio (Ancona, 1705); Ferroni Paolo Francesco (Mantova, 1707); Fialle Francesco Maria (Roma, 1720-1728); Fialle Isidoro (Roma, 1729); Ficis Grignano Vincenzo (Marsala, 1735); Fieffen Giacomo (Milano, 1726); Fieschi Francesco Antonio (Ovada, 1735); Fieschi Lorenzo, cardinale (Parigi, Roma, 1704-1706); Fieschi Urbano (Novi, 1733); Figari Domizio (Roma, 1798- 1799); Figari Serafino (Roma, 1778- 1795); Figoli Giovanni (Roma, 1709-1710); Filippi (de) Giovanni Agostino (Torino, 1712-1713, 1716); Finale Giovanni Francesco (Sassello, 1754); Fioretti Carlo Giuseppe (Milano, 1786); Fiorino Guido (Quaranta, 1736); Fiorino Guido (Quaranta, 1793); Fiorino Michelangelo (Mombaruzzo, Quaranta, Sassello, 1714- 1728); Firidolfi e C. Rodolfo (Madrid, 1733); Flaminy Francesco (Siena, 1727, 1729); Foglia Carlo Antonio (Milano, 1779-1782); Foglia Giuseppe (Milano, 1728-1759); Foglietta Giacinto (Savona, 1727); Foley e Bartolini (Londra, 1707-1708, 1711); Fontana Cristoforo (Montabone, 1724-1725); Fontana Giovanni Francesco (Alessandria, Casale, Mombaruzzo, 1705-1707, 1714, 1723-1724, 1732); Fontana Giuseppe (Casale, Mombaruzzo, 1706-1713, 1718-1719); Fontana Lorenzo (Mombaruzzo, Roma, 1704, 1734-1735); Fontebrunne e Reboul (Lione, Parigi, 1786-1787, 1789); Fornaca Giacomo Antonio (Torino, 1731); Forni e Brentano (Francoforte, 1704); Forte Bartolomeo (Porto Ercole, 1711-1712); Fossati Paolo Maria (Albenga, 1722- 1725); Fracchia Antonio (Napoli, 1772); Fraganeschi Ferdinando Gaetano (Cremona, 1733, 1736); Francalanza e Sola (Lisbona, 1733); Franceschini Marcantonio (Bologna, 1717); Franchelli Carlo Domenico (Pietra, 1714-1715); Franchi (de) Antonio (Diano, 1717-1718); Franchi (de) Bartolomeo (Albissola, 1733, 1776); Franchi (de) Giovanni Battista (Tortona, 1790)); Franchi (de) Pompeo Carlo (Sanremo, 1734); Franchi (de) Pinelli Teodora (Palmaro, 1721); Franzeri Antonio (Torino, 1789-1790); Frugoni Luigi Maria (Genova, 1718); Fryberg (van) (Londra, 1704); Fuccio e Porro (Milano, 1782); Furconi Francesco (Siena, 1727, 1729-1730); Furia Giovanni Francesco (Borghetto, 1707); Fusi Domenico (Piacenza, 1787). Gabrielli Antonio (Tunisi, 1735); Gaetano Francesco (Favignana, 1746, 1749); Gaggiolo Filippo Maria (Sarzana, Ramo cadetto, Archivio generale 387 1729); Gaibiso Giovanni Giacomo (Alassio, 1717); Galbiati Giuseppe (Milano, 1729); Galeotti Francesco (Firenze, 1699); Gallarati Agostino (Pavia, 1708); Gallesio Niccolò (Savona, 1713); Galli Giuseppe Antonio (Macerata, 1707-1711, 1714-1715); Galli Valentino (Macerata, 1700, 1704-1706); Galliano Angelo (Montoggio, 1724); Galliano Giuseppe (Pietra Lavezzara, 1714, 1717); Gallino Giovanni Battista (Roma, 1716); Gallo Domenico Maria (Levanto, 1710); Gallo Gerolamo (Frignano, 1704); Gambarotta Carlo Bartolomeo (Nizza, 1708); Gam-bini Domenico (Adella, 1730); Gambino Andrea (Voltri, 1729); Gambino e Pagliari (Cadice, 1718, 1722); Ganassa Giovanni Battista (Venezia, 1731); Gandolfo Giuseppe (Sestri L., 1716-1717, 1719); Gandolfo Luciano (Sestri L., 1723,1725); Gandolfo Vincenzo (Tortona, 1724); Gandolfo e Vamberti (Livorno, 1716); Gansinot Giacomo Antonio (Aia, 1711, 1713-1714); Ganucci Antonio (Firenze, 1707); Garbarino Agostino (Sassello, 1707-1708, 1710, 1715); Garbarino Biagio (Albissola, 1749, 1751-1757, 1760-1761, 1765); Garbarino Biagio (Sassello, 1707-1708, 1710); Garbarino Francesco (Sassello, 1761, 1770); Garbarino Gerolamo (Albissola, Sassello, 1712-1719, 1731, 1733, 1745-1748, 1751, 1759-1768); Garbarino Giordano (Arentino, 1765); Garbarino Giovanni Battista (Albissola, Sassello, 1742-1760, 1771-1775, 1781-1790); Gardeila Andrea Diego (Trapani, 1728, 1734); Gardino Giovanni Antonio (Mombaruzzo, 1705); Garelli Giovanni (Mombaruzzo, 1721, 1723); Garibaldo Antonio (Chiavari, 1727); Garrelli Antonio (Mombaruzzo, 1706-1707, 1734); Gaspari (de) Antonio (Pavia, 1699); Gasparini Domenico (Napoli, 1710-1712); Gasparini Francesco (Bruxelles, 1704-1705); Gasparini Giovanni (Venezia, 1704-1706); Gasparis Giuseppe (Castelnuovo Scrivia, 1700, 1702, 1704-1705); Gastaldo Francesco (Alassio, Sassello, Sanremo, 1705, 1718, 1722); Gastaldo Giovanni Battista (Londra, 1732-1747, 1751, 1754); Gastalio Pier Paolo (Sarzana, 1700); Gatti Antonio (Tortona, 1700, 1702); Gatti Giovanni Battista (Pozzuolo Formigaro, 1709); Gatti Pier Giorgio (Tortona, 1778); Gaudio Giuseppe (Venezia, 1710); Gava-roni Bernardo (Varazze, 1777); Gavi Agostino (Livorno, 1732-1733); Gavi Bartolomeo Domenico (Firenze, Livorno, 1728-1736, 1739, 1747); Gavi Giovanni Andrea (Livorno, 1704-1712, 1715); Gavi Giovanni Antonio (Livorno, 1785); Gavoni Giovanni Cesare (Savona, 1724, 1727); Gazzelli (di) Silva (Casale, 1715); Gazzini Giovanni Battista (Roma, 1716- 1717); Gentile Giacinto (Sassello, 1715); Gentile Niccolò Maria (Voltri, 1720); Gentile Stefano (Parigi, 1705-1710); Ge-rardenghi Andrea Antonio (Albenga, 1781); Gemello Stefano (Londra, 1704); Gherardengo Ascanio (Modena, Novi, 1718, 1724); Ghezzi Matteo (Pozzolo, 1738); Ghignone Giuseppe (Alessandria, Mombaruzzo, Nizza, 1714-1725); Giaco-bi (de) (Acqui, 1724); Giambone Ottavio (Parigi, 1779-1789); Giannini Domenico Antonio (Spezia, 1717, 1721); Giavarini Pietro (Trapani, 1774); Giavarini e Vitali (Livorno, 1707, 1713-1726); Gildart Tomaso (Londra, 1778-1782); Gildart e Reid (Londra, 1783-1792); Ginello Felice (Bastia, 1730); Giorgi Francesco Maria (Sassello, 1727); Giorgi (de) Giovanni Alberto (Castelnuovo Belbo, 1791); Giovanni (di) Domenico (Favignana, 1710); Giovi Lanfranco (Smirne, 1712); Giovo Virginio (Chiavari, 1721); Giraldi Iacopo (Londra, 1704); Giudice Giovanni Battista (Diano, 1745-1746, 1749-1751); Giudici Giacomo Maria (Offagna, 1715); Giussano Giovanni Battista (Alassio, Livorno, Palermo, 1708, 1711-1712, 1714); Giustiniani Andrea (Chio, Milano, Sassello, 1710-1711, 1727-1728); Giustiniani Antonio (Loreto, Roma, 1713-1714); Giustiniani Baldassarre (Palermo, 1733); Giustiniani Giacinto (Novi, 1715); Giustiniani Giovanni Antonio (Genova, 1704); Giustiniani Giovanni Luca (Londra, 1704, 1709); Giustiniani Luca (Rivarolo, 1719); Giustiniani Maria Giovanna (Genova, 1732); Giustiniani Natale (Pie- 388 Indice dei corrispondenti tra, 1719); Giustiniani Orazio (Ventimi-glia, 1717); Giustiniani Ottaviano (Siena, 1733-1734); Giustiniani Pietro (Bastia, 1726); Gnecco Domenico (Favignana, 1759); Gnecco Giuseppe (Dublino, Londra, 1705-1706, 1711-1720); Gnudi Antonio (Bologna, 1788); Goff Mattia (Nizza, 1784); Got Pietro (Amsterdam, 1704); Graffigna Giuseppe (Genova, 1712); Grana Giovanni Battista (Mantova, 1700); Granara Giuseppe (Genova, 1703); Granello Bartolomeo (Venezia, 1699, 1704); Granello Francesco Maria (Venezia, 1716); Granello Michele (Roma, 1700-1704); Granello e Corsanego (Roma, Venezia, 1699-1711); Grassi Carlo Francesco (Castelnuovo, 1699); Grassi Ludovico (Casale, 1707, 1711, 1715- 1718); Grasso Giovanni Battista (Genova 1719); Gravina Antonio (Messina, 1712- 1729); Gravina Giuseppe (Messina, 1712-1729); Gravina Placido (Messina, 1712-1729); Graziosi Felice Angelo (Civitavecchia, 1759, 1760, 1761); Gregori Filippo (Bologna, Imola, 1715, 1717- 1718); Grillo Carlo (Genova, Napoli, Roma, 1705); Grillo Giacinto Stefano (Sassello, 1727); Grillo Cattaneo Filippo (Savona, 1787); Grillo Cattaneo Tomaso (Savona, 1787); Grimaldi Agostino (Madrid, 1725-1726); Grimaldi Carlo (Torino, 1733-1734); Grimaldi Domenico (Ferrara, 1728); Grimaldi Francesco Maria (Chiavari, Madrid, 1715, 1744); Grimaldi Gerolamo (Novi, Parigi, Roma, Vienna, 1700, 1704, 1708, 1730, 1733); Grimaldi Ranieri (Madrid, 1714); Gropallo Giovanni Francesco (Finale, 1717); Gros (di) Ermanno (Casale, 1709-1711); Grossi Antonio (Stella, 1715); Grossi Paolo (Osimo, 1715); Grossi (de) Giulio (Pisa, 1785); Gualla Domenico (Mombaruzzo, 1708); Gualla Gaspare (Mombaruzzo, 1709); Gualla Giuseppe (Mombaruzzo, 1735); Gualtieri, arcivescovo (Parigi, 1701-1706); Guarinone Francesco (Piacenza, 1709); Guasco Carlo (Alessandria, 1702, 1704, 1710, 1714); Gueglio Pietro Vincenzo (Sestri L., 1775, 1780); Guidi Leandro (Napoli, 1783); Guidi Luca (Roma, 1713); Guidobono Giovanni Battista (Stella, 1710); Guinigi Giovanni (Lucca, 1785); Guitti e Ambrosioni (Ferrara, 1726); Guzan Antonio (Tolone, 1704-1708, 1713-1718). Hartman Giovanni Corrado (Zurigo, 1704-1706); Hill (Londra, Torino, 1704, 1706, 1711); Huigens Filippo Guglielmo (Livorno, 1748-1749). Iaci, principessa di (1786-1788); Ian-nicelli Gennaro (Napoli, 1772); Illengo Lorenzo (Casale, 1709-1725); Imperiale Ambrogio (Madrid, 1703-1704); Imperiale Giulio (Ferrara, Napoli, Parigi, Roma, 1704, 1707, 1714, 1723); Imperiale Michele (Cogoleto, 1720); Imperiale Lercari Ansaldo (Bologna, Novi, Roma, 1705-1707, 1714-1718); Imperiale Lercari Felice (Torino, 1726-1727); Imperiale Lercari Gerolama (Genova, Lucca, 1706, 1710, 1715); Imperiale Lercari Leonardo (Albenga, Padova, Savona, Venezia, 1705, 1713-1723); Imperiale Lercari Pallavicini Caterina (Genova, Lucca, Milano, Novi, Spezia, 1706, 1715-1735); Inveges Francesco (Sciacca, 1731-1735); Invrea Giovanni Antonio (Albenga, 1724); Invrea Giovanni Battista (Rivarolo, 1729); Invrea Giovanni Paolo (Sassello, 1718); Iorba Giovanni Battista (Barisle, 1704); Isola Antonio Gaetano (Trapani, Favignana, 1731-1736, 1739-1751); Isola e Barabino, Antonio e Niccolò (Trapani, 1739). Jabart Everardo e fratelli (Livorno, 1727); Jaconetti Lorenzo (Roma, 1712). Lagomarsino Andrea (Quarto, 1783); Lagomarsino Francesco (Quarto, 1783); Lamberti Pietro Giovanni (Albenga, 1781-1783, 1786, 1790, 1793, 1796); Lancellotti Lazzaro Maria (Napoli, 1735, 1764); Lancellotti Lorenzo (Napoli, 1733); Lanfranco Lorenzo (Pietra, 1719); Lanza Antonio (1724); Lanza e Capello, Antonio e Tomaso (Mombaruzzo, 1719); Lasilva Paolo (Milano, 1722-1723); Lavaggi Domenico (Roma, 1787); Laviosa Bernardo (Palermo, 1748-1751, 1754, Ramo cadetto, Archivio generale 389 1762); Laviosa Niccolò (Palermo, 1748-1751, 1754, 1762); Laviosa Sebastiano (Palermo, 1748-1751, 1754, 1762); Lavi-zolo Domenico (Fontanile, 1791); Leardi Carlo Orazio (Pozzuolo Formigaro, 1717-1719); Leardi Maria Maddalena (Pozzuolo Formigaro, 1723); Leger, barone (Venezia, 1730); Leggio Francesco (Palermo, 1727); Lelmi Francesco (Roma, 1715); Lengueglia Marcantonio (Albenga, 1716); Lenti Valerio (Roma, 1707); Leone (Casale, 1719); Leone Angelo Maria (Genova, Tortona, 1720); Leone Benedetto (Campo, 1718); Leone Gerolamo (Livorno, 1746-1749); Leone Giovanni Battista (Bologna, Livorno, 1746-1749, 1781-1786); Leone Lorenzo (Bologna, 1786-1788, 1799-1800); Leone Teresa, (Bologna, 1788, 1791); Leonetti Giovanni Francesco (Quaranta, 1706, 1709-1711, 1720); Leonori Giovanni Battista (Roma, 1704-1707); Lepori Antonio (Roma, 1705); Lepre Carlo Ambrogio (Roma, 1744); Lesmo Carlo (Milano, 1708); Levaggi Domenico (Roma, 1784, 1787); Levis (de) Diego (Mombaruzzo, Nizza Monferrato, 1707, 1709, 1712); Libert (de) Niccolò (Liegi, 1707); Libri e Carcherelli (Firenze, 1779-1783); Lignola Antonio (Napoli, 1793); Lignola Filippo (Napoli, 1782-1798); Lignola Pietro (Napoli, 1793); Livi Salomone (Venezia, 1714); Lombardi Antonio (Roma, Sassel- lo, 1711-1736); Lombardi Domenico (Roma, Sassello, 1711-1736); Lombardi Filippo (Roma, Sassello, 1711-1736); Lomellini Ambrogio (1708); Lomellini Bartolomeo (1715); Lomellini Domenico (Parma, 1729); Lomellini Giacomo (Sassello, 1713); Lomellini Giovanni Battista (Granada, 1705); Lorenzini Giuseppe Maria (Bologna, 1725-1737); Loubier Antonio (Londra, 1723-1732); Loubier Carlo (Londra, 1723-1732); Loubier Enrico (Londra, 1749-1750); Loubier e Teissier (Londra, 1721-1733); Luca (de) Pietro (Bologna, 1783-1784, 1787); Lu-ciardi Francesco Antonio (Torino, 1749); Lugaro Giovanni (Vado, 1743-1744); Lu-one Angelo Maria (Tortona, 1721-1723); Luxoro Giacomo (Trapani, 1730-1731)· Maccagli Bartolomeo e Antonio (Lo-ano, 1712); Macciò Geremia (Abadia, 1791); Maffei Giacomo (Ferrara, 1731-1732); Maffei, Botti, Campione (Roma, 1699-1722); Maggi Giovanni Andrea (Ferrara, 1726); Maggi Giuseppe Antonio, (Bologna, 1715); Maggi Pietro Angelo (Ancona, Bologna, Ferrara, 1714- 1726); Maggio Giovanni Maria (Livorno, 1712); Maggiolo Agostino (Alassio, 1714); Magistris (de) Giovanni Stefano (Acqui, Nizza Monf., 1707); Magistris (de) Vincenzo (Casale, 1707, 1709); Ma-gnanego Emanuele (Cadice, Lisbona, 1715-1716); Magnaschi Antonio (Napoli, 1782); Magni Giovanni Battista (Vicenza, 1716); Magni Pietro (Milano, 1724); Maineri Ambrogio (Coira, 1704); Maineri Daniele (Coira, 1704); Mainerò Antonio Maria (Ovada, 1711); Mainerò Giovanni Gerolamo (Sestri L., 1704); Mainerò Giovanni Raffaele (Finale, 1723); Mainerò Cartabona Maria Anna (Novi, 1735); Malagonelli Laura (Palermo, 1718); Malaspina Giovanni Cristoforo (Milazzo, 1728); Malaspina Cavalchina Cecilia (Tortona, 1728); Mallet (Parigi, 1792); Malpasciuto Gerolamo (Casale, 1710); Malta Giovanni Battista (Amsterdam, 1705); Mambilla Augusto (Novi, 1789-1792); Mancinelli Francesco Saverio (Roma, 1732); Mandelli Giuseppe Maria (Piacenza, Siena, 1747-1748); Manfredi Gerolamo (Bettole, Tortona, 1707, 1716); Manfredi Giacomo (Albenga, 1781); Mangina Maria Caterina (Montoggio, 1730); Mantova, duca di (Mantova, 1706); Marano Giovanni Niccolò (Parigi, 1724); Marasso Giovanni Battista (Ancona, Bastia, Cadice, Livorno, 1713-1719); Marasso Maria Margherita (Levanto, 1728, 1732); Marasso Silvestro (Alicante, Barcellona, Biserta, Cadice, 1714-1728); Marchant Francesco (Parigi, 1749-1770); Marchelli Gerolamo (Roma, 1774); Marchelli Giovanni Battista (Roma, 1700); Marchelli Rolando (Roma, 1726); Marchi (de) Giuseppe (Savona, 1727); Marelli del Verde (Casale, 1716); Marengo Agostino (Mombaruzzo, 1709); Marengo Benedetto (Bettole, Novi, 390 Indice dei corrispondenti 1715-1719); Marescotti Lucio (Bologna, 1699, 1702, 1709); Marganetti Giacomo (Ascoli, 1706); Mari (de) Cesare (Vado, 1713); Mari (de) Giovanni Battista (Ovada, Torino, Venezia, Vienna, 1729-1730, 1740, 1776); Mari (de) Ippolito (Milano, Palermo, Sestri P, 1708, 1727, 1732); Mari (de) Valeria (Pegli, 1715); Mariani Domenico (Spezia, 1790); Marini (de) Battista (Vienna, 1725); Marini (de) Carlo, cardinale (Roma, 1715); Marino Filippo (Castelnuovo, 1699); Marino Francesco (Trapani, 1733); Marsiglia Cristoforo (Favignana, Marsala, 1715, 1718, 1735, 1736); Martinelli Giovanni Battista (Sarzana, 1799); Martini Bartolomeo (Sassello, 1745); Martini Francesco (Sassello, 1738); Martini Giovanni Antonio (Sassello, 1699, 1707, 1715); Martini Giovanni Battista (Sassello, 1727, 1729); Martini Ludovico (Sassello, 1745); Martorelli Valerio (Osimo, 1700); Masnata Francesco (Favignana, 1777- 1779); Massa Andrea (Albissola, 1732); Massa Antonio (Messina, 1706-1707); Massa Antonio Maria (Bologna, Lucca, Roma, Torino, 1709-1711, 1728, 1736- 1737); Massa Domenico (Messina, 1707); Massa Francesco Maria (Novi, 1722-1723); Massa Giovanni (Novi, 1702); Massa Giovanni Andrea (Novi, 1709); Massa Giovanni Battista (Favignana, Formica, Trapani, 1716, 1719- 1740); Massa Giovanni Battista (Pontin-vrea, 1794); Massa Giovanni Cristoforo (Genova, 1715); Massa Ignazio Maria (Torino, 1725-1740); Massa Maria Caterina (Trapani, 1722); Massa Niccolò Maria (Gavi, 1731); Massa Raffaele (Favignana, Genova, Palermo, Trapani, 1699- 1700, 1704-1719); Massa, vescovo di (Roma, 1706); Massarone Domenico (Milano, 1708); Mavilio Pietro Paolo (Roma, 1736-1761); Mavilio Pompeo Cesare (Roma, 1736); Mazzoleni Paolo (Tortona, 1721); Mazzolini Giuseppe (Cesena, Ferrara, 1727-1728, 1734); Me-ana (Torino, 1706-1707); Melchiori Michele (Venezia, 1712); Mele (da) Pietro Francesco (Savona, Varazze, 1717, 1748-1749); Meliaduce Pietro Maria (Recco, 1730); Mengozzi Giacomo (Bologna, 1716-1719); Mengozzi Ottavio (Bologna, 1716-1719); Mengozzi Sforza (Bologna, 1716-1719); Merano Giovanni Francesco (Fegino, 1732); Merello Agostino (Cadice, 1780); Merighi Niccolò (Favignana, 1764); Merrialdo Giacomo (Genova, Sassello, 1715, 1733, 1735); Messina, arcivescovo di (Messina, 1699); Micheli (de) Giovanni Battista (Novi, 1775, 1778); Micheli (de) Niccolò (Novi, Sassello, 1772-1779); Michelotto Andrea (Pamparato, 1728); Miconi Giuseppe e Lorenzo (Cadice, 1708, 1713-1715); Migiarra Carmine Niccolò (Napoli, 1762); Migliorini Giovanni Stefano (Bastia, 1731); Migliorini Pietro Giuseppe (Londra, 1717); Milazzo, marchese di (Acqui, Alessandria, Palermo, 1706-1729); Miraglio Carlo (Casale, 1706); Misererio Car- lo (Spineto, 1719); Moirago Giuseppe (Pavia, 1769); Mola Giovanni Pietro (Tortona, 1702, 1705-1708, 1718); Moli-nari Giacomo (Novi, 1710-1711); Moli-nari Giovanni Battista (Novi, 1713, 1729, 1732); Molinelli Luigi Maria (Napoli, 1732-1771); Molinelli Paolo Gerolamo (Napoli, 1719, 1724-1732); Mombaruzzo, Comunità di (Mombaruzzo, 1705); Mombello, visconte di (Varazze, 1706- 1709); Moncada Federico, principe di Iaci (Napoli, 