NOTAI LIGURI DEI SECOLI XII E XIII VIII /' Coll. il bis.5 GIORGIO COSTAMAGNA LA TRIPLICE REDAZIONE DELL’ /NS TRUMENTUM GENOVESE con Appendice di documenti SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA GENOVA 1961 PREMESSA Questo volume della Collezione dei Notai Liguri edita dalla nostra Società interrompe la serie vera e propria dei Notai per introdurre una ricerca critica nuova ed una interpretazione originale degli usi notarili genovesi che in certo modo fa riscontro al volume introduttivo del Bognetti. L’indagine è la logica conseguenza del progredire che l'edizione ha fatto e del passaggio (per vero già prima che i Notai del secolo XII abbiano tutti visto la luce) ai cartolari del seco- lo XIII, iniziato anche dalla nostra collezione, prima col « Lanfranco » di Kriiger e Reynolds, poi con « Le carte portoveneresi di Tealdo de Sigestro » di Geo Pistarino. Infatti la lettura dei notai anche del secolo XIII e dei secoli successivi rendeva necessaria una indagine che, come già l'opera fondamentale del Moresco e del Bognetti per l’epoca precedente, potesse fornire un quadro degli usi notarili che si erano necessariamente evoluti e permettesse di cogliere anche attraverso l'arruffata trama degli scarni procedimenti giuridici ogni più recondito aspetto della vita medioevale. A tale scopo bene risponde lo studio del Costamagna. Esso invero ha già sostanzialmente visto la luce, con un titolo in parte diverso che meno chiaramente ne denuncia il carattere di ricerca critica, nei Quaderni della « Rassegna degli Archivi di Stato », di recente istituiti per iniziativa dell’Ufficio Centrale degli Archivi *. Ma, col cortese consenso del dott. A. Lombardo, diretto- * G. Costamagna, M. Maira, L. Saginati, Saggi di Manuali e Cartolari notarili genovesi (Secoli XIII e XIV). (La triplice redazione dell’"instrumentum.” genovese). Quaderni della ” Rassegna degli Archivi di Stato ”, n. 7, Roma, 1960, 8°, pagg. 108. — Del Costamagna è l’ampio studio introduttivo; di lui stesso e delle Dott. Maira e Saginati la trascrizione dei documenti. — 5 — re di quell’Ufficio, abbiamo ritenuto opportuno inserire il lavoro anche nella nostra Collezione, ove per la sua stessa natura non poteva mancare. E d’altra parte questa nostra edizione non è una semplice ristampa della prima, perché lo studio tiene conto di ricerche ed osservazioni nuove dell’Autore e tutto il problema è riesaminato alla luce di dotti rilievi del Bognetti, del Pistarino e di altri studiosi. E VAppendice documentaria è costituita qui in parte notevolissima di documenti affatto nuovi ed inediti, ed è compilata con il preciso intento di fornire una esemplificazione, la più ampia possibile, delle varie fasi della redazione dei diversi istrumenti notarili, sicché essa può realmente fornire un utile strumento per la preparazione delle future edizioni. * X * L'occasione di perfezionare la sua ricerca è stata offerta al Costamagna dalla lettura dei notai dei secoli XIII e XIV realizzata nel « Corso di scritture notarili medioevali genovesi » ad opera degli allievi sotto la sua direzione. Sicché può dirsi che il lavoro è il primo frutto tangibile di quella scuola, che per l’affinità dei suoi intenti con quelli sempre perseguiti dalla nostra Società nel campo della storia medioevale, ed in specie dello studio dei cartolari notarili, e per i comuni frutti che ci si ripromette di realizzare con la pubblicazione almeno in parte dei cartolari trascritti e regestati in quei corsi, merita una notizia discreta, che ci riserviamo di dare altra volta. Oggi ci limitiamo a ricordare che il « Corso » venne istituito presso il nostro Archivio di Stato in seguito a deliberazione della Civica Amministrazione di Genova, finanziatrice del corso stesso, per iniziativa del prof. Giuseppe Piersantelli, Consigliere della nostra Società e Direttore Capo delle Biblioteche del Comune, con il precipuo programma, esplicitamente richiamato nella deliberazione consigliare, di facilitare il compito editoriale della « Storia Patria ». L’iniziativa ebbe il pieno consenso anche dell’ufficio Centrale degli Archivi di Stato presso il Ministero dell’interno, ed i corsi si svolsero in quattro cicli biennali tra il 1954 ed il 1961. Furono letti e regestati quattro notari del secolo XIII, dei quali è in corso o in preparazione la stampa per l’iniziativa dell’Ufficio Centrale degli Archivi. La Società di Storia Patria unisce oggi il suo vivissimo agli alti consensi che hanno favorito l’iniziativa dell Amministrazione Civica e della sua Direzione Biblioteche, e si ripromette di perfezionare gli accordi con l’Ufficio Centrale degli Archivi per affiancarsi ad esso nella pubblicazione dei notari trascritti. In forma diversa verrebbe così a rinnovarsi un accordo simile a quello che già consentì l’inizio della raccolta, quando i Notai vennero contemporaneamente pubblicati da noi ed inseriti nella collezione dei « Documenti e Studi per la Storia del Commercio e del Diritto Commerciale Italiano » di Federico Patetta e Mario Chiau-dano. L’intesa con l’Ufficio del Ministero dell’interno consentirà una ripresa ed un impulso nuovo alla raccolta, che necessariamente procede a fatica per le comprensibili difficoltà finanziarie della Società, e al tempo stesso permetterà la presenza in una unica edizione « principe » di tutti i più importanti notai genovesi del Medioevo che verranno via via letti e trascritti nel nostro Archivio di Stato. Se il programma potrà essere integralmente realizzato, come ci si augura, per la collaborazione del Comune, che ha istituito i corsi, e del prof. Piersantelli che li ha pensati e suggeriti, dell’Ufficio Centrale degli Archivi, che si assume l’onere principale della pubblicazione, e della nostra Società, che rivendica a buon diritto la paternità della prima impostazione del lavoro, per l’opera indefessa soprattutto di un Moresco, di un Bognetti, di un Chiaudano, di un Vitale, e degli studiosi americani della scuola del Byrnc che hanno così largamente contribuito sul piano scientifico e su quello finanziario alla realizzazione del grande programma editoriale ( né è detto che quella collaborazione transcontinentale non debba felicemente rinnovarsi in un prossimo domani) ; la cultura storica potrà essere grata in particolare all’Amministrazione Civica genovese che ha così felicemente secondato l’iniziativa di quello tra i suoi Uffici che ha uno dei compiti più alti nel campo della cultura. La Presidenza della Società Ligure di Storia Patria - 7 biblioteca {^irt ^K*wi v, fWvo X* WO>^r 1*^ Cfc«sfL..«J*r tiU-n- «►‘p* aV yrr»".' • r- *.*M cfr "r* ~*i -y-f-4i Uaaji «-^—f^A*»" r>^ r te ny1^ ^ ^ ~ìts • ;’r fEt /JP *nJm^ J T+uJ JJtP»F~ •ert^n -t~ Jt' /V&+ ~rT>i "r ”** -*‘i ■ f'Jr' vwvitn* n*~ tjv£5 v ^•TK^- .'^ ^ *riSL ■y*% y& ïic&r-riSiï ^ w-c.L Ti^•'•'^ ■vcWvr >,*3*> ^ w ^K‘ 7 ’f' -^"TU^ 4- T^i*1 «*»^,-c* fi»* tyr ^ p f ^ "** 7=^ ^ •jU^r ç»&—'r*-^f 4 ?f f* r-»K^r FkahV- *?*k^ b\ /-- ;"mì* ^ Tt « <>•*»«» *“ -«-a, rn^J!± . cO-v fìry+^-vÙ. *^-V- J-r A.S.G., Manuale del notaio Corrado de Castello, in cartolare n. 138. carta 128 r. - Si noti, in capo alla colonna di destra, la prima redazione del-1’« instrumentum » con cui Luigi « de Plazio », canonico della chiesa di San Nazzaro di Palazolo, contrae un mutuo con Giovanni «de Pareto », altro canonico della stessa chiesa. //>? ^ lr_. . w T^"** ‘"T'M, .« r*~ fr ’ fuj rv ^ rt* »-^vr4'4^ * ^ *tU v^rfer'- "f r" . . c\ «**«*& rt?'w*-ii ■*■ H*' ' iH 9^ T p-??* 0'..^'^- p^*v> «*& pii,..,/ ^ <>k ^ t r -*1' ^ *T ^ .**•*& f ^ '"*■ •”* n*~r* r* i,:< Æn*Fw"M --W*»*# ^ ■*•«“ *"ArT t+nS*'*' r^V. <*.** f£ 'V fA+*>f,***r rr* , fc*-* V' «.^ ^ ^ ^ “r" -i? • ,. ,„u *"^r r", ì- ^ r? 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Il problema della formazione del cartolare notarile — Duplice o triplice redazione dell’« instrumentum »? — Importanza delle imbreviature genovesi per la risoluzione del problema — Il ritrovamento di manuali e di cartolari comprovanti la triplice redazione a Genova nei secoli Ain e XIV — il manuale e la prima redazione dell’« instrumentum »; << P!f,bl}cattones » e « lineatura. » — Il cartolare e la seconda redazione dell « instrumentum » : « publicationes », lineatura, note marginali — Il passaggio dell’« instrumentum » dal manuale al cartolare — Valore della redazione del manuale. Uno dei più conosciuti ed appassionanti problemi proposti dalla diplomatica latina è indubbiamente quello relativo ai rapporti che intercorrono fra « dictum » e « imbreviatura » ed a fondo vengono dibattuti nella dottrina i quesiti, in parte ancora insoluti, che si ricollegano alla genesi storica e giuridica di quest'ultima D. Ma non meno oscuro rimane il processo di successione delle varie 1) A. Gaudenzi, Le notizie dorsali delle antiche carte bolognesi e la formula « post traditam compievi et dedi » in rapporto alla redazione degli atti e alla tradizione degli immobili, Atti Congresso Intemaz. di scienze storiche, Roma, 1904, pp. 419-44; dello stesso autore: Sulla duplice redazione del documento italiano nel Medioevo, Archivio Storico Italiano, ser. V, XLI, 1908, pp. 257-364; F. Kern, Dorsu-alkonzept und Imbreviatur, zur Geschichte der Notariatsurkunde in Italien, Stuttgart, 1906; P. S. Leicht, Dictum ed imbreviatura, Osservazioni, Bullettino senese di storia patria, XVII, 1910, pp. 369-402; B. Pitzorno, La « carta . mater » e la « carta filia», Nuovo Archivio Veneto, N.S., TX, 1908, pp. 427-430; F. Schüpfer, A proposito della « carta mater » e delle « carta filia » studiate in una recente pubblicazione, Riv. Ital. di scienze giuridiche, XLVIII, 1910, pp. 1-56; H. Bresslau, Handbuch der Urkundenlehre fiir Deutschland und Italien, II, 1, Leipzig, 19152, pp. 114-131; l. Schiaparelli, Note dorsali, « Dieta », in A. S. I., s. VII, XXI, 1934, pp. 21-55; P. Rasi, Il documento e la traditio chartae nel periodo longobardo, in Pubblicazioni della Università di Pavia, Studi nelle scienze giuridiche e sociali, 99, 1947, pp. 237-83; A. Pratesi, I « dieta » e il docuviento privato romano, Bullettino dell’Archivio Paleografico It., N.S., I, 1955. Si vedano anche l’edizione fototipica e il commento illustrativo di alcune « rogationes » bolognesi a cura di G. Cencetti in Arch. Paleo-grafico It., XII, fase. 59, Roma, 1953. fasi attraverso cui doveva passare la redazione dell «instrumentum» nella sua prima età; di notevolissimo interesse, tra gli altri, il problema della formazione del cartolare, anche perchè i formulari medievali rimastici non sono espliciti al riguardo e gli statuti, oltre a dettare norme diverse da città a città, per lo più tacciono su questo particolare o, se non suffragati da una opportuna documentazione, purtroppo sovente inesistente, finiscono per generare equivoci e contrastanti interpretazioni 2). Valenti studiosi, soprattutto il Chiaudano 3> ed il Bognetti 4>, hanno tuttavia posto in luce come interessanti risultati possano trarsi, a questo proposito, da uno studio approfondito delle imbreviature dei notai Genovesi dei secoli XII e XIII, le più antiche che il tempo ci abbia risparmiato. Nessuna fonte, infatti, offre più ampia possibilità di studio, sia per la massa dei documenti rimastici sia per la varietà del loro contenuto giuridico 5). Per Genova l’opinione corrente, prospettata dal Bognetti nel volume introduttivo all’edizione dei Notai liguri 6), riteneva che, cessato 2) Tipico il caso del documento veneziano, rispetto al quale, partendo da disposizioni statutarie, il Gaudenzi (Sulla duplice redazione, cit., pp. 257 e segg.) ed il Pagnin (Per uno studio sulla redazione del documento Veneziano, Bullettino Arch. Paleogr. It. N. s„ numero speciale in onore di F. Bartoloni, 1956-57, p. 215-222) giungono a conclusioni diametralmente opposte, sostenendo il primo la triplice, il secondo la duplice redazione dell’istrumento. 3) M. Chiaudano-M. Moresco, Il cartolare di Giovanni Scriba, Torino 1935; I, p. I. 4) M. Moresco - G. P. Bognetti, Per l’edizione dei Notai liguri del secolo XII, Genova, « Società Ligure di Storia Patria » (già « Deputazione »), 1938, pp. 52 e segg. Lo studio, come è noto, è del Bognetti, che solo citeremo d’ora innanzi. 5) La situazione opposta si verifica, invece, a Venezia dove agli statuti (R. Cessi, Gli Statuti Veneziani di Jacopo Tiepolo del 1242 e le loro glosse, Memorie R. Istituto Veneto, XXX, n. 2. 1938) non fanno riscontro le imbreviature, risalendo le più antiche a Pietro Scardon, notaio in Candia, (1271), Archivio di Stato di Venezia, notai del Regno di Candia, B. 244, ed. a cura di A. Lombardo, Documenti della Colonia Veneziana di Creta, Torino, 1942). I momenti essenziali della redazione del documento veneziano sono stati recentemente studiati dal Pagnin (B. Pagnin, Per uno studio sulla redalione del documento veneziano, cit., pp. 215-222) cui si deve anche un precedente studio sul formulario (B. Pagnin, Il documento privato veneziano, Il formulario, Padova, 1950), ma già in precedenza A. Lombardo, (Note sul diritto commerciale nei secoli X-XIII, Venezia, 1940 pp. 36, ripubblicato, con qualche leggera modifica, in « Archivi », s. n, 1953, pp. 43-72, col titolo La diplomatica del documento commerciale veneziano dopo il mille prima del riconoscimento legale delle imbreviature notarili) aveva posto in luce i più importanti aspetti della rt dazione del documento veneziano prima del riconoscimento legale delle imbreviature notarili. 6) Bognetti, op. cit., p. 50. Alle stesse conclusioni giunge il Pagnin per Venezia (Per uno studio..., cit., pp. 215-222). - 10 - l’uso delle notizie dorsali, le più recenti delle quali risultano degli anni intorno al 1120 7>, l'imbreviatura, che noi ritroviamo nei cartolari a partire dalla metà del secolo XII e dalla quale veniva estratta la « charta » in pergamena, fosse sì, inizialmente, lo sviluppo di una scheda, dove il notaio aveva preso appunto del nome dei testimoni, degli estremi del negozio e delle parti, ma che ben presto questo sistema venisse superato e che il notaio, ormai padrone del formulario, stendesse di regola gli atti di primo getto nel cartolare. La redazione deH'istrumento, insomma, si sarebbe, in questo secondo momento, svolta in due fasi anziché in tre e l'atto scritto nel cartolare rappresenterebbe ad un tempo la minuta ed il definitivo esemplare. Questa fondamentale evoluzione daterebbe dalla fine del secolo XII e troverebbe la sua espressione più evidente nel cartolare del notaio Guglielmo Cassinese 8>, di cui ci sono stati conservati gli atti per gli anni 1190-1192 9>. A tali conclusioni si giungeva attraverso l'esame diretto dei più antichi cartolari notarili, poiché la mancanza di fonti statutarie Genovesi relative all'argomento, per i secoli indicati, non permetteva di chiarire in altro modo i punti controversi della questione. Ma già la Doehaerd 10 ) e, più recentemente, il Falco ed il Pi-starino 11 > osservavano come l'accuratezza usata dai notai nella redazione degli istrumenti del cartolare e la completezza degli stessi contrastassero fortemente con l'ipotesi cui si è accennato e postulavano l'esistenza di un minutario. Il Lopez, inoltre, pur interessandosi ad argomenti di storia economica, segnalava l'esistenza di una duplice redazione di alcuni istrumenti del notaio Corrado di Capriata 12K A queste giuste considerazioni si può aggiungere la constatazione, evidente soprattutto quando si estenda lo studio a molti esemplari, della presenza di vari tipi di registri di caratteristiche profondamente diverse tra loro cui, d'altra parte, fa riscontro, alme- 7) A.S.G. - Archivio Segreto, Monastero di S. Siro, n.g. 1525, 1121 luglio. 8) Bognetti, op. cit., p. 59. 9) S. W. Hall Cole - H. J. Krueger - R. L. Reynolds, Guglielmo Cassinese (1190-1192), « Notai liguri del secolo XII, vol. II, Genova, Deputaz. di St. Patria per la Liguria, 1938. 10) R. Doehaerd, Les relations commerciales entre Gênes la Belgique et l’Outre-mont d’après les archives notariales génoises aux XIII et XIV siècle, I, Bruxelles - Roma 1941, p. 33. 11) G-. Falco - G. Pistarino, Il cartolario di Giovanni di Giona di Portovenere, sec. XIII, « Bibl. Soc. Storica Subalpina », Torino 1955, p. XXXV. 12) R. Lopez, La crisi della Banca di Genova, Milano 1956, p. 12. 11 — no apparentemente, l'incertezza della terminologia. Il termine più frequentemente usato dai notai è quello di « cartularius » cui affiancano, tuttavia, « manuale » e talora, se pur raramente, « imbre-viarius » 13>. Anche le menzioni, che si ritrovano nella « completio » delle pergamene o nelle « apodixiae » dei magistrati ordinanti l'estrazione « in publicam formam », lasciano sussistere numerosi dubbi a causa della varietà delle espressioni usate che, partendo dal presupposto di considerare gli atti raccolti nel cartolare come minuta e ad un tempo definitivo esemplare deH’istrumento, non si riesce in alcun modo a spiegare. Accanto, infatti, alla « completio » che si riferisce ad istrumento estratto « de cartulario instrumentorum » si ritrova quella relativa ad istrumento estratto « de manuali » o, addirittura, « de manuali parvo instrumentorum » 14). 13) A.S.G., Liber Jurium dupl., ms. n. LXXXVI, c. 266 b: «Ego Lantelmus notarius Sacri Palatii hoc exemplum ex imbreviario Instrumentoruvi domini Bertoloti canonici Janue notarii extraxi et exemplavi prout in eo vidi et legi nichil addito vel diminuto praeter litteram vel sillabam titulum seu punctum abreviationis causa et hoc absque mutatione corruptione uel diminutione dictionum vel sensus ad quod corroborandum tamquam si propria manu dicti Bertoloti foret scriptum iussu domini Pegolati Ugueçonis de Girardino Januensis Potestatis propria manu scripsi et in publicam formam redegi; ed. H. P. M., Liber iurium Reipublicae Genuensis, I, Augustae Taurinorum, 1854. coi. 420; e A. Ferretto, Documenti Genovesi di Novi e Valle Scrivia, I. BSSS, LI, 1909, p. 109. 14) A.S.G., Liber Jurium dupl., ms. n. LXXXVI, c. 303 v.: «Ego Lantelmus notarius. Sacri Palatii hoc exemplum hominum predictorum de mandato Domini Pegoloti Ugueçonis de Girardino Civitatis Janue Potestatis extraxi et exemplavi de quodam manuali manu Willelmi Cafaraine notarii scripto secundum quod in eo vidi et legi et peT omnia contineri nichil addito vel diminuto nisi forte littera vel sillaba titulo seu puncto sententia non mutata et ad ipsum corroborandum iussu dicti Potestatis propria manu subscripsi », ed H.P.M., Liber Jurium, I, coi. 731 e A. Ferretto, Doc. di Novi e Valle Scrivia, cit. I, p. 312; Cfr. anche A.S.G., Arch. Segreto, Monastero di S. Stefano, n. g. 1510, 1304 agosto 9: «Ego Januinus Vatacius notarius predictum instrumentum ut supra extraxi et exemplificavi et in hanc publicam formam reddegi de manuali instrumentorum compositorum manu quondam Johannis Enrici de Porta notarii, ad postulacionem dicti Stephani de mandato, racione et auctoritate Domini Consulis Civitatis, ut de mandato predicto apparet publica apodixia scripta in dictis actis MCCCVIII»; Cfr. anche A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di S. Stefano, n. g. 1510, 1299 agosto 16: ««Ego Franciscus Morrucius de Quinto notarius ut supra extraxi et in hanc publicam formam redegi de manuali parvo instrumentorum compositorum manu quondam Johannis Enrici de Porta notarii habens ad hoc generale mandatum ad postulacionem Domini Abbatis»; Folco e Pistarino (op. cit., p. XXXIV) trascrivono anche la seguente annotazione del notaio portovenerese Giovanni di Giona: « suprascriptam cartam olim abreviatara et scriptam in quodam foliacio et abreviatura instrumentorum compositorum per quondam Johannem de Jona notarium de Portuveneris et sicut in dicto foliacio Tuttavia è necessario precisare che le osservazioni della Doehaerd, del Falco, del Pistarino e del Lopez nonché quanto si è aggiunto sull'argomento si riferiscono a notai della seconda metà del XIII secolo. In effetti il Bognetti, tirando le somme, nel suo prezioso lavoro, delle osservazioni effettuate sui cartolari del sec. XII non poteva che formulare l'ipotesi ricordata, tanto più che l'esame diretto degli istrumenti del citato Guglielmo Cassinese lascia grandemente perplessi per la varietà e l'incertezza degli usi. Ma estendendo l'analisi ai cartolari seguenti nel tempo appare chiaro, come meglio si vedrà in seguito, che la fine del sec. XII e l'inizio del XIII più che vedere la conclusione del processo evolutivo che si sta studiando racchiudono il periodo di formazione dei più importanti usi notarili relativi alla redazione dell'« instrumentum ». Come meglio si vedrà in seguito, per gran parte della prima metà del secolo XIII si riscontrano incertezze ed usi diversi da notaio a notaio anche nella redazione di quelle parti dell'istrumento che i medievali consideravano essenziali per la validità del documento. Di qui la necessità di accertare la reale natura dei vari tipi di registro e gli eventuali rapporti tra loro intercorrenti. A tale fine, per basare la ricerca su dati di fatto sicuri, si è compiuta l'analisi dei registri notarili rimastici dei secoli XIII e XIV con l'intento di separare accuratamente i cartolari dai manuali per poterne studiare le rispettive caratteristiche. Purtroppo, come è noto 15), in seguito soprattutto al bombardamento francese del 1684, che causò la rovina dell'archivio e la dispersione delle scritture, ed alla successiva maldestra rilegatura dei volumi, i cartolari andarono talmente scompaginati da rendere molto difficile il ricostruire la loro primitiva composizione. Le maggiori difficoltà derivano dal fatto che raramente i frammenti ci hanno conservato le parti iniziali dei registri dove i notai, di norma, chiarivano la natura dei registri stessi. Una paziente ricerca ha tuttavia permesso di rintracciare parecchi quinterni muniti ancora dei rispettivi frontespizi, alcuni dei quali con l'indicazione di « cartu- et manuali inveni, ita per ordinem fideliter scripsi et exemplavi et in publicam formam redegi ». 