1786-1788); Moncalvo Carlo Antonio (Mombaruzzo, 1706); Moneglia Giovanni Battista (Osimo, 1698-1699); Mongiardino Giovanni Tomaso (Cagliari, 1717-1719); Montalbano Giuseppe (Palermo, 1713); Montaldo Giuseppe Maria (Casale, Morsasco, Torino, 1708-1709); Montanti e Corboli (Firenze, 1699-1712); Monteleone, marchese di (Bologna, 1784); Monti Carlo (Milano, 1727-1728); Monti Giovanni Battista (Milano, 1723- 1726); Monti Giuseppe Teodoro (Milano, 1785, 1789); Montoro Niccolò (Napoli, 1745); Morandi Giovanni Francesco (Piacenza, 1730, 1735, 1737); Morandi Niccolò (Piacenza, 1707, 1726); Morassi Antonio (Lisbona, 1716-1718); Morassi Felice (Lisbona, 1716-1718); Morelli Vincenzo (Alessandria, 1706); Moro Stefano (Roma, 1700); Morselli Giovanni Ramo cadetto, Archivio generale 391 (Casale, 1719); Morteo Giovanni Ambrogio (Cervo, 1706); Mosca Agapito (Roma, 1732); Mosca Pietro Maria (Milano, 1728); Mossi Antonio Maria (Casale, 1710); Mossi Francesco (Casale, Torino, Vercelli, 1706-1735); Mossi Palletta Paola Cristina (Casale, 1715); Multedo Agostina Maria (Siena, 1728, 1732, 1734); Mussi Franco (Ortovero, 1800); Mutti Carlo Ambrogio (Livorno, 1727); Muzio Carlo Vincenzo (Diano, 1751-1759); Muzio Francesco Saverio (Bastia, 1718-1719); Muzio Niccolò (Albissola, Savona, Stella, 1713-1720, 1731). Napoli Gioacchino (Palermo, 1698-1699, 1702-1740); Napoli Gioacchino jr. (Palermo, 1761-1792, 1796-1800); Napo- li Giovanni (Palermo, 1735, 1740, 1741); Napoli Pietro, (Palermo, 1702-1763); Narducci Lucio (Pesaro, 1706); Natta Gaetano (Casale, 1710); Natucci Domenico (Parigi, 1704-1705); Negrisoli Francesco (Mantova, 1706); Negro (di) Giovanni Battista (Pieve, 1726); Negro (di) Lelio (Savona, 1710); Negro (di) Pietro Antonio (Genova, 1699); Negrone Ambrogio (Sassello, 1720); Negrone Antonio (Bastia, Roma, 1713, 1725); Negrone Bendinelli (Finale, Sarzana, 1721-1722, 1726-1727); Negrone Niccolò (Roma, 1715, 1722); Negrone Selvaggio (Aren-zano, Genova, 1720); Nicolai Antonio (Lucca, 1706); Nicorelli Bartolomeo (Bettole, Cassano, 1704-1705, 1707, 1708); Noce Giovanni Battista (Lisbona, 1728-1742); Noce Tomaso (Lisbona, 1728-1742); Noli Bartolomeo (Alicante, 1711-1718); Noli Bartolomeo, eredi di (Alicante, 1723-1725, 1727, 1729); Noli Carlo Antonio (Alicante, 1717, 1731); Noli Giacomo (Alicante, 1717, 1730- 1731); Noli Giovanni (Alicante, 1716- 1718); Noli Sebastiano (Alicante, Barcellona, Maiorca, 1707-1713, 1718-1730); Nosardo Tomaso (Algeri, 1728); Notte e Bernardi (de) (Torino, 1760-1763); Noz-zoli Filippo Mattia (Napoli, 1741-1745). Odisio Guglielmo Maria (Sarzana, 1742); Odone Bernardino (Albissola, 1716); Odorici (Bologna, 1783); Offley Antonio e Francesco (Dresda, Varsavia, 1714-1720); Oliva Bernardo (Serravalle, Voltaggio, 1713, 1725); Olivieri Giovanni Bartolomeo (Sassello, 1772-1775); Olivieri Giovanni Battista (Sassello, 1716); Olivieri Giovanni Battista (Sassello, 1772-1775); Olivieri Maria Battista (Sassello, 1777-1778, 1783-1789); Olivieri Niccolò (Sassello, 1791); Olivieri Pietro (Sassello, 1716); Olmo Giovanni Francesco (Torino, 1730-1734); Opizzo-ne Giuseppe (Milano, 1731); Orengo Giuseppe (Dolcedo, 1783); Orengo Paolo Gerolamo (Ventimiglia, 1717); Orerò Domenico (Savona, 1724); Orezza Giovanni Simone (Alassio, 1735); Orsese Giacomo (Bettole, Novi, 1710, 1713- 1717); Orsese Giovanni Battista (Serra-valle, 1718); Orsi Gaetano (Livorno, 1783-1785); Ottolenghi (Acqui, 1792); Ottonello Tomaso (Masone, 1797-1798). Pacchiarotti Giovanni (Pozzolo, Novi, Adella, 1748-1770); Pacchiarotti Giuseppe (Pozzolo Formigaro, 1723); Pacifici Lorenzo (Civitavecchia, 1708-1710); Pagano Giovanni Battista (Marsiglia, 1782-1788); Pagano Niccolò (Marsiglia, 1783-1785); Paggi Niccolò (1715); Pagliari Maurizio (Portomaurizio, 1708); Pagliari e Gambino (Cadice, 1718, 1722); Palenzona Bartolomeo (Pozzuolo Formigaro, 1751,1755); Pallara Pier Francesco (Ferrara, 1728-1729); Pallavicini Alessandro (Madrid, Savona, 1705, 1711- 1712); Pallavicini Angelo (Roma, 1787- 1788); Pallavicini Domenico (Lucca, Madrid, Milano, Novi, Siena, 1726-1742, 1748, 1761, 1783-1785); Pallavicini Eletta Maria (Genova, 1712); Pallavicini Felice (Pieve, 1707-1709); Pallavicini Francesco (Novi, 1716, 1732); Pallavicini Francesco Daniele (Frignano, Napoli, Palermo, 1702, 1705); Pallavicini Giacomo Giuseppe (Diano, 1740); Pallavicini Giovanni Battista (Canelli, Casale, Mombaruzzo, Novi, 1711-1719, 1723, 1729); Pallavicini Giovanni Carlo (Bologna, 1793); Pallavicini Giovanni, conte di Teves (Madrid, 1723-1740); Pallavicini 392 Indice dei corrispondenti Giovanni Francesco III (Napoli, 1754); Pallavicini Giovanni Luca III (Favignana, Novi, Torino, Trieste, Vienna, 1716, 1720, 1729-1734, 1755); Pallavicini Giuseppe IV (Novi, Padova, Siena, 1726- 1734); Pallavicini Gregorio (Chiavari, 1715); Pallavicini Ignazio (Genova, Madrid, Malta, Palermo, 1710-1715, 1725- 1728); Pallavicini Isabella (Milano, 1713); Pallavicini Lazzaro, arcivescovo (Firenze, Malta, Roma, Spoleto, 1700- 1734); Pallavicini Lazzaro Opizio, cardinale (Albano, 1784); Pallavicini, marchesa (Moncallieri, Torino, 1715, 1718, 1726-1727, 1734); Pallavicini Maria Ludovica (Nizza, 1726-1732, 1735-1736); Pallavicini Maria Luigia (Nizza, 1727- 1728); Pallavicini Niccolò Emanuele (Siena, 1747, 1748); Pallavicini Opizio, cardinale (Cingoli, Osimo, Roma, 1699); Pallavicini Ottavio (Milano, 1710); Pallavicini Paolo Gerolamo II (Lucca, Napoli, Palermo, Roma, Torino, 1706- 1734); Pallavicini Paolo Gerolamo IV (Firenze, Milano, Pisa, 1783-1785, 1797- 1800); Pallavicini Paolo Gerolamo V (Milano, 1783); Pallavicini Pietro (Palermo, 1698-1726); Pallavicini Pietro Antonio (Castelnuovo, 1699); Pallavicini Placidia (Arquata, Novi, 1731-1732); Pallavicini Sforza (Villafranca, 1726); Pallavicini Stefano (Milano, Parigi, 1702, 1704, 1720); Pallavicini Centurione Maddalena (Genova, Masone, 1715, 1720); Pallavicini Lomellini Livia Maria (Genova, 1710); Pallavicini S. Remy, barone (Torino, 1717, 1723); Paimarino Domenico (Finale, 1720); Palomba Bernardino (Civitavecchia, 1779); Paluzzi Domenico (Roma, 1738); Paluzzi Santi (Roma, 1737-1738); Paluzzi e Ruggia, Domenico e Gerolamo (Roma, 1721- 1736); Panario Francesco Antonio (Campomorone, Genova, Novi, 1705- 1727, 1733); Paoli Domenico (Ancona, 1729-1735); Paoli Giovanni (Ancona, 1729-1735); Paponi Bernardo (Palermo, 1705, 1707-1708); Parodi Andrea (Madrid, 1721, 1728); Parodi Domenico (Genova, 1730); Parodi Gaetano (Lucca, 1786-1787); Partenopeo Giovanni Batti- sta (Sassello, 1730); Partiti e Simonini (Viareggio, 1785); Passaggi Alessandro Maria (Ovada, 1731-1732); Passaggi Filippo (Gamalero, 1797); Passalacqua Giovanni Matteo (Milano, 1736); Passalacqua Luigi (Tortona, 1706, 1708, 1718, 1729, 1734); Passano (da) Tomaso (Voltaggio, 1712); Passano (da) Siri Giustina (Savona, 1718, 1734); Pastorelli Domenico (Portomaurizio, 1783-1785); Patterò Giuseppe Maria (Diano, 1730-1731); Pavese Paolo Antonio (Mombaruzzo, 1720, 1730, 1734); Pavesi Francesco (Roma, 1778-1781); Pazzagli Luca Antonio (1715); Pedemonte Carlo Francesco (Milano, 1708-1709, 1718-1732); Pedemonte Giovanni Battista (Cadice, 1735-1742, 1748-1754); Pedemonte Niccolò (Napoli, 1736-1737, 1746); Pedemonte Stanislao (Cadice, 1735-1742, 1748-1754); Pedemonte e Prasca (Cadice, Chiavari, Milano, 1717-1727); Pedoni Giuseppe (Milano, 1738-1740); Peijer Onofrio (Milano, Venezia, 1727, 1731); Pelissone Francesco Antonio (Sassello, Diano, 1741, 1751-1752); Pelissone Giovanni Ambrogio (Sassello, Taggia, 1707, 1709, 1729- 1730); Pellero Giovanni Battista (Savona, 1737-1742, 1745-1746, 1749); Pellero Niccolò Stefano (Savona, 1728); Pepe Domenico (Frignano, 1703); Pepe Francesco (Napoli, 1737); Pepen (Lione, 1705); Perei Antonio Francesco (Bettole, 1720); Perego e Annoni (Milano, 1729); Peretti e Pratolongo, Angela e Maria (Genova, 1784); Perotti Niccolò (Roma, 1721); Perouse, conte de la (Tortona, 1733); Perrando Antonio (Albissola, 1708, 1710, 1712); Perrando Benedetto (Ovada, Sassello, 1705, 1708, 1719-1735, 1742); Perrando Bernardo (Sassello, 1722, 1727, 1729); Perrando Gerolamo (Sassello, 1791-1800); Perrando Giacomo (Sassello, 1718, 1722, 1727, 1729); Perrando Giacomo (Sassello, 1793-1794); Perrando Giovanni Battista (Sassello, 1702, 1706-1719); Perrando Maria Batti-stina (Sassello, 1720-1722); Perrando Martino Vincenzo (Sassello, 1718); Perrando Simone Giacomo (Sassello, 1717); Perrando e Badano, Michele e Pietro Ramo cadetto, Archivio generale 393 Francesco (Sassello, 1711, 1713); Perrando e Ramorino (Sassello, 1704,1719); Perroni Paolo Francesco (Mantova, Verona, 1706, 1709, 1720-1721); Persico Giacomo (Salerno, 1715); Persoglio Vincenzo (Acqui, 1789-1790); Pesante Antonio Francesco (Sanremo, 1706-1728); Pesante Ignazio Francesco (Sanremo, 1709, 1712, 1716); Pesce Angelo Maria (Savona, 1715); Pescio Giovanni Battista (Sassello, 1731-1732); Pescio Spinola Antonio (Malaga, 1724-1725); Petit des Colombes Giovanni (Bruxelles, Nivelles, 1704-1705, 1710); Philibert Melchior (Lione, 1704-1705, 1711-1719); Piaggi Laura Francesca (Genova, 1715); Piaggio Pietro Francesco (Roma, 1754-1777); Piane (delle) Andrea (Genova, 1727); Piane (delle) Giovanni Maria (Piacenza, 1720, 1722); Piastri Stefano (Bologna, 1699-1711); Piccaluga Francesco Maria (Parigi, 1784-1792, 1799-1800); Piccaluga Giovanni Battista (Roma, 1736); Piccaluga Paolo (Milano, Serravalle, 1709- 1710); Piccaluga Stefano (Madrid, 1707); Piccone Giacomo Battista (Savona, Va-razze, 1710-1717); Piccone Giacomo Maria (S. Martino di Stella, 1733); Pienza, vescovo di (Siena, 1715); Pieve Domenico Maria (Sassello, 1702); Pignatelli Niccolò (Bologna, 1784); Pilipalis Niccolò (Alessandria, 1739, 1744-1746); Pinelli Costantino (Nizza, 1748); Pinelli Costantino (Savona, 1712); Pinelli Felice (Bastia, 1728-1730, 1735); Pinelli Giovanni Agostino (Savona, 1715-1716); Pinelli Gentile Teresa (Parigi, 1706); Pino Ambrogio (Acqui, Casale, Nizza, Novi, Mombaruzzo, 1706-1736); Pino Giovanni Andrea (Gagliari, Madrid, Valencia, 1722-1729, 1731); Pino Giovanni Maria (Alassio, Novi, 1707-1718, 1724, 1727); Piria, Dalmasses, Catta (Barcellona, 1719-1720, 1731-1733); Pisani (Venezia, 1704); Pissarello Luca (Novi, 1714); Pittaluga Giuseppe (Milano, 1732); Piuma e Cambiaso, Giovanni Battista e Santino (Venezia, 1711-1726); Pizzi Saverio Niccolò (Roma, 1725), Pizzorno Carlo (Chiavari, 1704-1709, 1715); Pizzorno Caterina (Sassello, 1733); Pizzorno Pietro (Chiavari, Pon-tinvrea, Sassello, 1717-1727, 1732-1734); Podestà Giovanni Battista (Novi, 1790- 1800); Poffetti Giuseppe Giovanni (Venezia, 1705); Polleri Giovanni Battista (Savona, 1730-1736); Polleri Niccolò Stefano (Savona, 1724-1731); Polozzi Giacomo Antonio (Bologna, 1722); Pommier fratelli (Montpellier, Parigi, 1783-1786); Pompoune (de), marchesa (Parigi, 1704); Ponzano Innocenzo (Casale, 1709, 1711, 1715); Porcellana Gian Ludovico (Tortona, 1751); Porolo Leonardo (Milano, 1724-1726); Porolo Lorenzo (Milano, 1724); Porro Carlo (Milano, 1705); Porro Felice (Milano, 1782); Porro Pietro Maria (Taggia, 1718); Porro e Fuccio (Milano, 1782); Porta Giulio (Bordeaux, 1784); Portalupi Antonio Maria (Varsavia, 1776); Pozzo Andrea (Pavia, 1722); Pozzo Angelo Maria (Algeri, Alicante, Barcellona, Cartagena, 1707, 1710, 1713); Pozzo Antonio Francesco (Mombaruzzo, 1708); Prasca Angelo Cristoforo (Acqui, Mombaruzzo, 1706, 1712-1720, 1730); Prasca Angelo Maria (Mombaruzzo, 1723-1724, 1731, 1735- 1736); Prasca, conte (Cadice, 1783-1785, 1788); Prasca Cristoforo (Cadice, 1726-1740, 1749); Prasca Giacomo Filippo (Campi, 1724); Prasca Giuseppe Maria (Cadice, 1732-1736); Prasca Ottavio Maria (Finale, 1722-1723); Prasca e Pedemonte (Cadice, Chiavari, Milano, 1717- 1727); Prato Benedetto (1718); Prato Bernardino (Albissola, Sassello, 1712, 1715-1717, 1722, 1729); Prato Giovanni Battista (Acqui, Mombaruzzo, 1705- 1717); Prato Orazio (Mombaruzzo, 1731, 1734); Pratolongo e Peretti Maria e Angela (Genova, 1784); Pret (de) Tomaso (Anversa, 1705); Priolo e Sacrestani (Viterbo, 1780); Priuli Alvise (Venezia, 1701); Pucci Vincenzo (Londra, 1715); Pulciani Filippo (Bolzano, 1784). Quaglia e Bo, Antonio e Francesco (Mombaruzzo, 1706); Quaranta, console di (Quaranta, 1707); Quarta Filippo (Frignano, 1703); Quarta Giuseppe (Frignano, 1703); Queirazza Carlo Antonio (Sassello, 1715). 394 Indice dei corrispondenti Rabacchino Giacomo (Fontanile, 1715, 1718, 1724-1725, 1731); Rabacchino Giuseppe (Fontanile, 1726, 1729); Rado Angelo Maria (Novi, 1710-1711); Rado Filippo Alberto (Venezia, 1707); Rado Giovanni Battista (Genova, Novi, 1700-1709); Raffo Leonardo (Gavi, 1727); Raggio Lorenzo (Roma, 1714); Raggio Marcello (Bettole, Novi, 1713, 1715, 1718, 1721); Raibaldo Giovanni Ambrogio (Mombaruzzo, 1728); Raibaldo Giovanni Domenico (Adella, Bettole, Milano, Novi, Vallego, 1718-1741); Rambosio Carlo Francesco (Casale, 1712); Ramorino Antonio (Arquata, Genova, Mombaruzzo, Sassello, 1703-1706, 1715-1719); Ramorino Bartolomeo (Sassello, 1718, 1724, 1732-1735); Ramorino Giovanni Bartolo (Sassello, 1744); Ramorino Giovanni Battista (Sassello, 1787); Ramorino Giovanni Battista, q. Bartolomeo (Albissola, Sassello, 1730, 1732, 1735-1748, 1752); Ramorino Giovanni Battista, q. Ludovico (Sassello, 1707-1731, 1734); Ramorino Giovanni Giacomo (Sassello, 1741, 1745, 1749- 1788); Ramorino Ludovico (Sassello, 1698-1705); Ramorino Ludovico q. Giovanni Battista (Sassello, 1788); Ramorino Pietro Maria (Sassello, 1708); Ramorino e Bovio, Luigi e Giulio (Sassello, 1734); Ramorino e Perrando Giovanni Battista e Michele (Sassello, 1704, 1719); Ramponi Giovanni Antonio (Novi, 1720-1723); Ramponi Giovanni Antonio (Novi, 1788); Rangoni Cesare (Modena, 1720-1721); Ranieri Francesco (Trapani, 1713); Raspi Gaetano (Ferrara, Parigi, 1779, 1783); Rathsamhaufen (Aja, 1704); Ratti Giovanni Battista (Savona, Torino, 1708, 1714-1715, 1732); Ratti Opizone (Tortona, 1798-1799); Ravasi Giuseppe Antonio (Milano, Novi, 1732- 1738); Raviolo Agostino (Villalvernia, 1712); Reboul (Lione, 1780-1789); Re-boul e Fontebrune (Lione, Parigi, 1786- 1787, 1789); Rebuffo Ignazio (Bastia, Portovenere, 1715, 1721); Recagno Bernardo (Cadice, 1719-1736); Recanati e Carolis (de), Antonio e Domenico (Roma, 1717); Recco Giovanni Battista (Madrid, Napoli, 1706); Reggio Ottavio (Gavi, 1731); Reid e Gildart (Londra, 1783-1792); Remotto Bartolomeo (Poz-zuolo Formigaro, 1710); Renzo Francesco Maria (Gabelle, 1709); Repetto Bernardo (Lavagna, 1726); Repetto Ferdinando (Alessandria, 1722, 1726); Repetto Giovanni Battista (Casalotto, 1710-1711, 1728); Resta Giulio, vescovo (Lurago Marchione, 1720); Rezoagli Domenio Gaetano (Formica, Genova, Trapani, 1779-1788); Rezzonico Aurelio (Venezia, 1705, 1717-1719, 1724-1725); Ribaldengo Claudio Vincenzo (Civitavecchia, 1712); Ribrochi Francesco (Tortona, 1755); Ricaldone, marchese di (Ri-cardone, 1729); Riccardi (Casale, 1715); Ricci Annibaie (Mantova, 1705-1706); Ricci Antonio Maria (Savona, 1723); Ricci Benedetto (Pozzuolo Formigaro, 1717-1718); Ricci Carlo (Castelnuovo, 1699); Ricci Carlo Antonio (Pozzuolo Formigaro, 1700, 1704, 1710); Ricci Carlo Vincenzo (Albenga, 1731); Ricci Clemente (Albissola, Loano, 1712); Ricci Emanuele Battista (Albenga, 1800); Ricci Giovanni Battista (Barcellona, Ferrara, Livorno, Messina, Napoli, 1706-1711); Ricci Giovanni Paolo (Pozzuolo Formigaro, 1711); Ricci Giuseppe (Portomau-rizio, 1745-1746); Ricci Paolo Gerolamo (Albenga, Savona, 1730, 1734-1736); Ricci Tomaso Francesco (Albenga, Cenale, 1704-1734); Richini Santo (Novi, 1793); Rinaldi Pietro Francesco (Morsa-sco, 1710); Ristoro Luca Ottavio (Aiaccio, 1719); Riva Bartolomeo (Sestri L., 1723); Rivalta Antonio (Casale, 1707); Rivarola Paolo Battista (Finale, 1724- 1725); Rivarola Pellegrina Maria (Parigi, 1702, 1704); Rivarola Negrone (Parigi, 1704); Rivera Bernardo (Mombaruzzo, 1734-1735); Rivera Giovanni Battista (Mombaruzzo, 1796); Rizzi Amedeo (Arentino, 1761); Rizzi Giuseppe (Cassano di Calabria, 1769); Roberti Francesco (Acqui, 1788, 1792); Roberti Guido (Acqui, 1726); Robra Pietro (Mombaruzzo, 1705); Rocca Giovanni Battista (Savona, 1708); Rocca (della) conti (Bari, Casale, 1707); Roccatagliata Ignazio (Fi- Ramo cadetto, Archivio generale 395 naie, 1727); Rocchetti Giuseppe (Palermo, 1699); Rocci e Bottoni (Ferrara, 1783-1789); Rodino Domenico (Diano, 1740); Rodino Flaminio (Diano, 1718-1745); Roggero Sebastiano Giuseppe (Canelli, 1724); Rollando Giovanni Battista (Alice, 1714); Roluti Francesco (Mombaruzzo, 1706); Romairone Bartolomeo (Rivarolo, 1711); Romano Francesco Maria (Sassello, 1720, 1723-1727, 1736-1738); Romano Giovanni Andrea (Mombaruzzo, 1789-1800); Romano Maria Angelica (Sassello, 1730); Romano Sebastiano (Alba, 1750); Romano Sebastiano (Sassello, 1704, 1706, 1711, 1719- 1720); Rosasco Paolo Agostino (Genova, 1730, 1734-1735); Rossi Antonio