15) Bognetti, op. cit., pp. 24 e segg.: Archivio di Stato di Genova, Cartolari notarili Genovesi (1-149), Inventario, Pubblicazioni a cura del Ministero dell’In-temo, Genova 1956, p. XII. — 13 — larius instrumentorum » 16 >, altri di « manualle » 17 >, altri ancora di « manualle instrumentorum » 18 >. Non solo ma, cosa di grande interesse, per ima parte di essi si è potuto constatare come tra frammenti di manuale e frammenti di cartolare esistesse completa corrispondenza di atti, come, cioè, quella contenuta nel manuale non fosse che una prima redazione degli istrumenti del cartolare. I frammenti che permettono un più ampio esame, poiché raccolgono ciascuno un notevole gruppo di istrumenti, sono, tra i più antichi, essenzialmente otto, quattro di manuale e quattro di cartolare. I primi due appartengono al notaio Corrado di Capriata e conprendono istrumenti datati nel mese di agosto del 1259 19>. Dei mesi dal luglio all’ottobre dell'anno 1277 sono quelli del notaio Rolandino di S. Donato 20). Gli altri, rispettivamente dei notai Corrado di Rapallo e Angelino di Leone, appartengono, invece, agli inizi del secolo XIV 21). Si era anche potuto raccogliere un certo numero di appunti preparatori su fogli volanti, che, in genere, a Genova prendono il nome di « notule », per la maggior parte dei notai di cui rimangono istrumenti per un periodo di tempo continuato abbastanza lungo 22>, ma si poteva pensare che non fossero il risultato di un 16) A.S.G., Sez. Notai, Cartolari: 8, c. 1; 11, c. 1; 16, c. 20; 19, c. 1; 32; c. 1; 40/1, c. 1; 40/11, c. 1; 42, c. 9; 43, c. 273; 44, c. 7; 47, c. 1; 49, cc. 25 e 95; 60/1, c. 1; 68/1, c. 79; 109, cc. 98, 127, 131; 116, c. 1; 121, c. 1; 122, c. 1; 124, c. 1; 128, c. 1; 138, c. 1; 144, c. 1; 145, c. 1; 148, c. 1. 17) A.S.G-., Sez. Notai, Cartolare 12/1, c. 149 r. 18) A.S.G,, Sez. Notai, Cartolari 134, c. 77 r. e 138, c. 174 r. 19) A.S.G., Sez. Notai, frammento di manuele in cart. 12/1, cc. 120-134, in corrispondenza a cart. 34, cc. 162-182, per il periodo 13 agosto - 21 agosto 1259. 20) A.S.G., Sez. Notai, frammento di manuale in cart. 12/1, cc. 205-222, in corrispondenza a cart. 34, 162-182, per il periodo 13 agosto - 21 agosto 1259. 21) A.S.G., Sez. Notai, frammento di manuale in cartolare n. 138, cc. 125-135, in corrispondenza a cart. 138, cc. 108-123, per il periodo 17 aprile - 25 aprile 1307 e frammento di manuale in cart.256, cc. 53-67, in corrispondenza a cart. 256, cc. 5-15, per il periodo 1316 giugno 4 - 1317 settembre 27. 22) Oltre a quelle segnalate dal Bognetti (op. cit., appendice) si vedano le « notule » inserte nei seguenti cartolari dell’A.S.G.: Angelinus de Sigestro, cart. 78, inserto tra c. 132 e c. 133; Bartholomeus Fornarius, cart. 21/1, inserto tra c. 182 e c. 183; Bartholomeus de Pareto, cart. 114, inserto tra c. 268 e c. 269; Bonusvas-sallus de Cassina, cart. 24, inserto tra c. 155 e c. 156: Bonusvassallus de Maiori, cart. 55/11, inserto tra c. 22 e c. 23; David de S. Ambrosio, cart. 85, inserto tra c. 149 e c. 150; Enricus Guilielmus Rubeus, cart. 105, inserto tra c. 200 e c. 201; Georgius de Camulio, cart. 68/11, inserto tra c. 14 e c. 15; Guilielmus de S. Geor-gio, cart. 75/11, inserto tra c. 210 e c. 211; Januinus de Predono, cart. 28, inserto - 14 - uso costante bensì venissero originati da particolari necessità del momento o da complessità dei negozi giuridici. Così risulta evidente che, talora, il notaio, non avendo ben calcolato lo spazio necessario per trascrivere un atto di cui era stata lasciata in sospeso la conclusione, aggiunge l’appunto stesso che gli era servito per la prima redazione e lo lega con il resto del cartolare, facendolo cucire nel suo interno e spiegando con un richiamo a margine quanto è costretto a fare 23 ). Qualcosa di analogo si verifica molto spesso per la redazione di inventari, di testamenti e dove siano necessarie lunghe elencazioni di cose o di merci: il notaio, per non perdere troppo tempo, scrive la parte iniziale e quella finale dell'istrumento e per l'elenco allega l'appunto scarabocchiato in fretta sul luogo dove ha effettuato l'inventario o a fianco del letto deH'infermo testatore 24>. Altre volte, nella mancanza assoluta di spazio, unisce semplicemente la notula 25), contrassegnandola, però, con tutti i segni che, come vedremo, risultano indispensabili per permettere in un secondo tempo l'estrazione della « charta » in pergamena od il rifacimento di quest'ultima. In tutti questi casi, in un certo senso, la notula entra a far parte del cartolare stesso e perdendo le sue caratteristiche è minuta ed istrumento ad un tempo. tra c. 118 e c. 119; Johannes de Corsio, cart. 81. inserto tra c. 20 e c. 21; Johannes Dracus, cart. 67, inserto tra c. 50 e c. 51; Johannes Enricus de Porta, cart. 21/11, inserto tra c. 153 e c. 154; Leonardus Negrinus, cart. 79, inserto tra c. 74 e c. 75; Manuel Locus, cart. 65, inserto tra c. 75 e c. 76; Manuel de Sexto, cart. 38, inserto tra c. 9 e c. 10; Meroaldus de Pexanino, cart. 97, inserto tra c. 112 e c. 113; Nicolaus de Porta, cart. 68/11, inserto tra c. 59 e c. 60; Palodinus de Sexto, cart. 21/11, inserto fra c. 21 e c. 22 e cart. 30/1, inserto tra c. 93 e c. 94; Raimundus Medicus, cart. 5, inserto tra c. 32 e c. 33; Vivaldus Scarsella, cart. 59, inserto tra c. 258 e c. 259. 23) A.S.G., Sez. Notai, cartolare n. 67, c. 215 v.: «Ego Obertus de Langasco notarius imperialis curiae judex ordinarius transcripsi et in publicam formam hoc instrumentum redegi ut supra de foliacio manu quondam Nicolosi Durantis notarii invento infixo in cartulario eius, de mandato domini Petri Jordani de Fano Januensis Consulis de iustitia deversus Civitatem, Millesimo ducentesimo sexagesimo quarto, die prima februarii, presentibus et convocatis testibus Enrico Dardella notario, Vassalino et Rollandino executoribus Consulis Burgi»; ed. A. Fèrretto, Doc. Novi e Valle Scrivia, cit., p. 327. Similmente non potendo terminare la redazione di un atto nel cartolare unisce la notula avvertendo che la lettura dovrà essere ripresa « ubi signum... » (cfr. cartolare n. 105, c. 201). 24) A.S.G., Sez. Notai, cart. 67, inserto tra c. 50 e c. 51; ibid. inserto tra c. 79 e c. 80. 25) A.S.G., Sez. Notai, cart. 65, inserto tra c. 75 e c. 76; cart. 59, inserto tra c. 258 e c. 259; cart. 57, inserto tra c. 115 e c. 116. — 15 — Il ritrovamento, invece, di intere parti di cartolari e dei corrispondenti manuali viene a dare chiara conferma di quanto si era ipotizzato in base a considerazioni di carattere generale, permette di affrontare l’esame delle caratteristiche, in modo da giungere ad una sicura identificazione degli uni e degli altri, anche per i frammenti non ancora studiati, e contribuisce a spiegare il procedimento di formazione del cartolare. Una differenziazione di carattere estrinseco pareva essere offerta dal diverso formato, in quanto i cartolari risultano generalmente di grandi dimensioni mentre i manuali, molto più maneggevoli, non superano generalmente i cm. 32x12. Tuttavia un più attento esame ha permesso di constatare come esistano anche cartolari in tutto simili esternamente ai manuali 26 Occorre perciò rifarsi al contenuto, sulla scorta anche delle poche pergamene corrispondenti rimasteci, che mantengono costantemente il nome di « charta » per tutto il secolo XIII ed il seguente 27Il confronto tra queste ultime e gl'istrumenti del cartolare convince che, per l’epoca indicata, non esistono tra le une e gli altri sostanziali differenze, ove si escluda, naturalmente, la sotto-scrizione del notaio che sola poteva dare piena efficacia giuridica al documento. Molte e notevoli, invece, le differenze tra gl'istrumenti contenuti nel manuale e le « chartae » corrispondenti. Per queste ragioni, premesso che sia nei manuali sia nei cartolari, nel secolo XIV, si parla sempre ed esclusivamente di « instrumenta », si rende necessario illustrare brevemente le caratteristiche degli stessi quali compaiono negli uni e negli altri. L’« INSTRUMENTUM » NEL MANUALE. L’esame degli istrumenti contenuti nei manuali permette di constatare, da un punto di vista generale, l'estrema concisione di ogni atto ed il gran numero di correzioni e modifiche denuncianti chiaramente la natura di primitiva redazione. Del resto lo stesso aspetto esteriore dei manuali, molto trascurato e con i margini delle 26) Si veda, ad esempio, il « Cartularius instrumentorum » del notaio Nicoloso de Beccaira (A. S. G.t Sez. Notai, cartolare 19, c. 1). 27) Si veda, ad esempio, A. S. G., Sez. Notai, cart. n. 19, cc. 56 e segg. — 16 — pagine spesso scarabocchiati da innumerevoli « prove di penna », è un indice da non sottovalutarsi 28 ). Che ci si trovi, poi, di fronte ad una prima stesura non pare dubbio quando si considerino le correzioni, il notevole numero di istrumenti appena abbozzati e poi subito abbandonati 29 ), che naturalmente non compaiono nel cartolare, ed i numerosi altri in cui appare evidente come il notaio, dopo aver iniziato la redazione considerando un solo contraente per parte, sia, invece, invitato a considerarne anche altri e ne aggiunga i nomi in soprallinea dimenticando, però, di variare in corrispondenza le forme verbali e pronominali 30 Scendendo ai particolari, si nota che l’invocazione, in genere, si riduce ad un semplice segno di Croce, mentre il testo, in forma soggettiva, non comprende che gli elementi strettamente indispensabili per l’intelligenza del negozio giuridico. Il testo stesso, però, pur nella sua concisione, appare, talora, contorto e ricco di sovrabbondanze, come di chi scriva prendendo appunto dalla viva voce di persona semplice e ben lontana da conoscenze giuridiche. Indicativi paiono, a questo proposito, gl’istrumenti di manuale dove si usano complicate espressioni per dinotare semplicissimi legami di parentela o dove si adottano termini poi sostituiti, nel cartolare, da altri di uso meno comune 31 >. Pecche tutte che naturalmente spariranno al momento della trascrizione nel cartolare. Quasi tutte le formule finali, siano esse obbligatorie o rinun-ziative, sono per lo più solo accennate, anzi vengono trascurate quelle comuni e menzionate soltanto quelle che assumono una particolare importanza ai fini del valore giuridico del documento. Ma, soprattutto, mancano in gran parte le « publicationes », le formule, cioè, del protocollo, comprendenti essenzialmente l’indicazione del nome dei testimoni, del luogo, dell’anno, del mese, del giorno e dell’indizione in cui si compie il negozio guiridico, che Ranieri da Perugia, Rolandino Passeggeri e, si può dire, tutti i formulari notarili medievali consideravano indispensabili alla validità del documento 32>. Della data, spesso, non rimane che la - 28) A. S. G„ Sez. Notai, frammento di manuale in cart. 12/1, c. 206 r. e 199 v. 29) A.S.G. Sez. Notai, cart. 12/1, cc. 120 r., 128 v., 219 v, e cart. 138 c. 125 r, 30) Si veda, ad esempio, A.S.G., Sez. Notai, cart. 12/1, c. 121 r. e v. 31) Cfr. la primitiva redazione nel frammento di manuale (in A.S.G., Sez. Notai, cart. 256, c. 66 r.) con la redazione del cartolare (ibid., c. 15 r.) dove al termine « sclavus » viene sostituito « servus ». 32) Rolandinus, Summa totius artis notariae, Venetiis 1583, t. II, c. 192. « Ideo enim publicationes dicuntur quia publicam et authenticam et fide dignam reddunt — 17 — 2 semplice indicazione del giorno del mese 33>, talora neppure questa esiste nè vi è riferimento a quella degli atti precedenti 34>, solo la si può presumere per l'uso, testimoniato dal Rolandino stesso 35>, di riferirsi a quella dell’ultimo atto datato. Altrettanto si deve dire per quella che i medievali dicevano la « lineatura » 36>, vale a dire tutto quel complesso di segni, di annotazioni e di accorgimenti che dovevano permettere al notaio di stabilire se eventualmente l'instrumento fosse stato cassato, se ne fosse stata estratta la « charta » in pergamena ecc. ecc. Essa, nei manuali, non preoccupa i notai o, meglio, la segnano o non la segnano come meglio credono. Così Corrado di Capriata si limita a sbarrare con un tratto obliquo gl’ istrumenti che sono stati trascritti nel cartolare ed a tracciare una linea ondulata su quelli interrotti o cassati per volontà delle parti prima ancora della trascrizione 37). Corrado di Castello, invece, segna accuratamente ogni elemento utile e aggiunge, anzi, a margine di ogni istru- scripturam et quia in instrumentis apponi debent et scribi solum per manum publicae personae hoc est notarii qui est publica persona, eo quod ipsius officium est ad publicam utilitatem inventum. Sunt autem hae probationes regulariter sex scilicet anni Domini, indictio, dies, locus, testes et nomen tabellionis, licet septima publicatio in quibusdam locis et terris addi consueverit scilicet nomen Papae vel Imperatoris eo tempore regnante quo fuit conditum instrumentum »; Cfr. anche Rainerii de Perusio, Ars Notaria, in Biblioteca Juridica Medii Aevi, II, Bologna, 1901, p. 30, « ... non est obmittendum quod tam protocollis que vulgo rogationes dicuntur quam instrumentis eorum indicio faciendis debent publicationes et certa capitula scribi, in cuiuslibet itaque rogationis principio quinque publicationes scilicet annos Domini, diem quo fit contractus, indictionem, testes, locus»; Cfr. anche Summa Notariae Belluni Composita, in Bibliotheca Juridica Medii Aevi, op. cit., p. 353, « ... est in primis itaque notandum quod ad plenam confectionem cuiuslibet instrumenti quinque sunt necessaria videlicet primum est quod in eo sint anni Domini, secundum est quod in eo sit indictio, tertium est dies mensis et locus, quartum est praesentia testium, quintum est nomen cum nota tabellionis». 33) A. S. G„ Sez. Notai, frammento di manuale in cart. n. 12/1, cc. 205 e segg. 34) A. S. G„ Sez Notai, frammento di manuale in cart. n. 12/1, cc. 120 e segg. e cc. 205 e segg. 35) Rolandinus, op. cit., t. II, c. 121 b, « Nota quod si non fuerint in rogatione illa anni Domini vel dies inquirat tabellio in quaterno vel libro si ibi fuerint anni scripti et inquirat etiam si in aliqua praecedenti rogatione scriptus est dies; quod si invenerit posito signo et nomine suo et tota subscriptione praedicta ut proxime dictum est addet... ». 36) Summa Notariae annis MCCXL - MCCXLIII Aretii composita, in Bibliotheca Juridica Medii Aevi, op. cit., p. 36: «Rogationes vero aliorum tabellionum per ordinem exemplantur nullo mutato latius vel inter et cum lineatura si qua est ibi ». 37) A.S.G., Sez. Notai, cart. n. 34, cc. 164 e segg. — 18 — mento se ne è stata tratta la carta « in publicam formam » 38 ). Solo costante è la menzione dei testimoni che in tutti i casi che è stato possibile esaminare appaiono essere gli stessi dell'istru-mento trascritto nel cartolare. L'« INSTRUMENTUM » NEL CARTOLARE. Come si può facilmente constatare dalle parti che si pubblicano, in genere l'istrumento, quale ci appare nei cartolari del sec. XIII, ha inizio con l'invocazione, spesso congiuntamente nelle due forme di simbolica e verbale 39>, segue il testo comprendente il dispositivo, in forma soggettiva, e le formule finali, per lo più obbligatorie o rinunziative. Soltanto di queste, talora, man mano che ci si avvicina al secolo XIV, vengono tralasciati alcuni elementi e sottintesi con un semplice « etc » 40 ). Chiudono l’istrumento la data topica, quella cronica ed i nomi dei testimoni. L'ultima parte è sempre completa e molto accurata: la data topica comprende l'indicazione del luogo con la precisazione dei particolari, quella cronica denuncia costantemente anno, giorno, mese, ora ed indizione. I nomi dei testimoni seguono, di norma, la data ma possono anche trovar posto tra la data topica e quella cronica 41 >. Sono, in sostanza, le formule costituenti le « publicationes » e proprio queste ci permettono, oltre la constatazione della particolare cura con cui sono redatte, una prima osservazione che balza evidente dall'esame dei frammenti rimastici: lo stabilirsi dell'ordine sopradescritto nella compilazione degli istrumenti del cartolare avviene progressivamente nel tempo e si fissa nelle sue grandi linee durante la prima metà del secolo XIII. 38) A.S.G., Sez. Notai, cart. n. 138, cc. 108 e segg. 39) A.S.G., Sez. Notai, cart. n. 34, cc. 6 e segg. 40) A.S.G., Sez. Notai, cart. n. 89, cc. 234 e segg. 41) Tra i notai di cui sono stati rintracciati con certezza i cartolari usano far seguire i nomi dei testimoni alla data i seguenti: Parentinus de Quinto, cart. 8, cc. 1-242: Conradus Stephanonus, cart. 49, cc. 95-140; Joachinus Nepitella, cart. 60/1, cc. 1-51: Andreas Fortis, cart. 109, cc. 98 e segg.; Lambertus de Sambuxeto, cart. 124, cc. 1 e segg.; Obertus Beltramis, cart. 128, cc. 1 e segg. I seguenti notai inseriscono invece i nomi dei testimoni tra la data topica e quella cronica: Matheus de Predono, cart. 32, cc. 1-275; Riccobonus de Savignono, cart. 109, cc. 23-46; Castellinus de Portuvenere, cart. 121, cc. 1 e segg.: Johannes de Finamore, cart. 122, cc. 1 e segg.; Vassalinus Bellengerius, cart. 144, cc. 1 e segg.; Damianus de Camulio, cart. 148, cc. 1 e segg. — 19 — Prima di quell'epoca, infatti, non si può dire che esista una norma comune e costante relativa alla presenza ed alla posizione dei vari elementi delle « publicationes » nell’istrumento. Alcuni notai, pur trattandosi con certezza di cartolari, ancora nei primi decenni del secolo, pongono l'indicazione dell'anno solo sul frontespizio 42) o all'inizio ed alla fine dell'anno civile 43 >. Altri segnano l'anno sul margine superiore di ogni carta 44 ), talora su tutte e due le facciate della stessa 45 ). Altri, infine, usando il sistema che diventerà poi comune, indicano l'anno in ogni imbreviatura 46 >. Dopo l'epoca indicata praticamente si può dire che tutti i notai usino quest'ultimo sistema. Ma il ritrovamento dei citati frontespizi ha permesso altre importanti constatazioni relative, da un lato, all'uso di diversi cartolari per negozi di differente natura giuridica, dall'altro, ai problemi connessi alla « lineatura » ed alle cosiddette note marginali. Già il De Boiiard, trattando dei notai provenzali, aveva notato, per il secolo XIII, l'uso di diversi cartolari in relazione alla natura degli istrumenti trascritti 47). Una tale distinzione, tuttavia, a Genova, nello stesso secolo, non appare nettamente stabilita, infatti accanto a cartolari destinati a raccogliere esclusivamente « laudes et inventaria » 48 ) se ne ritrovano altri in cui sono indifferentemente trascritti istrumenti, testamenti, sentenze ed inventari 49). 42) A.S.G. Sez. Notai, cart. 19, anno 1231, c. 1; cart. 18, anno 1239, c. 262. 43) A.S.G., Sez. Notai, cart. 16/11, anno 1224, c. 20 r. 44) A.S.G., Sez. Notai, cart.. 11, anno 1214, cc. 4 e segg.; cart. 20/1, anno 1237, cc. 23 e segg. 45) A.S.G., Sez. Notai cart. 18/11, cc. 135 e segg.; cfr. anche cart. 5, cc. 1 e segg. 46) A.S.G., Sez. Notai, cart. 11, anno 1217, cc. 1-3; cart. 56, anno 1221, cc. 46 e segg. 47) A. de Boüard, Manuel de Diplomatique Française et Pontificale - L’acte privé, Parigi 1948, pag. 212, nota 1. 48) A.S.G., Sez. Notai, cart. 23/11, fascicolo inserto all’inizio: « Cartularius laudum et inventariorum factus per Ogerium Osbergerium notarium diebus et mensibus infrascriptis in potestatia domini Guilielmi Adalardi Clavari et Lavaniae Potestatis, Millesimo ducentesimo quinquagesimo primo ». Purtroppo a Genova ben poco è rimasto dell’archivio dell’antico Comune anteriore al secolo XIV, tuttavia anche una semplice scorsa alle convalidazioni dei documenti trascritti nei « Libri Jurium » fornisce interessanti chiarimenti sugli usi dei cancellieri del Comune. Troviamo, così, istrumenti estratti « de manuali Communis » (cfr. codice « Ve-tustior » c. 175), « de cartulario Communis » (ibid. cc. 147, 148, 181), « de cartulario consiliorum » (ibid. cc. 230, 291, 292), e, notizia di particolare momento, « de cartulario iteragentium » (ibid. cc. 149, 163, 175, 176). 49) A.S.G., Sez. Notai, cart. 107, c. 1: «Cartularius instrumentorum compositorum per me Vivaldum de Sarzanno tam vendicionum et convencionum accomen- — 20 — Appare, tuttavia, evidente che dopo la metà del secolo le cancellerie dei « consules de iusticia » sono costrette, in considerazione della importanza della magistratura e della mole degli atti rogati, ad usare particolari cartolari riservati agli inventari ed alle sentenze 50). Si direbbe che soprattutto nei piccoli centri non ci si preoccupasse di usare diversi cartolari in relazione alla natura degli istrumenti e l'osservazione pare non priva di interesse anche per i riferimenti che può avere con il formarsi degli usi delle piccole cancellerie comunali 51). Singolare, inoltre, l’uso di qualche notaio di contrassegnare nel cartolare i testamenti con grandi segni di croce, precorrendo il sistema, certamente più tardi predominante, di raccogliere a parte le dichiarazioni di ultima volontà 52>. Infine, elementi importantissimi, la « lineatura » e le note marginali. Occorre dire, a questo proposito, che, dopo le fondamentali osservazioni prima del Von Voltelini 53 > e, poi, del Chiauda-no 54>, esse sono state a lungo studiate per accertarne il preciso valore e molto opportunamente i vari editori si sono preoccupati di segnalarle 55). dacionum procuracionum quam diversorum aliorum contractuum in MCCCVIII diebus et horis infrascriptis ». 50) A.S.G., Sez. Notai, cart. 119, inserto all’inizio; cfr. anche la nota n. 48. 51) A.S.G., Sez. Notai, cart. 123, c. 1: « cartularius instrumentorum testamentorum codicillorum seu ultimarum voluntatum inventariorum et aliorum diversorum contractuum factorum seu compositorum per me David de Sancto Ambrosio notarium in MCCLXXXH mensibus diebus et horis infrascriptis»; Cart. 25, c. 1: «Cartularius instrumentorum et laudum factarum et factorum in Castello ...in MCCXXXVIII, indictione XI, die XXIII octubris; Cart. 38, c. 1: « Hec sunt instrumenta et laudes facte in districtu Portus Mauricii... (lacerazione); Cart. 55/1, c. 1: «Inventaria et laudes facte per manum Azonis de Clavica notarii in Bonifacio in MCCLVTI». 