Francesco (Novi, 1728, 1730-1732); Rossi Bartolomeo (Albissola, 1713); Rossi Benedetto (Sassello, 1717, 1719); Rossi Carlo (Pieve, Siena, 1708-1733); Rossi Carlo Antonio (Napoli, 1713); Rossi Carlo Francesco (Madrid, 1727); Rossi Francesco (Salerno, 1732); Rossi Giacomo (Finale, 1795); Rossi Giovanni Battista (Diano, 1740); Rossi Giovanni Battista (Madrid, 1784); Rossi Giovanni Paolo (Novi, Pieve, 1729); Rossi Giuseppe Maria (Varazze, 1719); Rossi Stefano (Livorno, 1748); Rostagni Gioacchino (Napoli, 1775); Rovere (della) Clemente (Albissola, 1724); Rovere (della) Domenico (Roma, 1699); Rovere (della) Francesco Maria (1707); Rovero Giovanni Battista, vescovo (Acqui, 1735); Rubini e Andriani (Madrid, 1714-1718); Ruggia Stefano (Roma, 1713-1714, 1718-1721); Ruggia e Paluzzi, Gerolamo e Domenico (Roma, 1721-1736). Sacchi Giovanni Giacomo (Casale, 1710-1711, 1719); Sacco Giacomo Maria (Formica, Palermo, 1759, 1761, 1767- 1777); Sacco Giovanni Pietro (Castelnuovo, 1699); Sacco Stefano (Madrid, 1726); Sacrestani e Priolo (Viterbo, 1780); Saintelier (de) (Aja, 1703); Salada Francesco (Carrara, 1784); Salaroli Gerolamo (Bologna, 1725); Salaroli Paolo (Bologna, 1717-1725); Salineri Domenico (Bastia, 1719); Saluzzo Gabriele (Sie- na, 1728, 1730-1732); Salvetti Carlo (Livorno, 1730); Salvo Antonio Maria (Novi, 1734); Salvo Carlo (Novi, 1746,1750-1751); Sambuceti Giovanni Battista (Albenga, Pieve, 1715, 1717); Sampier-darena Giovanni Agostino (Lione, 1714- 1715); Sandri Alessandro (Mombaruzzo, 1708); Sangro (de) Placido (Barcellona, 1705); Sanguineti Luca (Piacenza, 1731); Sanguineti, Cucco, Costa (Cadice, 1699, 1701-1703, 1706); Sanità, magistrato di (Genova, 1720); Santi Giovanni (Savona, 1715); Santini Agostino (Lucca, 1706); Santini Niccolò (Londra, 1705-1706, 1708); Santini, Seignoret, Couvreur (Londra, 1706-1709, 1714); Sapio Niccolò (Capua, 1718); Saporello Giovanni Battista (Palermo, 1706); Sappa Galeazzo (Alessandria, 1721-1722); Sardi Cesare (Amsterdam, 1714-1737); Sartorio Agostino (Napoli, 1714-1724); Sartorio Francesco Rocco (Rapallo, 1703-1713); Sartorio Marco Francesco (Rapallo, 1712); Sartorio Stefano (Rapallo, 1714- 1715); Sassello, Comunità di (Sassello, 1704); Satragno Lorenzo (Mombaruzzo, Quaranta, 1706-1735); Sauli Aufranio (Albenga, Pieve, 1741, 1745); Sauli Giovanni Maria (Novi, 1712); Savona Pietro Antonio (Levanto, 1723); Sbarbaro Andrea (Novi, 1783); Sbarbaro Paolo (Prà, 1778); Scaglia Andrea (Montoggio, 1714); Scaramucci Giuseppe Andrea (Roma, 1713); Scaranzini Giuseppe (Sarzana, 1740); Scarsi Tomaso Bartolomeo (Acqui, 1707-1709); Scarsolo Domenico (Savona, 1712); Scarsolo Giovanni Agostino (Savona, 1713-1714); Scasso Ambrogio (Sassello, 1721); Scasso Antonio (Sassello, 1718); Scatti Alessandro (Acqui, 1718, 1725-1730, 1735); Scazzola Bartolomeo (Cassine, 1719); Schinchino Domenico (Marsiglia, 1747); Schinchino Giacomo (Marsiglia, 1713-1718, 1726, 1728, 1733); Schinchino e Alizeri, Domenico e Domenico (Marsiglia, 1714); Schira Pietro Antonio (Milano, 1785-1786); Scoffero Giovanni Antonio (Alassio, 1738); Scoffone Giuseppe Antonio (Bruno, 1790-1792); Scotto Antonio (Pozzuolo Formigaro, 1708); Scot- 396 Indice dei corrispondenti to Giovanna (Levanto, 1728); Scotto Sebastiano (Bettole, 1710); Segalla Giusepe Antonio (Vienna, 1775-1776); Seghini Carlo Antonio (Acqui, 1729); Seghini Gerolamo (Acqui, 1706-1708, 1710); Segni Andrea (Sassello, 1725); Segni Giuseppe (Pietra, 1719); Segni Niccolò (Voltri, 1719); Seignoret, Couvreur, Santini (Londra, 1706-1709, 1714); Sellon, Aubert, Boissier (Londra, 1730-1735); Semeria Giovanni (Novi, 1713-1714); Sere (del) Domenico (Livorno, 1707); Serra Giuseppe (Napoli, 1740); Sertorio Giovanni Maria (Rapallo, 1713, 1717- 1730); Sguanci Bernardo (Bologna, 1797); Shutz (Londra, 1704); Sicardo Antonio Maria (Novi, 1730); Sicardo (di) (Torino, 1715); Sicco Ferdinando Maria (Acqui, 1710-1712, 1717); Siebaldi Paolo Giovanni (Tortona, 1708); Silva (della) Paolo (Milano, Pavia, 1723-1724); Silvestri Ascanio, vescovo (Cingoli, Massa, Osimo, Roma, Siena, 1699-1708, 1713- 1714); Simonetti Cesare (Viareggio, 1717-1719); Simonetti Federico (Osimo, 1712); Simonetti Ranieri (Parigi, 1704); Simoni (de) Antonio (Finale, 1720); Si-monini e Partiti (Viareggio, 1785); Sini-baldi Paolo Gerolamo (Villalvernia, 1717); Siniscalco Bernardo (Napoli, 1707); Siri Giuseppe (Savona, 1740); Siri Giustina (Savona, 1733); Smeriglio Vincenzo, Antonio, Niccolò (Messina, 1712-1720, 1732); Smith e Atkinson (Londra, 1792); Smitner fratelli (Vienna, 1756-1766, 1793-1799); Soave Giovanni Battista (Castelnuovo Belbo, Mombaruzzo, 1726, 1729, 1731, 1734-1735); Soffia Carlo (Pieve, 1711); Soffia Giacomo (Pieve, 1712); Sola Maurizio (Parma, 1729); Sola e Francalanza (Lisbona, 1733); Solari Carlo Maria (Laigueglia, 1725); Solari Giovanni Antonio (Savona, 1736); Solari Niccolò Maria (Caperana, 1744); Sole (del) Giuseppe (Bologna, 1707, 1717- 1718); Solignac (de) Giuseppe Luigi (Vienna, 1786-1787, 1799); Solimano Giacomo Antonio (Savona, 1699, 1710); Sorba Eufrasio (Torino, 1724-1725); Sorba Giovanni Battista (Parigi, 1704- 1705, 1718, 1725); Sorba Paolo Luigi (Siena, 1731); Spandonaro Annibaie (1723)); Spelta Valdoni, Ilario e Giovanni Battista (Albenga, 1725-1727); Speroni Giovanni Niccolò (Portomaurizio, 1727); Spinelli Giacomo Maria (Bettole, Novi, 1708-1721, 1734-1735); Spingardi Giacinto (Bistagno, 1707); Spinola Agostino (Savona, 1726, 1738); Spinola Bat-tina (Genova, Novi, 1718, 1726, 1730, 1734-1735); Spinola Battista (Novi, Savona, 1710, 1719); Spinola Carlo (Busal-la, Ronco, Sestri L., Venezia, 1715-1721); Spinola Eliano (Savona, 1713); Spinola Felice (Rivarolo, 1727); Spinola Filippo (Ferrara, Genova, Ovada, Savona, S. Remo, Venezia, 1703-1728, 1732-1736); Spinola Francesco Maria (Calvi, Levanto, Rapallo, Sanremo, Venezia, 1699, 1705- 1706, 1710, 1718, 1732); Spinola Gherardo (Arquata, 1709, 1715); Spinola Giacomo Maria (Novi, 1711); Spinola Giorgio, vescovo (Roma, 1706, 1711, 1731); Spinola Giovanni Battista, cardinale (Malta, Roma, 1701-1708, 1715, 1732-1736); Spinola Giovanni Francesco (Novi, Trisobio, 1726-1729); Spinola Giovanni Luca (Gavi, 1727); Spinola Giovanni Stefano (Torino, 1757); Spinola Giuliano (Sarzana, Torrespinola, 1717- 1718, 1722); Spinola Niccolò, cardinale (Novi, Roma, 1731-1732); Spinola Sigismondo (Cassano, 1718-1719); Spinola Stefano (Voltri, 1712); Spinola Fieschi, contessa (Milano, 1733); Spinola Pallavicini Felice (Cabella, Casale, Genova, Torino, 1709-1713, 1723); Spinola Pallavicini Maria Aurelia (Arquata, Genova, Novi, Savona, 1699, 1703, 1710-1716, 1725, 1731); Spinotto Clemente (Palermo, 1772); Spinotto Giovanni Maria (Palermo, 1717); Spinotto Paolo Francesco (Palermo, 1726, 1756, 1763); Spontone Giuseppe (Lione, 1724, 1734-1735, 1745); Spontone e Busoni (Parigi, 1775-1790); Spora (della) Gerolamo (Barcellona, Marsiglia, Napoli, Palermo, 1718, 1724-1725, 1737); Squarciafico Salvatore (Chiavari, 1717-1718); Stacchini Lazzaro (Roma, 1713-1720); Staffhorst (de) (Stoccarda, 1704-1705); Staglieno Carlo Fabrizio (Moneglia, Vernazza, 1711, Ramo cadetto, Archivio generale 397 1726); Stasi Giuseppe (Napoli, 1733-1736, 1739); Stazzeno Carlo Fabrizio (Moneglia, 1710); Stefanone Giacomo (Tortona, 1768); Stocken (van) (Aia, 1703); Stoppani Cristoforo (Milano, 1735); Storace Bartolomeo (Parma, 1720-1735); Strafforello e Bensa (Por-tomaurizio, 1717); Strafforello e C. (Por-tomaurizio, 1784); Succi Pompeo (Nizza Monferrato, 1793); Susa, marchese di (Torino, 1726). Taccone Usodimare Giuseppe (Genova, 1705); Talice Ferdinando (Acqui, Mombaruzzo, 1705-1716, 1719); Talleoni Antonio Gerolamo (Osimo, 1716-1717); Talleoni Giovanni Battista (1700); Tamburini Carlo (Parma, 1723, 1725); Tanari Franciotto (Bologna, 1731); Tanzi Antonio (Ferrara, 1779-1785); Tassorelli Carlo (Sassello, 1716); Tayni Germano (Casale, 1707); Teissier e Loubier (Londra, 1721-1733); Terragno Marcantonio (Casale, Mombaruzzo, Rivalta, 1705-1707); Terragno Ottavio (Mombaruzzo, 1708); Tessera Cario (Milano, 1797); Tessier Antonio Ludovico (Casale, Silvano Adorno, 1710); Tessitore Mauro (Frignano, 1703); Testori Giovanni Pietro (Venezia, 1790, 1793, 1796); Testori Ignazio (Venezia, 1778-1789); Thea Antonio (Castelletto Molina Monferrato, 1734); Thea Guido (Castelletto, 1796); Thea Ottavio (Acqui, 1706-1707); Tibol-di Giovanni Paolo (Novi, 1738, 1740, 1745); Tiboldi Paolo (Novi, 1715-1736); Tiscornia Giovanni (Milano, 1784); Tis-sone Giovanni Marcellino (Lione, 1704- 1705, 1708); Toffetti Giuseppe (Venezia, 1699, 1704, 1709); Toldo (del) Bartolomeo (Siena, 1745); Tonella Corti Caterina (Tortona, 1722); Torracchia Agostino (Livorno, 1713, 1725); Torrassa Giovanni Battista (Sanremo, 1719); Torre (della) Agostino (Cervara, 1783); Torre (della) Pier Luigi (Roma, 1744-1748); Tor-rello Francesco (Sassello, 1715, 1729); Torretti Luca (Spezia, 1727); Torri Giuseppe (Mantova, 1706); Torriglia Paolo Gerolamo (Chiavari, 1721); Tortona, Osedale maggiore (Tortona, 1732); Toso Orazio (Novi, 1740-1748); Tosto Antonio Maria (S. Florent, Tunisi, 1718- 1719); Trabucco Agostino (Genova, 1735); Trevisani Nadal (Venezia, 1785, 1787); Trifogli Domenico (Roma, 1717); Trionfi Francesco (Ancona, 1758-1761); Triponetty, vedova (Bruxelles, 1782- 1787); Troilo Giorgio (Ancona, 1699); Truncè Domenico Vitaliano (Napoli, 1772, 1778-1783); Turchino Filippo (Stella, 1726); Turconi Francesco (Siena, 1728, 1731). Usodimare Trabucco Maria Caterina (Genova, 1717). Vaccaro Niccolò Maria (Madrid, 1716); Vacchiero Bartolomeo (Tortona, 1722); Vacchiero Francesco Massimiliano (Tortona, 1708-1709, 1718, 1720); Vacchiero Giovanni Andrea (Tortona, 1730); Valerio Bartolomeo (Bettole, 1719); Valerio Lorenzo Pietro (Adella, Tortona, Villalvernia, 1705-1732, 1737); Valéry e Cipriani (Nizza, 1710-1714, 1728); Valle (della) (Asti, 1714); Valle e Borghini (Livorno, 1788); Valtellina Giovanni (Tortona, 1722); Valzania (Torino, 1707); Vamberti Alessandro Ottavio (Livorno, 1716); Vamberti e Gandolfo (Livorno, 1716); Van der Noot Barbe (Bruxelles 1786-1787); Vanni Niccolò Domenico (Lucca, Norcia, 1721, 1725, 1730); Vanni Santi (Roma, 1718); Vare-na Giuseppe (Roma, 1700); Vassallo Eugenio (Diano, 1718); Vassallo Maria Violante (Novi, 1718-1719); Vatesino Biasio (Palermo, 1723); Vecchione Sebastiano (Frignano, 1703); Venanzi Giovanni Andrea (Ancona, 1722); Venanzi Valerio (Roma, 1738, 1740); Ventura Giovanni Vincenzo (Novi, 1714); Ventura Giuseppe (Novi, 1699); Verdura Bartolomeo (Finale, 1725); Vernasse Francesco (Napoli, 1711); Verzura Franco Ottavio (Genova, 1715); Verzura Giovanni Lorenzo (Parigi, 1703-1706, 1710- 1715); Verzura Marcantonio (Parigi, 1715-1717, 1719); Verzura Niccolò Maria (Parigi, 1730-1737, 1742-1774); Vezzi Francesco (Venezia, 1718); Viale Ago- 398 Indice dei corrispondenti stino (1726); Viale Giovanni Battista (Novi, 1713); Viale Giuseppe (Genova, 1735); Viano Giorgio Maria (Spezia, 1729-1730); Viano Pietro (Spezia, 1702); Viazzi Paolo Benedetto (Mombaruzzo, 1706); Viceti Domenico Maria (Londra, 1703-1726); Vidua Gerolamo (Casale, 1726); Viganego Giovanni Bartolomeo (Madrid, 1705); Viganego Pietro Francesco (Lisbona, 1703-1704, 1706); Vignale Giuseppe (Ferrara, 1730-1731); Vignolo Gerolamo (Rossiglione, 1712); Villanuova Francesco Maria (Sassello, 1726- 1727); Vincenzi Antonio (Ancona, 1727- 1732); Vincioli Giacinto (Lucca, 1724); Visconti, abate (Roma, 1785); Vitali e Giavarini (Livorno, 1707, 1713-1726); Vitolo Niccolò Maria (Napoli, 1735- 1736). Weber Giovanni Francesco (Londra, 1739-1740); Wenzell e C. (Vienna, 1728- 1736); Wilsek, conte (Milano, 1785); Wollaston, Dusseigneur e C. (Genova, 1799); Woller Ignazio (Vienna, 1776- 1777). Zagatti Paolo (Ferrara, 1722); Zam-belli Giorgio (Siena, 1736-1737); Zanichelli Giacomo (Ancona, 1727); Zanotti Vincenzo (Casale, 1720); Zenone Antonio, (Tortona, 1719); Zerbino Giovanni Battista (Savona, 1714-1716); Zerbino Giuseppe (Ancona, 1722); Zunino Pietro (Sassello, 1704-1707, 1710, 1714). Mombaruzzo e Imperiale Lercari Adorno Alessandro (Pavia, 1760- 1761); Airolo, vescovo (1666); Aldrino Innocenzo (1643); Alvarez Giovanni (Anversa, 1656); Arigoni e Michelini, Giovanni e Stefano (Roma, 1656); Ar-mani Giuseppe (Livorno, 1658-1659); Aste (d') Filippo (Roma, 1651, 1667); Astolfini e Trivellini, Giovanni Paolo e Giovanni Battista (Venezia, 1632-1634). Baccalari Guido (Acqui, 1812); Balbi Genesio (Venezia, 1630); Balbi Stefano (1634, 1641); Basile Ferdinando (Mombaruzzo, 1795-1796); Battiloro Giuseppe (Napoli, 1631-1632); Berlingeri Niccolò (Genova, 1630-1631); Bianchi Giovanni Battista (Acqui, 1810-1812); Biascia Giuliano (Palermo, 1658-1659); Bielato (Cadice, 1670-1673); Biffi Giovanni Battista (Firenze, 1658-1660); Bistolfi (Torino, 1790); Boccaccio Alessandro (Maranzana, Mombaruzzo, 1757-1758, 1780-1781, 1796); Borgata Antonio (Mombaruzzo, 1821); Bosco Alessandro (Madrid, 1653-1654); Bosio Antonio (Acqui, Mombaruzzo, 1760-1761, 1779); Bosio Carlo (Mombaruzzo, 1795-1796); Bosio Marco (Mombaruzzo, 1795-1796); Bosio Ottavio (Mombaruzzo, 1819); Bottaro Claudio (Francavilla, 1628); Bottaro Marcantonio (Francavilla, 1626-1628); Bottino Giorgio (Acqui, Mombaruzzo, Novi, 1757-1764, 1777-1778); Bottino Luigi (Mombaruzzo, 1829); Boviglione Domenico (Torino, 1780); Bozomo Paolo Vincenzo (Cadice, 1650); Bracelli Giovanni Gerolamo (Livorno, 1630); Brancaccio Rinaldo (1626); Brandi (Livorno, 1672-1673); Branengo Stefano (Cagliari, 1659); Bruni Antonio (Roma, 1632); Bruni Giovanni Battista (Acqui, 1806); Bussi Carlo (Torino, 1780, 1783); Bu-stanzo Giovanni Vincenzo (Cadice, 1660); Bustanzo Giuseppe (Cadice, 1660); Busti Giulio Cesare (Milano, 1789). Ramo cadetto, Mombaruzzo e Imperiale Lercari 399 Caetani Luigi, cardinale (1626); Cai-rasco Giovanni (Taggia, 1685); Calzia Marcantonio (Madrid, 1685-1688); Cambi e Venzoni, Lorenzo e Simone (Napoli, 1630); Canale Giovanni (Madrid, 1653); Caniglia Leonardo (Napoli, 1630, 1632); Capobianco, vescovo di Siracusa (Roma, 1665); Capponi Bernardino (Firenze, Piacenza, Venezia, 1630-1631); Capra Giuseppe (Acqui, 1756, 1764); Carlo Emanuele IV, re di Sardegna (Torino, 1796); Carroggio Lorenzo (Torino, 1780, 1783); Cassara Giovanni Battista (Madrid, 1669-1670); Cassione e Tagliacarne, Giovanni Francesco e Francesco (Venezia, 1651-1658); Castelli (Venezia, 1672-1673); Castelli Niccolò (Venezia, 1643); Castelli Raffaele (Venezia, 1643); Catalani Carlo (Bologna, 1657, 1659); Cattaneo Giovanni Battista (Anversa, 1654); Cavalieri Lorenzo (Quaranta, 1784- 1785); Caviglia Domenico (Mombaruzzo, 1789, 1812); Centurione Cristoforo (Madrid, 1670, 1676); Centurione Domenico (Madrid, 1650, 1653-1655, 1658); Centurione Francesco (Roma, 1626); Centurione Francesco Maria (Sanremo, 1681); Centurione Ottavio (Madrid, 1645); Ceretti Giuseppe (Mombaruzzo, Novi, 1805-1813, 1821-1822, 1832); Cernezzi e Odescalchi, Francesco e Carlo (Venezia, 1629-1630); Cernezzi e Rezzonico, Pietro e Aurelio (Venezia, 1656-1659, 1664-1667); Cherillo Andrea (Genova, 1666); Confredi Cesare (Novi, Sestri Levante, 1650, 1653-1660); Conti Angelo Francesco (Torino, 1764); Corradi Giovanni Francesco (Milano, Piacenza, 1650,1660, 1665-1667); Correggio Giovanni Maria (Venezia, 1651); Correggio Orazio (Venezia, 1653-1656); Correggio e Recani, Giovanni M. e Michele (Venezia, 1657-1658); Costa Gioacchino (Rapallo, 1631-1632); Cristiani, intendente (Acqui, 1780); Crosa Angelo (Torino, 1797- 1799); Crosa Carlo (Torino, 1789-1796); Crosa di Vaglio (Nizza Monferrato, 1757, 1762-1763). Dacia Giovanni Battista (Mombaruzzo, 1811-1812); Dacia Lorenzo (Momba- ruzzo, 1722, 1758); Dacia Tomaso (Mombaruzzo, 1783); Dacia Vincenzo (Mombaruzzo, 1794); Davia Pietro Antonio (Bologna, 1656); Davia e Marchesini, Giovanni e Giacomo M. (Bologna, 1657); Doria Carlo (Sanremo, 1679); Doria Niccolò (Sanremo, 1687); Dotto e Van Barle (Venezia, 1651, 1653-1658); Durazzo Gerolamo (Mombaruzzo, 1794). Escuela Andrea (Madrid, Siviglia, Valencia, 1664-1665). Federici Giovanni Battista (Palermo, 1667); Fernandez Maria (Madrid, Siviglia, 1671, 1676-1687); Ferrari (de) Pietro Francesco (Milano, 1633); Ferroni Francesco (Amsterdam, 1664-1666); Fieschi Agostino (Milano, 1634); Fieschi Giovanni Battista (Milano, 1654); Fieschi Giovanni Francesco (Milano, 1654); Fiol Menor Miguel (Maiorca, 1658-1659); Fiorini Eligio (Quaranta, 1789); Fiorini Guido (Quaranta, 1793-1796); Fiorini Iginio (Quaranta, 1789); Flangini Antonio (1646); Flangini e Oste (dell’), Gerolamo e Cosimo (1630-1634); Fontana Ottavio (Mombaruzzo, 1789, 1794-1796); Foresio Giovannettino (Francavilla, 1632-1634, 1641); Forner Giacinto (Alicante, 1653-1657, 1660); Francavilla, principe di (Genova, 1641); Franchi (de) Marco (1646); Francioni Matteo (1625-1626); Francisco Manuel (Madrid, 1678). Gambart Michele (Cadice, 1665); Gastaldi (Torino, 1758-1759); Gastaldo Benedetto (Roma, 1656-1657, 1660); Gavi Giovanni Domenico (Livorno, 1657); Gentile Giacomo (Torino, 1774-1780); Gentile Giovanni Battista (Lecce, 1630); Gerace, principe di (1625-1626); Ghilini, marchese (Alessandria, 1764); Ghirardi Giovanni Francesco (Roma, 1651); Ghir-landini e Vivaldi, Carlo e Marco (Roma, 1658-1660); Giamcardo Agostino (Cagliari, 1660); Giamcardo Giovanni (Savona, 1665); Giannuzzo Carlo (Napoli, 1666); Gionferri Michele (Acqui, 1812); Giorgis (de) Giovanni (Castelnuovo Bel-bo, 1791-1792, 1796); Giovi Giovanni 400 Indice dei corrispondenti Luigi (Lione, 1655); Giovi Giovanni Tomaso (Lione, 1655); Giustiniani Giovanni Battista (Malaga, 1657); Giustiniani Vincenzo (1633); Gonzaga Vincenzo (Madrid, 1666); Granara Francesco (Valencia, 1653); Grassi Giovanni Battista (Torino, 1758); Greppi Luigi (Roma, 1658); Grillo Domenico (Madrid, 1649-1660, 1665-1667); Grillo Marcantonio (Genova, 1666); Grimaldi (Torino, 1759); Grimaldi Gerolamo (1646); Grimaldi Giovanni Battista (Melfi, 1642); Grimaldi Giuseppe (Napoli, 1660, 1665-1666); Guardian Feliciano (Madrid, 1670). Iacopi Alessandro (Firenze, Venezia, 1630); Iacopi Iacopo (Firenze, Venezia, 1630); Imperiale Andrea (1625); Imperiale Carlo (Firenze, Livorno, 1659); Imperiale Davide (Venezia, 1626); Imperiale Federico (Savona, 1665); Imperiale Filippo (Francavilla, Napoli, Roma, 1625, 1631-1633, 1656, 1660); Imperiale Giovanni Battista (Francavilla, 1624, 1643, 1655-1656, 1665); Imperiale Lorenzo, cardinale (Roma, 1642, 1656, 1665- 1666); Imperiale Marcantonio (Francavilla, 1627-1628); Imperiale Maria Giacinta (1625); Imperiale Lercari Francesco (Genova, 1657-1660); Incisa (d’) Michele (Mombaruzzo, 1793-1794). Lecce (di) Lorenzo (Roma, 1660, 1665); Lercari Ansaldo (Anversa, 1629-1632); Lercari Francesco (1625); Lerici Giacomo (Ferrara, Venezia, 1627-1628); Lomellini Ambrogio (Madrid, 1655-1660, 1665-1666); Lomellini Giovanni Battista (Granada, Madrid, 1682, 1690-1691); Lopez Franco Francesco (Anversa, 1655-1656); Lovizolo Domenico (Fontanile, 1791-1792); Lumaga Marcantonio (Parigi, 1631); Lumaga e Massaranico (Lione, 1629-1630). Magistris (de) Ludovico (Bologna, 1632); Magnasi Gerolamo (1626); Mandrilli Giacomo (Incisa, 1789); Maraldi Giacomo (Castelnuovo Belbo, 1757); Marchesini e Davia, Giacomo M. e Gio- vanni (Bologna, 1657); Mari (de) Benedetto (1643, 1647, 1649); Mari (de) Carlo (Napoli, 1665); Mari (de) Giovanni Battista (Napoli, 1624-1630); Mari (de) Stefano (Lecce, 1624-1626); Marini Francesco (Marsiglia, 1660); Marucelli Orazio (Firenze, 1656); Massa Cristoforo (Napoli, 1632-1634); Massa Giovanni Battista (Napoli, 1641-1649, 1653, 1658); Massa Orazio (Napoli, 1626); Massaranico e Lumaga (Lione, 1629-1630); Melazzo, marchese (Acqui, Ricaldone, 1762-1764); Mera (de) Andrea (Madrid, 1673-1682); Merello Bartolomeo (1643); Messia Francesco (1626); Michelini e Arigoni, Stefano e Giacomo (Roma, 1656); Mantoya de Cardena Francesco (1626). Negro (di) Ambrogio (Marano, Napoli, 1646, 1656); Negro (di) Giannetti-no (Anversa, 1629-1632); Nerli Pietro (Roma, 1651); Noceto Giovanni (Anversa, 1654); Nomis (Torino, 1758); Novara Dionisio (Sanremo, 1684). Occimano (d') Giuseppe (Alessandria, 1759); Odescalchi e Cernezzi, Carlo e Francesco (Venezia, 1629-1630); Onesto Francesco (Matera, 1659); Oneto Giovanni Stefano (Palermo, 1658); Orlandini Fabio (Livorno, 1631-1633); Oste (dell’) e Flangini, Cosimo e Gerolamo (1630-1634); Oyra (d'), marchese (Palermo, 1641, 1653). Pagano Eustacchio (1655); Pallavicini Domenico (Genova, Mombaruzzo, 1751, 1781, 1785); Pallavicini Galeotto (Sanremo, 1682); Pallavicini Giovanni Francesco II (Palermo, 1658); Pallavicini Giovanni Luca (Madrid, 1651); Pallavicini Paolo Gerolamo IV (Mombaruzzo, 1816); Pasqualino Giovanni Francesco (Napoli, 1665-1666); Pavesi Fulgenzio (Cadice, 1665-1666); Pavesi Giovanni Andrea (Cadice, 1665-1666); Peirano Lorenzo (Sanremo, 1680); Pennazza Stefano (Maranzana, 1811); Perrone Giovanni (Acqui, 1780-1782); Pesce Giovanni Battista (Mombaruzzo, 1762-1763); Peter- Ramo cadetto, Mombaruzzo e Imperiale Lercari 401 nant Giorgio, eredi (Madrid, 1652); Piaggio e Rombotti, Camillo e Bernardo (Livorno, 1658-1660); Pino Giovanni (Mombaruzzo, 1722); Piuma (Acqui, 1776-1778); Pocobelli (Venezia, 1672-1673); Pradesca Pietro (Napoli, 1649); Prasca Michele (Torino, 1776); Prato Niccolò (Siviglia, 1657); Priaroggia (Cadice, 1670-1673); Primicerio Claudio (Roma, 1625, 1641); Primicerio Costantino (Francavilla, 1641-1643). Racle Gaspare (Bruno, 1793); Raggio Giacomo (Cagliari, 1659-1660); Ratti Giovanni (Palermo, 1666); Recani e Correggio, Michele e Giovanni M. (Venezia, 1657-1658); Reggio Giuseppe (Quaranta, 1784-1785, 1789, 1796); Ressi (de) Camillo (Sarzana, 1657); Rezzonico e Cernezzi, Aurelio e Pietro (Venezia, 1656-1659, 1664-1667); Riario Giovanni Battista (Napoli, 1641-1642); Rieci (Napoli, 1625); Rivarola Domenico, cardinale (1625); Rivera Bernardo (Mombaruzzo, 1758-1761); Rivera Giovanni Battista (Mombaruzzo, 1794-1796); Rognoni Giovanni (Nizza Monferrato, 1778); Romano Carlo (Mombaruzzo, 1793); Romano Giovanni (Mombaruzzo, 1779- 1803); Rombotti e Piaggio, Bernardo e Camillo (Livorno, 1658-1660); Romolo (de) Giovanni (Cadice, 1672-1673); Rosa Giuseppe (Napoli, 1643, 1656-1657); Roveglia Agostino (Mombaruzzo, 1795); Roveglia Domenico (Mombaruzzo, 1794-1796); Roveglia Pietro (Mombaruzzo, 1796); Rovere (della) Francesco (Alicante, 1672-1673); Rovero Giovanni Battista, cardinale (Torino, 1758). Saminiatelli (Livorno, 1672-1673); Saminiati Ambrogio (1655); Sanfelice (1625); Sanguineti Giovanni Giorgio (1624); Sanguineti Giulio (Milano, 1629); Santini Paolo (Livorno, 1658); Santini e Van den Straten, Giovanni e Pietro (Livorno, 1657-1660); Sasso Carlo (Taggia, 1683); Satragno Francesco (Milano, 1759); Satragno Lorenzo (Mombaruzzo, 1722); Satragno Rocco (Casale, Mombaruzzo, 1759-1761); Scarampi Giovanni (Mombaruzzo, 1781); Scati Marengo (Acqui, 1756); Scoffone Giovanni (Torino, 1776); Scoffone Giuseppe (Bruno, Mombaruzzo, 1778-1782); Scoffone Paolo (Acqui, Mombaruzzo, 1779, 1796); Scribani Giacinto (Milano, 1665); Scribanis Davide (Napoli, 1665-1666); Semino Giovanni Agostino (Anversa, 1655-1657); Semino Giovanni Battista (Madrid, 1681); Sepozzi Giovanni Pietro (Vienna, 1633); Sepozzi Giovanni Stefano (Vienna, 1633); Sera (del) e C. Paolo (Venezia, 1665-1666); Spada Bernardino, cardinale (1626); Spinola Ambrogio (Madrid, 1680); Spinola Carlo (Genova, Novi, Tassarolo, 1677-1687); Spinola Cornelio (1630-1632); Spinola Filippo (1624, 1626); Spinola Filippo (Genova, Novi, Tassarolo, 1677-1687); Spinola Francesco (Venezia, 1627-1628); Spinola Gerolamo (Napoli, 1653-1655); Spinola Giovanni Ambrogio (Napoli, 1642-1646); Spinola Giovanni Domenico (1626); Spinola Giovanni Gerolamo (Melfi, 1632-1633); Spinola Giovanni Maria (1633); Spinola Giovanni Stefano (Anversa, 1654); Spinola, marchese (1625-1626); Spinola Mario (1658); Spinola Massimiliano (Genova, Novi, Tassarolo, 1677-1687); Spinola Paolo Vincenzo (Madrid, 1653-1654); Spinola Polissena (Madrid, 1625-1626); Strata Carlo (Madrid, 1624). Taggia, comunità di (Taggia, 1686); Tagliacarne e Cassione, Francesco e Giovanni Francesco (Venezia, 1651-1658); Thea Guido (Castelletto Molina, 1796); Trivellini e Astolfini, Giovanni Battista e Giovanni Paolo (Venezia, 1632-1634). Udes Pietro (Madrid, 1678-1680); Urri Francesco (Genova, 1666); Ursino (Venezia, 1629-1630); Uzardi Giovanni Battista (Madrid, 1688-1691). Vacca Giulio (Ferrara, 1653-1655); Vaglies Marco (Livorno, 1659); Valdet-taro Gerolamo (Napoli, 1658-1660); Van Barle e Dotto (Venezia, 1651-1658); Van den Straten e Santini, Pietro e Giovanni 402 Indice dei corrispondenti (Livorno, 1657-1660); Vanelli Lorenzo (Parigi, 1629-1631); Varzi Angelo (Genova, 1791-1792); Venzoni e Cambi, Si-mone e Lorenzo (Napoli, 1630); Viale Giovanni Simone (Anversa, 1656-1657); Virgiliis (de) Domenico (1643); Vita (di) Giuseppe (Ferrara, 1658); Vivaldi Gero- lamo (Roma, 1630-1631, 1641, 1646); Vivaldi Pietro (Roma, 1630-1631); Vivaldi e Ghirlandini, Marco e Carlo (Roma, 1658-1660). Zacchia Lodisio, cardinale (1626); Zanotti Giacomo (Quaranta, 1783, 1811). Altri rami - discendenti di Giovanni Battista q. Damiano Ageno Ignazio (Mahon, 1782); Agui-lar (de) Matteo (Cadice, 1786-1787); AI-covero Vincenzo (Milano, 1792); Allegretti Paolo Agostino (Vienna, 1787, 1790); Ambrogini Odoardo (Messina, 1784); Ambrosiis (de) Giuseppe (Novi, 1793-1796); Arbore e Prasca (Cadice, 1777-1779, 1788-1792); Aubernon (d') Filippo (Antibes, 1781-1791); Aubert Alessandro (Londra, 1782, 1784); Aubert Antonio (Londra, 1782, 1784); Aubert e Mello (Londra, 1783); Avanzino Filippo (Madrid, 1790). Badano Giuseppe (Madrid, 1789- 1791); Bardi e Pagni, Giuseppe e Niccolò (Firenze, 1793); Birague (Cairo, 1782); Boccardo Bartolomeo (Parigi, 1794- 1796); Boccardo Francesco (Varignano, 1783-1784); Bologna Carcheri Gaetano (Cervo, Diano, 1787); Bonafous e Bourg (Lione, 1783); Busoni e C. (Parigi, 1792- 1796); Busti Giulio Cesare (Milano, 1782-1796); Busti Giuseppe (Milano, 1784, 1787-1788). Caleagnini Ercole (Ferrara, 1792, 1795-1796); Calderaio Giovanni Battista (Novi, 1783-1784, 1788-1795); Cambiaso Giovanni (Livorno, 1777-1778); Campi Giacomo (Parigi, 1782); Capurro Paga-nino (Novi, 1792); Carrega Felice (Bisa-gno, 1790); Cattaneo Pallavicini Placidia (Milano, 1783); Cavanna Giulio Antonio (Novi, 1791-1795); Celesia Pietro Paolo (Madrid, 1785-1791, 1794-1796); Cervel-lezza Matteo (Cadice, 1789); Cifuentes, conte di (Mahon, 1787); Confalonieri Strattman Vitaliano (Milano, 1787- 1789); Corte Giacomo (Novi, 1784, 1789-1796); Costra Francesco (Gibilterra, 1785-1786); Cozzani Luigi (Spezia, 1785); Crosa e Tealdo (Lisbona, 1780- 1784). Dania e Merlo (Parigi, 1789); Doria Pamphili, principe (Roma, 1789-1790); Durante Ambrogio (Diano, 1787); Durazzo Gerolamo (Vienna, 1782-1783); Durini Giacomo (Milano, 1784-1790); Dutremont Santi (Livorno, 1785-1788). Ferrari (de) Carlo Francesco (Venezia, 1784-1792); Figari Serafino (Roma, 1789-1795); Foglia (Milano, 1782); Fo-schieri Antonio (Borgo, 1783). Galliano Giovanni Battista (Lisbona, 1781-1784); Gambardella Niccolò (Napoli, 1784-1786); Garibbo Gerolamo (Mahon, 1782); Gastaldi Giulio (Nizza, 1795); Gastaldi Pietro (Madrid, 1784- 1788); Gavazzi Giuseppe Maria (Livorno, Nizza, 1783-1784); Gavi Giovanni Antonio (Livorno, 1785); Gazzo Giovanni Battista (Tunisi, 1784); Gentile Giovanni (Milano, 1782); Giambone Ottavio (Parigi, 1781-1792); Giera Giovanni Carlo (Smirne, 1782-1785); Gismondi Giovanni (Sanremo, 1781-1783); Giulia-ni Luigi (Tolone, 1783-1785); Grasso Altri rami, Stefano II 403 Francesco (Mahon, 1783); Grossi (de) (Bastia, 1789); Guario Filippo (Parodi, 1790). Haro (de) Francesco (Madrid, 1784- 1788). Ive Alessandro (Marsiglia, 1789- 1791). Jackson Carlo (Londra, 1785); Juvet Alessandro (Marsiglia, 1786). Lavaggi Domenico (Roma, 1795- 1796); Lercari Luigi (Novi, 1796); Li-prandi Giovanni Battista, 1785); Loges (de) Francesco (Lisbona, 1786); Lorente Mariano (Ferrara, 1796). Maglione Giovanni Battista (Oneglia, 1793); Mangini Antonio (Londra, 1782- 1795); Marchelli Giovanni Bartolomeo (Portomaurizio, Voltri, 1785, 1789, 1794); Marinelli Giuseppe (Ancona, 1783-1791); Marsiche Luca (Cadice, 1785); Mello Francesco Gioacchino (Madrid, 1784); Mello e Aubert (Londra, 1783); Mendrice Antonio (Livorno, Tunisi, 1784-1785); Merigo e Parent (Parigi, 1792-1793); Merlo e Dania (Parigi, 1789); Millo Francesco Cioacchino (Ca-scais, Ceuta, 1784-1785); Mosti Antonio (Cadice, 1785); Motta Giuseppe (Cadice, Mahon, 1784-1787); Muraggia Tomaso (Livorno, 1791-1795); Muratori (Novi, 1789); Muzio Angelo (Londra, 1787). Nascio Giacomo (Livorno, 1785); Nazzaro (di) Giovanni (Livorno, 1791- 1793). Oderico Giovanni Battista (Torino, 1789); Oliver Nicolaus (Mahon, 1782, 1786). Pagano Niccolò (Marsiglia, 1782- 1794); Pagliano, vedova e figli (Marsiglia, 1781); Pagni e Bardi, Niccolò e Giuseppe (Firenze, 1793); Pallavicini Felice (Madrid, 1782-1783); Pallavicini Giuseppe V (Bologna, 1786-1788); Parent e Merigo (Parigi, 1792-1793); Patriarchi Andrea (Chiavari, 1782); Picardo Benedetto (Cadice, 1795-1796); Piccaluga Francesco Maria (Parigi, 1778-1796); Poerio Francesco Maria (Napoli, 1777); Ponte e Villavecchia (Barcellona, 1781- 1785, 1792); Porro Felice (Milano, 1782); Poulet e Sausset (Beaune, 1788- 1796); Prasca Carlo (Cadice, 1794-1796); Prasca e Arbore (Cadice, 1778-1779, 1788-1792). Quilty (Malaga, 1783-1787, 1795). Raggi Antonio Giulio (Genova, 1803); Ragnina Francesco, conte di (Ragusa, 1784-1787); Ratto Tassi Laura (Novi, 1789); Ravina Pietro Luigi (Bordeaux, 1784); Reure e Vermity (Mahon, 1788); Ribera Gerolamo (Mahon, 1782); Richini Giovanni Battista (Novi, 1789); Richini Santino (Novi, 1785, 1794); Ril-liehy Luigi (Livorno, Parigi, 1785-1789); Rivara Giovanni Battista (Struppa, 1782, 1788-1789); Rivet (Cadice, 1786); Rossetti Giuseppe (Trieste, 1793); Rossi (Genova, 1783); Rossi Angelo (Lisbona, 1777-1781); Rossi Francesco Maria (Lisbona, 1777-1781); Rossi Giovanni Battista (Lisbona, Madrid, 1777-1784). Salice Giuseppe (Madrid, 1791); Saiucci Antonio Francesco (Livorno, 1785); Salze e C. (Marsiglia, 1790); Samengo Paolo (Barcellona, 1784); Sangiuliano (Tolone, 1783); Santacroce (Palermo, 1788-1789); Sapio Ottavio (Mahon, 1790); Sausset e Poulet (Beaune, 1788- 1796); Serra Cassano Ignazio (Napoli, 1790); Sorettier Vincenzo (Palermo, 1795); Spandonari Lorenzo (Roma, 1789); Spinola Cristoforo (Parigi, 1783-1784); Spinola Domenico (Milano, 1788); Spinola Cattaneo Angela (Milano, 1788); Spinotto Giovanna Maria (Palermo, 1784); Strafforello e C. (Portomaurizio, 1781-1796). Tamburini (Varese, 1790); Tassi Antonio (Novi, 1789); Tealdo e Crosa (Lisbona, 1780-1784); Testori Ignazio (Venezia, 1784); Teyler fratelli (Amsterdam, 1782-1784, 1787); Teyler e Vanhall (Amsterdam, 1784-1785); Trabucco Francesco (Palermo, 1789-1796); Trotti Bentivoglio Ludovico (Milano, 1783- 1784); Tuvo Giovanni (Levanto, 1789). Vanhall e Teyler (Amsterdam, 1784- 1785); Vassallo Forte Giovanni Battista (Milano, 1789); Venuti Carlo Vincenzo (Livorno, Milano, 1783-1786, 1790- 1793); Verdi Marianna (Antibes, 1786- 1789); Vermity e Reure (Mahon, 1788); Viale Carlo (Mahon, 1786-1790); Villavecchia e Ponte (Barcellona, 1781-1785, 1792). Zatta Antonio (Venezia, 1788-1790). 