52) A.S.G., Sez. Notai, cart. 11, cc. 17 e segg. 53) H. Von Voltelini, Die Imbreviatur des Johannes Scriba in Staatsarchiv zu Genua, in Mittelungen des Oesterreichischen Institut für Geschichtsforschung, XLI. 1926, p. 74. 54) M. Chiaudano e M. Moresco, Il cartolare di Giovanni Scriba, pp. XXVIII e segg. 55) H. von Voltelini, Die Siidtiroler Notariats - Imbreviaturen des Dreizehnten Jàhrhunderts, in Acta Tirolensia, II, 1899; H. von Voltelini, Die imbreviatur des Johannes Scriba, cit.; A. Ferretto, Liber Magistri Salmonis, cit.; Chiaudano - Moresco, Il cartolare di Giovanni Scriba, cit.: G. I. Bratianu, Actes des notaires génois de Pera ed de Caffa de la fin du treisième siècle (1281-1290), Bucarest 1927; Bognetti, Per l’edizione dei notai liguri, cit.; R. Doehaerd, op. cit.; M. W. Hall Cole - H. G. Krueger - R. L. Reynolds, Guglielmo Cassinese, cit.; J. E. Etermann - H. G. Krueger - R. L. Reynolds, Bonvillano (1198), Genova, 1938; M. W. Hall Cole - H. G. Krueger In generale, partendo dalla constatazione che normalmente si trovano in ogni cartolare atti sbarrati con almeno tre diversi tipi di segni, si può osservare come si ponessero due questioni, vale a dire, da un lato, se esistesse un unico sistema di « lineatura » uguale per tutti i notai — così, ad esempio, il Von Voltelini 56) riteneva che fossero depennati a linee oblique i rogiti che il notaio avesse estratto « in publicam formam » — dall’altro, quali fossero i segni di « lineatura » che avevano una effettiva importanza giuridica. I frontespizi rintracciati hanno permesso di appurare come all’inizio dei cartolari i notai, il più delle volte, si preoccupassero di rendere noto il sistema che avrebbero usato e come questo non fosse unico per tutti ma ognuno adottasse quello che meglio gli conveniva 57 in secondo luogo hanno reso evidente che la ra- - R. C. Reinert - R. L. Reynolds, Giovanni di Guiberto (1200-1210), Genova, 1939; Krueger - Reynolds, Lanfranco, Genova 1951; G. Falco - G. Pistarino, II Cartulario di Giovanni di Giona di Portovenere, cit.; G. Pistarino, Le carte Portoveneresi di Tealdo de Sigestro, Notai Liguri, voi. VII, Genova, 1958. 56) H. von Voltelini, Die imbreviatur des Johannes Scriba, cit., p. 74. 57) Si crede opportuno riprodurre alcune tra le più interessanti avvertenze premesse dai notai ai cartolari: Cart. n. 8 c. 1: «Cartularius instrumentorum compositorum manu mei Parentini de Quinto notarii, anno Dominice nativitatis MCCCXni, et illa sunt instrumenta cassata in hoc cartulario super quibus sunt facte plures linee de atramento et illa enim instrumenta sunt extracta de cartulario super quibus facta est unica virgula de atramento et sunt posita in pergameno ». Cart. n. 40/1, carta 1 : « Cartularius instrumentorum compositorum manu Simonis Vatacii de Predono notarii MCCLXXXI diebus mensibus et horis diversis prout inferius continetur. Omnia instrumenta huius cartularii scripta sunt per abecedarium inquire abecedarium et invenies omnia instrumenta que volueris in quolibet ... Omnia vero instrumenta huius cartularii in quibus est tracta linea una sunt extracta hoc modo /, omnia alia vero instrumenta huius cartularii que sunt canzelata pluribus lineis hac forma /// sunt cassata, alia vero in quibus non est aliqua linea non sunt extracta nec cassata nec canzelata». Cart. n. 49. c. 95: «Cartularius instrumentorum compositorum manu Conradi Stephanoni notarii, MCCXXXI indictione Vin mensibus diebus et horis inferius denotatis et notetur quod ubi erit tale signum «factum» in istrumentis facta erunt in pergameno et illa que sunt canzellata per plures rigas sunt canzellata de partium voluntate. Existente Potestate Janue Domino Michele de Salvaticis et Capitaneis Egregiis et Magnificis Oberto Spinula et Oberto Aurie. (S. T.) Conradus Stephanonus Sacri Imperii notarius scripsi ». Cart. n. 109, c. 23: « MCCLXXIII ... Cartularius contractuum sive instrumentorum de voluntate partium compositorum ut infra per manum mei Ricoboni de Savignono notarii, instrumenta vero lineata una sola linea extracta sunt et in pergameno data, gion d'essere della « lineatura » è strettamente legata, ancora per tutto il secolo XIII e per certo anche molto oltre, all’estrazione dell’istrumento « in publicam formam » e che, pertanto, assumono importanza giuridica i segni che con questa hanno riferimento, sia perchè indicanti la cassatura sia perchè relativi alla consegna della « charta » in pergamena. In tutti i frontespizi che portano l'indicazione del sistema usato dal notaio è stato possibile osservare come i segni di « lineatura » che non mancano mai siano quello di cassazione per volontà delle parti e quello che indica che dall'istrumento è stata tratta la carta in pergamena. Quest'ultimo, tuttavia, è spesso sostituito da un segno a margine, per lo più una semplice « f », o dalla annotazione « facta charta ». Invece, in genere, i notai, nell'avvertimento del frontespizio, non si preoccupano di segnalare in modo particolare gli atti can- alia vero instrumenta pluribus lineis lineata, cassata, canzellata et vacuata sunt de voluntate partium». Cart. n. 121, c. 1: «... Instrumenta facta per manum Castellini de Portuveneris notarii in MCCXXXI et scripta in cartulario et est sciendum quod illa instrumenta que sunt signata isto signo « f » sunt extracta de cartulario et facta in pergameno, illa vero que sunt canzellata pluribus lineis sunt cassata et vacuata de voluntate partium ». Cart. n. 144, c. 1: « Cartularius instrumentorum compositorum manu Vassalini Belengerii de Sigestro notarii MCCLXXXIII indictione X .... illa vero instrumenta huius cartularii que sunt lineata una linea tantum in folio ista forma / sunt extracta, illa vero in quibus non est aliqua linea non sunt extracta, illa vero in quibus sunt plures linee per transversum hac forma /// sunt cassata ». Cart. n. 98, c. 1: «Cartularius instrumentorum compositorum manu Ambrosii de Rapallo notarii, MCCCII diebus locis et horis inferius denotatis, illa vero que extracta fuerunt de cartulario et in pergameno scripta erunt signata signo mei dicti Ambrosii infrascripti ac in fine instrumenti sive in margine scriptum erit factum in charta sive littera « f » et illa que de voluntate partium cassata fuerint habebunt istas tres lineas /// (S.T.) Ambrosius de Rapallo notarius rogatus scripsi». Cart. n. 111, c. 124: «In nomine Domini nostri Jesu Christi Amen. Hec sunt instrumenta facta seu composita per manum mei Nicolai Dominici notarii Curie, MCCLXXV mensis diebus et horis infrascriptis, et est sciendum quod omnia instrumenta signata « f » sunt extracta de cartulario et scripta per me dictum Nicolaum in pergameno sive charta et illa que signata sunt pluribus lineis sunt cassata et canzellata in cartulario voluntate partium ». Cart. n. 220, c. ultima: «Cartularius mei Thome de Casanova notarii instrumentorum compositorum manu dicti Thome in dicto millesimo et nota quod ubicumque fuerit antepositum « f » illud instrumentum fuerit extractum et ubi cassatum per singulos tra versos illud intelligatur cassatum, vacuum et nullius valoris secundum consuetudinum morem ». celiati per errore 58). D’altra parte, una volta stabiliti con certezza i segni indicanti la cassazione per volontà delle parti, senza peraltro distinguere tra estinzione e rescissione, e quelli relativi all’estrazione deH'instrumentum in « publicam formam », non potevano restare dubbi sulla natura delle eventuali altre sbarrature. Esatta, a questo proposito, pare l'affermazione del Pistarino 59> il quale, osservando come il notaio Giovanni di Giona si servisse promiscuamente di tre segni per gli atti annullati in seguito ad errore, concludeva che nel caso non si doveva dare un valore particolare al segno usato. Così pure, poiché i notai usavano i segni più vari, viene a cadere ogni illazione sul valore particolare di determinati numeri di segni. Sulla base delle esposte osservazioni viene anche ad essere superata la distinzione proposta dalla Doehaerd 60) tra l'istrumen-to contrassegnato dalla nota « cassum » o « cassatum », che si riferirebbe ai documenti annullati per errore o per mancata approvazione degli interessati, e quello contrassegnato dalla nota « cassatum voluntate partium », riferentesi ai contratti rescissi. Altrettanto si deve dire per le note di cassazione in ampia forma, dove accanto alla formula « cassatum voluntate partium » si ritrova l’indicazione della data, il nome dei testimoni ed il motivo che ha provocato la cancellatura, che la Doehaerd ipotizzava riservate alle sole obbligazioni estinte e che, con tutta probabilità, non sono che precisazioni richieste, in prosieguo di tempo, da disposizioni legislative dirette a regolamentare gli usi notarili, perchè diventano normali per tutti i negozi nella seconda metà del '200 e se ne ritrova traccia negli statuti 61 ). Si noti ancora che alcuni statuti specificavano che il notaio era tenuto a cassare un istrumento dietro ordine dei consoli o 58) Così, ad esempio, il notaio Gioacchino Nepitella (cfr. A. S. G., Sez. Notai, cartolare n. 60/1, c. 1) dopo aver avvertito: «notetur quod illa instrumenta quae extracta fuerint de cartulario in pergameno .....habebunt hanc literam « f » una vel plures et illa instrumenta quae canzellata erunt in cartulario habebunt et canzellata erunt in hunc modum de istis duobus lineis X », quando, deve, invece, annullare qualche parte errata lo fa con semplici sbarre parallele senza, peraltro, dame particolare giustificazione. 59) Falco e Pistarino, Il cartolare di Giovanni di Giona, cit., p. LXIII. 60) R. Doehaerd, op. cit., pp. 33 e segg. 61) Cfr. H. P. M., Leges Municipales, t. II, col. 1789, Statuta Civitatis Brixiae: «... Et ponatur dies subscriptionis quando instrumentum reducetur in publicam formam... ». — 24 — del podestà 62). Tale sembra essere il caso di Genova, a giudicare almeno da alcune « apodixiae » in cui si ordina di rifare ristrumento perchè rogato ledendo i diritti di terzi 63). E ciò malgrado la grande circospezione di cui sembra diano prova i giudici genovesi prima di autorizzare od ordinare il rifacimento di un istrumento o la correzione di « acta » 64). Anche per il caso dell’estrazione dell'istrumento « in publicam formam » va sottolineata l'estrema cautela usata dai notai nell'ac-certarsi che la « charta » andasse realmente « cuius intersit eandem habere » 65 ). Solo la « charta », infatti, anche nel secolo XIII, continua ad avere la specifica efficacia dell'istrumento pubblico. Ne è prova il perdurare della « charta incisa » o cassata, cioè privata della sua 62) Zdekauer, Breve et ordinamenta Populi Pistorii MCCLXXXIIII, Milano 1891, p. 108: « ... ipse notarius teneatur cancellare tale contracta ad mandatum Potestatis vel Capitanei sibi predicta iubentes ». 63) A. S. G., Sez. Notai, cartolare n. 30/1, inserto tra c. 119 e c. 120. 64) Interessante, a questo proposito, nonostante si riferisca ad atti giudiziari, una sentenza del 1329 agosto 21 (cfr. A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di S. Stefano, n. g. 1511) che si trascrive nelle parti essenziali: ... « costitutus in presencia Domini Vicarii ... petit mandari debere Leonardo de Castello de Levi notario et scribe ... quod compelat et addiciat in actis per eum receptis et scriptis ...iuramentum calumpnie prestitum ... non obstante quod errore seu oblivione tunc in dicta peticione scribere obmiserit. (Dominus vicarius) consulit ... faciendum non esse ... nam absurdum enim videtur dicere quod soli tabellioni deberet fides adhiberi super hiis que per ipsum scripta reperiuntur nam in potestate esset ipsius tabellionis si quid ex solempnibus in actis seu in processu cause pro parte obmissum esset negligentis seu imperitis partis dicere quod ipse tabellio hoc obmisisset errore suo et potuisset pars malicia pensata cum tabellione obmittere solempnia in processu cause ut adversarium suum deciperet.. ». 65) Summa Notariae annis MCCXL-MCCXLIII Aretii composita, in Bibliotheca Juridica Medii Aevi, op. cit., III, p. 325: « Verumtamen instrumentum non est alicui tradendum nixi cuius intersit eundem habere ». Si rietiene anche interessante riprodurre, a questo proposito, le parti essenziali di due lettere ritrovate inserte rispettivamente tra c. 166 e c. 167 del cartolare n. 80 e tra c. 147 e c. 148 del cartolare n. 148: «Dilecto amico suo Domino Leonardo Nigrino notario Andreas Cigala judex Communis Vintimilii salutem et plenitudinem gaudiorum ... Rogo amicitiam vestram quod instrumentum factum inter me et Ma-pheum cristalarium de Veneciis mihi mitatis per presencium portitorem, cum dictum instrumentum mihi sit necessarium et ipsum non habeam nec habui quod sciam et si unquam habui, quod ignoro, perditum est. Fuit autem factum MCCLXXXXV, die V augusti vel circa. Datum Vintimilio die VI novembris»; «...Ipse vero Petrus mihi dixit quod vobis has litteras mittere deberem quia nolebatis ei dictas scripturas dare dubitando ne esset persona dictus Petrus qui ipsas habere deberet et ut fidem possitis adhibere in hiis litteris signum meum solitum ibi apposui. (S. T.) Johannes de Valle ». — 25 - efficacia giuridica mediante tagli od incisioni e la consegna che se ne fa all'altra parte « ad incidendum » 66K In tale regime diventa essenziale sapere con sicurezza se ed a chi la « charta » è stata consegnata, soprattutto nel caso che il notaio che ha redatto l’istru-mento nel cartolare non abbia possibilità di intervenire. Il caso più semplice si ha quando il notaio, non potendo provvedere personalmente, dà l’incarico ad altro collega di estrarre l’istrumento « in publicam formam ». L’incaricato provvede allora a contrassegnare l’istrumento stesso nel cartolare ed a chiarire in una nota a margine i motivi del suo intervento. Caratteristiche, a questo proposito, le annotazioni del notaio Obertus de Vineis che avverte di aver sostituito Januinus de Predono « quia infirmabatur » 67 Anche nella « completio » delle carte estratte viene fatta menzione delle ragioni che hanno determinato la sostituzione e, spesso, viene specificato che l’istrumento in base alla opportuna « lineatura » non era stato altre volte estratto 68 ). Simile, per quest'ultimo particolare, la procedura quando chi ha redatto l’istrumento non può estrarre la « charta » perché « pluribus tamen agibilibus publicis occupatus » 69 > o perchè « aliis ne-gociis occupatus » 7°) e affida il compito ad altro notaio, limitan- 66) A. S. G., Sez. Notai, cart. 53, c. 66 r., instrumento n. 1, in data 1277 settembre 8; cart. n. 34, c. 176 v., istrumento n. 2, in data 1258 agosto 20; cart. 192, c. 187 v., istrumento n. 1, in data 1311 febbraio 26; Cfr. anche A. S. G., Arch. Segr., n. gen. 2860 A, quietanza in data 1321 luglio 10; Cfr. anche H. P. M., Leges Municipales, t. II, col. 313, dove, a proposito degli Statuti di Como, si citano «chartae incisae» ancora nel 1458. 67) A. S. G., Sez. Notai, cartolare 30/1, c. 65. 68) P. P. Oliva, « Giustificazione della famiglia Doria », manoscritto della Biblioteca della Società Ligure di Storia Patria, 1214 febbraio 28, «Ego Johannes de Galicia notarius Sacri Imperii hanc chartam transcripsi et exemplavi de cartulario Benduxi notarii per quod cartularium et per abreviationem huius que continetur in eo Que nundum lineata erat sicut ille abreviationes que transcripte sunt in pergameno ut supra mihi significatum est. Que feci iussu consulum causarum deversus burgum scilicet Vassalli Maniavacce, Oberti de Domoculta, Balduini Sardene qui laudaverunt quod eamdem vim eamdemque per omnia obtineat firmitatem quam haberet si propria manu prefati Benduxi transcripta et in pergameno posita fuisset», ed. A. Ferretto, Doc. Novi e Valle Scrivia, cit., p. 211. 69) A. S. G., « Liber Jurium », dupl. c. 365 r. 70) A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di S. Siro, n. gen. 1528, 1384 ottobre 24: « Ego Obertus Follieta de Sexto quondam Francisci Sacri Imperii notarius predictis omnibus interfui et ea rogatus scripsi licet per alium aliis meis negociis occupatus in hanc formam publicam extrahi fecerim signo nomineque meis appositis consuetis in testimonium premissorum ». — 26 — dosi ad opporre il proprio segno di tabellione 71 ). Quando, invece, il notaio è morto prima di poter estrarre il documento « in publicam formam » si profila il problema della custodia. Abbiamo notizia di un luogo dove si raccoglievano i cartolari dei notai defunti, a Genova, fin dal secolo XII 72>. Sappiamo anche con certezza, come ha messo in evidenza il Chiaudano nel caso di Giovanni Scriba 73 ), che i cartolari dei notai defunti potevano essere consegnati ad altro notaio che riceveva dai consoli l'autorizzazione ad estrarne le carte. Troviamo usato questo sistema anche in prosieguo di tempo 74) ed appare, anzi, da notizie indirette, regolato dagli statuti 75 >. Ora è stato possibile accertare che, nel secolo XIII, insieme alla facoltà di estrarre la carta poteva venir data anche quella di sviluppare le parti rappresentate da semplici « etc » 76K Non solo ma è interessante notare come 71) H. P. M., Leges Municipales, t. I. col. 1131, Statuta Eporediae: «Possit eciam quilibet notarius de dicto collegio scribere et extrahere instrumenta de protocollis notariorum dummodo ille notarius qui chartam receperit se subscribat et signum suum apponat et aliter dicta charta sic extracta non valeat ipso iure 72) Cfr. « Cartolari notarili Genovesi ». Inventario, cit., pag. Vili; Falco e Pistarino, Il cartolario di Giovanni di Giona, cit., pag. XXXI e gli statuti ivi citati. 73) Chiaudano e Moresco, Il cartolare di Giovanni Scriba, op. cit., I, p. XXXVI; Bocnetti, Per l’edizione, cit., p. 47, nota 1. 74) A. S. G., Sezione Notai, cart. n. 121, inserto tra c. 198 e c. 199: «De mandato domini Bonastregue domini Adami de Arezo iudicis et assessoris domini Vicarii Janue prò Imperatoria Maiestate, vos Franceschine Murucius notarie, penes quem sunt cartularia instrumentorum compositorum manu... de Porta notarii, extrahatis in publicam formam instrumentum librarum VII soldorum X januinorum quod Nicolaus Vicecomes... et ipsum detis domino Nicolao predicto non obstante quod aliud fuerit extractum cum dictus Nicolaus iuravisset amisisse et quod non utet nisi unum ». 75) A.S.G. Arch. Segr., Monastero di S. Siro, n. gen. 1526, 1227 giugno 10: «Ego Petrus Rufi notarius transcripsi et exemplificavi hec ut supra ex cartulariis quondam Magistri Bartholomei Lamberti notarii nihil addito vel dempto excepto forte litera vel figura literarum plus minusve sententia non mutata iussu tamen et auctoritate Domini Guifredi de Pirovano Civitatis Janue Potestatis qui ex tenore capituli sive statuti Communis Janue dicta cartularia mihi committens statuit et laudavit quod quecumque ex inde transcriberem et exemplarem eandem vim et robur per omnia haberent et obtinerent ac si dictus quondam Magister Bartholomeus Lamberti notarius viveret et manu sua propria scripsisset ». 76) A. S. G., Sez. Notai, cart. 116, inserto tra c. 20 e c. 21: « MCCCXXXV die XIII julii. De mandato Domini Vicarii Domini Potestatis Janue vos Francisce de Canicia notarie extrahatis et in publicam formam reddigatis de cartulario Bartholomei de Pareto notario, anno de MCCCXXVII die III aprilis, istrumentum quod pertinet Aldebrando de Costa de balneo... de restitucione possessionum ipsius Aldebrandi — 27 — nella stessa epoca compaia e si faccia sempre più frequente un « mandatum generale » che non si riferisce agli istrumenti di un solo notaio ma a quelli di più notai 77Un simile mandato, nei primissimi anni del '300, troviamo conferito anche ai notai custodi dei cartolari dei notai defunti 78 Nei casi predetti si tratta sempre, tuttavia, di istrumenti estratti per la prima volta, le cautele grandemente aumentano quando la « charta » debba essere rifatta, per il timore che essa venga indebitamente usata 79). Appunto per questa ragione i notai si preoccupano di segnalare con tanta accuratezza gl'istrumenti già estratti. Non si presentavano difficoltà, infatti, per la « charta » che, rifatta in pergamena e rilasciata alla persona « cuius interest eam habere », non poteva portare alcuna conseguenza, quali, esempli- et si dictum instrumentum non est extensum ipsum extendatis in forma consueta et extractum in publicam formam tradatis et detis dicto Aldebrando. "Populus” Andreas Rubeus notarius». 77) A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di S. Stefano, n. gen. 1510, 1250 settembre 11: «Ego Jacobus de Langasco Sacri Palatii notarius supradictum instrumentum transcripsi et exemplificavi ut supra de cartulario quondam Johannis Vegii notarii de generali mandato Dominorum Oberti Spinule et Oberti Aurie Capitaneorum Populi et Communis Janue MCCLXXmi»; ibid., 1265 aprile 18: «Ego Jacobus de Langasco Sacri Palatii notarius supradictum instrumentum transcripsi et exemplificavi ut supra de cartulario quondam Salmoni notarii de generali mandato dominorum Oberti Spinule et Oberti Aurie Capitaneorum Populi et Communis Janue MCCLXXV»; Arch. Segreto, Monastero di S. Siro, n. gen. 1527, 1207 novembre 26: «Ego Deodatus Bonacursi notarius Sacri Imperii predictum instrumentum ut supra extraxi et in hanc publicam formam redegi pro dicto Monasterio de mandato generali dominorum Capitaneorum Communis et Populi Janue, MCCLXXX die XXIII decembris», ibid., n. gen. 1527 A, 1356 giugno 8: «Ego Theramus de Maiolo de Rapallo Sacri Imperii notarius predictum instrumentum ut supra extraxi et in publicam formam redegi de cartulario instrumentorum compositorum manu Dominici Durantis notarii habens ad hoc generale mandatum a Domino Judice et Assessore Domini Potestatis Janue ut de ipso mandato apparet per apodixiam scriptam manu Raffaelis de Guasco de Monelia notarii MCCCLXXXX die XXX octubris»; cfr. anche nota n. 14. 78) A. S. G., Sez. Notai, cart. 201, pergamena inserta tra c. 90 e c. 91: «De mandato Domini Consulis Civitatis vos Januine Vatacie notarie cui preest pro Commune Janue custodia cartulariorum notariorum defunctorum Civitatis Janue de quatuor compa gnis deversus Castrum extrahatis et in publicam formam reddigatis de cartu anis notariorum defunctorum et absentium universa instrumenta extrahenda et ipsa detis in publicam formam illis quorum sunt. MCCCXIII die X februarii. "Civitas” Simon Vatacius ». 79) Summa Notariae annis MCCXL-MCCXLIII Aretii composita, in Bibliotheca Juridica Medii Aevi, op. cit., pag. 326: «Summa quidem diligentia et cautela est considerandum in scripturis amissis reficiendis an scriptura alicuius debiti sit amissa ut denuo illud debitum peti possit... '. — 28 - fica Rolandino 80 ) « privilegia, instrumenta emptionalia et cuiuscum-que dationis rerum mobilium, testamenta, procurationes, emancipationes, tutelae et curae »; ben diversa la questione quando ristrumento, come osserva ancora Rolandino 81 >, sia tale « in quo contineatur debitum sive in pecunia sive in alia re quae debetur quae res rationi peti posset toties quoties instrumentum ex illa re debita apparerent unde ex hoc debitori posset periculum imminere ». In tale caso occorrevano particolari precauzioni. A Genova, per quello che risulta, analogamente a quanto avveniva in altre città 82>, la procedura da usarsi doveva essere minutamente regolata dagli statuti 83 >: occorreva essenzialmente il giuramento di aver perduto l'originale e l'impegno, in caso di ritrovamento, di non usarne che uno solo 84 \ allora la « charta » poteva essere rifatta anche contro la volontà degli interessati ’,5). Numerose so- 80) Rolandinus, Summa totius artis notariae, op. cit., t. II, c. 122 a. 81) Cfr. ibid. « Verum tamen si scriptura vel instrumentum tale fuerit in quo contineatur debitum sive in pecunia sive in re alia quae debetur quae res rationi peti posset toties quoties instrumentum ex illa re debita apparerent, unde ex hoc debitori posset periculum imminere eo quod praetextu plurium instrumentorum debitum pluries peti posset non debet illud instrumentum refici et iterum ex rogationibus exemplari nisi sit amissum ». 82) Ibid. « Et tunc debet solemnitas huiusmodi observari. Creditor autem debet adire iudicem et coram eo citare facere debitorem, quod si debitor veniens confitebitur se debitorem esse adhuc ipsi creditori teneri in ea quantitate pecuniae seu parte aut re quae in instrumento debiti continetur et quod non vult contradicere vel se opponere refectioni illius instrumenti predicti, ipse iudex tale exiget sacramentum ab ipso creditore: Tu iuras quod instrumentum hoc quod refici petis nulla dolositate adhibita perdidisti et quod nescis ubi et apud vel penes quem sit et quod dolo vel fraude illud habere vel possidere non desiisti et quod illud non postulas refici fraudulenter et quod si quo tempore illud ad manus tuas pervenerit vel habere poteris restitues notario qui illud scripsit cancellatum et annihilatum nec eo amplius uteris in praeiudicium debitoris quod etiam ex tunc illud cassum et irritum et nullius valoris esse velis ». 83) A. S. G., Sez. Notai, cart. 101, inserto tra c. 138 e c. 139: « MCCCXVII die V novembris, de mandato Domini Consulis Civitatis vos Guilielme de Cendato de Rappallo notarie extrahatis in formam publicam instrumentum per vos compositum per quod apparet quod Manuel Salvaygi... et dictum instrumentum tradatis in formam publicam domino Villano Salvaygo non obstante quod aliud fuerit extractum cum ipse iuraverit et omnia fecerit que facere debuit ex forma capituli loquentis de amissione instrumentorum ». Si vedano anche a questo proposito le- note n. 39 e n. 46. 84) Cfr. nota precedente e nota n. 87. 85) A. S. G., Sez. Notai, cart. 140, inserto tra c. 41 e c. 42: « MCCCXIII die XXVII novembris. de mandato Domini Consulis Civitatis vos Conrade de Castello de Rapallo notarie extrahatis in publicam formam de cartulario instrumentorum compo- — 29 — no, da un lato, le « apodixiae » ordinanti il rifacimento di « chartae » s6) che si ritrovano nei cartolari, lasciatevi dal notaio a giustificazione del rifacimento stesso 87) e, dall'altro, se pure in numero minore, le annotazioni nella « completio » delle « chartae » èstratte 88 ). sitorum per vos quoddam instrumentum per vos compositum vendicionis m quo instrumento continetur quod Obertus Mastracius notarius de Modulo vendidit et tradidit Timonerio de Monte Rubeo magistro axie quoddam terraticum positum Janue in contrata Moduli in Fontanela quod dicitur fuisse Petri Venti et dictum instrumentum in pergameno scriptum detis et tradatis in publicam formam detis et tradatis (sic) Petro Vento non obstante contradicione predictorum et non obstante aliud per vos fuisse extractum cum sit prononciatum per dictum Dominum Consulem de consilio sociorum dictum instrumentum spectare ad dictum Petrum. ’’ Civitas , Johannes de Savignono ». 86) Numerose sono le « apodixiae » che si ritrovano inserte nei cartolari conservati nella Sez. Notai .dell’A. S. G. Tra le tante si citano quelle dirette ai seguenti notai : Ambrosius de Rapallo, cart. 99, inserti tra c. 7 e c. 8, tra c. 92 e c. 93, tra c. 106 e c. 107; Bartholomeus de Pareto, cart. 114, inserto tra c. 449 e c. 450, cart. 116, inserto tra c. 49 e c. 50; Conradus de Castello, cart. 138, inserto tra c. 99 e c. 100, Dominicus Durantis, cart. 33, inserto tra c. 231 e c. 232, Johannes de Corsio, cart. 88, inserto tra c. 239 e c. 240; Franciscus de Canicia, cart. 116, inserto a c. 1; Nicolaus de Castello, cart. 138, inserto tra c. 365 e c. 366; Vassallus de Porta, cart. 117, inserto tra c. 43 e c. 44; Vivaldus de Porta, cart. 94, inserto tra c. 25 e c. 26; Vivaldus de Sarzanno, cart. 106, inserto a c. 1; Ugolinus Cerrinus, cart. 100, inserto tra c. 40 e c. 41. Si noti, tuttavia, che, compiuta l’estrazione dell’istrumento, il notaio, di regola apponeva sul margine del cartolare una annotazione in cui specificava i termini dell’autorizzazione o dell’ordine ricevuto. Si veda, ad esempio, nel cart. 116, c. 76 v., la seguente annotazione: «Extractum per me Dexerinum Falacha notarium de mandato Domini Potestatis ut apparet per apodixiam scriptam manu Rollandini de Manarolia notarii, MCCCXXXXVI die XVIII julii ». In genere, pertanto, si ritrova inserta l’apodixia stessa, a giustificazione del-l’avvenuta estrazione dell’istrumento, solo quando il notaio non ebbe modo o tempo di apporre l’annotazione di cui si è detto. 87) Cfr. A. S. G., Sez. Notai, cart. 122, inserto tra c. 176 e c. 177 : « Iterum refeci et extraxi de cartulario meo instrumentorum de mandato Domini Petri de Gregorio iudicis et assessoris domini potestatis Janue et hoc ad postulacionem diete Johannine que iuravit dictum instrumentum admisisse vel illud unquam in per gameno non habuisse et quod si ipsum inveniet uno solo utetur et aliud distruet vel illud mihi notario restituet nihil addito vel diminuto nisi forte litera, sillaba seu puncto sententia in aliquo non mutata. Présentes testes etc. Millesimo etc. ». 88) Cfr., ad esempio, A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di S. Stefano, n. gen. 1511, 1314 dicembre 2: «Ego Ugolinus Bastonus de Quinto notarius rogatus scripsi et presens testamentum alias per me extractum iterum extraxi et in publicam formam redegi ad postulacionem Stephani de Lavania exeeutoris sindici Abbatis Monasterii Sancti Stephani de mandato Domini Consulis Civitatis de quo mandato constat per eius apodixiam scriptam per manum Oberti Pellicie notarii et scribe Consulatus MCCCXIIII die II decembris ». - 30 - Non sono da confondersi con i rifacimenti i semplici «exempla », la cui efficacia giuridica era legata alla autorità che ne ordinava il rilascio 89> e che, per quanto si può dedurre dalle annotazioni della « completio », venivano anche rilasciati in carta, senza solennità cioè « sine publicatione », e, spesso, senza alcuna autorizzazione 90). Di essi, di regola, non rimane traccia nel cartolare, tuttavia, benché sfugga al nostro assunto, è forse opportuno osservare come interessanti conclusioni si potrebbero trarre da un approfondito studio delle loro caratteristiche dal punto di vista della diplomatica, in quanto i notai genovesi, contrariamente ad una comune prassi 91 >, talora si rifiutavano di riprodurre il segno del tabellionato di colui che aveva redatto l’originale. Per ultimo occorre accennare ad altri due tipi di annotazioni: 89) Summa notariae annis MCCXL-MCCXLIII Aretii composita, in Bibliotheca Juridica Medii Aevi, op. cit., III, p. 325: «...si auctoritas prêtons in huiusmodi exemplis non interveniat, nullam faciunt fidem ad probationem nisi exemplar auten-ticum cum eis semper ostendatur... et nota quod exemplum sic publicatum sine autentico non sufficit ad probationem nisi ad hoc ut sciatur apud quem autenticum dimittatur et ut autentici tenor corrosione vel vetustate vel alio immutari non possit... »; cfr. anche Rolandinus, Summa, cit., t. II, c. 121 a: «exemplo vero non est adhibenda fides ut possit quis aliquam exactionem cum ipso exemplo facere nisi cum exemplo proferatur autenticum vel nisi alia sufficiens probatio adiungatur. Si quis in aliquo documento alterius documenti faciat mentionem nulla ex hac memoria fiat exactio nisi aliud documentum cuius memoria in secundo est facta proferatur, aut alia probatio quantitatis debitae exibeatur, hoc tamen verum est quod exemplo non adhibetur fides et quod ex eo non potest fieri exactio nisi illud cum insinuatione et iudicis decreto et auctoritate interposita factum sit ». 90) A.S.G., Sez. Notai, cart. 112, inserto tra c. 177 e c. 178: « (MCCLXXVII) exemplum a quodam publico instrumento scripto millesimo et die suprascrito manu Leonardi Negrini notarii per me Georgium de Camulio notarium nihil addito vel diminuto presenti millesimo die XXVII madii, Georgius»; cart. 115. inserto tra c. 65 e c. 66: « MCCCXXX die XVII decembris, de mandato Domini Consulis Burgi vos Bartholomee de Pareto notarie exempletis et in exemplum detis Karole Gentili quoddam instrumentum dacionis in solutum per vos compositum MCCCV1II de mense marcii in quo instrumento continetur sicut Petra uxor quondam domini Leonardi de Turcha militis dedit in solutum pro dotibus suis certas possessiones ipsi quondam domino Leonardo prout in dicto instrumento continetur. "Burgus", Thomas de Casanova notarius»; cart. 127, inserto tra c. 295 e c. 296: « MCCCXXVIII. die XI februarii, de mandato Domini Vicarii domini Capitane! et Vicarii Regis in Civitate Janue et districtu vos Jacobe de S. Savina notarie detis et tradatis in papiro sine publicatione testamentum quondam Petri tinctoris de Sancto Stcphano Anthonio quondam Armani pellipario creditori ipsius quondam Petri. "Populus". Rollandinus de Manarolia notarius ». 91) A.S.G.. Materie Politiche, mazzo IV. 1232 febbraio 26: «Ego Jacobus Tara-burlus notarius hec ut supra transcripsi et exemplificavi ex authentico publico instrumento scripto per manum Guidotti qui dicitur Baccus notarli domini Hcnrlcl le intestazioni a mo' di rubrica che appaiono accanto agli istrumenti e le note numeriche e letterali relative al pagamento degli emolumenti percepiti dal notaio. Nei riguardi delle prime si poneva un interrogativo fondamentale: se, cioè, avessero un valore giuridico 92^. L'osservazione condotta su di un gran numero di cartolari ha permesso di constatare come in molti esse manchino completamente 93 >. Questo dato di fatto fondamentale, se non si va errati, dimostra che esse nè rispondevano ad un obbligo nè dovevano avere una funzione di particolare rilievo. D'altra parte non si può pensare che servisse- imperatoris nichil addito vel diminuto nisi forte punctum vel sillabam pretensionis vel abreviationis causa et preter signum dicti Guidotti notarii quod facere recusavi, hec autem feci iussu et auctoritate domini Pagani de Petrasancta Januensis Civitatis Potestatis; Actum Janue in palacio Fornariorum, anno Dominice nativitatis millesimo ducentesimo trigesimo secundo, indicione quarta, die octava marcii, post terciam, Testes Grimaldo de Grimaldis, Opiço Tartaro iudex et magister Bartholomeus scriba Communis Janue», ed. A. Ferretto, Documenti intorno alle relazioni tra Alba e Genova, in B. S. S. S., XXIII, 1906, p. 113; cfr. anche A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di S. Siro, n. gen. 1526, 1209 maggio 31: «Ego Urenbaldus de Veriano notarius hoc exemplum de authentico facto manibus Magistri Mathei notarii in quo pariter continebatur exemplavi preter signum dicti notarii quod non aposui, et iûssu Magistri Johannis Consulis de iustitia deversus burgum in publicam formam redegi currente MCCXXIII indictione X die aprilis V»; cfr. anche Rolandinus, Summa, cit., t. II, c. 121 b: «et per ordinem exemplabis, prout in auctentico invenies usque ad ultimam literam ponendo etiam si instrumentum est nomen tabellionis illius qui illud aucten-ticum scripsit licet non tenearis ponere signum eius», e poco oltre: «sed si volueris aliquid solemnitatis plus addere poteris istam tenere viam, incipies enim et inti-tulabis exemplum prout superius dictum est et subsequenter per ordinem exemplabis prout in originali invenies, cum autem omnia scripta erunt et etiam nomen tabellionis originalis, praeter signum eius quod nullo modo scribere teneris... ». 92) Chiaudano - Moresco, Il cartolare di Giovanni Scriba, cit., p. XXVIII e segg.; Bognetti, Per l’edizione dei notai liguri, cit., p. 63; Falco e Pistarino, Il cartolare di Giovanni di Giona, cit., p. LXVII. 93) I seguenti notai, tra quelli conservati nella Sez. Notai dell’A. S. G., non segnano alcun nome a margine del cartolare: Manuel de Albara, cart. 9/II; Frede-ricus de Sigestro 16/1; Urso, cart. 16/11; Ingo Contardus, cart. 16/11 e 17; Bartholomeus Fornarius, cart. 18/1; Palodinus de Sexto, cart. 21/1, 21/11, 39; Johannes Vegius, cart. 39; Bonusvassallus de Cassina, cart. 24 e 39; Leonardus Osberguerius, cart. 23/1; Filippus de Sauro, cart. 28; Matheus de Predono, cart. 31/1; Vassallus Salmonis, cart. 33; Wilielmus Vegius, cart. 33; Conradus de Baamonte, cart. 88; Guilielmus de Predono, cart. 38; Lambertus de Sambuxeto, cart. 42 e 124; Johannes Dracus, cart. 67; Nicolaus de Porta, cart. 68/1, Wilielmus de S. Georgio, cart. 71; Olinus, cart. 102; Johannes Ruscha, cart. 103; Johannes de Cassina, cart. 104; Enricus Guilielmus Rubeus, cart. 128; Georgius de Camulio, cart. 112; Obertus Beltramis, cart. 128; Vassalinus Bellengerius, cart. 144; Johannes Bonus de Blaxia, cart. 148. — 32 — ro da vero e proprio indice, perchè spesso compaiono proprio in volumi forniti di indici precisissimi 94 >. Probabilmente, come è stato acutamente ipotizzato, tal genere di annotazioni aveva un semplice valore mnemonico 95>, come doveva avvenire per i manuali, dove, talora, nel margine superiore della carta si trovano elencate le persone che nei documenti scritti nella stessa hanno un interesse prevalente od a cui importa che il proprio diritto venga attestato 96>. In relazione alle note numeriche e letterali relative al pagamento degli emolumenti percepiti dal notaio, dopo le precise osservazioni del Chiaudano 97>, accolte ormai dalla dottrina 98>, si è certi sulla loro natura, pur perdurando alcuni dubbi sul loro ammontare per la mancanza di specificazione della moneta 99). A questo proposito si crede interessante segnalare un conticino, lasciato dal notaio Simone Vataccio sul margine di una carta 100>, dal quale risulta evidente come i numeri, qualora non portino altre specificazioni, si riferiscano a denari. Infatti per la redazione di 191 istrumenti il notaio percepisce Lib. 2, sol. VII e den. 9, una media, cioè, di tre denari l'uno, precisamente come appare dall’esame del cartolare, dove la grandissima maggioranza delle note è appunto costituita da un tre in cifre romane. Bisogna anche notare che le brevi e talora sibilline espressioni del secolo XII si sviluppano nel XIII in più complete annotazioni 101). 94) Si vedano, ad esempio, i frammenti dei notai Parentinus de Quinto (A. S. G., Sez. Notai, cart. 9) e Simon Vatacius (A. S. G., Sez. Notai, cart. 40/1). 95) Falco - Pistarino, Il cartolare di Giovanni di Giona, cit., p. LXVHI. 96) Si veda, ad esempio, il frammento di manuale inserto nel cartolare n. 56, cc. 158 e segg. 97) M. Chiaudano, Contratti commerciali genovesi del secolo XII, Torino 1925, p. 11; D. Bizzarri, Liber imbreviaturarum Appuliensis notarii comunis Senarum, MCCXXI-MCCXXIII, Torino 1934, p. XIII; Falco - Pistakino, Il cartolare di Giovanni di Giona, p. LXXI; L. Morozzo Della Rocca, Benvenuto de Brixiano notaio in Candia, Venezia 1950, p. X. 98) Falco e Pistarino, Il cartolare di Giovanni di Giona, p. LXXI. 99) Falco e Pistarino, Il cartolare di Giovanni di Giona, p. LXXI. 100) A. S. G., Sez. Notai, cart. 41, c. 75. 101) Così talora, si ritrova, ad esempio, la formula « prò me » in contrapposto a quella « prò Communi » (cfr. A. S. G., Sez. Notai, cart. 109, c. 23), tal’altra un preciso « nihil habui » (cfr. A. S. G., Sez. Notai, cart. 60/1, c. 34). — 33 — 3 IL PASSAGGIO DELL’« INSTRUMENTUM » DAL MANUALE AL CARTOLARE. Non tutti gl'istrumenti che appaiono nel manuale passano poi nel cartolare e viceversa non tutti quelli esistenti nel cartolare si ritrovano nel manuale. In particolare dal manuale non passano nel cartolare gl'istru-menti appena iniziati e subito abbandonati dal notaio probabilmente per mancanza di accordo 102>, quelli ormai completi ma cassati per volontà delle parti prima che vengano trascritti 103 \ quelli, infine, stesi dal notaio ma non letti davanti ai testimoni e contrassegnati dalla annotazione marginale « non lectum » 104 >. Mentre per le prime categorie la ragione della mancata trascrizione appare intuitiva e non si prospettano particolari difficoltà, a parte l'osservazione che qualche volta il notaio ritorna sulle sue decisioni e ne dà avviso 105 >, la terza può suggerire interessanti considerazioni. Infatti il caso dell'istrumento che dal manuale non passa nel cartolare perché non letto davanti ai testimoni è da considerarsi per l'apporto che può offrire alla soluzione della questione relativa al momento dell'intervento dei testimoni nella redazione dell'istru-mento 106>. Come si è detto, sia nei manuali sia nei cartolari è costante la menzione dei testimoni ed essi sono sempre gli stessi nel-l'una e nell'altra redazione; quando nel manuale manca la menzione dei testi l'istrumento è accompagnato dalla annotazione da cui risulta che non è stato letto e non viene trascritto nel cartolare. La constatata identità dei testimoni nelle due redazioni induceva già di per sè a supporre che questi intervenissero soltanto ad una di esse, ritenendosi poco probabile che potessero venir disturbati due volte, la citata annotazione viene ora a chiarire che i testimoni intervenivano alla prima e precisamente al momento della lettura 102) A. S. G., Sez. Notai, manuale in cart. 138, c. 125 r.; cfr. anche manuale in cart. 12/1, c. 219 v. 103) A. S. G., Sez. Notai, manuale in cart. 12/1, cc. 130 r., 133 r., 219 r. 104) A. S. G., Sez. Notai, cart., 12/1, c. 208 r. 105) A. S. G., Sez. Notai, cart. 12/1, c. 123 r. 106) Cfr. nota n. 104. Con tali istrumenti non sono da confondersi quelli in cui non sono ricordati i testi né vi è accenno alla mancata lettura; un confronto, infatti, permette di constatare che il notaio non ha preso nota del nome dei testi perché intervengono gli stessi menzionati nell’istrumento precedente o nel seguente. — 34 — della stessa 107>. In seguito si vedrà come anche altri argomenti militino in favore della soluzione esposta. Degli istrumenti che si trovano nel cartolare ma di cui non è traccia nel manuale si può dire che la gran maggioranza dei casi sia rappresentata da quelli stesi fuori della solita « scribania ». 108) E' da supporsi, pertanto, che il notaio tenesse di solito il manuale nel locale della « scribania » e che quando era chiamato fuori di quest'ultima si servisse per la notula di ritagli di pergamena o di carta quali quelli che frequentemente si ritrovavano fra i fogli dei cartolari. E’ difficile, infatti, immaginare che potesse scrivere di getto, senza correzioni ed aggiunte, nel cartolare atti lunghissimi e complessi. 109> Alla stessa conclusione induce a pervenire il fatto che, in qualche occasione, interi gruppi di istrumenti relativi a contratti stipulati da determinate persone di particolare influenza nella città, e che pertanto convenivano il notaio nella loro casa, non compaiono nel manuale. 110) La consuetudine suesposta non doveva tuttavia essere sempre strettamente osservata perchè non è difficile ritrovare nel manuale atti rogati fuori della scribania. 111 > Per quanto riguarda i limiti di tempo entro i quali gl'istru- 107) Analoghe disposizioni pare vigessero a Nizza ed a Novara; cfr. H. P. M., Leges Municipales, t. I, col. 99, Statuta Niciae: «Item notarius teneatur facere et legere totam notam in presentia partium et sive et ponere in cartulario infra tres dies et reddere instrumentum infra mensem postquam fuerit requisitus nisi aliter convenirent partes pro dictando instrumento et tunc substantia facti sive contractus tota apponatur in praesentia partium et lecta et dictata nota teneatur reddere instrumentum ut supra»; cfr. anche ibid., coi. 647, Statuta Communitatis Novariae: «Notarii Novariae et iurisdictionis teneantur scribere vel scribi facere voluntatem contrahentium et ultimas voluntates conficientium per ordinem et illam voluntatem legere. Et tunc si partes consenserint convocatis testibus ydoneis iterum debeant legere et postmodum contractum perficere et dare breve ad XV dies postquam fuerit sibi solutum et cartam ad duos menses hominibus civitatis Novariae et suburbiorum coherentium civitati et aliis hominibus iurisdictionis Novariae, ad duos menses postquam solutum eis fuerit». 108) Secondo il De Boüahd (op. cit., p. 208) nella Francia meridionale sarebbe stata in uso una diversa consuetudine: «les projets de ceux qui se passaient en l’étude étant communément écrit sur feuilles volantes». 