404 Indice dei corrispondenti Altri rami - discendenti di Tobia q.Francesco Abudarham Judach (Gibilterra, 1787, 1790, 1792); Abudarham Salomon (Livorno, 1797); Acquabona Giuseppe Maria, (Ancona, 1786); Acquaroni Ferdinando (Roma, 1791-1797); Agostini Domenico (Siena, 1795-1797, 1800-1806, 1825); Aguillon Giuseppe (Livorno, 1795); Alessandri (d’) Domenico (1770-1771); Aliberti Francesco (Savona, 1778, 1781); Almanastar (d’) Eufrasio (Roma, 1787); Ambrom Ezechiele (Livorno, 1796-1797, 1781-1782, 1786); Ambrom Leon (Roma, 1796); Ameglio Leonardo (Portomaurizio, 1795); Andersen Roberto (Zante, 1778); Andrò Pietro Maria (Livorno, 1796); Andreani Francesco (Novi, 1775); Anfosso e Gautier (Men-tone, 1775); Angelini (Venezia, 1767); Angeloni e Ghesco (Venezia, 1790); An-saldi Benedetto (Novi, 1803); Arabet e Gautier (Barcellona, 1784-1787, 1790, 1800-1801); Arbib Isacco (Livorno, 1800- 1802); Arbore e Prasca (Cadice, 1786); Archivolti e Uzielli (Livorno, 1786-1798, 1800-1803); Ardici Bernardo (Roma, 1793); Ardoino Domenico (Diano, 1787, 1796); Arieti Francesco Maria (Roma, 1767); Armengold e C. (Barcellona, 1789); Ascoli Raffaele (Massa, 1801, 1803); Astengo Cristoforo (Savona, 1789); Auber fratelli (Torino, 1801); Aubernon (Milano, 1797); Aubert Alessandro (Londra, 1781-1783, 1789-1792, 1795-1805); Aubert Antonio (Londra, 1783); Aubert e Mello (Londra, 1784- 1789); Auriol Davide (Lione, 1782); Avanzino Filippo (Madrid, 1792, 1796- 1798); Avanzino fratelli (Madrid, 1784); Avanzino Giacomo (Lugano, 1791); Avigdor (Nizza, 1797). Bacci Simone Antonio (Livorno, 1767); Bacher Francesco (Napoli, 1777, 1779); Baiano fratelli (Firenze, 1800); Baldaccioni Gaetano (Siena, 1825); Baldini Antonio (Firenze, 1788); Baldrich, Marti, Fuster, Prat (Barcellona, 1782- 1784); Ballabio Giovanni Antonio (Milano, 1778-1783, 1786-1789); Ballabio Giuseppe (Milano, 1767, 1770-1771, 1774-1778); Ballabio e Besana (Milano, 1789-1796); Ballabio e Marazzani (Milano, 1789-1795); Bandeira e C. (Lisbona, 1782-1784, 1787, 1789, 1791); Baque-nault e C. (Parigi, 1800); Barafael Ezechiele (Firenze, 1792, 1800); Barafael Iacob (Roma, 1779-1780); Barano e Ca-rignani (Torino, 1801); Barberis Maurizio (Torino, 1786-1788); Barborin Aime (Marsiglia, 1796); Barca Giacomo (Lugano, 1790); Bargigli Giuseppe (Firenze, 1767-1768); Baring Jean (Londra, 1796- 1797); Barione Lorenzo (Finale, 1767); Barlocci Francesco Antonio (Roma, 1789); Barlocci Tomaso (Roma, Torino, 1771, 1774-1783, 1788-1789); Barozzi Giovanni (Alessandria, 1798); Barra Augusto (Milano, 1802); Barrera Francesco (Rocchetta Belbo, 1771); Barthelemy Luigi (Marsiglia, Tolone, 1791, 1804); Bartoletti Giovanni Battista (Madrid, 1787); Bartram Robert (Civitavecchia, 1793); Basire Domenico (Napoli, 1777); Bassano Iacob (Livorno, 1767-1804); Battaggio Giovanni (Livorno, 1795); Battaglia Giuseppe, eredi (Milano, 1805); Battier e C. (Londra, 1789-1792); Bauer Francesco (Napoli, 1777); Baux Giuseppe (Marsiglia, 1801); Belgrano Raimondo (Cagliari, 1776); Belli e Fabre (Torino, 1793-1798); Belloni Gerolamo (Ro- Altri rami, Niccolò Ignazio 405 ma, 1767-1783, 1786-1792); Bensa Giovanni Battista (Portomaurizio, 1774, 1778, 1803-1804); Benvenuto Antonio Maria (Cadice, 1772-1775, 1781-1782); Berardi Dionisio Ambrogio (Oneglia, Portomaurizio, 1790, 1800); Berardi Giuliano (Oneglia, 1779, 1790-1793); Berau-do Giovanni Battista (Novi, 1777-1780, 1795); Beria Giovanni (Marsiglia 1803); Berio Francesco Maria (Napoli, 1779-1783, 1788, 1793, 1797); Bernardi (de) Agostino (Torino, 1767-1768); Berta Domenico (Milano, 1804); Bertè Francesco (Livorno, 1767-1768, 1791, 1800- 1801); Bertè Onorato (Livorno, 1767); Bertoletti Giovanni Battista (Madrid, 1787); Bertolini Lauro (Venezia, 1767); Bertolli Giovanni Niccolò (Livorno, 1791); Besana Ignazio (Milano, 1789); Besana e Ballabio (Milano, 1789-1796); Beschi Paolo (Castiglione, 1771); Besta-lazone Giovanni Battista (Torino, 1795); Bette Sebastiano (Ancona, 1795); Bevilacqua Camillo (Ferrara, 1794-1795); Bianchini Giuseppe (Venezia, 1781- 1782); Bianchini Pellegrino (Ferrara, 1795); Bignami e Vassalli (Milano, 1788- 1789); Bini Andrea (Siviglia, 1772); Biondi Francesco (Roma, 1791-1801); Biria Simone, (Sanremo, 1791); Biscardi Bartolomeo (Napoli, 1788-1789); Biumi Carlo Maria (Milano, 1767); Biumi Giovanni Antonio (Milano, 1779); Blan-chard Giuseppe (Firenze, 1797); Blan-chard Neveu (Marsiglia, 1775); Blomaert e Cavia (Parigi, 1792); Boccardo Antonio (Varignano, 1794, 1797, 1803); Boccardo Giuseppe (Varignano, 1768); Boch Maurizio (Torino, 1802); Boggiano Agostino, (Alassio, 1792); Boggiano Giuseppe (Alassio, 1794); Bois (du) Federico (Londra, 1791); Bois (du) Guglielmo (Londra, 1790-1791); Boisson (Parigi, 1795, 1798); Boisson Teresa (Verona, 1793-1797); Boitel (Napoli, 1777); Bolognesi Luigi (Venezia, 1806); Bolognini e Tolotta (Brescia, 1767); Bonafour (Lione, 1786); Bonfil Daniele (Venezia, 1774-1783, 1786-1796); Bonfil Saul (Livorno, 1782, 1788); Bonifacio Carlo (Marsiglia, 1802); Bonnet Stefano (Ginevra, 1795); Bonnevil (de) Isnard (Parigi, 1786); Bono Agostino Antonio (Pieve, 1790); Bono Bernardo (Piacenza, 1796); Bono Giovanni Antonio (Asti, 1778); Boren Giovanni Battista (Senigallia, 1799); Borgagni Luigi (Firenze, 1779); Borghesi Antonio (Parma, 1790); Bormin fratelli (Costantinopoli, 1795); Boscary e Chol (Parigi, 1788); Boschi e Zenobi (Firenze, 1798); Bottino Bernardo (Loano, 1776); Bouane (Cadice, 1795); Bourgaqui Luigi (Firenze, 1778); Branca Antonio Francesco (Livorno, 1767, 1789, 1794); Brentani Cimaroli (Vienna, 1790-1791); Brentano Giovanni (Amburgo, 1797); Bres-sanelli e Greppi (Amsterdam, 1767); Brignardello Giovanni Battista (Chiavari, 1797); Brignole Emanuele (Marsiglia, 1826); Bronzett Francesco (Torino, 1796); Bruno Giorgio e Balbino (Torino, 1771); Buisson (Pistoia, 1777); Buono Giulio (Napoli, 1792-1796); Buratti Antonio (Venezia, 1783, 1793-1796); Bur-lamacchi Carlo (Lucca, 1777); Busella Salvi Francesco (Novi, 1777); Busoni Giovanni (Parigi, 1820-1823); Busoni e C. (Parigi, 1786-1792, 1795-1797, 1802-1805); Busoni e Goupy (Parigi, 1797- 1802, 1805-1819); Busoni e Spontone (Parigi, 1775, 1781-1786); Bustelli Antonio Maria (Livorno, 1793-1795); Busti Giulio Cesare (Milano, 1777-1778); But-ler Agostino (Cadice, 1795-1798); Butti-rone Giovanni Battista (Milano, 1768); Buzzi e Mainoni (Milano, 1768); Buzzi e Volpi (Milano, 1776). Cadet Icaro (Marsiglia, 1792); Calamai Giovanni (Livorno, 1778); Calcagni e Greppi (Cadice, 1802-1804, 1806); Ca-lef Anseimo (Ancona, 1792); Caligoli e Ciotta (Livorno, 1786-1790); Calliat e Chirat (Lione, 1782); Calvet Francesco (Lisbona, 1783-1787); Calvet Ignazio (Lisbona, 1773); Calzamiglia (Portomaurizio, 1787); Camagni Antonio (Milano, 1768); Cambiaggi Giuseppe Maria (Novi, 1777); Cambiaso Giovanni (Livorno, 1768, 1777-1787, 1791-1798); Cambiaso Giuseppe Maria (Cadice, 1781); Camoci-no Paolo (Venezia, 1767-1771); Camosso 406 Indice dei corrispondenti Carlo Alberto (Torino, 1801); Campantico Giovanni Carlo (Novi, 1777-1780); Campou fratelli (Marsiglia, 1797-1799); Cannet Alessandro, vedova di (Amiens, 1785); Cantagalli Giovanni (Livorno, 1787); Capalti Gerolamo (Civitavecchia, 1783); Capitanachi Leonardo (Venezia, 1770); Cappello Antonio (Parigi, 1786); Carafa Luigi (Napoli, 1796-1797); Carbone (Novi, 1805); Carburi Giovanni Battista (Parigi, 1795); Careno Antonio (Livorno, 1794); Carignani e Barano (Torino, 1801); Carli Carlo Domenico (Marsiglia, 1786-1787); Carli Giovanni Battista (Amsterdam, 1768, 1771); Carli Tomaso (Milano, 1796-1798, 1801); Carli e C. (Augusta, 1767-1783, 1786-1806); Carmignani Sebastiano (Roma, 1803); Carpani Giacomo (Parma, 1774); Carsa-millia (Portomaurizio, 1793); Castelli Carlo (Milano, 1788); Castellini Baldassarre (Cartagena, 1787); Castillo e Priego (Bologna, 1789); Cattaneo Vincenzo (Savona, 1777); Cattin Jean (Parigi, 1785); Caubert (de) Bernardo (Parigi, 1792); Caudiere Esprit (Marsiglia, 1791-1793); Caudiere Luigi (Livorno, Marsiglia, 1795- 1800); Cavaleri Giuseppe Maria (Castelnuovo Bormida, 1770-1771); Cavanna Bartolomeo (Novi, 1775-1776); Cavanna Valerio (Trieste, 1791); Cavia (Parigi, 1798-1799); Cavia e Blomaert (Parigi, 1792); Cazalet (Londra, 1784); Cecchi Gaetano (Livorno, 1767-1768); Cecchi Giuseppe (Firenze, 1798); Chaudiere e Timon (Marsiglia, 1772-1774); Chiappa Maglione (Laigueglia, 1795); Chiappara e Isola (Novi, 1775-1777); Chiari Romualdo (Roma, 1797-1802, 1805); Chiavistelli Andrea (Firenze, 1798); Chiesa Domenico (Roma, 1795-1798, 1802-1803); Chiocchini e Strambi (Livorno, 1786- 1790); Chirat e Calliat (Lione, 1782); Chol e Boscary (Parigi, 1788); Ciamaglia Stefano (Viterbo, 1777, 1782-1783); Ciani e Londonio (Milano, 1775, 1793); Cioia Giuseppe (Roma, 1768-1783); Cioli Gerolamo (Aulla, 1778); Ciotta e Galigoli (Livorno, 1786-1790); Cirio Antonio (Cepole, 1770); Clapier (de) marchese (Mendrisio, 1794-1795); Clerici France- sco (Milano, 1796); Cleter Giovanni Pietro Roma, 1786-1798); Clifford Giorgio e Pietro (Londra, 1771); Coen Felice (Ferrara, 1775-1782); Colombo Giovanni (Napoli, 1767-1780); Comanedi Michelangelo (Arma, 1777); Cornelio Valentino (Venezia, 1805); Compagni e Libri (Firenze, 1767-1768); Corazza Luca (Parigi, 1798-1800); Corner Pietro (Venezia, 1793); Cortemiglia (Portomaurizio, 1788); Cottolengo Giovanni Giuseppe (Torino, 1801); Cottolengo Giovenale (Torino, 1797); Cottu Giovanni Francesco (Palermo, 1767-1768); Coubert (de) Bernardo (Roma, 1792); Coutenlis (Parigi, 1786); Crivelli e Sali (Alessandria, 1778): Croce Tomaso (Roma, 1795); Crozet Simon (Marsiglia, 1795-1797); Curiel David (Trieste, 1796); Curiel Iacob (Venezia, 1794); Curiel Memo (Venezia, 1795-1796); Curti Giovanni Antonio (Torino, 1774-1776); Custo Francesco (Palermo, 1797); Custo Giovanni Battista (Palermo, 1792). Dacosta Antonio (Almeria, 1772-1775, 1781-1790); Dandrade Giuseppe Antonio (Firenze, 1797); Daniel (Alessandria d’Egitto, 1795); Dapie e Huguet (Barcellona, 1800); Dargent, Levy, Recanati (Livorno, 1804); Daveta Domenico (Napoli, 1797); Davila Antonio (Roma, 1776-1779); Degaia e Righini (Marsiglia, 1774); Deimaretz fratelli (Livorno, 1800); Deiragues (Milano, 1800); Dela-selle e Rambaldi (Portomaurizio, 1770-1771); Deiucca Pietro (Bologna, 1795); Denans Giovanni Agostino (Ancona, 1794); Despecher e Grimaud (Marsiglia, 1792); Desplas Carlo (Roma, 1778); Dieppe e C. (Parigi, 1795); Dohrman Iacob (Lisbona, 1799-1800); Dolier e C. (Marsiglia, 1787, 1789); Dominique e Dupin (Parigi, 1804); Donneau, Rivet, Heveu (Marsiglia, 1786); Doria, marchese (Madrid, 1790); Doyen e Durieux (Parigi, 1797); Drouilhet Stefano (Madrid, 1785-1803); Duarte Emanuele (Rimini, 1775-1777); Dupin e Dominique (Parigi, 1804); Dupon Pietro (Livorno, 1795); Duprè e Vilella (Barcellona, 1797-1798); Altri rami, Niccolò Ignazio 407 Durati, Lanza e Gano (Barcellona, 1791); Durieux e Doyen (Parigi, 1797). Emerich fratelli (Marsiglia, Parigi, 1797); Errerà Israel Clemente (Livorno, 1778); Escalou e C. (Smirne, 1791); Escher Giovanni Gaspare (Zurigo, 1806); Esparrou Giovanni (Lione, 1802); Eydin Francesco (Smirne, 1792). Fabiani Giovanni Battista, vedova di (Alicante, 1773, 1790-1791); Fabre Giovanni Luigi (Marsiglia, 1791-1792); Fabre e Belli (Torino, 1793-1798); Fabre e Lagorio (Portomaurizio, 1790-1791, 1796-1797); Fabre e Notte (Torino, 1770-1771, 1786-1789); Falciola Francesco (Pavia, 1782); Famin (Parigi, 1796- 1799); Fasce Angelo (Cadice, 1772- 1775); Fautet Jean (Lione, 1800); Fava Michele (Madrid, 1781); Fava Pietro (Madrid, 1774); Federici Giovanni Battista (Sestri L., 1797, 1806); Fei Silvestro (Siena, 1786-1792); Fenzi Ferdinando (Livorno, 1790); Fenzi Francesco (Firenze, Livorno, 1768, 1774-1783, 1786- 1802); Fenzi Luigi (Livorno, 1774-1783, 1786-1804); Ferino e C. (Parigi, 1786- 1787); Ferrandino Francesco (Sanremo, 1777); Ferrari Amelio (Portomaurizio, 1794-1795); Ferrari Giuseppe (Napoli, 1778, 1782); Ferrari (de) Carlo Francesco (Venezia, 1786-1797); Ferrario Pietro (Milano, 1796); Ferrerò fratelli (Torino, 1797-1798); Ferrerò Ludovico (Alessandria, 1771-1783); Ferretti Domenico (Parigi, 1785); Ferrier (Ginevra, 1796); Ferro Bernardo (Livorno, 1775); Fibbia Giovanni Carlo (Bologna, 1777); Filippi Niccolò (Riva, 1802); Finzi Salvatore (Firenze, 1788); Fleischerman Giovanni Battista (Amsterdam, 1777); Fogaroli (Padova, 1791); Folco Alessandro (Savona, 1789, 1793); Fontana fratelli (Piacenza, 1791); Foque e Magy (Marsiglia, 1797); Formiggini Benedetto (Modena, 1791, 1795); Foschi Lorenzo (Voghera, 1774-1777, 1782); Fragnito, duca di (Napoli, 1792-1793, 1795); Franceschi (de) Francesco (Corsica, 1776); Franchet-ti Isacco (Livorno, 1802-1804); Franchet- ti Raimondo (Livorno, 1795-1797, 1800- 1804); Franchetti Rubens (Smirne, 1791- 1794); Franchetti e C. (Smirne, 1797); Franchi (de) Carlo (Recco, 1778); Franco Iacob (Londra, 1779); Franzolino Giuseppe (Roma, 1797); Frappoli Francesco (Milano, 1788-1796, 1801); Frattini fratelli (Roma, 1802-1803); Fries (Vienna, 1779, 1793); Fries e C. (Vienna, 1805); Furse e Heath (Londra, 1814-1821); Fu-ster, Prat, Baldrich, Marti (Barcellona, 1782-1784). Gaeta Giovanni (Zante, 1779); Gag-gino Francesco (Marsiglia, 1773); Gag-giotti e C. (Roma, 1802); Gahn e C. (Cadice, 1785); Galizzi Giovanni Maria (Senigallia, 1780); Galizzi Giuseppe (Senigallia, 1775); Galup e Sarriera (Barcellona, 1781-1800); Gamelin fratelli (Palermo, 1792-1793); Gandolfo fratelli (Portomaurizio, 1805); Gano, Duran, Lanza (Barcellona, 1791); Ganuzza Pietro Giuseppe (Bologna, 1786); Garbiglia e Sburlati (Torino, 1803); Garcia Francesco (Roma, 1790); Gardoqui (de) Francesco Antonio (Roma, 1789-1794); Gardoqui (de) Giovanni Ignazio (Madrid, Roma, 1790-1795); Garganego Marco (Venezia, 1786); Gastaldi (Portomaurizio, 1778, 1783, 1789, 1805); Gatto Giovanni Battista (Riva, 1793-1794, 1801, 1805); Gautier Giovanni Battista (Marsiglia, 1791); Gautier, vedova (Marsiglia, 1795); Gautier e Anfosso (Mentone, 1775); Gautier e Arabet (Barcellona, 1784-1787, 1790, 1800-1801); Gay de Taradal Giuseppe (Firenze, Madrid, Mendriso, Venezia, 1790-1794, 1797-1798); Gazzana Carlo Francesco (Novi, 1777, 1803); Gentili (de) Giulio (Viterbo, 1778); Ghe-sco e Angeloni (Venezia, 1790); Ghio Domenico (Scansano, 1796); Giandullo Giacomo (Napoli, 1802); Giandullo Giuseppe (Napoli, 1800); Giani Sebastiano (Torino, 1801); Gianni Carlo Domenico (Milano, 1768); Gibert fratelli (Barcellona, 1806); Giera Giovanni Carlo (Livorno, Smirne, 1794-1795); Giera Giovanni Lorenzo (Smirne, 1797); Gildemeester Giovanni (Amsterdam, 1795); Gioia An- 408 Indice dei corrispondenti gelo (Savona, 1775); Giorgi Paolo (Roma, 1794); Giovo Giovanni Andrea (Pegli, 1776); Girardot e C. (Parigi, 1797- 1798); Girardot e Haller (Parigi, 1786); Giraud Giovanni Giacomo (Marsiglia, 1799); Giribaldi Maurizio (Portomaurizio, 1794); Gismondi Giovanni (Sanremo, 1775); Giudice Gristoforo (Palermo, 1771); Giudice Giovanni Battista (Arqua-ta, 1789); Gnecco Benedetto (Sanremo, 1795); Gnecco Giacomo (Madrid, 1773); Gnudi Antonio (Bologna, 1778-1781, 1797); Godeau (Ragusa, 1794); Goiren Francesco (Nizza, 1792-1793); Gontard fratelli (Francoforte, 1789-1794); Goupy (Parigi, 1795-1796); Goupy e Bu-soni (Parigi, 1797-1802, 1805-1819); Go-zo Augusto (Finale, 1794); Gradenigo Gerolamo (Madrid, 1791, 1796); Gravier Lorenzo (Marsiglia, 1795-1797); Gref-falhe fratelli (Londra, 1795-1796); Grel-land Giovanni Battista (Marsiglia, 1792, 1795-1796); Grellet e Kuhff (Londra, 1792); Greppi Paolo (Cadice, 1784- 1791); Greppi e Bressanelli (Amsterdam, 1767); Greppi e Calcagni (Cadice, 1802-1804, 1806); Greppi e Marliani (Cadice, 1781-1783, 1791-1801); Grimaud e De-specher (Marsiglia, 1792); Griol Filippo (Trieste, 1793); Grossere e Sallata (Vienna, 1789); Guaita Giorgio (Amsterdam, Bologna, 1781-1783, 1786-1787, 1793-1795); Gualla e Zuccoli (Milano, 1778); Guasco e Lagorio (Portomaurizio, 1776); Guastavino Giacomo (Levanto, 1778); Guerrieri Giovanni Francesco (Lisbona, 1796); Gueze Francesco (Livorno, 1794); Guglielmotti Alessandro Maria (Civitavecchia, 1782, 1786-1795); Gu-glieri Antonio Maria (Grognardo, 1771); Guisquet e Maysne (Nimes, 1784); Gui-ton e C. (Parigi, 1802); Gulli Luigi (Bologna, 1798). Haider (de) Giovanni (Augusta, Strasburgo, 1768, 1778-1782); Haller e Girardot (Parigi, 1786); Harent e Pleney (Lione, 1772-1773); Hausmann Emerich (Augusta, 1782); Hayem, Worms, Orly (Parigi, 1802); Heath e Furse (Londra, 1814-1821); Heer e Usenbenz (Reinech, 1768); Hery e Potin (Lione, 1792); Herz e Openheimer (Vienna, 1801); Heveu, Donneau, Rivet (Marsiglia, 1786); Holst Enrico (Livorno, 1781); Hope (Amsterdam, 1779); Hopfer Benedetto (Colonia, 1791); Hovy Enrico (Amsterdam, 1797), Huguet e Dapie (Barcellona, 1800), Hui-gens (Livorno, 1771). Ianer Salvatore (Livorno, 1795), Ier-mi Francesco (Livorno, 1780); Imperiale Placido (Napoli, 1778); Imperiale Viti-cenzo (Madrid, 1787-1792); Ioder Carlo (Ratisbona, 1774-1783, 1787-1794); Ioges Patrizio (Madrid, 1798); Isengar Giovanni (Spezia, 1804-1805); Isola e Chiappara (Novi, 1775, 1777); Issanten Giovanni (Livorno, 1788). Jacquier e C. (Lione, 1790); Jenkins Tomaso (Roma, 1796); Joly Aime (Savona, 1802); Jones Tomaso (Londra, 1774 1777); Jorge Giovanni Rocco (Lisbona, 1783-1784, 1787); Jourdan Enrico (Lione, 1787); Journu Pietro (Marsigha, 1798); Joussaint Francesco (Marsiglia, 1792); Jouty (Parigi, 1786-1787). Kellner Giorgio Federico (Norimberga, 1803); Kleiber Giovanni (Liv0™°’ 1786-1788, 1797); Kogler (Aia, 1768); Kornmann e C. (Parigi, Strasburgo, 1768, 1772-1775); Kramer Milano, 1787- 1788, 1796); Kuhff e Grellet (Londra, 1792). Lafer Magot (Cadice, 1792); Lafont Bartolomeo (Genova, Livorno, Marsiglia, Pisa, 1790-1803); Lafont Marcantonio (Livorno, Marsiglia, Venezia, 1792-1795, 1797-1798); Laget Francesco (Livorno, 1767); Lagorio e Fabre (Portomaurizio, 1790-1791, 1796-1797); Lagorio e Guasco (Portomaurizio, 1776); Lallich Traiano (Venezia, 1767-1768); Lambre e Maruzzi (Venezia, 1790); Landabrun (de) Matteo (Cadice, 1772-1773, 1781-1783, 1786); Lantelmi e Noè (Milano, 1797); Lantero Pietro (Roma, 1780); Lanza, Gano, Du-ran (Barcellona, 1791); Larratea (de) Manuel (Barcellona, 1790); Laudivar (de) Altri rami, Niccolò Ignazio 409 Raffaele (Bologna, 1781-1782); Laugier Lorenzo (Imola, Roma, Torino, 1792- 1795); Laugier Pietro (Livorno, 1796); Laugier e Olivier (Marsiglia, 1792-1793); Laura Giovanni Carlo (Portomaurizio, 1787, 1790, 1797); Lavaggi Domenico (Roma, 1789); Ledere (Nizza, 1791- 1792); Lee Riccardo (Londra, 1798); Lei-ba Dario (Livorno, 1797-1798); Leinate Baldassarre (Milano, 1797); Lema (de) Giovanni Battista (Roma, 1789); Leopoldi (Livorno, 1771, 1778-1780); Lepri Agostino (Roma, 1783); Lepri Giovanni (Roma, 1768, 1774-1783); Levi Emanuele (Torino, 1778); Levi Leone (Livorno, 1777); Levy, Recanati, Dargent (Livorno, 1804); Libri e Compagni (Firenze, 1767- 1768); Lieb (Venezia, 1777-1778); Lie-bert Benedetto Adamo (Augusta, 1767-1768, 1776-1782, 1796-1797); Lignola Antonio (Napoli, 1774-1783); Lissone Rinaldo (Bellinzona, 1776); Lo Giudice Cristoforo (Palermo, 1767-1768); Lo Giudice Gaetano (Palermo, 1767-1768); Lo Giudice Lorenzo (Palermo, 1767- 1768); Lobbes (des) Giuseppe (Barcellona, 1789); Londonio e Ciani (Milano, 1775, 1793); Long Giuseppe (Marsiglia, 1791, 1796); Long Luigi (Genova, Marsiglia, 1792, 1796, 1800); Lopez Giovanni (Bologna, 1775); Lorini fratelli (Livorno, 1790); Loria e Zappa (Amsterdam, 1768, 1771); Luca (de) Pietro (Bologna, 1787); Luce Luigi (Grasse, Venezia, 1794-1797); Luciani Giuseppe (Carrara, 1800); Luisel-lo Giovanni Antonio (Lisbona, 1797); Luzzatti Moisè David (Trieste, 1778). Magnan Giuseppe (Aix, 1795-1797, 1800); Magnan Icar (Aix, 1792); Magy e Foque (Marsiglia, 1797); Maia Emanuele (Parma, 1782-1783); Mainardi Francesco (Ferrara, 1806); Mainerò Emanuele (Voltri, 1800-1804); Mainoni e Buzzi (Milano, 1768); Manchi Francesco (Napoli, 1801-1802); Manenti Francesco Domenico (Venezia, 1786-1787, 1790); Manzi Giovanni, eredi (Civitavecchia, 1795); Maravi Carlo Maria (Madrid, 1784); Marazzani (Milano, 1789); Ma-razzani e Ballabio (Milano, 1789-1795); Marchal e C. (Parigi, 1783-1785); Marchesano Giuseppe (Loano, 1775); Marchio Giovanni Luigi (Livorno, 1795); Margiocelli Ottavio (Lisbona, 1796); Maria (de) (Milano, 1798); Marliani e Greppi (Cadice, 1781-1783, 1791-1801); Martellini Giuseppe (Livorno, 1776- 1779); Martens Emanuele (Malaga, 1789); Marti, Fuster, Prat, Baldrich, (Barcellona, 1782-1784); Martin fratelli (Perpignan, 1803); Martin Isidoro (Madrid, 1784); Martinez Pietro Saverio (Palermo, 1768, 1797-1798); Martini (de) Francesco (Napoli, 1797); Maruzzi e Lambre (Venezia, 1790); Massa Giuseppe Gerolamo (Sanremo, 1774, 1778); Mata Giovanni (Livorno, 1782); Matha (de) Santiago (Madrid, 1788); Maurin Giuseppe (Imola, 1795); Maysne e Gui-squet (Nimes, 1784); Mecherini Niccolò (Pisa, 1796-1797); Medina (de) Giovanni (Rimini, 1786); Mediniglia Luigi (Bologna, 1779); Mello e Aubert (Londra, 1784-1789); Merello Saverio (Torino, 1790); Merendol (Marsiglia, Pelissone, 1791-1792, 1795-1797); Messa (de) Giuseppe (Rimini, 1774-1776); Metzner Arnold (Lisbona, 1797); Metzner Bernardo (Lisbona, 1800-1807); Michael Ferdinando (Livorno, Smirne, 1768); Micone Tomaso (Cadice, 1772-1774); Milan (de) Francesco (Barcellona, 1798); Mille (Nizza, 1792); Minotti (Monaco, 1783); Miroglio Francesco (Torino, 1792); Mondolfi (Ancona, 1798); Monrocchi Francesco (Firenze, 1776); Monroy Ignazio Giuseppe (Bologna, 1789); Montaldi Giovanni Battista (Madrid, 1781-1783); Montalto Gaetano (Napoli, 1787-1791); Montesisto Agostino Maria (Bologna, Roma, Savona, 1775-1781, 1783, 1786- 1794, 1802); Montesisto Giuseppe, eredi (Cadice, 1772-1775, 1783-1785); Montesisto Raffaella (Massa, 1774); Mora Francesco (Milano, 1791); Morales Sebastiano (Alicante, 1785); Morano Giuseppe (Torino, 1776); Mordan e Osmond (Lisbona, 1795); Morelli Valerio (Bologna, 1802); Morelli Vincenzo (Firenze, 1777); Morello Giovanni Domenico (Torino, 1787-1788, 1791); Morello Saverio 410 Indice dei corrispondenti (Torino, 1789); Moris (de) Niccolò (Livorno, 1788); Morpurgo Sansone, eredi di (Ancona, Venezia, 1775-1780, 1787- 1788); Morro Leonardo (Napoli, 1803- 1804); Morteo Serafino (Napoli, 1804); Motta Consiglio (Venezia, 1794); Mot-teux Giovanni (Londra, 1782); Mozzi Luigi (Bergamo, 1793); Muhll (von der) (Basilea, 1796); Muilman (Amsterdam, 1775, 1793); Musso Stefano (Sanremo, 1803). Narvaez Giuseppe (Rimini, 1776- 1779); Nassa Giuseppe Gerolamo (Sanremo, 1790); Natale Vincenzo (Civitavecchia, 1791-1793, 1795); Natta (Livorno, 1788); Natta Carlo Gerolamo (Milano, 1767-1769); Nava, vedova (Alessandria, 1775-1783, 1794); Navarra Giacomo (Ferrara, 1795-1796); Negri Giuseppe (Torino, 1802); Noè Claudio (Aix, 1797-1798); Noè e Lantelmi (Milano, 1797); Notarbartolo Giovanni (Palermo, 1776); Notte e Fabre (Torino, 1770-1771, 1786-1789); Novaro Niccolò (Diano, 1777-1778); Novellucci Antonio (Livorno, 1767). Ocks Geymuller (Vienna, 1793-1794, 1798); Oietti Giuseppe (Roma, 1792- 1793); Oliva Desiderio (Livorno, 1776); Olivier Jean (Marsiglia, 1795-1796); Olivier e Laugier (Marsiglia, 1792-1793); Openheimer e Herz (Vienna, 1801); Oratino (d'), duca (Napoli, 1774); Orly, Hayem, Worms (Parigi, 1802); Ortega (de) Ignazio (Civitavecchia, Rimini, 1775-1783, 1787); Osmond e Mordan (Lisbona, 1795); Ottenhausen, barone (Milano, 1804); Otto Franck (Livorno, 1776-1777, 1780); Oxilia Lorenzo (Savona, 1775); Ozano Stefano (Novi, 1775, 1779); Ozia Giuseppe (Napoli, Savona, 1774-1776). Paccard Bartolomeo (Parigi, 1824- 1826); Padova Iacob (Reggio, 1795); Pallavicini Giuseppe V (Bologna, 1777-1778, 1787); Pallavicini Michele Camillo (Reggio, 1825); Paimeri Giovanni Mario (Santa Margherita, 1775); Palomba Nic- colò (Napoli, 1768); Pane (Milano, 1797); Paola (de) Antonio (Livorno, 1786); Pappiani e Schultey (Roma, 1787, 1795, 1797); Paradisi Bartolomeo (Firenze, 1775); Pasteur Giovanni Marco (Livorno, 1789, 1795); Paterno Gerolamo (Palermo, 1776); Payan (Marsiglia, 1786); Pecoroni Giovanni Battista (Milano, 1787-1788); Pellegrini Pellegrino (Massa, 1777-1783); Peloso Giovanni Matteo (Novi, 1770, 1777-1779, 1790- 1791, 1797-1798); Pennese fratelli (Napoli, 1800-1803); Perasso Carlo (Marsiglia, 1797); Perasso Pietro Maria (Novi, 1775-1777); Pereira (de) Leon Miguel (Livorno, 1778, 1781-1783, 1787, 1789); Perez Michele (Cadice, 1791); Perrin fratelli (Costantinopoli, 1794-1795); Perron Pietro (Marsiglia, Venezia, 1797, 1800); Peschier (Marsiglia, 1773); Petrucci Clemente (Firenze, 1775); Piazza Azari (Livorno, 1789); Picardo Benedetto (Cadice, 1772-1775, 1781-1806); Pietro (di) Francesco (Roma, 1796-1803, 1806); Pi-gnatelli, marchese (Lisbona, 1791); Pil-gram Francesco Antonio (Monaco, 1770); Piquera Francesco (Alicante, 1788); Pisani Alvise (Madrid, Parigi, 1785-1792); Pisoni Francesco (Madrid, 1797); Pissarello Carlo (Cervo, 1795); Piuma Ferdinando (Acqui, 1770-1771); Pleney e Harent (Lione, 1772-1773); Ployart Domenico (Marsiglia, 1786); Podestà Francesco (Sarzana, 1768); Ponte Francesco (Barcellona, 1772-1773); Poppe e C. (Amburgo, 1803); Porchetto Giovanni Battista (Prà, 1801); Porta Luigi (Losanna, 1793-1794); Porto (del) Giovanni (Napoli, 1793-1794); Posta Luigi (Losanna, 1795); Potin e Hery (Lione, 1792); Prado (de) Aronne (Amsterdam, 1790-1791); Prasca (Cadice, 1797); Prasca e Arbore (Cadice, 1786); Prat, Baldrich, Marti, Fuster (Barcellona, 1782-1784); Priego e Castillo (Bologna, 1789); Priester Ermanno (Livorno, 1796); Provana Collegno Ottavio (Torino, 1801-1802); Puntefuente, marchesa di (Madrid, 1773); Pugliese Iacob (Alessandria, 1780, 1787); Pugliese e Vitale (Alessandria, 1781). Altri rami, Niccolò Ignazio 411 Quentia fratelli (Cadice, 1792); Que-rini Alvise (Parigi, Venezia, 1795-1797); Quilty e C. (Malaga, 1774-1775, 1782- 1788, 1792-1796). Raggio fratelli (Alicante, 1786, 1789, 1796); Ragueneau (Livorno, 1776-1777); Raikes Guglielmo (Londra, 1803); Ram-baldi Giuseppe (Portomaurizio, 1777, 1794-1797); Rambaldi Silvestro (Portomaurizio, 1774-1783, 1786-1794); Rambaldi e Delaselle (Portomaurizio, 1770- 1771); Ravara Filippo (Madrid, 1799-1800, 1807); Ravazzano Giacomo (Novi, 1803, 1805); Ravicini Carlo (Roma, 1771); Ravina fratelli (Cadice, 1772); Recanati, Dargent, Levy (Livorno, 1804); Recanati e Tedeschi (Livorno, 1775- 1776, 1793-1797); Recanier Giacomo (Parigi, 1799); Recco Giuseppe Benedetto (Santa Cruz di Tenerife, 1772); Reek Giovanni Corrado (Venezia, 1786, 1792- 1797); Regny Alessio (Genova, Lione, 1798-1799); Repetto Tomaso (Loano, 1787); Revedin Antonio (Venezia, 1767); Revedin fratelli (Venezia, 1787, 1796); Revedin Giacomo (Venezia, 1767-1768, 1774-1783); Revedin Marco (Venezia, 1767-1768, 1774-1783); Rey Baldassarre (Venezia, 1793, 1797); Rey Battista (Firenze, Livorno, 1792); Reychach Chamoine (Augsburg, 1773); Riario (Napoli, 1795); Riccardi Niccolò (Oneglia, 1790); Ricci Giovanni Giuseppe (Napoli, 1770-1771, 1774-1777); Ricci Giuliano (Livorno, 1771, 1775, 1782, 1786, 1791-1792); Richini Giacomo (Milano, 1786); Richini Giovanni Battista (Novi, 1775-1777); Richini Santo (Novi, 1788-1791); Rieci Giuseppe (Napoli, 1768); Riedel Giovanni (Parigi, 1797); Righini Virginio (Torino, 1803); Righini e Degaia (Marsiglia, 1774); Rignon fratelli (Torino, 1771, 1774-1783, 1786-1798, 1802); Rigo Bartolomeo (Sestri L., 1775-1782); Rinaldi Giuseppe Maria (Incisa, 1770-1771); Rivet, Heveu, Donneau (Marsiglia, 1786); Roccapianola Niccolò (Napoli, 1788); Rolland Niccolò (Pisa, 1797-1798); Rom Alessandro (Ginevra, 1795); Romanelli Settimio (Roma, 1803- 1804); Romberg Federico (Bruxelles, 1776); Ronconi Francesco (Lisbona, 1773); Ronconi Niccolò (Lisbona, 1773); Rossetti (Milano, 1796); Rossi (Genova, Napoli, 1790-1798, 1801-1805); Rossi Clemente (Sestri L., 1797); Rossi Domenico (Carrara, 1797); Rossi Francesco Maria (Lisbona, 1772-1774, 1781-1790, 1796, 1798); Rossi Gennaro (Napoli, 1774-1783, 1786-1791); Rossi Giovanni Battista (Madrid, 1773-1775, 1781-1792); Rossi Giuseppe (Loano, 1776); Rossi Vincenzo (Sestri L., 1797); Rossi Vaccari Giovanni Battista (Roma, 1786-1797, 1800-1806); Rougemont (Parigi, 1805); Roullin Luigi (Livorno, 1797); Roussier Michele (Marsiglia, Nizza, 1790-1800); Roux Alessandro (Friburgo, 1794); Roux Francesco Maria (Marsiglia, 1802-1804); Roux fratelli (Marsiglia, 1787-1805); Roux Giovanni Antonio (Lione, 1791- 1793); Roux Giovanni Battista (Marsiglia, 1797-1798); Roux Luigi Antonio (Lione, 1795-1797); Roux Pietro (Livorno, Torino, 1797-1798); Roux Pietro Onorato (Marsiglia, 1800-1808); Roux Tomaso (Marsiglia, 1791, 1797-1808); Robaudo Giuseppe Cristiano (Portomaurizio, 1806); Ruffo Alvaro (Lisbona, Parigi, 1796, 1798); Ruggiero (di) Cesare (Napoli, 1775); Ruiz Sebastiano (Roma, 1782-1783, 1787-1793). Sacco Mario (Savona, 1775); Sainsey (de) Marchal (Parigi, 1781-1783, 1786- 1787); Sali e Crivelli (Alessandria, 1778); Sallata e Grosser (Vienna, 1789); Saiucci Vincenzo (Madrid, 1816); Sampierdarena Giovanni Battista (Lione, 1768); Sansoni Egidio (Savona, 1767-1768, 1771-1776, 1795); Sansoni Gerolamo (Savona, 1776-1783, 1788-1790); Sanzone Giulio (Savona, 1768); Sapia Brunelli Costanza (Sanremo, 1775); Sarriera Antonio (Barcellona, 1801-1803); Sarriera e Galup (Barcellona, 1781-1800); Sartorio Niccolò (Sestri L., 1800); Sassi Niccolò Maria (Firenze, 1768, 1774-1792, 1796-1797); Sauvaigue Giovanni Battista Nizza, 1776); Sburlati e Garbiglia (Torino, 1803); Schefter Ignazio (Vienna, 1777); 412 ìndice dei corrispondenti Schiantarello Niccolò (Venezia, 1795- 1797); Schira Giovanni Carlo (Milano, 1790-1796); Schira Pietro Antonio (Milano, 1786-1790); Schlosse Matteo (Aix la chapelle, Dusseldorf, 1794-1795); Schuller (Vienna, 1825); Schuller Giovanni Giacomo (Vienna, 1768, 1778- 1783, 1786); Schuller Giovanni Giorgio (Vienna, 1770-1778, 1789-1790, 1797); Schultey e Pappiani (Roma, 1787, 1795- 1797); Schultey Saverio (Roma, 1805); Sciaccaluga Giuseppe (Londra, 1770- 1771); Sebira (S. Malo, 1792); Secca e C. (Livorno, 1800-1801); Segalla Giuseppe Antonio (Vienna 1767-1768, 1786); Senno Peliegro (Camogli, 1780); Sepoli-na Anna (Lione, 1786); Sepolina e Travi (Torino, 1767); Sergardi Filippo (Siena, Vienna, 1796, 1800); Sermi Francesco (Livorno, 1768); Serpos (de) Silvestro (Costantinopoli, 1794-1795); Serrat Aime (Nizza, 1799-1800); Serventi Alessandro (Parma, 1794, 1797-1806); Serventi Mariano (Roma, 1768); Serventi Pietro (Roma, 1768); Seta, fabbrica della (Lisbona, 1772-1773); Smit Giovanni (Milano, 1802); Smitner fratelli (Vienna, 1782-1783, 1789-1806); Soares de Mendosa Antonio (Lisbona, 1772); Soffia Giovenale (Nizza, 1768, 1770-1771); Solar Bernardo (Madrid, 1821, 1824); Sommariva Luigi (Torino, 1801); Sopra-nis Bernardo (Novi, 1792); Soresi fratelli (Milano, 1801); Sorgo (di) Giovanni (Ragusa, 1768); Soria Abramo (Livorno, 1775, 1778); Soria Angelo (Marsiglia, 1791-1792); Spinola Cristoforo (Parigi, 1783); Spinola Savelli Carla (Roma, 1779); Spontone e Busoni (Parigi, 1775, 1781-1786); Staderini Giuseppe (Roma, 1789); Stametz Giovanni Enrico (Vienna, 1793-1798); Stampa Filippo (Roma, 1792); Steenkirc Giovanni Battista (Bruxelles, 1802); Stefani Stefano (Costantinopoli, 1794-1795); Steinman (Lione, 1792); Strafforello (Portomaurizio, 1794); Strambi (Livorno, 1792); Strambi e Chiocchini (Livorno, 1786-1790); Su-remont (Bruxelles, 1795). Tabarini Carlo (Brescia, 1794); Ta-gliafico Giovanni Battista (Savona, 1777); Tamossi Giovanni Battista (Venezia, 1770, 1777-1782, 1786-1789); Tanzi Giuseppe (Milano, 1771-1783, 1786-1805); Tarchioni Giovanni Battista (Parma, 1775-1782); Tedeschi e Recanati (Livorno, 1775-1776, 1793-1797); Terri-bilini Antonio (Roma, 1803); Testoni Alderano (Massa, 1777); Teyler (Amsterdam, 1774); Thompson Guglielmo (Cadice, 1795); Thornton Goffredo (Londra, 1776-1778); Tiboni Antonio Maria (Venezia, 1767-1782); Timon Davide (Marsiglia, 1774-1775, 1781-1786); Timon e Chaudiere (Marsiglia, 1772- 1774); Tolotta e Bolognini (Brescia, 1767); Torlonia Marino (Roma, 1797-1798, 1801); Torre e Vitale, Raffaele e Lelio (Alessandria, 1779); Torrent Antonio (Lione, 1799); Toscano Carlo (Ra-tisbona, 1795, 1797, 1802-1803, 1805); Trabucco Francesco (Palermo, 1790- 1792); Travi e Sepolina (Torino, 1767); Traxler Salomon (Zurigo, 1796-1797); Traves Giuseppe (Venezia, 1786-1787, 1794-1801); Traves Salomon (Venezia, 1782); Trevisan Giovanni Giacomo Venezia, 1797); Trevisan Giovanni Maria (Venezia, 1793-1797); Trucchi Giovanni (Oneglia, 1789). Usenbenz Teodoro (Augusta, 1776); Usenbenz e Heer (Reinech, 1768); Uzielli Angelo (Livorno, 1802-1806); Uzielli Laudadio (Livorno, 1802-1806); Uzielli e Archivolti (Livorno, 1786- 1803). Vacca Domenico (Finale, 1780); Va-chier Carlo (Parigi, 1772); Valdambrini fratelli (Roma, 1775, 1777); Valentini Domenico (Civitavecchia, Roma, 1793-1794, 1804); Vaisecchi Giovanni Battista (Torino, 1771); Van Hasthals Odoardo (Londra, 1774); Vassalli e Bignami (Milano, 1788-1789); Ventre Filippo (Livorno, 1795); Venzi Domenico (Alessandria, 1800); Vernerobre (Amburgo, 1776); Verzura Niccolò (Parigi, 1772-1774); Vianelli Giovanni Battista (Parigi, 1799); Viazolo Giuseppe (Milano, 1767-1768); Altri rami, Niccolò Ignazio 41} Vicini Raimondo (Sarzana, 1778-1779); Vicino Fleury (Torino, 1798); Viesseux Giovanni (Napoli, 1795); Vigna Bernardo (Roma, 1777); Vignola Cesare (Madrid, 1790); Vignola Lorenzo (Madrid, Parigi, 1790-1791); Vilella e Dupre (Barcellona, 1797-1798); Villi Antonio (Urbino, 1775); Vincent Domenico (Mento-ne, 1794); Visme (de) (Lisbona, 1795); Vitale e Pugliese (Alessandria, 1781); Vitale e Torre Lelio e Raffaele (Alessandria, 1779); Vivante Menachem (Venezia, 1786); Vivarelli Francesco (Pistoia, 1796); Voegele (de) (Arquata, 1779); Vogel e C. (Marsiglia, 1798-1799); Volpi e Buzzi (Milano, 1776). Wachtler Ioseph (Pretsbourg, 1791); Weigl Francesco Michele (Vienna, 1768); Worms Pellegrino (Livorno, 1786); Worms, Orly, Hayem (Parigi, 1802). Zannoni Filippo, (Firenze, 1792); Zanoni Diego (Brescia, 1767); Zappa e Loria (Amsterdam, 1768, 1771); Za reo Giovanni Battista (Rimini, 1782); Zarco Ramon (Rimini, 1776); Zenobi e Boschi (Firenze, 1798); Zuccoli e Gualla (Milano, 1778). INDICE DEI NOMI DI PERSONA E DI LUOGO Non sono stati inseriti nell’indice, benché presenti nell’inventario, 1 nomi dei corrispondenti epistolari e delle località da cui scrivono, in quanto già compresi negli appositi indici dei corrispondenti. Sono state escluse dall’indice le tavole genealogiche, le schede biografiche e gli elenchi a p. 151 e 273-275, nonché, ovviamente, le voci generiche Genova e Pallavicini. Acqua marcia, podere: 195. Acquarone, Bonaventura: 97. Acquaviva, famiglia, principi di Caserta: 155. Acqui: 264. Adella, tenuta nel Tortonese: 26, 193-194, 207-208. Adorno, Gabriele: 198. Afflitto, Giovanni Francesco: 209. Agro aversano, regione: 145, 156. Aia (L’): 29, 32. Airoldi, famiglia: 176, 179-181. Airolo, Agostino: 93. Albaro: 27. Albenga, comunità: 77. Albisola: 231. Alessi, Galeazzo: 53. Aloi, M. Giuseppa: 98. Alvarado (de), Diego Helguero: 46. Amato (de), Filippo: 176. Ambrosiana (Γ), podere: 81, 195. Andora: 83. Annoni, Carlo: 129. Ansalone, famiglia: 179. Anversa: 16. Apparizione: 117, 121-122. Arata, famiglia: 176, 181. Ariano: 154. Aristeo, v. Pallavicini Giovanni Carlo: 14. Arquata: 78. Arrighetti, Caterina: 182. - Fortunio: 182. Asino morto (dell’), cascina in Mombaruzzo: 249. Augusta: 29. Austria (d’), Giovanni (don): 281. Aversa: 19, 145, 153. Balbi, famiglia: 18, 79, 179-181, 206-207. - Francesco M.: 78, 93. - Giovanni Agostino q.Bartolomeo: 18. Indice dei nomi di persona e di luogo 415 Balbi (segue). - Giovanni Battista q.Giovanni Francesco: 18. - Niccolò: 18. - Stefano q.Giovanni Francesco: 18. Balbi in Pallavicini, Livia q. Pantaleo, sp. Giovanni Francesco I: 18, 78, 282. Ballano, famiglia: 155, 181. Barabino, famiglia: 194-195. - Giovanni Battista q.Giuseppe: 195. Barca, territorio feudale di Frignano: 152, 154. Basilicata, provincia del regno di Napoli: 154-155. Bassano, famiglia: 81. Bassignana podere: 98, 193-194. Bavari: 198. Baviera: 32. Bergamo: 82. Besangon: 98. Bettole (le), podere: 111, 206-208. Biaggini, Francesco: 182. Bianchetti, Giovanni Francesco: 153-Bianchi, abate: 31. Bianco, Bartolomeo: 18. - Giovanni Tomaso: 267. Bicernò, famiglia: 179. Bisagno, valle del: 27, 98, 193-194, 197-199. Boabdil, ultimo re arabo di Granada: 36, 48. Boana (la), cascina in Mombaruzzo: 249. Boccardo, famiglia: 79. Bollini, famiglia: 79. Bologna: 13, 21, 121, 129, 211-212. Boncompagni, famiglia: 80. Bonelli, Angelo: 197. Bonifacio in Mormile, Costanza, sp. Antonio q.Giacomo: 146. Borgo Fornari: 78. Borlasca, famiglia: 80. Borzona, podere: 194-195. Borzone, famiglia: 80-81. Bosco (di), Michele Lazzaro: 147. Bottero, Fabrizio q.Giovanni: 246. - Giovanni: 246, 249. Bottino, Fabrizio: 249. - Giorgio q.Fabrizio: 249-250, 264. Botto, Angelo: 226. Bracelli, Gaspare: 282. Brentani Cimaroli, baroni: 121. Brignole, famiglia: 128. - Giacomo M., ultimo doge: 31. Brignone, Cristoforo q.Giacomo: 170, 177, 179. - Giacomo: 169-170, 176, 182. Bruno, Giorgio: 249. - località: 255. Buda (Budapest): 141. Buena (la), podere: 194-195. Busalla: 78. Busca, famiglia: 257. Cabella, feudo: 4, 28, 32, 48. Cadice: 48, 109-110. Calabria citra, provincia del regno di Napoli: 154-157. Calabria ultra, provincia del regno di Napoli: 154, 212. Calvi, famiglia: 9, 77, 79. Cambiaso, famiglia: 81, 194. - Giovanni Battista: 33, 131. - Giovanni M.: 97. Camilla, famiglia: 81. Campi: 205, 209. Campofregoso, Tomaso, doge: 10. Campopiano: 81. Campotejar, v. Spagna. Candiotta, Gerolama: 177, 182. Canova: 81. Cantile, Giovanni Bernardino: 147, 158. Capece in Mormile, Laura, sp. Antonio q.Muzio: 150. Capitanata, provincia del regno di Napoli: 154-155, 212. 