109) Si veda ad es. A. S. G., .Sez. Notai, cart. 34, c. 165 v. HO) Si vedano, ad esempio, gli atti rogati per la famiglia Fieschi in A. S. G., Sez. Notai, cart. 53, cc. 71 v. e segg. Ili) A. S. G., Sez. Notai, manuale in cart. 12/1, cc. 121 v., 125 r„ 125 v., 207 r., 210 v. — 35 — menti dovevano passare dal manuale al cartolare, 112> nella mancanza di precise norme statutarie, si può osservare che, in genere, nella pratica, dovevano essere molto brevi, perché si ritrovano istrumenti già cassati dopo pochi giorni di vita dopo essere stati trascritti nel cartolare. 113> Probabilmente senza limite di tempo, almeno per certuni negozi, il passaggio dal cartolare alla pergamena, dato che non è difficile rintracciare atti trascritti nella « charta » per la prima volta anche più di quaranta anni dopo la stesura nel cartolare. 114> Mentre, infatti, a giudicare almeno dagli statuti di città relativamente vicine a Genova, di regola veniva prescritto al notaio un periodo di tempo determinato e breve per effettuare la trascrizione dal manuale al cartolare, 115 > non pare altrettanto si possa affermare per la redazione della « charta », nel qual caso si direbbe prevalesse, invece, il criterio di imporre al notaio il rilascio della pergamena entro un certo numero di giorni dall'av-venuto pagamento della prestazione. 116) Del resto quest’ultimo passaggio, sulla base delle annotazio- 112) Cfr. nota n. 107; cfr. anche H. P. M., Leges Municipales, t. 1, col. 1133, Statuta Eporediae: « Item statuerunt et ordinaverunt quod quilibet notarius quando recipiet aliquod instrumentum debeat ibi in presencia partium vulgarizare et clarare scribens incontinenti diem, testes, terminos, quantitates ac praedicta inter partes expressa in suo protocollo vel alio folio si fuerit illud instrumentum receptum in civitate Yporegie vel suburbiis, nihilominus teneatur ipse notarius etiamsi alibi receptum fuerit instrumentum illud in suo protocollo infra VIH dies post receptionem ipsius quam melius et legalius potest illud abreviare sive praeceptum fuerit sive non... ». 113) Si veda, ad esempio, l’atto in data 1307 aprile 18, cassato dopo soli otto giorni, in A. S. G„ Sez. Notai, cart. 138, c. Ili r. 114) Si vedano, ad esempio, l’istrumento in A. S. G„ Sez. Notai, cart. 3/1, c. 139 r., trascritto dopo più di quaranta armi, e l’istrumento in A. S. G., Sez. Notai, cart. 5, c. 4 r., trascritto dopo più di trenta anni. 115) Cfr. note n. 107 e 112. 116) Cfr. H. P. M., Leges Municipales, t. I, col. 1134, Statuta Eporediae: « Item statuerunt et ordinaverunt quod quilibet notarius teneatur facere et reddere instrumenta illis quorum fuerint infra XV dies postquam ab eis fuerit requisitus et sibi fuerit demum satisfactum». Cfr. anche H. P. M., Leges Municipales, t. II, coi. 1208. Statuta Communis Vercellarum: «... compleant vel compleri faciant instrumenta infra mensem ex quo receperint solutionem...»; ibid., coi. 1749, Statuta Civitatis Brixiae : «... teneatur facere cartam notarius et reddere infra XV dies postquam solutam fuerit sibi vel paratus fuerit ille cuius carta est»; ibid., coi. 1969, Statuta Civitatis Pergami: «...Item statuimus quod quilibet notarius teneatur complere et finire et omnes alias scripturas de quibus fuerit rogatus imbreviare vel conficere si ei satisfactum fuerit de toto vel de parte ». — 36 — ni dell’awenuta estrazione o della « lineatura », parrebbe non fosse indispensabile. Si può dire, in realtà, che per tutti i negozi giuridici si ritrovi qualche istrumento per il quale non risulta effettuata la redazione « in publicam formam ». Naturalmente questi casi sono rari per i contratti di vendita di immobili, di terreni od anche di cose. Altrettanto si può dire per quelli di locazione, di dote o per le procure; più frequenti, invece, per i contratti di mutuo, che molte volte venivano cassati dopo brevissimo tempo senza che fosse necessario estrarre la « charta », per le « accomendaciones », per le confessioni di debito e per le quietanze 117 Ultimo, importantissimo elemento sul quale il passaggio del-l'istrumento del manuale al cartolare può fornire interessanti chiarimenti è quello della data. Rilevato come non sempre, sia nei manuali che nei cartolari, sia rispettato l'ordine generale di successione delle date 118>, ciò che maggiormente colpisce è la notevole discordanza che talora si riscontra tra la datazione degli istrumenti nel manuale e quella degli stessi nel cartolare. Spesso si tratta non solo di giorni ma anche di mesi né si può pensare a semplici sbagli del notaio, in quanto non è probabile che nel bel mezzo di una successione d'istrumenti tutti datati in un determinato mese ne cadano uno o due di mese diverso, o ad errori di rilegatura, perchè nella stessa carta si ritrovano istrumenti datati regolarmente 119 ). Così pure occorre osservare che quasi sempre manca nel manuale l'indicazione dell’ora, cosa che non si verifica mai nel cartolare. Non è stato, tuttavia possibile rintracciare alcuna annotazione che permetta in qualche modo di stabilire in seguito a quali ordini o per quali motivi il notaio provveda al mutamento. La deduzione che pare ovvia è che doveva aver valore la data denunciata dal car- 117) Una indagine statistica, da accogliersi pertanto con tutte le precauzioni richieste dalla materia, compiuta per il cartolare de notaio Corrado di Castello (A. S. G„ Sez. Notai, n. 138), ha dato i seguenti risultati: gli istrumenti da cui è stata redatta la «charta» rappresentano, sul totale, per le «accomendaciones» il 70%, per le compravendite il 65%, per le quietanze ed i cambi il 60%, per le società, le confessioni di debito e le cessioni di azioni il 50%, per i mutui il 40%. 118) Cfr., nel testo, le tavole di raffronto delle successioni di istrumenti corrispondenti nei manuali e nei cartolari. 119) Cfr., ad esempio, A.- S. G., Sez. Notai, cart. 53, c. 48 r.; cfr. anche, nel testo, le tavole di raffronto delle successioni di istrumenti corrispondenti nei manuali e nei cartolari. tolare mentre, d’altro canto, quella a cui si faceva riferimento era la data dell’istrumento non quella dell’azione giuridica. Ad ogni modo per rendere possibile al lettore un preciso confronto analitico, tralasciando le notule incomplete, pubblichiamo le seguenti tabelle di raffronto di ampi stralci delle successioni di istrumenti corrispondenti nei manuali e nei cartolari. TABELLE DI RAFFRONTO Gli instrumenti del manuale in cui non è specificata la data si presumono datati come quelli che immediatamente li precedono; si è tuttavia segnalata la particolare condizione con le lettere s.d. tra parentesi. Degli istrumenti del cartolare sono stati contrassegnati con una crocetta quelli rogati nel luogo dove si presume fosse la « scribania ». La lettera « f » corrisponde a « factum in charta ». La lettera « c » corisponde a « cassatum ». NOTAIO CORRADO DI CAPRIATA (Anno 1259) Successione degli istrumenti nel manuale (A.S.G. - Sez. Notai n. 12/1) Si è dato inizio alla numerazio- ne progressiva partendo dal se- condo istrumento della c 120 V. 1 agosto 13 c. 120 V. 2 13 (s.d.) » » » 3 13 (s.d.) » » » 4 13 (s.d.) » » » 5 13 (s.d.) » 121 r. 6 13 » » » 7 13 (s.d.) » » » 8 13 (s.d.) » » » 9 13 (s.d.) » 121 V. 10 13 (s.d.) » » » Successione dei corrispondenti istrumenti nel cartolare (A.S.G. - Sez. Notai n. 34) La numerazione indica la posizione dell’istrumento nella successione progressiva che ha inizio dalla quarta imbreviatura della c. 162. 4 agosto 13 (f) c. 162 r. + 5 » 13 (f) » 162 V. + 3 » 13 (f) » 162 r. + 6 » 13 (f) » 162 V. + 7 » 13 (f) » » » + 8 » 13 » » » + 9 » 13 (f) » 163 r. + 10 » 13 » » » + — 38 - 11 agosto 13 c. 121 V. 11 agosto 13 c. 163 r. i 12 13 (s.d.) » » » 12 » 13 (f) » 163 V. + 13 » 13 » » » 13 » 13 (f) » » » + 14 » 13 (s.d.) » 122 r. 14 » 13 (f) » 164 r. + 15 » 13 (s.d.) » » » 15 » 13 (f) » » » + 16 » 13 (s.d.) » » » 17 » 13 (s.d.) » » » 1 » 13 (f) » 162 r. _1_ 1 18 » 13 (s.d.) » » » 16 » 13 » 164 r. .+ 19 » 13 (s.d.) » » » 17 » 13 (c) » » _i_ 1 20 » 13 (S.d.) » » » 21 » 13 » 122 V. 18 agosto 13 c. 164 + 22 » 13 (s.d.) » » » 19 » 13 » + 23 » 13 » » » 20 » 13 (f) » + 24 » 13 (s.d.) » » » 21 » 13 (c) » | 25 » 13 » » » 22 » 13 (f) 165 + 26 » 13 » 123 r. 23 » 13 » + 27 » 13 » » » 24 » 13 (f) » _L_ i _ 25 » 13 (f) 165 _ 26 » 13 (f) » _ 27 » 13 (f) 166 _ 28 » 13 (f) » _ 29 » 13 » _ 30 » 13 (f) 166 + 28 agosto 14 c. 123 r. 31 » 14 (f) » 4_ 29 » 14 (s.d.) » » » 32 » 14 » + 30 » 14 » 123 V. 33 » 14 (f) 167 + 31 » 14 (s.d.) » » » 34 » 14 (f) » + 32 » 14 (s.d.) » » » 36 » 14 (f) » + 33 » 14 (s.d.) » » » 35 » 14 (f) » 1 34 » 14 (s.d.) » 124 r. 37 » 14 (f) 167 + 35 » 14 (s.d.) » » » 38 » 14 » + 36 » 14 (s.d.) » » » ! 39 » 14 (f) » i 37 » 14 » » » 40 » 14 (f) 168 + 38 » 14 » » » 41 » 14 (f) » + --- 42 » 14 (f) » 39 agosto 14 (s.d.) c. 124 V. 43 » 14 (f) 169 + --- 44 » 15 (f) » --- 45 » 15 (f) » 40 agosto 16 » » » 46 » 16 » 41 » 16 » » » 47 » 16 (f) 169 + 42 » 16 (s.d.) » » » 48 » 16 (f) » + I 43 » 16 » 125 r. i 49 » 16 » i — 39 - 44 agosto 16 (s.d.) c. 45 » 16 (s.d.) » 46 » 16 (s.d.) » 47 16 » 48 » 17 » 49 » 17 » 50 agosto 18 c. 51 » 18 (s.d.) .» 52 agosto 18 c. 53 » 18 (s.d.) » 54 » 18 » 55 » 18 (s.d.) » 56 » 18 (s.d.) » 57 » 18 (s.d.) » 58 » 18 (s.d.) » 59 » 18 » 60 » 18 (s.d.) » 61 » 18 (s.d.) » 62 » 18 (s.d.) » 63 » 18 (s.d.) » 64 agosto 18 (s.d.) c. 65 » 19 » 66 » 19 (s.d.) » 67 » 19 (s.d.) » 68 » 19 (s.d.) » 69 » 19 (s.d.) » 70 » 19 (s.d.) » 71 » 19 » 125 r. 50 agosto 16 (f) » » 51 » 16 » » 52 » 16 (f) » » 53 16 (f) 125 V. 54 17 (f) » » 55 17 (f) 56 » 16 57 17 (f) 58 17 (f) 59 17 (f) 60 17 (f) 61 17 (f) 125 V. 66 18 (f) » » 62 18 (f) 64 » 18 (f) 65 18 (f) 126 r. 67 18 (f) » » 68 18 (f) » » 69 18 (f) » » 70 18 (f) » » » » 126 V. 71 18 (f) » » 63 18 (f) » » 72 18 (f) » » 73 18 (f) 127 r. 74 19 (f) » » 75 agosto 19 76 19 77 19 (f) 78 19 (f) 79 19 (f) 127 V. 80 19 (f) » » 81 » 19 (f) » » 82 19 (f) » » 83 19 (f) 128 r. 84 19 (f) » » 85 19 » » 86 19 (f) 128 V. 87 19 (f) — 40 — — 169 v. + r 170 r. -+• » » -f-» » -f~ » » + 170 v. » » » » -f->> » -f" 171 r. + 4, » » + » » -(- 172 r. + 171 » + 171 v. + » » 4” 172 r. + » » + » » + » » + 1 Ih » » + 171 v. 172 v. + » » + 173 r. + h » ,, » » 173 v. » » 174 r. + » » » » ^ » » 174 v. + » » T" » » + 175 r. + » » + 72 agosto 19 c. 128 V. 88 agosto 19 c. 175 v. + 73 19 » » » 89 » 19 (f) » » » + 74 19 (s.d.) » » » 90 » 19 (f) » » » + 75 19 (s.d.) » » » 91 » 19 » » » + 76 » 19 (s.d.) » » » 92 » 19 (f) » 176 r. + 77 19 (s.d.) » 129 r. 93 » 19 (f) » » » + 78 19 (s.d.) » » » 94 » 20 (f) » » » + 79 20 » » » 95 » 20 » » » + 80 20 (s.d.) » » » 96 » 20 (f) » 176 v. + 81 20 (s.d.) » 129 V. 97 » 20 (f) » » » + 82 20 (s.d.) » » » 98 » 20 (f) » » » 83 20 (s.d.) » » » 99 » 20 (f) » » » 84 20 (s.d.) » 130 r. 85 20 (s.d.) » » » 100 agosto 20 (f) c. 177 r. + 86 20 (s.d.) » » » 101 » 20 (f) » » » 87 20 (s.d.) » » » 102 » 20 (f) » 177 V. 88 20 (s.d.) » 130 V. 103 » 20 (f) » » » 89 20 (s.d.) » » » 104 » 20 (f) » » » 90 20 (s.d.) » » » 105 » 20 (f) » » » 91 20 (s.d.) » » » 106 » 20 (f) » 178 r. 92 20 (s.d.) » » » 107 » 20 (f) » » » 93 20 (s.d.) » 131 r. 108 » 20 (f) » » » 94 20 (s.d.) » » » 109 » 20 (f) » » » 95 20 (s.d.) » » » 110 » 20 (f) » 178 V. 96 20 (s.d.) » » » 111 » 20 (c) » » » NOTAIO ROLANDINO DI SAN DONATO (Anno 1277) Successione degli istrumenti nel manuale (A.S.G. - Sez. Notai n. 12/1) Si è dato inizio alla numerazione progressiva partendo dal primo istrumento della c. 205 v. Successione dei corrispondenti istrumenti nel cartolare (A.S.G. - Sez. Notai n. 53) La numerazione indica la posizione dell’istrumento nella successione progressiva che ha inizio dalla prima imbreviatura della c. 46 r. 1 luglio 27 c. 205 v. 1 luglio 27 (f) c. 46 r. + 2 » 27 » » » 2 27 (f) » » » + 3 » 27 » » » 3 27 (f) » » » + 4 » 28 » » » 4 28 » 46 V. + — 41 — 5 luglio 28 c. 205 V. 6 » 29 » » » 7 luglio 29 » » » 8 luglio 29 (s.d.) c. 206 V. 9 » 29 » 207 r. 10 » 29 » » » 11 » 29 (s.d.) » » » 12 » 2 » 207 V. 13 » 2 » » » 14 agosto 4 c. 208 r. 15 » 4 (s.d.) » » » 16 agosto 4 (s.d.) c. 208 V. 17 » 4 » » » 18 agosto 5 c. 208 V. 19 » 20 » 209 r. 20 » 23 » » » 21 » 23 (s.d.) » » » 22 agosto 23 c. 209 V. 23 » 23 » 210 r. 24 » 24 » » » 25 » 24 » » » 26 » 24 » 210 V. 27 agosto 24 c. 210 v. 28 agosto 24 c. 211 29 » 25 » » 5 luglio 28 (f) c. 46 V. + 6 » 30 (f) » 47 r. + 7 luglio 30 (f) » » » + 8 » 30 » » » + 9 » 30 » 47 V. + 10 » 30 » » » + 11 » 30 (f) » 48 r. + 12 agosto 2 (f) c. 48 r. + i 13 luglio 2 (f) » » » + 14 » 5 » 48 V. 15 » 14 » » » + 16 agosto 4 » 49 r. 17 agosto 12 (f) » 49 r. + 18 16 (f) » 49 V. 19 » 4 » » » + 21 » 28 » 50 r. + 22 » 5 (f) » 51 r. 23 » 20 » » » + 24 » 23 (f) » 51 V. + 25 » 23 (f) » » » + 26 » 30 (f) » 52 r. 27 » 23 (f) » » » + 28 » 23 » 52 V. 29 24 » » » + ■ 30 » 24 » » » + 20 » 24 (f) » 50 r. + 31 » 24 » 53 r. 32 » 20 (f) » 53 r. 34 » 20 (f) » 53 V. 35 » 20 (f) » 54 r. + 36 » 24 (f) » » » 37 » 21 (f) » » » 38 » 21 (f) » 54 V. 39 » 3 » » » 40 settembre 4 (f) » 55 r. 41 » 4 (f) » 55 V. 42 » 4 (f) » » » + 43 agosto 24 (f) » 56 r. 44 » 25 (f) » » » + 30 agosto 28 c. 211 V. 46 agosto 8 (f) c. 56 v. + 31 28 » » » 47 » 28 57 r. + 32 28 » » » 48 » 28 » » » + 33 » 31 » 212 r. 49 » 31 » » + 34 31 » » » 35 » 31 » » » 50 » 31 (f) » 57 v. + 36 settembre 1 » 212 V. 51 agosto 31 (f) » 57 v. + 37 » 3 » » » 33 settembre 8 58 V. + 38 » 4 » 213 r. 52 » ? (f) » 57 V. 4- 39 » 4 (s.d.) » » » 45 » 6 » 56 v. 4- 40 » 6 » » » i 53 » 6 » 58 r. + 41 » 7 » 213 V. 54 » 7 (f) » » » 4- --- 55 agosto 22 59 V. --- 56 » 22 » » + --- 57 » 22 » » 4- --- 58 » 22 59 r. --- 59 » 24 (f) » » » --- 60 » 24 59 V. --- 61 » 24 » » --- 62 » 24 60 r. --- 63 » 26 » » --- 64 » 27 » » --- 65 » 31 » » » 4- --- 66 settembre 1 60 V. --- 67 » 4 (f) » » » --- 68 » 4 (f) » 61 r. --- 69 » 4 (f) » » » --- 70 » 5 » » --- 71 » 10 61 V. --- 72 » 10 62 r. --- 73 » 10 (c) » » » --- 74 » 10 » » --- 75 » 10 62 V. --- 76 » 10 » » 42 settembre 9 c. 213 V. 77 » 9 (f) » 63 r. + 43 » 9 » » » 78 » 9 (f) » » » + 44 » 10 » 214 r. 79 » 10 (f) » » » + 45 » 10 » » » 80 » 10 (f) » 63 v. 4- 46 » 10 » » » 81 » 10 (f) » » » + 47 » 11 » 214 V. 82 » 11 (f) » 64 r. + 48 » 11 » » » 83 » 11 » » 4- 49 » 11* » » » 84 » 11 (f) » » » + — 43 — 50 settembre 11 c. 215 r. 85 settembre 11 c 64 v. + 51 » 11 » » » 86 » 11 (f) >> » » -f- 52 » 17 » 215 r. ! 87 » 17 (f) » » » -J- 53 » 17 » » » 88 17 (f) » 65 r. + 54 » 17 » 216 r. 89 » 17 (f) » » » + 55 » 18 » » » 90 » 8 (f) » 65 v. + 56 » 18 » 216 V. 91 » 8 » » -f- 57 » 18 » » » 92 » 8 66 r. + 58 » 18 » 217 r. 93 » 8 » » + --- 94 » 16 66 r. --- 95 » 19 (c) » » » --- 96 » 19 (f) » 67 r. 59 settembre 21 c. 217 r. 97 » 21 (f) » » » + 60 » 21 » 217 V. 98 » 21 (f) » 67 v. + 61 » 23 » » » 99 » 23 (f) » » » + 62 » 23 » » » 100 » 23 (f) » » » + --- 101 » 24 68 r. 63 settembre 4 c. 218 r. 102 » 24 (f) » » » -f --- 103 » 25 » » --- 104 » 25 68 v. --- 105 » 25 (f) » » » 64 settembre 27 c. 218 V. 106 » 26 (f) » » » + 65 » 27 » » » 107 » 26 (f) » » » + 66 » 27 » » » 108 » 26 (f) » 69 r. + 67 » 27 » 219 r. 109 » 27 (f) » » » + 68 » 27 » » » 69 v. + 69 » 27 » » » 110 settembre 27 (f) c. 70 » 27 (s.d.) » 219 V. 70 r. 4- 71 » 27 (s.d.) » » » 112 settembre 26 c. 72 » 27 » » » 111 » 28 (f) » 69 v. + --- 113 » 29 (f) » 70 r. --- 114 » 29 (f) » » » --- 115 » 29 (f) » 70 v. --- 116 » 27 (f) » » » --- 117 » 29 (f) » 71 r. 73 ottobre 1 c. 220 r. 118 ottobre 1 (f) » » » + 74 » 1 » » » 119 » 1 » » 4" --- 120 » 3 71 v. + --- 121 » 3 » » --- 122 » 7 (f) » » » --- 123 » 8 72 r. --- 124 » 8 (f) » » » - 44 — --- 125 ottobre 8 (f) c. 72 V. --- 126 » 8 » » » --- 127 » 3 » » » 75 ottobre 2 c. 220 V. 128 » 2 » 73 r. + 76 » 5 » » » 129 » 5 (f) » » » + 77 » 5 » 221 r. 130 » 5 » 73 V. + 78 » 5 » » » 131 » 5 (f) » » » + 79 » 5 » » » 132 » 5 (f) » » » + 80 » 8 » 221 V. 81 » 8 » » » 133 ottobre 8 » 74 r. + 82 » 8 » 222 r. 134 » 8 » » » + 83 » 8 » » » 135 » 8 (f) » » » + --- 136 » 8 » 74 V. --- 137 » 9 (f) » » » --- 138 » 15 » 75 r. --- 139 » (c) » 75 V. --- 140 » 15 (f) » » » --- 141 » 27 » » » --- 142 » 17 » 76 r. --- 143 » 17 (f) » 76 V. --- 144 » 18 (f) » » » --- 145 » 18 » 77 V. --- 146 » 25 » » » --- 147 » 25 (c) » 77 V. 84 ottobre 26 c. 222 V. 148 » 26 (f) » » » + 85 » 30 » » » 149 » 30 » 78 r. + --- 150 » 26 » » » --- 151 » 26 (C) » 78 V. --- 152 » 26 (f) » » » --- 153 » 26 » 79 r. --- 154 » 27 » » » --- 155 » 27 » 79 V. --- 156 » 27 » » » --- 157 » 27 » » » --- 158 » 27 » 80 r. --- 159 » 27 » » » — 45 — NOTAIO CORRADO DI CASTELLO (Anno 1307) Successione degli istrumenti nel manuale (A.S.G. - Sez. Notai n. 138) Si è dato inizio alla numerazione progressiva partendo dal primo istrumento della c. 125. 1 aprile 17 c. 125 r. 2 » 17 » » » 3 » 17 » » » 4 » 17 » » » 5 » 17 » » » 6 » 17 » » » 7 » 18 » » » 8 » 18 » 125 V. OS » 18 » » » 10 » 18 » » » 11 » 18 » » » 12 » 18 » » » 13 » 18 » 126 r. 14 » 18 » » » 15 » 18 » » » 16 » 18 » » » 17 » 18 » » » oo » 18 » 126 V. 19 » 18 » » » 20 » 18 » » » 21 » 19 » » » 22 » 19 » 127 r. 23 » 19 » » » 24 » 19 » » » 25 » 19 » » » 26 » 19 » 127 V. 27 » 19 » » » --- 28 aprile 19 » 128 r. 29 » 20 » » » 30 » 20 » » » Successione dei corrispondenti istrumenti nel cartolare (A.S.G. - Sez. Notai n. 138) La numerazione indica la posizione dell’istrumento nella successione progressiva che ha inizio dall’ultima imbreviatura della c. 108 v. 1 aprile 17 (f) c. 108 V. + 2 » 17 (f) » 109 r. + 3 aprile 17 c. 108 r. + 4 » 17 (f) » 109 V. + 5 » 17 » » » + 6 » 18 (f) » » » + 7 » 18 (f) » » » + 8 » 18 » 110 r. + 9 » 18 (f) » » » + 10 » 18 (f) » 110 V. + 11 » 18 (c) » » » + 12 » 18 (f) » » » + 13 » 18 » 111 r. + 14 » 18 (c) » » » + 15 » 18 (f) » » » 16 » 18 (f) » 111 V. 17 » 18 (f) » » » + 18 » 18 (c) » » » 19 » 18 (f) » 112 r. + 20 » 19 » » » + 21 » 19 » » » + 22 » 19 » 112 V. + 23 » 19 (f) » » » 24 » 19 (f) » » » 25 » 19 (f) » 113 r. + 26 » 19 » » » 27 » 19 » 113 V. 28 » 19 (f) » » »> + 29 » 20 (f) » 114 r. + 30 » 20 (f) » » » + 31 aprile 20 c. 128 v. 32 » 20 » » » 33 » 20 » 129 r. 34 » 20 » » » 35 » 20 » » » 36 aprile 20 c. 129 r. 37 » 20 » » » 38 » 20 » 129 v. 39 » 20 » » » 40 » 20 » » » 41 » 21 » 130 r. 42 » 21 » » » 43 » 21 » » » 44 » 21 » 130 v. 45 » 21 » » » 46 » 21 » » » 47 » 21 » 131 r. 48 » 21 » » » 49 » 21 » » » 50 » 21 » » » 51 » 22 » 131 v. 52 » 22 » » » 53 » 22 (s.d.) » » » 54 » 22 » » » 55 » 22 » » » 56 » 22 » 132 r. 57 » 22 » » » 58 » 22 » » » 59 » 22 » » » 60 » 23 » 132 v. 61 » 23 » » » 62 » 23 » » » 63 » 23 » » » 64 » 23 » 133 r. 65 » 23 (s.d.) » » » 66 » 23 » » » 67 » 23 » 133 v. 68 » 23 » » » 69 » 23 » 134 r. 70 » 24 » » » 31 aprile 20 (f) c. 114 V. 32 marzo 20 » » » 33 aprile 20 (c) » 115 r. 4- 34 » 20 (c) » » » 4- 35 » 20 (f) » » » 36 » 20 (f) » » » 37 » 20 (f) » 116 r. 4- 38 » 20 (f) » » » 4- 39 » 20 (f) » » » 4- 40 » 20 (f) » 116 V. 41 » 20 » 117 r. + 42 » 20 (f) » » » 4- 43 » 21 (f) » » » 44 » 21 (f) » 117 V. 4- 45 » 21 (f) » » » 4- 46 » 21 (f) » » » 4- 47 » 21 (f) » 118 r. 4- 48 aprile 21 (c) » 118 r. + 49 » 21 (f) » » » 4- 50 » 21 » 118 V. + 51 » 21 (f) » » » 4- 52 » 22 (c) » » » 4- 53 » 22 (f) » 118 V. 4- 54 senza data » 119 r. 55 aprile 22 (f) » » » 4- 56 » 22 (f) » » » 4- 57 » 22 (f) 4 119 V. 4- 58 » 22 (f) » » » 4- 59 » 22 (f) » » » 4- 60 » 22 (f) » 120 r. 61 » 23 » » » 62 » 23 (f) » 120 V. + 63 » 23 (f) » » » 4- 64 » 23 (f) » » » 4- 65 23 (f) » » » + 66 » 23 » 121 r. 67 » 23 (f) » » » 68 23 » 121 V. 4- 69 » 24 (f) » » » 70 aprile 24 c. 122 V. — 47 — 71 aprile 23 c. 134 v. 71 aprile 24 (f) c. 122 V. 72 24 » » » 72 » 24 (f) » » » 73 24 » » » 73 » 24 (f) » 123 r. 74 25 » » » 74 » 25 (f) » » » 75 25 » 135 r. 75 » 25 » » » 76 25 » » » 76 » 25 (f) » 123 V. 77 25 » » » 77 » 25 » » » NOTAIO ANGELINO DI LEONE (Anni 1316-1317) Successione degli isirumenti nel manuale (A.S.G. - Sez. Notai n. 256) Si è dato inizio alla numerazione progressiva partendo dal primo istrumento della c. 53 r. 1 1316 giugno 4 c. 53 r. 2 » luglio 13 » » » 3 » » 16 » 53 V. 4 » agosto 22 » » » 5 » » 22 » 55 r. 6 » » 22 » » » 7 » » 22 » 55 V. 8 » » 22 » » » 9 » » 22 » » » 10 » settembre 4 c. 56 r. 11 » » 4 » » » 12 1316 settembre 10 c. 56 r. 13 » agosto 22 » 57 r. 14 » ottobre 12 » » » 15 » » 16 » 57 V. 16 » » 23 » » » 17 » novembre 17 » 58 r. 18 » » 29 » » » 19 » dicembre 1 » 59 r. 20 » » 1 » 60 r. Successione dei corrispondenti istrumenti nel cartolare (A.S.G. - Sez. Notai n. 256) La numerazione indica la posizione dell’istrumento nella successione progressiva che ha inizio dalla prima imbreviatura della c. 5 r. 1 1316 giugno 4 c 2 » luglio 13 » 3 » » 16 » 4 » agosto 22 (f) » 5 » » 22 (f) » 6 » giugno 15 » 7 » agosto 22 (f) » 9 » » 22 » 10 » » 22 » 11 1316 settem. 4 c. 7 r. 12 » » 4 » » » 13 » » 4 » 7 V. 14 » » 10 (f) » » » oo » agosto 22 » 6 V. + 15 1316 ottob. 16 (f) c. 8 r. 4_ \ 16 » » 23 (f) » » » 17 » nov. 17 » 8 V. + 18 » » 29 » » » 19 » dicemb . 1 (f) » » » + 20 » » 1 (f) » » » . 5 r. » » 5 v. » » T » » 6 r. » » + 6 v. + » » + — 48 - 21 131ò dicembre 6 c. 60 V. 23 » » 9 » 61 r. 22 » » 6 » » » 24 1317 gennaio 6 » 61 V. 25 » » 6 » 62 r. 26 » febbraio 27 » » » 27 » marzo 7 » 62 V. 28 » febbraio 14 » 63 r. 29 » marzo 18 » » » 30 » » 18 » 63 V. 31 1317 marzo 24 » » » 32 » maggio 24 » 64 r. 33 » giugno 10 » » » 34 » » 23 » 64 V. 35 » agosto 10 » » » 36 » » 16 » 65 r. 37 » » 18 » » » 38 » » 18 » 65 V. 39 » » 20 » » » 40 » » 22 » 66 r. 41 » » 22 » » » 42 » settembre 3 » 66 V. 43 » » 6 » » » 44 » 9 » 67 r. 45 » » 27 » » » 21 1316 dicemb 6 c. 10 r. 22 » » 6 » » » 23 » » 9 » » » 24 1317 genn. 6 (f) » 11 r. 25 » » 6 » » » 27 » febbr. 27 (f) » 11 V. 28 » marzo 7 (f) » 12 r. 26 » febbr. 14 (f) » 11 r. 29 » marzo 18 » 12 r. 30 » » 18 » 12 V. 31 » » 24 » » » 32 » maggio 24 (f) » 13 r. 33 » giugno 10 » » » 34 » » 23 » 13 V. 35 » agosto 10 » » » 36 » » 17 (f) » 14 r. 37 » » 18 » 14 V. 38 » » 18 » » » 39 » » 20 » » » 40 » » 22 » » » 41 » » 22 » 15 r. 42 » settem. 3 » 15 V. 43 » » 6 » » » 44 incompleto » » » 45 1317 settem. 