416 Indice dei nomi di persona e di luogo Caprile, podere: 194-195. Caracciolo, Antonio q. Baldassarre* 155. — Giulia q.Baldassarre: 155. Carlo, duca di Mantova e del Monferrato: 243. Carlo Emanuele III, re di Sardegna· 246-247. Carlo Felice, strada, v. Genova, via XXV Aprile. — teatro: 90. Carlo III, re di Spagna: 27, 30, 32. Carlo V, imperatore: 145, 169. Carotenuto, Carlo: 147, 158. — Paolo: 147. — Saverio: 158. Carpasio, famiglia: 81. Carrega, famiglia: 198. Casado, Isidoro II: 46. Casado Alvarado, famiglia, archivio: 4, 46. Casado de Acevedo in Alvarado, Francesca, sp. Diego Alvarado: 46. Casale (in «Terra di lavoro»), comunità: 154. Casalotto, feudo, contado: 25, 241- 242, 257, 260-263. Caserta: 145. Casetta (la), podere: 194-195. Cassinetta (la): 81. Castagna: 117, 121-122. Castellazzo, feudo: 175, 181-182. Castelletto molina: 255, 267. Cattaneo, famiglia: 128, 214. — Rosa: 92, 97. Cattaneo Adorno, famiglia, archivio: 3-4. — Marcello q.Stefano Maurizio: 53- — Stefano Maurizio q.Stefano: 3. Cattaneo in Centurione, Chiarettina, sp. Adamo Centurione: 267. Cattaneo in Filomarino, Rosa, sp. Giovanni Filomarino: 97. Cattaneo in Negrone, Teresa, sp. Gio Francesco Negrone: 214. Cattaneo in Pallavicini, Placida q.Niccolò, sp. Paolo Gerolamo V: 26, 89, 98, 226. Cavanna, Gaspare: 249. Cavecchia: 81. Centurione, famiglia, archivio: 3-4, 18, 46, 52, 58, 77, 83, 206, 211, 214, 241, 243, 283. - Adamo: 187, 242, 267. - Ambrogio q.Tomaso: 89, 213. - Battina, sp. Marco q.Adamo: 187. - Domenico q.Adamo: 211-212. - Giovanni Battista q.Carlo Adamo: 25. - Giovanni Francesco q.Giovanni Agostino: 95. - Giovanni Tomaso: 46. - Lorenzo q.Giovanni Battista: 215. - Marco q.Adamo: 187. - Tomaso: 213- Centurione in Grimaldi Cebà, Marzia q.Marco, sp. Lazzaro q.Domenico: 187. Centurione in Imperiale Lercari, Caterina q.Adamo, sp. Ansaldo q.Gio Carlo: 211, 242-243. Centurione in Pallavicini, Livia q.Ot-tavio, sp. Giuseppe III: 13, 197-198, 217. Centurione in Pallavicini, M. Geronima q.Gio Tomaso, sp. Domenico q.Paolo Gerolamo III: 25, 46, 214. Centurione in Pallavicini/in Spinola, Paola M. q.Barnaba, sp. Felice Pallavicini/Tobia Spinola: 4, 34, 48. Centurione in Spinola, Maria q.Tomaso: 26, 213-215, 217, 226. Ceranesi, v. Seranesi. Ceretti, Giuseppe: 249-250, 256, 263-264. Cermelli, Michele: 175, 180-182. Cerqua o Collacerque, feudo: 145-148, 152-157. Ceva, famiglia: 79. Chà di Dio, podere: 215. Indice dei nomi di persona e di luogo 417 Chiesa, famiglia: 79, 82. - Clemente: 253-254. - Giovanni Paolo: 253-254. Clavesana, famiglia: 3, 43, 47, 58. - Giulia M., signora di Rezzo: 32. Clemente XIV, papa: 29. Collacerque, v. Cerqua. Communa nuova (la), cascina in Mombaruzzo: 249, 258. Communa vecchia (la), cascina in Mombaruzzo: 249, 258. Conti, Alessandro: 147. Coppola, famiglia: 182. Cornigliano: 27. Coronata: 83. Coronella, famiglia: 156. Corsica: 77, 79, 88. Corte (della), Antonio: 147, 158. - Francesco: 158. Cosso, Giovanni Battista: 194. Costa, podere: 195. Covercelli, Paolo: 153. Crema: 175. Cremeno: 81. Croce, famiglia: 81. Cromwell, Oliver, Lord protettore: 16. Crosa, famiglia: 80. Dacia, famiglia: 257-258. - Lorenzo: 250, 261. Diamantina (la), tenuta: 13, 215. Diano: 213. Difesa dei Mormili, corpo feudale di Frignano: 146. Doria, famiglia: 3,18, 24, 58, 77, 79-80, 82, 84, 155, 205-206, 214, 231, 233, 286. - Andrea: 79. - Ceva q.Bartolomeo: 232-233. - Costantino q. Bartolomeo: 232- 233, 235. - Francesco Μ.: 282. - Giovanni Antonio q.Bartolomeo: 232-233, 235. Doria (segue). - Giovanni Battista q.Bartolomeo: 205, 209. - Giovanni Battista q.Niccolò: 209, 236. - Niccolò: 155. Doria in Doria, Bianca M. q.Leonardo, sp. Gio Battista q.Niccolò: 209- Doria in Doria, Bianchinetta q.Filippo, sp. Gio Battista q. Bartolomeo: 205, 209. Doria in Fieschi, M. Aurelia q.Gio Battista, sp. Filippo q.Pietro Luca: 24,41, 204-205, 210, 232-235. Doria Pinelli, Bianca M.: 282. Durazzo, famiglia, archivio, biblioteca: 4, 27, 41, 49, 52, 58-59, 68, 77, 128, 150, 212, 215, 242, 291. - Cesare q.Pietro: 93. - Eugenio q.Gerolamo: 80. - Giacomo Filippo II: 35. - Giacomo Filippo III: 31, 291. - Giovanni Luca q.Gerolamo: 79. - Giuseppe M. q.Marcello I: 3, 35. - Marcello III: 294. - Marcello IV: 3, 51. - Marcello q.Gerolamo: 80. Durazzo Giustiniani, complesso archivistico: 4. Durazzo in Grimaldi, Clelia q.Giacomo Filippo III, sp. Giuseppe q.Pierfrancesco: 291, 294. Durazzo in Grimaldi, Giulia q.Giu-seppe M., sp. Pierfrancesco q.Gio Battista: 3, 35, 36. Durazzo in Pallavicini, M. Giovanna (Giovannetta) q.Giacomo Filippo III, sp. Paolo Gerolamo IV: 35, 291. Durazzo Pallavicini, famiglia, palazzo, quadreria: 19, 25, 54, 148. - Giacomo Filippo: 3, 48, 51-52. Durini in Pallavicini, Margherita, sp. Stefano II: 291-292, 294. Egadi, isole, tonnare: 20, 22, 28, 174, 176, 182-185. 418 Indice dei nomi di persona e di luogo Elba: 231. Erdòdy, prestito: 121. Fasciotti Giustiniani in Cattaneo Adorno, Carlotta, sp. Stefano Maurizio q.Stefano: 3, 7, 52-54, 56. Fava Pallavicini, Caterina, sp. Giovanni Luca III: 13. Favignana: 21, 171. Federici, famiglia: 80. Fenile, territorio feudale di Frignano: 154. Ferdinando I, imperatore: 232. Ferdinando II, imperatore: 20, 146, 156. Ferdinando VI, re di Spagna: 32. Ferrante (Ferdinando I), re di Napoli: 145. Ferrara: 211. Ferrari (de), famiglia: 80, 214. - Francesco M.: 109-110. Ferretto, Giovanni Battista q.Stefano: 95. Festa, podere: 195. Fiandre: 12, 18, 82, 169. Fieschi, famiglia: 79-80, 83, 179-180, 206, 233. - Filippo q.Pietro Luca: 41, 95, 205, 232, 235, 237. Fieschi in Pallavicini, Placidia q.Fi-lippo, sp. Giuseppe II: 24, 41, 46, 204-205, 220, 232-235, 282. Filippini, religiosi: 98, 211. Filippo IV, re di Spagna: 169. Filippo V, re di Spagna: 32, 213. Finale Ligure: 29, 38. Firenze, borgo Ognissanti: 33. - città: 10, 27, 30, 33-34,42, 79, 115, 121, 212. Firpo, famiglia: 182. Florio, Ignazio: 20, 170. Fontana, famiglia: 258. Fontanarossa, feudo: 4, 28, 32, 48. Fontanegli: 199. Fontanella, v. anche Scalvini, proprietà: 124, 290. Fornari, famiglia: 77, 155. Forzano, famiglia: 235. Francesco I, re di Francia: 11. Franchi (de), famiglia: 80, 83, 155. Francia: 32, 48, 169, 177, 299-301. Francoforte: 29. Franzone, famiglia: 80. Frignano piccolo, feudo, archivio: 19, 28, 32, 43-44, 55, 58, 61, 75, 78, 145-168, 173. Gabiano, feudo: 54, 149-150. Gabiano, marchesi di, v. Durazzo: 3, 51. Galli (alli), podere: 195. Galliani, Giuseppe, avvocato: 158. Gallicano, principato, v. Pallavicini Luigi: 34. Gambaro, Pietro q.Bernardo: 97. Gandolfo, Lazzarino: 256. Garbo (del), podere: 80, 195. Garibaldi, famiglia: 80. Gavi, famiglia: 211-212. - fortezza: 295. - Niccolò: 211-212, 282. Gazzi, famiglia: 81. Gazzo, podere: 81, 195. Generalife, v. Spagna. Gennaro, Giovanni Gerolamo: 146. Genova, Accademia ligustica degli industriosi: 14. - Balilla, insurrezione: 31. - basilica dell’Assunta di Carignano: 53. - chiesa del Gesù: 30. - chiesa delle Vigne: 81. - chiesa di S. Filippo: 27. - convento di S. Maria della Passione: 245. - Fossatello: 103. - monastero di S. Marta: 21. - ospedale di Pammatone: 110. - palazzo di Cipriano Pallavicini: 103. Indice dei nomi di persona e di luogo 419 Genova (segue). - palazzo di Domenicaccio Doria: 27. - palazzo Pallavicino in piazza Fontane marose: 103. - piazza del Carmine: 211. - piazza Fontane marose: 103. - piazza S. Lorenzo: 27, 213. - piazza S. Matteo: 24, 27, 205, 209, 213. - piazza Soziglia: 27. - piazzetta de’ Garibaldi: 27. - S. Ambrogio, archivio, cappella musicale: 14, 99-102. - S. Pancrazio, archivio: 5, 103-104. - S. Pancrazio, cappella gentilizia: 17, 23, 103-105, 281. - salita di S. Gerolamo di Castelletto: 210. - salita Pallavicini: 124, 125. - salita S. Caterina: 27, 213- - Società patria per le arti e le manifatture: 32. - Strada nuova: 10, 16, 100, 210, 212, 293. - via Balbi: 3, 18, 52-53. - via Lomellini: 24-27, 32, 46, 131, 211, 221-225, 244-245. - via Luccoli: 10, 15, 19, 21, 24, 26- 27, 43, 46,53, 80, 88-89,117,124, 213. - via S. Luca: 27. - via XXV Aprile, già via Carlo Felice: 54, 90. - vico Carmagnola: 27, 124. - vico del Citrone: 27. - vico del Filo: 27. - vico delle Vigne: 27. - villa «delle peschiere»: 10. Genovino, Antonio: 20. Gentile, famiglia: 3-4, 36, 47, 58, 77, 79, 83. - Cesare q.Pietro: 36. - Dionisio q.Pietro: 83. Gentile in Pallavicini, Nicoletta q. Ambrogio, sp. Damiano q.Francesco: 16. Georgius de ponte, notaio: 9. Gesiana (la), cascina in Mombaruzzo: 249, 253-254, 258. Ghersi, famiglia: 81. Ghiglino, Giuseppe: 98. Ghisolfi, famiglia: 79. Gioia e Acquaviva, feudo: 155, 212. Giovanna II, regina di Napoli: 153. Giustiniani, famiglia, archivio: 3-4, 53, 77, 79, 209. - Alessandro, cardinale: 53. - Alessandro, principe: 3, 53. Giustiniani in Durazzo Pallavicini / Negrotto Cambiaso, Matilde q. Alessandro, sp. Giacomo Filippo / sp. Pier Francesco: 3, 52, 54, 248. Gonzaga, Ferdinando, duca di Mantova e del Monferrato: 242. - Scipione: 244. - Vincenzo: 242. Gorfoglietti, Paolo Battista: 145, 147, 152, 155. Granada: 48. Griffano, corpo feudale di Frignano: 146. Grillo, famiglia: 84. Grimaldi, famiglia: 3-4, 11, 18, 36, 47, 52, 58, 60, 77-78, 81, 155, 178, 194, 211-212, 283, 291. - Agostino q. Lazzaro: 77. - Alessandro q.Pierfrancesco, doge: 36. - Ansaldo: 15-16. - Ansaldo q.Giovanni Battista: 77. - Filippo, barone di S. Angelo: 156. - Francesco M. q.Ranieri: 26, 95. - Giovanni Battista q.Francesco M.: 96, 189. - Giovanni Battista q.Pierfrancesco, doge: 4, 35-36, 47, 98, 291. - Giovanni Giacomo q.Alessandro q.Gio Giacomo, doge: 36. - Giuseppe q.Pierfrancesco: 291. - Lazzaro q.Ansaldo: 77. - Paolo Gerolamo q.Francesco M.: 27,30, 31, 47. 420 Indice dei nomi di persona e di luogo Grimaldi {segue). — Pierfrancesco q.Gio Battista, doge: 4, 35-36. Grimaldi Cebà, famiglia: 79, 83. - Lazzaro q.Domenico: 23, 83, 87, 91-92, 95-96, 187-189. Grimaldi Cebà in Spinola, Peretta q.Domenico, sp. Domenico Spinola: 187. Grimaldi in Gentile, Marina q.Gio Battista, sp. Cesare q.Pietro: 36, 48. Grimaldi in Pallavicini, M. Giovanna (Giovannetta) q.Ranieri, sp. Giovanni Carlo: 29, 31-32, 47, 116-117. Grimaldi in Pallavicini, Maddalena (Manin) q.Giovanni Battista, sp. Paolo Gerolamo IV: 3, 33, 35-36, ^ 47-48, 50, 89, 98, 143. Grimaldi in Pallavicini, Maddalena q.Gio Battista, sp. Stefano q.Simo-ne: 281. Grimaldi in Pallavicini, Teresa q.Ge-rolamo Francesco, sp. Alessandro q.Niccolò Ignazio: 296. Grimaldi in Pallavicini, Violantina, sp. Francesco q.Tobia: 15. Grimaldi Oliva, famiglia: 3-4, 36, 47. Grimaldi Oliva in Grimaldi, M. Benedetta (Lilla) q.Battista, sp. Gio Battista q.Pierfrancesco: 4, 36, 47. Grimaldi Serra, M. Antonia, principessa di Gerace: 156, 182. Grondona, famiglia: 81. Gropallo, famiglia: 79. Grottaglie (delle), feudo: 155. Guasto, famiglia: 257. Guidobono Cavalchino, Carlo Giuseppe: 207. Guzman (de), Diego Felipe, marchese di Leganes: 21. Imperiale, famiglia: 4, 77-79, 81, 83-84, 155, 206. - Carlo: 243, 267. Imperiale (segue). - David q.Andrea: 267. Imperiale Lercari, famiglia: 241, 243- 245, 248. - Ansaldo q.Gio Carlo q.Ansaldo: 244. - Ansaldo q.Giovanni Carlo q.Da-vid: 208, 211, 242-246, 252-254, 257, 267-268. - Domenico q.Ansaldo: 208, 243- 246, 252-254, 267-268. - Domenico q.Domenico: 96. - Francesco M. q.Giovanni Carlo: 208, 243. - Franco q.Giovanni Carlo: 243. - Giovanna q.Domenico: 208, 244-246, 253, 257. - Giovanni Battista q.Giovanni Carlo: 243. - Giovanni Carlo q.Ansaldo: 208, 243-246. - Giovanni Carlo q.David: 243, 267-268. - Leonardo q.Gio Carlo q.Ansaldo: 244. - Niccolò q.Giovanni Carlo: 243, 267. Imperiale Lercari in Pallavicini, Caterina q.Domenico, sp. Paolo Gerolamo III: 25, 46, 208-209, 212, 220, 241-247, 251-257, 260-261. Indie: 109-110. Inghilterra: 299-301. Interiano, famiglia: 80, 81. Introronco al Troglio: 81. Invrea, famiglia: 179. Isola, Stefano, notaio: 99. La Fleche, collegio militare: 36, 89. Ladislao, di Durazzo: 145. Lanfranco, notaio: 9. Langeto, famiglia: 83. Lebora, podere: 195. Lercari, famiglia: 79. - Franco: 209, 243. Lignola, Filippo: 98. Indice dei nomi di persona e di luogo 421 Lione: 18, 213. - prestito «Città di Lione»: 129. Lisbona: 109-110, 155. Livorno: 171. Logetto: 81. Lombardi, Ottavio: 215. Lomellini, famiglia: 4, 36, 58,77,79-81, 83, 155, 179-180, 214. - Baldassare: 77. - Francesco q.Pietro: 22, 136. - Pedralbes: 282. Lomellini in Doria, Violante: 212. Lomellini in Pallavicini, Giovanna, sp. Giovanni Luca IV: 197. Londra: 16, 27, 112, 123. Loreto, conte di, v. Afflitto: 209. Lucca: 25. Ludovisi, famiglia: 34. Luigi XIV, re di Francia: 29. Luigi XVI, prestito «Luigi XVI»: 129. Lunette: 81. Madrid: 20, 29-30, 32, 48, 82, 108, 112, 136, 169-170, 243. Magonza: 29. Malagonnelli, famiglia: 178. - Pandolfo: 94, 112-113, 155-156, 178. Malalbergo, tenuta: 129. Malta, isola: 178. - Ordine dei cavalieri di: 79. Malvezzi Campeggi, Antonio: 129. Manesseno: 81. Manfredonia, vescovo di: 156. Maragliano, famiglia: 79. Maranzana, feudo: 242. - località: 255. Marassi: 27, 83, 197-198. Marchelli, famiglia: 79. Mari (de), famiglia: 79-80, 208. - Agostino q.Giovanni Francesco: 152. - Felice q.Giovanni Francesco: 152. - Giovanni Battista q.Giovanni Francesco: 152. Mari (segue). - Stefano q.Giovanni Francesco: 152. Maria Teresa, imperatrice d'Austria: 13. Marini (de), famiglia: 82. Marsiglia, prestito «Città di Marsiglia»: 129. Masone, feudo, archivio: 23, 28, 32, 44, 58, 143, 187-192. - 54, 98. Medici, famiglia: 34. Mello (de), Francesco: 21, 30, 175, 178. Merano, famiglia: 81. Merello, Stefano: 153, 161-162. Merosi, Ilario: 55 Messina: 113, 155. Milano, chiesa di S. Alessandro: 33. - città: 17, 20, 22, 34, 39, 82, 89, 108, 112, 116, 125, 136, 143, 170, 176,210,214. - collegio dei nobili: 13. - palazzo Crivelli: 33. - piazza S. Marta: 33. - stato di (o ducato di): 13, 21, 169, 175, 179-181. Molinelli, Paolo: 177. Molise, provincia del regno di Napoli: 154, 157, 212. Molpa, feudo: 155. Mombaruzzo, chiesa di S. Ambrogio: 256. - feudo, archivio: 25-26, 28, 32, 44, 46, 55, 58, 130, 208, 220, 241-270. Monaco di Baviera: 29- Moncada, Luigi, principe di Paterno, viceré di Sicilia: 169. Montaldo, feudo: 4, 28, 32, 48, 251. Montanaro, Bartolomeo q.Giovanni Battista: 210. Montebruno, famiglia: 83. Monteleone, marchesato di: 46. Montescaglioso, marchesa di, Cattaneo Rosa: 92, 97. Montoggio: 198. 422 Indice dei nomi di persona e di luogo Morbello, feudo: 4, 28, 32, 48, 251. Morea, regione: 213. Morego: 81, 118. Morigallo: 81. Mormile, famiglia: 145-147, 150, 152, 156. — Andrillo: 150. — Annechino q.Giacomo: 150. — Antonio q.Giacomo: 146. — Antonio q.Muzio: 150. — Giacomo q.Andrillo: 150. — Giacomo q.Annechino: 150. — Isabella q.Antonio: 150. — Marcello q.Antonio q.Muzio: 150. — Muzio q.Antonio, duca di S. Cesareo: 145. — Muzio q.Antonio q.Muzio: 150. — Vittoria q.Antonio: 150. Morsasco, feudo: 4, 32, 48. Mortarolo: 81. Muzio, Domenico, notaio: 137. Napoleone, imperatore: 36, 49. Napoli: 12, 18, 28-30, 57, 98, 108, 111, 123, 154, 156, 171, 174, 211. - Gioacchino: 171, 182. - Gioacchino junior: 171. - Pietro q.Gioacchino: 171, 182. - regno di: 4, 19, 47, 145, 150-157, 175, 212. Naupaco, vescovo di: 30. Negro (di), famiglia: 206, 241, 243. - Ambrogio q.Benedetto, doge: 242- 243. - Gerolamo: 242. - Lelia q.Orazio: 242-243, 257. - Orazio q.Ambrogio: 242, 282. Negro (di) in Pallavicini, Maria, sp. Ottavio q.Tobia: 297. Negrone, famiglia: 214. - Giovanni Francesco: 214. - Selvaggio: 214. Negrone Spinola in Pallavicini, M. Gabriella, sp. Domenico q.Paolo Gerolamo III: 25. Negrotto Cambiaso, famiglia: 55. - Pier Francesco (Pierino) q.Lazza-ro: 3, 53. Nicolinus Sbaratus, notaio: 9-Nizza Monferrato: 243, 252, 261. Nobile, Paolo Francesco: 282. Nobile Ottone, M. Giovanna: 282. Novi: 28, 32, 77, 124, 295. Nubia, mare delle Egadi: 169. Nuova Spagna, 109-110. Obertenga, marca: 9. Oderico, famiglia: 80, 209. Odone, famiglia, archivio: 4, 179. Olanda: 16, 82, 220. Oldoini, famiglia: 176, 179, 181. Oliva, Giovanni Battista: 160. Olivieri, Lorenzo: 153. Onzo, comunità: 77. - feudo: 82. Ottolini, Alessandro q.Antonio: 128. Ovada, comunità: 77. - località: 77, 143. Paesi Bassi, regione: 21. Palermo: 20-21, 28, 30, 87, 113, 116, 121, 136, 170-172, 176, 178-182, 212. Palestrina, feudo: 154. Pallavicini, Agostino q.Ansaldo q.A-gostino: 96. - Agostino q.Domenico: 281. - Agostino q.Francesco: 10-11, 14, 16, 30, 38, 99-100, 281. - Agostino q.Pietro: 281. - Agostino q.Stefano, doge: 30. - Aleramo q. Niccolò Ignazio: 279, 296, 300. - Aleramo q.Sebastiano, doge: 30. - Alessandro q.Michele Camillo: 297. - Alessandro q.Tomaso q.Damiano: 13, 175. Indice dei nomi di persona e di luogo 423 Pallavicini (segue). - Angelo q.Giovanni Francesco I: 13, 20-24, 40-41, 57, 78, 81-82, 87, 93-94, 112-113,133,153,155-156, 170, 178-182, 279. - Antonio: 175, 281. - Battistina (Battina) q.Orazio q.Tobia: 16. - Benedetto q.Gerolamo: 17-18, 22, 38, 282. - Bruno M. q.Paolo Gerolamo II: 28. - Camillo q.Giovanni Andrea q.Tobia: 169-170, 297. - Camillo q.Niccolò: 282. - Carlo II: 197, 291-293. - Carlo q.Niccolò: 94, 281. - Damiano q.Domenico: 18, 109, 178. - Damiano q.Francesco: 11, 14, 16, 38, 100, 107, 145. - Damiano q.Meliaduce: 10. - Domenico di Paolo Gerolamo V: 26. - Domenico q.Damiano: 17, 38, 169, 282. - Domenico q.Paolo Gerolamo III: 25-26, 32, 34, 43, 46, 62, 98, 125, 128, 130-131, 205, 207, 209-212, 214-226, 244, 247, 251-253, 258-259, 262. - Domenico q.Stefano Ludovico: 297. - Felice q.Felice: 4, 48. - Felice q.Stefano: 30, 34. - Filippo q.Agostino q.Filippo: 94. - Francesco q.Agosdno: 14, 100. - Francesco q.Damiano: 18. - Francesco q.Domenico: 18. - Francesco q.Tobia: 15, 94. - Gerolamo q.Damiano: 6, 16-17, 20, 38, 73, 145, 282. - Gerolamo q.Gio Francesco I, figlio naturale: 20. - Giacomo Filippo di Paolo Gerolamo IV: 33. - Giacomo Filippo q.Stefano: 281. - Giacomo M. q.Domenico: 18. Pallavicini (segue). - Ginevra q.Giovanni Francesco II, suora: 26, 87. - Giovanni Andrea q.Tobia: 296. - Giovanni Battista q.Damiano: 11, 16-17, 38, 279, 291. - Giovanni Battista q.Giovanni Francesco I: 20. - Giovanni Carlo, doge: 4, 14, 26, 28-32, 34-35, 42-43, 45, 47-48, 58, 61, 82, 88, 108, 114, 116-117, 121, 128, 131, 134-135, 139, 141, 148- 149, 187, 214, 222, 235, 238, 247, 289. - Giovanni Francesco I: 6, 15, 17-20, 38-39, 57, 62, 78, 81-82, 86-87, 93, 108-109, 133, 135, 145-147, 153, 156, 159, 169, 282. - Giovanni Francesco II: 22-24, 26, 40-42, 44, 58, 78, 83-84, 95-96, 114, 134, 137, 155, 171-172, 174, 198. - Giovanni Francesco III: 28-30, 43, 87, 96, 108, 115-116, 134, 139, 187, 189. - Giovanni Francesco IV q.Paolo Gerolamo IV: 33- - Giovanni Francesco q.Gerolamo q.Gio Francesco I: 134. - Giovanni Gerolamo q.Giovanni Luca I: 19. - Giovanni Luca I: 17-20, 38, 87, 135. - Giovanni Luca III: 9, 13, 289-290. - Giovanni Luca IV: 197. - Giovanni Luca V: 292. - Giovanni q.Niccolò: 9. - Giulio q. Agostino: 13-14, 17, 99. - Giulio q.Gio Battista q.Damiano: 147,153. - Giuseppe I: 22. - Giuseppe II: 4, 6, 22, 24-25, 41, 43-46,58, 61-63, 65, 95, 106, 153, 171, 201, 203, 205, 210, 220, 227, 232, 235, 237. - Giuseppe III: 13. 424 Indice dei nomi di persona e di luogo Pallavicini (segue). — Giuseppe IV: 25-26, 205, 207, 209-212, 214, 217, 219, 221-223, 225, 233-235, 247, 252, 282. — Giuseppe V. q.Giovanni Luca III: 128, 289-290. — Giuseppe VI di Paolo Gerolamo IV: 33. — Ignazio Alessandro q.Paolo Gerolamo IV: 33, 36-37, 48-51, 54, 67, 89, 97-98, 100, 105, 141-142, 148, 248. — Lazzaro Opizio q.Paolo Gerolamo II, cardinale: 12, 29-30, 44, 88. — Lazzaro q.Giovanni Francesco II, vescovo: 12, 26-27, 78, 87, 115. — Lazzaro q.Niccolò, cardinale: 11, 29-30, 34, 281. — Lelia: 155. — Livia q.Carlo q.Niccolò: 94. — Lorenzo: 281. — Luca q.Giovanni Francesco I: 20, 153. — Ludovico q.Francesco: 98, 282. — Luigi, principe di Gallicano: 34. — M. Costanza q.Giovanni Francesco I, suora: 20-21. — M. Francesca q.Giovanni Francesco II, suora: 26, 87. — M. Gerolama q.Tobia: 297. — M. Giovanna q.Giovanni Francesco I: 20-21, 86. — Marcello q.Agostino: 14, 99-100, 282. — Maria q.Carlo q.Niccolò: 94. — Mario q.Cesare: 281. — Michele Camillo q.Niccolò Ignazio: 279, 296, 300. — Niccolò Ignazio q.Alessandro: 279, 296-297. — Niccolò q.Agostino: 14, 100. — Niccolò q.Battista q.Luigi: 282. — Niccolò q.Carlo q.Niccolò: 94, 281. — Niccolò q.Stefano: 281. — Opizio q.Paolo Gerolamo I, cardinale: 11-12, 22, 29, 41-42, 46, 78, 87, 134. Pallavicini (segue). - Orazio q.Tobia: 16. - Paolo Gerolamo I: 6, 15, 20-24, 30, 40-41, 44-45, 57, 78, 81-82, 87, 93-94, 111-113, 133, 135-136, 146, 150, 154-156, 162, 170-172, 175, 178-180, 210, 279, 282. - Paolo Gerolamo II: 24, 26-29, 31, 42, 44, 78, 84, 87, 95-97, 114, 134, 137· - Paolo Gerolamo III: 24-25, 32, 43, 46-47, 203, 205-220, 225, 227, 233, 235, 237, 241, 244-247, 252, 257, 260. - Paolo Gerolamo IV: 3-4, 24, 27, 31, 33-37, 47-51, 88-91, 97-98, 100, 104-105, 108, 122, 129-131, 135, 140-142, 148, 170, 194, 198- 199, 227, 238, 247-248, 258, 289-291, 296. - Paolo Gerolamo V: 14, 25-26, 98, 100, 214-217, 219, 226, 247, 250. - Pietro Antonio q.Giovanni Francesco I, poi Pietro M. della Croce: 20-22, 78, 87, 133, 147, 282. - Pietro Antonio q.Paolo Gerolamo I: 46, 134. - Pietro M. q.Giovanni Francesco I: 20-21, 87, 93, 109-110, 133, 153, 178-179. - Placidia Teresa q.Paolo Gerolamo III: 25. - ramo cadetto, discendenti di Giuseppe II: 4, 23, 43-44, 46, 62, 132, 172, 201, 220, 232, 280. - Ranieri q.Giovanni Carlo: 26, 32-35, 62, 88, 97, 130-131, 135, 235, 243, 247-248, 257-258. - Rodolfo q.Niccolò Ignazio: 279, 296, 300. - Stefano I: 292. - Stefano II: 197-199, 267, 291-295. - Stefano q.Simone q.Giovanni Stefano: 281-282. - Teresa Maddalena q.Giulio: 281. - Tobia q.Francesco: 10, 14, 16, 38, 267, 296-297. Indice dei nomi di persona e di luogo 425 Pallavicini {segue). - Tomaso q.Damiano: 18, 38, 87, 282. - Tomaso q.Gerolamo: 291. - Vincenzo q.Damiano q.Domenico: 11, 282. - Vittoria q.Giovanni Francesco II, suora: 26. Pallavicini Bozzo, Gerolama: 282. Pallavicini Centurione, famiglia: 21, 34, 279, 289. - Ercole q.Giuseppe V: 129. Pallavicini in Annoni, Giulia q.Gio Battista, sp. Giovanni Pietro Annoni: 292. Pallavicini in Centurione, M. Maddalena q.Gio Francesco II, sp. Gio Agostino q.Giulio: 26. Pallavicini in Durazzo, M. Francesca q.Paolo Gerolamo I, sp. Gio Luca q.Gerolamo: 79- Pallavicini in Durazzo, M. Maddalena q.Gio Luca V, sp. Giacomo Filippo III: 291. Pallavicini in Durazzo, Teresa q.I-gnazio Alessandro, sp. Marcello IV: 3, 51-54, 67, 70, 248. Pallavicini in Grimaldi, Giovanna q.Gio Francesco II, sp. Francesco q.Ranieri: 26, 95. Pallavicini in Lomellini, Emilia q.Niccolò, sp. Gio Domenico Lomellini: 282. Pallavicini in Lomellini, Francesca q.Gio Francesco I, sp. Francesco M. q.Pietro: 20, 136. Pallavicini in Pallavicini, Anna M. q.Domenico q.Gio Stefano, sp. Giovanni Luca III: 13, 289. Pallavicini in Rospigliosi: M. Camilla q.Stefano q.Niccolò, sp. Gio Battista q.Camillo: 34. Pallavicini in Spinola, Livia q.Giovanni Francesco I, sp. Felice Spinola: 82. Pallavicini in Spinola, Placidia q.A-gostino, sp. Battista Spinola: 281. Pallavicini in Spinola Pallavicini, Li-via q.Gio Francesco II, sp. Felice Spinola Pallavicini: 4, 26, 48. Pallavicini in Spinola/Spinola, M. Aurelia q.Giuseppe II, sp. Filippx) q. Giulio/Filippo q.Gherardo: 210. Pallavicini Rospigliosi, famiglia: 30. - Francesco: 34. Paimiro Cidonio, v. Pallavicini Paolo Gerolamo V: 14. Paola: 154. Parigi: 22, 29-30, 36-37, 89,116,123, 141, 214, 222. Parodi, famiglia: 81. Passano (da), famiglia: 3, 47, 58, 77, 79, 178. - Giovanni Battista: 77. Passano (da) in Grimaldi, M. Gabriella, sp. Ranieri q.Francesco Grimaldi: 32. Pasturana, feudo: 79. Pavia, collegio Borromeo: 13. Pedemonte, famiglia: 83. Pegli: 27, 52-54, 98, 193-194. Perez, Giuliano: 145, 152. Perrando, famiglia: 235. Pescia, famiglia: 80. Pettinati, Giovanni Matteo: 96. Piacenza: 17, 108-109. Pian de’ Cambiasi: 81. Piana, podere: 195. Piatti, famiglia: 81. Picchetti, Niccolò: 152. Pietra, podere: 195. Pignola: 81. Pinelli, famiglia: 155, 208. - Bannina: 94. Pinelli in Imperiale Lercari, Gerolamo q.Agostino, sp. Domenico q.Ansaldo: 244. Pino, Giovanni Ambrogio: 249-250, 260-261. Pio VI, papa: 29. Pisa: 33-34. Pisticcio, feudo: 154-155. Pistoia: 34. 426 Indice dei nomi di persona e di luogo Poggio, famiglia: 81. Polcevera, valle, torrente: 54, 80-81, 98, 118, 154, 193-197. Ponsano (anche «castel Ponsano»), podere: 206-207. Ponsello, famiglia: 80. Porci (delli), mare delle Egadi: 169. Porcila: 81. Porcile, famiglia: 81. — Giovanni q.Gerolamo: 81. Praga: 141. Prasca, famiglia: 258. Prato, ferriera di Sassello: 232, 234. — Galeazzo: 267. - podere: 197. - Valerio: 258. Promontorio, famiglia: 83- Quaranta o Quaranti, feudo, contado: 241-242, 248, 252-253, 255, 257-258, 261-263, 267. Quarta, Giuseppe: 147. Quarto: 27, 117, 121-122. Queirolo, Niccolò Andrea: 152, 179. Quezzi: 27. Raggi in Pallavicini, Anna M. q.Giovanni Antonio, sp. Angelo q.Gio Francesco I: 21. Raggi Pallavicini, Faustina: 282. Raggio, famiglia: 80. Raisgerbi, mare delle Egadi: 169. Ramorino, Ludovico: 236. Ranzo, comunità: 77. Retorbido, podere: 193-194. Reverterio, Ippolito: 146. Rezzo, feudo, archivio: 3, 28, 32, 43, 47, 65, 143, 251. Rezzonico, famiglia: 211. Ricci, famiglia: 77, 82. - Angelo q.Pietro Paolo: 17, 20. — Giovanni Battista q.Pietro Paolo: 17, 82. Ricci in Pallavicini, Maria q.Pietro Paolo, sp. Gerolamo q.Damiano: 17,82. Rivara, Giovanni Battista: 199. Rivarolo: 27, 80, 195-197. - villa Pallavicini: 10, 17, 21, 40, 81, 117, 125, 194-197. Rizzo, v. Ricci, Giovanni Battista. Roberti, Francesco: 257-258. Rocca, principessa della, Cattaneo Rosa: 97. Rocca Grimalda, feudo: 4, 36, 47, 92, 98, 143. Roma: 11, 22, 30, 32, 42, 111, 116, 123, 154, 155-156, 171, 174-175, 181-182, 213. - collegio dementino: 13, 29. - S. Pietro in vincoli, cardinale del titolo: 30. - SS. Nereo e Achilleo, cardinale del titolo: 30. Romano, Angelo M.: 237. - Francesco M.: 237. - Giovanni Andrea: 249-250, 263-264. - Giovanni Battista: 235. - Luigi: 156, 158-159. Roncallino, podere: 194-195. Ronchiglia: 179. Rospi, Marco: 215. Rospigliosi, famiglia: 11, 33-34. - Giulio: 34. - Giulio, papa Clemente IX: 11. - Luigi: 34. Rota Calasso, Gerolamo: 258. Rovere, famiglia: 212. Ruspoli, Francesco: 98. Rustici, famiglia di Lucca: 26. S. Andrea di Morego, parrocchia: 81. S. Giorgio, banco di: 11, 27, 94, 204, 210, 214, 217, 225, 279, 281-287. S. Maria della misericordia, convento in Rivarolo: 194-195. S. Pietro di Cremeno, parrocchia: 81. ìndice dei nomi dt persona e di luogo 427 S. Quilico, parrocchia: 81. Sacco, Giacomo M. 174. Saluzzo, famiglia: 79, 155. - Carlo: 246. Saivago, famiglia: 77. Sampierdarena: 27, 195-198, 211. - villa Pallavicini: 10, 87, 118, 194. San Desiderio di Bavari: 198. San Giorgio, feudo: 154. San Gottardo: 198. San Pantaleo, podere: 194-195. San Quirico: 195. San Vittore, mare delle Egadi: 169. Sangro (de), famiglia: 155. Sant’Andrea di Calabria, tenuta: 86. Sant'Olcese: 195. Santa Marta, podere: 195. Sassello, feudo, archivio: 24, 26, 28, 32, 41, 44, 58, 77, 79, 130, 143, 205, 220, 231-239. Sauli, famiglia, archivio: 3, 5, 52-53, 83. - Giovanni Antonio: 93. Savignone: 204. Savona: 23, 28, 121, 137. Savorgnan, famiglia: 92. - Carlo Bernardo: 97. - Giacomo: 97. Scalvini, proprietà: 124, 290. Scanno, principe di, v. Afflitto: 209-Scassi, podere: 195. Scati o Scatti, Guido: 253-255. Scerna (della), famiglia: 81. Schiattini, famiglia: 178. Sciacca: 212. - monastero di: 182. Scoffone, Giuseppe Antonio: 249- 250, 264. Scrivia, fiume: 207. Secca, palazzo, villa, torrente: 55. Segni, Ludovico, conte: 88. Semino, Giulio: 177. Senarega, Matteo: 58. Seranesi (ora Ceranesi): 81. Sereni, Felice: 153. Serra, famiglia: 79, 82-84, 155. Serra in Pallavicini, M. Giovanna q Luciano, sp. Paolo Gerolamo II: 28, 87. Serra (la), cascina in Mombaruzzo: 249. Serra Ricco: 55. Sestri levante: 4, 35-36, 47, 291. Sestri ponente, villa: 27, 226. Sicilia, condominio, v. anche Egadi tonnare: 32, 40, 42-44, 52, 55, 58, 65, 70, 75, 169-175, 221-223. - isola: 12, 15, 20-22, 24, 26,61, 78- 80, 83, 87, 112, 123, 130, 154-155, 169-183, 220. Siena, collegio Tolomei: 13. Spagna: 12, 19, 21, 32, 38, 78, 86, 88, 109, 110, 135-136, 208, 210-211, 245, 267-268, 299-300. - archivio dei beni di: 48. - Consejo de hacienda de la Corona de Castilla: 18, 19. - marchesato di Campotejar: 36, 48. - marchesato del Generalife: 36, 48. Spanò, Ippolito, notaio in Palermo: 170. Spezia (la): 111. Spinola, famiglia: 3, 18, 58, 77-84, 150, 155, 178-180, 206-215. - Agostino: 82. - Ambrogio: 78. - Antonio q.Niccolò: 187. - Carlo: 155. - Carlo q.Giovanni Battista: 116. - Cristoforo q.Agostino: 82. - Felice: 19, 82. - Filippo q.Gherardo: 210. - Filippo q.Giulio: 210. - Francesco M.: 19. - Giacomo M.: 152-154. - Giovanni Benedetto: 18. - Giovanni Domenico q.Domenico: 187. - Lelia: 282. 428 Indice dei nomi di persona e di luogo Spinola {segue). - M. Giovanna q.Giovanni Battista: 116. - Michele: 150. - Napoleone: 93. - Opizio q.Michele: 111, 133, 150, 156, 178, 180. - Paolo Agostino q.Domenico: 83, 187-188. - Tobia q.Gerolamo: 4, 48. - Vittorio q.Luigi Francesco: 98. Spinola Grimaldi Cebà, Lazzaro q.Paolo Agostino: 23, 83-84, 187- 188, 190, 192. Spinola Grimaldi Cebà in Pallavicini, M. Aurelia q.Lazzaro, sp. Giovanni Francesco II: 23-24, 26, 42, 77, 84, 87, 95-97, 114, 134, 137, 187. Spinola in Imperiale Lercari, Bianca q.Giovanni Andrea, sp. Giovanni Carlo q.Ansaldo: 244. Spinola in Pallavicini, M. Maddalena q.Opizio, sp. Paolo Gerolamo I: 20, 87, 150, 178, 180, 282. Spinola in Spinola, Battina q.Niccolò, sp. Luciano q.Carlo: 212. Spinola Pallavicini, famiglia, archivio: 4, 34, 48, 52, 82. - Barnaba q.Felice: 4, 26-27, 34, 48. - Felice q.Gerolamo: 4, 26, 48. Spinola (poi Spinola Pallavicini), Gerolamo q.Tobia: 4, 48. Staglieno, famiglia: 79. - località: 197-198. Starza (la), territorio feudale di Collacerque: 147. Starzella, corpo feudale di Frignano: 146. Stazzano: 206. Strata, Carlo: 18. Struppa: 198-199. Svezia: 32. Taggia: 267. Tagliata: 81. Taranto, provincia del regno di Napoli: 212. Tavarone, Giovanni Francesco: 282. - Niccolò: 282. Teano, comunità: 154. Terra d’Otranto, provincia del regno di Napoli: 154-157, 212. Terra di Bari, provincia del regno di Napoli: 154, 212. Terra di lavoro, provincia del regno di Napoli: 145, 157, 212. Tessitore, famiglia: 156. Thoma de casanova, notaio: 9. Toffetti, Gaspare S. Giovanni: 175, 180-182. Tolfa, miniere: 15. Toma, Marcello: 147. Torino: 214. Torre, famiglia, 81. - Battista: 198. Torriglia, famiglia: 80. Tortona: 28, 32, 112, 206-207. Toscana, regione: 79, 89. Trapani: 21, 28, 171-172, 174, 176, 181-185. Trincheri, Giuseppe: 98. Tripalda, ferriera di Sassello: 232, 234. Trotti Lomellini, famiglia: 79. Turbella, podere: 194-195. Ugarte (Ugertè), Francesco: 17. Val d’Orba, feudo: 36. Valdettaro, famiglia: 80. Valdina, prelatura: 87, 156. Varazze: 210. Varese, Giovanni Agostino, archivista: 44. Vassallo, famiglia: 81. - Benedetto: 152, 161. - Fruttuoso: 152, 282. Velasco in Casado, M. Francesca, sp. Isidoro II Casado: 46. Indice dei nomi di persona e di luogo 429 Velluti, famiglia: 178. - Vincenzo: 94, 112-113, 155-156. Venezia: 82, 116, 210-211, 213-214. Vergagni: 78. Vernagallo, famiglia: 182. Vernazza, famiglia: 77. Verona: 128. Vicini, Sebastiano: 24, 35, 91, 141, 143. - Stefano, 121-122. Vienna: 13, 20, 32, 121, 123, 141, 213, 301. Viganego, famiglia: 79. Villalvernia: 206. Villetta (la), podere: 81, 195. Vittorio Amedeo II, re di Sardegna: 257. Vittorio Amedeo III, re di Sardegna: 248. Vittorio Emanuele I, re di Sardegna: 89. Voltaggio: 295. Voltri: 83. Wollaston, Federico, console americano: 89. Worms, trattato di: 29. Zagarolo, ducato di: 34. Zuccarone: 81. Zuffo: 81. i iTjjljv Associazione ill'USPI ^ Unione Stampa Periodica Italiana Direttore responsabile: Dino Puncuh, Presidente della Società Autorizzazione del Tribunale di Genova N. 610 in data 19 Luglio 1963 Stamperia Editoria Brigati Glauco - via Isocorte, 15 - 16164 Genova-Pontedecimo