27 » » » Il confronto tra gl’istrumenti trascritti nel cartolare e quelli contenuti nel manuale convince che le differenze tra le due redazioni vertono, in sostanza, su due serie di elementi fondamentali: le « pubblicationes » e la « lineatura », che troviamo indicate con la massima precisione nei primi e molto irregolarmente nei secondi. Dalle differenze, come si è visto, derivano importanti conseguenze, determinate dal fatto che nel caso della mancanza degli accennati elementi diveniva impossibile estrarre la « charta » nelle forme consuete. Si prospettano, perciò, due quesiti fondamentali, se, cioè, la redazione nel manuale fosse obbligatoria e quale fosse il valore giuridico di quest'ultima. Alla soluzione dei detti quesiti notevoli chiarimenti possono ve- — 49 — 4 nire dall’esame di uno dei registri 120 ) del ricordato notatio Corrado di Castello, particolarmente interessante sia per la sua speciale composizione sia perché appartiene già ai primi anni del 1300, il che dimostra come perdurasse il costume della triplice redazione 121 ). Il detto cartolare, come oggi si presenta, è uno dei pochi superstiti nella loro integrità ed è fornito, all’inizio, di un preciso indice. Un approfondito esame ha, tuttavia, rivelato un importante particolare in quanto si è potuto constatare come alcuni istrumenti, precisamente quelli compresi tra il 17 e il 25 aprile dell’anno 1307,122> 120) A. S. G„ Sez. Notai, cart. 138. 121) Dagli inventari pervenutici dairArchivio Notarile anteriori al rimaneggiamento del secolo XVII, susseguente al bombardamento navale francese del 1684, si deduce che l’uso del manuale si è perpetuato fino a tutto il secolo XVI. Risulta, infatti, (cfr. A.S.G., Notai Ignoti, Pandetta degli antichi notai, n. 493), che erano ad un tempo conservati manuali e cartolari dei seguenti notai: — Secolo XIII: Lambertus de Sambuxeto, Ogerius Osberguerius, Vivaldus de Porta; — Secolo XIV: Benedictus de Vivaldo, Johannes Dragus, Nicolaus Peleranus, Obertus Pegolus; — Secolo XV: Branca Bagnara, Baptista Mufula, Baptista de Seravaie, Baptista de Calizzano, Baldasar de Coronato, Christophorus Ratonus, Damianus de Precipiano, Dominicus de Bargono, Johannes de Turri, Julianus de Turri, Jeronimus de Vintimilio, Jacobus de Rondanina, Jeronimus de Serro, Johannes de Brignalis, Johannes Logia, Johannes de Zurli, Johannes Baptista Parrisola, Johannes de Facio, Jeronimus Carrega. Lucas de Turri, Lazarus Raggius, Manuel de Recho, Martinus de An-doria, Martinus de Morano, Mauritius de Parma, Paulus de Recho. Petrus Folieta, Thomas Duratius. — Secolo XVI: Antonius Pestarinus, Bartholomeus de Potestate, Benedictus de Costa. Bartholomeus Borrela, Benedictus de Cario, Bartholomeus Lomelinus, Bernardus Ususmaris Granello, Baptista Parrisola, Johannes de Costa, Johannes Augustinus Rebrocus, Johannes Pallavicinus, Johannes Augustinus de Serravate, Johannes Baptista de Piscariis, Jacobus Cigala de Semino, Jeronimus de Cunio, Johannes Baptista Ittalianus, Johannes Parrisola, Johannes Baptista Ponte, Laurentius Parrisola, Ni colaus Pallavicinus, Prosper de Camulio, Petrus Villa, Panthaleo Boa xius, Panthaleo de Agnola, Sebastianus Traversagnus. Stephanus Testeria. 122) Cfr. nota n. 21. All'inizio del secolo XVII troviamo, poi, una interessante disposizione legislativa che insiste sulla obbligatorietà dell'uso del manuale, ora sottoposto al controllo del Senato, giustificandola con le stesse asserzioni che si sono illustrate e facendo, inoltre, esplicita menzione della possibilità di estrarre l’istrumento in caso di perdita dei protocolli. Ce ne dà notizia una « grida » che si crede opportuno riprodurre nelle parti essenziali. (A.S.G., Archivio Segreto, n. gen. 1018, grida n. 13): «...Debba ognuno di essi notari eletti et eligendi tenere un libro di forma longa e stretta di sei quinterni che gli dovrà essere dato dal Cancelliere e con la sottoscrittione in fine d’ogni carta di mano del detto Can- ? — 50 — si presentino due volte. Poiché il nostro notaio è fortunatamente uno di quelli di cui ci sono rimasti sia frammenti di manuale sia frammenti di cartolare non è stato difficile un confronto che ha provato come effettivamente ci si trovi di fronte alle due diverse redazioni. Non si spiegava, però, come esse si ritrovino riunite in uno stesso registro. Solo l’antica numerazione delle carte, perfettamente corrispondente all’indice, ha reso evidente come in realtà il notaio, probabilmente nella impossibilità di trascrivere gl'istru-menti, abbia semplicemente inserito nel cartolare un intero quinterno del manuale lasciando intatte, per non tagliarle e causare difficoltà nella rilegatura, anche le prime carte del quinterno stesso contenenti istrumenti già trascritti. L’accennata numerazione, infatti, non venne apposta sulle carte contenenti gli atti già trascritti mentre riprende regolare al punto preciso in cui compaiono gl’istru-menti per i quali il notaio non aveva potuto provvedere alla trascrizione. Naturalmente questi ultimi, entrando a far parte del cartolare, vengono completati con l’opportuna « lineatura ». Queste constatazioni, se non si va errati, dimostrano che, da un lato, il notaio riteneva sufficiente per il cartolare la redazione dell’atto quale era nel manuale, purché completata con le opportune « publicationes » e contrassegnata con la necessaria « lineatura », dall’altro, che si reputava superflua l’esistenza del manuale una volta che fosse avvenuta la trascrizione degli istrumenti nel cartolare. Questa seconda deduzione, avvalorata dal fatto che le suc- celliere del S. Senato con la inscrittione di lui e col giorno et anno per esteso che sarà dato e sottoscritto dal detto Cancelliere, nel qual libro, come in diurnale o notulario, doverà notare o almeno firmar sotto la nota di sua mano ogni istrumento, testamento o codicillo et altre ultime volontà et ogni atto di vonlontaria giurisdittione che farà alla giornata, esclusi solamente quelli atti e contratti che si fanno in giuditio dinanti a delegati e nelle corti dagli attuari, con espressione del giorno et nome de contrahenti et de testimoni, la qualità de contratti et atti, almeno sommariamente et in genere, et estenderli poi prontamente et diligentemente, secondo che dalle parti sarà richiesto e soddisfatto. E come che detto libro non sia ad altro effetto che perché non si perdano li istrumenti ricevuti da notari e non siano levate le scritture originali da protocolli né da alcuno siano fra essi supposte, doppo la morte de notari, scritture di istrumenti non veri, si dichiara et ordina che trovandosi l'istrumento o sia scrittura estesa dal detto notaro la detta nota non si habbi in alcuna consideratione, ancorché la estensione fosse più ampia in essa, ma se morto il notaro non si troverà la scrittura estesa all’hora detta nota faccia fede, ad effetto che l’istrumento o atto ricevuto si possa estendere in quella maniera che sarà approvato e dichiarato da chi comanderà il S. Senato... ». cessive cassature non vengono, in genere, riportate nel manuale, chiarisce anche perchè i frammenti di manuale rimastici siano in minor numero che non quelli di cartolare. Circostanza questa da sottolineare perchè, in effetti, i frammenti di manuale sopravissuti sono senz'altro una piccola minoranza. Alle stesse conclusioni si perviene attraverso l'esame del manuale del notaio Angelino di Leone, il quale, dopo aver trascritto l'istrumento nel cartolare, cassa la redazione del manuale sbarrandola e apponendo per esteso la dicitura « cassatum quia est in cartulario ». Il fatto conferma come la redazione del manuale divenisse superflua una volta portata a termine la trascrizione nel cartolare, non solo ma se si considera che la redazione del manuale è per questo notaio accuratissima ed ogni istrumento è completo di « publicationes » e di « lineatura », risulta evidente come la predetta cassatura miri essenzialmente ad annullare la prima redazione e ad impedire che da essa venga estratta la « charta », cosa possibilissima proprio perchè l’atto era completo. Infatti dalla redazione del cartolare vengono regolarmente estrat te le «chartae» in pergamena, ma ciò che appare di particolare importanza è la constatazione che ciò poteva avvenire anche a a redazione del manuale, in caso di necessità e qualora non esistes sero dubbi sulle «publicationes» e sulla «lineatura», come è dimostra to dalle «apodixie» lasciate dai notai in qualche manuale in cor rispondenza dell'istrumento estratto. 123> A convalida di quest'ultima affermazione sta anche il atto, risultante dagli antichi inventari dell'archivio notarile anteriori a rimaneggiamento dell'archivio stesso, che in caso di mancanza ei cartolari dei notai defunti o assenti venivano accuratamente conser vati i manuali. 124> Se si conservano i manuali in mancanza dei cartolari appare evidente che ad essi, in tal caso, si doveva attribuire valore giuridico. 123) Cfr. ad es. 1’ « apodixia » inserta in frammento di manuale in cart. 134, tra c. 80 e c. 81. 124) Dai citati inventari (cfr. nota n. 118) risulta che si conservavano soltanto i manuali dei seguenti notai: — Sec. XII: Willelmus Caligepalii; — Sec. XIII: Raimundus Medicus; — Sec. XIV: Odoardus de Monelia, Baptista de Agnola. Occorre, inoltre, osservare come per molti notai di cui si conservavano ad un tempo cartolari e manuali, per determinati anni, esistessero soltanto questi ultimi. Così, ad esempio, di Lamberto di Sambuxeto, notaio importantissimo perché rogò in Caffa e Famagosta alla fine del ’200, per gli anni 1295, 1296 e 1297 si conservavano soltanto i manuali. — 52 — Del resto lo stesso Angelino di Leone, il quale specie nella seconda parte del cartolare non sempre, ignoriamo per quale ragione, riuscì a completare la trascrizione degli atti, pur non inserendo materialmente il manuale nel cartolare lo accluse allo stesso in modo che fosse sempre possibile farvi ricorso. E si noti che nel caso sopra accennato, quando, cioè, la trascrizione nel cartolare non venne effettuata in modo tale da escludere ogni possibilità di dubbio sugli elementi essenziali dell'istrumento, il notaio non cassò la redazione del manuale con la solita, ricordata formula «cassatum quia est In cartulario », lasciando, pertanto, piena libertà di effettuare l’estrazione. Così si spiega la dizione talora usata dai notai nella «completio» di istrumenti estratti «de manuali» 125> e si spiega anche come gli stessi notai medievali potessero in qualche occasione trovarsi incerti di fronte a frammenti di registro di cui, per la mancanza di frontespizio o per altre ragioni, non riuscissero a stabilire l’esatta natura ed usassero allora l’espressione «extractum de cartulario sive manuali» od altre corrispendenti. 126> Concludendo pare di poter affermare che l’uso del manuale 127) più che ad un obligo giuridico rispondesse ad imprescindibili necessità di carattere pratico. Il notaio, una volta rogato, era tenuto a stendere subito l’atto; 128> se si trovava nella «scribanìa», lo registrava nel manuale, se fuori, non avendo tale possibilità, lo scriveva su qualsiasi materia scrittoria. 128 > 125) Cfr. nota n. 14. 126) Si veda, ad esempio, la seguente «completio»: «Ego Johannes Enricus de Porta notarius predictum instrumentum extraxi et in hanc publicam formam redegi pro dicto Monasterio de cartulario sive manuali instrumentorum quondam Jacobi Taraburli notarii ex auctoritate mihi concessa a dominis Capitaneis Communis et Populi Januensis, MCCLXXXX die XXIII decembris» (A. S. G., Arch. Segreto, Monastero di San Siro, n. gen. 1526, 1230 maggio 5). (127) Interessante ed esplicita, per il secolo XIV, la seguente avvertenza scritta sul frontespizio del proprio cartolare dal notaio Nicolaus Ravaria : « Ego Nicolaus Ravaria Sacri Imperii notarius instrumenta contenta in isto quaterno et omnia alia sequentia ab isto in antea testavi, publicavi et in notam recepi », (cfr. A. S. G., Sez. Notai, cartolare n. 319, c. 154). 128) Cfr. nota n. 112. 129) Cfr. per Pavia, R. Sorigo, Statuta, decreta Papiae, B. S. S. S. 129, cap. XXI, pag. 151: «Et non stabo plus una die fraude post traditionem instrumenti vel pre-ceptum quin saltim scribam diem et testes et debiti quantitatem si de debito fuerit nisi remanserit ignorantia vel quod non haberem mecum tantam cartam que sufficeret ipsam cartam inbreviandam sine fraude vel si aliquo fortuito casu et non fraude non haberem mecum unde scribere possem ». — 53 — Ciò non toglie che, in particolari casi, sia perchè sicuro della propria capacità sia per la particolare semplicità del negozio, il notaio scrivesse direttamente ristrumento nel cartolare. Ce ne dà conferma lo stesso notaio Corrado di Castello che, sempre corretto e preciso, nel manuale, nella esatta posizione che spetterebbe ad alcuni atti in esso non stesi, ma redatti nel cartolare, annota «hic esse debet...» 130>. L'istrumento, una volta steso nel manuale, viene letto alle parti ed ai testimoni. Come si è detto, si ritiene che fosse questo il momento deH'intervento di questi ultimi e che, in sostanza, venissero chiamati una sola volta. La supposizione pare particolarmente avvalorata dal fatto, di cui si è fatto cenno, che intere parti di manuale vengono tranquillamente trasportate di peso nel cartolare. Allo stesso momento si deve far riferimento qualora la redazione avvenga direttamente sul cartolare. Infine, in determinati limiti di tempo, che purtroppo per Genova non conosciamo esattamente ma che comunque dovevano essere brevi, l'istrumento viene trascritto nel cartolare. Dal cartolare sono estratte le «chartae» in pergamena; in caso di mancata trascrizione nel cartolare, però, è possibile far ricorso alla stesura del manuale purché non presenti lacune nè nei riguardi delle «publicationes» nè della «lineatura». APPENDICE DI DOCUMENTI A illustrazione delle successive redazioni del documento notarile genovese nei secoli XIII e XIV pubblichiamo alcuni istrumenti tratti da frammenti di manuale cui si è trovato riscontro nei cartolari. Per dare alla silloge essenziale una maggiore varietà e quindi una più completa virtù illustrativa scegliamo, tra i molti, alcuni esempi che valgano ad illustrare ad un tempo le principali forme di contratti: venditiones e locationes varie, dotis constitutio, mandatum, accomendatio, mutuum, cambium, quitatio, cessio iuris, compromissum. VENDITIO RERUM (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 206 r., n. 1. [1277] luglio 28 (sbarrato con una sbarra) XXVIII julii. Nos Mainetus domini Parmexani de Pistura et Nicolaus Manelli de Florentia, quilibet nostrum in solidum, confitemur tibi Fidugio Diversi de Luca, recipiendi nomine tuo et Enrici Amulfini de Luca, nos habuisse etc. tantum de rebus tuis. Abrenuntiantes etc. unde etc. tibi vel etc. usque mensem uncias XIII auri tarinorum ad iustum pondus Regni Sci-cilie Enrico Amulfini vel sociis etc. Alioquim etc. Et pro pena etc. Testes Tuigius filius Melioris de Pistura, Muriconus Bonani de Luca. CARTOLARE n. 53, c. 46 v., n. 1. 1277 luglio 28 (a margine d.; Fidugii Diversi de Luca) Nos Mainetus domini Parmexani de Pistura et Nicolaus Manelli de Florentia, quilibet nostrum in solidum, confitemur tibi Fidugio Diversi de Luca, recipienti nomine tuo et Enrici Amulfini de Luca, nos habuisse et recepisse tantum de rebus tuis et dicti Amulfini unde et pro quibus quilibet nostrum in solidum promittimus et convenimus tibi dare et solvere usque mensem unum proximum venturum Enrico Amulfini vel sociis uncias quatuordecim boni auri et iusti ponderis tarinorum ad iustum pondus Regni Scicilie. Abrenuntiantes exceptioni unciarum non debitarum et omni iuri. Alioquim penam dupli cum dampnis et expensis quas dictus Arnulfinus vel aliquis ex sociis faceret pro ipsis recuperandis, ipsis creditis de expensis solo verbo sine iuramento et testibus et alia probatione, tibi stipulanti, recipienti dicto nomine, promittimus quilibet nostrum in solidum et pro pena et ad sic observandum universa bona nostra, quilibet nostrum in solidum, habita et habenda tibi recipienti dicto nomine pignori obligamus; abrenuntiantes privilegio fori et omni iuri quod possimus nos iuvari de predictis ubique conveniri. Actum Janue ante stationem Maro-cellorum; MCCLXXVII, die XXVIII julii, circe tertiam, indictione IIII. Testes Tuigius filius Melioris de Pistura et Muriconus Bonati de Luca. — 57 — VENDITIO TERRAE (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 215 v., n. 1. [1277] settembre 17 (sbarrato con una sbarra) Die XVII septembris, circa tertiam. Ego Bonacursius de Bonacurso notarius de Reco vendo tibi Petro quondam Mathei Amie pecciam unam terre vineate et arborate in quarterio Polanesi in potestatie Rechi in villa de Faraverio loco ubi dicitur in Casaleto cui coheret superius via et domus Nicolai de Faraverio in parte, salva albore unius ficus in macerie diete vie heredibus quondam Johan-nis Antoli de Falaveria, ad uno latere terra et domus dicti Nicolai et ab alio latere terra heredum dicti Johannis Antoli, sicut est terminata, et inferius terra dictorum heredum sicut est terminata, finito precio librarum XX januinorum de quibus me bene quietum et solutum voco, abrenuntians etc. Et si plus valet etc. Insuper etc. Et dicta terra etc. Testes infrascripti. CARTOLARE n. 53, c. 64 v., n. 3. [1277] settembre 17 (a margine s.: Pétri Aurie; factum) Ego Bonacursius de Bonacurso notarius de Reco vendo, cedo et trado tibi Petro quondam Mathei Aurie pecciam unam terre vineate et arborate in protestatia Rechi in quarterio Polanesi in villa de Faravero loco u i dicitur Casaletus, cui coheret superius via et domus Nicolai de Faraverio in parte, salva arbore unius ficus in macerie dicte vie heredibus Quondam Johannis Antoli de Falavaria ab una latere terra ed domus icti Nicolai ab alio latere terra heredum dicti Johannis Antoli sicut est terminata et inferius terra dictorum heredum sicut est terminata, finito precio librarum viginti januinorum de quibus me bene quietum et solutum voco, abrenutians exceptioni non habite et non recepte peccu-nie, doli in factum condicioni et sine causa, et si plus valet dicto precio sciens eius veram extimacionem illud tibi do et titulo vendicionis in te transfero. Possessionem vero et dominium dicte terre tibi corporaliter tradidisse confiteor, constituens me per te tuo nomine precario possidere donec possidero. Insuper ex dicta causa venticionis tibi do, cedo et trado et mando et in te transfero omnia iura, rationes et actiones reales et personales, utiles, directas, mixtas et persecutorias, que et quas habeo - 58 - ■et habere possum et mihi competunt et competere possunt in dicta terra, da ut ipsis iuribus, rationibus et actionibus agere experiri possis, in iudi-cio et extra, et coram quocumque magistratu, constituendo te inde procuratorem ut in rem tuam, quam promitto tibi de cetero non impedire nec subtrahere sed potius ipsam tibi et habentibus causam a te deffen-dere, expedire et auctoriçare a quacunque persona, collegio et universitate meis propriis expensis, remissa tibi necessitate denunciandi et quam ti i vendo et do liberam, mondam et expeditam ab omni honere servitutis et exactionis preter quam a mutuis et a collectis Communis Janue, que predictus Petrus promisit mihi notario, stipulanti nomine Communis anue, solvere secundum formam capituli, et promitto tibi predicta attenere, complere et observare et contra non venire sub pena dupli de quanto et quotiens contrafactum fuerit, rato manente presenti pacto, et proinde et ad sic observandum universa bona mea habita et habenda J"** PignQri obligo. Actum Janue, ante stacionem Marocellorum ; XXVII, die XVII septembris, circa meridiem, indictione IIII. Testes Manuel de Porta scriba et Johannes de Reco taliator. VENDITIO DOMUS (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 133 v., n. 2. [1307 aprile 23] (sbarrato con una sbarra) *n. .nom“le Ihesu Christi amen. Nos Johannes de Sigestro, magister axie, filius quondam Fulchonis de Roiano, et Margarita, iugales, filia Oberti calegarii de Valdetario, qui stat ante hostium sive portam Sancti Ste-P ani, filii quondam Trufi de Valdetario, in presentia, consensu et voluntate dicti viri mei et in presentia, consensu et autorictate dicti Oberti patris mei, et Obertus calegarius de Valdetario, calegarius (sic), pater dicte Margarite predictus, quisque nostrum in solidum, vendimus, cedimus et tradimus vobis Thome Spaerio de Rapallo, recipienti et ementi pro dimidia nomine et vice Lanfranchi calafacti de Rappallo, et Anthonio calafacto de Polanexi de Recho, ementi tuo proprio nomine pro alia dimidia, hedificium cuiusdam domus et iuris soli, positi Janue in carubio pexarie super terra sive soli (sic) que vel quod fuit Guillielmi Ferrarii de Castro et que vel quod est Manuellis Cibe, cui toti coheret inferius hedificium domus Nicolai taliatoris de Albario, superius hedificium domus Angelini filii quondam Petri Boni, retro quintana, antea carubium, ad habendum et tenendum et quicquid volueritis decetero faciendum, dictis nominibus, vos et heredes vestri sive nomine quo supra et cui dederitis seu habere statueritis dictis nominibus, iure proprietario et titulo emptionis, sine etiam nostra, heredumque nostrorum omnium personarum pro — 59 — nobis contradictione. Quod hedificium cum iure soli vobis dictis nominibus vendimus, cedimus et tradimus et vendidisse confitemur cum omni suo iure, commodo et utilitate, ingressu et exitu omnibusque demum pertinentibus et pertinentiis suis uti optimum maximeque est, liberum et absolutum ab omni honere et exactione servitutis preter quam a mutuis, collectis et honeribus Communis Janue de ipso in futurum prestandis, que et quas dicti emptores, dictis nominibus, promiserat mihi notario stipulanti etc., abrenuntiantes in predictis omni privilegio etc., et preter quam a censu sive trancito dicti soli omni anno persolvendo etc., finito precio librarum centum quinque januinoram, quas proinde a vobis habuisse et recepisse confitemur et de ipsis nos inde a vobis quietos et solutos vocamus, abrenuntiantes exceptioni non numerate pecunie non habite et non recepte et omni iuri etc. Et si plus valet dictum hedificioum etc., scientes veram extimationem ipsius etc. Renuntiantes legi etc. Possessionem et Ciminium etc. Dantes vobis dictis nominibus licentiam etc. Constituentes nos etc. Quod hedificium dicte domus cum iure soli promitimus et con venimus tibi de cetero non impedire etc. Alioquim etc. Ratis etc. t proinde etc. Insuper ex certa causa etc. Ita ut dictis iuribus etc. cto ut in solidum dicti jugales teneantur, abrenuntiantes beneficio nove constitutionis etc. Et ex certa scientia ego dicta Margarita abrenuntio iuri ypothecarum et iuri quo cavetur etc. Faciens in presentia et consensu mei et patris mei et conscilio testium etc. Actum ut supra. CARTOLARE n. 138, c. 121 v., n. 2. ^ ^ 24 (a margine s.: Lan]ranchi colafacti de Rappallo et Ant horni de Palanesi de Recho; factum in carta) In nomine Jhesu Christi amen. Nos Johannes de Sigestro, m^stf1'. axie, filius quondam Fulchonis de Roiano, et Margarita, iuga es, a Calegarii de Valdetario, qui stat ante hostium sive portam Sancti M p , filii quondam Trafi de Valdetario, in presentia, consensu et vo u dicti viri mei et in presentia, consensu et auctoritate dicti er i P mei, nec non et Obertus Calegarius de Vaidatario Caleganus (sic) pater dicte Margarite predictus, quilibet nostrum in solidum, vendimus, cecumus et tradimus vobis Thome Spaerio de Rapallo, recipienti et emen dimidia nomine et vice Lanfranchi calafacti de Rapallo, et Anthon o calafacto de Polanexi de Recho, ementi suo proprio nomme pro ai a dimidia, hedificium cuiusdam domus et iuris soli positi Janue in carabio pexarie super terra sive soli que vel quod fuit Guillelmi Ferrara e et que vel quod nunc est Gabriellis (i) Cibe, cui toti coheret inferius 1) Cancellato: Manuellis. — 60 — hedificium domus Nicolai taliatoris de Albario, superius hedificium domus Angelini filii quondam Petri Boni, retro quintana, antea carrubium, ad habendum et tenendum et quicquid volueritis dictis nominibus de cetero faciendum vos et heredes vestri sive nomine quo supra et cui dederitis et habere statueritis dictis nominibus, iure proprietario et titulo emptionis, sine omni nostra heredumque nostrorum omniumque personarum pro nobis contradictione. Quod hedificium cum iure soli vobis dictis nominibus vendimus, cedimus et tradimus et vendidisse confitemur cum omni suo iure, commodo et utilitate, ingressu et exitu, omnibusque demum pertinentibus et pertinentiis suis uti optimum maximeque est, liberum et absolutum ab omni honere et exactione servitutis preter quam a mutuis, collectis et honeribus Communis Janue de ipso in futurum prestandis et preter quam a censu sive trancito dicti soli omni anno persolvendo, que et quas, quem et quod dicti emptores dictis nominibus promiserunt mihi notario, stipulanti nomine Communis Janue et domini soli, decetero solvere pro tempore futuro, renuntiantes omni privilegio, consuetudini et capitulo quibus contravenire possent, finito precio librarum centum quinque januinorum, quas proinde a vobis habuisse et recepisse confitemur et de ipsis nos bene a vobis dictis nominibus bene quietos et solutos vocamus, abrenuntiantes exceptioni non numerate peccunie non habite et non recepte, precii non soluti et omni iure. Et si plus valet dictum hedificium dicte domus cum iure soli, sciens veram extimationem ipsius, id quod plus valet vobis dictis nominibus mera, pura et irrevocabili donatione inter vivos donamus et remitimus, renuntiantes legi qua subveniter deceptis ultra dimidiam iusti precii et omni iuri. Possessionem et dominium ipsius inde vobis confitemur corporaliter tradidisse, dantes vobis licentiam intrandi et ingrediendi ipsius corporalem possessionem dictis nominibus quando-cumque vobis placuerit, sine alicuius iudicis et magistratus decreto; constituentes nos ipsum hedificium pro vobis dictis nominibus et vestro nomine precario possidere donec possederimus quousque de ipso habueritis corporalem possessionem. Quod hedificium dicte domus cum iure soli - promitimus et convenimus vobis decetero dictis nominibus non impedire nec subtrahere set potius ipsum vobis et heredibus vestris, dictis nominibus et nomine quo supra et heredibus ipsorum et cui dederitis et habere statueritis sive cui datum fuerit, per nos nostrosque heredes legiptime deffendere, disbrigare et auctorizare ab omni persona, corpore, collegio et universitate, nostris propriis expensis, remissa vobis necessitate denunciandi. Alioquim penam dupli valimenti dicti hedificii vel pro tempore melioratum fuerit vobis stipulantibus dare et solvere dictis nominibus promittimus, ratis manentibus supra dictis, et proinde omnia bona nostra habita et habenda vobis pignori obligamus. Insuper ex dicta causa et pro precio supradicto vobis damus, cedimus et mandamus omnia jura, actiones et rationes, reales et personales, utiles, directas et mixtas, reipersecutorias et penales, que et quas habemus et nobis et unicuique nostrum competunt et competere possunt in ipso hedificio et pro ipso et eius occasione, ita ut dictis iuribus, ac- — 61 — tionibus et rationibus uti possitis, agere, petere, exigere, excipere, experiri, tueri, deffendere et replicare et omnia demum facere que nosmet et unusquisque nostrum facere possumus, possemus et unquam melius potuimus facere potest, posset et unquam melius potuerit. Constituentes vos inde procuratores ut in rem vestram propriam, acto tamen ut unusquisque nostrum in solidum de predictis omnibus teneatur, abrenuntiamus beneficio nove constitutionis de duobus reis, epistule divi Adriani, iuri de principali et omni iuri. Et ex certa scientia ego dicta Margarita abrenuntio iuri ypothecarum, Senato Consulto Velleiano et legi qua cavetur quod mulier in eodem instrumento cum viro suo se et suberam suam non obliget obnoxiam nisi probetur pecuniam fore versam in utilitatem suam, quam quidem, ex nunc, in utilitatem meam et presentium versam esse confiteor; faciens omnia et singula su-pradicta in presentia, consensu et voluntate dicti viri mei et in presentia, consensu et auctoritate dicti patris mei et conxilio testium infra-scriptorum, quos ad hec meos propinquos, vicinos et conxiliatores elli-go et appello. Actum Janue in domo Guillielmi Vegeti, quam habitat Lan-francus predictus. Testes Jacobus de Recho calafactus, filius quondam Petri de Feleto, Johannes Stella de Recho calafactus et Spinetus calafactus de Vulturo dicti Lanfranchi. Anno Dominice Nativitatis MCCCVII„ indictionem IIII, Die XXIIII aprilis post nonam. VENDITIO LOCI SALIS (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 129 v., n. 1. [1307] aprile 2Ù (sbarrato con una sbarra) Nos Obertus et Oddonus de Gavio, fratres, filii quondam Jacobi, uterque nostrum in solidum, vendimus, cedimus et tradimus tibi Lanfranco Astaguerre locum unum salis in comperis salis domini Rainerii cum jmnibus iuribus, introitu et pagis ipsius et ipsum promitimus facere scribi super te ad tuam voluntatem, finito precio librarum centum septem januinorum, quas proinde a te habuisse et recepisse confitemur et de ipsis nos bene a te quietos et salutos vocamus, renuntiantes etc. Et si pluv valet etc. Possessionem et dominium etc. Constituentes etc. Quem locum salis tibi promitimus non impedire nec subtrahere set potius tibi ab omni persona etc. deffendere etc. Insuper ex dicta causa etc. Ita ut dictis iuribus etc. Constituentes etc. Et predicta facta sunt etc. Insuper Nida, mater dictorum fratrum, dicte venditioni interfuit. — 62 - i attificavit et approbavit et ipsi Lanfranco remisit, omni iuri sibi competenti et competituro (sic) in dicto loco salis occasione doctium et iurium suorum et quacumque occasione, promitens eidem quod nullam litem, petitionem, requisitionem, controversiam vel actionem movebit, in iudicio et extra, sub pena dupli et obligatione etc. Ratis etc. Abrenuntians iuri ypothecarum, Senato etc. et omni legum et capitulorum auxilio etc. Faciens conscilio testium etc. Actum Janue in domo Opecini capsiarii quam habitant predicti venditores. Testes Simon de Dianega capsiarius, Guil-ae mus de Zoalio capsiarius et Francischus Astaguerra quondam Guil- 1 mi. XX aprilis, ante vesperas. CARTOLARE n. 138, c. 116 v., n. 1. 1307 aprile 20 (a margine s.: Lanfranchi Astaguerre; factum in carta) Nos Obertus et Oddonus de Gavio, fratres, filii quondam Jacobi, uterque nostrum in solidum, vendimus, cedimus et tradimus seu quasi tradimus tibi Lanfranco Astaguerre libras centum januinorum scriptas pro loco uno in comperis salis Communis Janue silicet in bonis et de bonis com-peris factis tempore Domini Rainerii Rubei vel Alberti de Malavolta olim potestatum Janue, cum jure habendi et percipiendi introitum et proventum ipsius loci, quem locum promitimus tibi super te facere scribi in cartulario dictarum comperarum ab hodie in antea ad tuam voluntatem, inito precio librarum centum septem januinorum, quas proinde a te ia uisse et recepisse confitemur et de ipsis nos bene a te quietos et soutos vocamus. Renuntiantes exceptioni non numerate peccunie non a ite et non recepte, precii non soluti doli in factum conditioni sine causa et omni iuri et si plus valet id plus tibi donamus et remitimus i enuntiantes legi qua subvenitur deceptis ultra dimidiam iusti precii et omni iuri. Dominium et possessionem ipsius loci seu dictarum librarum centum et dicti iuris habendi et percipiendi proventum et introitum ut supra tibi confitemur tradidisse seu quasi, confitentes nos ipsum pro te et tuo nomine precario possidere et dictum ius habendi et percipiendi proventum ut supra seu quasi donec tenuerimus seu possederimus, dantes tibi licentiam accipiendi dictam possessionem ipsius tua propria auctoritate quando tibi placuerit sine alicuius iudicis et magistratus decreto. Quem locum cum omni iure habendi et percipiendi introitum et proventum ipsius promitimus tibi decetero non impedire nec sutrahere sed potius ipsum legiptime deffendere, auctorizare, expedire et disbrigare nostris propriis expensis, in iudicio et extra, et heredibus tuis et cui eum dederis et habere statueris per nos nostrosque heredes ab omni persona, corpore, collegio et universitate, salvo a forcia seu violentia Communis Janue, remissa etiam tibi necessitate denuntiandi. Insuper ex dicta causa et pro dicto pretio damus, cedimus et mandamus tibi et tradimus seu quasi et in te transferimus omnia iura et actiones reales et personales, utiles, directas et mixtas, reipersecutorias et penales, undecumque, qualiacumque et qualitercunque, et nobis competunt et competere possunt in ipso loco et pro ipso et eius occasione, ita ut ipsis iuribus, actionibus et rationibus uti possis, agere, petere, exigere, excipere, experiri, tueri, deffendere et replicare et omnia demum facere que nosmet et unusquisque nostrum tacere possumus, possemus et unquam melius potuerimus; constituentes te inde procuratorem ut in rem tuam propriam, predictam autem venditionem et omnia et singula supradicta promitimus et convenimus tibi habere ratam et firmam et firma perpetuo habere et tenere et attendere et observare sub pena dupli dicti precii, ratis menentibus supradictis, et obligatione bonorum nostrorum presentium et futurorum et predicta omnia tacta sunt salvis semper mutuis, collectis et ceteris honeribus Communi Janue de cetero prestandis que et quas dictus emptor promisit mihi notario, stipulanti nomine Communis Janue, de cetero solvere dicto Com-.nuni, renuntians omni privilegio, consuetudini et capitulo quibus contravenire posset. Insuper Nida, mater dictorum fratrum, abrenuntiavit ex certa scientia iuribus ypothece et quibuscumque aliis iuribus eidem competentibus in dicto loco vel occasione ipsius et ipsi vendicioni presens et omnibus supradictis ratificans et approbans atque remitens omni iuri sibi competenti et competituro in futurum in dicto loco tam occasione doctium et iurium suorum quam demum alia quacumque occasione ut dictum est, promitens etiam tibi dicto Lanfrancho emptori te, heredes tuos vel bona tua vel habentes a te causam in perpetuum per me vel heredes meos non molestare vel inquietare in dicto loco vel occasione ipsius ratione alicuius iuris mihi competenti in ipso loco vel occasione ipsius et hoc sub pena predicta et obligatione bonorum meorum, ratis semper manentibus supradictis; faciens omnia supradicta conscilio testium infrascriptorum quos ad hec meos propinquos, vicinos et conscilia-tores elligo et appello, abrenuntians etiam in predictis omni legum et capitulorum ausilio quibus contravenire possem et nos dicti Obertus et Od-donus in predictis renuntiamus ut in solidum teneamur, abrenuntiantes beneficio nove constitutionis de duobus reis, epistule divi Adriani, iuri de principali et omni iuri. Actum Janue in domo Opecini capsiarii quam habitant predicti venditores. Testes Simon de Dianega de Rappallo cap-siarius, Guillelmus de Zoalio capsiarius et Franciscus Astaguerra quondam Guillielmi. Anno Dominice Nativitatis MCCCVII, indictione quarta, die XX aprilis, ante vesperas. — 64 — VENDITIO NAVIS (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 125 r., n. 4. [1307 aprile 17) (sbarrato con una sbarra) Ego Nicolaus Guercius de Clapa vendo, cedo et trado vobis Menabem de Usio, qui habitas ad Castrum, et Obertino, filio Dulcis de Clapa, cuilibet pro dimidia, quamdam barcam vocatam Sanctus Nicolaus, cum vellis duabus, arbore, antena, rampegolo et remis X et spata et parelia et aliis suis fumimentis sicut vobis dixi, finito precio librarum octo januinorum, quas proinde a vobis habuisse etc. Testes Guillielminus filius Facioli de Zoalio et Rogerius de Sancto Anthonio et Johannes de Serano de Zoalio. Die predicta post nonam. CARTOLARE n. 138, c. 109 r., n. 2. 1307 aprile 17 (a margine d.: Menabem de Usio) Ego Nicolaus Guercius de Clapa vendo, cedo et trado vobis Menabem de Usio, qui habitas ad Castrum, et Obertino, filio Dulcis de Clapa, ementibus cuilibet pro dimidia, quamdam barcham vocatam Sanctus Nicolaus cum vellis duabus, arbore, anthena, rampegolo et remis X et spata et parelia et aliis suis furnimentis sicut vobis dixi, finito precio librarum octo januinorum, quas proinde a vobis habuisse et recepisse confiteor et de ipsis me bene a vobis quietum et solutum voco, abrenuntians exceptioni non numerate peccunie non habite et non recepte, precii non soluti et omni juri, et si plus valet dicto precio sciens veram extimationem ipsius id quod plus valet vobis mera, pura et irrevocabili donatione inter vivos dono et remito. Renuntians legi qua subvenitur deceptis ultra dimidiam iusti precii et omni juri, possessionem insuper et dominium ipsius in vobis confiteor corporaliter tradidisse, dans vobis licentiam aprehen-dendi ipsius corporalem possessionem quando vobis placuerit, vestra auctoritate, sine alicuius iudicis seu magistratus decreto, constituens me ipsam pro vobis et meo nomine precario possidere donec possedero quousque de ipsa habueritis corporalem possessionem. Quam barcham, cum dicta sartia, corredo et apparatu ipsius, promito et convenio vobis de cetero non impedire nec subtrahere sed potius eam vobis et heredibus vestris et cui eam dederitis et habere statueritis per me meosque heredes ab omni persona, corpore, collegio et universitate legiptime deffendere, disbrigare et auctorizare meis propriis expensis, remissa vobis necessitate dtnunciandi. Alioquim penam dupli valimenti ipsius barchie vobis stipulantibus dare et solvere promito, ratis manentibus supradictis, et proin- — 65 — 5 de omnia bona mea habita et habenda vobis pignori obligo. Insuper ex dieta causa et pro precio supradicto vobis do, cedo et mando omnia iura, actiones et rationes, reales et personales, utiles, directas et mixtas, reiper-secutorias et penales, que et quas habeo et mihi competunt et competere possunt in ipsa et pro ipsa et eius occasione ita ut dictis iuribus, actionibus uti possitis, agere, petere, exigere, experiri, tueri, deffendere et replicare et omnia demum facere que egomet facere possum, possem et unquam melius potui, constituens vos inde proprietarios ut in rem vestram propriam, et predicta omnia facta sunt salvis semper mutuis, collectis et ceteris honeribus Communis Janue decetero prestandis, que et quas dicti emptores promiserunt mihi notario, stipulanti nomine et vice Communis Janue, decetero solvere ipsi Communi, renuntiantes omni privilegio, consuetudini et capitulo quibus contravenire possent. Actum Janue, iuxta angulum domus Georgii Venti. Testes Guillielminus filius Facioli de Plaja de Zoalio, Rogerius Barberius de Sancto Anthonio et Johannes de Serano de Zoalio. Anno Dominice nativitatis MCCCVII, die XVII aprilis, post nonam. LOCATIO TERRAE (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 130 v., n. 1. [1307] aprile 21 (sbarrato con una sbarra) Ego Johannes Belemanus, filius quondam Simonis, loco et iure locationis concedo tibi Jacobo de Molino de Paverio, filio quondam Michae-lis, omnes terras et possessiones quas habeo et possideo in territorio e Paverio et quas consuetus es conducere a me usque ad annos quinque proximos venturos pro annua pensione, solvenda in festo Nativitatis Domini, solidorum triginta quatuor januinorum, quas terras tibi promito etc. Sub pena dupli et obligatione bonorum meorum, renuntians etc. Versa vice et ego dictus Jacobus etc. Et meliorare et non deteriorare et omni anno inserere arbores decem si erunt ad inserendum etc. Testes Jacobus Purpurerius de Castro et Petrus de Vulparia venditor grani. Die XXI Aprilis, post nonam. CARTOLARE n. 138, c. 117 v., n. 3. 1307 aprile 21 (a margine s.: Johannis Belemanus et Jacobi Molino a margine d.: factum in carta dicto Johanni) Ego Johannes Belemanus de Casali de Montobio, filius quondam Simonis, loco et iure locationis concedo tibi Jacobo de Molino de Paverio, filio quondam Michaelis, omnes terras et possessiones quas habeo et possideo in territorio de Paverio et quas consuetus es conducere a me usque ad annos quinque proximos venturos pro annua pensione mihi solvenda, in festo Nativitatis Domini, soldorum triginta quatuor januinorum. Quas terras promito et convenio tibi non impedire nec subtrahere usque dictum terminum et dimitere et non auferre nec pensionem acrescere sed potius tibi ab omni persona et universitate deffendere et expedire usque dictum terminum meis propriis expensis, sub pena dupli dicte pensionis a me tibi solempniter stipulata et promissa, cum refectione dampnorum et expensarum et obligatione bonorum meorum, ratis manentibus supradictis. Versa vice et ego dictus Jacobus a te recipio dictas terras iure locationis et promito et convenio tibi ipsas tute tenere et non dimitere usque dictum terminum et ipsas meliorare et non deteriorare et omni anno inserere arbores decem si erunt in ipsis terris ad inserendum et tibi dare et solvere omni anno, in Nativitate Domini, pro pensione et nomine pensionis, soldos triginta quatuor januinorum, sub pena dupli dicte pensionis a me tibi solempniter stipulata et promissa, cum refectione dampnorum et expensarum, ratis manentibus supradictis. Et proinde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum Janue, iuxta angulum domus Geor-gii Venti. Testes Jacobus purpurerius de Castro et Petrus de Vulparia venditor grani. Anno Dominice Nativitatis MCCCVII, indictione IIII, die XXI aprilis, post nonam. LOCATIO DISCIPULI (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 133 v., n. 1. [1307 aprile 23/ (sbarrato con una sbarra) Ego Johannes de Casanova de Saso de Recho loco, do et concedo tibi Rollando de Valletrebie Johanninam filiam meam, presentem, causa adi-scendi artem uxoris tue taliandi et suendi et alia que scit facere dicta uxor tua, usque ad annos quinque proxime venturos, promitens tibi me facturum ita et taliter quod dicta filia mea tecum et uxore tua stabit usque dictum terminum, servicia tua et dicte uxoris tue, in domo et extra, faciet que facere poterit bona fide sine fraude, furtum non conmitet, te, res tuas et alienas que ad eius manus pervenerint custodiet et salvabit. El si ut supra non observavero libras X etc. Et dicta Johannina presens et consentiens omnibus predictis iuravit etc. Versavice etc. Ipsam tenere usque dictum terminum et nutrire sanam et infirmam et ipsam doceri facere et sibi dare victum et vestitum et superimpositam non facere. Et si pro dampno libras X januinorum etc. Testes Bemardus barberius, Paganus de Buzala tinctor, Gualvanus de Semino carzator et acimator. Die predicta, post vesperas.. CARTOLARE n. 138, c. 121 v., n. 1. 1307 aprile 23 (a margine s. Johannis de Casanova et Rollandi de Valletrebie) Ego Johannes de Casanova de Saso de Recho loco, do et concedo tibi Rollando de Valletrebie Johanninam filiam meam, presentem et volentem, causa adiscendi artem uxoris tue taliandi et suendi et alia que scit facere dicta uxor tua, usque ad annos quinque proxime venturos, promitens tibi me facturum et curaturum ita et taliter quod dicta Johannina filia mea tecum et uxore tua stabit usque dictum terminum, servicia tua et dicte uxoris tue, in domo et extra, faciet que facere poterit bona fide sine fraude, furtum non commitet, te, res tuas et alienas que ad eius manus pervenerint custodiet et salvabit. Et si ut supra non observavero et observari fecero tibi dare et solvere promito in pecunia numerata, sine briga et molestia, pro dampno et interesse, libras decem januinorum, ratis nihilominus manentibus supradictis, et proinde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Et dicta Johannina, presens et consentiens omnibus supradictis, iuravit, corporaliter tactis scripturis, omnia supradicta attendere, complere et observare bona fide sine fraude et non contravenire de iure vel facto. Versa vice et ego dictus Rollandus promito et convenio tibi dicto Johanni dictam Johanninam, filiam tuam, mecum et uxore mea tenere usque dictum terminum et ipsam doceri facere per dictam uxorem meam, bene et legaliter, de arte taliandi et suendi et aliisque dicta uxor mea scit facere, sibi dare victum, vestitum, calciamenta et lectum convenientem et ipsam nutrire, tenere et salvare, sanam et infirmam, et sibi non facere superimpositam quam sustinere non debeat. Et si ut supra non observera vel observari fecero, tibi dare et solvere promito, pro dampno et interesse, in pecunia numerata, libras decem januinorum, ratis manentibus supradictis. Et proinde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum Janue, iuxta angulum domus Geor-gii Venti. Testes Bemardus barberius in Sancto Georgio, Paganus de Buzala tinctor et Gualvanus de Semino carzator et acimator. Anno Dominice Nativitatis MCCCseptimo, indictione IIII, die XXIII aprilis, post vesperas. DOTIS CONSTITUTIO (Angelino di Leone) MANUALE IN CARTOLARE n. 256, c. 55 r., n. 1. [1316 agosto 22] (sbarrato con una sbarra; al centro: cassatum quia est in cartulario) Ego Johannes de Prato de Corsio confiteor tibi Danieli, fìlio quondam Johannis Bandiani de Corsio, me tibi dare debere libras XXXXVII januino- rum pro doctibus et patrimonio Jacobine filie mee et sponse tue, non obstante tibi quod in instrumento doctium dicte Jacobine, scripto paullo ante manu notarii infrascripti, de ipsis doctibus te quietum et solutum vocastis et quod abrenuntiaveris exceptioni pecunie non numerate et doctis non solute et omni iuri. Renuntians exceptioni dicte confessionis non facte, pecunie non debite, rei sic non concesse, doli, in factum, sine causa condicionis et omni iuri. Quas libras XXXXVII tibi dare et solvere promitto per hos terminos videlicet libras XXVIII usque Kalendas Januarias proxime venturas, libras decem hinc ad annum unum proxime venturum et libras novem januinorum deinde ad alium annum tunc proxime venturum. Alioquim penam dupli dicte quantitatis solempni stipulatione promissa etc. ratis manentibus supradictis et proinde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum ut supra. CARTOLARE n. 256, c. 5 v., n. 2. 1316 agosto 22 (a margine s.: « f ») In Christi nomine amen. Ego Johannes de Prato de Corsio confiteor tibi Danieli, filio quondam Johannis Bandiani de Corsio, me tibi dare debere libras quadraginta septem januinorum pro doctibus et patrimonio Jacobine filie mee et sponse tue, non obstante tibi quod in instrumento doctium dicte Jacobine, scripto modo paullo ante manu notarii infrascripti, de ipsis doctibus te quietum et soluttum vocastis et quod abrenuntiaveris exceptioni pecunie non numerate et doctis non solute et omni iuri. Renuntians exceptioni dicte confessionis non facte, pecunie non debite, rei sic non concesse, doli, in factum, condicionis sine causa et omni iuri. Quas libras quadraginta septem tibi dare et solvere promitto per hos terminos videlicet libras viginti octo usque Kalendas Januarias proxime venturas libras decem hinc ad annum unum proxime venturum et libras novem januinorum deinde ad alium annum tunc proxime venturum. Alioquim penam dupli dicte quantitatis solempni stipulatione promissa, ratis manentibus supradictis, et proinde omnia bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum in Villa Corsii in hostio domus predicti Johannis de Prato sive ipsius Johannis; anno Dominice nativitatis MCCCXVI, die XXII augusti, indictione XIII, circha nonam. Testes Manuel de Corsio quondam Johannis notarius, Enricus de Sancto Michaele qui habitat in trepis et Michael de Simonacio de Corsio. MANDATUM (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 128 v., n. 2. [1307 aprile 20] (sbarrato con una sbarra) Ego Nicolinus de Proana de Recho facio, constituo et ordino meum certum nuntium et procuratorem Fredericum Calienum presentem etc. ad petendum, habendum, exigendum et recipiendum quicquid et quantum habere et recipere debeo et possum a quacunque persona, quacunque occasione et causa, cum cartis et scripturis quam sine et ad omnia iura que habere etc., occasione successionis Simone Vaytace matris mee et ad ipsa bona deffendendum etc. et ad quitaciones etc. iura cedendum, transigendum et paciscendum etc. instrumenta et scripturas etc. et ad omnes lites etc. volens dictum procuratorem meum etc. Testes Magister Johannes de Castro et Nicolaus Balbanus de Rappallo. Die predicta, circa tertiam. CARTOLARE n. 138, c. 114 v., n. 2. 1307 marzo 20 (a margine s.: Nicolini Proana procura) Ego Nicolinus Proana de Recho calafattus facio, constituo et ordino meum certum nuntium et procuratorem Fredericum Calienum presentem ad petendum, habendum, exigendum et recipiendum omne id et totum et quicquid et quantum habere et recipere debeo et possum a quacunque persona, quacunque occasione, et tam cum cartis et scripturis quam sine et ad petendum, habendum, exigendum et recipiendum omnia iura, actiones et rationes que et quas habeo et habere, requirere et exigere (possum) occasione successionis hereditatis quondam Simone Vaytace matris mee et ad ipsa bona deffendendum et ad quitationes, liberationes, fines, remissiones, absolutiones et pactum de ulterius non petendo faciendum cum omni stipulatione et solemnitate iuris, iura cedendum, transigendum et paciscendum, instrumenta et scripturas executioni mandandum, exactiones prosequendum, iuramentum de calumpnia securitates prestandum, et ad omnes lites, causas et questiones quas habeo, habere, movere possum et intendo contra quamcunque personam quacunque occasione et quam vel quas quelibet persona et universitas movere vellet et posset contra me et tam in agendo quam in deffendendo, libellos dandum et recipiendum, lites contestandum, positiones faciendum, positionibus respondendum, iuramentum de calumpnia et quodlibet aliud iuramentum prestandum, titulos dandum et recipiendum, testes producendum et alterius partis iurare videndum, terminos et dilationes petendum, iudi-ces et notarios elligendum et recusandum, alligationes alligandum, asse- — 70 - curationes petendum, sententiam et sententias audiendum et appellandum et appellationes prosequendum et demum ad omnia mea negocia agenda, gerenda et administranda, in iudicio et extra iudicio, et omnia et singula faciendum in predictis et circa predicta et dependentibus que egomet facere possem si presens essem et que merita causarum et iuris ordo postulant et requirunt; dans et concedens dicto procuratori meo in omnibus et singulis supradictis et dependentibus liberum et generale mandatum et liberam et generalem administrationem; promittens tibi notario infrascripto, stipulanti nomine et vice cuius vel quorum interest vel intererit, habere ratum et firmum quicquid et quantum actum, factum, gestum seu procuratum fuerit in predictis et circa predicta et dependentibus per dictum procuratorem meum sub ypotheca et obligatione bonorum meorum, et volens dictum procuratorem meum relevare ab omni honere satisfactionis promito tibi dicto notario recipienti ut supra intercedendo pro eo de iudicio sisti et iudicato solvendo cum omnibus suis clausulis sub ypotheca et obligatione bonorum meorum. Renuntians iuri de principali et omni iuri. Actum Janue, iuxta angulum domus Georgii Venti. Testes Magister de Castro cirurgicus et Nicolaus Balbanus de Rap-pallo. Anno Dominice nativitatis, MCCCVII, indictione IIII, die XX marcii, circa tertiam. ACCOMENDATIO (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 205 v., n. 2. [1277 luglio 271 (sbarrato con una sbarra) Ea die Ego Simon de Mari confiteor tibi Constantino Lercario me a te habuisse, recepisse in accomendatione de pecunia tua et Ugeti Lercarii fratris tui, que processerunt ex alia, libras LXXIII januinorum communiter etc. Quas etc. Ante et post et faciens etc. Alioquim etc. Et pro pena etc. Testes Daniel de Mari, Gabriel de Mari. CARTOLARE n. 53, c. 46 r., n. 2. 1277 luglio 27 (a margine d.: Constantini Lercarii) Ego Simon de Mari confiteor tibi Constantino Lercario me a te habuisse et recepisse in accomendatione, que restant ex aliis accomendationibus, libras septuaginta tres januinorum, abrenuntians exceptioni non habite et non recepte accomendationis et omni iuri, communiter implicatas in — 71 — mea communi ratione; quas, Deo propitio, portare debeo quo mihi Deus melius administraverit postquam exiero ex portu Janue causa negotiandi. Habens potestatem mittendi tibi ex hiis quam partem voluero cum testibus et sine testibus et faciendi sicut ex aliis quas mecum porto cum quibus debeo communiter expendere et lucrari per libram; in reditu vero Januam capitale et proficuum dicte accomendationis in tua potestate vel tui certi nontii ponere et consignare promitto et deducto capitali quartum lucri habere debeo. Alioquim penam dupli cum dampnis et expensis quas feceris pro ipsis recuperandis, te credito de expensis solo verbo sine iuramento et testibus et alia probatione, tibi stipulanti promitto et pro pena et ad sic observandum universa bona mea habita et habenda tibi pignori obligo. Actum Janue ante stationem Marocellorum ; MCCLXXVII, die XXVII julii, circa vesperas, indictione IIII. Testes Daniel et Gabriel de Mari. MUTUUM (Corrado di Castello) MANUALE IN CARTOLARE n. 138, c. 129 r., n. 1. [1307] aprile 20 (sbarrato con una sbarra; a margine s.: 1111) Ego Paschalis de Clavaro confiteor tibi Nicolao Mariono me a te habuisse et recepisse mutuo, gratis et amore, libras quatuor januinorum, renuntians etc. quas tibi ad tuam voluntatem etc. Privilegio fori etc. Testes Obertus Fontana, Clariel de Monleone capsiarius. Die XX aprilis, post tertiam. CARTOLARE n. 138, c. 115 r., n. 1. 1307 aprile 20 (sbarrato con sbarre incrociate; a margine d.: Nicolai Marioni, UH) Ego Paschalis de Clavaro cordoanerius confiteor tibi Nicolao Mariono me a te habuisse et recepisse mutuo, gratis et amore, libras quatuor januinorum, renuntians exceptioni non numerate pecunie, non habite et non recepte etc., quas libras quatuor januinorum vel totidem pro ipsis eiusdem monete tibi vel tuo certo misso per me vel meum missum dare et solvere promito ab hodie in antea ad tuam voluntatem et quando-cunque tibi placuerit. Alioquim etc. Ratis manentibus supradictis et proinde omnia bona mea etc. Abrenuntians privilegio fori etc. Actum Janue iuxta angulum domus Georgii Venti. Testes Obertus Fontana candelerius, Cla- — 72 - riel de Monleone capsiarius. Anno Dominice nativitatis MCCCVII, indictione IV, die XX aprilis, post tertiam. MCCCVIII, die XIIII martii, cassatum mandato dicti Nicolai quia confitetur habuisse solutionem videlicet a Johanne Ricio de Quinto nomine dicti Paschalis et cuius occasione eidem Johanni fecit quitationem nomine dicti Paschalis ex forma instrumenti scripti manu Francisci Mo-rucii, MCCCVII, die XXIII junii, presentibus Rollando Ricio et Vivaldo de Quinto. CAMBIUM (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 207 v., n. 1. [1277] luglio 2 (sbarrato con una sbarra) Die II julii. (Ego) Ribertus Lombardus de Pistura confiteor tibi Rogerio Cardinali mercatori Fiorentino, recipienti prò te et Lamberto de Lancella et Passe Finiguerre et aliis sociis cuius procurator es, ut patet per instrumentum factum, confiteor tibi me a te habuisse et recepisse libras CCCLXXXX minutorum januinorum, nomine cambii, quas solvisti prò me Jacobo Fenugio de Pelio, Jofredo Bagnolo de Grassa et Ansaldo de Modulo Janue, unde et pro quibus, nomine cambii, promitto et convenio tibi vel tuo certo nontio per me vel meum nontium dare et solvere libras CCCXXI solidos decem pissaninorum (sic) in florenis argenti, qui hodie communiter expenduntur in Florentia, computandum quilibet florenus denarios XX pissanorum usque in dictam sommam, usque dies octo intrante mense augusti proximo. Alioquim etc. Et pro pena etc. Testes Bertolinus de Murroco censarius, Johannes censarius Malbecus. CARTOLARE n. 53, c. 48 r., n. 2. 1277 agosto 2 (a margine s.: «facta»; a margine d.: Rogerii Cardinalis) Ego Ribertus Lombardus de Pistura confiteor tibi Rogerio Cardinali mercatori Florentino, recipienti hanc confessionem nomine tuo et nomine Lamberti de Lancella et Passe Finiguerre et sociorum, me a te habuisse et recepisse, nomine cambii, libras trescentas nonaginta januinorum minutorum, abrenuntians exceptioni non habite et non recepte pecunie, quas solvisti pro me et nomine meo Jacobo Fenugio de Pelio, Ansaldo de Modulo Januensibus et Jofredo Bagnolo de Grassa, unde et pro quibus, nomine cambii, promitto et convenio tibi vel tuo certo nontio per me vel meum nontium dare et solvere in florenis libras septingentas (nc) viginti unam, solidos decem pissannorum, in florenis argenti qui hodie communiter expenduntur in Florentia, computando quilibet florenus de- narios viginti pissannorum usque in dictam quantitatem li rarum s P gentarum viginti unius et solidorum decem, usque dies oc o *** mense presenti augusti. Alioquim penam dupli cum dampnis e quas feceris pro ipsis recuperandis a termino m antea, te c expensis solo verbo sine iuramento et testibus et alia pro a i » stipulanti promitto et pro pena et ad sic observandum Ohii2o mea habita et habenda tibi recipienti, dicto nomme, pign 8■ • Actum Janue, ante stationem Marocellorum ; MCCLXXVII, die g. . circa vesperas, indictione IIII. Testes Bertolinus de Murroco Malbecus censarius. QUI TATIO (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 206 r., n. 2. ^ ^ (sbarrato con una sbarra) Ego Enricus Januini de Prementorio confiteor tibi ®.onaCp^^c-varino, recipienti hanc confessionem nomine tuo T t Podio de Luca et sociorum et nomine Lupardi Guidolmi sociorum et nomine Jachini filii Ubaldi Machacii de Luca e _s_. me a te habuisse et recepisse illas libras CXV, soldos ja t’ quas predicti mihi dare debent pro precio cuiusdam quan 1 . secundum quod apparet per instrumentum factum manu Racione notarii, MCCLXXVII, die XVIIII januam, abrenuncian • Quod instrumentum etc. Promittens etc. Testes Andriolus a uci laus de Porta Sancti Andree placentinus. CARTOLARE n. 53, c. 46 v., n. 2. ^ 2g (a margine s.: «facta»; a margine d.: Bonacursi de Clavaro) Ego Enricus Januini de Prementorio confiteor tibi Bonacurso Cla-varino, recipienti hanc confessionem nomine tuo, nomine Ennci e de Luca et sociorum et nomine Lupardi Guidolini de Luca et socioru et nomine Jachini filii Ubaldi Machacii de Luca et sociorum, me a habuisse et recepisse illas libras centum quindecim, soldos decem ja11^1 norum, quas predicti mihi dare debent pro precio cuiusdam quantita is septe, secundum quod apparet per instrumentum inde factum manu Nicole de Racione notarii, MCCLXXVII, die XVIIII januarii, quod instru mentum tibi confiteor tradidisse ad incidendum. Abrenuntians exceptioni non habite et non recepte pecunie et omni iuri. Promittens tibi recipienti, nomine tuo et predictorum, quod per me nec heredes meos nec per aliquam aliam personam quantum pro dicto debito non fuerit tibi — 74 — nec alicui ex predictis nec alicui sociorum nec alteri persone in perpetuum requisitio facta, vero molestia nec questio mota, in iudicio nec extra nec coram aliquo magistratu, de iure nec de facto. Imo inde te recipientem, nomine predicto, et bona cuiuslibet vestrum libero et absolvo per aceptilationem et Aquilianam stipulationem verbis deductam et predicta promitto tibi recipienti dicto nomine attendere, complere et observare et contra non venire sub pena dupli de quanto et quotiens contra-factum fuerit, ratis manentibus supradictis; et pro pena et ad sic observandum universa bona mea habita et habenda tibi recipienti, dicto nomine, pignori obligo. Actum Janue ante stationem Marocellorum ; MCCLXXVII, die XXVIII julii, circa meridiem, indictione IIII. Testes Andriolus Gatucius et Nicolaus de Porta Sancti Andree placentinus. CESSIO IURIS (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 206 v., n. 1. 11211 luglio 29] (sbarrato con una sbarra) Ego Ido Lercarius, nomine meo et nomine Marcoaldi de Mari et sociorum, quorum procurator sum, ut apparet per instrumentum factum manu Nicole Dordone, MCCLXXVII, ut dicimus et de mense madii, confiteor tibi Pasqualino Barberio de Sancto Stephano me a te habuisse et recepisse, dicto procuratorio nomine, libras IIII januinorum prò Na-sono del Clapa, qui ipsam pecuniam accepit et habuit pro eundo in dicta galea ultramare et de qua dictus Nasonus dicitur aufugisse, cuius Nasoni fideiussor fuit Enricus Lucius ut dicimus. Abrenuntians exceptioni non habite et non recepte pecunie et omni iuri. Promittens tibi, recipienti nomine dicti Nasoni et nomine dicti Enrici Lucii, quod per me nec per aliquem ex sociis meis in perpetuum quantum pro predictis non fuerit requisitio facta nec questio mota, in iudicio nec extra nec coram aliquo magistratu, de iure nec de facto. Imo inde quemlibet predictorum libero et absolvo per acceptilationem in Aquilianam stipulationem verbis deductam et promitto facere et curare' sic et taliter quod per predictos socios meos et quemlibet ipsorum attenditum fuerit et observatum ut supra et in nullo contrafactum et predicta promitto tibi, recipienti dicto nomine, attendere, complere et observare et contra non venire sub pena dupli de quanto et quotiens contrafactum fuerit; rato manente pacto et obligatione bonorum meorum. Insuper do, cedo et trado et in te transfero omnia iura, rationes et actiones reales et personales, utiles, directas, persecutorias et mistas que et quas habeo et mihi competunt et competere possunt contra predictos et contra quemlibet ipsorum, ita ut ipsis iuribus etc. Post quam cessionem et dationem confitetur mihi integre fecisse etc. Abrenuntians etc. CARTOLARE n. 53, c. 47 v., n. 1. 1227 luglio 3Q (a margine d.: Pasqualini) Ego Ido Lercarius nomine meo et nomine Marcoaldi de Mari et sociorum participes galee que vocatur ......... ultramare et quorum Marcoaldi et sociorum procurator sum, ut apparet per instrumentum factum manu manu (sic) Nicolini Dordone, MCCLXXVII, de mense madio ut dico, do tibi Pasqualino Barberio omnia iura, rationes et actiones utiles et directas, persecutorias et mixtas, que et quas habeo et mihi competunt et competere possunt et dictis sociis meis et alicui ex ipsis contra Nasonum de Clapa qui a dictis sociis meis accepit libras quatuor januinorum pro eundo in dicto viagio et de quo aufugit quantum pro dictis libris quatuor januinorum et contra Enricum Lucium eius fideiussorem. Abrenuntians exceptioni cessionis non date et omni iuri, ita ut ipsis iuribus, rationibus rationibus (sic) et actionibus uti possis, agere et experiri in iudicio et extra et coram quolibet magistratu nichil in me retempto, constituens inde te procuratorem ut in rem tuam propriam et possis replicare utiliter et directe nomine tuo, post quam cessionem et dationem confiteor me a te habuisse et recepisse dictas libras quatuor januinorum. Abrenuntians exceptioni non habite et non recepte pecunie et omni iuri et promitto tibi quod faciam et curabo ita et taliter quod per predictum Marcoaldum nec aliquem quemlibet sociorum meorum nec per alios dictam cessionem seu dacionem iunum non fuerit contrafactum de cetero imo ipsam habebunt firmam et stabilem, sub pena dupli de quanto et quotiens contrafactum fuerit et obligatione bonorum meorum; abrenuntians iuri solidi, iuri de principa i, beneficio nove constitutionis de duobus reis et omni iuri; rato manente pacto. Actum Janue, in contrata Lercariorum; MCCLXXVII, die penu ti-ma julii, circa nonam, indictione IIII. Testes Guiginus de Albara seri a et Wilielmus Lercarius. COMPROMISSUM C1) (Rolandino di San Donato) MANUALE IN CARTOLARE n. 12/1, c. 121 v., n. 3. [7259J agosto 13 (sbarrato con una sbarra) + Leonardus de Rocio ex una parte et Alexandrinus de Arenzano compromisserunt in Illionum et Johannem de Guisulfo, présentes et recipientes, de omnibus controversiis que dictus Leonardus petere posset et (1) Trascrizione a cura di M. Maira e L. Saginati. intendit dicto Alexandrino usque nunc occasione salis quem dictus Leonardus dicit quod emisse ipse Alexandrinus a Jacobino de Pegoraria et si non concordaverint quod eligatur medianus ad eorum voluntatem vel alio pro eo et stare ad dictum medianus si concordaverit cum aliquo arbitrorum, sub pena de libris C etc. Testes Marchetus et Streiaporcus. XIII augusti. CARTOLARE n. 34, c. 163 r., n. 3. 1259 agosto 13 (a margine d. : Alexandrini de Areniamo, Leonardi de Rodo) + In nomine Domini amen. Leonardus de Rocio, nomine suo et socio-rum ex una parte, et Alexandrinus de Arenzano, ex alia, compromisserunt se in Johannem de Guisulfo et Ilionum draperium arbitros, arbitratores et largas potestates ab ipsis unanimiter et concorditer electos super petitione et questione quam dictus Leonardus movebat et faciebat contra dictum Alexandrinum occasione salis quod dictus Leonardus dicit dictum Alexandrum emisse et habuisse a Jacobino de Pegoraria socio sive nuntio dicti Leonardi ; qui dederunt dictis arbitris in predictis omnibus et singulis plenam et liberam potestatem dicendi, statuendi, diffiniendi et determinandi ad motum ipsorum arbitrorum proprie voluntatis, servato iuris ordine et non servato, citatis partibus vel absentibus, una presente et altera absente, die feriato vel non feriato et demum secundum quod de ipsorum arbitrorum processit, et si contingerit quod dicti arbitri non possint ad invicem super sententiando et diffiniendo vel in condempnando seu absolvendo concordare se, quod eligant et eligere possint medianum unum, et in eo quod maior pars ipsorum arbitrorum et dicti mediani dictum et pronuntiatum fuerit debent stare dicte partes et quelibet ipsarum partium, et attendere et observare quicquid inde dictum et pronuntiatum fuerit super predictis per maiorem partem predictorum arbitrorum et mediani sive per dictos arbitros concorditer et predicta dicte partes attendere ad invicem promisserunt sub pena librarum centum januinorum et obligatione bonorum suorum, qua pena per partem inobservantem parti observanti solvi debet. Actum Janue in banco quod tenere consuevit Willelmus Lecacorvus quondam Amallocelli; anno Dominice nativitatis MCCLVIIII, indictione prima, die XIII augusti, inter nonam et vesperas. Testes Marchetus de Albario e Streiaporcus de Streiaporcis. INVENTARIO H* 5 SOMMARIO Premessa ............pag. 5 La triplice redazione dell' « instrumentum » genovese . » 9 Appendice di documenti........» 55